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IERI,OGGI E DOMANI - icmmastroianni.gov.it 21 Marzo... · le donne le martrattano come 'n passato....

Date post: 17-Feb-2019
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Er femminicidio Per l’8 marzo, festa della donna Di Giulia Galieti Va de moda, inzomma, caro signore, menà a le donne -se disce- per amore ; credono de fallo pe' ggelosia, ma resta sempre pura follia. Si li schiaffoni nun fanno abbastanza male , c'è ppuro l'acido che le manna all'ospedale; al curmine de 'na rabbia 'nfinita, je torgono arfine pure la vita nun avenno nisciuna pietà pe chi resta col core spaccato a mmetà. Purtroppo cor tempo poco é cambiato, le donne le martrattano come 'n passato. Si quest'omo dar femminicidio voi fermare, li rinforzi prova a cchiamare, ma soprattutto .....imparaje ad amare. Giulia Galieti 2B Scuola media Duca d’Aosta IERI,OGGI E DOMANI Numero 21 Un giornale scolastico creato e realizzato dagli studenti dello I.C. Marcello Mastroianni di Roma marzo - aprile 2017
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Er femminicidioPer l’8 marzo, festa della donnaDi Giulia Galieti

Va de moda, inzomma, caro signore,

menà a le donne -se disce- per amore ;

credono de fallo pe' ggelosia,

ma resta sempre pura follia.

Si li schiaffoni nun fanno abbastanza male ,

c'è ppuro l'acido che le manna all'ospedale;

al curmine de 'na rabbia 'nfinita,

je torgono arfine pure la vita

nun avenno nisciuna pietà

pe chi resta col core spaccato a mmetà.

Purtroppo cor tempo poco é cambiato,

le donne le martrattano come 'n passato.

Si quest'omo dar femminicidio voi fermare,

li rinforzi prova a cchiamare,

ma soprattutto .....imparaje ad amare.

Giulia Galieti 2B

Scuola media Duca d’Aosta

IERI,OGGI E DOMANI

Numero 21Un giornale scolastico creato e realizzato dagli studenti dello I.C. Marcello Mastroianni di Roma

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Giovedì 26 gennaio 2017 insieme ai miei compagni e agli altri alunni delle classi terze della scuola media Duca D'Aosta, ho avuto il privilegio di recarmi al teatro Lwanga, per assistere allo spettacolo "Auschwitz, andata e ritorno" diretto dal regista Roberto Bencivenga. In questo spettacolo vengono narrate le vicende di Settimia Spizzichino, deportata con altri 1024 ebrei romani il 16 ottobre 1943 nel campo di concentramento e di sterminio Auschwitz-Birkenau", e unica donna superstite. Settimia nacque a Roma, in Via della Reginella, nel Ghetto,il 15 aprile 1924; fu sempre una donna insofferente di regole , una donna che propendeva per la ribellione contro le truppe fasciste e naziste. Finita la guerra,nonostante tutto, non si attenuò il suo carattere forte e continuò a combattere molte lotte insieme alle donne e ad altri gruppi femminili negli anni a venire. Appena tornata in patria, Settimia manifestò un'enorme voglia di testimoniare e raccontare gli orrori a cui aveva assistito per evitare che fossero dimenticati, ma soprattutto per non farli riaccadere. Lo spettacolo ha come protagonista indiscussa Settimia, accompagnata da un altro personaggio importantissimo: la Memoria della donna, la stessa memoria che sosterrà la superstite per tutta la vita, permettendole di raccontare personalmente a molte scolaresche ciò che aveva vissuto, fino all'anno 2000, in cui si è spenta nella sua casa in Via della

Reginella. La protagonista condivide la scena con altri cinque co-protagonisti: sua madre, la sorella Giuditta, Leopoldo uno dei suoi pochi amici del campo, il fratello Pacifico ed quel personaggio misterioso che solo al termine abbiamo scoperto essere la personificazione del ricordo di Settimia, della sua Memoria , interpretata dall'attore -regista Bencivenga. La trattazione degli avvenimenti storici è condotta magistralmente, intervallando filmati dell'Istituto Luce a scene in cui la protagonista ripercorre personalmente, aiutata dalla Memoria e dagli altri personaggi, il terribile inferno della deportazione. Si parte dalla proclamazione delle leggi razziali del 1938 e dalla dichiarazione di guerra all' Inghilterra e alla Francia per passare poi a prima dell'armistizio del '43, alla raccolta dei cinquanta chili d'oro richiesta dal capo della Gestapo (la polizia tedesca), fino ad arrivare a quell' orribile notte del 16 ottobre. In quelle terribili ore, oltre a Settimia, furono deportate sua madre (uccisa la prima sera ad Auschwitz), la sorella Giuditta e suo fratello Pacifico. Questi ultimi saranno sottoposti per lungo tempo a torture e violenze fino a morire. Settimia , invece, sostenuta dalla tenacia che l'ha sempre contraddistinta, non volle mollare, perché se lo avesse fatto, nessuno avrebbe mai conosciuto i crimini commessi nei lager. Particolare importanza è stata data alle menzogne dei Tedeschi: la

La giornatadella memoriaDi Emilia Fares ed i compagni della 3B

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promessa che i lavoratori, di sera, avrebbero incontrato i loro familiari che non erano stati ritenuti adatti al lavoro; la promessa che i malati avrebbero avuto cure adeguate da parte del Dott. Joseph Mengele (peccato ,però ,che il dottore s i occupava di orrendi esperimenti sui prigionieri) ; la promessa che tutti i deportati avrebbero riavuto la valigia con la quale erano giunti al campo e che conteneva, come ordinato dal documento affisso dai Tedeschi, tutti i loro effetti personali; tutte false promesse, promesse mai mantenute. Gli orrori a cui questa donna è stata sottoposta sono stati svariati , uno più tremendo dell'altro: botte, torture, iniezioni di malattie da parte del dottor Mengele e del suo staff, tra le quali i vi furono il tifo e la s c a bb i a . . . t a l m e n t e t a n t i ch e, guardandosi allo specchio una notte, non riuscì a riconoscersi, scambiando il suo riflesso per un'altra prigioniera. Infine, dopo aver patito ogni tipo di tortura che si possa immaginare, i prigionieri vennero fatti uscire dal campo, ma non per essere liberati . I Tedeschi allertati dell'arrivo dei Russi, decisero di portar via i deportati facendoli marciare fino al campo di Bergen-Bersen, in Germania. Una marcia che in futuro verrà ricordata come "la marcia della morte", perché moltissimi prigionieri persero la vita per ipotermia o assideramento. La tenace Settimia, tuttavia, resistette fino alla fine, un piede davanti all'altro, sostenuta solo dalla voglia di sopravvivere. Quando i Russi entrarono a Bergen-Bersen, la trovarono tra i cadaveri, nascosta lì per non farsi trovare dai Tedeschi per circa tre giorni. Durante tutto lo spettacolo non c' è mai stata mostrata alcuna scena di violenza, ma la voce stanca di Settimia e le sue crude e schiette parole mi hanno catapultato fi s i c a m e n t e n e l l o n t a n o 1 9 4 3 convincendomi ancora di più che tutti noi possiamo simbolicamente aiutare Settimia a non far dimenticare. Mi sento, dunque, di ringraziare il regista Bencivenga e la sua compagnia, per averci mostrato la realtà dei fatti dal punto di vista di una testimone così piena di forza. Nel dibattito fatto in classe a seguito di questo spettacolo, i mie i compagni hanno espresso commenti davvero toccanti riguardo questo spettacolo. Eccone alcuni.

"Questo spettacolo ha avuto il potere di sconvolgermi perché non ho potuto convincermi che era tutta una finzione: sapevo che era terribilmente vero e che solo la pazzia degli uomini aveva potuto arrivare a tanto! Non sapere ci dà la possibilità di non giudicare, di non pensare, di far finta che gli uomini siano tutti buoni: e ciò è molto tranquillizzante, ma quando qualcuno come Settimia ti mette davanti a certi fatti atroci realmente accaduti, allora ci si sente, non so s p i e g a r e p e r c h é , p e r s i n o u n po’responsabili! Allora , dal momento che abbiamo saputo, anche noi ci sentiamo in dovere di fare qualcosa perché non accada mai più questa follia. Ma che possiamo fare?Possiamo almeno, come Settimia, mantenere vivo il ricordo e non solo, cercando di crescere, diventando ogni giorno più giusti, contribuiremo a costruire un mondo sempre più giusto. Settimia aveva tutte le ragioni per odiare quegli avvenimenti , eppure sentiva che quegli orrori le avevano lasciato una missione: non dimenticare e non far dimenticare perché il suo compito ora era quello di rendere memoria anche a quelli che dai Lager    non erano usciti e che avevano anche loro il diritto di essere ricordati". (Lorenzo Esposti)

"...durante lo spettacolo mi è piaciuto molto da parte dei tecnici il movimento dei colori delle luci le quali davano una perfetta sensazione dell personaggio interessato".(Ginevra Brugnola)

" I n p a r t i c o l a r e a b b i a m o apprezzato l' intento di provare a trasmettere in un modo particolare un messaggio così forte a delle persone di giovane età come la nostra".(Rita Rotondaro e Camilla Esposito)

"Questo spettacolo l'ho trovato p a r t i c o l a r m e n t e t o c c a n t e m a soprattutto non è stato pesante, quei cinque bravissimi attori ci hanno fatto vedere in modo molto semplice quello che questa coraggiosa donna ha subito e come lei tanti altri. Personalmente penso che s ia s tato molto p iù emozionante e istruttivo rispetto ad un film, sono riuscita ad apprendere p e r f e t t a m e n t e c i ò c h e vo l e v a trasmettere; uno spettacolo che testimonia in particolare la vita di una donna veramente esistita è di livello

superiore, secondo il mio giudizio, ad un film che racconta in generale della deportazione".(Greta Quarta)

" U n a c a r a t t e r i s t i c a m o l t o particolare della rappresentazione che abbiamo visto, sono gli intervalli con i dialoghi tra Settimia e il suo ricordo, una cosa molto originale; consiglierei sicuramente la visione di questo spettacolo . Non mi sono commossa come mi sarei commossa in un film perché lo spettacolo era molto tranquillo, senza scene violente, mentre i n u n fi l m l a v i o l e n z a è u n a caratteristica che non sarebbe mai mancata, le scene sarebbero state più chiare e commoventi e la scenografia più reale, ma l’interpretazione dei personaggi e i dettagli di cui parlavano erano lo stesso toccanti. Questi argomenti suscitano in me molta tristezza, molta commozione, mi lasciano uno stato d’animo turbato e faccio fatica a distaccarmi dai fatti per tornare alla realtà".

(Elena Serio)

"Questo spettacolo mi è piaciuto molto ed è stato molto emozionante.Mi ha fatto capire inoltre che con la forza di volontà si può raggiungere qualsiasi obiettivo". (Valerio Giusti)

"Questo spettacolo lo possiamo collegare con la visita effettuata nell'ottobre scorso alla Mostra "16 Ottobre 1943", a Portico d'Ottavia nel Ghetto Ebraico,in ricordo della deportazione e con quella alla Sinagoga Ebraica, il luogo dove gli ebrei andavano a pregare".(Giulia Pezzella)

Lo spettacolo, anche se mette in scena solo alcune immagini “dirette” del periodo storico raccontato, che sembrano veri e propri flash-back nella memoria di Settimia, resta sempre molto realistico. È ad esempio molto toccante il ricordo di accumuli di cadaveri (definiti vere e proprie “colline”) che, in quanto estremamente forte nella memoria, viene riproposto allo spettatore in modo “crudo” e lo lasciano per un attimo addirittura atterrito da tanta violenza. (Giuseppe Cirillo)

Emilia Fares e la 3 B Scuola media Duca d’Aosta

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La Centrale del lattedi RomaDi Bianca De Santis ed Enrico Fortini

Giovedì 23 febbraio si è svolta una gita scolastica che ha coinvolto le classi IID e IIB. Le classi si sono riunite davanti alla scuola alle 07.45 e hanno preso il pullman per andare alla Centrale del Latte di Roma. Una guida della Centrale ha accolto le classi e ha mostrato il sistema di confezionamento del latte scremato. Dopo aver osservato i macchinari in funzione. Questi si trovavano in un enorme spazio ed erano controllate da un po’ di operai. Mentre gli alunni osservavano, una bottiglia è caduta sul rullo ed è stata prontamente raccolta da uno dei dipendenti. La guida ha spiegato quello che avevano osservato, il percorso del l a t t e d a l l a m u n g i t u r a a l l a commercializzazione e ha raccontato una breve storia della Centrale. La storia della Centrale comincia nel lontano 1933 come azienda privata. E’ diventata azienda pubblica solo nel 1957. Infine nel 1997 viene acquisita dalla Parmalat. Le classi si sono recate alla mensa dei dipendenti e la guida ha fatto assaggiare del latte e ha lasciato fare agli alunni merenda. Dopo una breve sosta, le classi sono risalite sul pullman che le ha condotte ad una fattoria con uno dei due sistemi di mungitura motorizzati presenti nel Lazio. Una classe ha guardato la mungitura automatica, mentre l’altra classe guardava mucche e vitelli. Nel cortile all’esterno c’erano due gatti e un maiale grasso, che hanno molto divertito i ragazzi. Poi le classi si sono scambiate di ruolo. La mungitura automatizzata è un processo totalmente automatico dove le mucche vengono munte senza l’ausilio dell’uomo. I partecipanti hanno ricevuto in omaggio una sacchetta con yogurt e latte al cioccolato. La prof.ssa Guidotti, organizzatrice di questa gita ha

impiegato 3 anni per programmare la visita, quindi le classi che hanno partecipato sono state molto fortunate. Le classi partecipanti hanno molto apprezzato la gita.

Bianca De Santis ed Enrico Fortini 2 D Scuola media Duca d’Aosta

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Il giorno 27/01/2017, in occasione della Giornata della memoria, la nostra classe, insieme a tutte le seconde della scuola è andata al cinema Royal a vedere il recentissimo film ”Il viaggio di Fanny”. La vicenda emozionante e travolgente si svolse nel 1943 in Francia, nel mezzo della Seconda guerra mondiale, quando avveniva il rastrellamento degli Ebrei. Si narra la storia di un gruppo di bambini, affidati dai genitori ebrei a delle piccole organizzazioni clandestine che li accudivano e li proteggevano ,mentre cercavano di nascondere la propria identità. I ragazzini erano costretti a scappare a causa della persecuzione tedesca, ma nel viaggio i loro accompagnatori vennero arrestati e quindi rimasero a viaggiare da soli, da un treno ad un altro,o facendo lunghe camminate a piedi diretti verso la frontiera della Svizzera dove sarebbero stati in salvo. A prendere in mano la situazione ed a guidare il gruppo sarà Fanny, una giovane ragazza dodicenne, dall’animo coraggioso e intraprendente, che cercherà in tutti i modi di prendersi cura, insieme ad altri ragazzi più grandi, dei bambini e a metterli in salvo. Ad aiutarla a raggiungere il suo scopo sarà una lettera consegnatale da uno degli accompagnatori poco prima che

venisse preso dai nazisti. Il ragazzo aveva detto a Fanny che poteva aprire la lettera solo quando sarebbe arrivata in Svizzera e che era importante che la consegnasse. Si scopre ,però ,che la lettera è completamente bianca ,ma Fanny non perde il coraggio. Tra mille difficoltà e pericoli Fanny ed i bambini riescono ad arrivare in Svizzera, e alla fine della guerra ognuno torna nel proprio paese natale speranzoso di trovare i propri genitori.

La protagonista di questa vicenda è Fanny Ben-Ami; i personaggi secondari sono le sue sorelle Erika e Georgette; Maurice e Victor: due ragazzi che aiutano Fanny nel viaggio. La regista è Lola Doillon. Questa è storia vera di una ragazza: Fanni Ben-Ami, narrata nel suo romanzo autobiografico. La donna ottantaseienne vive ora a Tel Aviv, in Israele, dove ha incontrato la regista per mettere su questo film che toccasse anche i più giovani. Fanny ha espresso il desiderio che il suo messaggio venga compreso affinché alcune cose non si ripetano. Viviamo in un’epoca molto fragile; da ogni parte si levano voci che ricordano moltissimo quelle che si sentivano allora. Questo è molto pericoloso anche per coloro che non sono ebrei, perché dopo gli ebrei

Il viaggio di FannyArticoli di J. Comuzio, S. D’Eramo, A. Pagano e Daniele Fasciani

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andranno in cerca di altri bersagli. Pensiamo al discorso di Trump e del muro al confine con il Messico o a quello in Europa dei migranti. Nel film vengono messi in risalto i valori della fratellanza tra simili e il desiderio dei bambini di essere tutti uguali, ma purtroppo non era così, e ancora oggi non c’è dappertutto uguaglianza; il valore dell’amore che i genitori provavano per i loro figli affidandoli ad altre persone in modo da proteggerli e consentire loro di avere un futuro; l’ottimismo; l’altruismo ,perché solo nel gruppo c’è la forza. Se fosse capitato a noi ciò che è successo ai protagonisti, ci saremmo sicuramente affidate ad una persona più grande di noi che ci desse sicurezza e protezione; ma nel caso di Fanny, che era sola, avremmo affrontato come lei la dura realtà, combattendo p e r q u e l l o c h e c r e d e v a m o e raggiungendo il nostro obiettivo: la salvezza. Gli attori hanno recitato bene; quello che ci è piaciuto di più è il p e r s on ag g io d i Fan ny pe rch é , nonostante le difficoltà ,è riuscita a farsi coraggio, lottando e poi vincendo, salvando la sua vita e quella dei suoi coetanei. E’stata stupefacente anche la sorellina Georgette, che dando degli esempi banali, ha fatto capire tutti i valori presenti nel film. Di questo film ci è piaciuta la veridicità che poi lo differenzia da molti altri film che sono storie finte, anche se ispirate alla realtà. Ci è sembrato diverso dagli altri film il fatto che i bambini non sono guidati da nessuno, ma nonostante questo raggiungono il loro obbiettivo di arrivare in Svizzera. Questo dimostra che non sempre gli adulti sono i più coraggiosi; inoltre questo film ha un lieto fine di speranza, diversamente da tanti altri film che trattano questo argomento. Le scene che ci hanno colpito di più sono state quelle in cui i bambini si aiutavano a vicenda e quando Fanny leggeva la lettera che le aveva inviato la madre, o quelle che lei scriveva alla madre mantenendo così un rapporto a distanza con lei. Un altro aspetto che ci è piaciuto di più è che in alcune scene, dei nazisti sono “buoni “perché molte volte potevano uccidere i ragazzi ,ma invece non l’hanno fatto dimostrando così il loro lato umano.

Una scena s ign ificat iva perché inaspettata, è stata quando Maurice si è puntato in testa la pistola che reggeva in mano un soldato tedesco dimostrando non solo tantissimo coraggio, ma che la forza di una pistola non è niente, è solo un’arma da vigliacchi. La colonna sonora in alcune scene aveva un ruolo importante perché esprimeva lo stato d’animo dei bambini. La musica era, a seconda delle situazioni, all’ inizio triste e alla fine allegra e dolce.

J. Comuzio, S. D’Eramo, A.Pagano 2B Scuola media Duca d’Aosta

 

Caro diario, è difficile oggi per noi ragazzi immaginare ciò che può essere accaduto non tanto tempo fa a ragazzi e ragazze a cui è stata tolta la possibilità di avere una vita normale. La mia generazione, per fortuna, non ha vissuto momenti terribili, oggi, per noi ragazzi, la preoccupazione maggiore è cercare di andare bene a scuola o vedere la squadra del cuore vincere, non immaginiamo invece che altri ragazzi, in altri periodi, hanno vissuto anni v e r a m e n t e d i f fi c i l i , d o v e l a preoccupazione principale era cercare di sopravvivere. Assisti poi alla proiezione di un film che narra la storia di alcuni ragazzi ebrei durante la seconda guerra mondiale e capisci quanto  sia stato difficile per altri conquistarsi il diritto di vivere. Il viaggio di Fanny mi ha procurato molte emozioni e ho provato molte sensazioni che andavano dall'incredulità alla rabbia. L' incredulità di non poter accettare che, per motivi razziali, si p o s s a n o p e r s e g u i t a re p e r s o n e, addirittura ragazzini, rabbia, perché non si può accettare che venga impedito ai ragazzi di vivere una vita serena . Ho r icevuto anche un insegnamento da questo film, molto importante, il valore dell'amicizia e della solidarietà. Amicizia, tra i ragazzini che si aiutavano tra loro e solidarietà da parte di chi cercò di aiutarli per raggiungere la salvezza. Questi fatti mi hanno ancor più

convinto che anche oggi bisogna essere attenti a che questi avvenimenti non si ripetano. Essere solidali con i più deboli e aiutare chi fugge dalla guerra è una dimostrazione di attenzione contro l'ingiustizia e la guerra. Il viaggio di Fanny è stato un film che ha chiesto a me stesso di non essere indifferente verso avvenimenti che possono sembrare lontani, ma che invece possono ritornare tra noi, anche oggi, con tutta la loro crudeltà e cattiveria. Adesso ti saluto caro diario.

Daniele Fasciani 2C Scuola media Duca d’Aosta

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Poesie, racconti...

In questo spazio vogliamo racchiudere alcune poesie, racconti, pensieri varii, giochi matematici, elaborati dainostri studenti dell’ Istituto Mastroianni.

Insalata di fiabeDi Sofia Altamura

C’era una volta una ragazza di nome Cenerentola che voleva diventare una brava giornalista ed era supportata dalla sua amica Biancaneve. Purtroppo Cenerentola non era molto conosciuta e chi la guardava non apprezzava ciò che faceva - Tutta colpa di Pinocchio - dicevano. Pinocchio era il critico più famoso della città, e parlava sempre male delle sue notizie. La screditava sul suo blog dicendo che le notizie inviate

da Cenerentola erano false. Allora lei e Biancaneve partirono per lo studio di Pinocchio ma, entrando, si resero conto che era solo un ciocco di legno ed era completamente diverso da come appariva sul suo blog. Quindi prima di entrare le due ragazze sistemarono la videocamera in modo che si potesse registrare l'interno. In seguito entrarono fingendosi cameriere in cerca di un giudizio, dato che lui era un critico d'arte, di gastronomia e anche dei blog. Lo chiamarono una, due, tre volte, ma lui non rispose e si accorsero che la voce di Pinocchio era registrata. Quindi fecero lo scoop più bello mai realizzato. La gente si accorse dell'inganno,

nessuno seguì più i suoi consigli e andò in rovina. Il canale di Cenerentola e Biancaneve, invece, diventò molto conosciuto, e vissero felici e contente.

Sofia Altamura 1DScuola media Duca d’Aosta

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Diversi ma ugualiAia El Kosur

Sono nera e sono fieradi aver il coloritougual ad una perla nera Sono biancae non sono mai stancadi avere tutto in tasca Diversi ma ugualiUguali ma diversi comunque sempre gli stessi Ha dato vita a te, come a me Quante cose in comune tante quante cose diverse Mi rallegra essere diversa ma allo stesso tempo uguale

Aia El Kosur 3C Scuola media Duca d’Aosta

Il camminodei dirittiDi Pauline Fetalvero

Avere una carnagione diversanon vuol dire essere inferiore.Ognuno è diverso,ognuno è unico,chi ha la pelle scura o chiarachi parla un'altra lingua.Il mondo è vario,è un arcobaleno dai tanti colori.Il mondo è bello per i colori che ha,altrimenti che arcobaleno sarebbe se avesse un solo colore?

Pauline Fetalvero 3C Scuola media Duca d’Aosta

La pena di mortein ItaliaDi Ilaria Quintavalli

Nella nostra bell'Italia nel Ducato di Toscana nel 1786 la pena di morte venne abolita.

Oh che felicità che tale ingiustizia venne annullata ma con il passar del tempo ritornò e si insediò.

Arrivò la grande guerra per punir tutti coloroche davanti ad essase l'erano svignata.

Poi toccò alla secondaE con la dittaturala pena di mortetornò seduta stante.

Dopo tutta quella confusionel'Italia era esaustae perciò nel '48ne prese definitiva  distanza.

Ilaria Quintavalli 3C Scuola media Duca d’Aosta

Dragon ball Di Adam Affane

Inizio la recensione con decasillabi e terzine da qui trarrò la conclusione.

Non devo altresì dimenticarele dantesche rime che lo cuor e la fava mi rendonovicine

Il manga che andrò a recensire narra le vicende di un giovaneguerriero Sayan,che non è re come vegeta

o nameciane origini come il verdeamico ma un gran mangiatore di pane,risoe carne dal forte fisico.

Goku è il suo terrestre nome, molti l’hanno definito mitico un eroe dalle possenti forme e ilcor gentil.

Spedito sulla terra senza tuta da Goan trovato e cresciuto fece una rovinosa caduta,

sbattè la testa e rimase svenuto ma le dolci preghiere del nonnorisvegliarono il goku acuto

che perse i ricordi del sonno. Goan lo allenò fino alla morte, conobbe Muten che lo addestrò

per renderlo più forte, kamekamea egli apprese,

vinse molti tornei non per sorte.

La sua grande abilità stese i nemici più potenti che neanche l’oscura morte prese.

Spero che 42 versi bastino per la lettura ricca di profumi da Toriama creata per farci entrare dentro i lorocostumi

Adam Affane 3C Scuola media Duca d’Aosta

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LA VOCE DELLA DIAZIn queste pagine diamo voci ai nostri piccoli reporters della scuola primaria. Tutti gli articoli sono scritti dagli alunni della scuola elementare A. Diaz

Sono un cavallino di pezza, ho il manto bianco, la criniera marroncino chiaro, gli occhi azzurro mare, gli zoccoli neri e morbidi; ho una macchiolina nera intorno all’occhio destro. Andavo molto d’accordo con il mio padroncino, Gianni, che aveva sei anni e mezzo e mi portava sempre con sé, tranne a scuola, dove non mi portò mai. Un giorno, quando eravamo comodamente sul tappeto a giocare, Gianni guardò dalla finestra e vide dei signori con una tuta mimetica marciare a ritmo di tamburo e sentì il grido di terrore puro degli Ebrei catturati. Allora, ci rifugiammo in una cantina segreta con acqua corrente, del cibo e dei letti per dormire. Nel 1944, trovarono l’entrata segreta, ci catturarono e ci portarono nei campi di concentramento a lavorare: la mamma era con le altre donne a lavare e asciugare i panni; il papà- fortunatamente un tipo muscoloso-

faceva i lavori forzati e Gianni doveva stare anche lui con gli uomini ma lo fecero andare con le donne, perché era bravo a lavare i panni. Così restammo fino al 1945, quando arrivarono gli Americani, gli Inglesi e i Russi. Ora Gianni ha trentuno anni e io sono un po’ malandato, dopo tutti questi anni. Gianni ha ora una figlia di otto anni, Luisa, che mi fa dormire vicino a lei. Luisa mi sta sistemando un po’, cucendo i miei strappi, pulendomi il manto, pettinandomi la criniera e lucidandomi gli occhi. E’ molto gentile con me e Gianni gioca ancora con me, anche se è molto grande oramai per giocare.

Se un giocattolo potesse raccontare la ShoahDi Paola Franzuto VB

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Un altro giocattoloraccontaDi Mattia Pallottini

Io sono una minimacchina, anzi un taxi americano antico. Il rapporto con il mio primo padrone è stato molto buono, perché con me spesso giocava, mi portava in giro per i posti, mi mostrava cose belle. Un giorno, accadde un fatto strano: si sentivano degli spari dalla finestra e il mio padrone prese ad urlare. Dalla finestra scorgevo dei signori che strillavano alla gente; erano vestiti da militari. Il mio padrone corse per casa a prendere cibo, come se dovessimo fuggire di casa; poi, venne verso di me e, con una lacrima negli occhi, mi infilò dentro uno zaino. Il giorno dopo, il ragazzo mi tirò fuori e mi poggiò sul muretto della scuola, dove erano seduti i suoi amici; poi, mi prese e mi strinse forte tra le sue mani. I suoi amici erano tristi e alcuni piangevano. Il ragazzo mi guardò e mi disse che alcuni di quelli con cui giocava di solito, erano stati portati via dai nazisti nei campi di concentramento, dove li avrebbero trattenuti un po’ e poi li avrebbero uccisi con le docce, cioè con i gas velenosi. Da quel momento, mi portò sempre con sé. Dormivamo in strada, poiché nelle case non c’era luce. L’unica cosa rimasta era un po’ di acqua da bere. Soltanto molti mesi dopo, si videro delle persone venire da lontano: ci avvicinammo per vedere chi fossero. Il primo era un militare americano che parlava in inglese; dopo di lui, venivano persone malvestite, sporche e ferite. Dopo poco, il ragazzo riconobbe alcuni dei suoi amici, corse loro incontro, felice di averli ritrovati e così festeggiarono il ritorno dei sopravvissuti. Qualche anno dopo, il ragazzo, ormai non più ragazzo, ma uomo, volle fare il militare, ma per salvare le vite umane. Mi lasciò a suo figlio, che mi tratta come il padre quando era piccolo.

Mattia Pallottini5B scuola elementare Diaz

OperazioneNontiscordardimeDi Lorenzo Zeneli

Oggi, alle h 11.25, dopo aver studiato le prime ore, abbiamo dedicato il resto della mattina per ripulire la nostra scuola. Abbiamo iniziato con la nostra aula: io ho sistemato l’armadio, in cui c’era davvero moltissima roba; poi, siamo passati agli scaffali, lavagne, tavoli ed anche il pavimento, su cui c’era tanta polvere. Ad aiutarci, oltre alle maestre, c’era la sig.ra Claudia, mamma di un nostro compagno, Giulio, che vedendo suo figlio, poco dopo, disegnare sul banco, lo ha rimproverato molto. La mia classe ha partecipato all’iniziativa con entusiasmo, nonostante alcuni delle classi che non erano coinvolte nella pulizia ci abbiano preso in giro. La parte più divertente è arrivata quando io e i miei compagni abbiamo distrutto un cartone enorme e anche quando abbiamo trovato in alcuni armadi delle palline di carte e degli strani bigliettini. Alla fine delle pulizie, finalmente, è stata montata una nuova libreria. E’ stata una giornata non solo divertente ma anche molto utile: abbiamo imparato che è importante non solo pulire, ma soprattutto cercare di non sporcare la nostra scuola.

Lorenzo Zeneli5B scuola elementare Diaz

MollyMaloneDi Paola Franzuto

Per chi ha calpestato questa terra anche per un periodo breve, la figlia più giovane di due pescivendoli di nome Patrick e Colleen Malone ha avuto un impatto molto maggiore su coloro che n o n l a c o n o s c e v a n o e c h e l a conoscevano, di quasi chiunque altro avesse mai vissuto in quegli squallidi quartieri lungo il fiume di Dublino durante il XIX secolo. Tale fu il dolore al funerale della giovane Molly Malone , colpita da una febbre a soli diciassette anni. Il motivo di questo cordoglio è

riassunto sulla semplice lapide che adornava la sua ultima dimora: "Qui, sotto questa fredda e pesante pietra, giace bella e senza vita Molly Malone. Crudelmente strappata da questa valle di lacrime, alla tenera età di diciassette anni. Vederla significava amarla.

Da quando, ancora bimba con la madre, compiva i suoi giri quotidiani, tutti sapevano che Molly sarebbe diventata tra i fiori più belli d'Irlanda. Di tutti quelli affascinati da Molly, Timothy Pendleton che conduceva una misera vita come violinista di strada intrattenendo passanti per qualche spiccio. Ogni giorno Timothy si metteva dove sapeva che sarebbe passata Molly e, quando lei arrivava, iniziava a suonare una canzone che pareva suonasse solo per lei. Un giorno Molly non passò e Timothy in iz iò a preoccuparsi. Il terzo giorno che Molly non passò Timothy aveva il terrore che le fosse accaduto qualcosa di brutto e allora gli arrivò la notizia che le era capitata una brutta febbre e Timothy cercò la sua abitazione per essergli vicino ma prima che trovasse il povero quartiere dove viveva, il corpo senza vita di Molly Malone era pronto per la veglia. Dopo un po' di tempo dal funerale, Timothy era partito per Portsmouth, dove diventò ricco e una sera ripensò a Molly e, con quel ricordo, prese il violino e iniziò a suonare finché non gli bruciarono le dita e udì un rumore dietro di lui: era Molly Malone e Timothy disse che era solo un sogno e, come se gli volesse dimostrare che non era un sogno, Molly lo baciò sulla bocca, poi gli disse che aveva voglia di ballare e Timothy suonò "The ballad of Molly Malone", meglio conosciuta come "Cockles and mussels."

Paola Franzuto5B scuola elementare Diaz.

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Un consiglioda amicoDi Valeria Nardoni

Alla fine del mio percorso scolastico nella scuola primaria, vorrei consigliare ai bambini della materna di frequentare questa scuola. I motivi sono molti: quello di portare il grembiule, ad esempio. Per voi, magari, non sarà molto gradevole, ma in verità lo è, perché almeno, quando si va a mensa e cade qualcosa addosso, non si sporca la maglia che si indossa, ma il grembiule. Un altro stimolo per frequentare questa scuola è il vasto giardino, in cui non svolgiamo solo la nostra ricreazione, ma anche laboratori o lo spettacolo di fine anno. Le nostre aule, inoltre, affacciano su un bellissimo panorama di Roma: da una parte, si vede l’acquedotto e, dall’altra, i Colli Albani; il fatto negativo è che le stanze sono troppo alte e, per questo, tutta la voce si amplifica e già se si parla in cinque, non ci si capisce nulla. La mensa, apparentemente, non sembra molto buona ma, se ci dà questo tipo di cibo, è perché la scelta è stata fatta dal Comune di Roma. In questa scuola, le maestre sono molto esperte e molto originali, sia nei lavoretti, sia nei laboratori ed anche nelle recite. Si svolgono molte gite, sia per la continuità scuola primaria-Duca d’Aosta, ma anche lezioni all’aperto. Le recite sono molto originali e accompagnate da balletti, canti e recitazioni. I cartelloni non mancano in nessuna classe perché, invece di svolgere ogni giorno i compiti, ci organizziamo in diversi lavori di gruppo ed individuali; quando l’aula si riempie di cartelloni, se ne iniziano a mettere fuori in corridoio. Non ci sono troppe ricreazioni, ma è dedicato un tempo giusto alle pause, anche per non stancarsi troppo.

Valeria Nardoni5B scuola elementare Diaz

Una mattinataal museo di ZoologiaClasse IIA e IIB, IIC

Ossa, vertebre e costole sono state le protagoniste del nostro laboratorio al Museo di Zoologia. La mattina del 15 Febbraio tutti molto emozionati e pieni di entusiasmo siamo arrivati al Museo con il pullman privato. Nel giardino abbiamo fatto colazione, poi divisi in due gruppi s iamo entrat i e ad accoglierci c’era la nostra guida Cecilia. Cecilia ci ha mostrato una sala con tanti scheletri di animali ed è qui che è iniziato i l nostro “laboratorio”, attraverso un gioco abbiamo imparato (anche se g ià lo sapevamo! ) a riconoscere le ossa, scoperto dove si trovano e a cosa servono nel nostro scheletro e in quello degli animali. Infatti, abbiamo costruito con ossa “vere” lo scheletro di una iena! Poi esplorato da veri “zoologi” i vari ambienti dove vivono gli animali e le loro caratteristiche, l’orso polare e i pinguini, deserti e acquari, uccelli e insetti, e tanto tanto ancora.

Oggi siamo andati in gita al Museo di Zoologia insieme alle altre classi seconde. Appena arrivati, abbiamo fatto merenda e poi siamo entrati subito a visitare il Museo. Il primo animale che abbiamo visto è stato una “otaria imbalsamata” bellissima sembrava vera! Poi il percorso è continuato nelle varie sale, dove abbiamo visto tanti animali come insetti chiusi in scatole di vetro ed anche l’orso polare era bellissimo! Ma la sala più bella che ci è piaciuta di più, è stata quella con tanti scheletri di animali e qui abbiamo costruito lo scheletro di una iena, ossa per ossa sul cartellone dopo che la guida ci aveva spiegato a cosa servono.

Un soffiodi memoriaClasse IIIB

Dopo una radio-passeggiata nel quartiere per ritrovare segni della Memoria , abbiamo dato il via ad una serie di " Caffè Letterari ". Il primo ha avuto come tema le PIETRE DI INCIAMPO. Ognuno di noi ha scritto un Messagg io per rega lare un

RICORDO e abbiamo sparso qua e là sul pavimento tante pietre di cartoncino. Inoltre abbiamo preparato una vera Pietra d' Inciampo dedicata a Manlio Bordon i , t ruc idato a l l e Fos se Ardeatine , al quale è dedicata la Palestra della nostra Scuola. Dopo la lettura di vari libri e l'ascolto di varie testimonianze , abbiamo seguitato il nostro viaggio con un lavoro di collage scritto . Utilizzando versi di grandi Poeti , non riferiti alla " Memoria ", abbiamo creato delle poesie su questo nostro Tema di studio e di riflessione. Riportiamo qui di seguito le strofe:

Conosco una città,che ogni giorno s'empie di sole e tutto è rapito in quel momento.Me ne sono andato una sera.

Ho visto una città sparire lasciando un abbraccio di lumi nell’aria torbida sospesi

Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri la nebbia addormenta i fossati un lento pallore devasta i colori del cielo scende la notte, nessun fiore è nato

Fili neri di tronchi, fili neri di tubi sul cielo rosso e questa prima erba, chiara, libera dalla neve fa pensare alla primavera e guardare se ad una svolta nascono le primule

Questi versi sono stati utilizzati o come apertura o come chiusura delle nuove poesie. Nel l 'ul t imo Caf fè, dopo riflessioni e discussioni,abbiamo voluto dar voce agli Ebrei e ai Tedeschi nei Campi. Percorrendo questo viaggio toccante ed entusiasmante , abbiamo contribuito anche noi alla costruzione di una società che non dimentichi.

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PAROLA ALLA CARDUCCIIn queste pagine diamo voci ai nostri piccoli reporters della scuola primaria. Tutti gli articoli sono scritti dagli alunni della scuola elementare G. Carducci

Andrea ha sette anni. E’ abbastanza alto e magro, ma di

un magro bello, magro come uno skatebord. Ha i capelli

castani ed ondulati, gli occhi marroni come una corteccia di

una quercia, luminosi come il sole. Ha un naso regolare e

labbra sottili. Da poco tempo deve portare l’apparecchio

fisso, ma non si lamenta. E’ un bambino generoso, simpatico,

buono… ma non da mangiare!!! Ad Andrea piace molto

correre, infatti è un tipo sportivo, però ha un difetto: quando

corre si agita troppo. Al nostro compagno piace molto

giocare a palla e a Nintendo, senza tralasciare la sua grande

abilità nel leggere. Si appassiona a tutti i libri che parlano di

animali e a Geronimo Stilton “Nel regno della fantasia”.

Adora i cucciolotti e li colleziona dal 2014 per contribuire a

donare cinquemila nuove cucce ai trovatelli accuditi nei rifugi

“Enpa”. Andrea, ama indossare vestiti sportivi e il suo colore

preferito è il rosso. I suoi piatti preferiti sono il passato di

verdura, le cotolette, le carote e la cioccolata. E’ un tipo in

gamba e siamo felici di frequentarlo.

Il nostro amicoAndreaI bambini della 2A

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Laboratoriodi PipecodingLe classi VA e VB

Il 15 febbraio 2017, noi alunni della VA e della VB della Carducci siamo stati ospitati dalla scuola primaria Rodari di via Norcia per svolgere un laboratorio speciale sul pipecoding!! E’ stata una mattinata entusiasmante e divertente con il pipecoding di DidaLab!! Daniele Costamagna, l’ingegnere che ha ideato e realizzato il pipecoding,  ha iniziato il laboratorio con una storia avvincente sul perché usiamo le macchine, ci ha parlato poi del linguaggio delle macchine e spiegato con precisione, ma anche chiarezza e semplicità, tutti i concetti base del coding ed il sistema binario! Abbiamo proseguito con la programmazione, sia sulle schede che sulla LIM, di CodyRoby programmato da noi per camminare e catturare delle lettere per formare delle parole ... Questa attività è stata estremamente coinvolgente! Bellissimo poi quando siamo riusciti con i vari tubi del pipecoding a programmare più robot contemporaneamente nello stesso schema... beh qualche volta li abbiamo fatti anche scontrare!!! Poi abbiamo realizzato dei quadri con il robot pennello. Abbiamo scritto insieme con il pipecoding un codice usando cicli, funzioni e variabili come se niente fosse, grazie alla bravura di Daniele nelle spiegazioni! Realizzare dei disegni geometrici spettacolari è stato un momento creativo, divertente e gratificante! Insomma le 4 ore sono volate, abbiamo imparato e ripassato tantissimo: i piani cartesiani, gli angoli, le caratteristiche dei poligoni, le rotazioni, i cicli, le funzioni, le v a r i a b i l i . . . t u t t o q u e s t o DIVERTENDOCI!!!

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La redazioneClasse 3 C e 3 F della scuola mediaDuca d’Aosta

SupervisoreLa Dirigente scolastica prof.ssa Giuseppa Tomao

Docenti referenti• Prof.ssa Marzia Chinni• Prof. Marco Tribuzio per la

scuola media Duca d’Aosta• Marina Pellegrini per la scuola

primaria A. Diaz• Maria Grazia Bultrini per la scuola

primaria Carducci

I.C. MARCELLO MASTROIANNIVia Orvieto 45 00182, Roma


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