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IL CALENDARIO - Prof. PORFIDO...

Date post: 15-Feb-2019
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IL CALENDARIO Probabilmente il calendario nacque 5 000 anni fa, quando gli uomini, i sacerdoti in particolare, cominciarono a osservare sistematicamente il movimento degli astri e si accorsero che tali movimenti seguivano dei cicli regolari; essi riuscirono poi a realizzare un sistema per dividere il tempo e indicare così l’epoca più adatta alle semine. Tutto ciò diede la possibilità di controllare la produzione del cibo e quindi di migliorare sensibilmente la vita dell’intera società. Il calendario divenne allora uno dei più importanti “strumenti” della vita sociale e lo è ancora oggi. Lo scorrere del tempo, e quindi il calendario, è in relazione con i maggiori cicli astronomici naturali: la rotazione della Terra su se stessa e la sua rivoluzione intorno al Sole che scandiscono la vita vegetale e animale. Mentre il concetto di anno ebbe la sua origine dall’osservazione dell’alternanza delle stagioni, che ha un’importanza grandissima nel ciclo delle colture, l’origine del mese e della settimana è legata alla Luna. Il ciclo della Luna, infatti, è composto da quattro fasi (crescente, piena, calante, nuova) che durano 7 giorni ciascuna, per un totale di 29 – 30 giorni, le settimane oltre al ciclo lunare fondano la loro origine nella tradizione biblica della creazione. Anche i Babilonesi identificavano ogni giorno con una divinità e quindi con uno dei sette astri maggiori: quelli dei cinque pianeti allora conosciuti (Saturno, Marte, Mercurio, Giove, Venere) più quelli del Sole e della Luna. Gli egizi contavano i giorni dell’anno a partire dal levare della stella Sirio, all’incirca in prossimità del solstizio d’estate ed in concomitanza dell’arrivo delle inondazioni del Nilo. Per gli antichi romani l’anno iniziava con la primavera. Ogni popolo ed ogni civiltà contano generalmente gli anni a partire da un determinato evento: il calendario giuliano parte dalla fondazione di Roma, il gregoriano dalla nascita di Cristo e quello islamico dall’Egira. Due anni diversi L’anno è il tempo che la Terra impiega per compiere un intero giro intorno al Sole: dopo millenni di misurazioni, oggi sappiamo che la durata esatta dell’ anno solare è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. E’ chiaro che l’anno solare non potrà mai coincidere con l’anno del calendario, a causa di quelle quasi 6 ore eccedenti i 365 giorni. Da qui è nato il problema che ha preoccupato gli astronomi fin dai tempi antichi. Il calendario lunare e solare Il raggruppamento delle settimane in mesi è sempre stato mutuato dalle fasi lunari: il ripetersi, ogni 29 giorni circa del ciclo lunare. La Luna nuova, infatti, si ripresenta ogni 29 giorni e mezzo circa e da una primavera all'altra ricorrono circa dodici Lune nuove. Il numero dodici si rivela molto agevole all’impiego in quanto è divisibile, senza dare resto, per due, per tre, per quattro e per sei e
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IL CALENDARIO

Probabilmente il calendario nacque 5 000 anni fa, quando gli uomini, i sacerdoti in particolare,

cominciarono a osservare sistematicamente il movimento degli astri e si accorsero che tali

movimenti seguivano dei cicli regolari; essi riuscirono poi a realizzare un sistema per dividere il

tempo e indicare così l’epoca più adatta alle semine. Tutto ciò diede la possibilità di controllare la

produzione del cibo e quindi di migliorare sensibilmente la vita dell’intera società. Il calendario

divenne allora uno dei più importanti “strumenti” della vita sociale e lo è ancora oggi.

Lo scorrere del tempo, e quindi il calendario, è in relazione con i maggiori cicli astronomici

naturali: la rotazione della Terra su se stessa e la sua rivoluzione intorno al Sole che scandiscono la

vita vegetale e animale.

Mentre il concetto di anno ebbe la sua origine

dall’osservazione dell’alternanza delle stagioni, che

ha un’importanza grandissima nel ciclo delle colture,

l’origine del mese e della settimana è legata alla

Luna. Il ciclo della Luna, infatti, è composto da

quattro fasi (crescente, piena, calante, nuova) che

durano 7 giorni ciascuna, per un totale di 29 – 30

giorni, le settimane oltre al ciclo lunare fondano la

loro origine nella tradizione biblica della creazione.

Anche i Babilonesi identificavano ogni giorno con

una divinità e quindi con uno dei sette astri maggiori: quelli dei cinque pianeti allora conosciuti

(Saturno, Marte, Mercurio, Giove, Venere) più quelli del Sole e della Luna.

Gli egizi contavano i giorni dell’anno a partire dal levare della stella Sirio, all’incirca in prossimità

del solstizio d’estate ed in concomitanza dell’arrivo delle inondazioni del Nilo. Per gli antichi

romani l’anno iniziava con la primavera.

Ogni popolo ed ogni civiltà contano generalmente gli anni a partire da un determinato evento: il

calendario giuliano parte dalla fondazione di Roma, il gregoriano dalla nascita di Cristo e quello

islamico dall’Egira.

Due anni diversi

L’anno è il tempo che la Terra impiega per compiere un intero giro intorno al Sole: dopo millenni di

misurazioni, oggi sappiamo che la durata esatta dell’anno solare è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e

46 secondi.

E’ chiaro che l’anno solare non potrà mai coincidere con l’anno del calendario, a causa di quelle

quasi 6 ore eccedenti i 365 giorni. Da qui è nato il problema che ha preoccupato gli astronomi fin

dai tempi antichi.

Il calendario lunare e solare

Il raggruppamento delle settimane in mesi è sempre stato mutuato dalle fasi lunari: il ripetersi,

ogni 29 giorni circa del ciclo lunare. La Luna nuova, infatti, si ripresenta ogni 29 giorni e mezzo

circa e da una primavera all'altra ricorrono circa dodici Lune nuove. Il numero dodici si rivela molto

agevole all’impiego in quanto è divisibile, senza dare resto, per due, per tre, per quattro e per sei e

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Quattro coppie di ORUS - dio della forza rappresentano

nord-sud-ovest-est.

Quattro NEFERTARI - regina della giustizia rappresentano

le quattro stagioni.

Quattro coppie di ORUS più quattro NEFERTARI

rappresentano i 12 mesi dell'anno.

Le loro 24 mani rappresentano le 24 ore del giorno.

Le 52 immagini all'interno rappresentano le settimane in

un anno.

nessun altro numero così piccolo ha queste caratteristiche. Viene quindi spontaneo pensare che gli

antichi, non molto abili nel far di conto, abbiano trovato utile dividere l'anno in dodici mesi ed

adottare quindi le fasi lunari per scandire ulteriormente il tempo. Con la rendicontazione del

trascorrere del tempo mediante questa divisione in giorni, settimane, mesi ed anni era nato quello

che ancora oggi viene chiamato “CALENDARIO”.

Per curiosità e completezza d’informazione rivediamo l’origine del termine ‘calendario’. La parola

“calendario” deriva da calendae, il primo giorno del mese, termine che a sua volta trae origine dal

verbo latino calare che significa “convocare”, “chiamare a raccolta”. Nel giorno delle calendae,

infatti, si usava pagare i debiti che erano segnati su un registro chiamato calendarius. Siccome nel

calendario greco le calende non esistevano, si diceva pagare alle calende greche per intendere che

non si sarebbe pagato mai; oggi è rimasta l’espressione “rinviare alle calende greche” quando si

allude a qualcosa che non si farà mai!

Il calendario lunare fu usato dalle prime civiltà mediterranee. Però, essendo il mese lunare più

corto di quello solare, necessita di frequenti correzioni per riallinearlo al moto della Terra e quindi

al ciclo stagionale.

Il calendario solare, visto che si basa sul moto della Terra intorno al Sole, è sincronizzato alla

durata delle stagioni. Però, anche in questo caso occorre una correzione, è stato necessario

introdurre l’anno bisestile per garantire un certo sincronismo fra l’anno civile e quello tropico.

Ecco ora i vari tipi di calendario adottati dai popoli antichi.

Il calendario egizio

Il calendario egizio risale al 4244 a.C., si è

giunti alla sua origine misurando le

gallerie della piramide di Cheope

(incisioni sulle pareti dei corridoi segreti)

dove, ogni pollice di lunghezza,

corrisponde un anno di 360 giorni.

L’estensione è pari a 4800 pollici che

indica un periodo di 4800 anni.

Il periodo rappresentato nel calendario

corrisponde a un antichissimo percorso

astrologico che comprende le 12 porte

celesti, più precisamente nel periodo di

passaggio dall’era del Toro (creazione) a

quella dell’Ariete (osservazione).

Questo calendario, solare e razionale, dei

giorni fausti e nefasti (giorni buoni e

cattivi) riportava le date delle feste e

degli avvenimenti più importanti della

vita dei mortali e ricordava la nascita

degli dei. Nel sacro calendario egizio,

inoltre, ogni ora e ogni giorno era

presieduto da una divinità che

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interveniva nella vita quotidiana degli uomini.

Per indicare un giorno veniva indicato l’anno del regno del sovrano, il mese della stagione e il

giorno.

L’anno era diviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno, più 5 giorni per arrivare a 365. I cinque giorni

complementari, che venivano aggiunti alla fine della stagione dei raccolti, erano giorni di festa e

venivano considerati un piccolo mese a parte. Essi erano detti epagomeni da un termine greco che

significa "portare sopra", "aggiungere".

Ogni mese comprendeva 3 decani. Ogni quattro mesi c’era una stagione.

Da ottobre a gennaio Akhet, la stagione dell’inondazione

Da febbraio a maggio Pert, la stagione della germinazione e semina

Da giugno a settembre Shemu, la stagione del raccolto

Ne 2769 a. C., durante la IV dinastia, il saggio Imhotep aggiunse 5 giorni, nei quali nascevano gli

dei. Nel primo giorno veniva festeggiata la nascita di Osiride, nel secondo Horus, nel terzo Seth,

nel quarto Iside e nel quinto Nephthys.

L’anno egiziano iniziava il giorno in cui Sirio sorgeva al levar del Sole. Questo fenomeno, chiamata

levarsi eliaco della stella di Sirio, combaciava con la piana del Nilo.

L’anno egizio aveva 365 giorni trascurando le 6 ore dell’anno solare, il suo inizio tardava di un

giorno ogni 4 anni. Ogni 100 anni il ritardo diventava di 25 giorni, quasi un mese. Affinché l’anno

cosmico e l’anno ufficiale coincidessero bisognava attendere 1461 anni. Questo ritardo fece

notare che l’estate del calendario corrispondeva con la stagione invernale, da qui nacque il nome

di anno vago.

Il ciclo di 1461 prese l’appellativo di ciclo sotiaco e permise di teorizzare un’altra data dell’origine

del calendario: 2783 a.C. (teoria trovata nei “Testi delle Piramidi” di Saqqara.

Nel 238 a.C. si migliorò il calendario egizio con il “decreto di Canopo”

introducendo l’anno bisestile, che fu adottato da Giulio Cesare nel 46 a.C.

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Il calendario romano

l primo calendario romano fu quello di Romolo e lo si fa risalire alla fondazione di Roma (735 a.C.),

era composto di 10 mesi. cioè i mesi in cui si svolgevano i lavori nei campi, mentre trascurava il

resto dell'anno. Si trattava, fondamentalmente, di un calendario lunare che veniva raccordato con

le stagioni in modo approssimativo. I nomi degli ultimi quattro mesi di questo antico calendario:

settembre, ottobre, novembre e dicembre, che indicavano, rispettivamente, il settimo, l'ottavo, il

nono e il decimo mese.

Si attribuisce a Numa Pompilio, secondo re di Roma, che regnò dal 715 al

672 a.C. , la prima riforma. Egli essendo forse a conoscenza del calendario

greco costituito da 12 mesi alternativamente di 29 e 30 giorni, aggiunse

Ianuarius e Februarius che furono posti immediatamente dopo December

e quindi prima di Martius: i mesi di 30 giorni furono portati a 29 ed i nuovi

ebbero rispettivamente 29 e 28 giorni.

Si ebbe così un anno composto da 355 giorni, poco diverso da quello greco

che ne contava 354.

Il re Numa Pompilio calcolò invece la differenza tra anno solare e anno lunare in 11 giorni (che

è la differenza tra 365 e 354) e raddoppiò gli 11 giorni e li aggiunse ogni due anni al mese di

febbraio sotto forma di mese intercalare con 22 giorni. Ma questa correzione ne richiederà altre

ancora maggiori.

I mesi risultano mediamente

di lunghezza pari al ciclo

lunare (29,53 giorni), ma

facendo in modo, per ragioni

scaramantiche, di avere

l’anno ed i mesi composti da

un numero dispari di giorni,

con la sola eccezione di

Februarius.

Febbraio era diviso in due

parti: 1 – 23 (fine anno

religioso) e la seconda parte

dal 24 al 28.

Al fine di mantenere l’anno del calendario allineato all’anno solare, il re Numa Pompilio calcolò

invece la differenza tra anno solare e anno lunare in 11 giorni (che è la differenza tra 365 e

354) e venne aggiunto ad anni alterni un mese intercalare di 22 giorni (tredicesimo mese), il

mercedonio (dal latino merces che significa “mercede”, “relativo alla paga”), mensis intercalaris,

tra la prima e la seconda metà di febbraio. Fu collocato dopo il giorno delle terminalia il giorno

dedicato a Termine, il dio dei confini, che si festeggiava il 23 febbraio, cioè in pratica alla fine

dell’anno che allora iniziava a marzo, con la prima lunazione di primavera.

Il mese aggiuntivo doveva comprendere anche gli ultimi cinque giorni di febbraio, ma la regola non

sempre veniva rispettata. Come abbiamo già detto, le decisioni circa il calendario venivano prese

dai sacerdoti i quali, un po’ per ignoranza, un po’ per motivi politici e di interesse personale

Numa Pompilio

754 a.C. – 673 a.C.

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(essendo gli stessi anche dei funzionari pubblici), lo manomettevano spudoratamente al fine di

prolungare il periodo del loro mandato o abbreviare quello degli avversari.

Con il calendario numano per il computo pratico dei giorni dei mesi c’erano tre date fondamentali.

Le kalendae (primo giorno di ciascun mese), da cui deriva la parola calendario, era il giorno della

luna nuova.

Le nonae (quinto giorno del mese) era il giorno del primo quarto (mezza luna) e le idus

(tredicesimo giorno del mese) nei mesi di 29 giorni, mentre nei mesi di 31 giorni, (gli attuali Marzo,

Maggio, Luglio ed Ottobre), le nonae erano fissate al settimo giorno e le idus al quindicesimo. Le

idi corrispondevano con buona approssimazione al giorno del plenilunio (luna piena).

Per indicare un giorno del mese i romani contavano indietro a partire dalle calende, none, idi del

mese successivo: p.es., il 24 febbraio (mese di 28 giorni) era il sesto giorno prima delle calende di

marzo. Si contava praticamente così: 1 marzo (calende di marzo), 28 febbraio, 27 febbraio, 26

febbraio, 25 febbraio, 24 febbraio = sei giorni.

Soltanto nel VI sec. d.C. questo metodo fu sostituito dalla numerazione in avanti.

Mesi

Idi

None

calenda

Giorni

Le lettere A, B, C, D, E, F, G e H sono i giorni che intercorrevano tra il giorno di mercato e/o di riposo e il suo successivo. Lettera A corrisponde a “nunindae”, l’intervallo A-A “nunindum” (periodo di nove giorni). F = dies fastus, giorni in cui era permesso trattare affari pubblici e privati, si potevano eseguire formule e sentenze giuridiche. N= dies nefastus, giorni non favorevoli per trattare affari pubblici e privati, il magistrato non poteva pronunciare sentenze. C= dies comitiales, giorni in cui si potevano eseguire i comitia, le assemblee del popolo FP= dies fastus principio, giorni nei quali il magistrato poteva amministrare la giustizia solo nella prima parte. NP= dies nefasti publici, probabilmente giorni di feste religiose pubbliche EN= dies endotercisus, giorni divisi (intercisi) in un periodo fasto ed in un periodo nefasto, solitamente vigilie di grandi

feste. Al mattino si sacrificava un'hostia agli dei e le sue exta, le interiora, erano offerte la sera. Il periodo fasto era

quello compreso tra il sacrificio e l'offerta, quello nefasto era la mattina e la sera. Q.R.C.F= quando rex comitiavit fas, erano il 24 Marzo e il 24 Maggio, considerati fasti solo dopo che il rex

sacrorum aveva dichiarato i comitia calata sciolti.

Q.ST.D.F.= quando stercus delatum fas, era il 15 giugno, giorno conclusivo delle Vestalia, nel quale si compiva l'annuale pulizia del Tempio di Vesta e si trasportavano le stercus nel luogo stabilito. Fino a questo momento il giorno era considerato nefasto.

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I numeri più esterni sono le nostre ore. I numeri nella zona azzurra e blu sono

quelli romani.

Calendario di Romolo (735 a.C)

Martius 31

giorni

Aprilis 30 giorni

Maius 31

giorni

Iunius 30

giorni

Quintilis 31

giorni

Sextilis 30 giorni

September 30 giorni

October 31

giorni

November 30 giorni

December 31 giorni

Totale 304

giorni

Calendario di Numa Pompilio (713 a.C.)

Ianuarius 29 giorni

Februarius 28 giorni

Martius 31

giorni

Aprilis 30 giorni

Maius 31

giorni

Iunius 29

giorni

Quintilis 31

giorni

Sextilis 29 giorni

September 29 giorni

October 31

giorni

November 29 giorni

December 29 giorni

Totale 355

(377) giorni

Calendario giuliano (46 a.C.)

Ianuarius 31 giorni

Februarius 28 o 29 giorni

Martius 31

giorni

Aprilis 30 giorni

Maius 31

giorni

Iunius 30

giorni

Iulius 31

giorni

Augustus 31 giorni

September 30 giorni

October 31

giorni

November 30 giorni

December 31 giorni

Totale 365

(366) giorni

Mese di Giano,

dio dll’inizio

Mese della purificazione

Mese di

Marte

Mese dei

germogli

Mese della

crescita delle

piante

Mese di Giunone

In onore

di Giulio Cesare

In onore di

Augusto

settimo ottavo nono decimo

L'anno basato sui cicli della luna è più corto di 11 giorni e un

quarto rispetto all'anno solare, perciò il calendario romano

restava indietro rispetto al sole e la differenza aumentava di

anno in anno, nonostante i tentativi fatti per correggerla.

Al tempo di Giulio Cesare i mesi non corrispondevano più alle

stagioni effettive: p.es. quando il calendario segnava marzo, il

grano era già maturo ed era ora di mietere. Solo i sacerdoti

conoscevano la durata esatta dell'anno e usavano aggiungere

all'improvviso il cosiddetto mese intercalare, chiamato

"mercedonio", sulla base della riforma di Numa.

Per rimediare ai molti inconvenienti, nel 46 a.C. Cesare affidò a

Sosigene, astronomo e matematico greco di Alessandria

d'Egitto, l'incarico di modificare il calendario.

Quest'ultimo fissò la durata di 30 giorni per i mesi di aprile,

giugno, settembre e novembre, di 28 per febbraio e di 31

per tutti gli altri. Portò il capodanno al 1° Gennaio (in

precedenza era il 1° Marzo). Inoltre, calcolando la durata

dell'anno solare in 365 giorni e 6 ore, venne introdotto

l'anno bisestile, stabilendo che ogni quattro anni, il mese

di febbraio avesse 29 giorni al posto di 28. Il giorno in più

si aggiunge dopo il 24 di febbraio che era il “sexto die

ante Kalendas Martias” (cioè il sesto giorno prima delle

calende di marzo), pertanto con febbraio di 29 giorni, il

giorno 24, che era “sexto die”, sarebbe diventato

“septimo die”, ma dato che “septimo die” era il giorno 23,

non potendo chiamare il 24 “septimo die” lo chiamarono

”bis sexto die”. Di qui il nome di anno bistestile. Fu

necessario aggiungere all'anno 46 ben tre mesi

supplementari.

Gaio Giulio Cesare 101 o 100 a.C. – 44 a. C.

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In questo calendario dell'età di Cesare le figure in alto rappresentano varie divinità che simboleggiano i mesi. I fori sotto ciascuna di esse servivano per introdurre un piolo indicante appunto il mese in cui ci si trovava. I fori in verticale, a fianco dei numeri romani, servivano per introdurre il piolo che indicava il giorno.

Sosigene stabilì che un anno ogni quattro

fosse bisestile. Ne consegue che il

calendario giuliano è ciclico ogni 4 anni

equivalenti a 365x4 + 1 =1461 giorni. In

questo modo la durata media dell’anno

giuliano risultava di 365 giorni e un quarto

(1461/4 = 365,25 giorni ovvero 365 giorni

e 0,25x4 = 6 ore). La differenza con l’anno

solare risulta di soli 11 minuti e 14

secondi circa, una precisione molto

accurata per quell’epoca.

Dopo la morte di Cesare inoltre il mese

"quintile" prese il nome di luglio, a ricordo

della gens Iulia. Invece dopo la morte di

Augusto il sestile fu chiamato agosto.

I romani avevano inoltre una settimana di

otto giorni: dopo sette giorni di lavoro i

contadini avevano un giorno di riposo per

recarsi al mercato, sbrigare i propri affari

ecc. Nel 321 d. C. l’imperatore Costantino introdusse la settimana di sette giorni, fissando la

domenica come giorno festivo.

Il nome dei giorni della settimana ha origine dai pianeti, secondo le credenze romane: lunedì era

dedicato alla luna (lunae dies = giorno della luna), martedì a Marte, mercoledì a Mercurio, giovedì

a Giove, venerdì a Venere. La parola "sabato" invece proviene dall'ebraico Shabbath e significa

"riposo", mentre la parola "domenica" ha

origine cristiana e significa "giorno del Signore",

a ricordo della resurrezione di cui si parla nei

vangeli. Molte civiltà al posto di "giorno del

signore" usano "giorno del sole" (p.es. sunday o

sonntag).

Per indicare gli anni i romani citavano i nomi dei

due consoli in carica per quell'anno ("sotto il

consolato di... e di...") o degli imperatori

regnanti. Verso la fine della repubblica fissarono

un punto di partenza per il conto degli anni,

scegliendo il 21 aprile 753 a.C., data della

fondazione di Roma. A proposito di anni , il loro

conteggio è cominciato solo nel VI secolo dopo

Cristo adottando l'anno di nascita di Cristo come

punto di partenza.

Due secoli dopo il Concilio di Nicea, le Chiese d’Oriente e quelle d’Occidente, nonostante l’invito di

Costantino, non si erano ancora messe d’accordo sulla data della Pasqua.

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Nel 525 d.C., papa Giovanni I (470 ca - 526) chiese ad un monaco sciita di nome Dionigi il Piccolo,

abile matematico e astronomo, di fissare delle regole facili e comprensibili a tutti per calcolare la

data della Pasqua senza dover ricorrere di volta in volta al calcolo astronomico.

Mentre eseguiva i suoi calcoli, notò che le tavole allora in uso per la determinazione del giorno

della Pasqua erano basate sul primo anno di regno dell’imperatore Diocleziano (fra l’altro un

persecutore dei cristiani) mentre, per la definizione di una ricorrenza tanto importante per la

cristianità sarebbe stato più logico e più giusto iniziare il computo dalla incarnazione del Signore.

Questa data tuttavia non era nota. Egli però decise, non si sa bene servendosi di quali fonti, che

Cristo era nato il 25 dicembre del 753 dalla fondazione di Roma (753 ab urbe condita, come di

diceva a quel tempo).

Si fece quindi corrispondere l’anno 754 al primo dell’Era di Cristo.

Questo computo è risultato in seguito errato, essendo da attribuire il Natale di Gesù quasi

sicuramente al 5 a.C.

Le date del Natale fissate al 25 dicembre in Occidente ed al 6 gennaio in Oriente sono state nei

tempi moderni generalmente sempre considerate come scelte in maniera arbitraria, per motivi

pastorali, ed indipendenti tra di loro.

Si può ragionevolmente supporre che il calendario ebraico, originariamente usato anche dalla

Chiesa, si trasformò poi per motivi pratici nel calendario romano con una trasposizione dei giorni

dei mesi ebraici nei medesimi giorni dei corrispondenti mesi romani.

Così nel calendario ebraico il 25 del mese di Kislew può essere stato comparato al 25 dicembre,

dato che Kislew corrisponde grosso modo a dicembre.

Ma nell’anno 5 a.C., che si ritiene, come si è detto, il più probabile della nascita di Gesù, il 25

Kislew con accurati calcoli astronomici si nota che corrispondeva esattamente al 6 gennaio: così si

spiega come in un’altra tradizione il Natale viene assegnato a una diversa data.

Il modo di indicare i giorni continuò nella tradizione romana fino a che i Visigoti introdussero

l’abitudine di assegnare un numero progressivo ai giorni, metodo che divenne ufficiale con Carlo

Magno (742-814 d.C.).

Il calendario giuliano accumula un giorno di ritardo ogni 128 anni rispetto al trascorrere dei giorni.

Infatti come abbiamo già detto l’anno solare medio è più corto di 11 min e 14 s ovvero di 11x60 +

14 = 674 s che trasformato in giorni è :

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Il calendario gregoriano

Per riformare il calendario giuliano, come deciso dal concilio di Trento,

Papa Gregorio XIII nominò una commissione di esperti, presieduta dal

monaco gesuita bavarese Cristopher Clavius. Ai lavori diedero un

contributo il medico astrologo calabrese Luigi Lilio Ghiraldi e il

matematico perugino Ignazio Danti e furono usate le misurazioni

astronomiche di Niccolò Copernico.

Il 24 Febbraio 1582 il Papa Gregorio XIII introdusse con la bolla papale

“Inter gravissimas” il calendario gregoriano che prende il nome dallo

stesso papa.

Con il passare dei secoli ci si accorse che il Calendario Giuliano non si accordava più con certi

traguardi astronomici, come equinozi e solstizi; ciò derivava dal fatto che la durata dell’anno non

era di 365,25 ma di 365,2425 giorni, come risultava dalle più attendibili misurazioni fatte dagli

Alfonsini già nel 1252.

Avendo notato che oramai l’accumulo di 11 minuti in più col calendario giuliano aveva creato uno

scarto di oltre 13 giorni e le date non corrispondevano più alle stagioni. Questo significava che la

primavera, in base alle osservazioni astronomiche, non risultava più iniziare il 21 marzo, ma l’11

marzo. Ma le preoccupazioni erano per lo più religiose, infatti la Pasqua, che in base a quanto

stabilito dal Concilio di Nicea (325 d. C.) doveva

cadere la prima domenica dopo il plenilunio di

primavera, veniva a cadere nella data sbagliata.

Fu così che di colpo con la riforma gregoriana si passò

da giovedì 4 ottobre a venerdì 15 ottobre 1582 e

alcuni stati, quelli veramente cattolici lo adottarono

subito mentre gli altri lo accettarono via via più tardi

anche per ragioni politiche e religiose. Fu scelto il

mese di ottobre per il cambio delle date non a caso

perché in esso non erano presenti particolari

manifestazioni di religiose o secolari che ne

impedissero l’attuazione. In pratica prima il

calendario gregoriano venne proposto in un periodo

di dispute religiose, mentre Italia, Spagna, Portogallo,

e Francia l’adottarono immediatamente, da altri Paesi

(protestanti e ortodossi) venne osteggiata. Austria,

Polonia e Svizzera la accolsero nel 1584, l’Ungheria

nel 1587, Germania e Olanda nel 1700, Gran Bretagna

nel 1752, il Giappone nel 1873, la Bulgaria nel 1917, in

Russia fu introdotto nel 1918 durante la prima guerra

mondiale dal governo rivoluzionario russo; la

Romania nel 1919, in Grecia nel 1923, nella Cina

comunista nel 1949 ed in India nel 1957.

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Regola per verificare se un anno è stato o sarà bisestile

Secondo il calendario giuliano, sono bisestili gli anni la cui numerazione è multipla di 4 o è divisibile

per 4.

Con il calendario gregoriano gli anni sono bisestili se sono divisibili per 4, ad eccezione degli anni

centenari (1700, 1800, 1900, 2000, 2100, 2200,…) a meno che non siano divisibili per 400.

Esempio:

L’ anno 1800 è divisibile per 4 infatti viene 450, perciò Febbraio ha 29 giorni; ma 1800 è un anno

centenario, cioè è divisibile per 100, infatti viene 18, pertanto non è bisestile e Febbraio ha 28

giorni.

L’ anno 2000 è divisibile per 4 infatti viene 500, perciò Febbraio ha 29 giorni; ma 2000 è un anno

centenario, cioè è divisibile per 100, infatti viene 20, pertanto non dovrebbe essere bisestile e

Febbraio dovrebbe avere 28 giorni; ma è divisibile per 400 infatti viene 5 e quindi l’anno 200 è

bisestile e Febbraio ha 29 giorni.

Anche il calendario gregoriano non si accorda perfettamente con il moto del Terra, poiché esiste

ancora una differenza di 26 secondi ogni anno. Infatti ci sono 97 anni bisestili ogni 400 anni (100,

200, 300 non sono bisestili perciò 400/4 -3 = 97), invece di 100. L’anno gregoriano medio è quindi

3/400 di giorno più corto di quello giuliano:

La differenza dall’anno solare:

365 giorni 5 h 49 min 12 s (anno gregoriano)

365 giorni 5 h 48 min 46 s (anno solare)

26 s

Questa differenza equivale a circa un giorno ogni 3323 anni, quindi essendo stato istituito

nell’anno 1582 bisognerà sopprimere un giorno soltanto nell’anno 4095.

Una corrispondenza esatta con la durata media dell’anno solare, convenzionalmente pari a

365,2422 giorni, si ottiene non considerando bisestili sia gli anni multipli di 4 000, sia quelli multipli

di 10 000, cioè non sarebbero bisestili gli anni 4 000, 8 000, 10 000, 12 000, 16 000, 20 000 …. In

questo modo vi sarebbero 4 844 anni bisestili ogni 20 000 anni per cui 4844/ 20 000 = 0,2422.

Oggi il Calendario Gregoriano è ormai universalmente adottato in tutto il mondo, anche se a volte

parallelamente ad altri calendari e utilizzando una diversa Era legata ad eventi storici locali.

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TANTI CALENDARI DIVERSI

Ancora oggi, infatti, in vari Paesi ci sono in vigore altri calendari oltre a quello gregoriano: nel

realizzarli sono stati tenuti presenti anche elementi di carattere storico, religioso, politico e

sociale.

Per questo i mussulmani, gli ebrei, gli iraniani, gli indiani e molti popoli cosiddetti primitivi hanno

calendari particolari.

Il calendario musulmano

E’ formato da 12 mesi lunari, cioè di 29 o 30

giorni: in totale 354 o 355 giorni. Il conteggio

degli anni inizia dalla fuga di Maometto dalla

Mecca a Medina (Egira = emigrazione) che

avvenne il 16 luglio 622 secondo il calendario

gregoriano.

L'alternanza di mesi di 29 e 30 giorni comporta

una durata media del mese di 29,5 giorni (29

giorni e 12 ore).

Per compensare questo errore, ogni circa tre

anni l'ultimo mese viene fatto durare 30 giorni

anziché i consueti 29. L'introduzione di questi

anni "bisestili" da 355 giorni viene fatto sulla

base di un ciclo di 30 anni,

In un ciclo di trent'anni, il 2°, 5°, 7°, 10°, 13°,

16°, 18°, 21°, 24° e 26° sono anni bisestili di 355

giorni; tutti gli altri sono composti da 354 giorni. L'anno lunare musulmano è di dieci o undici

giorni più breve di quello cristiano. Il giorno non comincia subito dopo la mezzanotte, ma al

crepuscolo, quando tramonta il sole. La maggior parte paesi musulmani usa il calendario dell'Egira

(che riporta tutte le feste religiose) insieme a quello cristiano.

Prendendo come riferimento mercoledì 1 Gennaio 2014, secondo il calendario islamico esso

corrisponde a mercoledì 28 Safar 1435.

Nella maggior parte dei paesi islamici insieme al loro calendario viene anche usato quello

gregoriano per facilitare i rapporti con i paesi non musulmani.

Le principali festività dell'anno islamico sono:

Ashura, il 10 di muhàrram

Id al-adha la festa del sacrificio, il 10 di Dhul-hijja

Id al-fitr la festa della rottura del digiuno di ramadam, il 1° di shawwàl

Mawlid nascita del Profeta, nel mese di rabì al àwwal (il 12 per i sunniti, il 17 per gli sciiti).

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I mesi lunari sono i seguenti:

Muharram (محرم (الPrimo mese di 30 giorni: considerato sacro durante il

quale ricorre la nascita del Profeta

Safar (فر ص )

Conta 29 giorni: considerato un mese di non buon

auspicio, perciò non adatto per il pellegrinaggio alla

Mecca

Rabi' al-awwal (Rabi' I) (يع ل رب Conta 30giorni (األو

Rabi’ al-thani (Rabi’ II) (يع ر رب Conta 29 giorni (اآلخ

Jumâda Al-Awwal (Jumada I) (ي جمادى Conta 30giorni (األول

Jumâda Ath-Thânî (Jumada II) (رة جمادى Conta 29 giorni (اآلخ

Rajab (رجب)

Conta 30 giorni: mese adatto per la visita alla città

santa ed è interdetta la guerra. Tra il 26 e il 27 cade

l’ascensione notturna del Profeta

Sha'ban (بان ع ش )

Conta 29 giorni: il 15 del mese ricorre il capodanno

islamico. Questo mese è dedicato alla memoria dei

defunti

Ramadan (ضان (رم

Conta 30 giorni: è il mese del digiuno e della

purificazione. La notte tra il 26 e il 27 è considerata

la notte della Rivelazione

Shawwal (شوال )

Conta 29 giorni: è uno dei quattro mesi sacri perché

prossimo al pellegrinaggio alla Mecca. Al primo del

mese si celebra la festa della fine del digiuno

Dhul-Qa` (عدة ذو ق (الConta 30 giorni: mese sacro di preparazione al

pellegrinaggio

Dhul-hijja (حجت ذو (ال

Conta 29 giorni: i giorni dal settimo al decimo sono

consacrati al pellegrinaggio alla Mecca e alle

cerimonie religiose associate

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Il calendario ebraico

ll calendario ebraico (העברי הלוח) ha una base sia lunare sia solare. Il calendario è formato da anni “comuni” intercalati da anni “embolismici”.

Poiché le festività ebraiche seguono le stagioni agricole dell’anno solare (ossia 365 giorni) e devono cadere nella stagione giusta, bisogna colmare la differenza di undici giorni tra l’anno lunare e l’anno solare. Si aggiunge quindi un tredicesimo mese sette volte ogni diciannove anni.

Gli anni embolismici sono il 3º, il 6º, l' 8º. l'11º, il 14º, il 17º ed il 19º anno del ciclo. Se ne ricava che il ciclo è composto di 12 anni di 12 mesi (144 mesi) e da sette anni di 13 mesi (91 mesi) per complessivi 235 mesi lunari. Il tredicesimo mese si chiama Adar Sheni.

Il conteggio degli anni parte dal 3760 a.C. (anno israelitico della creazione del mondo). Perciò ad esempio nel settembre dell'anno gregoriano 2014 inizia l'anno ebraico 5775 (bisogna tener conto che non esiste l'anno zero).

Originariamente la durata dei mesi non era stabilita in anticipo, ma l'inizio di ogni mese veniva fissato tramite l'osservazione diretta della Luna nuova; nel 358 il sommo sacerdote Hillel II codificò un sistema matematico che fissa l'inizio dei mesi e la durata degli anni in base a regole di calcolo precise e immutabili.

Gli archeologi hanno ritrovato una tavoletta di argilla, nota con il nome di "Calendario di Gezer". Essa risaliva all'epoca di Salomone e conteneva un testo singolare, che gli studiosi hanno variamente interpretato. Alcuni ritengono che si trattasse di un testo amministrativo, altri di un esercizio scolastico, altri ancora di una filastrocca per bambini. Il testo illustra l'anno degli agricoltori: "Due mesi per il raccolto (delle olive). Due mesi per la semina (del grano). Due mesi per la semina tardiva. Il mese della zappatura del lino. Il mese del raccolto dell'orzo. Il mese del raccolto e delle feste. Il mese della cura delle vigne. Il mese dei frutti estivi".

Il mese lunare dura circa 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi (il valore usato per i calcoli è 29 giorni, 12 ore e 793/1080 di ora, con uno scarto di pochi decimi di secondo). L’anno solare, invece, dura circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Da questo deriva che nell'arco di un anno il calendario lunare di 12 mesi resta indietro di circa 10 giorni e 21 ore rispetto a quello solare. Alternando anni di 12 e 13 mesi come specificato, però, si riesce a compensare quasi esattamente

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la differenza: lo scarto tra 19 anni solari e 235 mesi lunari è appena di 2 ore e 5 minuti circa, pari a circa 7 minuti per anno.

Oggi si sa che la velocità della Luna è in continuo, anche se infinitesimale, aumento con una conseguente riduzione del periodo lunare: questo introduce un'ulteriore fonte di errore.

La sequenza dei mesi del calendario ebraico è la seguente e portano i nomi di origine babilonese:

Tishrì (30 giorni): settembre-ottobre;

Cheshvan (29 o 30 giorni): ottobre-novembre;

Kislev (29 o 30 giorni): novembre-dicembre;

Tevet (29 giorni): dicembre-gennaio;

Shevat (30 giorni): gennaio-febbraio

Adar (29 o 30 giorni): febbraio-marzo

(Adar Shenì) (29 giorni) ...

Nisan (30 giorni): marzo-aprile

Iyar (29 giorni): aprile-maggio

Sivan (30 giorni): maggio-giugno

Tammuz (29 giorni): giugno-luglio

Av (30 giorni): luglio-agosto

Elul (29 giorni): agosto-settembre

Il mese di Adar Sheni- detto anche Veadar- manca negli anni normali ed è presente negli anni embolismici. I mesi di Cheshvan e Kislev variano di durata a seconda del tipo di anno.

Gli anni normali possono durare 353, 354 o 355 giorni; gli anni embolismici 383, 384 o 385. Il ciclo di 19 anni può durare da 6939 a 6942 giorni.

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Il calendario ebraico si ripete esattamente dopo un ciclo di 689.472 anni, pari a 251.827.457 giorni.

La durata media dell'anno è quindi di circa 365,2468 giorni (365 giorni, 5 ore, 55 minuti e 25 secondi): la deviazione rispetto all'anno solare medio è di circa 6 minuti e 39 secondi, quindi il calendario ebraico rimane indietro di un giorno rispetto all'anno solare ogni circa 216 anni (per confronto, il calendario giuliano perde un giorno ogni 128 anni, quello gregoriano ogni 3323 anni).

Una giornata comincia al tramonto e si finisce il giorno all’uscita delle prime tre stelle. Lo Shabbat (settimo giorno) comincia il venerdì sera e termina il sabato sera. Tutte le feste cominciano al tramonto.

Le principali festività dell'anno ebraico sono:

Purim salvezza degli Ebrei dallo sterminio del perfido Aman; equivalente come aspetti folkloristici

al carnevale occidentale Pesaḥ ( Pasqua) indica il “passaggio”: la fuga degli Ebrei dall’Egitto; è una festa primaverile,

che celebra l’inizio del raccolto dei cereali

Shavuot Dono della Torah a Mose sul monte Sinai; Pentecoste (50 giorni dopo la Pasqua); ringraziamento per il raccolto dei cereali;

Yom kippur indica il giorno dell’espiazione (ravvedimento dai peccati commessi)

Sukkoth (capanne) permanenza degli Ebrei nel deserto del Sinai; celebrava la vendemmia e la fine dell’anno agricolo

Simchath Torah giorno seguente alla festa di Sukkot, segna la fine del ciclo della lettura della Torah e l'inizio di un nuovo ciclo

Chanukkah dedicazione del tempio di Gerusalemme 164 a.C. ad opera di Giuda Maccabeo; rappresenta attualmente una sorta di festività ebraica parallela al Natale cristiano (scambio di doni e clima gioioso)

Il calendario ebraico è oggi il calendario ufficiale dello Stato d’Israele.

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Il calendario indiano

Il calendario indiano (talvolta chiamato calendario Saka) è il calendario civile ufficiale in uso in

India, assieme a quello gregoriano.

Mese Significato Durata Data d'inizio (gregoriana)

1 Chaitra Tempo dei venti 30/31 22 marzo*

2 Vaisakha Tempo dei semi 31 21 aprile

3 Jyaistha Tempo di misurazione 31 22 maggio

4 Asadha Tempo dei monsoni 31 22 giugno

5 Sravana Tempo per stare in casa 31 23 luglio

6 Bhadra Tempo di introspezione 31 23 agosto

7 Asvina Comparsa dei germogli 30 23 settembre

8 Kartika Tempo di brillare 30 23 ottobre

9 Agrahayana Tempo dei cavalli 30 22 novembre

10 Pausa Tempo dei reclami 30 22 dicembre

11 Magha Tempo di decisione 30 21 gennaio

12 Phalguna Tempo della canzone 30 20 febbraio

*Negli anni bisestili, Chaitra ha 31 giorni e inizia il 21 marzo.

I mesi della prima metà dell'anno hanno tutti 31 giorni, per tenere in considerazione i movimenti più lenti del Sole attraverso l'eclittica in questo periodo.

Gli anni sono contati basandosi sull'Era Saka, che ha il suo anno 0 nel 78 d.C.. Per determinare gli anni bisestili si deve aggiungere 78 all'anno Saka. Se il risultato è un anno bisestile del calendario gregoriano, allora lo è anche l'anno Saka.

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Il calendario agricolo

Nella vita di ogni società ci sono poi particolari attività o ricorrenze, di solito legate ai cicli

stagionali (lavori agricoli, transumanza delle greggi, riti, ecc.) che sono stati “codificati” in calendari

particolari. Fra questi, molto importante e diffuso è il calendario agricolo, nel quale vengono

indicate, in relazione con i cicli stagionali, le diverse attività agricole.

Dicembre/Gennaio Macina delle olive (ali') nei frantoi e uccisione del

maiale (puerck') per farne salami e soppressate.

Febbraio/Marzo Si potavano le viti, si zappava la vigna, si legavano le

viti ai sostegni.

Aprile Si zappava il terreno nei campi di grano.

Maggio Si toglievano dai campi di grano le erbacce

Maggio/Giugno Sulle viti, si pompava il verderame e si spandeva lo

zolfo; si raccoglievano le fave.

Giugno Mietitura del fieno (fin'), orzo (ersc'), avena ('a

vena), grano (grn').

Giugno/Luglio

Carratura e trebbiatura (tr'bbià) di orzo, avena e

grano; arsura delle stoppie (rstucc'); trattamento

della vigna col verderame ogni 8-10 giorni.

Agosto/Settembre Aratura

Ottobre/Novembre Vendemmia

Novembre Semina di orzo, avena e grano; raccolta delle olive; si

piantavano le fave.


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