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Il CUORE DELLA...Maha-mounam (immobilità del corpo, della parola e della mente). (Ch.9, v.1) * Il...

Date post: 01-Mar-2020
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Il CUORE DELLA

RIBBHU GITA

Prof. N. R. Krishnamoorthi Aiyer

Traduzione Centro Studi Salvatore Paladino

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Copyright © 2018 Centro Studi Salvatore PAladino

All rights reserved.

ISBN: 9781728911656

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RINGRAZIAMENTI

Lo Sri Ramanasramam è felice di pubblicare questa perfetta sintesi di quella che è peraltro un'opera monumentale a cui Bhagavan Ramana si riferiva spesso nei suoi discorsi. Si noterà che il traduttore ha incluso in questa selezione i passaggi resi familiari da Sri Bhagavan. Bhagavan Ramana incoraggiò il traduttore stesso a studiare la Ribhu Gita come suo sadhana. Essendo uno studente devoto del testo classico, e attraverso la grazia del suo Maestro, egli è ritenuto pienamente competente a compiere la traduzione. Siamo quindi fortunati ad avere questa traduzione rara e preziosa con noi. Il professor N.R. Krishnamoorthi Aiyer era il capo del dipartimento di fisica nell'American College, Madurai. Immerso nell'obiettività della scienza moderna, ebbe stretti contatti con un ampio numero di studiosi e professori americani. È stato un fisico apprezzato per rigore scientifico e precisione. Poiché è stato anche un adepto spirituale avanzato, fu in grado di raggiungere un notevole equilibrio tra scienza e spiritualità, non solo teoricamente, ma anche in pratica. Gli aspiranti sinceri dovranno mostrare un profondo senso di gratitudine nei suoi confronti, sia per la grande precisione che per l'intuizione spirituale con cui egli è stato in grado di catturare l'essenza del testo originale. Ramanasramam, 15 agosto 1984. V. GANESAN, Managing Editor, 'The Mountain Path' .

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Adattamento in lingua italiana a cura del

Centro Studi Salvatore Paladino

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PREFAZIONE

La Ribhu Gita costituisce la sesta sezione dell'opera sanscrita conosciuta come Siva Rahasya. Si tratta degli insegnamenti di Sri Siva nel Monte Kailas al Suo devoto Ribhu, da cui deriva la Gita. La Ribhu Gita fu tradotta in versi tamil da uno studioso vedico di alto valore bramino, di nome Bikshu Sastrigal che era anche un abile studioso in Tamil. Tradusse l'opera sotto il nome di Ulaganatha Swamigal, e grazie ai suoi sforzi raggiunse una riconosciuta fama tra i devoti tamil di Siva. La versione tamil è una traduzione libera del testo sanscrito originale, consistente in 1.924 versi di tale scintillante brillantezza che Bhagavan Sri Ramana Maharshi raccomandò la sua recita come forte sostegno per la sadhana spirituale. Era solito dire che la recita stessa porta all'abbandono spontaneo nel Sé. Il libro qui presentato è composto da 122 versi tratti dell'opera originale in tamil, in una traduzione libera in prosa inglese, che trasmette l'essenza dell'originale, al posto di una mera traduzione letterale. La lettura di questo testo inglese da sola non sarà completa a meno che non sia sostenuta da una vigorosa sadhana con l'aiuto di un insegnante realizzato, che ha ottenuto una salda permanenza nel Siva-Sé e attraverso una vita di devozione a Siva. Questo aspetto è sottolineato in alcuni dei versetti selezionati. È sincera speranza e preghiera del traduttore che dopo aver letto questo testo inglese, i devoti di tutto il mondo si rechino in pellegrinaggio a Tiruvannamalai e completino la loro sadhana alla presenza immediata di Lord Arunachala Siva e Sat Guru Ramana stabilito nel Suo samadhi presso lo Sri Ramanasramam. Prof. N. R. Krishnamoorthi Aiyer. .

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IL CUORE DELLA RIBBHU GITA

Versi Benedetti

A Siva

1. Saluti al Signore Supremo Siva, la pura Consapevolezza Celeste e coscienza nel Cuore, meditando sul quale, Ganesa, Guha, Madre-Sakti che è l'incarnazione della Grazia di Siva, e miriadi di Devas, santi e devoti, hanno raggiunto i loro obiettivi preziosi. (Capitolo 1, Versetto 1).

A Nataraja

2. Dalla celeste coscienza del Cuore scaturisce il danzante Nataraja con la sua beata consorte, per la delizia dei suoi devoti che sono così liberati per sempre. A questo Ananda Natesa rendiamo i nostri più devoti saluti. (Ch.1, v.2)

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A Ardhanareeswara

3. A quella Forma, la cui metà sinistra è la Madre di tutte le manifestazioni e la metà destra è il Padre delle stesse, il tintinnio delle gemme racchiuso nella cavità d'oro e nel piede che è la fonte di tutte le Scritture, e in cui i tre occhi (Fuoco, Sole e Luna) sono luce dell'universo, a questa forma siano rivolti i nostri più devoti saluti. Possa questa forma divina essere sempre a nostra protezione. (Ch.1, v.3)

A Siva, Sakti, Vinayaka e Shanmukha

4. Saluti a Siva, il Signore dell'universo di infinito potere, a Sat-Chit-Ananda-Sakti, la Madre dell'universo, a Vinayaka che cancella tutti gli impedimenti alla libertà, e a Shanmukha il Sat-Guru, che dispensa ai suoi degni devoti la saggezza divina di Siva-Sé che conduce alla salvezza. (Ch.1, v.4)

I seguenti versi costituiscono gli insegnamenti di Shiva a Ribhu, che a sua volta li trasmetterà al suo discepolo Nidhaga Rishi. Il trattato va sotto il nome Ribhu Gita.

5. L'universo non è mai nato, non permane, né si dissolve; questa è la pura verità. Lo schermo proprio fatto di Essere-Consapevolezza-Permanenza è privo, in realtà, di tutte le immagini in movimento, delle ombre, dei nomi e delle forme dell'universo che in esso vi compaiono, perché è l'unica, eterna Esistenza. (Ch.2, V.33)

6. Alcuni potrebbero obiettare che questo universo duale (fatto di multeplici esistenze) sia a tutti gli effetti una seconda realtà, chiaramente visibile dai sensi gestiti dalla mente. Ma cosa sono i sensi se non parte della mente? Possono funzionare senza l'aiuto della mente in cui sono coinvolti? Che cosa è questa mente, se non un insieme di pensieri? Cosa sono i pensieri se non semplici increspature evanescenti nell’oceano

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sconfinato del puro Essere-Consapevolezza-Sé, che è l'unica vera Esistenza e nulla ad essa può essere aggiunto? (Ch. 2, V.34)

7. La visione illusoria dell’argento che appare sulla madreperla non è realtà, la sola realtà è la madreperla, la realtà fondante. L'illusione dell'universo nasce dalla mente che è anch’essa un'illusione, mentre al di sotto dimora l’Essere-Consapevolezza-Sé (Ch.2, V.35)

8. Nell’unitaria, indifferenziata, oceanica Esistenza-Consapevolezza-Sé, il corpo, i sensi, la mente, l'intelletto e gli jiva (anime incarnate) non sono altro che onde che vanno e vengono, come semplici parti dell’unico Sé. (Ch.4, v.6)

9. L'universo dei nomi e delle forme, le creature incarnate e il loro creatore, la mente, il desiderio, il Karma (azione), la miseria e tutto ciò che è diverso dal Sé, sono semplicemente pensieri formatisi e proiettati dal potere del Sé sul suo stesso schermo – il Sè. (Ch.5, V.25)

10. Lo stato di dimorare immobili in quella condizione libera da pensieri Consapevolezza-Sé costituisce la perfezione, lo yoga, la saggezza, Moksha, il Sahaja Samadhi, lo stato di Siva e lo stato di Atman-Sé, che le scritture proclamano con il titolo di Brahman. (Ch.5, V.26)

11. Non c'è mai stata una mente né alcuna delle sue innumerevoli forme, come il mondo, gli jiva, ecc. Non c'è il minimo dubbio che tutte queste sono apparizioni dell’eternamente indifferenziato Brahman Supremo Sé. Questa è la verità. Colui che nutre questo grande segreto con diligenza e comprensione, permarrà come Brahman-Sé (Ch.5, v.28)

Grandezza di Mukta Videha

12. Quando tutta la conoscenza oggettiva viene bandita, senza più traccia di pensieri o di ignoranza, con tutti e tre gli stati di veglia, sogno

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e sonno spazzati via, con tutti i pensieri riguardanti la morte e la nascita cancellati, e permanendo stabilmente nello stato di beata spontaneità del Brahman-Sè, lo stato di Videha Mukta che ne consegue non potrà essere espresso a parole. (Ch.5, V.39)

13. La continua ripetizione di 'Io sono il Sè-Brahman' costituisce l'unico mantra-japa che conduce a Mukti (Liberazione). Tutti gli altri mantra-japa collegati ai diversi dei devono essere fermamente evitati, in quanto mirano a obiettivi diversi da quelli essenziali del Sé. Tutti gli altri mantra-japa aggrovigliano ancora di più e indissolubilmente alla schiavitù dei piaceri mondani. (Ch.6, V.37)

Sat-Chit-Ananda-Sé Shiva ed il suo culto

14. Nello schermo eterno e infinito dell’Essere-Consapevolezza-Beatitudine-Sé Shiva, la Sakti viene proiettata come l’ombra che manifesta l’universo in movimento che in questo schermo va e viene.

Tutte le fonti di luce come il sole, la luna, il fuoco, le stelle e i fulmini traggono la loro luminosità quale dono e per grazia di Sakti (energia Divina personificata, n.d.t.) che appare per mezzo del Sé-Siva. Anche se luminose, esse non fanno che velare lo Schermo-Siva.

Per paura di Siva, loro creatore, Deva e Asura (dei e demoni) stanno sempre all'erta impegnati nei loro compiti ordinari.

Si deve meditare su Shiva come essere nient’altro che il Sé, e la mente diventerà da errabonda a quieta e vigile; dopo che ciò è stato adeguatamente raggiunto si deve continuare ad impedire totalmente l’attenzione agli oggetti dei sensi, vale a dire quelle ombre che formano le immagini sullo schermo del Sé . Quando tutte le immagini formatesi da queste ombre sono rimosse, ciò che rimane è la consapevolezza pura,

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lo schermo perfettamente splendente. Così, Shiva, si rivela spontaneamente come unico eterno Essere Consapevolezza-Beatitudine-Sé, l'essenza naturale del discepolo. (Ch.7, V.35)

Il Jivan Mukta

15. Il Jivan Mukta è una persona liberata durante la sua vita, ma che continua ad avere coscienza del corpo e del mondo (come Brahman) insieme al suo dimorare fermo nel Siva-Sé. Egli dimora ininterrottamente nella pace beata di Sat-Chit-Ananda. Egli è la roccia ferma nella convinzione non essere il corpo ma che il suo Essere è l'unica esistenza, l'unico vigile-consapevolezza della beatitudine del Siva-Sé Supremo. (Ch.8, v.1)

16. Lo Jivan Mukta ha la sua coscienza completamente disciolta e irriconoscibile nel suo Brahman-Sé. Eternamente immerso nel suo Sé, stabilmente perduto nel godimento della beatitudine del suo Brahman-Sé. (Ch.8, V.25).

Il Videha Mukta

17. La Videha Mukta* è priva della pur minima traccia di pensiero; essa dimora, indipendente da tutto nella pura Consapevolezza-Sé, con intensa felicità ininterrotta, del tutto ignaro delle forme limitate, in uno stato di Maha-mounam (immobilità del corpo, della parola e della mente). (Ch.9, v.1)

* Il termine significa letteralmente la 'persona disincarnata-liberata'. Egli è il discepolo maturo, che al momento della morte, rimane come il puro Sat Chit-Ananda-Sé. In senso figurato il termine significa essere maturo e liberato che permane come il puro Sat-Chit-Ananda-Sé già in vita senza più alcuna consapevolezza del corpo e del mondo intorno a lui.

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18. Egli è l'incarnazione pura di Sat-Chit-Ananda, onnipervadente come l'etere, infinito come il cielo, permanente nella Consapevolezza, spontaneamente imperturbabile come il perfetto Brahman-Sé in stato di stabile, ininterrotta, pacifica beatitudine. (Ch.9, V.15)

19. Non esiste atomo che sia distaccato dal Sé, che è la perfezione indifferenziata integrale di tutto l'Essere. Anima, Mondo e Creatore sono inseparabili dal Sé. La realtà di questi è la realtàdel Sé e basta. (Ch.10, V.34)

20. Tutta l'ignoranza e l'illusione, tutti gli oggetti inerti e di viventi, tutti gli esseri e non-esseri, tutti i cinque elementi, tutti i diversi mondi, tutti i corpi e le vite che si presentano questi, non essendo altro da Brahman-Sé, sono Brahman-Self e basta. Tutto ciò che esiste esiste sempre e solo come Brahman Sé. (Ch.12, v.2)

21. Tutta la conoscenza oggettiva, tutte le forme di pensiero, tutti gli oggetti visibili, tutte le cose udite, tutte le domande e le risposte, tutto il cibo consumato e tutte le altre illusioni, non potendo prescindere dal Sé, devono essere considerata solo Brahman-Sé. (Ch.13, v.2)

22. Pertanto si dovrebbe praticare l'abitudine di considerare tutto come solo Brahman-Sé, fino a quando tutti i pensieri su altre cose che non siano il Sé verrà perduto. Questa condizione, una volta raggiunta, richiede che non si debba più dare spazio a nessun pensiero ma si dovrà sempre essere in Maha-mounam (la pace di quiete totale). (Ch.14, V.38)

23. Nulla, visto come nient’altro che Brahman stesso, è destinato a provocare paura e difficoltà. Pertanto, è doveroso rimanere nell’atteggiamento che tutto il percepito è Brahman-Sé. A tempo debito anche questo pensiero dovrà essere abbandonato, al fine di rimanere fermamente nella stato di beatitudine indisturbata e libera del Brahman-Sé. (Ch.15, v.5)

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24. Il rigetto totale della mente è solo una vittoria, la realizzazione, la beatitudine, lo yoga, la saggezza e la liberazione. Il sacrificio della mente è infatti il più alto di tutti i sacrifici sacri. (Ch.15, V.7)

25. La negazione ferma dell'esistenza della mente e la ferma convinzione nell'esistenza del Brahman-Sé, è il modo sicuro per la conquista della mente, che porterà l'esperienza dell’unico Sé splendente. (Ch.15, v.11)

26. Se uno accetta anche minimamente che esiste una cosa come la mente, la pura Consapevolezza sarà instabile, come la mente stessa, responsabile di tutti i guai e le illusioni. Pertanto, si dovrebbe sempre dimorare nella convinzione che non v'è nessuna mente, e che la pura consapevolezza-Sé è l'unica esistenza. Questo è il modo più semplice per conquistare la mente con tutti i suoi capricci. (Ch.15, v.12)

27. Non esiste una cosa come la mente irrequieta, nessun mondo di nomi e forme, e nessuna traccia di ego. Tutti questi non sono altro che il perfetta Brahman-Sé, Io sono. Questa convinzione si dovrebbe praticare con fermezza, fino a quando si raggiunge lo stato di sonno-senza sonno che è stabile pace infinita. (Ch.16, V.7)

Il vero Samadhi

28. Mantenere la convinzione nata dall’auto-indagine ovvero “Io sono senza dubbio lo schermo Brahman-Sé”, “Io non Sono che il Sé'”, e in rimanere in questa convinzione di beatitudine è l'apice di tutte le sadhana, ovvero è il culto divino, quello dei doni caritatevoli, delle austerità spirituali e di tutti i mantra-japa e samadhi. (Ch.16, V.41)

29. Il Sé da solo è spontanea consapevolezza splendente, sola beatitudine eterna, sola Esistenza eterna; esso è ciò che tutto abbraccia,

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la sola perfezione, l'unico Dio senza rivali e la sola sostanza primordiale dell'Universo. Nella convinzione nata da questa esperienza, si dovrebbe sempre dimorare, come l'unico Io sono, il Sé Supremo. (Ch.17, V.29)

Sahaja Samadhi

30. Rimanendo sempre consapevole e senza forme di pensiero, privi di concetti di differenziazione tra ciò che è Sé e non-Sé, pur essendo impegnati nelle attività della vita mondana ci si troverà nello stato di Sahaja Nirvikalpa Samadhi (lo stato naturale di dimorare nel Sè quando tuttole differenziazioni sono cessate). Questo si chiama Akhandakara vritti, quell’ 'Io' che è perfezione infinita, in contrasto con l’ 'Io sono il corpo', la convinzione di coloro che non hanno realizzato il Sé. (Ch.18, V.40)

Raggiungimento del Sahaja Samadhi

31. Dimorare in Sahaja Samadhi è il segno distintivo di un Jivan Mukta. Con lo sviluppo progressivo verso questo stato, un'intensa pace beata è raggiunta e ciò conduce alle quattro fasi successive di perfezione del samadhi. Questo Sahaja Samadhi sarà utile nel distruggere il ciclo terribile di nascite e morti. (Ch.18, V.41)

32. La persona realizzata che rimane come Brahman-Sé e ha perso tutti i sentimenti di differenziazione tra ciò che è Sè e ciò che non è Sè, è Jnani o Mukta Purusha. Tale Jnani è raro da trovare anche cercando tra milioni di persone. Se uno ha la fortuna di ottenere il suo darshan (incontro di persona e contatto) raggiungerà la purificazione da tutti i peccati, e l'ego verrà liquidato tutto in una volta. (Ch.19, v.10)

33. Un Darshan con lo Jnani costituisce l'acme delle purificazioni nei bagni di acque sacre, del culto divino, dei mantra-japa, delle austerità

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spirituali, degli atti di carità e di culto devozionale del Signore Shiva stesso. Trovare e per ottenere l'accesso alla sacra presenza di una tale Jnani è la più grande opportunità che si possa mai ottenere in questo mondo. (Ch.19, v.11)

34. Il servizio Venerabile reso ad un Jnani-Sat Guru accelera la propria saggezza spirituale nel raggiungimento della beatitudine di jivan mukti. Se mantenuta con perseveranza, conferisce al discepolo anche lo status di videha Mukti. Pertanto, se uno è veramente interessato ad essere liberato dalla schiavitù e anela alla libertà di mukti, il mezzo infallibile per raggiungere tale obiettivo è il servizio d'amore e di adorazione dello Jnani-Sat-Guru. (Ch.19, V.13)

35. Fermamente stabilito nel Sé, indisturbato da alcun sorgere di pensieri, immobile come un idolo di pietra, sciolto completamente nel Brahman-Sé, come acqua nel latte, con la consapevolezza priva di tutte le impurità di pensiero e sonnolenza, chiaro come il cielo puro, la grandezza del Nishta Jnani (ferma posizione nel Sé) sfida pensiero ed espressione. (Ch.19, V.21)

La condizione sine qua non delle Grazia di Mukti Siva

36. Ciò da cui tutto l'universo è nato e in cui esso viene assorbito quando si dissolve, è il Siva-Sé. La devozione del discepolo e la meditazione su Siva-Sé della pura Coscienza è sufficiente ad attirare la grazia di Siva, indispensabile per la liberazione. (Ch.19, V.60)

37. Tutti coloro che, impegnati nella ricerca della conoscenza del Brahman-Sé, dovessero essere attirati dai piaceri mondani del sesso, dovrebbero considerare tali piaceri come ombre vacue della beatitudine del Sé. Non dovrebbero mai nemmeno sognare questi piaceri mondani. (Ch.20, V.45)

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38. Poiché il Sé è Sat, il contatto meditativo con il Sé è la vera Sat Sanga (associazione col sadhu che dimora nel Sé). Siccome Brahman-Sé è il più elevato, l'associazione con il Sé è Mahat Sanga (la comunione più elevata possibile). (Ch.21, v.28)

39. Nella pratica meditativa sadhaka sul Sé, si deve sempre pensare fermamente che tutte le diversità quali anima, mondo e il creatore, non sono altro che l'indifferenziato Brahman-Sé. In questa pratica la coscienza è libera dai pensieri; dopo si dovrà rinunciare anche al pensiero di cui sopra e dimorare solo nello stato libero da qualsiasi pensiero del Sé (Ch.21, V.39)

40. Dimorare nello stato di Consapevolezza libera dal pensiero, è lo stato di Mukti oltre il pensiero e l’espressione. L’emergere del pensiero è la schiavitù portatrice di indicibili sofferenze. Dimorare nel Sé è il vero samadhi non-duale, che da solo conduce alla beatitudine eterna di Mukti. (Ch.21, V.41)

41. Le grandi illusioni: Maya (associata al Dio Iswara), Avidya (associata alle singole anime), la mente e jivas (anime), il mondo e il suo creatore, tutti i nomi e le forme, e tutte le concezioni mentali non sono altro che il Sé. Ci si dovrebbe sempre attenere a questa convinzione. (Ch.22, V.23)

42. Tutti i mondi e le creature sono semplicemente e solo forme del pensiero. Essi non sono altro che la mente, che è un insieme di pensieri, nient’altro che increspature nell'oceano della Consapevolezza del Sé. Pertanto, si dovrebbe dimorare nella ferma convinzione su tutti gli oggetti come “Io Sono Brahman, il Sé”. (Ch.22, v.24)

43. Non esistono cose come obiettivi raggiunti gli sforzi per raggiungerli, stare con i saggi o con gli ignoranti, gli sforzi dell’ apprendimento e tutte le conoscenze acquisite, l’indagine e la pratica, lo

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studente o il sapiente, o la realizzazione. Ciò che esiste è solo Brahman, la splendente Consapevolezza del Sé. (Ch.23, v.10)

44. SI dovrebbe essere fermi nella convinzione che non ci sono atti di carità, acque sacre e kshetras (centri di pellegrinaggio), nessuna perdita o guadagno e nessun perdente o realizzato, karma, bhakti, saggezza, e nessun conoscitore o conosciuto. Tutte queste forme-pensiero sono destinate ad essere disciolte e a dissolversi nel Brahman-Sé, che è l'unica esistenza. (Ch.23, v.11)

45. Il bhavana * 'Io-sono-Brahman-Sé' porterà velocemente verso la Mukti. Così come la continua lettura dei testi che portano al Bhavana, porterà il devoto infallibilmente alla meta, egli dovrebbe meditare in continuazione sugli scritti che si occupano del Brahman Sé. (CH.24, V.27)

* Nei versetti da 45 a 50 la parola 'Bhavana' (letteralmente: sentimento) significa la fede basata sulla parola del maestro e le Scritture e l’osservanza incessante nella convinzione su di queste.

46. L'illusione che uno sia il corpo e che il mondo sia la realtà di base si è talmente impregnata nel corso di un lunghissimo tempo, che non è possibile sbarazzarsene per mezzo di una lettura casuale o la con semplice comprensione della verità. L'illusione di base può essere cancellata solo da una lunga e incessante pratica della bhavana ovvero che tutto è 'Io-sono-Brahman-Sé'. (CH.24, v.28)

47. Tutto il resto è solo una perdita di tempo, spazio ed energia. Tutto il resto è il discorso trito e ritrito di persone che non amano sforzarsi nella disciplina spirituale che li porta al Sé. Questa considerazione si basa sulla loro densa ignoranza del Sé. Solo con la pratica persistente e l'esperienza nel sadhana, si può arrivare alla verità che tutti i concetti sulle anime, sul mondo, sulla causa di essi sono solo ombre evanescenti sullo schermo di Shiva-Sé-Brahman. (CH.24, V.31)

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48. Non può esistere una cosa come l’idea di nomi e forme, non esiste qualcosa come la mente creatrice, non esiste qualcosa come una persona sconfitta nel samsara, e cose come il mondo e il suo creatore. Tutto ciò che appare esistente si deve realizzare non essere altro che la sola, pura Coscienza-Essere-Brahman-Sé. (Ch.25, v.8)

Tutto è solo Sat-Chit-Ananda-Sé

49. L’unica cosa che sia stata effettivamente accertata è solo Sat (Esistenza). Tutto ciò che è desiderabile è Ananda (Beatitudine). Mai si dovrebbe cadere, neppure involontariamente, nella Bhavana disastrosa di essere il corpo e che il mondo sia reale. (Ch.25, v.12)

50. Si deve sempre dimorare nella solida Bhavana che 'tutto è e solo Brahman-Sé e io non sono che il Brahman-Sé'. Con questa bhavana ogni manifestazione di pensiero e di ignoranza scompariranno, con conseguente dimorare eterno tutto nel Sat-Chit-Ananda-Sé. (Ch.25, V.14)

51. Per dimorare nel Sé, la mente errante va ridotta a perfetta quiete dopo essere stata liberata da ogni ignoranza e dal pensiero abituale. E si perde nel Sat-Chit-Ananda-Sé nello stesso modo in cui l'acqua si perde se mescolata con il latte. Questo stato unitario di dimorare nel Sé è chiamato Atma Nishta dai saggi che hanno raggiunto la perfezione. (Ch.26, v.2)

'Sahaja Nishta' o Lo stato naturale

52. Dopo aver capito che l’immagine del mondo che appare sulllo schermo del Sé è evanescente ed essenzialmente inesistente, si dovrebbe rimanere immobili e beati nella ferma convinzione di essere l'unico

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Brahman-Sé. Questa convinzione deve essere mantenuta anche durante le normali attività quotidiane nel mondo, fatto di nomi e forme. Questo compiuto stato di dimorare nel Sé è chiamato Sahaja Nishta (lo stato naturale). (Ch.26, v.3)

53. In quello stato beato del Sé in cui non c'è azione del corpo, della parola e della mente, neppure karma virtuoso o peccatore (l’azione) né i loro frutti, si dovrebbe rimanere stabili, evitando la pur minima parvenza di pensiero. (Ch.26, V.7)

54. In quel Sé in cui non c'è né ideatore né concezione del mondo fatto di nomi e forme, si dovrebbe rimanere beatamente stabili, evitando la minima traccia di pensiero. (Ch.26, v.8)

55. In quel Sé in cui il desiderio, la rabbia, l'avidità, la confusione, il fanatismo e l'invidia sono tutti assenti; in quel Sé in cui non c'è pensiero di schiavitù o di liberazione, si dovrebbe dimorare beatamente sempre, evitando la minima increspatura del pensiero. (Ch.26, V.13)

56. Nel dimorare saldamente nel Sé si acquisisce la totalità di tutte le conoscenze e si raggiunge il completamento di tutti gli sforzi e dei doveri. In questo stato si dovrebbe dimoarre beatamente e sempre, evitando la minima increspatura del pensiero. (Ch.26, V.25)

57. Quando la mente si è fusa completamente nel Sé, si diventa signori senza rivali immersi nella beatitudine incomparabile. In questo stato si dovrebbe dimorare sempre, liberi dalla minima traccia di pensiero. (Ch.26, v.28)

58. Io Sono quel Sé che è esistenza vera di consapevolezza-beatitudine, l'unico Brahman-Sé. Fermi nella convinzione nata da questa esperienza, si dovrebbe dimorare sempre, liberi dalla minima traccia di pensiero. (Ch.26, V.29)

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59. Nella convinzione 'Io sono il Sé' in cui nessun pensiero, ego, desiderio, mente o confusione può esistere uno dovrebbe dimorare sempre, privo di traccia di pensiero. (Ch.26, V.31)

60. La fede ferma di essere il Sé è sufficiente a dissipare ogni pensiero e per stabilirsi come Brahman-Sé. Con questa pratica, a tempo debito, anche il pensiero stesso di ciò svanirà, portando allo splendore spontaneo del Sé. Se una persona dà ascolto a questo insegnamento e pratica con fede, anche se è un grande peccatore, egli verrà lavato, pulito di tutti i suoi peccati e si stabilirà nel Brahman-Sé. (Ch.26, V.42)

61. Non v'è, questo è certo, una cosa come la mente, con i suoi costituenti di pensiero e di pensiero collegato a forme di oggetti. In questa convinzione si dovrebbe rimanere fermi e in pace, nello stato permenente e senza pensieri della Consapevolezza del Sè, che rimarrà dopo che tutti i sadhana e le sue regole si saranno esaurite nel Brahman Sé. (Ch.27, V.29)

62. Dopo aver acquisito l'esperienza che non c'è creatore, né maya, né dualità, e assolutamente nessun oggetto, e che solo la pura Consapevolezza del Sé esiste, si dovrebbe dimorare fermi e pacificamente in quello stato del Sé. (Ch.27, V.34)

63. Se una persona dà retta a questi insegnamenti egli otterrà certamente la grazia di Siva e raggiungerà lo stato del Sé, anche se immerso nella fitta oscurità dei quell’ignoranza che non avrebbe potuto essere bandita nemmeno dal bagliore di un milione di soli. (Ch.27, V.43)

64. Sono necessari tutti gli altri concetti inutili? Questa è la verità in poche parole. Solo coloro che hanno guadagnato la grazia del nostro Signore Siva tramite un lungo culto devozionale, avranno la rara opportunità di leggere questo testo che conduce alla beatitudine della pace eterna nel Brahman-Sé. (Ch.27, V.44)

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65. Solo lo Jnani che insegna “Tu sei il senza pensiero, stabilmente consapevole, assolutamente immobile, eternamente felice, intensamente sereno, senza riserve Brahman-Sé”, è il vero Satguru, nessun altro. (Ch.28, v.28)

66. Dimorare senza interruzione nello stato di consapevolezza costante, scevra da pensieri, è la realizzazione del Sé. Questo è allo stesso tempo il mukti jivan senza macchia e il magnifico mukti videha. Questo stato è facilmente raggiungibile solo per coloro che si sono guadagnati la divina grazia di Siva tramite una profonda devozione verso di Esso, e per nient’altro. Ciò che si afferma qui è l’insegnamento in poche parole del messaggio di quella affascinante gioiello che sono i Veda conosciuti anche come le Upanishad. (Ch.29, V.37)

67. Tutti coloro che daranno ascolto a questo messaggio e si adegueranno ad esso saranno immediatamentein grado di raggiungere la Mukti (liberazione). Essi non soffriranno più neppure in una particella del proprio essere; e potranno godere di una beatitudine di gran lunga superiore alla beatitudine raggiungibile in questo e in tutti gli altri mondi; essi e ciò che circonda loro saranno riempiti dalla pienezza di eventi favorevoli. Completamente liberi da ogni traccia di paura, non potranno mai più entrare nel ciclo di nascita e morte. Essi diventeranno l'immutabile Brahman Sé. Tutto questo noi rarantiamo essere la verità, fuor di alcun dubbio. Per il nostro Signore Siva, giuriamo che questa è la verità fondamentale. (Ch.29, V.40)

68. Tale stato di immobile, pura, splendente consapevolezza è Moksha, lo stato incomparabile. Coloro che possono dimorare ininterrottamente in quello stato supremo non saranno mai più toccati da sofferenze o altre influenze, e saranno assolti da tutti i doveri. Tali doveri se dovuti saranno completati senza sforzo alcuno da parte loro. Poiché essi non faranno che dimorare eternamente nel Sé. (Ch.30, V.31)

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69. Con la persistente e continua bhavana 'Io sono il Brahman-Sé' tutti i pensieri e i sentimenti di differenziazione tra Sé e non-Sé saranno annullati e la dimora permanente nel Brahman-Auto sarà raggiunta. Questo bhavana è possibile solo per chi ha una mente totalmente devota all’indagine sul Sé e non per coloro cherimarrannoo indifferenti circa la conoscenza del Sé. (Ch.32, v.18)

70. L'ignoranza e l'indifferenza per quanto riguarda l'indagine della verità riguardo se stessi è l’anticamera dell’ignoranza e dei problemi, bloccherà la vista del Sé, e svilupperà in una frazione di secondo tutti i tipi di illusioni e vessazioni date dalla preoccupazione mentale. La non-indagine rende impossibile questa bhavana. (Ch.32, v.19)

71. In breve, il rifiuto dell’indagine porterà ripidamente e per sempre nell'oceano del samsara (terrena sofferenza). Non c'è peggior nemico possibile della non-indagine. Pertanto, questa cattiva abitudine deve essere assolutamente superata al fine di fissare la mente nella bhavana che porta a dimorare nel Sé. (Ch.32, v.20)

72. L’indagine deve essere condotta in questo modo: Con il benevolo aiuto del Sat Guru ci si dovrebbe domandare 'Chi sono io? che cosa è questo mondo? qual è la realtà dietro tutto questo?' (Ch.32, V.21)

73. Stare in compagnia di un sadhu (coloro che sono impegnati nella ricerca e godimento della beatitudine del Sat-Sé) e con rispettosamente rivolgendosi al Sat-Guru-jnani, uno dovrebbe prima di tutto chiedersi sinceramente l'obiettivo che vuole ottenere. Questo è un aspetto importante della ricerca. Dopo è reso chiaro l'obiettivo, ci si dovrà fermamente attenere ad esso dell’unico Brahman-Sé, fino a quando il Sé sarà inconfondibilmente sperimentato. (Ch.32, V.22)

74. La concentrazione introspettiva consapevole dell’auto-indagine ('Chi sono io'?) uccide tutti i pensieri e distrugge la fitta oscurità dell'ignoranza; cancella ogni preoccupazione; illumina l'intelletto con la

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radianza di pura consapevolezza; spazza via tutte le confusioni concettuali; stabilosce in Siva-Sé; trasforma una serie di prossime calamità in eventi di buon auspicio; e infine, distrugge l'Io-sono-la mente completamente, con tutte le sue afflizioni. (Ch.32, v.24).

In tutti i 13 versetti del capitolo 32, il termine Bhavana è da intendersi come la fede o convinzione nella 'Aham Brahman' (Io sono il Sé).

75. Solo per quelle persone che seriamente e con volontà praticheranno l’auto-indagine, la mente turbolenta sarà controllata e fissata nella pratica della bhavana. A tempo debito tutti i pensieri e l’ignoranza scompariranno, cedendo il posto alla fulgida consapevolezza Sé nella mukti. (Ch.32, V.26)

76. Si dovrebbe perseguire inesorabilmente l’auto-indagine fino a quando tutte le forme concettuali quali creatura, mondo e creatore si fonderanno e scompariranno nel puro libero pensiero, sempre vigile sulla Consapevolezza del Sé, che consente di dimorare in quella Bhavana, 'Io sono il Brahman-Sé'. (Ch.32, V.27)

77. E' solo nella mente che appaiono cose come come il mondo e la schiavitù; non esiste un mondo diverso da quello della mente. Se indagata questa mente si rivela essere nient'altro che un gruppo di increspature (pensieri) nell'oceano di pura Consapevolezza-Siva-Sé. Io sono Shiva-Sé e non c'è nulla a parte questo Io, ciascuno dovrebbe dimorare totalmente nella convinzione nata da questa esperienza. (Ch.32, V.33)

78. Non v'è alcun mondo a parte la mente. Ciò che appare come mondo è solo la mente. Se questa mente è indagata, si scopre essere nient'altro che un fascio di pensieri tutti sorgenti dal pensiero primario 'Io sono il corpo' ovvero l'ego. Se questo ego-Io viene indagato e la sua identità ricercata, esso verrà inghiottito, senza lasciare più traccia, nella pura Consapevolezza-Essere-Siva-Sé. Si dovrebbe mantenere questa bhavana

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'Io sono Sé-Siva' fino a quando questo stato di essere il Siva-Sé - divenerà esperienza spontanea e libera dallo sforzo stesso nel bhavana. (Ch.32, V.34)

79. In me, che sono pura Consapevolezza del Sé, l'universo nasce, viene mantenuto e sciolto nella mente. Non esistono cose come la mente e pensiero di forme-oggetti a parte me, il Sé. In questa esperienza si dovrebbe sempre dimorare. (Ch.32, V.35)

80. Uno dovrebbe sempre dimorare come puro Siva-Sé attraverso la stabile esperienza che non ci sono forme-pensiero, di esseri, mondo e creatore a parte la mente, che non è altro che una serie di increspature in me nell'oceano di pura Consapevolezza del Sé e di conseguenza Io sono l'unico Essere, unico Shiva-Sé. (Ch.32, V.36)

81. Così come il mondo, visto nei sogni, non è fuori di me, ma solo una mia creazione, il mondo dello stato di veglia è solo una creazione fatta da me e vista da me nel mezzo della mia pura Consapevolezza del Se. In questa sentire si dovrebbe dimorare con fermezza. (Ch.32, V.37)

82. La solida convinzione di 'Io sono il Sé' è il segno sicuro del dimorare stabilmente nel Sé. Dimorare in questa convinzione in tutte le situazioni è, vero culto divino, meditazione su Dio, recitazione di mantra, pratica della retta condotta di vita, contemplazione, yoga integrale, saggezza del Sé e Moksha al tempo stesso. (Ch.33, V.16)

83. Qualunque cosa appare come maya, creatore, creatura, mente, mondo, nomi e forme è il puro Brahman Sé e nient’altro a parte questo. (Ch.34, V.15)

84. Il dimorare costante nella convinzione solidissima nata dall'esperienza di 'Io sono il Sé', è il più grande yoga, la dissoluzione totale della mente, la vera rinuncia, la vera saggezza, e jivan mukti nello stesso tempo. (Ch.34, V.46)

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85. Qualunque siano i nomi e le forme, essi sono visti da me nel mio sogno, non sono niente senza di me. Anche così, questo mondo visto da me nel mio stato di veglia non è nulla senza di me, la Consapevolezza del Sé che Io sono. Il saggio deve rinunciare a qualsiasi differenziazione tra Sé e non-Sé, e dimorare solo nel puro Sé. (Ch.35, V.23)

86. Se questo mondo dello stato di veglia non dovesse essere evanescente per sua natura, tutto ciò che si vede in questo stato dovrebbe essere visto anche durante il sonno. Dal momento che Io, come puro Sé esisto sempre e comunque, non c'è spazio per il pensiero di un mondo dove il Sé è assente. Io-il Sè-Brahman è l'unica esistenza. (Ch.35, v.24)

87. Nessun mondo esiste durante l'assenza della mente, e non v'è nessuna mente a parte la mia consapevolezza. Così, la mente e il mondo non sono nulla a parte il Sé, e sono in assoluto pura Esistenza-Consapevolezza-Brahman-Sé. Il saggio dovrebbe abolire ogni pensiero di differenziazione tra Sé e non-Sé. (Ch.35, V.25)

88. Non vedo né mente, né mondo durante il sonno senza sogni. Nello stato di sogno c'è la mente con le sue creazioni, il mondo dei sogni. Il mondo dei sogni è smascherato nel mio stato di veglia. Ma Io-il Sé esiste sempre. Riflettendo in tal modo, si deve rinunciare a tutte le differenziazione tra Sé e non-Sé, e sempre dimorare con fermezza e vigilmente nella Conspevolezza-Sè-Brahman senza pensiero. (Ch.35, V.26)

89. Tutte le diversità quali il mondo, la mente, maya (confondendo il potere del Brahman), lo stato di veglia, sogno, sonno, parlare di voi o di me sono evanescenti, e mai prescindono dal Sé. Così il saggio deve rinunciare a tutto il pensare di cosa sia il Sé e cosa non lo è ma dimorare sempre solocoem Sé. (Ch.35, V.27)

90. Nella scarsità di luce appare l'illusione di un serpente al posto della corda, e questo serpente non è nient’altro che la corda. Nello stesso

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modo ogni illusione del non-Sé esiste solo nel Sè. Così il saggio deve rinunciare a tutto il pensiero sul Sé e non-Sé e sempre dimorare fermamente nella pace del Sé. (Ch.35, v.28)

91. Nell’esperienza saggia e completa, Io non sono duale, Io sono trascendente, immobile, pacifico, libero da schiavitù, libero da concetti, solo coscienza pura come il cielo. Attraverso questa esperienza si dovrebbero respingere tutte differenziazione tra Sé e non-Sé e sempre dimorare fermamente nella pace del Brahman Sé. (Ch.35, V.33)

92. Si dovrebbe rinunciare a tutte le pratiche di hatha yoga, come il controllo del respiro, a tutti i dogma religiosi e le loro diverse sadhana ed essere soddisfatti attraverso la semplice osservanza del Sé e nint’altro. (Ch.35, V.38)

93. Solo coloro che contemplano il Siva-Sé, lo schermo immacolato che è la base di tutte le manifestazioni, acquisiranno l'esperienza pura del sahaja nirvikalpa samadhi. A parte questa devozione a Siva (Pura-Vigile-Consapevolezza del Sé) non ci sono altri mezzi che portano alla liberazione. (Ch.35, V.44)

94. La non-dualità esistente nel sonno profondo fa emergere l’apparizione del mondo nello stato di sogno. Nello stesso modo, il mondo delle ombre che emerge nella veglia è opera del potere insito nella proprio Brahman-Sé. Dimorare saldamente in un'esperienza di puro Brahman-Sé, permette di scoprire che la mente e tutti i suoi conciliaboli andranno persi per sempre. (Ch.36, V.25)

95. Si deve rimanere stabilmente nella convinzione 'Io sono il Sé' e respingere tutti i pensieri come 'Io sono questo corpo' e 'Questo mondo è reale'. Se si mantiene questa abitudine incessantemente, questa falsa credenza scivolerà via come un fiore dalla mano quando si cade in un sonno profondo. (Ch.37, V.33)

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96. Ciascuno è l'unico responsabile della propria liberazione o schiavitù, poiché la scelta di distruggere la mente inquieta o permettere ad essa così di vagare dappertutto spetta solo a ciascuno. Pertanto, si deve conquistare la mente inquieta per poter dimorare costantemente nel puro e libero pensiero di Vigile-Consapevolezza del Sé. Questo dimorare costante è Moksha. (Ch.38, V.7)

97. Tu sei l'unico Signore Supremo, il Sé. Non c'è nulla a parte te. Questo va dichiarato essere la verità ultima, dopo un'analisi completa di tutte le scritture. Per i santi piedi di Siva, giuriamo che questa è la verità al di là di ogni dubbio. Peri i piedi del Sat Guru, noi giuriamo ancora una volta che questa è la verità affermata dalle Upanishad. (Ch.38, V.9)

98. Tutti i doni di beneficenza, tutti i pellegrinaggi ai luoghi sacri, ogni sorta di mantra-japa e il culto di diversi dei devono essere fermamente abbandonati a favore della pratica costante degli insegnamenti presenti in questo libro. (Ch.38, v.24)

99. Tutte le pratiche yogiche, tutte le attività filosofiche, tutti gli esercizi devozionali, e tutte le fedi e credenze dovrebbero essere abbandonate. Uno dovrebbe limitarsi alla pratica degli insegnamenti di questo libro e basta. (Ch.38, V.25)

100. Con la sola pratica degli insegnamenti di questo libro, ogni confusione e ignoranza saranno distrutti, dimorare fermamente nel Sé sarà il risultato. Con la fusione di saggezza e beatitudine pacifica nel Sé, sarà raggiunta Mukta. (Ch.38, V.29)

101. Solo quando tutti i peccati sono portati via dalla pratica delle virtù attraverso molte vite, si avrà la rara opportunità di far proprio questo trattato e praticare i suoi principi. Per i piedi di Siva va dichiarato che solo coloro il cui ciclo di nascite e morti è giunta al termine con questa vita potranno ricevere questo trattato nelle proprie mani e mettere in pratica i suoi insegnamenti. (Ch.38, V.40)

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Versi da 102 a 121. Questi ultimi 20 versi del presente libro contengono le dichiarazioni del discepolo Nidaga dinnanzi al suo insegnante Ribhu, dove sono espresse le conquiste spirituali garantite a lui per la grazia del suo maestro, e le espressioni di gratitudine per il maestro stesso, Ribhu.

102. O Mio Signore Sat Guru! Per mezzo della tua grazia ho in una frazione di secondo, abbandonato ogni senso di differenziazione tra Sé e non-Sé; ho raggiunto la certezza che tutto è Brahman e che Io non sono altro che sono il Brahman-Sé; Sono ora dimorante nella beatitudine eterna del Brahman-Sé. (Ch.39, V.7)

103. Io sono in verità il Sat-Chit-Ananda-Brahman-Sé. Io sono la pace indisturbata eterna priva di nome e forma. Io sono il tutto senza difetti nella completa esistenza. Saldamente Io Sto stabilito nel mio unico Brahman-Sé. (Ch.40, v.10)

104. Oh! Sono diventato Brahma, Vishnu, Rudra, Mahesa, Sadasiva, Parameswara e sua moglie Parvati, Vinayaka, Subrahmanya, e tutte le altre schiere (Siva Ganas) e devoti di Siva, tutti questi insieme! (Ch.41, V.-15)

105. Io stesso sono tutti i deva (esseri celesti) e gli asura (abitanti degli inferi), Indra il capo dei deva, il Signore delle otto direzioni cardinali, la comunità dei saggi, la moltitudine di Rakshasas (demoni), e ancora, gli abitanti di questo e di tutti gli altri mondi. (Ch.41, V.16)

106. Sono diventato i cinque elementi, i mondi innumerevoli sparsi nei cieli, tutte le cose esistenti e i loro svolgimento, tutti i Veda, e tutte le diversità di noie e forme. (Ch.41, V.17)

107. A un tratto sono diventato i corpi, i sensi, e le anime che li possiedono, la mente, l'intelletto, intuizione, l'ego, l'ignoranza primordiale e la commozione inquieta dello spirito, insomma tutto ciò che è visto e conosciuto. (Ch.41, v.19)

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108. Quella persona misericordiosa che dà questi insegnamenti è senza dubbio l'incarnazione del Signore Parameswara, il suo Devi Parvati, Vinayaka e Dio Shanmukha tutto in uno. (Ch.4, v.5)

109. E 'ancora una volta, Nandikeswara, Dattatreya, Dakshinamurti, e, in breve, il Supremo Siva stesso (Ch.42, v.6)

110. Dopo essere stato regolarmente avviato in questi insegnamenti da parte del Sat Guru, il discepolo dovrà, finché la vita permane in lui, sostenere il suo maestro generosamente con denaro, cibo, vestiti e riparo e amorevole devozione. Questa è la condizione sine qua non per la Mukti del discepolo. (Ch.43, v.11)

111. Inoltre, egli dovrebbe adornarsi la fronte e il corpo con la vibhuti (cenere sacra) secondo le modalità previste, l’uso della sola vibhuti avranno diritto alla grazia di Siva che rimuove tutti gli impedimenti alla salvezza. (Ch.43 v.12)

112. Il cospargersi abituale del corpo con la vibuthi si chiama pasupatha Vratham (l'austerità nella devozione a Shiva). Questa pratica accelera il raggiungimento della conoscenza del Sé. O Signore, Sat Guru! Con questa pratica ho guadagnato il merito per arrivare ai tuoi santi piedi che mi hanno portato alla salvezza. (Ch.43, V.13)

113. Io sono sempre l'eterno, puro, onnisciente, libero, incrollabile, non duale, Sé onnipervadente. Questa è la ferma convinzione dell'esperienza del jivan nel Sé. (Ch.43, v.28)

114. Il Jnani consapevole che si è perso nel mounam maha (immobilità totale) della pura splendente Consapevolezza-Brahman-Sé, privo della minima traccia di ignoranza, totalmente privo di tutta la coscienza del corpo e dei suoi tre stati di veglia, sogno e sonno, privo di tutte le distinzioni di nome e la forma e privo di qualsiasi pensiero di schiavitù o la libertà è mukta videha. (Ch.43, V.29)

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115. Tu mi hai condotto, o Signore Sat Guru, attraverso l'oceano sconfinato del samsara nella barca della conoscenza di Sé. A me, che mi dibattevo miseramente della convinzione 'Io sono il corpo' tu hai insegnato che 'Io sono il Brahman-Sé' e mi hai accordato quella felicità che tutto abbraccia Essere-Consapevolezza. A te, io rendo questi saluti devoti. (Ch.44, V.16)

116. Saluti a te, mio signore Sat Guru! Tu hai distrutto la mia illusione che io sia il corpo e che il mondo è fuori di me ed è vero. Tu mi hai dato l'esperienza del mio Brahman-Sé. Tu hai distrutto la mia convinzione sbagliata che il karma (l’azione) è la strada per la salvezza, o che la conoscenza da sola possa rendere liberi. Tu hai dato la mia salvezza nel Sé (Ch.44, V.17)

117. A tal divina Grazia-incarnata, a quella Onnipresenza senza uguaii, a questo Siva-Sé Sat Guru, io rendo il mio saluto devoto. (Ch.44, v.18)

118. A tal Sat Guru che è il cuore del mio Sé, che ha distrutto la mia ignoranza con il dono della Consapevolezza del Sé, a quella incarnazione della conoscenza del Sé, offro questi miei saluti. (Ch.44, v.19)

119. Omaggi al Sat guru che è l'incarnazione della pace indisturbata, senza attributi, l’eterna purezza, onnipervasivo, cielo infinito di coscienza e perfezione completa. (Ch.44, v.20)

Nota: I seguenti versetti 120 e 121 contengono l'esortazione di Ribhu a Nidaga.

120. In risposta alle parole di Nidaga, Ribhu risponde così: O mio figlio! Siamo ora senza dubbio saldamente stabiliti nella beatitudine del Brahman-Sé, essendo stati liberati da ogni illusione e ignoranza. Nello stesso tempo, come precauzione e sicurezza, fino all’ottenimento del videha Mukti è necessario praticare assiduamente l’adesione al Sé. (Ch.44, V.22)

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121. Gli aspiranti alla conoscenza del Sé troveranno successo più velocemente attraverso il culto del corpo di Shiva. Vivere in presso un kshetra Siva (presso un Tempio dedicato a Siva) dovrebbero offrire devozione a Shiva Lingam Maha, indossando la vibhuti sacra e la rudraksha (ghirlanda di perline), e ripetendo il nome di Siva con devozione amorosa. (Ch.44, V.39)

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122. Versi benedetti da offrire a Siva-Sé.

Saluti a Sat-Chit-Ananda-Siva-Sé!

Saluti a quella pace indisturbata, il Sé!

Saluti a quella perfezione assoluta, il Sé!

Saluti a quello Splendore-Consapevolezza, il Sé!

Saluti a quel Sé senza macchia, senza attributi!

Saluti a quella indivisibile Unità, il Sé!

Saluti a quel puro cielo della coscienza, il Sé!

Saluti all’Esistenza assoluta e supremo, il Sé!

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OTTOBRE 2018

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