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i jl 1 - onpmi.org · Evangelizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL iMEZZOGIORNO...

Date post: 24-Feb-2019
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Evangelizare BOLLETTINO MENSILE DELL'OPERA NAZIONALE PER IL iMEZZOGIORNO D'lTALIA DIRETTA DALLA CONGREGAZIONE REL1G10SA DE "I DISCEPOLI" Direzione • Redazione - Armninistrazione: Via dei Pianellari, 7 - Tel. 651409 - C.c.p. 1-9019

ROMA

Sommario L'Eco del Divino Maestro Nella fatica e nel riposo . .

Alia Sorgente Crescere nell'amore

Pensiero mariano La madonna dell'amore . . .

Conversando Una predica di A. Manzoni. .

Keligione, arte, cultura e vita Contro la permissivita

Sentimento cristiano di A. Manzoni .

Chiesa di Cristo luce allc gcnti ( D. Franco Pa-netta)

II pelo nell'uovo

Echi dai seminari dei discepolini

Diligenza vagabonda Trotto serrato . . . .

Dalle cas-; nostre . . . . . .

La Sveglia (A cura di Remo Di Giannantonio) Questa sospirata pace . .

L'angolo dell'assistente . . .

Due ex-alunni attorno i un lihro

Fiore d'arancio

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In copertina: Attivita cducativa (Bozzetto di S. Ungheri).

('on 1'approvazione dei Superiori. Direttore Responsahile: Padre TITO PASQUALI

Redattoiv Capo: Don MARIO CHOUQUER • Scgretario di Amm.nc: AXGELO MASCIOIT.A Autorizz. Trib. Roma Numero 8504 del 20 fcbbraio 1962 - Sped in Abb. postale Gruppo Hi

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La carita, I'amo-re verso il pros simo e la condi-zione indispen­sable di una buona, efficace preghiera a Dio.

P. G. SEMERIA

Non ozio dunque, molto meno la spensieratezza del prodigo, che non pensando al domani, rimet-tendolo alia instabile fortuna, scialacqua oggi quanto possiede. Basta raffigurarla bene questa spensieratezza epicurea, egoista, per sentire quanto essa sia Ion-tana ed opposta alio spirito del Vangelo.

P. G. SEMERIA

EVANGELIZARE ABBONAMENTI: Ordinario L 1000 - Sostenifore L 3000

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Abbonamenti e rinnovi

LIRE 1.000 •

Chioni Pietro, Montignoso; Ballistreri Cataldo, Gangi; Tricarichi Calogero, Palermo; Schiro Gaspare, Piana degli Albanesi; Basso Giuseppe, Piana degli Albanesi; Romeo Vincenzo, Palermo; Basili Salvatore, Carini; Bongiovanni Michele, Palermo; Ardiz-aone Claudio, Palermo; Siracusa Alfonso, Siculiana; La Porta Domenico, Palermo; Termini Francesco, Palermo; Vaccaro Francesco, Palermo; Peri Salvatore, Palermo; Mistretta Pietro, Castellammare del Golfo; Benigno Francesco, Palermo; Arnetta Gi-volamo, Palermo; Polizzano Mauro, S. Mauro Castelverde; Marino Domenico, Sicu­liana; Cottone Antonio, Palermo; Franco Giovanni, Mistretta; Maonia Loreto, Valle-lunga Pratemeno; Intravaia Francesco, Monreale; Lo Faso Francesco, Palermo; Man-lino Vincenzo, Carini; Oliveri Stefano, Palermo; Di Franco Pietro, Palermo; Manno Antonio, Mistretta; Napoli Giuseppe, Mistretta; Bilello Serafina, Palermo; Occhipinti Giulia, Villa Grazia; Lo Balbo Rosalia, Palermo; Pensavecchia Raffaele, Palermo; l\-tisi Rosario, Palermo; Tamburello Lucia, Palermo; Gullo Giuseppe, Gangi; Mannala Anna, Palermo; Sarrica Vincenzo, Monreale; Tornetta Giacomo, Partinico; Sant'Anto-nio Giovanni, Palermo; La Juppa Giacomo, Palermo; Ciaravino Giovanni, Palermo; Campanella Salvatore, Palermo; Romeo Vincenzo, Palermo; Catalano Antonio, Paler­mo; Cirrincione Placido, Missilmeri; Bifara Giuseppe, Palermo; Toro Salvatore, Grisi di Monreale; Trupiano Salvatore Palermo; Li Vols! Matteo, Palermo; Bartolotta Gio­vanni, Palermo; Mira Giovanni, Siculiana; Quagliana Rosario, Scillato; Loria" Biagio, Misilmeri; Russo Michele, Palermo; Di Grigoli Filippo, Palermo; Pistone Giuseppe, Palermo; Piazza Lorenzo, Sciacca; Marchese Giuseppe, Grisi di Monreale; Orsi Re-nato, Palermo; Roccaro Giuseppe, Palermo; Vitagliano Sabatino, Palermo; La Russa Gaetano, Scillato; Taormina Salvatore, Palermo; La Rosa Vincenzo, Misilmeri; Arena Domenico, Palermo; Lo Presti Pietro, Palermo; Marabella Giuseppe, Ribera; Spitalcri Santo, Bronte; Giaconia Antonio, Palermo; Tusa Antonino, Palermo; Amato Giusep­pe, Palermo; Cusenza Luigi, Piana degli Albanesi; Tumminello Vincenzo, S. Cipirello; Renda Pietro, Palermo; Barbier Mario, Palermo; Prestigiacomo Sebastiano, S. Giu­seppe Iato; Chiarini Achille, Palermo; Giangrasso Pietro, Alcamo; Crapa Antonio, Corleone; Comito Gaetano, Missilmeri; Lo Vecchio Giuseppe, Palermo; Gurrera Mi­chele, Scillato; Graziano Salvatore, Palermo; Prestigiacomo Pietro, Monreale; Neri Salvatore, Palermo; Spinnato Antonino, Caronia; Di Laura Antonio, Scillato; Tubiolo Antonino, Palermo; Lombardo Salvatore, Palermo; Pagliaro Gaetano, Palermo; Guida Francesco, Mondello; Riva Pietro, Palermo; Marrone Giovanni, Palermo; Zito Bruno, Salaparuta; Barbaro Stefano, Palermo; Rizzo Antonino, Scillato; Zarbo Nino, Palermo; De Angelis Maria, Santa Giusta; Bartolo Bono, Milano; Crippa Mario, Monterosso al Mare.

QUOTE VARIE

Lire 10.000 Vita Giovanna, Roma; Di Benedetto Morini Vittoria, Roma. Lire 8.000 Zanini Ernesto, Roma. Lire 4.000 Cornacchia Francesco, Roma. Lire 3.000 Scialanga Vittorio, Roma; Sac. De Marchi Francesco, Treviso; Orlando

Domenico, Roma; Pace Vincenzo, Roma. Lire 2.000 Zanini Bartolomeo, Roma; Di Odoardo Odoardo, Roma; Laraia Vin­

cenzo, Roma; Patuelli Pietro, Treviso. Lire 50.000 Istituto « Felice Ventura », Matera.

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NELLA FATICA

E NEL RIPOSO

Carissimi, mi direte subito che sono un progressista. Direte : D. Tito mescola il sacro col profano. No. Sono perfetta

mente ortodosso. Col P. Semeria venerato ripetero a sazieta: il mio scri-gno e l'Evangelo, quello di Cristo Redentore. Nell'Evangelo e la solu-zione di ogni problema. Le genti ne siano illuminate e la Chiesa non ne permetta lo sviamento e il tradimento, anche se inconsapevole. Siamo alia vigilia delle imminenti vacanze, siamo alia celebrazione della Pente-coste. Credo utile richiamare l'attenzione, senza pretenzione di maestro — oibo ! —, di quanti amo, a mantenere le posizioni di veri credenti, non di credenti tentennanti, o gia secolarizzati. E credo utile esortare gli amici a non abusare delle vacanze. Usarne saggiamente, per ristorarci tutti, per rientrare alia nostra fatica riposati e volenterosi. Percio invo-chiamo lo Spirito Santo, al quale accosto il pensiero di un grande pagano, Virgilio, maestro e guida delPimmortale poeta Dante, cattolico profondo. Virgilio non e cattolico. £ un pagano. Ma a lui, di lui si puo applicare il pensiero che Tertulliano ci ha lasciato, che l'anima cioe e naturalmente cristiana. E Virgilio e uno dei tanti. II pio Enea e proprio lui, Virgilio; pio, cioe religioso. Alio Spirito Santo chiediamo l'assistenza nel lavoro, nella nostra fatica. Virgilio, senza aver conosciuto il Cristianesimo, nelle sue Bucoliche, ci ha lasciato una sentenza perfettamente cristiana.

Ha detto: Un dio ci ha dato questo riposo. Forse mai si ode delle parole consone come quelle della Chiesa e

di Virgilio, parole piu acconce, piu utili, piu sacre, sacre piu che mai e

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quindi piu che mai opportune e utili oggi. I pagani, nelle vacanze, pas savano da un lavoro di faticoso impegno a un lavoro ch'essi sceglievano come svago; ed era la coltivazione dei campi, alternato giorno per giorno con la distensione delle membra e della mente insieme, per tornare alia fatica sudata con le forze ritemprate.

Impariamo. Oggi il divertimento e profano, faticoso, pericoioso. E ••frenato. Vediamo le vittime che miete la strada che si attraversa con una cecita incredibile, per passar subito a divertimenti che, lungi dal ristorare, stravolgono la mente, opprimono il fisico che ne esce piu fiacco di prima — e talvolta spossato —.

I vizi non ridanno ne creano nuove forze. I vizi deprimono infiac-cano, producono morti strazianti.

Percio siamo savi. Ascoltiamo e invochiamo lo Spirito Santo, che ci aiuti nella fatica e nel riposo utile e ristoratore.

Leviamo la mente a Dio, che tutto ha stabilito, anche il riposo dopo la fatica. E Dio che ci concede, vuole il nostro riposo. Rileggiamo e pre-ghiamo, ricordando anche Virgilio. Ascoltiamo e invochiamo lo Spirito Santo che ci aiuti nella fatica, frutto, purtroppo, del nostro peccato; ma ci assista anche nel riposo, perche il riposo non devii con azioni scervellate, con spropositi irragionevoli e pazzi, fino a provocare morti paurose e disgrazie.

Miei cari lettori, questo volevo raccomandaivi nella circostanza e au.esto vi raccomando, mentre vi auguro le buone, refrigeranti, rigenera-trjci vacanze, al mare o ai monti che siano.

Prudenza. Ricordare che la prudenza e la prima virtu cardinale che guida le altre tre, la giustizia, la temperanza. la fortezza. Sono !e virtu cardinali, ossia le virtu basilari, senza le quali la vita dell'uomo e una vita sciupata, e una offesa al buon Dio che non ci da la vita a perdtzione, ma a salvezza.

Ricordiamolo. Buone var^nze. E a rivederci, piu volenterosi. Non cadiamo nella

malinconia che leggiamo nel Leopardi, pur grande Doetn. Aim an tristerza e noia recheran I'ore e al lavoro usato ognuno in suo nensier fara r it or no. Noi vogliam tornare al nostro imoegno fortificati e cantando, COHT- lo stesso Poeta Leopardi dice per i difensori veri, per 1 veri amanti della Patria: al dovere, dice del soldato. come al hallo cantando si va.

Noi torneremo, cantando al buon Dio il riposo che ci ha concesso, per riprendere il lavoro in forze ritemprate.

Buone e sante vacanze vi augura il vostro vecchio, D. Tito che vi ama e vi vuol santi neH'adempimento dei sacri doveri. Dovere e il la­voro. Dovere e il riposo.

D. Tito Pasquali, d.D.

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Intetessante piu d'ogni altro e il paesaggio dell'anima. Dobbiamo disporla, I'anima nostra, in modo che sia il paese di Dio.

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CRESCERE

NELL AMORE

Nasconderlo non vale. La storia della nostra perfezione e una risp sta all'amore, irripetibile e diversa da uomo a uomo, personalissima.

L'amore e il fine dell'uomo. Si identifica con Dio. Dio e amore. Lo afferma san Giovanni.

L'amore e un mistero insondabile, come mistero e Dio. L'amore ci sollecita e ci appaga, ci agita e ci consola. Incessantemente ci muove. L'amore. La mia storia personale e fatta con i modi della mia risposta aH'amore-carita.

Cristianesimo senza ardore di carita attiva mi pare un non senso, un assurdo, scriveva gia P. Minozzi.

II cristiano, sopratutto, e colui che corrisponde nella vita alia pro-posta d'amore indirizzatagli da Dio.

L'amore parte da Dio, che per primo ci ha amati. In questo consist-' il suo amore — chiarisce ancora san Giovanni — : non siamo noi che abbiamo amato Dio, ma e Lui che ci ha amato per primo e che ha man-dato il suo Figlio, vittima di propiziazione per i nostri peccati.

Tale amore attraversa tutto il creato, imprimendogli un movimento irresistibile e dolcissimo di ritorno a Lui. Investe anche me, creatura ra­tionale e libera. Investe anche te. Nell'uomo l'amore si fa consapevole esigenza di vita, legge del suo agire. Cosa mai spinga Dio a questa bene-vola inclinazione verso l'uomo, ad amare me, ad amare te, e mistero da venerare piu che da scrutare. E' pero realta. Dio ama il mondo. Dio

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ama I'uomo. Dio ama anche me. Quando lo oltraggio e pecco continua ancora ad amarmi. Cost mi dice la fede.

In questa aurora terrestre 1'unico modo di vivere e quello delPamore. Ciascuno di noi e avvolto dalle spire dell'amore umano. Appetisce il ci-bo, si incanta per la bellezza, vuole il cuore delPaltra creatura, si affanna dietro tutte le parvenze di bene. Nell'esercizio della professione, nella sfera della famiglia, nel contesto della vita associata, neU'assolvimento delle responsabilita e dei doveri, nel godimento dei diritti, ci sollecita in mille modi e per mille aspetti l'amore terreno. Senza l'amore non pos-siamo vivere. Dio intanto aspetta che sviluppiamo in noi l'amore increa-to, esprimendo la nostra risposta alia sua dichiarazione, la corrisponden-za alia sua amorosa proposta, la fedelta al patto che ha fatto con I'uomo Soltanto chi sta nell'amore dimora in Dio; e Dio dimora in lui.

Ecco che il discorso si fa piu alto. Le spinte del vario amore terre­no, parziale, transeunte, devono confluire e disporci a un amore piu grande, alia carita, che via via ci attira e ci immerge, elevandoci, alia intimita divina, sino a possedere Dio e a goderlo, saziandocene, per l'e-ternita.

Dio ci ama ed e fedele. Ci ama sul serio, al punto che l'intervento del suo amore si e fatto destino per ciascuno di noi, coinvolgendoci nel mistero della morte e della resurrezione del Figlio suo unigenito. Amore immenso e indefettibile, purissimo e vero, al quale nulla resta estraneo che accada nella nostra esistenza e tutto e invece ordinato alia comu-nione e al possesso vicendevole.

Lui noi dobbiamo riamare, che ci ha resi capaci di rispondere alle esigenze del suo amore, elevandoci, col battesimo, a partecipare alia na-tura divina e a vivere la vita appunto come figli di Dio, operando con la fede, la speranza e la carita.

Invece, noi non prendiamo sul serio l'amore di Dio e siamo infe-deli. Anche quando ci chiamiamo cristiani, e devoti, e addirittura consa-crati, discontinuamente forse amiamo, o tiepidamente, senza impegno, magari volendo testimoniare la nostra risposta, sul piano esistenziale, '̂ on interposti altri valori, trascurando la fondamentale testimonianza, che e quella della carita.

Proposito di perfezione senza mira di carita e illusione; pretesa di perfezione senza carita e orpello. La carita e fondamento e fastigio d'ogni castello interiore.

Le altre virtu sono tutte in ordine alia carita; o non sono. Credi di avere Pumilta, di vivere in poverta, di possedere la castita, di accondi-scendere all'obbedienza. Se non hai la carita non hai niente. Mentisci -> te P. mentisci a"H altri. Sei prudente, giusto, forte, femoerante ? Tale per grazia essendo, solo la carita ti avvalora. Senza la carita niente ti

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giova. La carita compagina e anima le virtu. Senza la carita c'e l'appa-renza cli bene, non la consistenza. La carita e il valore supremo, la legge della vita. II peccato contro !a carita e il piu grave.

Dobbiamo crescere nell'amore, mentre viviamo la nostra vita in un contesto di fede. La fedelta al cristianesimo si verifica sulla testimonian-za della carita.

Culmine della nostra elevazione, dunque, espressione della nostra fede deve essere la carita, aoe Pamore che mi lega a Dio con l'appar-tenenza di tutta la mia persona, e si manifesta nelle opere della carita verso eli altri uomini, miei fratelli. In tutti gli stati di vita. Ama il Si-gnore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze. Gesu aggiunge : Amatevi come vi ho amato io. E in quel come e indicate lo stile di vita del cristiano in una forma non raggiungi-bile, ma comandata, tale cioe che finalizza atteggiamenti e comporta-menti in una progressione che a quella misura tende, unificando tutte le operazioni di vita.

Al termine della esistenza Cristo ci giudichera sull'amore.

D. Romeo Panzone, dD.

Per secoli e secoli 1'uomo, accostandosi a Dio, credette che questi fosse sollecito unicamente delle disposizioni che riguardavano Lui. L'uo mo guardava a Dio e penso che Dio guardava egoisticamente a se. Ando per secoli al tempio di Dio l'uomo sprovvisto di carita verso i fratelli. come se questa fosse merce senza nessun valore, senza nessuna impor-tanza religiosa. Si preoccupo solo di avere le mani piene per Dio, non il cuore caldo per il fratello. Aveva dimenticato gia, o non aveva im-parato la Paternita divina.

Quando amiamo davvero, profondamente una persona, noi voglia-mo proprio per con to nostro cio che vuole lei: i suoi gusti sono i gusti nostri: fare cio che essa desidera diventa il sogno nostro e la nostra felicita. Mai questa trasformazione e cosi giusta come quando si tratta di Dio. Volere cio ch'Egli vuole e volere cio che noi dobbiamo volere, e volere cio che e bene per tutti, bene in se stesso e quindi bene anche per noi

P. Giovanni Semeria

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LA MADONNA DELL'AMORE

La Madonna e madre dell'Amore. Ne e simbolo il cuore, che palpito come il nostro, reagi come il nostro. Ma era immacolato. Immacolato e retto, ordinato, senza tergiver-sioni e senza condizionamenti, verso Dio, disposto e Hbero per un piu grande amore.

Tutta la sfera affettiva della Madonna, le relazioni, i sen-timenti, le emozioni, le attrattive, il cuore insomnia, era dl-retto a Dio: I'umanita e le realta create erano amate il Lui e per Lui.

Beata ! Cbe ne e del nostro cuore, non certo immacolato per di-

vino privilegio, non santo come il suo ? II senso del nostro amore, spirituale e sensibile, e pro-

I;osto da Lei. La Persona a cui sovra ogni altra riferirci, alia cui intimita elevarci, la Persona da conquistare, da posse-dere, da godere, Dio, e da Lei additato.

Ci insegni ad amare la Madonna, a fortemente amare, a totalitariamente amare, ad esclusivamente amare, ad elevar­ci nell'amore di Dio mentre ci rapportiamo con le creature, a servirci ordinatamente delle spinte dell'amore terreno per crescere nell'amore celeste, irrobustendo la relazione (igliale nostra con Dio, Ella, madre del bell'amore dal cuore imma­colato.

Frate Masseo

Madonna dei discepo/i

Madonna degli orfani

prega per noi

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UNA PREDICA DI A. MANZONI

In questo anno centenario della na-scita di A. Manzoni ne vado leggendo di '-Otte e di crude. Tu ascolta me: apri que1

poema, che si intito-la / Promessi Sposi ed entra in quel mon-do, con i tuoi piedi e con la tua testa. Vi ascolterai l'orchestra-zione della vita in sinfonia altissima. La vita, capisci ? Non !e chiacchiere sulla vi-ta. La vita, inve-ce, contemplata in terpretata creata, in chiave di umanita e di crist'anesimo, da un genio che cede soltanto all'Alighieri nella storia della no stra letteratura.

Non vorrai che io qui allunghi il discor­so sul Manzoni. Pe-ro lascia almeno che al Manzoni ti inviti.

Rileggere / Promessi Sposi, a questi chiari di lima di nostra letteratura, e consolazione. Mi fa l'impressione di entrare in aria pulita e di abbandonare i miasmi della citta, di allon-tanarmi da ambienti artefatti e di ritrovarmi nella natura semplice sana forte, sotto quel cielo ampio di Lombardia, cost bello quand'e bello.

Divaghiamo dunque non inutilmente per entro una pre-dica manzoniana.

Tu hai fatto bene a tirarmi le orecchie. Predichi bene, mi hai detto, ma pratichi bene ? Pensavi di darmi una maz-zata con quel punto interrogativo. E invece no: sei fasullo.

Ti spiego. Abbiamo una legge tu e io e tutti. Siamo te nuti a vivere conforme ad essa. Per me, per te, per tutti e obbligo. Quando ricordiamo i termini di que'la legge e la necessita dell'adeguamento ideale, ricordiamo l'impegno di tutti a praticare. E' un tratto elementare di onesta.

Pero tu sei sciocco se ti aspetti di trovare in me che pre-dico, o in altri che predica, l'incarnazione perfetta dei com-portamenti che propongo; e io sono sciocco, se lo pretendo da te. Se trattiamo di idee, beh, potro forse riuscire pre-ciso e chiaro; ma se il discorso implica la vita e indica la perfezione umana e cristiana, 1'esposizione della dottrina potra forse risultare adegtiata, la condotta di vita, invece, difettosa. Parafrasando una canzonetta ti diro che sono un uomo, non sono un santo; e cosi tu. Incorregibilmente cosl siamo. Indichiamo le cose da fare. Le parole filano. Ce ne convinciamo. Se poi vai a ritrovare il filo nelle azioni, ov-vero la coerenza di esse con le parole, allora trovi il nodo e storci il muso.

E con cio ? Dobbiamo stare zitti ?

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T u 11 i dobbiamo conoscere e saper in-dicare la linea del retto agire e tutti dobbiamo essere irn-pegnati a seguirb.. Ma tu non ti fare illusion!. Non ci arri veremo. La inefficien-za, l'incostanza, In debolezza ci condi -zionano ad essere fal-libili e peccatori, cioe a esprimerci ne piu ne meno che come uomini, ad accettate la nostra condizione O pretendi d'essere angelo ?

D'altra parte e una presunzione la tua, e una presunzione I:

mia voler riscontrar-ci perfetti e cancel! a re i nostri limiti e la natura di che siamo impastati. Un uomo non puo pretendere che gli sia specchio Paltro uomo. perche ogni persona e diver-sa e si realizza cam-minando per la pro­pria strada, avan-zando, fermandosi e, a volte, disgraziata-mente, pure ritornan-do indietro. Ognuno, pur seriamente impe

gnato, ha la sua strada, il suo passo, il suo rendimento. Risposta efficace e continua alle indicazioni della perfezione sarebbe mirabile; ma non si riscontra.

Te ne vuoi scandalizzare ? Forse la pretesa di riscontrare perfetti gli altri e una scu-

sa, un pretesto per non fare. Sai cosa conta e cosa dobbiamo esigere dagli altri, da tut­

ti, sul filo della oncstfl ? L.3 buona volonta di procedere verso il bene, la concreta scelta dei mezzi per progredire, 1'impegno teso a migliorarsi. Dobbiamo constatare sul se-rio, per restare alia canzonetta, la determinazione espressa nelle note della vita: La sulla montagna noi si va, si va L'impegno, non il risultato. E' la volonta fortemente e con-cretamente orientata al bene che ci nobilita.

Un codicillo qui debbo aggiungere. NelPimpresa ardua di elevazione e di conquista ci conforta la certezza che non manchera, a chi ce la mette tutta, l'aiuto divino: La sulla montagna noi si arrivera. E sara comune vittoria e comune compimento.

E la predica di A. Manzoni ? A D. Abbondio che controbatteva, dimenandosi per la

pertinenza del rimprovero e della esortazione, quel santo del cardinal Federigo replicava: « Purtroppo ! tale e la mi-seria e terribile nostra condizione. Dobbiamo esigere rigo-rosamente dagli altri quel che Dio sa se noi saremmo pron-ti a dare: dobbiamo giudicare, correggere, riprendere; e Dio sa quel che faremmo noi nel caso stesso, que! che ab-biamo fatto in casi simiglianti ! Ma guai s'io dovessi pren-dere la mia debolezza per misura del dovere altrui, per norma del mio insegnamento ! Eppure e certo che, insieme con la dottrina, io devo dare agli altri l'esempio, non ren-dermi simile al dottore della legge, che carica gli altri di pesi che non possono portare, e che lui non toccherebbe con un dito ». (I Promessi Sposi, cap. XXVI).

Dunque: predica si e pratica pure, badando ognuno al proprio impegno personale, piu che a misurare l'impegno altrui.

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[. . .] Ci scntiamo obbligati a rispondere a noi stessi a domande come questa : io, sono io uno che crede veramente alia religione ? la professo, la pratico, e come ? avverto io il rapporto tra I'adesione al mio « credo » religioso e I'indirizzo ideale e pratico della mia vita ? avverto cioe il collegamento fra vita religiosa e vita mo­rale ? (Paolo VI)

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CONTRO LA PERMISSIVITA'

Ecco una follia da guarire: la permissivita ! ! Senz'altro. II glorioso nostro Pontefice Paolo VI e tutti i suoi seguaci ragionevoli, riflessivi, veri riformatori di un cristianesimo puro, vero, quello dell'Evangelo. hanno sconguirato, e continuano ancora a scongiurare il grave errorc, piaga logorante, peste maledetta: le permissivita. E una peste il largheg-giare, peste che getta, i giovani specialmente, nella secolarizzazione, de-leteria a schifo.

Questo permissivismo danna i giovani, e specialmente i chiamati al Sacerdozio, all'apostolato; li danna al fuoco del libertinaggio, che con­cede tutto; non piu educando, ma sfrenando. E come gettar carbone sul fuoco per veder se arde. Stoltezza. Infamia.

Resta sempre la parola, eternamente divina: chi mi vuol seguire rinunzi a tutto, prenda la croce e mi segua. Questa e la voce sicttra che chiama. Non sono i religiosi, preti e suore, che chiamano: e Gesu che chiama. E la chiamata non e indirizzata ne alio stomaco ne alia secola rita sfrenata. Tutt'altro. Per noi il verbo vocare e passivo o e falso, Iddio chiama.

Vogliamo educare ? Vogliamo vocazioni sicure nell'uno e nell'al-tro sesso ? Non ascoltiamo gli smarriti. Ascoltiamo Cristo che chiama. Ed e Lui che chiama, perche ci educhiamo alia sua scuola prima, come i primi discepoli, per poi inserirci, a nostra volta, nella scuola che forma le nuove leve che sono gli aspiranti. Con carita e fermezza. P. Minozzi dice: Carita, si, sempre. Ma decisa severita quando e necessario.

Gettiamo a mare la stolta credenza che nell'apostolato ci si vuol condannare alia fame, a vivere una vita di angoscia e di miseria, di con-tinua sofferenza e rinunzia. Questa credenza e stolta ed e rovina. Ricor-diamo: il Signore ha fatto il primo miracolo in un pranzo di sposi. I!

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Signore ha comandato ai Discepoli suoi che il seguito di parecchi giorni non puo continuare nella fame, nella stanchezza prolungata, nella marcia continua: e fa il miracolo strepitoso del pane e dei pesci per una turba di migliaia di fedeli seduta sull'erba.

La chiamata divina non e una condanna alia miseria e alia prigione. La vocazione e prospettiva di gioia, quella vera, che deriva anche dalle tribolazioni. La risposta e libera ! Liberissima.

E' una chiamata, senza costrizione, a predicare quello che Cristo ha insegnato ai Discepoli, senza affamare e senza carcerare. Iddio rispetta la liberta. Egli dice: se vuoi. Vuole, direi, la collaborazione e, nella gioia, il lavoro generoso. Non si lavora se non ci si sostiene. Non si lavora con lena se siamo dei cascanti, fiacconi, abulici, solo desti al pane, alio spas-so, alio sfizio. II Regno lo si attinge se siamo robusti e valorosi: il regno di Dio si conquista dai forti e non dai deboli. I forti che non impinguano da scostumati, gavazzando e concedendosi tutto; i forti che non si con-fondano nel mondo e col mondo pagano, edonista. Vuole il lavoro, il sa-crificio, il servizio lieto, ooeroso per il bene proprio e l'altrui bene.

I responsabili della formazione siano chiari, caritatevolmente forti e decisi su questo argomento, per la educazione civile o religiosa che sia.

E si tenga lontano da ogni educazione la concessione senza regola, che crea la indisciplina e lo smarrimento morale, spirituale, civile. Non si puo dire sempre di si, non si deve dire di si alle richieste dell'educando.

Guardiamo la societa. Guardiamola. Rispettiamo e regoliamo il no­stra operato con sapienza. S. Agostino ci e maestro: parla del padre che voleva la gloria del figlio, senza educarlo, senza frenarlo, solo contento che si facesse onore nel mondo pagano ed edonista; e parla della mam­ma, S. Monica, le cui lacrime commuovono Iddio e salvano il figlio.

Quanti genitori sono responsabili dello smarrimento dei figli. Ouan-ti educatori sono responsabili della irrequietezza dei giovani, loro affidati perche siano veramente e saggiamente preparati per il domani che li at-tende. Essi erediteranno l'impegno di famiglia, Pimpegno nella societa da salvare dalla barbarie che oggi accieca e avvelena. II permissivismo ci ammazza, dai momento che abbiamo perduto Porientamento. Tutto si puo fare. E permesso quel che si vuole. Quello che piace, senza voler piu distinguere tra il bene e il male. Fino a negare, pur in tanta dilagante peste, che non c'e il male, non c'e il peccato. Un confratello mi ha detto giusto: c'e il male e c'e il malfattore; c'e il peccato e c'e il peccatore. Ce lo ricorda S. Agostino, che soffriva quello che noi soffriamo: la nega-zione stolta dei tempi suoi, che negava come oggi si nega.

Torniamo alia verita eterna. Ciascuno si guardi bene dai mettersi in contrasto col buon Dio, che splende sempre nell'orientamento del creato, delle creature.

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Per il peccato e la cattiveria, Dio si e fatto uomo. E col sacrificio divino di Cristo-Dio e con la sua Risurrezione ha restituito I'equilibrio tra il Creatore e la creatura, dando invito alia creatura per ricordare e vivere la sua divina figliolanza.

Questo il salutare ritorno a Dio Padre, nelPordine, nella disciplina. nelPamore santo, S. Agostino, trovato Dio e vivendone i comandamenti, dopo il lungo peccato e la tormentata ricerca della pace e del datore di pace che e Dio, si trasforma radicalmente. Trasformato dalla luce divina, cercata e acquistata, puo esclamare: inquieto e stato il mio cuore, o Dio, fino a quando non ha trovato in Te la luce, la pace.

Ritroviamo anche noi il Buon Dio, accantonato dalla comune pazzia: ritorneremo anche noi aH'amore santo, alia pace santificatrice.

£ il mio augurio a quanti leggeranno. A quanti avranno la pazienza di leggere.

D. Tito Vasquali, d. D. H H I ^ H H n W W a ^ H ^ K ^ m n ^ H i ^ a i ^ B B n a E H n B ^ M M a i ^ ^ M B ^ ^ l ^ H i H I ^ ^ ^ ^ B B ^ i ^ ^ ^ ^ i M H H ^ ^ ^ ^ H

FIORI D'ARANCIO

Fiori resistenti, certo, e mantenuti profumati e freschi dal reciproco amore in cinquant'anni di matrimonio.

La ricorrenza e stata celebrata a Francavilla al Mare ne! la Casa di riposo « Madonna della Pace », in posizione emi nente, davanti all'adrio mare, con la Maiella alle spalle e svettante Monte Amaro « l'arciprete dei monti in bianca stola ».

Gli sposi da cinquant'anni sono NICOLA GIANCOLA c MARIA PIA PASQUALI, sorella di D Tito.

D. Tito percio ha celebrato per i coniugi la S. Messa. Con lui ha concelebrato D. Mario, segretario generate, pre sente il Padre Superiore D. Romeo. Facevano corona D. Giacomo, D. Antonio Scelli, le Suore, gli ospisti della bella casa. Un gruppo di bambine ha eseguito bei canti liturgici. Dolce canto nell'accogliente chiesa. Gioia, gioia per tut!i. nel raccoglimento e nella preghiera. Festa dell'anima, pro-tratta a tavola, imbandita a festa, partecipata affettuosa-mente.

Le preghiere e gli auguri si sono intrecciati. Tutti con cordemente hanno espresso voti per il sessantennio. L'an gurio solo Iddio potra realizzare, certo. L'ultima parola e sempre al buon Dio che da la vita e, quando vuole, la ri prende; ma non proibisce certo di desiderare che sia allun-gata, perche la vita e un bene.

Evviva. Arrivederci dunque al sessantennio, ancora sotto il regno del Discepolo D. Giacomo, il principe di Franca­villa al Mare, che ha regale residenza nella Casa presso lo storico conventino di Michetti.

Evviva.

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SENTIMENT© CRISTIANO

Dl A. MANZONI

L'opera manzoniana fu essenzialmente informata al suo sentito en-tusiasmo di credente, anche quando rivolse le sue rampogne contro il mondo ecclesiastico. Le esasperate intemperanze, di sapore dantesco, so-no anch'esse un segno di interesse morale. Cosi i « Sermoni » condanna-no vizi e corruzione della societa dei suoi verdi anni. Negli sciolti « In morte di Carlo Imbonati » e anche piu che evidente il sapore della mo­rale cristiana. Poi vennero quegli Inni sacri, che in realta avrebbero do-vuto essere 12, i quali non fanno che esaltare la celebrazione delle prin­cipal! festivita della Chiesa. II poeta e rapito dalla sublimita dei concetti religiosi, che, sopra tutto nei primi tre inni, riguardano le gioie e le pro-messe della Fede cattolica, Maestra di morale al mondo convertito. La Chiesa e consolatrice di dolori, e liberatrice dei mali che affliggono l'in-tera umanita, che puo e deve sperare il piu conveniente conforto, poiche Cristo, Divino Trionfatore, fa superare tutte le amarezze della vita con la luce radiante delle Sue verita. II Fondatore della Chiesa apre a tutti gli uomini di buon volere le vie della luce, le vie dell'amore, che sole conducono a Dio. Col Redentore si sono adempiute le promesse dei giu-sti ed e stata creata la Chiesa, eterna conservatrice del Sangue incorrutti-bile di Cristo Gesu. II cristiano Manzoni glorifica il buon volere dei giu-sti, la rettitudine morale dei fedeli, protetti da forza e luce indefettibile, per opera d'amore dello Spirito Paraclito. Gli Angeli, rappresentati in viva ipotiposi, sono gli eterni messaggeri celesti, che hanno portato alle buone creature in terra la pace della Provvidenza. E la terra, tanto spesso intristita dalla umana ferocia, pur dovendo sperimentare le conseguenze funeste del primo peccato, riceve benedizioni e grazie fino alia consuma-zione dei secoli. II secolo atroce, su cui sempre incombe la maledizionc divina per la crocefissione di Gesu, e pero anche un pegno dell'eterno gaudio dei Cieli, per tutte le anime sorrette dalla grazia, gementi nella nostalgia della patria immortale. E gli errori nel mondo ancora si molti-plicano e si intensificano, ma Iddio e Colui che ha voluto consolare le afflizioni e sollevare gli affanni. Il Leopardi non seppe elevarsi a questo concetto della benefica e benevola Provvidenza manzoniana, che supera lo stesso sentimento della giustizia, rendendo l'uomo felice se, in qu?-

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lunque evenienza, sa restare fedele alia grazia di Dio. Con l'amore dello Spirito, che rasserena trasformando con la luce che tutti illumina coloro che vogliono essere figli di Dio, tutti eguali e beati davanti a Lui, la Ma-dre dei santi, immagine della citta superna, assicura pace intima ed eter-na salvezza al mondo intero. Per tutto questo nuovo mondo morale, che per l'olocausto di Cristo lo Spirito di Dio ha creato, Manzoni ha saputo sciogliere, sopra tutto nella Pentecoste, l'espressione del suo cuore cri-stiano, invocando ardentemente la diffusione dovunque delle piu belle speranze per l'uomo figlio della colpa, l'attuazione per lui delle evange-liche beatitudini, fautrici di conforto e di giustizia neU'amore, che, per il Cristo, trionfa a favore dell'umanita errante e dubbiosa nell'orgoglio, il quale accresce il disagio del terrestre cammino. Soltanto la luce dello Spirito puo consolare il languore della infelicita, puo disperdere la bu-fera della violenza, suscitando la pieta, rianimando i poveri, rendendo generosi i ricchi, temprando il vigore morale dei giusti, destando desideri santi nei cari vegliardi, brillando come promessa verace nello sguardo dell uomo che muore.

Con questo senso religioso il Manzoni scrisse anche le sue « Os-servazioni sulla morale cattolica », ove, demolendo anche le teorie utili-taristiche del Bentham, contrappose la dottrina della Chiesa contro lo storico Sismondo de Sismondi, che aveva sostenuto che la morale della Chiesa cattolica e stata « per PItalia causa di corruttela e di superstizio-ne ». II Manzoni sa provare da par suo che la morale cattolica e « la sola morale santa e ragionata in ogni parte, che ogni corruttela viene dal trasgredirla, dal non conoscerla, o dall'interpretarla alia rovescia ». E It-diverse morali dei filosofi sono sempre « mancanti... di un fondamento irremovibile », quale e quello invece per la morale cattolica, cioe il Van-gelo.

Tutto questo in Manzoni e atto di fede e dimostrazione insieme di carattere filosofico. I capitoli sulla « maldicenza ». sulla « modestia », sull« umilta », sull'« orgoglio », sul « rimorso », sulla « confessione » sulla « penitenza », sull'« ufficio del Sacerdote » dicono la sua fedelta a quel senso morale, con cui cristianamente volse lo sguardo sul mondo Percio il Momigliano afferma che « qui abbiamo gia, piu che in germe, quel Manzoni moralista dei Promessi Sposi, che non annoia mai, perche la sua morale e radicata in una psicologia concreta e ravvivata da una umanita commossa. Le due tragedie sono una ulteriore conferma solenne di questo atteggiamento mai smentiti nelPillustre Lombardo.

Chi poi legga anche un solo capitolo del suo capolavoro, non pu6 non rimanere abbagliato dalla fede diamantina ed integra di Alessandro Manzoni.

Francesco d'Angelo d.D.

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Chiesa di Crisfo luce alle genti

a cura di D. FRANCO PANETTA, d. D.

ANNO SANTO 1975 — « Dopo aver pregato e pensato, noi abbiamo deliberato di celebrare nel prossimo 1975 l'ANNO SANTO, secondo la scadenza venticinquennale fissata dnl nostra precedessore Paolo II, con la Bolla pontificia " Ineffabilis Providen-tia " del 17 aprile 1470. L'Anno San­to, che si chiama, nel linguaggio cano-nico, GIUBILEO, consisteva nella tra-dizione biblica dell'Antico Testamento in un anno di vita pubblica specialc. con l'astensione dal lavoro normale, col rioristino della distribuzione originaria della proorieta terriera e con la remis-sione dei debiti in corso e la libern-zione degli schiavi ebrei (Lev. 25.8 ss.) Nella storia della Chiesa. come si sa. i' Giubileo fu istituito da Bonifacio VIII ma con scopi nuramente spiritual!, nel 1300; e consisteva in un pellegrinag-gio oenitenziale alle tombe degli Apo-stoli Pietro e Paolo: vi partecipo an-che Dante rhe ne descrive la moltitu-dine circolante in Roma (Inf. 18. 28-33); Doi, al Giubileo del 1500 si aa-«iunse 1'aoertura delle Porte Same del-le Basiliche da visitare, non solo per facilitarvi l'afflusso dei penitenti, ma

anche per simboleggiare il piu facile accesso alia misericordia divina con l'acquisto della indulgenza giubilare.

£ necessario mettere in evidenza la concezione essenziale dell'Anno Santo, ch'e il rinnovamento interiore dell'uo­mo: dell'uomo che pensa, e pensando ha smarrito la certezza della Verita; dell'uomo che lavora, e lavorando ha avvertito d'essersi tanto estroflesso da non possedere piu abbastanza il pro-prio personale colloquio; dell'uomo che gode e si diverte e tanto fruisce dei mezzi eccitanti una sua gaudente espe-rienza da sentirsene presto annoiato e deluso. Bisogna rifare 1'uomo dal di dentro.

Ora, a questo rinnovamento perso­nale, interiore, e quindi, sotto certi aspetti. anche esteriori, tende precisa-mente l'Anno Santo, questa terapia, facile e straordinaria insieme, che do-vrebbe portare il benessere spirituale ad ogni coscienza, di riflesso, in qual-che misura almeno, alia mentalita so-ciale. Ouesta l'idea fjenerale del pros­simo Anno Santo, polarizzata in un'al-tra idea centrale Darticolare, e rivolta alia pratica: la riconciliazione II ter-

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mine " riconciliazione " richiama il con­cetto opposto di rottura. Quale rottu-ra dovremmo aggiustare per raggiun-gere quella riconciliazione, ch'e condi-zione dell'auspicato rinnovamento giu-bilare ? Quale rottura ? Ma non basta forse porre questa parola programma-tica di riconciliazione per accorgerci che la nostra vita e turbata da troppe rotture, da troppe disarmonie, da trop-pi disordini per potere godere della vita personale e collettiva secondo la loro ideale finalita ? » (Paolo VI - 9 maggio 1973)

IL SOFHO DELLO SPIRITO SAN­TO — Noi tutti dobbiamo metterci in sopravvento al soffio misterioso. ma ora, in certo modo, idenrificabile dello Spirito Santo. Non e senza significato il fatto che proorio nel giorno felice di Pentecoste 1'Anno Santo anre le sue vele nelle singole Chiese locali, affin-cbe una nuova navigazione, vogliamo dire un nuovo movimento, veramente " pneumatico " rioe carismatico, spin-ga in un'unica direzione e in Concorde cmulazionc l'nman'ta rredenfe verso V nuove mete della storia cristiana verso il suo oorto escatolopico. Ren saooia-mo che la stagione psi<~ologica e «ocio-loqica del nostro mondo non e la mi-gliore ner l'audace avventura. Temoe-ste. scoali e ^nnosizioni formirla^'li si onpongono a' nostro sereno e sicuro veleggiare. Noi senH^mo fis<~hiar<= «' nostri orecchi le raffiche di invad^"'! z violenti venti contrari. Non ne fac-

ciamo adesso la descrizione anche per-che e ormai comune l'esperienza del l'irreligiosita, che si e impadronita, in non poche nazioni, in non poche scuo-le di pensiero, in non pochi fenomeni sociali dell'uomo moderno. Dro non c di moda. La nostra visione ciella real-ta resta abbagliata dallo splendore e dall'interesse della scienza; la cui :p plicazione pragmatica da, si, risultati stupefacenti, ma soverchia la vita di ricchezze incalcolabili e disputatissime. tanto da spingere e da dividere gli uo-mini in una lotta continua ed in una equivoca smania di liberazione; non c'e piu la tranquillita dello spirito per mettere la nostra esnerienza a confron-to di principi stabili e superiori, " sub specie aeternitatis ", ma tutto e ridot-to allc dimensioni del tempo, cioe del la relativita contingente e mobile della storia, che come il Saturno mitico, ge­nera e divora i suoi figli. In questa situazione la concezione cosmica della terra c dell'uomo come un " regno di Dio " in fieri (adveniat regnum tuum) inrontra cento difficolta, che l'uomo religioso snerimenta non come stimoli alia sua ascensione, perche tali sono, ma com-; ostacoli supposti insuw-i-abili.

Del dono dei sette raasi dello Spi-riro Santo noi abbiamo bisogno ner affrontare il grande esperimento del-l'anno Santo, se vosdiamo ch'esso dav-vero sia rhtnovamento e riconciliazio­ne. Ricordiamolo. » (Paolo VT - ?3 maggio 1973).

Aduna tu, o Padre, dat quattro venti la Chiesa tua, santificala nel tuo nome, dalle la perfezione del tuo amore.

E a noi danne, o Padre, la grazia di sentirci veramente fratelli...

P. Giovanni Minozzi

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Mimrr*r<w7rmmTTi

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Verso la fine del dicembre del 1969, di sera, accompagnato da un caro e servizievole amico, munito di una macchina marca " amici ", mi recai al­ia stazione, incontro al Padre Superio-re.

Nell'attesa si parlb del piu, del me-no e. . . di paura.

Scherzando, in apparenza; ma non mi vergogno di confessare che un pb di (diciamo) apprensione, almeno io, cc I'avcvo davvero.

Erano passati pochi giorni dalla sel-vaggia strage di Piazza Fontana; po-chissimi dagli attentati nella stazione stessa.

Da quel tragico dicembre le violen-ze si sono susseguite come i grani di un, tutt'altro che santo, rosario: una piu assurda dell'altra.

Da quel tragico dicembre, tanto per avere un punto di riferimento, ma v potrebbe risalire a tempi piu lontani, non si e pronuncia'*. nessuna condanna

Neppure quando il delinquente ? stato colto in fragrante.

I magistrati, spesso in disaccordo, e-stendono le inchieste in mezzo mondo per trovare ad ogni costo piste vario-pinte, e forse hanno ragione di fare cost.

Ma intanto qualche processo per 7:-rettissima — come si fa a chi ruba un polio — e quache esemplare condan* x potrebbero fermare qualche mano as-sassina.

2.

Mi si notra definire « .'/ sior Todaro hrontolon » di goldoniana memoria ma ci sono tante ragioni per brontolare.

Non ultima di queste ragioni e I'au-mento dei prezzi, incontrollato da chi avrebbe il dovere di vigilare su ques/r, fenomeno, a difesa dei consumatori.

Mi ha dato lo spunto di questa en-nesima querimonia un fatto accaduto-mi pochi giorni orsono.

Ho mandato a comperare una lampa-dina, della stessa qualita e dell a s testa potenza di quella che avevo acquistato non piu di un mese addietro.

Sull'incarto era stampato un prezzo: 400 lire. E tanto Vavevo pagata la pri ma volta.

Sull'incarto della seconda il 4 era stato corretto in 6.

II che vuol dire che il prezzo di una lr<npadina e aumentato, in un mese, del 50 per cento.

Su questo fatto non si possono fare che amare considerazioni. Tanto piu amare in quanto da tutte le parti ti ca-dono sulla testa sermoncini rassicurai-li — e falsi.

y

La liberta di stampa e un bene che va difeso. Su questo niente da eccepire Son proprio di questi giorni le agita-7/0/22 di coloro che la vedono sempre minacciata, dando spesso corpo a dslle ombre.

Ma questa liberta bisgona sapcrlo. usare.

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La gastronomica campionessa di Ri-schiatutto esce dull a sua gabbia di pl.r stica con alcuni foglietti in mono, e questo basta perche qualche giornale scriva di brogli, di risposte scritte, di oioco fasullo.

« Poi si riseppc » ...che si tratt.iva di fotografic che alcuni galanti fotogra-t: le avevano fatto trovare al suo pos'o in segno di ammirazione.

Cosi, quwido manca tin ones to sen so giornalistico, in nome di una male in-tesa liberta di stampa, anche la perso na piu rctta, pud passare per tin em°-rito imbroglione.

4.

E' festa. Esco tin po' nel giardinetto dietro casa, per un momento di disten-sione e per trattenermi con i miei ami ci fantasmi che occupano le sedie vuo-te. Anche il gatto e andato per i fat'i suoi, chissa dove.

II cielo e insolitamente azzurro. Ouesta e una cosa cosi rara, a Mila-

no, che mi soffermo, col naso all'in su per ammzrarlo. Un candido straccetto di nuvola sembra impigliato ncll'anten-na della televisione, sui cui rebbi vie ne a posarsi un merlo, visibilmente sa-zio, fra una scombanda e I'altra Ira i rami di un vicino e generoso ciliegio

Piu in alto le rondini intrecciano i loro labili, e non del tut to disin teres sati ricami. Piu in alto ancorn. la scia bianchissima di un reattore taglia a me-ta il cielo, prima di dissolversi nell'aria.

Tutto parla di pace e di serenita; ma al di sopra dei cornicioni.

Perche e cosi difficile trovare la stes sa pace e la stessa serenita anche sotto vli stessi cornicioni ?

PAT

II nostro progetto di vita pog-via sulla terra, ma deve elevarsi ,-'crso il cielo con tutte le linee\ di comportamento.

Firenze - Cupola e abside del Brunellcschi.

IS

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Maggio: estate, che e arrivata imprevista ed improvvi-sa, senza essere stata introdotta dalla primavera. Sara pro-prio vero che tutta la vita si semplifica differenziandosi nei " due estremismi ". Anche il tempo si aggiorna !

Ma e stata una grossa preoccupazione per Fr. Pancra zio, tutto preso dalla questione acqua-orto. D. Manfredi ha ovviato prontamente: a tempo di record ha messo un im-pianto di irrigazione perfetto. Noi siamo stati lieti di dare una mano: si stava piu freschi a montare i tubi sotto il sole che a studio, ove i libri sono sotto una continua pioggia di sudore. Ma e Tultima frazione ed occorre mettercela tutta da parte nostra per meritare tutto Paiuto, che ci e necessa-rio, da parte del Signore.

Se la fatica si fa aspra e l'impegno piu stringente, non ci manca " la mano arnica " che ci sostiene. E' la presenza della Madonna, che ritorna piu sensibile in questo mese a parlarci di amore e di generosita, quando il richiamo deU'e-goismo pigro e rinunciatario si fa maggiormente sentire.

Abbiamo iniziato il mese, lo diciamo quasi con vergo-gna, accodandoci alia teoria dei piu: sciopero scolastico in onore del lavoro !

II 4, sosta del Padre Generate di due giorni tutto per noi e per la nostra Casa. Riarma la carica di coraggio e di impegno.

II 9, grossa sorpresa pasquale: Mons. Ruina ci ha rin-novato il suo ringraziamento per il servizio liturgico al Duo-mo, che per noi e sempre un grato dovere, con un « ovo-ne » pasquale elevato al cubo. Ci ha informato dello stato di salute incerto di S. Eccellenza. Auguriamo di cuore pron-ta guarigione, avvalorando l'augurio con la preghiera. per-the ritorni con energie rinnovate alia cura della sua dopnia porzione del gregge del Signore.

Intanto, gran da fare per fare il punto sui programmi scolastici e per i documenti necessari aali esami, che ormai incalzano. Con la pazzia dell'ultimo sciopero (liberta di pensiero), non e facile far pervenire un espresso raccoman-dato in 15 giorni daU'estremo meridione italiano.

II 26, in festa facciamo corona al piccolo Andrea, figlio del Sig. Ceci, Direttore della Cassa di Risparmio, amico

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Perrone c gli ilunni della Media .Icll'Istituto « Principe .li Piemonte » di Potenza in gita i Orvieto. 'ESI

;' ' **J'" "" .amem

cordiale di antica data delPOpera. Abbiamo fatto del no stro meglio perche questo giorno sia e resti per lui quello piu bello della vita, come si e espresso P. Tito, che ha pre-sieduto la S. Messa, concelebrata con il Padre Generate e con il Superiore della Casa.

II 27, sosta serena nella Casa di P. Tito e del Padre Ge nerale. Cercheremo di vivere con piu responsabilita il " bra­vo " che P. Tito generosamente ci ha clato, muovendo i no-stri passi sempre piu fedeli alio " scrigno e alia luce del Van-gelo ", disponendoci piu docilmente a plasmare il ferro ro-vente della nostra Vocazione sotto i colpi, puri se si vuole, ma necessari, responsabili dell'obbedienza sull'incudine della vita religiosa, sempre per libera scelta accolta e compresa per dono di Dio.

A sera, chiudiamo con anticipo il mese della Madonna, nregandola che continui Ella sempre a parlare in noi con la « sua materna bonta ». che del cuore le piu segrete vie. Conosce in anticipo, perche la bonta del Signore e la gene-rosita dei Confratelli ci hanno riservato una sorpresa di fine d'anno maiuscola: una gita che ricorderemo per un bel po' Ve ne daremo notizie particolari al mese prossimo. Per ora. rinnoviamo il nostro grazie particolare a Don Egisto. che ha messo sotto sopra Milano per noi, e ai Confratelli della Ca­sa di Monterosso.

Matirizio

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Questa volta, anche se non tutti lo hanno fatto, noi l'abbiamo fatto « il ponte », tra il 29 aprile e il 1. maggio. E lo abbiamo fatto per la tradizionale gita scolastica annua-!e. La meta era alio studio gia da tempo e due erano gli itinerari. Nord o Sud ? O meglio, Loreto-San Marino op-pure Cassino-Caserta ? Ha prevalso la prima per tantissime lagioni che sarebbe lungo elencare, ma e prevalso princi-palmente per la questione finanziaria e per la comodita del la nuovissima autostrada « Adriatica » da pochissimo inau gurata e che da Manoppello, a pochissimi chilometri da noi, ci porta, attraverso tutta la sua bellezza, fino alia meta.

Si parte alle quattro circa con una discreta giornata. At-traversiamo all'alba il primo meraviglioso tratto avendo pro-prio di fronte il grosso globo rossissimo del sole che sorge e che si alza, laggiu, lentamente, pingendo di incomparabile bellezza l'orizzonte e meravigliando i piu che tale fenomeno non avevano mai ammirato... Ci inoltriamo verso nord, ol-tre Pescara, passando sopra i lunghi viadotti altissimi, « im-bucandoci » di tratto in tratto nelle luminose gallerie dal-1'ingresso « a becco di flauto », mirando il mare laggiu con le cittadine rivierasche e le colline quassu con i paeselli an-nidiati tranquilli ! E' veramente un incanto !

Si giunge a Loreto di buon'ora e si assiste alia Santa Messa concelebrata dal Direttore, dal Padre Spirituale e dal Vice. La Santa Casa ci affascina ed abbiamo la fortuna di sostare in preghiera la dove la Madonna Santissima diven-ne la « Mamma di Gesu e Mamma nostra » !

Ripartiamo rifocillati e freschi, alia volta della piccola Repubblica di San Marino, arrampicandoci su per l'auto-strada per l'ultimo tratto che ci porta quasi alia sommita. Troviamo le strade strapiene di turisti e comitive anche scolaresche (cittadine aggiungo, perche dai visi pallidi si notava I'aria di moda « smog » delle citta, tanto che una signora notando il nostro « colore » rosso ci domando se venissimo dal mare... No, veniamo dalla campagna, fu la ri-sposta di uno dei nostri).

Guidati da un esperto « cicerone » visitiamo il palazzo del Governo, la Cattedrale, il rifugio del Santo e poi ci re-chiamo, per il pranzo, in un suggestivo locale all'aperto, attrezzato di tavoli, sedie, bar a nostra disposizione, dove, allearamente consumiamo tutto quel ben di Dio preparatoci dalle nostre Suore. Dopo, con calma, seguitiamo la visita fino su alle torri, soffermandoci al belvedere, facendo capo lino ai cento negozi di ricordini per i rituali acquisti.

II tempo passa e si avvicina la sera. La cena la faremo a Porto Recanati e quindi ripartendo prevediamo Parrivo a tale localita per le ore venti. Senonche giu in basso tro­viamo una densissima ed insidiosa nebbia che ci fa sbaglia-re itinerario e ci porta fin su a Recanati citta, dove non

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ce piu nebbia, ma nemmeno un posio dove fermarci. Quin-di: dietro-front e giu, di nuovo tra la nebbia. La cena la iacciamo in una bella villa ormai deserta, quasi in riva al mare, ma con un'ora di ritardo. Prendiamo la via del ri-torno, assopiti sul pulman, nella notte che avanza. La Casa ci attende per il riposo, nella tranquillita della natura nella nostra valle !

A meta mese, per la giornata mondiale delle Vocazioni, abbiamo avuto la visita sempre gradita del Padre Superiore Generale. Ci ha parlato dell'argomento alia Messa e dopo, in teatro, per una discussione piu cordiale e piu vicina. Un misterioso mondo si aggira nelle nostre menti in un lavorio continuo per fare un salto all'avvenire e scrutare quali siano i disegni di Dio nei nostri confronti. . ..

II 24, improvvisa e stata telefonata da Calatafimi la mor-te del padre del caro Vicerettore D. Vincenzo Catalfo, il quale e partito la sera stessa per l'ultimo incontro con le spoglie mortali, per i funerali. Quattro anni fa, a quattro mesi dalla sua Ordinazione sacerdotale, perdeva la mamma. 11 dolore del nostro Vice e il dolore nostra. La mattina do­po, mentre egli stava arrivando a casa, noi abbiamo celebra-to la Santa Messa di suffragio accostandoci spiritualmente ;: lui nella giornata di dolore.

Siamo al traguardo delPanno scolastico. Siamo in attesa di raccogliere il seminato. . . Vedremo la prossima volta i! significato del nostro lavoro . . .

I! cronista

Si tratta di ridare il loro giusto posto, di responsabilita e di seria

preparazione, ai giovani dell'attuale societa: e ugualmente ingiusto sia

esaltarli in blocco nello stupido giovanismo in voga, sia comprimerli e

isolarli, quasi come una « citewria » piu o meno pericolosa.

F. Minori

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TROTT0 SERRATO Strade in frana

Lunga la corsa, serrato il trotto; percio lunga la cronaca, serrato lo spazio.

10 maggio. Segno a segni contrappone Don Pietro Luigi Lovisone, partendo viaggiando arrivando, da incomparabile segretario. Bravo. Men-talita pulita e consistenza di fede.

Non consiste, invece, il terreno, e troviamo frane frane frane. Che farci ? Franosi sono anche gli uornini ad ogni spinta smottanti. Le loro strade o non arrivano o si dilungano.

Tuffo nella campagna. Odore di erba tagliata. Hare il paesaggio. La natura s'e rinverdita.

A PIETRACATELLA arriviamo ad ora inopportuna. Siamo accolti, nonostante, con gioia, quasi a chiudere una lunga attesa. Lavori. La po-polazione sente il richiamo di Maria. La bella devozione antica '

Letizia ci offrono le Suore di BONEFRO, sempre grate, sempre fidenti, sempre liete.

Sproniamo i cavalli neri. Ma piu nen sono i corvi che volteggiano sulla campagna. Strade dissestate. A cavallo siamo. Dove col cavallo pro-cedere non sappiamo. Arriviamo defatigati a CIVITACAMPOMARANO. Le Suore si apprestano ad andare in chiesa, per il mese di maggio. La Madonna attira i cuori. E vogliono toglierci il sentimento i razionalisti della religione. Gente cerebrale. Tolgono e non danno. Sterili. Demoli-scono e non rinnovano. Guastatori del patrimonio antico.

Lunga conversazione intratteniamo con le benevole Suore a MI-RABELLO SANNITICO, dove una persistente frana ha staccato a valle il muro di contenimento del nostro Asilo. Ma di certo non sara la frana a portar via le Suore, che speriamo vogliano restare.

Notturni arriviamo a CASSINO. Ci aspettano i confratelli, affet-

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tuosi sempre e ospitali. Trovo, come sempre, cordiali e attend gli alunni, che riempiono la chiesa di canto, nell'istituto che e ruota a cui il gio-vane Superiore da il movimento.

Dall'uno all'altro mare

Leghiamo di nuovo alia Diligenza gli scalpitanti cavalli. Attraversiamo faticosamente il Molise, entrando al fine in Abruzzo,

per insolita strada bianca zigzagando sopra il fiume Sinello. Manteniamo la tabella di marcia.

Passiamo per CARUNCHIO. Fermiamo i cavalli, bianchi di sudore e di polvere, annebbiati di stanchezza, a LENTELLA. Ci risuscita un beverapgio di vino cotto. Suore liete. II loro apostolato e tra una popo-lazione dove la passione politica non dorme mai. Vi incontri l'uomo con i sentimenti primordiali. Popolo fervido.

A POLLUTRI e riposo discorrere con la Superiora, fortemente pro vata nella salute, ma pronta, e mai arresa, e in perpetuo moto.

Proseguiamo per GUASTAMEROLI. L'aggancio con la gioventu non e facile, ci dice la Superiora, quando se ne vuole ottenere l'impegno Le giovani vengono se niente chiedi e acconsenti. Pero la vita cristiana e impegno, susseguente alia scelta di ben determinati valori.

Un passaggio facciamo a FRANCAVILLA e siamo a OFENA. II sentimento dei discepolini vibra nel canto e ti commuove. Quando pia. avverti il peso del giorno e l'oppressione del caldo, sei risospinto alia treschezza dell'alba. Incanto delle espressioni sane e sante. Bellezza e rantita. Maria, culmine di perfezione creata. Esorto piu volte i discepo­lini, perche rispondano all'invito che fa loro Gesu, rendendoli disponi-bili a un piu grande amore.

Passaggio serotino facciamo a SAN PIO DELLE CAMERE. Rien-triamo a ROMA.

Neve

Allentata la tensione, risalgo sulla Diligenza, insieme al Segretario Darticolare, onorato, premuroso e lieto di condividere con me i sussulti del viaggio.

Siamo a VALLEMAIO e poi a SAN GIORGIO a LIRE Le Suore sono impegnate a fondo nell'apostolato. Necessita molte e parole ancor piu. Gli amministratori comunali fanno la gran iatica di reclamare Pasilo cosi e cosi, scoprendo perfino che i corridoi sono bassi. Parole e consigli. Mai un soldo. Piacevole e disporre dei soldi degli altri.

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Allunghiamo il trotto fino a BROCCOSTELLA, sfrenando quindf il galoppo tra i monti, tra prati innevati e bordi alti di neve lungo la strada. Qui la primavera dorme ancora, sotto la neve.

Siamo ad AIELLI, dove non si risparmia Suor Giulia nel vario apo-stolato di carita. Passiamo a CELANO STAZIONE, proseguendo fino a CELANO CENTRO; poi, inerpicandoci sull'Altopiano delle Rocche, dove e fermo il nostro programma, visitiamo PIZZOLI, che va risve-gliandosi, e arriviamo a legare di notte gli stanchi cavalli ad AMATRICE, che e sosta ed e ristoro, per motivi ideali. Ce ne allontaniamo a raggio, i giorni seguenti, per visitare prima nell'istituto femminile le nostre conso-relle Ancelle del Signore, poi le nostre scuole materne di CENTOBUCHI, S. EGIDIO ALLA VIBRATA, CAPITIGNANO e, sulla via del ritorno, ANTRODOCO, S. RUFINA, S. PIETRO DI POGGIOBUSTONE. Una miriade di piccole cose da considerare e da fare. Contraiamo le ore. Rien-triamo a ROMA.

Sicilia isola incomparabile Cavalli elettrici di lunga lena aveva aggiogato D. Maro, sempre

attento per fraterna carita. Ma scattarono in anticipo. Ne inforcai altri

Le alunne dell'Istituto « Pietruccio Leone » a Mondello.

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piu domestici, penetrando con essi nell'avvolgimento dello scirocco, che li faceva ansimare.

A SAN MARTINO DELLE SCALE amministro la Prima Comu nione a trentotto picciotti, preparati dal Vicerettore e disposti alia ceri-monia dalle Suore. Una popolazione i parenti presenti, Mi godo i con-rratelli, cordiali fra loro e con me. Premiazione dei picciotti per me-riti sportivi. Mi dicono qui che gli improvvidi alunni di Amatrice tor neranno, fra venti anni, a infrangere le speranze di footballistica rivincitfi contro la gagliardia dei siculi picciotti. Sono le conseguenze della spor-tiva batosta. Vennero per riprendersi la coppa e trovarono le coppo'e. Pazienza.

Visito l'lstituto di CASTELLAMARE DEL GOLPO e l'Asilo « Puricelli » a PALERMO, ambedue retti con onore dalle Ancelle di S. Teresa del B. G., che ci prestano aiuto anche nel nostro istituto di San Martino delle Scale. Sono impazienti nell'attesa dei lavori di trasforma zione e di ampliamento. Don Rella mi regala la deviazione di un'ora verso Segesta, su strada antica per deformazione e suggestiva per monu-menti. Rivedo Sagana, in rovina ormai.

Intersechiamo la Sicilia, in giornata pienamente estiva. Acqua e fuoco sull'Etna. Scatenamento degli elementi e poderosi sussulti della natura. Paesaggio di lava. Un mare nero, rapppreso in onde di terra. Go-dimento di un sogno: Siracusa. Siamo a GELA. La casa ha il ritmo pieno. Ci ospitano le Suore con familiare tratto. L'indomani siamo a RIESI. II movimento dell'istituto sa di famiglia. La carita e regina. Ri-partiamo sotto le vampate del sole. Case anguste. Popolazione prorom-pente. Una stanza e salotto. cucina, camera da letto, bagno, bottega e... stalla. Dietro una tenda fiorita, dirimpetto al televisore e al frigori-fero, sta un mulo. Vero. Sullo strame. La bestia fatta partecipe della civilta dei consumi. Si adatta e ne gode. Ma rimane bestia. Penetriamo in uno spessore di fiamma, trasparente e rovente, immoto sopra la corsa dei cavalli lungo il fiume Imera.

II 25 maggio imbriglio cavalli alati. Quante cose da fare, anche in Sicilia. Piano su Roma.

R. P.

DI

QUESTA UtMLE ITALIA

FIA SALUTE

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DALLE CASE NOSTRE

CASSINO ISTITUTO FIGLI D'lTALIA

Con la solenne chiusura del mese che fervidamente ab-biamo dedicato con affetto sentito di figli alia Vergine Ma-dre, si e praticamente chiuso l'anno scolastico.

Ancora in attesa delle definitive decisioni degli insegnan-ti, ci prepariamo al periodo estivo da trascorrere in alta montagna. Grazie a Dio, e eccellente la salute di tutti, seb-bene ci sia stata una lontana minaccia di morbillo, diffuso gia fuori di casa.

II Campionato di foot-ball e teminato con classifica lu-singhiera, soprattutto per aver i nostri atleti ottenuto la Coppa Disciplina. Benissimo. II Direttore, soddisfatto, ten-de verto tappe ancora piu radiose per il prossimo anno.

Qualche nostro giovane e perfino richiesto e conteso da squadre di alto rango.

Si sono svolti anche i giochi della Gioventu. I nostri si sono qualificati con la squadra di calcio e, nel

l'atletica, Capoccia ha riportato il miglior tempo provincia-Ie negli 80 metri.

Da Orvieto e venuto compatto e ardimentoso il gruppo dei Discepolini con Don Salvatoie, per sostenere a Cassino vari esami, il cui esito in genere e di illimpidimento e di orientamento per la libera scelta della loro vita.

Per la Festa di SantAntonio in modo particolare abbia-mo presentato gli auguri al nostro Direttore, cui sono ar-rivati messaggi da tutte le Case. Le ispezioni conclusi­ve degli Enti protettori dei nostri ragazzi, pur meticolose e -ipnoline. ci hanno dato onore e soddisfazione soprattutto da parte dell'ENAOLI, che ci ha affidato piu di 50 ragazzi. clisnosto a raddoppiare anche il numero degli assistiti. Gl' esami dei nostri universitari, Franco, Michele e Tonino, sono andati ottimamente bene. Rallegramenti.

F. dA.

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LA SVEGLIA N O T I Z I A R I O DELLA A S S O C I A Z I O N E E X - A L U N N I

A cure di REMO 0 / Gl ANN ANTONIO

QUESTA

SOSPIRATA PACE

II 22 aprile abbiamo celebrato la Pasqua di Resurrezione, dopo che la domenica avanti ci avevamo scambiati il tradizionale ramoscello d'oli-vo, simbolo della pace. In questa occasione, il Papa non ha mancato di invocare e di raccomandare la pace fra tutti i popoli e fra tutti gli uo­mini della terra. Pace nella giustizia, pace vera, durevole, definitiva.

Gia altre volte abbiamo scritto come questa magica parola sia or-mai logora sulla bocca degli uomini e produca, volta a volta, un suono sinistro, vuoto e spesso falso e offensive

In verita, non e'e pace tra gli uomini, considerati sia collettivamen-te che individualmente.

II detto « homo homini lupus » non e mai stato smentito e tanto meno lo e oggi.

A voler restare nei modesti confini del nostro Paese, lo spettacolo che si offre alia nostra considerazione e meno che miserando e ci indur-rebbe a volgere altrove le nostre attenzioni se non si trattasse dello spet­tacolo di casa nostra.

Nel campo politico, non si puo dire che regni la pace fra i troppo numerosi partiti schierati neH'agone; non solo, ma neppure tra uomini di uno stesso partito corre buon sangue, al punto che ogni organismo si vede condannato a covare in seno numerose filiazioni capricciose, tur-bolenti e sempre in lotta tra loro. Non e'e problema che li trovi d'ac-cordo, al di fuori di uno: il materiale progresso del partito per la con-quista di una posizione egemonica e, di riflesso (ma non meno impov-tante) la preminenza del proprio gruppo.

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In campo commerciale, e quasi regola il detto «morts tua vita mea». La scuola e in subuglio, in ogni suo ordine, dall'universita alia me­

dia e, sotto certi aspetti, alle elementari. II lavoro pubblico e privato e scosso da fremiti di ribellione e di

insoddisfazioni. L'ordine pubblico non e osservato e la fiducia dei cit­tadini e fortemente scossa. Furti, violenze, rapine, sopraffazioni, sono fatti di ogni giorno, in costante e preoccupante aumento.

II traffico e giunto ad un grado tale di confusione, che deve con-siderarsi pericoloso e minaccia imminante alia incolumita e (chissa) alia stessa sopravvivenza degli uomini. L'era del progresso tecnologico sta opprimendo l'umanita, pur nella illusione d'un benessere a portata di ma no ma sempre inafferrabile.

Nel campo sociale, il disordine regna sovrano. Mentre divampa la lotta tra le innumerevoli Confederazioni, fede

razioni, associazioni, unioni, eccetera, tutte tese alia conquista di un sempre maggiore benessere per le masse lavoratrici, il costo della vita lievita paurosamente, la lira e in bilico sull'abisso dell'inflazione e il disagio della popolazione sta divenendo insopportabile. E abissi di in-comprensione e perfino di astio, si vanno scavando tra le varie categorie di cittadini, grazie a gruppi di incendiari che, a ragion veduta, soffiano sul fuoco.

In compenso, si continua a predicare la pace, a combattere e a ma-nifestare per la pace. Ma la pace non c'e.

Bene diceva P. Tito in una omelia di poche domeniche or sono: « Non ci potra essere pace, se manca l'amore ».

Quindi non basta gridare ai quattro venti il falso desiderio di pace, bisogna veramente volerla, conquistarla, viverla, la pace. Vivere in pace con Dio e col prossimo.

Eppure, esiste un modo tanto facile per ottenere questo sosoirato bene, un modo che, a rifletterci, e ovvio quanto 1'uovo di Colombo. Ouesto modo risiede non in un vasto programma socio-politico, dei quali abbonda il nostro Paese, ma in poche semplici parole dette agli uomini una ventina di secoli fa: « Ama il prossimo tuo come te stesso » e « Non fare a$jli altri ci6 che non vuoi sia fatto a te ».

Tutto qui, e la pace sarebbe assicurata, per sempre.

Remo Di Giannantonio

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L'ANGOLO DELL'ASSISTENTE

Un grande annuncio ha dato il Papa nel mese scorso a tutto il mondo: ha indetto per I'anno 1975 I'ANNO SANTO.

E' un avvenimento storico che si ricollega al lontano 1300, quan-do Papa Bonifacio VIII indiceva il primo Anno Santo, anno di per-clono c : pace.

Ancora vivo e nella maggior parte dei miei lettori l'ultimo An­no Santo del 1950, nel quale 1'Opera partecipo ufficialmente. Indimenticab'Ie e la gioia sfavil-lante di Padre Giovanni Minoz?'. la sontuosa accoglienza al Quiri-pale del Presidente Enaudi, il «>rido entusiasta dei piu di mille nostri alunni nella basilica di San pietro inneggiante al Papa. Tutto cio e inciso profondamente nei nostri animi.

L'Anno Santo indetto da Pao­lo VI ha lo scopo di sensibilizzare tutto il mondo e in particolare i cattolici al problema ecumenico, che e ricerca di unione tra i cri-stiani, di un profondo rinnova-mento interiore alia scoperta dei veri valori messi in risalto dal ConciHo Vaticano I I .

C'e ancora tanto da ricercare, da chiarire, da verificare in noi.

Invitandovi a oreparare voi, le vostre fmaip-lie al grande avveni­mento, vi ricordo le grandi figure dei Fondatori, in questo mese tan-to caro al lorn nome, e vi auguro ogni bene. D o n M a r i o

Dobbiamo mirare innanzi tutto

a un rinnovamento interiore, ad

una conversione dei sentiment!

personal!, ad una liberazione dei

mimetismi convenzionali, ad un

rifacimento delle nostre mentali-

ta, con la deplorazione, piu che

altro, delle nostre mancanze di

fronte a Dio, come cristiauo, co­

me membro della Chiesa. E' una

nuova jilosofia della vita, se cos)

si pud dire, che deve formarsi in

ogni membro del Corpo mistico

di Cristo; ognuno di noi e in:. ;

tato a rettijicare il suo modo di

pensarc, di sentire, di operare in

ordine al modello ideale del se-

guacc di Cristo, pur essendo cit-

tadino leale ed operoso della so-

cieta civile contemporanea. (Pao­

lo VI)

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DUE EX-ALUNNI ATTORNO A UN LIBRO

Luigi Marini ci segnala, e noi volentieri lo proponiamo agli Amici di LA SVEGLIA, un Iibro di racconti e poesie, da lui stesso turato, lutore Nicola Moscardelli, il cui con-tenuto e oggi piu che mai attuale e valido, alia luce dei problemi e degli avvenimenti, che interessano la nostra societa.

« LA MADONNA DEI GRATTACIELI » LAquila, marzo

L'editore Leandro Ugo Japadre ha dato alle stampe in questi giorni « LA MA­DONNA DEI GRATTACIELI », un libro di racconti e di poesie di Nicola Mo­scardelli curato dal prof. Lu'gi Marini.

II volume e stato presentato a Ofena {Aquila), paese di origine del compianto Moscardelli, dal prof. Antonio Silveri. Alia manifestazione era intervenuto il Mi-nistro Natali con le magghri autorita della Regione e della Provincia.

L'opera, destinata agli alunni della Scuola Media, raggruppa 12 racconti che trattano della angosciosa condizione degli emigranti, dei problemi della ecologia, dei controsensi della civilta dei consumi e, su un piano piu vicino ai valori asso-luti — come ha scritto il critico prof. Ugo M. Palanza — del mistero della morte, della santita della vita, dell'errore e dell'orrore della guerra in genere. In appen-dice figurano due delle piu belle liriche moscardelliane.

II volume, che e illustrate dal p'ttore Marcello Ercole, contiene lavori editi ed inediti e ripropone la lettura di Moscardelli a tutte le persone colte, oltre che agli studenti.

"La Madonna dei Grattacieli" riapre insomma "il capitolo Moscardelli", scrit-tore e poeta dei piu validi della letteratura della prima meta del Novecento.

« La Madonna deiGrattacieli » di Nicola Moscardelli, a cura di Luigi Marini Editore L.U. Japadre - LAquila - Prezzo L. 1.500.

NICOLA MOSCARDELLI

LA MADONNA DEI GRATTACIELI A C U R A 01 L U I G I M A R I N I

JAPADRE EDITORE

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FIORE D'ARAIMCIO Festa in casa dell'Ex Umberto Sabatini

Nell'epoca della permissivita e dei matrimoni che si dis-solvono nella generale indifferenza. ci torna confortevole, di tanto in tanto, la notizia di unioni che hanno oltrepassato il traguardo dei cinquanta.

Mezzo secolo di vita in comune rappresenta, oltre che un lungo cammino percorso in vicendevole conforto. il raggiun-gimento d'una perfetta comunione di corpi e di spiriti che fan-no veramente dei fortunati coniugi una persona sola, specie quando Dio ha camminato con loro per tutti quegli anni.

E il caso di Riccardo e Assunta SABATINI che hanno fe-steggiato in famiglia, nello scorso dicembre, le loro

NOZZE D'ORO

La SVEGLIA aggiunge le sue felicitazioni al coro dei pa-renti in festa ed io, per mio conto, ne approfitto per abbrac-ciare fraternamente il « compare » Umberto, ex di Potenza, e condividere la gioia sua e della sua famiglia, alia quale mi lega lunga e affettuosa amicizia.

R.D.G.

L A U R E A

L'amico prof. Vincenzo LARAIA ha ora un motivo di piu per essere soddisfatto: il figlio MARCO gli ha portato a ca­sa, su un piatto d'argento, una magnifica

LAUREA IN INGEGNERIA CHIMICA

brillantemente conseguita nell'Universita di Roma. Sono questi i doni che, rappresentando il positivo coro-

namento di lunga e severa fatica, noi genitori gradiamo som-mamente. Tanto piu, poi, quando essi ci vengono da giovani che, pur in mezzo alia rovinosa marea montante, che investe e porta danni gravissimi anche nell'ambiente universitario, han­no la forza di conservare le necessarie doti di perseveranza e di severita negli studi, che soltanto valgono a garantire se-rieta professionale ed a legittimare piu alte aspirazioni.

Al neo-laureato, le congratulazioni e gli auguri vivissimi de « La Sveglia » e al caro Ex Vincenzo una affettuosa stretta di mano, segno della nostra fraterna partecipazione.

R.D.G

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ISTITUTI DELL'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO D'lTALIA

Sede Centrale Roma, Via dei Pianellari, 7. Ufficio di Propaganda Milano, Via Caccianino, 19

LIGURIA BASILICATA

Asilo-Orfanotrofio Femm. «P. G. Semeria >> CALDIRODI di San Remo (Imperia) Orfanotrofio Maschile « P.G. Semeria » MONTEROSSO AL MARE (La Spezia)

TOSCANA

Asilo-Orfan. Femm. «Princ.essa di Piemonte» GREVE IN CHIANTI (Firenze)

MARCHE

Asilo Infantile « Maria Immacolata » CENTOBUCHI di Monteprandone (A.P.)

LAZIO

Collegio Universitario « PG. Minozzi » Roma Asilo Infantile « Madonna dei Discepoli » BROCCOSTELLA (Frosinone) Asilo Infantile « Santa Teresina » ESPERIA INFERIORE (Frosinone) Asilo Infantile « Opera Nazionale » S. GIORGIO A LIRI (Frosinone) Asilo Infantile « Optra Nazionale » VALLEMAIO (Frosinone) Orfanotrofio Maschile « Figli d'ltalia » CASSINO (Frosinone) Orfanotrofio Femm. e Asilo « P.G. Minozzi » AMATRICE (Rieti) Orfanotrofio maschile « P. G. Minozzi » AMATRICE (Rieti) Orfanotrofio Femm. e Asilo « P.G. Minozzi » ANTRODOCO (Rieti) Asilo Infantile « Divina Provvidenza » POGGIOBUSTONE (Rieti) Scuola materna - Casa di Riposo « S. France­

sco d'Assisi» S. PIETRO DI POGGIO BUSTONE (RI) Asilo Infantile « Santa Chiara » SANTA RUFINA di Cittaducale (Rieti)

CAMPANIA

Orfanotrofio Femm., Asilo, Scuola Elemen-tare « G.P. Semeria »

SPARANISE (Caserta) Colonia Permanente « R. Darmon » NAPOLI

PUGLIA

Orfanotrofio Maschile « P.G. Semeria » GIOIA DEL COLLE (Bari)

Asilo Infantile « P.G. Minozzi » VALSINNI (Matera) Asilo Infantile « P.G. Minozzi » COLOBRARO (Matera) Orfanotrofio Maschile e Asilo infantile

« P.G. Minozzi» BARILE (Potenza) Orfan. Maschile e Asilo « Lo Sasso » PALAZZO S. GERVASIO (Potenza) Orf. Maschile «Principe di Piemonte» POTENZA Orfan. Femm. e Asilo «G. Fortunato» RIONERO IN VULTURE (Potenza) Asilo Infantile « Divina Provvidenza » FORENZA (Potenza) Asilo Infantile « Vittorio Emanuele » MASCHITO (Potenza) Asilo Infantile « P.G. Minozzi » MELFI (Potenza) Asilo Infantile « Opera Nazionale » SENISE (Potenza) Asilo Infantile « Opera Nazionale » SPINOSO (Potenza) Asilo Infantile « Madonna della Scala » VENOSA (Potenza) CALABRIA

Orfan. Femminile, Asilo, Scuola Elementare « Maria Immacolata »

CATANZARO LIDO Asilo Infantile « C. Borelli » SERSALE (Catanzaro) Orfan. Femmminile, Asilo, Scuola Elementare

« Vittorio Veneto » CASTROVILLARI (Cosenza) Orf. Femm. e Asilo « Madonna degli Orfani» ROGGIANO GRAVINA (Cosenza) Asilo Infantile « E. De Amicis » GERACE SUPERIORE (Reggio Calabria) Asilo Infantile, Scuola Elementare «P.G. Ss-

meria » PALIZZI MARINA (Reggio Calabria) Asilo Infantile « P.G. Semeria » STILO (Reggio Calabria)

SICILIA Casa del Fanciullo e Asilo «D. S. Riggio » RIESI (Caltanissetta) Orfan., Asilo, Scuola Elem. «P. Minozzi» GELA (Caltanissetta) Orfanotrofio Maschile « P. Semeria » S. MARTINO DELLE SCALE (Palermo) Colonia Permanente e Asilo « P.G. Minozzi » CASTELLAMMARE DEL GOLFO (TP)

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ABRUZZO

Asilo Infantile « Opera Nazionale » CARUNCHIO (Chieti) Asilo Infantile « SS. Sacramento » LENTELLA (Chieti) Asilo Infantile « Gesu Bambino » POLLUTRI (Chieti) Asilo Infantile « P.G. Minozzi » GUASTAMEROLI di Frisa (Chieti) Casa di Riposo « Madonna della Pace » FRANCAVILLA A MARE (Chieti)

Asilo Infantile « G. Letta » AIELLI STAZIONE (L'Aquila) Asilo Infantile « P.G. Minozzi » CAMPOTOSTO (L'Aquila) Asilo-Orfan. Femminile « A. Giannini» CASTEL DI SANGRO (L'Aquila) Asilo Infantile « P.G. Minozzi » CELANO CENTRO (L'Aquila) Asilo Infantile « P.G. Semeria » CELANO STAZIONE (L'Aquila) Asilo Infantile « Santa Gemma » GORIANO SICOLI (L'Aquila) Istituto Femminile, Asilo, Scuola Magistrale

« P. G. Minozzi » L'AQUILA Asilo Infantile « San Francesco d'Assisi » SAN PIO DELLE CAMERE (L'Aquila)

Soggiorno estivo « P.G. Minozzi » ROCCADIMEZZO (L'Aquila) Asilo Infantile « A. D'Orazio » VILLETTA BARREA (L'Aquila) Asilo Infantile « Opera Nazionale » VITTORITO (L'Aquila) Asilo Infantile « San Giuseppe » ROCCACASALE (L'Aquila) Casa dei Discepolini OFENA (L'Aquila) Casa di Riposo « Mons. Leone » OFENA L'Aquila) Soggiorno estivo « P.G. Minozzi » ROCCACINQUEMIGLIA (L'Aquila) Asilo Infantile « Orfani di Guerra » ALANNO (Pescara) Orfanotrofio Femm. e Asilo « P.G. Minozzi » TORRE DEI PASSERI (Pescara) Asilo Infantile « P.G. Minozzi » S. EGIDIO ALLA VIBRATA (Teramo) MOLISE Asilo Infantile « Opera Nazionale » BONEFRO (Campobasso) Asilo Infantile « Gesu e Maria » MIRABELLO SANNITICO (Campobasso) Asilo Infantile « Sacro Cuore » PIETRACATELLA (Campobasso) Asilo Infantile « Opera Nazionale » CIVITACAMPOMARANO (Campobasso)

LA PAGINA DELLA CARITA'

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25.000 5.000 5.000

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Caruso Maria, Roma. Falconi Filippo, Roma. Auriti Michelina, Roma. Famiglia Di Gennaro, Irsina. Rosa Gustavo, L'Aquila. Massimi Gualda in memoria di Andrea, Roma. Porretti Armando in memoria di Fragola Maria, Campobasso. Anceile di S. Teresa di G.B., Castellammare del Golfo (Palermo). Pasquali Marzietta, Raiano. Pasquali Ida, Casteldieri. Marini Nicola, Ofena. Pie offerenti di Cambridge (U.S.A.) per N. 20 S. Messe. Sommella Carmelina (Firenze) per N. 5 S. Messe. Perfetti Monachella (Montreal) per N. 5 S. Messe. Mariani Gina (Popoli) per n. 15 S. Messe. Salvati Giocondo (Roma) per N. 5 S. Messe. Sac. Benedetti Umber to (Pietranico) per N. 5 S. Messe. Valente Giuseppe (Roma) per N. 5 S. Messe. Morosi Angela (L'Aquila) per N. 5 S. Messe. Sac. Di Gregorio Giuseppe (Cantalupo) per N. 50 S. Messe. N.N. per N. 50 S. Messe. Sac. Cavalla Giuseppe (Casale) per N. 30 S. Messe. Viti Vais (Roma) per N. 20 S. Messe. Sac. Gay Luigi (Asti) per N. 30 S. Messe Gregoriane. Valenti Mario (Roma) per N. 5 S. Messe. D'Angelo Concettina (Pescara) per N. 10 S. Messe. Ciccone Gentile (Calascio) per N. 3 S. Messe.

Mariani Gina (Popoli) Sac. Balossi Erminio (Cremona) Celsi Eugenio (Corniglia) Emanuele Angela (Ofena)

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