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Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

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Il D. Lgs n.150/2009: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del la riforma del pubblico impiego pubblico impiego
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Page 1: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Il D. Lgs Il D. Lgs n.150/2009: n.150/2009: la riforma del la riforma del

pubblico impiegopubblico impiego

Page 2: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Il vecchio regime ante riforma D.Lgs 150/2009Le tappe del lungo processo di riforma

Page 3: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Le tappe verso la meritocrazia

Con la pubblicazione in G.U. n.254 del 31 ottobre 2009 s.o. n.197 del D.Lgs 27 ottobre 2009, n.150, prende l’avvio il quarto tentativo del legislatore di rivisitare la disciplina del lavoro pubblico

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Il primo tentativo: la legge quadro 29.3.1983, n.93

Ideologia dominante: suggestioni anglo-americane (Thatcher / Reagan) -> eliminazione di tutte quelle regole legislative che impedivano l’affermarsi di dinamiche di mercato e cristallizzavano assetti di potere anacronistici

Accordo del 22 gennaio 1983 riconduce la contrattazione collettiva, privata e pubblica, all’interno di vincoli fissati al centro del sistema politico sindacale

La contrattazione collettiva assurge al rango di fonte sostanziale dell’impiego pubblico: espediente il recepimento dell’accordo collettivo in un D.P.R. 4

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Il secondo tentativo: 1992/1993

La deregulation confluisce nell’ideologia della privatizzazione

Modello regolativo fondato sui meccanismi di di funzionamento e di gestione del “privato”, anziché del pubblico

Influenza del pensiero politico riformatore anglo-americano (Bill Clinton, Tony Blair)

Prende avvio la privatizzazione (formale) dell’industria pubblica

Legge delega 23 ottobre 1992, n.421 e D.Lgs 3 febbraio 1993, n.29: il rapporto di lavoro perde la configurazione di rapporto speciale regolato dal diritto pubblico e viene ricondotto al diritto privato

Concilia la volontà di smantellare ogni vincolo esterno all’esercizio dei poteri datoriali di gestione dell’organizzazione e dei rapporti di lavoro (aziendalizzazione degli apparati pubblici come mezzo di controllo della spesa), con la volontà di individuare il contratto collettivo come fonte principale della disciplina del lavoro pubblico 5

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La seconda privatizzazione: 1997/1998

Superato il gradualismo della riforma del 1992

Federalismo a Costituzione invariata (Bassanini)

Esaltazione del ruolo della contrattazione (collettiva e individuale) e spinta verso la delegificazione:

Legge e Contratto fonti di produzione normativa tendenzialmente equiparate

Il CCNL successivo prevale sulla norma di legge, regolamento o statuto che introduca una particolare disciplina dei rapporti di lavoro la cui applicabilità sia limitata ai dipendenti pubblici o ad alcune categorie di essi (art.2, 2° comma D.Lgs n.165/2001)

Nel 1998 viene superato il limite per materia originariamente lasciato alla contrattazione collettiva e aumentano le materie negoziabili, anche a livello microorganizzativo (fermo il baluardo delle prerogative manageriali)

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La lotta ai fannulloni delle amministrazioni pubbliche: 2006 -

2009

Polemica Prof. Ichino / Corriere della Sera

Introduzione del tema “meritocrazia”

Rivisitazione delle riforme degli anni novanta

Il D.Lgs n.150/2009 si inserisce in un ampio e articolato quadro di riforme, quali l’introduzione della “class action” nei confronti della pubblica amministrazione (D.Lgs 20 dicembre 2009, n.198), l’approvazione del codice della giustizia amministrativa (D.Lgs 104/2010), la riforma del processo civile (L. 18 giugno 2009, n.69). 7

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La riforma “Brunetta”

http://www.riformabrunetta.it/

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La legge n.15/2009 Il D.Lgs. n. 150/2009 trae origine da una

legge delega Legge 4 marzo 2009, n. 15 (“Delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttivitàdel lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenzadelle pubbliche amministrazioni”)

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La legge n.15/2009 Contiene, oltre alla delega, anche norme

immediatamente esecutive

Stabilisce che una norma in materia di lavoro può essere derogata da parte dei contratti -> ma solo se espressamente previsto dalla norma stessa (art. 1, comma 1)

Vale per le norme emanate dopo il 4 marzo 2009

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La legge n.15/2009 Principi e i criteri direttivi per la delega,

poi attuata con il D.Lgs. n. 150/2009 valutazione delle strutture e del personale delle P.A.

performance

trasparenza delle P.A.

valorizzazione del merito

premialità

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La legge n.15/2009 Principi e i criteri direttivi per la delega,

poi attuata con il D.Lgs. n. 150/2009 ai fini della migliore organizzazione del lavoro e della qualità del servizio,

revisione delle norme su:

dirigenza pubblica

procedure di contrattazione collettiva

Responsabilità e sanzioni disciplinari dei dipendenti

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Page 13: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

TITOLO I -> principi generali

TITOLO II -> misurazione, valutazione e trasparenza della performance

TITOLO III -> merito e premi

TITOLO IV -> nuove norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche

TITOLO V -> norme finali e transitorie

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Il decreto legislativo di Il decreto legislativo di attuazione della legge 4 attuazione della legge 4

marzo 2009 n.15marzo 2009 n.15

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in vigore dal 15 novembre 2009

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Il D.Lgs n.150/2009Il D.Lgs n.150/2009

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La privatizzazione è stata tenuta ferma

Ribadito il principio secondo cui le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione del rapporto di lavoro sono assunte con la capacità e i poteri del privato datore di lavoro

I rapporti di lavoro dei dipendenti (eccettuate le categorie escluse) restano disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, libro V c.c. e dalle leggi sul lavoro subordinato nell’impresa (art.2,II, D.Lgs n.165/2001)

Mantenuta la devoluzione delle controversie al giudice ordinario

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Cambia il rapporto tra la legge e la contrattazione collettiva

Rafforzamento della fonte legislativa -> allargamento dell’ambito ad essa riservato, con esclusione in tale ambito di ogni intervento della contrattazione collettiva

Ribaltato il principio di preferenza per la fonte contrattuale che era sancito nel comma 2 dell’art.2 del D.Lgs 165/2001

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Il ridimensionamento della contrattazione collettiva

La contrattazione collettiva può derogare alla legge solo quando essa disponga espressamente in tal senso

I rapporti di lavoro sono disciplinati dalle disposizioni del c.c. … fatte salve le diverse disposizioni contenute nel decreto n.165 che hanno valore imperativo (art.2,II D.165)

Oggetto del ccnl la determinazione dei diritti e degli obblighi del lavoratore -> diretta pertinenza al rapporto di lavoro (art.40 D.165)

Evidenziata esclusione per l’organizzazione degli uffici

In ambito disciplinare ->solo nei limiti previsti dalla legge

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Alla contrattazione collettiva resta competenza esclusiva

In relazione all’attribuzione dei miglioramenti economici;

Le disposizioni di legge che li attribuiscono cessano a far data dall’entrata in vigore del rinnovo contrattuale (art.2,III, D. 165)

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Rafforzamento dei poteri del dirigente

Le determinazioni per l’organizzazione degli uffici e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte dalla dirigenza in via esclusiva … fatta salva la sola informazione ai sindacati

La riserva dirigenziale riguarda in particolare “le misure inerenti la gestione delle risorse umane … nonché la direzione, l’organizzazione del lavoro nell’ambito degli uffici” (art.2,V, D.165)

Le prerogative NON sono negoziabili

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Misurazione,valutazione e trasparenza

La gestione del ciclo della performance

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Principi generali (art.3 D.150)Ogni P.A. è tenuta a misurare e valutare la performance con riferimento a:

amministrazione nel suo complesso

unità o aree in cui si articola

singoli dipendenti

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Page 22: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Il ciclo della gestione della performance (art.4 D.150)

definizione e assegnazione di obiettivi (commisurati ai valori di riferimento derivanti da standard)

collegamento fra obiettivi e risorse

monitoraggio, misurazione e valutazione

assegnazione di premi secondo i meriti

rendicontazione a vertici dell’amministrazione, organi esterni, cittadini, utenti dei servizi

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Particolare rilievo assumono gli obiettivi (art.5 D.150)

Gli obiettivi devono essere:

•Rilevanti e pertinenti

•Specifici e misurabili

•Sfidanti (tali da determinare un significativo miglioramento)

•Riferibili ad un arco temporale determinato

•Commisurati a valori di riferimento

•Confrontabili

•Correlati alla quantità e alla qualità delle risorse disponibili

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Gli attori del ciclo della performance (art.12 D.150)

la «Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche»(organo centrale)

gli Organismi indipendenti di valutazione della performance(per ogni amministrazione)

l'organo di indirizzo politico amministrativo di ciascuna amministrazione

i dirigenti di ciascuna amministrazione

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Merito e premi

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Criteri e modalità (art.18 D.150)

Le P.A.

promuovono il merito

utilizzano sistemi premianti selettivi per attribuire incentivi economici e/o di carriera

E’ vietata la distribuzione indifferenziata e/o automatica

Obbligatorie le verifiche di performance

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Page 27: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Criteri di differenziazione delle valutazioni (art.19

D.150) Tre fasce di merito per i dipendenti:

① Alta (25% dipendenti; 50% risorse)

② Media (50% dipendenti; 50% risorse)

③ Bassa (25% dipendenti; 0% risorse)

Vale anche per i dirigenti, con riferimento alla retribuzione di risultato

La contrattazione collettiva può modificare (con limiti, vedi comma 4)

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Strumenti (art.20 D.150)① Bonus annuale delle eccellenze

② Premio annuale per l’innovazione

③ Progressioni economiche

④ Progressioni di carriera

⑤ Attribuzione di incarichi e responsabilità

⑥ Accesso a percorsi di alta formazione e di crescita professionale

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Inderogabilità (art.29 D.150)

Le disposizioni su merito e premi Le disposizioni su merito e premi

Sono norme imperativeSono norme imperative

In quanto tali, sono inserite di diritto nei In quanto tali, sono inserite di diritto nei contratti collettivicontratti collettivi

non posso essere (più) derogate dalla non posso essere (più) derogate dalla successiva contrattazione collettivasuccessiva contrattazione collettiva

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Page 30: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Trasparenza ““Accessibilità totaleAccessibilità totale”= ”= La trasparenza è intesa La trasparenza è intesa

come accessibilità totale, anche attraverso lo come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti istituzionali strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle delle amministrazioni pubbliche, delle informazioniinformazioni concernenti concernenti ogni aspetto dell’organizzazioneogni aspetto dell’organizzazione, degli , degli indicatori relativi agli andamenti gestionaliindicatori relativi agli andamenti gestionali e e all’utilizzo delle risorse all’utilizzo delle risorse per il perseguimento delle per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei funzioni istituzionali, dei risultati dell’attività di risultati dell’attività di misurazione e valutazione misurazione e valutazione svolta dagli organi svolta dagli organi competenticompetenti, allo scopo di favorire forme diffuse di , allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei princìpi di buon controllo del rispetto dei princìpi di buon andamento e imparzialità. Essa costituisce livello andamento e imparzialità. Essa costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell’articolo 117, amministrazioni pubbliche ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera secondo comma, lettera m), della Costituzione.m), della Costituzione.

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Page 31: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

TrasparenzaD.Lgs. n. 198 del 20 dicembre 2009

(class action)

Obiettivo della class action nei confronti della pubblica amministrazione è di indurre il soggetto pubblico o concessionario di servizi pubblici ad assumere comportamenti virtuosi nel suo ciclo di produzione.

La sentenza finale di accoglimento ordina alla pubblica amministrazione o al concessionario di servizi pubblici di porre rimedio al disservizio, ma non provvede al risarcimento dell'eventuale danno cagionato dall’inefficienza, in quanto le disposizioni contenute mirano a realizzare un controllo esterno di tipo giudiziale sul rispetto, da parte delle pubbliche amministrazioni, degli standard (di qualità, di economicità, di tempestività) loro imposti.

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Page 32: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

CIVIT DELIBERA n. 104/2010 – DEFINIZIONE DEI SISTEMI

DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE ENTRO IL 30 SETTEMBRE 2010

DELIBERA n. 89/2010: Indirizzi in materia di parametri e modelli di riferimento del Sistema di misurazione e valutazione della performance (articoli 13, comma 6, lett. d) e 30, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150).

DELIBERA N. 88/2010: “Linee guida per la definizione degli standard di qualità (articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 20 dicembre 2009, n. 198)” e Tabelle esemplificative degli standard di qualità di alcuni servizi pubblici

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Page 33: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRIDipartimento della Funzione Pubblica

Circolare 19 luglio 2010 n 8 Circolare 19 luglio 2010 n 8 (Oggetto: assenze dal (Oggetto: assenze dal servizio per malattia dei pubblici dipendenti)servizio per malattia dei pubblici dipendenti)

Circolare 13 maggio 2010 n. 7 Circolare 13 maggio 2010 n. 7 (Oggetto:(Oggetto: Contrattazione Contrattazione integrativa. Indirizzi applicativi del decreto legislativo 27 integrativa. Indirizzi applicativi del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.ottobre 2009, n. 150.

Circolare 17 febbraio 2010 n 3 Circolare 17 febbraio 2010 n 3 (Oggetto: art. 55 novies (Oggetto: art. 55 novies del D.Lgs 165/2001: identificazione del personale a del D.Lgs 165/2001: identificazione del personale a contatto con il pubblico)contatto con il pubblico)

Circolare 14 gennaio 2010 n 1 Circolare 14 gennaio 2010 n 1 (Oggetto: Pubblicazioni e (Oggetto: Pubblicazioni e comunicazioni dei dati inerenti PA e dipendenti: comunicazioni dei dati inerenti PA e dipendenti: pubblicazioni dati curricolari e retributivi della dirigenza e pubblicazioni dati curricolari e retributivi della dirigenza e dati sulle assenze del personale)dati sulle assenze del personale)

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Page 34: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Le novità in materia

disciplinare

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Page 35: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

LE RESPONSABILITA’ DEL DIPENDENTE PUBBLICO

PENALE conduce all’irrogazione di una sanzione predefinita prevista dal codice in relazione alla lesione di particolari interessi tassativamente individuati

CIVILE obbliga al risarcimento del danno ingiusto subito dal danneggiato secondo i principi del codice civile

DISCIPLINARE consiste nella reazione del datore di lavoro nei confronti del lavoratore per infrazioni previste dal CCNL

AMMINISTRATIVA – CONTABILE sanziona l’imperizia e la negligenza che determinano il danno erariale

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Cos’è il potere disciplinare? Un potere presente nei fatti e nelle entità

superindividuali ancor prima e a prescindere di una norma che ne fornisse diretta legittimazione giuridica

La mancanza di una previsione normativa espressa non ha mai impedito, sin dalle origini, l’affermazione e il riconoscimento del potere disciplinare del datore di lavoro

Nel contratto di lavoro rappresenta l’anomalia e l’alterazione più notevole al sinallagma

Strumento di organizzazione

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Page 37: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

La responsabilità dirigenziale(art.21 D.Lvo n.165/2001)

Il mancato raggiungimento degli obiettivi, ovvero l’inosservanza delle direttive imputabili al dirigente, valutati con i sistemi e le garanzie di cui all’art.5 del D.Lvo 30.07.1999, n.286, comportano, ferma restando l’eventuale responsabilità disciplinare….., l’impossibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale. In relazione alla gravità dei casi, l’amministrazione può, inoltre, revocare l’incarico …., ovvero recedere dal rapporto di lavoro secondo le disposizioni del contratto collettivo.

Rapporti con la responsabilità disciplinare

Applicazione dell’art.1218 c.c.?

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Page 38: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

E’ un documento che riassume nel dettaglio i comportamenti vietati (le infrazioni), costituenti inadempimento contrattuale e assoggettabili a sanzioni specificamente previste in corrispondenza di ciascuna potenziale infrazione.

Il codice disciplinare

2) AffissioneNon ammette equipollenti

1)Predeterminazione

Nullum crimen, nulla poena sine lege 3) Conformità a

ccnl/accordi, se esistenti

REQUISITI PRINCIPALI:

Page 39: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

La contestazione dell’addebito

Costituisce l’inizio effettivo del procedimento disciplinare e determina la decorrenza di tutti i termini che lo scandiscono (Cons. Stato, Sez.IV, 23.10.98 n.1382)

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atto scritto con il quale il datore di lavoro imputa al lavoratore il compimento di un’infrazione. Precede ogni provvedimento disciplinare ad eccezione del rimprovero verbale

Il procedimento non comincia con la sospensione cautelare che ha carattere non sanzionatorio

Page 40: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

La contestazione dell’addebito: il requisito della “tempestività”

REQUISITI:

1. Tempestività: stretta connessione temporale con l’evento, da intendersi però in senso relativo, secondo il criterio della c.d. “ragionevole immediatezza”.

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Tempestività codificata -> tutti i contratti collettivi hanno previsto che la contestazione debba avvenire non oltre venti giorni da quando il soggetto competente è venuto a conoscenza del fatto

Finalità: “risponde all’esigenza di tutelare l’interesse del lavoratore a che il procedimento intervenga in tempi brevi, al fine di consentirgli, per il più preciso ricordo dei fatti, una difesa più agevole” (Cass. 18.04.1998 n. 3964)

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La contestazione dell’addebito: il requisito della “specificità”

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(ivi compresa la recidiva)

Trattasi di infrazione che in quanto “reiterata”, risulta

meritevole di una reazione di maggior entità rispetto al

semplice fatto considerato a se stante. Rappresenta una

fattispecie disciplinare autonoma.

La specificità non implica l’obbligo di indicare le norme legali/contrattuali che si reputano violate (Cass. 9/4/90 n. 2940).

Non devono essere rese note al lavoratore le prove dell’addebito (Cass. 721 / 1984).

Non deve essere indicata la sanzione applicabile.

REQUISITI:

2.Specificità: esposizione precisa e puntuale di tutti gli elementi di fatto che individuano la condotta dell’incolpato e identificano l’infrazione

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Il requisito della “immutabilità”

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Riguarda solo gli elementi di fatto e non già la qualificazione giuridica dei medesimi

La contestazione “fotografa” l’accadimento storico che si addebita al lavoratore, cristallizzando sin dall’inizio l’oggetto della procedura ->irrilevanza a tal fine di circostanze ulteriori, pur contestuali, non ritualmente citate nella contestazione.

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Semplificazione dei procedimenti

Estensione dei poteri del dirigente <<capo struttura>> del dipendente

Riduzione dei termini

Potenziamento dell’istruttoria

Abolizione dei collegi arbitrali

Validità della pubblicazione del codice disciplinare sul sito telematico dell’amministrazione

Riforma del rapporto tra procedimento disciplinare e procedimento penale

Definizione di una serie di comportamenti assoggettati per legge al licenziamento

Previsione di varie ipotesi di responsabilità per condotte che arrecano danno alla P.A. (tra le quali la resp del dirigente o funzionario che determina la decadenza del potere disciplinare)

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Il D.Lvo n.150: Il D.Lvo n.150: sintesi delle novità in sintesi delle novità in materia disciplinaremateria disciplinare

Page 44: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

La maggior parte delle disposizioni (tutte quelle inserite come artt. da 55 a 55 octies) è individuata come disposizione inderogabile inserita di diritto nel contratto collettivo ai sensi degli artt 1339 e 1419,II, c.c.

L’art.54 D.Lgs Brunetta consente la contrattazione collettiva in materia disciplinare negli esclusivi limiti previsti dalle norme di legge

Il nuovo art.55 D.Lgs 165 lascia spazio alla contrattazione solo in relazione alla tipologia delle infrazioni e delle relative sanzioni

Eliminato il rinvio all’art.7 dello Statuto dei Lavoratori e con esso la possibilità per il CCNL di intervenire in materia di procedure

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L’ambito lasciato alla L’ambito lasciato alla contrattazione collettiva è contrattazione collettiva è

circoscrittocircoscritto

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Art. 55 bis -> diversa procedura a seconda gravità della sanzione o della qualifica del responsabile della struttura

RIMPROVERO VERBALE -> rinvio al CCNL

SANZIONE superiore al RIMPROVERO VERBALE e inferiore alla SOSPENSIONE DAL SERVIZIO per più di dieci giorni -> provvede il responsabile della struttura se riveste qualifica dirigenziale

SANZIONE superiore alla SOSPENSIONE DAL SERVIZIO per più di dieci giorni -> provvede UCPD (ufficio competente per i procedimenti disciplinari)

SANZIONI meno gravi (quando il capo struttura non è dirigente) -> provvede UCPD

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organi competenti: art.55 bisorgani competenti: art.55 bis

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I termini sono perentori e non è ammessa la sospensione in pendenza di processo penale

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Procedura per le sanzioni Procedura per le sanzioni irrogate dal capo struttura irrogate dal capo struttura

dirigentedirigente

ATTO TERMINE

Contestazione di addebiti + convocazione a difesa

MAX 20 GG dalla notizia

Audizione Preavviso almeno 10 gg

Richiesta rinvio del dipendente

Nel termine assegnato il dipendente può:Inviare memorieFare istanza motivata rinvio

Eventuale ulteriore attività istruttoria

Archiviazione o irrogazione sanzione

60 gg dalla contestazione + ev proroga

Page 47: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

I termini, perentori, sono raddoppiati per sanzioni > a sospensione per più di 10 gg. Il termine per la conclusione decorre dalla data di prima acquisizione notizia. Consentita la sospensione penale

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Procedura per le sanzioni Procedura per le sanzioni irrogate dall’UCPDirrogate dall’UCPD

ATTO TERMINE

Trasmissione atti all’UCPD 5 gg dalla notizia con comunicazione al dipendente

Contestazione addebiti + convocazione a difesa

MAX 20 gg dalla notizia da parte dell’UCPD

Richiesta rinvio del dipendente

Nel termine assegnato il dipendente può:Inviare memorieFare istanza motivata rinvio

Audizione Preavviso di almeno 10 gg

Eventuale ulteriore attività istruttoria

Archiviazione o irrogazione sanzione

60 gg dalla contestazione + ev proroga

Page 48: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Viene meno l’obbligo di sospensione del procedimento disciplinare in caso di pendenza del procedimento penale −>

la PA ha facoltà di sospendere il procedimento disciplinare (solo per le infrazioni di maggiore gravità, quelle punibili con la sospensione dal servizio per un periodo superiore ai dieci giorni) nei casi di particolare complessità dell’accertamento del fatto addebitato e quando all’esito dell’istruttoria l’UCPD non dispone di elementi sufficienti a motivare l’irrogazione della sanzione

Negli altri casi, l’amministrazione ha l’obbligo di iniziare o concludere il procedimento disciplinare -anche in pendenza di procedimento penale- per le infrazioni punibili con sanzioni superiori al rimprovero verbali ed inferiori alla sospensione dal servizio per più di dieci giorni

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Rapporti tra procedimento Rapporti tra procedimento disciplinare e procedimento disciplinare e procedimento

penale (art.55 ter)penale (art.55 ter)

Page 49: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Se vi è stata sanzione disciplinare, ma il processo penale si conclude con sentenza di assoluzione (perché il fatto non sussiste, perché non costituisce reato, perchè il dipendente non lo ha commesso),

su istanza del dipendente nel termine perentorio di sei mesi dall’irrevocabilità della sentenza

l’amm.ne riapre il procedimento disciplinare

modifica o conferma della sanzione49

Raccordo tra i due Raccordo tra i due procedimenti:procedimenti:L’assoluzioneL’assoluzione

Page 50: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Se vi è stata archiviazione del procedimento disciplinare, ma il processo penale si conclude con sentenza di condanna ovvero se vi è stata sanzione disciplinare inferiore al licenziamento, ma dalla sentenza di condanna risultano fatti comportanti il licenziamento

l’amm.ne riapre il procedimento disciplinare

“adegua” le determinazioni disciplinari all’esito del giudizio penale

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Raccordo tra i due Raccordo tra i due procedimenti:procedimenti:La condannaLa condanna

Page 51: Il D. Lgs n.150/2009: la riforma del pubblico impiego.

Termini di ripresa o riapertura: 60 gg dalla “comunicazione della sentenza all’amm.ne” (vedi art. 70 dlgs) o dall’istanza di riapertura

Termine di conclusione: 180 gg dalla ripresa o riapertura

Forma: rinnovo della contestazione di addebito

Procedimento: art 55 bis

Conferma dell’art 653 cpp

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Raccordo tra i due Raccordo tra i due procedimenti:procedimenti:

termini e formatermini e forma

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a) falsa attestazione della presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, ovvero giustificazione dell’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o che attesta falsamente uno stato di malattia (licenziamento senza preavviso)

b) assenza priva di valida giustificazione per un numero di giorni, anche non continuativi, superiore a tre nell’arco di un biennio o comunque per più di sette giorni nel corso degli ultimi dieci anni ovvero mancata ripresa del servizio, in caso di assenza ingiustificata, entro il termine fissato dall’amministrazione

c) ingiustificato rifiuto del trasferimento disposto dall’amministrazione per motivate esigenze di servizio;

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Ipotesi di licenziamento Ipotesi di licenziamento disciplinare (art.54 quater)disciplinare (art.54 quater)

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d) falsità documentali o dichiarative commesse ai fini o in occasione dell’instaurazione del rapporto di lavoro ovvero di progressioni di carriera (licenziamento senza preavviso)

e) reiterazione nell’ambiente di lavoro di gravi condotte aggressive o moleste o minacciose o ingiuriose o comunque lesive dell’onore e della dignità personale altrui (licenziamento senza preavviso)

f) condanna penale definitiva, in relazione alla quale è prevista (è da ritenersi anche se non applicata in concreto) l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ovvero l’estinzione, comunque denominata, del rapporto di lavoro (licenziamento senza preavviso) 53

Ipotesi di licenziamento Ipotesi di licenziamento disciplinare (art.54 quater)disciplinare (art.54 quater)


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