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Il Fino

Date post: 28-Mar-2016
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Periodico, numero 54
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Il Fino Periodico di attualità, cultura, sport e approfondimento sulla Valle del Fino Anno 12º N. 54 Dicembre 2011 noll’osapete mi trovo qui Forse che VIaggIo nel centro assIstenzIale dI VIlla turchI copia gratuita
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Il FinoPeriodico di attualità, cultura, sport e approfondimento sulla Valle del Fino

Anno 12º N. 54 Dicembre 2011

noll’osapete mi trovo qui

Forse che

VIaggIo nel centro assIstenzIale dI VIlla turchI

c o p i a g r a t u i t a

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2Dicembre 2011

E d i t o r i a l EAbbiamo scelto una frase sgrammaticata come titolo di questo numero. “Forse noll’osapete che mi trovo qui”, è il titolo di un capitolo del libro di Simone Cristicchi “Centro di igiene mentale”. Pagine intense che raccontano la vita di persone con problemi di natura psichica, che aiutano a guardare un mondo che spesso ignoriamo. Nella vallata del Fino c’è un centro assistenziale, del dipar-timento di salute mentale di Teramo, che si occupa di questi problemi. Si chiama Villa Turchi, un posto vicino a noi e nel contempo lontano. In questo numero, abbiamo voluto cono-scere questa realtà, capire come sono scandite le giornate degli ospiti, com’è la vita degli operatori, con lo scopo di far conoscere ai lettori l’esistenza di questo centro. Abbiamo voluto raccontare anche la vita nella Rsa di Villa San Romualdo, una struttura dedicata agli anziani che vale la pena conoscere.Questo numero esce in occasione del Natale e, come ogni anno, attraverso queste pagine facciamo gli auguri a tutti i nostri lettori. Stavolta però Il Fino ha una lettrice in meno, una lettrice speciale, una donna che è sempre stata attenta a ogni usci-ta di questo periodico, che lo aspettava e leggeva con cura, ripagando gli sforzi fatti con un indimenticabile e meraviglio-so sorriso. Questo numero de Il Fino è dedicato a lei. Buon viaggio Franca.

Evelina Frisa

Sommario ForsE noll’osapEtE chE mi trovo qui 3 rsa - il polmonE dEgli ospEdali di Evelina Frisa

4-5 villa turchi quando il FarE guariscE di Evelina Frisa

7 opinioni sul natalE di Alfredo Granelli

8-9 natalE in vallata di AA.VV.

10 il “tuFFo” un gioco di natalE di Angelo Panzone

11 gEnErazionE XXX di Italo Pantaleone

14 la diFFErEnziata c’è di Corinna Di Donato

15 attualità di Evelina Frisa

16 l’ultima sFilata di michElE notturno di Evelina Frisa

17 i briganti di Francesco Barillaro

18 lE notiziE dEi ragazzi di AA.VV.

20 annivErsari

22 brEvi

23 sport di Emiliano Di Rocco

Direttore responsabile:Evelina [email protected]

reDazione: Ottavia Crudeli Walter D’AgostinoRoberto D’Intino Cristiano Del ToroCorinna Di DonatoBenedetta Di Giacobbe Erica Di Muzio Emiliano Di Rocco Antonio Di VittorioFrancesca GaspariCarlo Giannascoli Alfredo Granelli

Viviana GrossiAntonio LucciFilippo LucciRachele Lucci Luca MingioneAngelo PanzoneValentina ProcopioMaria Pia Serra

opinionisti, scrittori, poeti:Francesco Barillaro Maurizio De Flaviis Antonio Di MicheleErnesto Di NicolaTiziano Di Rocco Pierluigi Di SabatinoEwa Dziejuch

Enrico GambacortaGiorgio GianniniElia Isotti Italo PantaleoneBruno Parruti

Foto:Antonio Angelozzi (p. 20) Rossano Buffalmano (p. 22)Emiliano Di Rocco (pp. 3-4, da 8 a 10, 21-22)Evelina Frisa Rocco Oronzostampa: EditPress 0861/230092

eDitore: Ass.ne Culturale Valle del Fino

Via Vorghe Castiglione M. R. Per inviare articoli, lettere, auguri e [email protected]

Per la vostra pubblicità sul giornale contattare associazione culturale Valle del Fino 3292719058

Gli articoli sono da intendersi come libera espressione di chi scrive e non impegnano in alcun modo nè la Redazione nè l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche parziale, sia degli articoli che delle foto.

Il Fino Periodico di attualità, cultura, sport e approfondimento

Anno XII numero 54 - Dicembre 2011Registro stampa Tribunale di Teramo N. 05 del 2003. Fondato da Filippo Lucci nel 2000 sotto la guida di Vincenzo Angelico

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3 Dicembre 2011

Una struttura residenziale extra ospe-daliera finalizzata a fornire accoglien-za, prestazioni sanitarie e di recupero, tutela e trattamenti riabilitativi ad an-ziani in condizioni di non autosufficienza fisica e psichica, dai 65 anni in su. Tutto questo è il significato di RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale. Una delle qua-li è nel territorio della vallata del Fino dal primo febbraio 2003. La struttura si trova a Villa San Romualdo, frazione di Castilenti. Un complesso moderno, dota-to anche di una piscina interna, palestra, chiesa ed è in grado di ospitare fino a 40 pazienti.Una sorta di polmone per gli ospedali, la struttura consente di proseguire le cure successive ai ricoveri e in questo caso per due mesi si usufruisce del servizio gratuitamente. Qualora invece gli ospi-ti non provengano da nosocomi si paga una retta inferiore a 30 euro al giorno. L’assistenza medica è garantita da due geriatri, un medico di medicina genera-le e un ortopedico che si alternano nella struttura. La Rsa offre assistenza per le attività quotidiane (alzata, messa a letto, igiene personale); assistenza infermieri-stica diurna e notturna; assistenza specia-listica e psicologica; trattamenti riabilita-tivi; attività di socializzazione, ricreative, culturali e occupazionali oltre al servizio

alberghiero (fornitura pasti, lavanderia e guardaroba, pulizia e riordino camere, pulizia generale e riordino spazi comu-ni).“Vi lavorano circa trenta persone – spie-ga il direttore sanitario nicola marino – tra infermieri e assistenti, fisioterapisti, addetti alla cucina e altro. Al momento nella struttura non vengono effettuate attività per esterni, come si è fatto nel primo periodo, ma è nelle intenzioni del manager giustino varrassi di riprendere a breve queste attività. Si pensa ad ave-re un medico di guardia presente nella struttura e di poter far effettuare prelievi e trattamenti di fisioterapia anche a ester-ni”.

Sanità Sul territorio, Sel: “BaSta ai tagli” ATRI. “C’era una volta un centro di eccellenza della sani-tà abruzzese. Confusione e incertezza sul futuro del presidio ospedaliero di Atri”. E’ questo il titolo della conferenza che è stata organizzata ad Atri dai circoli Sel Atri, Pineto, Silvi e Val Fino per porre l’attenzione sul futuro del presidio ospe-daliero di Atri e sul 118. “Se la sanità pubblica è inefficiente a guadagnarci è il privato - hanno detto gli organizzatori - i comuni dell’entroterra, come quelli della Valle del Fino non possono essere privati dei centri prelievi, come già successo. Vogliamo una Sanità efficiente a garanzia della salute di tutti e trasparenza nei metodi e nelle procedure per questo chiediamo al sub commissario giovanna baraldi di riconsiderare attentamente la riorganizzazione del 118 e al manager giustino varrassi di esporre le strategie per migliorare la sanità sul territorio per una medicina vicina al cittadino”.

il polmone degli oSpedali la rSa di villa San romualdo

di Evelina Frisa

Forse noll’osapete

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4Dicembre 2011

Forse noll’osapete

Casa dell’acacia, dell’ippocastano, della quercia. Non sono i nomi di alcune zone di un vivaio, ma i simboli scelti per de-nominare ogni casetta della struttura Vil-la Turchi di Bisenti. Un centro assisten-ziale, del dipartimento di salute mentale di Teramo, per persone con problemi psichici dotato di tutto l’occorrente per essere un micro mondo, una sorta di quartiere nel quale poter acquisire com-petenze pratiche, relazionali e culturali, il tutto immerso nel verde.

E’ sufficiente fare una passeggiata nel giardino della struttura per notare la tran-quillità che vi si respira e le molteplici attività che vi si svolgono. Sono soprat-tutto quelle all’aperto che colpiscono l’attenzione. Ogni casetta ha un piccolo giardino davanti e piante alle finestre e nell’ingresso. A occuparsene sono gli

ospiti della struttura. Coltivano le piante come coltivano la loro vita. E’ il concetto del prendersi cura di qualcosa che li sti-mola a fare e i risultati sono evidenti, ma

in questa struttura c’è spazio anche per apprendere il lavoro dei campi per trar-ne sostentamento. Gli ospiti si occupano anche dell’orto. Seminano, innaffiano e raccolgono i frutti della terra. Dai pomo-dori – che trasformano poi in passate – ai peperoni e alle zucchine.Una fetta importante delle loro giornate è occupata dallo sport. La struttura è dota-ta di un campo di bocce, un campetto nel quale poter praticare tennis, pallavolo, basket o calcetto. Ci sono poi ambienti interni dedicati che ospitano un’attrez-zata palestra. Per altre attività sportive, come il nuoto, ci si appoggia a strutture della zona.Ogni casetta è dotata di cucina, ba-gno, sala e camera da letto per due

persone. A pochi metri c’è una zona de-dicata agli uffici e agli ambienti comuni. “La struttura – spiega la coordinatrice catia della croce – esiste dal 2002 e può ospitare fino a 16 persone, sono ospiti h24, ma nei fine settimana, dove possibile, tornano a casa dai loro fami-gliari. Nella struttura operano tre psico-logi, un’assistente sociale, dei medici psichiatri del Csm di Atri, altri assistenti, personale Ota e inservienti”.Mentre gli ospiti si prendono cura di piante e ortaggi, gli operatori si prendo-no cura della loro vita, del loro sviluppo, cercando di favorire la loro autonomia.“Le attività che svolgono – spiega la coordinatrice – sono diverse e divise in base all’obiettivo da raggiungere.

villa turchi, quando il fare guariSce di Evelina Frisa

4Dicembre 2011

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5 Dicembre 2011

Alcune sono di gruppo, altre individuali. Ci sono attività cognitive come la lettu-ra del quotidiano, giochi di abilità, cru-civerba, esercizi relativi al corretto uso

del denaro, vanno ad esempio a fare la spesa. Ogni mattina, inoltre, li invitiamo alla pulizia dei bilocali che occupano, per renderli autonomi nella cura degli ambienti e nell’igiene personale. Ci sono attività relazionali, come discussione in

gruppo di un argomento. Quelle prati-che e manuali: curano l’orto, le piante, fanno decoupage, lavorano il marmo, la creta, il legno, imparano il cucito, il ricamo, la cucina. C’è poi il laboratorio emotivo-espressivo nel quale si invi-ta gli ospiti a scrivere favole, inventare storie, fare disegni”. Ogni casa è dotata di un sotterraneo con spazi dedicati alla creatività. Sono ambienti nei quali c’è il profumo delle botteghe artigiane. Ci sono scaffali con i prodotti realizzati. Un piccolo museo che testimonia le infinite capacità artistiche degli ospiti. Altre atti-vità si praticano lontano dalla struttura, a contatto con il mondo esterno: dalle passeggiate, al caffè fuori, agli acquisti, ma anche andare all’ufficio postale per pagare le bollette, ritirare la pensione. Ci sono i momenti in cui si va a fare dei controlli medici, in cui si va in piscina,

a messa ogni domenica, nei mercatini a esporre e vendere i loro prodotti, ma an-che al cinema.In questi giorni nella struttura si sente l’arrivo del Natale e tutte le tradizioni sono state rispettate: l’albero, il presepe, le luci, gli addobbi, i doni da scambia-re, i dolci, la torta, i balli e la festa. Un momento in cui tutti si prendono cura di tutti.

5 Dicembre 2011

Forse noll’osapete

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7 Dicembre 2011

Alleluja, alleluja! È tornato il Natale! Al-leluja! Fino agli anni ’50 del secolo scor-so il Natale aveva ancora un prevalente aspetto mistico e lo si toccava con mano. Grandi e piccini si sforzavano di essere più buoni, sia pure per qualche giorno. Nelle strade di paesi e città le persone erano felici di scambiarsi gli auguri. La scelta dei regali era davvero fatta con semplicità, ma soprattutto con il cuore. E che dire della Messa di Natale! Era un rito al quale le famiglie accorrevano in massa, dai nonni ai pargoletti, e tutti con devota partecipazione.Poi con il famoso boom economico ogni cosa è cambiata, a cominciare dai valori ritenuti primari dal mondo intero. Così, inevitabilmente, anche il Natale si è do-vuto adeguare. Di conseguenza, accade che oggi la co-lonna sonora natalizia non sia più rap-presentata dagli zampognari che suo-nano “Tu scendi dalle stelle” o “Adeste Fideles”, ma dal popolo compatto che fischietta l’ultimo jingle proposto dalla Coca Cola!Per carità, nulla contro la scura bibita che ha conquistato il mondo! Piace an-che a noi e poi le musichette - non c’è che dire - sono proprio accattivanti. Però gli zampognari ci intrigano di più. Altri-menti non andremmo in direzione osti-nata e contraria!Ma il Natale comporta anche il “proble-ma dei regali”, che non è roba da poco, perché oggi vige la regola che sotto l’al-bero debbano esserci solo oggetti che siano: griffati (e non da un Pinco Pallo qualunque), all’ultimissima moda (o fi-gli della tecnologia più recente), di con-seguenza costosissimi.Tanto premesso, va da sé che basta avere una moglie e due figli per vedere la po-vera tredicesima seriamente minacciata, se non completamente estinta. Coloro che di figli ne hanno di più o, quelli che (caso disperato) oltre alla moglie si per-mettono anche il lusso dell’amica, pos-sono tragicamente dire addio ai rispar-mi faticosamente accumulati nel corso dell’intero anno.Ma non c’è solo l’aspetto economico, giacché anche la scelta del regalo com-

porta momenti di puro panico. Eh, già, perché chissà quante volte in casa si è parlato dei regali di Natale. Vostra mo-glie a proposito di qualche preziosa dia-voleria: “Caro questa me la compri per Natale!!!”; e i vostri figli indicando la pubblicità in Tv: “Papà questo è quello che vogliamo!!!”Sorvoliamo sul fatto che a voi non è concessa analoga facoltà di espressione, altrimenti il discorso sconfina nel pole-mico e andiamo al nocciolo: Natale è arrivato e voi non vi ricordate più nulla delle millantate cose che invece avreste dovuto ricordare di regalare alla vostra sorcina e ai vostri scoiattolini.E allora sono cavoli amarissimi, perché finirete per spendere in ogni caso cifre astronomiche, per poi sentirvi dire dai vostri figli: “Ma te l’avevamo detto un miliardo di volte che volevamo Xxxxx Yyyyy!!! Mentre vostra moglie butterà in un angolo lo splendido - secondo voi - regalo che le avevate fatto, rinfaccian-dovi naturalmente di essere un bruto e di non amarla più come una volta. (Se an-che fosse vero, abbiate il buon senso di non darle ragione).La stessa cosa succede per quanto ri-guarda i fratelli, le sorelle, i genitori (per chi ce li ha ancora), nonché per i vari pa-renti e amici, meritevoli di un pensierino natalizio. Così si brancola nel buio e si ripiega sulle solite cose.“A mio papà due cravatte… basterebbe anche una: non ha messo mai una volta neanche quella dell’anno prima.” - Così recitava una canzone dei Gufi di tanti anni fa. Per la mamma una vestaglia… E se poi dice che la fa sentire vecchia? Ma per-ché, a 75 anni è forse una ragazzina? E un pigiama può andar bene per papà? Ma lo porta di lana o di cotone? Per mio fratello una dozzina di calzini… Già, ma Piero li usa corti o lunghi? Un bel Cd di Morandi per mia sorella più piccola! Però, forse a lei di Gianni Morandi non

gliene frega niente e preferirebbe un Cd di Chissacchì.Santo Iddio, benedetti mamma e papà! Ma dovevate proprio fare un’altra figlia dopo tanto tempo! Annamaria ci ha 20 anni meno di me e che cavolo ne so io della musica che piace ai giovani d’oggi!E del cenone della vigilia ne vogliamo parlare? L’anno scorso 27 persone che parevano 27mila terzomondisti… Bilan-cio finale: 300 euro di deficit…Che bisogno c’era di invitare zio Anto-nio e zia Carmela? Presuntuosi e igno-ranti come le capre! Perché, i cugini di Pescara sono forse migliori? E non par-liamo poi di quelli di Roma, che sono più scontraffatti dei romani veri. No! Quest’anno un Natale sobrio, con i soli parenti stretti…Già, certo! E poi chi ci combatte con l’amata mogliettina? Quella ci ha le bot-te di megalomania e se non ci ha attorno la Corte dei Miracoli, dice che non le pare Natale.Ma per quale dannatissimo motivo si deve fare il cenone di pesce? Con quello che costa il pesce! La tradizione vuole che la vigilia sia rispettata. Ok, ma vi-gilia vuol dire mangiare di magro e, so-prattutto, mangiare poco o niente… Noi invece lo scorso anno, tra sogliole, orate, gamberoni, cozze e vongole veraci, ab-biamo buttato dalla finestra un piccolo capitale! Alla faccia della cena frugale! E non parliamo dello champagne! Ma perché non si può bere lo spumante ita-liano? Ce lo invidiano in tutto il mondo!Al diavolo l’amata mogliettina e le sue smanie da Imperatrice di Russia!Ma Natale è comunque bello. È bellissi-mo davvero… La cosa più bella è… che capita una sola volta all’anno!!!

Opinioni

in direZione oStinata e contrariaNatale. La cosa più bella è…

di Alfredo Granelli

7 Dicembre 2011

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8Dicembre 2011

BISENTI. Dall’addobbo dell’albero di Natale, passando per concerti, proie-zione di film, giochi e balli. Sono questi gli elementi del calendario natalizio di Bisenti che si concluderà il 6 gennaio. L’8 dicembre i bambini hanno decora-to l’albero di Natale nell’ambito di un laboratorio didattico curato dalla Pro Loco, nel quale si è riflettuto sul riciclo. Nella sede Ana Val Fino è stato possi-

bile riscoprire le fasi della lavorazione del granturco. Una giornata piacevole e culturalmente importante, grazie anche alla semplicità con cui è stata organiz-zata. La sede dell’Ana si è trasformata in un’aia nella quale bambini, ragazzi e anziani hanno condiviso il piacere del-la lavorazione di questo prodotto della terra. La serata si è conclusa con una cena a base di polenta. Tra gli altri ap-puntamenti il 14 e il 28 dicembre gare di briscola e altri giochi con le carte nel bar Gran Caffè del Parco. Mercoledì 21 c’è stato il coro di Appignano con la

musica Gospel e il 23 il concerto degli Apogeo Progressive.Il 24 in programma l’arrivo di Babbo Natale e la premiazione del concorso “Il mio presepe” a cura del ristoran-te Abruzzo Incantato. Il concorso ha coinvolto varie classi delle scuole ele-mentari e medie di Arsita, Castiglione M.R., Bisenti, Castilenti e Montefino. A capodanno si ballerà con il Gruppo Folk Bisenti. Il 5 gennaio la Corale De Carolis si esibirà in chiesa e il 6, dopo l’arrivo della Befana, si ballerà nella discoteca L’Amicizia. (e.f.)

8 Dicembre 2011

Il nostro Natale

MONTEFINO. Sarà un Natale con le musiche di Fabrizio De Andrè quello or-ganizzato a Montefino e che vede il coinvolgimento dei bambini delle scuole. Il 28 dicembre, infatti, nella sala polivalente del paese ci sarà la recita natalizia interpretata dai bambini della Parrocchia di San Giacomo Apostolo, a cura di ada ruscitti ed Elena luciotti. Il 29 e il 30, alle ore 21 in Piazza Madonna del Carmine, è in programma la seconda edizione del “Natale Montefinese”, rievocazione della Natività di Cristo ispirata a “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè. Lo spettacolo, ideato da alfredo granelli, verrà interpretato dai ra-gazzi della Scuola Media di Montefino, con la partecipazione di Evelina Frisa,

irma di giandome-nico e Fabio ronca. Organizzato dall’As-sociazione Musicale e Culturale La Valle del Fino, con la col-laborazione dell’As-sociazione Eliceth-nos di Elice. A cura di italia raggiunti, alfredo granelli e pierluigi di sabati-no. (a.g.)

ELICE. Circa trenta esposi-tori, musiche tradizionali, luci, giochi e prodotti tipi-ci. Sono stati questi gli in-gredienti del primo mercatino di Natale di Elice. La manifesta-zione, il primo fine settimana di dicembre, ha attira-to in paese numerosi visitatori. “Si tratta del primo mercatino che abbiamo organizzato – ha spiegato il sindaco, gianfranco de massis – e ha riscosso un grande successo per questo ci auguriamo che in fu-turo possa arricchirsi e crescere, tanto da diventare un appuntamento fisso”.Il mercatino è stato organizzato grazie al supporto delle associazioni locali ed è stato curato dal sinda-co e dalla consigliera alle politiche sociali, stefa-nia di Federico in collaborazione con il dirigente scolastico petronilla chiola. (e.f.)

Sede ANA ValFino - La lavorazione del granturco.

natale in vallata merc atini, preSepi e rappreSentaZioni

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9 Dicembre 2011

CASTIGLIONE M.R. Una giornata di festa per grandi e piccini è stata orga-nizzata a Castiglione M.R. l’11 dicem-bre scorso. Nella piazza del paese si è svolto il mercatino dell’artigianato

organizzato dalla locale Pro Loco. Nu-merosi espositori hanno messo in mo-stra i loro prodotti per tutta la giornata che ha offerto numerosi momenti per i più piccoli: il ludobus, il laboratorio per decorazioni natalizie e spettacoli per bambini con il gruppo teatrale “I Guardiani dell’Oca” e l’arrivo di Bab-

bo Natale. Da visitare il presepe che è stato realizzato tra gli altri da pia min-gione e da Emilio delle monache. Un meticoloso lavoro durato mesi ha per-messo di ricreare in diverse stanze la natività, le botteghe, le case e le scene di vita quotidiana legate all’epoca della nascita di Gesù. (e.d.r.)

9 Dicembre 2011

natale in vallata merc atini, preSepi e rappreSentaZioniIl nostro Natale

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10Dicembre 2011

Il “Tuffo”, un gioco di società natalizio in via di estinzione di Angelo Panzone

Il nostro Natale

Con l’approssimarsi del Natale vengono pun-tualmente rispolverate le numerose tradizioni legate a tale festa religiosa, anche se purtroppo con il passare del tempo molte di queste usanze vanno sempre più scomparendo. A Bisenti, ad esempio, durante questo periodo, in quasi tutte le famiglie, all’insegna del proverbiale spirito di serenità e armonia che contraddistingue pro-prio le festività natalizie, vi era la consuetudine di invitare amici e parenti per trascorrere spen-sierate serate in allegria e soprattutto per sfi-darsi nell’appassionante ed esilarante “Giuoco del Cucco”, uno dei più antichi giochi di società per il quale è necessario l’impiego di un mazzo di 40 carte speciale, prodotto dalla Masenghini di Bergamo.Il “Giuoco del Cucco”, un tempo molto cono-sciuto in gran parte del territorio europeo, sep-pure con differenti varianti caratteristiche delle diverse aree geografiche, oggi è diffuso soltanto in tre distinte e tra di loro lontane parti del mon-do: alcune lande della Danimarca, qualche loca-lità delle valli bergamasche e alcune zone della Provincia di Teramo, per l’esattezza Montorio al Vomano e Bisenti.Addirittura, a Montorio al Vomano, già da alcuni anni è nata e opera un’associazione culturale, il “XV del Presidente”, che ha come obiettivo pri-mario la promozione del “Giuoco del Cucco” e a tale scopo organizza manifestazioni, convegni e persino corsi di formazione per principianti.Per pura curiosità, occorre far notare che, no-nostante Bisenti e Montorio al Vomano siano centri non molto distanti tra loro, il regolamen-to applicato nelle due diverse zone presenta al-cune diversità e finanche la denominazione del gioco è differente: infatti a Montorio il “Giuoco del Cucco” viene chiamato “lu Stù”, mentre a Bisenti è conosciuto come “lu Tuffe”.L’antichità del gioco è chiaramente desumibile dalle raffigurazioni e dai fregi, di evidente im-pronta medioevale, riprodotti sulle carte. I qua-ranta pezzi del mazzo si compongono, infatti, di due serie, uguali tra loro, formate ciascuna da venti diversi tipi di carte: dieci del genere “numeri” e dieci del genere “figure”. In parti-colare, nel tipico stile medioevale, le dieci carte del genere dei “numeri” presentano i numeri romani da I a X rappresentati tra una ghirlanda di ornamento sul bordo superiore e un paesag-gio sul lato posto in basso, mentre le dieci carte del genere delle “figure” sono caratterizzate da soggetti dalle forme e dalle sembianze a volte bizzarre e a volte raccapriccianti.Nello specifico, le dieci figure del “Giuoco del Cucco” o, come è meglio conosciuto a Bisen-ti, del “Giuoco del Tuffo”, dalla carta di valore più basso a quella di valore più alto, stando alla terminologia in uso nel paese dell’Alta Valle del Fino, sono le seguenti: “lu Matte”, “lu Razzan-te”, “lu Mascarone”, “la Callarucce”, “lu Nulle”, “la Casotte”, “lu Gnaf”, “lu Cavalle”, “lu Bum”, “lu Cucù”. Delle varianti, in merito alle regole, assunte dal gioco nelle differenti zone di diffusione si è già accennato, ma a tal proposito occorre sottoli-

neare che discordanze si registrano anche a proposito della denominazione delle carte: ad esempio, la figura che a Bisenti è “lu Bum” vie-ne ufficialmente indicata dalla Masenghini con il nome di “Bragon”, mentre quella che a Bisenti è “lu Razzante”, e nella denominazione ufficia-le è “il Leone”, si chiama “il Brescia” nelle valli Bergamasche e “lu Rattacule” o “il Fu” a Mon-torio al Vomano; analogamente, la carta detta “Locanda” nella terminologia ufficiale, a Bisenti nota come “la Casotte”, a Montorio al Vomano viene chiamata “la Taverna”.Il tratto pittorico delle figure è indubbiamente molto suggestivo e particolarmente strava-gante: il “Matto” è rappresentato da un tipico giullare rinascimentale, il “Razzante” è un leone rampante su uno stemma, rivolto verso un sole raggiante, “lu Mascarone” non è altro che un volto di satiro con il motto “Mascherone manco di secchia”, il “Secchio” è un mastello verde su

pavimento a quadretti rossi e gialli, con il motto “Secchia meno di nulla”, il “Nulla” è costituito da un cerchio giallo, la “Locanda” reca l’imma-gine di un’osteria e il motto “Fermatevi alquan-to”, lo “Gnaf” presenta l’immagine di un gatto e il motto “Gnao”, il “Salta” mostra un cavallo rampante, il “Bum” reca l’immagine di un fante in abiti più o meno cinquecenteschi e una spe-cie di grossa rosa in mano, con il motto “Hai pigliato Bragon”, il “Cucco” è un gufo coronato.Per quanto riguarda la rappresentazione alle-gorica delle carte, si nota immediatamente che alcune figure sono quasi spaventose; per tale ragione, nel passato, in tempi in cui la super-stizione era molto diffusa tra la gente, molti ri-tenevano che le carte del “Giuoco del Cucco” fossero addirittura state concepite dal diavolo in persona. Tale convinzione, infatti, era indotta da figure come quella del gatto, raffigurata sul-la carta del “Gnao”, caratterizzato da un volto quasi umano, oppure del cavallo, presente sul-la carta del “Salta”, che presenta un singolare muso caprino o, ancora, del cuculo della carta del “Cucco”, contraddistinto da una insolita cu-pezza e da un aspetto da civetta.A Bisenti, oramai, rimangono soltanto in pochi i nostalgici appassionati del “Giuoco del Cuc-co” o, per dirla nell’idioma locale, “Giuoco del Tuffo”, ma a testimonianza della grande popo-larità che il gioco ha avuto in paese nel passato rimangono alcuni modi di dire: per esempio, quando si vuole additare qualcuno come per-sona poco affidabile e rischiosa da frequentare,

ancora oggi si suole chiamare tale individuo con l’epiteto “lu matte di lu Tuffe”; nel caso in cui, invece, si ha la necessità di impedire a qualcuno di avanzare proposte che già si presagiscono indecenti, tra i bisentini, ispirandosi al motto riportato sulla carta della locanda, si usa tuttora sentenziare “fermatevi alquanto”Per sommi capi, le regole del gioco, prevedo-no i seguenti principi di massima: il numero di giocatori che possono partecipare va da un minimo di due a un massimo di quaranta; ogni concorrente versa prima della partita una pun-tata convenuta ricevendo in cambio tre getto-ni che dovrà riconsegnare, durante le diverse “mani” della gara, man mano che a causa delle dinamiche del gioco si troverà nella posizione di giocatore perdente; vince la partita, e quindi la posta in gioco, l’unico partecipante che rimane in possesso di almeno un gettone.Dopo che il mazziere ha distribuito una carta a ognuno dei partecipanti, il giocatore alla sua de-stra dichiara “sto” se intende tenere la carta op-pure “passo” se intende liberarsene: nel primo caso il gioco tocca al concorrente successivo, che a sua volta farà una di queste due dichiara-zioni, nel secondo caso invece il giocatore alla destra del “passante” deve scambiare forzosa-mente, con costui, la sua carta, a meno che non abbia una figura di valore superiore al X.Infatti, quando, chiedendo di passare la carta, si scopre che il giocatore alla propria destra ha una figura di valore dal XI al XV, tale operazio-ne di scambio della carta non risulta possibile e in aggiunta si subiscono delle penalizzazioni come, ad esempio, il pagamento di un gettone, nel caso si tratti di uno “Gnaf” o di un “Bum”.Terminato il giro, tutti i giocatori scoprono la propria carta e chi ha il valore più basso paga un gettone al piatto; chi ha il matto paga comun-que, perché il matto ha proprio la singolarità espressa dal motto “il matto paga e fa pagare”. In un solo caso il matto non paga, quando fra le carte scoperte ci sono due matti (si dice che “due matti si salvano”); in tale situazione infat-ti i due giocatori che hanno il matto non solo non pagano ma “riacquistano”, cioè riscuotono ognuno un gettone dal piatto.Il gioco va avanti tra “gnaffate”, “bummate”, varie movimentazioni obbligate di carte consi-stenti in balzi o regressioni ed estenuanti tratta-tive “all’osteria” per cercare di eliminare i propri avversari e ridurre il novero di partecipanti a soli due giocatori che si contenderanno la posta fi-nale.Il gioco dunque non è altro che una allegoria della vita: in una tavolata di concorrenti (la so-cietà), ogni individuo (uomo) ha in mano una carta (la propria sorte) ed ognuno ha la pos-sibilità di passarla (possibilità di evitare le vi-cissitudini della propria vita). I giocatori sono però bloccati da certe figure rappresentate su alcune carte (i potenti della società) e può capi-tare di subire delle penalizzazioni (soprusi). Alla fine si scoprono le carte e la più bassa (il capro espiatorio) paga per tutti, mentre gli altri (i più fortunati) se la cavano

Page 11: Il Fino

11 Dicembre 2011

Opinioni

È nata a Bisenti l’associazione “I BuonGustai” con lo scopo di far riscoprire i Piatti della tradizione abruz-zese. L’associazione, con sede nel ristorante Abruzzo Incantato, organizza quattro pranzi l’anno, uno per ogni stagione, usando esclusivamente prodotti del mo-mento accompagnati da vini di qualità e buona musi-ca. Per associarsi il numero è lo 0861 995844.

generaZione xxx il Bello o il Brutto di avere trent’anni

di Italo PantaleoneChe fortuna o che sfortuna non lo sappia-mo, dipende dai singoli casi. In ogni modo la fortuna (o la sfortuna) di chi è venuto al mondo nel 1980 o giù di li è una sola: avere oggi circa 30 anni.Essere uomo e donna nel senso pieno, grandi ma non vecchi, disincantati ma an-cora ingenui, innamorati ma (quasi sem-pre) non sposati.I Beatles Apollo 11, la minigonna e Wood-stock, piazza Fontana e la strage di Fani, la dolce vita e Italia Germania 4-3. La gene-razione XXX viene dopo. Alla fine di tutto. Nasce con la tv a colori e il telecomando, si gode i trent’anni con molta più fre-schezza rispetto ai fratelli maggiori, le madri i padri e i nonni. Trent’anni nel 2011 sono come vent’anni nel 1965: il matrimonio è ancora lontano, la laurea appena arrivata o forse ancora no, la cravatta va e viene, le notti si consu-mano fino alle ore piccole perché al mattino per molti, non c’è ancora mol-to da fare.Le eccezioni ci sono, ma la generazio-ne XXX in fin dei conti se la spassa ampiamente, se pure con qualche sen-so di colpa infatti i nostri padri, i nostri nonni erano uomini, genitori, imprenditori comunque lavoratori.Anno 1981, Italia. A Palazzo Chigi c’è Ar-naldo Forlani, chi nasce in quest’anno di Forlani forse non saprà mai nulla. Gli anni di piombo sono appena finiti, molti hanno

gettato la vecchia televisione in bianco e nero, arrivano le prime tv a colori e con il telecomando, prima bisognava alzarsi per cambiare i canali che si contavano sul pal-mo di una mano. Arriva sempre in questi anni il primo computer: il famoso “Com-modor 64”. Qualcuno era nato 11/07/1982 quando Dino Zoff sollevò la Coppa, nati si, ma ignari, nella culla in cameretta, di quanto stesse accadendo.Poi arrivano gli anni novanta, era 1992 quando scoppiò tangentopoli, avevamo 10-12-14 anni non ci interessava la poli-

tica, qualche ricordo vago rimane, gli anni delle stragi di Capaci e via D’Amelio, l’in-teresse nazionale non era ancora percepito come tale, i mondiali del 1994 li ricordia-mo tutti, l’ingresso di Berlusconi nella vita politica anche.

Infine arrivano gli anni 2000, quando era-vamo vent’anni, l’avvento dell’euro, gli esercizi commerciali con il doppio prezzo, si rincominciava a vedere il “porta sol-do”, addio moneta cartacea. La vittoria dei mondiali nel 2006, il terremoto dell’Aqui-la, notizia da ricordare affinché il ricordo delle vittime rimanga indelebile nei nostri cuori, anni comunque vissuti senza troppe pressioni, la situazione politica italiana è sempre la stessa, il 2009, anno in cui l’Ita-lia viene colpita da una forte crisi econo-mica, che si spera abbia raggiunto l’apice quest’anno.

E poi arriviamo al 12 novembre 2011, giorno in cui per molti si è festeggia-ta la liberazione, senza però scordarsi che siamo arrivati a trent’anni con in mano un pugno di briciole, un futuro incerto per noi e per i nostri figli (per chi ha fatto famiglia), e la consape-volezza che la crisi finanziaria che ci sta investendo non è finita e saranno necessari parecchi provvedimenti che andranno a toccare anche le tasche di noi cittadini, e arrivati a questo pun-to mi domando: ma siamo cosi sicuri che la generazione XXX se la spassi

veramente bene? I nostri predecessori che mondo ci hanno lasciato, dato che dovre-mo noi modificare il corso del tempo che secondo me si è fermato al 1980?Un saluto e un augurio di buon Natale e buon anno a tutti i lettori.

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14Dicembre 2011

Attualità

la differenZiata c’è arriva il nuovo metodo di raccolta

di Corinna Di Donato

Finalmente ci siamo: la tanto attesa diffe-renziata ha raggiunto tutti i Comuni della valle del Fino! Montefino ha iniziato la raccolta il 26 settembre, seguito da Ca-stilenti (17 ottobre), Castiglione (21 no-vembre), Bisenti e Arsita (22 novembre). Il servizio nella Vallata è gestito dalla cooperativa Castelfino con sede a Casti-glione, consorziata con l’Am Consorzio sociale di Pineto che si è aggiudicata la gara d’appalto. Per ora però il porta a porta è attivo solo nei centri principali e nelle contrade più grandi, mentre le altre zone saranno servite con il sistema “po-ker”, che consiste nella collocazione, in varie zone, di cinque grandi contenitori per raccogliere la spazzatura prodotta da circa cinque famiglie. I Comuni della Vallata hanno inoltre pre-sentato tutta la documentazione necessa-ria per partecipare a un bando di gara (Progetto Life) che, se vinto, consentirà loro di ottenere contributi finanziari eu-ropei da destinare alla realizzazione del centro di smistamento di vallata: una specie di isola ecologica dove verranno raccolti, in vista del loro conferimento in discarica, tutti i rifiuti che non pro-ducono percolato (carta, vetro, plastica) e tutti i rifiuti di grandi dimensioni (es. elettrodomestici). Probabilmente il sito destinato ad accogliere questo centro sarà dietro il cimitero di Montefino, in un’area dove in precedenza sorgeva un distributore di gas. Le amministrazio-ni sono riuscite a portare a compimen-to questa ardua impresa, ora ai cittadini ne toccherà una altrettanto ardua: capire bene come devono essere divisi i rifiuti nei vari contenitori loro forniti. Opera-zione non semplice, specialmente per

le persone anziane che fanno fatica solo a leggere le “istruzioni” arrivate loro a casa insieme ai kit e a ricordarsi qua-li rifiuti portare fuori in quale giorno: bisogna poi ad esempio fare attenzio-ne a separare la bottiglia o il barattolo dal coperchio se non sono dello stesso materiale, a non mettere la carta oleata nel contenitore della carta, ma in quel-lo dell’indifferenziata, a lavare bene un contenitore alimentare dai residui di cibo prima di buttarlo. Per non parlare dello spazio che occupano i bidoni, fatto che crea problemi a chi ha una piccola casa. A giudicare dalla soddisfazione espres-sa da molti cittadini, un valido aiuto è fornito dal numero verde presente sulle “istruzioni”. Altro dubbio che hanno i cittadini è quello di natura economica. Il porta a porta, oltre ai chiari benefici ambientali, porterà anche un risparmio per i nostri Comuni? Per ora sembra di no, perché se da un lato si risparmiano i costi del conferimento in discarica dei rifiuti, dall’altro il costo del servizio di raccolta è raddoppiato rispetto agli anni precedenti. Bisognerà quindi aspettare qualche anno prima di poter conoscere con certezza i benefici della differenziata per le casse comunali: nell’attesa, pen-siamo all’ambiente!

Raccolta diffeRenziata, ad aRsita cittadini soddisfatti Anche ad Arsita è partita la raccolta differenziata dei rifiuti come in tutti i paesi della Valle del Fino. L’inizio di questa esperienza è stato abbastanza soddisfacente soprattutto per quanto riguarda la separazione delle diverse tipologie di residui, che come dicono alcuni addetti alla raccolta, vengono selezionati abbastanza bene. A rendere più facile il rispetto delle regole che caratterizzano la raccolta differenziata è il sistema del porta a porta che, ovviamente evita quelle brutte abitudini che molti hanno sempre avuto, come quella di lasciare i sacchi in qualsiasi luogo senza rispetto per l’ambiente, per i residenti e per gli operatori ecologici.Fino a qualche giorno fa, infatti, non era difficile trovare buste di spazzatura appese ai rami degli alberi, lungo i marciapiedi, in mezzo alle strade, addirittura buttate dalle auto in corsa aprendo i finestrini. Questa nuova esperienza, stando alle considerazioni raccolte tra alcuni cittadini di Ar-sita, è stata accolta con entusiasmo dalle famiglie che si sono trovate abbastanza soddi-sfatte, sperando che le spese cui si andrà incontro siano della giusta portata.Questo nuovo sistema di raccolta potrebbe rappresentare anche un importante passo in avanti per le amministrazioni comunali dei paesi coinvolti, le quali potrebbero sperare di vedersi ridurre, seppur lievemente, l’onere della spesa. Il che consentirebbe agli uten-ti un piccolo risparmio.

Walter D’Agostino

Il calendario distribuito alle famiglie.

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15 Dicembre 2011

conSiglio Sì alla nuova diScarica adottato il nuovo piano dei rifiuti, l’impianto Si farà a città Sant’angelo

La discarica in località Piano di Sacco nel territorio di Città Sant’Angelo, al confi-ne con Elice, potrebbe diventare realtà. Il consiglio provinciale di Pescara ha dato il via libera al nuovo Piano dei Rifiuti con i voti sia della maggioranza che dell’oppo-sizione. Ora si è aperta la fase di osserva-

zione in cui i cittadini, le associazioni e le amministrazioni possono dire la loro. Si tratta della stessa zona nella quale qualche mese fa la ditta di rifiuti Terra Verde srl è bruciata creando non poche preoccupazio-ni ai cittadini sulla salute ambientale. Fortemente contrario alla realizzazione

dell’impianto il sindaco di Elice, gian-franco de massis. “Ci opporremo con tutte le forze alla realizzazione della disca-rica - ha detto - sono amareggiato, deluso e anche stupito del fatto che in Provincia nessuno abbia tenuto in considerazione i pericoli per il territorio”. “Anche il nostro è un no - dice il primo cit-tadino angolano, gabriele Florindi, - nei prossimi giorni la nostra amministrazione produrrà un’osservazione che invieremo alla Provincia. Il nostro parere negativo è suffragato da dati scientifici. Per quel terri-torio sono arrivate numerose proposte, c’è chi ha chiesto di smaltirci fanghi fluviali, chi materiale ferroso e si rischia l’effetto cumulo. (e.f.)

Attualità

Svegliarsi e capire che si è stati vittima di un furto, prendere coscienza del fatto che in casa, mentre si dormiva, qualcuno ha fugato tra le proprie cose. È successo anche nella vallata del Fino. I ladri hanno preso di mira abitazioni ed esercizi com-merciali del territorio, agendo per lo più di notte.A bisenti due malviventi coperti da pas-samontagna si sono introdotti in due abi-tazioni e in due locali commerciali por-tando via tutto quello che era possibile. Tutto sembra essere iniziato poco dopo l’una di notte, quando la telecamera a circuito chiuso del bar “Gran Caffè del Parco” registra la presenza di due perso-ne. Sono calme e si muovono con cura. Entrano da una finestra laterale. Hanno in mano delle pile e si dirigono nella stanza nella quale ci sono delle macchinette. Con un piccone le distruggono e portano via i soldi. Entrano ed escono spesso. L’ultima immagine dei ladri nel bar è stata registra-ta intorno alle 3:35. Circa tre ore di furto indisturbato. Non basta, nel bar trovano la chiave di una porticina in legno che porta all’ingresso della casa che si trova al pia-no di sopra. Una volta lì rompono la porta, entrano mentre in casa dormono moglie, marito e due figli. Frugano tra le cose, tra i vestiti, senza svegliare nessuno. “Non lo so se ci hanno spruzzato qualcosa per non farci svegliare – racconta Paola, proprie-taria dell’abitazione – mi sono svegliata

come ogni mattina alle 6 quando è suona-ta la sveglia e non ho trovato le chiavi del-la mia edicola. Ho svegliato mio marito, mi ha detto di cercare nei vestiti, ma non c’erano. Abbiamo capito tutto e ci siamo alzati. Giacche, pantaloni, un pc portatile e altri oggetti erano stati buttati davanti casa. Ci hanno rubato circa 2.500 euro e io non mi sento sicura”.Anche il bar ha subito un furto dello stes-so importo, poi i ladri sono andati nella vicina macelleria, anche lì hanno opera-to indisturbati, qui hanno trovato solo 30 euro. La loro notte è terminata in un’altra casa vicina. Hanno praticato un buco alla finestra, ma è caduto un vaso. Il rumore ha svegliato la famiglia e sono scappa-ti. Un singolare furto è stato compiuto a castiglione. I ladri hanno preso di mira i fiori esposti all’esterno del negozio “Il Vaso di Pandora” in località Piane. La proprietaria, al suo arrivo per l’apertu-ra ha subito notato la mancanza di tutti i fiori e le piante esterne, i ladri non hanno neppure tentato di rubare all’interno. “Il valore della merce – spiega la proprietaria – è di circa 150 euro, ma la dice lunga sui tempi che stiamo vivendo. Non possiamo neppure lasciare le biciclette dei nostri fi-gli davanti casa. Servono controlli”. Furti anche in località Cesi: i ladri hanno preso di mira il bar e i locali della pesca sporti-va. Numerose le abitazioni interessate da furti nel territorio comunale. Anche a ca-

stilenti non sono state risparmiate attività commerciali e case. Furti anche di auto-vetture: una Ford Fiesta rubata a Castilen-ti il 18 novembre scorso è stata ritrovata dai carabinieri di Bisenti qualche giorno dopo ad Appignano. Probabilmente l’auto potrebbe essere quella utilizzata dai ladri d’appartamento. L’auto, in perfette condi-zioni, è stata riconsegnata dai carabinieri al proprietario.Altra auto, una Citroen C5 rubata a Cec-cano in provincia di Frosinone, è stata trovata a Bisenti. I carabinieri della lo-cale stazione, allertati da una signora che ha notato due persone sospette aggirarsi nella strada di fronte alla sua abitazione intorno all’una di notte, sono intervenuti e hanno trovato un’auto parcheggiata. Dal-le indagini hanno capito che si trattava di quella rubata tre giorni prima a Ceccano. I carabinieri hanno provato a rintracciare i due malviventi, ma erano già fuggiti a bordo di un’altra auto, rubata proprio a Bisenti. Si tratta di una Fiat Panda par-cheggiata davanti casa del proprietario. Vettura poi ritrovata a Cellino Attanasio. I due mezzi, in perfette condizioni, sono stati restituiti ai legittimi proprietari.

nel mirino dei ladridi Evelina Frisa

Piano di Sacco: la ditta Terra Verde distrutta da un incendio.

Gran Caffé del Parco dopo il furto

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16Dicembre 2011

l’ultima Sfilata di michele notturnodi Evelina Frisa

“Devo togliermi un debito, devo fare un assegno alla Pro Loco per questa bella ma-nifestazione che è la Festa dell’Uva”. Con queste parole michele notturno ha salu-tato Bisenti e la festa che tanto ha amato negli anni. Le ha pronunciate sul palco del Revival dell’Uva e del Vino Montonico nel 2010. Ci teneva a contribuire alla festa e a salutare tutti. Aveva aperto la sfilata dei carri per l’ultima volta. L’edizione 2012 non lo ha visto presente, la malattia non gliel’ha permesso e poco dopo Notturo si è spento all’età di 72 anni. Un lutto cittadino per Bisenti, paese nel quale ha vissuto dal 1969.Un uomo che ha vissuto per l’arte e ha os-servato la vita con la sensibilità che solo uomini dotati di talento e genio riescono a fare. Notturno è stato un artista poliedrico

che ha saputo esprimersi nella forma del-la commedia, della poesia, della pittura e dell’arte in genere. Ha insegnato in quasi tutte le scuole della valle del Fino lascian-do in tutti un ricordo indelebile. Si è for-mato nella Scuola d’Arte di Penne e poi all’Istituto d’Arte di Chieti, continuando la formazione nell’Accademia delle Belle Arti di Roma. Nell’ambito della sua inten-sa attività artistica, ha allestito diverse mo-stre delle sue opere pittoriche e scultoree con esposizioni in diverse località, tra cui Fiuggi, San Remo, Roseto degli Abruzzi, Penne, Silvi, Atri e Pineto.Con le sue composizioni, ha partecipato a varie edizioni della “settembrata abruzze-se” e a differenti concorsi di poesia e can-zoni dialettali ottenendo il secondo posto al concorso “I canti del mare” di Roseto

degli Abruzzi con la canzone “Mare ama-re”, premiato con la “Rosa d’Argento”, e il primo posto conquistato al concorso “I canti della montagna” di Tornimparte con

la canzone “Ninna nanne a lu Gran Sas-se”. Le opere di Notturno, tuttavia, non raccontano solo la sua persona e la sua tor-mentata esistenza, ma sono anche il ritrat-to di ciò che lo ha circondato: la sua terra, i suoi amici e la sua gente. La sua matita per i disegni e la sua penna per i suoi testi hanno tracciato momenti di vita bisentina, spaccati di società fermati con nitidezza e precisione. In molti locali commerciali del paese e an-che nelle abitazioni è facile trovare una sua opera. Un vanto per chi l’ha conosciuto e per chi, attraverso esse, lo conoscerà.

BISENTI. Ave-va compiuto da pochi giorni 75 anni Gaeta-no Di Marco, storico sindaco di Bisenti, ma la sua malat-tia, iniziata nel 2008, non gli ha regalato altro tempo e si è spento nella sua casa teramana. Di Marco, sposato e padre di due fi-glie, è stato sindaco di Bisenti per tre consigliature. Fu eletto per la prima volta nel 1975. Oltre all’impegno po-litico è stato dirigente dell’ispettorato dell’agricoltura di Teramo e un appas-sionato della vita tra i campi. Viveva da circa dieci anni a Teramo pur avendo mantenuto forte il legame con il suo paese. Al suo funerale, che si è svolto nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Bisenti, hanno parte-cipato tantissimi cittadini che lo ricor-dano con grande affetto e stima. (e.f.)

nottuRno, il RicoRdo di una alunna “Ti volevo dire che è morto Notturno”. Questo è il succo della telefonata che ho ricevuto durante la quale ho appreso la brutta notizia. Non sto qui a descrivere il nodo in gola e lo struggente desiderio di poter tornare indietro per poterti dire di più di tutto quello che ti ho sempre detto. Mi fa male aver perso il mio professore che non capiva nulla di computer e di linguaggio giovanile, ma che aveva una marcia in più che andava oltre le apparenze, che voleva una scuola capace di dare ai ragazzi la voglia di fare, che amava toglierli dalla strada e portarli su un palco-scenico a recitare commedie teatrali di vita vera. Sono poche le persone che ancora vogliono bene a Bisenti. Molti lo fanno per il proprio tornaconto. Il tuo era un amo-re incondizionato. “Bisinta me” chiamavi il ‘nostro’ paese eppure non eri nato qui. Mi fa male aver perso un amico al quale ho voluto bene e spero tu possa finalmente aver ritrovato la felicità che da tempo rincorrevi: Ermelinda, Giacinta, Ciccillo, Lido, Danilo, Lamberto e, perché no, anche la piccola Vanessa. Ti avrò sempre nel cuore e sono felice che anche i miei figli ti abbiano conosciuto.

Tua ex alunna Orietta Fioravante

Michele Notturno con Roppoppo’

Gaetano Di Marco

Attualità

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17 Dicembre 2011

Opinione

li chiamavano “Briganti” 1861-2011 150° anniverSario unità d’italia

di Francesco Barillaro*“…Intorno a noi il timore e la complicità di un popolo. Quel popolo che disprezzato da regi funzionari ed infidi piemontesi sentiva forte sulla pelle che a noi era negato ogni diritto, anche la dignità di uomini. E chi poteva vendicarli se non noi, accomu-nati dallo stesso destino? Cafoni anche noi, non più disposti a chinare il capo. Calpe-stati, come l’erba dagli zoccoli dei cavalli, calpestati ci vendicammo. La libertà non è cambiare padrone. È dire senza timore, “è mio”, e sentire forte il possesso di qualcosa, a cominciare dall’anima. È vivere di ciò che si ama”.

Carmine Crocco - Brigante

Per lungo tempo l’argomento è passato sotto silenzio come tutto il racconto del “brigan-taggio meridionale”, soffocato dal nascente Stato italiano alcuni anni dopo il 1861 con grande impiego di mezzi e di truppe regolari. Si ricorse in Parlamento alla legge Pica per estirpare la rivolta divenuta minacciosa non solo dei briganti, ma pure dei ribelli e conte-statori dello sconfitto Regno delle due Sicilie appartenuto ai Borbone. Gli storici concorda-no nel ritenere il 13 febbraio del 1861, con la capitolazione della fortezza di Gaeta, la fine del glorioso Regno. L’Abruzzo rappresenta-va il nord, il confine con lo Stato Pontificio, e contava tre provincie: Abruzzo Citeriore (Chieti) Abruzzo Ulteriore Primo (L’Aquila) Abruzzo Ulteriore Secondo (Teramo), Pesca-ra divenne Provincia solo nel 1927. Più a sud Molise, Puglia, Basilicata Campania e Cala-bria chiudevano il cerchio delle estreme pro-vincie meridionali devastate dagli invasori. Al momento dell’annessione le monete degli antichi Stati italiani ammontavano a 668 mi-lioni così ripartiti:Regno delle due Sicilie 443,2 milioniLombardia 8,1Ducato di Modena 0,4Parma e Piacenza 1,2Roma 35,3Romagna Marche Umbria 55,3Sardegna 27Toscana 85,2Venezia 18,7Come si evince chiaramente il Regno delle due Sicilie aveva due volte più monete di tutti gli altri Stati uniti insieme. Ma questo non è tutto: Napoli nel 1861 contava 447.065 abitanti (seconda solo a Parigi), Roma e Mi-lano insieme sommavano 391.164 abitanti. Le ferrovie, inventate nel 1820, ignote in Ita-lia, fecero la loro prima apparizione a Napo-li, nel 1839, con il collegamento per Portici. Nel 1837 arrivò il gas e nel 1852 il telegrafo. Il teatro San Carlo, primo al mondo, fu co-

struito in soli 270 giorni. Le navi mercantili napoletane solcavano gli oceani sviluppando un fiorente commercio con tutto il mondo. Le Università partenopee contribuirono in modo determinante allo sviluppo non solo econo-mico, ma culturale dell’intero meridione. Nel 1856, nella conferenza internazionale di Parigi, fu assegnato al Regno delle due Sici-lie il premio di terzo paese al mondo, dopo Francia e Inghilterra, per sviluppo industria-le. Non si stava poi così male al sud! Poi arri-varono i Piemontesi: bersaglieri e cavalleria e gran parte del meridione insorse. La ragio-ne essenziale che stava alla base del brigan-taggio era la terra! La maggior parte delle persone definite briganti altro non erano che braccianti e contadini inebriati dalle false promesse di Garibaldi, usurpati dal loro pez-zetto di terra unico mezzo di sostentamento. Brigante dall’idioma francese “brigant” si-gnifica delinquente, bandito. Non si cerca di negare che sono esistite bande di briganti che hanno commesso atti inqualificabili di fero-cia e malvagità, ma questo non è sufficiente a spiegare come mai popoli dediti al lavoro della terra e alla pastorizia in un baleno di-vennero briganti. La risposta dello Stato fu durissima, fu isti-tuito un vero stato di guerra, con la completa militarizzazione del territorio e pieni poteri (legalizzati con la legge Pica del 1863) fu-rono assegnati al generale Cialdini prima e La Marmora poi (veri criminali di guerra) al comando di ben 163mila uomini, in preva-lenza bersaglieri che eseguirono spietate rap-presaglie facendo terra bruciata intorno alle bande per poi annientarle sul campo. Li chia-

mavano briganti, ma spesso a cadere sotto i colpi dei piemontesi erano ragazzi poco più che adolescenti, magari renitenti alla chia-mata alle armi. Nel 1861 in una settimana nel teramano furono fucilati 526 contadini, complessivamente nell’intera regione 1184. Nemici dello Stato chiamarono questi ragaz-zi che all’improvviso si trovarono travolti in una storia più grande di loro e dalla mannaia selvaggia di questa storia ne ebbero mozzata la testa e spente la loro giovane vita. Ma più che i proclami parlano, nella loro crudeltà , i numeri:Caduti in combattimento 155.620Fucilati o morti in carcere 120.327Condannati alla detenzione 325.283Condannato all’ergastolo 12.431Oltre a migliaia di persone morte di stenti, di atroci sofferenze. Migliaia di persone sparite nel nulla, inghiottite dalla terra, dai boschi nel disperato, quanto vano, tentativo di fug-gire da quel loro triste destino. Nel 1861 il Regno delle due Sicilie contava circa 9 mi-lioni di persone; nel 1890 ne contava meno di 6 milioni. Mancavano all’appello altre 3 milioni di persone. L’olocausto di casa nostra. Durò oltre dieci anni la guerra civile del popolo meridiona-le, molti di più delle misere e false righe che occupa il fenomeno del brigantaggio sui nostri libri di storia; allo sterminio di un po-polo glorioso seguì l’ostracismo sistematico di una cultura contro il meridione, ancora in atto. E fu così che i discendenti della Magna Grecia, per chi non conosce la storia, diven-tarono Terroni.

(*meridionale con orgoglio)

coMMeMoRazione dei caduti e confeRenza sulla seconda GueRRa Mondiale

Una commemorazione dei caduti di tutte le guerre e un convegno sul secondo conflitto mondiale. E’ stata vissuta così la giornata del 6 novembre scorso, Festa delle Forze Ar-mate, tra Castiglione e Bisenti. C’è stata prima la cerimonia al monumento ai Caduti di Appignano, con la deposizione di una corona. Quindi è stato reso un omaggio floreale alla tomba dell’alpino Gabriele Di Quinzio, i cui resti sono stati recentemente inumati nel cimitero di Troiano.Successivamente, nella Sala Consiliare del Comune di Bisenti, si è svolta una confe-renza sulla Seconda Guerra Mondiale. Il presidente dell’Associazione di Volontariato Val Fino, giorgio giannini, ha raccontato, attraverso il commento di varie slide, le vicende principali della guerra per l’Italia, dal momento del suo inizio, il 10 giugno 1940, fino all’armistizio dell’8 settembre 1943, che ha segnato l’inizio della Resistenza al nazifascismo. bruno parruti, discendente del patriota bisentino Nicola Costantini e appassionato studioso della storia locale, ha raccontato alcune significative vicende della Resistenza nella Valle del Fino.Dopo la Messa c’è stata la cerimonia nel monumento ai Caduti di Bisenti, con l’alza bandiera, il deposito della corona e il saluto del Sindaco. Alle iniziative hanno partecipato numerosi soci dell’Ana e alcuni reduci di guerra. A conclusione, c’è stato il consueto pranzo conviviale nella sede Ana di Bisenti.

17 Dicembre 2011

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18Dicembre 2011

Stelle filanti, por-toni addobbati, luci colorate per le città: ecco com’è il nostro Natale. Si prepara l’al-bero l’8 dicem-bre, si mettono vari addobbi a l l ’ i n t e r n o

delle case e per le vie delle città,

si fanno regali e si mangiano panettoni e torroni. Questo è lo specchio della nostra società caratterizzata dalla ricchezza, dai piaceri e dalla comodità. Tanti anni fa, invece,

i bambini aspettavano con entusiasmo questa festa perché offriva occasioni, cibi, abiti e magari doni mai ricevuti prima! Le case erano prive di illumina-zione, ma piene di gioia, amore e tanta serenità. La notte di Natale andavano tutti a mes-sa poiché il senso religioso prevaleva su tutto e il pomeriggio si stava in famiglia a giocare o semplicemente a chiacchie-rare e rilassarsi vicino al fuoco. Col passare del tempo il Natale sem-bra essere cambiato negativamente per i nostalgici di un passato più genuino e semplice e positivamente per la nuova generazione.

Ilenia Torrieri

le notiZie dei ragaZZi ruBrica a cura degli alunni della iia della Scuola Secondaria inferiore di BiSenti

Attualità

5 colori pEr migliorarE il nostro mondo

Finalmente è arrivata anche nella Valle del Fino la raccolta differenziata! Fac-ciamo un grande passo avanti e soprat-tutto ci mettiamo in linea con gli altri Paesi europei e molte altre regioni ita-liane, che hanno già iniziato da tempo questa nobile attività. Purtroppo però, la novità non è stata apprezzata da tut-

ti. Sono molti i problemi che si pongo-no i cittadini: dove sistemare i secchi, come separare i rifiuti, ma il problema di fondo è che non si vuol perdere tem-po, che siamo troppo abitudinari e non vogliamo cambiare le nostre abitudini. Bisogna, infatti, vederla e pensarla di-versamente. Anche se all’inizio può sembrare diffi-cile, in realtà è un’occasione per cercare di tutelare il mondo e rendere migliore il nostro futuro e quello delle genera-zioni venture. I comuni hanno muni-to ogni famiglia di cinque secchi con le buste apposite e un eco-calendario dove sono indicati i giorni in cui sarà effettuata la raccolta porta a porta. Ri-guardo ai bidoni, ognuno ha un colore diverso: il grigio è per il secco residuo, il marrone per l’organico, il bianco per la carta, il giallo per la plastica e i me-talli, e il verde per il vetro. Sicuramente ci vorrà un po’ di tempo per abituarci, ma di certo ne varrà la pena. Buona rac-colta a tutti!!!

Alessia Pagliaroli, Alice Massimi, Daniela Di Domenico

natalE: i cambiamEnti nEl tEmpo Ecco chE cosa è cambiato rispEtto a tanti anni Fa

notti di tErrorE a bisEntiI ladri colpiscono ancora nella Valle del Fino. Paura e scompiglio tra le famiglie. Anche nei paesi tranquilli le notti non sono più tanto sicure. Bi-senti ne dà la conferma. Un gruppo di ladri, il 21 novembre, ha derubato il bar Gran Caffè del Parco, la casa della proprietaria dell’edicola e la macel-leria Di Mercurio e ha tentato inutil-mente di introdursi in una casa di fronte. Alcune telecamere, poste all’esterno e all’interno del bar, hanno fornito delle importanti informazioni: il tutto si è svolto in piena notte, tra le 2 e le 4, e i rapinatori sono andati la domenica precedente a perlustrare le zone da colpire. “Hanno lasciato un piccone - dice il proprietario del bar - ma non ne hanno avuto bisogno, avendo trovato, appese al muro, le chiavi delle slot machine”. “Ci sembra strano che il nostro cane non abbia abbaiato per niente quella notte” dice la proprietaria dell’edicola, che è rimasta scioccata, in-sieme alla sua famiglia. Anche la macelleria ha subito danni, minori però rispetto a quelli delle altre due attività: hanno preso solo alcune monete rimaste nella cassa. Il tentativo di derubare l’abitazione del proprietario del supermercato Sig-ma è fortunatamente fallito a causa di un errore commesso dai ladri: aprendo la finestra, hanno fatto cadere un vaso! “Mi sono svegliato perché ho sentito qualco-sa rompersi”. Ecco quello che dice il proprietario del market. E così ci rendiamo conto che in qualunque parte del mondo i pericoli e gli agguati sono dietro l’an-golo! Lorenza Amati, Benedetta Biferi

18Dicembre 2011

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19 Dicembre 2011

le notiZie dei ragaZZi ruBrica a cura degli alunni della iia della Scuola Secondaria inferiore di BiSenti

Attualità

il natalE nEl corso dEgli anni: intErvista a un 75EnnE Il Natale è alle porte, le persone con ansia aspettano la vigilia. In Italia, come nel resto del mondo, il Natale che si festeggia il 25 dicembre, è da sempre la festa più sentita. Il Natale di oggi è assai diverso da quello che si festeggiava una volta, ai tempi dei nostri nonni, ad esempio, si preparava solamente il presepe, che era molto povero e semplice, e raramente si ricevevano doni, solamente per i bambini più fortunati. Il pa-nettone che adesso viene comperato, prima veniva fatto in casa come tutti gli altri dolci natalizi. Il 24 iniziavano i preparativi per il pranzo del giorno successivo. La mattina del 25, verso le 11 si andava a messa e poi ci si riuniva a tavola per pranzare. Oggi, invece, è tutto cambiato; anche se la crisi in Italia sta mano a mano aumentando, le persone riescono a permettersi qualsiasi cosa. Infatti, diversamente da molti anni fa, i regali ormai non vengono fatti solamente ai bambini, ma anche gli adulti si concedono un piccolo dono per se stessi. A dicembre, i negozi sono affollatissimi, sicuramente molto più nelle grandi città, ma, come tutti, anche noi bisentini siamo frenetici e ci prepariamo per que-sta festa importante. Come tradizione l’8 dicembre cominciamo ad addobbare l’albero e il presepe e rendiamo festose le nostre case. Sicuramente per noi ragazzi il Natale più bello rimane quello di questi anni perché possiamo avere tutto ciò che vogliamo, ma a dir il vero, forse, a volte ottenere tutto ci si può ritorcere contro. Per avere qualche testimonianza del Natale di una volta abbiamo fatto alcune domande in giro e abbiamo intervistato il signor Antonio Di Giacobbe di 75 anni.cosa si faceva il giorno della vigilia quando lei era ragazzo?Il giorno della vigilia si praticava il digiuno; tutto si svolgeva dalla mattina fino alle 5 di pomeriggio, dopo di che si mangiavano dolcetti tipici come: cagionetti, fritti di patate e altre cose. quali regali si facevano a natale?Di solito si ricevevano cioccolatini e caramelle.le luci per gli addobbi venivano utilizzate?No, allora le luci per gli addobbi non c’erano. Si usavano le candele.quale natale preferisce, quello di allora o quello di oggi?Preferisco quello di una volta, perché anche se era più semplice, era un Natale molto più significativo e più sentito di quello di adesso. Aurora Palusci, Giorgia Di Giacobbe, Anna Di Quinzio

La banda larga di Vodafone fa tappa per la sedicesima volta in Abruzzo con la copertura di Castiglione M.R. Si tratta del Progetto “1000 comuni” della com-pagnia Vodafone Italia, partito il primo gennaio 2010. Il progetto ha lo scopo di superare il digital divide portando la banda larga in mille Comuni d’Italia nei prossimi tre anni, iniziativa alla quale cittadini e amministrazioni locali hanno risposto con entusiasmo segnalando oltre 3200 Comuni.Con un piano da 1 miliardo di euro per portare la banda larga via radio in tutta Italia, Vodafone è l’unico operatore privato a investire in modo massiccio per ridurre il digital divide in Italia.“Con la copertura di Castiglione, sono quasi 13mila i cittadini in Abruzzo che potranno avere un accesso veloce al web - ha sot-tolineato maurizio sedita, direttore Regione Centro di Vodafone Italia – un lavoro impegnativo, premiato dall’entusiasmo delle comunità locali e della Pubblica Amministrazione, che possono così valorizzare le potenzialità del territorio”.Nel portale infamiglia.vodafone.it si possono trovare tutte le informazioni per conoscere e utilizzare le nuove tecnologie e il telefono cellulare. Il portale rappresenta uno spazio di discussio-ne aperto in cui si potranno condividere le proprie esperienze e confrontarsi con un team di esperti che si occuperanno dei temi legati alla genitorialità, alla tecnologia e l’approfondimento dei principali temi legati all’uso dei nuovi media.

19 Dicembre 2011

progetto 1000 comuni la Banda larga di vodafone arriva a caStiglione

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20Dicembre 2011

Era il 1936 quando a Bisenti nacque il primo gruppo folkloristico su iniziativa di Elio Forcellese che ne curò anche la dire-zione artistica. Forcellese era un sarto che suonava nella banda del paese. Il gruppo, oltre che brani di musica sacra, proponeva anche i canti della tradizione folkloristica abruzzese, poi con il sopraggiungere degli eventi bellici, interruppe l’attività artistica.Nei primi anni ’60 a Bisenti venne istitui-ta l’Associazione Pro Loco e subito dopo fu fondata, alle dipendenze dell’Istitu-to di Filologia Moderna dell’Università dell’Aquila, una sezione dell’Istituto Dia-lettologico Abruzzese, che venne intitolata al poeta bisentino umberto mattucci. Nel 1965, dall’attività di questi due organismi, scaturì la ricostituzione del gruppo corale nei costumi tipici abruzzesi, sotto la dire-zione del maestro bruno massimi e nel giro di alcuni anni riuscì a distinguersi con l’interpretazione del “Corteo nuziale negli antichi costumi e canti tradizionali”, una commedia musicale scritta da lamber-to de carolis su musiche di antonio di Jorio. Nei primi anni ’70, dopo una mo-mentanea interruzione dell’attività artisti-

ca, la corale si ricompose sotto la guida del maestro sergio de carolis, fondendosi con una formazione folk di Cermignano e dando vita al Gruppo Folkloristico Corale “CerBis”. Per la ricchezza delle canzoni proposte e grazie a una approfondita ri-cerca etnografica svolta da lido panzone, che procedette alla registrazione di antichi canti popolari raccolti dalla viva voce delle persone più anziane, il Gruppo si affermò come una delle più rappresentative real-tà folk d’Abruzzo. Nei primi anni ’80, al termine di una temporanea sospensione, il gruppo folk riprese l’attività con la deno-minazione “Corale Lamberto De Carolis” sempre sotto la direzione del maestro Ser-gio De Carolis che in breve tempo riuscì ad allestire una formazione canora di notevole prestigio che continua a esibirsi tutt’oggi.La corale, nel corso di questi anni, rima-nendo sempre strettamente legata alla ca-ratteristica impostazione “a quattro voci”, oltre a proporre al proprio pubblico le più celebri canzoni della tradizione folkloristi-ca abruzzese, ha anche interpretato brani d’autore di recente composizione, per la maggior parte delle volte scelti tra le ope-

re partecipanti al concorso che si tiene in ottobre in occasione del Revival dell’Uva e del Vino Montonico. La corale continua ancora oggi a rappresentare il “Corteo Nu-ziale”, mettendo in scena, nella più stretta aderenza al passato, le usanze, i costumi e i canti anticamente in uso in Abruzzo in occasione delle nozze.

LA BANDA CHE SUONA DA 40 ANNI

Due foto accostate, stesso posto, stesso sfondo. Quarant’anni dopo. E’ stata celebrata così, senza festa alcuna, senza celebra-zioni rumorose, i quattro decenni di vita della banda di Elice. Una realtà che esiste dal 1971 e che, con nuovi elementi e nuovi en-tusiasmi, continua a mantenere uniti giovani e meno giovani nel segno della musica. La banda di Elice è nata per volere del dot-tor giuseppe tafuri che contattò il maestro vermondo carusi

di Picciano, insegnate di tanti giovani del paese che poi si sono aggiunti al gruppo. Un anniversario vissuto con discrezione, ma con la consapevolezza del valore sociale che ricopre sul territorio. Suonare in una banda è momento di aggregazione, di apprendi-mento e contribuisce a mantenere in vita una tradizione importan-te. La Banda suona per feste di paese e cerimonie in genere. Per informazioni: 333.2258762. Evelina Frisa

Organico della Corale “L. De Carolis”DirettOre FisarmOniCista Sergio De Carolis Achille Olivieri

sOpranO COntraLtODoriana Amati Giovanna AmatiFloriana D’Ascanio Pina CarraturoCinzia De Vincentiis Anna D’OvidioAngelica Di Basilio Sabrina De CarolisBenedetta Di Rocco Bice Di BasilioRosanna Foscosa Grazia Di PietroLorella Fulminis Giuliana FranchiIvana Massimi Luciana IuliucciMariapia Pecoraio Lucia ScalpicchiaVincenzina Piano Donatella Troiani

tenOri BassiNicola De Carolis Gianni Di BasilioMassimo Di Giampietro Michelino Di Basilio Carmine Leone Rocco Di LudovicoGiacomo Leone Tiziano Di RoccoAngelo Panzone Peppino MassimiVincenzo Violante Carlo Piccari

presiDente ViCe-presiDenteGiacomo Leone Pina Carraturo

segretariO CassiereLorella Fulminis Michelino Di Basilio

Madonna degli Angeli: 2 agosto 1971 (prima uscita ufficiale della banda) - 2 agosto 2011.

corale lamBerto de caroliS una Storia lunga più di meZZo Secolo

foto ang

elozziAnniversari

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21 Dicembre 2011

ritrovarSi dopo 50 anniAnniversari

Circa quaranta persone, tra i nati nel 1961 a Bisenti si sono ritrovate nel risto-rante L’Amicizia per festeggiare il loro 50esimo anno d’età, il 18 dicembre scor-so. Molti di loro hanno raggiunto il pae-se d’origine da diversi posti, come Orso-gna, Ascoli Piceno, Chieti e Pescara. Si sono ritrovate persone che non si vede-vano, in alcuni casi, da oltre trenta’anni.Una giornata in cui i partecipanti hanno parlato del tempo passato, di quando Bi-senti contava circa 5mila abitanti, quan-do le classi scolastiche erano divise in due sezioni da circa 20/25 bambini. La memoria è tornata ai momenti in cui ci si divertiva con poco, a quando a Bisen-ti c’era il cinema, il carcere, la pretura e tanti altri servizi.La giornata - organizzata da maurizio de Flaviis in collaborazione con gio-vanna picelli medori, silvia pom-ponio, giampiero borbone e benito

troiani - è stata allietata dalla musica di davide di basilio e dalle magie di Be-nito, noto come mago bens. C’è stata inoltre l’esibizione canora di mimmo ciccone seguito poi da altri partecipanti.Un momento commovente è stato quello della torta, quando tutti hanno collabo-

rato nello spegnere le loro 50 candeline. Ognuno con desideri diversi, ma tutti con il sorriso sul viso uniti con la pro-messa che tra cinque anni ci si rincontre-rà di nuovo, tutti insieme, per festeggiare il loro 55 anno di età.

Emiliano Di Rocco

Bivio a riSchio incidenti

la feSta dei 60enni Giornata particolare ad Arsita per i nati nell’anno 1951 che domenica 30 ottobre si sono ritrovati tutti insieme nel loro paese d’origine per festeggiare il loro 60esimo anno d’età.In mattinata i partecipanti si sono ritrovati in paese per la Messa, poi si sono recati in un noto ristorante del paese per il pranzo di rito e ulteriori festeggiamenti. Il sindaco Enzo Lucci ha portato il suo saluto e quello di tutta l’amministra-zione comunale. I protagonisti sono stati: Maria Campanelli, Fiore Ciotti, Pasqualino Di Gaetano, Chiara Di Marcanto-nio, Dante Di Mercurio, Antonio Giancola, Domenico Ippo-lito, Antonietta Isotti, Vitaliano Labricciosa,Manfredo Ma-gnanti, Domenico Modesti, Elisa Protasi, Tolmino Rubino, Alessandrino Ruggieri e Ada Trosini. A tutti i 60enni arsitani gli auguri anche da parte de IlFino. Walter D’Agostino

CASTILENTI. “In questo bivio accade quasi un incidente a settimana. C’è chi fa incidenti frontali, chi finisce fuori dalla carreggiata e con la macchina scivola sotto al fosso. Biso-gna fare qualcosa”. È così che claudio tri-gnani e la moglie anna descrivono quello che accade nel bivio che collega Castilenti, Villa San Romualdo e Montefino, nei pressi

della Residenza sanitaria assistita. Claudio e Anna abitano proprio a ridosso dell’incrocio e sono esasperati da quanto accade da anni per via della scarsa segnaletica. “L’incrocio, che è su una strada provinciale, è perico-loso da sempre – spie-gano – ma da quando hanno aperto la Rsa, gli incidenti sono in forte aumento. Ven-gono qui persone che non conoscono la zona questo è anche un pun-to in cui c’è spesso la

nebbia. Non servono interventi costosissimi, basterebbe uno specchio, uno spartitraffico o anche solo la segnaletica orizzontale ben definita e dei guard rail”. (e.f.)

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22Dicembre 2011

BreviCastiglione si veste di nuovo. Sono partiti i lavori per la nuo-

va pavimentazione del centro storico. Sempre a Castiglione è stata installata una madonnina nello spazio verde di Viale Um-berto I.

A Montefino sono state realiz-zata e inaugurate una nuova piazza nella frazione di Crocet-

ta Santa Maria, e in località san Michele l’impianto fotovoltai-co.

Nuova piazza anche nella fra-zione di Villa San Romualdo di Castilenti.

E’ stata organizzata anche nella vallata del Fino, nei punti ven-dita di Castiglione e Bisenti, la raccolta alimentare. A oc-cuparsi dell’organizzazione il gruppo Ana Valfino di Bisenti. “Hanno aderito in tanti – di-

cono gli organizzatori – nono-stante la crisi, la vicinanza ver-

so il sociale non è mancata e la cosa ci inorgoglisce”.

Il tour della pizza è arrivato in vallata. A metà dicembre il risto-

rante Abruzzo Incantato di Bi-senti e il ristorante Terre e Sapori di Elice hanno ospitato, in mo-menti diversi, una puntata della fortunata trasmissione televisiva Pizza Tour, condotta da pao-lo minnucci e andata in onda sull’emittente Tvq. Circa dieci signore si sono cimentate nella realizzazione di una pizza valu-tata da una giuria che alla fine ha decretato la migliore cuoca della serata. La trasmissione ha fatto conoscere agli abruzzesi scorci della vallata, ponendo l’accento sui prodotti tipici.

brenda di marco, di Bisenti, ha compiuto 18 anni. Alla neo mag-giorenne gli auguri della redazione.

Sono stati circa cento i parte-cipanti alla prima edizione del Premio Nazionale di Poesia e Narrativa “G. D’Annunzio” organizzato dall’Associazione Area Libera, presieduta da ga-briele centorame. Per la sezio-ne Poesia in Lingua è arrivata prima Vania Mantini di Ortona e nella sezione speciale giovani, ha vinto Jenny D’Andreamatteo di Pescara. Per la sezione poe-sia dialettale e narrativa, hanno vinto rispettivamente Vanda Santogrossi Casilio dell’Aqui-la e l’angolana Silvia Vassone. Dopo la cerimonia di premia-zione, che si è svolta nel teatro di Città Sant’Angelo, ci si è spostati a Bisenti, nel ristorante Abruzzo Incantato. Alla presen-

za dell’attrice Franca minnuc-ci c’è stata una lettura di poesie. Tra gli obiettivi del Premio, che si avvale del patrocinio del comune di Città Sant’Angelo e della Regione Abruzzo, quello di pubblicare un’antologia con le opere partecipanti.

Un paese in festa per omaggia-re lorenzo bosica, 14enne di Montefino, neo campione del mondo di Fisarmonica. Bosica ha conquistato l’ambito titolo nel corso della manifestazione internazionale che si è svolta a Pineto a metà settembre. È al-lievo del maestro renzo rug-gieri e ha vinto per la categoria Virtuoso Junior. Nella palestra

di Villa Bozza di Montefino lo scorso 19 novembre è stata or-ganizzata una festa in suo onore.

Un saloon, uno sceriffo e un fuorilegge che si sfidano a suon di bicchieri di vino Montonico, bellissime ragazze e ballerine.

E’ stato questo il carro realiz-zato dall’associazione cultu-rale “I Quasi Adatti” che si è aggiudicato la 37esima edizio-ne della sfilata dei carri alle-gorici nell’ambito del Revival dell’uva e vino Montonico di Bisenti. La manifestazione, che si è svolta il primo fine settima-na di ottobre, ha visto la parteci-pazione di 23 carri in concorso.

“Eri una trentina d’anni più giovane di quello che diceva la tua carta d’identità. Buon viaggio sedicenne dagli occhiali tondi”. E’ questo uno dei messaggi che i cittadini di Arsita hanno lasciato sul web, nei propri profili Facebook, in ricordo di Amedeo Trignani. L’imprenditore 53enne di Arsita, che ha perso la vita a seguito di un incidente stradale il 14 novembre scorso sul viadotto di Collurania della A24, tra Val Vomano e Teramo, un profilo privato non lo aveva. Ma di amici reali ne aveva tanti e al suo funerale, nella chiesa madre del paese, c’erano tutti. Erano soprattutto giovani, ragazzi appassionati di musica e legati al loro paese per il quale Amedeo - da presidente della Pro Loco prima e del circolo Il Convivio poi - tanto si adoperava per organizzare eventi e manifestazio-ni. Una tra tante il concerto dei Nomadi. Trignani, sposato e padre di due figli, è morto sulla sua Fiat Uno, violentemente tamponata da una Bmw.

Amava la musica Amedeo ed è con la musica che il figlio Fabrizio ha voluto salutarlo durante il funerale. Lo ha fatto con un gesto delicato e sentito. Ha pri-ma descritto a tutti chi era suo padre, “instancabile e entusiasta”. Ha raccontato episodi di vita vissuta, di piccoli momenti indimenticabili che ha passato con lui e la passione più grande: quella per la musica. “Papà amava De Andrè – ha detto il figlio – per questo mi chiamo Fabrizio. Porto il nome del suo cantante preferito e suono la chitarra che papà tanto amava e che mi ha regalato. Lo voglio salutare così, se ci riesco, suonando per lui”. E ci è riuscito. Dalle sue mani sono venute fuori le note giuste. Quelle che hanno commosso tutti e che sono arrivate nell’immaginario dei presenti fino a lui, il sedicenne dagli occhiali tondi. Evelina Frisa

l’ultimo saluto ad amEdEo trignani

foto Buffalmano

Rinnovato il consiglio diret-tivo della Pro Loco di Arsita: Fabiola D’Agostino è la nuo-va Presidente; Vicepresidente esecutivo è Francesca Mat-tioli, vice presidente è Marco Trosini; segretario Gianluca Icaro e consiglieri: Luca Cac-ciatore, Manuel Di Pietro, Mattia Icaro, Edoardo Ferran-te, Walter Ridolfi, Gianluca Liberati e Fabrizio Trignani.

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23 Dicembre 2011

Settori giovanili e prima squadra. L’attività delle squadre calcistiche di vallata per la sta-gione 2011/2012 è giunta a metà campionato ed è tempo di bilanci.La società Castiglionvalfino, nata dalla fu-sione tra il Castiglione e la Valfino, sta rac-cogliendo frutti importanti. Soddisfatti i due presidenti: gianluca delle monache e mar-co d’agostino, impegnati rispettivamente nella prima squadra e nel settore giovanile. La prima squadra sta ben figurando nel cam-pionato di Promozione, nella quale è a metà classifica. La formazione di mister Valtolina ha chiuso il girone d’andata a tre punti dai play off e a quattro dai play out, in un cam-pionato equilibrato.La squadra ha alternato gare sottotono - come la sconfitta contro il Caldari a Castiglione - a altre buone come la vittoria in casa della ca-polista Folgore Sambuceto.Soddisfazioni arrivano anche dal settore gio-vanile. Ottimi i risultati della juniores che è seconda in classifica nel campionato regiona-le, i Giovanissimi svolgono sia il campionato provinciale, dove sono primi in classifica, che quello regionale, dove si trovano a metà graduatoria. Tutti gli altri settori stanno otte-nendo buoni risultati e ottimi livelli di cresci-ta. Scopo della società è quello di insegnare la tecnica del gioco, ma soprattutto il rispetto

degli altri, il lavoro di squadra. Tutte carat-teristiche fondamentali per la formazione a tutto tondo dei ragazzi.Obiettivi che si stanno raggiungendo grazie agli sforzi del valido staff tecnico della so-cietà. Unica nel campionato di Promozione – come sottolinea il presidente D’Agostino – a non pagare alcun rimborso ai giocatori della prima squadra. “Teniamo di più a dare un posto di lavoro ai ragazzi – dice D’Agostino – che spendere in rimborsi”. Una buona pratica che fa riflettere se si pensa che per un campionato medio di Promozione si spende sopra a 100 mila euro. Una società aperta anche sul fronte delle ces-sioni e dei prestiti. “Non chiudiamo la porta in faccia a nessuno – aggiunge - e questo non lo facciamo a sco-po di lucro, ma solo per il bene dei ragazzi”. A contribuire ai risultati di questa realtà, c’è anche il contributo esterno alla società della famiglia Romano. Quanto alla Prima categoria, dove militano l’Arsita e l’Elicese, i risultati non stanno tra-dendo le attese. La formazione del mister Di Vitantonio combatte la sua battaglia salvez-za. Fino a ora la squadra sta rispettando gli obiettivi, ma non riesce a finalizzare il gioco ed è il peggior attacco del campionato.L’Elicese continua il suo cammino nelle zone di metà classifica facendo suo anche il derby con l’Arsita. La squadra gioca bene e pur non puntando alla promozione, non è escluso che si possa trovare a dover fare i play off, lonta-ni pochi punti. In seconda categoria il Castilenti e il Bisen-

ti si trovano a pochi punti tra di loro mi-schiate a metà clas-sifica.Il Castilenti trasci-nato dalle reti del bomber Breglia ha sempre alternato un certo equilibrio vin-cendo il derby contro il Bisenti. Una nota

negativa è che in questo girone di andata la formazione di Vallarola non ha mai vinto in trasferta.Il Bisenti dopo un inizio negativo - in sei gare ha ottenuto solo due punti, dovuti pro-babilmente a infortuni e a una rosa nuova - si è rialzato senza accusare il colpo e ha rico-minciato a risalire fino a lasciare le ultime posizioni della classifica vincendo quattro gare su sei, merito anche di una società pre-sente. La squadra in casa non perde da cinque gare e ha vinto le ultime tre.In terza categoria militano quattro squadre di vallata: Heroes Venere, Elice, Real Bagaria e Villa Bozza Montefino.Nel girone teramano le due formazioni Real Bagaria e Villa Bozza Montefino per svariati motivi non riescono a cambiare rotta per fare un salto in avanti e lasciare le ultime posizio-ni della classifica.Nel girone pescarese Heroes Venere e Elice, al di sopra di ogni aspettativa, sono entrambe a metà classifica, questo vale ancor più per la neo formazione del presidente antonio di rocco che da poco ha ampliato l’orga-nico con l’acquisto dell’esperto allenatore Barbarossa che, insieme all’aiuto di mister Zincani, – sinora unico allenatore - punta ad affrontare un girone di ritorno in crescendo.A tutte le squadre un augurio per un sereno Natale e un 2012 fruttuoso in termini di risul-tati e rapporti umani.

Sport

al giro di Boadi Emiliano Di Rocco

tornEo dElla bEFana Si svolgerà dal 3 al 7 gen-naio, nella palestra di Ca-stiglione il quarto torneo regionale indoor “I giorni della Befana”. Parteciperan-no squadre di tutte le province, eccetto l’aquilano per ovvi motivi di distanza. Sono impegnate 4 categorie: pulcini 2001; pulcini 2002; pulcini 2003-04 e i piccoli amici 2005-06. Il torneo vedrà la partecipazione di 18 squadre per catego-ria e ci saranno circa 50 incontri. (e.d.r.)

CastiglionValfino, la prima squadra.

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