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IL GEOMETRA BRESCIANO · 2013. 12. 6. · gurale che il Direttore de “Il geometra bresciano”,...

Date post: 09-Mar-2021
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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 1 TECNICA - La pietra a Milano 68 L’impatto visivo degli edifici nell’ambito della riqualificazione urbanistica 72 AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Trattamenti su- perficiali, tinteggiature e pitture murali in bioedilizia 76 CONDOMINIO - Impegni di condomini che eseguono lavori 84 SPORT - Un accademico del Cai che si oc- cupa di pratiche catastali 86 CULTURA - Expo punta del progresso 88 ETICA PROFESSIONALE - La coperta corta 96 Anno scolastico 1958: cinquant’anni di di- ploma, cinquant’anni di amicizia 98 Novità di legge 100 Aggiornamento Albo 102 Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Stefano Monteverdi, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Mariangela Scotti, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Beppe Battaglia, Andrea Botti, Francesco Cuzzetti, Alessandra Pelizzari, Giovanni Platto, Franco Robecchi, Massimo Stucchi, Simonetta Vescovi, Roberto Vincenzi, Giuseppe Zaila Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi N. 6 - 2009 novembre-dicembre Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia Associato alI’USPI Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Sommario EDITORIALE - Per una maggiore visibilità della categoria i geometri devono saper “dire la loro” pag. 2 INTERVISTA - Geometri contro la crisi, in- sieme alle famiglie, alle imprese e alle I- stituzioni bresciane 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Dieci anni da ricordare 10 DALLA CASSA - Comitato Delegati: appor- tate importanti modifiche allo Statuto e ai Regolamenti 12 LEGALE - Il Consulente Tecnico d’Ufficio (C.T.U.) e l’esperto 16 LEGISLAZIONE - Commissioni paesaggio. Regolamento attuativo 18 Quesiti “Piano casa”. Chiarimento regionali 22 FORMAZIONE CONTINUA - Il nuovo software “Cened+” per la stesura delle certificazioni energetiche: l’involucro 24 Il calcolo della temperatura degli ambienti non riscaldati 28 LAVORI DI GEOMETRI- Lavorare con qua- lità certificata dà grande soddisfazione. Lo assicura il collega Ongarini 30 AGRICOLTURA & FORESTE - Direttiva ni- trati: al via con richiesta di deroga. Un’op- portunità pesante 44 Appunti pratici di ingegneria naturalistica (parte settima) 46 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Prezzi delle derrate agricole definiti in C.di C. per l’an- nata agraria 2008-2009 56 SCUOLA - Scuola in breve 60 SINDACATO - sindacato: tutelare legal- mente la professione 62 DAL COLLEGIO DI LODI - Cinquant’anni fa i Vigili del Fuoco protagonisti a Lodi 64
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Page 1: IL GEOMETRA BRESCIANO · 2013. 12. 6. · gurale che il Direttore de “Il geometra bresciano”, Bruno Bos-sini, ha individuato nel libro, appositamente stampato, che il-lustra una

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 1IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/2 - 1

TECNICA - La pietra a Milano 68

L’impatto visivo degli edifici nell’ambitodella riqualificazione urbanistica 72

AMBIENTE & BIOEDILIZIA - Trattamenti su-perficiali, tinteggiature e pitture murali inbioedilizia 76

CONDOMINIO - Impegni di condomini cheeseguono lavori 84

SPORT - Un accademico del Cai che si oc-cupa di pratiche catastali 86

CULTURA - Expo punta del progresso 88

ETICA PROFESSIONALE - La coperta corta 96

Anno scolastico 1958: cinquant’anni di di-ploma, cinquant’anni di amicizia 98

Novità di legge 100

Aggiornamento Albo 102

Direttore responsabileBruno Bossini

Segretaria di redazioneCarla Comincini

RedazioneRaffaella Annovazzi, Manuel Antonini,Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia,Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli,Alessandro Colonna, Mario Comincini,Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio,Francesco Ganda, Francesco Lonati,Guido Maffioletti, Franco Manfredini,Stefano Monteverdi, Giuseppe Mori,Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli,Mariangela Scotti, Valeria Sonvico,Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi

Hanno collaborato a questo numeroBeppe Battaglia, Andrea Botti, Francesco Cuzzetti, Alessandra Pelizzari,Giovanni Platto, Franco Robecchi,Massimo Stucchi, Simonetta Vescovi,Roberto Vincenzi, Giuseppe Zaila

Direzione, redazione e amministrazione25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12Tel. 030/3706411www.collegio.geometri.bs.it

Grafica e impaginazioneFrancesco Lonati

FotografieStudio Eden e Francesco Lonati

Concessionario della pubblicitàEmmedigi PubblicitàVia Malta 6/b - 25125 BresciaTel. 030/224121 - Fax: 030/226031

StampaIGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia)Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20

Di questa rivista sono state stampate ????? copie,che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi

N. 6 - 2009 novembre-dicembrePubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornalie periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975

Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 1, DCB Brescia

Associato alI’USPI

Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore enon impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltàdi riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articolie le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

IL GEOMETRABRESCIANORivista bimestraled'informazionedel Collegio Geometridella provincia di Brescia

Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del CollegioGeometri di Brescia, sintetizza con efficacia lamultiforme attività del geometra nei secoli.

Sommario

EDITORIALE - Per una maggiore visibilitàdella categoria i geometri devono saper“dire la loro” pag. 2

INTERVISTA - Geometri contro la crisi, in-sieme alle famiglie, alle imprese e alle I-stituzioni bresciane 4

DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Dieci annida ricordare 10

DALLA CASSA - Comitato Delegati: appor-tate importanti modifiche allo Statuto e aiRegolamenti 12

LEGALE - Il Consulente Tecnico d’Ufficio(C.T.U.) e l’esperto 16

LEGISLAZIONE - Commissioni paesaggio.Regolamento attuativo 18

Quesiti “Piano casa”. Chiarimento regionali22

FORMAZIONE CONTINUA - Il nuovosoftware “Cened+” per la stesura dellecertificazioni energetiche: l’involucro 24

Il calcolo della temperatura degli ambientinon riscaldati 28

LAVORI DI GEOMETRI- Lavorare con qua-lità certificata dà grande soddisfazione. Loassicura il collega Ongarini 30

AGRICOLTURA & FORESTE - Direttiva ni-trati: al via con richiesta di deroga. Un’op-portunità pesante 44

Appunti pratici di ingegneria naturalistica(parte settima) 46

DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Prezzi dellederrate agricole definiti in C.di C. per l’an-nata agraria 2008-2009 56

SCUOLA - Scuola in breve 60

SINDACATO - sindacato: tutelare legal-mente la professione 62

DAL COLLEGIO DI LODI - Cinquant’anni fa iVigili del Fuoco protagonisti a Lodi 64

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EDITORIALE

2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Bruno Bossini Per una maggiore visibilitàdella categoria i geometridevono saper “dire la loro”

tore edilizio in particolare cisi augura diventi effettivo eduraturo.La nostra è una categoria chedal 1929 (data di approva-zione del suo Regolarmenteprofessionale) si è costante-mente evoluta nelle sue ca-pacità professionali ancheperché sempre presente aiprocessi cruciali di trasfor-mazione del mercato. Pensiamo al riguardo comesia mutata l’operatività deigeometri dall’anteguerra,quando era quasi del tuttolegata alle attività agricole,rispetto agli anni della rico-

struzione post bellica e viavia in un crescendo di modi-ficazione della sua attività,sino ai giorni nostri. Perquesta ragione essa è ingrado di mettere a disposi-zione del mercato e dellacommittenza quel bagagliodi esperienza professionalee di capacità operativa asso-lutamente prezioso che noicrediamo irrinunciabile perla collettività.Occorre però che il mercatonon dimentichi queste no-stre capacità, ma è altret-tanto vero che i nostri diri-genti vincano finalmente

I n varie circostanze,ma anche nel numeroscorso della rivista,

abbiamo avuto modo di ri-marcare quanto sia impor-tante, per la nostra cate-goria, e anche per la colletti-vità, che geometri liberi pro-fessionisti assumano inca-richi di responsabilità poli-tica presso le pubbliche am-ministrazioni. Con la loro de-dizione, esperienza e capa-cità professionale possonoessere determinanti soprat-tutto nelle strategie che in-tendono stimolare lo svi-luppo edilizio e nelle sceltelegate alla pianificazioneterritoriale. Nel contempo,attraverso la loro attacca-mento alla “cosa” pubblica,dare anche lustro e visibilitàad una categoria come la no-stra che ha sempre indiriz-zato l’impegno di molti suoiiscritti verso i bisogni deglialtri.Vorrei però in questa sedeampliare tale riflessionesulla categoria e soffer-marmi sul perché è semprepiù necessario che essa ac-quisti maggiore visibilitàmediatica e una più co-spicua presenza nei pro-cessi informativi. Mi riferiscoovviamente a quelli dove sirichiede la partecipazionedi tecnici preparati per la“spiegazione” delle moda-lità operative dettate danormative quasi semprepoco comprensibili o quellinei quali si discute di stra-tegie che possano ridarespinta ad un rilancio edilizioancora molto frenato. Ri-lancio che dopo un bienniodi stasi operativa dell’eco-nomia in generale e del set-

quella ritrosia che conti-nuano a mostrare quandoc’è da passare dal “fare” al“dire”. E quale occasionemigliore della sfida che ilGiornale di Brescia ha intra-preso nei giorni scorsi lan-ciando la campagna “Casa,se non ora quando (tutti in-sieme a te)” che durerà 6mesi, alla quale oltre al no-stro Collegio hanno aderitopraticamente tutti gli Statigenerali dell’economia bre-sciana?

«Per risolvere lacrisi, che nondà ancora

segni di allentamento – cidice tale progetto mediatico– occorrono l’impegno e losforzo programmatico delleIstituzioni, delle banche,delle assicurazioni maanche delle organizzazioniprofessionali e dei costrut-tori ed operatori di mer-cato». Almeno dai risultatidei primi confronti tutti sisono detti pronti a risolvereun problema. Il rilancio del-l’edilizia, condizione questasine qua non per una rispostaconcreta alle giovani gene-razioni, che nel solco di unaconsolidata propensionedegli italiani a rifugiarsi nelbene casa, sono ancora o-rientati all’acquisto del“tetto” per la loro famiglia odel “luogo” per il loro lavoro.I tassi di interesse ed i prezzidelle costruzioni che sono inribasso, pur in presenza diperenni difficoltà di finan-ziamento garantiscono, se-condo i proponenti la cam-pagna, un minimo di otti-mismo. Anche noi crediamoche sussistano le condizioni

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EDITORIALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 3

concreto contributo. Perquello che potrà proporre alriguardo la nostra categoriae in particolare il nostro Col-legio di Brescia, vi riman-diamo all’intervista che ilpresidente Giovanni Plattoci ha concesso e che pubbli-chiamo a pag ina 4.

per un buon punto di par-tenza, ma occorre lo sforzoed il sacrificio economico ditutto il mercato e in primis dicoloro che possono concor-rere al rilancio del settoreimmobiliare. Anche i geo-metri devono poter “dire laloro” e quindi dare il loro

Concludiamo con una cita-zione che ci pare azzeccata.Dice il Direttore del Corrieredelle Sera Ferruccio De Bor-toli nel suo editoriale del 10novembre scorso: «Le pic-cole imprese ed i professio-nisti di questo paese costi-tuiscono l’architrave di pas-

sioniecom-p e -

tenze che regge alla base il si-stema economico. È una genera-zione che intende essere ascoltatacon attenzione». Non possiamoche essere d’accordo, ma dob-biamo aggiungere che sta ora aigeometri – se hanno qualcosa dadire – farsi anche ascoltare!

U n anno è trascorso, un anno in cui le varie difficoltàcongiunturali si sono fatte sentire. La nostra cate-

goria, seppure con sofferenze e a denti stretti, è riuscita a ve-leggiare in questo mare burrascoso.

Se il tempo dedicato al lavoro è diminuito, non certo èsi è ridotto quello che i nostri colleghi, giovani e meno gio-vani, hanno riservato all’ag-giornamento e ad appren-dere quelle specializzazioniche il mercato delle profes-sioni ha richiesto.

Una grande risposta èstata data dai nostri iscritti atutti i corsi che il Collegio hamesso in atto, preparazionee aggiornamento indispen-sabili per affrontare il dopocrisi con successo. Grandesoddisfazione, per la rispo-sta avuto dalla categoria, sinota nei Consiglieri e inquanti si sono prodigati perpromuovere, organizzare eseguire i vari corsi.

Ci avviamo alle Festi-vità natalizie che suscitano inciascuno di noi sentimenti diserenità e letizia. Come ognianno il Consiglio del Col-

legio ha deliberato di inviare a tutti gli iscritti una strenna au-gurale che il Direttore de “Il geometra bresciano”, Bruno Bos-sini, ha individuato nel libro, appositamente stampato, che il-lustra una grande opera d’arte presente nella nostra provinciae che pochi conoscono come meriterebbe: la settecentescaVia Crucis di Cerveno (Valle Camonica). L’occasione mi è pro-

pizia per inviare a tutti gliiscritti, a Consiglieri, Con-sultori e collaboratori vari,nonché al personale del Col-legio capeggiato dal Diret-tore, i migliori auguri di BuonNatale e di un sereno e pro-ficuo anno nuovo.

L’augurio è esteso an-che a tutti i Presidenti, Con-siglieri e loro iscritti dei variCollegi d’Italia, oltre che atutti gli studenti dei molte-plici Istituti tecnici per geo-metri e a tutti i familiari dellanostra grande categoria pro-fessionale.

Grazie di cuore a tuttie un arrivederci al 2010.

il Presidente

Giovanni Platto

L’augurio sincero per un buon Natale e un prospero 2010

La nota del Presidente

Giovanni Gerolamo Savoldo,L’adorazione dei pastori,Brescia, Civica pinacoteca TosioMartinengo

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INTERVISTA

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Geometri contro la crisi insiemealle famiglie, alle impresee alle istituzioni bresciane

P residente, l’adesione delCollegio dei geometri al-l’iniziativa del Giornale

di Brescia e delle istituzioni pub-bliche della nostra provincia è stataimmediata e convinta, senza tenten-namenti.«È un’iniziativa di valore esono fermamente convintonon solo che è stato impor-tante aderire, ma che i geo-metri – per la loro storia, peril loro radicamento nel terri-torio bresciano, per il lororuolo nell’economia e nellasocietà di questa provincia –semplicemente non pote-vano non esserci. La nostra

categoria, certo non da oggi,è infatti in prima linea intutte quelle iniziative che ri-guardano la residenza e l’e-dilizia, che è tanta partedella nostra attività profes-sionale. Di più: il nostro az-zeccato slogan di qualcheanno fa diceva “il geometra èdi famiglia” e l’iniziativa delGiornale di Brescia intendeproprio aiutare le famiglie acoronare uno dei sogni piùdiffusi: proprio quello di a-vere una casa».

E i geometri per questo progetto diampio respiro che va sotto il motto di“Casa, se non ora quando?”, cosapossono mettere in campo?«In edilizia noi siamo cen-trali e, dunque, credo chesenza falsa modestia pos-siamo essere centrali anchein questa iniziativa. Ancheperché l’80% della realizza-zione di una abitazione è fi-glia del nostro impegno di-retto e della nostra profes-sionalità. Toccano infatti algeometra i rilievi sull’area, ilprogetto di massima e quel-lo esecutivo, la direzionedei lavori e la sicurezza, lacontabilità ed il controllodella idoneità energeticasolo per mettere in fila persommi capi gli ambiti dellanostra specifica compe-tenza. Ebbene, durante gliincontri con la popolazionebresciana che “Casa, se nonora quando?” organizza inqueste settimane nei mag-giori centri della provincia,ci sarà sempre un collegache di volta in volta tratteràun argomento o sarà a di-sposizione per un consiglio,una consulenza una indica-zione. Inoltre portiamo la

“Casa, se non ora quando?” Con questo azzeccato slogan, che terràcompagnia ai bresciani, occhieggiando dai manifesti e dallelocandine, fino alla prossima primavera, è entrata nel vivoun’innovativa occasione di rilancio dell’edilizia bresciana. Un’ideamessa in campo dal Giornale di Brescia – con il supporto di tutti isuoi mezzi, oltre al quotidiano, anche la televisione, la radio ed ilsito Internet – e che ha raccolto l’adesione convinta delle istituzioni,delle banche, delle associazioni imprenditoriali e di quelleprofessionali, a cominciare dal nostro Collegio. In sintesi, nellamorta gora d’una crisi profonda e con ben pochi spiragli, il giornaleha voluto raccogliere tutte le energie disponibili con l’intentoprimario di muovere il mercato, di fare squadra e di provare asciogliere insieme molti dei nodi che imbrigliano l’iniziativa incampo edilizio e rendono asfittico il mercato immobiliare. Con unaserie di incontri organizzati nelle tante capitali del Bresciano, i temidell’edilizia, dello sviluppo armonico del territorio, dellaristrutturazione e del recupero saranno affrontati con un tangibilelegame con la concreta situazione del territorio, potendo contarenon solo sulle parole ed i programmi dei pubblici amministratori,ma pure sulle risposte dei tecnici, del credito, delle professioni.Occasioni che avranno un immediato riscontro anche sul giornale esugli altri mezzi di comunicazione del gruppo Editoriale Bresciana,ma pure consentiranno un confronto con la gente e anche laconsulenza specifica su problemi dei singolio dei gruppi. All’iniziativa, che ha subitoriscosso l’unanime attenzione di politici,amministratori ed operatori, quasi fosse piùche attesa quasi agognata dal settore, ilCollegio ha voluto partecipare con ilmassimo impegno, non solo entrando nelgruppo degli sponsor primari checampeggiano con il loro marchio su tutti imanifesti e le locandine, ma puregarantendo la presenza di un collegaautorevole a tutti gli incontri in provincia. Neabbiamo parlato con il nostro presidentegeometra Giovanni Platto.

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INTERVISTA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 5

Il Presidente del Collegio geometri diBrescia, Giovanni Platto

metri mi viene naturale pen-sare a certi film di qualcheanno fa dedicati alla se-conda guerra mondiale neiquali un gruppo di soldati fi-niva talvolta nei guai per ledirettive di un comandantefresco d’accademia, tuttoteoria e manuale. E venivapoi regolarmente messo insalvo dal sergente o dal ca-porale di lungo corso, che a-veva dalla sua una formida-bile esperienza sul campo.Ecco noi geometri, siamo

proprio questi sergenti equesti caporali e possiamoaiutare il nostro cliente pro-prio in virtù d’un bagaglio diesperienza sul campo, diconcretezza, di nozioni con-frontate quotidianamentecon la realtà del cantiere».

Ecco, proprio da questo punto di os-servazione estremamente realistico,qual è la ragione profonda della crisiche sta affliggendo l’edilizia italianae bresciana in particolare?«Occorre avere ben chiaro

nostra esperienza, che, ri-peto, ha ormai quasi un se-colo, nell’elaborazione stes-sa del progetto, degli argo-menti da affrontare, dellequestioni sulle quali inter-venire, delle operazioni cheinsieme cercheremo di fareper rimettere in moto lamacchina dell’edilizia. Ed èin quest’opera che potremofar valere anche le nuovespecializzazioni che sonoandate in questi anni ad ar-ricchire la nostra poliva-lenza, sia in campo energe-tico, sia sul fronte della sicu-rezza, che sulle realizzazioniin area sismica o secondo icanoni della bioedilizia».

In effetti, spesso siamo noi i primi anon rendercene pienamente conto,ma nel campo dell’edilizia il ruolodella nostra professione è natural-mente centrale.«Siamo semplicemente in-dispensabili, anche perché,spesso, oltre all’80% del la-voro che svolgiamo diretta-mente per la realizzazionedi una casa, sul rimanente20% dobbiamo intervenirein qualità di organizzatoridel lavoro di altri tecnici concompetenze specifiche co-me il geologo. E siamo chia-mati a questo compito pro-prio dal cliente che ha con ilgeometra un rapporto ba-sato innanzitutto sulla fi-ducia. Il geometra è infatti difamiglia proprio nel sensoche non ha la presunzione dialtri tecnici, è la persona allaquale rivolgersi per ogni ge-nere di problema, da unasuccessione ad un accata-stamento per arrivare ap-punto alla casa. Spessoquando penso a noi geo-

innanzitutto che l’originedella crisi è stata essenzial-mente finanziaria e si è poipropagata al resto dell’eco-nomia. In buona sostanza èaccaduto che si è tolto amolti per dare a pochi, anzi apochissimi. La seconda con-siderazione fondamentaleriguarda invece il fatto che,pur se sono in molti a parlarecon qualche leggerezza di ri-presa imminente ed ormaialle viste, dobbiamo atten-derci, soprattutto a Bresciaancora un 2010 di grandi dif-ficoltà, soprattutto sul ver-sante dell’occupazione. Cisaranno migliaia di personeche perderanno il lavoronelle prossime settimane, amano a mano che verrà a sca-denza la Cassa integrazioneavremo un esercito di per-sone in mobilità, moltedelle quali senza una realeprospettiva di reinseri-mento, anche per la neces-sità di un processo di forma-zione prima del ricolloca-mento».

E per quanto attiene all’edilizia?«In termini d’analisi di set-tore il quadro non cambiagranché, mentre sul ver-sante della domanda oc-corre dire che, proprioperché la crisi è stata fin dal-l’inizio soprattutto finan-ziaria, ciò che manca alle fa-miglie per realizzare il sognod’avere una casa è soprat-tutto il credito. Anche chipuò contare su risorse pro-prie per un 40% dell’investi-mento fatica ad avere a-scolto dalle banche; inoltreil risparmio delle famiglienon è più così consistentecome un tempo, col risultato

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INTERVISTA

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tutto se, almeno a livello lo-cale, si riuscirà a far capire aibanchieri che i meccanismiautomatici messi in campooggi per la gestione del cre-dito non sono assoluta-mente selettivi ed efficaci.Oggi chi si presenta in bancaper chiedere un finanzia-mento non ha spesso nep-pure la possibilità di pre-sentare le sue credenziali, lesue aspettative di gua-dagno, le sue idee: il suoprofilo entra in uno sche-mino che anche un ragazzinofresco di diploma può com-pilare. E quando si arriva alsettore di finanziamento,

ovvero l’edilizia e l’acquistodi una casa, il rischio pre-im-postato, indipendente-mente dal tipo d’opera-zione, è alto e porta drittialla bocciatura della do-manda. Occorre invece chenelle banche, soprattutto inquelle che hanno un realeradicamento sul territorio,anche l’acquisto di una casavenga valutato per quelloche è, sentendo le ragioni dichi compra, le sue reali pos-sibilità di guadagno e dispesa. Insomma tra diret-tore di filiale e cliente oc-corre tornare a guardarsinegli occhi, a dar retta al

che le giovani coppie nonpossono attingere alle ri-sorse dei genitori già ri-dotte».

La stretta creditizia insomma è ilnodo scorsoio che rischia di soffocareil volano di sviluppo rappresentatodal mercato immobiliare: la do-manda ci sarebbe ma mancanofondi. Che fare?«Ci sono indubbiamentequestioni macro-econo-miche che esulano dalla ca-pacità di intervento nostra,ma il fatto che “Casa se nonora quando?” veda impe-gnate anche le banche mipare un buon segno. Soprat-

buon senso e non solo agli a-settici e fallaci schemi stan-dard, che peraltro non han-no impedito il disastro con ilquale ci stiamo confron-tando. Senza questo muta-mento resto pessimista,molto pessimista».

E dopo il credito, quale altro nodoandrebbe sciolto?«L’altra pietra al collo dell’e-dilizia è certamente la buro-crazia, che in Italia è costosae dannosa, capace non solodi mettere i bastoni fra leruote ad ogni iniziativa pri-vata, ma pure di far abortiregli indirizzi politico ammini-

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in altri paesi europei sono invigore con successo da de-cenni. Solo noi italiani siamoconvinti che senza una nor-mativa specifica per ogniquestione, senza autorizza-zioni, pareri, conferenze deiservizi, commissioni di valu-tazione estetica e ambien-tale non si possa realizzareniente di buono in campo e-dilizio. Guardiamo ad e-sempio alla Germania. Quichi intende costruire devedarne semplice comunica-zione al Comune ed avere ilconsenso del vicino piùprossimo, quindi può farpartire il cantiere. Ad operaconclusa, se non sono staterispettate le norme urbani-stiche ed edilizie o sonostati lesi diritti di terzi, il Co-mune procede alla demoli-zione. Il vicino inoltre è ilprimo controllore che lo spi-rito delle norme venga ri-

spettato. Dirà qualcuno chein Italia anche un vicino liti-gioso basterebbe a fermareil cantiere, ma in Germania aquesto problema risponderapidamente l’ente pub-blico che interviene a valu-tare gli interessi contrap-posti e decide secondo e-quità. È l’isola di Utopia?No, è solo la Germania, unpaese dove evidentementeil buon senso ha ancora unvalore».

Da noi invece, par di capire che pro-prio le regole del buon senso sono ve-nute meno.«Ma è proprio rimettendo,tanto nei comportamentiprivati quanto in quelli pub-blici, quello che il codice at-tribuisce al buon padre di fa-miglia che potremo speraredi raddrizzare la china lungola quale stiamo scivolandoda troppo tempo. Ripeto:

strativi che i vari livelli di Go-verno promuovono. Vogliocitare ad esempio il caso delComune di Brescia, che è trai protagonisti insieme a noidi “Casa, se non ora quan-do?” e che ha annunciato divoler puntare anche conquesta iniziativa a rivitaliz-zare Brescia. L’intento è en-comiabile e condivisibile,ma se un progetto ha bisognidi due anni per il necessarioiter urbanistico e, risoltetutte le altre mille pastoie, ilcantiere non può partire chedopo 3-4 anni, si può ben ca-pire che l’impulso dato oggida Paroli e dalla sua Giuntapotrà avere qualche effettosolo tra un lustro, quandomagari le esigenze e le op-portunità saranno altre».

Qualcosa si sta facendo in veritàanche a Roma…«La mia sensazione è chesiano molte le parole e scar-sa l’efficacia, a cominciaredagli interventi del ministroBrunetta. Non è questionedi cattiva volontà, ma di unamacchina che non è ade-guata ai tempi, di procedurefarraginose, di personaledemotivato e deresponsa-bilizzato, di governo dei sin-dacati e non dei responsa-bili degli uffici…».

Anche qui si impone la stessa do-manda: che fare?«Penso da molto tempo chela prima grande riforma dicui l’Italia ha bisogno con-sista in un solo provvedi-mento che cancelli la mag-gior parte delle norme. At-tenzione, non si tratta dell’e-stremismo liberista d’un so-gnatore, ma di pratiche che

non è così utopico pensaread un intervento riformatoreche tolga le norme invece diaggiungerle. Anche perchési denunciano continua-mente gli abusi del citta-dino, ma io credo che do-vremmo cominciare a direche spesso il primo abuso ècompiuto da chi vara lanorma. Non è infatti un a-buso quello di imporre leggicontraddittorie, regola-menti di incerta interpreta-zione, codicilli semplice-mente assurdi? Di più: non èun abuso, una vera e propriavessazione lasciare ai fun-zionari di ogni ordine egrado un tale margine di di-screzionalità nell’interpre-tazione della norma, così daavere libertà d’intervento inun comune e vincoli insor-montabili, sul medesimocaso specifico appena pas-sato il confine comunale,

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INTERVISTA

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piano casa regionale, in al-cune realtà viene applicatocon profitto sia negli amplia-menti sia nelle ristruttura-zioni».

Su questo versante comunque il“che fare” rimanda ad altri livelli diresponsabilità, ad un movimentod’opinione, ad un mutamento dimentalità.«Esattamente. Da geometri,concretamente, non la-sciamo comunque caderel’argomento continuando lanostra quotidiana battaglia,offrendo anche qualche ideaoriginale».

A questo proposito in occasione di“Casa se non ora quando?” il Col-legio ha lanciato una proposta dav-

vero innovativa e potenzialmente ef-ficace in tema di interventi a sostegnodell’edilizia economica e popolare.«Il ragionamento che ab-biamo fatto anche all’asses-sore Scotti che è venuto atrovarci un paio di mesi fa. Iltema è proprio quello deglialloggi destinati a soddi-sfare la domanda d’una fa-scia di cittadini con un red-dito medio e medio basso.Ebbene, l’assessore bre-sciano ci ha confermato chela Regione ha a disposizionequest’anno altri nove mi-lioni di euro per la residenzaeconomica e popolare e siappresta a finanziare i pro-getti che le diverse Aler glisottoporranno. Succederàdunque come sempre che le

anche a soli 100 metri di di-stanza?».

Presidente, sta facendo battere lalingua dove il dente della categoriaduole da anni: possibile cha ancheper i recenti interventi regionali sulcosiddetto piano casa non solo ogniComune si sia mosso con il massimodi autonomia, decidendo quanto ecome vanificare le aperture del Pirel-lone (che erano peraltro state inse-rite in un quadro anti-crisi nazio-nale), ma pure ogni ufficio tecnicoscelga arbitrariamente la sua inter-pretazione di ogni norma?«Il nodo sta proprio qui,anche perché molti funzio-nari comunali si muovononel timore d’una censuranon certo della politica, madella magistratura. In pra-tica, laddove emerge unqualsivoglia dubbio inter-pretativo non cercano la so-luzione più logica o di buonsenso, ma quella più restrit-tiva, quella che più facil-mente si difende in tribu-nale. E spesso invitano il pri-vato o il professionista a ri-volgersi al Tar per avere unadiversa interpretazione. Èchiaro che con questi inter-locutori non è facile lavo-rare; ecco, questi funzionaricomunali dovrebbero quan-to meno comprendere che,in molti casi, stiamo difen-dendo il legittimo interessedei cittadini nostri commit-tenti. Certo, non si può fared’ogni erba un fascio e anzi,sono molti i tecnici comunalie i funzionari pubblici chenel Bresciano potremmoportare ad esempio per ab-negazione, capacità di dia-logo, disponibilità, cosìcome va sottolineato chequello che si è definito

Aler individueranno le aree,abbozzeranno i progetti,chiederanno i finanziamentie daranno gli incarichi per lerealizzazioni: avremo così unmigliaio di appartamentipronti tra qualche anno equesto mentre le case allefamiglie servono oggi ed ilmercato è pieno di abita-zioni invendute e sfitte ap-pena realizzate».

Ed invece i geometri cosa propon-gono?«Noi abbiamo proposto chele Aler facciano un bandoper acquistare case nuovema già realizzate che soddi-sfino tutta una serie di para-metri e le paghino quanto

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INTERVISTA

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«Un’equazione che ha unasola soluzione: poiché i costidi costruzione sono già al-l’osso, il risparmio dovrà es-sere fatto sull’acquisto del-l’area. Anche qui si dovràtornare ad un principio e adun canone, che era aureofino a non molti anni fa, se-condo il quale l’incidenzadell’area non poteva andareoltre il 20/25% del costo com-plessivo dell’opera».

Presidente, hai parlato dell’evolu-

zione dell’edilizia e dei molti campinei quali siamo chiamati ad operaree questa tua sottolineatura mi solle-cita a chiederti se la nostra categoriaa Brescia è preparata a questi mu-tamenti? In altre parole, ad un annoe mezzo dal tuo insediamento, dov’èche vedi necessario un maggio im-pegno del Collegio e dei colleghi?«Credo sinceramente chepoche categorie abbianoben chiaro quanto la nostrala necessità di adeguare lenostre capacità alle esi-genze sempre nuove e mu-

pagherebbero per la costru-zione di altre case, ovvero alprezzo di realizzo che è at-torno ai 1.500/1.700 euro almetro quadrato. Si otterreb-bero così tre risultati: le casesarebbero consegnate su-bito, sono infatti già pronte,il mercato vedrebbe ridursila pesante quota di inven-duto riavviando il ciclo e, so-prattutto, molte imprese esocietà immobiliari potreb-bero superare una situa-zione ormai insostenibilenel rapporto con le banche».

Queste imprese dovrebbero rinun-ciare ad una parte del guadagno pre-visto…«Ciascuna dovrebbe fare isuoi conti: decidere se con-tinuare a tenersi l’invendutosperando nel futuro o por-tare a casa quello che si puòper superare l’impasse.Nessun obbligo, ma una op-portunità».

Per il breve periodo pare una solu-zione davvero interessante, anche serestano i nodi di più lungo respiro.«Non c’è dubbio. Negli anniche ci aspettano l’ediliziasarà chiamata a cambiare inprofondità: dovranno essererealizzate case di migliorequalità, anti-sismiche, at-tente al risparmio energe-tico, con materiali eco-so-stenibili e che dovranno es-sere poste in vendita aprezzi più bassi. In pratica èprevedibile che i costi sali-ranno di un 10/20% ed iprezzi, se si vorrà stare sulmercato dovranno scenderedi altrettanto».

Un’equazione certo non facile da ri-solvere.

tevoli del mercato. E voglioaggiungere che il nostro Col-legio, in tutta la lunga presi-denza di Fausto Savoldi, maanche prima (io c’ero ancheallora!) ha puntato con deci-sione sui temi della forma-zione, con l’organizzazionedi corsi e di iter di approfon-dimento sulle materie piùdisparate che il mercato ri-chiede. Oggi ormai è infattichiaro che i geometri sa-ranno chiamati ad aggiun-gere cultura specifica allaformazione dei giovani findagli anni delle scuole supe-riori, ma soprattutto saràsulle loro spalle – sempre si-nergicamente con gli istitutisuperiori e l’università – ilcompletamento della pre-parazione del professio-nista di livello europeo ed ilsuo aggiornamento, la suaformazione continua. Il Col-legio sarà il fulcro di tuttiquesti progetti ed il nostro èda anni all’avanguardia,grazie certamente alla gran-de capacità di chi ci lavora,ma pure per l’impegno deimoltissimi che in manieradisinteressata offrono il loroprezioso apporto. A questicolleghi, a questi amici, vainnanzitutto il ringrazia-mento mio e di tutta la cate-goria bresciana».

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

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Dieci anni da ricordare

Dieci anni da ricordareGli anni che vanno dal 1997ad oggi rimarranno sempreemblematici nella storiadella Cassa Geometri. Inpoco piú di dieci anni, in-fatti, i decisori di questo or-ganismo hanno preso atto diun problema di sostenibilitàdi medio-lungo periodo e lohanno risolto, con tempi edefficacia del tutto unici.I momenti cruciali di questoarco di tempo sono statisempre segnati da azioniconcrete e dal varo di prov-vedimenti che hanno con-sentito alla Cassa Geometridi sopravvivere alle emer-genze e successivamente dirilanciarsi.Nel 1997 gli uffici attuarialidella Cassa hanno messo inevidenza una convergenzapericolosa fra l’andamentodei tributi e quello delleprestazioni. Le risultanzedel bilancio attuariale del-

C i è giunto in anteprima dal Consiglio Nazionale, che ringraziamoper la sollecitudine con la quale ha dato risposta alla nostra ri-chiesta di dati precisi sui numeri della nostra categoria in un pe-

riodo di persistente crisi della quale solo da poco si intravvedono possibilità dirisoluzione, un interessantissimo studio del Censis datato ottobre 2009, cheanalizza i dati ottenuti dalla Cassa Nazionale di Previdenza con interessantitabelle statistiche in cinque punti sul presente e il futuro della nostra profes-sione: 1. L’evoluzione della categoria; 2. Dieci anni da ricordare; 3. La go-vernance partecipata come leva vincente; 4. Un sistema integrato tra assi-stenza e previdenza; 5. Verso nuovi equilibri di sistema.Avremo modo di commentarli nel tempo, in questo numero ci preme offrireintegralmente ai nostri lettori il capitolo 2, perché sintetizza e prende atto dellemodifiche normative statutarie deliberate dalla nostra Cassa al fine di ga-rantire la sostenibilità del suo sistema previdenziale. Tali correttivi statutari,partiti con la presidenza Savoldi, ora stanno per essere ulteriormente affi-nate dal suo successore il presidente Amadasi (al riguardo vedi a pag. 12 el’intervista al medesimo proposta nel n. 4/09 della rivista.Provvedimenti tanto opportuni e necessari (seppure in alcuni casi difficili da“digerire”) che hanno consentito alla nostra categoria di garantirsi, come sot-tolinea il testo del Censis, «saldezza al futuro della categoria e di allungare lavita della Cassa».

stiche (con annesso amplia-mento dell’arco contribu-tivo necessario alla matura-zione del diritto) sia sul ver-sante dell’incremento delleentrate contributive, attra-verso un’azione sulle ali-quote e sulla platea contri-butiva. I vertici della CIPAGsono stati in grado di pren-dere decisioni efficaci etempestive graduando altempo stesso la propria a-zione riformatrice: nonhanno definito una politica“a strappi”, che non avrebbetrovato il sostegno e la ne-cessaria condivisione dellescelte da parte degli iscritti,piuttosto un’azione progres-siva ma costante, organica ea forte impronta decisio-nale. Tutto ciò ha permessoagli iscritti di comprendere afondo la doverosità e impro-rogabilità degli interventiproposti e di condividerli.In particolare, fra i piú signi-ficativi provvedimenti chenel tempo sono stati adot-tati occorre menzionare i se-guenti:Lato contributi– l’elevazione delle aliquote

contributive portate in unperiodo brevissimo, nel

1998, dal 7% al 10% e poi nel2006 dal 10% al 12% da ap-plicare entro il 2014, nonchél’innalzamento – ad anni al-terni rispetto al detto au-mento delle aliquote – deicontributi soggettivi ed in-tegrativi minimi;

– la maggiorazione dell’ali-quota integrativa, passatadal 2% al 4%;

– la modifica del regime i-scrittivo realizzata nel2003, a seguito della qualediviene obbligatoria l’iscri-zione alla Cassa di tutti gliiscritti all’Albo (l’eserciziodella professione si pre-sume fino a prova con-traria) e conseguente abo-lizione della categoriadegli iscritti di solidarietà:in altri termini, i geometriche esercitano la profes-sione in forma libera,anche se in modo saltuario,sono iscritti alla Cassa;

– l’iscrizione volontaria allaCassa per i geometri iscrittiin base alla legge 75/1985nei registri dei praticanti(professionisti inizial-mente privi di reddito pro-fessionale) con particolariagevolazioni per il paga-mento della contribuzionesoggettiva;

– la facoltà di riscatto di unnumero massimo di dueanni di pratica professio-nale effettivamente svoltacon versamento della cor-rispondente riserva mate-matica;

– l’ulteriore riduzione, fino alcompimento del trente-simo anno di età, ad 1/3 peri primi due anni e a 2/3 peri successivi tre anni del con-tributo soggettivo obbliga-torio in favore dei profes-

l’epoca (redatto a fine 1996)individuavano infatti unsaldo previdenziale nega-tivo già dal 1999, rendendocosí improrogabile l’ado-zione di provvedimenti cor-rettivi che consentissero dimodificare tali proiezioni.A seguito di questa presa dicoscienza, la Cassa ha adot-tato alcuni provvedimentiche nel tempo hanno por-tato ad un calmieramentodel model-lo retribu-tivo. Ampierano i mar-gini di inter-vento sulv e n t a g l i odei possi-bili provve-dimenti, siasul lato del-la riduzionedelle pre-s t a z i o n ip e n s i o n i -

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DAL CONSIGLIO NAZIONALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 11

Cassa di ricondurre a dina-miche separate l’anda-mento dei contributi e delleprestazioni, restituendo sal-dezza al futuro della cate-goria e di allungare la vitadella Cassa, cosí come ri-sulta dai bilanci attuariali

degli ultimi anni.Il tutto in un’ottica di organi-cità che si è manifestatachiaramente nel tempo eche ha permesso di predi-sporre una serie coerente diinterventi, a dimostrazionedel carattere di strutturalità

sionisti che si iscrivono perla prima volta alla Cassa.

Lato prestazioni– l’ampliamento dell’arco

contributivo di riferimentoper il calcolo pensionistico(portato progressivamen-te dai migliori 10 anni sugliultimi 15 ai migliori 25 annisu gli ultimi 30);

– gli interventi sulla pen-sione di anzianità con l’in-troduzione di un coeffi-ciente di riduzione corre-lato all’anzianità contribu-tiva;

– gli ulteriori interventi sullapensione di anzianità, conl’introduzione del sistemadi calcolo contributivo nelrispetto del principio delpro rata;

– l’introduzione del sistemacontributivo per il calcolodei supplementi pensioni-stici;

– l’intervento sulle aliquotee gli scaglioni di redditoper il calcolo dei tratta-menti con il sistema retri-butivo, tenendo contodella media redditualedella categoria;

– gli interventi sulla pen-sione di vecchiaia: au-mento dell’anzianità con-tributiva utile alla matura-zione del diritto (progres-sivamente dal 2007 al 2014da 30 a 35 anni), con possi-bilità in tale arco tempo-rale di ottenere la liquida-zione di un trattamento li-quidato con calcolo contri-butivo nel rispetto delprincipio del pro rata per chiabbia maturato i 30 anni dianzianità contributiva.

L’insieme di questi provve-dimenti ha consentito alla

della riforma complessivadel sistema, pur sempre o-rientato al rispetto del prin-cipio solidaristico di cate-goria.

Dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati riceviamo:«Oggetto: Formazione Professionale Continua. Obbligatorietà dal 1° gennaio 2010Con riferimento all’oggetto e al periodo di “monitoraggio e sperimentazione”, come previsto (edattuato) nel “Regolamento per la Formazione Continua, art. 13, comma 3”, si trasmette in allegatoil “Regolamento per la Formazione Professionale Continua”, approvato nella seduta del ConsiglioNazionale, tenutasi il 10 novembre c;a.Nel merito si ritiene di evidenziaare che il Regolamento, in vigore dal prossimo 1° gennaio 2010,modifica, sostanzialmente, le modalità di attribuzione dei Crediti Formativi Professionali; pertantoalla luce delle modifiche introdotte, i CFP, ai sensi dell’art. 8 del Regolamento, verranno cosí rico-nosciuti:1. Ai “Seminari” sono attribuiti i crediti professionali formativi nella misura di 1 CFP per ogni ora di

seminario (con un massimo di 4 CFP);2. Ai “Corsi di Formazione” i crediti formativi professionali sono attribuiti dal Consiglio Nazionale,

anche per singoli moduli formativi, valutando la durata, i temi trattati, la docenza e l’eventualeverifica finale.

3. Per le “Attività formative” di cui all’art. 7, i crediti formativi professionali saranno attribuito dalConsiglio Nazionale.

Si precisa che, in particolare per l’organizzazione dei “Corsi di Formazione”, si dovranno susse-guire e completare due precisi momenti:

1. un primo momento, di decisione e programmazione, da operare a cura del Consiglio delCollegio, che avrà a disposizione, sul sito della Fondazione Geometri Italiani (www.fondazione-geometri.it) un elenco, suddiviso per Aree tematiche, di tutti i corsi di formazione realizzabili.Per ogni corso, cui corrisponderà un preciso codice alfanumerico, sarà fruibile:• il relativo programma;• eventuali informazioni necessarie per l’organizzazione del Corso stesso, ad esempio:

a) la presenza minima percentuale richiesta;b) i Crediti Formativi Professionali da attribuire, stabiliti preventivamente dal Consiglio

Nazionale;c) suggerimenti sul conto economico in relazione al numero dei partecipanti e sul costo;d) eventuali contatti utili;

2. un secondo momento, prettamente operativo, dedicato alla gestione informatica dell’evento,che consentirà all’operatore, utilizzando le procedure informatiche, già sperimentate emesse a disposizione sul sito del Consiglio Nazionale, di inserire, semplicemente tramite ilcodice alfanumerico del corso, l’evento organizzato, fra quelli a disposizione degli iscritti edinserire i nominativi dei partecipanti.

Inoltre, al fine di implementare e/o aggiornare l’offerta formativa rivolta agli iscritti all’Albo, i CollegiProvinciali e Circoscrizionali potranno proporre al Consiglio Nazionale sulla base di esperienze giàattuate, eventuali ulteriori programmi di Corsi di Formazione, che, debitamente analizzati e condi-visi, verranno messi a disposizione di tutti i Collegi, con le modalità sopra indicate. ●

MODALITÀ DI ATTRIBUZIONE DEI CREDITI FORMATIVI

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DALLA CASSA

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Simonetta Vescovi Comitato Delegati: apportateimportanti modificheallo Statuto e ai Regolamenti

dere a 65 anni alla pensione contributiva in pro rata.La proposta in oggetto si concreta nell’innalzamento da 65a 67 anni dell’età richiesta per il perfezionamento del dirittoalla pensione di vecchiaia retributiva. Tale passaggio è ef-fettuato con gradualità dal 2010 al 2013, elevando ogni annodi sei mesi l’età richiesta. A partire dal 1° gennaio 2010, co-munque, gli iscritti che vorranno andare in pensione a 65anni potranno accedere ad un trattamento liquidato con ilcalcolo contributivo nel rispetto del principio del pro rata. Le motivazioni della proposta sono con tutta evidenza da ri-condurre alla necessità di assicurare la sostenibilità futuradell’Ente, attraverso una leva fino ad oggi non utilizzata nelnostro sistema. Tale leva tiene conto degli andamenti de-mografici e delle maggiori aspettative di vita della popola-zione e proprio per questo si pone in linea con l’evoluzioneprevidenziale in generale e con l’andamento della liberaprofessione in particolare, atteso che il professionista tendea prolungare sempre più la propria attività. Deve poi rilevarsi che l’innalzamento dell’età pensionabilepone il peso del provvedimento non solo sui giovani iscritti,ma anche su coloro che sono più vicini alla pensione, che inquesto modo vengono coinvolti nel processo di riformavolto ad assicurare l’equilibrio di gestione dell’Ente nelmedio e lungo periodo.

Nella riunione del Comitato del Delegati, svoltasia Roma nelle giornate del 23-24 e 25 novembrescorso, sono state apportate importanti modi-

fiche allo statuto e ai regolamenti della Cassa.La più significativa riguarda l’art. 2, comma 1 e art. 34, commi5 e 6 del Regolamento di Previdenza che prevede l’innalza-mento graduale dell’età anagrafica da 65 a 67 anni per l’ac-cesso alla pensione di vecchiaia.Tale modifica ha stimolato grandi discussioni da parte delComitato e tutti i delegati hanno avuto spazio per esprimerele convinzioni proprie e dei singoli Collegi provinciali, ma-turate anche nelle precedenti riunioni regionali ed interre-gionali. La forte motivazione della scelta è stata dettata dalla ne-cessità di assicurare la sostenibilità futura dell’Ente nelmedio-lungo periodo (così come richiesto dai Ministeri) e diconseguenza la tranquillità futura a tutta la categoria.L’innalzamento sarà graduale a partire dal gennaio 2010 perentrare a pieno regime nel 2013, questo per agevolare i col-leghi prossimi al pensionamento.I Delegati della Cassa hanno dunque condiviso e approvatole proposte di modifica statutarie e regolamentari predi-sposte dal Consiglio di Amministrazione e dalla Commis-sione Legislativa così come di seguito indicate e motivatein un documento del “Settore Studi Normativi – Legisla-zione e Contenzioso della Cassa”:

1) Modifica all’art. 14 dello Statuto: validità delle sedutedel Consiglio di Amministrazione in videoconferenza

La proposta consiste nell’integrare la disciplina statutariacon la previsione di nuove modalità di svolgimento delle se-dute del Consiglio di Amministrazione, consentendo che lestesse possano svolgersi in teleconferenza o in videoconfe-renza. Tale previsione trova fondamento nel codice civileche, recependo gli orientamenti della giurisprudenza inlinea con l’evoluzione tecnologica, permette la partecipa-zione alle riunioni mediante videoconferenza o altri mezzidi telecomunicazione, rimettendone ai singoli statuti la spe-cifica previsione, nel rispetto dell'identificazione dei parte-cipanti e della loro effettiva partecipazione alla discussioneed alla votazione.Le motivazioni e gli effetti della proposta possono agevol-mente valutarsi sia in termini di agilità e snellezza dei pro-cessi decisionali, che in termini di economia dei costi di ge-stione, consentendo tale modalità un notevole conteni-mento delle spese.

2) Modifiche all’art. 2, comma 1 e all’art. 34, commi 5 e 6del Regolamento di Previdenza: innalzamento gra-duale dell’età anagrafica (da 65 a 67 anni) per l’accessoalla pensione di vecchiaia retributiva e facoltà di acce-

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DALLA CASSA

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finitiva ad un trattamento contributivo, pur non escludendotale opportunità l’obbligo di versare la contribuzione nonprescritta, che verrà comunque recuperata dall’Ente. Dalpunto di vista della certezza dei rapporti assicurativi, talemodifica consente la cristallizzazione con il sistema contri-butivo di molte posizioni che altrimenti rimarrebbero a-perte e prive di tutela. Per quanto attiene, invece, all’abbassamento dell’anzianitàcontributiva da 10 a 5 anni, la stessa risponde ad un criteriodi effettività della tutela previdenziale, limitando le ipotesiin cui la contribuzione rimane improduttiva. Peraltro, in coe-renza con l’opportunità sopra descritta per le ipotesi di mo-rosità, si ritiene che la sussistenza dell’anzianità contribu-tiva minima richiesta (effettivo versamento per almenocinque anni) debba dar luogo alla liquidazione della pen-sione contributiva pur in presenza di eventuali morositàsulle ulteriori annualità, di cui verrà in ogni caso posto in es-sere il recupero. Gli effetti della proposta possono essere così illustrati:

Pensione contributiva in presenza di morosità ex art. 33,comma 1:65 anni di età + almeno 5 anni di anzianità contributiva

Gli effetti della proposta sono da rintracciare nel sistemaprevidenziale che ne deriva, nell’ambito del quale sarà pos-sibile comunque continuare a garantire, seppure al compi-mento dei 67 anni, un trattamento di vecchiaia calcolato conformula retributiva, con ulteriori possibilità per chi invecenon intenda attendere tale età. Lo schema sotto riportato illustra le possibilità offerte dal si-stema ove venga approvata la proposta in discussione (te-nendo per il momento fuori le previsioni regolamentari re-lative alla pensione contributiva ex art. 33).

Pensione retributiva: 67 anni di età (a regime nel 2013) + anzianità contributivarichiesta dagli artt. 2 e 34 del Reg. Prev. (32 anni nel 2010e 35 anni a regime nel 2015)

Pensione di vecchiaia contributiva con pro rata:65 anni di età + anzianità contributiva richiesta dagli artt.2 e 34 del Reg. Prev. (32 anni nel 2010 e 35 anni a regimenel 2015)

Pensione di anzianità contributiva con pro rata:40 anni di anzianità contributiva indipendentemente dal-l’età anagrafica (oltre alle ipotesi di accesso a detto trat-tamento con gli abbattimenti connessi all’età anagraficae all’anzianità contributiva);

3) Modifiche all’art. 33, commi 1 e 1bis del Regolamentodi Previdenza: opzione pensione contributiva in pre-senza di morosità

La proposta riguarda coloro che al compimento del 65°anno di età, pur vantando un periodo iscrittivo di 32 o piùanni (anzianità utile ex artt. 2 e 34), non abbiano provvedutoal pagamento integrale della relativa contribuzione. Fermorimanendo il recupero anche coattivo da parte dell’Entedella contribuzione non prescritta, la proposta in discus-sione introduce la possibilità per tali soggetti di ottenere invia definitiva la liquidazione della pensione calcolata con ilsistema contributivo sulla base dei soli contributi regolari.Laddove successivamente intervenga il pagamento o il re-cupero della contribuzione mancante, il trattamento sarà ri-liquidato sempre con calcolo contributivo a far data dal 1°giorno del mese successivo a quello dell’intervenuto versa-mento. Sempre in relazione all’art. 33 viene, altresì, proposto in viagenerale l’abbassamento da 10 a 5 anni dell’anzianità con-tributiva utile per la liquidazione della pensione. Le motivazioni della proposta sono da individuare nella ne-cessità di garantire un trattamento di vecchiaia anche nelleipotesi di irregolarità nel versamento della contribuzione,offrendo l’opportunità al pensionando di accedere in via de-

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6) Modifiche all’art. 44, comma 2 del Regolamento sullaContribuzione: riduzione delle sanzioni e rateizzazione

La proposta si concreta in una ulteriore riduzione delle san-zioni per le ipotesi di pagamento entro 60 giorni dall’accer-tamento fiscale delle somme dovute per contributi ed inte-ressi oppure adesione entro 60 giorni all’accertamento com-piuto dalla Cassa. Il vigente Regolamento prevede una ri-duzione della sanzione del 25% che, secondo la proposta,verrebbe aumentata al 50%. Si prevede, inoltre, di consen-tire la detta riduzione anche nell’ipotesi di pagamento ra-teale. Le motivazioni e gli effetti della proposta possono indivi-duarsi nell’esigenza di rendere più agevoli e definitivi gli ac-certamenti sulle violazioni compiute dagli iscritti, consen-tendo di definire in tempi brevi le posizioni assicurativo-contributive, senza necessità di ulteriori attività ammini-strative.

Pensione contributiva in presenza di morosità ex art. 33,comma 1bis:65 anni di età + periodo assicurativo pari ad almeno 32anni nel 2010 (35 anni a regime nel 2015) non coperto in-tegralmente dalla corrispondente contribuzione, ma conalmeno cinque anni di versamenti.

4) Modifiche all’art. 18, comma 6 del Regolamento di Pre-videnza: agevolazione dell’accesso alla pensione indi-retta in regime di totalizzazione

La proposta consiste nel rendere più agevole l’accesso allapensione indiretta in regime di totalizzazione: la normativache disciplina tale ultimo istituto, infatti, riconosce anche infavore dei superstiti la facoltà di ottenere la totalizzazionedei diversi periodi assicurativi, rinviando però alla disci-plina dell’ultima gestione di appartenenza la concreta re-golamentazione della fattispecie. Il nostro Regolamento diPrevidenza richiede per il riconoscimento della pensioneindiretta l’attualità dell’iscrizione del de cuius al momentodel decesso e la continuità dell’iscrizione per un decennioo per il minore periodo indicato nelle norme ulteriormenterichiamate. Le motivazioni e gli effetti della proposta sono da ricon-durre alla necessità di non vanificare la disciplina della to-talizzazione con l’applicazione dei requisiti richiesti per lapensione indiretta in via ordinaria: la proposta, infatti, miraad escludere tali requisiti (attualità e continuità dell’iscri-zione), dando rilievo esclusivamente al periodo iscrittivovalido da totalizzare ai fini di un unico trattamento.

5) Modifiche agli artt. 6, comma 7 e 7, comma 6, del Re-golamento sulla Contribuzione: comunicazioni obbliga-torie alla Cassa mediante l’inserimento dei dati reddi-tuali nel Modello Unico Persone Fisiche dell’Agenziadelle Entrate.

La proposta in esame è volta a sostituire l’attuale modalitàdi inoltro delle comunicazioni reddituali (modello 17 on-line) con l’inserimento dei dati reddituali nel Modello UnicoPersone Fisiche, permettendo anche il pagamento dei con-tributi previdenziali tramite il modello F24.Le motivazionie gli effetti della proposta sono di immediatacomprensione: la modalità di acquisizione diretta permet-terà, infatti, di realizzare una notevole semplificazione deiprocedimenti dichiarativi e contributivi, riducendo altresì inmaniera significativa i costi sostenuti dall’Amministrazioneper organizzare i controlli reddituali, con l’ulteriore van-taggio per i geometri di poter compensare i pagamenti pre-videnziali con eventuali crediti tributari.

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LEGALE

16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Avv. Francesco Cuzzetti Il Consulente Tecnico d’Ufficio(C.T.U.) e l’esperto

gere critiche e osservazionicirca le valutazioni peritali e-spresse dal CTU.Riassumendo: il nuovo art.191 dice che il Giudice, valu-tate le richieste istruttorieall’esito dell’udienza di trat-tazione, nomina il CTU, e che(questa è la novità) nellastessa ordinanza formula iquesiti. Il nuovo art. 195 diceche all’udienza in cui il Giu-dice conferisce l’incarico,

ora deve fissare anche tretermini: quello entro il qualeil CT deve inviare la periziaalle parti costituite; quelloentro il quale le parti de-vono trasmettere al CT leloro osservazioni; e quello,anteriore all’udienza, entroil quale il CT deve deposi-tare in cancelleria la perizia,le osservazioni e una sinte-tica valutazione sulle stesse.C’è poi la modifica dell’art.

Ritengo sempre u-tile ritornare suquesto tema, an-

che perchè vedo che lenorme relative non sono benrecepite e praticate da pa-recchi incaricati dagli ufficigiudiziari, come dimostreròcon l’esortazione finale.Inizio precisando che mi ri-ferirò sia alle norme che nelprocesso civile ai fini istrut-tori parlano dell’incarico alCTU, sia a quelleche ai fini del pro-cedimento esecu-tivo immobiliareparlano di espertoin quanto nel di-segno normativo,seguono ora unmedesimo mo-dello operativo.La riforma più re-cente è quelladelle norme dellaprocedura civileper quanto ri-guarda il CTU, esegue quella delprocedimento im-mobiliare. Essa hariguardato in parti-colare il comma 1dell’art. 191 Codicedi procedura civile,e il comma 3 del-l’art. 195, in fun-zione di un’accele-razione proces-suale con la ridu-zione dei tempidell’affidamentodell’incarico e delgiuramento e conl’introduzione al-l’interno delle ope-razioni peritali diun termine a ga-ranzia del dirittodelle parti di svol-

Il nostro Espertolegale conl’autorevolezza dellasua pluridecennaleesperienzadi procedimentidel Tribunale,ci ricorda alcunemodifichealle procedureoperative dei CTU,ma anchee soprattuttocoglie l’occasioneper sollecitarei consulential rispetto rigorosodelle datedi deposito delle loroperizie, cosa chedetermina spessoallungamentidei tempiprocessuali.I geometri interessatine prendano nota

Si è tenuta a Brescia il 25 novembre scorso nel nuovo Palazzo di Giustizia di viaLattanzio Gambara una riunione cui hanno partecipato il Presidente del Tribunaledi Brescia, i Presidenti delle Sezioni fallimentare e delle procedure esecutive, pre-senti altri Giudici e Cancellieri oltre ai tecnici del gruppo PCT-SIECIC di Brescia (èil Gruppo guida di lavoro Processo Civile Telematico che utilizza il software SIE-CIC) Tale riunione aveva per oggetto il processo telematico, al quale il Tribunaledi Brescia ha aderito. Per quanto attiene alle procedure esecutive immobiliari, lecancellerie del Tribunale si sono dichiarate pronte a recepire la nuova proceduraa partire dal 1° dicembre 2009.Nella fase attuale di questo cambiamento di rotta, solo l’Ordine degli avvocati puòdisporre della nuova procedura telematica e fra essi solo quelli del circondariopossono avvalersi delle procedure immobiliari [quasi] interamente on line senzarecarsi di persona in cancelleria.Una seconda parte della riunione è stata dedicata all’estensione ai ConsulentiTecnici di Ufficio (gli esperti, i cosiddetti CTU) delle procedure esecutive e falli-mentari. Saranno prossimamente convocate riunioni durante le quali i rappresen-tanti dei tecnici (CTU) e dei vari Ordini e Collegi stileranno un modello standard diperizia sul quale saranno riservati appositi spazi nei quali inserire i dati catastali egli estremi necessari all’individuazione del bene, la sua natura e consistenza, indi-spensabili per la sua successiva vendita all’asta.Anche i notai con la loro associazione di categoria stanno lavorando per favorireil nuovo procedimento; per ora c’è solo il problema della firma digitale.Pare insomma che tra non molto anche noi geometri CTU potremo svolgere ilnostro compito dallo studio e spedire telematicamente in Tribunale le nostre peri-zie, evitando finalmente i problemi del traffico e delle code per l’accesso agli Ufficigiudiziari, che tanto ci affliggono.

Stefano Fracascio

IL PROCESSO TELEMATICOE LE SUE ASPETTATIVE PRATICHE

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LEGALE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 17

una mia lamentela che ho ri-volto al Giudice delle Esecu-zioni circa il comportamentodi alcuni esperti, che può oraservire da monito anche peri CT data l’identità del mo-dello operativo.Ho fatto presente al Giudiceche capita spesso che alcuniesperti non si attengano al-l’osservanza dei termini dilegge per la comunicazionedella perizia alle parti e che

addirittura non rispettino iltermine per il deposito dellastessa loro dato, tanto dadover essere sollecitati. Ilche si traduce in un inaccet-tabile allungamento deitempi del procedimento,che è proprio quello che lalegge intende evitare. Nelfare questo esposto hochiesto una particolare at-tenzione, in modo da elimi-nare gli inadempienti che e-

23 delle disposizioni di at-tuazione del c.p.c. che intro-duce invece un limite mas-simo per gli incarichi confe-ribili a un medesimo sog-getto (pari al 10% di quelli af-fidati dal Tribunale).Vale la pena di ricordare aproposito del CTU, il limitedelle sue funzioni essendomolto importante che tengapresente il fatto di essereausiliario del Giudice, per e-vitare che (come spesso av-viene) esorbiti dai limitidella funzione peritale perinvadere il campo del giudi-cante, il che può veramentecreare un danno all’una o al-l’altra delle parti in causa. A tal proposito si tenga pre-sente che sono le parti incausa che devono provare ifatti costitutivi dei loro di-ritti, e che la consulenza tec-nica, deve soltanto aiutare ilGiudice, che la dispone asua discrezione, nella valu-tazione delle componentitecniche del materiale i-struttorio (prove testimo-niali, documenti) già rac-colto.

Da ciò risulta evi-dente la sostan-ziale differenza

con l’esperto nominatonelle esecuzioni immobi-liari al solo fine di dare un va-lore a un immobile.Il nuovo modello operativodella CT cui ho accennato, èstato mutuato in parte dalmodello già operante nelprocedimento esecutivo im-mobiliare fin dal 2006, equindi è già da tempo prati-cato per cui non intendo ri-petermi.Approfitto per comunicare

videntemente sono troppooccupati altrove.Non vorrei che le stesse di-sattenzioni si verificasseroora anche in ordine agli a-dempimenti prescritti per iCT, nel qual caso oltretutto sicreerebbero ben più gravidanni.

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LEGISLAZIONE

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Commissioni paesaggioRegolamento attuativo

Enti gestori dei Parchi si de-vono adeguare sono:– Istituzione di una Commis-

sione Paesaggio a livellosovraccomunale o a livellolocale, competente e pro-fessionalmente adeguata;

– individuazione di una pro-fessionalità istruttoria di-stinta da quella operantenel settore edilizio/urbani-stico.

Dgr n. 7977 del 6 agosto2008 Burl n. 34del 18 agosto 2008 seoDeterminazione in merito alla veri-fica della sussistenza dei requisiti diorganizzazione e di competenza tec-nico-scientifica per l’esercizio dellefunzioni paesaggistiche (art. 146, c.6, del C.Lgs n. 42/2004).

Allegato 1Criteri per la verifica, nei sog-getti delegati all’eserciziodella funzione autorizzatoriain materia di paesaggio,della sussistenza dei requi-siti di organizzazione e dicompetenza tecnico-scienti-fica stabiliti dall’art. 146,comma 6 del D.Lgs 22 gen-naio 2004 n. 42 e successivemodifiche ed integrazioni.

PremessaCon il presente documentosi dettano criteri cui gli Entilocali titolari delle funzionipaesaggistiche loro attri-buite dall’art. 80, commi 1, 3,4 e 5 della legge regionale 11marzo 2005 n. 12 e succes-sive modifiche ed integra-zioni, dovranno attenersi alfine di continuare ad eserci-tare tali funzioni successiva-mente al 31 dicembre 2008.Perché ciò possa avvenire,garantendo in tal modo la

continuità del quadro nor-mativo regionale vigente, ènecessario che, in base alladisposizioni dell’art. 146,comma 6 del D.Lgs 26 marzo2008, n. 63 «gli enti destina-tari della delega disponganodi strutture in grado di assi-curare un adeguato livello dicompetenze tecnico-scienti-fiche nonché di garantire ladifferenziazione tra le atti-vità di tutela paesaggisticaed esercizio di funzioni am-ministrative in materia urba-nistico-edilizia».Occorre quindi garantire siaun livello di competenzatecnico-scientifica che unadifferenziazione delle valu-tazioni paesaggistiche daquelle edilizie.Si ritiene che tali requisiti,considerata la nuova proce-dura autorizzatoria che en-trerà in vigore dal 1° gennaio2009, siano soddisfatti a se-guito della istituzione e no-mina della Commissioneper il paesaggio e dell’i-doneo completamentodella procedura autorizza-toria cui concorre il pre-scritto parere vincolante ri-lasciato dalla Soprinten-denza ai Beni Architettonicie per il Paesaggio che contri-buisce a garantire una valu-tazione specifica e auto-noma degli aspetti paesag-gistici rispetto a quelli urba-nistico-edilizi.Al fine di garantire la neces-saria adeguata istruttoria tec-nico-amministrativa relativaalle richieste di autorizza-zione paesaggistica ogniEnte locale titolare di fun-zioni paesaggistiche dovràindividuare, secondo quantoindicato nei presenti criteri,

La Giunta Regionaleha approvato la de-libera n. 7977 del 6

settembre 2008 avente peroggetto “Esercizio delle fun-zioni paesaggistiche. Deter-minazione in merito alla ve-rifica della sussistenza deirequisiti di organizzazione edi competenza tecnico-scientifica stabiliti dall’arti-colo 146, comma 6, del D.Lgs22 gennaio 2004 n. 42”.Con questo atto la Lombardiaè la prima regione italiana adadeguarsi al Codice dei beniculturali e del paesaggiocome modificato dal D.Lgs n.63/2008, volendo cosí preser-vare la sua politica sussidiarianei confronti degli Enti localie dei gestori delle aree pro-tette, che ormai da anni rila-sciano le autorizzazioni pae-saggistiche.È questo un passaggio im-portante, che vedrà tutti gliEnti impegnati ad ottempe-rare, entro il 14 novembre2008, a quanto previsto dal-l’Allegato 1 della Dgr, perpoter cosí conservare la po-testà di interlocuzione con ilcittadino, dopo che la Re-gione Lombardia avrà effet-tuato, entro il 31 dicembre2008, la verifica di sussi-stenza dei requisiti di orga-nizzazione e di competenzatecnico-scientifica in capoagli Enti stessi.Si tratta di uno sforzo co-mune per far sí che il pae-saggio lombardo si integri almeglio con gli aspetti sto-rico/ambientali e in rela-zione con la volontà dei cit-tadini che abitano le diverserealtà territoriali lombarde.I capisaldi della nuova nor-mativa a cui Enti locali ed

la struttura tecnica o la speci-fica professionalità cui attri-buire la responsabilità di ve-rificare gli elaborati proget-tuali allegati alla richiesta diautorizzazione paesaggi-stica, acquisire il parere dellaCommissione per il pae-saggio e trasmettere alla So-printendenza territorial-mente competente tali docu-menti unitamente alla real-zione tecnica illustrativa pre-vista dall’art; 146, comma 7del D.Lgs 63/2008.

C on il presente atto,visto l’art. 81, com-ma 1 della legge

regionale 11 marzo 2005 peradempiere all’obbligo dellacostituzione della Commis-sione per il paesaggio, si ri-chiama tale obbligatorietà aifini del lagittimo eserciziodelle funzioni paesaggi-stiche attribuite.Pertanto quegli enti che,sulla base dei criteri di se-guito illustrati, non avranno i-stituito e disciplinato la Com-missione per il paesaggio enon avranno individuato lastruttura tecnica o la specificaprofessionalità cui attribuirela responsabilità dell’istrut-toria tecnico-amministrativadelle richieste di autorizza-zione paesaggistica, non po-tranno esercitare dopo il 31dicembre 2008 la funzionipaesaggistiche loro attri-buite non essendo soddi-sfatti i requisiti stabiliti del-l’art. 146, comma 6 del D.Lgs.26 marzo 2008 n. 63.

Competenze e ruolodella Commissioneper il PaesaggioAi sensi e per gli effetti del-

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LEGISLAZIONE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 19

“soggetti con particolare,pluriennale e qualificata e-sperienza nella tutela delpaesaggio”.I criteri regionali, approvaticon Dgr n. VIII/2121 del 13marzo 2006, in attuazionedella legge regionale 11marzo 2005, n. 12, hanno me-glio precisato competenze,ambito di istituzione e re-quisiti dei membri dellaCommissione per il pae-saggio.In particolare si è segnalatal’opportunità che alle Com-missioni, oltre ai compiti e-splicitamente attribuiti perlegge, possa essere ancheassegnato il compito di e-sprimere i pareri relativi al-l’irrogazione delle sanzioniamministrative ed agli ac-certamenti di compatibilitàpaesaggistica ai sensi degliatricoli 167 e 181 del D.Lgs.22 gennaio 2004, n. 42 e suc-cessive modifiche ed inte-grazioni, alle procedure di

cui all’art. 32 della legge 28febbraio 1985 n. 47 ed allavalutazione paesistica deiprogetti, prevista dall’art. 30delle Norme di Attuazionedel PTPR per le aree non as-soggettate a tutela paesag-gistica, secondo le modalitàstabilite dalle “linee guidaper l’esame paesistico deiprogetti” di cui alla Dgr n.VII/11045 dell’8 novembre2002.

Nei suddetti criterisi è altresí evi-denziata l’oppor-

tunità di istituire le Commis-sioni per il paesaggio informa consorziata tra piú Co-muni contigui, appartenential medesimo ambito o allastessa unità di paesaggio,come individuati dal PianoTerritoriale Paesistico Re-gionale o dai Piani Territo-riali di Coordinamento Pro-vinciale e di Parchi, o co-munque interessati da ana-

loghe finalitàdi salvaguar-dia e valoriz-zazione dispecifici si-stemi di rile-vanza pae-saggistica esovralocale(quali ad e-sempio: lasussistenza dicaratteri pae-saggistici co-muni, la pre-senza di uncorso d’acquao canale, l’ap-partenenzaad un mede-simo ambitomorfologico,

l’art; 81 della Legge regio-nale 11 marzo 2005 n. 12, laCommissione per il pae-saggio ha il compito di espri-mere pareri obbligatori inmerito al rilascio delle auto-rizzazioni paesaggisticheper quanto riguarda le com-petenze amministrative at-tribuite agli Enti locali dal-l’art; 80 della medesimalegge. Tale Commissionedeve essere composta da“soggetti aventi particolaree qualificata esperienzanella tutela paesaggistico-ambientale”. L’articolo 148del D.Lgs. 22 gennaio 2004,n. 42 e successive modificheed integrazioni, assegna alleCommissioni per il pae-saggio il compito di espri-mere pareri nell’ambito deiprocedimenti autorizzatoriprevisti dagli articoli 146,147 e 159 della norma citata.Il medesimo articolo stabi-lisce che la Commissionedebba essere composta da

la presenza di particolari ti-pologie di insediamenti, lapresenza di un percorso sto-rico e/o panoramico, scc.).La scelta di consorziarsi con-sente non solo una maggioreefficienza amministrativa (siricuce il numero delle Com-missioni per il paesaggio co-munali), ma, soprattutto,una piú idonea ed efficace a-zione di salvaguardia e valo-rizzazione delle specificheconnotazioni del “pae-saggio” locale, garantendosinergie e coerenze di mag-giore respiro non persegui-bili tramite una politica ditutela costretta esclusiva-mente entro i confini ammi-nistrativi comunali.Infine è opportuno ribadireche la Commissione per ilpaesaggio esprime il pro-prio parere prestando parti-colare attenzione alla coe-renza dell’intervento in pro-getto con i principi, le normee i vincoli degli strumentipaesaggistici vigenti, nel-l’ottica di una tutela com-plessiva del territorio, valu-tando gli interventi propostiin relazione alla compatibi-lità con i valori paesaggisticiriconosciuti e la congruitàcon i criteri di gestione delbene tutelato, tenuto contodel Piano paesaggistico re-gionale e dei criteri regionalisopra richiamati.

Requisiti per i componentidella Commissioneper il paesaggioLa Commissione per il pae-saggio deve essere com-posta da un numero minimodi componenti, compreso ilPresidente, stabilito sullabase della dimensione de-

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LEGISLAZIONE

20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

chiesta, nonché gli ulteriorititoli professionali (parteci-pazione a corsi di forma-zione, master, iscrizione inAlbi professionali o regio-nali, partecipazione alleCommissioni per il pae-saggio) attinenti alla tutela evalorizzazione del pae-saggio dovranno risultaredal curriculum individualeallegato alla candidaturapresentata.

Istituzione e nominadella Commissioneper il PaesaggioGli Enti titolari delle fun-zioni amministrative in ma-teria paesaggistica, con spe-cifico provvedimento econformemente ai presenticriteri, istituiscono e disci-plinano la “Commissioneper il Paesaggio” ai sensidell’art. 81, commi 1 e 2 dellalegge regionale 11 marzo2005 n. 12 e dell’art. 148 delD.Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42,e successive modifiche edintegrazioni.I membri della Commis-sione del paesaggio sononominati con il medesimoprovvedimento istitutivo ocon successivo specificoatto, sulla base dei criteri edel possesso dei requisitiindicati al punto precedenteed a seguito di compara-zione dei curricula delle can-didature presentate.Il provvedimento di nominadovrà dare atto della con-gruenza dei titoli possedutidai candidati prescelti ri-spetto a quanto previsto daipresenti griteri.Sono ovviamente fattesalve le norme vigenti rela-tivamente ai casi di incom-

patibilità.Al riguardo si precisa che icomponenti non possonoessere contestualmentemembri della CommissioneEdilizia e/o Urbanistica osvolgere incarichi professio-nali di progettazione edi-lizia presso il medesimoEnte locale.Va ulteriormente ricordato,alla luce dei presenti criteri,che l’istituzione e la nominadi una specifica Commis-sione per il paesaggiopresso ogni Ente locale tito-lare di funzioni paesaggi-stiche (Comuni, Province,Parchi, Comunità Montane)costituisce elemento neces-sario ai fini del legittimo e-sercizio delle funzionistesse dopo il 31 dicembre2008.

Relativamente aiComuni si riba-disce, in sintonia

con i criteri di cui alla Dgr n.VIII/2121 del 13 marzo 2006,l’opportunità che la Com-missione per il paesaggio siacostituita in forma consor-ziata o associata.A tal fine, i Comuni che nonabbiano una propria Com-missione locale per il pae-saggio, possono istituirneuna in forma consorziata coni comuni contermini sullabase:– dell’appartenenza al me-

desimo ambito o allastessa unità tipologica dipaesaggio, come indivi-duati dal Piano TerritorialePaesistico Regionale o daiPiani Territoriali di Coordi-namento Provinciale e deiParchi, o comunque inte-ressati da analoghe finalità

mografica degli Enti locali,secondo la seguente tabella:– Comuni singoli o associati

inferiori a 15.000 abitanti:minimo tre componenti;

– Comunità montane, Entigestori dei Parchi, Pro-vince superiori a 15.001 a-bitanti: minimo 5 compo-nenti.

Il Presidente della Commis-sione dovrà essere in pos-sesso di laurea e abilita-zione all’esercizio della pro-fessione ed aver maturatouna qualificata esperienzacome libero professionista oin qualità di pubblico dipen-dente nell’ambito della tu-tela e valorizzazione deibeni paesaggistici.I componenti devono esserescelti tra i candidati chesiano in possesso di di-ploma universitario o laureao diploma di scuola mediasuperiore in una materia at-tinente l’uso, la pianifica-zione e la gestione del terri-torio e del paesaggio, la pro-gettazione edilizia ed urba-nistica, la tutela dei beni ar-chitettonici, le scienze geo-logiche, naturali, geogra-fiche ed ambientali.I componenti devono altresíaver maturato una qualifi-cata esperienza, almenotriennale se laureati ed al-meno quinquennale se di-plomati, nell’ambito della li-bera professione o in qualitàdi pubblico dipendente, inuna delle materie sopra in-dicate e con riferimento allatipologia delle funzioni pae-saggistiche attribuite al-l’ente locale al quale si pre-senta la candidatura.Il possesso del titolo distudio e dell’esperienza ri-

di salvaguardia e valoriz-zazione di specifici sistemidi rilevanza paesaggisticasovra locale;

– delle aggregazioni delle u-nioni esistenti di Comuni,consorziati per lo svolgi-mento di altre attività o for-nitura di servizi similari;

– di inioni e/o associazioni diComuni costituite apposi-tamente.

Si segnala la possibilità, inbase alle disposizioni delDecreto Legislativo 18 a-gosto 2000, n; 267 (“Testo u-nico delle leggi sull’ordina-mento degli Enti locali”), distipulare convenzioni traComuni o tra Comuni ed altriEnti locali sovraccomunali(comunità Montane, Enti ge-stori dei Parchi, Province),per la costituzione delleCommissioni per il pae-saggio: tali convenzioni do-vranno chiaramente indi-care i rapporti tra i diversiEnti anche relativamentealle competenze attribuite,alla composizione, nomina edurata della Commissionestessa.Gli Enti Locali titolari di fun-zioni paesaggistiche che ab-biano già istituito una Com-missione per il paesaggio, aisensi dell’art. 81, commi 1 e2 della legge regionale 11marzo 2005, n. 12, non deb-bono provvedere a unanuova istituzione qualoraquella esistente risulti, sullabase di esplicita dichiara-zione dell’Ente, adeguata econforme ai presenti criteri.

Da “Il Triangolo” 2/09

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LEGISLAZIONE

22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Quesiti “Piano casa”Chiarimenti regionali

metra bresciano” si im-pegna, crediamo interpre-tando le necessità dei geo-metri, a trattare di volta involta un argomento di inte-resse sul quale la Regioneavrà dato la sua interpreta-zione ufficiale. In tal modo-sarà possibile evitare queitroppo frequenti “intoppi”con le Amministrazioni e ri-solverli già in sede proget-tuale.Il primo quesito, peraltroposto da un nostro collegabresciano, comparso nel sitodella Regione Lombardia ela conseguente risposta chevi proponiamo, tratta l’ap-plicazione della legge suifabbricati in zona agricole-produttive.Il quesito posto era il se-guente: l’intervento di am-pliamento di cui all’art. 3 èpossibile anche se l’edificio re-sidenziale è ubicato in zone a-gricole o in zone produttive?

Risposta: sì, in quanto l’art.3, comma 1 preclude solo che

l’intervento di ampliamentosia realizzato all’interno deicentri storici o dei nuclei di an-tica formazione; pertanto,nulla osta all’applicazione ditale tipologia di interventoagli edifici ubicati in zone a-gricole o produttive, che ri-spettino tutti i requisiti legi-slativamente richiesti. Senella disciplina di zona la fun-zione residenziale è stretta-mente correlata alla funzioneagricola o produttiva, questoelemento deve essere confer-mato anche a seguito dell’in-tervento di ampliamento.La questione proposta ri-guarda un tema urbanisticoa nostro parere molto fre-quente, in special modo neiComuni a maggior sviluppoedilizio, quelli dove le cosìdette aree agricole non sonopiù utilizzate per agricolturaanche montana. In molte didette vaste porzioni di terri-torio esistono fabbricati re-golarmente autorizzati ante’75 a destinazione residen-ziale temporanea occasio-

La Legge Regionalen. 13/2009, il cosìdetto “Piano casa”

è vigente a tutti gli effetti dal16 ottobre 2009. Da alloraseppur timidamente alcunigeometri professionisti han-no preliminarmente iniziatola presentazione in Comunedi progetti compatibili conle nuove disposizioni; con-temporaneamente è ini-ziato, inutile negarlo, il “rim-pallo” di pareri fra l’interpre-tazione dei progettisti equella di molte amministra-zioni che al riguardo, nell’in-certezza quasi naturale diapplicazione “per la primavolta” della norma, tendonoad adottare interpretazionianche non condivisibili.La Regione stessa, attra-verso il suo ufficio legale – lacosa era stata anticipata alconvegno del 16 settembrescorso, presente l’AssessoreBoni e tutto il suo staff legale– aveva chiarito che la leggeera transitoria (durata 18mesi) e fatta per avere ra-pido effetto sull’economia.Già da allora la Regione, pro-prio per questo motivo, siera impegnata ad offrirechiarimenti rapidi sui suoi a-spetti di difficile applica-zione. Ed in effetti nel sitoF.A.C. e contatti (www.rilancioe-dilizia.regione.lombardia.it/cs/Sa-tellite?c=Page&childpagename=DG–Terr), quasi da subito ha e-spresso pareri ufficiali in ri-sposta ai quesiti posti daicittadini o dai tecnici chepossono essere utili nelladisamina delle problema-tiche che man mano emer-gono dall’applicazione dellalegge.Da questo numero “Il geo-

nale. Si tratta in genere divillette per fine settimanache hanno caratteristiche in-trinseche di abitazione nonagricola e non fungono nem-meno da abitazione al ser-vizio dell’agricoltura.Secondo l’interpretazionedata dalla Regione Lom-bardia dette costruzioniposte all’esterno dei centristorici, ovviamente solo inquei Comuni che non hannovietato l’applicazione dellaL.R. con Delibera entro il 15ottobre 2009, possono es-sere ampliate ai sensi del-l’art. 3 delle Legge mede-sima, pur essendo in zona a-gricola. È una precisazione quelladella Regione Lombardia dicui tutti i Comuni ci augu-riamo prendano atto, che ri-solve a nostro parere ognialtra interpretazione in me-rito di applicazione dellanorma in caso di progetto aisensi della L.R. 13/2009

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24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Manuel Antonini Il nuovo software “Cened+” perla stesura delle certificazionienergetiche: l’involucro

ACE relativo aDa questa scelta discende lamodalità di funzionamentodel programma ed è sceltacon conseguenze irrevoca-bili; infatti la procedura dicalcolo prevede azioni diffe-renti se l’ACE è riferito ad unedificio nuovo piuttosto cheesistente. Ricordo che, perdefinizione, è edificio nuovo«un edificio per il quale la ri-chiesta di permesso di co-struire o denuncia di inizioattività per interventi dinuova costruzione e/o de-molizione e ricostruzione siastata presentata successiva-mente al 20 luglio 2007».Tale distinzione incide sulladeterminazione puntuale(edificio nuovo) o forfetaria(solo edificio esistente) del-l’incidenza dei ponti termicinelle dispersioni per tra-smissione (componenti o-pache), del fattore correttivoFt in funzione dell’ambienteconfinante a quello oggettodi certificazione, della capa-cità termica areica.Incide, inoltre, nella proce-dura di determinazionedelle dispersioni e della re-lativa quota di recupero, afavore del riscaldamento,dei tratti di tubazione del-l’impianto di distribuzionedell’acqua calda sanitaria:per un edificio nuovo è ne-cessario descrivere tali trattiper l’effettiva lunghezza e latrasmittanza dei tubi, oltreche l’effettiva temperaturadegli ambienti nei qualisono inseriti; per edificio e-sistente è possibile fare rife-rimento al prospetto XXXIVdel Decreto 5796/2009 checonsente di calcolare le lun-ghezze dei tratti in funzione

agli ingombri massimi del-l’edificio nel quale sono in-seriti.Inoltre, cambia sostanzial-mente il modo di calcolodelle dispersioni per tra-smissione: per edificio esi-stente non si devono piùconsiderare le dispersioni e,quindi, le componenti o-pache o trasparenti, versoambienti riscaldati, a qua-lunque temperatura essisiano; ne discende che le di-spersioni possono avvenireesclusivamente verso e-sterno o verso ambienti nonserviti da impianto termico.Per edificio nuovo si deb-bono considerare anche ledispersioni verso ambienticon impianto termico matemperatura differente ri-spetto a quello oggetto dicertificazione: per i valori ditemperatura si deve fare ri-ferimento alle generalità delDecreto 5796/2009 (para-grafo E.3); le dispersioniverso ambienti non servitida impianto termico ven-gono calcolate in virtù del-l’effettiva temperatura diquell’ambiente e non forfe-tariamente, che va calcolatacome da Appendice A dellaprocedura di calcolo: CestecSpA ha messo a disposi-zione, a tal fine, un’utilità informato excel della quale sidescrive il funzionamentonel successivo articolo.

Numero di pianiclimatizzatiCorrisponde al numero dipiani climatizzati che divi-dono il sistema di genera-zione dell’impianto termicodal livello climatizzato piùdistante: il che significa che

I colleghi certificatori,dal 26 ottobre 2009, sistanno confrontando

con il nuovo software ap-prontato da Cestec SpA perla redazione degli Attestatidi Certificazione Energeticaai sensi del Decreto5796/2009: il Collegio geo-metri di Brescia continua lapropria attività di forma-zione di Soggetti certifica-tori secondo le nuove nor-mative e, in parallelo, ef-fettua corsi di aggiorna-mento per chi, già Certifica-tore, necessità di approfon-dimenti sulle nuove proce-dure.Dopo un primo periodo di“rodaggio”, siamo nelle con-dizioni di poter affrontare,con conoscenze maggiori, ilfunzionamento del nuovosoftware: da questo numeroe nei successivi, grazie alprezioso lavoro del P.I. Ro-berto Vincenzi, collabora-tore del Collegio di Brescia,Termotecnico ed espertoCertificatore, è nostra inten-zione concentrarci sugli a-spetti particolarmente inno-vativi e verosimilmente piùostici: le tipologie di caldaia,i sistemi di regolazione,l’uso delle utilità excel per ilcalcolo delle temperaturenegli ambienti non serviti daimpianto termico e per il cal-colo della capacità termicaareica. Ora intendo ripren-dere alcuni passaggi delprogramma in maniera sche-matica per fissare le moda-lità operative con le qualidobbiamo confrontarci,nello specifico, in merito alladescrizione dell’involucro;nel prossimo numero mi de-dicherò agli impianti.

se si certifica un’unità servitada un impianto centralizzatova inserito il numero totaledi piani climatizzati servitidall’impianto, indipenden-temente dall’ubicazionedella nostra unità.

Subalterni e zone termicheIl calcolo delle prestazioni e-nergetiche degli edificideve essere eseguito persingolo subalterno; ai sensidell’art. 10.2 della D.G.R.VIII/8745 rimane la possibi-lità di produrre un unico At-testato di Certificazione E-nergetica per più subalterni,in determinati casi, maquesto non solleva dalla ne-cessità di descrivere l’invo-lucro di ogni singolo subal-terno, come se fosse un edi-ficio a se stante. Anzi, ognisubalterno va suddivisonelle zone termiche di cui ècomposto.

L a suddivisionedell’edificio in su-balterni e zone ter-

miche avviene nella finestra“gestione subalterni” cheappare alla conclusione del-l’inserimento dei “dati ge-nerali e climatici”: è possi-bile inserire subalterni mul-tipli qualora abbiano unanumerazione progressiva,altrimenti si deve procederecon l’inserimento subal-terno per subalterno. Ognisubalterno va definito con lezone termiche di cui è com-posto: questo significa che sideve evitare di inserire su-balterni multipli, anche secon numerazione progres-siva, ma composti da diffe-renti zone termiche, altri-menti il programma associa

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 25

perficie utile interna dellecomponenti opache che de-limitano l’edificio (o zonatermica).

Elementi disperdentiIn questa fase vanno de-scritte tutte le componentiopache e trasparenti checomportano dispersioni pertrasmissione e ventilazionee che sono soggette ad ap-porti gratuiti. Secondoquanto detto prima, nel caso

di edificio esistente sono lecomponenti che dannoverso l’ambiente esterno overso edifici non serviti daimpianto termico; in caso diedificio nuovo anche quelleche separano rispetto ad unedificio a temperatura diffe-rente a quello oggetto di cer-tificazione.La descrizione delle compo-

nenti opache può avvenireattingendo ad un archivioCened, che fa riferimento astrutture predefinite danorme UNI, oppure da un ar-chivio personale che il Certi-ficatore deve creare, a suavolta attingendo dagli ar-chivi dei materiali: nella so-stanza, si tratta di descriverela stratigrafia della compo-nente opaca perché possaessere calcolata la trasmit-tanza termica della mede-

sima.Per quanto attiene alle com-ponenti trasparenti, la de-scrizione può avvenire dascheda tecnica, qualora ilCertificatore sia effettiva-mente in possesso del certi-ficato del produttore dellacomponente, oppure dastruttura di archivio sempli-cemente definendo i mate-

in automatico a tutti i subal-terni le stesse zone ter-miche.Come distinguere le zonetermiche? Si tratti di parti diedificio aventi la medesimadestinazione d’uso e la me-desima tipologia di sistemaimpiantistico: quindi unicogeneratore e unica tipologiadi sistema di emissione (ra-diatori, pannelli radianti,termoconvettori, ecc).Definiti subalterni e zonetermiche il software chiedel’inserimento dei dati di in-volucro dell’edificio perogni singolo subalterno eper ogni singola zona ter-mica di cui il subalterno sicompone, con procedurareiterativa.

Capacità termica areicaSi riferisce alla capacità del-l’edificio di fruire degli ap-porti gratuiti. In caso di edificio esistente,discende dalla combina-zione delle caratteristiche,rilevabili da menù a tendinanel software, dell’intonaco,dell’isolamento delle pa-reti, della tipologia di pareteesterna per peso e del pavi-mento: i valori che può assu-mere la capacità termica a-reica sono rilevabili dal pro-spetto XXIV della proceduradi calcolo.In caso di edificio nuovo sideve fare riferimento all’ap-pendice D della proceduradi calcolo e può essere usatal’utilità in excel messa a di-sposizione da Cestec SpA .Attenzione: l’area totale dainserire nel riquadro rela-tivo alla capacità in que-stione non è la superficiedell’edificio, bensì è la su-

riali, la tipologia di vetro edi dati metrici: in quest’ultimocaso non è possibile inci-dere sul valore della trasmit-tanza termica che viene as-segnata dal programma.Attenzione: nel caso si di-chiari che un materiale o uncomponente trasparentesono tratti da scheda tec-nica, al momento della chiu-sura della pratica con tra-smissione telematica a Ce-stec SpA viene richiesto di

allegare il file riproducenteil certificato medesimo!In questa parte del pro-gramma vanno inseriteanche le componenti che co-stituiscono una serra solare.

Superfici d’involucroÈ questa la fase nella quale,per le superfici opache,vanno definiti i dati metrici,

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26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

suddiviso per orienta-mento, oltre che le caratteri-stiche di eventuali elementischermati, ostruzioni ed ag-getti presenti.

Superfici serraVanno inserite, con la mede-sima procedura di cui alpunto precedente, tutte lesuperfici, opache e traspa-renti, che definiscono laserra, confinanti sia versol’ambiente climatizzato og-getto di certificazione cheverso esterno o altri am-bienti. Da questo discendeche, onde evitare il doppioinserimento, queste compo-nenti non devono essere in-serite nella parte “superficid’involucro”.Il volume richiesto è quellonetto dello spazio soleg-giato della serra.La scelta SI nel campo “ven-tilata nella stagione estiva”comporta il fatto che ilsoftware non tiene in consi-derazione gli apporti gratuitiper soleggiamento nella sta-gione estiva (altrimenti pe-nalizzante).

I ricambi orari richiesti pos-sono essere 0 nel caso diventilazione meccanica con-trollata oppure un valorespecifico elencato nel menùa tendina nel caso di ventila-zione naturale del volumedella serra.Nel descrivere le compo-nenti opache che compon-gono la serra, viene chiestose hanno collocazione in-terna o esterna: rispettiva-mente, verso l’ambiente og-getto di certificazione overso altri ambienti o e-sterno.

Fabbisogno di ACSNel caso in qui l’edificio og-getto di certificazione nonabbia destinazione residen-ziale, il calcolo del fabbi-sogno di energia necessarioalla produzione di acquacalda sanitaria è funzione dialcune semplici caratteri-stiche che devono esseredefinite e differenti per de-stinazione d’uso.In caso di edificio residen-ziale questo campo non è at-tivo in quanto il fabbisogno

l’esposizione, l’ambienteconfinante (che può esseresolo uno di quelli preceden-temente descritti) e l’even-tuale presenza di ostruzionie aggetti. Chiaramente l’ele-mento da descrivere può es-sere solo uno di quelli inse-riti nella fase “elementi di-sperdenti”.

Si incontra ora un’al-tra delle differenzesostanziali tra edi-

ficio esistente ed edificionuovo: in quest’ultimo casoè obbligatorio completare ladescrizione della compo-nente opaca con i ponti ter-mici che la caratterizzano (siafisici che geometrici) al finedi determinare in maniera a-nalitica la trasmittanza ter-mica della componente d’in-volucro. Qualora il ponte ter-mico non sia riferibile alla ca-sistica di cui alla norma UNIEN ISO 14683-2008 (rinveni-bile nel software), il valoredella trasmittanza termica li-neica del ponte termico vadeterminato ai sensi dell’ap-pendice B della proceduradi calcolo, quindi va calco-lata la trasmittanza termicadella componente con la for-mula 22 della medesimaprocedura.Attenzione: la lunghezza delponte termico, di cui vienechiesto di inserire il valore inml, deve essere suddivisatra le componenti che condi-vidono il ponte termicostesso.Per quanto attiene alle com-ponenti trasparenti, inquesta fase si richiede sola-mente di indicare il numerodi serramenti per tipologiaprecedentemente descritta,

viene calcolato come fun-zione della superficie utiledell’edificio precedente-mente inserita.Illuminazione naturaleIl campo è attivo esclusiva-mente per destinazionid’uso non residenziali, casiper i quali è necessario cal-colare il fabbisogno di e-nergia primaria per l’illumi-nazione dell’edificio che,chiaramente, è in funzionedella disponibilità di lucenaturale.Tanto è vero che il “nuovoambiente” di cui è chiesta ladescrizione va caratteriz-zato con il numero di com-ponenti trasparenti di cui èdotato, scegliendo traquelle inserite nel campo“superfici d’involucro”.

Attenzione: per am-biente è da inten-dersi un ambiente

dotato di caratteristiche illu-minotecniche omogenee,non per forza, anzi difficil-mente corrispondente allazona termica. Perché l’omo-geneità illuminotecnica èanche, semplicemente, fun-zione dell’orientamentodell’ambiente.Inoltre è sempre necessarioinserire nell’ambiente ser-ramenti aventi tutti mede-simo valore di trasmissioneluminosa (ricavabile dallascheda tecnica del vetro), al-trimenti devono esserecreati ambienti fittizi a cuiassociare una superficie u-tile in proporzione alla su-perficie della totalità deiserramenti che servonol’ambiente.

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28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Roberto Vincenzi Il calcolo della temperaturadegli ambienti non riscaldati

costante, calcolata secondo la metodologia descritta all’ Ap-pendice A, [°C].Il calcolo di quest’ultimo valore è una sorta di certificazionenella certificazione e può essere eseguito utilizzandosoftware commerciali (i più diffusi sono in grado di ese-guirlo), oppure avvalendosi del foglio di calcolo scaricabiledal sito http://www.cened.it/utilita?pid=01230044.Si tratta di un foglio elettronico in formato .xls utilizzabilecon Microsoft Excel (versione 2003 o successive).L’uso di questo foglio di calcolo, richiede almeno basilari co-noscenze del foglio elettronico (uso delle principali funzionicome copia / incolla, formattazione delle celle ...). Occorre i-noltre conoscere le basi dell’esecuzione del calcolo, che èfondato anch’esso sul calcolo delle dispersioni per trasmis-sione, delle dispersioni per ventilazione, degli apporti solariattraverso le componenti trasparenti e degli apporti interni.

Fig. 1: Impostazione dei filtri

Una particolarità del foglio di calcolo è data dall’utilizzo dei filtriper la selezione di alcuni valori da menù a tendina; non tutti isistemi operativi e non tutte le versioni di Microsoft Excel, ve-dono ed utilizzano i filtri allo stesso modo, pertanto ogni uti-lizzatore, dovrà trovare il modo migliore per utilizzare questostrumento. Nella figura 1 è indicata la modalità per visualizzarei filtri con la versione 2003 di Microsoft Excel.

Fig. 2: Uso dei filtri nella scheda “temperature esterne”, per la sele-zione di Provincia e Comune

Una delle novità introdotte dalla procedura di cal-colo 5796 (nuova procedura di calcolo per la reda-zione dell’Attestato di Certificazione Energetica), è

la determinazione della temperatura degli ambienti non ri-scaldati. La procedura, che applica sostanzialmente la normaUNI 11300-1, adotta questa modalità di calcolo per determi-nare l’esposizione delle pareti rivolte verso locali non dati diimpianto di riscaldamento, oppure riscaldati a temperaturadiversa da quella operante nel locale oggetto dell’ACE.Componente essenziale per determinare il fabbisogno di e-nergia primaria di un edificio, sono le dispersioni per tra-smissione tra l’involucro edilizio e gli ambienti confinanti.Queste dispersioni, sono calcolate con la

QT =HT .ΔΘ .Δt+QT,S [kWh](15) ove, ΔΘ è la differenza tra la temperatura interna prefissata dellazona termica considerata, Θi, e il valore medio mensile dellatemperatura media giornaliera esterna, Θe , [°C];Δt è la durata del mese considerato (si veda la (17)),[kh];QT,S è la quantità totale di energia trasferita per tra-smissione attraverso uno spazio soleggiatoadiacente alla zona climatizzata o a temperatura controllataconsiderato (si veda la (55)), [kWh];HT è il coefficiente di scambio termico per trasmis-sione tra la zona climatizzata o a temperatura controllata el’ambiente circostante, [W/K].Per edifici esistenti, il suo valore è dato dalla:

HT = ∑AL,k.UC,k .FT,k [W/K](19) ove,AL,k è l’area lorda della struttura k-esima, che separa lazona climatizzata o a temperatura controllata dall’ambientecircostante, [m2];UC,k è la trasmittanza termica media, eventualmentecorretta, della struttura k-esima, che separa la zona clima-tizzata o a temperatura controllata dall’ambiente circo-stante, [W/m2 K];FT,k è il fattore correttivo da applicare a ciascuna strut-tura k-esima così da tener conto delle diverse condizioni ditemperatura degli ambienti con cui essi sono a contatto(Prospetto III);k è il numero delle strutture disperdenti. Per edifici di nuova costruzione, il coefficiente di scambiotermico per trasmissione, HT, è dato dalla:

HT =∑AL,k .Uk . (Θi -Θa)/(Θi -Θe)(20) oveΘi è la temperatura interna prefissata della zona ter-mica considerata, (si veda § E.3), [°C];Θe è il valore medio mensile della temperatura mediagiornaliera esterna (si veda § E.6.3.7.1), [°C].Θa è la temperatura media mensile dell’ambiente cir-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 29

Fig. 5 : esempio di suggerimento con istruzioni per la compilazionedelle celle.

Una ultima annotazione sul risultato ottenuto con questo fo-glio di calcolo. I locali non riscaldati hanno generalmentequeste caratteristiche:1. non hanno un involucro coibentato (fino a poco tempo faera già difficile trovare ambienti riscaldati dotati di ade-guato isolamento...), quindi le dispersioni per trasmissionesono sempre molto alte.2. mancano o sono sempre molto bassi i contributi solari(sono praticamente assenti le strutture trasparenti),3. gli apporti interni (gli ambienti non riscaldati hanno ge-neralmente destinazione d’uso E.8, con apporti internimolto bassi.(4. La ventilazione di questi locali è sempre molto elevata (sipensi alle aperture di aerazione delle centrali termiche,delle autorimesse e dei box, ai sottotetti ecc.)Il risultato che si ottiene quindi è spesso molto prossimoalla temperatura esterna (a volte si riscontrano differenze dipochi decimi di grado tra la temperatura esterna e quelladel locale non riscaldato), ed è fortemente influenzato daltasso di ventilazione del locale non riscaldato. Purtroppoperò tale valore spesso non è noto, non essendo normato(lo è per i locali riscaldati, ma per i locali sopracitati, non e-sistono norme di riferimento che consentano di determi-nare per esempio il tasso di ricambio orario di una centraletermica o di un sottotetto). Possiamo concludere affermando che il calcolo della tem-peratura dei locali non riscaldati, presenta molti elementidi incertezza (rilievo dei locali, determinazione delle tra-smittanze delle pareti e dei serramenti, presenza di scher-mature ed ostacoli, tasso di ventilazione ...) che rendono ilrisultato veramente poco affidabile e sicuramente non ap-pagante del tempo impiegato per ottenere il risultatostesso; sarebbe quindi auspicabile in un futuro ripensa-mento della norma un ritorno ad una determinazione for-fettaria di tale valore di temperatura, così come è per gli e-difici esistenti, anche in considerazione del fatto che la nor-mativa ha già subito molte complicazioni e che forse aquesto punto ci meriteremmo anche delle semplificazioni.

Fig. 3 : uso dei filtri nella scheda “Appendice A”, per la selezione delladestinazione d’uso.

Altra particolarità è l’uso della funzione “incolla speciale”, dautilizzare al posto della funzione “incolla”. Con la modalità“incolla speciale”, è possibile infatti copiare in una cella il va-lore riportato nella cella di origine, senza copiare nella celladi destinazione la formula contenuta nella cella originaria.

Fig. 4 : Uso della funzione “incolla speciale”

Occorre inoltre utilizzare i suggerimenti visualizzabili la-sciando il cursore del mouse in corrispondenza dei triangolirossi visibili nell’angolo alto a destra di alcune celle; con-tengono istruzioni per la compilazione delle celle.

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30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Lavorare con qualità certificatadà grande soddisfazione.Lo assicura il collega Ongarini

L a società di Inge-gneria Tekno Pro-ject è una giovane

struttura dinamica e flessi-bile che opera nel settoredelle progettazioni, dellecostruzioni e della gestionedi opere sul territorio, of-frendo servizi e consulenzeinterdisciplinari nei settoridell’ingegneria, dell’archi-tettura, dell’urbanistica edella cartografia.Grazie all’elevata professio-nalità dell’organizzazioneinterna e dei suoi collabora-tori esterni è in grado di ri-spondere – come ci spiega ilsuo Presidente, geom. DarioTiziano Ongarini – «in ma-niera efficace alla richiestadi un mercato sempre piú e-voluto e orientato verso pro-getti integrati con approcciointerdisciplinare dove com-petenze diverse si comple-tano vicendevolmente».L’attività della Tekno Projectsi svolge a Bagnolo Mella inun’ampia e confortevolestruttura operativa il cui or-ganigramma è chiaramentedelineato nella figura 1.La Tekno Project ha matu-

rato, nell’arco dei suoi primi12 anni di vita, significative e-sperienze di lavoro nei set-tori territorio e urbanistica,architettura, ingegneria ci-vile, sicurezza, ingegneriadei trasporti, impiantistica estrutturale, geotecnica, ri-lievi strumentali e catasto,consulenze immobiliari e as-sistenza alle imprese; la suafilosofia operativa, secondoil geom. Ongarini, si basasulla professionalità e sullaqualità dei servizi offerti, so-prattutto sul versante dellasoddisfazione del cliente,della realizzazione dei suoidesideri, cosí che l’operaprogettata e realizzata ri-specchi la personalità delcliente e corrisponda alle sueintenzioni; rispettando tut-tavia l’identità progettualedella Tekno Project, rivolta ainterpretare le relazioni tra ilprogetto e lo spazio circo-stante. A tale proposito On-garini fa rilevare: «Altro trattodistintivo che caratterizza inostri lavori è la continua ri-cerca architettonica finaliz-zata alla stesura di un pro-getto molto curato, attento

Una Società di ingegneria – fondata e diretta da un geometra – come altrece ne sono, ma con una particolarità che la distingue, anche se non in ma-niera esclusiva, nel panorama bresciano: quella di aver subito capito e adot-tato sin dalla sua fondazione, un Sistema di gestione per la Qualità che a-derisce agli standard internazionali, in grado di soddisfare i requisiti dellanorma ISO 9001: 2000 (e successivamente ISO 9001: 2008). Un modocioè di condurre ciascun lavoro (anzi, ogni sua fase) secondo procedure pre-cise, rigide, costanti, meticolose, al fine di ridurre il rischio dell’errore e del-l’imprevisto, assicurare un ottimo rapporto qualità/prezzo e, soprattutto, disoddisfare il cliente, la vera ricchezza di ogni studio professionale.Abbiamo voluto saperne di piú: il geom. Ongarini, in un lungo colloquio, chequi di seguito abbiamo condensato, ci ha cortesemente fatto un’ampia pa-noramica interessante e istruttiva.Piú volte abbiamo messo in risalto le multiformi capacità dei geometri di muo-versi nel mondo del lavoro con cognizione e merito; il collega Ongarini ce nefornisce un’altra, nuova e degna di attenta considerazione.

Il geom. Dario Tiziano Ongarini di BagnoloMella è iscritto al Collegio geometri di Bresciadal 1987 e vanta un’esperienza ventennale,avendo iniziato l’attività professionaleimmediatamente dopo il diploma. Dal 1997 èpresidente e fondatore della Società diingeneria Tekno Project , una giovane edinamica struttura che opera nel settore dellaprogettazione e delle costruzioni, rivolta a unaclientela ampia e diversificata di privati,imprese, Amministrazioni ed Enti pubblici. Inquesto suo compito il geom. Ongarini ècoadiuvato da uno staff di tecnici moltoqualificati, aggiornati ed entusiasti conspecifiche competenze tecniche,dall’architettura all’urbanistica alla topografia,che operano in sinergia con tecnici esterniquali professionisti, imprese, struttureuniversitarie di ricerca, individuati con criterialtamente selettivi.

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all’utilizzo dei materiali e allescelte tecnologiche, innova-tive e all’avanguardia. Ma c’èancora un altro aspetto chemi preme mettere in evi-denza: è sempre presente,nelle linee guida della nostrasocietà, l’attenzione versoun’edilizia sostenibile, siadal punto di vista sociale, siada quello economico; il che sitraduce in uno studio moltoattento alle tecniche costrut-tive e alla scelta dei materialida impiegare, sia che si trattidi nuovi edifici, sia che sitratti di opere di recupero».Ma la cosa della quale DarioTiziano Ongarini mostra diessere particolarmente or-goglioso è la capacità dellasua Tekno Project di gestirel’intero percorso proget-tuale ed esecutivo, appli-cando un sistema di “ge-stione della qualità” che a-derisce agli standard inter-nazionali della norma ISO9001:2008 (e, prima, dellaISO 9001:2000).

Di cosa si tratta? Celo spiega lo stessogeom. Ongarini:

«Il tema della qualità, intesacome capacità di fornire ser-vizi conformi a specifichepredeterminate, ha sempreavuto un ruolo chiave nellosviluppo dei processi azien-dali. Nel corso degli ultimidecenni, tuttavia, l’evolu-zione della tecnologia ha fa-cilitato il rispetto delle spe-cifiche tecniche, mentrenuovi fattori quali il livello diservizio, la puntualità delleconsegne, ecc. hanno acqui-sito sempre maggiore im-portanza per il successo del-l’impresa. Il concetto qualità

A sinistra: la sede di Tekno Project aBagnolo Mella

Figura 1

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32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

LAVORI DI GEOMETRI

– è sempre Ongarini cheparla – si è quindi esteso atutta una serie di requisitiorganizzativi per il migliora-mento della performance com-petitiva. Fare qualità oggi si-gnifica intervenire sull’in-sieme di tutti i processi a-ziendali, affinché tutto ilpersonale che collabora ac-quisisca una mentalità o-rientata all’efficienza e al mi-glioramento continuo».La Tekno Project si è con-frontata per la prima voltacon il tema della qualità nel-l’ottobre 2003, attivando neimesi successivi il Sistema(ISO 9001: 2000) e raggiun-gendo l’obiettivo della certi-ficazione nel marzo 2004.Ma la società ha presto com-preso che la certificazionenon rappresenta un puntod’arrivo, quanto piuttosto ilpunto di partenza di un per-corso di miglioramento, at-traverso il quale promuo-vere una maggiore efficienzanella gestione e la soddisfa-zione di tutti gli attori coin-volti (clienti, fornitori, di-pendenti, ecc.) e perseguirel’obiettivo dell’eccellenzaamministrativa.Ottenere la certificazionedel proprio “sistema qua-lità”, oltre che un modo permostrare ai potenziali clientiil livello organizzativo rag-giunto e l’impegno profusoper la loro soddisfazione,rappresenta anche un primoimportante passo verso unacompleta integrazione dellevarie funzioni e verso una ef-ficace gestione aziendale.L’adozione del “Sistemaqualità cerificato” imponeinfatti l’attivazione di speci-fiche procedure, indicate

Figura 2

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nella figura 2, per teneresotto controllo continua-mente il risultato dei diversiprocessi aziendali e avviarele opportune azioni corret-tive, quando se ne scorga lanecessità.La filosofia gestionale dellaTekno Project punta a mi-gliorare i risultati aziendalisia sul piano reddituale e fi-nanziario, sia in termini disoddisfazione della clien-tela e dei lavoratori, nellaconsapevolezza che tuttiquesti fattori interagisconoin maniera sinergica.Ma chi garantisce il rispettodegli standard qualitatividell’azienda? – chiediamo alcollega Ongarini

«L’adeguatezzae la correttaapplicazione

del sistema di gestione perla qualità sono assicurate daverifiche ispettive interne egrazie ai controlli eseguiti daispettori esterni accreditatidagli Enti certificatori.Le metodologie operativedel processo di progetta-zione sono state perciò otti-mizzate nel tempo sullascorta dell’esperienza e tra-dotte in fasi di lavori checoinvolgono lo sviluppo tec-nico del progetto fino al com-pletamento dell’opera».«L’organizzazione interna –confermano i collaboratoridel presidente Ongarini –consente di condurre a buonfine il progetto rispettando itempi previsti con verificheinterdisciplinari e continuevalutazioni durante il per-corso».La programmazione che ac-compagana il progetto per-

Figura 3

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LAVORI DI GEOMETRI

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mette di confrontarsi con irequisiti di fattibilità alloscopo di determinare gli a-spetti prestazionali e i rela-tivi risultati economici e am-ministrativi.L’elaborazione progettuale el’esecuzione dell’opera se-guono perciò regole e mo-menti di verifica stabilitidalle procedure del “sistemaper la qualità”, in modo che ilprogetto risponda sempre aobiettivi di eccellenza.Ma vediamo (come pianifi-cato nello schema della fi-gura 3) in concreto come sisviluppa un progetto se-condo il sistema della ge-stione per la Qualità ISO9001:2008.

Processi relativi al ClienteA) Valutazione delle richiestee preparazione offerte. L’Uf-ficio commerciale è l’inter-faccia con il Cliente per la de-finizione dei requisiti dei ser-vizi offerti e valuta le ri-chieste del Cliente; quandolo ritiene necessario, effettuasopralluoghi, incontri, acqui-sisce documenti, in modo dadisporre di tutte le informa-zioni necessarie per predi-sporre un’offerta. Questa èredatta in forma scritta utiliz-zando lettere e disciplinarid’incarico appositamentepredisposti (quando si trattadi cliente privato), allo scopodi assicurare che tutti i requi-siti tecnico-commercialisiano definiti chiari e com-pleti; nel caso il cliente siauna Pubblica Amministra-zione, allegando tutta la do-cumentazione richiesta.

B) Ricevimento incarichi. Siaccettano solo incarichi

Piano di Recupero dell’edificio exMarinoni in Viale Europa a BagnoloMella.Progetto preliminare per lacostruzione di un edificio residenzialee commerciale, con demolizione delpreesistente edificio obsoleto.Il progetto si pone in un’ottica dipreservazione della qualità paesisticalocale e di tutela delle caratteristicheambientali e territoriali, attraversouna trasformazione scrupolosamentecontrollata.

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minati dal Responsabiledel progetto, prima diprocedere nella realiz-zazione del progetto;

– la definizione di tutti gli e-laborati in uscita richiestiquali i disegni elaboratidal Progettista; i capitolati;i calcoli strutturali; ogni

altro documento richiestodal Cliente, da Enti Pub-blici per la validazione delprogetto definiti dal Re-sponsabile di progettoprima dell’inizio della rea-lizzazione del progetto.

– la stesura, il riesame e laverifica del progetto preli-

LAVORI DI GEOMETRI

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scritti. Qualora l’incaricovenga discusso in presenzadel Cliente, il riesame dei re-quisiti è sottoscritto contem-poraneamente dal Cliente eda Tekno Project.Nel caso di incarichi tra-smessi dal Cliente, l’Ufficiocommerciale ne verifica lacongruenza con quanto pre-cedentemente definito; e-ventuali discordanze o in-comprensioni sono risoltecon il cliente prima di accet-tare l’incarico. Gli incarichiaccettati sono controfirmatidall’Ufficio commerciale ecomunicati internamente airesponsabili che provve-dono ad aprire una pratica ea programmare l’erogazionedel servizio.

C) Comunicazione con ilCliente. La Direzione e il Re-sponsabile per la gestionequalità (R.G.Q.) sono a di-sposizione del Cliente perfornire informazioni sui ser-vizi offerti e sui contatti in es-sere. L’Ufficio commerciale èl’interfaccia col Cliente per lasegnalazione di reclami, la-mentele, suggerimenti. Leinformazioni richieste dalCliente sono registrate e por-tate all’attenzione del R.G.Q.

Produzione ed erogazionedel servizio.A) Pianificazione generale. Ilprocesso di produzione ed e-rogazione di servizi, nonchéil processo di progettazionee sviluppo è pianificato inmodo da garantire il rispettopuntuale di tutti i requisitispecificati per i servizi ero-gati e comprende:– la definizione di schemi di

lavoro, cioè la “traduzione”

dei requisiti di ciascunapratica in specifiche di la-voro, è fatta mediante mo-dulistica interna, sullaquale vengono indicati i re-sponsabili ed eventualiscadenze tassative, al finedi assicurare che tutte le at-tività richieste siano svoltecorrettamente;

– istruzioni di lavoro interneper le fasi critiche dei pro-cessi;

– apparecchiature hardwaree software moderne e ag-giornate per assicurare l’e-rogazione di serviziconformi ai requisiti speci-ficati;

– attività di monitoraggio emisurazione;

– attività per la consegna deiservizi e controlli effettuatidalla Direzione per preve-nire possibili errori;

– attività di assistenza postvendita in base a quantoconcordato con il Cliente.

B) Pianificazione del processodi progettazione e sviluppo. Leprincipali fasi della progetta-zione sono:– l’acquisizione e l’analisi di

tutti gli elementi in in-gresso necessari per la rea-lizzazione del progetto,quali:• requisiti definiti dal

Cliente nell’incarico con-ferito a Tekno Project;

• ulteriori requisiti delCliente acquisiti e docu-mentati a seguito di in-contri, sopralluoghi, ri-lievi;

• requisiti di legge, normetecniche, ecc.;

• eventuali progetti similariprecedentemente rea-lizzati, acquisiti e riesa-

Progetto definitivo di tre ville inBagnolo Mella, disposte su tre livellicon giardino privato, doppio box ecantina, con caratteristichefinalizzate alla certificazioneenergetica in classe B.Le ville sono progettate per offrireabitazioni con consumi invernalidecisamente inferiori agli standard dilegge e grande confort estivo.

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minare;– la stesura, il riesame, la ve-

rifica e la validazione delprogetto definitivo da pre-sentare alla Pubblica Am-ministrazione per l’otteni-mento di autorizzazioni epermessi;

– la stesura, il riesame, la ve-

rifica e la validazione delprogetto esecutivo per ilcantiere;

– la validazione finale dellaprogettazione, compren-dente eventuali collaudistrutturali richiesti perlegge.

Ulteriori fasi possono essere

introdotte dalla Direzione.La Direzione, verifica la cor-retta esecuzione delle fasicon lo svolgersi della pro-gettazione.

C) Riesame della progetta-zione. La Direzione, con ilResponsabile di progetto,

effettua i riesami secondoquanto pianificato per valu-tare la capacità dei risultatidella progettazione di sod-disfare i requisiti definiti.Qualora vengano eviden-ziati problemi, si decidonole azioni necessarie.Nei riesami possono essere

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Piano di recupero dell’edificio exMarinoni in Bagnolo Mella.Progetto esecutivo. Pecularietàdell’intervento è l’utilizzo, in assenzadi adeguata area di manovraantistante l’ingresso al pianointerrato, di una piattaformaelevatrice per l’accesso delle auto aigarages interrati.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 39

A destra: due simulazioni avalidazione della progettazionepreliminare

coinvolti, secondo neces-sità: il Cliente per assicurareil soddisfacimento delle suerichieste; i fornitori o tecnicidi settore, per verificare lafattibilità delle soluzionitecniche adottate; altri sog-getti interessati.I riesami effettuati sono do-cumentati su appositi ver-bali di riunione o sui progettistessi e firmati dal Clienteper approvazione finale.

D) Verifica della progettazione.Il Responsabile di progetto,secondo quanto pianificato e

in base a necessità, verificache i documenti generatisiano corretti, completi e di-mostrino rispondenza con glielementi in ingresso alla pro-gettazione. Quando è rite-nuto necessario, la verificapuò essere effettuata coin-volgendo la Direzione. I do-cumenti verificati vengonoarchiviati, fornendo evi-denza delle verifiche effet-tuate e del loro esito.

E) Validazione della progetta-zione. Tekno Project effettuala validazione secondo

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quanto pianificato per assi-curare che il prodotto dellaprogettazione sia in grado disoddisfare i requisiti perl’applicazione specificata.La validazione avviene pergradi successivi e può com-prendere le seguenti fasi: ef-fettuazione di simulazionimediante supporto soft-ware; approvazione del pro-getto definitivo da parte delCliente; ottenimento delleautorizzazioni e dei per-messi; accettazione da partedel Cliente del lavoro posto

in opera; collaudi strutturalieventualmente richiesti danorme o leggi vigenti: a se-conda delle richieste, i col-laudi possono essere effet-tuati da professionisti abili-tati incaricati dal Cliente oda Tekno Project.I risultati della validazionesono registrati e conservati.

F) Modifiche della progetta-zione. La necessità di appor-tare modifiche ai progetti incorso può emergere in qual-siasi fase per diretta richiesta

del Cliente o per opportunitàemersa in sede di riesame-verifica-validazione.La fattibilità tecnica di ognimodifica e il rispetto dei re-quisiti viene verificata dalResponsabile di progetto,considerando anche le impli-cazioni su altre parti del pro-getto e su prodotti eventual-mente già realizzati. Tutte lemodifiche decise vengonodocumentate e la Direzioneverifica che siano trasmessealle funzioni interessate.

G) Gestione dei cantieri. Ilprocesso di progettazione esviluppo è seguito dal pro-cesso di Gestione dei can-tieri, che contempla l’eroga-zione dei seguenti servizi:– Direzione lavori, intesa

come:• la direzione ad alta sor-

veglianza dei lavori convisite periodiche nel nu-mero necessario ema-nando le disposizioni egli ordini per l’attua-zione dell’opera proget-tata nelle sue varie fasi

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esecutive e sorveglian-done la buona riuscita;

• le verifiche e gli inter-venti finalizzati all’ese-cuzione dei lavori a re-gola d’arte e in confor-mità al progetto e al con-tratto.

– Contabilità lavori, intesacome: liquidazione dei la-vori, ossia verifica deiquantitativi e delle misuredelle forniture e delle o-pere eseguite e liquisda-zione dei conti parziali e fi-nali;

– Sicurezza cantieri:• il coordinamento della

sicurezza per la proget-tazione e nel dettaglio leseguenti prestazioni:a) collaborazione con il

progettista per indivi-duare gli appronta-menti per la sicurezzae determinarne i rela-tivi costi;

b) redazione del Piano disicurezza e coordina-mento;

c) determinazione deicosti della sicurezza;

d) predisposizione delfascicolo contenentele informazioni utili aifini della prevenzione

e protezione dai rischicui sono esposti i la-voratori.

• Il Coordinamento dellasicurezza per l’esecu-zione, e nel dettaglio, leseguenti prestazioni:a) assicurare, tramite op-

portune azioni dicoordinamento, l’ap-plicazione delle di-sposizioni contenutenei piani di sicurezzae di coordinamento edelle relative proce-dure di lavoro;

b) adeguare i Piani di si-curezza e di Coordina-mento e i Piani opera-tivi di sicurezza e il fa-

scicolo con le caratte-ristiche del cantiere,in relazione all’evolu-zione dei lavori e alleeventuali modificheintervenute.

Per i servizi di Direzione La-vori e Gestione sicurezza, laTekno Project effettua la va-lidazione dei processi perassicurare la capacità deglistessi di conseguire i risul-tati pianificati.

H) Validazione dei processi diproduzione e di erogazione deiservizi. Tekno Project ef-fettua la validazione dei pro-cessi per i quali le eventualicarenze possono eviden-

Nuova Costruzione di tre ville in viadon Enrico Cotelli a Bagnolo Mella.A sinistra: particolare dei cementiarmati predisposto durante laprogettazione esecutiva, condettaglio fotografico dei lavori eseguitinel rispetto delle disposizioniimpartite dalla Direzione Lavori.Sotto: ponteggio a norma durantel’erogazione del servizio diCoordinamento della Sicurezza infase di esecuzione dei lavori

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le seguenti disposizioni:– i processi devono essere

riesaminati e approvati insede di riesame da partedella direzione;

– il personale che svolge taliprocessi deve essere com-petente e qualificato se-

ziarsi solo dopo che il ser-vizio è stato erogato (per es.Direzione lavori e Gestionesicurezza). La validazione èeffettuata per assicurare lacapacità di questi processidi conseguire i risultati pia-nificati e avviene mediante

condo criteri definiti, nelrispetto di eventuali re-quisiti di legge;

– le apparecchiature utiliz-zate devono essere verifi-cate per assicurare la vali-dità dei risultati;

– definizione di procedure e

registrazioni specifiche inbase a necessità, qualorala Direzione lo ritenga ne-cessario per garantire unmaggior controllo.

I) Identificazione e rintraccia-bilità. Ogni pratica è identifi-

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LAVORI DI GEOMETRI

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 43

i relativi documenti con-sente in ogni caso, anche adistanza di tempo, di rico-struire in modo univoco l’iterdi ciascuna pratica gestita.

cate e gestite secondo lemodalità definite nel “Ma-nuale di qualità”.La rintracciabilità non è unrequisito specifico, né ri-chiesto da leggi/regola-menti vigenti. L’archivia-zione delle pratiche e di tutti

A sinistra: nuova costruzione in viadon Enrico Cotelli. Planimetria dicantiere approntata durantel’erogazione del servizio diCoordinamento della Sicurezza infase di progettazione.Sotto: Piano di recupero della “excascina Ravasio” di Bagnolo Mella:realizzato nel rispetto delle

caratteristiche formali e tipologicheoriginarie degradate, era finalizzatoal riutilizzo commerciale (pasticceria-caffetteria Sirani, via Gramsci)dell’edificio, con zone vendita edegustazione, laboratorio, locali perdipendenti, accessori e tecnici.Vista dello stato originario e a lavoriultimati.

cata mediante indicazionedel nome del cliente e unadescrizione sintetica dellaprestazione richiesta, assi-curando la facile identifica-zione di ciascuna pratica eprevenendo possibili errorio perdite di documenti.

Gli schemi di lavoro interniconsentono di identificarelo stato di avanzamento diciascuna pratica, eviden-ziando lo svolgimento diogni singola attività.Eventuali pratiche nonconformi vengono identifi-

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AGRICOLTURA & FORESTE

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Valeria Sonvico Direttiva nitrati: al viacon richiesta di deroga.Un’opportunità pesante

profonde dall’inquinamen-to di nitrati di origine agri-cola e prevede il rispetto diutilizzare su terreni agricoli,come concimazione orga-nica proveniente da ef-fluenti di allevamento (le-tami, liquami), un massimodi 170 kg unità di azoto perettaro per anno in zone defi-nite vulnerabili secondo unaclassificazione regionale,basata sull’interazione di treaspetti: le caratteristichepedologiche, il carico zoo-tecnico e i dati di monito-raggio delle acque.Ormai sono trascorsi dueanni dall’approvazione delProgramma di Azione regio-nale (d.g.r. 5868/07), riguar-

do l’applicazione delle di-sposizioni della Direttivaeuropea, e da poco si è con-cluso il primo passo opera-tivo a carico delle imprese a-gricole con l’inoltro pressocomuni territoriali della co-municazione comprensivadi Piano di Utilizzazione A-gronomica degli apporti a-zotati, organici e di sintesi.Le domande redatte attra-verso il sistema informativodella Regione Lombardiasono state 16.725 e questodà chiaramente l’idea delcoinvolgimento delle im-prese del territorio negli a-dempimenti amministrativi,sia che esse siano di indi-rizzo zootecnico sia di indi-

Avevamo già pre-sentato sul numero4 del 2008 de “Il

geometra bresciano” la deli-cata problematica legata al-l’applicazione della Diret-tiva Nitrati (Dir.676/91CE)che coinvolge le imprese a-gricole lombarde e, ad oggi,intendiamo fornire un ag-giornamento sull’iter intra-preso dalla Regione Lom-bardia a tutela dell’attivitàzootecnica e, indiretta-mente, del ricco e preziosopatrimonio agroalimentarecorrelato.Ricordiamo brevementeche la direttiva ha come ob-biettivo la salvaguardiadelle acque superficiali e

rizzo cerealicolo, a cui ven-gono aggiunte tutte le realtàesonerate dalla comunica-zione, ma che, comunque,devono rispettare alcune di-sposizioni, ad esempio i di-vieti spazio temporali dellospandimento dei reflui zoo-tecnici.Nel frattempo le aziende sistanno orientando versoscelte tecnologiche e im-prenditoriali che possanofarle rientrare nei limitid’uso imposti dalla diret-tiva, ma è ormai noto che, invirtù dei nuovi calcoli eu-ropei, alcune zone lom-barde anche al termine degliadeguamenti previsti entroil dicembre 2010 saranno inforte criticità con un carico diazoto/ettaro nettamente su-periore a quello consentito.Due sono le strade in corsoper far fronte alla dramma-tica situazione che potrebbeverificarsi laddove non sus-sistano le condizioni perrientrare nei parametri so-praccitati.La prima, fortemente soste-nuta dalla principale orga-nizzazione agricola – Coldi-retti –, riguarda la modifica eintegrazione della direttivanitrati. Infatti, l’evoluzionedelle norma di carattere am-bientale susseguite dal 1991ad oggi, la necessità di inte-grarle tra loro e una parteci-pazione attiva e concreta daparte di tutti i settori che in-fluiscono sulla qualità delleacque per il consumo umanoa difesa della salute di tutti icittadini risultano indispen-sabili e non è accettabile cheesclusivamente il settore a-gricolo ne sia coinvolto,quando non è la causa prin-

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 45

celle;• Limite dei 170 kgN/ha/an-

no derogabile a 280kgN/Ha/anno;

• Colture considerate: maisin monosuccessione aciclo lungo, mais seguitoda erbaio invernale, pratopermanente o avvicen-dato con minore 50% di le-guminose. Il limite si ab-bassa a 250 kgN/ha/annoper le colture cereale au-tunno vernino seguito daerbaio estivo, altre coltureil cui assorbimento pre-vede 250 kgN ad es combi-nazioni con orticole

• Assicurare efficienza nel-l’uso degli effluenti del65% con fertilizzazioneprima della semina o in co-pertura con adeguate tec-niche

• Obbligo di raccolta dell’in-tera pianta (anche con pro-

duzione di granella);• Misure di controllo per

contenere la volatilizza-zione e l’accumulo di fo-sforo nei terreni;

• Registrazione dei dati sultrasporto mediante GPS esulla composizione dellefrazioni solide separate edelocalizzate al di fuoridell’azienda

• Campionamenti e analisiperiodiche sul contenutodi azoto e fosforo dei ter-reni interessati alla de-roga;

Saranno necessarialmeno tre pas-saggi al Comitato

Nitrati da parte del Mini-stero dell’Ambiente, porta-voce delle richieste condi-vise regionali, e a seguito diparere positivo da partedella Commissione Eu-

cipale dello stato della con-centrazione di nitrati nelleacque.Inoltre, la necessità di valo-rizzare l’effluente di alleva-mento quale risorsa impor-tantissima per la concima-zione dei terreni e di esti-mato valore economico a-ziendale, che purtroppo ladirettiva non riconosce ob-bligando, di fatto, a coprirefabbisogni colturali che su-perano i 170 kgN/ha/annocon fertilizzanti di origine di-versa da quella dell’ef-fluente, ad esempio fertiliz-zanti minerali.

L a seconda, attual-mente in atto, è l’a-vanzamento anche

da parte dello Stato italianodella richiesta di deroga allaCommissione Europea,come già altri Stati membrihanno fatto (ad esempioFiandre, Germania, Olanda).Nel mese di settembre u.s.l’Italia ha presentato ufficial-mente tale richiesta per in-nalzare il limite d’uso di 170kgN/ha/anno nelle zone defi-nite vulnerabili per mezzo diun documento iniziale conte-nete le modalità atte a soste-nere le proposte avanzate.L’Italia è il primo paese delmediterraneo a richiedere laderoga e al momento ven-gono considerate solo le re-gioni appartenenti al bacinopadano-veneto (Piemonte,Lombardia, Emilia Roma-gna, Veneto, Friuli VeneziaGiulia).In sintesi alcuni dei conte-nuti della proposta:• L’azienda potrà chiedere

deroga per l’intera super-ficie aziendale o per parti-

ropea annualmente la sin-gola azienda che potrà pre-sentare richiesta per andarein deroga.Gli impegni sono articolati ecomplessi sia sotto il puntodi vista gestionale operativoche quello burocratico, per-tanto, pur rappresentandouna concreta opportunità,non potrà essere la solu-zione per tutti.I lavori sono in corso equesto dà margini per poterintervenire alla predisposi-zione di proposte mirate allasemplificazione ammini-strativa e portare avanti pro-getti di ricerca applicata perpoter trovare soluzioni inno-vative e tecnologiche effi-caci ed efficienti per ridurreil contenuto di azoto neglieffluenti di allevamento.

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AGRICOLTURA & FORESTE

46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Appunti praticidi ingegneria naturalistica(Parte settima)

13 - TRINCEE DRENANTI

Cosa sono

Sono canali in terra nei quali sono interrati dei pannelli dre-nanti.

A cosa servonoPer il drenaggio supeficiale e sotto-superficiale.

Dove servonoIn versante come intervento longitudinale.Opera lineare.

Che materiale utilizzare• pannelli drenanti e geotessuto;• pozzetti fessurati d’ispezione in calcestruzzo;• guaina isolante impermeabile occhiellata in polietilene;• chiodature, anelli metallici o filo di ferro da legatura per

armatura;• terreno vegetale o materiale di risulta;• eventuale fascinata viva drenante;• semente.

Quali mezzi ed attrezzature• escavatore;• piccone e pala;• motosega.

Come realizzarle

• taglio della vegetazione arborea ed arbustiva, con accata-stamento ordinato del materiale di risulta;

• effettuare lo scavo in sezione ristretta (la forma e la gran-dezza dello scavo può variare in base al tipo di terreno);

• preparare i pannelli drenanti sul bordo dello scavo;• stendere la guaina impermeabile occhiellata sul bordo

dello scavo, per tutta la lunghezza dei pannelli;• allineare i pannelli sopra la guaina in modo verticale e o-

rizzontale in base al tipo di scavo;• giuntare i pannelli con anelli metallici o filo di ferro, in alto

e in basso;• risvoltare le fascette protettive in geotessile dei pannelli

su di un lato, per impedire che, durante la posa, il terrenonon si inserisca nella superficie drenante;

• ancorare la guaina drenante impermeabile occhiellata aipannelli attraverso gli occhielli;

• messa in opera dei pannelli drenanti nello scavo con l’usodi macchine operatrici o con l’uso di corde;

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 47

PROBLEMATICHE SOLUZIONI• venuta d’acqua laterale ☛ • posa di un sistema di fascinate drenanti confluenti

• pendenza eccessiva ☛ • posa di tubi di drenaggio e geocomposti

• porre ad intervalli regolari i pozzetti d’ispezione;• posare l’eventuale aggiunta di pannelli drenanti verticali

(camini), sopra la prima fila;• posare l’eventuale fascinata drenante;• chiudere lo scavo e seminare.

Quando realizzarliTutto l’anno.

Alcuni suggerimentiLa profondità di scavo deve arrivare sino allo strato ghiaiososotto il quale normalmente è localizzato lo strato di argillaimpermeabile: porre particolare attenzione alla captazionedella sorgente nella testa della trincea, eventualmente rea-lizzare trincee a ventaglio. Lungo i versanti è importante la-sciare ruscellare l’acqua nello scavo in trincea per qualchegiorno, cosí da asportare naturalmente le parti fini che an-

drebbero ad ostruire il pannello. Posare a lato e superior-mente ai pannelli le ramaglie del taglio vegetazione e deisassi per aumentare il drenaggio. Con il sistema dei “caminidrenanti” è importante legare verticalmente e orizzontal-mente il pannello sopra la striscia già assemblata; il pan-nello posizionato verticalmente dovrà essere legato aquello sottostante in sei punti di giunzione (zona d’angoloe due zone centrali). In ogni caso il lato sommitale del ca-mino dovrà essere fasciato e coperto da geotessuto. I raggisolari possono con il tempo alterare la struttura del pan-nello. Per garantire una perfetta funzionalità del sistema, suipunti di unione fra i vari “rami” devono essere realizzati deipozzetti fessurati d’ispezione, che dovranno essere isolaticon guaina.

Opere similiTubo di drenaggio, fascinate drenanti, canali di drenaggio.

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AGRICOLTURA & FORESTE

48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

14 - BIOTESSILIEsistono in commercio numerosi prodotti specifici quali gri-glie, reti, stuoie e tessuti che possono essere impiegati indiverse condizioni e con molteplici finalità:• consolidamento di versanti franosi;• consolidamento di sponde, argini, rive fluviali o lacustri;• consolidamento di piste da sci;• recupero di ex cave;• consolidamento di rilevati artificiali;• costruzione di barriere antirumore;• realizzazione di parchi urbani e impianti sportivi.

Questi prodotti possono essere di materiale naturale, sin-tetico o misto ed offrono diversi vantaggi:• riduzione dell’erosione superficiale nel periodo post-in-

tervento in attesa della copertura vegetale;• protezione degli strati superficiali contro eventuali smot-

tamenti perché inglobano le particelle del suolo;• capacità di distribuzione dei carichi e degli sforzi di tra-

zione su ampie superfici;• possibilità d’inerbimento delle superfici interessate dal-

l’intervento;• opportunità di avere inclinazioni superiori a quelle otte-

nibili in funzione della coesione del terreno;• riduzione dell’evaporazione idrica del terreno e capacità

di conservazione di un certo grado d’umidità del suolo; lereti di origine naturale possono assorbire 2-3 litri/mq diacqua;

• capacità di drenaggio degli accumuli d’acqua del terreno;• disponibilità di una gamma di prodotti con diversi gradi di

permeabilità, resistenza, flessibilità, elasticità e maneg-gevolezza.

Questi materiali biodegradabili sono classificati come bio-tessili ed appartengono ad una serie di prodotti realizzaticon diverso materiale, che hanno il compito di proteggeredall’erosione terreni. Questi prodotti biodegradabili pos-siedono una durata limitata nel tempo, per cui è fonda-mentale favorire la crescita della vegetazione. La seminamanuale, è consigliata quella in primavera o in autunno,deve essere eseguita sotto la biostuoia, mentre l’idrose-mina è opportuno realizzarla nella parte superiore.

Biostuoie:sono dei materassini par-zialmente biodegradabilicostituiti da filamenti dipaglia o cocco, trattenutimediante una reticella fo-tossidabile su un lato e daun foglio di cellulosa dal-l’altro. Favoriscono l’at-tecchimento della vegetazione erbacea ed arborea sullescarpate in terra, trattenendo l’umidità e proteggendo isemi dall’azione battente della pioggia. Le biostuoie pos-sono essere preseminate anche con miscele prescelte.

Biofeltri:sono dei non-tessuticomposti da fibre vege-tali, parzialmente o nonbiodegradabili. Agevo-lano la crescita della ve-

getazione erbacea ed arborea controllando temporanea-mente i fenomeni erosivi. Possono essere usati su scarpatein terra o in roccia con inclinazioni anche elevate. La durataprevista è di circa due stagioni vegetative.

Bioreti:al contrario delle tipo-logie precedenti, sonostuoie totalmente biode-gradabili e costituite dafibre di cocco o juta, di-sposte secondo trama edordito in modo da realiz-zare una maglia aperta.

GEOSINTETICI

GeoretiSono dei prodotti sintetici, realizzati con vari procedimentidi tipo industriale, che originano dei materiali tridimensio-nali: presentano un alto indice alveolare (cavità superiori al

90%), con una serie di monofilamenti continui termosaldatinei punti di contatto e con dimensioni limitate. Il materas-sino impedisce che il terreno presente anche nel suo in-terno venga asportato dai normali fenomeni erosivi. Oltre alle funzioni sopra riportate, le georeti sono in gradodi ridurre la velocità dell’acqua di scorrimento superficialenel caso siano impiegate come rivestimento nei canali. Con-trastano l’erosione eolica delle scarpate simulando l’azionedell’apparato radicale. Favoriscono l’instaurarsi di un mi-croclima consentendo la germinazione dei semi: le radicidelle piante riescono facilmente ad intrecciarsi nella geo-rete migliorando la protezione del suolo.Sono materiali idonei per soluzioni composte in un sistemaintegrato, che in genere prevede la presenza del terreno ve-getale e della vegetazione.I polimeri utilizzati sono nylon, polipropilene e polietilene;il nylon è piú utilizzato in quanto consente di avere dellebuone resistenze meccaniche, sia nei singoli fili sia nel ma-terassino, mantenendole anche per un intervallo di tempe-ratura compreso tra -30°C e +100°C.Queste caratteristiche consentono di avere diametri dei filiridotti, realizzando strutture molto aggrovigliate (fino a

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AGRICOLTURA & FORESTE

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 51

2.400 metri di filo per mq) con un peso limitato.Le georeti in nylon sono ignifughe ed autoestinguenti, pre-sentando una temperatura di fusione del polimero supe-riore ai 200°C, al contrario di altri materiali sintetici.Il materiale non rilascia componenti nell’ambiente, sia incondizioni di asciutto sia in acqua, avendo anche una lungaresistenza ai raggi UV.Devono essere stese su uno strato di terreno vegetale op-portunamente regolarizzato: le scarpate su cui collocare legeoreti non dovranno presentare problemi di instabilità, inquanto svolgono solo l’azione superficiale di protezione al-l’erosione; è opportuno ancorarle in testa e al piede dellascarpata con picchetti e pali (tipo palizzata) opportuna-mente interrati in trincee.

GeotessiliAppartengono alla famiglia dei geosintetici: sono dei mate-riali bidimensionali realizzati con fibre, che svolgono com-piti di separazione, filtrazione, protezione meccanica erinforzo del terreno.Le caratteristiche sono influenzate dal tipo di polimero uti-lizzato per le fibre e dal tipo di lavorazione. I polimeri uti-

lizzati sono: poliestere, polipropilene, poliammide e polie-tilene.Si distinguono per tipo di lavorazione, esistono i geotessilitessuti ed i geotessili non tessuti.Per geotessili tessuti si intendono tutti i materiali che pre-

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sentano le fibre disposte indue direzioni perpendico-lari fra loro, indicate comu-nemente come trama ed or-dito; l’accoppiamento dellefibre è dato dal tipo di tessi-tura.I geotessili non tessutihanno le fibre disposte ca-sualmente ed il loro accop-piamento può essere otte-nuto con un procedimentomeccanico (agugliatura conun numero elevato di aghi) oun processo di termosalda-tura.I non tessuti, oltre che per lametodologia di accoppia-mento, si distinguono per lalunghezza delle fibre utiliz-zate, che sono dette dafiocco, per quelle corte, o afilo continuo.Le differenze sostanziali trale due categorie sono princi-palmente la resistenza allatrazione e l’allungamentodelle fibre: per i tessuti ri-sulta molto elevata la prima,mentre molto bassa la se-conda; per i non tessuti è ilcontrario. Queste diversitàdeterminano i campi di im-piego.I geotessili tessuti, in fun-zione delle caratteristichedelle fibre utilizzate e dellaloro quantità, possono darluogo a prestazioni di resi-stenza a trazione eccezionaliche, in proporzione al loropeso, risultano notevol-mente superiori a quelledell’acciaio. Il loro utilizzoprincipale è per il rinforzodel terreno, anche se sono ingrado di esplicare funzionidi separazione e filtro.

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 53

TUBI PER IL DRENAGGIOCostituiscono una soluzione ideale per risolvere i problemilegati al drenaggio, alla raccolta e al deflusso delle acquesotterranee.

Quelli piú utilizzati sono in lamiera ondulata in acciaio zin-cato (tipo Finsider), ma esistono anche in PVC ed in parti-colari leghe metalliche; le loro caratteristiche garantisconoda un lato una buona resistenza all’azione abrasiva del-

l’acqua e dall’altro la leggerezza e la flessibilità d’impiego,opportuni per rendere veloce ed economico ogni tipo di in-tervento. I tubi sono dotati di fori, distribuiti su due o quattro file pertutta la lunghezza, in grado di migliorare l’azione di filtraggioe raccolta delle acque. I tubi possiedono dimensioni di-verse, i diametri oscillano da 10 a 180 cm per una lunghezzamassima di 6 m. Gli spessori, variabili da 0,5 a 1,5 mm, sonoin funzione del diametro del tubo ed alle condizioni di in-stallazione.I tubi microfessurati sono sempre associati a geotessili nontessuto, che sono avvolti attorno agli stessi previa posa dighiaia o fascine vegetali, per evitare l’intasamento dei foriad opera delle particelle fini del terreno.

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54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

• sintetici.

Leganti e collanti• mulch (fibra di cellulosa, fibra di legno, paglia, fieno);• altri materiali con funzione di apporto di sostanza organica

al suolo, tra cui attivatori del terreno (alghe, micorrize).

Quali mezzi ed attrezzature• trattore, autocarro o fuoristrada;• idroseminatrice;• manichette e lancia;• secchi graduati, bilancia.

Come realizzarla• preparare la botte dell’idroseminatrice con acqua, se-

mente, concime e collante;• spargere il prodotto opportunamente miscelato sulla su-

perficie, avendo cura di distribuirlo omogeneamente;• eseguire eventualmente una seconda passata distri-

buendo acqua, collante, ammendante e fibra vegetale pereseguire protezioni e semina a spessore (idrosemina po-tenziata);

• pulire accuratamente l’idroseminatrice.

15 - IDROSEMINA

Cosa èInerbimento mediante proiezione idraulica di una miscelain soluzione acquosa di sementi, concimi e leganti, effet-tuata con apposita macchina specializzata (idrosemina-trice), che può essere trainata o trasportata.

A cosa servePer evitare l’erosione e favorire il ripristino ambientale.

Dove serveLungo le scarpate stradali, gli argini ed i corpi frana. È utiliz-

zata sia come singolo intervento sia in abbinamento ad o-pere di consolidamento e stabilizzazione superficiale. O-pera di rinverdimento bidimensionale.

Che materiale utilizzareSementi• miscugli di sementi erbacee ed arbustive reperiti in com-

mercio;• miscugli di sementi erbacee ed arbustive raccolti in loco;• fiorume (residui di erbe prative reperibili nei fienili);

Concimi e fertilizzanti• di origine naturale reperiti in commercio (concimi ed am-

mendanti organici);• di origine naturale reperiti in loco (stallatico maturo, ecc.);

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 55

Quando realizzarlaDurante il riposo vegetativo all’inizio della primavera. Perparticolari esigenze di cantiere è possibile eseguire la se-mina anche nel periodo estivo solo dopo un giorno dipioggia.

Alcuni suggerimentiI limiti di applicazione sono l’eccessiva pendenza, il sub-strato sassoso o terroso dilavato. In questi casi l’idroseminadeve essere eseguita in combinazione con sistemi di pro-tezione meccanica delle superfici di intervento, mediantela posa di reti, stuoie e lo spargimento di paglia, fieno o fibrevegetali a base di cellulosa.L’idrosemina nasce quale risposta all’inerbimento su scar-

pate o su versanti ad elevata pendenza, ma viene ampia-mente utilizzata anche per superfici ridotte o con poca pen-denza, grazie all’elevato rendimento operativo e qualita-tivo. È possibile l’impiego dell’elicottero ove il cantiere siainaccessibile all’idroseminatrice e per grandi superficicome le piste da sci.Col termine “semina” s’intendono le operazioni di inerbi-mento mediante spargimento manuale di sementi e ferti-lizzanti. È consigliata solo per superfici inferiori a 500 mq;Per questa tipologia è opportuno immergere il seme inacqua qualche minuto prima dello spargimento, allo scopodi avere un prodotto piú pesante e facilmente applicabile.Evitare la semina nei giorni ventosi ed in periodi moltocaldi.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

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Prezzi delle derrate agricoledefiniti in C. di C.per l’annata agraria 2008-2009

Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura - Brescia

Medie dei prezzi delle derrate agricoleper l’annata agraria 11 novembre 2008 - 10 novembre 2009

annata agraria I semestre II semestreDerrate 11 novembre 2008 11 novembre 2008 11 maggio 2009

10 novembre 2009 10 maggio 2009 10 novembre 2009

CEREALI

Prezzi del mercato libero, merce su veicolo all’aziendadel produttore, alla rinfusa, pagamento alla consegna

– Frumento fino n. q. n. q. n. q.

– Frumento buono mercantile 141,38 146,12 135,14

– Granoturco nazionale giallo 129,03 125,12 133,75

FORAGGI

Pressati su veicolo all’azienda del produttore

– Fieno maggengo 118,61 119,29 117,63

– Fieno agostano 105,89 105,29 106,91

– Fieno terzuolo 104,39 105,29 103,14

– Fieno di erba medica 121,16 120,29 122,43

– Paglia 53,47 55,00 51,25

LATTE INDUSTRIALE

(intero, genuino, refrigerato) 315,00* - -

* Prezzo RILEVATO dalla Commissione camerale

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 57

Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura - BresciaLa Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, viste le proposte della Commissione Consultiva relative alla determinazione dei prezzidi consumo in luogo, con riferimento al 10 novembre 2009, delle scorte morte nelle aziende rurali della provincia di Brescia e dei coefficienti delle ta-riffe per le piantagioni; visti gli artt. 49 e 50 del Capitolato 31 maggio 1900, gli artt. 52 e 53 del Capitolato 1913 e del Capitolato 1921, gli artt; 50 e 51del Capitolato 1947, l’art; 27 del Capitolato 7 maggio 1955, nonché le disposizioni del Capitolato 1 maggio 1929, approva e pubblica i seguenti:

PREZZI AL 10 NOVEMBRE 2009

2008 2009

Fieno misto di prato stabile di primo taglio ton 125,00 128,00

Fieno misto di prato stabile di secondo taglio ton 112,00 115,00

Fieno misto di prato stabile di terzo taglio ton 108,00 111,00

Fieno di erba medica e/o trifoglio ladino di primo e secondo taglio ton 125,00 128,00

Fieno di erba medica e/o trifoglio ladino di terzo e quarto taglio ton 108,00 111,00

Fieno di erba medica di quinto e sesto taglio ton 102,00 105,00

Fieno silo di erba medica ton 32,00 33,00

Fieno di prato novello di leguminosa ton 112,00 115,00

Fieno di loietto ton 108,00 111,00

Fieno silo di loietto ton 19,00 19,50

Insilato di loietto ton 12,00 12,40

Trinciato di granoturco: – primo raccolto seminato marzo-aprile ton 22,00 14,00

(insilato di pianta di – primo raccolto seminato maggio-giugno dopo la raccoltagranoturco trinciata) di loietto ton 22,00 14,00

– secondo raccolto seminato dopo la raccolta di orzo/frumento ton 15,00 9,50

Pastone di granoturco (solo granella 32/35% umidità) ton 125,00 80,00

Pastone di granoturco (integrale con tutolo) ton 85,00 54,00

Paglia di frumento sciolta 55,00 55,00

Paglia di frumento imballata 60,00 60,00

Paglia di frumento imballata in campo con pressa raccoglitrice 60,00 60,00

Steli di granoturco di strame (melgas) 11,00 11,00

Steli di granoturco di strame sfibrati 18,00 18,00

Stallatico a completa maturazione nei campi (a norma dilegge mc 6,20 6,20

Stallatico a metà maturazione nei campi (a norma di legge) mc 5,10 5,10

Stallatico fresco nei campi (a norma di legge) mc 4,00 4,00

Stallatico fresco in cascina (a norma di legge) mc 2,80 2,80

I suddetti prezzi si intendono applicabili ai foraggi e agli strami di qualità mercantile senza eccezione. Per tutte le altre scorte non contemplate nel

presente quadro, o in condizioni diverse dalle accennate, dovranno essere praticati prezzi derivati dai precedenti a criterio del perito.

Fieni e paglia imballati con rotoballe:

Il prezzo equivale al 95% dei prezzi dei corrispondenti fieni sciolti e della corrispondente paglia imballata in campo con pressa raccoglitrice.

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DAL COLLEGIO DI BRESCIA

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Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura - Brescia

COEFFICIENTI DI AGGIORNAMENTO DELLE TARIFFE

Sono stati inoltre determinati i seguenti coefficienti di aggiornamento (*) delle tariffe portate dai Capitolati in vigore al 10 no-vembre 2009

Tariffa per le piantagioni:

a) – per i prezzi ivi contemplati, tanto per gli aumenti che per le diminuzioni,eccetto che per la voce Q. (Capitolati 1929-1947) e per la voce R. (Capitolato 1921) Gelsi d’asta innestati - Stazioni: piana; trave; matronale, si adotterà il molti-plicatore 2.500

a) – per la voce Q. (Capitolati 1929-1947) e per la voce R. (Capitolato 1921) Gelsi d’asta innestati - Stazioni: piana; trave;matronale, si adotterà il moltiplicatore 1.600

b) – per i prezzi contemplati nel Capitolato del 1955, tanto per gli aumenti che per le diminuzioni, eccetto che per la voceQ. Gelsi d’asta innestati - Stazioni: piana; trave; matronale, si adotterà il moltiplicatore 6

b) – per la voce Q. (Capitolato 1955) gelsi d’asta innestati - Stazioni: piana; trave; matronale, si adotterà il moltiplicatore 9

Indennizzi diversi per le piantagioni:

a) – per le voci di cui ai Capitolati del 1921-1929-1947, si adotterà il moltiplicatore 1.200

b) – per le voci di cui al Capitolato 1955, si adotterà il moltiplicatore 6

Indennizzi per coltivazioni e concimazioni:

a) – per le voci di cui alle lettere a) b) c) f) i) l) dell’art. 82 Capitolato 1921, a) b) dell’art. 71 Capitolato 1929, si adotterà ilmoltiplicatore 1.000

a) – per le qualità a debito, il moltiplicatore: 1.000

a) – per le qualità a credito, il moltiplicatore: 2.000

b) – per le voci di cui alle lettere d) e) h) dell’art. 82 Capitolato 1921 e per quelle dell’art. 79 Capitolato 1947, si adotterà ilmoltiplicatore 1.000

c) – per le voci di cui all’art; 80 Capitolato 1955 si adotterà il moltiplicatore 10

Indennizzi diversi:

a) – per gli indennizzi considerati nell’art. 83 Capitolato 1921, nell’art. 72 Capitolato 1929 e nell’art; 80 Capitolato 1947, siadotterà il moltiplicatore 1.000

b) – per gli indennizzi considerati nell’art. 81 Capitolato 1955, si adotterà il moltiplicatore 6

(*) Gli artt. 10 e 11 della legge n. 11/1971 e l’art. 16 della legge 203/1982 consentono agli affittuali di eseguire trasformazioni degli ordina-menti produttivi purché non modifichino la destinazione agricola del fondo e siano stati eseguiti nel rispetto dei programmi di sviluppo o, inassenza di questi, nel rispetto delle vocazioni colturali delle zone in cui è ubicato il fondo. Pertanto gli indennizzi per coltivazioni e concima-zioni debbono calcolarsi solo per l’ultimo anno di locazione in fase di bilancio di riconsegna del fondo e non si dovrà piú procedere a calcolidi indennizzi diversi come previsto dall’art; 83 Capitolato 1921, art; 72 Capitolato 1929, art. 80 Capitolato 1947 e art. 81 Capitolato 1955,fatti salvi gli accordi tra le parti.

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SCUOLA

60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Scuola in breve

Nella pagina a fronte, invece, pubblichiamo la locandina ri-guardante il Convegno Regionale sulla riforma della Scuolasecondaria tenutosi nell’Aula magna del Tartaglia l’11 di-cembre scorso, del quale daremo ampio resoconto prossi-mamente. Per ora ci limitiamo a riportare la locandina del-l’avvenimento.

Nella tabella sottostante si forniscono interessanti daticomparativi dei risultati degli esami di Stato per l’ammis-sione all’esercizio della professione degli anni 2008 e 2009.Sono informazioni utili per qualche considerazione che ci ri-serviamo di commentare ampiamente nel prossimo nu-mero della rivista.

Istituto Commissioni Candidati Candidati Candidati Percentualipresentati ammessi abilitati

2008 2009 2008 2009 2008 2009 2008 2009 2008 2009

Ist. Tartaglia, Brescia 16 15 61 59 50 54 41 33 67% 56%

Ist. Tartaglia, Brescia 17 16 65 59 58 34 54 28 83% 47%

Ist. Einaudi, Chiari 18 17 60 58 45 42 37 28 61% 48%

Ist. Olivelli, Darfo 19 18 51 56 36 50 28 50 54% 89%

Totale 237 232 189 170 160 139 67% 60%

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SCUOLA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 61

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SINDACATO

62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Dario Piotti Sindacato:tutelare legalmentela professione

prima di tutto, per ciò che ri-guarda i suoi settori specia-listici.L’iniziativa merita un plausoe di ciò va reso merito al Pre-sidente del Sindacato DarioPiotti e al Segretario MarioComincini che se ne stannofacendo carico. Siamo con-vinti della grande impor-tanza che può assumere unsupporto di tutela siffattonella gestione sempre piúdifficile della quotidianaprofessionalità.Nella riunione ricordata iconvenuti hanno anche di-scusso dei problemi legatialla viabilità provinciale; alriguardo il Sindacato comu-nica che entro febbraio 2010organizzerà un convegno sulquello specifico tema: vi sa-ranno invitati tutti i geometribresciani. Vedrà la pre-senza, già confermata, del-l’Assessore ai Lavori pub-blici della Provincia di Bre-scia, ing. Mauro Parolini.E noi de “Il geometra bre-sciano” ovviamente saremopresenti per documentarnei contenuti.

Ci fa piacere offrireai lettori una sin-tesi della comuni-

cazione che ci è giunta dalSindacato Geometri LiberiProfessionisti della pro-vincia di Brescia.Nella riunione del loro Con-siglio del 10 novembre scor-so, è stato trattato il pro-blema di una possibile con-sulenza legale a favore ditutti gli iscritti al Collegio diBrescia e provincia.Il servizio, la cui organizza-zione è in corso di defini-zione e del quale ci riser-viamo di informare i lettorinei prossimi numeri della ri-vista, sarà gestito presso lasede di via Cesare Battisti 12a Brescia. Si occuperà in par-ticolare dei problemi previ-denziali, ma soprattutto diquelli che il tecnico quoti-dianamente incontra nell’e-sercizio della sua profes-sione. Tali contenziosi sonoin effetti in aumento, vista lagrande diversificazione cheha assunto l’attività del geo-metra negli ultimi lustri, siaper quanto concerne la suapolivalenza, ma anche e

Sindacato Geometri Liberi Professionistidella provincia di Brescia

Triennio 2008-2011

Presidente Dario Piotti - Via Kennedy 22/A - 25060 Tavernoles./M. - tel. 030/920233 - fax 030/920364

Segretario Mario Comincini - Via Cavour 48 - 25020 Pralboino- tel. 030/954263 - fax 030/9521535

Tesoriere Pietro Miglioli - via V. Gambara 4 - 25121 Brescia -tel. 030/290416 - fax 030/2990123

Consiglieri Giuseppe Bellavia - Via Montebello 17 - 25126Brescia - tel. 030/3757247 - fax 030/3757247Giovanni Platto - Via Trento 7C - 25128 Brescia - tel.030/390330 - fax 030/390330

Probiviri Diego Frassine - Via Bertulli 10 - 25060 Cellatica -tel. 030/2772707 - fax 030/2772707Francesco Ganda - Via A. Cantore 17 - 25128Brescia - tel. 030/394241 - fax 030/394241Stefano Fracascio - Via Vittorio Veneto 1 - 25128Brescia - tel. 030/3701715 - fax 030/3399842

Revisori Franco Manfredini - Via Corsica 215 - 25125 Brescia- tel. 030/221337 - fax 030/2426542Marco Saleri - Via xx Settembre 32 - 25122 Brescia- tel. 030/3757587

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DAL COLLEGIO DI LODI

64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

A cura di

Massimo Stucchi(Vicecomandante Prov. VV.FF. di Lodi)

Alessandro Colonna

Cinquant’anni fai Vigili del Fuocoprotagonisti a Lodi

Sabato 28 novembre 2009presso il “Centro Commer-ciale L’Aquilone” della cittàde L’Aquila, si è tenuta lasuggestiva cerimonia di con-segna dei fondi da parte deiVigili del Fuoco di Lodi; nel-l’occasione, unitamente alCapo Dipartimento dellaProtezione Civile Guido Ber-tolaso, il Comandante dellaScuola Ispettori e Sovrinten-denti della Guardia di Fi-nanza e i Funzionari e Vigilidel Comando ProvincialeVV.F. di Lodi patrocinanti l’i-niziativa, è stata presentatala pubblicazione di cui trat-tasi, fra il grande entusiasmodella popolazione locale.Anche il personale a riposo ei Volontari del Corpo Nazio-nale dei Vigili del Fuocohanno avuto modo di contri-buire all’iniziativa; è bello ri-cordare che il documentariodi un evento vecchio di cin-quant’anni ha permesso epermetterà ancora per il fu-turo di raccogliere fondi perl’infanzia.Ecco uno stralcio di quantoaccadde quel giorno di oltrecinquanta anni fa:

Nell’aprile del 1882viene stilata pres-so il Palazzo mu-

nicipale di Lodi e Chiosi la“Convenzione relativa lecompetenza di estinzionedegli incendi”, con l’intentodi coordinare il pubblicoservizio di spegnimento, alquale in quell’epoca erachiamata a rispondere l’Am-ministrazione Comunale.Nella stessa si stabilì che vifosse un preciso accordo dicoordinamento tra i Corpimilitari e le istituzioni civili,

«allo scopo che, in caso d’in-cendio, il tutto seguissequell’ordine perfetto cosìcome è richiesto in circo-stanze di sì grave momento»In quegli anni di fine ’800 iprimi ad accorrere con pom-pe idrauliche e attrezzi e-rano le Guardie Municipali,coadiuvate da Pompieri di-scontinui abilitati al ma-neggio delle pompe ma-nuali funzionanti a manu-brio, che in caso di scarsità dipersonale potevano essereaffidate per il funziona-mento anche ai militari ditruppa.Sul luogo degli incendi la di-

A volte è incredibileconstatare come ilsemplice ritrova-

mento di un vecchio filmatodimenticato possa avereconseguenze inaspettate;sembra una banalità, ma i ri-svolti si sono rivelati di unanotevole importanza.Stiamo parlando dell’inizia-tiva che i Vigili del Fuoco delComando Provinciale diLodi hanno avviato per so-stenere alcuni progetti del-l’UNICEF; infatti, è in essereuna raccolta fondi imper-niata sulla diffusione di undocumentario realizzato dalsuddetto Comand, che hacome tema centrale la “Ma-nifestazione ginnico-profes-sionale” svoltasi a Lodi nel1958 (ricorrenza per le cele-brazioni dell’800° anniver-sario della fondazione dellacittà) immortalata in alcuneriprese amatoriali che, dopodecenni, sono state messe adisposizione dei Vigili delFuoco di Lodi, i quali nehanno tratto un interessan-tissimo e originale docu-mentario.Lo stesso andrà a finanziare,come primo contributo, lastampa di una monografia il-lustrata edita dal ComitatoRegionale UNICEF Abruzzodal titolo “Vola,Vola,Vola”,che raccoglie disegni e testi-monianze di bambini ospi-tati delle tendopoli de L’A-quila.La raccolta di fondi è statapromossa nei più importanticentri urbani della Provinciadi Lodi fra cui Lodi, Casalpu-sterlengo, S.Angelo, Co-dogno, facendo dell’inizia-tiva un evento assoluta-mente nostrano.

rezione delle operazionispettava al Sindaco o all’As-sessore Delegato dell’Uf-ficio Tecnico e per essi agliIngegneri e Architetti Muni-cipali dell’epoca; ove tar-dasse o mancasse tale dire-zione delle operazioni, lastessa veniva assunta tem-poraneamente dall’Ispet-tore Municipale Capo delleGuardie o, in sua assenza,dal Maestro Istruttore CapoPompiere.Tutti gli altri militari accorsidovevano occuparsi dellatrasmissione dell’acqua al-l’incendio, facendo catenatra loro e ponendosi d’ac-

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teatro dei sinistri, solo se e-spressamente autorizzatidalle autorità locali. In quell’epoca tutti i richie-denti l’opera dei pompierierano tenuti al pagamentodei compensi per l’uso dellemacchine e del personalemesso a disposizione dallaMunicipalità secondo le ta-riffe stabilite dallo stesso re-golamento.Durante la Seconda GuerraMondiale, con la legge 27 di-cembre 1941, il governo cen-trale, a causa della minacciaaerea, pose mano all’ordina-mento del servizio e trasferìle competenze dall’ambito

comunale alla più ampia giu-risdizione provinciale met-tendo il Corpo alle dipen-denze del Ministero dell’In-terno che lo avrebbe gestitoattraverso i Comandi di Ca-poluogo.Il personale permanente

doveva sempre conside-rarsi, specie nel periodobellico, in servizio anche senon di turno! L’orario di la-voro era di ventiquattro orecontinuative, alternate aventiquattro di “riposo con-dizionato”, con obbligo direperibilità per le incursioniaeree, e i servizi di vigilanzapresso i locali di pubblicospettacolo, o reputati parti-colarmente a rischio.In caso di calamità naturali oindotte, i Vigili del Fuoco a-vevano il dovere di prestarela loro opera in ogni partedel territorio del Regno!Il 14 settembre 1958 quando

ebbe luogo la manifesta-zione, come ogni annoSergio Bassiano Santo e Pa-trono della Diocesi Lau-dense veniva portato in pro-cessione dal suo popololungo le vie cittadine. La ma-novra dopo tanto lavoro e

cordo con il loro Ufficiale Co-mandante e con i TecniciMunicipali, che in caso di ne-cessità potevano richiedereagli stessi ulteriore aiutonelle operazioni di sgom-bero dei luoghi o delle abi-tazioni incendiate.Quando nell’agosto del 1925la Giunta delle città decisedi dotarsi di un “Regola-mento organico e discipli-nare per il Corpo dei CiviciPompieri”, le attrezzature ele attività pompieristiche a-vevano già raggiunto buonilivelli organizzativi e opera-tivi.In caso di incendi il servizio

d’ordine veniva garantitodai Reali Carabinieri, dalleGuardie Municipali e di Pub-blica Sicurezza e sul luogodel sinistro i danneggiati e irappresentanti delle So-cietà Assicuratrici potevanoaccedere nelle strutture

sacrificio dei Vigili del Fuocoalle ore 16,30 stava per ini-ziare! Si presentaronoquindi al “Parco dell’IsolaCarolina” gli equipaggi ope-rativi con l’intera attrezza-tura occorrente. Durante leore della mattinata che pre-cedette la manifestazione, ilpubblico fu attirato e incu-riosito da quella strana “fintafacciata” di edificio, checampeggiava sulla spianatadel parco. Molti genitorispiegavano ai loro figli piùpiccoli: «da lì si buttano giù ipompieri quando c’è l’in-cendio»; ben presto però,tutti sarebbero stati entusia-smati dal gran numero dimezzi rossi che tirati a lucidoavrebbero invaso il campodelle operazioni. Facevanobella mostra di sé una quan-tità di macchine e di mate-riale proveniente dai “Cam-pi A.R.A.R.”, dove le truppealleate avevano ammassato,al termine del conflitto,grandi quantità di autovei-coli militari, alcuni dei qualirecuperati dai Vigili delFuoco esperti meccanici ecarrozzieri, che nel decenniotra fine degli anni Quarantaavevano riconvertito e ri-messo in servizio con dedi-zione e passione gli autovei-coli di soccorso del Corpo,per sopperire alle ristret-tezze economiche di unpaese che stava ripren-dendo faticosamente la suastrada e il suo ruolo nell’al-leanza atlantica.Gli anni a seguire sarebberostati densi di significato peril miglioramento del serviziodi soccorso sul territorio;l’Amministrazione Provin-ciale di Milano pose final-

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l’importanza della nuova o-pera realizzata dall’Ammini-strazione Provinciale di Mi-lano, che vedeva finalmenterisolta l’ormai superata si-stemazione logistica dellavecchia sede, che lamentavafra l’altro un rallentamentonella tempestività dei soc-corsi a causa dei mercati set-timanali che intralciavanol’uscita degli automezzi dal-l’autorimessa ubicata incentro e non più rispon-dente alle moderne esi-

genze del servizio.Il nuovo comparto dedicatoai VV. F. si sarebbe svilup-pato su due corpi di fabbricafra loro collegati da una pen-silina d’ingresso; dotato dicinque autorimesse, due ca-merate, un’officina-magaz-zino, ed una torre di ma-novra a quattro piani, suun’area donata dall’Ammini-

mente mano alla realizza-zione della nuova casermain località “Torretta con Cor-regga”, sulla nuova via Cada-mosto che nei piani di lottiz-zazione delle aree a nord-o-vest Lodi, sarebbe rapida-mente divenuta un quar-tiere residenziale.

Così ad un anno emezzo dalla gran-de manifestazione

che aveva coinvolto tantoappassionatamente la suagente, la città di Lodi vedevala posa della prima pietra diquello che sarebbe stato ilnuovo moderno Distacca-mento Provinciale dei vigili.Con titolo eloquente, il13marzo 1960, la stampa localeriportava:“Posta la prima pietra dellacaserma VV.F., palestra di u-mana solidarietà”il Procuratore della Repub-blica dr. Novello;il Comandante dei 52° Corpodei Vigili del Fuoco di Mi-lano ing. Previti.Nella prolusione fu descritta

strazione Comunale, per uncosto di £ 81.500.000.L’ubicazione decentrata a-vrebbe risposto appienoalle esigenze di servizio;posta a ridosso della statalen.9 via Emilia, e in vicinanzadelle strade comunali e pro-vinciali che portano allanuova Autostrada del Sole,avrebbe potuto contare suun impianto semaforico d’a-vanguardia che interrom-peva i flussi di traffico neivari sensi di marcia, per fa-vorire il rapido e sicuro inse-rimento dei mezzi di soc-corso in tutti i sensi dimarcia.La nostra storia più recenteci narra di tanti episodi vis-suti con spontaneità, dedi-zione ed altruismo, in un am-biente cordiale e famigliare,che ha fatto della casermaper molti vigili la propria se-conda casa.

Collegio geometri di Sondrio

Seduta n. 11 del 26 novembre 2009Iscrizioni Registro praticantiValentina IobizziLuca PinalliManuel NegriniOmar FomiattiMarco Del NeroMarco RossiDeborah MichelettiLuca GadolaDaniele TenciFederico Vola

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TECNICA

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Arc. Andrea Botti La pietra a Milano

città attorno alla fab-brica, secondo le indi-cazioni del master planredatto dall’architettofriulano Gino Valle. Sipresenta come unprisma, con spigoli affi-lati e piani inclinati chedefiniscono la coper-tura e la pensilina d’in-gresso raccordandosiai tre lati integralmenterivestiti con pietra delCardoso, un’arenariagrigio scuro, tendenteal turchino, con vena-ture di tono più chiaro,estratta in alta Versilianelle Alpi Apuane. Un

La pietra, grazie ai ri-sultati raggiunti inambito tecnologico

si propone oggi sul mercatonon più come materiale e-vocativo ma come un mate-riale d’innovazione che, «li-berandosi dalle costrizionidella sua natura originaria(…), ha definito i termini diuna nuova natura, entrandoprepotentemente nellaclassifica degli smart materialsdella costruzione postmo-derna per la quale si prestaad essere compatta e tra-sparente, apparentementepesante ma strutturalmenteleggera, ornamento per ri-vestire e componente strut-turale della costruzione»1.Tutto questo senza perderele ormai conclamate qualitàarchetipe e simboliche,sempre più spesso re-inter-pretate nell’architetturacontemporanea di qualità,come recentemente dimo-strato dai risultati del Pre-mio internazionale Architet-ture di Pietra 20092. Fra le cinque opere vinci-trici, due sono localizzate aMilano. Pur trattandosi direalizzazioni profondamen-te differenti per linguaggio,destinazione d’uso e posi-zione geografica, due a-spetti sembrano caratteriz-zarle: il ruolo strategico nel-l’ambito urbano, l’uso “nonscontato” del materiale la-pideo. Il nuovo edificio per ufficirealizzato nella ex mensaAlfa Romeo al Portello, fir-mato dall’architetto mila-nese Cino Zucchi, riempieun vuoto urbano e ricuce ilembi di una cicatrice che a-veva inciso il tessuto della

materiale che presenta un e-levato grado di compat-tezza, tenacità e ottime ca-ratteristiche di resistenzaverso l’azione degradantedegli agenti atmosferici. Quisi presenta in forma di fascesottili da 137 cm x 10 cm conspessore di 3 cm, posate condoppia spalmatura di malta(retro della lastra e muraturadi tamponamento) e anco-raggi in acciaio inox assicu-rati alle facciate mediante:fissaggio chimico nel caso dimuratura in laterizio e mec-canico nel caso di supportoin calcestruzzo armato.

La lavorazione superficiale,caratterizzata da una boc-ciardatura per i primi duecorsi che definiscono il ba-samento ed una levigaturaper la parte restante, contri-buisce in maniera determi-nante a conferire l’effetto di«un compatto e scultoreo e-dificio» nel quale la cromiadella pietra cangiante con laluce, si fonde con quella deiserramenti: ampie aperture

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TECNICA

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In questa pagina: modello eampliamento della UniversitàBocconi, Milano

L’università Boc-coni, una delle i-stituzioni culturalipiù importanti diMilano, nel 2002ha bandito unconcorso di pro-gettazione ad in-viti destinato a

liberamente disposte chesembrano, a prima vista, de-nunciare un disordine com-pletamente assorbito dallacomplanarità dei serra-menti grigio-blu, rispettoalla superficie muraria. Iconci presentano una dispo-sizione sfalsata che ac-centua l’orizzontalità delletre facciate e la monoliticitàdell’intero edificio che, perl’acutezza degli angoli (esal-tati dall’effetto metallicoconferito dalla levigatura) ele innaturali inclinazionidella copertura trattatacome la quarta faccia, non e-mula il blocco di cava, lo re-interpreta in chiave intellet-tuale.

La scelta del rivesti-mento in pietra,apparentemente

de-contestualizzato, rap-presenta forse un’allusionealla dimensione urbana checon quest’intervento s’in-tende recuperare, un passoin avanti verso la città, in an-titesi con le tendenze at-tuali, alla ricerca di un le-game con l’architettura ci-vile milanese degli anni ’50,della quale sembrano ravvi-sarsi le tracce linguistiche.

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TECNICA

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Ampliamento della UniversitàBocconi, particolare della facciata.

1 F. IRACE, Litico, etico, estetico, Ed. Faenza In-dustri Grafiche, 2009, Faenza, pag. 8

2 Promosso con cadenza biennale da“Marmomacc”, mostra internazionaledi marmi, pietre, design e tecnologieche si svolge ad ottobre di ogni annopresso Veronafiere[N.d.r.].

3 F. CELLINI, Litico, etico, estetico, Ed. FaenzaIndustri Grafiche, 2009, Faenza, pag. 76

4 La nuova sede della Bocconi sembradare le spalle alla città. Tale soluzionee nata dall’esigenza di adattare il nuovoedificio al tessuto urbano esistente, aisuoi limiti e ai suoi difetti. Come per e-

sempio i complessi residenziali chesorgono lungo viale Bligny e viaRoentgen e che hanno assillato i pro-gettisti, costringendo le loro scelte. Sele vetrate fossero state aperte sullastrada, universitari e cittadini si sareb-bero disturbati a vicenda, la vita uni-versitaria e la vita dei residenti si sa-rebbero involontariamente intrecciate.Da ciò l'assenza di aperture sul lato e-sterno [N.d.r.].

5 Le solette dei sei piani non poggiano supilastri ma sono appese mediante ti-ranti in acciaio a grosse travi secondo

un principio strutturale simile a quelloimpiegato nella realizzazione deiponti. N.d.r.

6 A.BOTTI – M. GOMEZ SERITO, Pietre bresciane,Ed. La Compagnia della Stampa, Roc-cafranca, 2005, pag. 30

7 F. CELLINI, Litico, etico, estetico, Ed. FaenzaIndustri Grafiche, 2009, Faenza, pag. 77.

sospesi5 sopra un basa-mento monolitico che costi-tuisce l’attacco a terra dell’in-tero complesso. Due soli ma-teriali definiscono la consi-stenza dei blocchi modulari:il vetro (verso il campus) e lapietra di Grè verso la città. La scelta del materiale liticodal caratteristico coloregrigio calcestruzzo, cavatosulle rive settentrionali dellago d’Iseo, considerato frale pietre storiche di Milano,è avvenuta nel rispetto dellatradizione costruttiva locale.Secondo le indicazioni deiprogettisti la pietra di Grè sipresenta sotto forma di gu-

scio compatto ed uniforme,formato da lastre di cm41,8x90/120 e spessore cm 3.La posa è stata effettuatamediante un sistema misto,costituito da incollaggio egraffe di acciaio, con l’impe-rativo di contenere lo spes-sore delle fughe sotto i 2mm. In questo modo l’ef-fetto complessivo è quellodi giganteschi blocchi dipietra che sembrano spun-tare dal terreno, secondo gliinsegnamenti di GiuseppeTerragni che, nella Casa delFascio di Como realizzata frail 1933 ed il ’36, per primoconcepì il rivestimento

promuovere nuove solu-zioni per l’ampliamento el’adeguamento delle strut-ture didattiche esistenti. Sirichiedeva una proposta cheprevedesse 883 uffici,un’aula magna da 1000 posticon spazi annessi ed un par-cheggio da 190 posti auto. Il progetto vincente, elabo-rato dallo studio irlandeseGrafton Aarchitects (YvonneFarrell e Shelly McNamara),dopo 18 mesi (a partire dal2008) e circa 100 milioni dieuro è oggi un edificio impo-nente e severo che occupaun lotto rettangolare da m70x160, all’interno del com-plesso universitario esi-stente, completa il disegnodi un intero isolato urbano erappresenta, da solo, unframmento di città.

Monumentale edintroverso, l’am-pliamento della

Bocconi è un’opera che, ini-zialmente, ha suscitato nonpoche critiche anche da partedegli stessi milanesi, un edi-ficio profondamente raziona-lista «animato da un insiemedi invenzioni costruttive ecompositive straordinaria-mente produttive, proprioper la loro intrinseca niti-dezza e semplicità»3. L’intera realizzazione si basasu due concetti: la costru-zione di volumi quasi com-pletamente sospesi ed ilmassimo sfruttamento dellaluce naturale fino ai piani se-minterrati. Il risultato è un in-sieme di corpi compatti,chiusi verso l’esterno4, vetratied ariosi verso l’interno, do-tati di 5-6 piani fuori terra, ap-parentemente scollegati e

come una «omogenea plac-catura applicata integral-mente su tutte le minime ar-ticolazioni delle complicateed eterogenee pareti»6.Lo stesso materiale è statolargamente impiegato an-che negli interni: la scalinataprincipale è dotata di pe-date a massello con sezionedi cm 37x12 stuccate e levi-gate, i controsoffitti sono for-mati da lastre alleggerite(spessore da mm 12) asso-ciate a pannelli alveolari. Oltre alla pietra di Grè, altrimateriali lapidei sono statilargamente impiegati per gliinterni, in particolare: Mar-mo Bianco di Lasa per le pa-vimentazioni del foyer,Marmo Bianco di Carrara pergli spazi interrati e Pietra Se-rena per il rivestimento del-l’Aula Magna, leggibile e-sternamente per il suo vo-lume aggettante, concepitacome un vero e proprioteatro con torre scenica epalco mobile. Tuttavia, in quest’opera nonc’è traccia apparente d’im-pieghi originali, innovativi osperimentali della materialitica, dunque, qual è “il me-rito”? Secondo FrancescoCellini “il merito” sta nella«straordinaria efficacia edintelligenza estetica dellascelta di due soli materiali: ilprimo antico e potentecome la pietra (…) ed il se-condo, nitido, esatto ed in-sieme ambiguo, come ilvetro, lasciati dialogaresotto luce naturale in unospazio tanto complessoquanto essenziale»7.

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Alessandra Pelizzari L’impatto visivo degli edificinell’ambito dellariqualificazione urbanistica

interessato all’operazione.Nella fase progettuale di unintervento di tale natura èperciò importante lo studiodella relazione visiva con ilpaesaggio urbano esistente,per essere sicuri di operarea favore della continuità per-cettiva del luogo, tenendoconto anche delle sue mani-festazioni minori, cosí danon vanificare o perdere leconnessioni architettonicheche vi si riscontrano.Il che non significa affatto an-dare nella direzione di unapedissequa imitazione del-la realtà circostante, ma di

P rocedendo alla ri-qualificazione ur-banistica di un

quartiere, di una via o di unasemplice area degradata sitende, con operazioni sensi-bili e intelligenti, ad aggiun-gere valore estetico e fun-zionale al paesaggio urbanocircostante.Il problema piú delicato daaffrontare in tali circostanzeè quello dell’inserimentodei nuovi volumi edilizi, chenon debbono apparirecome corpi estranei al con-testo preesistente.Al contrario è necessario chei nuovi inserimenti dialo-ghino con gli elementi for-mali originari che connotanole caratteristiche del luogo ene determinano l’identità.È evidente, infatti, che l’in-serimento in un contesto de-gradato di nuovi edifici ri-spettosi dell’armonia del-l’ambiente, degli spazi e deivolumi circostanti, accrescein positivo la percezione diordine e di equilibrio ditutto l’insieme urbanistico

saper leggere in profonditàil codice visivo del luogo etener conto dei suoi ritmi,dell’alternanza dei suoivuoti e pieni, del bilancia-mento dei suoi volumi, dellescale cromatiche che vi si tro-vano, dei materiali comune-mente in uso e dei loro acco-stamenti; tener conto cioè ditutti quegli elementi che neltempo hanno contribuito acaratterizzare la percezioned’insieme del luogo.Il valore del dialogo tranuovi rifacimenti e vecchiecostruzioni può essere para-gonato alla capacità di pie-gare in positivo vecchie e in-veterate abitudini dannose:senza tuttavia imporre dra-stici contrasti conflittuali,che possono apparire nonsolo provocatori, ma anchemolto fastidiosi.Come si vede, la la materia èdelicata, va trattata con tuttala finezza e il garbo possibilee il massimo impegno este-tico, perché un interventosbagliato deturperà permolti e molti anni la fisio-nomia del luogo nel quale siè verificato.Ma veniamo a un caso con-creto. L’ho scelto nell’am-bito dei progetti che preve-dono la riqualificazione diporzioni di tessuto urbanolimitrofe al centro storico diBrescia. Precisamente quel-la che si sta realizzando suun’area degradata dalla pre-senza di vecchi e semi ab-bandonati capannoni infregio a Via Vantini, tra ViaFranchi a ovest e Viale Italiaa est. Su quest’area si sta ora rea-lizzando un’interessante mi-scela architettonica di tre ti-

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TECNICA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 73

Immagini della attuale situazioneurbanistica di via Vantini.Sotto, il rendering con la visionedella zona uffici sul fronte di viaVantini

sparenza oltre gli uffici, la vi-sione del parco retrostante.Entro il parco, a fare da traitd’union tra gli uffici e la co-struzione condominiale gia-cente piú internamente, cisarà una villa bifamiliare di-sposta su due giaciture asse-condanti il dislivello del ter-reno.La vasta porzione di spaziointerna occupata dal giar-dino-parco, accoglie al suointerno un blocco verticaledi unità condominiali e unsecondo blocco basso costi-tuito dalla villa bifamiliare.Tutte le costruzioni oggi inrealizzazione saranno in ac-

cordo con le recenti norma-tive in materia di ecocompa-tibilità.Le facciate del condominiosi armonizzeranno dal puntodi vista coloristico con lealtre costruzioni edificatenei dintorni negli anni ’60-’70; si distingueranno inveceda queste per l’eccellenzadella scelta dei materiali dirivestimento (mattoncini incotto) e per l’applicazionedelle moderne tecnologiedel risparmio energetico cuisi accennava prima.Tutte le ampie finestre sa-ranno dotate di ante di legnoa scorrimento, cosí come di

pologie costruttive: com-merciale, residenziale con-dominiale, residenziale bi-familiare. In sostanza sitratta di un corpo di fabbri-cato adagiato lungo ViaFranchi ad uso commerciale(come quello preesistente)connotato nella sua partesuperiore da un nastro mo-nolitico in calcestruzzo di 38metri di lunghezza interrottolongitudinalmente da una fi-nestratura a nastro semice-lata da lamelle frangisole dialluminio, sotto il quale, apiano terra, scorre senza di-scontinuità una superficievetrata che consente, in tra-

legno saranno le finiture deibalconi e degli attici che pre-vedono insediamenti diverde, cosí come sulle bal-conate dei piani inferiori.La costruzione residenzialebifamiliare su due piani sisviluppa in volumi squadratia rimarcare la differenza fun-zionale dalle altre costru-zioni, pur mantenedo conesse elementi comuni di col-legamento visivo ed este-tico come le scossaline di al-luminio in accordo con i fran-gisole lamellari dell’edificiocommerciale; l’effetto to-nale nettamente bipartitotra i due piani della villa in

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Immagini della situazioneurbanistica della zona interessataall’intervento di riqualificazione.In basso, i rendering dell’edificiocondominiale e della villa all’internodel parco

accordo con la percezioned’insieme degli uffici; l’uti-lizzo del legno nelle ante ascorrimento e nelle rin-ghiere in accordo con l’edi-ficio condominiale.Tutto ciò potremo vedere afine della prossima prima-vera; verificheremo allora lariuscita dell’inserimentoche, nel disegno dei proget-tisti e nell’auspicio di tutti ibresciani, dovrebbe miglio-rare la percezione estetica efunzionale della zona.

si ringraziano…

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

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Raffaella Annovazzi Trattamenti superficiali,tinteggiature e pitture muraliin bioedilizia

tinteggiature possiamo tro-vare ed utilizzare materialiminerali – quali ad esempiocalce, silicati, colori dellaterra, pigmenti dei metalli –,materiali vegetali – ad e-sempio resine naturali, tre-mentina, gomma e colori ve-getali –, ed infine materialianimali quali, ad esempio lacaseina.

Composizione delle pittureLe pitture sono miscelecomposte da leganti, sol-venti e pigmenti. Le pitturenaturali sono composte damateriali dotati di elevatatraspirabilità, privi di metallipesanti e sostanze nocive

provenienti da sintesi pe-trolchimica. Le materieprime derivano da sostanzeminerali, vegetali e animali,con esclusione di elementiartificiali.Le materie prime utilizzateper la produzione di pitturebioecologiche devono es-sere sempre tutte dichiaratesecondo una sorta di codiceetico che richiede la mas-sima trasparenza sulla bio-grafia del prodotto e sono: – resine vegetali (dammar,

pino, larice, colofonia...) – oli vegetali (lino, tung, car-

tamo, soia, germe dimais....)

– cere vegetali (carnauba,

Le opere di finitura etinteggiatura rap-presentano uno

degli ultimi passi da com-piere per completare un e-dificio e possono contri-buire in maniera significa-tiva al raggiungimento del-l’obbiettivo di un edificiosano. Abbiamo visto fino adora una panoramica trascelte progettuali, tecnichecostruttive e materiali utiliz-zati in bioedilizia per la rea-lizzazione della “terza pelle”dell’uomo: la sua casa.La casa ha funzione di invo-lucro e di protezione, madeve contemporaneamenteconsentire un interscambiotra lo spazio interno e quelloesterno.Le superfici di un edificiodevono quindi comportarsicome una membrana; lostrato di finitura è un ele-mento molto importante, inquanto può migliorare leproprietà di un cattivo sup-porto, ma allo stesso tempo,può compromettere le pre-stazioni di buon supporto.Scegliere finiture naturali èuna questione di salute: unapittura atossica e traspi-rante, composta da ingre-dienti naturali, evita il ri-stagno di umidità e non pro-duce esalazioni dannose.L’intero ciclo produttivo diuna pittura ecologica utilizzamaterie prime naturali eprovenienti da fonti rinno-vabili e provoca un limitatoimpatto ambientale lungotutto il suo ciclo di vita.

Materiali di origineminerale, vegetalee animaleNel campo delle pitture e

candelilla del Giappone...) – gomme e colle vegetali

(dragonite, gomma ara-bica, lattice di gomma...)

– spiriti vegetali (oli essen-ziali di agrumi, olio di ro-smarino,...)

– coloranti vegetali (reseda,indaco, alizarina, catecù,campeggio, verzino...)

– prodotti di origine animale(cera d’api, gommalacca,cocciniglia, caseina...)

– sostanze minerali naturalie elaborate (gesso, talco,ocra, terre coloranti, farinafossile, bianco di titanio,borace...)

La sostenibilità di unmateriale va valu-tata attraverso l’a-

nalisi delle fasi dell’interociclo di vita (pre-produ-zione, produzione, utilizzo edismissione) secondo unametodologia consolidata ericonosciuta a livello inter-nazionale: la Life Cycle As-sessment (LCA).

I legantiPermettono la coesione deipigmenti e determinano l’a-derenza della pittura al sup-porto; i principali leganti na-turali sono la calce, le colledi vario genere – quali la ca-seina, la cera, la gomma, l’a-mido –, gli oli – per esempioolio di lino – le resine natu-rali – dammar, gommalacca,la resina degli alberi.I vantaggi che si riscontanonell’uso di leganti naturaliconsistono nella traspirabi-lità e diffusione al vapore,oltre che nella produzioneecocompatibile e nell’as-senza di esalazioni tossiche.Gli svantaggi si riscontrano

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 77

Nella pagina precedente,applicazione di terra cruda;In questa pagina, applicazione dipittura a calce in esterno

trasformazioni mineralo-giche che permettono di ot-tenere svariate tonalità.Terre gialle: sono composteda idrossidi di ferro asso-ciate ad argille quali ed e-sempio la terra gialla di Ve-rona e le terre di Siena.Terre rosse: dove il colorerosso è imputabile alla pre-senza di ossido rosso asso-ciato ad argille e silicati a-morfi. Terre ombra: dove il coloredelle terre è dovuto princi-palmente alla presenza diossidi di manganese e diferro dispersi su base argil-losa. Terre verdi: le specie mine-ralogiche che danno la colo-razione sono principal-mente dei silicati idrati diferro, magnesio, alcali. Terre nere: la terra nera diVerona è costituita da uno“scisto carbonioso” molto

argilloso.

I colori con le spezie e fioriIl tatto, l’odorato e la percet-tibilità ci portano automati-camente verso superfici na-turali.Le spezie quali il curry, lacurcuma, il sandalo, lo zaffe-rano, ed alcuni fiori tintori,opportunamente macinati epolverizzati, sono degli ot-timi pigmenti naturali, cheoltre ad offrire un colore vivoe pulsante sollecitano lapercezione sensoriale conti-nuando, per un tempo più omeno lungo, ad emanare iloro profumi.Le colorazioni ottenibilisono rossi, gialli, blu, viola,marroni e verdi.

Pitture per esternie per interniLa pittura ha funzione pro-tettiva del supporto e un

principalmente nella piúlenta essicazione e minorepresa rispetto ai leganti sin-tetici.

I solventiConsentono una facile ste-sura del prodotto e rendonole pitture lavorabili.I colori naturali impiegano,come solvente, principal-mente acqua, olio di tre-mentina, olio citrico ed altrioli essenziali estratti da ma-terie prime rigenerabili; leesalazioni di questi oli nonsono completamente esentida rischi in quanto possonoprovocare, anche se in minormisura rispetto ai solventisintetici, reazioni allergiche.

I pigmentiLe pitture naturali impie-gano terre naturali e colorivegetali per conferire co-lore. Le terre naturali. Possiamodefinire terre coloranti queipigmenti che si trovano innatura che abbiano caratte-ristiche di terrosità e finezza,da poter essere utilizzatecome sostanze coloranti. Lamaggior parte delle terre co-loranti contiene un com-posto del ferro, un ossido,un idrossido, un silicato i-drato. Le uniche terre esentida ferro sono le terre nere. La lavorazione delle terrecoloranti, dopo che sonostate estratte dalle cave e a-sciugate, si differenzia datipo a tipo; alcune vengonofrantumate grossolana-mente, separate da impu-rità, macinate con molini amartelli o a palle. Altre terrevengono cotte (bruciate); sideterminano così profonde

buon materiale deve poterconsentire un continuoscambio con l’ambiente intermini di scambio d’aria, as-sorbimento ed evapora-zione dell’umidità.

Non tutte le pitturesono idonee aivari supporti e so-

prattutto è necessario diffe-renziarne l’utilizzo in pittureper interno o per esterno.In esterno, dove è neces-sario proteggere l’intonacodall’eccessivo assorbimen-to di acqua, sono indicatepitture a base di calce o sili-cati, che si uniscono per sili-cizzazione all’intonaco mi-nerale, senza alterare le pro-prietà di diffusione del va-pore acqueo.In interno, essendo l’into-naco meno sollecitato dalleoscillazioni di temperatura eumidità, possiamo invece u-

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Sopra,applicazione di pittura a calcein interno;sotto, applicazione di pittura a calcein interno, calce petra spazzolato

tilizzare una rosa più ampiadi pitture quali per esempiocolori a calce, colori a based’acqua, colori a base dicolle, colori a dispersione abase di resine naturali, co-lori alla caseina e colorantivegetali.

Pitture a calceCalce spenta e acqua: eccofatta la tradizionale pittura acalce. La calce funge da le-gante, pigmento e disinfet-tante. Ha tanti vantaggi: ètraspirante, igienica, nonteme l'umidità e l’attacco dimuffe è fortemente ridottodall’alta alcalinità; al con-trario teme le piogge acide,non è lavabile e deve esserespesso rinnovata. Per mi-gliorare l’aderenza al sot-tofondo si può aggiungere allatte di calce la caseina ol’olio di lino cotto e si può co-lorare con terre e ossidi. Nonè appropriata per l’utilizzosu pareti di gesso, intonaciprecedentemente trattaticon pitture a olio, superficimetalliche, legno e vetro.Per le specifiche sulla calcesi rimanda agli articoli pub-blicati sui n. 3 e 4 anno 2008de “Il geometra Bresciano”

Pitture alla caseinaQueste pitture sono com-poste da acqua, inerti e unpigmento che può essereper esempio calce spenta;contengono la caseina comelegante. Nelle pitture allacaseina prive di calce, pos-sono formarsi delle muffe,pertanto i prodotti in com-mercio spesso contengonoanche conservanti. Le pit-ture alla caseina sono igro-scopiche, idrorepellenti, la-

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IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 81

Finitura in marmorino

economiche, igroscopiche,resistenti al contatto ma nonall’acqua, pertanto possonoessere applicate solo all’in-terno sopra intonaci di maltadi calce o di gesso, intonaconuovo misto, cartongesso.Sono sconsigliati fondi pre-cedentemente pitturati conidrorepellenti o lavabili sin-tetiche.

Pitture a dispersionein resina naturaleQuesto tipo di pittura vieneutilizzato prevalentementein interno, ha una buona la-

vorabilità ed è molto co-prente. Come legante uti-lizza diverse resine naturalied il solvente è l’acqua. Perl’utilizzo in esterno vengonoutilizzate le pitture a disper-sione in resina sintetica chenon presenta però caratteri-stiche di bioecologicità.

Pitture ai silicatiLe pitture ai silicati a duecomponenti si applicano susupporti a base minerale esono composte da silicato li-quido di potassio come le-gante e pigmenti in polvere.

vabili ed asciugano veloce-mente. Con l’aggiunta di oliodi lino diventano ancora piùresistenti ed idrorepellenti.Sul mercato è possibile re-perire miscele già pronteconfezionate in secchi o pro-dotti in polvere conservabilia lungo.Cos'è esattamente la ca-seina? È un composto di pro-teine del latte ricavato dallatte cagliato. La caseina,sotto forma di polvere, vienemescolata alla polvere dimarmo e con la borace costi-tuisce un ottimo legante.

TemperaTecnica tradizionale ma an-cora adeguata è la tempera:un impasto a base di acqua,caolino, pigmenti e leganti(purché vegetali o alla ca-seina: no ai collanti vinilici).Bellissimi effetti di colore siottengono mescolando algesso le terre naturali (terradi Siena, terre d'ombra,ocra). Controindicazioni: latempera tende a sfaldarsi senon è impastata a regolad'arte, teme l'umidità e nonè lavabile.

Pitture alla collaIl legante di queste pitture i-drosolubili è una colla chepuò essere ricavata dal latte,l’uovo, il lattice di gomma,l’amido, la cellulosa, … Neiprodotto in commercio, nor-malmente viene utilizzatacome legante la metilcellu-losa. Anche in questo caso ènecessario verificare la qua-lità del supporto e la pre-senza di vecchi strati di pit-tura a colla per evitare che inuovi strati si impastino. Lepitture alla colla sono molto

I pigmenti, prevalentemen-te ossido di ferro, sono resi-stenti agli alcali. Il silicato dipotassio deriva dalla fu-sione di sabbia quarzosacon soda o carbonato di po-tassio. Il pigmento è mesco-lato al silicato di potassiopoco prima dell’applica-zione. Le pitture ai silicatisono traspiranti, idrorepel-lenti funghicide molto dure-voli e resistenti e permeabilialla CO2. Vengono applicatecon ottimi risultati sugli into-naci a base di cemento ecalce in quanto sono resi-stenti alle intemperie senzacompromettere le caratteri-stiche di traspirazione del-l’intonaco.

L’applicazione ditali pitture ri-chiede espe-

rienza, adeguate condizioniatmosferiche e il giusto tipodi fondo; è per questi motiviche spesso vengono misce-late con dispersioni sinte-tiche e siliconi che fannoperdere loro parte delle ca-ratteristiche di bioecologi-cità.

Pitture di terra crudaLe pitture di terra crudasono pitture naturali la cui a-desione è basata su unacombinazione di argilla e le-ganti di origine vegetale;sono completamente privedi solventi e di additivi,quindi salubri. Il loro uso èriservato in interno, ed inzone non esposte a spruzzid’acqua.Sono composte da terre e ar-gille colorate, sabbie e fa-rine calcaree, talco, gesso,gomma arabica e cellulosa.

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AMBIENTE & BIOEDILIZIA

82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Sopra, finitura in tadelakt;sotto, esempio di tabella di colori allacaseina

lità tipichedelle finiture dicompleta ori-gine naturale. Ilvero marmorinoè al tempostesso traspi-rante e imper-meabile, oltre aessere lavabile.A seconda dicome viene ap-plicato, può es-sere lucido o o-paco, dal colore

uniforme o sfumato, con su-

perficie liscia o granulosa.TadelaktÈ una finitura ottenuta concalce, pigmenti naturali sa-pone nero e cere, secondouna lavorazione tipica delMarocco. Può essere utiliz-zato in interni ed esterni, lesue principali caratteri-stiche sono la completa im-permeabilità – tanto dapoter essere utilizzato alposto delle piastrelle anchein pareti curve, per rivestirepareti di docce, vasche dabagno e sanitari – e traspira-L’applicazione è semplice,

ma è necessaria una buonaconoscenza del sottofondo,al fine di effettuarne una suf-ficiente preparazione.Le pitture di terra crudasono inoltre regolatori di u-midità, in quanto l’argilla as-sorbe velocemente l’umi-dità dell’aria e, se neces-sario, la rilascia altrettantorapidamente. In questomodo regola l’umidità degliambienti chiusi e rende illoro clima più sano.Per le specifiche sulla terracruda si rimanda all’articolopubblicato sul n. 5 anno 2008de “Il geometra Bresciano”

Alcuni tipi di decorazioneMarmorinoPuò essere inserito nelle de-corazioni il marmorino, con ilquale si ottiene una paretelucida e liscia dall'effetto si-mile allo stucco veneziano.È un impasto di grassello dicalce, minerali, polvere dimarmo e altri pigmenti inor-ganici. È necessario fare e-strema attenzione agli innu-merevoli prodotti sinteticiche ne imitano l'effetto este-tico, ma non posseggono lecaratteristiche di traspirabi-

bilità che lo rendono idealenegli ambienti umidi.La sua realizzazione è piut-tosto lunga e deve seguireun preciso protocollo di ap-plicazione, materiali e tem-pistiche, ma il risultato è unafinitura di eccezionale mor-bidezza visiva e sensazionedi benessere.

A proposito di etichette ecertificazione dei materialiLe etichette non sempresono chiare; risultano spes-so ambigue e fuorvianti. Nonè facile quindi per il proget-tista orientarsi nella scelta diun materiale naturale.Le indicazioni “bio” o “eco”“a base d’acqua” … nonsono sufficienti ad indicareun prodotto naturale, ma laconoscenza della composi-zione delle pitture e l’at-tenta lettura delle etichettepossono essere un validoaiuto nella scelta; i maggioriproduttori di pitture ecolo-giche indicano interamentela composizione dei loroprodotti. Da qualche temposono presenti sul mercatoanche dei marchi di certifica-zione della qualità bioeco-logica dei materiali che sem-plificano il lavoro di proget-tisti, imprese e operatorisensibili al tema.

RingraziamentoRingrazio l’amico Marco Zaniboni che hamesso a disposizione la sua lunga espe-rienza maturata sul campo per la stesuradi questo contributo e per la fornituradelle immagini di alcune sue realizza-zioni.

BibliografiaHOLGER KÖNIG, Costruire edifici sani, EdicomEdizioni, Monfalcone, Gorizia, 2003UWE WIENKE, Manuale di bioedilizia, Tipo-grafia del Genio Civile, Roma, 2008A.N.A.B., Dispense Corso ArchitetturaBioecologica , 2005.

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CONDOMINIO

84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Francesco Ganda Impegni di Condominiche eseguono lavori

mite massimo di eyro3.000 per anno solare, dapercettori di prestazioniintegrative del salario ocon sostegno al redditocompatibilmente conquanto stabilito dall’art;19, comma 10, del D.L. 29novembre 2008 n. 185convertito con modifica-zioni dalla legge 28 gen-naio 2009 n. 2. L’Inps prov-vederà a sottrarre dallacontribuzione figurativarelativa alle prestazionicontributive del salario odel sostegno al reddito gliaccrediti contributivi de-rivanti dalle prestazionidi lavoro accessorio.

2) Le attività di cui al comma1, anche se svolte a favoredi piú beneficiari, confi-gurano rapporti di naturameramente occasionaleaccessoria, intendendosiper tali le attività che nondanno complessiva-mente luogo, con riferi-mento al medesimo com-mittente, a compensi su-periori a 5.000 euro nelcorso di un anno solare.

In sintesi queste sono le re-gole che dispongonocomegestire le questioni che ri-guardano spesso il sistemacondominiale quando i Con-domini scelgono di avocarea sé la manutenzione delleparti comuni condominiali.

Istituto della conciliazioneTrattiamo ora l’istituto dellaConciliazione. Il Governo afine ottobre ha approvato unprovvedimento che andrà invigore 18 mesi dopo la pub-blicazione sulla Gazzetta Uf-ficiale. La diatriba tra le partiper le entità previste nel

testo, dovrà passare primaattraverso la prassi dell’isti-tuto della Conciliazione,pena la condizione di prece-debilità. Verranno dettati itempi per lo svolgimentodel confronto tra le parti,circa 4 mesi, e qualora non siraggiunga l’accordo per ac-cedere a livelli superiori leparti dovranno procedere aparticolari prassi ed a costielevati, imputabili al sog-getto dissenziente.Nel testo proposto sono ci-tati i geometri come espertidi valutazione ed ampia-mente disponibili territo-rialmente.

Riparto delle spese dei tettia copertura parzialeSiamo nel caso di una partedel tetto interessante unmaggior numero di condo-mini rispetto al resto dellasuperficie che copre solouna parte dei condoministessi.Il tecnico nelle fasi assem-bleari di approvazione dellespese dovrà inserire nell’or-dine del giorno anche loscorporo delle superfici e re-lative spese con la ricompo-sizione proporzionale ai mil-lesimi orginari riferiti alle re-lative zone di influenzadelle opere.Esempio: se abbiamo dui corpidi fabbrica uniti da una co-pertura sopra il cortile co-mune, la via piú facile èquella di scorporare la su-perficie comune ai due enti esuddividere la spesa tra tuttii condomini e poi applicarela prassi al corpo di fabbricache dà corso alla manuten-zione del proprio tetto. Iltutto si gestirà con l’imputa-

I l soggetto che eseguelavori per il condo-minio può essere pa-

gato tramite un vaucherIMPS, che è una forma speci-fica retributiva come corri-spettivo per il lavoro acces-sorio ed occasionale.Questo è disposto dagli arti-coli 61, comma 2 e 70 del De-creto legislativo n. 276 del2003.L’art. 61, comma 2 del de-creto precisa che dalla di-sposizione di cui al comma 1sono escluse le prestazionioccasionali, intendendosiper tali rapporti della duratainferiore a 30 giorni nel corsodell’anno solare con lostesso committente. Questoa meno che il compenso siasuperiore a euro 5.000annue, in tale situazione sirientra nelle disposizionicontenute nel presentecapo.L’art. 70 individua l’ambitodi applicazione del lavoroaccessorio disponendo che:1) Per prestazioni di lavoro

accessorio si intendonoattività lavorative di na-tura occasionale rese nel-l’ambito: a) di lavori do-mestici; b) di lavori digiardinaggio, pulizia emanutenzione di edifici,strade, parchi e monu-menti; c) dell’insegna-mento privato suplemen-tare …omissis; g) dell’im-presa familiare di cui al-l’art. 230 del C.c. limitata-mente al commercio al tu-rismo ed ai servizi.

1bis) In via sperimentale eper il 2009, prestazioni dilavoro accessorio pos-sono essere rese in tutti isettori produttivi e nel li-

zione delle proprie quote.

AscensoreLe spese di manutenzionestraordinaria dell’ascensoresi ripartiscono fra tutti i con-domini per millesimi di pro-prietà, compresi i proprie-tari delle unità immobiliarisituate al piano terra. Tribu-nale di Parma, 29 settembre1994 n. 831.

Sentenze

Responsabilità civileFurto; concomitante instal-lazione di ponteggi Cass. civ.Sez; III, sent; 17 marzo 2009,n. 6435.In caso di appalto di lavori dimanutenzione straordinariaaffidati da un condominio,oltre alla responsabilità del-l’appaltatore – che di regoladeve ritenersi unico respon-sabile dei danni derivati aterzi dall’esecuzione dell’o-pera – sussiste una corre-sponsabilità del predettocondominio committentesia in ipotesi di violazione diregole di custodia, ex art;2051 Cod.civ., sia in caso diriferibilità dell’evento alcommittente stesso per culpain eligendo per essere stata af-fidata l’opera a un’impresaassolutamente inidonea,nonché qualora l’appalta-tore sia stato un semplice e-secutore degli ordini delcommittente e abbia agitoquale nudas minister attuan-done specifiche direttive. Inparticolare, tale ipotesi dicorresponsabilità si verificanel caso in cui il condominioometta di vigilare sull’osser-vanza, da parte dell’impresaappaltatrice, di tutte le pre-

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CONDOMINIO

IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6- 85

tazione; effetto traslativodella proprietà del bene; e-sclusione; natura di atto in-tegrativo del procedimentoablatorio condizionato allasua conclusione; mancatastipulazione della cessionevolontaria o mancata ema-nazione del decreto di e-sproprio; effetti.Cass. civ. Sez. I, sent. 20marzo 2009, n. 6867.

l’accordo sull’indennità di e-spropriazione per effetto diaccettazione da parte dell’e-spropriando dell’ammon-tare offerto dall’espro-priante, non ha alcun effettotraslativo della proprietàdel bene, ma si insersce nelprocedimento ablativo – a-vendo pertanto natura ne-goziale pubblica – nel senso

che le pattuizioni in essocontenute si connotanocome atti integrativi del pro-cedimento stesso, ma sonotuttavia condizionate allasua conclusione, cioè allastipulazione di una cessionevolontaria o all’emanazionedel decreto di esproprio, iquali realizzano il trasferi-mento dalla proprietà del-l’espropriato all’espro-

priante; di cinseguenza qua-lora tali condizioni man-chino, l’accordo sull’inden-nità resta caducato e privo diqualsiasi effetto giuridico.

Locazione.Obblighi e responsabilitàdel locatoreInidoneità dell’immobile al-l’esercizio dellattività indi-

cauzioni del caso (nellaspecie, essendo stata l’im-palcatura montata senza luciesterne e senza alcuna strut-tura di sicurezza per l’invio-labilità degli appartamenti).

Contrattieccessiva onerositàsopravvenutaContratto atipico di compra-vendita immobiliare conprevisione di garanzia diredditività per il futuro; cor-rispettività tra le prestazionisinallagmatiche; sussi-stenza; conseguenze. Cass.civ. Sez.II, sent; 25 marzo2009 n; 7225.

L’atipicità dellacausa di un con-tratto di compra-

vendita immobiliare deter-minata dall’assunzionedella garanzia di redditivitàdel bene venduto non e-sclude la corrispettività trale prestazioni a carico delleparti e la conseguente ope-ratività, nel caso di ecces-siva onerosità, non dell’art;1468 Cod;civ., bensí dell’art;1467, commi 1 e 3 cod. civ.secondo cui è attribuibilealla parte la cui prestazionesia diventata eccessiva-mente onerosa per avveni-menti straordinari e impre-vedibili unicamente il po-tere di chiedere la risolu-zione del contratto e sol-tanto alla parte, contro laquale è domandata la risolu-zione, quello di evitarla of-frendo di modificare equa-mente le condizioni del con-tratto.

Espropriazione, indennitàAccordo amichevole; accet-

cata nel contratto; obbligodel locatore di operare mo-dificazioni o trasformazioninon previste dal contratto;insussistenza.Cass. civ. Sez. II, sent. 26marzo 2009, n. 7347.L’art. 1575 Cod. civ. non im-pone al locatore alcun ob-bligo di apportare alla cosada locare le modifiche ne-cessarie per renderla i-

donea allo scopo cui in-tende destinarlo il condut-tore, nemmeno nel caso incui tale scopo sia espressa-mente indicato in contratto,a meno che quell’obbligonon venga concordato conpatto espresso.

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SPORT

86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/6

Paolo Bertoli Un accademico del Caiche si occupadi pratiche catastali

tutto quello che cambia,siano le normative speci-fiche di un settore o i mate-riali tecnici che si possonoimpiegare». Per Taboni insomma geo-metra e alpinista è una con-vivenza possibile: «Certa-mente. L’aspetto decisivo èquello della gestione deltempo. Tanto per lavorarequanto per arrampicare. Eproprio saper portare a ter-

mine al meglio un incariconel tempo stabilito è il la-sciapassare per poter fareanche molte altre cose».Così «se mi sto occupando diqualche pratica devo cer-care di essere produttivo almassimo per terminareentro la data stabilità, limi-tando al massimo gli errori,ugualmente su una via iltempo atmosferico puòcambiare all’improvviso ed

Èun geometra che sioccupa di pratichecatastali ma anche

un accademico del Cai. Unprofessionista esperto edaffidabile ma anche un alpi-nista che ha saputo “sca-lare”, insieme alle vette piùimpegnative, anche le tappedell’escursionismo e dell’ar-rampicata in montagna, arri-vando al massimo livello dipreparazione previsto perun istruttore.Marco Taboni, camuno diBreno, classe 1976, è unuomo tenace, attento e pre-ciso, tanto nel lavoro quoti-diano quanto nelle impresein montagna che gli sonovalse un posto d’onore nel-l’Olimpo dell’alpinismo Ita-liano. «In effetti i punti di contattotra il mio lavoro e la mia pas-sione – spiega Taboni – sonomoltissimi. A partire dallaqualità caratteriali che ser-vono per riuscire in en-trambi passando poi per leabilità specifiche che bi-sogna sviluppare man manoche si procede nella car-riera». Il geometra brenese si rife-risce infatti alla «meticolo-sità necessaria per elabo-rare le nostre pratiche maanche per progettare un’im-presa su una vetta, tenaciaper superare le difficoltà cheman mano si presentano, maanche spirito di iniziativaper essere in grado di tro-vare le soluzioni ai problemiche si possono presentare inogni campo». Non solo. «Perla mia professione come perandare in montagna è fonda-mentale tenersi sempre ag-giornati ed essere attenti a

è fondamentale avere deli-neato una propria tabella dimarcia». Per Taboni quindi«gestire bene il tempo e leforze è il segreto per il geo-metra che vuole fare l’alpi-nista e per l’alpinista chevuole fare il geometra».Prima dell’estate Marco Ta-boni ha ricevuto dal Cai unriconoscimento particolar-mente significativo: è statonominato Accademico delClub Alpino Italiano, cioè i-struttore del massimo gra-do. «È stata davvero unabella soddisfazione esserericonosciuto accademico –ha commentato il geometra,– perché significa che mihanno inserito in un ristrettogruppo di alpinisti d’eliteche hanno fatto cose partico-larmente impegnative». Manon solo le grandi impresehanno decretato l’accesso diTaboni al gruppo degli acca-demici. «Credo che l’aspettopiù importante sia quellodel riconoscimento dell’e-sperienza che ho maturatoin montagna, della capacitàdi affrontare tante cose di-verse e di poter così prepa-rare anche persone meno e-sperte».

La procedura che haportato alla nominadi Taboni è stata

oggettivamente semplicema racchiude in pochi pas-saggi la grande quantità di ri-conoscimenti a vario titoloche è necessaria. Il nome diTaboni infatti è stato fatto dadue componenti del presti-gioso “libro d’oro” e poi ap-provato dall’assemblea.Successivamente la pro-posta è stata girata ai com-

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SPORT

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Marco Taboni. Alcuni momenti diarrampicata alle Pale di S. LucanoSpiz di Lagunaz - via del Grandiedro (5-6-7 gennaio 2007)

sperienza e consapevo-lezza, ho allargato il mio o-rizzonte e le mie possibi-lità». Nel curriculum di Ta-boni si trovano vie i cui nomisono cari a moltissimi alpi-nisti: ha intitolato la via deiSoci ai Corni di Salarno, la viadegli Amici in Tredenus.Mentre in inverno ha battutola Cassin-Bramani sulla Ba-gozza, il Diedro delle Tarta-rughe sempre in Tredenus elo spigolo Nord della Preso-lana. «Le vie che ho passatoin effetti sono davvero tante,oltre 200 su tutte le Alpi –spiega Taboni – tra le più re-centi mi piace ricordare ilpassaggio in inverno sul ver-sante Nord del Cervino oanche le vie più impegna-

tive delle Dolomiti». Nonsono mancati neppure i mo-menti di tensione, le occa-sioni in cui la paura ha ri-schiato di prendere il so-pravvento: «In montagna cisono sempre imprevisti e si-tuazioni che possono preci-pitare. Tutto sta a non per-dere il controllo e trovare ra-pidamente una strategia si-cura per uscirne. Ricordo uncaso accaduto durante un bi-vacco in parete, con il saccoa pelo appeso via e una tem-peratura di meno 20… Peròsono qui a raccontarlo, signi-fica che è andata bene». C’è un insegnamento di cuiTaboni ha fatto tesoro tantonel lavoro quanto e soprat-tutto nell’alpinismo. «È l’im-

ponenti della commissionetecnica centrale che hannovalutato gli aspetti specificidi loro competenza e infinedeliberata dal consiglio ge-nerale del cai. Quello tra Marco Taboni e lamontagna è un rapporto divecchia data che nel temposi è stretto e saldato. Im-presa dopo impresa il le-game del geometra di Brenocon le vette si è fatto piùstretto e coinvolgente, arri-vando all’attuale livello diprofondità.«Le prime uscite le ho fattequando ero ancora adole-scente. Andare in montagnami è sempre piaciuto moltis-simo e via via che sono cre-sciuto, in età ma anche in e-

portanza della squadra la le-zione più determinante cheho imparato. In situazioniche possono cambiare da unmomento all’altro è fonda-mentale avere accanto qual-cuno di cui ti puoi fidare cie-camente, a cui affidare lavita. E che si senta di fare lostesso con te. In diverse oc-casioni mi è capitata l’op-portunità di affrontare dellevie che mi stimolavano e cheda tempo volevo provare.Ma il gruppo non era quellogiusto e piuttosto di imbar-carmi in un impresa in cuinon mi sentivo sicuro ho pre-ferito fare altro».

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Expo punta del progressoFranco Robecchi

Il tema dell’Expo 2015 è ormai in primo piano sulla ri-balta dell’immagine della Lombardia e dell’Italia.Una delle più importanti e ricche regioni del mondo,

forse al primo posto fra quelle europee, in competizione conl’area parigina, non può fallire l’appuntamento. Anche sesiamo a poco più di cinque anni dalla scadenza, il fervore ditutti deve essere mirato a quel traguardo. Si tratta di affron-tare il tema sotto molti punti di attacco e fra questi non vadimenticata la prospettiva culturale. Questa si compone, asua volta, di molti elementi, che vanno dall’invenzione am-bientale, architettonica e artistica, alla scelta dell’universodella comunicazione, agli allestimenti, alle manifestazioniconnesse, ma anche alla presa di coscienza di che cosa sia,o di che cosa è meglio che sia un’Esposizione Universale.Per procedere a questa acquisizione è essenziale saperedove e perché siano nate le Esposizioni Universali. La let-teratura a riguardo non è névasta né diffusa e del sensodi queste grandi manifesta-zioni non si ha grande con-sapevolezza. Vorremmocontribuire a crearla questacoscienza, per facilitare l’in-serimento di ognuno, in pro-porzione alle proprie forze,in un evento che può cam-biare, diciamo migliorare, ildestino della comunità lom-barda. Sono dello stesso av-viso il presidente della Re-gione Formigoni e l’asses-sore al commercio della Re-gione, Franco Nicoli Cri-stiani, che ha voluto unprimo libro sulla storia delleEsposizioni Universali. Unaprima occhiata può esseredata al significato di un illu-stre precedente che Milanopuò vantare, l’EsposizioneInternazionale allestita nel1906 per celebrare l’aper-tura del traforo ferroviariodel Sempione. Si era nelclima di piena euforia dellaBelle Epoque, che suggel-lava un secolo di progressoe di straordinarie conquiste,sotto ogni punto di vista:scientifico, tecnico, indu-striale, economico. Il Liberty

era giunto a far esplodere nell’eleganza il trionfo della bor-ghesia, così come era avvenuto nell’Esposizione sulle artidecorative di Torino, del 1902, e nella faraonica EsposizioneUniversale di Parigi del 1900. La galleria del Sempione ag-giungeva un capitolo centrale alla stagione, ormai quasi cen-tenaria, delle ferrovie, una delle maggiori conquiste dellaciviltà. Si era, quindi, nel clima di un riconoscimento gene-rale dell’impeto di conquiste che il secolo passato avevaportato e ci riprometteva di avviare un nuovo secolo, ancorapiù sfolgorante. Milano era già una grande capitale e la suaeconomia aveva già sopravanzato quasi tutte le città ita-liane. L’orgoglio fu quindi il protagonista, anche con quellavena di supponenza che comportò, proprio a Brescia, unasottomissione mal digerita. Non solo Brescia dovette cam-biare la data della sua Esposizione, infine fissata al 1904,dopo il mutare della data della manifestazione milanese,

ma di peggio avvenne,anche se ancora senza provecerte. Ho avanzato, già al-cuni anni fa, il sospetto cheun grave incidente occorsoalla comunità bresciana, siastato dovuto alla forza mila-nese, che non poteva sop-portare ombre alla suagrande Esposizione del1906.

F u certamente qual-che manovra me-neghina ad indurre

la politica nazionale a fru-strare l’intraprendenza bre-sciana, ma anche a nuoceregravemente alla sua imma-gine e alla sua economia.Brescia organizzava, dal1904 una straordinaria Setti-mana automobilistica, che sipone fra le manifestazionipionieristiche del pano-rama mondiale. Quando,anche nel 1906, tutto erapronto per la rinnovata edi-zione della Settimana, checomprendeva corse di autodi moto e anche di moto-scafi, giunse l’improvvisa edel tutto imprevista deci-sione ministeriale, che com-portò l’annullamento di

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CULTURA

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tutte le manifestazioni. I Bresciani non vi volevano credere,ma così fu e il danno fu enorme. La scusa adottata fu l’im-possibilità di concedere la truppa per la sorveglianza dellestrade ordinarie, sulle quali si sarebbe dovuta svolgere lacorsa automobilistica. Milano non aveva più ombra né la suaEsposizione soffriva più di diversivi.Inizialmente l’Esposizione milanese fu pensata esclusiva-

mente circoscritta al temadei trasporti tecnici di can-tiere edile, con riferimentoall’opera del traforo dellagalleria del Sempione, mafu poi dilatata al tema ge-nerale dei trasporti , igrandi protagonisti del pro-gresso. Quella era l'ideaemblema dell 'Esposi-zione, ma ad essa erano an-nessi svariati altri settorimerceologici e tematici,dall'architettura alle artidecorative, dall'industriaalle macchine. La data del1906 consentì a Milano diapprofittare anche dell’e-sperienza della grande E-sposizione Universale diSaint Louis, negli Stati U-niti, la “Louisiana PurchaseExposition”, che fu volutaper celebrare il centenariodella cessione della Loui-siana agli Usa da parte deiFrancesi, nel 1803. L'Espo-sizione americana si svolsecongiuntamente alle Olim-piadi e vide occupataun'area di 500 ettari, concirca 20 milioni di visitatori.Furono appositamente co-struiti 1500 edifici, 50 chilo-metri di strade o vie pedo-nali, banche, ospedali, pa-lazzi delle poste e un hoteldi 2.257 camere. Gli standmilanesi furono collocatinegli stessi spazi in cui siera svolta la precedentemanifestazione, del 1894,nel parco adiacente al Ca-stello sforzesco, organiz-

zato recentemente da Emilio Alemagna, dove si trovaval'Arena neoclassica. Il parco, che trasse nome proprio dal-l'Esposizione, chiamandosi oggi Parco Sempione, era, i-noltre, direttamente connesso con il Corso Sempione, an-tica via di ingresso alla città e di collegamento fra Milanoe la Svizzera e, più in generale, fra la Lombardia, l'Italia eil Centro Europa. Questi riferimenti, uniti all'evento del

Ingresso all’Esposizione, riproducentei due tunnel del Sempione

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traforo ferroviario, sottolineavano lo spirito internazio-nale dell'Esposizione, secondo il criterio delle Esposi-zioni Universali, che ambivano a focalizzare una visionedel mondo senza frontiere, abbattute dallo spirito di unafratellanza idealistica e da una convenienza economica disostanza. Lo spazio del parco, ritenuto insufficiente, fu in-tegrato da una seconda localizzazione, adiacente, consi-stente nella Piazza d'armi. Le due aree, irrimediabilmenteseparate da binari ferroviari, furono allacciate da un col-legamento, che scavalcava a ponte l'ostacolo esistente,tramite un binario, sul quale scorreva un convoglio a tra-zione elettrica che costituì una frequentatissima attrat-tiva. Furono circa un milione i metri quadrati occupati

dalla manifestazione, sui quali furono eretti circa 200 edi-fici, che coprivano una superficie di 285.000 metri quadri.Trentuno furono le nazioni rappresentate e sette milionirisultarono i visitatori. L'aspetto più modernista era rap-presentato dalle automobili, che muovevano i primipassi, e dai mezzi aerei, che erano ancora, solo, mezzi piùleggeri dell'aria, come mongolfiere e dirigibili. Il primo, e-lementare e fragile aereo era nato solo tre anni prima, adopera dei fratelli Wright e la prima manifestazione inter-nazionale di aerei si sarebbe tenuta solo tre anni dopo,nella brughiera di Montichiari, nella Bassa bresciana. Mi-lano era tuttavia la città nel cui territorio, e in quelli adia-centi di Varese e Novara, da Cameri a Gallarate e Sesto Ca-

Padiglioni dell’Esposizione di Milano

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lende, da Linate a Malpensa, si andava abbozzando laculla dell'aeronautica italiana e delle sue industrie.

Le architetture dell'esposizione facevano un vagoriferimento allo stile Liberty, ma soprattutto pren-devano a modello l'architettura ridondante ed e-

clettica francese alla Garnier. Sebastiano Locati, il princi-pale progettista, firmò anche l'unico edificio sopravvissuto,l'acquario di Viale Gaudio. Quasi tutti gli altri edifici eranocostruiti con materiali leggeri, come legno, gesso, cannic-ciate, ed ebbero vita effimera. Queste tecniche costruttivefavorirono anche il disastro che turbò profondamente l'E-sposizione: l'incendio che distrusse completamente i padi-

glioni delle arti decorative e dell'architettura, con la perditadi materiali anche molto preziosi e rari, come quelli inerentialla storia del Duomo di Milano o alla progettazione del Vit-toriano di Roma, che era in corso di costruzione. L'architettoLocati aveva vinto, con Orsino Bongi, il concorso bandito nel1902 per la progettazione generale dell'Esposizione. Adaltri concorrenti, come gli ingegneri Arrigo Bianchi, MarioRondoni e Francesco Magnani, furono affidati i progetti disingole palazzine dell'Esposizione, come il Palazzo dellearti decorative, della Mostra agricola, della Mostra d'igiene,del Cantiere Ansaldo, della Regia manifattura tabacchi, delviadotto della ferrovia interna, ecc. Ai tre ingegneri fu anchedato l'incarico di progettare il Palazzo della Marina, che in-

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cludeva una delle architetture simbolo dell'Esposizione, unfaro di tipo costiero, sul quale splendeva una potente luce.Agli stessi progettisti fu affidata l'importante Galleria del la-voro. Interessante era lo scenografico corpo di ingresso al-l'Esposizione, che era impostato sulla riproduzione del-l'imbocco delle due gallerie del Sempione, realizzata condimensioni e materiali eguali all'originale. L'evocazione deltraforo del Sempione era diffusa e pregnante, anche conmolte sculture attinenti all'attività degli operai.

Era una versante che rilanciava un'importante por-zione della manifestazione, affidata alle forze so-cialdemocratiche della città, che avevano prepa-

rato convegni e settori inerenti ai problemi sociali, umani-tari e operai, che tanto avevano squassato la città pochi anniprima, con le pesanti condizioni economiche di fine secolo,con le tragiche azioni di piazza del 1898 e con l'uccisione,nel 1900, a Monza, da parte di un anarchico, del re d'ItaliaUmberto I. Ne erano sortite amministrazioni comunali pro-

Padiglioni dell’Esposizione di Milano A destra, copertina della “Domenicadel Corriere” che illustral’inaugurazione dell’Esposizione.

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gressiste, che favorirono un'Esposizione aperta ai temi di unprogresso temperato nell'equilibrio dell'equità sociale: uncarattere che connotò Milano anche nella seconda metà delsecolo, sino ad oggi. L’evento del 1906 rimase nella storiamilanese come un modello, che fu rilanciato, proprio nellastessa area, dalla grande Fiera Campionaria, che vide la

luce, in forma rudimentale, nel 1919, per divenire, nel 1922,con la costituzione dell'Ente autonomo “Fiera di Milanocampionaria internazionale”, la “Fiera di Milano” che, so-prattutto nel secondo dopoguerra, gli Italiani videro come ilfulcro della nuova nazione che rinasceva.

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ETICA PROFESSIONALE

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Guido Maffioletti La coperta corta

mani di tecnico laureato.Anche i corsi propedeutici e-largiti copiosamente inquesti anni recenti che pos-sono senz’altro tamponare ilproblema, dovrebbero af-frontare piú fortementeitemi professionali. È l’unicomodo per far acquisire aigiovani quella solidità pro-fessionale e culturale chesarà loro necessaria nelcampo del lavoro.L’illusoria speranza che l’ac-cesso al titolo di “laureato”conquistato senza questipresupposti si infrange-rebbe miseramente al pri-mo confronto professionale

.La crisi economica in atto staportando un po’ tutti a fareuna specie di esame di co-scienza per vedere se sulfondo di quest’ultima è ri-masto qualcosa di spendi-bile.Anche i giornali dopo aver ri-spolverato i valori della fa-miglia, del lavoro artigianalee delle piccole imprese,stanno riscoprendo e propo-nendo il mondo degli Istitutitecnici (Corriere della Sera,16 novembre 2009, Focus:scuola e lavoro. pag. 11) procla-mando che «80.000 posti dilavoro disponibili per i quali

P er il futuro geo-metra che si vuolformare per met-

tersi a disposizione delnuovo mondo globalizzatoche si va espandendo nono-stante tutti gli scongiuri, leritrosie e le cocciute inge-renze di quelli che temonoun proprio ridimensiona-mento si presentano indi-scutibili difficoltà.

Anche i Collegi pur con tuttol’impegno che profondonosui temi della formazione fa-ticano a garantire le loro a-spettative sugli approfondi-menti necessari al loro do-

non si trovano diplomati tec-nici».Guarda caso, quei numericorrispondono all’incirca alnumero degli iscritti al Col-legio Nazionale dei Geo-metri Italiani, oggi … e senzacontare quelli laureati di do-mani.Francamente la coperta for-mativa che dovrebbe co-prirci tutti, sembra un po’corta, infatti se la tiriamo insu per coprirci le spalle e ri-pararci dal freddo invernalealle porte, in pratica, i piedirimangono in balia deiquattro venti.Per starci tutti dobbiamo a-

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ETICA PROFESSIONALE

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in cima a quel montetutto pieno di gente

da sposo m’affaccio gioiosotra il velo d’organzasfoggiato ad oltranza

da geopercorro la stradatra due capicordache fanno la scorta

da scribami colgono orantecon tono decisodel pubblico istante

ora lo specchio rifletteuno sguardo profondo

che sbircia dal fondodel proprio vissutoe prega coscienteche al grande futurosi acceda sicuroe, quasi, all’istante.

A l risveglio, il tin-tinnio di quattromedaglie d’oro

guadagnate meritatamentedai quattro professionisticon oltre sessant’anni di ap-partenenza proficua, per sée per gli altri, al Collegio diBrescia e Provincia, ci ral-legra l’anima e ci predi-spone il fisico a riprendere il

spettare che qualcuno, nellanotte, allunghi la coperta,mentre alcune visioni istan-tanee ci appaiono durante ilsonno travagliato, accompa-gnate da una filastrocca:

da bimbo,mi vedo sorrettoda mani affettuosesul greto del fiume

da fante,mi vedo gravantesul banco di scuolaridente e ignorante

da alpinomi vedo supino

cammino professionale, co-scienti che Tarcisio, Walter,Giovanni ed Eugenio fannoancora parte della nostrasquadra, vivi, vegeti e puredisponibili a dare ancorauna mano a quelli che li cer-cheranno.Ora la coperta sembre-rebbe…. un po’ più lunga.

Il mondo di B. Bat.

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Giuseppe Zaila Anno scolastico 1959:cinquant’anni di diplomacinquant’anni di amicizia

stesso tempo, abbiamoletto nella bacheca scola-stica che ci avevano dichia-rati “maturi”. Eravamo felicicome bimbi il giorno di S.Lucia.Fra discussioni e grandi ri-sate nelle numerose cenecelebrative nelle quali ab-biamo condiviso la gioia diessere geometri, ci siamoanche scambiati pareri pro-fessionali, consigli e ricordidi ogni genere.Qualcuno è mancato, masempre tutti sono stati pre-senti nei ricordi; ci siamo tro-vati a Stra in riva al Brenta il

17 settembre scorso per fe-steggiare il traguardo d’oro,il cinquantesimo del nostrodiploma.Abbiamo avuto modo di ri-cordare i professori (Gior-dano, Mazzetti, Calmieri,Trombetta), le paure, le no-stre tribolazioni scolastiche,ma tutto è servito a ripen-sare alla realizzazione deinostri intenti, dei nostrisogni che non sono statipochi.Ma quello che stupisce è lasolidità della nostra amiciziaper l’ennesima volta ci hafatto godere momenti

C inquant’anni sonopassati dal lon-tano 1959, anno

nel quale noi della classe VA dell’Istituto tecnico pergeometri Nicolò Tartaglia dicorso Matteotti abbiamoconseguito il diploma. Cin-quanta! Sembra un numeroqualunque, ma non per unavita. Eppure dal 1959 venti-cinque neo-diplomati han-no continuato a frequentarsida amici, piú che da colleghie sono arrivati al 2009, solo indiciotto purtroppo, ma conlo stesso spirito del giorno incui fermi e preoccupati allo

profondi di viva solidarietà!Grazie amici, con l’augurioche tutte le classi di geo-metri possano gioire di mo-menti di serenità e di gioiacome è capitato a noi.

Nella fotografia, da sinistra: Zaila,Palladini, Banalotti, Raineri Ba-gnardi, Voltolini, Taglietti, Ricchelli,Grassi, Martinelli, Poli, Montanari,Orini, Molinari.

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Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emana-zione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficialedella Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lom-bardia.I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i conte-nuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi uf-ficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.

Decreto Min. Economia e Finanze 6 agosto 2009 (GU 26 set-tembre 2009 n. 224)Disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualficazioneenergetica del patrimonio edilizio esistente, ai sensi dell’articolo1, comma 349 della Legge 27 dicembre 2006 n.296.(La dichiarazione asseverata del tecnico di rispondenza degli in-terventi ai requisiti richiesti può essere sostituita da quella resa dal

direttore dei lavori sulla conformità del progetto alle opere, obbli-gatoria ai sensi dell’art 8, comma 2 del D.Lgs 192/2005, ai finidella dichiarazione di fine lavori...)

Decreto Ministero Sviluppo Economico 23 luglio 2009 (GU 17agosto 2009 n.189)Miglioramento della sicurezza degli impianti ascensori anteriorialla direttiva 9516CE. (In vigore dall’1 settembre 2009. - L’art 39modifica l’art 90 del D.Lgs 81/2008 comma 11...«in caso di lavoriprivati non si nomina il CSP ai lavori non soggetti al permesso dicostruire e comunque di importo inferiore a _100.000,00, In talcaso il CSE svolge le funzioni del CSP, cioè redige il psc ed il fa-scicolo»; inoltre modifica art 91 comma 1 aggiungendo alla lett b)la lett.b.bis):...«Il CSP coordina l’applicazione delle disposizionidell’art 90 comma 1, ... già di competenza del committente o delR.L.»).

a cura del geom. Alfredo Dellaglio

Novità di LeggeNovità di Legge

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Aggiornamento Albo

Iscrizioni all’Albo con decorrenza 17 novembre 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza

5943 Manassi Cristian Montichiari (Bs) 08/07/1977 25012 Calvisano (Bs) via F.lli Cervi 18

5944 Delalio Elisa Brescia 14/11/1984 25136 Brescia via L. Gadola 49

5945 Consolandi Stefano Brescia 17/07/1983 25030 Trenzano (Bs) via Trento 15

5946 Bianchi Pierangelo Montichiari (Bs) 01/03/1977 25015 Desenzano d. Garda (Bs) via Curiel 25/A

5947 Nodari Andrea Lovere (Bg) 26/06/1987 25047 Darfo Boario Terme (Bs) via G. Amendola 16

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 25 luglio 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

2145 Vedovelli Bruno Toscolano Maderno (Bs) 08/01/1945 25084 Muslone di Gargnano (Bs) via Antica 2 Decesso

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 29 agosto 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

3571 Casanova Fabio Brescia 28/11/1961 25062 Concesio (Bs) via G. Matteotti 33 Decesso

Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 8 ottobre 2009N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo

1678 Gotti Angelo Provaglio d’Iseo (Bs) 31/08/1937 25050 Provaglio d’Iseo (Bs) via Romiglia 9 Decesso

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memo

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AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBOPer consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sonotenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusiva-mente la seguente scheda:

IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA

cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. n. albo …………………………………………... nato il …………………………………………

luogo di residenza ……………………………………………………………………………………….. luogo dello studio ………………………………………………………………………………......

cap …………………………… città ……………………………………………………………………... cap ………………………………………………. città …………………………………………....

via ………………………………………………………………………………………………………………………... via ………………………………………………………………………………………………………………......

P. Iva ……………………………………………………………………………………………………………………

tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. tel. ufficio …………………………………… fax …………………………………………........

cell. ………………………………………………………………………………………………………………………. e-mail …………………………………………………………………………………………………………....

data ……………………………………………………………………………………………………………………..

firma ……………………………………………………………………………………………………………....

Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta)

Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio? ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta)

PER AGGIORNARE GLI ELENCHIDELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIAIL COLLEGIO INVITA I GEOMETRIA COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINEQUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX)

SPETT.LECOLLEGIO DEI GEOMETRIDELLA PROVINCIA DI BRESCIA25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12FAX: 030/306867

Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa diPrevidenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la com-pilazione di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte leinformazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamentialla Cassa di Previdenza.


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