I monumenti distrutti dall’ISIS
I motivi della distruzione e i tentativi di ricostruzione
CLASSE III A – Sc. Sec. I Grado «Carducci» di Venturina T. (Li)
a.s. 2017-18 Insegnanti: Debora Maccanti, Francesco Irrera,
Sara Bertaccini
Perché l’Isis distrugge i monumenti
I motivi per cui l’ISIS distrugge i monumenti sono
principalmente religiosi, ideologici e politici.
Per esempio nel Museo di Mosul sono stati distrutti
numerosi idoli perché i terroristi sostenevano che
era stato Maometto a chiederglielo
Inoltre, l’ISIS vuole cancellare la memoria delle altre
religioni.
Perché l’Isis distrugge i monumenti
La distruzione del Patrimonio culturale del Medio
Oriente sta avvenendo non solo con le demolizioni,
ma anche con
Traffici
Furti
Spoliazioni
che costituiscono le principali fonti di
sostentamento dell’ISIS.
Perché l’Isis distrugge i monumenti
Fin dalla Seconda Guerra del Golfo e dal
saccheggio del Museo di Baghdad(2003), il traffico
clandestino dei reperti mediorientali è aumentato
e rifornisce i collezionisti nei paesi occidentali e nel
Golfo, che approfittano delle legislazioni dei paesi
poco attenti alla provenienza degli oggetti d’arte.
Perché l’Isis distrugge i monumenti
Le fotografie satellitari dimostrano che le aree di
Palmira sono state devastate da scavatori
clandestini, che hanno causato danni al patrimonio
culturale locale, distruggendolo e mutilando le
statue alle quali vengono tolte le teste per poi
essere rivendute.
Perché l’Isis distrugge i monumenti
Nel corso della storia ci sono state molte distruzioni
di opere d’arte giustificate per mezzo della
religione. Già tra il IV e il V secoolo d. C. , nella
parte orientale dell’impero, c’erano state delle
distruzioni.
A Palmira furono i cristiani a distruggere il tempio di
Allah, di cui Libanio denunciò la distruzione a
Teodosio che nel 386 aveva scritto in difesa dei
templi siriani.
Momunenti distrutti dall’Isis
Momunenti distrutti • Già dal IV secolo d. C. si sono verificate distruzione
di opere d’arte, com il Serapeo di Alessandria. Con questa demolizione, Teofilo non voleva solo dimostrare che il dio non era in grado di difendere più nemmeno il proprio simulacro, ma aveva anche un obiettivo politico specifico: la proclamata lotta all’idolatria ne nascondeva una per il potere di natura strettamente politica.
• Anche la distruzione dell’arte può essere instrumentum regni, strumento di governo
Momunenti distrutti
1926, Mausoleo di al-Baqi in Arabia Saudita. Fu
distrutto dal re dell’Arabia Saudita nel VII secolo
d.C. in quanto conteneva le spoglie di alcuni
antenati del profeta Maometto. I fondamentalisti
sunniti rifiutano ogni tipo di culto attraverso santuari
religiosi e icone, ritenuti forme di idolatria.
Momunenti distrutti
Momunenti distrutti
2001, Buddha di Bamyan in Afghanistan. Le due
enormi statue del Buddha scolpite nelle pareti di
roccia della valle di Bamiyan, furono distrutte dai
talebani pochi mesi prima dell'attacco alle Torri
Gemelle.
Momunenti distrutti
Momunenti distrutti 2006, la moschea d’oro in Iraq viene danneggiata
da Al Qaeda, i due minareti sono crollati nel 2007
Momunenti distrutti 2008, i terroristi di Al–Shabaab hanno distrutto le
tombe e i santuari dei Sufi (tolleranti dei Musulmani)
Momunenti distrutti
2012, Moschea di Sidi Yahya a Timbuctù. Di nuovo Al
Qaeda: distrutta per sempre in Mali la moschea di Sidi
Yahya, datata 1440, nella città di Timbuctù, dichiarata
Patrimonio dell’umanità
Momunenti distrutti
Momunenti distrutti 2014, Chiesa verde di Tikrit. Il 25 settembre 2014 i jihadisti dell‘Isis hanno completamente distrutto la Chiesa Verde di Tikrit, città natale di Saddam Hussein in Iraq.
Momunenti distrutti 2014, Tomba del profeta Giona a Mosul. I terroristi del cosiddetto Stato Islamico hanno distrutto l’antica tomba del profeta Giona che si trova a Mosul.
Momunenti distrutti 2014, Chiesa memoriale del genocidio armeno in Siria. I terroristi dell’Isis hanno devastato la chiesa armena dei Martiri nella città siriana di Deir Ezzor.
Momunenti distrutti 2015 sito archeologico di Hatra in Iraq. All’inizio di marzo, gli islamisti dell‘Isis hanno distrutto il sito archeologico dell’antica città assira di Hatra, a 15 km sud di Mosul.
I tentativi di ricostruzione
Nel mese di febbraio, si è tenuto un incontro
intitolato «Rinascere dalle distruzioni», una
anticipazione dell’imminente impegno dei Caschi
blu della cultura nelle terre devastate dalla guerra
e per la ricostruzione degli straordinari beni distrutti
dall’Isis.
I tentativi di ricostruzione
Da tempo l’associazione Incontro di Civiltà si sta
impegnando in numerosi progetti,
tecnologicamente avanguardistici, per il ripristino
del Patrimonio culturale, sistematicamente
cancellato dal terrorismo
I tentativi di ricostruzione Gli obiettivi prefissati sono i seguenti:
• donare al governo iracheno la perfetta
ricostruzione in scala reale del Toro androcefalo
che simbolicamente proteggeva Nimrud, la
capitale assira, fatto saltare in aria dall’Isis nel
marzo 2015 e ricostruito dalla ditta Nicola Salvioli,
proprio su un progetto dell’associazione Incontro
di Civiltà con la Fondazione Terzo Pilastro/Italia e
Mediterraneo.
I tentativi di ricostruzione
• intervenire per il ripristino del Parco archeologico
di Dur Kurigalzu, residenza reale degli ultimi re
cassiti. La sua ziggurat è stata ritenuta per secoli
la Torre di Babele.
• mettere in sicurezza e ricostruire una parte del
Palazzo imperiale di Nimrud.
I tentativi di ricostruzione
Sono già tre le ricostruzioni realizzate sotto la guida
del professor Paolo Matthiae: il Toro androcefalo, gli
Archivi reali di Ebla e il soffitto del tempio di Bel a
Palmira.