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FILIALEDIN
OVARA
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PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE
LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
VECCHIE CENTRALI TERMICHE
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Direttore responsabile:
Mario Doninelli
Responsabile di Redazione:
Fabrizio Guidetti
Hanno collaborato a questo numero:
- Alessandro Crimella- Mario Doninelli
- Marco Doninelli
- Domenico Mazzetti
- Renzo Planca
- Alessia Soldarini- Mattia Tomasoni
Idraulica
Pubblicazione registrata pressoil Tribunale di Novara
al n. 26/91 in data 28/9/91
Editore:
Centrostampa S.r.l. Novara
Stampa:Centrostampa S.r.l. Novara
Copyright Idraulica Caleffi. Tuttii diritti sono riservati. Nessunaparte della pubblicazione puessere riprodotta o diffusa senzail permesso scritto dellEditore.
3 LA RIQUALIFICAZIONE DELLE VECCHIECENTRALI TERMICHE
4 CALDAIE TRADIZIONALI- CALDAIE IN GHISA
- CALDAIE IN ACCIAIO
6 LIMITI FUNZIONALI DELLE CALDAIE TRADIZIONALITEMPERATURE DI RITORNO IN CALDAIA TROPPO BASSE- Corrosioni- Shock termiciPORTATE DI CIRCOLAZIONE IN CALDAIA TROPPOBASSENOTE E CONSIDERAZIONI
8 IMPIANTI REGOLATI CON VALVOLA MISCELATRICE A QUATTRO VIE- Valvola aperta- Valvola a carico parziale- Valvola chiusa- NOTE ED OSSERVAZIONI
10 IMPIANTI REGOLATI CON VALVOLA MISCELATRICE A TRE VIE- Valvola aperta- Valvola a carico parziale- Valvola chiusa- NOTE ED OSSERVAZIONI
12 CALDAIE A CONDENSAZIONE CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI- CALDAIE A PORTATA NULLA- CALDAIETTE IN CASCATA- CALDAIE A MODULI TERMICI CON POMPE INTERNE- CALDAIE A MODULI TERMICI SENZA POMPE AUTONOME INTERNE- VECCHI IMPIANTI A 4 VIE RISTRUTTURATI CON CALDAIE A CONDENSAZIONE- VECCHI IMPIANTI A 3 VIE RISTRUTTURATI CON CALDAIE A CONDENSAZIONE
18 PRODUZIONE ACQUA CALDA SANITARIA CON INTEGRAZIONE
ENERGIE ALTERNATIVE20 IL TRATTAMENTO DELLACQUA NEGLI IMPIANTI DI
RISCALDAMENTO- PRINCIPALI PROBLEMI LEGATI ALLA QUALIT DELLACQUA- Incrostazioni calcaree- Corrosioni- Polveri di ferro e magnetite- Aria
24 PRINCIPALI OPERAZIONI RICHIESTE PER IL TRATTAMENTODELLACQUA NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO- PULIZIA DEGLI IMPIANTI- CARICAMENTO DELLACQUA- Gruppi preassemblati di caricamento e demineralizzazione
- ELIMINAZIONE DELLARIA- Eliminazione delle bolle- Eliminazione delle microbolle- ELIMINAZIONE DELLE IMPURIT- Filtri ad Y- Defangatori semplici- Defangatori magnetici
33 PRODOTTI COMPOSITI PER LELIMINAZIONEDELLARIA E DELLO SPORCO- DISAERATORI-DEFANGATORI- SEPARATORI IDRAULICI MULTIFUNZIONE
36 DEFANGATORI CON MAGNETEDISAERATORE - DEFANGATORE
37 DISAERATORE
38 GRUPPO DI RIEMPIMENTO E DEMINERALIZZAZIONE
39 SEPARATORE IDRAULICO MULTIFINZIONE SEP4
Sommario
SPEDIZIONEINABBONAMENTO
POSTALE
PUBBLICIT
70%
-FILIALEDINOVARA
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PUBBLICAZIONEPERIODICADIINFORMAZIONETECNICO-PROFESSIONALE
LA RIQUALIFICAZIONE DELLE
VECCHIE CENTRALI TERMICHE
CALEFFI S.P.A.
S.R. 229, N. 25
28010 Fontaneto dAgogna (NO)
TEL. 0322 8491 FAX 0322 863305
[email protected] www.caleffi.it
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LA RIQUALIFICAZIONE DELLEVECCHIE CENTRALI TERMICHE
Ingg. Marco Doninelli, Mario Doninelli
Negli ultimi numeri di Idraulica abbiamo visto
come possibile trasformare le vecchie reti di
distribuzione, realizzate per funzionare a porta-
ta costante, in reti che funzionano a portata va-
riabile.
Nelle pagine che seguono, cercheremo di com-
pletare il discorso di ristrutturazione dei vecchi
impianti, considerando come possibile trasfor-
mare le vecchie CT (centrali termiche) che
funzionavano a portata costante in CT in grado
di servire impianti a portata variabile.
La trattazione suddivisa in due parti:
nella prima esamineremo aspetti che riguardano la
produzione del calore, nonch la regolazione e l'in-
vio del fluido vettore ai corpi scaldanti;
nella seconda considereremo invece problemi re-
lativi al trattamento dell'acqua: problemi con-
nessi soprattutto all'uso di nuovi componenti. In
merito va ben considerato che ignorare o sottova-
lutare questi problemi pu compromettere gra-
vemente il corretto funzionamento degli impian-
ti sia nuovi che ristrutturati.
Fonte: M. Coniglio
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Esempi di caldaie in ghisa
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CALDAIE TRADIZIONALI
Erano realizzate in ghisa o in acciaio. Le pi
vecchie sono generalmente in ghisa.
Pur avendo una resa termica assai inferiore a quella
delle nuove caldaie, servono ancora un conside-revole numero di vecchi impianti.
e intermedi. Il numero di questi ultimi varia in re-
lazione alla potenzialit termica della caldaia.
Gli elementi (ottenuti per fusione e finiti con sab-
biatura e sbavatura) sono realizzati con forme che
consentono di realizzare sia le camere di combu-
stione sia i condotti dei gas di combustione.
In relazione al tipo di materiale utilizzato, gli ele-menti possono essere in ghisa normale (in genere
collaudati a 46 atm) oppure in ghisa sferoidale
(in genere collaudati a 1018 atm).
Le caldaie in ghisa, rispetto a quelle in acciaio, so-
no meno esposte alle corrosioni. Inoltre la compo-
nibilit degli elementi facilita la loro messa in ope-
ra in locali con porte o griglie di accesso alla CT di
limitate dimensioni.
CALDAIE IN GHISA
Sono costituite da diversi elementi componibili
assemblati fra loro con appositinipples e tiranti
di fissaggio.Gli elementi sono di tre tipi: di testata, d'estremit
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Esempi di caldaie in acciaio
CALDAIE IN ACCIAIO
Sono realizzate saldando fra loro lamiere, tubi e
profilati in acciaio. cos possibile realizzare fa-cilmente le geometrie richieste senza dover ricorre-re ad apposite fusioni, che in genere comportanocosti di realizzazione ben pi elevati.
Con le caldaie in acciaio possibile inoltre realiz-zare percorsi dei fumi perfettamente stagni, ilche consente di ottenere una combustione di tipopressurizzato: cio una combustione con resa ter-mica sensibilmente superiore a quella ottenibilecon una combustione di tipo atmosferico.
Le caldaie in acciaio, rispetto a quelle in ghisa, of-frono i seguenti vantaggi: (1) minor peso, il checonsente spostamenti pi agevoli; (2) volumi picontenuti, cosa che rende possibile o pi facile laloro installazione in locali con dimensioni ridotte; (3)minor inerzia termica e quindi messa a regime intempi pi brevi; (4) minor pericoli di rotture pershock
termici.
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Pericolo temperature di ritorno
troppo basse
Pericolo portate in caldaia
troppo basse
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LIMITI FUNZIONALI
DELLE CALDAIE TRADIZIONALI
Le caldaie tradizionali non erano (e naturalmente
non sono) in grado di funzionare correttamente
n con portate n con temperature di ritornotroppo basse.
TEMPERATURE DI RITORNO IN CALDAIATROPPO BASSE
Con temperature di ritorno in caldaia inferiori
ai 5055C (se disponibili comunque consigliabile
attenersi ai valori indicati dal Produttore) possonoverificarsi corrosioni e shock termici: fenome-ni molto temibili per la tenuta e la durata dellecaldaie.
Shocktermici
Sono causati da forti e improvvise variazioni di
temperatura.Nel caso delle caldaie si manifestano quando sihanno forti differenze di temperatura fra il flui-do interno della caldaia e quello di ritorno.
Questi shock(cio colpi, il termine inglese) pos-sono portare a rottura i materiali con cui sonocostruite le caldaie tradizionali. Le pi esposte a talepericolo sono le caldaie in ghisa, tuttavia anchequelle in acciaio non ne sono immuni.
Glishocktermici sono assai pericolosi soprattuttoper due motivi: (1) provocano gravi danni intempi brevissimi, (2) non sono facili da impedi-re nelle fasi di avvio e riavvio degli impianti: cio,nelle fasi in cui lacqua fredda dei tubi e dei corpiscaldanti si immette direttamente nelle caldaiemantenute ad elevata temperatura.
PORTATE DI CIRCOLAZIONE IN CALDAIATROPPO BASSE
Nelle caldaie tradizionali le portate minime non
devono essere inferiori al 30-40% delle portate
nominali (comunque, anche in questo caso, se
sono disponibili consigliabile attenersi ai valori
indicati dal Produttore).Portate insufficienti possono provocare forti sur-
riscaldamenti nelle zone meno irrigate dello
scambiatore interno di calore, oppure dove si
accumula sporco.
Tali surriscaldamenti possono far vaporizzare
lacqua e quindi portare al formarsi di incrostazio-
ni calcaree e allinsorgere di corrosioni: fenomeni
che, come vedremo meglio in seguito, possono
provocare fessurazioni e rotture del corpo caldaia.
Corrosioni
Dipendono dal fatto che, con basse temperature
di ritorno in caldaia, il vapore acqueo contenuto
nei fumi condensa. Tale condensa ( acqua pura)reagendo poi con sostanze presenti nei fumi sitrasforma da neutra in acida.
Nel caso del gasolio, lacqua si combina con lozolfo formando acido solforico: un acido moltoforte che fa diventare la condensa molto acida emolto corrosiva.
Nel caso del gas, invece, lacqua si combina conlanidride carbonica formando acido carbonico:un acido non molto forte che fa diventare la con-densa mediamente corrosiva. Va comunque con-siderato che anche le condense mediamente corro-sive possono provocare gravi danni a caldaie inghisa o in acciaio.
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Caldaie tradizionali
Anomalie di funzionamento e possibili danni connessi alluso di circuiti idraulici non adeguati
Possibili rotture per shocktermico nelle zone vicine
allimmissione dellacqua di ritorno
Possibili rotture per surriscaldamenti
locali dovuti a portate troppo basse.
Possibili rotture per corrosione delle pareti
(lato fumi) dovute alle condense acide.
EVITARE:
TEMPERATURE DI RITORNO
E PORTATE TROPPO BASSE
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NOTE E CONSIDERAZIONI
Nel disegno sotto riportato sono evidenziati i prin-cipali danni ed inconvenienti a cui sono esposte lecaldaie tradizionali che funzionano con temperaturedi ritorno e portate troppo basse.Per semplicit, il disegno riferito ad una caldaia
in acciaio, ma generalizzabile anche alle caldaiein ghisa.
Di seguito considereremo, in relazione al tipo diregolazione adottata, quali erano le soluzioni e gliaccorgimenti adottati per impedire temperature
di ritorno e portate troppo basse.Vedremo, poi, come tali soluzioni possono essereadattate alle esigenze di un sistema distributivotrasformato da portata costante a portata variabile,
sia mantenendo in funzione le caldaie tradizionalisia sostituendole con caldaie a condensazione.
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Circolazione
naturale
IMPIANTI REGOLATI CON
VALVOLA MISCELATRICE A QUATTRO VIE
Modalit di funzionamento della valvola:
Valvola aperta
La valvola lavora in deviazione.
Tutta l'acqua in uscita dalla caldaia inviata diret-tamente ai corpi scaldanti.La potenza termica massima cedibile dai corpiscaldanti uguale alla potenza massima della cal-daia.
Valvola a carico parziale
La valvola lavora in miscelazione (ved. disegnosopra riportato) sia sul circuito primario che sulcircuito secondario.Il valore della potenza termica massima cedibile variabile tra zero e il valore della potenza massimadella caldaia.
Valvola chiusa
La valvola lavora in deviazione.
Il circuito caldaia risulta idraulicamente separatodal circuito che serve i corpi scaldanti ed in esso siattiva una circolazione di tipo naturale in gradodi garantire un passaggio costante dell'acquaattraverso la caldaia.
NOTE ED OSSERVAZIONI
In genere si riteneva (anche se non del tutto ve-ro, in quanto dipende dal tipo di valvola installatae da come posta in opera) che le valvole a 4 viefossero in grado di assicurare, in tutte le possi-
bili condizioni di lavoro, circolazioni d'acqua in
caldaia sufficienti ad impedire i pericoli connes-
si a temperature di ritorno e a portate troppo
basse. Con queste valvole, pertanto, non venivanoadottati particolari sistemi di difesa contro tali pe-ricoli.
Gli esempi di seguito riportati riguardano riqua-lificazioni (con trasformazione dellimpianto daportata costante a variabile) di vecchie CT da ef-fettuarsi senza sostituire le caldaie tradizionali
e senza modificare le regolazioni con valvole
a 4 vie.
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Esempio di riqualificazione centrale termica a 1 partenza con valvola di regolazione a 4 vie
senza sostituzione della caldaia e della regolazione
Esempio di ristrutturazione centrale termica a 2 partenze con valvole di regolazione a 4 vie
senza sostituzione della caldaia e delle regolazioni
1
2
Esempio 1
Centrale termica a 1 partenza
Interventi previsti:
Sostituzione della pompa esistente con una nuova
pompa ad alta efficienza energetica.
Installazione di una nuova pompa ad alta efficienza
energetica sulla mandata del circuito caldaia e a montedella valvola a 4 vie. Serve ad evitare con maggior
certezza (rispetto al caso considerato) temperature di
ritorno e portate in caldaia troppo basse.
Nota: Luso di pompe ad alta efficienza energetica
serve a far funzionare correttamente limpianto e a ridurre
sensibilmente i costi di gestione. Il principale limite di
questa soluzione risiede nel fatto che con le caldaie
tradizionali non possibile ottenere i benefici (maggior
resa termica) ottenibili con le caldaie a condensazione.
Esempio 2
Centrale termica a 2 partenze
Interventi previsti:
Sostituzione delle pompe esistenti con nuove pompe
ad alta efficienza energetica.
Installazione di una nuova pompa ad alta efficienza
energetica sulla mandata del circuito caldaia e a montedella valvola a 4 vie. Serve ad evitare con maggior
certezza (rispetto al caso considerato) temperature di
ritorno e portate in caldaia troppo basse.
Nota: Luso di pompe ad alta efficienza energetica
serve a far funzionare correttamente limpianto e a ridurre
sensibilmente i costi di gestione. Il principale limite di
questa soluzione risiede nel fatto che con le caldaie
tradizionali non possibile ottenere i benefici (maggior
resa termica) ottenibili con le caldaie a condensazione.
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NO circolazione
circuito caldaia
Pompa anticondensa asservita
ad un termostato di minima
T
Pompa anticondensa con sonda di minima
La valvola lavora in deviazione.
Tutta l'acqua in uscita dalla caldaia inviata diret-
tamente ai corpi scaldanti.
IMPIANTI REGOLATI CON
VALVOLA MISCELATRICE A TRE VIE
Modalit di funzionamento della valvola:
Valvola aperta
Valvola a carico parziale
La valvola lavora in miscelazione.
La potenza termica massima cedibile varia tra zero
e il valore della potenza massima della caldaia.
La valvola lavora in deviazione.
Lacqua pu circolare solo nel circuito dei corpi
scaldanti.
Valvola chiusa
NOTE ED OSSERVAZIONI
Le valvole a 3 vie possono far funzionare le cal-
daie sia con ritorni troppo freddi sia con portate
insufficienti. Per evitare tali pericoli erano gene-ralmente adottate due soluzioni:
La prima prevedeva (fra la mandata e il ritorno delcircuito caldaia) un by-pass con pompa (detta dianticondensa) asservita ad un termostato di mi-nima. La pompa funzionava solo quando la tempe-ratura di ritorno in caldaia era inferiore al valore ditaratura del termostato.
Questa soluzione garantiva solo il rispetto dellatemperatura minima di ritorno, ma non la portataminima richiesta dalla caldaia.
La seconda soluzione prevedeva invece il funzio-
namento continuo della pompa anticondensa.Era inoltre dotata di una sonda limite (posta sulritorno in caldaia) che comandava in modulazione(e con precedenza sul riscaldamento) la valvola atre vie, facendo ridurre (con temperature di ritor-ni troppo fredde) la quantit dacqua provenien-te dallimpianto.
In tal modo era possibile garantire alle caldaie legiuste condizioni di lavoro anche in fase di avviodellimpianto o dopo un arresto notturno.
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Esempio di riqualificazione centrale termica a 1 partenza con valvola di regolazione a 3 viesenza sostituzione della caldaia e della regolazione
Esempio di ristrutturazione centrale termica a 2 partenze con valvole di regolazione a 3 vie
senza sostituzione della caldaia e delle regolazioni
4
3
Gli esempi di seguito riportati riguardano riquali-
ficazioni (con trasformazione dellimpianto da por-
tata costante a variabile) di vecchie CT da effettu-
arsi senza sostituire le caldaie tradizionali e sen-
za modificare le regolazioni con valvole a 3 vie.
Esempio 3
Centrale termica a 1 partenzaInterventi previsti:
Sostituzione della pompa che serve limpianto con una
nuova pompa ad alta efficienza energetica.
Sostituzione della pompa anticondensa con una nuova
pompa ad alta efficienza energetica.
Nota: Luso di pompe ad alta efficienza energetica serve a
far funzionare correttamente limpianto e a ridurre
sensibilmente i costi di gestione.
Esempio 4
Centrale termica a 2 partenze
Interventi previsti:
Sostituzione delle due pompe che servono i due cir-
cuiti dellimpianto con pompe ad alta efficienza
energetica.
Sostituzione della pompa anticondensa con unanuova pompa ad alta efficienza energetica
Nota: Luso di pompe ad alta efficienza energetica serve a
far funzionare correttamente limpianto e a ridurre
sensibilmente i costi di gestione.
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CALDAIE A CONDENSAZIONE
CARATTERISTICHE E PRESTAZIONI
Come sappiamo, le caldaie a condensazione sonocaldaie in grado di recuperare il calore del
vapore acqueo contenuto nei fumi: prestazionequesta che incrementa in modo sensibile la loro re-sa termica.
Per evitare corrosioni eshocktermici queste cal-
daie sono realizzate con materiali e forme che
consentono loro di funzionare regolarmente an-
che con temperature di ritorno e portate molto
basse, vale a dire in condizioni non compatibili col
corretto funzionamento delle caldaie tradizionali.
Con le caldaie a condensazione quindi possibile
realizzare collegamenti ai circuiti di distribuzione
senza dover ricorrere a pompe anticondensa o adaltri artifici atti ad evitare temperature e portate in
caldaia troppo basse.
Queste caldaie possono essere cos suddivise:
CALDAIE A PORTATA NULLA
Sono realizzate con geometrie apposite, in gra-
do di attivare una circolazione interna di tipo
naturale sufficiente a smaltire il calore prodotto
dal bruciatore.
Pertanto con queste caldaie si possono serviredirettamente anche gli impianti a portata variabile.
CALDAIETTE IN CASCATA
Le caldaiette sono attivate in cascata, regolate con
modulazione della fiamma e disattivate in base allaquantit di calore richiesto.
La temperatura del fluido pu essere gestita dauna centralina climatica. La portata in circolazione solo quella che viene fornita dalle pompe dellecaldaiette attivate.
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CALDAIE A MODULI TERMICICON POMPE INTERNE
Funzionano in modo analogo a quanto considerato
per le caldaiette collegate in cascata.
Rispetto alle caldaiette, possono tuttavia garantiresoluzioni molto compatte anche quando sonorichieste potenze termiche elevate.
TCOST
Pompa a velocit variabile
valore di regolazione TCOST
TAC TAI
Caldaia a moduli termici senza pompe autonome interne
Caldaia a moduli termici con pompe interne
CALDAIE A MODULI TERMICISENZA POMPE AUTONOME INTERNE
Anche in questo caso i moduli funzionano in ca-
scata. Tuttavia, per il circuito caldaia (a differenza
del caso precedente) prevista una sola pompa.
Tale pompa deve essere scelta e regolata in mo-
do da evitare che il circuito della caldaia (bypas-sando, attraverso il separatore idraulico, lacqua dimandata nel ritorno) possa lavorare con valoridelle portate e delle temperature di ritorno
troppo elevati, e quindi possa lavorare in condi-zioni che vanificano, o diminuiscono sensibilmente,
i benefici ottenibili con la condensazione dei fumi.A tal fine possibile ricorrere alluso di una pom-pa a velocit variabile asservita ad un regolato-
re di tipo differenziale a cui affidato il compitodi variare il numero di giri della pompa in modo damantenere costante (e uguale a circa 2-3C) la dif-ferenza di temperatura fra la mandata del circuitocaldaia e la mandata del circuito impianto (ved. re-lativo disegno e riquadro sotto riportati).
Con la pompa cos regolata (e naturalmente a pa-ri calore scambiato) il circuito caldaia lavora conun salto termico (T) leggermente superiore aquello del circuito impianto. Di conseguenza laportata del circuito caldaia risulta leggermente in-feriore a quella dell'impianto.Pertanto il fluido che pu essere inviato allacaldaia attraverso il separatore idraulico solo
quello che ritorna dall'impianto, cio solo quello
che si trova alla minor temperatura possibile.
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VECCHI IMPIANTI A 4 VIE RISTRUTTURATICON CALDAIE A CONDENSAZIONE
Esempio 6
Centrale termica a 2 partenze
Si considerano 2 casi (ved. disegni sotto riportati):
caso 1 Sostituzione caldaia esistente con caldaia a
condensazione (tipo a portata nulla). No modifiche alla
regolazione esistente.
Interventi previsti (ved. disegni pagina a lato): Sostituzione delle pompe che servono limpianto con
nuove pompe ad alta efficienza energetica.
caso 2 Sostituzione caldaia esistente con caldaia a
condensazione (tipo a moduli termici senza pompe
interne) e con nuova regolazione.
Interventi previsti:
Sostituzione delle pompe che servono limpianto con
nuove pompe ad alta efficienza energetica.
Adozione pompa circuito caldaia ad alta efficienza
energetica asservita ad un regolatore differenziale di
temperatura (ved. pag. 13).
Nota: Il caso 1 ha minor costo rispetto al caso 2, ma non
consente di ottimizzare la resa dellimpianto in quanto (a
differenza del caso 2) la caldaia deve produrre acqua ad
elevata temperatura.
Esempio di riqualificazione centrale termica a 1 partenza e regolazione con valvola a 4 vie
Caso 1: Sostituzione della caldaia
senza modifiche alla regolazione
Caso 2: Sostituzione della caldaia
con nuova regolazione
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Esempio 5
Centrale termica a 1 partenza
Si considerano 2 casi (ved. disegni sotto riportati):
caso 1 Sostituzione caldaia esistente con caldaia acondensazione (tipo a portata nulla).No modifiche alla
regolazione esistente.
Interventi previsti (ved. disegni sotto riportati):
Sostituzione della pompa che serve limpianto con
una nuova pompa ad alta efficienza energetica.
caso 2 Sostituzione caldaia esistente con caldaia a
condensazione (tipo a moduli termici con pompe inter-
ne) e con nuova regolazione.
Interventi previsti:
Eliminazione valvola a 4 vie.
Sostituzione della pompa che serve limpianto conuna nuova pompa ad alta efficienza energetica.
Nota: Il caso 1 ha minor costo rispetto al caso 2, ma non
consente di ottimizzare la resa dellimpianto in quanto (a
differenza del caso 2) la caldaia deve produrre acqua ad
elevata temperatura.
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Caso 2: Sostituzione della caldaia con nuova regolazione
Caso 1: Sostituzione della caldaia senza modifica alla regolazione
Esempio di riqualificazione centrale termica a 2 partenze e regolazione con valvola a 4 vie
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Esempio di riqualificazione centrale termica a 1 partenza e regolazione con valvola a 3 vie
Caso 1: Sostituzione della caldaia
senza modifiche alla regolazione
Caso 2: Sostituzione della caldaia
con nuova regolazione
7
VECCHI IMPIANTI A 3 VIE RISTRUTTURATICON CALDAIE A CONDENSAZIONE
Esempio 7
Centrale termica a 1 partenza
Si considerano 2 casi (ved. disegni sotto riportati):
caso 1 Sostituzione caldaia esistente con caldaia acondensazione (tipo a portata nulla).No modifiche alla
regolazione esistente.
Interventi previsti (ved. disegni sotto riportati):
Eliminazione pompa anticondensa e sonda di minima.
Sostituzione della pompa che serve limpianto con
una nuova pompa ad alta efficienza energetica.
caso 2 Sostituzione caldaia esistente con caldaia a
condensazione (tipo a moduli termici con pompe inter-
ne) e con nuova regolazione.
Interventi previsti:
Eliminazione valvola a 3 vie e pompa anticondensa. Sostituzione della pompa che serve limpianto con
una nuova pompa ad alta efficienza energetica.
Nota: Il caso 1 ha minor costo rispetto al caso 2, ma non
consente di ottimizzare la resa dellimpianto in quanto (a
differenza del caso 2) la caldaia deve produrre acqua ad
elevata temperatura.
Esempio 8
Centrale termica a 2 partenze
Si considerano 2 casi (ved. disegni pagina a lato):
caso 1 Sostituzione caldaia esistente con caldaia a
condensazione (tipo a portata nulla).No modifiche alla
regolazione esistente.
Interventi previsti (ved. disegni pagina a lato): Eliminazione pompa anticondensa e sonda di minima.
Sostituzione delle pompe che servono limpianto con
nuove pompe ad alta efficienza energetica.
caso 2 Sostituzione caldaia esistente con caldaia a
condensazione (tipo a moduli termici senza pompe
interne) e con nuova regolazione.
Interventi previsti:
Eliminazione valvole a 3 vie e pompa anticondensa.
Sostituzione delle pompe che servono limpianto con
nuove pompe ad alta efficienza energetica.
Adozione pompa circuito caldaia ad alta efficienzaenergetica asservita ad un regolatore differenziale di
temperatura (ved. pag. 13).
Nota: Il caso 1 ha minor costo rispetto al caso 2, ma non
consente di ottimizzare la resa dellimpianto in quanto (a
differenza del caso 2) la caldaia deve produrre acqua ad
elevata temperatura.
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Caso 2: Sostituzione della caldaia con nuova regolazione
Caso 1: Sostituzione della caldaia senza modifica alla regolazione
Esempio di riqualificazione centrale termica a 2 partenze e regolazione con valvola a 3 vie
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PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE
ACQUA CALDA SANITARIA
In genere, nei vecchi impianti, lacqua calda sanita-ria era prodotta con boiler elettrici dalloggio, in-
stallati nei bagni o in piccoli vani tecnici. Comun-que, se lacqua calda prodotta in centrale, in fasedi riqualificazione dell'impianto devono essere con-siderati i seguenti aspetti:
Integrazione della produzione di acqua calda sanitaria con pompa di calore aria/acqua
Integrazione della produzione di acqua calda sanitaria con impianto solare termico
Integrazione delle energie tradizionalicon energie rinnovabili
Pu essere obbligatorio, in quanto richiesto da spe-cifiche norme, produrre una percentuale prefis-
sata (rispetto al fabbisogno totale) di acqua caldasanitaria con energie rinnovabili. A tal fine, leenergie pi convenienti sono generalmente quellederivabili dal sole (con pannelli termici) e dallaria(con pompe di calore aria/acqua).
In entrambi i casi (ved. schemi sotto riportati) sipu ricorrere all'aiuto di nuovi bollitori, installatianche all'esterno del locale caldaia.I nuovi bollitori servono a riscaldare l'acqua solocon energie rinnovabili. I vecchi, invece, servono(se necessario e fino al valore minimo richiesto) adelevare la temperatura dellacqua con energie tra-dizionali.Con pompe di calore aria/acqua bene prevedereregolatori in grado di disattivare le pompe con tem-perature dellaria troppo basse (ved. Idraulica 41).
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Esempio di disinfezione termica con miscelatore termostatico
T
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T
O
2
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Esempio di disinfezione termica con miscelatore elettronico
E E
Disinfezione termicadellacqua calda sanitaria
Serve ad evitare il pericolo della Legionellosi:grave forma di infezione polmonare causata da bat-teri del genere Legionella che possono svilupparsisia nei serbatoi daccumulo dellacqua calda sanita-
ria sia lungo le relative reti di distribuzione.A questo pericolo abbiamo gi riservato due nume-ri monografici di Idraulica (il 23 e il 30) ai qualirinviamo per unanalisi pi completa dei variaspetti (dordine clinico, tecnico e normativo) chelo caratterizzano.
Di seguito ci limitiamo a richiamare gli schemi dibase che servono a garantire una completa disinfe-zione termica antibatterica degli impianti sanitari.
Disinfezione termica con miscelatore termostatico
In questo caso vanno previste due valvole a due
vie (installate sul by-pass del miscelatore e sulladerivazione dell'acqua miscelata, come nello sche-ma sotto riportato) asservite ad un orologio pro-grammatore.In regime normale la valvola 2 (ved. schema) aperta e la 1 chiusa. Al contrario, in fase di disin-fezione, la valvola 1 aperta e la 2 chiusa.
Disinfezione termica con miscelatore elettronico
In questo caso il miscelatore (con centralina re-golabile su pi livelli di temperatura e dotata diorologio programmabile) a gestire direttamente siail funzionamento in regime normale sia quello infase di disinfezione.
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IL TRATTAMENTO DELLACQUA
NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Quasi tutti i vecchi impianti di riscaldamento
sono stati realizzati, e hanno funzionato fino ai
nostri giorni, senza trattamenti particolari siadellacqua di caricamento, sia dell'acqua che
circola negli impianti stessi.
Va tuttavia considerato che ci non pi possi-
bile con impianti nuovi o ristrutturati.Il motivo, come vedremo meglio in seguito, do-vuto alla presenza in questi impianti di nuovicomponenti, quali, ad esempio, le caldaie a con-densazione e le pompe ad alta efficienza energeti-ca: componenti per i quali si rende necessariol'uso di mezzi ed apparecchiature specifici e
diversi da quelli finora utilizzati.
Nelle pagine che seguono considereremo i tratta-menti richiesti essenzialmente per quanto riguarda iloro aspetti impiantistici. Per quanto riguarda, in-vece, i regolamenti legislativi nonch i fenomenifisico-chimici che li caratterizzano, si rinvia alleNewsletter Caleffi 1, 2, 3.
PRINCIPALI PROBLEMILEGATI ALLA QUALIT DELLACQUA
L'acqua non "trattata" pu comportare i seguentifenomeni degenerativi e relativi danni:
Incrostazioni calcaree
Sono incrostazioni dovute alla precipitazione dicarbonati (specie di calcio e magnesio) scioltinellacqua di caricamento dellimpianto. Questi iprincipali danni che esse possono provocare:
Tubi
Le incrostazioni nei tubi possono ridurre sensibil-mente le sezioni di passaggio e quindi le portatedel fluido.
Possono causare, inoltre, corrosioni di tipo punti-forme e indebolire i tubi fino a rottura.
Caldaie
Per le caldaie, i danni provocati dalle incrostazionisono dovuti al fatto che si depositano sulle paretidelle camere di combustione in strati ad elevataresistenza termica e quindi ad elevato potere iso-lante. Di conseguenza, a bruciatore attivo, alcunezone delle camere di combustione possono rag-
giungere temperature troppo elevate e in grado
di provocare lesioni o rotture.Inoltre le incrostazioni si formano con spessorimolto variabili, il che comporta (tra le varie zonedelle camere di combustione) sollecitazioni termi-che e stress del metallo molto diversi fra loro.
Sono questi, ad esempio, i fenomeni che hannocausato la rottura di molte caldaie a fascio tu-
biero nelle zone di saldatura dei tubi: cio nellezone meno irrigate della caldaia e quindi pi espo-ste alle sollecitazioni termiche e agli stress di cuisopra.
Scambiatori di calore
Specie nel caso degli scambiatori a piastre, le in-crostazioni comportano forti riduzioni del calorescambiato ed elevati incrementi delle perdite dicarico.
Le incrostazioni, inoltre, possono rendere inservi-bili gli scambiatori a piastre saldobrasati e rendereimpegnativa la manutenzione degli scambiatori apiastre smontabili.
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sporcomateriale corroso
ACQUA
SUPERFICIE METALLICA
Valvole
Le incrostazioni calcaree possono aderire tenace-mente alle sedi e agli otturatori delle valvole di re-golazione e termostatiche e questo pu impedirneil corretto funzionamento.
PompeI depositi di calcare possono ostacolare la liberacircolazione dei e delle giranti rotori delle pompe.
E ci pu provocare sia continui blocchi sia ilgrippaggio delle pompe.
Corrosioni
Sono causate da fenomeni elettrochimici di diversanatura (ved. Newsletter Caleffi, n. 1).Sono inoltre caratterizzate dal fatto che si au-
toalimentano fra loro e interagiscono anche con
le incrostazioni calcaree. Pertanto, una volta in-nescate, possono diffondersi e causare gravi danniin tempi molto brevi.Di seguito ci limiteremo a considerare solo le cor-rosioni di maggior interesse impiantistico.
Corrosioni per ossidazione
Sono causate dalla presenza di aria, e quindi di
ossigeno, nell'acqua.
Possono compromettere la tenuta dei tubi, delle
caldaie e dei corpi scaldanti.
Corrosioni per aerazione differenziale
Sono dovute al fatto che, in presenza di acqua, unostrato di sporco su una superficie metallica formadue strati (acqua/sporco e sporco/metallo) con di-verso tenore di ossigeno: situazione questa che at-tiva, fra i due strati, pile localizzate in grado di cor-rodere la superficie metallica.
Corrosioni per correnti vaganti
Sono causate da correnti a debole intensit presentinel terreno.
Tali correnti sono causate da mezzi o sistemi distri-butivi che usano conduttori a contatto con il terreno,ad esempio: ferrovie, tramvie e cavi ad alta tensione.
Corrosioni causate dai liquidi antigelo
Sono dovute al fatto che gli antigelo normalmenteutilizzati degradano nel tempo e rendono corrosivele loro miscele con l'acqua.
Per evitare tali corrosioni necessario: (1) usare li-quidi antigelo con inibitori anticorrosione, (2) tenerpuliti e disaerati gli impianti in quanto aria e sporcocausano un precoce degrado dell'antigelo, (3) con-
trollare periodicamente l'acidit del fluido vettore.
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Possibili depositi di magnetite
POSSIBILI DANNI ALLE POMPE:
- MINOR RESA
- RAPIDA USURA
- DANNI IRREPARABILI
Polveri di ferro e magnetite
Le corrosioni, considerate in precedenza, pro-
ducono e liberano nell'acqua sia polveri di ferro
non magnetiche (che di seguito chiameremo sem-plicemente polveri di ferro o ruggine) sia magneti-te: materiale quest'ultimo che si forma in picco-
le scaglie (molte delle quali non visibili ad occhionudo) e che possiede propriet magnetiche moltoelevate (ved. foto sotto riportata).
Caloriferi con zone basse fredde
La causa dovuta ad un accumulo di polveri diferro e magnetite nelle zone basse dei corpi scal-danti.
Le polveri di ferro e la magnetite possono non soloincrementare, come gi visto, i fenomeni di corro-sione, ma anche causare altri gravi problemi, inparte gi noti e in parte del tutto nuovi.
Come vedremo soprattutto la magnetite a
causare i problemi in quanto pu aderire molto
tenacemente a nuovi e importanti componenti
dell'impianto.
Il pericolo sussiste soprattutto in impianti con cal-daie di tipo tradizionale e con corpi scaldanti inghisa o in acciaio.
Magnetite e nuove pompe ad alta efficienza
La magnetite pu provocare gravi danni a questepompe ormai obbligatorie in tutti i Paesi europei.
Va infatti considerato che queste nuove pompe, adifferenza di quelle tradizionali, sono generalmen-te dotate di rotori a magneti permanenti.
Fatto questo che, se non adeguatamente con-trastato, pu comportare un accumulo perma-
nente di magnetite sui rotori e quindi causare
una netta caduta di resa delle pompe, nonch
una loro rapida usura e danni irreparabili.
Pu dunque portare (per quanto riguarda il ri-sparmio energetico) a risultati del tutto opposti aquelli che giustificano ladozione di queste nuove
pompe.
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Possibili formazioni di sacche daria
Possibili fenomeni di cavitazione
Aria
La presenza di aria negli impianti di climatizza-
zione dovuta a pi cause, quali: il caricamentodegli impianti, gli interventi di manutenzione e ilsussistere di possibili zone dellimpianto che lavo-rano in depressione.
Laria, oltre ad essere determinante nel provocareossidazioni e corrosioni delle parti metalliche, puprovocare anche i seguenti problemi:
Caloriferi con zone alte fredde
La causa dovuta al formarsi di sacche daria nel-la parte alta dei corpi scaldanti.
Fenomeni di cavitazione
Sono fenomeni (ved. Idraulica 12) che possono in-sorgere dove lacqua dellimpianto scorre in filetti
fluidi ad alta velocit, ad esempio: nelle pompelungo le alette delle giranti, oppure tra sede ed ottu-ratore delle valvole quando lavorano con piccolesezioni di passaggio.
I fenomeni di cavitazione possono causare cor-
rosioni (generando superfici variamente butterate),vibrazioni molto forti e rumorosit intermitten-
te simile a colpi di martello. Inoltre possonocompromettere il corretto funzionamento di valvo-le e pompe, nonch portare alla loro rottura.
Rumorosit dei radiatori
causata dal passaggio di bolle e microbolle at-traverso le valvole termostatiche dei radiatori.
In questi casi, laria che ristagna nella parte altadei radiatori pu anche, agendo da cassa di riso-nanza, amplificare la rumorosit.
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Mg2+
Mg2+Ca2+
Ca2+
Ca2+
Cl-
HCO3-
HCO3-
SO42-
SO42-
Na2+
Mg2+
Mg2+Ca2+
Ca2+
Ca2+
Cl-
HCO3-
HCO3-
SO42-
SO42-
Na2+
Na+Na+
Na+
Na+
Na+
Na+
Na+
Cl-
HCO3-
HCO3-
SO42-
ADDOLCIMENTO DEMINERALIZZAZIONE
trattamento
con resine
dosaggio
polifosfati
acqua
di falda
acqua
addolcita
acqua
di falda
acqua
demineralizzata
demineralizzazione
Lacqua addolcita risulta impoverita
solo dei sali di calcio e di magnesio,
ma ricca di sodio e altri sali disciolti
LADDOLCIMENTO NON IDONEOIN IMPIANTI CON CALDAIE REALIZZATEIN LEGHE DI ALLUMINIO, ED QUESTO
IN GENERE IL CASO DELLE CALDAIEA CONDENSAZIONE.
Lacqua demineralizzata risulta in pratica
acqua pura, cioacqua privadi sostanze chimiche in soluzione
PER LA PUREZZA DELLACQUAPRODOTTA, LA DEMINERALIZZAZIONE
IDONEA IN IMPIANTI CON CALDAIE
REALIZZATE SIA IN ACCIAIOSIA IN LEGA DI ALLUMINIO
PRINCIPALI OPERAZIONI RICHIESTE
PER IL TRATTAMENTO DELLACQUA
NEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO
Si possono suddividere in 4 fasi:
pulizia degli impianti caricamento dellacqua
eliminazione dellaria
eliminazione delle impurit
PULIZIA DEGLI IMPIANTI
Consiste in operazioni di lavaggio e successivo ri-sciacquo.Negli impianti esistenti, lo scopo, quello di ri-muovere ossidi di ferro induriti, incrostazioni
calcaree, residui di saldatura, materiali di tenu-
ta, sostanze usate nei processi produttivi (lasabbia nel caso di radiatori e caldaie in ghisa), oliiminerali utilizzati per proteggere le superfici deicomponenti metallici. bene, inoltre, pulire gli impianti con laiuto diappositi prodotti atti a facilitare la rimozione dellesostanze da eliminare e ad inibire (o meglio a ren-dere meno temibili) i processi di ossidazione.
CARICAMENTO DELLACQUA
Pu essere effettuato con acqua addolcita (trat-tamento tradizionale) o con acqua demineralizza-ta (trattamento nuovo per gli impianti di riscalda-mento).
Laddolcimento si realizza con due operazioni:la prima serve a sostituire il calcio e il magnesio(minerali responsabili della durezza dellacqua epoco solubili) con il sodio (pi solubile);la seconda serve invece a neutralizzare laggres-sivit residua dellacqua (e quindi ad evitare corro-sioni) ed , in genere, realizzata con dosatori dipolifosfati.In merito comunque molto importante tener
presente che questo trattamento non idoneo
con scambiatori di calore realizzati in leghe di
alluminio, cio nella maggior parte dei casi che
prevedono luso di caldaie a condensazione.
La demineralizzazione si realizza invece con
una sola operazione che consente di eliminare
tutti i sali.
La demineralizzazione, consente cio, con una
sola operazione di eliminare tutti i sali che pro-
vocano le incrostazioni calcaree, nonch tutti i
sali che rendono aggressiva lacqua nei confron-
ti dei vari componenti dell'impianto.
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CALEFFI
0
1
2
3
4
Valvola
intercettazione
Disconnettore
Gruppo di
caricamento
Manometro
Contatore
volumetrico
Contenitore
resine
Cella di misurazione
conducibilit
Con la demineralizzazione, in pratica, si ottiene
acqua pura e pertanto utilizzabile con qualsiasi
tipo di caldaia.
Gruppi preassemblatidi caricamento e demineralizzazione
Sono essenzialmente costituiti da un disconnet-tore, da un gruppo di caricamento, da un contatorevolumetrico, dai vari componenti che servono ademineralizzare lacqua e da due valvole di inter-cettazione (ved. disegno sotto riportato).
I contatori volumetrici servono a determinare il
volume dellacqua demineralizzata e di con-seguenza la quantit dacqua (ad esempio in casodi manutenzione o rabbocchi) che pu essere anco-ra trattata. bene trascrivere questi volumi sul libretto di ma-nutenzione dell'impianto per poter conoscere, in
caso di riempimenti o rabbocchi successivi, le ef-fettive possibilit di demineralizzazione della cari-ca di resine ancora disponibile.
I contenitori delle resine di demineralizzazione
possono essere a perdere o rigenerabili.Sono posti in opera con valvole di ritegno in in-gresso per far circolare lacqua solo nella direzionedi caricamento dellimpianto. Il volume di acquatrattabile da ogni contenitore determinabile inbase ai criteri di calcolo del fornitore.
Le celle che misurano la conducibilit dell'ac-
qua offrono la possibilit di verificare diretta-
mente (cio senza apposite prove) se le resinestanno lavorando correttamente oppure se sono
da sostituire.
Resine esaurite Resine attive
Queste celle sono molto utili quando non possi-bile determinare con esattezza la qualit e quantitdacqua che serve a caricare limpianto oppurequando non si conosce lo stato di lavoro di unacarica di resine gi utilizzata.
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Valvola automatica di sfogo aria
a grande capacit di scarico
Valvola automatica di sfogo aria
ad alta pressione di scarico
Valvole e valvoline di sfiato aria per radiatori
Otturatore
Leva di
comando
Galleggiante
Otturatore
Leva di
comando
Galleggiante
Funzionamentomanuale
Funzionamento
a galleggiante
Funzionamento adischi igroscopici
Funzionamento
a galleggiante
ELIMINAZIONE DELLARIA
Va effettuata non solo con leliminazione delle
bolle daria, ma anche delle microbolle (ved.Idraulica 37).
Eliminazione delle bolle
A tal fine si utilizzano essenzialmente i seguentimateriali:
Valvole e valvoline di sfiato per radiatori
Possono essere a comando manuale o automatico.
I comandi di tipo automatico possono essere a gal-leggiante o a dischi igroscopici.
Le valvole a galleggiante (ved. disegno sotto ripor-tato) funzionano in modo sostanzialmente analogoa quello delle valvole automatiche di sfogo illu-strate nella colonna a lato.Le valvoline a dischi igrometrici sono invece dota-te di appositi dischetti che, a contatto con lacquasi espandono mantenendo la valvola in chiusura,mentre a contatto con laria si contraggono facen-do cos fuoriuscire laria.
Valvole automatiche di sfogo
Si installano in centrale termica, sulle colonne o inzone di ristagno delle bolle.Si distinguono in diversi tipi che si differenzianofra loro per le pressioni massime di esercizio e discarico dellaria, nonch per la quantit daria sca-ricabile in relazione alla pressione che sussistenellimpianto e allunit di tempo.
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Disaeratore orizzontale
Otturatore
Leva di comando
Galleggiante
Tappo di chiusura
Acqua e bolle daria
Rete separazionemicrobolle
Eliminazione delle microbolle
Le microbolle daria sono bolle molto piccole, condiametri compresi fra un decimo e due centesimi dimillimetro. Negli impianti di riscaldamento si for-mano sulle superfici interne delle caldaie, cio do-ve la temperatura dellacqua pi elevata.
Le microbolle possono essere eliminate con appo-siti dispositivi (detti disaeratori) che provvedonosia a separare le microbolle dallacqua sia ad
eliminarle in atmosfera.
I disaeratori, studiati appositamente per eliminarele microbolle, servono anche ad eliminare le bol-le, specie quelle che si annidano nei punti pi criti-ci dellimpianto.I disaeratori, infatti, fanno funzionare limpiantocon acqua impoverita e quindi con acqua in gradodi assorbire, e poi eliminare, le bolle.
I componenti principali dei disaeratori sono due:una rete disaeratrice e una valvola automatica
di sfogo aria.La rete disaeratrice fa nascere i moti vorticosi chefavoriscono la liberazione delle microbolle e la lo-ro adesione alle maglie della rete. Le microbolle sifondono poi tra loro creando piccole bolle che cre-scono fino a quando la spinta idrostatica dellacquasupera la forza di adesione alla rete.
Le microbolle, trasformate in bolle, salgono, quin-di, verso la parte alta del disaeratore e sono eva-
cuate dalla valvola di sfogo a galleggiante.Sono disponibili disaeratori che possono essere in-stallati sia in orizzontale che in verticale.
Disaeratori orizzontali
La direzione dellacqua, attraverso questi disaera-tori, costantemente orizzontale. Inoltre, per la lo-ro geometria, risulta indifferente il senso di flussodellacqua (ved. disegno sotto riportato).
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Disaeratore verticale
La camera di contenimento della rete disaeratrice relativamente ampia in quanto serve a rallentare lavelocit dellacqua e quindi a facilitare la risalitadelle bolle e delle microbolle verso la zona di eva-cuazione dellaria.
Disaeratori verticali
La direzione dellacqua, attraverso questi disaera-tori, sia verticale che orizzontale.
La turbolenza del flusso ottenuta non solo conluso di reti disaeratrici, ma anche (ved. disegnoriportato a lato) con i rapidi cambiamenti di dire-zione a cui il fluido sottoposto: soluzione questache incrementa sensibilmente lefficienza di disae-razione dellacqua.
Le sezioni di passaggio dellacqua sono realizzatecon dimensioni e sagomature del corpo valvola tali
da opporre al moto dellacqua perdite di carico inpratica trascurabili. Pertanto questi disaeratori(come daltra parte quelli orizzontali) possono es-sere installati, senza riduzioni di portata significa-tive, anche in impianti esistenti.
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Filtro ad Y
Cestello filtrante
Tappo ispezione
MAGNETITE
SABBIA
RUGGINE
RESIDUI DISALDATURA
0,001 0,01 0,1 1 10
1 10 100 1.000 10.000
diametro medio impurit [mm]
diametro medio impurit [m]
Campo
di lavoro
filtri a Y
ELIMINAZIONE DELLE IMPURIT
un'operazione che presenta difficolt soprattuttoper quanto riguarda leliminazione delle particellepi piccole essenzialmente costituite da sabbia,ruggine (ossidi di ferro non magnetici) e magneti-te: particelle le cui dimensioni sono comprese nei
seguenti intervalli: sabbia da 0,060 a 2,000 mm
ruggine da 0,015 a 0,800 mm
magnetite da 0,005 a 0,400 mm
Per eliminare queste particelle sono generalmenteutilizzati: filtri ad Y, defangatori semplici (oriz-zontali e verticali) e defangatori con magnete.
Filtri ad Y
Sono essenzialmente costituiti da un cestello dimaglia metallica che funziona da elemento filtrantee da raccoglitore dello sporco.Il loro corpo valvola generalmente in ottone perdiametri piccoli, in acciaio o in ghisa per diametrimedio-grandi.
Le maglie metalliche sono caratterizzate da diversiparametri, tra i quali la luce di passaggio, la super-
ficie lorda e la superficie aperta: ved. in meritoNewsletter Caleffi, 3.
La luce di passaggio (o capacit filtrante) indicale dimensioni minime delle particelle che il filtro in grado di intercettare. Ad esempio un filtro con lucedi passaggio uguale a 0,4 mm (400 m) in grado ditrattenere particelle di sporco a partire da tale valore.
Il limite di questi filtri consiste nel fatto che non
sono in grado di intercettare, e quindi togliere
dalla circolazione particelle di sporco inferiori a0,40,5 mm (400500 m).Non sono quindi in grado (ved. rappresentazionegrafica sopra riportata) di contrastare adeguata-mente le particelle di sabbia fine, di ruggine e dimagnetite.
Va anche considerato che le particelle intercettateaderiscono al cestello, e spesso tenacemente,incrementando in modo notevole le perdite di caricodel filtro: situazione che richiede frequenti inter-venti per la pulizia o sostituzione del cestello.
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Defangatore orizzontale
Camera didecantazione
Zona accumulazionesporco
Rubinettoespulsione sporco
Rete separazionesporco
Acqua con sporcoin sospensione
Acqua con sporcoridotto in sospensione
SABBIA
RUGGINE
RESIDUI DI
SALDATURA
0,001 0,01 0,1 1 10
1 10 100 1.000 10.000
diametro medio impurit [mm]
diametro medio impurit [m]
Campo
di lavorodefangatori
MAGNETITE
Defangatori semplici
Sono essenzialmente costituiti da una camera di de-cantazione, un elemento di collisione delle impurit,una zona di accumulo e un rubinetto di scarico.I defangatori possono consentire leliminazione diparticelle con dimensioni fino 0,005 mm (5 m).
Possono cio consentire leliminazione di particel-le con diametri 80100 volte pi piccoli rispetto aquelli delle particelle eliminabili coi fil-tri ad Y. Equesto consente (ved. rappresentazione grafica ri-portata nella colonna a lato) di intercettare edeliminare dallacqua tutti i residui di saldatura,
tutta la sabbia, tutta la ruggine e quasi tutta la
magnetite.I defangatori possono anche lavorare in simbiosi(cio in modo conveniente) con filtri ad Y (ved.Newsletter Caleffi, 3).
Lo scarico delle impurit raccolte pu essere effet-tuato ad impianto in funzione, in quanto suffi-ciente aprire il rubinetto di scarico.
Come nel caso dei disaeratori, sono disponibili de-fangatori che possono essere installati sia in oriz-zontale che in verticale.
Defangatori semplici orizzontali
La direzione dellacqua, attraverso questi defanga-tori, costantemente orizzontale. Inoltre, per la lo-ro geometria, risulta indifferente il senso di flussodellacqua (ved. disegno sotto riportato).
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Defangatore verticale
Defangatore magnetico
Defangatori semplici verticali
Lacqua, al loro interno, scorre sia verticalmenteche orizzontalmente. Presentano inoltre perdite dicarico molto basse e quindi (come daltra parte idefangatori orizzontali) possono essere installati,senza problemi, anche in impianti esistenti.
Defangatori magnetici
Servono soprattutto a proteggere le nuove gene-
razioni di pompe ad alta efficienza energetica
dotate di rotori magnetici.
In particolare questi nuovi defangatori servono
ad evitare che le impurit ferrose (ossidi di ferro
e magnetite) si accumulino preferenzialmentesui rotori di tali pompe.Servono pertanto ad evitare (come gi accenna-to) una precoce usura e possibile rottura dellepompe, nonch anomalie di funzionamento e
maggior costi di gestione degli impianti.
La capacit di protezione di cui sopra conferi-
ta a questi defangatori da appositi magneti in
grado di creare campi che esercitano forze di
attrazione, di notevole intensit, nei confronti
delle impurit ferrose.
I magneti, generalmente disposti ad anello, sonoposizionati nella zona bassa delle camere che rac-colgono le impurit. Sono inoltre rimovibili perconsentire la completa decantazione ed espulsionedelle impurit.
Lo scarico delle impurit raccolte pu essere effet-tuato ad impianto in funzione, in quanto suffi-ciente rimuovere i magneti ed aprire il rubinetto discarico.
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Disaeratore-defangatore Disaeratore-defangatore magnetico
PRODOTTI COMPOSITI PER
LELIMINAZIONE
DELLARIA E DELLO SPORCO
Sono prodotti essenzialmente suddivisibili nei se-guenti due gruppi:
DISAERATORI-DEFANGATORI
Sono ottenuti, assemblando fra loro in un unicoprodotto, un disaeratore ed un defangatore (di tiposemplice o magnetico). Pertanto un solo prodottopu servire sia ad eliminare laria, sia ad eliminarele impurit presenti nellacqua degli impianti.
Rispetto alle soluzioni che prevedono la messa inopera di disaeratori e defangatori separati fra loro,i separatori-defangatori presentano i seguenti
vantaggi: costano di meno, occupano minor
spazio, richiedono un minor numero di attacchi
e quindi hanno costi di installazione pi bassi.
SEPARATORI IDRAULICI MULTIFUNZIONE
Sono ottenuti assemblando fra loro, in un unicoprodotto, un separatore idraulico, un disaeratoreed un defangatore (di tipo semplice o magnetico).Pertanto un solo prodotto pu servire non solo adisaerare lacqua e ad eliminare le impurit in essa
presenti, ma anche a separare le portate e le preva-lenze dei circuiti primari (quelli che servono lecaldaie) dalle portate e prevalenze dei circuiti se-condari (quelli che servono i corpi scaldanti).
Rispetto alle soluzioni che prevedono la messa inopera di separatori idraulici, disaeratori e defanga-tori fra loro separati, i separatori idraulici multi-funzione presentano vantaggi simili, ma di
maggior entit, rispetto a quelli considerati per
i disaeratori-defangatori.
Il disegno riportato nella pagina a lato rappresenta
un separatore idraulico multifunzione con separa-tore di tipo magnetico ed illustra le funzioni svoltedai singoli componenti di base.
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Separatore idraulico multifunzione
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34
24
12
18
6
3 9
21
15
D a y
R
1 5
CALEFFI
CALEFFI
CALEFFI
C A L E F F I
Pompadi
bollitore
Pompa
di
ricircolo
Valvola
intercettazione
622
Serie
Termostatoad
immersione
6000
Serie
Miscelatore
elettronico
628
Serie
Interruttore
orario
5520
S
erie
Im
butodiscarico
527
Serie
Valvoladisicurezza
3230
Serie
BALLSTOP
574
Serie
Disconnettore
577
Serie
Filtroobliquo
568
Serie
Vasodes
pansione
688
Serie
Termometro
ESEMPIO
DIDISINFEZIONETERM
ICACONMISCELATORE
ELETTRONICO
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24
12
18
6
3 9
21
15
D a y
R
1 5
CALEFFI
CALEFFI
CALEFFI
C A L E F F I
24
12
18
6
3 9
21
15
D a y
R
1 5
Pompadi
bollitore
Pompa
di
ricircolo
Valvola
intercettazione
622
Serie
Termostatoad
immersione
5231
Serie
Miscelatore
termostatico
638
Serie
Valvolaasfera
motorizzata
628
Serie
Interruttore
orario
5520
Serie
Imb
utodiscarico
527
Serie
Valvoladisicurez
za
3230
Serie
BALLSTOP
574
Serie
Disconnettore
577
Serie
Filtroobliquo
568
Serie
Vasodespa
nsione
688
Serie
Termometro
Fun
zionamentonormale:
-va
lvola
1
aperta
-va
lvola
2
chiusa
Disinfezionetermica:
-va
lvola
1
chiusa
-va
lvola
2
aperta
12
ESEMPIO
DIDISINFEZIONETERM
ICACONMISCELATORE
TERMOSTATICO
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Disaeratori Serie 551
Eliminano completamente laria presente
nellimpianto evitando le problematiche ad
essa correlate:
1. Rumorosit nelle tubazioni e nei terminali
2. Portate insufficienti o blocchi totali della circolazione
3. Insufficiente scambio termico tra i terminali di emissione e lambiente
4. Corrosione dellimpianto dovuta alla presenza di ossigeno a contatto con i materiali ferrosi
5. Fenomeni di cavitazione nelle pompe e nelle valvole
Defangatori con magnete Serie 5463-5468
Proteggono e migliorano lefficienza dellimpianto
evitando lintasamento delle tubazioni causato dalle
impurit derivanti da normale corrosione.
Ottima capacit di cattura delle particelle ferrose tramiteinserti magnetici al neodimio contenuti in una fascia
esterna facilmente asportabile.
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Disaeratore-defangatore Serie 546-5461
La versione
fornita di
magneti
consente una
maggiore
efficacia nella
separazione e
raccolta di
impuritferrose.
Lefficacia di
separazione
dellaria e dello
sporco del
disaeratore-
defangatore
equivalente a
quella relativa
allinstallazione
dei due
prodottidistinti
Un unico componente elimina laria e separa i fanghi e le impurit
occupando minor spazio e con costi di installazione pi contenuti
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Gruppo di riempimento
e demineralizzazione
Il processo di demineralizzazione produce
acqua quasi totalmente priva di sali e con bassa
conducibilit elettrica, stabilizzando il pHintorno a valori debolmente alcalini.
Lutilizzo di acqua povera di sale per il
riempimento degli impianti evita la formazione
di calcare nel circuito e negli scambiatori: 1 mmdi calcare diminuisce lefficienza di scambio e
aumenta i consumi energetici del 10%
Serie 5741 Serie 5709
Addolcimento
non vengono eliminatitutti i sali
non vi variazione diconducibilit elettrica
PH rimane fortemente
alcalino
Demineralizzazione
vengono eliminatitutti i sali
si elimina la conducibilitelettrica
PH stabilizzato
Addolcimento
+ additivi
vengono eliminatitutti i sali
non vi variazione diconducibilit elettrica
PH stabilizzato
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Separatore idraulico multifunzione
SEP
Serie 5495
Combina differenti componenti funzionali,
ciascuno dei quali soddisfa determinate
esigenze tipiche dei circuiti al servizio degli
impianti di climatizzazione.
Funzioni del separatore idraulico serie 5495
Disaerazionelallargamento di
sezione diminuisce
la velocit del
flusso e la rete
in tecnopolimerocrea moti vorticosi
favorendo la
liberazione di
microbolle.
Separazioneidraulicarende indipendenti i
circuiti idraulici
collegati. Portate
differenti dei circuiti
primario e secondarionon influenzano il
funzionamento
reciproco.
Defangazionegrazie allelemento
interno separa
e raccoglie le
impurit nella
camera diraccolta fanghi.
Rimozioneparticelle ferroseil sistema magnetico
brevettato attrae
le impurit
ferromagnetiche
e le trattiene nellazona di raccolta
evitando il ritorno
in circolazione.
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MAGNETICO E FLESSIBILECATTURA LE IMPURIT FERROSE,LO INSTALLI IN QUALUNQUE POSIZIONE
SERIE 5453 DIRTMAG
DEFANGATORE MAGNETICO
IN MATERIALE COMPOSITO
PCTINTERNATIONAL
APPLICATION
PENDING