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Il cammino delle donne verso… l’emancipazionexoomer.virgilio.it/torracamatera/La storia della...

Date post: 15-Feb-2019
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SCUOLA SECONDARIA DI 1°GRADO “F. TORRACA” MATERA Il cammino delle donne verso… l’emancipazione Classe 2 H Docente I. Lacasa Anno Scolastico 2006 / 2007
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SCUOLA SECONDARIA DI 1°GRADO

“F. TORRACA” MATERA

Il cammino delle donne verso… l’emancipazione

Classe 2 H Docente I. Lacasa

Anno Scolastico 2006 / 2007

1

La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l'altro d'angoscia,

e taglia in due il cuore.

Virginia Woolf

2

Premessa

Lo studio della vita della poetessa Isabella Morra, ha stimolato in noi il desiderio di cercare notizie sulle donne e sul cammino compiuto verso l’emancipazione.

Le donne, da quando è nato il mondo, hanno sempre affiancato l’uomo nella vita di tutti i giorni, in guerra, al lavoro prima nei campi, oggi dappertutto, tuttavia non è facile sia trovare nomi di donne citate nei vari testi scolastici, sia risalire alla storia del loro operato.

Con questa ricerca abbiamo capito che i libri di storia sono scritti dagli uomini per gli uomini.

Per fare il seguente elenco abbiamo sfogliato i nosti tre volumi, poi altri due della scuola media, l’elenco era sempre misero, così siamo ricorsi a testi delle scuole superiori.

3

Il risultato delle nostre ricerche:

Egitto

Nefertari – Cleopatra - Rossana (Moglie di Alessandro Magno)

Grecia

Elena di Troia – Cliternestra – Elettra – Efigenia – Cassandra – Aracne – Pandora Medea – Arianna – Penelope – Circe – Didone - Camilla

Roma

Rea Silvia - Cornelia (madre dei Gracchi) – Giulia – Poppea - Agrippina

Le donne della Bibbia

Rut – Giuditta – Ester - Maria madre - Maria Maddalena - Maria di Magdal – Sara Marta

Medioevo

Teodora (moglie di Giustiniano ) - Rosmunda (moglie di Alboino ) – Teodolinda - Zoe (moglie di Costantino) - Costanza d’Altavilla - Matilde di Canossa

Età moderna-Rinascimento Giovanna D’Arco - Isabella di Pastiglia - Maria di Borgogna - Lucrezia Borgia - Anna Bolena - Angela Merici - Maria Tudor - Caterina dei Medici - Elisabetta I d’Inghilterra Maria Stuart - Maria dei Medici

Età contemporanea

Maria Teresa d’Austria - Caterina II di Russia - Maria Antonietta d’Austria - Madam Roland - Carlotta Corday - Anne Therese de Lambert – Eleonora de Fonseca Pimentel (Repubblica Partenopea ) - Luisa Sanfelice - Giuseppina Beauharnais -Maria Luisa d’Asburgo Lorena - Elisa e Paolina Bonaparte - Anita Garibaldi - Regina Vittoria

Novecento Anna Kuliaciov - Armida Barelli - Eleonora Duse Eva Braun – Mata Hari - Claretta Petacci - Maria Josè - Indira Gandhi - Elisabetta II - Jaqueline Kennedy - Margaret Thatcher - Raissa Gorbaciova - Lady Diana - Hilary Clinton

Dall’elenco come si vede non c’è Sparta, infatti pur godendo le donne di privilegi, nessun nome è citato nei libri da noi consultati.

4

Piccole curiosità

La scoperta fatta sfogliando i libri di storia ha suscitato la nostra curiosità rispetto ad altre discipline, abbiamo così sfogliato libri di artistica, di musica, di scienze, di letteratura, seguendo sempre lo stesso criterio: alcuni libri della scuola media e altri della scuola superiore.

Questi i risultati:

Musica

Nessun nome

Pittura

Artemisia Gentileschi (alunna del Caravaggio, famosa per le sue Giuditte )

Cinema Lina Wertmuller: I basilischi — Liliana Cavani: Il portiere di notte – Margarethe von Trotta: Anni di piombo – Simona Izzo: Canone inverso

Letteratura

Sulpicia - Saffo- Isabella Morra - Vittoria Colonna - Gaspara Stampa - Madame de Stael - George Sand(Pseudonimo di Armadine,Lucie,Aurore Dupin) - Jane Austen - Ann Radcliffe - Emily Bronte(Cime tempestose) - Mary Godwin -Sibilla Aleramo - Matilde Serao - Grazia Deledda- Anna Radius Zaccari - Ada Negri- Agatha Christie - Emili Dickinson - Louisa May Alcott(Piccole donne) - Virginia Woolf - Karen Blixen(La mia Africa) - Anna Frank - Elsa Morante(La storia)-Natalia Ginzburg( Lessico famigliare) -Annamaria Ortese - Lalla Romano- Oriana Fallaci(Lettera a un bambino mai nato) -Dacia Maraini - Isabel Allende- Susanna Tamaro…

Storia, filosofia e scienze umane

Félicité de Lamennais - Lou Andreas Salomé - E’tienne Emile Marie Boutroux-Gertude Stein - Maria Montessori - Rosa e Carolina Agazzi - Simon Weil - Rosa Luxemburg – Margaret Mead - Luce Irigaray - Julia Kristeva - Erica Jong - Hilary Putman - Chiara Saraceno

5

Scienza e tecnica

Hatshepsut (Regina della XVIII dinastia egizia) - Didone(Matematica fenicia)-Maria Giudea(ebrea a lei si deve la tecnica “bagno maria”) - Teano di Crotone(moglie di Pitagara Cosmologa) – Elefantide (ginecologa) –Ipazia(scienziata) – Trotula (medico ginecologa e pediatra) - Idegarda di Bingen (monaca si interesso di scienze naturali e cosmologia) - Sofhia Brahe (astronoma e alchimista) – Carolina Herschel(con il fratello William scoprì il pianeta Urano) - Maria Gaetana Agnesi( matematica) - Marie Lavoisier (chimica) - Elisa Graves Otis( presenta a New York il primo ascensore) – Sophia Kowalewsky – Marie Curie – Irene Curie – Rita Levi Montalcini – Margherita Hack

6

Alcune donne lucane

-beata Eugenia, morì nel 1093, fu badessa del convento di Santa Lucia a Matera.

-Isabella Morra, Valsinni 1520/1548,una delle tre grandi poetesse del’500. Crebbe sola e triste e fu considerata la poetessa della morte. Dotata di singolare spirito, le sue rime furono molto apprezzate per la qualità e lo stile petrarcheggiante.

-Beatrice Malvinni, Malvezzi morì a Matera nel 1589 nata da nobile famiglia, indossò l’abito francescano del Terzo Ordine. Si distinse per umiltà e bontà di vita.

-Chiara Serafina Teratufilo, Matera 1666/1741, gestì il monastero di Santa Chiara accogliendo le ragazze orfane e bisognose, fu donna di spiccata sensibilità e amore. Aveva doti di veggenza.

-Laura Battista, Matera 1846/Tricarico 1884, scrisse elevate pagine poetiche che Carducci e Aleardo Aleardi giudicarono ricche di amore e di grandi ideali.

-Maria Donelli, briganta detta la pastora, compagna di Ninco Nanco. Fu apprezzata per il suo coraggio e la sua forza.

-Mariannina Blasi, protagonista dell’800 lucano moglie prima di Francesco Paolo e poi di Luigi Materi, di Grassano. Donna coltissima e esperta amministratrice dei beni della casa. Il figlio fu eletto deputato.

-Maria Raffaella Alvinni, Matera1887/Roma1961, Madre Generale della Congregazione delle Figlie di Sant’Anna, dedicò la sua vita ai poveri e ai malati.

-Eleonora Bracco, Torino1905/Roma 1977,diresse nell’area materana importanti scavi archeologici, effettuò lavori di scavo anche nella zona di Calle di Tricarico. Figura di notevole cultura e grandezza morale.

-Teresa Vezzoso, Matera 1912/1966, docente di Filosofia e amministratrice comunale, si dedicò a numerose opere di beneficenza tra cui il Centro di Accoglienza presso la chiesa di San Pietro Caveoso nel cuore dei Sassi di Matera.

7

La donna nella preistoria

Le prime immagini femminili risalgono a circa 30.000 anni fa.

L’artista vedeva nella donna l’immagine della fertilità attraverso cui

era possibile accrescere il gruppo, avere più braccia per lavorare nei

campi e per la caccia e garantiva la sopravvivenza degli stessi uomini

preistorici.

La donna aveva il compito di procreare e di dedicarsi all’agricoltura,

mentre gli uomini si dedicavano alla caccia e alla difesa della tribù.

L’attività agricola probabilmente fu una “invenzione” della donna, si è

pensato che abbia imparato a riconoscere le erbe commestibili

osservando gli animali mangiare, il ritorno dello stesso animale nello

stesso posto per nutrirsi nuovamente rassicurava la donna sulla bontà

della pianta.

E proprio durante la preparazione dei cibi raccolti dal terreno che

alcuni semi caduti a terra avrebbero dato vita a nuove pianticelle.

Con il ripetersi del miracolo più volte non fu difficile alla donna

comprendere l’importanza e farlo accadere di nuovo.

La farina nell’età neolitica veniva prodotta dalle donne sfregando una

pietra piatta su un’altra appoggiata per terra.

8

Le donne in Mesopotamia

Nel codice di HAMMURABI ( re di Babilonia dal 1793 al 1750 a.C. ),contenente circa 200 capitoli, troviamo la prima traccia di diritto riconosciuto alle donne.

La donna era tenuta in buona considerazione e, anche se il marito poteva possedere concubine, non aveva la libertà di ripudiarla a proprio piacimento.

DOC. n. 1

Se un cittadino vuole separar(si) dalla sua prima moglie, che non

gli ha dato dei figli, le dà la sua parte di denaro in misura del suo

prezzo di sposa e la indennizza per la dote che essa ha portato

dalla casa di suo padre; poi egli può separarsi da lei. (138 )

Quando una donna respinge suo marito e dice “ tu non mi

toccherai (più )”,si indaga sulla sua causa nella sua “porta”

( quartiere cittadino ), e se essa è sempre stata riconosciuta di

indiscussa moralità e quindi non porta alcuna colpa mentre invece

il marito usa andarsene fuori di casa o troppo gravemente la

umilia, questa donna non sarà colpita da alcuna punizione;

riprenderà la sua dote e tornerà alla casa di suo padre. ( 142 )

CODICE HAMMURABI

9

Le civiltà fluviali : Egitto

In tutta la storia dell’Egitto è molto difficile trovare elementi che

facciano capire quale effettivamente fosse la condizione femminile.

Alcune donne è certo esercitarono potere politico come Tausert, la

regina Teti e la stessa Cleopatra.

A favore dell’ipotesi che la condizione della donna in Egitto fosse

migliore che altrove lo si riscontra nel fatto che quando venne

conquistato, dei Greci prima e dai Romani dopo, sia il diritto greco che

quello romano introdussero modifiche favorevoli all’autonomia

femminile.

Le pitture tombali mostrano invece che le donne del popolo

affiancavano gli uomini nel duro lavoro dei campi.

Tuttavia potevano chiedere il divorzio e la nascita di una bambina

veniva salutata con gioia.

10

A Sparta

A Sparta molta attenzione veniva dedicata alle donne come madri dei

futuri guerrieri. Per questo dovevano essere in forma :

DOC. n. 2

“I corpi delle ragazze dovevano essere allenati attraverso la corsa, la

lotta, il lancio del disco e del giavellotto, in modo che i bambini fossero

generati da donne robuste.

Per eliminare ogni tenerezza d’animo abituavano le ragazze non meno

dei ragazzi a cantare e a danzare nude durante le feste alla presenza e

alla vista dei giovani.”

Plutarco : Vita di Licurgo

11

Ad Atene

Nascere donna nella Grecia classica significava trascorrere la propria

vita all’interno di una zona della casa detta “gineceo”.

Ad essa spettava la prima educazione dei figli, la cura della casa e

poteva uscire solo in occasione di feste e cerimonie religiose, oppure,

nelle famiglie più povere per fare il bucato o piccole commissioni.

Le donne erano escluse dalla vita sociale, potevano uscire solo in

compagnia del marito, che veniva imposto dal padre quando erano

giovanissime.

Non avevano il diritto di ereditare il patrimonio paterno, che si

trasmetteva solo ai discendenti maschi.

Alla donna spettava una dote che veniva consegnata al marito che ne

disponeva a piacimento, salvo a restituirla in caso di divorzio.

Ad Atene le donne formalmente avevano il diritto di chiedere il

divorzio, ma di fatto potevano difficilmente esercitarlo :

DOC. n. 3

”Una donna non può divorziare perché, a differenza di un uomo, viene

mal giudicata.”

Dalla tragedia di Euripide : Medea

12

La donna nell’età ellenistica

Nell’età ellenistica la condizione femminile cambiò, godettero di

maggior rispetto e videro ampliarsi le loro capacità giuridiche.

Esse potevano vendere e comprare, ipotecare le loro proprietà,

concedere e ottenere prestiti, concludere contratti di lavoro, fare

testamento, essere nominati eredi e talvolta potevano concludere

personalmente i loro contratti di matrimonio.

13

La donna romana

Le leggi romane arcaiche privavano la donna di qualunque

indipendenza, era sempre sottomessa al padre, al marito o al parente

maschio più prossimo.

La donna romana non possedeva neppure un nome proprio, ma solo

cognomi familiari, quello della gens e il cognome.

Tra il secolo I a.C. e il I d.C., la condizione delle donne romane cambiò.

Per prima cosa cadde in disuso il matrimonio che voleva la donna

sottomessa all’uomo.

A quel tempo perché due persone venissero considerate “sposate”

bastava che decidessero di vivere insieme.

Durante l’età di Augusto furono emanate una serie di leggi che limitò

la libertà dei mariti di utilizzare la dote della moglie.

Fu annullato anche il tutore a cui la donna doveva essere sottoposta se

non avesse avuto ascendenti maschi. Questo tutore era stato previsto

nelle leggi romane arcaiche per la necessità di proteggerle dalla loro

“Levitas Animi” vale a dire dalla leggerezza dell’anima.

Quando cambiarono le leggi sulla tutela, la donna poteva scegliersi

personalmente il tutore e cambiarlo a sua discrezione. Inoltre in caso

di divorzio se il padre si fosse dimostrato indegno, la custodia poteva

essere assegnata alla madre.

Le donne romane incominciarono a godere di molta autonomia,

ricevevano l’istruzione, disponevano del loro patrimonio e potevano

chiedere il divorzio.

14

In questo periodo si ebbero letterate come Sulpicia, donne-medico e

persino donne-avvocato.

La condizione femminile durante il Cristianesimo

La predicazione di Gesù contribuì a determinare un profondo cambiamento nella condizione femminile.

Per gli Ebrei, il matrimonio, era sacro ma l’organizzazione familiare non era favorevole alle donne che erano viste solo come strumento per procreare, il marito poteva avere più di una moglie e poteva ripudiarle.

Per Gesù, invece, il matrimonio doveva essere monogamo e indissolubile, egli predicava la pari dignità dei due coniugi e l’uguaglianza dei loro diritti in materia sessuale.

DOC. n. 4

“Non ci sarà più ne ebreo, ne greco, ne schiavo, ne libero, ne uomo, ne donna”.

San Paolo, Lettera ai Gàlati, 3,28 Gli esseri umani per il Cristianesimo, erano tutti uguali, comprese le donne.

15

La donna tra l’alto e il basso Medioevo

Nel Medioevo la donna era sotto la podestà del padre, del marito, del fratello o del figlio: senza il loro permesso non poteva vendere i suoi beni.

La donna non partecipava alla vita pubblica, non votava nelle assemblee comunali, non aveva diritto alla successione ereditaria.

Il matrimonio era combinato dalle famiglie per interesse. Le donne giovani, si sposavano con uomini più anziani che alcune volte non conoscevano.

Ella doveva occuparsi della casa, della cura dei figli e del lavoro dei servitori.

DOC. n. 5

“La fanciulla femmina ponila a cucinare e non a leggere, perché non stà troppo bene ad una femmina saper leggere, se già non la volessi fare monaca […] insegnale a fare i fatti della masserizia di casa, cioè il pane, levare il cappone, a burattare e cuocere, e a far bucato e fare il letto e filare e tessere borse francesi o ricamare con ago e tagliare pannolini e lini e lane e rammentare le calze e tutte simili cose sicchè quando la mariti non paia una sciocca […]. La femmina oziosa è di grande pericolo se hai una femmina oziosa tienle appresso il più che puoi”

Paolo da Certaldo : Il cibo nei buoni costumi

16

La donna Longobarda

Presso i Longobardi, le donne erano considerate inferiori rispetto agli uomini, erano chiuse all’interno della fara del gruppo familiare, ed erano sotto l’autorità del capo famiglia che ne possedeva il mundio : cioè il prezzo della donna.

Il marito la pagava alla famiglia quando la sposava e questa raramente aveva proprietà.

Nell’editto di Rotari, 643 d.c., risulta evidente lo stato di sottomissione della donna al marito.

DOC. n. 6

“Se il marito avrà ucciso immeritatamente la moglie, poiché questa non era per legge meritevole di morte, darà una composizione di soli 1.200, una metà a quei parenti che la diedero al marito, ed una metà alla corte del re. Se la moglie avrà ucciso il proprio marito, sia uccisa essa stessa, e le cose di lei, se non vi sono figli, le abbiano i parenti del marito.”

Editto di Ròtari

17

La donna nell’Islam

Le prime donne Musulmane sembravano aver svolto un ruolo importante nell’affermazione sociale e politica della nuova comunità, mentre in seguito furono costantemente tenute lontane dalla vita pubblica.

Il Corano riconosce alle donne la stessa posizione degli uomini nei confronti di Dio, impone all’uomo il rispetto della donna e al marito il dovere di provvedere al suo mantenimento.

Alla donna è riconosciuto il diritto di possedere e gestire i beni in proprio.

L’organizzazione della famiglia e’ completamente affidata alle donne.

Il Corano prevede che esse vivano in uno spazio destinato solo a loro, gli harem, luoghi sacri in cui potevano accedere solo gli uomini della famiglia, i medici e gli schiavi.

Quando uscivano raramente dall’harem dovevano coprirsi il volto e il corpo con un velo.

Nel corso dei secoli le società islamiche hanno notevolmente appesantito le prescrizioni del Corano nei confronti delle donne, relegandole ad una totale sottomissione agli uomini.

18

Il basso Medioevo

Nel basso Medioevo gli stereotipi anti-femminili creati in principio negli ambienti monastici, che, per definizione, vedevano nella donna soltanto vizio e perdizione.

Dal XII secolo i frati francescani e domenicani li diffusero attraverso le loro prediche popolari, facendo di essi una sottocultura maschilista destinata a una lunga durata.

Considerata solo in funzione della procreazione e dei legami dinastici, la donna era spesso costretta al matrimonio per convenienza. L’alternativa al quale era il convento.

Il Duecento conobbe un’eccezionale figura d’imperatore, l’ ultimo di casa Sveva a reggere le sorti dell’impero universale, dagli affascinanti poliedrici aspetti, dai contemporanei celebrato ed acclamato “stupor mondi”: Federico II.

Poeta, filosofo, dotto, guerriero, osservatore attento dei fenomeni naturali, uomo di stato di fortissima tempra, attuatore di una politica tesa a limitare diritti e privilegi di chiese e di ecclesiastici, di signori feudali e di comuni cittadini, creatore di uno stato che superò le basi feudali su cui si reggevano tanti stati europei, fu anche legislatore, promulgando a Melfi, nel 1231, le Costituzioni, raccolte nel Liber Constitutionum Regni Siciliane, impropriamente chiamato Liber Augustalis, definito “il più grande monumento legislativo laico dell’età di mezzo, non solo in Italia, ma anche in Europa,” testo rimasto in vigore fino agli inizi dell’Ottocento, in cui emanò anche delle leggi, che poi non sempre trovarono applicazione, a favore delle donne, di tutte indistintamente, monache, maritate, vedove, prostitute, rivelandosi, anche in questo campo, ed in tempi in cui di certo la donna era assoggettata all’uomo, sovrano illuminato.

Le leggi federiciane tutelavano la dignità femminile (considerata, similmente all’uomo, maggiorenne a diciotto anni… li minori son quelli che non hanno deceocto anni tanto li mascoli quanto le femine excepto li francesi che in quindece anni se iudicano de età perfecta", II 42), punendo con la morte l’uomo che usava violenza alla donna, stupratore, rapitore o truffatore che fosse (scagliandosi pure contro il matrimonio riparatore, ancora fino in tempi recenti diffuso in Sicilia),

proteggendola anche laddove i suoi provvedimenti sembravano feroci: ad esempio in caso di adulterio, la pena prevista era la morte, ma Federico II "limitò" il castigo al taglio del naso o alla fustigazione.

DOC. n. 7

Del rapto de le moniale

SI QUIS RAPERE. Comanda lo Imperatore che si alcuno furasse una monaca, anchora che non sia velata, deve essere privato de la vita" (I 20).

De la violentia facta a meretrice

OMNES NOSTRO REgimini. Comanda lo Imperatore che nullo sforze la meretrice a la sua voluntà, et si contrafarà sia privato del capo. Però questo è vero si se lamenterà infra octo giorni, altramente non pare li sia facta forza, excepto se in quilli octo giorni non stesse in sua libertà. (I 21).

19

CAPITALEM. Comanda lo Imperatore che si alcuno stuprasse o furasse una vergine, vidua, sposa o maritata, overo si alcuno nascondesse lo rapitore, deve essere privato del capo, cessante quella antiqua consuetudine che voleva che, si lo rapitore la pigliasse per mogliere, non fusse tenuto ad alcuna pena. (I 22. I).

Se alchuno non succorre a la dona cridante.

QUICUNQUE. Comanda lo Imperatore che se alcuno audisse cridare qualche femina la debia succorrere, excepto se fusse sordo overo zoppo, et si facesse lo contrario se debia componere con la corte in quattro augustali. (I 23).

Del dare li advocati a li pupilli

LEGE PRAESENTI. Dice lo Imperatore che li pupilli, vidue et orphani, poveri et debile persone deveno havere advocato da la corte et le spese necessarie in lo iudicio, et de li pupilli intendate però si sono poveri.( I 34)

MULIERES. Comanda lo Imperatore che le donne non possano né debiano per causa che sia comparere in corte de li officiali, excepto si non avessero mariti o persona coniuncta overo se fussero molto povere. (I 104.2).

De li adulterii et ruffianicii

LEGUM. Comanda lo Imperatore che si alcuno fusse pigliato in adulterio non deve essere occiso, ma tutti li boni soi son confiscati si non have figlioli legittimi. Item dice che lo marito non la deve uccidere ma li deve tagliare lo naso et, si questo non volesse fare, deve essere fustigata. (III 74).

20

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L’età moderna

Con l’avvento dell’età moderna iniziò l’evoluzione intellettuale della donna che raggiunse il suo culmine con il Rinascimento.

Nel 1533 il figlio del re di Francia Francesco I, l’erede al trono Enrico d’ Orléans , sposò Caterina de’ Medici, una nobildonna fiorentina che trasferì a Parigi non solo lo stile di vita di una delle corti più colte e più eleganti d’ Europa, ma anche tutti i suoi lussuosi abiti e i suoi preziosi gioielli.

Tutti a Parigi vollero vestirsi “ al modo di Firenze “e ben presto, in Europa, si diffuse l’ uso di vestirsi “ al modo di Parigi “.

Nacque così uno dei fenomeni più importanti del mondo moderno: la moda.

Ci si è chiesti se le donne, al pari degli uomini, beneficiassero di quel cambiamento di prospettiva e di mentalità che caratterizzò il periodo compreso tra i secoli XIV e XVI.

Il grande storico svizzero Burckhardt scrisse :

“Per bene intendere la vita sociale dei circoli più elevati del Rinascimento, è da sapere che la donna in essi fu considerata pari all’uomo”.

Le donne della classe elevata ricevevano la stessa educazione degli uomini : studiavano le lingue e le lettere classiche, componevano versi, partecipavano attivamente alla vita sociale e politica.

A dimostrazione della sua tesi cita figure di poetesse come Gaspara Stampa, Vittoria Colonna e Isabella Morra.

Tuttavia nella maggior parte dei casi la donna rimaneva confinata nell’ambiente domestico e la sua vita legata ai momenti centrali del matrimonio e della maternità. Nei secoli seguenti l’ascesa della donna progredì ulteriormente.

Tra il 1600 e il 1700 il costume cambiò radicalmente.

22

Secondo un’usanza parigina le donne aristocratiche e dell’alta borghesia aprirono i salotti ai ritrovi e alle conversazioni.

Per questo nuovo ruolo sociale esse dovevano essere educate a sostenere una conversazione, dovevano conoscere la musica e la danza.

Quanto a queste donne che ricevettero un’istruzione da salotto ci furono quelle che coltivarono studi più seri, alcune si laurearono e quattro insegnavano all’Università di Bologna che era l’unica istituzione ad ammettere le donne all’insegnamento.

La più celebre Gaetana Agnesi conosceva sette lingue, suonava il violoncello ed eccelleva in matematica.

Pittrici molto conosciute di questo periodo furono nel 1600 Artemisia Gentileschi e nel 1700 Rosalba Cariera che fu ospitata alle corti più belle del tempo e sovrani, principi, cardinali facevano a gara per farsi ritrarre da lei.

Il Settecento si chiude con l’immagine delle donne della Rivoluzione Francese, un’immagine che annuncia i grandi cambiamenti del secolo successivo.

Sebbene il codice civile di Napoleone riporta la donna alla situazione di dipendenza ormai la donna aveva iniziato il suo lungo cammino verso l’emancipazione.

23

Le donne nell’Ottocento e il Novecento

Per tutto l’Ottocento le situazioni di vita delle donne sono varie.

Nelle campagne dell’Italia Settentrionale vigeva la tradizione della famiglia patriarcale, le donne vivevano sottomesse alla suocera e tutte lavoravano nella casa e nei campi.

In Francia invece le donne borghesi collaboravano con i mariti commercianti e si dedicavano poco alla casa che era affidata alle domestiche.

Con la Rivoluzione industriale, invece, si ha un ulteriore cambiamento, le donne borghesi ritornano in casa e la rendono più ricercata e lussuosa, mentre le donne operaie cominciarono a lavorare fuori di casa.

Fu proprio il lavoro a cambiare la vita delle donne che iniziarono a rivendicare pari dignità e diritti con gli uomini.

Alcune copie del giornale “Un comitato di donne”, sequestrate dalla polizia nel 1848, testimoniano della partecipazione femminile alle vicende del Risorgimento.

Scritto da donne “tutte giovani, tutte liberali”, il giornale si proponeva il fine di “parlare al cuore ed alla mente de’ nostri concittadini parole di verità, di amore, di patriottismo; e ciò per via di fatti, di aneddoti, di poesie ecc.; ma senza pesantezza senza bile senza molestia, avendo fede che forse la nostra voce avrà più potere di quella de’ grandi filosofi e degli immensi politici odierni”.

DOC n.8

24

25

Le donne e il lavoro

La donna, senza alcun riconoscimento, ha sempre lavorato accanto agli uomini, ma solo in questi ultimi anni si è messa in discussione, nella società e nei posti di lavoro, la divisione dei ruoli tra maschio e femmina.

E’ innegabile, però, che il cammino è ancora molto lungo per giungere a una completa liberazione delle donne dalla condizione di subalternità all’uomo e di emarginazione dalla vita sociale ed economica.

Alcuni steccati sono stati abbattuti, le donne lavorano e, più degli anni scorsi, premono sul mercato del lavoro portando alla ribalta, con sempre più forza, l’esigenza di servizi sociali efficienti, di qualificazione professionale, di una organizzazione del lavoro partecipativa e responsabilizzante.

Oggi le donne, affacciandosi sul mercato del lavoro con un più alto livello di scolarizzazione e, soprattutto, con una carica di politicizzazione più determinante che nel passato, non solo chiedono lavoro, ma anche, avendo assunto e interiorizzato tutta una serie di nuovi modelli culturali, sono sempre meno disponibili ad accettare a qualsiasi condizione il lavoro e a separare le proprie ore di lavoro dai bisogni di autoaffermazione ed autoidentificazione, o anche dalle aspirazioni ad una liberazione più vasta e totalizzante.

E’ indubbio che orientare le giovani verso una professione al passo con lo sviluppo economico può facilitare la loro collocazione a livelli più qualificativi.

Sono però anche da eliminare tutti quegli scogli culturali o di costume che, accanto alle carenze della scuola di base e alle insufficienze dei corsi pubblici o privati per la formazione professionale, impediscono una crescita paritaria delle donne.

Infatti, nonostante il più alto livello di scolarizzazione, l’accesso al lavoro è sempre difficile per le donne e le offerte di lavoro riguardano i livelli più bassi di qualifica o si tratta di offerte a condizioni più ingiuste.

26

Come è noto, solo a seguito dell’emanazione della Legge 903 del 1977 è stato introdotto, nel nostro ordinamento giuridico il principio di parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, tuttavia non sempre viene rispettata per cui è stata introdotta nel 1991 la Legge 125 che promuove azioni positive sui posti di lavoro, sotto il controllo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità.

Il 2007 è stato dichiarato Anno Europeo delle Pari Opportunità per Tutti

Il diritto di voto

In Inghilterra le donne ottennero il diritto di voto municipale nel 1869 e quello di farsi eleggere nel 1894; solo la Svezia aveva riconosciuto questo diritto già nel 1863.

Nel 1903 l’unione politica e sociale delle donne passò a vere e proprie forme di lotta e di disturbo contro tutti i partiti, da parte delle cosiddette suffragette, tra le quali spiccano Emmelline e Christabel Punkhurst; per cui, dal 1905 in poi, esse passarono da una lotta pacifica a una serie di battaglie violente, di scontri con la polizia, vetrine in frantumi, carcere, scioperi della fame e, nel 1911, ci fu il suicidio di una suffragetta di fronte al re mentre assisteva ad una corsa di cavalli.

Nel 1917 venne finalmente concesso il suffragio alle donne sopra i trentanni e nel 1920 a tutte le donne maggiorenni, cioè che avessero compiuto 21 anni.

Il primo Stato del mondo a concedere il suffragio alle donne fu lo WYOMING negli USA, nel 1869 e, nel 1920 questo diritto era ormai esteso a tutte le donne statunitensi.

Il voto alle donne fu concesso nel:

1906 in Finlandia

1918 in Austria e Unione Sovietica

1919 in Germania

1923 in Olanda

1945 in Francia

1946 in Italia

27

28

Il movimento femminista non lottava solo per il diritto di voto, ma anche per l’emancipazione della donna più in generale.

Possiamo ricordare a proposito la canzone:

DOC. n. 9

IL PANE E LE ROSE

Ma non è solo per il pane che lottiamo,

lottiamo anche per le rose.

La rivolta delle donne è la rivolta dell’umanità,

non più schiavi e oziosi,

non più dieci che lavorano per uno che riposa;

ma la divisione fra tutti delle gioie della vita,

il pane e le rose.

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Tutti i numeri delle donne

Il fuoco

E’ il fuoco l’elemento che più ricorre nella storia delle donne, arse come streghe in tempi bui, bruciate come pezzi di legno nelle fabbriche e nei dormitori da ”padroni” assassini.

Il fuoco, devastante, che le avvolge in fabbrica o nel sonno come avvolgeva, nella favola di Andersen, la ballerina del soldatino di stagno.

Niente fiabe,oggi, per la donne costrette a prostituirsi, ai loro piedi nelle vie del mondo, di nuovo il fuoco.

Questi i numeri del fuoco

Giovanna D’Arco un nome per tutte le donne bruciate come streghe nel Medioevo

146 le donne che il 25 marzo del 1911 morirono nell’incendio alla Trangle Factory di New York

91 furono sparate durante la rivolta delle donne di Pietrogrado nel 1917

17 bambine morirono nell’incendio della fabbrica di fiammiferi il 15 marzo del 1924 a Rocca Canavese

48 in Asia nel novembre 2000 morirono nel rogo di una fabbrica di camicette

30 le studentesse che l’8 marzo del 2001 sono morte bruciate in pieno sonno nel dormitorio di una scuola femminile a Gindiri in Nigeria.

Con il volto bruciato dall’acido in Bangladesh se osano avanzare dei diritti.

Nel 1913 Clara Zetkin propose alla Seconda Internazionale di dichiarare l’8 marzo “giornata della donna”.

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le ingiustizie

Dopo aver analizzato molti documenti sociali,legislativi e culturali sul lungo cammino fatto dalle donne verso l’emancipazione, siamo giunti alla conclusione che sebbene in molti stati hanno raggiunto un buon livello di libertà, tuttavia, molte sono le incredibili ingiustizie che le donne, ancora oggi, sono costrette a subire.

Ci sono Paesi in cui sono costrette a nascondersi sotto un mantello che copre anche gli occhi e sono fustigate se passeggiano con un uomo che non è il marito o non indossano il chador.

Altri in cui, se nasce una bambina, alla mamma vengono fatte le condoglianze, altri in cui sono soggette a una usanza sconvolgente: l’ infibulazione.

Ci sono Paesi, compreso il nostro, in cui la busta paga di una lavoratrice è più leggera di quella di un uomo.

Nel mondo, il 70 per cento dei poveri è donna

In Africa muore di parto 1 donna su 16

In Italia, su 100 sindaci le donne sono solo 6

Realtà diverse ma sempre di ingiustizia.

31

nel mondo

Afghanistan: 13.000.000 di donne

9 su 10 soffrono di depressione

30.000 sono le mendicanti solo a Kabul

4 è il numero delle mogli consentito

Africa 380.000.000 di donne

6 è il numero medio di figli per ciascuna

26.000.000 sono le mamme con meno di 19 anni

1 donna su 16 muore di parto (in Europa 1 su 1400 )

Cina il 12% di tutte le gravidanze di feti di sesso femminile

terminano con un aborto

Costa Rica su 100 bambini tra i 2 e i 5 anni muoiono

8 femmine e 5 maschi

Haiti su 1000 bambini tra i 2 e i 5 anni muoiono

61 femmine e 48 maschi

India 500 milioni di donne

5,6 figli per donna

1 su 65 muore di parto

5.000 al giorno sono gli aborti

il 10% dei parlamentari è donna.

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Iran 70.000.000 di abitanti

32.000.000 le donne

3,6 il numero medio di figli

400 le candidate alla ultime elezioni politiche

Pakistan le bambine non hanno diritto ad essere curate e

il 61% di esse è malnutrito

In Asia meridionale, Nord Africa, Medio Oriente e Cina sono

100 milioni le bambine che mancano “all’appello”

33

In Europa

La prostituzione: 500.000 le prostitute dell’Est Su 10 le minorenni sono 4 e fruttano fino a 180

Miliardi di Euro al Mese

Il lavoro solo 4 europee su 10 lavorano

Il tasso di disoccupazione maschile è del 7,1%

quello femminile è del 10%

80% delle cosiddette donne in carriera è senza figli o

ne ha un solo

Lo stipendio :le europee guadagnano, in media, il 10% in meno di un

uomo

In Italia il 23,7%, in Grecia il 30%. In Francia e

Belgio le donne portano a casa i ¾ del salario

maschile medio.

La politica in Svezia il 50% dei parlamentari è donna.

In Danimarca lo è il 37%

In Norvegia il 36,4%

in Italia l’ 11%

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In Italia

La maternità :le italiane sono 29.676.653 1,2 è la media dei figli per ognuna

il 28% dei parti è cesareo

In Campania c’è 1 consultorio ogni 10.000 donne,

in Valle d’Aosta ce ne sono 6,2

Il lavoro : il 28% delle italiane lavora

(in Emilia, Valle d’Aosta e Trentino sono 1 su 2 )

230.000 italiane sono libere professioniste

una donna su due, tra casa e ufficio, è impegnata per 60

ore alla settimana, un uomo lavora in media 45 ore alla

settimana

La carriera : su 100 dirigenti scolastici le donne sono 10

su 100 primari le donne sono 6

su 100 dirigenti di aziende con più di 500 dipendenti le

donne sono 8

La politica : su 100 deputati le donne sono 11 su 100 senatori le donne sono 8

su 100 sindaci sono 6 su 100 presidenti di provincia sono meno di 6

Nessun presidente di Regione è donna

Alle ultime elezioni le donne candidate sono state alla Camera

l’ 11,5 %, al Senato il 20,5 % e al proporzionale l’ 11,5 %

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I reati

L’anno scorso, i reati nel nostro Paese sono diminuiti in media del 7 %

Non quelli della violenza sulle donne :

• il favoreggiamento della prostituzione, in un anno, è aumentato del 39,5 %

• gli episodi di violenza sessuale del 22,9 % • 1 violenza sessuale su 3 accade dentro le mura di casa, • 1 su 10 ( il 10,5 % ) si consuma sui posti di lavoro, la stessa

percentuale • 10% le violenze sessuali compiute in auto

A subire di più sono le donne sposate, pari al 48 % , nel 34,3 % si tratta di casalinghe in balia di mariti padroni, l’ 82,7 % delle violenze non viene denunciata

La Legge n. 66 del 1996 classifica come reato contro la persona il reato di violenza sessuale mutando la qualificazione della normativa precedente che lo definiva reato contro la morale.

ELABORAZIONE DEI DATI

Donne Politica Svezia 50% Danimarca 37% Norvegia 36,40% Italia 11%

DONNE IN POLITICA

SveziaDanimarcaNorvegiaItalia

36

Nazione Figli

Africa 6 India 5,6 Iran 3,6 Italia 1,2

NUMERO DI FIGLI PER CIASCUNA DONNA

0

1

2

3

4

5

6

7

Africa India Iran Italia

AfricaIndiaIranItalia

37

Nazione Donne Italia 29676653 Afghanistan 13000000 Africa 360000000 India 500000000 Iran 70000000

DONNE NEL MONDO

0100000000200000000300000000400000000500000000600000000

Italia

Afghanis

tanAfric

aInd

iaIra

n

ItaliaAfghanistanAfricaIndiaIran

38

Carriera Donne Dirig.Scolastici 10% Primari 6% Dir. di aziende 8% Deputati 11% Senatori 8% Sindaci 6% Pres. di provincia 6%

Donne in carriera in Italia

10%

6%

8%11%

8%

6%6%

dirigenti scolasticiprimaridirigenti di aziendedeputatisenatorisindacipresidenti di provincia

Dati elaborati in Excel con la guida della prof. Maria Luisa Di Persia

39

40

CONCLUSIONE

IL secondo dopoguerra segna per le donne italiane un passaggio fondamentale, in quanto nella costituzione del nuovo stato repubblicano viene sancito il principio della parità tra uomo e donna in tutti i campi della vita politica, economica e civile, di fronte alla legge, nella famiglia, nel lavoro, nell’accesso ai pubblici uffici e, finalmente, anche nei diritti politici.

Tali diritti non vengono semplicemente concessi dall’alto, ma rappresentano una conquista delle lotte condotte dai movimenti femminili e femministi in epoca liberale, e dell’impegno delle donne tanto nella resistenza che nell’immediato dopoguerra, attraverso l’attività nell’Assemblea costituente e negli organismi politici e associativi-femminili e non- dell’Italia democratica.

La differenza che ancora si registra tra parità giuridica e parità di fatto nella condizione di molte donne mostra il permanere di resistenze culturali nel costume e nella mentalità della nostra società.

Solo con grande difficoltà si riuscirà a considerare la donna come soggetto di diritti individuali, le ambiguità e le contraddizioni che caratterizzano il contesto politico ed economico in cui si afferma il diritto di cittadinanza sono il primo segno del lungo cammino che le donne devono ancora percorrere sulla via dell’emancipazione personale

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Riferimenti bibliografici

• Gentile e Ronca : La storia in rete

• Neri R.: Il mestiere dello Storico

• Brusa A.: Il nuovo racconto delle grandi trasformazioni

• Calvani V.: Scambi di civiltà

• Guarracini Scipione: L’operazione storica

• Desideri A.: Storia e storiografia

• Baldi – Zaccaria: Dal testo alla storia

• Benemia A. Arte immagine

• Giampietro A. Almanacco della Lucania

• Frammenti di vita quotidiana, pubblicazione dell’Archivio di Stato di Matera.

• Testate giornalistiche varie

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INDICE Pagine Premessa 3

Il risultato delle nostre ricerche: 4

Piccole curiosità 5 Alcune donne lucane 7 La donna nella preistoria 8

Le donne in Mesopotamia 9

Le civiltà fluviali : Egitto 10

A Sparta 11

Ad Atene 12

La donna nell’età ellenistica 13

La donna romana 14

La condizione femminile durante il Cristianesimo 15

La donna tra l’alto e il basso Medioevo 16

La donna Longobarda 17

La donna nell’Islam 18

Il basso Medioevo 19

L’età moderna 22

Le donne nell’Ottocento e il Novecento 24

Le donne e il lavoro 26

Il diritto di voto 28

Tutti i numeri delle donne 30

Elaborazione dei dati 37

Conclusione 41

Bibliografia 42


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