+ All Categories
Home > Documents > Il Dissidio anglo-venezuelano

Il Dissidio anglo-venezuelano

Date post: 23-Jan-2017
Category:
Upload: dinhkhue
View: 217 times
Download: 2 times
Share this document with a friend
19

Click here to load reader

Transcript
Page 1: Il Dissidio anglo-venezuelano

Il Dissidio anglo-venezuelano.Source: Foreign and Commonwealth Office Collection, (1896)Published by: The University of Manchester, The John Rylands University LibraryStable URL: http://www.jstor.org/stable/60236300 .

Accessed: 16/06/2014 18:41

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

.

Digitization of this work funded by the JISC Digitisation Programme.

The University of Manchester, The John Rylands University Library and are collaborating with JSTOR todigitize, preserve and extend access to Foreign and Commonwealth Office Collection.

http://www.jstor.org

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 2: Il Dissidio anglo-venezuelano

/ SUL ROSARIO MARIANO ' 137

vino Spirito; e al tempo medesimo si fa sin^olare menzione

di Maria che prega in un una con essi: Tidti costoro perse-

veravano unanimi in orazione con Maria Madre di Gesii 1.

— Pertanto, se^a Lei, come a fautrice e/custode nobilissima

tloll'unita, si accoppio a ragione nella/preghiera la Chiesa

nascente, e da stinWsi opportunissimo che cio si faccia del

pari al presente in tmto il mondo cattolico; specialmente nel

corso del mese di Ottobre che Noi && gran tempo, con solenne

rito del Rosario, abbiamvoluto/dedicate e sacro alia Madre

di Dio, per implorarne l'Viuto fielle presenti distrette, onde la

Chiesa e travagliata. Si soaldi adunque ed arda in ogni con-

trada lo zelo di questa prVghiera, che valga, sopra tutto, a

compiere il proposito dell/ganta unita. Ne altro voto potra devarsi phi grato ed ac/etto\a Maria; perocche Ella, unita

sommamente a Gristo,ylesidera, e vuole sommamente, che co¬ lore* i quali si giocondano del apno di uno e stesso battesimo da Lui istituito, sieno altresi conViunti in una ed istessa fede e perfetta carita c/n Lui e fra lo\o medesimi. E percio i mi- steri augusti delist fede, merce il cVto del Rosario, mettano

negli animi si aj/te e profonde radici, Yhe quel felicissimo frutto se ne possa rayccogliere, onde imitiamp cib che contengono e

conseguiamo lib die prometiono. Frattanto/in auspicio de' doni celes^i ed a pegno della

Nostra beneVolenza, a ciascuno di voi, eo\ al clero e popolo vostro, imj/artiamo, con eft'usione di affetto/^'Apostolica Rene- dizione.

Dato k Roma, presso S. Pietro il 20 SetteriVbre 1896, anno

decimon/mo del Nostro Pontificate

LEO PP. XIII.

/Act. I, 14.

Z*,

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 3: Il Dissidio anglo-venezuelano

mm mm

IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO

I.

\^/' La ben nota formola di Monroe * V America per gli Ame- ricani, esprime una dottrina, la quale, sino da' tempi di Wa¬ shington, e servita costantemente agli Stati Uniti d'America, come norma sicura e inviolabile nelle loro relazioni co' Go- verni del vecchio mondo. Questa dottrina, pur tollerando le dominazioni straniere ancora esistenti in America, si oppone ad ogni loro incremento procurato dall'astuzia o dalla forza, nonche alia fondazione di nuovi possessi ed imperi soggetti alle potenze europee. « I continenti americani, cosi il Monroe nel suo Messaggio del 1823, non devono considerarsi, come

campi d'espansione delle potenze di Europa; e ogni tentativo fatto dagli Europei per dominare in America sara sempre ri-

guardato dagli Stati Uniti dell'America del Nord come un atto di ostilita 2. »

Fondandosi su tale dottrina, il Signor Cleveland, attuale Presidente di quegli Stati, ha creduto suo dovere ingerirsi nella scabrosa questione de' territorii disputati tra la Guiana

inglese e la giovane Repubblica del Venezuela. Nel suo so-

lenne Messaggio del decembre 1895 diretto al Congresso, egli fece una proposta che venne immediatamente accettata dal Se¬

nate e dalla Camera de' depulati, e fu che gli Stati Uniti, senza

intesa con PInghilterra e nel pieno esercizio del loro diritto

di tutelare gl'interessi di tutti gli Americani, non solo istituis-

1 Giacomo Monroe fu Presidente degli Stati Uniti dell'America del Nord dall'anno 1817 all'anno 182S.

2 Vedi Hazzard, History of the United States, New-York 1885, pagina 275. Sull'origine, significato e applicazione della dottrina di Monroe e stato

pubblicato nello seorao mese di settembre un'importante lavoro: The ori¬

gin, meaning and application of the Monroe doctrine by Prof. J. B. ac

Master, Philadelphia 1896.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 4: Il Dissidio anglo-venezuelano

PWSPH

IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO 139

sero una speciale Commissione, a cui appartenesse determinare

i confini de' possedimenti inglesi nella Guiana, ma concedessero'

inoltre al Potere esecutivo il mandato di vegliare con lutti i

mezzi, acciocche nessuno osasse in futuro violare la linea trac-

ciata da essa Commissione.

Tal fatto, come narrammo altrove l, offese non poco gl'In-

glesi ed eccito siffattamente gli Americani, che molti credet-

tero, se non certa, almeno molto probabile una guerra fra

quei due popoli fratelli di sangue e di favella. II pericolo pero fu abilmente scongiurato dalla diplomazia di Lord Salisbury,

impacciato a quel tempo con la Germania per la questione del Transvaal, con la Francia per l'occupazione dell'Egitto e

con la Russia per le cose d'Oriente. II primo Ministro inglese sedo adunque la tempesta, dichiarando anzitutto di non voler

in alcun modo opporsi alia dottrina del Monroe, e di essere

pronto a dimostrare con validissimi documenti che l'lnghil- terra, non solo non intendeva espandere il suo dominio in Ame¬ rica a danno della Repubblica del Venezuela, ma che anzi limi- tava le sue pretese in modo da lasciare a' Venezuelani certi territorii che essa avrebbe potuto rivendicare come proprii, con argomenti punto spregevoli. Quanto alia Commissione no- minata dal Presidente degli Stati Uniti, adempisse pure il suo

ufficio; il Governo inglese, non che opporvi ostacolo, avreb- bela aiutata con ogni potere, purche si limitasse ad accertare lo stato giuridico e storico della questione e non si erigesse, senza speciale mandato, a tribunale arbitro della contesa tra il Governo inglese e quello del Venezuela 2.

II.

L' Inghilterra ha mantenuta la sua promessa, col pubblicare prontamente i documenti, sui quali poggia la difesa de' suoi

1 Vedi la Civilta Gattolica, quad. 1097 del 7 marzo 1896, pagg. 635-637. 1 Una parte del testo della corrispondenza tra il Marchese di Salisbury e u Signor Bayard, Ministro degli Stati Uniti a Londra, e pubblicata nella National Review (num. d'aprile 1896, pp. 278-279) in un eccellente articolo dl L- J. Maxse sul The British case against Venezuela.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 5: Il Dissidio anglo-venezuelano

140 IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELAN0

diritti contestatile dal Venezuela. Questi documenti sono con- tenuti in cinque Libri azzurri (Blue Books), di cui 1'ultimo fu date alia luce nell'agosto del corrente anno \

Senza aspettare che siffatta pubblicazione ufflciale fosse compiuta, e.si potesse quindi giudicare con imparzialita da tutto il complesso dei documenti a cui spettasse la ragione il Dr. Silvestri di Roma si affretto, con un suo opuscolo 2, a con- dannare e screditare la detta pubblicazione presso gl'Italiani la cui opinione, die' egli, « ispirata come e sempre ai prin- cipii di buon senso e di giustizia, si e chiarita concordemente (senza conoscere le ragioni deWInghilterra) a favore delle ragioni e del diritto di Venezuela 3. » II Dr. Silvestri e Console generale del Venezuela in Italia; e dunque un diplomatico che accusa di mala fede il Primo Ministro inglese 4 e deprime l'ufriciale pubblicazione da lui fatta come « una pubblicazione abbastanza curiosa, dove niente di meno alcuni documenti della massima importanza, e riflettenti la gran questione, sono stati

pubblicati monchi ed a pieno svantaggio di Venezuela 5. » ' II Libro azzurro N. 1 fu pubblicato nel marzo 1896, e contiene 94

documenti storici tratti dagli Archivii Spagnuoli, Olandesi ed Inglesi. 11 documento piii antieo e del 1595 il piii recente del 1802. Seguono poi 235 documenti diplomatic! sull'occupazione inglese e sulle trattative corse tra il Governo Inglese e la Repubblica del Venezuela dal giugno 1799 al 12 ot- tobre del 1893. Una raccolta di 9 carte geografiche chiude questa prima pubblicazione ufiiciale. II Liiro azzurro N. II e un foglio volante conte- nente certe aggiunte e correzioni al N. I. II Libro azzurro N. Ill e forse il piii importante. E stato pubblicato durante lo scorso mese di luglio e comiene una carta geografica della Guiana, 281 documenti tratti dagli Ar¬ chivii olandesi e 137 dagli Archivii spagnuoli. II Libro azzurro N. 17 e una ristampa degli argomenti proposti dai Venezuelani ilia Commissione nominata dal Presidente degli Stati Uniti. II Liliro azzurro N. Ffinalmente fu pubblicato in [agosto e contiene i rapporti ufflciali e le lettere di Sir R. Schomburgk, capo della spedizione nominata dal Governo inglese nel

1840, per segnare un confine provvisorio tra la Guiana inglese e la Kepub- blica del Venezuela.

2 La questione Anglo- Venezuelana e Breve Confutazione delle asser- zioni del Qeografo Prof. <?. Cora della R. Univ. di Torino. Roma, Stam-

peria Reale, 1896. 3 Ibid. pag. 12. 1 Ibid. pag. 22. 8 Ibid. pag. 21

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 6: Il Dissidio anglo-venezuelano

IL DISSIDI0 ANGLO-VENEZUELANO 141

Quale che siasi il valore di questa asserzioue, se non in-

o-iusta certamente ingiuriosa, e cosa certa che i documenti

finora pubblicati dall' Inghilterra ne' suoi Libri azzurri, seb-

bene numerosissimi, non sono i soli documenti esistenti, i quali

possono giovare alia piena determinazione de'diritti controversi,

e cosi deflnire la contesa anglo-venezuelana. Ve ne sono altri,

egualmente o di gran lunga piii importanti, quelli, vogliam

dire, che riguardano le missioni tenute nella Guiana durante

lo scorso secolo da' RR. PP. Cappuccini, e che sono gelosa- mente custoditi negli Archivii del loro Ordine a Roma. Desi-

derosi pertanto di contribuire anch'essi alia soluzione della

anzidetta controversia, que' RR. Padri hanno gentilmente per- messo ad uno scrittore della Compagnia di Gesu, il Rev.

J. Strickland, di fare tutte le opportune ricerche ne' loro Ar¬

chivii e di pubblicarne il risultato. Cio e stato da lui fatto con

diligente e scrupolosa cura, come l'attesta l'elegante Mono-

grafia che egli, in questi ultimi giorni, ha data alle stampe in Roma in lingua inglese l.

Lo studio che abbiamo fatto de' documenti ora esistenti e de' lavori recentemente pubblicati su questo soggetto, ci inclina a credere che la contesa tra P Inghilterra e il Venezuela possa e debba sciogliersi nel modo che indicheremo ne' paragrafi seguenti. Intanto, ad informazione de' nostri lettori, giovera qui riassumere i punti principali del presente dissidio.

III.

A ben intendere lo stato della presente controversia e a rettamente giudicare del genuino senso di certi documenti, e necessario anzitutto chiarire un equivoco nel nome stesso di

Guiana, il quale ebbe ed ha tuttora un doppio significato, adoperandosi talora in un senso geografico e talora in un senso politico.

1 Documents and Maps on the Boundary Question between Venezuela and British Quay ana from the Capuchin Archives in Rome with a brief summary of the question. Roma, Unione Cooperativa editrice, 1896.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 7: Il Dissidio anglo-venezuelano

142 IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO

Geograficamente il nome di Guiana designa tutta quella vasta regione dell'America Meridionale che giace tra il flume delle Amazzoni, POrinoco e POceano Atlantico. Politicamente pero quel nome, nel secolo scorso, era dato solo a quella parte di essa che era soggetta alia dominazione spagnuola, mentre le altre parti, soggette ad altre nazioni, ebbero diversi nomi. Cosi i Francesi chiamarono e chiamano la parte di Guiana che loro appartiene, Cayenne, gli Olandesi continuano a desi- gnare la parte che tuttora ritengono, col nome di Surinam dal flume omonimo, gli Inglesi infine hanno dato il nome di Guiana inglese (British Guiana) a' territorii da loro tolti agli Olandesi nel 1796.

Non deve pertanto recar meraviglia se taluni, ignorando o trascurando Panzidetta distinzione, cerchino dimostrare dai documenti in cui la Spagna dicesi signora della Guiana, che la sua dominazione abbracciasse tutta intera quella regione, estendendo cosi le pretese della Spagna, ereditate poscia dal

Venezuela, alia Guiana geografica. E pero un fatto certo e

dimostrato da innumerevoli documenti contemporanei e dagli antichi Autori di Storie americane, che la Guiana politicamente

spagnuola era ben altra cosa. A questo scopo bastera riferire

un solo documento, su cui, considerata la fonte, non puo ca-

dere verun sospetto. II signor D. Michele Marmion, Governatore spagnuolo della

Guiana, nella descrizione topografica che invio d'ufflcio nel-

Panno 1788 al Governo di Madrid, cosi scrive: « La Provincia

di Guiana in tutta la sua estensione compresi i possedimenii dei Portoghesi, dei Francesi, e degli Olandesi ha una circon-

ferenza di 1000 leghe piii o meno dalle bocche dell'Orinoco

flno a S. Carlos sul Rio Negro e giu pel corso di questo flume

e del flume Amazzoni che sbocca nell'Oceano, e poi volge

ad occidente e segue la costa flno alle bocche dell'Orinoco...

La parte di questa regione che appartiene alia Spagna con-

flna ad Oriente colle Colonie Olandesi di Essequibo, Demerari,

Berbice, Surinam, e colla colonia Francese di Cayenne; al Sud

colle colonie Portoghesi dell'Amazzoni e del Rio Negro ed

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 8: Il Dissidio anglo-venezuelano

IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO 143

all'Occidente e Settentrione, coll'alto e basso Orinoco, che la

divide dal Regno di Santa Fe e dalle provincie di Borrinas,

Caracas e Cumana *. »

A maggior conferma di questo punto, non sara forse fuor

di proposito osservare che, se i diritti della Spagna sulla Guiana

si fossero, nello scorso secolo, realmente estesi su tutta la

Guiana geograflca, la Repubblica del Venezuela, erede de' di¬

ritti spagnuoli, dovrebbe oggi pretendere il possesso, non solo

del territorio disputatole dall'Inghilterra, ma bensi di molti

altri territorii i quali, essendo pure parte della Guiana geo¬

graflca, appartengono nondimeno o alia medesima Inghilterra o all'Olanda o alia Francia o al Brasile e costituiscono, come

sopra dicemmo, le colonie della Guiana inglese, olandese e

francese e parte degli Stati Uniti del Brasile.

IV.

Limitata cosi la questione al diritto del Venezuela, di pos- sedere oggi quella parte soltanto della Guiana geografica che nel passato secolo costituiva la Guiana spagnuola, si vuole accertare quali fossero a quel tempo i conflni territoriali che limitavano il dominio della Spagna, nel che sta il vero punto della questione.

I diplomatici Venezuelani moderni non insistono piii sulle antiche pretese spagnuole, fondate in gran parte sulla Bolla di Alessandro VI che concedeva agli Spagnuoli il dominio di tutte le terre da loro scoperte o da scoprirsi2; ma, mettendo a

1 libro azzurro N. Ill, pag 316. D. M. Marrnion ci dice soltanto che la parte soggetta alia Spagna confina con le Colonie olandesi. La ragione della mancanza di indicazioni piu precise si trova appunto nel fatto del- l'incertezza degli esatti confini tra i possedimenti spagnuoli e olandesi.

Ecco il testo della Bolla citata: « Hodie siquidem omnes et singulas terras firmas et insulas remotas et incognitas versus partes occidentales et mare oceanum consistentes per vos seu nuntios vestros ad id propterea non sine magnis laboribus, periculis et impensis destinatos, repertas et reperiendas in posterum, quae sub actuali dominio temporali aliquorum dominorum Christianorum constitutae non essent, cum omnibus illarum dominiis, civitatibus, castris, locis, villis, iuribus et iurisdictionibus uni-

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 9: Il Dissidio anglo-venezuelano

144 IL DISSIDIO ANGLO-VBNEZUELANO

base de' loro diritti il principio che il dominio territoriale nell sua origine dipende dall'effettiva occupazione del suolo » essi sostengono contro P Inghilterra, che il dominio spagnuolo si estendeva flno alia riva sinistra del flume Essequibo; e vogliono quindi che quel flume segni i conflni tra la loro Repubblica e Podierna Guiana inglese.

All'incontro gl'Inglesi mantengono che, avendo gli Olan¬ desi, di cui essi sono gli eredi, occupata effettivamente quella parte della Guiana geograflca che si estende lungo la costa flno • alia foce dell'Orinico, e nelP interno almeno flno ad una linea tracciata nel 1841-1842 da Sir R. Schomburgk, queste e non altre dovranno essere le linee di confine che separano i loro possedimenti da quelli della Repubblica del Venezuela.

Tale e oggi lo stato della controversia anglo-venezuelana, la cui importanza pratica e politica potra argomentarsi dal fatto che i territorii disputati abbracciano una vasta regione, ricca di miniere di oro, di argento e di altri metalli. Le miniere

aurifere, gia conosciute e messe in opera dagli indigeni Incas, prima della comparsa de' Bianchi, abbagliarono sempre ed

abbagliano questi ultimi oltre ogni dire2. Si aggiunga che tale

versis, vobis heredibusque.... motu proprio et ex certa scientia ac de Apo- stolicae potestatis plenitudine donavimus, concessimus et assignavimus. » (Ap. Raynaldum, Annates 1493, §. XVIII). Del vero significato di questa concessione pontificia tratta il Rev. Robert Thurston in un suo impor- tunte studio sulla questione Venezuelana nel Month di Londra (Num. di giugno 1896, pag. 153). Nel resto, i Venezuelani, sin dal principio della loro Repubblica, ripudiarono esplicitamente qualsivoglia diritto sulla Guiana concesso da' Pontefici Romani alia Spagna.

1 Questo principio fu solennemente proclamato da' Venezuelani nel 1811 nel loro « Manifesto diretto al Mondo ». II testo spagnuolo di questo documento si trova nell'opera Documentos para la historia de la Vida pu- blica del Liberador, pubblicata nel Venezuela nel 1875. (Vol. Ill, pag. 198). Vedi Thurston, 1. c. pag. 157.

2 « Tutta questa immensa ricchezza in un terreno vastissimo e vergine, cosi scrive il Comm. Silvestri, non poteva che invogliare l'avidita di una nazione speculatrice come 1' Inghilterra (e percki non poteva parimente in¬

vogliare la Repubblica del Venezuela ?); ed una volta cosi ingolosita non

seppe rimanere indifferente di fronte ai Kg. 60,936 e 761 grammi di oro

purissimo esportato dalle sole e ricche miniere Yuruay nel ventennio 1866-

1886, particolarmente dalle Compagnie El Callao, Chile, La Union Cicapra, El Choco, La Venezuela Austin Limitata. » Op. cit., pag. 10.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 10: Il Dissidio anglo-venezuelano

IL DISSIDI0 ANGLO-VENEZUELANO 145

e la condizione strategica di qualche punto de' territorii di-

sputati, che, come dichiaro lo stesso generale Guzman Blanco,

gia Presidente della Repubblica del Venezuela S chi ne e

sio-nore puo dominare a suo capriccio le bocche dell'Orinoco

e dell'omonimo bacino, e cosi conquistare una di quelle posi-

zioni dominanti rimpetto all'America centrale e meridionale,

che stanno a cardine della politica di conquista nel vecchio

mondo. Noi non parleremo qui de' diversi tentativi fatti negli ultimi

cinquant'anni per dirimere Panzidetto litigio, tentativi, i quali,

per diverse ragioni, andarono sempre falliti; aggiungeremo

piuttosto alle cose gia dette alcuni altri particolari riguar- danti gli elementi di diritto e di fatto, quali risultano dai do¬

cumenti ufflciali pubblicati dalle due parti contendenti, e mas- simamente da' documenti cappuccini editi dal P. Strickland. Su questi, non meno che su quelli, dovra ultimamente pog- giare la decisione di un arbitrato imparziale, qualora, come tutti si augurano, P Inghilterra, consentendo alle proposte del

Venezuela, voglia scegliere questo mezzo, che e senza dubbio il migliore per arrivare ad una soluzione finale e pacifica della intricata vertenza.

V.

I primi ad occupare la Guiana geograflca furono gli Olan¬ desi, dei quali si puo asserire con ogni certezza, che nel 1590 avevano gia diversi possedimenti lungo la costa dell'Oceano Atlantico dalP Orinoco all' Essequibo, e da questo alle Amaz¬ zoni. Questo falto e attestato non solo da'documenti di fonte olandese, ma altresi da quelli di fonte spagnuola che troviamo pubblicati ne' Libri azzurri sovra indicati 2.

Da' medesimi documenti si dimostra egualmente che gli Olandesi dalla costa si avanzarono passo passo nell' interno della Guiana, seguendo il corso de' flu mi Essequibo, Mazaruni

1 Vedi la Cwiltd Cattolica, quad. 1093, pag. 125. ' Libro azzurro JV. /, pagg. 4, 5, 8, 12, 15; 2V. Ill, pagg. 200, 217-218, 230, 249, 274.

Serie XVI, vol. VIII, fasc. ln2. 10 5 ottobre 1896_

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 11: Il Dissidio anglo-venezuelano

146 IL DISSIDI0 ANGLO-VENEZUELANO

e Cuyuni. lnfatti, dove il Mazaruni si unisce all'Essequibo "h Olandesi occupavano una stazione chiamata Kyk-over-al • al di la della piazza forte da loro ediflcata sulle sponde del Cuyuni s'incontra una vasta piantagione di loro proprieta, la quale si estendeva fin quasi alia prima cataratta del Cuyuni. Inoltre come al disotto di questa cataratta essi avevano stabilita la stazione commerciale di Tokoropatti; cosi al disopra della me- desima cataratta essi tennero per molti anni un'altra stazione, il cui site fu probabilmente cambiato piu volte secondo che esigevano gl'interessi del loro commercio cogli indigeni di

quei luoghi. II P. Strickland, nella sua Monografial, osserva con

ragione che tale fu il continuo e costante progresso degli Olan¬ desi nell'interno della Guiana geografica, da non potersi ne-

gare che andassero anche al di la del Cuyuni, passando cosi la linea dello Schomburgk, ed occupando un territorio imme- diatamente limitrofo a quello delle Missioni de' Cappuccini.

Parimente, stando a' numerosi e chiari documenti raccolti ne' Libri azzurri non puo cader dubbio alcuno sulla effettiva e continua occupazione da parte degli Olandesi de' flumi Po- meroon e Maroco. Che essi poi fossero altresi, almeno di fatto e per alcuni anni, padroni delle foci dell'Orinoco, e nomina-

tamente del Capo Rarima, si dimostra co' medesimi documenti

ufficiali, de' quali troviamo citati ne' Libri azzurri, otto di

fonte spagnuola, venli di fonte olandese e ire di altre fonti.

E vero che gli Spagnuoli in qualche occasione negarono

agli Olandesi il diritto di stabilirsi a Rarima, e giunsero una

volta ad attaccare e distruggere quella stazione, obbligando gli Olandesi nel 1684 ad abbandonarla per qualche tempo; ma

resta il fatto, intimamente connesso col diritto, che, mentre

Barima fu sempre tenuta, come loro legittima proprieta, dagli

Olandesi, e da loro per alcuni anni occupata e governata,

essa, benche pretesa talora dalla Spagna, non fu pero mai da

questa occupata. Da tutto cio appare manifesto che forse male a proposito

il Signor Calcafio 2 e dopo di lui altri diplomatici Venezuelani 1 Cap. Ill, pag. XXVIII. ' Libro azzurro N. I, pag. 291.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 12: Il Dissidio anglo-venezuelano

IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO 147

aanno invocato in favore della Spagna i diritti, che certamente

acquista chi occupa per primo un territorio che e res nullius.

L'avere occupato non uno ma piu punti sulla costa e nell'in-

I terno della Guiana geograflca non e per avventura un titolo

sufflciente a possederla tutta intera; ma se lo fosse, e indubi-

tato che esso proverebbe il diritto degli Olandesi e percio degli

Inglesi, piuttosto che quello degli Spagnuoli e de' Venezuelani

loro eredi.

VI.

Gli Spagnuoli, per impedire agli Olandesi di estendere i

loro dominii nell'Orinoco, decisero di stabilirsi sulla riva de-

stra di quel medesimo flume, ed ivi fondarono nell'anno 1596, una citta detta di S. Tome de la Guayana. Questa citta col suo

distretto e con cinque piccole stazioni, fondate nell'Orinoco su-

periore da'Padri Gesuiti Vergara ed Ellauri \ resto flno al 1723, ll primo e il solo possedimento spagnuolo nella Guiana geo¬ graflca. La sua esistenza inoltre non fu mai tranquilla, es- sendo stata continuamente minacciata dagli Olandesi, i quali per ben due volte, nel 1620 e nel 1637, riuscirono a distruggerla. -Vd evitare dunque nuovi attacchi, gli Spagnuoli furono co- stretti ad abbandonare quel posto e traslocare la loro sede settanta leghe piu in su; seguendo sempre il corso dell'Orinoco.

La politica d'ingrandimento, di cui si accusa oggi P Inghil¬ terra, fu seguita eziandio dagli Spagnuoli durante lo scorso se¬ colo nella Guiana. La Spagna infatti, nel 1734, desiderosa di

allargare i suoi conflni, non meno che quelli della cattolica fede, riparti una gran parte del paese fra i Missionarii Cappuc- cini, i Minori Osservanti e i Gesuiti2. A' Padri Cappuccini fu assegnata appunto la parte interna nella direzione della costa, dove, come gia dicemmo, si erano da parecchi anni stabiliti

' Cassani, Historia del Nuovo Reyno de Granada, pag 135, Cauliin, Btstona coiogiapluca, p 9 Vedi Thurston 1 c pag 167 1 Vedi Strickland Op cit cap I, pag IX e a tutto ll cap. II. A' Ge- smti fin dall'anno 1686 erano state affidate le missioni nell'Onnoco supe- nore

fs£m>

iw

'M

(,«• ^1 ?*>?<

;.o

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 13: Il Dissidio anglo-venezuelano

148 IL DISSIDIO ANGLO-VBNEZUELANO

gli Olandesi. Gli importanti documenti trovati dallo Strickland negli Archivii de' Padri Cappuccini di Roma dimostrano che col progredire delle missioni (le quali riunivano gli Indiani tuttora selvaggi in riduzione come quelle del Paraguay), pro- grediva e si estendeva la giurisdizione dei Governatori spa¬ gnuoli.

Nel 1788, quei zelanti missionarii a costo d'incredibili fa- tiche avevano gia fondate ventisette riduzioni d'Indiani sulle rive del Caroni che mette nell'Orinoco e su quelle del Yruario che entra nel Cuyuni, il principale affluente dell'Essequibo. I Cappuccini si sarebbero forse spinti piu oltre, ma arrivati nelle vicinanze del Cuyuni si trovarono in contatto cogli Olandesi e fu loro necessario fermarsil.

VII.

Cosi stavano le cose quando gl'Inglesi nel 1796 s'impadro- nirono di una buona parte della colonia olandese, ed i Vene¬

zuelani, ribellatisi alia Spagna, scossero, al principio di questo secolo, il giogo straniero 2. E cosi le cose restarono sino al

1840, quando il Governo inglese nomino Sir R. Schomburgk

capo di una spedizione destinata a segnare un confine prov- visorio tra i suoi nuovi possedimenti nella Guiana e quelli del

Venezuela. La commissione fedelmente eseguita fu causa del rin-

novamento del litigio tra la giovane Repubblica e Plnghil-

1 Da diversi documenti de' Libri azzurri appare che tale contatto esi- steva fin dall'anno 1746, quando gli Olandesi protestarono contro alcune Missioni stabilite da' Cappuccini in un territorio che essi ripetevano come

proprio. A queste protests la Spagna rispose facendo le sue scuse. Veili Strickland op. cit. pag. XXVIII.

5 Con l'emanciparsi del Venezuela dalla Spagna, terminarono le Mis¬ sioni de' Cappuccini e purtroppo, come nota il Prof. Cipolla {Riv. Bibltog italiana n. 14, p. 212), esse terminarono tragicamente. Nel 1817 i Vene¬ zuelani repubblicani uccisero i trentaquattro loro Missionarii, trenta Padri e quattro Fratelli infermieri, i quali tanto avevano fatto e patito pel bene della loro Patria! Chi desiderasse maggiori particolari su questo punto, consulti l'opuscolo SI gran pecado de Venezuela, M6rida, 1891.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 14: Il Dissidio anglo-venezuelano

IL DISSIDIO ANGL0-VENEZUELANO 149

terra. Lo Schomburgk aveva piantato de' segnali di confine

sopra la Barima e lungo una linea di monti e flumi, confor-

mandosi in cio a' fatti attestati da' documenti storici e dalla

tradizione orale raccolta sul luogo dagli indigeni piu vecchi'.

Fu allora che i Venezuelani protestarono e pretesero che gli

Inglesi restringessero la loro colonia alia riva destra dell'Esse¬

quibo ; gli Inglesi pero vi si riflutarono, pretendendo che, a buon

diritto, dovesse loro appartenere tutto il bacino dell'Essequibo 2.

Cosi, oltre la linea dello Schomburgk, si ebbero altre due linee

diplomaliche rappresentanti gli estremi limiti delle rispettive

pretese. Fra queste due linee furono poscia tracciate parec- chie altre, sia da' ministri inglesi, sia da' diplomatici del Ve¬

nezuela3; tutte pero erano arbitrarie, e cosi distanti le une

dalle altre che un accordo non fu mai possibile, e il dissidio

divenne sempre piu acute, finche Panzidetta intromissione del

Presidente degli Stati Uniti obbligo le due parti contendenti

ad affrettarne la soluzione. La monografia gia ricordata del P. Strickland rendera, a

nostro avviso, piu facile questa soluzione. Egli alle linee ar¬ bitrarie proposte da' geografl e da' diplomatici sostituisce due linee storiche, ricavate una dalle carte geografiche rinvenute

negli Archivii romani dei Cappuccini, Paltra dalle carte geo¬ grafiche e dai documenti dei Libri azzurri pubblicati dal Governo inglese.

La prima linea si trova tracciata in una carta disegnata da un Fratello laico cappuccino infermiere della Missione, il quale ebbe cura di segnare i confini « De las tierras de los Olandeses ». Diciamo conflni per modo di dire, perche e fuori di dubbio che gli Olandesi e gli Spagnuoli non convennero mai ne con trattati, ne in altro qualsiasi modo nel delimitare i confini tra i loro possedimenti. Eppero questa linea non rap-

Vedi il Libro azzurro N. V, dove trovasi pubblicata la carta genuina ed originale dello Schomburgk. Quale sia la presente pretesa dell'Inghilterra fu detto a pag. 144. 3 Eccone alcune ricordate dal Dr. Silvestri : Le linee Fortique, Aber¬

deen, Consejo-Viso, Rojas, Granville, Rosebery ecc. Op. cit. pp. 60-62.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 15: Il Dissidio anglo-venezuelano

150 IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO

presenta Pestremo limite del territorio spagnuolo nel secolo scorso, ma solo Pestremo limite delle pretese spaguuole. Si potra, e vero, mettere in forse la sua esattezza per cio che assegna alia Spagna; ma quanto a quello che gli stessi Spa¬ gnuoli riconobbero appartenere agli Olandesi, egli e evidente che non puo essere dai Venezuelani contrastato agli Inglesi legittimi eredi dei diritti olandesi. Ora e manifesto che tutto il corso dell'Essequibo fu riconosciuto nella detta carta appar¬ tenere agli Olandesi, come pure il Massaruni e parte del Cu¬ yuni. La pretesa quindi dei Venezuelani di restringere la Guiana Inglese alia riva destra dell' Essequibo cade di per se stessa, ed invano si cercherebbe di sostenerla dopo la pubblicazione della carta cappuccina.

VIII.

La seconda linea storica e quella tracciata in una carta geo- graflca del secolo scorso dal francese d'Anville '. II Governatore olandese della colonia d'Essequibo, Storm van's Gravesande, nei suoi dispacci ufflciali al Governo olandese asserisce ripe- tutamente che questa linea rappresenta, secondo il suo modo di vedere, il vero confine dei dominii olandesi. Nemmeno questa linea puo rappresentare il vero confine, perche neppure essa fu riconosciuta da amendue le parti. Si puo pero dire anche di essa, che segna Pestremo limite delle pretese olandesi, e

che quindi gli Inglesi non possono accampare contro i Vene¬

zuelani diritti a territorii non compresi dalla medesima.

Dalla carta che pubblichiamo alia pagina seguente si vedra

che la linea Cappuccina e quella del D'Anville sono due linee

parallele e che tra loro giace una zona di territorio che amendue

i contendenti ripetono come loro propria. Ora questa zona di

territorio e divisa in parti quasi eguali dalla oramai celebre

linea dello Schomburgk, tanto che la miglior soluzione diploma- tica della questione sarebbe forse quella di adottare la linea

dello Schomburgk come linea definitiva.

Storicamente pero il territorio intermedio preteso nel se-

i Vedi il Libro azzurro N. Ill, pagg. 114, 117, 118, 180. Cf. Strickland

op. cit. pagg. XXXIV, XXXV.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 16: Il Dissidio anglo-venezuelano

o o l> 2 o f o Si % tsi G

l> Z O

Ox

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 17: Il Dissidio anglo-venezuelano

-

152 IL D1SSIDI0 ANGLO-VENEZUELANO

colo scorso dagli Spagnuoli e dagli Olandesi, poscia da' Vene¬ zuelani e dagli Inglesi, andrebbe diviso in territorio occupato da uno de' due contendenti ed in territorio non mai occupato da veruno. II P. Strickland, ne' capi III e IV della sua Mono- grafla, dimostra che la parte, la quale racchiude la costa, fu tutta occupata dagli Olandesi, mentre gli Spagnuoli non vi ebbero mai ne missioni, ne posti militari. Le loro spedizioni militari contro i forti olandesi del Maroco e della Barima fu- rono sempre respinte, e non furono mai seguite da occupazione del suolo. La costa dunque compresa nella zona disputata, essendo rimasta sempre in potere o almeno sotto l'effettiva sorveglianza degli Olandesi, dovrebbe appartenere agli Inglesi eredi de' loro diritti.

Quanto poi al territorio che giace tra le due linee lungi dalla costa nell'interno della Guiana, parte di esso fu certa- mente acquisito alia Spagna dallo zelo instancabile dei Mis¬ sionarii Cappuccini, i quali, come dicemmo nel paragrafo VI, spinsero le loro conquiste pacifiche flno alia riva sinistra del

Cuyunii. Lungi pero dal Cuyuni sulle due sponde dell'Uruan e dell'alto corso della Barima sarebbe impossibile accertare sto- ricamente se e da chi il suolo fosse occupato. Sembra piu ve- rosimile il dire che, flno all'occupazione dei possedimenti olan¬ desi da parte degli Inglesi nel 1796, questi territorii erano

ancora res nullius e che probabilmente sono tali anche oggi.

IX.

La controversia tra PInghilterra ed il Venezuela poggia sopra una questione di fatto ed una questione di diritto. La questione

1 Da cio apparisce non essere del tutto esatta la proposizione cbe Pillustre Prof. Cora attribuisce a quasi tutti gli Autori, cioe, cbe « vera occupazione per parte della Spagna del territorio contestato non vi fu mai..-, e che, anteriormente al 1821 le sole prese di possesso di alcuni punti sulle coste e nell' interno, tra l'Essequibo e l'Orinoco, avvennero per opera di Olandesi e Inglesi » (Letlera aperta al Comm. Dr. Chnio Silvestri sul Ter¬ ritorio contestato tra la Venezuela e la Guiana inglese, Torino 1896). Ivel resto la risposta del Prof Cora per la sua serieta e moderazione fa vivo contrasto con la replica del Comm. Silvestri da noi citata a pag. 140

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 18: Il Dissidio anglo-venezuelano

IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO 153

di fatto e stata bastantemente chiarita da quanto si e fin qui

detto sulla storia e sui limiti estremi dei possedimenti spa¬

gnuoli ed olandesi in Guiana. Resta quindi solo a dire alcun

che colla brevita. consentita in un articolo, della questione di

diritto, la quale riposa tutta sulla interpretazione dell'articolo V

del trattato di Miinster.

Questo articolo dice testualmente cosi: « Les susdits Sei¬

gneurs Roy [cioe il re di Spagna] et Estats [cioe i Paesi Bassi]

respectivement demeureront en possession et joui'ront de telles

Seigneuris, Villes, Chasteaux, Fortresses, Commerce et Pays es

Indes Orientales et Occidentals comme aussi au Bresil et sur

les costes d'Asie, Afrique et Amerique respectivement, que lesdits Seigneurs Roy et Estats respectivement tiennent etpos-

sedent, en ce compris specialement les Lieux et les Places que les Portugais depuis Pan mil six cent quarant & un, ont pris & occupe sur lesdits Seigneurs Estats: compris aussi les Lieux

et Places qu'iceux Seigneurs Estats cy-apres sans infraction du present Traicie" viendront a conquerir et posseder *. »

Dalle parole riferite e manifesto che nel 1648, quando fu firmato il trattato, vi erano ancora tra i possedimenti spa¬ gnuoli e quelli olandesi dei territorii intermedii che Puna o l'altra delle parti contraenti poteva occupare senza infrazione del trattato: altrimenti la distinzione tra i territorii che gli Olandesi «iiennent et possedent» e quelli che « cy apres vien¬ dront a conquerir et posseder » non avrebbe senso. E altresi manifesto che l'effettiva occupazione del suolo era il solo le- gittimo titolo di possesso sanzionato dal trattato. Ne viene quindi come legittima conseguenza che, qualora non si fosse inserita la clausola relativa ai futuri possedimenti, i dominii, non dei soli Olandesi, come sembrano volere i Venezuelani; ma eziandio dell'altra parte contraente, cioe degli Spagnuoli, avrebbero dovuto contenersi nei limiti del territorio occupato nel 1648. E poiche pare storicamente certo che gli Spagnuoli non possedevano nel 1648 altro che la sola citta di S. Tome della Guiana col suo distretto, ne seguirebbe che Pespansione ter-

1 Libro azzurro If. I, pag. 57.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions

Page 19: Il Dissidio anglo-venezuelano

154 IL DISSIDIO ANGLO-VENEZUELANO

ritoriale dei dominii spagnuoli, dovuta alio zelo instancabile dei Missionarii Cappuccini, sarebbe stata un'infrazione del trattato di Miinster. Che se non fu un' infrazione, bisognera allora ri- conoscere all'altra parte flrmataria del trattato un eguale di¬ ritto di appropriarsi la parte tuttora selvaggia della Guiana geografica.

Coll' accettare le due linee storiche de' Cappuccini e del D'Anville, la contesa viene ristretta alia sola parte della Guiana geografica pretesa da amendue i contendenti nel secolo scorso. E una zona non molto grande e di una parte di essa si puo storicamente accertare da chi fosse stata occupata; per 1'altra parte, la sola sentenza di un arbitro imparziale potra decidere come debba dividersi.

Gli Stati Uniti, conviene pur confessarlo, non sarebbero forse gli arbitri piu confacenti all'uopo, naturale essendo il

sospetto di propensioni favorevoli alia parte antibritannica. Ma il Venezuela ha pure proposto all'Inghilterra un'altro ar¬

bitrate, quello del Regnante Pontefice Leone XIII', la cui alta

sapienza ed equanimita tanto giovo alia Spagna ed alia Ger-

mania nel loro litigio per le Isole Caroline. II cattolico Vene¬

zuela, che lo ha invocato, vi si assoggetterebbe con piacere; all' Inghilterra poi si aprirebbe la via di uscire con onore

da un mai passo, e smentire cosi i suoi avversarii, i quali, non

senza una parvenza di vero, Paccusano di essere mossa nelle

sue pretese contro il Venezuela, non gia dalla giuslizia della

sua causa, ma bensi dall'ingordigia dell'oro e dall'immoderata

brama di estendere sempre piu i suoi dominii.

1 II Governo della Repubblica, per mezzo del suo Ministro degli affari esteri, S. E il Dr. Ezequiel Rojas, con nota del 19 giugno 1894, n. 734, al- 1'Emo Cardinale Rampolla, Segretario di Stato di Sua Santita, chiese la mediazione della Santa Sede per l'amichevole composizione del grave dis- sidio. La Santa Sede, con dispaccio del 7 decembre del medesimo anno, n. 21,560, notificava al Governo della Repubblica che il S Tadre, per dare una novella prova della sua benevolenza al Venezuela, si degnava accet

tare, e permetteva che si aprissero nel suo augusto nome le trattative di-

plomatiche col Governo di S M. Britannica, incaricando per tale oggetto S. E. Mons. Giulio Tonti, Delegato Apostolico e* Inviato str,iordinario della Santa Sede al Venezuela. Vedi la citata Memoria del Dr. Silvestri, pag. 47.

This content downloaded from 195.34.79.207 on Mon, 16 Jun 2014 18:41:57 PMAll use subject to JSTOR Terms and Conditions


Recommended