1
L'azienda è una struttura composita formata da risorse di diversa natura, organizzata nelle sue varie parti, per conseguire, attraverso un processo di produzione di ricchezza, finalità ed obiettivi, strumentali al raggiungimento del suo scopo ultimo quale risulta dalla vision aziendale.
2
Nel formulare la propria Vision l'azienda definisce la sua meta specificando:
? il ruolo sociale che intende svolgere;
? i confini entro i quali intende muoversi;
? i principi etici a cui intende ispirare le sue scelte di governo ed i suoi comportamenti (mission).
3
Il tutto dev'essere finalizzato a garantire nel tempo una conveniente ed adeguata rimunerazione deglistakeholder.
4
Gli stakeholder sono tutti i portatori di interessi direttamente o indirettamente coinvolti nell'attività d'impresa:
? Azionisti? Lavoratori? finanziatori reali e potenziali? Clienti? Fornitori? Comunità sociale? Pubblica Amministrazione
5
Il soddisfacimento degli interessi istituzionali può realizzarsisolo se l'azienda è in grado di svolgere la sua attività economica in condizioni di tendenziale equilibrio economico.
La durabilità di tale equilibrio è legata alla capacità dell'azienda di aumentare il suo valore economico.
6
Il principio dell'economicità ed il principio del valore
sintetizzano, dunque, le condizioni necessarie a
soddisfare le attese degli stakeholder e rappresentano
due parametri di riferimento alla luce dei quali valutare le
modalità di svolgimento della combinazione produttiva.
7
Tali principi devono trovare applicazione nelle relazioni che sivengono ad instaurare tra l'impresa e l'ambiente circostante.
Ciò implica che le decisioni e le azioni poste in essere da chi governa l’azienda devono essere volte a coniugare l'efficienza della combinazione produttiva con il soddisfacimento delle attese degli stakeholder ed in particolare con quelle del cliente.
8
In sintesi, il sistema aziendale dev'essere efficace ed efficiente, ossia deve rispondere alle esigenze del mercato e dell'ambiente utilizzando al meglio le risorse disponibili.
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE
DECISIONI
AZIONI
RISULTATI
9
VISION AZIENDALE(meta e domini)
MISSION AZIENDALE(principi)
OBIETTIVI(traguardi quantitativi)
• Reddito• Valore
FINALITA’(traguardi qualitativi)
• Migliorare la tecnologia• Aumentare la dimensione• Migliorare il know-how, la coesione e la motivazione• Migliorare la capacità relazionale e informativa
INDIVIDUAZIONE DI UNA STRATEGIACONTROLLO
10
Per raggiungere i traguardi di lungo periodo lazienda
deve propedeuticamente conseguire, nel breve periodo,
target ed obiettivi quantitativi e qualitativi, che, pur nel
loro continuo adattarsi ai cambiamenti delle variabili
interne ed esterne, devono risultare coerenti rispetto
alla meta prefissata.
11
A seguito di queste circostanze gli obiettivi aziendali si distinguono a seconda della loro diversa dimensione temporale in:
? obiettivi di breve termine
? obiettivi di medio-lungo termine
Le due tipologie di obiettivi delineano due differenti domini diriferimento delle scelte aziendali le quali, a seconda degli obiettivi cui si riferiscono si distinguono in decisioni di breve e di lungo periodo.
12
Per facilitare il raggiungimento dei risultati e delle finalità
aziendali occorre innescare un circuito virtuoso tra l'attività
di governo (volta a definire gli obiettivi, a decidere
attraverso quali percorsi raggiungerli e come attuarli) e la
creazione di un contesto lavorativo favorevole, in cui si
condividano gli obiettivi e le scelte aziendali, si acquistino
consensi e si attraggano risorse.
13
Il meccanismo operativo che permette il funzionamento del circuito è il sistema di controllo in quanto consente di svolgere in sequenza logica le tre fasi fondamentali in cui si articola l'attività di direzione:
? Definire le condizioni per realizzare e mantenere l’equilibrio economico-finanziario nel medio lungo periodo (pianificazione);
? determinare gli obiettivi di breve termine volti ad orientare ilcomportamento di chi detiene responsabilità direttive (programmazione);
? verificare il raggiungimento degli obiettivi stabiliti e la loro validità rispetto alle mutevoli situazioni di operatività generate dal dinamismo ambientale (controllo)
14
Il controllo è un meccanismo operativo finalizzato ad
orientare i comportamenti individuali ed organizzativi verso
il raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Tale finalità è perseguita mediante:
? misurazioni analitiche
? responsabilizzazione su parametri-obiettivo
15
Le misurazioni utilizzate nell'ambito del controllo, inteso nella sua accezione più ampia, possono essere:
? di natura economico-finanziaria di natura fisico-tecnica
.… e possono essere
? a supporto delle decisioni da prendere? a supporto dei comportamenti umani? a supporto delle valutazioni dei risultati
16
Le misurazioni economico-finanziarie possono essere di tipo:
? quantitativo-monetario (es. reddito, capitale economico, costi, ricavi);
? quantitativo non monetario (es. rendimenti, tempi, difettosità di prodotti);
? qualitativo (es. soddisfazione del cliente, credibilità nei confronti degli interlocutori aziendali)
17
Tra le varie tipologie di misurazioni che abbiamo ricordato particolare rilevanza è riconosciuta a quelle:
1. di natura economico-finanziaria,
2. esprimibili in termini quantitativo -monetari
3. aventi come oggetto redditività e valore
18
Tali misurazioni risultano da due fondamentali modelli di determinazione quantitativa:
1. Il modello del bilancio
2. Il modello della creazione del valore
19
Il modello del bilancio e l'analisi economico-finanziaria
Obiettivi conoscitivi:
? comprendere la validità del modello come strumento di misurazione
delle performance aziendali;
? individuare un quadro di indicatori che consenta di esprimere un
giudizio sull'economicità aziendale;
? condurre un'analisi di gestione basata sugli indici e sui flussi
20
Il bilancio
Il sistema informativo è il principale mezzo di comunicazione delle informazioni economiche aziendali all'ambiente di cui l'impresa è parte.Ogni informazione contenuta nel sistema bilancio-relazione trova la sua ragion d'essere nel rendere più comprensibile l'evoluzione dell'assetto reddituale, finanziario e patrimoniale d'insieme.
Il sistema bilancio-relazione è l'occasione per presentare e diffondere:? le linee ispiratrici del progetto strategico d'impresa, lo stile di
comportamento, i tratti essenziali della sua attività, i modi per realizzarla;
? il modo m cui sono state gestite le risorse acquisite da terzi e quelle proprie;
? la collocazione dell'impresa in prospettiva, sui mercati e nell'ambiente economico sociale, per ciò che è e per ciò che si propone di essere
21
Il bilancio: contenuti dello Stato Patrimoniale
PATRIMONIO AZIENDALE COMPLESSIVO
PATRIMONIO DI BILANCIO (TANGIBILE ED INTANGIBILE)
PATRIMONIO NON EVIDNEZIATO NRLLA SITUAZIONE PATRIMONIALE
PATRIMONIO DI RELAZIONI COMMERCIALI PATRIMONIO UMANO PATRIMONIO DI
CONOSCENZE TECNICHE
PATRIMONIO INFORMATIVO: CONOSCENZE
22
EQUILIBRIO FINANZIARIOCapacità di far fronte ai propri impegni
EQUILIBRIO ECONOMICOCapacità di remunerare tutti i fattori produttivi,
compreso il capitale di rischio
EQUILIBRIO PATRIMONIALECapacità di remunerare il capitale proprio
EQUILIBRIO AZIENDALE
Relazioni tra il sistema aziendale e l’equilibrio
23
Il fabbisogno finanziario è rappresentato da
IMMOBILIZZAZIONIGIACENZE FABBISOGNO FINANZIARIO DUREVOLE
ATTIVITÀ LIQUIDABILI (Ld)LIQUIDITÀ (Li)RIMANENZE (Rd)
FABBISOGNO FINANZIARIO VARIABILE
24
Fonti di copertura del fabbisogno finanziario
“Sono rappresentate dal totale delle passività dl bilancio e dal capitale netto”
CAPITALE PROPRIO
DEBITI A MEDIO E LUNGO TERMINEFONTI DUREVOLI
DEBITI A BREVE TERMINE FONTI NON DUREVOLI
25
Fabbisogno finanziario
“È rappresentato dal totale delle attività nette dl bilancio ed esprime l'ammontare dei mezzi finanziari necessari per la vita di un'azienda”
Può essere osservato sotto due aspetti:? natura = aspetto qualitativo? ammontare = aspetto quantitativo
la sua entità dipende dalla natura e dall'entità delle operazioni in corso? capacità produttiva fissa? volume di affari annuo? velocità di circolazione del capitale investito
26
CAP.
CIRC
OLA
NTE
LORD
O
IMPIEGHI FONTI
CAPI
TALE
FIS
SO
C.C.
N.
700
LIQUIDITÀ IMMEDIATE E DIFFERITE
800
RIMANENZE500
ATTIVITA’ IMMOBILIZZATE
PASSIVITÀ CORRENTI
600
PASSIVITÀ CONSOLIDATE
1.200
CAPITALE NETTO 500
CAPITA
LE DI TERZI
CAPITA
LE PRO
PRIO
=CAPITALE INVESTITONETTO
=CAPITALE ACQUISITO
Correlazione tra impieghi e fonti
27
C.C.N.> 0= 0< 0
C - P
N + ? - FESEMPI
C=10.000
F=15.000
P=12.000
?=8.000
N=5.000
C=10.000
F=15.000
P=7.000
?=13.000
N=5.000
CCNMARGINE DI STRUTTURA PRIMARIO
MARGINE DI STRUTTURA SECONDARIO
2.000-10.000-2.000
3.000-10.000-3.000
QUESITIIl CCN è positivo?Come è finanziato l’attivo
28
C=10.000
F=15.000
P=10.000
?=10.000
N=5.000
C=10.000
F=15.000
P=7.000
?=13.000
N=5.000
CCN0 10.000
29
ATTIVO PASSIVOa) Crediti vs soci per versamentidovuti
a) Patrimonio netto
b) Immobilizzazioni b) Fondi Rischi e Oneri1. Imm. Immateriali2. Imm. Materiali3. Imm. Finanziarie
c) T.F.R.
c) Attivo circolante (con indicazioneseparata degli importi esigibili oltrel’esercizio successivo)
d) Debiti (con indicazione separatadei debiti esigibili oltre l’eserciziosuccessivo)
d) Ratei e risconti d) Ratei e risconti
Schema dello stato patrimoniale
Art.2424 C.C.Tavola di sintesi
30
Attività Immobilizzate Capitale nettoImm. Immateriali netteImm. Materiali netteImm. Finanziarie nette
Capitale socialeRiserveReddito netto dell’esercizio
Attività circolanti Debiti a medio lungo termineScorteLiquidità differiteLiquidità immediate
Debiti a breve termine
TOTALE IMPIEGHI TOTALE FONTI
Riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario
31
Analisi delle aree gestionali di redditività
Aree Gestionali? AREA OPERATIVA? AREA ATIPICA? AREA FINANZIARIA? AREA STRAORDINARIA? AREA TRIBUTARIA
Capitale investito nelle diverse aree
IMPIEGHI FONTIK0 DEBITI A BREVEKa DEBITI A MEDIO LUNGOK1 CAPITALE NETTOK K
32
A) = Valore della produzione ……. …….B) – Costi della produzione ……. …….
= Differenza fra valori e costi della produzione ……. …….C) Proventi e oneri finanziari ……. …….D) Rettifiche di valore di attività finanziarie ……. …….E) Proventi e oneri straordinari ……. …….
= Risultato prima delle imposte ……. …….- Imposte sul reddito ……. …….= Utile / Perdita dell’esercizio ……. …….
Schema di conto economico
(D.Lgs.127/91)
33
€. %Vendite ……Costo di fabbricazione del venduto (……)Utile lordo ……Costi commerciali/amministrativi (……)Reddito operativo ……C/R FinanziariC/R AtipiciUtile ordinario ……C/R straordinariUtile netto ante imposte ……Imposte corrispondenti (……)Utile netto d’esercizio ……
Riclassificazione del conto economico: modello del costo del venduto
34
Riclassificazione del conto economico: modello a valore aggiunto
Valore della produzione- Costi esterni della produzione
Valore aggiunto lordoAmmortamenti
Valore aggiunto netto- Costo del lavoro
Reddito/Perdita operativa+/- Saldo della gestione atipica
+/- Saldo della gestione finanziaria Utile/Perdita corrente
+/- Saldo della gestione straordinaria Utile ante imposte
35
Analisi di bilancio (problematica)
GIUDIZIO SULL’ATTENDIBILITA’ DEI DATI DI BILANCIO
METODOLOGIA DI RICLASSIFICAZIONE DEI VALORI DI BILANCIO
TECNICHE DI ANALISI
SIGNIFICATO DA ATTRIBUIRE AI VALORI
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE PER ESPRIMERE GIUDIZI
36
TIPI DI ANALISI POSSIBILI IMPIEGHI ESEMPLIFICAZIONIAnalisi strutturale Esame istantaneo
Confronti di tesoreriaMargine di tesoreriaMargine di strutturaCapitale circolante netto
Analisi per indici Esame retrospettivoConfronti nel tempoConfronti nello spazio
Indici di liquiditàIndici di soliditàIndici di rotazioneIndici di auto-finanziamentoIndici di efficienza
Analisi per flussi Esame retrospettivoProgrammazioneDefinizione delle politichefinanziarie
Flussi totaleFlussi di C.C.N.Flussi di cassa
Tecniche di analisi finanziaria
37
Tecniche di analisi finanziaria (2)
L'analisi dei flussi integra con
informazioni di tipo dinamico-
finanziarie quelle statico-finanziarie ed
economiche fornite da margini ed indici.
38
F Capitale immobilizzato N Capitale proprio
RDRimanenze(magazzino)
? Passività consolidate
Ld Liquidità differite P Passività correntiLi Liquidità immediate
C (capitale circolante) = RD + Ld + LiK (capitale investito) = F + RD + Ld + LiK (capitale acquisito) = N + ? + p
Simbologie dei valori dello stato patrimoniale epercentualizzazione
39
Collegamenti fra margini ed indici
Analisi sullo stato patrimoniale
MARGINI INDICIMargine di struttura N-F Quoziente di
coperturaimmobilizzazioni
NF
Margine di tesoreria (Li+Ld)-p Quoziente di liquidità Li+Ldp
Capitale circolantenetto o margine distrutturasecondario
(Li+Ld+RD)-p Quoziente didisponibilità
(Li+Ld+RD)p
40
Obiettivi dell'analisi di bilancio (in particolare per indici)
SOLIDITÀ AZIENDALEcapacità dell'impresa di perdurare nel tempo adattandosi alle mutevoli condizioni esterne ed interne;LIQUIDITÀcapacità dell'impresa di far tempestivamente ed economicamente ai impegni;RINNOVAMENTOcapacità intrinseche (derivanti dalle risorse interne) di adeguarsi al mercato e di svilupparsi;REDDITIVITÀcapacità dell'impresa della produzione di remunerare tutti i fattori della produzione e quindi tutti i mezzi impiegati;EFFICIENZAcapacità dell'impresa di utilizzare nel modo migliore disposizione i mezzi finanziari a disposizione.
41
La solidità aziendale
La solidità
RIGUARDA LA DIPENDENZA DA TERZI FINANZIATORI
MISURA IL RISCHIO FINANZIARIO DELL’IMPRESA
42
La solidità aziendale: obiettivi conoscitivi
? Quale giudizio diamo della solidità patrimoniale dell'impresa?
? Quali caratteristiche quali-quantitative presenta la solidità di quell'impresa?
? E' sottocapitalizzata?
? Qual'è stato il suo trend reddituale?
? Quale politica dei dividendi ha praticato?
? Come ha finanziato i suoi investimenti?
? La crescita dell'indebitamento c’è stata voluta o subita?
43
La solidità aziendale
Dipende dalla correlazione tra la struttura degli investimenti e dei finanziamenti
F/K+C/K=1 Più è vicino ad 1 il primo rapporto e più sono rigidi gli investimenti
(N+?)/K+(p/K)=1 Più è vicino ad 1 il primo rapporto e minore è il rischio di richieste di rimborso
(N+?)/F >,<, =1 Più è alto l’indice più è favorevole il giudizio sulla solidità
N/K >0,66 possibilità di sviluppotra 0,55 e 0,66 equilibrio strutturaletra 0,33 e 0,55 struttura finanziaria da controllare<0,33 struttura finanziaria pesante
44
La solidità aziendale
Dipende dal grado di dipendenza da terzi
(P+?)/K+N/K=1 Se il primo indice è vicino ad 1 si ha un notevole grado di dipendenza
(N/(P+?) >0,50 situazione positivatra 0,15 e 0,50 tendenzialmente negativa<0,15 negativa
N/n>1 esistono riserve nell’impresa
45
La liquidità: obiettivi conoscitivi
Gli indicatori di liquidità denotano tensioni?
? L'andamento reddituale ne ha sofferto?
? L'evoluzione a breve termine va nel senso giusto?
? Il grado di fiducia accordato all'impresa è elevato?
? I flussi di cassa che andamento hanno e quali sono i fatti che li
alimentano? (Riserve di credito)
? La capacità finanziaria dell'impresa è in sintonia con il ritmo di
sviluppo?
46
La liquidità
(Li+Ld+RD/p) >2 situazione positiva: N+F finanziano il C
<2 p finanziano F
(Li+Ld)/p >1 liquidità potenziale
<1 possibili carenze di liquidità
47
La liquidità
Quozienti operativi
Esprimono la mobilità o rotazione dei valori; ossia il numero di volte in cui il capitale investito si rinnova nell’esercizio, attraverso i ricavi
I loro reciproci, rapportati a 365 giorni, esprimono il tempo medio di investimento
Esprimono inoltre la dinamica della gestione(Liq. Inv. Liq.)
Vend/K
Vend/C
Vend/Rd
Vend/(Li+Ld)
48
Ciclo monetario
E' un coordinato insieme di indici che si utilizza per misurare il
periodo di tempo intercorrente tra l'uscita monetaria collegata
all'acquisizione di fattori produttivi e l'entrata monetaria
relativa alle vendite dei prodotti o delle prestazioni.
Consente di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità dovute a
sfasamenti tra il periodo degli incassi e quello dei pagamenti.
49
Ciclo monetario
CICLO MONETARIOPAGA
MEN
TO
RISC
OSS
ION
E
ACQU
ISTO
FA
TTOR
I
MAGA
ZZIN
O
PROD
UZIO
NE
MAGA
ZZIN
O
VEND
ITA
PROD
OTTI
50
Ciclo monetario
+ Giacenza media materie prime (R1 +R2)/2/consumi *365
+ giacenza media dei prodotti finiti (R1+R2)/2/Costi della produzione * 365
+ periodo di produzione (semilavorati ecc.) (R1+R2)/2/Costi della produzione * 365
+ periodo di giacenza media crediti v/clienti Crediti v/clienti/Ricavi delle vendite * 365
- periodo di giacenza media debiti v/fomitori Debiti v/fomitori/Acquisti * 365
51
La situazione economica
La constatazione di un risultato economico positivo, capiente come remunerazione del capitale di rischio, non è una condizione sufficiente a definire "positiva" la situazione economica.
Occorre analizzare l'origine del reddito per stabilire il contributo delle "diverse" gestioni (caratteristica, finanziaria, atipica, straordinaria e tributaria).
52
Analisi dei risultati
AREA OPERATIVA
Risultato operativo
+ area atipica
Risultato corrente
+ area finanziaria
Risultato ordinario
+ area straordinaria
+ area tributaria
Risultato netto
53
Determinanti della redditività
? Condizioni di attività
? Condizioni di efficacia
? Condizioni di efficienza
? Condizioni di elasticità
54
La redditività:obiettivi conoscitivi
? Quale è stato il trend reddituale dell’impresa ?
? Come ha operato il meccanismo di leva finanziaria ?
? In che misura hanno inciso sulla redditività operativa le variazioni dei
margini di guadagno (ROS) e le variazioni del grado di sfruttamento
della struttura (VCC) ?
? Come si colloca l’impresa rispetto ai livelli di redditività del settore ?
? Quale politica degli investimenti viene seguita ?
55
La redditività globale o netta
Esprime il tasso di redditività del capitale proprio ossia la remunerazione del capitale di pieno rischio. E' rappresentata dalROE (return on equity)
Dipende da numerosi fattori, infatti: ROE = Rn/N = Ro/K * K/N * Rn/Ro
Il segno algebrico dipende economico (prescindendo da deficit patrimoniale).
56
La redditività operativa
E' l'attitudine dell'impresa a remunerare in modo congruo gli investimenti utilizzati operativamente nell'impresa e al servizio della gestione caratteristica.
E' misurata dal ROI (return on investment):Ro/Ko
57
La redditività operativa
Segnala la capacità dell'impresa di remunerare il capitale totale acquisito (proprio e di terzi) basandosi esclusivamente sulla gestione caratteristica.
Consente la formulazione di giudizi sull'operato degli organi di governo dell'impresa che utilizzano capitali nella gestione caratteristica, prescindendo dalle fonti di finanziamento utilizzate.
58
ROI
Ro/Ko =Ro/V * V/Ko
Dipende da:
? condizioni di attività aziendale che attengono il "che cosa" e il "quanto" produrre
? condizioni di efficienza che riguardano il "come" produrre il cosa e il quanto stabiliti in precedenza
? condizioni di elasticità dell'impresa.
59
Analisi del ROI
Ro/Ko
(Ro-Co)/V
V/Ko
ANALISI DEL CONTO ECONOMICO A VALORI %
ANALISI DEI COSTI
RAZIONALIZZAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO
(ANALISI DELLE V)
60
Esemplificazione
Caso A
Ro = 1000Ko = 1.000V = 8.000
Caso B
Ro = 1000Ko = 1.000V = 500
ROI= 10%
ROS = 1,25%
Vel = 8
DEBOLEZZA
FORZA
ROI= 10%
ROS = 20%
Vel = 0,5
FORZA
DEBOLEZZA
61
La redditività delle vendite (ROS)
E' formalizzata dal ROS = Ro/V ed esprime il reddito medio ottenuto per ogni unità di ricavo.
Poiché Ro = ro - co, un valore positivo dell'indice di ricavo ancora disponibile segnala la porzione dopo la copertura di tutti i costi caratteristici.
Dipende da numerosi fattori:
? dal lato dei ricavi: quantità, prezzi, mix; ? dal lato dei costi: consumi, costi operativi, ammortamenti, ect..
62
La velocità di rotazione del capitale investito (V/K)
Esprime:
? il ricavo medio per unità di investimento operativo o caratteristico:
? quante volte, nell'arco di un periodo amministrativo, il capitale investito si è trasformato in risorse finanziarie grazie alle vendite.
Esistono misurazioni più analitiche che prendono in considerazione solo alcuni elementi del capitale.
63
La leva finanziaria
La redditività netta (ROE) dipende anche dalla composizione delle fonti di finanziamento; in particolare si può notare che in determinate circostanze (ROI > i) è possibile provocare aumenti di ROEsemplicemente incrementando il capitale di credito (a parità di tutte le altre condizioni).
La formulazione matematica è la seguente:
ROE-[ROI+(ROI-i) * (p+?)/N] * (1-t)
64
Esempio
Consideriamo due aziende “A” e “B” che abbiano un eguale utile operativo ed una diversa struttura finanziaria:
“A” “B”
Ro 360 360
Of 150 75
Rn 210 285
N 1.000 1.500
P 1.000 500
K 2.000 2.000
ROI 18% 18%
ROE 21% 19%
La differenza del ROE dipende:
• dall’utile operativo,• dalla struttura finanziaria,• dall’incidenza dei costi e dei ricavi delle aree non caratteristiche.
65
La leva finanziaria
L'aumento del numeratore del rapporto (p+?)/K provoca una modificazione nella redditività netta che assume segno positivo o negativo a seconda cheROI>i o viceversa.
L'attuazione di una politica di "leverage" presuppone una particolare capacità di previsione delle variabili economiche ROI ed i.
Esistono comunque limiti “fisiologici” all'applicazione di tale politica.
66
La leva finanziaria
Emerge che: ROI =20%; i = 10%; ROE =30%Si può osservare che un aumento degli investimenti di € 100, ottenuto ricorrendo all'indebitamento, provoca un aumento della redditività netta al 32% (a parità di altre condizioni).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICON= 500 Reddito operativo 200?+p= 500 - Oneri finanziari 50
K= 1.000 K= 1.000 = reddito netto 150
67
La leva finanziaria
La situazione risulta così modificata
Emerge che: ROI =20%; i = 10%; ROE =32%L’incremento di ROE (+ due punti percentuali) è stato prodotto da un incremento dell’indebitamento, a parità di altre condizioni.
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICON= 500 Reddito operativo 220?+p= 600 - Oneri finanziari 60
K= 1.100 K= 1.100 = reddito netto 160
68
La leva finanziaria
Si valutino gli effetti di un incremento di €.100 di finanziamenti (opportunamente investiti) nelle tre ipotesi (a parità di ROI ed i).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO (3 ipotesi)p+p= 500 Ro 200 100 150N= 500 Of 50 50 100
1.000 1.000 Rn 150 50 50
ROI 20% 10% 15%I 10% 10% 20%ROE 30% 10% 10%
69
La leva finanziaria
La situazione migliora nell’ipotesi 1), resta costante nella 2) e peggiora nella 3).
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO (3 ipotesi)p+p= 600 Ro 220 110 165N= 500 Of 60 60 120
1.100 1.100 Rn 160 50 45
ROI 20% 10% 15%I 10% 10% 20%ROE 32% 10% 9%
(+2pt) = (-1pt)
70
La leva finanziaria (formulazione completa)
Quale effetto si ottiene applicando la politica precedente?ROE = [ROI+(ROI-i)*(p+?)/n]*1-t) ossia:
[20+(20-10)*(600/500)]*(1-0,4)=19,2%
STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICOp+?= 500 Ro 200 Roi 20%N= 500 Of 50 I 10%
1.000 1.000 Ot 60 T 0,4Rn 90 Roe 18%
71
La scelta della struttura finanziaria
La struttura finanziaria di un’azienda commerciale è, al termine di un esercizio, così configurata:
? N = 2.000; (p+?) = 3.000
? Ro = 1.200; Of = 540; Ot = 330; Rn = 330
? ROI = 24%; ROE = 16,5%; i = 18%; a= 0,50%; q = 1,5
Obiettivo: elevare il ROE al 21%
Poiché K = 5.000 allora N = 1.250 e (p+?) = 3.750
Tasso di sviluppo compatibile = ROE (1 - d) = 21 (1 - 18%) = 17,22%
(ROE / a) - ROI (21 / 0,50) - 24 q = = = 3
ROI - i 24 - 18
72
Effetto leva
Relazione tra ROE e ROI:Redditività operativa (ROI)
ROE: Onerosità del capitale di credito (i)Struttura finanziaria
EFFETTO LEVA
SE ROI > i
LEVA POSITIVA
MOLTIPLICATORE A FAVORE DELROI
SE ROI < i
LEVA NEGATIVA
MOLTIPLICATORE A SFAVORE DELROI
73
Il costo del capitale
COSTO MEDIO DEL CAPITALE
Costo che l’azienda sostiene per reperire i mezzi
finanziari, quale che sia la loro provenienza.
74
Il costo del capitale
(ic * N/K) + [id * (N-K)/K]
Costo del capitale proprio (ic)*
Incidenza del capitale proprio su K+
Costo del capitale di terzi (id)*
Incidenza del capitale di terzi su K
Ossia:
75
Esempio
Calcolare il costo medio del capitale in base ai seguenti dati:
? N = 2.000; (P + ?) = 2.000; K = 4.000
? Ro = 200; Of = 50; Rn = 150
? ic = 0,15; id = 0,025
Quindi:
CMC = 0,15 * 1/2 + 0,025 * 1/2 = 9% circa
76
Stima del costo del capitale
STIMA DEL COSTO DEL CAPITALE PROPRIO
Tasso di interesse sugli
investimenti privi di rischio
+
premio per il rischio
77
Stima del costo del capitale
COSTO DEL CAPITALE
Tasso minimo di remunerazione ritenuto
soddisfacente dai finanziatori dell’azienda.
CreditoriCosto del capitale di terzi
AzionistiCosto del capitale proprio
A quale livellodeve essere fissato ?
78
Rischio globale dell’impresa
RISCHIOESTERNO
RISCHIOINTERNO
RISCHIO ESTERNO GENERALE
(AMBITO DEL MACROAMBIENTE)
RISCHIO ESTERNO SPECIFICO(AMBITO
SETTORIALE)
RISCHIOOPERATIVO
RISCHIO FINANZIARIO
RISCHIOSISTEMATICO
RISCHIOSPECIFICO
79
Esempio
? Costo del capitale di terzi 5%? Costo del capitale proprio 10,7%
? così determinato:? tasso di rendimento impieghi senza rischio 3%? premio medio per il rischio 7%? coefficiente di rischio sistematico ß 1,1%? Ke = 3% + 7% * 1,1 = 10,7%
? Debiti sul totale mezzi finanziari 40%? capitale proprio sul totale mezzi finanziari 60%
Capitale di terzi 5% * 0,4 = 2%Capitale proprio 10,7% * 0,6 = 6,4% Costo medio del capitale = 8,4%
80
Il Rendiconto Finanziario: obiettivi conoscitivi
? Come è variata la liquidità nell’impresa ?
? A quanto ammontano le fonti e gli impieghi ?
? A quanto ammonta il reddito spendibile ?
? Quali sono le componenti fondamentali del R.S. ?
? A quanto ammonta il flusso di cassa della gestione reddituale ?
? Quali sono le componenti fondamentali di tale flusso ?
? Quale è la fonte di liquidità prevalente ?
? Quale è l’impiego di liquidità prevalente ?
? Come sono correlati gli impieghi e le fonti ?
81
Fasi per la preparazione del rendiconto
? Calcolo delle variazioni patrimoniali grezze
? Definizione della nozione di risorsa finanziaria
? Analisi della variazione grezza tenuto conto delle informazioni
aggiuntive fornite dalla nota integrativa
? Eliminazione delle variazioni che non rappresentano movimenti
finanziari
? Predisposizione del rendiconto finanziario
82
Definizione di risorsa finanziaria
? Disponibilità liquide nette (al netto dei c/c bancari passivi)
? Disponibilità liquide nette + titoli disponibili
? Disponibilità liquide e differite nette
? Disponibilità liquide e differite al netto delle passività
correnti
? Attivo circolante al netto dei soli c/c bancari passivi
? Capitale circolante netto
83
Fondo di liquidità
? Liquidità iniziale Lit. 1.950
? Liquidità finale Lit. 2.490
? Variazione negativa di liquidità è pari a Lit. 540
Quali sono le cause che hanno prodotto tale variazione e a quali classi di operazioni sono
attribuibili ?
84
La genesi dei flussi finanziari
? Gestione reddituale o corrente
a) reddito spendibile,
b) reddito spendibile rettificato, ossa flusso di cassa della gestione reddituale o corrente
? Investimenti o disinvestimenti
relativi ad attività non direttamente attinenti alla gestione reddituale
? Acquisizioni o rimborsi di finanziamenti
? Altre operazioni
operazioni sul capitale proprio e dividendi
85
La genesi degli impieghi finanziari
?Flusso di cassa per Investimenti
a) relativi ad impianti e macchinari
b) partecipazioni
? Flusso di cassa per rimborsi di finanziamenti
a) Rimborso di debiti finanziari a MLT
b)Rimborso di capitale proprio
? Altre operazioni
Flusso di cassa per il pagamento di dividendi
86
Composizione della variazione globale del CCN -Cause che la determinano
FONTI REDDITUALIRicavi finanziari > costi finanziari
ASSORBIMENTO REDDITUALERicavi finanziari < costi finanziari
REDDITO SPENDIBILE
DIMINUZIONE DI ATTIVO FISSO
INCREMENTO DI PASSIVITA’ A M/L
INCREMENTO DI CAPITALE
PROPRIO
INCREMENTO DI ATTIVO FISSO
DIMINUZIONE DI PASSIVITA’ A M/L
DIMINUZIONE DI CAPITALE PROPRIO
E DISTRIBUZIONE DI UTILI
VARIAZIONE GLOBALE DI C.C.N.
FONTI IMPIEGHI
AREA
GESTIONE
CORRENTE
AREAGESTIONE
NONCORRENTE
300
400
500
100
200+
200
300
200
F - I = 400
87
Composizione della variazione globaledei flussi di liquidità: cause che la determinano
FONTI REDDITUALIRicavi finanziari > costi finanziari
ASSORBIMENTO REDDITUALERicavi finanziari < costi finanziari
REDDITO SPENDIBILE
+ VARIAZIONE POSITIVA DEBITI- VARIAZIONE NEGATIVA DEBITI+ VARIAZIONE NEGATIVA CREDITI- VARIAZIONE POSITIVA CREDITI+ DECREMENTO RIMANENZE- INCREMENTO RIMANENZE
CASH FLOW OPERAZIONALE
DIMINUZIONE DI ATTIVO FISSOINCREMENTO DI PASSIVITA’ A M / LINCREMENTO DI CAPITALE PROPRIO
INCREMENTO DI ATTIVO FISSODIMINUZIONE DI PASSIVITA’ A M / LDIMINUZIONE DI CAPITALE PROPRIO E DISTRIBUZIONE DI UTILI
VARIAZIONE GLOBALE DI LIQUIDITA’
CASH FLOW GLOBALE
FONTI IMPIEGHI
+ -
AREA
GESTIONE
CORRENTE
AREAGESTIONE
NONCORRENTE
88
Relazioni tra gestione economica, CCN e flussi di cassa
Utile della gestione = 1.100
Flusso di cassa generato dalla gestione reddituale = 3.200
Reddito spendibile = variazione in aumento del C.C.N. = 1.400
VOCI DEL C.E. VALORI CREDITI RIM.MAT.
RIM.PROD.
DEBITIVS.FORN.
DEBITIVS.PERS.
CASSA
Ricavi di vendita 8.000 500 7.500Variazione prodotti 150 150 0Acquisto materie - 4.000 2.000 0 - 2.000Costi servizi vari - 300 - 300Costo mano D’opera -2.500 500 - 2.000Ammortamenti - 200Accantonamento F. TFR - 100Variazione materie 50 50 0Utile d’esercizio 1.100 500 50 0 150 0 2.000 0 500 3.200
89
Il modello del valore: obiettivi
Conoscere la caratteristiche dei parametri contabili ai fini della misuraz. delle performance aziendali
Conoscere il concetto di capitale economico
Spiegare i principi fondamentali della creazione del valore
Comprendere il significato dell'EVA
90
Parametri contabili e misurazione della performance
La performance dell'azienda esprime il risultato complessivo conseguito nello svolgimento dell'attività aziendale.
La misura della performance evidenzia il grado di raggiungimento degli obiettivi aziendali
La misura della performance svolge due importanti funzioni:
? orienta le scelte aziendali
? consente di comunicare agli stakeholder i risultati.
91
Limiti delle misure contabili di bilancio e loro rielaborazioni
? REGOLE GIURIDICHE
? IL RISCHIO
? VALORE FINANZIARIO DEL TEMPO
? VALORE DELLE RISORSE IMMATERIALI
92
Il riferimento al capitale economico
Il capitale economico è il valore economico attribuibile al "capitale proprio" di un'azienda tenuto conto dei suoi risultati filtri
Il capitale economico esprime un indicatore di riferimento della performance aziendale
93
Impieghi del CE
? DETERMINARE IL PREZZO DI SCAMBIO DEL CAPITALE
? DETERMINARE IL REDDITO D'ESERCIZIO
? SCELTA TRA ALTERNATIVE DI IMPIEGO DELLE RISORSE
AZIENDALI
94
La creazione del valore
Per l'azionista il risultato della gestione nel periodo i comprende:
? i dividendi del periodo 1
? eventuale aumento a pagamento del capitale durante l'esercizio i
? variazione del CE nel periodo 1
95
Creazione, realizzazione e diffusione del valore
Creazione (riguarda le iniziative aziendali che agiscono sulla capacità di reddito e sulla diminuzione del rischio).
? Miglioramenti interni? Miglioramenti realizzabili per vie esterne? Ristrutturazioni finanziarie e societarie
Questa fase si focalizza sul trasferimento delle maggiori potenzialità reddituali nei prezzi delle azioni espressi dai mercati borsistici.
Queste ultime, infatti, dipendono non solo dalla capacità reddituale dell'impresa, ma da altri fattori che manifestano il loro effetto proprio in questa fase.
96
La misura del valore
W0 =
dove:
W0 = valore odierno del capitale per l'investitoredt = dividendo atteso al periodo T (per T variabile da 1 a n)Pn = probabile prezzo di cessione dell'investimento al
tempo nVo; Vt coefficienti di attualizzazione
Come fissare il tasso di attualizzazione?
97
Tasso di attualizzazione
i = i' + s
Dove: i = tasso di rendimento atteso dall'azionista
i' = tasso di investimenti privi di rischio
s = remunerazione per il rischio dell'investimento in una certa impresa
98
Il rischio
RISCHIO PER L’INVESTIMENTO IN
AZIENDA
RISCHIO OPERATIVO
RISCHIO FINANZIARIO
RISCHIO SISTEMATICO
RISCHIO SPECIFICO
99
Economie Value Added (EVA)
L'EVA è uno dei principali indicatori del valore aziendale e si
determina come segue;
EVA=NOPAT - WACC x C
dove:
? NOPAT= RO rettificato al netto delle imposte
? WACC= costo medio ponderato del capitale investito
(weithted Average Cost of Capital)
? C= capitale investito rettificato
100
I value driver dell'EVA
NOPATricavi (soddisfazione Cliente, prezzi, mix vendita, volumi) ; costi (efficienza)
WACCrischio operativo e rischio finanziario
C? allocazione capitale(portafoglio prodotti, portafoglio clienti,
portaf.paesi);? allocazione capitale(saturazione capacità, politiche di
sost./rinnov./innovaz immob., incasso crediti, dilazione fornitori, riduzione scorte)
101
Il controllo può essere:
? Controllo strategico, verifica la validità delle strategie in conformità ai cambiamenti ambientali
? Controllo manageriale, verifica che l'organizzazione aziendale sia sufficientemente motivata, condivida le scelte aziendali e raggiunga i risultati desiderati;
Effetti del controllo sull'organizzazione:
? Migliora l'informazione verso i dipendenti;? Motiva i dipendenti? Verifica che sussistano le capacità e le competenze necessarie per
svolgere le funzioni assegnate
102
Come evitare i problemi del controllo:
? eliminazione delle attività aziendali (Outsourcing);
? automazione;
? centralizzazione;
? condivisione del rischio con soggetti esterni.
La necessità di un controllo di gestione formalizzato nasce soprattutto nelle seguenti situazioni:
? crescita dimensionale (strutturale e/o operativa);
? aumento della turbolenza ambientale;
? passaggio da una direzione imprenditoriale ad una direzione manageriale
103
Oggetto del controllo possono essere:
? le azioni: gli strumenti utilizzati agiscono direttamente su
comportamenti dei dipendenti;
? i risultati: gli strumenti utilizzati tendono a responsabilizzare i
soggetti sugli esiti delle loro attività e a gratificare coloro che
migliorano le loro performance
104
Il controllo dei risultati si identifica con il controllo di gestione e consiste nel responsabilizzare gli individui (o gruppi di individui) sugli esiti delle loro attività.
L'obiettivo è quello di motivare i soggetti aziendali a perseguire i risultati indicati dall'alta direzione (è utile formalizzare un sistema di incentivazione legato ai risultati).
Tali controlli incoraggiano i dipendenti ad intraprendere le azioni più idonee per raggiungere i risultati desiderati
105
Responsabilizzare significa:
? Far conoscere ai vari responsabili le aree di risultato critiche per l'azienda;
? Fornire elementi di motivazione affinché i soggetti raggiungano i risultati fissati dall'alta direzione
? assicurare un nesso tra la responsabilità assegnata al soggetto e le leve su cui esso può esercitare il suo potere decisionale.
106
Il controllo di gestione
É il processo attraverso il quale i
responsabili ai vari livelli si assicurano che le
risorse vengano acquisite ed impiegate in
modo efficace ed efficiente per il
conseguimento degli obiettivi d'impresa
107
Il controllo di gestione
Il sistema di controllo è nel contempo:
? Un metodo di lavoro direttivo mediante il quale l'azienda si dota di strumenti idonei a migliorare la qualità decisionale.
? Un sistema di misura e valutazione delle performance aziendali in quanto gli obiettivi assegnati ai vari responsabili costituiscono i parametri per valutare la loro capacità.
108
Il controllo di gestione
PROCESSO
OUTPUT
RISULTATI ATTUALI
REGOLATOREconfronto tra il budget e il
consuntivo
INTPUT
COME DA BUDGET
FEEDBACK FEEDBACK
109
Controllo di Feedback e Feedforward
Il FEEDBACK CONTROL riguarda il monitoraggio delle differenze tra i
risultati desiderati e risultati ottenuti. Su queste informazioni si
fondano le azioni correttive da apportare al piano/programma.
Con il FORWARD CONTROL le previsioni e quindi il piano programma
viene elaborato sulla base delle informazioni acquisite confrontando i
risultati attesi con quanto si vorrebbe ottenere in un certo filtro. Gli
interventi correttivi sono finalizzati a ridurre queste differenze.
110
Fasi del controllo di gestione
Definizione degli obiettivi da raggiungere entro un certo periodo di tempo.
Elaborazione ed approvazione di un programma opportunamente articolato e coordinato per il raggiungimento di tali obiettivi.
Rilevazione delle informazioni consuntive sull'andamento effettivo della gestione.
Confronto tra risultati raggiunti e programmati.
Analisi delle cause di scostamento.
Adozione di adeguati provvedimenti "correttivi".
111
I soggetti coinvolti nel CG sono :
? L’Alta Direzione (pianificazione, programmazione e controllo);
? tutti i manager, fino ai livelli inferiori della struttura, che necessitano di informazioni per prendere decisioni utili per il buon funzionamento dell'impresa (programmazione e controllo);
? gli specialisti del controllo (controller);
112
Gli elementi del sistema di controllo di gestione
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
MODALITÀ DI DISTRIBUZIONE E
ASSEGNAZIONE DELLE RESPONSABILITÀ
ECONOMICHE ALL’INTERNO DELL'AZIENDA
STRUTTURA TECNICO-CONTABILE
CONTABILITÀ GENERALE
CONTABILITÀ ANALITICA
BUDGET
COSTI STANDARD
REPORTING
STRUTTURA ORGANIZZATIVA
DEFINIZIONE OBIETTIVI
MODALITÀ DI CONTROLLO LORO RAGGIUNGIMENTO
PREDISPOSIZIONE AZIONI CORRETTIVE
113
Le dimensioni del controllo:
? ECONOMICO-FINANZIARIO E VALORE
? ORGANIZZAZIONE (COESIONE E MOTIVAZIONE)
? KNOW-HOW INTERNO
? CAPACITÀ RELAZIONALE CON L'ESTERNO
? CLIENTI
? FORNITORI
? AMBIENTE
? ETICA
114
DIREZIONE GENERALE
Direzione marketing
Direzione produzione Direzione personale Direzione
amministrativa Direzione finanza Direzione ricerca
Stabilimento “1” Stabilimento “2”
Officina 2.1 Officina 2.3
Reparto acquisti Reparto assemblaggio.
Reparto coloritura Reparto collaudo
La struttura funzionale
115
Direzione generale
Divisione “A” Divisione “B” Divisione “C”
Marketing Produzione
Stabilimento “A” Stabilimento “B”
Amministrazione Personale
La struttura divisionale
116
Gli oggetti dei CG
L'intero sistema aziendale mediante il monitoraggio dei risultati globali (Bilancio).
Specifici sub-sistemi aziendali mediante il monitoraggio dei risultati dei sub-sistemi più significativi. In quest'ultimo caso è importante individuare le diverse modalità di disaggregazione della gestione globale al fine di scegliere quella più consona alle esigenze della direzione.
Tutte le modalità di disaggregazione consentono di individuare aree di risultato, ossia sub-sistemi di cui misurare l'efficienza o l'efficacia
117
Non tutte le aree di risultato sono aree di responsabilità o centri di responsabilità, ossia degli insiemi di operazioni sottoposti alla responsabilità di un preciso soggetto nell'ambito della struttura organizzativa
Sono aree o centri di responsabilità le funzioni aziendali o le sub-funzioni. Le aree di risultato possono essere centri di responsabilità solo se nell'ambito della struttura organizzativasono previste delle figure che presidiano tali aree (project manager, product manager, process manager etc.)
118
L'individuazione ed il monitoraggio dei sub-sistemi è necessario per:
? ridurre la complessità dell'azienda
? risalire alle vere cause dei risultati aziendali e alle fondamentali "leve" per influenzarli
? individuare i soggetti a cui compete la responsabilità dei risultati stessi
119
Centri di responsabilità
Centri di costoSono le aree di responsabilità in cui i responsabili sono in grado di influenzare in modo diretto ed in misura significativa solo i costi.
Centri di ricavoSono i centri di responsabilità in cui le azioni dei rispettivi responsabili influenzano in modo diretto ed in misura significativa:A) ricavi di vendita;B) costi di funzionamento del centro stesso.
Centri di profittoSono unita' organizzative dotate di ampia autonomia decisionale nelle quali imanagers con le loro azioni sono in grado e influenzare in modo diretto ed in misura significativa il risultato economico (ricavi-costi) di particolari combinazioni produttive (line……………………………….)
120
Strumenti contabili del controllo di gestione
Il controllo di gestione si avvale di adeguati strumenti contabili, cioè di un sistema informativo per il controllo economico-finanziario della gestione:
? la COGE e il BILANCIO DI ESERCIZIO
? la CONTABILITA' ANALITICA
? il BUDGET ed i COSTI STANDARD
121
CONTABILITA’ GENRALE E BILANCIO
D’ESERCIZIO
CONTABILITA’ ANALITICA PER CENTRI
DI COSTO E PER ATTIVITA’
BUDGET ED ALTRE MISURAZIONI A
PREVENTIVO
RILEVAZIONI EXTRACONTABILI
REPORTING
Strumenti contabili ed extracontabili del controllo di gestione
122
Il processo logico del controllo di gestione
CONTABILITÀ GENERALE
CONTABILITÀ ANALITICA BUDGET
SISTEMA DI REPORTING
MANAGEMENTESTERNO
123
Obiettivi della contabilità industriale
Orientare talune decisioni aziendali in base a calcoli di convenienza economica;
permettere la programmazione ed il controllo di gestione
valutare le rimanenze di magazzino per rendere possibile la compilazione del bilancio d'esercizio.
124
Contabilità industriale
? Per contabilità industriale si intende un insieme di determinazioni economico-quantitative mediante le quali si calcolano i costi di particolari oggetti, individuabili all'interno del sistema aziendale.
? I tipici oggetti di attribuzione dei costi sono:
? i centri di costo? i prodotti
125
Contabilità industriale
I dati della contabilità industriale fanno parte del sub- sistema informativo orientato alla programmazione ed al controllo della gestione, le cui informazioni sono espresse in termini economico-finanziari, cioè in unità monetarie.
Presupposto:
Ogni unità organizzativa, in quanto impiega delle risorse, influenza con il proprio operato il sostenimento di certi costi.
126
La programmazione dei costi
Dal punto di vista economico, uno dei più rilevanti problemi di
costruzione del budget consiste nella programmazione dei costi.
A seconda del modo con cui si programmano, essi si distinguono in:
? Costi parametrici
? Costi discrezionali
? Costi vincolati
127
DefinizioneElementi di costo per i quali si può determinareoggettivamente l’ammontare (cioè nota a priori laquantità di input una unità di output)
Ammontare a budget Dipende dal volume di produzione
Analisi degli scostamenti Più bassi sono meglio è. Lo scostamento è unindice di efficienza
Periodo di controllo Breve
Costi tecnici o parametrici
128
Definizione
Elementi di costo il cui ammontare non èvincolato a parametri tecnici, ma agli obiettiviche si vogliono raggiungere, senza un legamequantitativo preciso
Ammontare a budget Dipende dalla decisione della Direzione
Analisi degli scostamentiLo scostamento indica solo che ho speso +/- diquanto ero autorizzato a fare, non è una misuradi efficienza
Periodo di controllo Breve/medio
Costi discrezionali
129
Definizione Elementi di costo che sono conseguenza diimpegni assunti in passato dall’azienda
Ammontare a budget Dipende dalle decisioni prese in passato
Analisi degli scostamenti Non significativa nel breve termine. Variazioni dicosto dipendono da variazioni di struttura
Periodo di controllo Lungo
Costi vincolati
130
È uno strumento di simulazione economica
Funzione del B.E.P.
La vera funzione delle analisi di B.E.P. non è tanto cercare il volume di pareggio, bensì:
? VALUTARE IN ANTICIPO L'IMPATTO SUL PROFITTO DI QUESTE VARIABILI (o come manovrarle in vista di un certo profitto)
? VOLUME
? PREZZO DI VENDITA,
? CAPACITA E PROGRAMMI
? EFFICIENZA INTERNA PREZZI DI ACQUISTO
131
Analisi prezzi-costi-volumi
Analisi propedeutica al budgeting
Ricerca del volume di pareggio
Ricerca del volume corrispondente ad un certo risultato economico
Vera funzione dell'analisi: simulare l'impatto sul profitto delle sue
variabili
Analisi con produzione diversificata e ricerca del fatturato di pareggio
Concetto di "rischio operativo" e di "leva operativa"
132
Ricerca di volumi di pareggio
Il volume di pareggio è dato da
Con a= ammontare dei costi fissie (p-b) = margine di contribuzione
unitario
Mentre il volume di utile atteso è dato da
Xp= a(p-b)
Xp= (a+u)(p-b)
133
Costi variabili, fissi e totali
0
50
100
150
200
250
q0 q q1 q2 q3 q4 q5
COSTI TOTALI
COSTI VARIABILICOSTI FISSI
y=a+bx
y=a
y=bx
135
Esempio
? Costi fissi €. 500 milioni
? Std fisico unitario Kg. 0,4/ unità di prodotto
? Std unitario di prezzo €. 200/ Kg. risorsa
? Prezzo unitario di vendita €. 180/unità Xp = 5001(180-80) = 5.000.000 di unità di prodotto necessarie per raggiungere il pareggio economico.
? Reddito atteso così determinato: redditività attesa del capitale= 12%, valore medio capitale investito= €.1000 ml; Xu=(500+120)/100= 6.200.000 unità di prodotto necessarie a raggiungere la redditività attesa.
136
Esempio
? A quanto ammonta il volume di pareggio se l’azienda peggiora la sua efficienza del 10%? Xp=500Mni/(180-88)=5.434.000
? Che profitto ottiene l’azienda se ridimensiona la sua capacità economica del 10% e produce 5 mio di unità di prodotto? 5000000=(450Mni+U)/100=50 Mni
? Di quanto dovrebbe aumentare il prezzo di vendita per portare il volume di pareggio a 4.000.000 di unità?
4.000.000 = 500 M.ni / (p - 80) €.205 aumento del 13,9%
OVVIAMENTE DI TUTTE LE SOLUZIONI VA VERIFICATA LA FATTIBILITÀ.
137
Cos'è un budget
Si può definire il budget come un programma coordinato
delle attività aziendali, a breve termine, che fissa gli
obiettivi da raggiungere, espone i costi per realizzarli ed
indica i risultati economici che devono essere conseguiti.
138
Il budget
Si tratta di:
? un programma delle operazioni di gestione da
compiere in un certo periodo ("breve"-> annuale)
? finalizzato al raggiungimento di certi obiettivi
? con una quantificazione delle risorse occorrenti.
Non è una previsione richiede numerose previsioni.
139
Il budget è un programma di gestione, riferito all'esercizio futuro, che si conclude con la formulazione di un bilancio preventivo.
Il budget non è un programma qualsiasi, ma ha delle caratteristiche precise:
? la globalità,? l'articolazione per centri di responsabilità,? l'articolazione per intervalli di tempo infrannuali;? la traduzione in termini economico-finanziari, cioè in
unità monetarie.
Il budget
140
Il budget
? La globalità: il budget abbraccia tutta l'impresa, cioè in particolare:
? tutte le aree di attività.
? tutti i livelli organizzativi,
? tutti i prodotti.
? L'articolazione per centri di responsabilità: il budget deve guidare non solo il comportamento dell'alta direzione, che amministra l'impresa nella sua globalità, ma anche quello delle varie unità organizzative della struttura aziendale. Ciò significa che il budget aziendale deve essere scomposto in tanti "budget settoriali".
141
Il budget
L'ARTICOLAZIONE PER INTERVALLI DI TEMPO INFRANNUALI, significa che un programma di gestione, per essere efficace, deve essere in grado di guidare il comportamento delle persone anche nei vari periodi dell'esercizio futuro. E' per questa ragione che il budget annuale viene diviso in budget infraannuali (trimestrali, mensili, etc...).
LA TRADUZIONE IN TERMINI ECONOMICO FINANZIARI, significa che l'insieme delle scelte che rappresentano il comportamento futuro dell'impresa viene sintetizzato in termini quantitativi e non solo descrittivi. In particolare tale quantificazione viene effettuata in unità monetarie, cosi da permettere, tra l'altro:? Il consolidamento di budget settoriali? la diffusione presso le diverse aree e livelli organizzativi di una
mentalità economico finanziaria
142
Il budget
Le funzioni del budget sono principalmente le seguenti:
? guida l'azione dei manager ai vari livelli;? fornisce parametri economico-finanziari con i quali
confrontare i risultati di gestione effettivamente ottenuti;? permette il coordinamento a priori dei vari organi dell'azienda;? consente di migliorare la programmazione;? consente la comunicazione dei programmi;? consente ai singoli manager la valutazione dei propri risultati.
143
Il budget
In sintesi, le funzioni del budget sono:
? GUIDARE
? VALUTARE
? COORDINARE
?MOTIVARE
? "FORMARE"
I MANAGER COINVOLTI NEL PROCESSO DI CONTROLLO
144
Le fasi del processo di budget
? Comunicazione, ai responsabili preposti alla elaborazione dei budget di
centro, delle politiche e delle linee guida a cui il budget deve essere
ispirato;
? Individuazione dei fattori limitano o vincolano il raggiungimento degli
obiettivi;
? Preparazione del budget delle vendite (volumi e mix delle vendite);
? Preparazione degli altri budget seguendo un processo "bottom-up"
(ossia iniziando a coinvolgere i livelli più bassi dell'organizzazione per
poi passare alle fasi di affinazione e coordinamento che verranno svolte
dai livelli più alti)
145
? Negoziazione dei budget iniziando dai livelli più bassi;
? Coordinamento e consolidamento dei budget;
? Preparazione e successiva approvazione del budget economico, patrimoniale e del cash-flow preventivo;
? Revisione periodica del budget.
? Esempio di elaborazione del budget della produzione:
? Responsabile degli acquisti: budget delle materie prime dirette;
? Capo stabilimento: budget dello stabilimento;
? Direttore della fabbricazione: budget della fabbricazione;
? Responsabile della produzione: budget della produzione.
146
Il budget, documenti amministrativi
Il budget, a livello globale aziendale, assume la forma di un bilancio preventivo, cioè traduce i programmi di gestione dei successivo anno in prospetti aventi la struttura dei bilanci.
Il BUDGET AZIENDALE si compone di:
? BUDGET ECONOMICO? BUDGET PATRIMONIALE? BUDGET FINANZIARIO (di cassa e fonti-impieghi)? BUDGET ECONOMICO, assume la forma contabile di un conto
economico.? BUDGET PATRIMONIALE, è uno stato patrimoniale preventivo,
riferito al 31 dicembre del successivo esercizio.? BUDGET FINANZIARIO, è un documento che accoglie i flussi
finanziari previsti per il successivo esercizio.
147
Budget economico
VENDITE 6.900.000COSTO PROD.VEN. 4.000.000UT.LOR. VENDITE 2.900.000COSTI DIST./VEN. 900.000COSTI AMM. 200.000UTILE CARATTER. 1.800.000ONERI E PROV.FIN. 300.000UTILE AL LOR.IMP 1.500.000IMPOSTE E TASSE 200.000UTILE NETTO 1.300.000
148
Fasi di formazione del budget
BUDGET DEGLI INVESTIMENTI
OBIETTIVI GENERALI DEL PIANO
OBIETTIVI GENERALI DEL BUDGET
BUDGET COMMERCIALE
BUDGET DEL MAGAZZINO PRODOTTI
BUDGET DI PRODUZIONE
BUDGET DELLE ALTRE AREE
BUDGET GLOBALE AZIENDALEeconomico, finanziario e patrimoniale
BUDGET DELLE QUANTITÀ VENDUTE E DEI RICAVI
BUDGET DEI COSTI COMMERCIALI
BUDGET DELLE QUANTITÀ PRODOTTE
BUDGET DEI COSTI DI PRODUZIONE
BUDGET DELLE ACQUISIZIONI DI PERSONALE E MATERIE
BUDGET DEI COSTI DELLE ALTRE AREE
149
Il budget commerciale
? Ricavi e costi commerciali
? Ricavi: 3 variabili ? (Volume, prezzo, mix)
? Volume ? Quantità da vendere = ordini da acquisire/fatturato nelle
produzioni di serie
? Prezzo: problema molto complesso a causa di
? Pluralità di variabili in gioco
? Interdipendenza tra le variabili
? Incertezza nel loro andamento futuro
? Mix: la scelta deriva da un calcolo di convenienza economica (MLC)
150
Il budget di produzione
? Volume da produrre
? Costi industriali da sostenere? Costi standard
? Budget flex, costi indiretti industriali
? Risorse da acquistare? Materie
? Lavoro diretto
151
Sistema di reporting
Il sistema di reporting interno è io strumento che serve per
comunicare alla direzione, secondo i diversi gradi di responsabilità,
le informazioni economico-finanziarie e fisico-tecniche
rappresentative della gestione.
L'importanza dello strumento è correlata alla sua capacità di
valorizzare le informazioni raccolte; classificate, selezionate e
elaborate
152
Caratteristiche del Sistema di Reporting
? Direzione del flusso? Contenuto? Peculiarità delle informazioni:
? selettività? rilevanza? attendibilità? affidabilità dei dati? tempistica e forma
? Fattori che hanno generato un aumento del fabbisogno informativo dell'alta direzione:
? globalizzazione? strategie di differenziazione? information tecnology? customer satisfaction;? qualità
153
Il sistema di Reporting deve soddisfare almeno tre fabbisogni direzionali:? prevedere le tendenze evolutive dei rapporto azienda-ambiente per
cogliere in via anticipata le opportunità e le minacce;? controllare in modo tempestivo e continuo i risultati economici,
competitivi e sociali, confrontandoli con gli obiettivi prestabiliti;? disporre sempre di una base interattiva e flessibile, così da consentire
il supporto ai processi decisionali del management
Le informazioni raccolte sono riconducibili a tre categorie:? quantitativo monetarie? quantitativo non monetarie? qualitative
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Le informazioni che possono essere oggetto di report giornalieri:
? Indicatori del volume d'affari;
? volumi di vendita tendenziali e consistenza del portafogli ordini;
? andamento produttivo (ore lavorate, prodotti lavorati, indici diproduttività, in dici di qualità);
? indicatori sul personale (turnover, assenteismo);
? indicatori gestione liquidità;
? eventi esterni e loro effetti sulla produzione.
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Tra i modelli innovativi di Reporting troviamo la Balance scorecard, che consente un più approfondito controllo sui risultati dell'attività svolta in relazione alle strategie perseguite.
Questa scheda di valutazione consente all'alta direzione di utilizzare una tavola sintetica che fornisce informazioni su:
? le performance economico-finanziarie
? il cliente e la sua soddisfazione
? i processi interni
? l'apprendimento
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Relazioni che intercorrono tra la pianificazione ed il controllo e le scelte decisionali
Processo di pianificazione? Identificazione degli obiettivi? Individuazione di percorsi alternativi? Analisi delle informazioni riguardanti i vari percorsi? Scelta del percorso più conveniente? Attuazione della scelta
Processo di controllo? Elaborazione del programma/budget? Confronto tra programma e consuntivo? Correzione degli eventuali scostamenti con interventi sulle
azioni e sugli obiettivi
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Confronto tra pianificazione e controllo
PIANIFICAZIONE
? Orizzonte temporale: lungo
? “Output” del processo:?politiche di gestione e relativi
piani di gestione
? Soggetti coinvolti:?Top Management?Staff Pianificazione
? Attività mentale: creativa, analitica
? Processo: irregolare, poco formalizzabile, con largo uso di informazioni da FONTI ESTERNE
CONTROLLO
? Orizzonte temporale: breve
? “Output” del processo:?programma operativi entro i
confini già delimitati
? Soggetti coinvolti:?Top e Middle Management?Staff Amministrativo
? Attività mentale: gestionale e persuasiva
? Processo: regolare e continuativo, formalizzabile, con largo uso di INFORMAZIONI INTERNE
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I costi standard - premesse
Il controllo dei costi consuntivi deve essere effettuato attraverso l'utilizzo un "valido confronto".
Tale confronto, che spesso ha natura temporale, viene realizzatocomparando un costo riferito ad un dato oggetto ad un certo tempo e un costo analogo riferito allo stesso oggetto ma in un tempo diverso.
Le differenze che ne derivano non sono importanti in "sé e per sé" ma solo in quanto diventi possibile interpretarle (individuare le cause che le hanno generate).
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I costi standard - premesse
Quando il confronto avviene tra costi riferiti a tempi corrispondenti di periodi susseguenti le condizioni generali di riferimento possono non essere omogenee a causa dei mutamenti esterni/interni all'impresa intercorsi nel periodo considerato.
? La mancanza di omogeneità inficia inevitabilmente il confronto.
? Il confronto tra consuntivi riflette solo passivamente gli svolgimenti concreti dei processi d'azienda.
Il controllo dei costi deve essere finalizzato a migliorare le condizioni di svolgimento dei processi.
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I costi standard - premesse
E' preferibile che il confronto avvenga tra i costi consuntivi e altri costi elaborati al fine di costituire proprio un termine di paragone (finalizzato al controllo).
Tal costi, costruiti ad hoc sono i costi standard o costi tipo.
L'utilizzo degli standard elimina (almeno in parte) gli inconvenienti 1) e 2), poiché essi sono elaborati studiando rigorosamente il processo in cui sono inseriti.
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I costi standard
Sono valori, elaborati rigorosamente, che rappresentano i costi tipici di oggetti variamente definiti. Al costo standard è possibile attribuire la nozione di:
? Costo medio? Costo minimo? Costo previsto? COSTO NORMALE? COSTO CONVENIENTE? COSTO IDEALE
CONFIGURAZIONI DERIVANTI DA STUDI RIGOROSI DEI PROCESSI E
DELL'AMBIENTE
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I costi standard
La determinazione del costo standard ha come punto di partenza l'analisi e lo studio delle condizioni di svolgimento dei processi dell'impresa, avendo riguardo alle esperienze passate ed ai vincoli strutturali.
Particolare attenzione meritano le indagini relative a:
? livello di efficienza raggiungibile,
? contesto ambientale di riferimento (analisi di macro ambiente)
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SVOLGIMENTOPROCESSI
EFFICIENZA STANDARD
regolare sufficiente normali
miglioramento buona convenienti
ottimale ottimale ideali
Ogni standard si riferisce comunque a "condizioni standard" dove il significato da attribuire alle condizioni sarà diverso a seconda del livello raggiunto.
I costi standard
L'analisi delle condizioni di efficienza assume un 'importanza fondamentale poiché, con riguardo ai livelli raggiungibili dall'impresa, si possono formulare diverse ipotesi:
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I costi standard
Sono determinabili i seguenti standard:
? quantità STD delle materie prime dirette impiegate;? tempi STD della mano d'opera diretta;? prezzi STD delle materie prime dirette;? remunerazione STD della mano d'opera diretta;? STD dei costi indiretti.
La determinazione dello standard implica la configurazione di classi elementari di costi in relazione alle quali gli standard devono essere con figurati.
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I costi standard
Gli standard sono raggruppabili in sistemi di costi standard. Le imprese possono utilizzare:
? il sistema dei costi standard correnti
? il sistema dei costi standard di base.
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I costi standard correnti
Servono per stabilire traguardi da raggiungere. Esprimono i livelli di costo raggiungibili date certe condizioni di prezzo e quantità dei fattori impiegabili nonché di livelli realizzabili di produzione.
L'adozione di tale sistema impone confronti periodici coi risultati per valutare le deviazioni che sono espressione dell’efficienza raggiunta.
Devono essere frequentemente variati per riflettere le condizioni esistenti nell’impresa.
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I costi standard di base
Vengono determinati quando il sistema dei costi
standard è introdotto nell’impresa e subiscono
modificazioni solo in caso di profonde mutazioni interne
(processi o prodotto) ed esterne (ambientali).
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La determinazione dello STD (di MOD)
? Il costo standard di MOD presuppone l'individuazione dei tempi
di lavoro standard e delle remunerazioni unitarie standard.
? Determinazione dei tempi:
? Collaborazione coi tecnici ed esperti della contabilità
industriale;
? Utilizzo di procedimenti (calcolo, stima, diretto, confronto);
? Inserimento di rettifiche
? Determinazione delle remunerazioni
? Paghe orarie o ad incentivo o a cottimo.
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Budget flessibilizzato
a) i costi variabili variano in relazione ai volumib) i costi semivariabili vanno scomposti in: parte fissa e parte variabile, e
quest’ultima varietà in relazione ai volumi.
Costi indiretti
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Scomposizione e scostamenti
Con il calcolo e la scomposizione degli scostamenti si risponde a:
? perché si è manifestata una differenza tra risultati attesi e risultati reali;
? chi è il responsabile di tale differenza e deve intervenire per porvi riparo o per evitarla in futuro;
? come è opportuno intervenire, cioè con quali provvedimenti correttivi.
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Analisi degli scostamenti per centro di responsabilità
COSTO STANDARD DELLA PRODUZIONE EFFETTIVA SVOLTA IN
CIASCUN CENTRO
COSTO EFFETTIVO PER CIASCUN CENTRO
CONFRONTO TRA COSTI EFFETTIVI E COSTI STANDARD ED ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI
RICERCA DELLE CAUSE CHE HANNO DETERMINATO GLI SCOSTAMENTI ED INDIVIDUAZIONE DEI CORRETTIVI DA APPORTARE
AGGIUSTAMENTO DEGLI STANDARD: CONSUMI O PREZZI
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Gli scostamenti
SCOSTAMENTI DI RISULTATI
SCOSTAMENTI DEI COSTI DI VENDITA E DI DISTRIBUZIONE
SCOSTAMENTI DEI COSTI DI PRODUZIONE
SCOSTAMENTO DEI RICAVI DI VENDITA
VARIAZIONE COSTO
MATERIA PRIMA
VARIAZIONE COSTO
MANODOPERA
VARIAZIONE COSTI
INDIRETTI VARIABILI
VARIAZIONE COSTI FISSI
VARIAZIONE PREZZO
VARIAZIONE EFFICIENZA
VARIAZIONE COSTO
VARIAZIONE EFFICIENZA
VARIAZIONE COSTO
VARIAZIONE EFFICIENZA
VARIAZIONE PREZZO
VARIAZIONE MIX
VARIAZIONE VOLUME
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Costi pieni
COSTI
COSTI DI FABBRICAZIONE
ALTRI COSTI
MATERIE LAVORO COSTI INDIRETTI
CONTO ECONOMICO
PRODOTTI IN LAVORAZIONE
PRODOTTI FINITI