© P. Montalbano
DOCENTEPIERLUIGI MONTALBANO
IL COORDINAMENTO INTERNAZIONALE
CORSO DI POLITICA ECONOMICA INTERNAZIONALE
AA 2018-2019
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1 . Le ragioni del coordinamento
2. I vantaggi del coordinamento
3. Gli attori della global governance
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Outline
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Le ragioni del coordinamento int.le
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“Il coordinamento internazionale della politica economica implica la modifica
delle politiche nazionali in considerazione dell’interdipendenza economica
internazionale”
Attualità del tema:
Esiste una diffusa percezione riguardo la maggiore interdipendenza dei sistemi
economici a livello internazionale (grazie alla presenza di un intenso interscambio
internazionale di beni, servizi e capitali)
Il problema del coordinamento assume un’importanza centrale. In un’economia
internazionale sempre più interdipendente non è realistico studiare la politica
economica dei paesi più influenti senza tenere in considerazione i loro effetti in
termini di interazioni con l’esterno
Eventuali shock macroeconomici e cambiamenti di politica economica che si
verificassero nei paesi economicamente più influenti determinerebbero effetti
rilevanti anche nei confronti del resto del mondo (es dollaro/euro; crisi
economica; trattati commerciali, ecc.)3
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2. Le ragioni del coordinamento -2
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Politica economica internazionale mira a perseguire non solo gli
obiettivi (interni ed esterni) nazionali, ma anche quelli del resto del
mondo.
“Il coordinamento internazionale è quella situazione in cui ogni
paese manovra gli strumenti di politica economica dei quali dispone
al fine di conseguire non soltanto gli obiettivi suoi propri, ma anche
quelli del resto del mondo” (R. Cooper, 1968)
Le motivazioni:
- per evitare risultati sub ottimali, frutto di azioni non coordinate
in risposta alla crescente interdipendenza internazionale
- per perseguire obiettivi superiori di interesse collettivo (beni
pubblici globali)
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2. Le ragioni del coordinamento - 3
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Crescente interesse negli ultimi 30 anni per il coordinamento
internazionale della politica economica (molte ricerche
accademiche, riunioni ministeriali e dei principali organismi
internazionali dedicate all’argomento)
Esempi rilevanti dell’esigenza di coordinamento internazionale
Sistema monetario int.le
Sistema multilaterale degli Scambi (GATT/OMC)
Millenium Development Goals (MDGs) - Agenda 2030
SDGs
GPGs e Politiche ambientali
Aspetti teorici ed evidenze empiriche
Analisi teorica:
Applicazione della teoria dei giochi per dare una rappresentazione della realtà
economica in termini cooperativi (non competitivi)
Aspetti analizzati: politiche da coordinare; tipi di coordinamento; tipologie di
modelli empirici; guadagni del coordinamento; ecc.
Esperienza concreta:
Dopo il crollo di Bretton Woods, risultati deludenti: poche decisioni e impegni
concreti; solo occasioni per scambio di informazioni e mere indicazioni di
indirizzo relative alle politiche economiche. Eccezioni: Accordo del Plaza del
1985 e Accordo di Louvre del 1987; coordinamenti macroeconomici durante la
crisi (male Protocollo Kyoto 1997-2020+COP21).
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EU
Stati Uniti
10
10
-5
-5
20
-10
20
-10
Libero scambio
Libero scambio
Protezionismo
Protezionismo
Il problema della politica commerciale
come un dilemma del prigioniero
Il dilemma del prigioniero
Il protezionismo sarà la strategia dominante
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Il dilemma del prigioniero
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• In condizioni di incertezza rispetto alla scelta dell’altro,
entrambi (i paesi, gli agenti economici ecc.) si attendono un
guadagno maggiore da soluzioni non cooperative
(nell’esempio riportato adottando una politica protezionistica)
ma cadono nella situazione peggiore rispetto a quella che si
otterrebbe nel caso in cui paesi scegliessero di cooperare
• Quando i paesi decidono di comportarsi in maniera non
cooperativa, si realizza, a livello globale, una situazione
peggiore rispetto a quella che si otterrebbe se scegliessero di
cooperare
• Maggiori guadagni richiedono, dunque, soluzioni cooperative.
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3. I vantaggi del coordinamento internazionale
Riduce le esternalità negative (es. politiche beggar myneighbour)
Permette di beneficiare di esternalità positive (economie esterne) o anche di ottenere benefici a livello globale (Global Public Goods)
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Un passo indietro: i beni pubblici?
non escludibilità: una volta che il bpp è stato procurato, a nessuno può essere negato il consumo
non concorrenza nel consumo: il consumo da parte di un individuo non riduce la quantità del bpp disponibile per la collettività
il bpp non ha un prezzo di mercato, poiché produce effetti esterni, positivi o
negativi, che non entrano nella funzione di costo del produttore
il settore privato non ha incentivo a fornire la quantità socialmente ottima del
bpp, poiché anche chi non paga può usufruirne (free-riding)
è economicamente inefficiente o costoso escludere chiunque possa usufruire
del bpp
Pertanto …
I beni pubblici puri hanno due caratteristiche
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GPGs?
I GPGs sono risorse, risultati positivi, regole o regimi la cui principale caratteristica è di procurare benefici a livello mondiale (ambiente, salute, stabilità, etc.);
I GPGs sono godibili dalla gran parte della popolazione mondiale e soddisfano le necessità delle generazioni attuali e future
I GPGs sono globalmente disponibili e il loro godimento da parte di ciascuno non ne riduce la quantità disponibile
“I Beni Pubblici Globali puri sono quei beni, indivisibili e non escludibili, che
producono benefici territorialmente estesi a livello mondiale e che si estendono a tutti
i gruppi socioeconomici e le generazioni correnti e future”
La letteratura economica ha sviluppato 2 modi per
esprimere gli obiettivi della PE:
1. Metodo degli obiettivi fissi (principio di
Tinbergen)
2. Metodo degli obiettivi flessibili (con SMS
variabile o costante)
Teoria Normativa della PE
Se il nr ob. di PE > nr. Strumenti, il sistema è sottodeteminato
e non esiste alcuna soluzione possibile che consenta il
contemporaneo e pieno raggiungimento degli n obiettivi fissi
della PE.
Soluzione: Impostare il problema di PE in termini di obiettivi
flessibili
Il problema è formalmente riconducibile a quello della ricerca
di un punto di massimo (benessere sociale) o di minimo (perdita
sociale) condizionato da uno o più vincoli che esprimono il
funzionamento del sistema.
Il caso degli obiettivi flessibili (2)
Se gli obiettivi della PE sono caratterizzati da rivalità, il trade-off
tra obiettivi diversi esprime un vincolo per le scelte di PE.
Se immaginiamo che i policy-makers siano caratterizzati da un
sistema di preferenze capace di ammettere sostituibilità tra obiettivi
rivali, allora possiamo immaginare che essi siano in grado di esprimere
una funzione di preferenza (funzione del benessere sociale) ed una
mappa di curve di indifferenza
ove il SMS rappresenta la misura della propensione “sociale” a
sacrificare parzialmente un obiettivo per perseguire maggiormente un
altro obiettivo (se la funzione di preferenza è lineare negli argomenti, il
SMS è costante)
In questo caso il processo decisionale della PE può essere
interpretato come un processo razionale, cioè ottimizzante.
Il caso degli obiettivi flessibili (3)
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Introduzione alla Teoria dei giochi
Funzionale allo studio dei problemi di “interazione strategica” fra
decisori razionali nella formulazione della pe
I modelli di TG considerano un nr finito di giocatori che
utilizzano n “strategie” per ottenere determinati guadagni (pay-
off)
Con il termine “strategia” si intende un piano ragionato
concernente tutte le “mosse” che il giocatore desidera fare nelle
diverse fasi del gioco
Con il termine “mossa” si intende la specifica azione intrapresa
in una specifica fase del gioco (nei giochi statici i due termini
coincidono)
Si ipotizza generalmente che ogni giocatore sia in possesso di
informazioni complete e conosca l’insieme di strategie possibili
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Tipologie di “giochi”
Giochi cooperativi: si possono stipulare accordi
vincolanti di reciproco vantaggio (possibili se guadagni
sono a somma variabile, Es. “Dilemma del prigioniero”)
Giochi non cooperativi: non sono possibili accordi in
quanto la cooperazione non può portare a guadagni
maggiori rispetto alla non cooperazione (i guadagni
sono a somma costante. Es. modelli di “ottimo
paretiano” in cui la somma dei benefici possibili è data
dalla situazione di ottimo) – possibile tuttavia che alcuni
giocatori si coalizzino per aumentare la loro quota di benefici totali
a spese degli altri
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La “Teoria dei giochi” nella pe
I guadagni possibili sono identificati dall’utilità che i
policymaker ottengono da “obiettivi flessibili”
(concezione moderna dei vincoli della pe)
Si ipotizza, pertanto, che i benefici non siano a “somma
costante” come implicitamente assunto dall’approccio di
ottimo paretiano, ma a “somma variabile” aprendo la
strada all’analisi di “equilibri di cooperazione”
Si considera, infine, l’interdipendenza economica fra
paesi partner (ad es. tramite l’ipotesi di cambi fissi)
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MODELLO HAMADA (1985) Teoria Normativa della PE
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Equilibri cooperativi
Un’applicazione di gioco statico all’ipotesi di interdipendenza (cambi fissi)
nell’ipotesi di 1 solo strumento (obiettivi flessibili) - Politica monetaria
2 paesi, 2 Ob. (stabilità interna ed esterna), 1 strumento
(politica monetaria): Ob. flessibili
Utilità (benessere) che i paesi attribuiscono al
raggiungimento di tali ob. è funzione (identica fra paesi)
positiva del Y e delle R
Y desiderato è un livello “target” (troppo basso
recessione; troppo alto inflazione)
Preferenza su R è R >R0 (i.e. ogni paese preferisce
BC>0) ma anche in questo caso no avanzi eccessivi
(pressioni inflazionistiche )
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionaleIl Modello Hamada (1985)
.
.
Ta
Tb BP=0
. T1b
T1a
Ra
Ra
Rb
Rb
. P*b
P*a
X
N
. E
0
Ta e Tb rappresentano le pm di A e B
P*a e P*b sono i “bliss point” di A e B
A partire dai P* è possibile tracciare una
mappa di curve d’indiff. caratterizzate
gradualmente da livelli inf. di utilità
(Loss function)
La retta BP (A 45°) rappresenta la
combinazione di pm che garantiscono eq.
esterno
A sx di BP, Bpa>0 (pm di A è relativamente
restrittiva); viceversa a dx di BP, BPb>0
(pm di B è relativamente restrittiva)
Poiché entrambi preferiscono BP>0 i
rispettivi P* sono a sx di BP per A ed a
dx di BP per B
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionaleLe “strategie”
.
.
Ta
Tb BP=0
. T1b
T1a
Ra
Ra
Rb
Rb
. P*b
P*a
X
N
. E
0
Trattandosi di gioco statico, strategia
coincide con una sola “mossa”
In caso di opzione di non coordinamento,
ogni paese sceglie la “mossa” di pm che
max funzione benessere sociale (P*),
indipendentemente dalla pm dell’altro
(nell’es. T1a e T1b)
Si ritrovano così in eq. in X (lontano da
P*)
In presenza di informazioni complete, è
difficile che essi adottino tale strategia
(in caso di gioco non statico Ta e Tb non
sarebbero le strategie dominanti)
Il comportamento effettivo dei paesi può
essere studiato meglio costruendo delle
“curve di reazione” (Ra e Rb)
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionaleLe “curve di reazione”
.
.
Ta
Tb BP=0
. T1b
T1a
Ra
Ra
Rb
Rb
. P*b
P*a
X
N
. E
0
Ra e Rb descrivono la migliore risposta di
ciascun paese in corrispondenza a
diverse opzioni di pm
Sono rappresentate graficamente dal luogo
geometrico dei punti di tg fra l’insieme
delle curve di indifferenza del paese con
valori successivi della pm dell’altro
Il punto N di intersezione delle 2 curve R è
definito “eq. di Nash”: la situazione
migliore di ogni paese data la strategia
dell’altro (garantisce risultato migliore in
assenza di coordinamento)
I paesi possono tuttavia anche coordinare le
loro pm individuando sul grafico punti di
ottimo paretiano rispetto ad N
(rappresentati dalla curva dei contratti )
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Un’applicazione di gioco statico al coordinamento internazionaleL’ottimo paretiano
.
.
Ta
Tb BP=0
. T1b
T1a
Ra
Ra
Rb
Rb
. P*b
P*a
X
N
. E
0
Le curve dei contratti rappresentano il luogo
geometrico di tutti i punti di tg fra i due
insiemi di curve di ind. che congiunge i
punti P* (curva P*P*)
L’”ottimo paretiano” rappresenta la
situazione in cui non è possibile
migliorare la situazione di un paese senza
ridurre necessariamente quella dell’altro
L’ottimo paretiano rappresenta una situazione
migliore rispetto all’eq. non cooperativo
di Nash )(vedi dilemma del prigioniero) –
N si trova sotto la curva P*P*
IMP: Il risultato dell’eq. di Nash è l’adozione
di una pm più recessiva in entrambi i
paesi (rispetto all’eq. di cooperazione)
Per raggiungere E serve però un “accordo di
collaborazione”
Ostacoli al coordinamentoPerchè il coordinamento benché desiderabile non è spontaneo?
Il coordinamento internazionale consente normalmente di conseguire risultati
migliori per l’insieme dei paesi, ma:
• Non è detto che ogni paese riceva un vantaggio dal coordinamento
• Non è detto che la soluzione cooperativa sia sempre migliore rispetto alla
defezione per il singolo paese (in assenza di “rappresaglia”)
Ostacoli:
l’atteggiamento favorevole al coordinamento non è spontaneo
elevata presenza di differenze tra i paesi (disponibilità risorse, strategie
politiche diverse)
mancanza di fiducia reciproca o di credibilità negli impegni presi
problema dell’effettiva corrispondenza costi-benefici del coordinamento
difficoltà di prevedere i vantaggi attesi dalla cooperazione
Ragioni Vantaggi Ostacoli
Limitare i danni di un’azione non coordinata in risposta alla crescente interdipendenza internazionale.
Riduce le esternalità negative;
Permette di beneficiare di esternalità positive;
Permette di beneficiare dei Global Public Goods(GPGs, o BPG).
Non spontaneità;
Defezioni;
Problema effettiva corrispondenza costi-benefici.
PROBLEMA COORDINAMENTO INT.LE (2)
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Modalità di coordinamento
Il coordinamento tra più paesi può aver luogo
attraverso:
– concertazioni ad hoc
– cooperazione istituzionalizzata
La seconda modalità stabilisce regole e regimi
finalizzate ad evitare almeno in parte le inefficienze
derivanti da soluzioni unilaterali, fornendo una
cooperazione certa e ragionevole
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Chi definisce gli indirizzi e le azioni di politica economicainternazionale, ossia la gestione del governo globaledell’economia dal punto di vista monetario, finanziario ecommerciale (la c.d. Global governance)?
Le Istituzioni Internazionali: insieme di regole e struttureorganizzative, formali ed informali, in grado di agevolare ilcoordinamento delle decisioni fra Stati in materia di politicaeconomica
Vanno distinte in:
• organizzazioni “formali” (es. ONU e le sue Agenzie Specializzate;le c.d. “Istituzioni di Bretton Woods”: IFIs (FMI e BM) + OMC)
• organizzazioni “informali” (es. il G-7/G-8, “società civile globale”,ecc.).
La Global governance
Gli Attori della Global Governance
• FMI
• Banca Mondialei
• GATT-OMC/WTO
• Nazioni Unite e Agenzie specializzate
• I grandi “blocchi regionali” (vedi caso UE-UEM)
• G7/G8 (G20;G5)
• ONG/OSC
IFIsIstituzioni di Bretton
Woods
Istituzioni “informali”