12 La Provincia Domenica , 23 giugno J957
La nuova realizzazione: la palazzina a tre piani di via Slenico I tumori del e del midollo
Si è detto che gli scritti divulgativi di cose mediche possono far sorgere infondati timori di malattia ma se questo può verificarsi è pur vero anche che rappresentano uno dei mezzi principali per far conoscere al prossimo quali sorto le cause, i sintomi e le cure dei morbi che aggrediscono ciò che esso dovrebbe avere di più caro: la sua salute fisica-e psichica.
In nessun altro organo la persona umana/può contemporaneamente e s s e r e minata nei suoi due componenti come nel . cervello, perchè è qui che si è differenziata quale organismo superiore tendente alla perfezione funzionale e pensante. t
Poiché è ancora troppo radicato il concetto che il sistema nervoso ^centrale (encefalo: e midollo spinale) sia raramente colpito da processi tumorali e che i soccorsi della . cura chirurgica e radiologica siano al riguardo ancore in fase sperimentale è /doveroso contestare nel modo più assoluto tale valutazione erronea del problema perchè è appunto dalla cattiva soluzione di.questo che troppi pazienti si sono coscientemente o incoscientemente rassegnati ad incamminarsi verso la strada dell'eternità piuttòsto che indugiare ancora un poco in questa vita, che, nonostante tutto, vale ancora la pena di essere vissuta.
Certo, perchè la cura debba avere la massima efficacia dovrebbe essere applicata su ammalati in cui è stata fatta una diagnosi il più ' precoce possibile, perchè nel cervello, al contrario per quanto; avviene negli altri organi, anche un tumore per natura benigno e operabile con successo, dovendo essere contenuto nella scatola cranica per sua natura inestensibile, almeno nell'adulto, si fa strada a danno del tessuto cerebrale fino a tal punto da comprometterne irrimediabilmente i centri vitali e da rendere inutile l'intervento. La chirurgia del sistema nervoso centrale compie la sua azione meravigliose solo quando il paziente che è avviato al tàvolo operatòrio è stato precocemente ed .accuratamente studiato dal punto di v:sta clinico e neùrora-diologico. ; .
Me poiché nessuno meglio dell'ammalato avverte i primi sintomi della malattia tumorale è a questi che io mi rivolgo per soller e "tarlo a non indugiare troppo in cure senza effetto e a ricorrere,, magari più di una volta, a i suo medico il quale certamente saprà che:
a) un paziente che accusi cefalee persistenti di natura non ben definita, che ha vomiti i quali non trovano .una chiara spiegazione in une origine gastro-intestinale, che presenta vertigini di vario ti? pò e insorgenze, deve essere accuratamente. esaminato perchè la causa di ciò può essere, più: spesso di quel che comunemente si pensi, un tumore cerebrale;
b) tutte le epilessie, qualùnque sia la loro caratteristica clinica e la loro epoca di comparse; ma specialmente se si,.manifesta-no dopo i vent'anni, possono essere secondàrie a un tumore cerebrale; e) un soggetto che lamen
ti d;sturbi della ^vista,. an-che se non presenta altre concomitanti manifestazioni di ordine ihtracrenico può essere portatore di un tumore cerebrale. Su tale dùbbio occorre fare esaminare il fondo dell'occhio e il campo visivo, e ciò non una volta soltanto, ma ripetute volte perchè una stasi papillare, une emianop-sia, possono comperire in ogni momento;
d) un sintomo o un gruppo di sintomi, lentamente evolutivo a carico del sistema nervoso quale una leggera paràlisi o una defi-cente sensibilità, anche se decorrente: senza papilla da stasi, può èssere causato da-un tumore del cervello operabile e guaribile ; '-* e) ?ri' mólti casi i tumori dell'infanzia realizzano il quadro dell'idrocefalo;
t) nei soggetti che presentano uh rallentamento dei . processi .. intellett;vi quale ' anormalità della condotta o alterazione del carattere anche se passeggeri, n o n e da escludere la presenza di uri 'tumore cerebrale quale possibile causa d; tali fenonfeni. Trattarsi talvolta di ammalati che parlano poco e lente-mente, che mancano di i-niziativa spontanea, che non comprendono subito e ai quali bisogna ripetere due o tre volte l a stessa domanda prima di avere una risposte.. In altri casi si osservano degli stati euforica: il malato è contento, non ha alcuna preoccupazione del suo stato, è sempre sorridente ed è di una gaiezza ingiustificata. Altri stati psichici sono contrassegnati da, una particolare irritabilità;
g ) . in un_ soggetto che presenta paral'si dei nervi cranici può essere sospet
tato un tumore del cervello ; h) un paziente affetto da
dolori nevralgici insistenti intercostali associati eventualmente a paralisi più o meno accentuata degli arti bilateralmente può essere portatore di un tumore del midollo.
Di fronte a tali situazioni quando non sia sicuramente evidente un'altra causa, noi neurologi abbiamo il dovere di studiare il paziente dal punto di vista neurochirurgico, vale a dire di porre in atto quegli accertamenti preziosi e indispensabili atti a documentare o ad escludere la presenza di una neoplasia, indicendone la sede e possibilmente la natura (benigna? maligna?).
Oltre ad un paziente e meticoloso esame clinico fondato sullo studio della motilità, delle varie sensibilità, dei riflessi, delle caratteristiche della deambulazione, del funzionamento degli apparati sensoriali (vista, udito, olfatto, gusto) dei processi psichici, è principalmente alla neuroradiologia e secondariamente alla elettronecefalo-grefia che dobbiamo chiedere aiuto, perchè attualmente nessun neurochirurgo si avventurerebbe in un intervento sul sistema nervoso senza il corredo degli esami, pneumoencefalogra-fici, ventricolografici, arte-riografici, mielografici ed anche elettroencefalogra-fici.
Le prime tre modalità diagnostiche studiano il cervello dopo che in questo con opportune tecniche si sono immesse particolari sostanze di contrasto visibili ai raggi X in modo da creare la possibilità di conoscere la forma, le di-' mensioni e gli spostamenti delle cavità encefaliche
(ventricoli, solchi, cisterne) e del sistema artero-ve-noso cranio encefalico; con la mielografia si visualizza lo spazio intrarachideo contenente liquor; con l'e-lettroencefalografia si registrano mediante uh gruppo di penne che descrivono contemporaneamente un grafico, le manifestazioni bioelettriche che accompagnano l'attività delle cellule nervose.
In tal modo, evidenziata la presenza e la sede di un tumore si avvia il paziente in un centro neurochirurgico specializzato per l'intervento, seguitò questo dal trattamento X-terapico che viene praticato presso il locale Centro Tumori.
La mancanza di spazio mi vieta di fornire elenchi statistici sulle, caratteristiche di benignità o di malignità dei tumóri del sistema nervoso centrale e sulle percentuali di guarigioni ottenute secondo le varie sedi e caratteristiche cellulari. Concludo però con l'affermare che adottando i sistemi di diagnosi sopra, accennati abbiamo indirizzato al neurochirurgico un numero in altri .tempi insospettato di pazienti affetti da tumori cerebrali e midollari che hanno in tal modo trovato la via della guarigione o del miglioramento, a comprova di quanto inizialmente sottolineato, che cioè il tumore del cervello e del midollo spinale,. se precocemente diagnosticato, si deve operare in quanto in una buona percentuale di casi è possibile l'estirpazione completa senza pericolo di recidive.
Doli. A. PALAZZOLI Consulente Neurologo del
Centro Tumori
La statistica è un tipo di indagine che, pur avendo innumerevoli e fedeli cultori, viene spesso criticata per' le inevitabili percentuali d'inesattezze e di errori, legati all'interpretazione dei suoi dati numerici.
Tuttavia occorre riconoscere che,' volendo valutare le ' condizioni sanitarie di determinate popolazioni nel loro complesso, lo studio statistico, per quanto suscettibile di critici, rappresenta ancora l'unico mezzo d'indagine, che là percentuale di errori può essere di molto ridotta se ci si attiene alle grosse cifre e che infine sarà compito del nostro buon senso attribuire ai risultati ottenuti non un valore assoluto, ma soltanto indicativo sul reale andamento del fenomeno.
La conoscenza dei rapporti esistenti tra la situazione sociale ed economica e la mortalità per tubercolosi e cancro nelle varie regioni italiane ci viene desunta dello studio dei dati forniti dall'Istituto Centrale di Statistica.
Maggiore importanza rivestirebbe in pratica uno studio relativo alla morbilità per tubercolosi e cancro, piuttosto che alla mortalità, per densità di popo-laz:one, ma le mancanza della denuncia obbligatoria per gli individui colpiti da una di queste due malattie ci obbliga a riferirci solamente alle cifre della mortalità per queste stesse affezioni.
Lo stato di pauperismo di un popolo, cioè il suo grado sociale ed economico è misurato dalla notevole predominanza dei bambini e dei giovani sul resto della popolazione; Una caratteristica di una nazione che si trovi allo stato di pauperismo è il numero esiguo di individui anziani.
L'Italia nel 1951 contava il 51,9% di individui al di sotto dei 30 anniel'8,1% di individui oltre i 65 anni.
Prendendo in considerazione nelle singole regioni italiane lo stato di pauperismo sotto l'aspetto dinamico della eccedenza dei nati vivi su tutti i morti si constata che te cifre
li ira la situai e cancro in Italia
maggiori si riscontrano nelle regioni dell'Italia meridionale (prima di tutte la Calabria col 18%) seguite da quelle dell'Italia Centrale e per ultime quelle della Italia settentrionale (valori minimi per Liguria e Piemonte rispettivamente con 0,2 e 0,3% abitanti).
Si è visto inoltre che allo stadio del pauperismo si ha una notevole mortalità giovanile infatti considerando già i morti nel primo anno di vita si osserva che la curva ha quasi l'andamento della precedente con un massimo di mortalità %er la Basilicata (100,8% nati vivi) e minima per il Friuli-Venezia G, Liguria e Toscana (39% nati vivi). Riguardo l'età media di vita per abitanti delle singole, regioni osserviamo che mentre i valori più bassi si riferiscono alla Basilicata (40 anni) e Puglia (50 anni), le medie più alte si hanno in Piemonte e Liguria (entrambe ' con 65 anni).
La tubercolosi è l'unica malattia infettiva cronica della razza umana che colpisce senza eccezione tutti gli individui di tutti i paesi.
L'ubiquitarietà del contagio è avvenuta da quando praticamente i rapporti commerciali si sono estesi a tutte le zone e a tutte le regioni del mondo. .
Ma il contagio è soltanto uno dei fenomeni della epidemiologia, il più importante dei quali è indubbiamente la mortalità.
Ora la mortalità per T. B.C. che dipende principalmente dalle resistenza individuale alla malattia, dovrebbe essere direttamente proporzionale anche al grado di benessere sociale e
quindi allo sviluppo economico del Paese.
L'Italia, grazie alla intensa e proficua attività i-gienico-sanitaria in etto in tutti i settori della vita nazionale, si è decisamente sottratta e questa legge che vede i Paesi a più elevato grado di pauperismo come i maggiori contribuenti alle mortalità per tubercolosi. Infatti con 1 suoi 23 mòrti per 100.000 abitanti si può considerare per questa affezione morbosa quasi ella pari con i Paesi che si trovano allo stato di prosperità generale. (La Svezia ebbe nel 1950, 22 morti per 100.000 abitanti).
Vagliando i dati delle no
stre singole regioni si vede tuttavia rispettato il principio che nelle popolazioni a peggior grado di pauperismo (Italia meridionale) la maggior parte dei decessi per tubercolosi avviene
.prima dei 50 ermi. • • •
Un altro rapporto molto importante si riscontra tra lo stato sociale ed economico di un Paese qualora si prendano in considerazione i tumori maligni. Più è grave il grado di pauperismo di una popolazione, minore è il contributo numerico di morti per tumori maligni.
Ricordiamo a tal punto come il Giappone che si
L'ingresso del Centro Diagnostico
trova ad un alto grado di pauperismo (e precisamente al e. d. stadio della carestia latente) ebbe a 4,7% di morti per tumore rispetto alla mortalità generale laddove la Svezia arrivò al 14,2%.
LTtalia nel 1953 ebbe il 12,80% di morta per tumori maligni sempre rispetto la mortalità generale. Tuttavia è da rilevare che mentre in Basilicata la percentuale di decessi per cancro rispetto la mortalità generale era del 5,6 e in Calabria del 6,1, cifre ben diverse si ebbero nell'Italia centro-settentrionale dove detta percentuale era ovunque più elevata e superava nella Liguria, Emilia, Romagna e Toscana addirittura il 17%.
Quando poi consideriamo l'età di decessi per tumori maligni osserviamo un'alt ra caratteristica degli stadi sociali ed economici e precisamente: nei Paesi allo stadio di pauperismo, il numero di decessi per tumori maligni è maggiore prima dei 60 anni che oltre, oppure quasi uguale, mentre le nazioni che si .trovano allo stato della prosperità generale sono caratterizzate da una mortalità per tumori maligni maggiore più del doppio per gli individui oltre i 60 anni rispetto a tu t t i gli altri messi insieme. Però va nota to che in tutti i Paesi la mortalità per cancro più elevata, calcolata in rapporto alla mortalità della classe corrispondente, è nel gruppo di individui compresi tra i 50 e i 59 anni. LTtalia complessivamente ha delle cifre piuttosto intermedie t ra i due estremi ; infattr i morti per tumori
LE CARATTERISTICHE della nuora sede
del (entro di diagnosi e cura Una palazzina a tre pia
ni, circondata da un giardino, dai marmi chiari e dall'aspetto lindo, è sorta in via Sténico in continuazione con ù giardino della sezione traumatologica de-
'gli Istituti Ospitalieri. E' la nuova sede del Centro di diagnosi e cura dei tumori « Francesco Cortese » che, fino a pochi giorni fa, occupava alcuni locali, angusti e inadatti nello stesso Ospedale.
E' da gualche anno che si parlava di creare una sede propria per questo Centro, il primo sorto in Italia per volontà del compianto prof. Francesco Cortese che dedicò gli ultimi anni della sua vita alla realizzazione di questo progetto. Nel 1954 si gettarono le prime basi per lo studio di un progetto. Il Consorzio provinciale per la lotta contro i tumori nominò una commissio-
Dee ambulatori, uno stadio di radiologia, biblioteca, archivio, sala prelievi: tutto è funzionai? e moderno
ne affinchè realizzasse una soluzione del problema. La Commissione, verso la fine del 1954, presentò un progetto di massima che venne, successivamente, approvato dall' assemblea del
-Consorzio che incaricò l'ingegner Gaudenzi di preparare un progetto definitivo ed esecutivo.
Le. difficoltà che l'ing. Gaudenzi dovette superare furono molte, perchè al problema di una sede si aggiungevano quelli che riguardavano l'intero destinò degli Istituti Ospitalieri :in vista della applicazione del nuovo Piano Regolatore che prevede il decentramento di tutti i servizi ospitalieri in una zona particolarmente adatta e scelta verso S: Sigismondo. Si potevano trascurare queste osservazioni dei tecnici ed impegnare capitali per una costruzione nuova che, nel corso di pochi anni, si sarebbe dimostrata inutile o, quanto meno, non più necessaria? Lo spostamento nella nuova zona ospitaliera dell'Ospedale comportava anche il trasferimento del Centro tumori per cui l'ing..Gaudenzi dovette studiare un
progetto in modo che il fabbricato non dovesse essere alienato, ma facilmente trasformato in abitazione civile. Il Centro, in questo modo, avrebbe potuto realizzare i capitali spesi adibendo ad altro uso la propria sede.
E così è stato fatto. Ma non per questo la sede si presenta poco idonea ai tanti compiti che dovrà svolgere nel futuro, anche lontano. Facendo tesoro dei suggerimenti del vice presidente del Consorzio dottor Nucciotti, medico provinciale, del prof. Mariani, direttore del Centro e del dottor Priori, presidente degli Istituti Ospitalieri, l'ingegner Gaudenzi ha progettato uno dei più moderni e più funzionali Centri esistenti in Italia. In questo Centro si effettueranno per i malati soltanto le diagnosi e le cure ma non vi saranno reparti di'degenza in quanto questi esistono già presso l'Ospedale. Per una scala di marmo, di raggiunge il piano rialzato ove a destra e a sinistra si trovano'due ambulatori corredati di salette d'aspetto e di spogliatoi, uno studio per la radiologia diagnostica dotato di apparecchio per la
'scopia e la grafia e l'ufficio di accettazione dei malati dotato di schedari per l'aggiornamento delle cartelle cliniche.
Attraverso ad una piccola rampa di scala si raggiunge il primo piano dove è la biblioteca, l'archivio, una sala di riunione, lo spogliatóio per le assistenti sanitarie, lo studio del direttóre che è collegato con un ambulatorio, la stanza dei medici, la sala prelievi, un laboratorio per le analisi viù semplici e immediate, i gabinetti per il personale di servizio. Al secondo piano sono stati allogati un magazzino, uno stabularium per l'allevamento degli, animali da esperimento, i" servizi e due terrazzine.
Di particolare importanza è il sotterraneo. Sotto allo studio radiològico ' è stata installata la camera oscura per lo sviluppò è la stampa delle lastre e delle fotografie, i servizi igienici e le docce, una stanza biologica sperimentale ed una camera per lo studio delle sostanze volatili applicate agli animali sperimentali.
Presso il Centro, come si vede, non soltanto si assiste il malato ma si effettueranno degli studi sulle cavie, topi, conigli, ecc., che saranno, dagli stessi medici, allevate in apposite gabbie. Di particolare importanza doveva essere, anche
l'attrezzatura, sia quella riguardante le apparecchiature sanitarie che l'arredamento. La razionalità non può aver valore soltanto nelle strutture murarie se non è accompagnata anche dal mobilio e dagli accessori complementari. Una ditta ha studiato, ufficio per ufficio, tutti i mòbili tenendo conto della loro .utilizzazione e della loro applicazione. Sono stati studiati speciali armadi-schedari che dovranno conservare migliaia e migliaia di documenti, sono state studiate le dimensioni delle scrivanie, dei tavoli e delle seggiole per le sale d'attesa. In ogni stanza-è stata inoltre applicata una speciale lampada per purificare, l'aria, lampade che funzionano a raggi ultravioletti. Un particolare riguardo è stato posto per la polvere, l'insidia principale di ógni ospedale. Marmi,'intonaci, serramenti sono stati accuratamente scelti per quésto scopo per cui il Centro si presenta perfettamente funziona-le^per assolvere i suoi compiti di assistenza per tutti coloro che vengano colpiti da questo male verso il quale la scienza medica sta intensamente dedicando i suoi studi.
La costruzione è stata iniziata nel settembre del 1955 ed è stata affidata all'impresa dei fratelli Mo-randi di Sospiro.
Le maialini pralessianali Ogni giorno che passa
una nuova Piastrella viene aggiunta al mosaico della conosce+sa dell'etio-patogenesi dei tumori: le cause e le modalità di inr sorgenza e di\sviluppo del cancro vengono mano a mano sviscerate e riconosciute.
Se un substrato comune, un habitus- costituzionale e .predisponente è presente in ogni canceroso in atto o potenziale, è altrettanto vero che varii fattori e-sogeni possono ormai sicuramente venire imputati come € scatenanti* di diverse forme tumorali. Una parte, per non dire la maggior parte, di questi fattori esogeni investe i processi di industrializzazione della nostra epoca, per cui il termine e tumore professionale» acquista sempre maggior interesse da parte degli scienziati.
A 50 anni fa risalgono le prime vere- ricerche sistematiche sull'etiopatoge-nesi dei carcinomi polmonari manifestantisi con frequenza preoccupante negli operai delle miniere di cobalto dello Schnee-berg (il pulviscolo di diar-seniuro di cobalto, solle-vantesi nell'estrazione di quest'ultimo, si mescolava alle emanazioni del radio provenienti da vicine cave di blenda, provocando una atmosfera ad alto tenore cancer'vgeno). Successivamente venivano individuati potenziali agenti cancerogeni in alcuni derivati del benzolo usati nella fabbricazione di tostarne coloranti, e nella asfoliatura stradale; da qui i primi cancri sperimentali provocati col catrame su piccoli animali dagli studiosi giapponesi: si era riusciti a far insorgere un tumore impiegando sostanze chimiche al posto di innesti biologici.
e i tumori Manifestazioni cancerose
ih dipendenza di lavoro vennero mano a mano riconosciute ed imputate al nichélr allo zinco cloruro, al cromo ed ai suoi sali, ai raggi Roentgen, alla paraffina, all'arsenico, ecc.
A poco a poco le osservazioni cliniche e di la-boratorUr hanno provato che anche fra trauma ed insorgenza di neoplasie e-siste un nesso possibile, per cui anche Tinfortunistica professionale ha dovuto tener conto di fattori oncogeni ad essa imputabili.
Sebbene ancora non esista una vera e propria « classificazione di tumori professionali*, per quelli insorgenti a causa di alcune sostanze e per particolari moventi cancerigeni si dàjfià un riconoscimento assistenziale ed indennizzabile appunto per i rapporti con le conseguenze di lavoro. Con tutto ciò però non si deve pensare che tali circostanze o traumi siano da- identificarsi come vere ed i*mche cause della neoplasia; molta importanza hanno le condizioni « antecedenti * dello individuo, la durata del periodo di latenza, l'ambiente vitale, la nutrizione. Come bene scrive il prof. N. Cavallino, direttore dell'Istituto di Medicina del Lavoro della Università di Napoli, «non si deve circoscrivere il giudizio al rapporto materiale-malattia, come ad un nesso diretto causa-effetto: ma ampliarlo, approfondirlo e collegarlo con molti altri elementi di più vasto raggio di azione. L'indagine
' -.-: .i~.' jHMBBBBBBBI
Funzionalità e luminosità di un laboratorio
deve inquadrare l'uomo nel suo posto di lavoro, ma non come un organismo anonimo pronto a soggiacere ad eventuali influssi nocivi, sebbene come una personalità bene caratterizzata, della quale sia noto il retaggio familiare, lo atteggiamento costituzionale (pur senza dare preponderante importanza alla prevalenza dell'uno o dell'altro e gruppo endocrino* inibitore od eccitatore), la provenienza razziale; mentre si può trascurare, almeno nel campo del lavoro, l'elemento ambiente regionale, pur riconoscendo come i dati statistici da alcuni AA. prospettati in merito siano suggestivi (mortalità, per 10.000 abitanti: 30 per Toscana, Emilia, Lombardia; 18 per Lazio; 14 per Campania; 11 per Sardegna, Sicilia, Puglie, Calabria): e ciò, tanto perchè le cifre riflettono l'intera popolazione, sia per i frequenti trasferimenti di sede per motivi di impiego, quanto, infine, per le ben note e troppo, evidenti disparità di organizzazione tecnica, statistica ed assistenziale tra grandi e piccole imprese industriali e fra regione e regione.
Né hanno ottenuto dal tempo conferma le pure brillanti ipotesi avanzate una trentina di anni or sono dal Lakhovski sulle ^zone cancerigene *: determinate, secondo quell'Autore, dalla natura argillosa del suolo per la correlativa refrattarietà del terreno all'assorbimento ed dita neutralizzazione delle € radiazioni penetranti ».
Maggiore attenzione va assegnata, viceversa, ai fini di un tempestivo depistane dei primi segni del male, alla modalità della prestazione dell'opera; in quanto che posizioni viziate, atteggiamenti coatti, compressioni forzate di arti o di organi non solò inducono evidentemente disagi o disquilibri nei poteri normali di difesa dell'organismo, localizzati o generali; ma pure, a causa degli attriti o delle iper od ipofunzioni che ne derivano, suscitano quei fenomeni di irritazione, che possono col tempo assurgere alla gravità, se non di cause inducenti, di fattori coadiuvanti.
Pertanto le indagini e-tiopatogenetiche dirette, ai fini di una diagnosi tempestiva a tutti gii effetti, debbono rivolgersi anzittutto alla sede del processo sospetto. L'esame va fatto prescindendo almeno agli inizi, dalla conoscenza dell'esistenza di sedi di elezione, determinate dalla « quantità » della prestazióne e dalla «posizione* di lavoro non meno che dalla « qualità * del materiale; avvertenza ne
cessaria perchè spesso la sede specifica di lesione presenta manifestazioni sintomatiche e cliniche minime, mentre fenomeni più eclattanti possono insorgere a distanza sia per ripercussioni probabili che per eventuali impianti metastatici già in atto.
Naturalmente, identificata e valutata la sede, è necessario individuare la causa probabile, sia essa di natura fisica, chimica, biologica o meccanica.
A differenza delle statistiche generali, in cui sono più numerosi i tumori gastro-intestinali, nel campo dei processi cancerosi professionali predominano le forme cutanee e broncopolmonari, in quanto la patologia professionale è soprattutto una «patologia da contatto o da inalazione *. Di qui la possibilità per tutte le cause lesive di divenire fattori oncogeni, siano esse meccaniche (pressione, vibrazione), termiche (ustioni), luminose, elettriche, radioattive, chimiche o biochimiche.
Troppo lungo sarebbe e-lencare le sostanze e le occasioni di lavoro viù facilmente « oncogene *. Spetta agli organi previdenziali e assistenziali, ai medici, ai dirigenti industriali adottare le misure necessarie per prevenire nella maggior misura possibile, controllare nel modo migliore, intervenire precocemente al primo sintomo sospetto.
Per una diagnosi tempestiva di tumori collegabili con la produzione, si dovrebbe seguire la seguente successione di indagini, come indirizza il prof. Cavallino:
1) identificazione e localizzazione della formazione o del complesso fenomenologico sospetto;
2) ricerche su possibili correlazioni tra il reperto e materiali o modalità di lavoro;
3; precisazione della specifica esistenza dì una occasione di lavoro attuale o antecedente.
Come per ogni altra neoplasia, anche per i tumori di origine professionale, la benignità della prognosi è collegata alla tempestività e Precocità della diagnosi: da qui la necessità che, almeno nei grandi complessi industriali si instauri, se già non esiste, un sistematico controllo periodico di tutti i lavoratori, con i criteri sopra esposti, a somi-alianza delle- misure profilattiche e diagnostiche già in atto per la tubercolosi.
Il nostro Centro Tumori sta mano a mano adeguandosi anche a tale indirizzo. Con l'appoaaio d'una grande industria, si stanno svolgendo esperienze atte a
• prevenire il più subdolo male oggi esistente; si deve ovunque tendere a questa prevenzione, mettendo il lavoratore nelle condizioni migliori, le più iaieniche che vossano evitare il sopravvento dei fattori oncogeni.
Dell . 6 . VIOLA Assistente del Centro di Diagnosi e Cura dei Tu
mori di Cremona
maligni sono leggermene superiori nel gruppo oltre i 60 anni (55%). La frequer. za maggiore di mortalità e s ta ta riscontrata da noi nei gruppo composto tra 45 e 65 anni (25% della mortalità generale degli indiy.-dui dello stesso gruppo).
Nei Paesi che si trovano allo stato del pauperismo. ; decessi per TJ3.C. superano di molto quelli per tumori maligni. A Ceylon nel 1950 il rapoorto era quasi di 4 : 1 (TJB.C. : cancro >. ed in Giappone, nello stesso anno, i morti per T.B.C. erano quasi il "doppio a; quelli per cancro.
Nei Paesi a prosperità generale le cifre di morti per tumori maligni sono, al contrario, molto più alte rispetto ai morti per T.B.C. Secondo questo computo la Italia si comporta come i Paesi classificati a prosperità generale più spiccati col rapporto 1 : 5,4 e favore, purtroppo, del grup-pò dei cancerosi. (In Italia nel 1953 si ebbero 11.125 morti per T.B.C. e 60.560 morti per tumori maligr. In Svezia e Nuova Zelar, da il rapporto T.B.C. tumori maligni era di 1 : 6).
H computo della variabilità regionale italiana mostra rispetto a questo rapporto un andamento meno divergente e ciò perchè il numero totale dei morti (comprese tut te le cause i è superiore nelle regioni del settentrione rispetto a quelle del meridione. Tuttavia detto rapporto ha mostrato ugualmente delle variazioni in armonia alle norme generali enunciate
Infatt i mentre in Basilicata e Calabria il numero di morti per cancro è stato di quattro volte superiore a quelli per tubercolosi, in Sardegna ed in Puglia di tre volte, per contro in P:e-monte il raoDorto saliva a 7 : 1 (tumori : TJ3.C.) e in Emilia addirittura 9 : 1 .
• Quali sono i fattori che condiz ;onano la diminuzione della mortalità per T. B.C. e l'aumento della mortalità per cancro nei popoli "a prosperità generale? I miglioramenti economico -sociali dei popoli e l'introduzione di efficaci mezzi terapeutici nella lotta contro la tubercolosi sono gii elementi fondamentali Inter venuti a ridurre sensibilmente la mortalità per tubercolosi, la quale in s e r rale è passata in media •.-. un decimo di quella che era all'inizio del secolo. La sopravvivenza d'un magg e : numero di individui ad un . malattia che (insieme ad altre malattie infetti.-falciava tante vite nen*età infantile e giovanile, ha determinato l'invecchiamen--della popolazione nel seriche ha condotto una quantità molto più rilevante d persone alla e. d. età del cancro, cioè a quell'età :r. cui maggiore è l'incidenza della manifestazione tumorale. In Italia p. e. la dura ta media della vita etnei 1900 era di 48 anni, nel 1948 è sal ; ta a 58-60 anni In altri t e r rnni si va as.~: stendo ad uno strano paradosso e cioè che, migliorando le condizioni economiche e diminuendo o eli minando le cause che i~ voriscono la tubercolosi, si ottiene un prolungamen"-: della vita media degli uo-m sni che in tal modo raggiungono semore in un numero crescente, l'epoca della vita in- cui più probabile è l'insorgenza del cancro per cui appare dimostrato che nell'interno del gruppo di Paesi che si trovano al lo stadio di pauperismo sono proprio i p 'ù miseri quelli che hanno una mortalità per tumore maligno particolarmente debole" in quanto perdono prematuramente molti cancerosi potenziali.
Alla luce di queste considerazioni apnare errerò che l 'aumento di mortalità per tumore mal'gno e più apparente che reale. Il maggior numero di malati di cancro riscontrato è indubbiamente da riferirsi in
' parte al perfez'onamento diagnost-'eo che si va di anno in anno sempre ohi accentuando (i Centri per la diagnosi e la cura dei tumori sono una istituzione del tut to recente) in seguito allo sviluppo delle tecniche gastroscopiche, bron-coscopiche ed endoscopiche in genere, della radiografia sempre-più sicura e dell'uso sempre più largo di nuovi metodi di laboratorio nel campo della citologia, delle biopsie per lo studio istologico. Ma la maggior incidenza della mortalità per cancro rispetto alla mortalità generale è unicamente da attribu ;rsi al numero sempre maggiore degli individui che raggiungono l'età media o matura della vita, quell'età che ogni anno paga alla morte il maggior contributo di vite umane.
Bolt. M. OE JAGO Aiuto del Centro di Diagnosi e Cura dei Tumori
di Cremona
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