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Il 29 Settembre 2012 tutti gli alunni dell’Istituto San ... · L’artista in questione è Jan...

Date post: 18-Feb-2019
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Il 29 Settembre 2012 tutti gli alunni dell’Istituto San Gabriele, dall’infanzia ai licei, insieme ai professori e ad alcuni genitori hanno partecipato alla giornata di inizio anno. Dopo aver ascoltato la Messa, celebrata dal nostro Preside nella chiesa abbaziale di San Martino al Cimino, ci siamo spostati al parco del Treja. Qui c’è un grande prato, con tavoli all’ombra per mangiare e fontanelle dove ristorarsi; tutto intorno abbiamo ammirato il bellissimo spettacolo di colline ricoperte di boschi, recinti con alcuni animali e un ruscello. Appena arrivati, abbiamo trovato il pranzo pronto: lasagne, würstel e crostate. Dopo esserci rimpinzati, ci siamo rilassati e c’era chi giocava a calcio, chi a pallavolo, chi a carte e chi chiacchierava con gli amici. Faceva davvero molto caldo. Poi siamo tornati a scuola ed eravamo tutti davvero molto stanchi, ma contenti della bellissima giornata trascorsa con amici e professori.

IL CORRIERE DEL SAN GABRIELE (a.s. 2012-2013)

Preside e Direttore responsabile Prof. Maurizio Ventura

Vicedirettori

Enrica Bonci, Marie-France Calabretta, Sara Carmignani Caridi, Settimio Cimarelli, Maria Teresa Cioffi, Fabiana Di Meo, Bendetta Fantoni, Eleonora Marziali

Monica Monteleone, Claudia Perilli, Sara Rossi, Paola Stirpe, Vito Zocco

Il giorno 23 ottobre 2012, noi ragazzi della classe III media insieme agli alunni delle classi quarta e quinta elementare abbiamo avuto la possibilità di visitare le catacombe di Priscilla insieme al nostro Preside e ad alcuni professori. Le catacombe, che vengono chiamate anche cimiteri, sono luoghi sacri. Siamo partiti dalla scuola alle ore 8:15 e siamo arrivati alle 9:30 e, guidati da una suora, abbiamo cominciato la visita. La suora ci ha detto che i piani erano tre e che noi avremmo visitato solo il primo. In totale, ci ha detto, ci sono circa 40.000 loculi, tutti costruiti dagli antichi Romani. Subito dopo ci ha mostrato alcuni dipinti molto antichi, tra cui quello della Madonna con Gesù Bambino in braccio, e ci ha spiegato che molti di essi sono ancora integri grazie alla presenza dei lucernari. Inoltre, la suora ha ricordato che, quando i nobili morivano, si facevano solitamente seppellire insieme ai poveri per seguire la religione cristiana: l’unica differenza era che la tomba dei nobili era realizzata in marmo e a forma di cupola. Successivamente, ci ha riferito che in quelle catacombe erano stati sepolti circa 365 martiri, di cui sono rimaste solo le ossa che erano state distribuite nelle varie chiese di Roma. In seguito, abbiamo notato che su alcune pareti dell’entrata delle catacombe erano attaccati dei pezzi di sculture, che si erano rotte a causa di un furto. Terminata la visita alle 12:15, abbiamo acquistato dei souvenir come ricordo di questa interessante ed entusiasmante uscita didattica.

Il 15 Novembre 2012 tutta la scuola media ha potuto visitare il parco eolico di Cocullo, in Abruzzo. Ci ha accompagnati una guida di nome Stefano, che ci ha spiegato tutto sugli aerogeneratori. Abbiamo imparato che questo parco eolico è stato progettato e messo in funzione tra gli anni 2004 e 2005. Prima del 2004 qui era solo montagna e le strade non c’erano; poi dal 2005, dopo la costruzione del parco, sono state fatte anche le strade. Il parco eolico è gestito da una società spagnola, chiamata Acciona, una società leader nella produzione di energia. All' interno del parco sono dislocati 37 aerogeneratori, di cui esistono due modelli: il G52 e il G58. Gli aerogeneratori posano su una base in cemento a forma di parallelepipedo. Sulla base poggia un tubo sulla sommità del quale troviamo la navicella, una specie di scatola in fibra di vetro; nella parte anteriore della navicella è collocato un rotore che cattura l'energia cinetica del vento. L’altezza totale di un aerogeneratore è 55 m e la navicella è più grande più o meno come un autobus. Tutti gli aerogeneratori sono collegati tra loro grazie a dei cavi sotterranei così tutta la corrente prodotta viene raggruppata e viene mandata nella sottostazione del paese e da qui viene immessa nella rete elettrica. Questa gita è stata molto istruttiva perché ci ha permesso di avere un’idea chiara sulla produzione di energia alternativa.

Le opere di un grande artista sono arrivate in Italia… e così, per ammirare i suoi bellissimi capolavori, il 17 Dicembre scorso, i nostri docenti ci hanno fatto visitare la sua mostra in uno splendido luogo di Roma: le Scuderie del Quirinale. Ad accompagnarci, c’era la nostra professoressa di Arte ed immagine, Claudia Perilli. L’artista in questione è Jan Vermeer, pittore olandese vissuto nel XVII secolo. Di lui non si sa molto, ma si può dire che è stato un grande maestro e che la sua bravura deriva dall’applicazione severa dei canoni della pittura fiamminga olandese a cui aggiunge, oltre ad una realizzazione naturalistica eccezionale, un perfetto gioco di luci, che fa sembrare i suoi quadri molto naturali, quasi delle fotografie. L’autore era infatti un maestro nel creare speciali variazioni di luci ed ombre nei suoi quadri e nell’utilizzare una particolare “camera ottica”, con la quale si poteva vedere l’immagine capovolta e ritrarre ciò che si vedeva come era nella realtà. Diciamo che era una specie di macchina fotografica ma, invece di schiacciare il bottone, bisognava disegnare per mostrare l’immagine. In occasione della mostra abbiamo osservato molti dei suoi quadri tra cui Allegoria della fede, Santa Prassede, Donna che legge una lettera, Giovane donna con un bicchiere di vino, La stradina, La fanciulla con il cappello rosso e La suonatrice di liuto. Questi ultimi tre sono stati senza dubbio tra i più apprezzati.

L’adozione a distanza è un’iniziativa molto sentita nella nostra scuola ed è una bellissima occasione per dare un contributo a bambini più sfortunati di noi. Ogni anno tutte le classi dell’Istituto San Gabriele adottano un bambino tramite la Fundación “Angel Guardian” di Medellin. Adottando dei bambini, noi diamo loro la possibilità di studiare e mangiare e loro ci ringraziano spedendoci una lettera in cui descrivono come e dove vivono. Per poter adottare un bambino ogni alunno mette un po’ di soldi nel salvadanaio della propria classe che, quando arriva il Natale, viene consegnato. I nostri piccoli risparmi vengono poi uniti alle offerte ricavate da altre iniziative e in questo modo anche noi alunni contribuiamo alle adozioni a distanza.

Anche quest’anno è stato aperto il Mercatino di Natale dell’Istituto San Gabriele il giorno dell’Immacolata Concezione di Maria, l’8 dicembre. Come tutti gli anni, sono stati messi in vendita gli oggetti in ceramica prodotti dagli alunni della nostra Scuola Primaria, i presepi in legno provenienti dalla Palestina, l’olio e diversi prodotti donati dai genitori degli alunni e dai negozianti del quartiere. Il fine quest’anno era quello di raccogliere una quantità di denaro sufficiente per realizzare due progetti: adottare a distanza bambini e ragazzi in collaborazione con la Fundación “Angel Guardian” di Medellin; contribuire all’acquisto di un nuovo Crocifisso da collocare nel piazzale del Crocifisso in sostituzione di quello danneggiato. Oltre che con i canali consueti (mercatino e offerte delle Sante Messe, dei singoli donatori e delle diverse classi), quest’anno è stato possibile raccogliere ulteriori fondi grazie alla tombola di beneficenza organizzata nella nostra Scuola domenica 16 dicembre: sono infatti intervenuti gli attori Gabriele Marconi e Gennaro Calabrese che partecipano ogni giorno alla trasmissione di satira politica Gli sgommati, trasmessa da Sky1 e Cielo, che hanno attirato un pubblico numeroso. Il ricavato delle diverse iniziative ha consentito di confermare l’adozione di 30 bambini colombiani (di 360 euro ciascuna). Sono inoltre stati devoluti 575,85 euro per l’acquisto del nuovo Crocifisso.

Lo scorso 19 dicembre, presso l’Istituto San Gabriele, è andata in scena la recita di Natale della scuola secondaria. Il titolo della rappresentazione era Lilim del tramonto; la regia è stata affidata al professor Roberto Sestili. Lo spettacolo è stato diviso in tre parti, ognuna delle quali affidata ad alunni delle tre classi della scuola secondaria: l’introduzione della vicenda è stata assegnata agli alunni della prima media; nella parte centrale, hanno preso il loro posto gli alunni della seconda media; infine, per concludere lo spettacolo, l’ultima parte è stata recitata dalla terza media. Lilim del tramonto è un testo di Bruno Tognolini, che è stato tagliato e adattato per consentirne la rappresentazione a scuola. Racconta di Palestina quest, un videogioco inventato da Lele, un ragazzo esperto di computer. Il gioco è la storia di Lilim Pithekè, fata del tramonto dotata di straordinari poteri, e di Zahel, incaricato di impedire l’Avvento e di cercare una giovane donna incinta di un Re Annunciato per non farla partorire. Grazie a Lilim, Zahel non riuscirà a portare a termine il suo progetto. Per poter scrivere il suo gioco Lele si avvale dell’aiuto di frate Giuseppe, che gli racconta la storia del presepe... La rappresentazione è stata condotta su due piani: quello della modernità in cui vive Lele con la sua mamma e la sua sorellina, e quello della Palestina al tempo di Gesù, in cui è ambientato il videogioco. Pertanto, sul palco si alternavano alunni vestiti in jeans e scarpe da ginnastica e alunni vestiti con tuniche e turbanti. Per preparare tutto lo spettacolo, abbiamo impiegato all’incirca due mesi. Alla fine dello spettacolo, ci siamo riuniti tutti sul palco e gli alunni della prima media, mentre le altre due classi cantavano, si sono esibiti con il flauto. Quel pomeriggio, ci sentivamo molto soddisfatti del lavoro da noi svolto, perché ci eravamo resi conto che lo spettacolo era veramente piaciuto e che i genitori e tutte le famiglie lì presenti si erano divertite.

Il 25 gennaio 2013 tutti noi alunni della scuola media San Gabriele abbiamo assistito al teatro Sistina alla rappresentazione Il diario di Anna Frank. Lo spettacolo, della durata di circa un’ora e mezza, racconta la storia di Anna Frank, una ragazza quattordicenne ebrea, che negli anni della Seconda Guerra Mondiale viveva ad Amsterdam con la sua famiglia. I Frank (papà, mamma, Anna e sua sorella Margot) furono costretti a nascondersi in un alloggio segreto per paura di essere catturati dai Tedeschi e mandati a morire in un campo di concentramento. Nell’alloggio vivevano anche la famiglia Van Daan (composta dalla signora e dal signor Van Daan e dal loro figlio di diciassette anni e mezzo, Peter, che ebbe un buon rapporto con Anna), ed il signor Dussel, un dentista che condivise la camera da letto con Anna. La signora Miep, amica della famiglia, li aiutava a sopravvivere portando loro il cibo e, pur non vivendo nell’alloggio, andava a trovarli ogni giorno. Dopo diversi mesi di vita nell’alloggio gli abitanti vennero tutti catturati dai Tedeschi e smistati in diversi campi di concentramento; riuscì a sopravvivere solo il padre, che tornò all’alloggio in cui si erano nascosti per vedere cosa ne fosse rimasto, e lì trovò il diario di Anna. Egli pubblicò il diario dopo averlo letto e aver scoperto che il sogno di sua figlia era pubblicare un libro riguardante proprio la vita nell’alloggio segreto. In tal modo abbiamo una testimonianza molto forte di quanto accaduto nel corso della Seconda Guerra Mondiale e in particolare della persecuzione nei confronti degli Ebrei. La parte finale della storia, la morte nel campo di concentramento dei membri delle due famiglie, non è stata rappresentata, ma ci è stata raccontata dal presentatore. Lo spettacolo ci è piaciuto molto ed è stato per noi occasione di riflettere sul triste destino degli Ebrei.

Il 31 Gennaio 2013 tutti gli alunni della classe terza media hanno visitato Planetario e Museo Astronomico del Comune di Roma, situati nel quartiere dell’EUR, in piazza G. Agnelli. Accompagnati dalla prof.ssa Cioffi, abbiamo visitato il Museo, all’interno del quale modelli, postazioni interattive e diorami consentono ai visitatori una vera e propria immersione nel contesto spaziale: si vive la scienza senza perdere la capacità di sorprendersi ed emozionarsi. Con attenzione e curiosità, abbiamo scattato foto e ascoltato le spiegazioni; infine, abbiamo assistito ad uno spettacolo eccezionale: abbiamo osservato il Sole, la Terra, le costellazioni, le nebulose e le galassie attraverso un maxi-schermo a cupola. Conclusa la visita didattica, abbiamo fatto ritorno a scuola.

Il giorno 5 febbraio noi alunni della classe III insieme alla prof.ssa Perilli siamo andati a visitare il Museo MAXXI, il cui nome vuol dire Museo delle arti del XXI secolo. È non solo un museo delle arti, ma anche dell’architettura. Tra le altre cose, abbiamo visto i modellini per il concorso indetto dal Museo, quello che ha effettivamente vinto, realizzato da Zaha Hadid, e alcuni progetti di Toyo Ito. Poi siamo andati a vedere le realizzazioni del famoso architetto Le Corbusier in mostra presso il Museo; in particolare, ci hanno colpito il resoconto dei suoi viaggi su una cartina esposta su un muro e gli orologi fatti prima degli studi sull’arte. Alla fine della visita siamo ritornati a scuola, pieni di meraviglia.

Lo scorso primo marzo noi alunni della I media siamo andati all’Auditorium Parco della Musica, accompagnati dalla nostra professoressa Eleonora Marziali, per assistere allo spettacolo Mettiamoci alla prova. Appena arrivati, la guida ci ha condotto in una sala dove una giovane musicista eseguiva melodie al pianoforte, spiegandoci quali note stava eseguendo. Entrati, ci siamo seduti e abbiamo visto i musicisti con i rispettivi strumenti: grancassa, violini, clarinetti, tamburo ed altri ancora. L’aspetto più interessante è stato certamente vedere le prove per il concerto che avrebbe avuto luogo il giorno successivo. È stata un’uscita didattica inaspettata: infatti, non tutti i bambini della nostra età hanno l’opportunità di fare visite culturali come quelle che organizza la nostra scuola!

Il giorno 13 marzo 2013 noi alunni della II media siamo andati all’Auditorium Parco della Musica, opera di Renzo Piano, edificata nel 2005 e costituita da tre grandi sale a forma di mouse. La più grande si chiama sala Santa Cecilia ed è quella dove abbiamo potuto assistere allo spettacolo chiamato “Il viaggio di Mozart”. Come già ci aveva spiegato la professoressa Eleonora Marziali, abbiamo assistito al racconto del primo viaggio del giovane prodigio Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo, sua città natale, alla corte imperiale di Vienna in tenera età, e a quello del secondo viaggio, in età adolescenziale, da Salisburgo a Parigi. Nel corso del primo viaggio il giovane musicista Mozart costeggiò la riva del Danubio fino a Vienna. Il suo successo alla corte imperiale asburgica lo rese famoso in tutta Europa e la sua stima crebbe a tal punto che il giovane genio dovette intraprendere un nuovo viaggio alla volta della Francia. Egli attraversò l’odierna Germania e si esibì presso le città dove fece tappa, tra le altre a Bonn. Wolfgang, purtroppo, non riscosse molto successo alla corte reale di Parigi. Le melodie che abbiamo ascoltato sono state composte proprio da Mozart, da Händel e da Vivaldi e ci hanno molto emozionato.

Martedì 16 aprile tutti i ragazzi della scuola media San Gabriele sono andati al teatro Sala Umberto, al centro di Roma, per vedere uno spettacolo in lingua inglese dedicato alla famiglia Addams. C’erano sul palco quattro attori tutti inglesi, che naturalmente recitavano in inglese e due di loro hanno impersonato ruoli diversi. Lo spettacolo inizia con Gomez, il padre, che cerca un cameriere che gli faccia anche da autista e trova Lurch, un uomo molto gentile e silenzioso. A questo punto, così come aveva fatto con Lurch, mette un secondo annuncio sul giornale, questa volta per trovare una moglie gentile, vestita di nero che ami i trenini in miniatura e le macchine d’epoca. La prima ragazza che si presenta a lui non piace assolutamente perché si veste con colori sgarganti ed è troppo maleducata. La seconda, Josephine, è molto carina, ma, orrore, parla sempre e solo di verdure perchè il suo lavoro è vendere verdure. Un giorno, però, camminando nel parco incontra una bella donna tutta vestita di nero: Morticia. Nasce un grande amore e i due si sposano. Così Morticia va a vivere con lui insieme con la propria madre, Esmeralda, anche lei naturalmente vestita di nero. Il tempo passa e nasce una figlia che loro chiamano Mercoledì; come primo gioco la bambina riceve una mano umana. Con questa strana famiglia termina la commedia. Dopo lo spettacolo una cosa molto carina che gli attori hanno fatto è stata quello di iniziare una conversazione con i ragazzi facendo domande su “vero” o “falso” ed anche i ragazzi hanno cominciato a chiedere loro qual era il loro sport preferito, quanti anni avevano, qual era la squadra di calcio del cuore, da quale parte d’Inghilterra venivano, ecc… Verso le 13:30 siamo ripartiti per la scuola con un bellissimo ricordo e sicuri di esserci veramente divertiti.

Quest’ anno noi alunni della I media abbiamo avuto la fortuna di visitare l’Orto Botanico di Roma con la nostra insegnante di scienze, prof.ssa Cioffi. Esso è uno dei più grandi d’Italia: occupa dodici ettari di parco e possiede duemila metri quadrati di serre. È un posto assolutamente particolare, nel pieno centro di Roma, che si può visitare anche con la presenza di una guida. Il periodo migliore per una visita è sicuramente la primavera. A maggio l’Orto Botanico di Roma fiorisce con i suoi roseti, le piante grasse presenti nelle serre, le felci, la zona dei bambù, le palme e così via. Varrebbe la pena, comunque, di visitarlo in qualsiasi stagione perché è sempre bello. I giardini sono molto curati e nelle serre si possono osservare piante tropicali, orchidee e piante grasse mentre nel giardino dei semplici vengono coltivate piante comuni. È da consigliare sicuramente, prima d’andar via, una visita al giardino degli aromi dove si trovano diverse specie di piante aromatiche che emanano dei profumi piacevoli.

Visita alla segheria Bergholz di Valdaora

In una tappa della gita in Alto Adige abbiamo visitato la più antica segheria di Valdaora, immersa nel verde, dove si utilizza legno ricavato da quattro tipi di alberi: il larice, l'abete, l'abete bianco e il cirmolo, quest’ultimo particolarmente profumato. A mandare avanti la piccola azienda sono due uomini, poiché, come ci ha spiegato il proprietario, Reinhard, i giovani ritengono quello in segheria un lavoro duro e faticoso. Ogni anno si producono circa 2000000 di metri cubi di legname tagliato e inoltre si possono trovare circa 600 chilogrammi di legno che viene rivenduto a costruttori e commercianti, soprattutto al nord. La lavorazione comincia innanzitutto con il taglio degli alberi grazie a uno speciale macchinario; viene tagliata la cosiddetta “scorza” e subito dopo il tronco viene tagliato orizzontalmente e verticalmente. Infine, il legno viene macinato per poi esser messo in uno speciale forno che lo trasforma in segatura. Questa in parte viene venduta alle centrale di termo-riscaldamento per essere bruciato, in parte è destinato a uso personale per riscaldarsi all'interno della casa, come accade per l’abitazione del proprietario stesso, che sorge nella stessa area della segheria ed è realizzata in legno, privo peraltro di qualsiasi trattamento, usato, cioè, al naturale. La cosa che ancora oggi resta è il ricordo della sensazione piacevole data dall’intenso profumo del legno e dalle sue sfumature di colore.

La gita è stata organizzata direttamente dalla scuola e il programma era di alto profilo culturale, passando in rassegna, attraverso le più varie forme, un esempio importantissimo di minoranza linguistica e culturale, apprezzato in tutta Europa. Da essa gli alunni hanno potuto imparare i valori fondamentali della convivenza, come quello dell’autonomia, del rispetto delle minoranze, dell’ integrazione nelle diversità. Questi valori sono spessi disattesi oggi, pur se fanno parte del patrimonio culturale dell’Italia.

Passeggiata nel Bosco… Nei giorni trascorsi in Alto-Adige con i nostri professori, siamo andati a fare una passeggiata nel bosco di Valdaora, accompagnati da una guardia forestale. Dopo una breve salita a piedi, siamo arrivati su di una strada che ci ha portati nel cuore del bosco. La nostra guida ci ha spiegato che il 60-70% dell’intera regione è occupata da alberi ad alto fusto: abeti rossi, abeti, pini ed altri. Ci sono anche i larici caratterizzati dalle lori foglie aghiformi; questi perdono in inverno le loro foglie. Da valle fino a 2000 metri di altitudine cresce un albero molto pregiato, che si chiama cirmolo. Questo, caratteristico per il suo intenso odore, è utilizzato per i rivestimenti in legno e per i letti delle stanze, perché, come sembra, aiuta l’organismo a rilassarsi. Oltre a questa utilità, va detto anche che le piante, con le loro radici, impediscono che il terreno frani o si smotti. Il bosco è un ecosistema perfetto. Al suo interno vivono dai 60 ai 70 cervi che, seppur belli, mangiando alberi appena nati, creano problemi alla crescita delle piante. Oltre ai cervi sono presenti caprioli, cinghiali, camosci, lepri e volpi. La presenza di alcuni fiumi dà la possibilità a questi animali di bere in abbondanza. A proposito di bere…durante la passeggiata abbiamo avuto modo, costeggiando un ruscello, di rinfrescarci con dell’acqua attinta direttamente alla fonte! Insomma passeggiare immersi nei colori del bosco ci ha trasmesso molta serenità e pace!

Visita al Museo Etnografico di Teodone Il museo etnografico di Teodone, presso Brunico, venne fondato nel 1976. Il centro del museo è uno dei pochi masi padronali ancora attivi. Passeggiando in questa distesa verde abbiamo visitato antiche abitazioni rurali, nelle quali il tempo sembra essersi fermato! La parte più divertente della visita è stata sicuramente quella riguardante la lavorazione del pane! La guida ci ha spiegato che nell’antichità la produzione di tale prodotto in questa regione non era continua, anzi veniva realizzata solo due volte l’anno, per evitare uno spreco di legna, in un forno situato lontano dalla propria casa per evitare possibili incendi. Ovviamente questo pane, con il passare delle settimane, si induriva, diventando così immangiabile. Per renderlo “commestibile” lo si immergeva, dopo cena, in una scodella posta al centro del tavolo contenente del latte. Mentre il pane si ammorbidiva e assorbiva il latte, i commensali si riunivano in ginocchio attorno al tavolo e pregavano, recitando la litania o il rosario. La nostra visita, però, non si è esaurita qui, perché dalla teoria siamo passati alla pratica, mettendoci all’opera tra farina e acqua! Gli ingredienti per produrre il pane sono: la pasta madre, che può anche essere sostituita con la pasta acida, ¾ di farina di segale, ¼ di farina bianca, dell’acqua calda, 9 o 10 cubetti di lievito confezionato ed ovviamente le spezie. Per produrre questo tipo di pane un tempo si usavano principalmente quattro spezie: il cumino, il finocchio, il coriandolo e la trigonella. Il risultato? Dell’ottimo pane di segale realizzato con le nostre mani e che, una volta cotto nel forno a legna, abbiamo potuto ritirare e gustare!

Visita alla Latteria Mondolatte di Dobbiaco

Mercoledì 15 maggio siamo andati a visitare la Latteria Tre Cime Mondolatte che si trova a Dobbiaco. Appena siamo arrivati lì (alle ore nove circa), la guida ci ha portato dentro e ha iniziato a spiegarci ciò che viene prodotto. Questa fabbrica è famosa in tutta Italia ed è specializzata nella produzione di formaggi di mezza stagionatura. Nella gamma di produzione ci sono diverse qualità di formaggi, che sono classificati tra molli e duri. Il latte che serve a produrre il formaggio viene ritirato dai masi, viene controllato e impiegato per la produzione del formaggio; si usa soprattutto il latte di capra perché il latte di mucca contiene colesterolo. Quando il latte ha una percentuale di grasso troppo alta, bisogna aggiungere la panna. La fabbrica distribuisce il latte anche a Cortina. Una volta prodotto il formaggio, sulla sua superficie viene scritta la data di produzione e la qualità. La guida ci ha detto anche che il latte era parte integrante dell’alimentazione contadina, tanto che un tempo si consumava latte diverse volte nell’arco della giornata, a tutti i pasti.

Le Miniere di Predoi Durante il viaggio d’istruzione in Alto Adige, siamo andati a visitare le miniere di rame di Predoi, in Valle Aurina, in disuso dalla fine del XIX secolo, ad eccezione di una breve riapertura nel secolo scorso. Muniti di caschi ed impermeabili gialli, siamo saliti su un trenino che ci ha condotti attraverso strette e buie gallerie che scendono fino a 500 metri di profondità. Dopo un quarto d’ora di percorso è iniziata la nostra visita guidata del luogo in cui un tempo i minatori sopportavano dure condizioni di lavoro: intere ore al buio e all’umido, completamente bagnati e costretti perciò a stare senza scarpe, cosicché l’acqua potesse scivolar via dal corpo. Quando iniziarono a scavare queste miniere, procedettero in senso verticale e, una volta trovato questo grande giacimento, capirono che era opportuno scavare orizzontalmente. Per far passare l’ossigeno nelle gallerie si servivano di un apposito macchinario e per scavare, oltre a picconi, usavano anche dinamite e bombe di vario genere. Scesi poi in un lungo condotto, abbiamo visto il rame che, come ci ha spiegato la guida, tutte le sere viene raccolto da una persona. Lungo il percorso è possibile vedere dei manichini che riproducono i minatori all’opera con le varie tecniche d’estrazione. Al termine della visita, siamo arrivati all’ingresso di un Centro Climatico realizzato nella miniera. Tale struttura, sfruttando le condizioni climatiche del sottosuolo, offre delle cure a chi ha problemi di asma. Si è così conclusa la nostra avventura sotterranea e siamo tornati in superficie… all’aria aperta.

Collegiata di San Michele A San Candido, una delle mete più famose della Val Pusteria, abbiamo visitato la splendida Collegiata di San Michele, del XIII secolo. La guida che ci accompagnava ci ha spiegato che nel 769 il Duca di Baviera regalò ai monaci benedettini una terra di 45 km2 sulla quale fu eretto un convento che poi, intorno al 1140, la popolazione, bisognosa di una chiesa più grande, adattò a collegiata. Questa, poi, nel secolo successivo fu trasformata nell’attuale chiesa in stile romanico. Secondo la tradizione, nel paese viveva un gigante, che aiutò gli abitanti a costruire l’edificio, ricevendo in cambio dei vitelli. Con il passare del tempo, però, il gigante iniziò ad infastidire la gente del posto, allora gli fu tesa una trappola per ucciderlo durante una delle sue passeggiate nel bosco. Ancora oggi è visibile una costola del gigante appesa ad una parete all’ingresso della chiesa… All’interno si resta colpiti soprattutto dagli affreschi della cupola, restaurati negli anni ’60 del secolo scorso, con scene tratte dal racconto biblico della creazione. Abbiamo avuto modo di scendere anche nella cripta, ancora in uso per la celebrazione di battesimi. Tra le varie strutture visitate la Collegiata è stata sicuramente una di quelle che più ho apprezzato.

Il Maso Patzleiner In Alto Adige sono diffusi i caratteristici masi, terreni produttivi agricoli a conduzione familiare con annessi l’abitazione del contadino, il fienile e la stalla. Oggi tali masi sono detti “chiusi”, perché non sono divisibili tra gli eredi, ma si trasmettono solo al primo figlio, per evitare la frammentazione del terreno. Durante la nostra giornata in Val Pusteria abbiamo potuto visitare un maso di montagna nella valle di Braies, in cui ad accoglierci c’erano il proprietario, David, e sua moglie Elisabeth. Immersi nel verde c’erano capre, mucche, cavalli, maiali e galline… Ci è stato spiegato che dalla quotidiana mungitura delle capre si ricavano almeno 140-150 l di latte al giorno, considerando che da ogni capra si ricavano 2 l di latte. Le 70 capre del maso ogni anno riescono a partorire complessivamente anche 100 caprette. Naturalmente il latte si ricava anche dalle 10 mucche che abbiamo potuto vedere. Due dei tre cavalli sono Avelignesi, una razza tipica del posto, un tempo usata per i trasporti in montagna, riconoscibile dal colore molto chiaro della criniera e della coda. La nostra curiosità è stata attratta anche da 20 maiali, i più grandi dei quali vengono usati per riprodursi, al contrario dei maialini che vengono, invece, venduti per poi ricavarne il nostro caro ed amato speck. Al termine della visita, seduti intorno ad una bella tavolata preparata per noi dalla famiglia, abbiamo gustato un abbondante assaggio di formaggi, prodotti naturalmente lì sul posto, il tutto accompagnato da succo di lampone. Non avremmo potuto concludere la visita in modo migliore!

L’abbazia di Novacella Giovedì 16 maggio, nell’arco della mattinata, siamo stati all’abbazia di Novacella, fondata nel 1142 dall’ordine agostiniano che ancora oggi la occupa. I monaci che attualmente vi abitano si preoccupavano e si preoccupano tuttora della cura delle anime. Nell’abbazia vivono 26 monaci, tutti sacerdoti, di cui 18 si occupano delle parrocchie della zona. I monaci trascrivevano testi e venivano aiutati anche dai ragazzi della zona. All’inizio della visita siamo entrati in una biblioteca che contiene 20.000 volumi di tutte le materie e le lingue in cui sono scritti sono latino e tedesco. Vi sono conservati anche numerosi libri di musica, che sono di dimensioni enormi per consentire a tutto il coro di seguire lo spartito durante le celebrazioni. Dopo la biblioteca abbiamo visitato la pinacoteca; essa conserva dei quadri di circa 600 anni fa e tra questi la storia di Santa Caterina dipinta su un altare a portelle. L’ultima cosa che abbiamo visto è stata la chiesa in stile barocco bavarese, sui cui muri erano affrescati un totale di 365 angeli, uno per ogni giorno dell’anno. In questa chiesa si celebrano tuttora dei matrimoni. All’interno dell’abbazia c’è anche una scuola media frequentata da circa 90 alunni. Finita la visita, Don Maurizio, il nostro Preside, ci ha detto che i monaci producono del buon vino e ci ha consigliato di comprarlo per i nostri genitori.

Museo dell’Ursus Ladinicus L’ultimo giorno trascorso in Alto Adige siamo andati a visitare il museo dell’Ursus Ladinicus di San Cassiano. Il museo è stato costruito pochi anni fa per ricordare la scoperta, avvenuta il 23 settembre 1987, di una grotta da parte di Willy Costamoling. Willy scoprì questa grotta per caso scalando la Cima delle Conturines: entrando in una caverna, trovò i resti dell’orso ‘delle caverne’ ormai scomparso e del quale non si avevano fino a quel momento resti. Il museo è diviso in più sezioni: nella prima sezione, al secondo piano, si possono ammirare i diversi resti di razze di orso, dall’orso bruno fino appunto all’orso delle caverne. Oltre ai resti ossei degli orsi ci sono anche diversi fossili ritrovati sulla Cima. Nella seconda sezione, all’ultimo piano, si trovano delle riproduzioni, sia degli orsi sia delle caverne in cui vivevano. L’orso delle caverne, ci ha spiegato la guida, a differenza degli altri orsi, era erbivoro, e lo era perché la vegetazione, nel periodo in cui è attestata la sua presenza e che è chiamato interglaciale, si estendeva fino a altezze elevatissime. La caverna, per esempio, si trova a 2800 metri sopra il livello del mare. Le ricerche in questa grotta si svolgono ancora ad opera dell’Università di Vienna.

Visita al Museo della Prima Guerra Mondiale

Durante il viaggio d’istruzione siamo andati a visitare il Museo della Prima Guerra Mondiale, che si trova a Cortina. In quel museo sono stati raccolti oggetti risalenti al periodo della “Grande Guerra”, che sono disposti in modo ordinato e coerente. La guida ci ha spiegato che, già quando era in vita suo padre, si raccoglievano sui campi di battaglia i residui della guerra. Tuttavia, all’inizio i Tedeschi lo minacciarono di morte: infatti, durante la Prima Guerra Mondiale, il Trentino ancora non faceva ancora parte dell’Italia ed era alleato dei Tedeschi; poiché essi persero questa guerra, ritenevano che il Museo rappresentasse una vergogna per loro e lo minacciarono di morte. Ma con molti sacrifici, egli riuscì a realizzare questo Museo, ancora oggi visitato da numerosi turisti.

La Casa di San Giuseppe Freinademetz

A Oies, in Val Badia, percorrendo un sentiero nel bosco, abbiamo raggiunto la casa natale di San Giuseppe Freinademetz, unico santo dell’ Alto Adige. Arrivati nell’abitazione, siamo stati accolti nella stanza in cui Padre Freinademetz nacque il 15 aprile 1852. Dopo aver frequentato prima la scuola ladina, poi il collegio di Bressanone, nel 1875 fu ordinato sacerdote e sin da subito mostrò la volontà di diventare missionario, dedicando la sua vita al servizio dei più bisognosi. Nel 1879 partì per Hong Kong, entrando in contatto con una realtà molto dura, a causa della diffidenza dei cinesi verso gli occidentali, perché considerati dei conquistatori. In un primo momento, quindi, la sua vita non fu facile e non fu apprezzato dalle persone del posto, ma presto ne imparò la lingua e le abitudini, divenendo poco alla volta molto amato. Celebre è la frase di Padre Giuseppe “voglio vivere cinese, voglio morire cinese e voglio andare in cielo da cinese”. Nel 1908 morì di tifo, in conseguenza del fatto che era continuamente in mezzo alle persone malate per assisterle, senza prendere alcuna precauzione e senza curarsi. Morì come lui aveva desiderato, cioè da cinese. Dieci anni fa, nel 2003, Papa Giovanni Paolo II lo proclamò Santo e nell’agosto del 2008 Papa Benedetto XVI fece visita alla casa di Padre Freinademetz e alla vicina cappella a lui dedicata. Oggi il suo culto è molto sentito, non solo in Alto Adige, ma anche in Austria e in Germania e il complesso di Oies è meta di pellegrinaggio.

La Tessitura Artistica “Gaidra”

Una delle tappe della nostra gita è stata la visita ad una azienda di tessitura d’arte a Pederoa. Siamo entrati in una piccolissima fabbrica dove si trovavano esposti telai molto antichi in legno, risalenti a circa 100 anni fa e ancora perfettamente funzionanti. Lì ci aspettava la nostra guida: il signor Giacomo, il proprietario della fabbrica. Ci ha spiegato come un disegno può diventare un tessuto: prima si disegna sulla carta millimetrata la forma che si desidera

riprodurre sulla tovaglia, poi il disegno viene bucato da piastre di ferro e infine viene riprodotto sulla tela. I tessuti vengono sempre filati con fili di lino e cotone. Giacomo ci ha fatto vedere il telaio meccanico: è molto faticoso da usare perché bisogna controllare contemporaneamente 3500 fili. La qualità dei tessuti lavorati a mano o a macchina è la stessa, per questo hanno molti concorrenti soprattutto in Cina. Siamo andati anche in un’altra stanza dove si trovavano macchine moderne ed elettroniche che hanno circa 5500 fili e possono creare dei tessuti di diversi colori, a seconda delle macchine utilizzate. Il telaio venne inventato da un francese nel 1805 e tuttora esistono scuole per imparare a cucire con i telai a Stoccarda e a Como.

Torneo di pallavolo femminile Al torneo di quest’anno scolastico hanno partecipato cinque squadre, una della classe I e due sia della classe II che della classe III. Classe I: Carolina Archemen, Diana D’Alò, Camilla Galati, Greta Re, Marta Standoli (caposquadra). Classe II squadra A: Ludovica Della Camera, Bianca Gazzè, Virginia Nora Giuliani, Giulia Proietti Pannunzi, Chiara Vitaletti (caposquadra). Classe II squadra B: Giulia Cigliano, Federica Felicetti, Carlotta Marini Agostini, Giulia Tempesta (caposquadra), Valeria Ungaro. Classe III squadra A: Silvia Ambrosino, Laura D’Alò, Ludovica Montino (caposquadra), Daniela Ungaro, Serena Yaki Zhou. Classe III squadra B: Greta Di Biagio, Josephine Lindsay Torlonia, Benedetta Mastrantoni (caposquadra), Arianna Meinardi, Alice Pischiutta, Ludovica Serafini. La partita più combattuta è stata quella in cui si sono scontrate le due squadre della classe III, finita 2 set a 1 per la squadra A (punteggi 23-25, 25-22, 25-20). Alla fine del girone eliminatorio, il risultato è stato il seguente: al 3° posto III B; al 4° posto II A; al 5° posto classe I. L’ultimo giorno di scuola verrà disputata la finale tra la II B e la III A. La Professoressa di Scienze Motorie Fabiana Di Meo ha arbitrato tutte le partite disputate finora e arbitrerà anche la finale. Manca solo una partita per aggiudicarsi il primo posto e le due squadre finaliste ce la metteranno tutta per arrivare sul gradino più alto del podio. Ma chi vincerà… lo scopriremo solo il 12 giugno!

È tempo di verdetti! Finale mozzafiato alla quale assisteranno anche le classi delle superiori. Le due squadre, la II-B e la III, si sono già incontrate nel girone, finendo in parità, ma la II-B ha giocato e meritato sicuramente di più… Ma attenzione: quel giorno c’era un’inferiorità numerica da parte degli uomini di Tramontana a causa dell’infortunio di Gabriele Sabbatini, il quale, rientrando contro la II-A, ha convinto molto segnando anche due gol. Questa partita sarà importante anche al livello personale: in particolare, per i due che guidano la classifica marcatori, ovvero Tramontana e Venturin, i quali hanno assolutamente fame di vittoria. Sono convinto che alla fine sia la determinazione e la voglia di vincere a prevalere.

III MEDIA Formazione: POR Francesco Archemen DC Francesco Marchetti DC Kristian Oftedal ATT Federico Tramontana ATT Gabriele Sabbatini Capitano: Federico Tramontana

II MEDIA - B Formazione: POR Matteo Priori DC Stefano Ronconi/Andrea Moretti CC Riccardo Frangella ATT Federico Nicoletti ATT Nicolò Venturin Capitano: Riccardo Frangella

I MEDIA Formazione: POR Lorenzo Frangella DC Edoardo Fanetti/Benedict Lindsay CC Daniele Oronzini ATT Stefano Andreucci ATT Pierfrancesco Boccia Capitano: Pierfrancesco Boccia

II MEDIA - A Formazione: POR Gabriele Di Piero DC Bruno Cuneo DC Riccardo Del Prete CC Filippo Cini ATT Matteo Catizone/Valerio Celli Capitano: Matteo Catizone

Torneo di Calcio a 5

Incontro con Cosimo Rega... Il giorno 8 marzo nella nostra scuola ha avuto luogo un incontro con Cosimo Rega, animatore della compagnia teatrale del Carcere di Rebibbia, autore del libro Sumino o’ Falco e protagonista del film Cesare deve morire dei fratelli Taviani con cui ha vinto dei premi cinematografici internazionali; era accompagnato dal garante dei diritti dei detenuti della regione Lazio, l’avvocato Angiolo Marroni. L’incontro è stato preceduto dalla proiezione del film di cui Rega è protagonista e dalla presentazione del professor Fabio Pierangeli, docente presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Roma Tor Vergata. Oltre agli studenti dei Licei e a noi alunni della III media, hanno partecipato all’incontro anche ragazzi di altre scuole di Roma. Subito dopo la proiezione abbiamo potuto rivolgere a Rega diverse domande, a cui egli ha esaurientemente risposto. Tra l’altro, Cosimo ci ha raccontato la storia della sua vita, fino al progetto di andare nelle scuole per raccontare la sua storia personale ed evitare che i ragazzi commettano i suoi stessi errori. L’incontro ha offerto notevoli spunti di riflessione, che abbiamo continuato in classe anche nei giorni successivi.

...e con Antonia Arslan Il bisogno di ricordare, il dovere di sottrarre all’oblio quei racconti ascoltati fin da bambina in famiglia. Questa è stata la motivazione che ha spinto Antonia Arslan, per anni docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea, a comporre il suo primo romanzo, La masseria delle allodole, basandosi sul quale i fratelli Taviani hanno realizzato l’omonimo film nel 2007. E allora per un giorno niente grammatica italiana, niente latino o matematica, ma solo la storia, non quella dei libri scolastici, ma quella reale, vissuta di riflesso e testimoniata in prima persona da una donna coraggiosa e risoluta, che l’ha raccontata con sincerità e determinazione ad una platea di adolescenti e ai loro insegnanti. Ad ascoltarla erano gli alunni liceali e quelli della terza media del nostro Istituto insieme ad alcuni allievi del vicino Istituto “G. De Sanctis”, ospitati dalla nostra scuola per offrire la possibilità di partecipare ad un incontro formativo inconsueto. 1915: genocidio degli Armeni voluto dal partito dei Giovani Turchi. Si parte da qui, da quello che in tanti libri di storia non si legge, o quasi, da quell’atrocità che il governo turco, dopo un secolo, ancora non riconosce dinanzi alla comunità armena e a quella internazionale. Obiettivo dei Turchi era l’eliminazione dell’etnia armena, un progetto né più né meno folle di quello attuato, qualche decennio dopo, dalla Germania di Hitler nei confronti del popolo ebreo. Con una differenza: il genocidio armeno è stato per decenni un genocidio dimenticato. Eppure ha preceduto l’olocausto ebreo e forse - come ha sottolineato la scrittrice - se il mondo intero ne fosse stato informato, si sarebbe potuta scongiurare la follia hitleriana. Ed ecco allora che le parole di Antonia Arslan diventano non solo una memoria di famiglia, ma la memoria di un intero popolo, la cui diaspora e il cui massacro reclamano un posto nella storia. Diventano un monito per tutti noi, affinché quel “la storia deve insegnare a non ripetere errori già commessi” non sia solo una frase altisonante, ma solleciti sul serio una riflessione critica ed un’assunzione di responsabilità.

Santa Messa con le Cresime

Celebrata da S. Ecc. Mons. Gino Reali

Vescovo di Porto – Santa Rufina Roma, 24 Maggio 2013 - ore 18,00

(corsi tenuti dal nostro Direttore Don Maurizio Ventura)

Alice CAPRARI Fabiana IACOPINI

Gianluca MASTRANGELO Nicola PARIGI

Santa Messa con le Prime Comunioni Domenica 2 Giugno 2013, ore 11,30

Cappella dell’Istituto San Gabriele - La Storta - Roma

Emma CAPRIOGLIO Matilde CATARCI

Kasper D’ALò Ludovica Agnese DE SENA PLUNKETT

Beatrice DI BIAGIO Riccardo FABBRI

Isabel MIGLIACCI MARTINEZ Gaia RIGHI

Ginevra VISANI Giulia CIGLIANO


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