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Il conto salato per' le università La Brexit fä scappare i ... · molto diffusa», racconta Lucia...

Date post: 09-May-2018
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Il conto salato per' le università La Brexit fä scappare i giovani Tra gli stranieri dell'Imperia) College: "C'è un'incertezza enorme" Solo a Cambridge calo del 14%. L'i co °ta di Erasmus e fondi Ue ALESSANDRA Rizzo LONDRA All'Imperia) College, tra gli stu- denti arrivati a Londra da tutto il mondo, c'è ancora incredulità per la Brexit; tra i professori, regna la preoccupazione per il futuro dell'accademia. «Il voto per lasciare l'Unione europea ha creato enorme incertezza al college e a molti che lavorano qui», ha scritto la preside Alice Cast in una lettera aperta nel- l'autunno scorso. «Mentre il Pa- ese lavora all'uscita dalla Ue, noi continueremo a pensare e agire in maniera internaziona- le. L'Imperia) è un'Università europea con capacità globali». Nel campus al centro della capitale, studenti di ogni parte - britannici, italiani, spagnoli, iraniani, cinesi - si mescolano nelle classi, sulle panchine dei cortili, nella caffetteria dove, tra un sorso di caffè e uno sguardo allo schermo dello smartphone, si discute di cor- si, ma anche di prospettive fu- ture. «Sono rimasta delusa dal risultato del referendum, non me lo sarei mai aspettato», ci racconta Lucie, studentessa al secondo anno di Fisica prove- niente dalla Repubblica Ceca. «Sono preoccupata, non tanto per me, io farò in tempo a fini- re il mio corso di laurea, ma per il futuro, per le possibilità di lavorare qui». Secondo una classifica del «Times Higher Education», l'Imperia) College è l'Università più internazionale del Regno: gli studenti Ue sono circa 4 mi- la, pari al 20% del corpo studen- tesco; altri 2 mila cittadini co- munitari fanno parte dello staff universitario. Ma l'incertezza domina ovunque nel mondo ac- cademico: per le ripercussioni sui fondi europei, sui program- mi di ricerca e collaborazione tra atenei, sulla capacità di con- tinuare ad attrarre i giovani più promettenti e le menti migliori. In assenza di un apposito ac- cordo, il rischio per gli studenti europei è di dover pagare al pa- ri di quelli extra-comunitari, con un sensibile aumento delle rette. E per i ricercatori e pro- fessori di perdere il diritto a la- vorare liberamente nel Regno. Qualche settimana fa l'orga- nizzazione che si occupa delle iscrizioni universitarie, l'Ucas, ha fatto sapere che le domande di ammissione da parte di stu- denti Ue per l'anno 2017 hanno subito un calo del 7%, la prima volta da un decennio a questa parte. Perfino un'istituzione prestigiosa come Cambridge ha registrato un calo del 14% per i corsi di laurea (ma non nei corsi di specializzazione post- laurea), mentre Oxford ha in- vertito la tendenza, con un au- mento del 10%. Voci allarmate per i rischi ai progetti e fondi comunitari si levano da ogni parte. Il fondo Horizon 2020 ha contribuito circa 2,3 miliardi di euro alla ricerca delle Univer- sità britanniche, secondo alcu- ne stime; e l'Erasmus ha fatto studiare all'estero qualcosa co- me 200 mila studenti britanni- ci dal 1987 ad oggi. «Trent'anni in cui le vite di così tanti ragaz- zi si sono arricchite», ha detto sconsolata al «Guardian» la di- rettrice del programma nel Pa- ese, Ruth Sinclair-Jones. Par- lando alla commissione parla- mentare per l'istruzione, che ha tenuto sessioni straordina- rie sul divorzio da Bruxelles, il professor Alistair Fitt della Oxford Brookes University ha definito la Brexit «probabil- mente il più grande disastro per l'Università da anni». Alcuni atenei stanno corren- do al ripari, e molti potrebbero compensare la perdita di stu- denti, personale e soldi europei riorientandosi sui Paesi emer- genti, soprattutto la Cina. Oxford, che nome e prestigio tengono al riparo da ripercus- sioni drammatiche, ha creato un ufficio per la strategia Brexit e starebbe pensando di aprire una filiale a Parigi per non perdere i fondi europei. E ha chiesto al go- verno di garantire i diritti dello staff accademico europeo, pena un «danno enorme». All'Imperia) College, non so- no solo gli studenti comunitari a essere delusi, ma anche quel- li britannici. Dopo tutto, al re- ferendum del giugno scorso gli elettori compresi tra i 18 e i 24 anni hanno votato in massa (75%) per restare nella Ue. «Ho votato contro la Brexit», rac- conta James, 21 anni, capelli rossi e carnagione pallida. Tante le preoccupazioni: man- canza di fondi per il PhD che vuole fare, e rischio che Uni- versità diventate più insulari e più povere perdano posizioni nelle classifiche dei migliori atenei. «E poi - aggiunge - mi sono fatto tanti amici qui da tutta Europa, sono preoccupa- to di perderli». O BY NC ND ALCUNI DIRRII RISERVAFI
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Page 1: Il conto salato per' le università La Brexit fä scappare i ... · molto diffusa», racconta Lucia Pradella, 36 anni, veneta, do-cente al Dipartimento di Studi Europei e Internazionali

Il conto salato per' le universitàLa Brexit fä scappare i giovaniTra gli stranieri dell'Imperia) College: "C'è un'incertezza enorme"Solo a Cambridge calo del 14%. L'i co °ta di Erasmus e fondi Ue

ALESSANDRA RizzoLONDRA

All'Imperia) College, tra gli stu-denti arrivati a Londra da tuttoil mondo, c'è ancora incredulitàper la Brexit; tra i professori,regna la preoccupazione per ilfuturo dell'accademia. «Il votoper lasciare l'Unione europeaha creato enorme incertezza alcollege e a molti che lavoranoqui», ha scritto la preside AliceCast in una lettera aperta nel-l'autunno scorso. «Mentre il Pa-ese lavora all'uscita dalla Ue,noi continueremo a pensare eagire in maniera internaziona-le. L'Imperia) è un'Universitàeuropea con capacità globali».

Nel campus al centro dellacapitale, studenti di ogni parte- britannici, italiani, spagnoli,iraniani, cinesi - si mescolanonelle classi, sulle panchine deicortili, nella caffetteria dove,tra un sorso di caffè e unosguardo allo schermo dellosmartphone, si discute di cor-si, ma anche di prospettive fu-ture. «Sono rimasta delusa dalrisultato del referendum, nonme lo sarei mai aspettato», ciracconta Lucie, studentessa alsecondo anno di Fisica prove-niente dalla Repubblica Ceca.«Sono preoccupata, non tantoper me, io farò in tempo a fini-re il mio corso di laurea, maper il futuro, per le possibilitàdi lavorare qui».

Secondo una classifica del«Times Higher Education»,l'Imperia) College è l'Universitàpiù internazionale del Regno:gli studenti Ue sono circa 4 mi-la, pari al 20% del corpo studen-tesco; altri 2 mila cittadini co-munitari fanno parte dello staffuniversitario. Ma l'incertezzadomina ovunque nel mondo ac-cademico: per le ripercussionisui fondi europei, sui program-mi di ricerca e collaborazionetra atenei, sulla capacità di con-

tinuare ad attrarre i giovani piùpromettenti e le menti migliori.In assenza di un apposito ac-cordo, il rischio per gli studentieuropei è di dover pagare al pa-ri di quelli extra-comunitari,con un sensibile aumento dellerette. E per i ricercatori e pro-fessori di perdere il diritto a la-vorare liberamente nel Regno.

Qualche settimana fa l'orga-nizzazione che si occupa delleiscrizioni universitarie, l'Ucas,ha fatto sapere che le domandedi ammissione da parte di stu-denti Ue per l'anno 2017 hannosubito un calo del 7%, la primavolta da un decennio a questaparte. Perfino un'istituzioneprestigiosa come Cambridgeha registrato un calo del 14%per i corsi di laurea (ma non neicorsi di specializzazione post-laurea), mentre Oxford ha in-vertito la tendenza, con un au-mento del 10%. Voci allarmateper i rischi ai progetti e fondicomunitari si levano da ogniparte. Il fondo Horizon 2020 hacontribuito circa 2,3 miliardi dieuro alla ricerca delle Univer-sità britanniche, secondo alcu-ne stime; e l'Erasmus ha fattostudiare all'estero qualcosa co-me 200 mila studenti britanni-ci dal 1987 ad oggi. «Trent'anniin cui le vite di così tanti ragaz-zi si sono arricchite», ha dettosconsolata al «Guardian» la di-rettrice del programma nel Pa-ese, Ruth Sinclair-Jones. Par-lando alla commissione parla-mentare per l'istruzione, cheha tenuto sessioni straordina-

rie sul divorzio da Bruxelles, ilprofessor Alistair Fitt dellaOxford Brookes University hadefinito la Brexit «probabil-mente il più grande disastroper l'Università da anni».

Alcuni atenei stanno corren-do al ripari, e molti potrebberocompensare la perdita di stu-denti, personale e soldi europeiriorientandosi sui Paesi emer-genti, soprattutto la Cina.Oxford, che nome e prestigiotengono al riparo da ripercus-sioni drammatiche, ha creato unufficio per la strategia Brexit estarebbe pensando di aprire unafiliale a Parigi per non perdere ifondi europei. E ha chiesto al go-verno di garantire i diritti dellostaff accademico europeo, penaun «danno enorme».

All'Imperia) College, non so-no solo gli studenti comunitaria essere delusi, ma anche quel-li britannici. Dopo tutto, al re-ferendum del giugno scorso glielettori compresi tra i 18 e i 24anni hanno votato in massa(75%) per restare nella Ue. «Hovotato contro la Brexit», rac-conta James, 21 anni, capellirossi e carnagione pallida.Tante le preoccupazioni: man-canza di fondi per il PhD chevuole fare, e rischio che Uni-versità diventate più insulari epiù povere perdano posizioninelle classifiche dei miglioriatenei. «E poi - aggiunge - misono fatto tanti amici qui datutta Europa, sono preoccupa-to di perderli».

O BY NC ND ALCUNI DIRRII RISERVAFI

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<Preoccupataper la -`bertamoti' ento»

«Cen,Plli» europei nel Regno UnitoDOMANDE DI STUDENTI UEPER I L 2017-18

UNIVERSITÀ BRITANNICHE

Lucia Fr r : 11 3doc° in t l:; a L o r] d' r a

«Siamo 31 mila accademicidall'Ue e la preoccupazioneper la libertà di movimento èmolto diffusa», racconta LuciaPradella, 36 anni, veneta, do-cente al Dipartimento di StudiEuropei e Internazionali alKing's College di Londra. Pra-della si è mossa con il sindaca-to degli universitari per cerca-re di mobilitare il mondo dellavoro. «È importante mette-re in luce che le restrizioni allalibera circolazione porteran-no un peggioramento dellecondizioni di lavoro in tutti isettori. Non favorirà nemme-no i lavoratori autoctoni».

Che cosa volete ottenere?«Chiediamo che tutti i sinda-cati predano posizione a favo-re della libertà di movimento;che gli studenti internazionalinon vengano inclusi nei targetmigratori; e garanzie imme-diate per chi è già qui».

Quali chance vi date?«Ê necessario non rassegnar-si. Ci sarà una Brexit a spesedel mondo dei lavoro, dei di-ritti, dell'università, dei finan-ziamenti pubblici, o c'è unapossibilità di incidere per de-terminare un corso diverso?Pensiamo ci sia ancora unospazio politico per determina-re se e come si ponga fine allalibertà di movimento».

Ë ottimista?«Sono pessimista ma bisognareagire. Non è ancora statadetta l'ultima parola». [A. RIZ.]

8 RY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

F F UNIVERSITARIOPROVENIENTE DALL'UE;professori e ricercatori)

i UDENTI ITALIANINELL'ANNO ACCADEMICO

JTI PROVENIENTI DALL'UE

-2016

studenti britanniciche hanno usufruitodel programmadal 1987 a oggi

I-F

st E t1Gli iscritti

ali'lmperialCollege pro-

venientedall'Unione

europeaSono il 20%

del totale

VALORE TOTALE DEI FONDI DI RICERCARICEVUTI NEGLI ULTIMI 7 ANNI(miliardi di euro)

JNIVERSITA E COLLEGE CHE HANNO PRESO1U FONDI EUROPEIdati 2014, milioni di euro)

65,7ambridg

593

31Edinburgh Universi.

ersity College London

57imperial CriIlege

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Niente più Erasmusper gli inglesise escono anchedal mercato unico

e Al programma di scambio universitario possonopartecipare anche Paesi non-Ue come la Norvegia

uasi tutto il dibattito sulla Brexitè ruotato attorno all'economia:conviene alla Gran Bretagna se-pararsi dall'Unione o paghereb-be un prezzo alto? A questo si ag-giunge la politica,

gli esiti che l'abbandono avrà aNord e a Sud della Manica. C'èperò qualcosa di profondo dicui si è parlato troppo poco sia prima che do-po il referendum, ed è l'aspetto culturale. L'e-sito del voto ha mostrato fratture profonde traScozia ed Inghilterra, tra gruppi integrati edelite e gruppi socialmente e culturalmentemarginali, ma anche tra giovani ed anziani.Da secoli gran parte dei Britannici non solonon si sentono europei ma hanno spesso ma-nifestato una chiara predisposizione ad in-dentificare l'Europa come minaccia alla loroindipendenza. La maggioranza di coloro chesupera i 60 anni in Inghilterra,soprattutto nelle aree non me-tropolitane, è intriso di quellacultura, certamente assorbitafin dai banchi di scuola; altrol'orientamento di gran partedei giovani, formatisi in unambiente diverso e che certo sivedono più simili ai loro coeta-nei europei.

Da giugno ad oggi ho avutomodo di incontrare moltissimistudenti Erasmus anche britan-nici in occasione dei diversi ap-puntamenti per i 30 anni delProgramma più amato d'Europa. Li ho vistipreoccupati (a ragione) per gli esiti della Brexit.Trent'anni di Erasmus vogliono dire la libertàdi circolazione, lo studio delle lingue, la praticadel volontariato Europeo, la condivisione diprogetti con altri giovani e in ambito culturale,audiovisivo e di ricerca che hanno creato citta-dinanza comune e riunificato anche le due Eu-rope dopo 1'89. Il Parlamento europeo ha svoltoun ruolo decisivo per l'aumento del 50 per cen-to delle risorse di Erasmus fino al 2020. Ma conil Governo italiano e la presidenza Maltese ab-biamo annunciato in Campidoglio che chiede-remo la decuplicazione dei fondi per il setten-nio post 2020.

Una precisazione in questa direzione peròva fatta: la Brexit non segnerà la fine dell'Era-smus solo se la signora May opterà almeno per-ché la Gran Bretagna resti nell'area economica

europea e garantisca le quattro libertà fonda-mentali di circolazione, a iniziare da quelladelle persone. Solo a questa condizione dimo-strerà di volere dare una risposta ai tanti giova-ni che in UIC si sono espressi al referendum peril remain e alla petizione di diecimila giovaniinglesi ed europei che hanno chiesto la soprav-vivenza di Erasmus tra la Gran Bretagna e glialtri Stati Membri. Ma se la scelta come sembrasarà quella di un "hard Brexit ", la via diventamolto stretta. Infatti, come è noto, Erasmus+ èun programma articolato e non circoscritto aisoli paesi Ue, tant'è che partecipano a pienodiritto anche i Paesi dello spazio economicoeuropeo con risorse che vanno al fondo comu-ne (Norvegia, Islanda, Liechtenstein) e quellicandidati (Turchia, Ex-Repubblica Jugoslavadi Macedonia). Ma non partecipa più la Svizze-ra, dopo il referendum e la legge approvata,perché viene ridotta la libera circolazione delle

SilviaCosta

La Svizzeranon prendepiù parteall'Erasmusda quando haridotto la liberacircolazione

persone. Questa è la precondi-zione fondamentale. E questohanno ribadito in Parlamento iquattro maggiori gruppi politici(Ppe, S&D, Alde, Verdi) nellaproposta di risoluzione di indi-rizzo al Consiglio e alla Com-missione, che sarà approvata aStrasburgo la prossima setti-mana. Il concreto rischio è chesia bloccata, alla fine del nego-ziato, la piena partecipazionead Erasmus plus (in tutte le suearticolazioni) ma anche ad Eu-ropa creativa e ad altri pro-

grammi comunitari dei cittadini britannici eche possano esserci solo liberi accordi bilatera-li tra università come avviene con Paesi Terzi.Ci impegneremo per trovare le soluzioni mi-gliori possibili e compatibili con il diritto co-munitario ma la colpa non è dell'Unione Euro-pea, ma della Signora May, dell'incauto Came-ron, del delirante Farage (del cui gruppo politi-co Ukip fanno parte i grillini in ParlamentoEuropeo) e di quel 51% di elettori che hannoritenuto un vantaggio uscire dalla UE, nascon-dendo il danno che si faceva alle nuove genera-zioni.

Tra le vittime della Brexit ci sono infatti igiovani britannici cui è stata tolta la cittadi-nanza europea e i giovani europei degli altriPaesi che si vedono precluse opportunità distudio e di formazione in un Parse molto ama-to come la Gran Bretagna.

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Effetto ZPump anche adHarvardGrande fuga dei cervelli stranieriMolti studenti ammessi rinunciano. Gli atenei lanciano l'allarme:chiediamo al Presidente di moderare la retorica sull'immigrazione

PAOLO MASTROLILLIINVIATO A NEWYORK

I140% delle università ameri-cane ha registrato quest'an-no un calo delle domande diiscrizione da parte degli stu-denti stranieri, in particolareda Medio Oriente, Cina e In-dia. Ora si tratta di capire sela fuga dipende solo dall'effet-to Trump, come molti espertidel settore sospettano, oppu-re se ci sono anche altre cau-se, come il rallentamento del-l'economia nella Repubblicapopolare o il calo del prezzo

del petrolio.L'American Association of

Collegiate Registrars andAdmissions Officers, cioè ilgruppo che riunisce gli ad-detti alle ammissioni negliatenei Usa, ha fatto un son-daggio tra tutte le universitàdel Paese, e circa il 40% han-no segnalato una diminuzio-ne nelle domande da partedegli stranieri. La riduzionenon tocca tutte le istituzioni,e colpisce soprattutto i corsigraduate, ossia i master o idottorati che si fanno per laspecializzazione dopo la lau-rea. Il calo generale però è in-dubbio, e ora si tratta di ca-pirne le cause, anche perchéoltre al segnale politico chemanda, c'è un impatto econo-mico molto forte. Nel 2016 ilnumero degli iscritti stranie-ri alle università americaneaveva superato per la primavolta la soglia del milione distudenti, che avevano gene-rato 32 miliardi di dollari diricavi, finanziando con le lororette oltre 400.000 posti dilavoro, secondo i dati raccoltidall'Association of Interna-tional Educators.

Melanie Gottlieb, vice di-

rettrice dell'American Asso-ciation of Collegiate Regi-strars and Admissions Offï-cers, è stata molto chiara: «Sì,stiamo sicuramente lanciandol'allarme». Quindi, parlandocon la Nbc delle possibili causedel fenomeno, ha aggiunto:«Speriamo che l'amministra-zione Trump raffreddi un pocola retorica sul tema dell'immi-grazione».

I media americani si sonomobilitati per capire cosa c'èdietro questo calo, e hanno no-tato che la paura per le discri-minazioni e anche le violenze èun fattore importante. MomenRihan, uno studente del Cairoche aveva passato due mesinegli Usa e ha deciso di nontornare, ha spiegato di aver

basato la sua scelta sull'espe-rienza fatta da altri colleghidopo la pubblicazione del ban-do per l'immigrazione da settePaesi islamici. Il divieto non ri-guarda l'Egitto, ma «diversistudenti hanno incontratoproblemi quando arrivavanonegli aeroporti americani,perché erano arabi». WimWiewel, presidente della Por-tland State University, è anda-to fino ad Hyderabad, per ca-pire come mai dieci studentiammessi ci stessero ripensan-do per paura di venire negliUsa. La ragione era che aveva-no visto l'omicidio di due inge-gneri indiani, avvenuto inKansas per mano di una per-sona che li aveva aggrediti ur-lando così: «Uscite dal mio Pa-

ese!». Anche la taiwanese Vi-cky Sung ha detto alla Nbc che«la mia sicurezza è diventatauna vera preoccupazione»,mentre la cinese Yi Zhihui te-me di essere cacciata: «Io con-sidero l'istruzione come unaforma di investimento, ma se ilmio visto viene cancellato e ionon posso entrare nel Paese, ilmio investimento si trasformain un fallimento».

Non tutte le università han-no visto il calo. Ad esempioDuke, Nyu o George Washin-gton hanno registrato invece

un aumento degli iscritti. Que-sto però riguarda soprattutto iorsi per la laurea di base, e la

tendenza generale è al ribasso.Tra le cause considerate ci

sono anche il rallentamentodell'economia cinese, che forseha tolto ad alcuni studenti le ri-sorse economiche per andarenegli Usa, e il calo del prezzodel petrolio, che ha alleggerito iportafogli dei sauditi e in gene-rale delle famiglie nei vari Pae-si produttori di greggio dellaregione mediorientale.

Tutti questi elementi posso-no aver contribuito con il loroimpatto, ma la Gottlieb solleci-ta l'amministrazione Trump amoderare la retorica sull'im-migrazione, perché questo èl'elemento cambiato in manie-ra più netta nel corso dell'ulti-mo anno. La frenata dell'econo-mia cinese esisteva già, e la di-scesa del prezzo dei petroliodura ormai da diversi anni,mentre per l'India non ci sonoaltre spiegazioni. La differenzapiù netta rispetto al 2016 è lavittoria di Trump alle presi-denziali, che perciò viene con-siderata come la causa princi-pale del fenomeno.

0 RV NC NDALCUNI DIRITTI RISERVATI

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Uno studente alla University of Georgia con un cartello contro il presidente Trump

E «The Dona d » pattegg ia 25 milioniUn giudice della California ha dato il via libera al-

l'accordo secondo cui Trump risarcirà con 25 milioni didollari un gruppo di persone che denunciò per frode lasua università . La sentenza mettefinea una disputa du-rata sette anni e basata sul fatto che alla Trump Universi-ty, aperta nel 2005 , veniva contestato di far pressioni su-gli studenti perché acquistassero corsi e lezioni di eco-nomia e imprenditoria.

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A111tafiana Cacciato dal dottorato perché mi rifiutavo di fare soltanto il portaborse del barone

LAMIA FOLLIA: VOLEVO FARE RICERCAredo di essere l'unico i-taliano nella storia aessere riuscito nell'im-

presa di farsi cacciare da undottorato di ricerca, a dotto-rato in corso. Di solito, quan-do si vuole "far fuori"qualcu-no, si attende semplicementechegli scada la borsa trienna-le, senza far rumore, e addio.Così non avvenne perché io,alla fine del secondo anno, miavventurai (sapendo di ri-schiare grosso) a chiedereall'apposita "commissione"che doveva seguirmi (e che amalapena incrociai in queidue anni) di assegnarmi adaltro "tutor". Motivazione(diplomaticamente non det-ta), volevo poterfare il mio la-voro di ricerca, che però miveniva deliberatamente im-pedito.

Avevo vinto una borsa dot-torale co-gestita dalle Facol-tà di Scienze Politiche di va-rie Universitàpubbliche (Pi-sa), e dedicataagli studi e-xtra-europei,tema su cuil'Italia inve-ste pochissi-mo e sempremeno, mentrealtri Paesi hannocostruito imperi eproficue relazioni diplomati-co-commerciali.

La vinsi sulla base di unprogetto di analisi socio-eco-nomica dei sistemi agrari inIndia. Il tema, piaccia o me-no, era impossibile da svilup-pare da una biblioteca dell'U-niversità di Trieste (la miasede), tanto che lo stesso pro-getto prevedeva che trascor-ressi un anno e mezzo sulcampo. Il tutor, tuttavia, poimi vietò di partire nei duean-nisuccessivi, perchégli ero u-tile a fargli da tassista, a so-stituirlo a lezione e a seguire

le tesi degli studen-ti. Ora, ben sape-

vo che potevostarmene buo-no buono, a-spettare, echiudere l'an-no successivo

con una tesinafatta in due setti-

mane, alla Madiaper intenderci, così co-

me vedevo il fenomeno di al-cuni dottorati che avevanofunzione di "stipendio" peralcunigiovani leader locali dipartito. Insomma , conoscevole famose "regole del gioco",ma me nefregavo, mi interes-sava solo fare quel per cui eropagato, la ricerca , e soffrivodi brutto a non poterla fare.Tanto più che per fare il dot-torato in Italia avevo traslo-cato da Parigi, dove stavo be-nissimo,facendo appunto ri-cerca.

Ci provai, per "amor di pa-tria'; da "cervello in fuga". E

così, alla mia richiesta dicambio del tutor, fui convo-cato dalla "casta-universita-ria, che mi cacciò, per giuntacon la beffarda motivazioneche non mi ero recato a farestudi sul campo in India, cioèquel che mi era stato impedi-to dagli stessi docenti.

Per la cronaca: testarda-mente decisipoi diproseguirele mie ricerche, in Francia,all'Ecole des Hautes Etudesen Sciences Sociales, mante-nendomi con altre borse distudio e lavori part-time, edove conseguii il dottoratocon lode. Ovviamente con u-na tesi non di qualche decinadi pagine come quella dellaministra e tanti altri in Italia(non tutti, permangono eroi-che eccellenze nel nostro pae-se), ma di 400 pagine, mi-gliaia di note, e poi pubblica-zioni scientifiche, libri, perfi-no inviti paradossalmente apresentare i miei lavori fattiall'estero nelle stesse Univer-

sità italiane (e tuttora mi tro-vo nel direttivo delle due as-sociazioni nazionali di stu-diosi accademici dell'Asia).

Curiosità ulteriore: se sulmio caso non avevo mai vo-luto scrivere, o farscrivere, u-na riga "giornalistica", c'èperaltro curiosamente am-pia traccia nei libri di giuri-sprudenza. Su di esso la Cas-sazione ha infatti sentenzia-to ne12006lapossibilitàper ilcittadino (prima insussisten-te) di poter chiedere un risar-cimento a un ente pubblicosenza prima dover necessa-riamente passare per l'an-nullamento dell'atto conte-stato. Tradotto, io mi rivolsiai giudici ma senza invocareil reintegro. In quel mondoche tuttora si regge sulla fa-tica di una platea di ricerca-toriprecarizzati, espesso im-possibilitati a fare quello percui sarebbero pagati (malis-simo): la ricerca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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FORNIAZIONEL'Università Bocconiper gli studenti indigenti

"Una scelta possibile" è il proget-to dell 'Università Bocconi di Mila-no, rivolto agli studenti dell'ultimoanno delle superiori, italiani e stra-nieri, in condizioni di particolaresvantaggio socio-economico. Glistudenti selezionati avranno dirittoall'esenzione totale da tasse e con-tributi , incrementata , in relazioneall'entità della difficoltà economi-ca dei nucleo familiare, con uno opiù dei seguenti benefici: alloggiogratuito in una delle residenze del-l'Università; pacchetto mensa gra-tuito ; borsa di studio di 4mila euro.Le domande di ammissione al testdi ammissione e di accesso all'a-gevolazione si chiudono il 7 aprile.

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CITTA STUDIEPPURSI MUOVEdi Maurizio Giannattasio

successo più in unasettimana che negliultimi tre mesi. Lanuova Città Studi staprendendo forma.

Almeno per quanto riguardala conferma della suavocazione universitaria. Laconseguenza diretta è chedopo l'abbandono dellefacoltà scientifiche dellaStatale non ci sarà la temuta«desertificazione» paventatadai residenti. Se dalle parolesi passerà ai fatti, laquadrangolazione traComune, Statale, Politecnicoe Bicocca disegnerà qualcosadi completamente nuovo perle università milanesi: uncampus misto dove tre ateneiinteragiranno scambiandosispazi e funzioni. Unacittadell a delle disciplineumanistiche senza muri esteccati perché le strutturesaranno aperte alla città:dalle biblioteche alle salestudi. Un'accelerazionenotevole se si pensa che iltrasferimento della Statalenell'area Expo dove sorgeràHuman Technopole nonavverrà prima di quattroanni. Di questo va dato atto atutti gli attori della partita.Restano però aperti duefronti. Dove Comune eRegione dovranno giocareun ruolo essenziale. Il primoriguarda la cosiddetta«valorizzazione» degli edificiche la Statale metterà invendita per affrontare i costidel trasloco. 11 rischio dellaspeculazione è sempre dietrol'angolo. Palazzo Marino nondovrà abdicare alla regiavisto che la trasformazioneurbanistica richiederà uncambio di funzioni. Ilsecondo riguarda il traslocodell'Istituto dei Tumori e delBesta. Senza un accordo traRegione e Comune sul futurodelle due aree occupate oradai due istituti, Città Studirischia di restare una grandeincompiuta.

© RPRODUZIONE RSERVA'A

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Con direttive vincolanti la Ue deve favorire mobilità e riconoscimento dei titoli

Fondi e concorsi, i nodi degli ateneidi Alessandro Schiesaro

n tema di università il nuovo gover-no ha ereditato una legge di Stabilitàche contiene alcune norme utili, al-

_tre controverse e contraddittorie.Tra le prime si contano le modifiche al si-stema della tassazione e delle borse distudio, un incremento del fondo borse(5o milioni) e alcuni passi avanti sul temadella semplificazione amministrativa:spicca l'eliminazione delvagliopreventi-vo della Corte dei conti sui contratti.

Peccato nonaver coltol'occasione percancellare tutti i vincoli di volta in voltapensati per la pubblica amministrazionenel suo complesso, ma incongrui rispet-to alla specificità dell'operato di atenei ecentri di ricerca. Non c'è stato neppure,va detto, un ripensamento complessivo,ogni giorno più urgente, dei meccanismidi contribuzione studentesca, mentre ilDpcm in materia continua da anni a in-vecchiare nel rimpallo tra Governo e Re-gioni. Viene però sancito il principio chel'esenzione parziale o totale dalle tassenon deve riflettersi sui bilanci dei singoliatenei, ma trovare compensazione in unfondo nazionale. Principio sacrosantose sivuole evitare che le università sianopenalizzate per il contesto socio-econo-mico in cui operano, anche se la sommastanziata, 1o5 milioni per i12o17, è insuffi-ciente per una piena attuazione. t poi ri-chiamatainvita, cambiandone ilnome inFondazione Articolo 34, la Fondazioneper il merito, istituita con la riforma del

2010, il cui compito consiste nell'erogareborse di studio corpose (15mila euro al-l'anno) e quindi adeguate, a differenza diquelle ordinarie, per consentire una veramobilità nazionale.

Le novità principali, per importo e perimpatto sul sistema, riguardano però il fi-nanziamento degli atenei. Viene istituitoun fondo nazionale, 45 milioni, "per il fi-nanziamento delle attività base della ri-cerca", cioè per elargire, sulla base di uncomplicato algoritmo, un contributo mo-desto, 3mila euro, a 15mila traricercatori eassociati (meno della metà della platea),escludendo del tutto, non si capisce per-ché, i professori ordinari. Non si può par-lare di un vero contributo alla ricerca,quanto di un fondo spese per viaggi o at-trezzature che molte università già met-tono a disposizione dei propri docenti.Stupisce che siimpalchi un complicato si-stema nazionale per far fronte a questaesigenza, che tra l'altro divide vincitori eperdenti sullabase di una proporzione ri-gida, invece di rimpolpare gli scarni fi-nanziamenti per i Prin, i Progetti di ricer-ca di interesse nazionale attribuiti subasecompetitiva. Un ulteriore passo verso ilcentralismo ai danni dell'autonomia, in-somma, di cui è difficile vedere ivantaggi.

Ancora più marcata è l'ispirazionecentralistica del provvedimento che creaun"Fondo perilfinanziamento dei dipar-timenti universitari di eccellenza", dota-to di 271 milioni, per premiare i 18o dipar-timenti (nonuno dipiù, nonuno dimeno)che hanno ottenuto i migliori risultati

nella valutazione della ricerca. Va subitochiarito che la norma, stranamente, si ap-plica solo a partire dal2o18, e quindi non èdato sapere se queste risorse saranno deltutto aggiuntive rispetto al fondo di fi-nanziamento ordinario o ne costituiran-no una porzione, riducendone quindi laquotabase.Aparte questo puntointerro-gativo, ovviamente cruciale, è comun-que evidente che i danni supererebberoinogni caso ipotenzialibenefici. Glieffet-ti distorsivi nel rapporto tra Nord e Sudsarebbero pesantissimi, ma paradossal-mente verrebbero penalizzate anche leuniversità dove si concentrano più nu-merosi i dipartimenti di maggior livello,poiché è previsto un tetto massimo di 15domande per sede. Quel che più conta, sicrea in questo modo all'interno dell'uni-versità una distinzione artificiosa tra di-partimenti di serie A e di serie B, i primialmeno parzialmente slegati dalle dina-miche di ateneo, reintroducendo un mo-dello di finanziamento diretto dal centroche smentisce quasi trent'anni di evolu-zione in senso autonomo del sistema.

L'ispirazione appare la stessa che haportato alle controverse Cattedre Natta,peraltro accantonate, si spera per sem-pre, dopo il rovinoso parere del Consi-glio di Stato: una marcata sfiducia nellacapacità di autogoverno del sistema uni-ta all'illusione che provvedimenti cen-tralistici "divetrina"possano supplire al-la mancanza di una strategia organica.Questo si traduce in una dannosa episo-dicità: l'anno scorso sembrava urgente

reclutare più ricercatori, ecco allora unpiano di reclutamento straordinario, eattrarre talenti dall'estero, quindi le Cat-tedre Natta. A distanza di pochi mesil'emergenza ricercatori sembra passatain secondo piano (il progetto non è statorifinanziato) e prevale invece quella deifondi ad personam o dei premi ai diparti-menti, che introducono un ulteriore li-vello di burocrazia. Difficile rintracciareuna logica, specie se si considera cheognuno di questi provvedimenti appe-santisce ancor più un sistema già iper-normato. Alle voci base del fondo di fi-nanziamento ordinario, la quota base (asuavoltainpartelegata al costo standardper studente) e quellabasata sullavaluta-zione, senza contare la porzione destina-ta al piano triennale di sviluppo, si affian-cano ora i capitoli riservati ai singoli do-centi e quelli per i dipartimenti.

Invece di complicare il quadro con mi-sure a effetto, ma assai discutibili e inutil-mente complicate, sarebbe semmai op-portuno accelerare la crescita della quotadistribuita su base valutativa e ridurre ilpeso di quella storica, lasciando peròinalterato il principio secondo il quale gliatenei si giudicano sui risultati, senza in-taccarne l'autonomia gestionale.

A questo quadro già poco incorag-giante, si è ora aggiunto, nelle pieghe del"Milleproroghe", un rinvio di due annialla liberalizzazione deiconcorsiperas-sociato e ordinario che sarebbe dovutascattare il 10 gennaio 2018. La metà deiposti continuerà quindi a essere riser-vata ai candidati interni, senza che nes-sun altro possa neppure fare domanda.Per aprire le porte alla competizione ve-ra c'è sempre tempo...

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Idee per università piu europeeDirettive vincolanti per favorire mobilita e riconoscimento dei titoli

di Attilio oliva

Ila Sapienza, presente il mini-stro Fedeli e il già ministro Ber-linguer, è stata presentata daTreeLLLe la ricerca "Dopo la

riforma: università italiana, universitàeuropea?": una serie di proposte per ilmiglioramento del nostro sistema.

Daidati Ocse emerge cheinltaliailau-reati (in età 25-34 anni) sono solo il 25%iocontro una media Ue del 4000; che la no-stra spesa complessiva (pubblica e pri-vata) è solo l'ido sul Pil contro una mediaeuropea dell'1,4°io; che da noi mancaun'offerta di formazione professionaliz-zante superiore con corsi di laurea trien-nali; che le scarse risorse per il diritto allostudio per i meno abbienti non perven-gono nemmeno a chine avrebbe titolo.

Questa disattenzione all'universitàrisulta tanto più grave in un Paese a ele-vata arretratezza socio-culturale ri-spetto ai dati medi Ue-22. Diverse ricer-che internazionali concordano nellosvelarci che un terzo della nostra popo-lazione ha debolissime competenzefunzionali, cioè comprendere e utilizza-re testi scritti nel quotidiano, che un ter-zo ha competenze fragili e a rischio diobsolescenza e che solo un terzo ne pos-siede un livello adeguato.

Va rilevato inoltre che, dopo una fa-se di sviluppofino al 20o8 (1,8milionidiiscritti), la domanda di formazioneuniversitaria, specie nel Centro-Sud, èprogressivamente diminuita (oggi gliiscritti sono 1,65 milioni). Anche i lau-

reati annuali, attorno ai 30omila, sonostabili da qualche anno. Una recenteindagine Swg ha stimato che il43°c deimaggiorenni pensa che la laurea ogginon rappresenti più un buon investi-

: mento. Le cause possono essere diver-se: il calo demografico, la grave crisi in

'•. corso, la qualità dell'offerta formativae i relativi servizi, e altre ancora. Nel-l'ultimo anno solo il 6o% dei maturi si èiscritto all'università.

Il sistema universitario è stato da piùparti criticato per aver gestito la propriaautonomia, soprattutto negli anni 2000-

'•. 2008, in modo poco responsabile.Il governo, nel 2010, è allora interve-

i nuto con il blocco del turnover e conse-guente riduzione del personale attornoal 15°io e con la riduzione del finanzia-mento pubblico di circa il 20%intermini

'•. reali. Per una università già sottofinan-ziata rispetto alle medie europee è stata

: una scelta saggia? Quantomeno è servita'•. a innescare una positiva reazione. L'ap-

provazione della legge 240/2010, la leggeGelmini, ha introdotto cambiamenti so-stanziali delle regole del gioco e ha crea-

: io favorevoli condizioni per il migliora-mento del sistema.

Ne citiamo alcune: la modifica delmo-dello di governance degli atenei con net-ta distinzione tra organi di governo e or-gani di ricerca; il potenziamento deicompiti dell'Anvur, agenzia autonoma,

:: chiamata a valutare dall'esterno le uni-versità; l'introduzione dei costi stan-dard; l'introduzione di meccanismi pre-miali per ilfinanziamento delle universi-

tà; un nuovo schema di reclutamento;l'adozione della contabilità economico-patrimoniale dei bilanci per renderepossibili controlli e confronti.

Abbiamo parlato di "condizioni" enon ancora della loro generalizzata im-plementazione: esistono ancora zavorredi natura amministrativa e di costume,ma la strada tracciata è positiva. Sembraormai giunto il momento per ridare fidu-cia a chi rispetta le nuove regole del gio-co con risorse aggiuntive. Ma il colletti-vo di ricerca coordinato da TreeLLLe escelto tra rettori innovativi ha elaboratovarie proposte condivise (vedi sitowww.treellle.org).

La proposta più forte e originale è che,nei trattati Ue, l'istruzione superiorepassi da competenza esclusiva naziona-

le a competenza condivisa e "concorren-te", cosicché la Uepossa adottare diretti-

ve vincolanti per favorire riconosci-menti di titoli, mobilità e collaborazionetra le università europee. Si raccomandache l'investimento globale (pubblico eprivato) passi dall'ido all'i,i°io del Pil conun incremento di 1,5 miliardi complessi-vi in cinque anni.

Inoltre, favorire la crescita della quotadi laureati facendo perno sulla diversifi-cazione dell'offerta formativa.

Ancora, ampliare il sostegno al dirittoallo studio per contenere le tasse e dota-re di una borsa tutti gli idonei meritevolie privi di mezzi.

Curare- la globalizzazione lo impone-le competenze "trasversali" linguistichee digitali degli studenti.

Evitare dannosi piani di reclutamentodi carattere straordinario (ope legis): so-lo con risorse aggiuntive si può aumen-tare l'ingresso di giovani ricercatori permigliorare la qualità della nostra ricerca.

Garantire l'autonomia e rafforzarel'Anvur, una bussola essenziale per gliindirizzi strategici del Miur,perideciso-ri pubblici e le stesse università.

Passare poi dalla tradizionale gover-nance collegiale a una "corporate gover-nance" dove anziché un rettore che me-dia tra interessi conflittuali, prevalga unrettore "imprenditore della ricerca" egarante, conil Cda, di una gestione finan-ziaria sostenibile.

Far nascere presso le università nuove"Scuole universitarie professionali"(Sup) per studenti interessati a laureetriennali professionalizzanti e abilitantiagli ordini professionali, dotandole diautonomi organi di governo e diversimodelli organizzativi. Infine, avviare unpiano nazionale per l'educazione digita-le,visto che le università dovrebbero es-sere le prime sentinelle del miglior uti-lizzo delle innovazioni tecnologiche.

Le conclusioni della ricerca sonodue: la prima è che la nostra universitànon è ancora europea, la seconda è chenon si è ancora realizzatolo "Spazio eu-ropeo per l'istruzione superiore e la ri-cerca" così come era stato auspicatonella Dichiarazione di Bologna del1999. Anche qui il costo dellanon-Euro-pa sarà elevatissimo.

Presidente Associazione TreeLLLe

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® ! !garantiscono il successo55

radizione e innovazione sono la base dei migliori ateneidi Medicina. Padova ne è un esempio: ha un ricco baga-glio storico che si fonde con didattica all'avanguardia, co-me ci racconta il rettore Rosario Rizzuto: «Il rapporto fra

università e medicina percorre i secoli. A Padova hanno studiato einsegnato figure come Morgagni, Vesalio, Harvey e Wirsung. Ospi-tiamo il più antico teatro anatomico del mondo costruito da Fabri-zio d'Acquapendente nel 1599. In linea con questa gloriosa tradi-zione, oggi l'ateneo offre una Scuola di medicina che associa for-mazione a ricerca scientifica e livelli sanitari di eccellenza. La se-conda valutazione nazionale della qualità della ricerca (Vqr), pub-blicata poche settimane fa, ha confermato la prima posizionedell'ateneo nell'area medica, un risultato che riconosce alta quali-tà scientifica delle diverse discipline cliniche e dell'area biomedi-ca».

Qual è il segreto del successo? «Padova è città universitaria perantonomasia: conta 60mila studenti su 210mila abitanti con corsidi ogni ambito delle aree scientifico-tecnologica, di scienze della vi-ta e umanistico-sociale. Qui i ragazzi sono immersi in un ambienteculturale vario, vivace e stimolante. Un luogo fecondo in cui lo stu-dente viene esposto ai diversi aspetti della medicina moderna e ac-quisisce una formazione rigorosa ed estremamente aggiornata».

Qualche esempio? «Padova, dove Vincenzo Gallucci nel 1985 fe-ce il primo trapianto di cuore in Italia, è oggi il primo ospedale ita-liano per numero di trapianti d'organo. Nella ricerca e assistenzanel campo delle malattie rare, l'Unione Europea ha costituito 21reti di eccellenza e Padova è presente in 18. Questa eccellenza siavvale anche della stretta interazione tra ricerca, assistenza clini-ca e ricerca di base. L'ateneo è centro leader nel mondo nel campodella biologia e patologia dei mitocondri, ha numerosi laboratoridi ricerca di eccellenza, un Irccs nel campo dell'oncologia e un Cen-tro di ricerca in neuroscienze che integra competenze dalla medi-cina alla psicologia e alla ingegneria elettronica e biomedica».

-PRODUZIONE RISERVATA

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MERITOCi PIAÇE COSI PosoAIUTA COSI TANTO (1 DEBOLI

Il timore dell'errore nella percezione comune provoca il rifiuto della selezione: il caso dell'Ultimo concorsoper insegnanti e la verifica dei sistemi scolastici: funzionano se aprono a personale scelto (e ben remunerato)

di Andrea Ichino e Enrico Cantoni

U na parte forse maggioritaria del Paese sembrapreferire il «6 politico» alla misurazione dellecapacità e delle competenze delle persone, per

decidere che cosa esse possano o non possano fare. Èuna preferenza che, sempre più spesso, sembra riflet-tersi anche nell'operato del Governo. I bocciati ai con-corsi per diventare insegnanti vengono assunti comese la bocciatura fosse un fatto del tutto irrilevante. Unconsenso bi-partisan consente che manager compe-tenti siano sostituiti con amici dei potenti di turno. Iltest Invalsi - ovvero l'unico strumento disponibile perconfrontare l'apprendimento degli studenti sul pianonazionale, quindi l'efficacia dell'attività di scuole e in-segnanti - rischia di essere reso inservibile dalla scel-ta di occultarne i risultati. Sono solo gli esempi più re-

centi di una lunga serie di episodi nei quali chi ci gover-na ha deciso di considerare il merito o il demerito di chiè candidato a rivestire un certo ruolo come un optional.Anzi, come qualcosa che è meglio non prendere in con-siderazione.Perché la valutazione dei meriti individuali è temuta

come una prassi che può condurre a decisioni sbaglia-te? Che conseguenze ha questa paura per il nostro Pae-se? Come mai pochi taxisti riescono a imporre a tutti ladifesa delle loro rendite, mentre chiavrebbe tutto da guadagnare da unsistema che valorizzasse i suoi meri-ti non protesta?Tralasciando le ragioni impresen-

tabili di questo timore, è possibileindividuarne una legittima. Ognivalutazione è soggetta a due tipi dierrori. Il primo, è quello di conside-rare meritevole una persona chemeritevole non è. Il secondo è quel-lo di considerare non meritevoleuna persona che invece meritevoleè. Gli italiani sembrano considerarecome gravissimo e inaccettabile ilsecondo errore, mentre il primo ap-pare trascurabile. In altre parole,

non è la fine del mondo se un in-competente viene ammesso a svol-gere un certo lavoro, ma non si devepermettere che un meritevole vengaescluso: in dubio, pro reo, ovvero pro candidato. Quin-di, poiché tra i bocciati ai concorsi per diventare inse-gnante potrebbero esserci dei candidati meritevoli,una sanatoria è dovuta. Anzi, a ben vedere, meglio an-cora sarebbe stato un concorso senza alcuna valutazio-ne dei meriti, basato solo su anzianità e carichi di fami-glia.

Questo modo di ragionare è legittimo, ma trarne laconclusione che evitare ogni selezione dia risultati mi-gliori di quelli basati su una valutazione attenta dellecapacità e delle competenze ha un costo molto elevatoperla collettività. Rischia infatti di aumentare il nume-ro di persone meno dotate per il lavoro che svolgonorispetto ad altre disponibili. È questo, ad esempio, ilcaso degli insegnanti bocciati nei concorsi, ai quali sa-rà affidato il compito di creare il capitale umano per ilfuturo del nostro Paese. I sistemi scolastici che funzio-nano bene sono quelli nei quali solo candidati merite-voli e selezionati sono ammessi a insegnare e ad essi(non a chiunque) sono pagate retribuzioni elevate pro-prio per incentivarli a candidarsi e per poivalorizzarnei meriti. La scelta italiana, invece, è pagare poco un nu-mero eccessivo di insegnanti mal selezionati e male al-locatirispetto alle esigenze delle diverse aree del Paese.

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La rilevanza del contesto sociale viene spesso menzio-nata come la principale ragione per cui la valutazionedei meriti individuali può commettere errori inaccet-tabili. Si teme, ad esempio, che chi proviene da contestidisagiati non abbia le stesse chance di emergere se lavalutazione non sconta opportunamente questo svan-taggio sociale di partenza. Ma è vero anche il contrario:la misurazione oggettiva delle capacità e delle compe-tenze può essere l'unico strumento a disposizione dichi non gode di altri appoggi per dimostrare quantovale. Soprattutto in un Paese nel quale i contatti fami-liari e gli scambi di favori governano le assunzioni assai

più dei meriti.

Ma allora, perché nessuno prote-sta? Perché i candidati promossi chehanno studiato a lungo per superareil concorso non fanno una manife-stazione a Roma per protestare con-tro un concorso cui sono stati sotto-posti ma che in realtà non serviva anulla? La ragione più probabile èche chi sa e vuole far bene il propriolavoro, pensa a farlo e non a perderetempo in proteste con bassa proba-bilità di successo. E quando la situa-zione diventa insostenibile, chi sisente maltrattato senza speranzapreferisce l'opzione «exit» (andar-sene) piuttosto che la «voice» (pro-testare), per usare il paradigma di

Hirschman. Sembra che la pensino così i giovani italia-ni che stanno lasciando il Paese.Meritocrazia è una parola controproducente: valoriz-

zare il merito non significa dare potere a chi ha merito.Vuol dire, invece, utilizzare meglio le persone per au-mentare la dimensione delle risorse a disposizionedella collettività.Chi preferisce meno risorse perché teme una loro divi-

sione iniqua sbaglia, perché per evitare le iniquità puòessere utilizzata la leva fiscale. Inoltre chi coltiva questapreferenza è destinato a ritrovarsi abbandonato da chipreferisce far riconoscere i propri meriti altrove.C'è chi accusa questo Governo di tirare a campare sen-

za fare molto. Sembra vero il contrario: come l'acquacheta che rovina i ponti, la tendenza al quieto vivere,allo smussare gli spigoli a tutti i costi, soprattutto con isindacati, di danni ne sta facendo moltissimi.

0,1 RIPRODUZIONE RISERVATA

La scuola «sana»162 mila precari della scuola, gliesclusi dalla prima stabilizzazione edal concorso del 2015, ma anche ibocciati, potranno diventare di ruoloa partire dal biennio 2018-19, conpercorso facilitati e fino aesaurimento delle nuove liste. Lasanatoria è il risultato di un patto traMiur e Cinque Stelle

Freschi di concorsoI nuovi prof, come previsto dallariforma, non saranno assunti primadel 2022 e probabilmente solo alNord dove i precari sono pochi

Anthony Ashley-CooperIl conte di Shaftesburypubblicò alla fine del1600 la «Ricerca sullavirtù e il merito» tradottain francese da Diderot

Giovanni GentileNel 1923, ministrodell'Istruzione, istituìl'esame di maturità. Lariforma cambiò solo nel1962 con la scuola mediae la fine dell'avviamento

Giuliano PotettiIl ministro del Lavoro haprovocato polemichedicendo che si creano piùopportunità «a giocare acalcetto che a mandarein giro i curricula»

Valeria FedeliIl ministro dell'Istruzioneè stata al centrodelle polemicheper aver dichiarato«in buona fede»una laurea inesistente

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"Una nuova dïdatticaper essere competitivi

ome sta cambiando la professio-ne di medico? «Sicuramente inmodo molto rapido», risponde Fa-bio Rugge (in foto) rettore dell'U-

niversità degli Studi di Pavia. «Da una par-te, c'è una grande disponibilità di nuovetecnologie e di strumenti di analisi semprepiù raffinati; dall'altra, l'urgenza di dare

maggiore importanza alrapporto col paziente. Que-st'ultimo oggi è più infor-mato rispetto al passato evuole decidere di più dellapropria salute». Ma non ètutto: «La persona è al cen-tro delle cure in un altrosenso. Gli sviluppi straordi-nari della biologia moleco-lare ci hanno insegnatoche nessun paziente èuguale a un altro e si posso-no quindi scegliere terapiee medicinali in base allasua costituzione, al suoDna. Si apre così la possibi-lità di una medicina curati-va personalizzata».

In che modo l'offerta for-mativa si sta adeguando ai

cambiamenti? «Anzitutto, inserendo inse-gnamenti che preparino alla medicina delXXI secolo, altamente tecnologica, forte-mente personalizzata, con una stretta inte-grazione tra clinica e ricerca. In secondo

luogo, aprendosi alla collaborazione inter-nazionale». Una carta vincente: «Nel no-stro ateneo questo carattere è sottolineatosoprattutto dalla presenza di Harvey, uncorso di medicina interamente insegnatoin inglese: Pavia è stata la prima universi-tà in Italia a vararne uno. Però attenzione,il fatto che gli insegnamenti di un corso dilaurea in medicina siano in inglese non ba-

sta a renderli davvero internazionali. Per-ché lo siano, devono essere organizzati se-condo il modello delle scuole di medicinapiù importanti al mondo. A Pavia questoadeguamento è già realtà dal 2014/15».

Ma in che cosa consiste questo adegua-mento? «Si è ridotto il numero degli inse-gnamenti e si è esteso il ruolo dei laborato-ri didattici per consentire agli studentiuna partecipazione più attiva alle lezioni.Si sono introdotti insegnamenti nuovi e im-portanti come The social roots of healthand disease oEvolutionaryand personali-sed medicine. I docenti devono dedicareuna settimana di revisione agli argomentitrattati a lezione. Si è ridotto anche il nu-mero degli appelli, ora sono tre all'anno.Questi cambiamenti hanno reso il corsopiù impegnativo ma anche molto più vici-no, nell'impostazione come nei contenuti,ai corsi di medicina delle università deiPaesi di cultura anglosassone». E quale èstato il risultato? «Che l'interesse per il cor-so Harvey è cresciuto anche all'estero e ol-tre i due terzi degli studenti provengonoora da li»,

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Dall'offerta formativadell'università italiana,gli esempi di alcunicorsi di Medicina

MILANOUNIVERSITÀ DEGLI STUDIDI MILANO-BICOCCABiotecnologie mediche M

ROMAUNIVERSITÀ LA SAPIENZATecniche difisiopatologiacardiocircolatoria eperfusionecardiovascolare T#

PAVIAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIPAVIAMedicine anda surgeryin lingua inglese) C9#

PADOVAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIPADOVAMedicaibiotechnologies M#

SALERNOUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DISALERNOMedicina e chirurgia C9#

MILAOUNIVERSITÀVITA-SALUTE SAN RAFFAELEInternational MDprogram It9#

NAPOLIUNIVERSITÀ DEGLI STUDIDI NAPOLI FEDERICO IIMedicina e chirurgia (inlingua inglese)

GENOVAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIGENOVADietistica T#

P: UNIVERSITÀ PRIVATE#: CORSI A NUMERO CHIUSOT: CORSI DI LAUREA TRIENNALEM: CORSI DI LAUREAMAGISTRALEU: CORSI DI LAUREAMAGISTRALE A CICLO UNICO

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Diventare medicotra glamour e realtà

embra di vedervi, nativi digitali; giovanotti e ragazze colpalmare in mano, usciti da un liceo spesso complicato, an-cor più spesso dispersivo e lontano dal mondo reale. A 18anni non sei mai stato malato (a parte alcune e dolorosissi-

me eccezioni), sei stato in ospedale solo a trovare la nonna, con l'a-ria da pulcino triste, senza capire bene cosa succede nei letti accan-to. Chi ha voluto conoscere la medicina si è beato delle meravigliedell'innovazione, quelle raccontate dal fido palmare, o ha aperto ilsuo cuore alla gioia dell'empatia, della solidarietà, della speranzadi fare del bene. E allora sembra di vedervi, calati brutalmente nel-la pochezza dei test d'ammissione: se ci state leggendo, probabil-mente, ci siete passati e li avete odiati. Ma sono necessarie inevita-bili per mettere ordine nel personale del servizio sanitario naziona-le rispondendo alle reali esigenze dei malati, è la ratio che vi vienedetta per rendere tollerabile un test che decide della vostra vita.Poi leggete dei pasticci del ministero che non riesce a valutare intermini prospettici quei bisogni, che vi fa sudare lacrime e sangue.

(segue a paginaHdell'inserto)

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(segue dalla prima)acrime e sangue per sei anni e poi vi lasciain stand by: si iscrivono circa 10mila stu-denti l'anno, ma i posti disponibili nellescuole di specializzazione (l'unica portad'ingresso del Ssn) sono il 35 per cento inmeno circa. Un laureato su tre vaga per an-

ni da un ateneo all'altro in attesa di approdare a unascuola di specializzazione, che spesso non è quella desi-derata. L'Anaao (la principale associazione di mediciospedalieri) ha redatto un rapporto mettendo insiemepensionamenti, blocchi del turn over e molte altre varia-bili, e concludendo che sin da oggi i posti nelle scuole dispecializzazione dovrebbero essere portati ad almeno7700, ma anche, e soprattutto, che si dovrebbe chiude-re il tetto delle iscrizioni a 8mila.

Già, questo caos di cifre, che c'entra così poco con lavostra vocazione e le vostre ambizioni, è il primo assag-gio delle quotidiane frustrazioni che vi aspettano: il Ssnitaliano è la più bella architettura sanitaria del mondo,ma è in mano a un gruppetto di burocrati con la calcola-trice in mano. Ogni giorno avrete la sensazione che sia-no lì col solo scopo di complicarvi la vita e danneggiare ipazienti. Ma, per parafrasare Bogart: «t la sanità pubbli-ca, bellezza», prigioniera della politica e dei budget. Ep-pur funziona. E sta a voi metterci tutto l'entusiasmo e lacompetenza necessari a mantenerla viva.

Ecco infatti, a nostro parere, la grande scommessa

di chi oggi sale per la prima volta le scale di una scuoladi medicina. I medici sono il cuore del sistema, le casse-forti della competenza, della capacità, del sapere clini-co (l'unico che cura ), ma sono anche i pungiball dell'in-frastruttura burocratica che tiene su il Ssn. I malati vo-gliono un rapporto coi medici, e poi si trovano in filaper pagare il ticket. Cercano risposte al dolore e allapaura della morte e sentono il disco del Cup che dice lo-ro di "restare in attesa del primo operatore libero". Vo-gliono empatia e raccolgono cartacce. Voi, se ci stateleggendo, che state per entrare in quel sistema sietel'unica interfaccia tra questi due poli inconciliabili: il bi-sogno di salute e accoglienza dei malati e la stoliditàdei paladini del budget. Ce la farete? Pensateci quandoaffollerete le aule dei primi mattoni: anatomia, anato-mia patologica, fisiologia.... Siete cresciuti con la narra-zione epica della guerra biotech al cancro, dei robot insala operatoria che salvano vite, dei sistemi intelligen-ti che combattono la degenerazione dei cervello.... Epoi, eccovi lì a dover memorizzare tutte e 28 le ossa delpiede, le decine di affezioni del sistema digerente, le ar-ticolazioni della mano, le degenerazioni dell'occhio.Pensateci perché se è vero che la narrazione della medi-cina oggi è avveniristica e glamour, la realtà della ma-lattia è spesso molto molto più opaca. Vi troverete acombattere con un esercito di gastriti, mal di schiena amilioni, cataratte, artrosi, appendici, ipertensioni. E seincontrerete i big killer -i tumori, gli ictus, l'Alzheimer,le Sla - assaggerete più il fiele dell'impotenza che il gla-mour dell'hi-tech. Ma attenzione, oggi è questo il vo-

stro mestiere: ascoltare il malato, e curarlo.Perché dico "oggi'? Non è sempre stato questo il me-

stiere del medico? Vero, ma oggi questo "mestiere' è di-ventato l'unica ancora di salvezza del Ssn. Strangolatodai tagli di bilancio e dalla burocrazia, incalzato dai lupiche lo depredano e da quelli che vogliono "affiancarlo'per assistere i malati ricchi, mal sopportato dai cittadiniche si sentono spesso respinti, sempre incompresi. Toc-ca ai medici mettere insieme tutte quelle informazioniaccumulate ne sacri testi che studierete per sei anni (esono un'infinità), la forza epica della narrazione moder-na della medicina che salva armata dalla scienza trion-fante, le necessità degli amministrativi, il potere ostati-vo dei burocrati e di impacchettare il tutto in un'offertadi cura che sia degna del compito che il ssn si prefigge.

La sanità italiana si salverà se i medici sapranno farlo,a partire da una rinnovata alleanza coi pazienti che vo-gliono essere ascoltati e nessuno potrà impedirvi di far-lo: non chi vuole contingentare il vostro tempo, ma an-che chi vi vuole dei freddi aspiranti Paperoni o premi No-bel. Scrollatevi di dosso la pessima immagine che vi han-no appiccicato: voi non ruberete, non imbroglierete,non sarete pigri né ignoranti. Ma non sarete nemmenodei burocrati, né dei robot. Un tempo si sarebbe detto"la patria lo vuole". Oggi diciamo: voi ve lo meritate, do-po sei anni di lacrime e sangue, e altrettanti di notti incorsia e pantofole dei baroni da baciare, non potete aspi-rare a niente di meno che essere dei buoni medici, nono-stante tutto.

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I AU E I CORSIAOggi gli studentidi medicina hannoa disposizionemolti laboratorie centri di ricerca(qui sopra) per farepratica. Ma la veraprova è il primogiorno in corsia

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produzione, la cura della terrae degli ani ali non regalano subitola stabilità lavorativa, ma permettonodi far carriera specializzandosi

J

e si guardasse solo alle statistiche occupazionali, alcunicorsi di laurea andrebbero deserti o quasi. Ma le motivazio-ni possono essere decisive per farsi strada anche nelle si-tuazioni più difficili e così ci sono casi di carriere brillanti

anche in ambiti considerati dai più "deboli". Come accade per chiama la terra e gli animali. «Il settore dell'agroalimentare ha attra-versato un periodo difficile sul fronte occupazionale, ma ora sta ri-partendo», racconta Dario Frisio, preside di Agraria all'Universitàdegli Studi di Milano. «Le opportunità maggiori sono nelle medie egrandi imprese alimentari, in quelle della ristorazione collettiva enel comparto fresco della grande distribuzione organizzata, an-che in relazione alla crescita del biologico». Dunque, le opportuni-tà non mancano, anche se il consiglio dell'esperto è di mettere inconto che, una volta ultimati gli studi, verosimilmente dovrannopassare alcuni anni prima di trovare la stabilità lavorativa.

Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, segnala che ilcomparto del vino è tra i più dinamici sul fronte occupazionale, an-che perché in piena trasformazione, conun'apertura crescente alle figure mana-geriali. «Le competenze per fare stradavanno da quella agricolo-viticola alla tec-nica specifica di cantina, dalle conoscen-ze analitiche e microbiologiche di labora-torio a quelle relative al controllo di qua-lità». Ma occorre anche acquisire compe-tenze nei settori commerciali e ammini-strativo-direzionali, in modo da poteravere una visione globale del business.Andare oltre i confini dell'ambito agra-rio è fondamentale anche secondo Ric-cardo Pasqua, amministratore delegatodi Pasqua Vigneti e Cantine, che sottoli-nea come la crescita di laureati negli ulti-mi anni abbia prodotto una sostanzialesaturazione del mercato. «Le maggioriopportunità oggi si trovano in settorispecialistici come la produzione vegeta-le e animale e la trasformazione. Il mioconsiglio è di affiancare al percorso distudi universitari l'approfondimentodella lingua inglese».

Avere un'idea chiara di come sta evol-vendo il mercato può aiutare a scegliere il migliore percorso uni-versitario e ad acquisire nel tempo le competenze necessarie aemergere. Questo discorso vale in particolare nell'ambito veteri-nario, che negli ultimi 18 anni ha visto raddoppiare i professionistiin Italia fino a superare quota 30mila. «Molti giovani laureati aspi-rano a esercitare nelle cliniche destinate agli animali da compa-gnia, ma si tratta di un mercato affollato nel quale emerge solo chiè in grado di fare la differenza nei servizi offerti», spiega Marco Me-losi, presidente dell'Anmvi (Associazione nazionale medici veteri-nari italiani). Considerato che anche i concorsi pubblici sono sem-pre più rari, per Melosi è opportuno dirigersi verso le nicchie checonservano un potenziale inespresso. «E' il caso della medicina ve-terinaria ambientale e della veterinaria degli allevamenti, ma buo-ne opportunità si trovano anche nelle industrie farmaceutiche edel pet food». Il consiglio di Melosi per chi affronterà il test di am-missione del 6 settembre prossimo è «di assumere precocementeuna mentalità aperta, di tipo manageriale e di affiancare agli studimedico-scientifici, discipline aperte ai cambiamenti sociali e capa-cità comunicativo-relazionali».

Alessandra Scagliarini, docente dell'Università di Bologna, con-ferma l'affollamento crescente di veterinari nel mercato. Da qui ilsuggerimento a puntare sulla specializzata, «dalla clinica dell'ani-male da compagnia alla sanità pubblica e le produzioni animali,dalla sicurezza alimentare alla ricerca in campo biotecnologico efarmaceutico». Guardando in prospettiva, le maggiori opportuni-tà lavorative, dovrebbero essere «nella filiera agroalimentare, conparticolare riferimento all'igiene e sicurezza e alla qualità degli ali-menti». Un'analisi condivisa da Claudio Bellino, delegato per l'O-rientamento, il tutorato e il placement alla facoltà di Scienze Vete-rinarie dell'Università di Torino: «Ci sono opportunità nel control-lo della qualità e nella tutela della salubrità per l'intera filiera pro-duttiva che va dalla stalla alla tavola». Quindi imprese, oltre checonsorzi, enti di ricerca e associazioni di produttori. «Anche per lemansioni attinenti alla gestione degli allevamenti si prevede unaumento della richiesta. E la grande sfida per il settore».

©RIPROOUZIONERISE-A

Co]LIyi ìquel(unpo

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Ecco l'agricoltoresmart e multitasking

agricoltore del futuro è multitaskinge al passo con l'evoluzione tecnologi-ca perché «c'è bisogno di professioni-sti completi che abbiano le compe-

tenze agronomiche per produrre con efficienzanel rispetto ambientale ed essere in grado di uti-lizzare senza esitazione tutte le tecnologie dispo-nibili nell'era digitale», sottolinea Luigi Sartoriprofessore del dipartimento Territorio, ambien-te, agricoltura e foreste dell'Università degli Stu-

di di Padova. «L'agricoltura nei prossimi anni hala priorità di garantire disponibilità e sicurezzaalimentare per una popolazione sempre più nu-merosa in un ambiente meno favorevole alle col-tivazioni». Un esempio? «Il progetto Life Agrica-re, con il lavoro di tanti tesisti, ha coniugato l'esi-genza di aumentare la fertilità del terreno e la mi-tigazione dei cambiamenti climatici, attraversole pratiche di agricoltura conservativa con quelledi innovazione». E ancora: «I ragazzi hanno fattouso delle più moderne tecnologie legate all'infor-matica e alla comunicazione offerte dall"'Agricol-tura di precisione". Sono queste e molte altre lecompetenze che gli studenti di Padova acquisi-scono, anche grazie agli scambi diretti con azien-de e strutture pubbliche. Teniamo presente l'evo-luzione degli sbocchi occupazionali in rapportoalle esigenze del territorio». (va. fe.)

©RIPROOUZIONERISE-A

SASSARI NAPOLIUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIDall'offerta formativa SASSARI NAPOLI FEDERICO IIdell'università italiana, Biotecnologie sanitarie Tecnologie dellegli esempi di alcuni corsi mediche e veterinarie M produzioni animali Tdi Agraria e VeterinariaPARMA MERINOUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIPARMA CAMERINO

PADOVA Medicina e veterinariat9# Sicurezza delleUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI produzioniPADOVA PERUGIA zootecniche escienze e tecnologie UNIVERITÀ DEGLI STUDI DI valorizzazione delleanimali T# PERUGIA tipicità alimentari di

Produzioni animali T origine animale TTERAMOUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DITERAMOTutela e benessereanimale T

MESSINAUNIVERSITÀ DEGLI STUDIDI MESSINAScienze, tecnologie esicurezza delleproduzione animali T

P = UNIVERSITA PRIVATE#= CORSI A NUMERO CHIUSOM = CORSI DI LAUREAMAGISTRALET= CORSI DI LAUREATRIENNALEU = CORSI DI LAUREAMAGISTRALE A CICLO UNICO

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Sono aperte le iscrizioni per lafrequentazione del corso estivo inLegal english for italian lawyers or-ganizzato dal Cnf-Scuola superioredell'avvocatura in partnership conCity university London. Il corso, chesi svolgerà dal 17 al 21 luglio 2017presso l'università londinese, hacome oggetto lo studio dell'inglesegiuridico con lo scopo di perfezio-nare le competenze linguistiche delpartecipante in un contesto legale.Il corso, che avrà un taglio praticograzie a vari workshop, si rivolgeprincipalmente agli avvocati e pra-ticanti avvocati, ma è aperto anchea tutti coloro che siano interessati adapprofondire le loro conoscenze diinglese giuridico, le nozioni basilaridell'ordinamento giuridico inglese ela terminologia giuridica essenziale:per questo motivo, è consigliata laconoscenza della lingua inglese apartire da un livello intermedio.Per la totale frequentazione delcorso verranno, inoltre, rilasciati20 crediti formativi; al termine delcorso, è infine previsto il rilascio diun attestato di frequenza da partedella City university. Per iscriversiè necessario compilare la schedadi partecipazione reperibile sul sitoweb: www.scuolasuperioreavvoca-tura.it.

È in partenza il corso in Oncologymanagement fast track, un percorsoformativo per giovani talenti delsettore dell'oncologia progettato erealizzato da Sda Bocconi school ofmanagement in collaborazione conCipomo (Collegio italiano dei pri-mari oncologi medici ospedalieri).Il corso, della durata di due anni,nasce dall'esigenza di risponderealle aspettative dei cittadini ed è

pensato per supportare gli oncologinella gestione dei servizi destinati aipazienti all'interno di contesti azien-dali e di sistemi sanitari regionaliin costante cambiamento. Al corsoparteciperanno 25 studenti con unnumero molto alto di donne: saran-no, quindi, perla maggiorparte don-ne coloro che nei prossimi due annisaranno preparati per affrontarecompiti gestionali all'interno dellestrutture sanitarie. Obiettivo del cor-so, che si concluderà nel febbraio del2019, è quello, infatti, di guardare

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al futuro dell'oncologia non solo dalpunto di vista dell'evoluzione dellaricerca, ma anche da quello dellenuove competenze organizzative egestionali degli specialisti oncologi,mantenendo così alto il livello dellaformazione del settore. Quel che siprospetta quindi, dati gli obiettivi ele statistiche del corso Omft (Onco-logy management fast track), è l'av-vicinarsi di un'oncologia femminile,allo stesso tempo medica e manage-riale, per un futuro rosa dell'onco-logia italiana. Per avere maggioriinformazioni, occorre consultare ilsito internet: www.cipomo.it.

Sono ancora aperte le iscrizionial master in Giurista internazionaledi impresa organizzato da Istum. Ilcorso avrà inizio l'8 aprile nella sededi Roma e il 22 aprile nella sede diMilano e durerà fino a luglio 2017.

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Il master è finalizzato a fornire unvalido contributo alla formazione difigure specializzate da avviare allaprofessione di giuri-sta d'impresa, parti-colarmente ricercatanell'ambito degli uf-fici legali di societàin grado di ricoprireruoli consulenzialiin azienda coniu-gando le competenzenella risoluzione diproblematiche giuri-diche all'attenzionealla strategia d'impresa. Si svolgein formula week-end (6 sabati edomenica accoppiati) per consentirela fruizione del percorso formativosia a coloro che sono già occupatilavorativamente che a coloro chedesiderino svolgere la propria for-mazione fruendo della comoditàdella formula weekend. Accreditatodal Consiglio nazionale forense,riconosce crediti formativi per laformazione continua degli avvocati.Per iscriversi e per averemaggiori informazioni,consultare il sito web:www.istum.it.

Partirà il 10 aprile ilmaster in Banca, credito

nanza organizzato dauto di studi bancari di

Lucca. Il master, che si ter-rà fino al 13 giugno 2017,in linea con le trasforma-zioni in atto, intende preparare ipartecipanti ad inserirsi nei diversicomparti dell'universo banca. Nel si-stema bancario e finanziario attuale,solo un numero limitato di playerssarà in grado di proporre un modellooperativo globale. Per il resto si sta

verificando un rapido ritorno versoun modello di business specializ-zato nella «banca al dettaglio» e

nel credito allepiccole e medieimprese, una ri-considerazionedella propriaarea di businesse territoriale, ela cessione delleattività non piùstrategiche. Unpassaggio dalmodello «origi-

nate to distribute» al modello «ori-ginate to hold» contraddistinto dauna maggiore vicinanza al cliente,alla specificità del suo portafoglio edel suo merito creditizio. In linea conquesta trasformare, il master saràincentrato sui temi relativi all'ado-zione di nuovi modelli organizzativi,una semplificazione dell'offerta,una multicanalità basata sullasegmentazione della clientela e unaspiccata proattività delle persone

nella gestione deirapporti sia con leimprese che con iprivati per valoriz-zare al meglio il re-lationship banking.Coerentemente conil loro percorso uni-versitario ed i trenddel mercato del la-voro, i partecipantial master verranno

preparati per ricoprire funzionidi staff sia a livello di direzionecentrale che nell'area del business(crediti, finanza). Per iscriversi eper avere maggiori informazioni,consultare il sito web: wwul istitu-tostudibancari. it.

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IL PROGETTO

Genova, la ricercaindaga sui segretidelle celluleCRESCE la giovane ricercagenovese che punta a svelarei segreti delle cellule che simodificano e diventano tu-morali. Francesco Piacente,del Dipartimento di MedicinaInterna e Oncologia Medicadell'Università di Genova, haricevuto una borsa di studiodalla Fondazione Ibsa per unprogetto che vedrà la nostracittà alleata con l'ateneo diLosanna, in Svizzera. L'obiet-tivo è la possibilità di utiliz-zare sostanze in grado di ini-bire la trasformazione mali-gna delle cellule concentran-do l'azione sulla pelle. Laricerca si propone infatti diinfluire sulle modificazioni inquello che viene definito"campo di cancerizzazionecutanea", termine che indicaaree di lesioni precancerosedove cellule geneticamentealterate , ma ancora "pulite",precedono lo sviluppodi una neoplasia e si affian-cano a cellule maligne giàpresenti.

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a prima conseguenza èche finisce la suddivi-sione classica della no-stra giornata. Sempre

meno organizzazione «a bloc-chi», sempre più uno stile ibri-do, dove i momenti della quo-tidianità si mescolano, si alter-nano, vengono anticipati, po-sticipati o svolti in parallelo.«Persino hotel e uffici, am-bienti un tempo distinti, oggisi sovrappongono per genera-re nuovi spazi, più accoglientie ospitali», fa notare France-sco Scullica, architetto e do-cente al Politecnico di Milano.

I casi nel mondoGli esempi non mancano. Al

netto dei modelli statunitensidi Google, Facebook e Twitterci sono i casi europei. Ad Am-sterdam esiste la casa-ufficio«Zoku», adatta anche per lun-ghi soggiorni, con i servizi diun albergo e le comodità di unappartamento. A Vienna han-no costruito «Schani Hotel», ilprimo del genere pensato peril co-working. «Oggi il lavoronon è più un'attività radicatain un luogo spiega il profes-sore Scullica , siamo in pie-no processo di convergenzaper cui sempre più uffici pos-sono ospitare più momentidella nostra esistenza».

L'azienda quindi non sarà

Milano, ' studi del Politecnicoper ripensare ® osto di lavoro:« iventerà uno s spazio ibridotra dovere, riposo e piacere»più solo un ammasso di scri-vanie. Ma la trasformazionenon può avvenire subito. Ser-vono studi, dibattiti, esperi-menti. Al Politecnico di Mila-no, per esempio, hanno avvia-to un progetto di ricerca checoinvolge anche scuole inter-nazionali. Si chiama «Vivere,lavorare e viaggiare: l'interiordesign per la definizione dinuovi scenari tra lavoro e ospi-talità», viene sviluppato all'in-terno del Dipartimento di De-sign ed è coordinato dal pro-fessor Scullica. Che parte daun ragionamento: «Otto o no-ve ore fissi in una scrivanianon sono efficienti perun'azienda e sono alienantiper il dipendente». Per questole società devono riorganizza-re gli spazi. «Serve più colore,servono servizi differenti». Peresempio: «Palestre, sale gio-chi, cucine, divani per rilassar-si, mini sale per le riunioni,ma anche desk a differenti al-tezze o movibili, phone boothdove chiunque possa avere unmomento di privacy al telefo-no, lavanderie». «Anche qui al

Politecnico, abbiamo redistri-buito gli spazi rivela Sculli-ca : c'è l'area per le pause, cisono gli uffici, c'è l'open space.Viene incentivato il movimen-to con un "itinerario salutista"che dice quante calorie unapersona ha bruciato facendo idiversi piani a piedi».Al lavoro con piacere

Ma a cosa serve tutto que-sto? Il docente-architetto nonha dubbi: «L'azienda diventaun luogo dove si va a lavorare ea stare con piacere: aumental'attaccamento all'azienda, i di-pendenti diventano più creati-vi, tutti ne traggono benefi-cio». Anche un minimo accor-gimento può essere utile. «Co-me quello di installare delledocce nei bagni».

La tesi di laurea di uno stu-dente del Politecnico proponedi trasformare gli uffici in ca-

mere da letto. «La sera e il finesettimana sono spazi inutiliz-zati», spiega Scullica. «In Eu-ropa siamo in una fase di pas-saggio, non tutte le aziendesono pronte o hanno i mezzi,ma serve un modello ibridoche metta insieme il lavoro el'ospitalità». Ma non c'è il ri-schio che con tutti questi«comfort» gli impiegati diven-tino fannulloni? «No, bastanola giusta preparazione e for-mazione. Con gradualità».

Leonard Berberi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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II giorno L 'ambiente e in modalità «ufficio»

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II progetto«Vivere,

lavoraree viaggiare:l'interior designperladefinizione dinuovi scenaritra lavoro eospitalità» è ilprogetto diricercasviluppato alDipartimento diDesign delPolitecnico diMilano, incollaborazionecon la scuola diDesign delPolitecnico ealtre scuoleinternazionali

Il comitatoscientifico,coordinato dalprofessoreFrancescoScullica, ècomposto daSilvia Piardi,GiulianoSimonelli,Anna Anzani,Luca Guerrini,FrancescoScullica,MaresaBertolo, MariaRosannaFossati, ElenaElgani, CinziaPagni, GisellaVeronese

Il 24 maggioci sarà unconvegnopresso lascuola deldesignpatrocinato daFederlegno-Arredo epromosso dalsistema Designdel Politecnico

«Più produttivie attraiamoi giovani talenti»

i pensavo datempo, poi hovisto Google e

non ho avuto dubbi: anchela nostra azienda dovevaoffrire quegli ambienti aidipendenti», racconta LucaTomassini, ad di Vetrya,società di servizi digitali.

E qual è il risultato?«A Orvieto ora c'è un

campus con aree dove stu-diare, svagarsi, allenarsi. C'è

Al verticeLuca Tomassini,51 anni, èfondatore epresidente dellasocietà Vetrya

pure un asilo per i bimbi».Con quale obiettivo?«Lavorare tutti meglio e

attirare giovani talenti. Quinon si timbra, gli orari sonoflessibili. Oggi (ieri, ndr),domenica, ho visto unaventina di dipendenti negliuffici. Ognuno si organizzacome meglio crede. Se tuttisono felici l'azienda ne traebeneficio».

Non teme inefficienza?«No. Questo modello di

lavoro si basa sulla fiducia:basta selezionare bene aicolloqui...».

L. Ber.RIPRODUZIONE RISERVATA

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II capitale umano è la discriminante grazie a cui un'economia può ripartire e funzionare

Made and Educated in ItalyII nostro Paese fa la differenzaima La bontà dell'economia diun Paese la si misura anchedalla sua capacità di attrarrecapitali: e le risorse umane fan-no sicuramente parte di questi.Più è alto il valore umano dellepersone che lavorano all'inter-no di un'economia e di una so-cietà più alto sarà il valore pro-dotto. E la formazione fa partedi questa economia: attrarrestudenti dall'estero è un modoper coltivare talenti e per pro-muovere le bellezze dell'Italianel mondo. «Per attirare stu-denti internazionali dobbiamosviluppare un nuovo brand: il'Made and Educated in Italy',per promuovere la bellezza diciò che si fa in Italia e di ciò chesi può imparare-facendo in Ita-

lia», ha detto Giovanni Brugnoli,Vicepresidente varesino diConfindustria per il Capitaleumano, intervenendo agli StatiGenerali per la promozione al-l'estero della formazione supe-riore italiana. Nei giorni scorsiinfatti alla Farnesina è statopresentato il piano strategico2017/2020 per la promozioneall'estero della formazione su-periore italiana alla cui stesuraha contribuito anche Confin-dustria: un piano che, ha sotto-lineato Brugnoli «contribuirà asviluppare le capacità di attra-zione di studenti internazio-nali da parte delle nostre uni-versità, ma che aiuterà anche ilnostro sistema industriale adaprirsi al mondo e a diventare

più competitivo». Una impor-tante occasione per le imprese:«Rafforzeremo ulteriormentele nostre partnership con leuniversità che ci aiutano ad in-novare; conosceremo nuoverealtà e culture grazie a stu-denti di altri paesi che ci aiuta-no ad allargare i nostri orizzon-ti». Temi sui quali il nostro ter-ritorio non è certo rimasto in-dietro: le due università vare-sine infatti, Liuc e Insubria,hanno ben chiara l'importan-za dei percorsi internazionali eoffrono ai loro studenti moltis-sime opportunità di scambiocon i paesi esteri e ospitanoogni anno studenti da tutto ilmondo. «Abbiamo i mezzi percogliere le opportunità della ri-

voluzione digitale, dell'indu-stria 4.0, dell'internet delle co-se e di tutto ciò che offre lo stra-ordinario villaggio globale dicui siamo parte integrante,senza muri, senza preclusioni»ha continuato Brugnoli, «perfare tutto questo è essenziale ilsupporto degli studenti inter-nazionali e la Strategia ci offrestrumenti di forte operativitàper contribuire ad attirare cer-velli nel nostro Paese. Lo stu-dente internazionale che entrain un'azienda italiana può tro-varvi una finestra spalancatasul futuro: potrà vedere da vi-cino cosa produce l'intelligen-za artificiale, cosa possonoprodurre le stampanti 3D, co-me si realizzano manufatti ec-cellenti in ogni dettaglio graziealla competenza delle nostremaestranze che lavorano con irobot da noi stessi progetta-ti». S. Bot.

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nata nel 2014 alla Federico II di Napolied è già famosa. Studia gli integratori,dalla creazione al controllo qualità.

la crasi di "nutrizione e farmaceutica"

tudiano gli integratori, dalla formulazione al controllo quali-tà, che degli alimenti derivano i loro principi attivi. Sono i fu-turi dottori in Scienze nutraceutiche, la laurea triennale natanel 2014, dalla quale stanno per uscire i primi laureati. «Nu-

traceutica è un neologismo nato dalla crasi tra due parole, nutrizionee farmaceutica. E i nutraceutici sono prodotti che veicolano in formafarmaceutica, cioè facilmente assimilabile, i principi naturali bioatti-vi dei cosiddetti alimenti-farmaco, i cibi la cui efficacia terapeutica odi prevenzione è riconosciuta e sostenuta da studi scientifici. Si diceche i nutraceutici e gli integratori, vengano prima dei farmaci, quan-do i sintomi e malattie non si sono ancora manifestate. Ecco, noi qui listudiamo», così Antonio Randazzo, docente di Chimica farmaceuticaal dipartimento di Farmacia della Federico II di Napoli, descrive l'uni-co corso di laurea triennale in Italia di Scienze nutraceutiche del qua-le è coordinatore.

Scienze nutraceutiche è a numero programmato, una volta supera-to un test, gli studenti apprendono la composizione e il valore nutrizio-nale del cibo e le scienze dietistiche. Studiano la biochimica e la chimi-ca degli alimenti, il meccanismo di azione dei bioattivi, micronutrien-ti e macronutrienti degli alimenti-farmaco. Le tecniche di laboratorioper il controllo chimico di qualità e di sicurezza dei nutraceutici e de-gli integratori, e quale sia l'uso corretto che se ne può fare. Infine la re-golamentazione giuridica che ne regola mercato e produzione. La pro-fessione è aperta: dalla farmacia, alle terme, all'industria, infatti a la-tere del mercato dei farmaci esiste quello di questi prodotti. Un mer-cato fiorente, nel quale quindi è necessario circoli una informazionescientifica, non solo commerciale. Continua Randazzo: «Uno degli ap-prodi professionali è l'informazione e la consulenza: in farmacia, maanche nelle strutture salutistiche, come le palestre, i centri termali, icentri sportivi. Poi c'è l'industria dei nutraceutici e degli integratori».Questa triennale consente l'iscrizione al corso di laurea magistrale inScienze della Nutrizione umana e poi l'iscrizione all'albo dei biologi.

k_ouercasi citulugie biol o-gi forensi

1 biologo, una professione ma anche unamissione perché «è uno dei compiti più bellie allo stesso tempo impegnativi in quantotutela la salute degli esseri viventi», affer-

ma Ermanno Calcatelli, presidente dell'OrdineNazionale dei Biologi, «e lo fa, ad esempio, attra-verso l'elaborazione di piani nutrizionali che pun-tino al mantenimento del buono stato di salute,oppure facendosi garante della qualità e dell'affi-dabilità delle analisi del sangue, uno dei primi

strumenti utili alla diagnosi e alla prevenzione dipatologie. E poi ancora la salute dell'ambiente,che indirettamente significa tutelare anche quel-la di chi lo abita».

La maggior parte dei laureati si occupa di nu-trizione e di laboratori di analisi, ma è una delle fi-gure più dinamiche. In quali ambiti si sentirà piùbisogno? «C'è una crescente richiesta in settoricome la biologia forense, che richiede esperti daimpiegare nelle indagini giudiziarie, la citologia,la sicurezza alimentare e la biotutela dei beni cul-turali», suggerisce Calcatelli.

Dall'università al mercato del lavoro. Qual è lacondizione occupazionale? Sono molto chiari e civengono in aiuto i dati di AlmaLaurea: il tasso dioccupazione dei laureati magistrali nel 2010, in-tervistati a cinque anni, è pari al 74,5 per cento.

(va. fe.)©RIPROOUZIONE RISERVATA

primi Id ircati

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MODENA E REGGIO EMILIAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIMODENA E REGGIO EMILIAScienze e tecnologieagrarie e degli alimenti T#

BOLOGNAUNIVERSITÀ DI BOLOGNA"ALMA MATER STUDIORIUM"Economia e marketingnel sistemaagro-industriale T

FOGGIAUNIVERSITÀ DEGLI STUDIDI FOGGIAIngegneria dei sistemilogistici perl'agro-alimentare T

VITERBOUNIVERSITÀ DEGLI STUDIDELLA TUSCIAScienze e tecnologie perla conservazione delleforeste, della natura edell'ambiente T#

PADOVAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIPADOVABiologia molecolare T#

NAPOLIUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DINAPOLI FEDERICO IIScienze nutraceutiche T#

CAGLIARIUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DICAGLIARITossicologia T#

ROMAUNIVERSITÀ LA SAPIENZAComunicazionescientifica biomedica t

PADOVAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DIPADOVA

Scienze e tecnologieper l'ambiente T#

P=UNIVERSITÀ PRIVATA#=CORSI A NUMEROCHIUSOT= CORSI DI LAUREATRIENNALEM=CORSI DI LAUREAMAGISTRALE

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La medicinamolecolaresarà il futuro

ELLO

di precisione. Oppure personalizzata oraslazionale, è la disciplina medica che

studia gli aspetti molecolari delle malat-tie, le mutazioni, le anomalie e permette

diagnosi e terapie mirate al singolo paziente. Oggiè soprattutto utilizzata in oncologia, ma in futuro,dicono gli esperti, sarà a al servizio di molte altrebranche della medicina: dalla cardiologia alle pato-logie degenerative. E dottorato, oppure è master, ophD, a seconda degli atenei. Ma in qualsiasi livellodi formazione la si collochi, la medicina molecolareè una delle espressioni più recenti della stretta rela-zione tra ricerca medica di base e medicina applica-ta nell'era della post genomica.

Si chiama anche medicina di precisione, o perso-nalizzata, qualcuno con un anglismo la chiama tra-slazionale, da translational medicine, perché tra-sferisce i risultati della ricerca, immediatamente evelocemente, dal bancone al letto del paziente:from banch to bedside. «Le sue origini risalgonoagli anni Novanta - spiega Sergio Abrignani, ordi-nario di Patologia generale e docente alla scuola didottorato in Medicina molecolare alla Statale di Mi-lano, «quando il genoma umano è divenuto accessi-bile. Attraverso l'analisi della sequenza di Dna eRna e la comprensione dei meccanismi che regola-no i geni e la loro espressione, possiamo individua-re tipologie di malati, e solo a loro fornire una tera-pia che sia mirata, diretta contro specifiche muta-zioni o molecole di cui quei pazienti sono portato-ri». Sono le basi della target therapy, degli gli anti-corpi monoclonali, dell'immunoterapia in oncolo-gia: cure dirette contro elementi specifici, e prati-cate solo su chi possa giovarsene. Ecco il senso del-le espressioni precisione e personalizzazione.

«Chi fa medicina molecolare», continua Abri-gnani, «oltre a individuare e interpretare gli aspet-ti molecolari di una patologia deve saperli integra-re con una lunga serie di altri e dati: deve saper fa-

re quella che si chiama big data anallsys. Nei nostricorsi c'è molta trasversalità, infatti: si fornisconoagli studenti nozioni di statistica, di biologia mole-colare, di genetica e di biochimica, di patologia, etutto questo va integrato con la clinica».

Oggi medicina molecolare significa soprattuttooncologia sperimentale. Basti pensare che graziealle ricerche degli ultimi 10-15 anni, un pazienteoncologico su 10 oggi può ricevere una terapia per-sonalizzata. Ma in pochi anni - giurano gli esperti -non si potrà fare a meno della medicina molecolarein molti campi nei quali è ancora di nicchia da quel-lo cardiologico, alle malattie degenerative dell'an-ziano alle patologie delle articolazioni.

«Cerchiamo l'ago nel pagliaio. E spesso lo trovia-mo», descrive così il suo lavoro in ospedale MariaGrazia Daidone, direttore del dipartimento Oncolo-gia sperimentale e medicina molecolare all'Istitu-to Tumori di Milano, dove è stato istituito un PhDdi medicina molecolare. «Il pagliaio sono i campio-ni di tumore prelevati dai pazienti che noi tipizzia-mo sequenziando il Dna. In questo modo mettiamoa punto un piano terapeutico mirato, personalizza-to in base alle caratteristiche del singolo tumoreutilizzando "farmaci intelligenti" contro specifichealterazioni molecolari. Con la cosiddetta biopsia li-quida, cercando elementi rilasciati nel sangue dal-la massa tumorale, possiamo seguire nel tempo lamalattia, per individuarne l'eventuale evoluzione,capire se risponde alla terapia e, in presenza di nuo-ve alterazioni molecolari, cambiare farmaco».

Qual è il bagaglio culturale essenziale, il corredoper così dire, che il giovane medico deve portarecon sé al momento di entrare in una scuola di medi-cina molecolare? «I giovani medici escono dai corsidi laurea già con una competenza molecolare mol-to buona. Oggi, a differenza di qualche decenniofa, sono preparati e pronti per affrontare un percor-so di ricerca sperimentale alla fine del quale lavore-ranno in costante collaborazione con ricercatoripreclinici, bioinformatici, oncologi medici, patolo-gi, radioterapisti. Il nostro è davvero un mestieremultidisciplinare», conclude l'esperta.

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Parkinson , primaventieinque anni in lineaMa-lati, medici e farnifiari insieme perses4en ere la ricercla, la cura e l'assistenza

,Ta !)ilt(lÌ(1 jitì è 111 Z>; tlll .IUrIe. C<lt p; "ce OIire CI11q1.11'Illll if7er;Orit' a VtlrctiC e ili proFiflCla e la 1{11:i e'. '1 niCd;a sìaht)ass ullio: entro i I_.'il?{) il Parkínson divciltetà la pnnrlniaiatti.I neurol.). ica dt;enerlli<.a ; rr, ìue llella ncr;n .5 .?eletLl, COri altiS5illli C(Ynti :,(rciaii ICtcati ali'aslsititen7a.ecrapie c tarhiaei». 11 ileurolo o C.iinh0 IZihoida77i, respousaliile (lei Centro Parl.in-orl di Varese, in via i\li)n-terosa, ha aperto ieri al "[Je Filippi" Ia fe,a,i per i primivellticÍllqLïc: anni del rupl)o cl1e, nel ?007. aVrehhe poidato vtti all'Assoc1a7.1onc Parkirisoil ln>,ui rül Icinque,edi e oltre duemila tioci a_CtlvI!. Al rlloilcio c'ella medlcina è nlohilitato ycrso ricer .a e sperirnenta7iorlc, lele-

C:[11-11n-'1ci1e, fai'i11aCOli)f,1CI1C C rlahlhtat!V'e :itallll0k'QÜ1Cicild(1 paS.`;1 III aAallti a beueflclo del InilhItl e ,?ra71eall',)spedale, all'uniy_rsiià. i _enni di c1_tra r_mv°cn7i ;lati í eC!iIIC Pirehhia e Cnnardo l, V are,e e rltelluLO Cellir0d'ecceIte nza in ItaIia per Iacura del Park insoü. El'operidi,i ci iyenta ,enlpre più -trate,,_licae pre.fiosa».,-!d"ChIlear? I Irllerarl(i d' Ilrnpeglioti el A Cilr,)IltaTl?stcltaia; resid< ule Aspi V Irztie, [`v'ial s`irita Usleng-iii: al sitoFianco -'li ey: pre:;identi Laura 13ri77i (aalio, Pepl;intl[v.lartino e il tonciaulre Mario Pennini. .Appiauditi —li in-teivellti ciel plc,i _icílte Cesvov° (ìnid0 Ernxllll IcrFl: A.l-pini di V<ues:= con Felice Ferrandi c di SiIvio hotter, vo-lnr,tari tllzianl varesini. Il sindaco Dav ide C;alinlherti elassC,S(?rC Frarl W 'Ca Stra771 h'IIIìO :_T ìrallhií) II tillppto a una delle a,,ix ia7ioni lüìl diuanliclle clic opera aÌ12illc(i d1 Ilialatl e fa111 ; l1e. «i tierYl7i al la pCr:iOn<i (illíi 1anutra priorità ha pr .cinato il sincrlco . Ta FIi (ti bilan-cio e -ri ,i non fèrnleranno la n )stra opera lli senshilità"CI-S0 umi malattia coi diffusa».Da selrlpre la sede d1 Aü)i e ospitatailel Cen7ro Cí)IiìLìnalPrdi \ia Ma:;licro (te .efuno 32 1)?,7;5(ll. Quí \cn:rono4ü a11177aCC lezioni cOil 111Ieti1C1 dei collìltat0 ncierlhtlCOsll terapia, riahilitü7ìr)ne, Ils<I dei ftirmaci, nutriZìone, lo-g4)1)eurl, hled ll 7a, COI:;i di á llllantlC.l .h!a.C,u, lol-1ope-dkì,'i a1-( I11, gruppo IunCL_) aiuto-li(- far111ilìC; til yaranonro,Tetti utili corne -Soílir:•vi>". 'Trinacrià_ "@lar e1D1111— C da qui I M110110 letraini di_ r,ltttri ct)n lTniversitïldell'lnnui,ria: ottimi i risultaii del centro ricerclle di far-nlacoloia nledlc_1 odiato dal proiessor Vlarcl) Conerl-tino palzendo dalle analisi dei nlalati v°alesini. E due

fa i yol,mr.ri ASPI hanno parlato agli studenti delter7o 311m) di lsistelire nociale ciCI l'Univer;ità C'airolicadi Nlilano jx)rrlndo testimo11ìan7c cilncrete di un catn-milr) che dura da ?'S anni.

Ls.. ll d 1 11 .. .. tl.ll t gtiadalla[1,11.111si c r<r t, .1 .I _1111.,ongrc.s D, r lippl

Giuseppe Macchi

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"Il riabilitatoreha più chance"

FrOTINAFERIAZZO

I lavoro arriva in fretta e il tasso di occupazione supe-ra la media. Parliamo dei laureati in fisioterapia unatra le professioni sanitarie più gettonate. Guardando

------ al futuro, in quali settori si avrà più necessità di que-sta figura? Uno sbocco da tenere d'occhio è rappresentatodal mondo dello sport. «Le prospettive sono in aumento»,racconta Ranuccio Nuti (in foto), direttore del dipartimen-to di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell'Uni-

versità di Siena. «Negli ultimi anni il fisio-terapista sta avendo sempre più spazioin aree dell'agonismo che richiedono an-che specifiche specializzazioni. Per que-sto nel nostro ateneo si può scegliere diproseguire con un master dedicato a que-sta professione applicata allo sport. Inpiù per il corso di laurea stiamo studian-do percorsi di formazione a distanza perchi già lavora e desidera qualificarsi».

Un altro ambito che si sta imponendoè quello della riabilitazione che regala im-

portanti possibilità lavorative, come raccontano i dati di Al-maLaurea: la percentuale dei laureati magistrali nel 2010,intervistati a 5 anni, è pari al 95 per cento contro una me-dia dell'84,3. La maggiore sensibilità sul tema è data dalla«ricerca medica e attività clinica che pongono nuove fron-tiere alle professioni sanitarie che si occupano del recupe-ro funzionale e psicofisico dei pazienti dopo eventi acuticausati da malattie o traumi», chiarisce Nuti. «Con il corsodi laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professio-ni sanitarie formiamo operatori in grado di agire anchenell'ambito organizzativo per un approccio integrato allagestione di situazioni complesse. In questo caso si parla difigure che registrano nuove richieste nelle strutture sani-tarie di vario livello».

ROMA - UNIVERSITÀCAMPUS BIOMEDICOScienzedell'alimentazione edella nutrizione T#

CHIETI E PESCA RAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI"GABRIELE D'ANNUNZIO" DIChieti e PescaraOstetricia #

CATANZAROUNIVERSITÀ DEGLI STUDI"MAGNA GRECIA"Ortottica ad assistenzaoftalmologica T#

FAENZAALMA MATER STUDIORUMUNIVERSITÀ DI BOLOGNALogopedia T#

ROMAUNIVERSITÀ CATTOLICA DELSACRO CUOREFisioterapia T#

P = UNIVERSITÀ PRIVATE#= CORSI A NUMERO CHIUSOM= CORSI DI LAUREAMAGISTRALEU = CORSI DI LAUREAMAGISTRALE A CICLO UNICO

6RIPRO-ONERISU ATO

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PREM IO AL PROGETTO B IOTECH

07-Taro

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Messo a punto dalla start up enGeno e dell'università di Pavia1 PAVIA

L'intelligenza artificiale diven-ta un detective per tracciare alvolo l'identilcit genetico dei tu-mori con un'accuratezza del99%: lo fa attraverso un nuovosoftware messo a punto dallastartup "enGenome", spin-offdell'università di Pavia, cheora intende dare a questo in-vestigatore molecolare un "uf-ficio" dove lavorare, ovverouna piattaforma cloud facil-mente accessibile dai labora-tori di ricerca e dagli ospedalidi tutto il mondo. Il progetto èstato illustrato a "Biolnltaly In-vestment Forum & Intesa SanPaolo StartUp Initiative", lamanifestazione organizzatada Assobiotec e Intesa SanPaolo per presentare i miglioriprogetti biotech italiani a inve-stitori da tutto il mondo. Pro-prio in questa cornice, "enGe-nome" è stata premiata con il"Novartis Oncology Award",assegnato da Novartis Oncolo-gy al progetto di ricerca o alla

delle mutazioni presenti al lo-ro interno» spiegano Ivan Li-,

Un microscopio elettronico

startup più promettente incampo medico. «Il nostroobiettivo è quello di creareuna piattaforma cloud sulweb dove biologi e medici pos-sano caricare i dati grezzi rica-vati dal sequenziamento gene-tico delle cellule tumorali perottenere un profilo dettagliato

mongelli ed Ettore Rizzo di en-Genome. «Il software, che uni-sce l'intelligenza artificiale al-la bioinformatica, è in gradodi leggere rapidamente i datiarrivando a scovare le tutte lemutazioni genetiche presentinel tumore, anche quelle me-no frequenti perché contenu-te in un numero limitato dicellule». Il sistema di indagine«è stato validato su dieci genicoinvolti nei tumori del san-gue e ha dimostrato un'accu-ratezza superiore al 99% , male sue capacità -precisano i ri-cercatori - sono universali epossono essere utilizzate peridentificare mutazioni geneti-che in ogni tipo di tumore». Lamissione di EnGenome è quel-la di fornire la tecnologia soft-ware per l'analisi dei dati di se-quenziamento in campo on-cologico, integrando bioinfor-matica, intelligenza artificialee high performance cloudcomputing.

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Il varo entro lunedì prossimo

Nel nuovo Def

delle rifoEntro il io aprile è attesa in Parlamento la

presentazione, da parte del Governo, del Do-cumento di economia e finanza, il Def, con ilnuovo Piano nazionale delle riforme (Pnr). Aquesti documenti programmatici dovrà inol-tre abbinarsi la «manovrina» da 3,4 miliardichiesta da Bruxelles. Nel nuovo Pnr si attendeun rilancio di capitoli già annunciati lo scorsoanno, come la concorrenza o gli interventi sulfisco, e poi rimasti inattuati.

Bussi, Del l 'Oste , Meazza , Rogari

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Ultima settimana per rispettare il terminenel varo dei documenti programmatici

Impegni di lungo periodo da coordinarecon le correzioni immediate da 3,4 miliardi

Nei conti pub'0 '0 gliblici il destino delle ritoCon il Def atteso il rilancio del Pnr: giustizia e concorrenza al palo, bene il sostegno alla crescitaPAGINAA CURA DIChiara BussiCristiano Dell'OsteMauro MeazzaMarco Rogari

Si apre la settimana della veri-tà per i conti pubblici, con la pre-sentazione del Documento dieconomia e finanza (Def) e il con-nesso Piano nazionale delle rifor-me (Pnr). Un impegno che il Go-verno, quest'anno, deve affronta-re con l'aggiunta della cosiddetta«manovrina» da 3,4 miliardi ri-chiesta dalla Ue e da varare entroaprile. Entrambe i testi, pertanto,potrebbero essere approvati qua-si in contemporanea. Tanto chelelinee guida che stanno emergen-doperlastesura delnuovo Def so-no da collegare inmodo stretto al-la «manovrina» e, in secondabat-tuta, alle parti non attuate (o noncompletamente attuate) del Pia-no nazionale delle riforme del-l'anno scorso.

Dal monitoraggio delle più im-portanti riforme annunciate nel-l'aprile del2o16, inbase alloro sta-

Il Piano delle riformeRisultatiincoraggianti, rispetto aipropositi della scorsa primavera,sono stati raggiunti nelle misuredi sostegno alla crescita e allestart up, così come in qualche am-bito fiscale (la fatturazione elet-tronica oil processo tributario te-lematico). Va precisato che il giu-dizio non è sull'efficacia o sull'op-portunità delle misureintrodotte, ma sul loro completa-mento dal punto di vista normati-vo e amministrativo. E in questosenso si possono ascrivere trai ri-sultati positivi anche gli interven-tiperillavoro (Jobs act) e, almenoinparte, l'istruzione.

Fortemente deficitari, invece,alcuni grandi capitoli come lagiu-stizia, sia per il civile sia perii pe-nale. Al palo anche il disegno dilegge sulla concorrenza, tra pole-miche e rimpalli nelle aule parla-mentari. Destino condiviso, d'al-tra parte, dallo Statuto del lavoroautonomo, che stenta a trovare ilpassaggio decisivo in aula, ma po-trebbe trovare un'accelerazioneimprovvisa nelle prossime setti-mane. Per altre riforme, invece, siattende il rilancio nel Pnr 2017.

Il termine per l'invio a BruxellesÈ la data entro cui Def e Pnr devonoarrivare alla Commissione Ue

to di attuazione, emergono i passifatti e ancora dafare: perii capito-lilostato diattuazione rilevato dalSole 24 Ore è «basso», per nove«medio» e solo per sette «alto».

La nuova programmazioneStando alle anticipazioni finoracircolate, l'indice del nuovo Pnrdovrebbe contenere un rinnova-to decreto perla concorrenza, lariforma del catasto, l'alleggeri-mento del costo del lavoro e, sepossibile, del carico tributario ingenerale. Insieme a interventiper favorire l'occupazione fem-minile agendo sulla leva fiscale,l'attuazione della riforma dellaPa e la prosecuzione della spen-ding review, nel solco tracciatodalla recente riorganizzazionedel bilancio. Il programma di ri-forme p er il2018 egli anni s eguen-ti potrebbe essere presentatodal Governo tra il io-n aprile, in-sieme al Def, oppure il 13-14 apri-le, in contemporanea con la ma-novra. Sul tavolo c'è anche un'ul-teriore opzione cheprevedeilva-ro del Def all'inizio dellaprossima settimana (io-il aprile),seguìto a tre-quattro giorni di di-stanza da quello della manovrina.

Le prossime ore saranno usatedai tecnici per limare le bozze. Equalche indicazione potrebbe es-sere rivista in extremis. La rottaperò è già chiara: Def e Pnr saran-no finalizzati a dare nuova spintaagli investimenti e allo sviluppo,tenendo comunque sotto con-trollo i conti pubblici, anche attra-verso il decoll o di una "fase 3" del-la revisione della spesa e il ricorsoa una prima sforbiciata alla giun-

gla delle tax expenditures, senzacolpire comunque i settori piùsensibili, come sanità e istruzione.

Lungo le stesse coordinate simuoverà la manovra correttiva,pari a 0,2 punti di Pii, chiesta daBruxelles. Il Governo provvede-rà all'aggiustamento contabile dicirca 3,4 miliardi accompagnan-dolo, però, con un assaggio delpacchetto "crescita" suddiviso indue aree: misure a costozero, pre-valentemente di semplificazionefiscale per le imprese, e interventipost-terremoto con l'attivazionedi un fondo triennale da oltre imi-liardo l'anno.Dopo lo stop diMat-teo Renzi all'aumento della tassa-zione sui carburanti, il ritoccodelle accise dovrebbe esserelimi-tato a tabacchi e, forse, alcolici. Ilgrosso delle risorse sarà recupe-rato con l'estensione dello splitpayment Iva nella Pa alle societàcontrollate (1,3-14 miliardi) e contagli semi-lineari di spesa per al-meno i miliardo.

Tornando al Def, sarà confer-mata la sterilizzazione, attraver-so la legge di bilancio autunnale,delle clausole di salvaguardia fi-scali da circa 19,5 mili ardi. Confer-mato pure il riavvio del processodi privatizzazioni, anche in fun-zione della riduzione del debitopubblico. Le stime di crescita do-vrebbero essere riviste al rialzo,così come quella del deficit nomi-nale (attualmente all'1,2°io).

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I numeriin gioco

Le risorse in camponell'ambito dellamanovra correttiva,del Def e della leggedi Bilancio 2018.In miliardi di euro

Risorseda recuperare

Riduzionidi spesae maggioriimposteallo studio

.........................................................

La tempistica di BruxellesDopo la presentazione al Parla-mento, il Def, accompagnato dalPnr, dovrà approdare sul tavolodella Commissione Ue entro il 30aprile, come previsto dalle regoledel «Two Pack», i due regola-menti sulla disciplina dibilancio eil coordinamento delle politicheeconomiche nell'area euro entra-ti in vigore nel 2013.

Il verdetto della CommissioneUe arriverà a maggio con le «Pre-visioni economiche di primave-ra». Tra fine maggio e inizio giu-gno l'esecutivo comunitario pub-blicherà, invece, le raccomanda-zioni specifiche per Paese sullabase dei Def e dei Pnr.

I giudizi di Bruxelles sarannosuccessivamente al vaglio dei mi-nistri delle Finanze che potrannosuggerire modifiche e limature altesto dell'esecutivo comunitario.Poi, una volta adottate formal-mente dai leader europei entro fi-negiugno, questeraccomandazio-ni diventeranno vincolanti e tutti iPaesi dovranno tenerne conto nel-le rispettive leggi di Stabilità.

SCHEDEA CU RA DI

Marzio Bartoloni , Eugenio Bruno,Michela Finizio , Carmine Fotina,

Valentina Maglione , Matteo Prioschi,Laura Serafini , Alessia Tripodi,

Gianni Trovati, Claudio Tucci91 E] PRO D OZIO NE RISERVATA

Il Documento di economia efinanza (Def) è regolato dalla legge7 aprile 2011 n.39 e deve esserepresentato alle Camere entro il10aprile di ogni anno. È il principalestrumento della programmazioneeconomico-finanziaria eindica lastrategia economica e di finanzapubblica nel medio termine. Vieneproposto dal Governo e approvatodal Parlamento.Il Def si compone di tre sezioni:- Programma di Stabilità, con gliobiettivi da conseguire peraccelerare la riduzione del debitopubblico- Analisi e tendenze della finanzapubblica, con l'analisi del contoeconomico e del conto di cassanell'anno precedente, leprevisioni tendenziali del saldo dicassa del settore statale e leindicazioni sulle coperture- Programma Nazionale di Riforma(Pnr), con l'indicazione dello statodi avanzamento delle riformeavviate, degli squilibrimacroeconomici nazionali e deifattori di natura macroeconomicache incidono sulla competitività,le priorità del Paese e le principaliriforme da attuare (Fonte: Mef)

Gli anni scorsi La manovra sul 2017 Il Dcf c il 2018

Flessibilità concessa Flessibilità Aggiustamento Estensione Tagli Possibile Importo necessarioda Bruxelles concessa nel contabile dello split di spesa riduzione a scongiurare la clausolanel 2015-16 2017 chiesto da payment semi-lineari delle tax di salvaguardia

Bruxelles Iva alle expenditures con l'aumento dell'Ivacontrollatepubbliche

Possibileaumento delleaccise su alcol

e tabacchi

Flessibilitàconcessada Bruxelles

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Il quadro dell'attuazione

Quasi finito il percorso dei decreti attuativi.Sono in Parlamento gli ultimi cinque (supubblico impiego, valutazione dei dipendenti,forze di polizia, vigili del fuoco e Aci/Pra) oltreai due correttivi su riforma delle partecipate enomine della dirigenza sanitaria. Inattuati,anche perla sentenza costituzionale sull'iterdei decreti, i capitoli su dirigenza pubblica eservizi pubblici locali.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

Il Ddlche delega il Governo a riformare ilprocesso civile è fermo al Senato in commis-sione Giustizia, dove non è ancora iniziatol'esame degli emendamenti (andava approva-to entro ottobre 2016). A dividere è soprattuttola delega a cancellarei tribunali dei minorenni,per sostituirli con sezioni specializzate. Il Ddl,inoltre, amplia le competenze dei tribunalidelle imprese, estende l'applicazione delprocedimento sommario di cognizione eabroga il rito Fornero per il lavoro.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

Il Ddl di riforma del Codice penale e di proce-dura - rallentato perla decisione di farviconfluire le norme sulla prescrizione - è statoapprovato il 15 marzo dal Senato con voto difiducia. Ora è in commissione Giustizia dellaCamera e a maggio è atteso in Aula.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

La delega per riformare la magistraturaonoraria è diventata legge (la 57/2016)appena in tempo per consentire al Governo diemanare il DIgs 92/2016, con le regole perconfermare l'incarico ai giudici di pace e aglialtri magistrati onorari in scadenza. Nulla difatto perla parte più corposa della delega, chescade il 14 maggio e che prevedeva tra l'altro diistituire i «giudici onorari di pace» con compe-tenze allargate.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

Secondo il Pnr, il Ddlche delega il Governo ariformare la disciplina delle crisi d'impresa -cancellando anche la parola «fallimento»-andava approvato entro ottobre 2016. 11 sì inprima lettura della Camera è invece arrivato il1°febbraio e ora il Ddlattende di essere messoin calendario al Senato.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

La riforma delle popolari, che ha imposto latrasformazione in Spa degli istituti con attivosuperiore a 8 miliardi di euro, era quasi attuataquando è arrivata la decisione del Consiglio diStato di farla esaminare dalla Corte costituzio-nale. Sospensione che ha interrotto la trasfor-mazione in Spa delle Popolari di SondrioeBari.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

Dal punto di vista normativo, sono statiaffrontati i due capitoli chiave del pegno nonpossessorio e del patto marciano, strumentiintrodotti per dare maggiore certezza ai creditibancari (ed evitare la formazione degli inca-gli), ma come riconosciuto dallo stesso mini-stero dell'Economia il loro decollo effettivonon è ancora avvenuto. Per il pegno, pesa lamancata emanazione di un provvedimentoattuativo (atteso entro agosto 2016), mentre

per il patto marciano vanno risolti alcuni nodiinterpretativi.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

La normativa sulle garanzie pubbliche per leemissioni di liquidità delle banche è operativae riguarda oggi sei istituti che ne hanno fattorichiesta (Mps, Carife, Banca Marche, BancaEtruria, Popolare di Vicenza eVeneto Banca).STATO DI ATTUAZIONE

ALTO

La legge di Bilancio 2017 ha rafforzato leagevolazioni per chi investe in start upe Pmiinnovative (pari al 30% sia la detrazione Irpefche la deduzione Ires) eil Mise ha approvato ilPiano nazionale Industria 4.0 2017-20 cheinclude diverse misure a sostegno dell'innova-zione, tra cui superammortamenti e iperam-morta menti, credito d'i m posta R&S, patentbox, a cui si aggiungono gli incentivi dellaNuova Sabatini.STATO DI ATTUAZIONE

ALTO

Perii biennio 2017-2018 sono state incremen-tate le dotazioni del Fondo perla crescitasostenibile e del Fondo centrale di garanziaper le Pmi. La legge di Bilancio, poi, ha estesoalle Pmi l'utilizzo del crowdfunding perlaraccolta di capitale di rischio (Dl 3/2015). Trale altre misure introdotte: mi ni bond, Ace,deducibilità dell'avviamento, piano per ilMade in Italy eAnticontraffazione. Restanoinattuate le misure per agevolare i contratti direte.STATO DI ATTUAZIONE

Completamente disattesi gli obiettivi relativialla concorrenza. 11 Pnr preannunciava unaseconda legge annuale sulla concorrenza davarare nel2016. Siamo invece ancora fermialla prima, ora all'esame dell'Aula del Senato.Il Ddl, adottato dal Cdm a febbraio 2015, èancora bloccato dai veti incrociati.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

Il Pnr 2016 prevedeva la piena operativitàdell'Anpal, l'Agenzia per le politiche attive, edell'Ispettorato del lavoro.In realtà questi duesoggetti hanno avviato l'attività concreta soloa gennaio e , soprattutto per le politiche attive,ci sono diversi nodi da sciogliere, in particolareperla competenza Stato-Regioni.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

IIjobs act degli autonomi è ancora all'esamedel Senato, che lo ha ricevuto dopo ilvia liberacon modifiche dalla Camera. Può essereapprovato entro aprile, a meno che i senatoridecidano di apportare ulteriori modifiche.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

E stato attivato il super bonus occupazionaleprevisto dal Pnr per chi assumeva un tirocinan-te. Inoltre, con un decreto direttoriale delministero del Lavoro del mese di dicembre2016 è stato attivato l'incentivo occupazionegiovani che prevede unoscontofinoa 8.060euro sui contributi a carico del datore di lavoroper ogni assunzione a tempo indeterminato(sconto dimezzato se è a tempo determinato).STATO DI ATTUAZIONE

ALTO

Operativo il decreto interministeriale con icriteri per misurare gli incrementi di produtti-vità a cui legare la detassazione nell'ambitodella contrattazione di secondo livello.Avviatoil monitoraggio dei contratti di secondo livello.STATO DI ATTUAZIONE

ALTO

Nel Pnrera previsto che il Governo si concen-trasse su una riforma della contrattazioneaziendale alfine di rendere esigibili le inteseaziendali egarantire la pace sindacale. Lariforma non è stata fatta.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

ALTO

Page 40: Il conto salato per' le università La Brexit fä scappare i ... · molto diffusa», racconta Lucia Pradella, 36 anni, veneta, do-cente al Dipartimento di Studi Europei e Internazionali

Servono nove decreti legislativi per attuare lalegge 107 e riformare tra l'altro gli esami diStato e il sistema di formazione iniziale deidocenti. I decreti dovevano arrivare a luglio2016. Sono stati presentati dalla neo ministra,Valeria Fedeli, l'ultimo giorno utile prima dellascadenza, il14 gennaio, e ne sono stati portatiin Cdm otto (solo ilTu sulle norme scolastichenon è stato presentato). Acquisiti i pareriparlamentari, il cantiere resta aperto: i decretivanno riportati in Com per l'okfinale entrometà aprile.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

Manca un tassello importante all'alternanzascuola-lavoro: la Carta dei diritti /doveri deglistudenti, mai emanata e attesa (secondo il Pnr)entro giugno 2016. L'adempimento riguardatutti gli studenti interessati all'alternanza:oltre un milionequest'anno.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

Oltre il 65% delle azioni già avviate e 500milioni investiti (su un totale di 1,1 miliardistanziati). È lo stato di attuazione del Pianonazionale scuola digitale a fine 2016.I1 Pianoprevede azioni per lo sviluppo delle competen-ze digitali degli studenti, il potenziamentodegli strumenti didattici e laboratoriali, laformazione dei docenti (compresi, ad esem-pio, gli 88,5 milioni di euro per il cablaggiointerno di tutte le scuole).STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

L'assunzione dei circa mille giovani ricercatoritra università ed enti di ricerca prevista dallaStabilità de12016 ha rispettato i tempi.Intotale stallo il piano per le 500 cattedre Nattadestinato ai migliori cervelli italiani e stranieri:il Dpcm non è ancora arrivato in Parlamentodopo una parziale bocciatura del Consiglio diStato. In ritardo infine il Piano nazionale dellaricerca che stanzia i fondi da qui a12020:emanati i bandi peri dottorati innovativi,mancano altre misure come il bando da oltre300 milioni peri cluster(he uniscono imprese,università e ricerca.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

Non senza fatica il Masterplan perilSud è statocompletato con la firma dei Patti con Regioni eCittà metropolitane. La vera attuazione però simisurerà solo con gli investimenti realizzati e ilrispetto dei target. L'obiettivo 2017 è spendere2,4 miliardi. Il Pnr2016faceva riferimentoanche a l credito d'imposta per gli investimentialSud: misura partita con notevoli difficoltàma potenziata e corretta con i l decreto Mezzo-giorno a gennaio.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

La commissione guidata da Mauro Marè hacompletato il nuovo monitoraggio delleagevolazioni fiscali. N ulta di fatto, invece, per ilriordino. Le prime mosse potrebbero arrivarenella manovra correttiva.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

La trasmissione delle operazioni Iva e deicorrispettivi in cambio di semplificazioni degliadempimenti fiscali - su base volontaria - èoperativa (la scelta doveva avvenire entrovenerdì scorso).STATO DI ATTUAZIONE

ALTO

Riassetto della tassazione, maggiore contro[-[abilità degli apparecchi, regole più strettesulla pubblicità: sono le direttrici del prospet-tato riordino del settore del giochi pubblici,ancora inattuato.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

Il Pnr 2016 prometteva la riapertura deldossier-catasto, chiuso dal Governo Renzi agiugno del2015, partendo però da «interventipiù generali e organici, altermine di comples-se operazioni di allineamento delle basi dati».E proseguito il lavoro sull'anagrafe immobilia-re integrata, ma per riavviare la riforma serveuna "copertura" legislativa: l'ipotesi di un Ddldi delega pare complicata da realizzare sulfinire della legislatura.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

L'obiettivo era definire una riforma generaleperdare ai cittadini una giustizia tributaria piùefficiente e veloce, rafforzando la professiona-lità dei giudici tributari. Tutti punti inattuati.Soloil Ddl perla stesura di un Codice proces-sualetributario è incardinatoin commissioneFinanze alSenato.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO

Dopo la sperimentazione avviata a fine 2015,entro quest'anno il processo tributario telema-tico - sia pure su base facoltativa - sarà esteso,come annunciato nel Pnr 2016, a tutte leregioni italiane.STATO DI ATTUAZIONE

ALTO

Dopo una serie di proroghe, le regole sugliacquisti centralizzati della Pa sono stateattuate e di fatto lasciano autonomia ai singolienti solo per le operazioni di minore entità. Piùcomplessa la partita sulla riduzione dellestazioni appaltanti che, in base al correttivo alnuovo Codice ora in discussione, rimarrebberoalmeno 6mila.STATO DI ATTUAZIONE

MEDIO

A un annodi distanza, tranne Enav, il program-ma di privatizzazioni non registra ancora nulladi deciso: c'è l'ipotesi di cedere una quota diPoste a Cassa Depositi e Prestiti ma anche laprospettiva di spostare tutte le partecipazioniquotate del ministero dell'Economia alla Cdp,per poi privatizzare quest'ultima.Nessunadecisione è ancora stata presa e la situazionepotrebbe sbloccarsi in un vertice da tenersiproprio questa settimana.STATO DI ATTUAZIONE

BASSO


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