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il domenicale di Casoria

Date post: 25-Mar-2016
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Il Domenicale di Casoria
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July plus uomo litio autonomia 50 km 1.150euro 850euro 1.150 85 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 8 0 euro S.S.87 KM 8,800 - CASORIA (NA) • TEL. 081.7585428 - 081.5401013 • www.cerbonemoto.it • no assicurazione • zero consumi • zero inquinamento • tanta autonomia • no assicurazione • zero consumi • zero inquinamento • tanta autonomia e ...BIKE e ...CONOMY e ...MOBILITY e ...LECTRIC e ...BIKE e ...CONOMY e ...MOBILITY e ...LECTRIC Windbike autonomia 40 km 990euro 849euro 990 820euro 610euro 820 Nzt 3 mtb autonomia 70 km 1.490euro 1.099euro 1.490 Inside 26 autonomia 70 km 1.385euro 1.099euro 1.385 Sissy piombo autonomia 40 km 850euro 700euro 850 Francy piombo autonomia 40 km 700euro 600euro 00 70 0 Sprint plus piombo autonomia 40 km ...datevi una scossa, mettetevi in viaggio per il futuro. ...datevi una scossa, mettetevi in viaggio per il futuro. Anno III - Numero 6 del 10 febbraio 2013 distribuzione gratuita Un salto nel ...voto !
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Domenica 10 febbraio 2013

Periodico settimanale a diffusione gratuitaAnno III n. 6 - 10 febbraio 2013

Autorizzazione del Tribunale di Napolin. Reg. 4925 del 28/09/2011

Direttore responsabile:Pasquale D’Anna

[email protected]

Caporedattore: Gilda Longhi

[email protected]

Redazione:Via G. Marconi,

80026 Casoria (NA)[email protected]

Stampa:

Via dell’Indipendenza, 3780021 Afragola (NA)

[email protected]

Edito da:Associazione Culturale Kasauri

Casoria (NA)

Progetto Grafico e Impaginazione:Marco Capparone

Questo numero è stato chiuso in redazioneGiovedi 6 febbraio 2013

Rosaria Ascolese

Tommaso Arcella

Gianni Bianco

Marco Capparone

Vittoria Caso

Valerio Cresci

Emiliana Cresci

Gennaro Crispino

Gea D’Anna

Massimo D’Auria jr

Michele Della Gala

Ciro Esposito

Angelo Ferro

Maria Gentile

Pasquale Lucchese

Pietro Simonetti

Marzia Luciano

Pellegrino Mazzone

Carmine Mondola

Raffaele Nocera

Domenico Pagliuca

Francesco Pagliuca

Eduardo Paola

Amalia Vettoliere

Maria Ranieri

Mario Romano

Vincenzo Russo

Pina Savorra

Luca Tramici

Umberto Simonetti

Ernesto Valiante

Giovanni Manfredi

pag. 2Vignetta di Carmine Mondola pag. 3Editoriale di Mario Romano pag. 4 Rubrica di Enzo Marino pag. 5 Rubrica di Enzo Marino pag. 6 Intervista di Gilda Longhi pag. 7 Intervista di Gilda Longhi pag. 8 Intervista di La Redazione pag. 9 Intervista di La Redazione pag. 11 Italia di Luca Tramici pag. 12Attualita’ di Vincenzo Russo pag. 13 Inchiesta di Maria Gentile pag. 14 Musica di Gianni Bianco pag. 16 Rubrica di Valerio Cresci pag. 17 Napoli di Pasquale Lucchese pag. 18 Sport di La Redazione pag. 19 Rubrica di Pina Savorra pag. 21Rubrica di Massimo D’Auriajr pag. 22 Rubrica di Massimo D’Auriajr pag. 23 Cronaca di Pietro Simonetti

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Il graffio di CiemmeLA REDAZIONE

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Domenica 10 febbraio 2013EDITORIALE

Il convitato di pietraMario [email protected]

La campagna elettorale sta sempre più cedendo a impulsi dongiovanneschi.

“Madamina, il catalogo è questo delle belle che amò il padron mio; un catalogo egli è che ho fatt’io: osservate, leggete con me”, così i sondaggisti ogni giorno presentano le conquiste amorose frutto delle seduzioni elettorali più spietate del giorno prima. Sarà il mese in cui tutto ciò accade, ma molti italiani sembrano trovarsi a loro agio in questo spirito carnevalesco. Dopo essere stati castigati per oltre un anno dalle severe ristrettezze del governo della crisi, in tanti sentono il bisogno di sdilinquirsi in danze dionisiache. Soprattutto quelli che in passato erano stati abituati sempre a farla franca. Ed è sorprendente notare come anche Monti ovvero colui che fino ad un mese fa teneva tutti fermi nella morsa, sia oggi tra quelli che girano il manubrio per allargare le ganasce. Con divertenti effetti di straniamento in chi era rimasto soggiogato dal suo rigore e ora fa fatica a liberarsi dalle ganasce mentali in cui è stato costretto. Più faticosamente anche l’alleanza PD-Sel ha cercato di adeguarsi a questa caratterizzazione della campagna elettorale verso una rivolta antifiscale. Fino ad un mese fa si confidava nel fatto che per la maggioranza degli italiani contassero la sobrietà, l’affidabilità e una maggiore trasparenza per potersi candidare al governo

del paese. Il centrosinistra aveva faticosamente costruito il suo netto vantaggio su questi elementi e non pensava pertanto di doversi esporre con promesse baldanzose. Lo scandalo MPS, lo svanimento dell’effetto primarie e il richiamo all’istinto politico rimesso in gioco da Berlusconi hanno messo in allarme la coalizione di centrosinistra, spingendola a sparare qualche timida cartuccia sulla rimodulazione del’IMU a vantaggio dei meno abbienti. Nella trasmissione Piazza pulita del 4 febbraio, tuttavia, Bersani ha dichiarato di rinunciare a questo mercanteggiamento del voto, anche se ha lanciato la proposta di finanziare la ristrutturazione delle scuole e degli ospedali con 7 miliardi e mezzo ricavati da una riduzione delle spese militari. Anche Grillo, giocando sull’ambiguità comico-politica in cui è percepito il suo messaggio, come si diceva un tempo, tra il serio e il faceto, inonda di seducenti promesse elettorali le coste del suo tsunami-tour. E lo fa in modo chirurgico, differenziandole per territorio. Il più abile nello sfruttare il marketing politico, però, pare ancora essere Berlusconi. Le sue proposte mirano sempre alla maggiore utilità elettorale. L’idea di restituire l’IMU coinvolge una vasta platea di cittadini in un paese in cui più di tre quarti di essi sono proprietari delle loro abitazioni. Inoltre li identifica, quasi potendoli chiamare per nome. E non solo,

egli è molto abile a dare delle sue proposte una rappresentazione scenica che appare realistica. La sua descrizione del rapido rimborso all’ufficio postale, come hanno rimarcato acuti osservatori, rimane impressa nella mente degli elettori. Per costume mentale e formazione a lui non interessa la complicata ricerca del benessere generale, ancora di più in tempi come questi in cui esso appare una chimera. Per lui le utilità sono solo quelle degli egoismi individuali. Anche se spesso effimere. In realtà è netta l’impressione che questa campagna elettorale sia solo un carnevale tra due quaresime. Al governo della crisi seguirà un altro governo della crisi. E la Pasqua è una scommessa. Come detto, la foga di conquista sta trasformando i leader contendenti in tanti dongiovanni. Ma ai più sembra sfuggire l’oscura presenza che accompagna il loro cammino. “Don Giovanni! a cenar teco m’invitasti, e son venuto… il tuo dover or sai”. Con questo parole entra in scena nel secondo atto del Don Giovanni di Mozart il Commendatore ovvero il Convitato di Pietra, che dopo gli inviti al pentimento trascinerà negli inferi il seduttore impenitente. Il governo del paese è il Convitato di pietra di questa campagna elettorale e aspetta minaccioso all’appuntamento post-elettorale il gran seduttore che si aggiudicherà questo turno.

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Domenica 10 febbraio 2013

R U B R I C ANon cercate coerenza o un filo conduttore o uno stileletteario... vi saranno negati! Questa rubricasarà solo il passepartouttra me e voi quando ionavigherò tra i miei ricordiveri o fantastici, nostranio internazionali, sociali o spirituali

E N Z O M A R IN OVIAGGI NELLA MEMORIA,VIAGGI NELL’ESTRO

“ ‘e zite cuntignose “

Le signorine Concettina e Giuseppina, proprietarie del palazzo insieme al fratello

don Salvatore, si vedevano poco in giro. Esse difendevano la loro “rispettabilità” di zite cuntignose tenendosi fuori dalle beghe del cortile ma chissà come, però, erano subito pronte a cogliere in fallo chi tentava di sfiorare un fiore o di prendere qualche limone dagli alberi o di fare qualsiasi presunto intervento dentro o attorno alla loro proprietà. Le nobil donne erano egotiste e già qualche anno prima, alla morte dei genitori, sottrassero al fratello la gestione delle loro proprietà. Esse operavano volentieri e meglio, mentre al ragioniere faceva comodo scrollarsi di quei fastidiosi impegni, anche perché, dopo il lavoro alla Società Elettrica, era impegnatissimo a fare il segretario particolare del vescovo e a curare la sua Balilla. Però le sorelle, che erano state allevate in funzione di quella proprietà, avevano instaurato con gli inquilini una sorte di gioco vitale, un test per verificare, di continuo, il loro potere di “proprietarie del palazzo”. Le loro menti, di gente che concepiva la vita non in modo dinamico ma staticamente fissa attorno al corpo sociale che le aveva generate senza rendersi conto che tutto si stava sgretolando attorno a loro. Menti, quindi, anacronistiche, generate da una rigida educazione fascista tenace e difficilmente sradicabile. Un’educazione della società frammista ad un indottrinamento religioso, fanatico e falsamente moralista. Queste donne avevano dedicato la loro vita alla “virtù della verginità”. “Signorine! …si! ...signorine per la tutta la vita, come te!” avevano giurato davanti

all’immagine della beata Maria Goretti quando erano tristi ed affrante. Qualche comara, intima delle zite, dichiarava che, sfumati i bollori e la beltà giovanili e deluse perché nessuno le chiedeva in sposa, era rimasta solo l’aridezza dei loro sentimenti mascherati da eroismo cristiano. Queste stesse menti concepivano la proprietà ereditata come elemento divino che dava diritto su tutto, che le elevava a rango superiore nella società, che le dava legittimità a disprezzare i poveri, gli handicappati, i nullatenenti ed i neo possidenti. Insomma, se avessero avuto veramente uno stemma tutto loro sul campo ci sarebbe stato una casa d’oro in un giardino lussureggiante su cui dominava una vergine vergognosa. Sotto la scritta: “Virginìtas et Patrimonium”.Erano convinte che il patrimonio dava loro giurisdizione sul fabbricato con gli annessi e connessi ma anche sulla vegetazione, quella curata e quella spontanea, sui basoli della strada comunale attigua; sui suoni prodotti, sull’aria circolante dentro e fuori al palazzo, sugli ospiti occasionali, sulle tubazioni di scarico, sui giochi dei bambini, sul sole che entrava nelle case, sul vento che asciugava i panni stesi, sul godimento del cortile, sul calpestìo delle scale, sui comportamenti degli inquilini, sulle feste private, sui copertini da stendere al passaggio del Corpus Domini, sulla musica prodotta dai grammofoni, sulla quantità di parole proferite al giorno, sui litigi familiari, sull’acqua consumata, sull’uso dei cessi a monte. Insomma tutto quello che era o succedeva o che cadeva o circolava o calpestava o svolazzava o capitava o

ondeggiava o luccicava attorno alla cubatura del palazzo era di loro pertinenza. Questo comportamento era anche il loro perfido modo per imporre sulla scena del cortile tutto il loro sussiego, tutta la loro alterigia. Un ruolo unico, purtroppo incontrastato e assolutamente tragicomico. Commettevano arbitrii mascherati da opere di bene, operavano angherie cu pacienza ‘e Die, emettevano giudizi senza appello dopo essersi fatte tre volte la croce, facevano prepotenze tra un rosario e l’altro. E poi pretendevano anche la comprensione del confessionale. Quello che facevano era sempre e comunque legittimo ma la cosa peggiore era la loro ostentata consapevolezza di non dover dar conto a nessuno, manco al Padreterno e per le loro azioni non avrebbero mai pagato alcun dazio, né morale, né materiale, né divino. Certo erano mille piccole cattiverie che non danneggiavano il fisico e sotto l’aspetto di una grossolana giustizia non erano condannabili, ma producevano tanto ma tanto male morale. Quando provocavano, c’era un dio che proteggeva la loro integrità fisica infondendo nella brava gente la voglia di non passà nu uajo. I pasti da preparare, i servizi domestici da fare, gli animali da accudire, i fiori e le piante da curare, le comari e le amiche da ricevere, il giardino da godere, il gatto da coccolare e gli angoli remoti della casa, benedette donne, dove potersi battere il petto non bastavano a tenerle lontano dal cortile per cui ogni tanto s’inventavano qualcosa per intervenire, violare, imporre e verificare la loro potenza. Concettina, la più grande, grassottella, viso tondo e ben

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Domenica 10 febbraio 2013

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equilibrato, donna insignificante, superba ma con meno disprezzo, sul volto, dell’altra, sempre sorridente, sempre gioviale riscuoteva la pigione. Giuseppina, sempre triste, sempre con lo “schifo” sulla bocca, magra come una mezza scopa, con gli occhi spiritati stampati sulle lenti da miope, piena di superbia e eternamente arraggiata, chiedeva l’aumento. Lo chiedeva sempre anche quando non gli spettava per i fitti bloccati per legge e anche quando sapeva che l’inquilino non si trovava nelle condizioni di poter dare per malattia o per disoccupazione. Minacciava sempre nu quatte ‘e maggio, uno sfratto. La prima chiedeva un favore promettendo una buona mancia, l’altra ringraziava con un ghigno e rifilava un frutto per ricompensa. Mai due, sempre uno e sempre smaturato. La grande chiamava subito gli operai di sua fiducia per una chiancarella caduta o per un intasamento del cesso dicendo di non preoccuparsi, mentre la piccola pretendeva dagli inquilini che pagassero il costo della riparazione direttamente e subito agli operai. L’una s’intrigava del comportamento degli affittuari, l’altra li cazziava per sbagli veri o presunti. Concettina teneva il conto dei limoni sugli alberi del cortile e segnalava la mancanza ingiustificata di un frutto, Giuseppina accusava, dopo una rapida inchiesta tra l’immondizia, il presunto colpevole. La cicciottela minacciava l’intervento dei carabinieri ogni qualvolta stesse per avere la peggio in una discussione, la mingherlina interveniva e con fare serio e solennemente formale di chi vuol spartire la ragione, raddrizzava la questione a

loro favore e poi con alterigia “graziava” il malcapitato. Ogni tanto, quando “concedevano” il perdono, allungavano la mano per farsela baciare ma, graziaddio, tranne qualche vecchietta andata di testa o

qualche bambino troppo piccolo per capire, gli altri, con fierezza e disprezzo, le voltavano le spalle e tiravano via. Ormai si calmavano solo quando uscivano con la Balilla che era diventato il loro giocattolo preferito. Diventavano vanitose, si gonfiavano come le

loro chiocce quando non riuscivano a sgravare e diventavano loquaci e rumorose come le loro oche quando si azzuffavano per un po di becchime. Si truccavano con poco gusto, forse il loro belletto era evidente solo perché

non erano capaci di applicarlo bene. Forse è più preciso dire che apparivano buffe solo perché era raro vederle acconciate per le feste. Per questo, quando apparivano nel cortile, era sempre motivo di derisione. Era anche la chiave di sfogo della povera gente contro le arroganze giornaliere. Ed esse quando scendevano da casa lo facevano in pompa magna, rumoreggiavano per attirare l’attenzione degli inquilini e prima di entrare in macchina, convinte di essere ricambiate con allegre risate di simpatia, con piccoli cenni della mano e bozze di riso, li salutavano con sostenuta finta benevolenza. Esternazioni di reciproca stima. Quando l’autovettura usciva e il portone rimaneva aperto fino al suo rientro, nel palazzo si respirava finalmente aria di libertà. Le sorelle non aveva eredi diretti, solo alcuni alla lontana ma misteriosamente non si fecero più vedere. Gli amici più cari, quelli con cui avevano passato i momenti più belli della loro vita, quelli che le avevano fatto provare il palpito della maternità facendole tenere in braccio i propri figli, quelli che le facevano sentire vive e utili nelle feste comandate, quelli che le “rendevano più nobili” ospitandole spesso alla loro

mensa, quelli che avevano indirizzato l’affetto della loro famiglia anche su di esse furono allontanati artatamente e, forse, in malo modo. In vecchiaia, ormai, l’accudivano, in santa pace e con la benedizione del Sacro Cuore, le monache del convento.

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Domenica 10 febbraio 2013INTERVISTA

Il Domenicale intervista il Vice Sindaco Sergio D’Anna.

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Questa settimana vi proponiamo una in-tervista al Vice Sindaco e Assessore ai

Lavori Pubblici Sergio D’Anna, casoriano di nascita, da sempre impegnato in politica. A lui abbiamo rivolto delle domande su alcuni temi “caldi” che riguardano il nostro territo-rio. Cominciando dalla questione scuole.

Assessore, a che punto è l’operato dell’Am-ministrazione sulle scuole casoriane? Quali i progressi fatti?E quali i passi ancora da compiere?

L’amministrazione che mi onoro di rappre-sentare ha sempre mostrato grande attacca-mento ai temi legati alla scuola. Purtroppo nel corso degli anni e delle passate ammini-strazioni si sono accumulati ritardi su ritar-di che hanno portato, in alcuni casi, a brutte conseguenze. Io ho sempre difeso il diritto ad avere una scuola bella, oltre che sicura ed accogliente per i bambini. E quanto siamo ri-usciti a realizzare con la Cimiliarco, inaugu-rata poco più di un mese fa, ne è la dimostra-zione. I lavori si sono svolti nella massima trasparenza e con la forte collaborazione tra genitori ed istituzioni. Purtroppo i fondi co-munali a disposizione per questo settore non servono a colmare le numerose lacune pre-senti e si avverte sempre di più l’esigenza di legge che sostengano ed incentivino l’edilizia scolastica. Io, da amministratore e da uomo

legato al proprio territorio, mi sto impegnan-do per un progetto ambizioso: quello di apri-re le scuole alla città. E cos’ gli spazi esterni dei Plessi di Via Duca D’Aosta e Via marti-ri d’Otranto per esempio, potrebbero essere restituiti alla città e ai cittadini. C’è un pool di esperti che a breve proporrà uno studio di fattibilità in merito e speriamo che i progetti divengano presto esecutivi.

E cosa ci dice della nota dolente di questa città, la Scuola San Mauro?

Nonostante le polemiche, i ritardi e le false voci che circolano, i lavori alla San Mauro stanno procedendo. Io mi ritengo un politico anomalo perché sono abituato a impegnarmi in prima persona, a rimetterci la faccia. Da casoriano doc prima che da amministratore che ha a cuore questo annoso problema, mi sento di affermare che i bambini potranno tornare tra i banchi della scuola già dagli ini-zi di settembre. (Imponderabile permettendo, ovviamente, ndr). Siamo riusciti, grazie an-che all’efficienza del Settore Bilancio, a tro-vare un ulteriore finanziamento (quello fino-ra mancante!) per i lavori agli spazi esterni e ci vogliamo impegnare a vigilare che tutto prosegua per il meglio. Tra l’altro è vero che ci sono state delle emergenze che ci hanno portato a questa situazione di disagio, ma le emergenze devono durare il tempo giusto e

non essere costanti. Annualmente per ospita-re gli alunni della San Mauro paghiamo un fitto che definirei esorbitante ed è venuto il momento di tornare alla normalità.

E passiamo al problema delle strade e della pubblica illuminazione sul territorio…

E’ inutile nascondersi dietro un dito, purtrop-po il problema del parco strade che non versa in buone condizioni è una piaga per Casoria. Ci stiamo muovendo da tempo, però, anche in questo senso: sono 32 le strade interessate da vecchi appalti e siamo riusciti a sbloccare una grande somma di oltre 1 milione di euro dall’avanzo di bilancio dello scorso esercizio da destinare ai lavori stradali ed al comple-tamento della pubblica illuminazione in città. Certo, i fondi a disposizione restano comun-que pochi e quindi siamo costretti a elaborare una scala di priorità. Occorrerebbero fondi pari ad 8 volte quelli attualmente in nostri possesso per riparare tutte le strade di Ca-soria. Abbiamo cercato e cerchiamo di dare rilevanza alle arterie principali, al centro storico. Non dimenticando, naturalmente, le periferie.

A proposito di periferie, il Pd di Arpino ha pubblicato un volantino in cui denuncia la cattiva tenuta di molte strade di Arpino.

Scuole, strade,cantieri...e politica.

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Domenica 10 febbraio 2013

Arpino oggi è dotata per il 98% di pubblica illuminazione e con un ulteriore sforzo riusci-remo a completare anche il restante 2%. Tan-to c’è da fare, ma tanto è stato comunque già fatto: basti pensare, ad esempio, a quanto è stato fatto per Via Lufrano. Inoltre sono stati stanziati 100 mila euro per Via Lepori. Que-sti soldi serviranno per la messa in sicurezza della strada, la risoluzione del problema del-la scarsa visibilità dovuto alla vegetazione e la pulizia delle cunette. Mi sento inoltre orgo-glioso di annunciare che, grazie all’interven-to di alcuni privati, a breve saranno installate quattro rotatorie su Via Nazionale delle Pu-glie, a partire dall’inizio del prolungamento di Via Pascoli, a finire con l’intersezione con Via Ventotene. Ho inoltre dato disposizione alla Dirigenza dei LL.PP. di inserire gli inter-venti fognari su Via Nazionale delle Pugliese nel prossimo piano triennale delle opere pub-bliche.

A che punto sta la problematica della Snai-dero?

Siamo riusciti a riprendere i finanziamenti per l’area ex Snaidero. L’ingegnere Salva-tore Napolitano sta lavorando con grande efficienza per la realizzazione del progetto, poi potranno anche partire le gare di appal-to. Purtroppo, per questa questione come per tante altre,si fa troppo spesso una informa-zione cattiva e faziosa e mi dispiace che non si pensi, invece, a raccontare la verità dei fat-ti e i progressi che si compiono ogni giorno.

Siamo una amministrazione presente, attenta, e che gira per le strade. E che realizza cose concrete. Basti pensare al progetto PIU EU-ROPA, tra tutti: il 14 di questo mese partirà la prima gara che interesserà Via Benedetto XVI

e a seguire ci saranno altre gare. Cerchiamo di fare il tutto in maniera vigile e trasparente, per gli appalti ad esempio utilizziamo spesso dei grossi ribassi d’asta. Ci piace rispettare gli impegni presi.

E, a proposito di impegni, cosa ci dice della sua candidatura alla Camera tra le file di FLI?

La mia è fondamentalmente una candidatu-ra di servizio. Sono onorato di rappresentare il centro destro sul territorio locale, oggi in-sieme al consigliere Gianluca Cortese sono espressione di FLI che, per le prossime ele-zioni, insieme all’Udc e a Monti si propone un radicale rinnovamento della politica a tutti i livelli. Un rinnovamento non più pro-crastinabile ormai. La politica di per sé non

è un affare sporco ma viene continuamente sporcata e porta oggi, cosi come nel passato, alla sfiducia da parte dei cittadini. La politica si è dimostrata impazzita quando non ha vo-luto la riforma elettorale e ha dimostrato non

voler combattere seriamente la piaga della corruzione. Mario Monti, che ha preso per i capelli questa nazione e le ha evitato di finire in default come la vicina Grecia, merita un grande riconoscimento. Il quel grosso bubbo-ne del populismo e della demagogia del Pdl è crollato sotto il dito alzato di Gianfranco Fini. Sono fiero di stare in un partito il cui tricolore politico è “Nazione- Legalità- Me-ritocrazia”: è fondamentale che il prossimo governo sappia dare risposte reali ai bisogni della gente. E per far ciò non si può che par-tire dallo sviluppo del lavoro e dal contrasto alla disoccupazione sempre più dilagante.

Ringraziamo l’Assessore D’Anna per la dispo-nibilità a rilasciare questa intervista.Buona domenica a tutti!

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Domenica 10 febbraio 2013

Trentasette anni, avvocato e funzionario pubblico, una lunga militanza politica,

sul territorio e sempre dalla stessa parte, Luca Scancariello concorre alle prossime elezioni politiche per un seggio alla Camera dei Deputati, nelle liste di “Fratelli d’Italia – Centrodestra nazionale”. La scelta dei dirigenti della neonata formazione politica, guidata da Giorgia Meloni, di collocarlo al quarto posto del listino per la circoscrizione Campania 1, conl’ex ministro capolista, fanno di Scancariello il candidato di Casoria meglio “posizionato”, in vista del conseguimento del seggio da parlamentare.

Non è per niente facile, vero Luca?

E quando mai il percorso politico mio e della comunità militante, che oggi rappresento in questa sfida entusiasmante, si è mostrato facile?

A sentire i sondaggisti, “Fratelli d’Italia” è poco più che un piccolo partito…

I sondaggisti sono sistematicamente smentiti dalla folla che, puntualmente, trabocca dalle piazze, dai teatri e dagli auditorium, che vedono parlare i leader nazionali… Noi stiamo affrontando questa sfida, come sappiamo fare. E senza paura!

Senza paura, lo slogan che “Fratelli d’Italia” ha scelto per caratterizzare la propria campagna. Ma senza paura di che?

Senza paura di continuare ad inseguire il sogno di cambiare la nostra Italia, gettando quando è il caso il cuore oltre l’ostacolo. Senza paura di mettersi in discussione, per molti di mettere a rischio le rendite di posizione che pure avevano. Giorgia Meloni, ad esempio, avrebbe avuto tutto l’interesse a restare nel Pdl, ricevendone solo vantaggi. Invece, ha deciso, e noi con lei come sempre, di lanciare un’idea nuova di centrodestra. La mia comunità ed io non ci siamo limitati a sposarla; siamo a buon diritto considerabili tra i padri fondatori di questa iniziativa. E questo, dopo tanti anni di militanza molto spesso negletta, ci riempie di orgoglio!

Cosa dovrebbe avere in più “Fratelli d’Italia” che non abbia già il centrodestra, come lo abbiamo conosciuto finora?

Noi vogliamo essere quel centrodestra che il Popolo della Libertà non ha saputo interpretare. Un centrodestra, che si possa scegliere senza l’imbarazzo che possono suscitare certi personaggi ingombranti. Un centrodestra, nell’ambito del quale le decisioni siano il più possibile partecipate, e non adottate da cinque persone chiuse in una stanza. Un centrodestra, che non promuova veline e figurine, ma valorizzi il merito. Un centrodestra che sappia parlare a quanti sono rimasti delusi, dalla deriva del Popolo della Libertà.

Faccio l’avvocato del diavolo: se il Popolo della Libertà rappresenta un esito

fallimentare della storia del centrodestra italiano, come mai “Fratelli d’Italia” ha scelto di entrare nella coalizione guidata da Silvio Berlusconi?

Questa storia è decisamente pretestuosa. Lo sappiamo tutti che la legge elettorale, attualmente in vigore, prevedendo il premio di maggioranza alla coalizione, impone di stringere alleanza pre-elettorali. In tal senso, bisogna evitare di mettere in piedi dei caravanserragli, funzionali solo alla conquista dei posti di potere, e puntare a costruire coalizioni le più omogenee possibili. Di certo, è il centrodestra il nostro alveo naturale. Non potevamo mica allearci con il centro o la sinistra! Correre da soli avrebbe significato dare un indubbio vantaggio a Monti e Bersani. Quanto ai rapporti con Silvio Berlusconi, ribadiamo che l’ex premier è il capo della coalizione, mentre il candidato alla presidenza del consiglio sarà indicato dal partito della coalizione che, in caso di vittoria, avrà preso più voti. Faremo le primarie nelle urne, saranno di coalizione, e la nostra candidata è Giorgia Meloni…

Quali sono i punti qualificanti del programma di governo di “Fratelli d’Italia”?

Noi puntiamo ad una crescita che parta dall’alleggerimento della pressione fiscale, proponendo l’introduzione in Costituzione di un tetto alla tassazione del 40% nel rapporto tra entrate tributarie e Pil. Ed in tal senso, ci fa

Il Domenicale incontra Luca Scancariello

I N T E RV I S TA

La redazione

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Domenica 10 febbraio 2013

piacere che stia incontrando un cero successo la nostra proposta di abolizione dell’IMU sulla prima casa, che è un diritto inviolabile degli italiani. Poi ancora una seria lotta a sprechi ed inefficienze, la valorizzazione delle risorse culturali del nostro Paese, una riforma del welfare che preveda un’applicazione sempre più intensa del principio di sussidiarietà, verso le formazioni sociali intermedie, quali le associazioni. Suggerisco poi di leggere il nostro manifesto per una nuova etica pubblica, che incarna parte di quei valori che per noi non sono negoziabili.

A proposito di valori non negoziabili, nella vostra tavola di riferimento c’è senz’altro la difesa della famiglia, soprattutto quella tradizionale. Come giudichi il dibattito, che si sta aprendo in città, sulla proposta di introdurre il registro delle unioni civili a Casoria?

Innanzitutto, vorremmo ben sperare che ci fosse un dibattito aperto, in città,

su temi eticamente sensibili, come questo. Peraltro, in questo momento si parla di un atto che non conosciamo ancora, e che giace nelle commissioni consultive competenti.

Sarà interessante verificare come questa strana maggioranza gestirà l’esplosione delle sue contraddizioni, se mai dovesse esserci un dibattito! Difficilmente una compagine

di governo, tenuta insieme dal collante del potere, si spaccherà su temi etici. Appare alquanto grottesco tuttavia che, oggi, si strappano le vesti proprio coloro i quali solo ieri non si fecero certo scrupoli di natura etica, quando corsero in soccorso della maggioranza, ben consapevoli di una sua fondamentale impostazione di sinistra. In attesa di approfondire un argomento di certo suscettibile di riflessioni tutt’altro che scontate, noi ci limitiamo ad invitare l’amministrazione a fare il suo dovere rispetto alle reali priorità della città, anziché tentare di scimmiottare, con scarsi risultati, i Pisapia e i De Magistris.

A proposito di Casoria, quali ricadute può avere la nascita di “Fratelli d’Italia” ?

Noi abbiamo tutta l’intenzione di articolare una vera opposizione da destra all’attuale amministrazione. Casoria deve tornare al più presto alle urne!

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Nella totale indifferenza dei Media Italiani, attui più a far propaganda per le prossime

elezioni, che realmente informare le persone, in Sicilia si stanno verificando scioperi e manifestazioni ad oltranza contro l’installazione dei MUOS. La vicenda iniziò nel 2010 quando dagli archivi segreti di Wikileaks, uscì un file che riguardava un accordo siglato dall’allora Ministro della Difesa Ignazio La Russa e la NATO, per l’installazione dei satelliti MUOS in Sicilia, precisamente a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Tre grandi parabole e due antenne utilizzate per coordinare tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota che saranno allocati anche a Sigonella. Da quel momento si scatenarono proteste da parte dei residenti, poi costituitosi insieme in un comitato “No M.U.O.S.” i quali esprimono fortissime preoccupazioni riguardo alle conseguenze dell’installazione di tale sistema su: salute umana, ecosistema della Sughereta di Niscemi, qualità dei prodotti agricoli,

diritto alla mobilità e allo sviluppo del territorio, diritto alla pace e alla sicurezza del territorio e dei suoi abitanti.In effetti, i rischi

sono consistenti, il campo elettromagnetico indotto dalle antenne può provocare effetti su esseri umani, flora e fauna in un raggio di circa 140 Km. Tutto ciò porterebbe all’insorgenza di tumori e leucemie maggiormente tra i bambini e gli anziani, ma a lungo termine tali conseguenze non risparmierebbero nessuno.Alle preoccupazioni, si sono susseguite

indagini parlamentari europee e nazionali fatte prima dal Movimento ecologista “I VERDI” poi dal Presidente della Regione Sicilia

Rosario Crocetta, all’epoca Parlamentare Europeo, iniziative importanti ma inconcludenti e sopratutto rese tutte all’oscuro dall’informazione. Le contestazioni si sono intensificate alla fine del 2012, quando come previsto dall’accordo, avrebbero dovuto iniziare i lavori, prima bloccati dalla Procura di Caltagirone per violazioni di un’area protetta, con il conseguente sequestro dell’area, poi annullato dal Tribunale di Catania che ha dato l’imminente via libera.Ora l’allarme si fa serio, la possibilità che il progetto andrà in porto è concreta,

l’hanno capito anche i siciliani che chiedono disperatamente alle istituzioni di intervenire, lo stesso Governatore Crocetta chiede l’immediata sospensione dei lavori. L’appello arriva anche da siciliani d’eccellenza come Fiorello e Roy Paci, messaggi di solidarietà e un invito ai Media di diffondere e amplificare il caso a livello nazionale.

I TA L IA

Allarme M.U.O.S: La Sicilia in fermentoLuca [email protected]

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Mentre la Casoria credente raccoglie le firme per sensibilizzare la cittadinanza

sul rischio della chiusura dell’ospizio marino di Posillipo, fondato dal Beato Ludovico da Casoria, da un’altra parte della città, alcuni politici, con un colpo di mano, non rispettan-do il programma presentato dal Sinda-co Carfora hanno chiesto ai membri della Prima Commissione di esprimere parere sulla Proposta di «Regolamen-tazione del registro Amministrativo delle Unioni civili». Secondo questo Regolamento sarà considerata unio-ne civile il rapporto tra due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, che non siano legate tra loro da vincoli giuridici (matrimonio, parentela, adozione, tutela, curatela, affinità), e che siano residenti da al-meno un anno nel comune di Casoria e coabitanti dallo stesso periodo di tem-po. Questi sono alcuni dei punti stabiliti dalla proposta discussa, in prima seduta, Lunedi 4 febbraio 2013, presso la sala Riunioni del Co-mune. La proposta ha già fatto registrare le prime polemiche da entrambi gli schieramen-ti, il giovane consigliere Pasquale Pugliese, candidato alla Camera dei Deputati con la Li-sta Grande Sud, è intervenuto, a difesa della famiglia e ribadendo il suo No al registro, con un comunicato che recita: «Nel programma del Centro Sinistra si riteneva indispensabile rafforzare le politiche di sostegno alla fami-glia intesa come cellula fondamentale della vita sociale e della comunità locale. Per noi la famiglia è quella definita dall’articolo 29 della Costituzione Italiana: realtà naturale fondata sul matrimonio, essa si compie intor-no a relazioni sociali caratterizzate da respon-sabilità, stabilità, differenza sessuale. In tal

senso va protetta e valorizzata con politiche adeguate, quello che fino ad oggi, purtroppo, quest’amministrazione non è riuscita a fare. I membri dell’amministrazione della città, che pochi giorni or sono hanno gareggiato per stringere la mano al Cardinale Crescen-

zio Sepe, in occasione dell’annuale festa del Santo Patrono della Città, dimenticano che il pastore della Chiesa di Napoli si è più volte espresso in senso contrario affermando che “l’istituzionalizzazione di queste realtà non può essere accettata” e ancora che le uniche volontà ben accette sono quelle “che puntano a tutelare la famiglia tradizionalmente inte-sa”. Il Consiglio Comunale e la stessa Giunta Comunale ha al suo interno persone che in modo stretto sono legate alla realtà cattolica, e con il sostenere del Registro delle Unioni Civili, verrebbero a contrastare il proprio cre-do e gli incarichi svolti in ambito ecclesiale. Ed a questi che mi rivolgo, ricordando loro che le priorità in questo momento sono ben altre». La risposta è arrivata, tramite un noto portale di informazione della città, dall’asses-sore al Patrimonio e Decentramento, Mariano

Marino, che alcuni ritengono il promotore del registro. Non è la prima volta che l’Assessore usa scrivere ai suoi colleghi dell’amministra-zione locale, ricordiamo per dovere di crona-ca la lettera indirizzata ad Emilio Polizio in merito alla gestione del Patrimonio comunale,

quella scritta al sindaco Enzo Carfora per chiedere un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica, e oggi, quella al consigliere Pugliese. L’assessore Marino, nella nota di ri-sposta, scrive: «Il registro è uno stru-mento amministrativo che, dal lato pratico, permette anche alle coppie di fatto di accedere a quei servizi e bandi promossi dall’ente locale cancellando ogni forma di discriminazione. Anche le coppie di fatto possono così parteci-pare come nucleo alla graduatoria del-le case popolari (ah, se ne avessimo di disponibili nella nostra città!), ai pre-

stiti d’onore o ai contributi rivolti alle giovani coppie, solo per citare degli esempi». Mari-no, nella lunga lettera indirizzata a Pugliese, mostra anche una vena sarcastica verso i suoi colleghi assidui frequentatori di Parrocchie, infatti conclude scrivendo: «non ho mai ga-reggiato in nessuna competizione di “strin-gilamanoalporporato” sport molto diffuso a queste latitudini, e ancora: « Sono comunque certo che quelli di loro che rivestono incarichi in ambito ecclesiale, non subiranno punizioni e scomuniche se permetteranno a Filomena Marturano di esercitare i propri diritti sen-za costringere Mimì Soriano a sposarla con l’inganno». Questa vicenda, indubbiamente, potrà servire a comprendere le ideologie dei diversi esponenti dell’amministrazione e farà cadere la maschera a chi in campagna eletto-rale prometteva altro.

A T T U A L I T A’

Unioni civili. Si apre il dibattito: il consigliere Pugliese difende la famiglia.

Vincenzo [email protected]

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Voluto dal Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, è operativo

dal 4 febbraio scorso il Comitato scientifico incaricato di redigere il cosidetto “registro dei tumori”, composto da rappresentanti della comunità scientifica ed esponenti del mondo della medicina. Oltre a diffondere la cultura e la prevenzione dei tumori, compito principale sarà la raccolta di dati atti a dimostrare il nesso tra criticità ambientali e patologie, tra presenza di rifiuti e incidenza del cancro. Questi esperti collaboreranno con l’altro organismo, che sarà il braccio operativo, il Comitato Regionale composto dai 7 direttori delle Asl campane e dal direttore generale dell’istituto “G. Pascale” di Napoli. Ostacolato da Monti perché in contrasto con il piano di rientro dal disavanzo sanitario e contestato dal Ministro Balduzzi che nega il nesso tra tumori e territorio, il registro rappresenta uno strumento fondamentale per avere dati integrati sulla diffusione territoriale di questa malattia. Ma passiamo ad analizzare i dati che sono già a disposizione: i numeri elaborati dall’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori “G. Pascale” nel luglio scorso dicono che nei Comuni delle province di Napoli e Caserta il tasso di mortalità standardizzato per patologie tumorali è cresciuto del 27,4% negli uomini e del

23,5% nelle donne. A Caserta si è registrato un incremento del 28,4% negli uomini e del 32,7% nelle donne. Più in generale, dal 1998 ad oggi, i casi di morte per malattie oncologiche sono aumentate nel Napoletano fino al 47%: un dato in controtendenza rispetto

ai decessi per neoplasie nel resto dell’Italia. Ma andiamo nel dettaglio: Tumori del colon retto. Gli incrementi registrati in questo caso hanno superato la soglia del 50%. Linfoma non Hodgkin. Questa malattia, non legata a comportamenti individuali come fumo o alimentazione, nei Comuni della provincia di Napoli ha visto aumentare il suo tasso di mortalità del 44% negli uomini e del 79% nelle donne. Tumore al polmone. In questo caso l’incremento nella provincia di Napoli

per gli uomini del 14%, nelle donne si arriva al 100%. Mieloma multiplo. Da sempre conosciuta come una malattia “dell’anziano”, nella provincia di Napoli (città esclusa) l’incremento per gli uomini è del 123% nelle donne del 100%. Inoltre se in Italia una donna

su 7 ha il cancro alla mammella prima dei 40 anni, in Campania questo dato si raddoppia. La principale causa è attribuibile, oltre ai rifiuti in sè, ai roghi tossici nei quali vengono bruciati senza ritegno rifiuti urbani, rifiuti differenziati, rifiuti ospedalieri, rifiuti edili, rifiuti elettrici, scarti delle industrie tessili illegali del vesuviano e rifiuti tossici, nello specifico amianto che produce l’emissione nell’aria di diossina e furani, sostanze tossiche e cancerogene con effetti terribili sulla salute che vanno anche oltre quelli citati. Un esempio? Da altre ricerche emerge che i giovani campani

hanno un numero minore di spermatozoi attivi e le patologie endocrine femminili sono diffusissime. Chi di noi non conosce almeno una persona che soffre di malattie tiroidee? Queste ultime patologie, pur non mettendo a rischio la vita, hanno evidenti ripercussioni sulla fertilità e sul concepimento. Ci si augura che l’istituzione di questo nuovo Comitato, possa dare ufficialità e risonanza a questi terribili dati e trovare una rapida soluzione a queste morti silenziose.

I N C H I E S TA

Il Registro dei tumori di Caldoro: tra dati esistenti e morti silenziose

Maria [email protected]

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Domenica 10 febbraio 2013

Ereditare una virtù non è automatico. Spes-so abbiamo scoperto figli d’arte che poco

o nulla avevano a che vedere con il talento del grande genitore. Avviene davvero poche volte la magia e sicuramente, quando avviene, il ta-lento che si trasferisce si arricchisce. Ho incontrato Francesco Del Prete in un locale accogliente e adatto a scam-biare quattro chiacchiere. Francesco è un giovane musicista di Frattamag-giore, appena ventotto anni ed è già un talento della batteria, vive e fre-quenta il circuito napoletano di quei musicisti che si prestano dal soul al blues passando per la tradizione po-polare. Qualcuno nel leggere queste prime righe potrebbe pensare a un copia e incolla degli anni settanta, invece no. Francesco è il figlio del celebre batterista degli Showmen, di Napoli Centrale oggi dei Sud Ex-press Franco Del Prete. Dai primi anni di vita si manifesta in Francesco la pas-sione per la Musica, per la Batteria. Inizia gli studi con papà Franco all’età di sei anni, ap-profondirà gli studi con Alberto D’Anna par-tecipando a diversi seminari con altri grandi batteristi italiani. A quattordici anni comincia l’esperienza diretta suonando con vari grup-pi dell’hinterland napoletano. Si confronta con differenti generi musicali, ha una visio-ne ampia e senza pregiudizi o snobismi nei confronti della musica. Insieme alla carriera di batterista oggi Francesco insegna musica presso l’associazione di promozione artisti-ca musicale Starligthstudios a Napoli e vanta collaborazioni musicali con Sud Express , 99 Posse , Ciccio Merolla , Fabrizio Fierro , Mo-nica Sarnelli , Joe Amoruso , Ernesto Vitolo , Mario Insenga , Piero Gallo , Franco Ric-ciardi , Peppe ‘o Blues , Gianni Guarracino , Daniele Sepe,Fabrizio Fedele. Dal 2011 è impegnato nel “Nessuno si senta offeso Tour” di Sabba e Gli Incensurabili, in giro per l’I-talia, dopo l’uscita del primo cd del gruppo

frattese. Personalmente ho avuto modo di ap-prezzare la bravura di Francesco in una sera-ta dedicata a John Mayer con il gruppo J. & Co (Fabrizio Fedele chitarra – Nello D’Anna Batteria – Francesco Del Prete Batteria – Sal-

vatore “Sabba” Lampitelli Voce e Chitarra). Accompagnano Francesco in queste quattro chiacchiere l’amico Sabba e il papà Franco.

Allora Francesco, domanda di rito, a par-te papà qual è il batterista che ti ha mag-giormente ispirato?

Senza dubbio Jeff Porcaro dei Toto per la sua bravura e soprattutto per l’innovazione che ha saputo dare a uno strumento spesso relegato al ruolo di accompagnamento. Al-tri batteristi che m’ispirano, Steve Jordan, Billy Cobham e altri del circuito Jazz-Blues.

Hai vissuto differenti esperienze mu-sicali, tra l’altro ti ricordo al concer-to di Sud Express alle percussioni, in-sieme a Sabba alla voce e la chitarra.

Credo siano importanti, per un giovane mu-sicista, tutte le forme di collaborazioni. Mi sono divertito con il bluesman napoletano Peppe O’ Blues, con tanti altri gruppi, can-

tanti o musicisti, ma ci tengo a precisare che da napoletano non bisogna rinnegare le proprie radici e anche l’ascolto di can-tanti melodici e neomelodici può essere im-portante per la propria esperienza musicale.

Chi è più bravo tra te e papà?

Non risponde e lo sguardo che in-crocia i due batteristi la dice lunga. Scherzando, Sabba, interviene nel di-chiarare il passaggio di testimoni tra i due rappresentanti della Napolitan-power frattesi. Proprio con Salvatore “Sabba” Lampitelli, voce e leader de-gli Incensurabili è nato un sodalizio destinato a durare nel tempo, oltre che musicisti i due sono anche grandi amici, ma di questo sodalizio, della tournee e soprattutto del loro straor-dinario primo lavoro parleremo in seguito. Franco Del Prete invece ci racconta una serie di esperienze dei

tempi d’oro del Rock italiano degli anni 70’ e 80’, in particolare in tema di percussioni la collaborazione al pezzo “Ngazzate nire’” di Napoli Centrale del grande percussioni-sta dei Weather Report Manolo Badrena. Ascoltare per capire quanto è attuale il brano in questione. I tempi sono cambiati rispetto all’epoca di Napoli Centrale e farsi strada tra i tanti musicisti oggi è davvero difficile, ma un giorno ho scommesso sulla riuscita di due ragazzacci frattesi, Salvatore Sabba Lampitelli e Francesco Del Prete, i fatti mi stanno dando ragione e se non mi credete, visitate il mio profilo face book o guardate il video su Youtube Sabba & gli Incensura-bili “un’opinione stabile”, ma questa è un’al-tra storia, ne parleremo tra qualche tempo.

Per Contatti:www.starlightstudios.it Email: [email protected]: https://www.facebook.com/fran-cesco.delprete

M U S I C A

Il ragazzo dei TamburiGianni [email protected]

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Domenica 10 febbraio 2013

Napoli-Catania è finita da poco, Hamsik e Paolo Cannavaro hanno archiviato la pra-

tica in dieci minuti, facendo toccare al Napo-li quota 49 punti in classifica.” Forza ragazzi noi ci crediamo” è l’urlo del San Paolo che accompagna la squadra negli spogliatoi. Lo stadio man mano si svuota,me ne accorgo dall’alto della curva, scrutando il simpatico deflusso dei tifosi partenopei che sembrano dei bigattini. Sì i bigattini, le larve bianche che si usano per pescare e che si muovono uno addosso all’altro in maniera spasmodica e frenetica. I supporter azzurri smontano le bandiere, ripongono gli striscioni nelle bor-se e tutti insieme si avviano verso l’uscita, formando un unico stormo che saltella e continua a cantare i cori, spinti dall’euforia del momentaneo primo posto in classifica e dall’idea che il sogno possa realmente diveni-re realtà. Su tutti il più bello è una cover della canzone di Fiordaliso: “ Non voglio mica la luna, voglio solo questo scudetto, sugli spalti a gridare e cantare l’amore che provo per te! LALALA”. Mi fermo con gli amici al soli-to pub a fare due chiacchiere e ad analizzare un po’ la partita, la situazione di classifica in cui ci troviamo alla quinta giornata di ritorno. Leggendo il calendario capisci che davvero ci vorrebbe un’impresa perché il campionato è lungo e restano ancora ben quindici giorna-te da giocare: otto in trasferta e sette in casa.

Se il Napoli vuole tentare l’impresa dovrà cominciare a vincere tutte le partite in casa, evitando di ripetere gli errori fatti nel girone di andata con Milan e Torino. Ma sarà in tra-sferta che dovrà centrare sempre il massimo

risultato, provando a portare a Napoli quanti più punti possibili dei 24 in palio; lottando con grinta su ogni pallone, facendo capire alla sua principale antagonista di avere fame di vittorie e di successi, usando la stessa cat-tiveria che ha portato i bianconeri lo scorso anno alla conquista del campionato. A favore della squadra di Mazzarri gioca lo scontro di-retto con la Juve al San Paolo, il primo Mar-zo, non oso immaginare cosa sarà lo stadio di Fuorigrotta e che spinta darà ai giocatori. Inoltre, la Juve dovrà affrontare la Champions League che, come ben sappiamo, è molto più dura e difficile della nostra Europa League e

dove sicuramente spenderanno tante energie; energie che saranno sottratte al campionato e si spera comporteranno qualche caduta e ma-gari anche qualche sonora sconfitta. Il Napoli dovrà essere come il cacciatore con la preda, farle sentire il fiato sul collo stando dietro di lei, pronto ad approfittare ad ogni suo errore, disattenzione ed attaccare quando la fatica prenderà il sopravvento. Non è facile! Tutti lo sanno, dal presidente De Laurentiis fino all’ultimo dei magazzinieri ma bisogna cre-derci davvero, pensando partita dopo partita, battaglia dopo battaglia o come direbbe Al Pacino (Ogni Maledetta Domenica): “il mar-gine di errore è ridottissimo, capitelo, mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate; mezzo secondo troppo veloci

o troppo lenti e mancate la presa ma i cen-timetri che ci servono sono dappertutto sono intorno a noi. Ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo, in questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra, massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un cen-timetro; ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che, quando andremo a sommare tutti quei centi-metri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire”. FORZA RAGAZZI NOI CI CRE-DIAMO!!

Valerio [email protected] Forza Ragazzi noi ci crediamo

A Spasso nel calcioR U B R I C A

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Domenica 10 febbraio 2013

Vittoria doveva essere, e vittoria è stata! Nell’anticipo del sabato, il Napoli era

chiamato a superare l’ennesimo esame, al cospetto di una squadra tignosa, ‘antipatica’, qual è il Catania. Non era facile, e per le qualità individuali e collettive dell’undici etneo, e per le pressioni sui nostri ragazzi. Le assenze di Hugo e Britos per squalifica, e di Maggio per infortunio, complicano ulteriormente i nostri piani. Alla difesa a tre, il nostro Mazzarri non rinuncia, ed ecco ai nastri di partenza Gianluca Grava, l’’eroe’ della rinascita partenopea, targata De Laurentiis. Accanto al giocatore casertano, il capitano Paolo e l’affidabile Gamberini; Mesto sostituisce Maggio sulla destra, sull’altra corsia Zuniga è inamovibile. Behrami torna titolare dopo la squalifica, al suo fianco confermato Dzemaili. Hamsik, Pandev e Cavani completano l’undici titolare, che in un tempestoso sabato sera di febbraio, si appresta a sfidare, senza paura, il Catania. Senza paura di ‘crescere’, né di dimostrare con i fatti, di voler maturare, di essere pronti, quanto meno a crederci, provarci. I primi 30 minuti non sono facili. Il Catania ha un’organizzazione di gioco di ottimo livello, e riesce ad evitare rischi. Ci vuole un’invenzione, una giocata. Marek recupera palla a centrocampo, scambia con Dzemaili, prima di illuminare i 50.000 del San Paolo, con un’apertura sulla sinistra per Zuniga da manuale del calcio: e lui, Marek Hamsik da Banskà Bystrica, città nel cuore della Slovacchia, è il calcio. Un vero artista del pallone, per definirsi tale, deve finire ciò che lui ha ‘creato’. Marek Hamsik, classe pura, genio senza sregolatezza, talento cristallino, è, per effetto di queste naturali caratteristiche, un’artista. Per cui dopo

l’illuminante lancio, si inserisce con i giusti tempi in area, e con quel pizzico di fortuna, che aiuta quelli audaci e quelli bravi, si ritrova il pallone calciato da Zuzù sul destro: Napoli in vantaggio alla prima fiammata. Sbloccare una partita così difficile, sia sul campo che nella mente, è di un’importanza vitale, forse decisiva. La squadra sicula prova a reagire, l’arbitro Calvarese sorvola

su un tocco di mano di Zuniga nella nostra area, ritenendolo involontario. Difficile giudicare. Di certo, il fallo di mano diventa sempre più un ‘rompicapo’ per questo campionato; e pertanto occorrerebbe trovare e seguire una linea univoca. Una traversa su punizione colpita dal Matador è il prologo del raddoppio partenopeo, giunto dopo che Grava rischia il rosso per una manata che colpisce un giocatore etneo, e dopo che Barrientos spreca una ghiotta occasione, nata da una pessima diagonale dell’onnipresente Zuniga. Angolo dalla destra, la difesa sicula libera l’area, Zuzù (ancora lui!) con una capocciata

mette in moto Marek (ancora lui, l’artista). Lo slovacco si insinua in area, cogliendo impreparata la difesa sicula, e con un perfetto rasoterra regala a Paolo, il capitano, il pallone del raddoppio. Con il minimo sforzo, si va negli spogliatoi sul doppio vantaggio. Come ogni grande (e fortunata) squadra! Nella ripresa, dopo tre minuti Bergessio trova la rete che dimezzerebbe il vantaggio

azzurro. Ma l’argentino ha commesso fallo, ‘ovviamente’, su Zuniga. Il tempo scorre via senza patemi. Il Napoli non trova il guizzo per chiudere la questione etnea, e allo stesso tempo rischia poco o nulla. Inler, Insigne e Armero collaborano alla vittoria, figlia di una prestazione cinica e intelligente. Pienamente promosso il reparto difensivo, nonostante le squalifiche e lo stravolgimento seguito al mercato di gennaio: via Aronica, Fernandez, Uvini e Dossena, dentro Rolando, roccioso difensore ex Porto, con trascorsi ‘importanti’ e Armero. Mesto meglio di Parma, Zuzu nel bene e nel male entra in tutte le azioni significative della partita. Anche nella

serata del derby vulcanico, promosso lo svizzero Dzemaili; Berhami soffre l’ammonizione dopo una manciata di minuti, ma non concede nulla alla squadra siciliana. Bravo Pandev soprattutto nella ripresa a tenere palla, a far respirare la squadra; solito encomiabile lavoro a tutto campo per Cavani, sfortunato in occasione della traversa su punizione. Di Marek abbiamo già tessuto le lodi, ma appare corretto sottolineare un dato: 9 reti e 13 assist in campionato. Nessuno in Europa come lui. Chapeau Marek. Chapeau Napoli, e in bocca al lupo agli amici della Trinacria, ora vincetele tutte!

Pasquale [email protected]

N A P O L I

Al Napoli il derby vulcanico!!

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Domenica 10 febbraio 2013

Intervistiamo il presidente della Scacchistica San Benedetto: Isoldo Salvatore.

Come mai a Casoria ci sono tanti ragazzi che giocano a scacchi ?

Nell’ autunno del 2006 ho ricominciato a giocare a scacchi, dopo aver smesso per diversi anni. Convinto dell’alto valore formativo di questa disciplina, ho pensato di proporre un corso di scacchi a scuo-la. Ho trovato delle persone attente e sensibili, come la prof Durante, allora dirigente del 1° Circolo Didattico e la prof. Manganelli diri-gente del 3° Circolo. Con loro abbiamo avviato corsi di scacchi per ragazzini delle elementari.

Come è continuata l’esperienza?

L’anno successivo, con un gruppo di ge-nitori abbiamo costituito un’associazio-ne affiliata alla Federazione Scacchistica Italiana, il tutto favorito dall’impegno di Mons. Mauro Piscopo, parroco di San Be-nedetto, che offrì i locali dell’oratorio per l’attività scacchistica, e tutt’oggi, grazie a padre P. Fioretti i ragazzi si riuniscono per tenere lezioni e giocare.

Piena convergenza di scuole, parrocchia e associazionismo. E i ri-sultati?

Con l’associazione abbiamo fatto scuola a non meno di 130/150 ra-gazzi in pochi anni, e circa un 30% attualmente fa agonismo e se-gue i corsi. Alcuni si sono distinti vincendo i campionati provinciali e regionali sia maschili che femminili. Il primo risultato importante è stato, nel 2010, la qualificazione delle squadre maschili e femminili del 1° Circolo alla fase finale nazionale dei campionati studenteschi a Caorle (Ve).

A quanti anni bisogna imparare a giocare a scacchi?

Si può imparare a qualsiasi età. Come tutte le attività l’età d’oro è

quella della scuola primaria se si vogliono acquisire gli strumenti necessari per portare a termine una partita. Chi inizia ad otto anni gioca partite di 30min a testa per circa 2 o 3 anni, poi si comincia a giocare avendo circa 2 ore a testa.

Senza annoiarsi?

Il tempo vola stando seduti a riflettere. La vera partita a scacchi inizia quando si impiega il tempo per pensare.

Sia più chiaro.

Quando si hanno 2 ore a testa, è più diffi-cile che un giocatore sbagli prendendo una svista, emerge chi fra i due riesce a restare più concentrato, chi è più astuto, chi ha più coraggio e riesce ad elaborare un piano più efficace.

In che senso ?

Si mettono in campo gli stessi processi lo-gici che interessano le menti dei generali sui campi di battaglia, dei manager azien-

dali o dei ricercatori delle più svariate discipline. In quelle poche ore si diventa protagonisti. I ragazzi non si annoiano affatto. In un contesto sociale dove la maggior parte dei maschietti vorrebbe diven-tare calciatore e le femminucce veline, quasi sempre capita di esse-re, da giovani, semplici spettatori di partite di calcio e di programmi televisivi. Davanti ad una scacchiera si lotta, ed è una lotta senza esclusione di colpi anche se nel pieno rispetto di regole ben definite. Per poche ore si è protagonista sia nella vittoria, che nella sconfitta. A lezione si studiano partite di grandi maestri tenute nel passato, che hanno vinto grazie ad un pensiero innovativo. E’ storia del pensiero umano. Non potrebbe essere diversamente se un gioco, con le regole attuali, sfida i secoli, ed ha una letteratura paragonabile a molte altre discipline prodotte dal pensiero umano. Pochi sanno che i primi trat-tati risalgono al XV sec nell’Italia del rinascimento.

TERRITORIO

Scacchi a Casoria.La redazione

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Domenica 10 febbraio 2013

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) stima che 400 milioni di

persone siano affette da disturbi mentali, neurologici e patologie psico-sociali, molte di esse legate all’abuso di alcool e droghe. Molte di queste persone vivono in silenzio la propria sofferenza per paura di essere allontanate e rifiutate o semplicemente discriminate perché “pazze”. Le difficoltà aumentano se si tenta di ottenere trattamenti adeguati. Per le persone tra i 15 e i 44 anni, i disturbi neuropsichiatrici rappresentano il 12% delle malattie ma, se si considerano anche altre sofferenze e disfunzioni, si arriva al 15% per le donne e al 16% per gli uomini. Gli stati d’ansia e le depressioni sono i disturbi mentali più diffusi. In Italia si stima che almeno il 20% della popolazione abbia un problema di tipo psichico e che solo il 5% si rivolge ai servizi e spesso solo quando si è in condizioni di estrema gravità. Le difficoltà ad accedere tempestivamente alle cure nascono da una serie di pregiudizi che creano situazioni di stigmatizzazione e di esclusione. La malattia mentale infatti rientra tra quelle malattie che, nello stereotipo sociale e nell’immaginario collettivo, implicano pericolosità, incomprensione, vergogna, derisione e responsabilità personale. Anche all’interno del gruppo familiare stesso la malattia mentale veicola sentimenti di colpa, vergogna e paura, sentimenti che molto spesso impediscono la ricerca di un aiuto e la

chiusura totale verso l’esterno. Si preferisce nascondere o il più delle volte mentire a se stessi e all’ambiente esterno il dramma che si sta vivendo. L’insieme di questi fenomeni rivela un’immagine sociale negativa e colui che è affetto da disagio psicologico va tenuto a debita distanza. Non è un caso che anche per quanto riguarda il solo sostegno psicologico

in situazioni di crisi, il luogo comune risulta essere “ce la farò da solo” piuttosto che rivolgersi a professionisti in grado di accogliere ed orientare chi in alcuni momenti della vita necessita di aiuto. La paura della follia risale a secoli fa, si pensi alla caccia alle streghe o ancora ai posseduti dal demonio. Le psicosi hanno subito per molto tempo ogni sorta di pregiudizio, così come altri tipi di disturbi e malattie mentali. Si è giunti

ad assegnare una rappresentazione sociale di pericolosità, derisione, diffamazione, inaffidabilità a tutti coloro che si rivolgono ad uno psicologo, ostacolando la crescita di un reale benessere psicosociale. Nel nostro paese, se da un lato aumentano sempre più le persone che scelgono di studiare psicologia, dall’altro lato ancora si è chiusi in un ghetto culturale profondamente radicato ad ogni livello sociale. Le istituzioni non prevedono ancora una figura professionale come lo psicologo, cosa ben diversa negli altri paesi europei. Tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado non prevedono punti ascolto o di orientamento psicologico se non come sporadica ed eccezionale iniziativa. Le istituzioni carcerarie non offrono sostegno psicologico sufficiente né agli utenti e né agli operatori. Gli ospedali si avvalgono talvolta di volontari per offrire un servizio psicologico che dovrebbe essere garantito in qualsiasi presidio sanitario. La nostra cultura e la nostra storia è ricca di professionisti che hanno lottato affinché si uscisse dal pregiudizio e dalla discriminazione offrendo conoscenza, informazione e contatto sociale. La salute mentale non può essere e non è un optional, ogni persona ha il diritto ed il dovere di prendersi cura della propria qualità della vita anche grazie ad una sana consapevolezza che la mente ed il corpo non possono essere scisse e posseggono pari importanza. Le risorse sono molteplici, basta solo attivarle.

Malattia mentale e pregiudizio

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Domenica 10 febbraio 2013

Intervista al M° Gaetano Imperatore e al M° Giuseppe Perretta (prima parte).

Questa settimana (e anche la prossima) per la mia rubrica intervisterò due giovani musicisti casoriani il M° Giuseppe Perretta e il M° Gaetano Imperatore, che nonostante il detto “Nemo propheta in patria”, il 26 gennaio si sono esibiti in un concerto di musica classica che si è tenuto al teatro della Chiesa di S. Paolo, avendo un interessante riscontro a livello di pubblico. Ho apprezzato molto l’esibizione, ideata anche con una certa arguzia in modo che tipi diversi di composizioni potessero convivere, mantenendo vivo l’interesse del pubblico. Anche a questo si deve ascrivere un brano di certo non classico, parlo di “Caruso” di Dalla, sapientemente adattato dai due giovani musicisti per piano e clarinetto.Prima di iniziare con le domande, volete presentarvi ai lettori de “Il domenicale di Casoria”?

Innanzitutto buongiorno a tutti i lettori del domenicale, io sono Gaetano Imperatore il clarinettista del nostro Duo. Vivo a Casoria e sono nato a Napoli città nella quale ho compiuto i miei studi musicali presso il Conservatorio S.P.a Majella conseguendo poi il diploma in clarinetto col massimo dei voti. Successivamente ho seguito corsi di alto perfezionamento col Primo clarinetto del Teatro alla Scala di Milano. Bè, siamo finalmente riusciti a portare la nostra musica

nella nostra città e siamo molto contenti, ci auguriamo sia la prima di una lunga serie.

Sono Gaetano Perrella , casoriano da sempre e il fatto di rispondere ad un periodico della mia città mi riempie di orgoglio. Fa piacere sapere che anche nella mia terra c’è chi dà spazio alla cultura e alla buona informazione

ed è un piacere per me associarmi a tale “forma mentis”. Purtroppo il “Nemo propheta in patria” pare suoni ancora attuale in queste terre ma ormai non da poco ho deciso di esorcizzare questa realtà o almeno sfatare certi luoghi comuni mettendomi in gioco in prima persona. Nonostante il primo approccio lo ebbi nell’infanzia, fu solo all’età di 11 anni che intrapresi lo studio vero del pianoforte. In particolare fu sotto la guida del M° Leonardo Acone da cui ho tratto una solida preparazione pianistica che associata a Master di perfezionamento periodici con altri nomi eccelsi, hanno contribuito

al conseguimento di importanti successi ultimo tra questi la formazione di un duo clarinetto e pianoforte con il M° Gaetano Imperatore, intimo amico e abile clarinettista.

Come è nata la vostra passione per la musica? Come la scelta dello strumento che suonate ancora oggi?

Devo dire che la passione non è nata di punto in bianco. Molto ha contribuito l’insegnamento ricevuto nella scuola media a indirizzo musicale M.L.King di Casoria una delle migliori scuole del territorio nostrano,dove con il prof Ciro Mozzillo abbiamo inserito le basi per un’ampia carriera musicale. é stato li che ho imparato ad usare l’aria attraverso la quale grazie allo strumento,si può creare musica,magia,come se il clarinetto diventasse come d’incanto la mia seconda voce.In effetti non vi è stata una vera e

propria scintilla che mi abbia aperto gli occhi su questa materia quindi non parlerei nemmeno di innatismo; se c’è qualcosa, o meglio qualcuno, che mi abbia fatto scoprire questa mia attitudine alla musica devo necessariamente essere grato ai miei genitori i quali, circa 13 anni or sono, mi spinsero verso le prime lezioni di piano. Anche la scelta dello strumento deriva da tale circostanza sebbene già serbassi l’idea e il piacere di suonare un giorno uno strumento simile sia per l’eleganza che per sonorità.(continua la settimana prossima…)

Il Domenicale incontra Imperatore e PerretaMassimo D’auria [email protected]

R U B R I C A

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Domenica 10 febbraio 2013

Dibattito sulla Siria a Unica Channel con ospite il Dott. Feisal Al Mohamad

Sabato scorso ho partecipato a un interessante dibattito negli studi di Unica Channel. Il tema era la questione siriana e come ospite era presente il Dott. Feisal Al Mohamad, un medico italo - siriano, portavoce dell’associazione “Siria libera e democratica” e responsabile dell’ufficio delle relazioni estere e internazionali della corrente popolare libera. Per chi non fosse a conoscenza di ciò che sta accadendo in Siria, urge una piccola specificazione: attualmente in Siria vi è un conflitto civile tra le forze di governo (delle quali il leader è Baššār al-Asad presidente dal 2000, ma in pratica successore del padre che ha governato la Siria sin dal 1971) e quelle di opposizione, ovviamente ognuna delle due parti ha il sostegno di alcune potenze mondiali e stati più o meno vicini.Una delle prime cose che ha voluto specificare il Dott. Feisal è che questo regime non è un governo di minoranza come molti hanno più volte detto, infatti, ha precisato che non ha un’unica connotazione etnica e religiosa, ma è formato in maniera composita da membri di più minoranze, per darci un’idea più concreta ha segnalato che in Siria vi sono almeno ventisei gruppi etnici e/o religiosi.Il conflitto fino al momento in cui scrivo

ha portato alla morte circa 60’000 persone, tuttavia questo dato è vero fino ad un certo punto perché molte famiglie nascondono i propri morti in modo da non essere collegati con le rivolte, perché tale colpa potrebbe portare loro a gravissime condanne.

La situazione è davvero drammatica perché mancano le cure più basilari e secondo il Dott. Feisal moltissimi medici che curavano i rivoltosi sono stati incarcerati, anche grazie all’uso massiccio di spie che si confondono tra il personale ospedaliero, in una situazione del genere possiamo capire come moltissimi dei feriti siano destinati alla morte in mancanza di cure.

Ma i problemi non riguardano solo gli ospedali, in Siria c’è un’assoluta povertà, in questo momento la gente non ha pane, cibo o vestiti, addirittura è stata costretta a tagliare gli ulivi secolari (uno dei cardini del paesaggio siriano, nonché un’importante

risorsa da tempo) per riscaldarsi.Una delle risposte che mi ha colpito molto del Dott. Feisal è quella alla domanda se ci fosse la possibilità di un’esistenza di una dittatura giusta, l’ospite non ci ha pensato neppure un attimo rigettando qualsiasi possibilità in merito, specificando che una dittatura non è in alcun modo confrontabile con una democrazia, perché questa è un governo di tutti, non di pochi che perseguono la propria strada senza modo di cambiarla se non per un proprio capriccio. Una risposta del genere è sicuramente da apprezzare in un periodo nel quale spesso e volentieri si fa revisionismo storico da una parte e dell’altra. Una dittatura è sbagliata, sempre…

Infine al termine del dibattito il Dott. Feisal ha voluto fare un appello alle forze politiche italiane affinché prendano a cuore la situazione siriana che diviene sempre più grave, anche in virtù dei rapporti che ci sono sempre stati tra i due popoli. In un momento come questo è necessario non lasciarli soli, ma aiutarli affinché possano riconquistare la loro libertà.

Dibattito sulla SiriaR U B R I C A

Casoria AmbienteRITIRO KIT RACCOLTA DIFFERENZIATA

COMUNICATO

Si avvisa la cittadinanza che in relazione al ritiro dei kit di buste per la differenziata lo stesso, per chi non lo avesse ancora fatto,

può essere effettuato dalle ore 10,00 alle ore 13,00 presso il center point della Maione Group (tel. 0817580101) sito in Casoria

alla via G. Giolitti,4.Si ricorda che per il ritiro dei kit l’utente deve presentarsi agli uffici sopra citati munito di codice fiscale e della copia della bolletta

attestante l’avvenuto pagamento della TARSU .Informiamo ,inoltre che, gli utenti,normalmente censiti, qualora non effettuassero il ritiro dei kit saranno compulsati dai Vigili

Ambientali del Comune di Casoria per segnalare eventuali impedimenti od altro che non consentano il ritiro stesso.

Rinnoviamo, ancora una volta, l’invito alla cittadinanza ad effettuare con sempre più impegno la raccolta differenziata al fine di

raggiungere l’agognata percentuale del 70% e ricordiamo che eventuali segnalazioni relative alla raccolta rifiuti possono essere

inviate o alla e mail dell’Ufficio Pubbliche Relazioni [email protected] o ai vigili ambientali del Comune di Casoria.

Cogliamo l’occasione per ringraziare la cittadinanza che da sempre collabora e coopera con la Casoria Ambiente S.p.A. .

L’Assessore all’Ambiente Il Presidente C.d.A.

Avv. P. Tignola Dott. F. Girardi

SOCIETÀ UNIPERSONALE

Massimo D’auria [email protected]

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Domenica 10 febbraio 2013

PILATESL'hip hop e una fusione di discipline e stili di ballo che varia con le interpretazioni culturali proprie di ogni nazione.

Il metodo Pilates Classico ra�orza gli addominali, conferisce pieno controllo del corpo, grande �essibilità, coordinazione della colonna vertebrale e degli arti, dona la potenza combinata tra corpo e mente.

Studiare queste discipline è estramente formativo per i bambini, che imparano a socializzare la naturale aggressività del fanciullo, trasformandola in una delle più limpide ed educative energie di crescita.

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C R O N A C A

Chiusura dell’Ospizio Marino di PosillipoPietro [email protected]

Casoria si muove attivamente contro la chiusura dell’Ospizio Marino di Posil-

lipoLa vicenda legata alla chiusura dell’Ospzio Marino – come già evidenziato dal nostro giornale domenica scorsa – si avvia, come sembra, davvero ad un triste epilogo. Man-ca poco più di una settimana all’annuncia-ta chiusura per “lavori di ristrutturazione” (la data prevista è il 14 febbraio) ma non si conosce ancora con certezza quale sarà la sorte dei circa settanta anziani che attual-mente popolano la struttura fortemente voluta, 138 anni or sono, da Padre Ludovi-co da Casoria. La questione manca assolu-tamente di trasparenza e ciò va imputato in primo luogo al Comune di Napoli, che nel frattempo è rimasto sul vago promettendo sì una sistemazione provvisoria durante il periodo dei lavori (si parla di affidamento ad alcune case-famiglia), ma che non ha ancora ben chiarito parecchi aspetti fonda-mentali, come ad esempio chi dovrà elargi-re il denaro necessario per portare avanti la ristrutturazione. Si mormora che dietro

tutta questa vicenda ci sia una manovra ‘politica’ che miri all’abbattimento dell’o-spizio per far posto ad un albergo, vista an-che la splendida posizione che può vantare la struttura, sita a pochi metri da palazzo Donn’Anna con di fronte il golfo di Napoli. Per apportare un po’ di chiarezza in più a questa situazione avvolta quasi interamen-te nell’ombra una parte della cittadinanza casoriana si è riunita martedì 5 febbraio alle ore 17.30 presso la segreteria parroc-chiale della Chiesa di San Mauro. La riunio-ne di tipo organizzativo è stata indetta dal Movimento di Lotta per il Lavoro Usb Ca-soria presieduto da Gennaro Laudiero, che ha fortemente voluto anche la presenza del sindaco Vincenzo Carfora e di Don Mau-ro Zurro; l’invito era stato esteso anche ai membri dell’Associazione Culturale Padre Ludovico (che intanto sta portando avanti una raccolta firme pro-ospizio) che però non sono intervenuti. La volontà di affron-tare la problematica legata all’Ospizio Ma-rino di Posillipo è partita, quindi, dal basso, dalla cittadinanza stessa, a testimoniare lo

stretto legame che unisce gli abitanti ca-soriani al loro beato, le cui spoglie mortali - non dimentichiamolo – sono conservate proprio all’interno della struttura in que-stione. Dopo uno scambio di opinioni, a fine riunione si è deciso di organizzare per le 11.00 di domenica 10 febbraio una spe-dizione presso l’ospizio, al fine di discutere direttamente con la presidente dell’istituto per cercare così di ottenere informazioni più precise e dettagliate in merito a tutta la vicenda. Se l’esito dell’incontro non sarà quello auspicato, il Movimento di Lotta per il Lavoro Usb Casoria - d’accordo con Don Mauro Zurro e il sindaco Carfora – è pronto anche a manifestare davanti palaz-zo San Giacomo. Insomma, c’è una fortis-sima volontà da parte di alcuni cittadini e delle istituzioni casoriane affinché l’ospizio continui a esercitare la funzione che svolge ormai da quasi un secolo e mezzo, ovvero di ricovero per persone meno fortunate di altre. Per l’albergo di cui si vocifera posso-no anche cercarsi un altro posto.

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