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IL GEOMETRA – N° 3-2011

Date post: 22-Mar-2016
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Periodico del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia
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Editoriale

Il geometra

Organo del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e del Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta

Direttore responsabileILARIO TESIO

Consigliere responsabileLUCIANO SIMONATO

Redazione e impaginazioneMICHELA OBERTO

Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità:Via Toselli 1 - 10129 TorinoTel. 011537756 - fax 011533285e-mail [email protected]

Hanno collaborato a questo numero:GIANCARLO BAGGI, ADRIANO BUZZAN-CA E IVAN MEO, STUDIO OSELLA

Stampa e fotolito:Tipografia Melli - Borgone di SusaTel. 011.96.46.367

Reg. Trib. Torino n. 297 del 23 luglio 1948Pubblicazione mensile con pubblicità inferio-re al 50%

Le opinioni espresse negli articoli apparten-gono ai singoli autori dei quali si intende ri-spettare la libertà di giudizi, lasciando agli stessi la responsabilità dei loro scritti.

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Questo numero della rivista è in gran parte dedicato all’Assemblea che si è svolta il 18 aprile: abbiamo riportato tutte le relazioni e gli interventi, per dare modo a chi non era presente di leggere il reso-conto delle attività e dei programmi del Collegio.

L’Assemblea annuale è il momento istituzionale di approvazione dei bilanci ma è anche occasione di confronto e di riflessione sulla vita del Collegio. I bilanci, al di là dell’aspetto contabile e ammini-strativo, rispecchiano bene tutto quanto viene fatto e forniscono un quadro completo delle attività, che vengono poi dettagliate e com-mentate nelle relazioni del Direttivo.

L’Assemblea è anche un momento di festa e di ritrovo, con l’asse-gnazione delle medaglie e dei riconoscimenti ai colleghi che hanno raggiunto traguardi professionali significativi: è grande soddisfazio-ne vedere colleghi, seppure anziani, ancora in forma e pieni di en-tusiasmo e di voglia di fare. Sono di esempio a tutti noi per essere ottimisti nel futuro e nel ruolo della nostra professione che rimane saldo nel tempo, nonostante le difficoltà oggi più gravose che mai.

E poi ci sono i giovani: oltre 60 colleghi neo abilitati hanno rice-vuto il timbro in Assemblea ed hanno avuto modo di partecipare dal vivo ad un momento significativo della Categoria in cui sono appena entrati. Non sappiamo se torneranno i prossimi anni o se rientreranno nella gran parte degli iscritti all’Albo indifferenti alla vita del loro Collegio; non sappiamo quanti di loro raggiungeranno il traguardo dei 35 anni di iscrizione, né tanto meno dei 50 anni; nessuno sa se avranno una vita professionale di soddisfazione o se tra poco si arrenderanno alle difficoltà della libera professione e ten-teranno altre strade.

Auguriamo a tutti loro comunque una futuro sereno e fiducioso, convinti che l’operare con coscienza e consapevolezza sia l’unico mezzo per affrontare la vita in modo positivo. Nella libera profes-sione sono due doti essenziali che, talvolta, non si ravvisano nei giovani, distratti da traguardi più facili o semplicemente coinvolti dall’indolenza generale di questi nostri tempi di benessere.

Al Collegio, abbiamo occasione di venire a contatto con tante ca-sistiche: vediamo così professionisti che abbandonano, che dimo-strano fatica e disamore per il loro lavoro, che non partecipano agli eventi formativi, che non possono pagare le quote di iscrizione o la Cassa di Previdenza; ma fortunatamente ne vediamo molti che san-no individuare e cogliere nuovi sbocchi lavorativi, che dimostrano tanta voglia di fare, buona volontà e spirito di sacrificio.

Rivolgiamo ai nuovi iscritti all’Albo 2011, quelli che abbiamo avuto il piacere di vedere nell’Assemblea ed a tutti gli altri, l’augu-rio di appartenere a questo secondo gruppo, speriamo nell’ambito della nostra Categoria, ma comunque in ogni occasione della vita.

Ilario Tesio

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Sommario

Editoriale pag. 1

Argomenti legislativiLa compensazione dei crediti in presenza di ruoli non pagati pag. 3a cura dello Studio Osella

ProfessioneVizi di costruzione. Chi è il responsabile? pag. 5

La cedolare secca sui contratti di locazione pag. 10

Trasmittanza termica dei vetri. I valori limite pag. 14

Variante “Seveso”. Più sicurezza sul territorio provinciale pag. 16

Dallo Sportello per l’Edilizia e l’Urbanistica del Comune di Torino pag. 18

Il Piano del Colore della Città di Torino pag. 20

Una scuola da abitare pag. 22

Atti del CollegioAssemblea annuale pag. 25

ConvegniConvegni... in breve pag. 42

Recensioni pag. 43

CulturaViaggio nell’affascinante mondo della metrologiaIl Piede Liprando o Piede Piemontese pag. 45di Giancarlo Baggi

La compensazione dei crediti in presenza di ruoli non pagati, pag. 3

Una scuola da abitare, pag. 22

Il Piede Liprando o Piede Piemontese, pag. 45

Assemblea 2011, pag. 25

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Recentemente l’Agenzia delle En-trate, nel corso di un incontro con la stampa specializzata e con un Co-municato stampa, ha fornito “antici-pazioni” e chiarimenti in merito alla nuova disciplina (in vigore dal 2011) del divieto di utilizzo dei crediti in compensazione nel mod. F24 in pre-senza di imposte iscritte a ruolo non pagate di ammontare superiore a € 1.500.

In merito l’Agenzia ha precisato che:- fino all’emanazione dello specifico Decreto attuativo contenente le mo-dalità per “saldare” le somme iscritte a ruolo, le compensazioni dei sud-detti crediti non sono sanzionabili a condizione che le stesse non intac-chino “i crediti necessari per pagare i ruoli esistenti”;- a “regime”, al contribuente “non è consentito effettuare alcuna compen-sazione se non assolve, preventiva-mente, l’intero debito per il quale è scaduto il termine di pagamento”.

Come noto, il Legislatore al fine di contrastare gli abusi in materia di compensazione dei crediti ha in-trodotto con il DL n. 78/2010, c.d. “Manovra correttiva”, il divieto di utilizzo dei crediti in compensazione nel mod. F24, ex art. 17, D.Lgs. n. 241/97, in presenza di imposte era-riali iscritte a ruolo e non pagate.

La nuova disposizione vieta l’uti-lizzo in compensazione dei crediti “erariali” fino a concorrenza dell’im-porto dei debiti:1. iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori;2. di ammontare superiore a € 1.500;

3. per i quali è scaduto il termine di pagamento.

L’art. 31, comma 1, del citato DL n. 78/2010, prevede, infatti, espres-samente che: “a decorrere dal 1° gennaio 2011, la compensazione dei crediti di cui al-l’articolo 17, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, re-

lativi alle imposte erariali, è vietata fino a concorrenza dell’importo dei debiti, di ammontare superiore a mil-lecinquecento euro, iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi acces-sori, e per i quali è scaduto il termine di pagamento”.

Va evidenziato che l’operatività della disposizione in esame è circo-

Argomenti legislativi

Il geometra

La disposizione in esame è circoscritta ai crediti e debiti relativi alle sole imposte erariali (ad esempio, IRPEF, IRES, IVA, ecc.) e non riguarda le altre imposte quali, ad esempio, i tributi locali, i contributi previdenziali, ecc.

La compensazione dei creditiin presenza di ruoli non pagati

a cura dello Studio Osella Dottori Commercialisti

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scritta ai crediti e debiti relativi alle sole imposte erariali (ad esempio, IR-PEF, IRES, IVA, ecc.) e non riguarda le altre imposte quali, ad esempio, i tributi locali, i contributi previden-ziali, ecc.

Per l’applicazione del divieto in esame deve essere scaduto il termi-ne di pagamento delle somme iscrit-te a ruolo, ossia deve essere decorso il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento.

La violazione del divieto di com-pensazione comporta l’applicazione della sanzione nella misura del 50% dell’importo dei debiti iscritti a ruolo per imposte erariali ed accessori, per i quali è scaduto il termine di paga-mento, fino a concorrenza dell’am-montare indebitamente compensato.

La sanzione non può comunque es-sere superiore al 50% di quanto inde-bitamente compensato.

L’art. 31, comma 1, prevede espres-samente che la sanzione:“non può essere applicata fino al mo-mento in cui sull’iscrizione a ruolo penda contestazione giudiziale o am-ministrativa”.

L’Agenzia delle Entrate, attraverso il Comunicato stampa 14.1.2011 ed il consueto incontro d’inizio anno con la stampa specializzata, ha for-nito importanti chiarimenti ed “anti-cipazioni” considerato che la nuova restrizione nell’utilizzo in compen-sazione dei crediti è entrata in vigore l’1.1.2011.

Il regime sanzionatorio “transitorio”

In merito al suddetto regime san-zionatorio, l’Agenzia ha precisato che occorre distinguere tra i seguenti 2 periodi:- dall’1.1.2011 “fino all’emanazione” dello specifico DM attuativo;- a “regime”.

Compensazioni dal 1° gennaio 2011 fino all’emanazione dello specifico DM

L’Agenzia delle Entrate, nel Co-

municato stampa 14.1.2011, rilevan-do che le modalità di compensazione delle somme iscritte a ruolo saranno disciplinate da un “prossimo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, evidenzia che “attualmen-te” il contribuente, che intende com-pensare crediti erariali in presenza di debiti iscritti a ruolo per un importo superiore a € 1.500 non ha la possi-bilità di pagare / saldare questi ultimi tramite compensazione.

Ciò comporta che, fino all’emana-zione del suddetto DM attuativo, non sono sanzionabili le compensazioni di crediti erariali eccedenti l’importo “a copertura” dei debiti erariali sca-duti iscritti a ruolo.

L’Agenzia infatti nel citato Comu-nicato precisa che:“Le compensazioni, in presenza di ruoli scaduti superiori a 1.500 euro, non sono sanzionabili fino all’ema-nazione del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ne disciplina le modalità. Questo a condizione che l’operazione di com-pensazione non vada a intaccare i crediti necessari per pagare i ruoli esistenti”.

Per poter beneficiare della non ap-plicazione della sanzione sopra de-scritta è comunque necessario che la compensazione non “intacchi” i crediti necessari per saldare i debiti iscritti a ruolo, ossia la compensazio-ne è consentita soltanto limitatamen-te all’eccedenza del credito rispetto al debito iscritto a ruolo.

Esempio 1Un contribuente presenta la se-

guente situazione:- credito IRES, a disposizione, pari a € 23.000;- debito IVA iscritto a ruolo e non pagato pari a € 13.000.

In tal caso fino all’emanazione dell’apposito DM attuativo il con-tribuente potrà compensare nel mod. F24 il suddetto credito IRES fino ad

un importo pari a € 10.000, mante-nendo quindi un importo, “a copertu-ra” del debito erariale iscritto a ruolo, pari a € 13.000.

Compensazioni a “regime”Nel citato incontro con la stampa

specializzata l’Agenzia delle Entrate fornisce un’interpretazione “restritti-va” alla disciplina in esame precisan-do che a “regime”, quindi a seguito dell’emanazione del citato Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze disciplinante “le modalità di compensazione delle somme iscrit-te a ruolo”, il mancato pagamento del debito erariale scaduto iscritto a ruolo d’importo superiore a € 1.500 blocca “in toto” la compensazione dei crediti erariali.

Tale interpretazione “restrittiva” si ravvisa anche dalla lettura del ci-tato Comunicato stampa nel quale l’Agenzia, con specifico riferimen-to al periodo dall’1.1.2011 “fino al-l’emanazione” del citato DM attua-tivo, sottolinea che al contribuente “non è consentito effettuare alcuna compensazione se non assolve, pre-ventivamente, l’intero debito per il quale è scaduto il termine di paga-mento”.

Esempio 2Un contribuente presenta la se-

guente situazione:- credito IRES, a disposizione, pari a € 70.000;- debito IVA iscritto a ruolo e non pagato pari a € 20.000.

In tal caso, a “regime”, al contri-buente è preclusa la possibilità di compensare nel mod. F24 il suddetto credito IRES “se non assolve, pre-ventivamente, l’intero debito” era-riale iscritto a ruolo.

In altre parole prima di utilizzare il credito IRES in compensazione nel mod. F24 il contribuente dovrà saldare (compensare) il debito IVA iscritto a ruolo.

Argomenti legislativi

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La problematica giuridicaaffrontata

La sentenza del Tribunale di Mo-nopoli merita di essere segnalata in quanto affronta un profilo peculiare del contratto di appalto, che solo in poche occasioni è passato al vaglio della giurisprudenza. Partiamo dal dato normativo: ai sensi dell’art. 1669 cod. civ., “quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per la loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal compimento,

l’opera, per vizio del suolo o per di-fetto della costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovina o gravi difetti, l’ap-paltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi cau-sa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta.

Il diritto del committente si pre-scrive (art. 2934 cod. civ.) in un anno dalla denunzia”.

La giurisprudenza maggioritaria individua nella norma di cui all’art.

1669 cod. civ. un genere di responsa-bilità extracontrattuale a prescindere dal rapporto negoziale di appalto, essendo riconducibile a regole di or-dine pubblico volte a garantire l’in-teresse generale alla sicurezza delle attività di edificazione. Secondo tale orientamento, al costruttore non può essere ascritta una responsabilità og-gettiva ma una presunzione iuris tan-tum di responsabilità, che può essere vinta, non già attraverso la generica prova di aver usato nell’esecuzione

Vizi di costruzioneChi è il responsabile?

a cura di Adriano Buzzanca e Ivan Meo

La sent. n. 63/2010 pronunciata dalla sezione distaccata del Tribunale di Monopoli concerne la pro-blematica relativa alla denuncia di gravi vizi di costruzione di alcuni immobili e la responsabilità solidale del costruttore e del progettista. In particolare, il Tribunale di Monopoli ascrive una responsabilità solidale in capo al costruttore e al progettista, riconoscendo un danno patrimoniale emergente rappresentato dai costi dei lavori necessari per l’eliminazione dei difetti strutturali degli immobili in questione, nonché dagli esborsi sostenuti dai danneggiati per il trasloco e il canone corrisposto per l’uso di altri immobili. Il Tribunale, a titolo risarcitorio, riconosce anche un’altra voce di danno patrimoniale, concernen-te le spese sostenute dai danneggiati per i compensi corrisposti ai vari professionisti, incaricati di verificare le condizioni statiche degli immobili. A titolo di danno non patrimoniale vengono, infine, riconosciute le sofferenze e i gravi disagi derivanti dalla lesione del diritto all’abitazione, quale di-ritto inviolabile (1).

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dell’opera tutta la diligenza possibile, ma con la positiva e specifica dimo-strazione della mancanza di responsa-bilità, attraverso l’allegazione difatti positivi, precisi e concordanti (Cass., sent. 28 novembre 1998, n. 12106; sent. 6 dicembre 2000, n. 15448 e sent. 15 aprile 1999, n. 3756). Pertan-to, l’ambito di applicazione dell’art. 1669 cod. civ. concerne non solo la responsabilità dell’appaltatore-co-struttore che sia stato anche venditore degli immobili (Cass. sent. 31 marzo 2006, n. 7634), ma anche quella del direttore dei lavori e del progetti-sta (Cass. sent. 16 febbraio 2006, n. 3406; sent. 29 gennaio 2002, n. 1154; sent. 11 agosto 2000, n. 10719 e 26 aprile 1993, n. 4900). Proprio perché tale norma mira a tutelare l’incolumi-tà pubblica, la stessa è inderogabile e la relativa azione risarcitoria non è rinunciabile (2).

La denunzia dei gravi difetti di costruzione entro il termine di de-cadenza di un anno dalla scoperta, secondo costante giurisprudenza, de-corre dal giorno in cui il committente consegue un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera, non essendo sufficienti, viceversa, manifestazioni di scarsa rilevanza e semplici sospetti (Cass., sent. 13 gennaio 2005, n. 567; sent. 1 febbraio 2008, n. 2460 e sent. 15 no-vembre 2006, n. 24301). Sono defi-niti dalla giurisprudenza gravi difet-ti quelli che incidono sulla solidità, efficienza e quindi funzionalità del-l’opera, comportando una menoma-zione del godimento dell’immobile a prescindere dalla stabilità (3).

Diversamente, il comma 1, del-l’art. 1669 cod. civ., ai fini della sussistenza della responsabilità del-l’appaltatore, prevede il termine de-cennale per determinare la durata del rapporto sostanziale di responsabilità dell’appaltatore.

In particolare, rileva il Tribunale - riportandosi alla CTU - “che la causa

principale dei dissesti sia da impu-tare alla disuniformità del piano di posa. Uno spessore, anche modesto, di materiale di scadenti caratteristi-che meccaniche al di sotto di alcune porzioni di fondazioni può dar luogo a cedimenti incompatibili con la fun-zionalità della struttura stessa’

Il giudice ha ritenuto solidalmente responsabili il costruttore e il pro-gettista, considerato che l’indagine sulla natura e sulla consistenza del suolo, sul quale i fabbricati sono stati realizzati, implica una specifica atti-vità conoscitiva da espletare tramite particolari strumenti tecnici di com-petenza dell’appaltatore, quale sog-getto obbligato a realizzare l’opera commessagli mettendo a disposizio-ne la propria organizzazione; pertan-to, l’appaltatore risponde dei vizi di costruzione dipendenti dal cedimen-to delle fondazioni, unitamente al progettista, a causa delle caratteri-stiche geologiche del suolo qualora i citati vizi dipendano anche da una inadeguata progettazione (Cass., sent. 9 febbraio 2000, n. 1449; sent. 23 settembre 1996, n. 8395 e sent. 16 novembre 1993, n. 11290).

A riguardo giova precisare che non sono cause di esonero della respon-sabilità del costruttore, ex art, 1669 (4) cod. civ., né la natura del terreno né le manchevolezze del progetto, salva l’ipotesi in cui l’esecuzione sia ordinata all’imprenditore nonostante i suoi contrari rilievi, né la responsa-bilità del progettista, che si aggiun-ge eventualmente a quella del primo (Corte di Appello Perugia, 12 marzo 1991).

Conformemente, la giurisprudenza ha previsto che la disciplina dell’art 1669 cod. civ. si applica non solo nei confronti dell’appaltatore ma an-che nei riguardi del progettista e/o direttore dei lavori, poiché la relati-va responsabilità esula dai limiti del rapporto contrattuale intercorso tra le parti, per assumere la configurazione propria della responsabilità per fatto illecito (Corte di Appello Lecce Ta-

ranto, 10 giugno 1997; Trib. Roma, 17 novembre 1993; Corte di Appello Cagliari, 22 aprile 1993)

In ogni caso, la Cassazione (sent. 28 novembre 2001, n. 15124) ha rite-nuto - secondo i principi generali in materia d’illecito, contrattuale o ex-tracontrattuale che sia - che, laddove un unico evento dannoso sia impu-tabile a più soggetti, è sufficiente, al fine di ritenere la solidale responsa-bilità di tutti nell’obbligo risarcito-rio, che le azioni e/o le omissioni di ciascuno abbiano concorso in modo efficiente a produrre l’evento, onde che, stante l’autonomia dell’appal-tatore nell’esecuzione dell’opera, questi è comunque tenuto ad agi-re nel rispetto delle regole dell’arte sua e, pertanto, è responsabile del danno cagionato al committente pur ove soggetto a un’ordinaria ingeren-za da parte di questi e/o del diretto-re dei Lavori dallo stesso nominato. Allorché, infatti, il danno derivi da carenze o vizi imputabili al progetto fornito dal committente e/o alla dire-zione dei lavori da parte del preposto del committente, la responsabilità relativa e il conseguente obbligo ri-sarcitorio incombono anche sull’ap-paltatore quando questi, accortosi del vizio, non lo abbia denunziato tempestivamente al committente ma-nifestando formalmente il proprio dissenso, ovvero quando non abbia rilevato i vizi, pur potendo e dovendo riconoscerli in relazione alla perizia e alle capacità tecniche da lui esigibi-li nel caso concreto; denunzia e dis-senso che, tuttavia, non lo esimono dalla responsabilità quando la palese eventualità del danno avrebbe dovuto indurlo ad astenersi in ogni caso dal-l’esecuzione dell’opera o della parte di essa riscontrate foriere della situa-zione di pericolo. In tema di contrat-to di appalto (Cass., sent. 14 ottobre 2004, n. 20294), qualora il danno su-bito dal committente sia conseguen-za dei concorrenti inadempimenti dell’appaltatore e del direttore dei Lavori (ovvero del progettista), en-

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trambi rispondono solidalmente dei danni (5), essendo sufficiente, per La sussistenza della solidarietà, che le azioni e le omissioni di ciascuno ab-biano concorso in modo efficiente a produrre L’evento, a nulla rilevando che le stesse costituiscano autonomi e distinti fatti illeciti, o violazioni di norme giuridiche diverse. L’origina-rio orientamento della Cassazione, ri-prendendo i principi espressi riguar-do alla responsabilità del progettista, statuiva che questi risponde verso il committente in base ai principi rela-tivi alla disciplina delle professioni intellettuali (Cass., sent. 10 maggio 1961, n. 4321). Alla luce di tale pre-gresso orientamento, l’appaltatore e il progettista rispondevano dunque verso il committente sulla base di un diverso titolo; da ciò derivava il principio secondo il quale le due re-sponsabilità non potevano ritenersi solidali (Cass., sent. 27 marzo 1965, n. 1520).

Esse, e le relative azioni, stavano quindi in concorso non cumulativo, nè graduale, ma alternativo: il com-mittente poteva rivolgersi per l’inte-ro danno contro il solo appaltatore o contro il solo progettista, a sua scel-ta; una volta soddisfatto per l’intero da uno dei due, nulla poteva preten-dere dall’altro, ovvero soddisfatto da uno solo in parte, poteva agire solo in parte contro l’altro per la differenza. A sua volta, chi aveva soddisfatto il committente non aveva azione di re-gresso verso l’altro debitore, perché nei rapporti fra i due debitori non si potevano estendere analogicamente le regole proprie delle obbligazio-ni solidali (Cass., sent. 6 settembre 1968, n, 2887).

Tale orientamento è stato supera-to dalla successiva giurisprudenza di legittimità che ha sposato la tesi secondo cui l’art. 1669 cod. civ. configurerebbe una responsabilità extracontrattuale, estendendo la sua applicabilità anche al professionista intellettuale il quale è chiamato a ri-spondere in solido con l’appaltatore e altri soggetti eventualmente re-sponsabili.

Vizi del suolo: accertamenti geologici

Da quanto analizzato nel paragrafo precedente possiamo confermare che il tema della responsabilità dell’appal-tatore continua a registrare notevoli interessi giurisprudenziali e a forni-re diverse interpretazioni dottrinali. La sentenza in commento, infatti, si inserisce in un settore giurispruden-ziale in continuo fermento, ovvero quello relativo alla tematica della responsabilità solidale del professio-nista. Su questa materia, le questioni più dibattute riguardano la delimita-zione dell’oggetto dell’obbligazione del progettista, l’ammissibilità di una responsabilità solidale tra appaltatore e progettista nonostante la diversità delle norme violate, la natura giuridi-ca della responsabilità da rovina e di-fetti di cose immobili e l’estensibilità dell’art. 1669 cod. civ. (6) a figure di-verse dall’appaltatore. Se da un lato la giurisprudenza propone una inter-pretazione “estensiva” dell’art. 1669 cod. civ., tendendo ad ampliare gli

ambiti di tutela dei soggetti” (7) che possono subire un pregiudizio dipen-dente dalla realizzazione difettosa di un’opera, dall’altro la dottrina (8) - denunciando la scarsa applicabilità pratica degli esiti interpretativi sug-geriti dalla giurisprudenza - auspica una lettura più pragmatica del dettato normativo (9).

Sinteticamente possiamo enuclea-re tre orientamenti di massima che si sono succeduti nel tempo.

Le strutture di sostegno dell’immobile

Secondo un orientamento giuri-sprudenziale datato, si verifica un grave difetto qualora questo incida in maniera profonda sugli elementi essenziali dell’opera, influendo sul-la stabilità e sulla durata dell’opera stessa. Questa rigorosa interpreta-zione viene motivata argomentando che, se i difetti non si riferiscono alle strutture portanti della costruzione ma consistono in vizi anche di non lieve entità e che diano pur luogo a

Il Tribunale ascrive una responsabilità solidale in capo al costrutto-re e al progettista, riconoscendo un danno patrimoniale emergente rappresentato dai costi dei lavori necessari per l’eliminazione dei difetti strutturali degli immobili in questione

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inconvenienti di un certo rilievo, non ricorre la particolare responsabili-tà dell’appaltatore prevista dall’art. 1669 cod. civ. (tra le tante si veda-no Cass., sent. 8 settembre 1970, n 1360, sent 17 aprile 1968, n 1151 e n. 39, sent 13 luglio 1961, n 1695), rimarrebbero, perciò, esclusi tutti i vizi, sia pure di grave entità, che li-mitano o impediscono l’utilizzazione dell’opera secondo la sua destina-zione, qualora i vizi medesimi non pregiudichino gli elementi strutturali che garantiscono la stabilità e la con-servazione dell’immobile.

La solidità dell’immobile Un differente orientamento giu-

risprudenziale distingue fra vizi ri-guardanti la solidità dell’immobile, che pregiudica la buona conserva-zione futura o la possibilità di lunga durata e i vizi attinenti la stabilità futura dell’immobile, ipotesi in cui si avrebbe pericolo di rovina (Cass., sent. 8 aprile 1969, n. 1064; sent. 11 giugno 1968, n. 1853 e n. 1378; sent. 8 aprile 1968, n. 1064)

La menomazione apprezzabile nel normale godimento dell’immobile

Nella giurisprudenza più recente è andata affermandosi una terza in-terpretazione, più estesa, dell’espres-sione “gravi difetti” di cui all’art. 1669 cod. civ. Questo orientamento prevede, infatti, il diritto del com-mittente al risarcimento dei danni da parte dell’appaltatore, non solo nelle ipotesi in cui, per vizio del suolo o difetto della costruzione, questa rovi-ni in tutto o in parte o ci sia pericolo che tale rovina si verifichi, ma anche quando l’opera, per sua natura desti-nata a lunga durata, presenti “gravi difetti” - generatori a loro volta di danno - nel caso in cui questi non comportino rovina - o pericolo di ro-vina - parziale o totale della costru-zione (Cass., sent. 8 gennaio 2000, n. 117 e sent. 22 febbraio 1999, n. 1468). Con riguardo alla specifica ipotesi presa in considerazione dalla

sentenza che si commenta, si può os-servare che in base agli accertamenti effettuati dal progettista, circa la na-tura del suolo su cui edificare, non si preclude la responsabilità dell’ap-paltatore da ulteriori verifiche, che egli deve comunque compiere, anche rispetto alle fondazioni, esaminando con diligenza e perizia il progetto da realizzare (Cass., sent. 23 settembre 1996, n. 8395; sent. 27 aprile 1993, n. 4912 e sent. 14 maggio 1977, n. 1943). In base a questo orientamento, particolarmente rigido, l’appaltatore deve considerarsi responsabile verso il committente e i suoi aventi causa, pure per i vizi del suolo, nonostante sia stata effettuata un’indagine geo-logica compiuta in occasione della progettazione (10). Rimane sempre a carico del progettista l’onere di son-dare suolo e sottosuolo qualora non vi provveda il costruttore.

È la diligenza del professionista che impone tale controllo preventivo al fine di poter valutare adeguata-mente il tipo di fondazione più adat-to alla realizzazione dell’opera (in un caso il progettista è stato ritenuto responsabile in seguito a un crollo di un immobile causato da un terreno franoso, Cass., sent. n. 1 del 5 gen-naio 1976). Pertanto il progettista, al momento dell’accettazione del man-dato, dovrà chiedere al committente o appaltatore se tali ricerche siano state effettuate (Cass., sent. 16 novembre 1993, n. 11290). Infine, secondo una recente linea giurisprudenziale del-la Corte di Cassazione, la “sorpresa geologica” non può essere invocata dall’appaltatore per esimersi dall’ob-bligo, che gli è proprio, di accertare le caratteristiche idrogeologiche del terreno sul quale i lavori devono es-sere eseguiti (Cass., sent. 18 febbraio 2008, n. 3932).

Note (1) Corte Cost. Sent. 28 luglio 1983, n. 252, sent. 25 febbraio 1988, n. 217, sent. 7 aprile 1988, n. 404; sent. 14 dicembre 2001, n. 410;

sent. 21 novembre 2000, n. 520 e sent. 25 luglio 1996, n. 309. (2) Gazzoni F. Manuale di diritto pri-vato, Roma, 2005. (3) Gazzoni F. op. cit. (4) Per quanto riguarda l’indagine sulla natura e sulla consistenza del suolo edificatorio, si è osservato che la medesima rientra tra gli obblighi dell’appaltatore e non del progetti-sta con [avvertenza, però, che que-st’ultimo è responsabile dei gravi vizi di costruzione dipendenti dalla mancanza di fondazioni idonee alla particolare situazione geologica del terreno su cui insiste l’edificio. In tal caso egli, infatti, contravviene all’obbligo di osservare la diligenza prevista dall’art. 1176 cod. civ., non potendo in mancanza di precisi dati geofisici scegliere un determinato tipo di fondazione e procedere alla formazione del progetto. (Cass. civ., sent. 16 novembre 1993, n. 11290; sent. 23 settembre 1996, n. 8395 e sent. 7 settembre 2000, n. 11783). (5) Si veda in dottrina: Greca A., “Riflessioni sulla responsabilità soli-dale dell’appaltatore e del progettista ex art. 1669 c.c. in caso di rovina di edificio” (nota a Cass., Sez. Il, sent. 5 febbraio 2000 n. 1290, in Giur. it 2001, pag. 266; De Tilla M., “Sulla responsabilità dell’appaltatore e del progettista in relazione alla natura e alla consistenza del suolo” (nota a Cass., Sez. Il, sent. 23 settembre 1996, n. 8395, in Giust. Civ. 1997, I, pag. 1015 (6) Per esempio la giurisprudenza ha ritenuto che integrano i gravi difetti, riconducibili alla previsione dell’art. 1669 cod. civ, anche la caduta del-l’intonaco per infiltrazioni di umi-dità, i difetti di costruzione che in-teressano i tetti e quelli attinenti alla impermeabilizzazione del manto di copertura dell’edificio (Cass., sento 29 marzo 2006, n. 7254). Per appro-fondimenti sulla casistica giurispru-denziale in ambito condominiale si rinvia alle tabelle riportate alla fine di questo articolo.

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Professione

Il geometra

il geometra n. 3/11 9

(7) Sugli effetti “estensivi” dell’in-terpretazione si veda De Tilla M., “Responsabilità dell’appaltatore. La nozione estensiva dei gravi difet-ti dell’edificio”, in Riv. Giur. Ed., 2007, pt. 1, pag. 1529. (8) In argomento si vedano: Musoli-no G., “Linee evolutive della nozio-ne di gravi difetti dell’opera appalta-ta”, in Riv. Giur. Ed., 2003, 2, pag. 57; Lapertosa E, “Casi e questioni in tema di responsabilità dell’appaltato-re”, in Resp. civ. e prev. 2000, pag. 887, Savanna L., La responsabilità dell’appaltatore, Torino, 2004; Cer-vale M.C., La responsabilità dell’ap-paltatore, Milano, 1994; Ballati F., La responsabilità dell’appaltatore e del direttore dei lavori per vizi e dif-formità delle opere. Matelica, 2006, pagg. 119 e segg. In tema di condo-minio invece si rimanda a Salciarini L., L’appalto nel condominio, Mila-no, 2008, pagg. 190 e segg.; De Tilla

M., “Condominio e gravi di- tetti di costruzione”, in Riv. Giur. Ed., 1996, pago 484 (9) Per un’interpretazione “restritti-va” si veda Mangini-M. Lacuaniello Bruggi secondo i quali l’opinione che i gravi difetti attenessero esclusi-vamente alla sostanza e stabilità del-la costruzione, compromettendone la solidità e la conservazione si è passa-ti al convincimento che si abbia gra-ve difetto anche quando altri aspetti vengano alterati o compromessi, quale la normale utilizzazione o go-dimento dell’immobile in relazione alla sua natura intrinseca economica e pratica (cfr. Mangini-M. Lacuaniel-lo Bruggi, Il contratto di appalto, To-rino, 1997, pag. 347). Si veda anche Rubino D., L’appalto, Torino, 1980, che collega i gravi difetti a qualsiasi alterazione rispetto allo stato norma-le, che ne pregiudichi gravemente l’utilizzazione; specificando che se i

difetti non sono gravi l’appaltatore è pur sempre responsabile, ma solo in base agli artt. 1667-1668 e nei limiti di essi. (10) La Corte di Appello di Torino, con sent. 11 novembre 2005, ha sta-bilito che tra i compiti del progetti-sta rientra anche quello concernente “L’acquisizione di tutti i dati geofisici necessari alla soluzione dei problemi tecnici attinenti le fondazioni”. Con riferimento alla tipologia di respon-sabilità, la stessa Corte ha ravvisato la responsabilità solidale dell’appal-tatore e del progettista, conforman-dosi all’orientamento consolidato in dottrina e giurisprudenza ai sensi del quale più autonome violazioni di distinte norme giuridiche posso-no concorrere nella produzione del medesimo evento dannoso e pertanto fondare una responsabilità risarcito-ria solidale.

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Professione

Il geometra

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Contribuenti interessati Possono optare per il regime del-

la cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esem-pio, usufrutto) su unità immobiliari abitative locate.

L’opzione non può essere effettua-ta nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni.

Non possono aderire al nuovo re-gime le società e gli enti non com-merciali.

In caso di contitolarità dell’immo-bile l’opzione deve essere esercitata distintamente da ciascun locatore.

I locatori contitolari che non eser-citano l’opzione sono tenuti al ver-samento dell’imposta di registro calcolata sulla parte del canone di locazione loro imputabile in base alle quote di possesso. Deve essere comunque versata l’imposta di bollo sul contratto di locazione.

L’imposta di registro deve essere versata per l’intero importo stabilito nei casi in cui la norma fissa l’ammon-tare minimo dell’imposta dovuta.

Requisiti degli immobili per eser-citare l’opzione

L’opzione può essere esercitata in relazione a ciascuna unità immobi-liare ad uso abitativo e alle relative pertinenze locate congiuntamente al-l’abitazione.

Sono interessate, quindi, soltanto:- le unità abitative accatastate nelle categorie da A1 a A11 esclusa l’A10 (uffici o studi privati) - le relative pertinenze (solo se locate congiuntamente all’abitazione).

La nuova tassazione sostitutiva non si applica agli immobili strumentali o relativi all’attività di impresa o di arti e professioni.

Se il contratto di locazione ha ad oggetto unità immobiliari abitative per le quali viene esercitata l’opzio-ne per l’applicazione della cedolare secca e altri immobili per i quali non è esercitata l’opzione l’imposta

di registro è calcolata:- sui soli canoni riferiti agli immobili per i quali non è stata esercitata l’op-zione - sulla parte di canone imputabile a ciascun immobile in proporzione alla rendita, se il canone è stato pattuito unitariamente.

Comunicazione al conduttore Il locatore (proprietario) che decide

di avvalersi del nuovo regime deve darne comunicazione al conduttore (affittuario).

La comunicazione va effettuata con raccomandata e deve contenere la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’ag-giornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, in-clusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente.

La comunicazione è obbligatoria e deve essere inviata prima di esercita-re l’opzione. Il mancato invio rende inefficace l’opzione stessa (articolo 3, comma 11 del dlgs 23/2011).

Come si calcola la cedolare seccaL’importo della nuova imposta

(“cedolare secca”) si calcola appli-cando un’aliquota del 21% sul cano-ne di locazione annuo stabilito dalle parti.

E’ stata introdotta, inoltre, un’ali-quota ridotta del 19% per i contratti di locazione a canone concordato re-lativi ad abitazioni ubicate:- nei comuni con carenze di dispo-nibilità abitative (articolo 1, lettera

La cedolare secca sui contratti di locazione

E’ stata introdotta a partire dal 2011 la “cedolare secca sugli affitti” (articolo 3 del dlgs 23/2011). È un regime facoltativo e si applica in alternativa a quello ordina-rio. Si tratta di un’imposta che sostituisce quelle attual-mente dovute sulle locazioni a uso abitativo, ossia impo-sta di registro, bollo, Irpef e relative addizionali. Resta l’obbligo di versare l’impo-sta di registro per la cessione del contratto di locazione.

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Professione

Il geometra

il geometra n. 3/11 11

a) e b) del dl 551/1988). Si tratta, in pratica, dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Ve-nezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché gli altri comuni capo-luogo di provincia - nei comuni ad alta tensione abitati-va (individuati dal Cipe)

Come si versa La cedolare deve essere versata

entro il termine stabilito per il versa-mento Irpef (acconto e saldo).

Per il 2011, l’acconto deve esse-re versato nella misura dell’85% e, a partire dal 2012, nella misura del 95%.

Il versamento dell’acconto deve essere effettuato con gli stessi criteri di versamento dell’acconto Irpef, e quindi in un’unica soluzione, entro il 30 novembre 2011, se l’importo è inferiore a euro 257,52. Se l’importo dovuto è superiore a euro 257,52, si versa in due rate, di cui: - la prima, del 40%, entro il 6 luglio 2011 oppure entro il 5 agosto 2011 con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse - la seconda, del restante 60%, entro il 30 novembre 2011.

Il primo acconto da versare entro il 6 luglio è dovuto per i contratti in

corso al 31 maggio e non è dovuto per i contratti che decorrono dal 1° giugno

L’acconto da versare entro il 30 no-vembre è dovuto per i contratti che decorrono tra il 1° giugno e il 31 ot-tobre 2011.

L’acconto non deve essere versato per i contratti con decorrenza dal 1° novembre 2011.

A partire dal 2012 l’acconto (pari al 95%) potrà essere calcolato anche con il metodo storico, sulla cedolare secca dell’anno precedente.

Come si esercita l’opzione Chi intende avvalersi del regime

della cedolare secca può esercitare l’opzione in sede di registrazione del contratto compilando il modello semplificato Siria - pdf (approvato con provvedimento del 7/04/2011) oppure il modello 69 - pdf.

Il modello semplificato Siria può essere utilizzato solo se:- il numero dei locatori (proprietari) e dei conduttori (affittuari) non è su-periore a tre - tutti i locatori esercitano l’opzione per la cedolare secca - si è in presenza di una sola unità abitativa e un numero di pertinenze non superiore a tre - tutti gli immobili sono censiti con attribuzione di rendita

- il contratto contiene esclusivamen-te il rapporto di locazione.

Il modello semplificato Siria deve essere presentato dal locatore se abi-litato ai servizi telematici o tramite un intermediario abilitato (profes-sionisti, associazioni di categoria, Caf, ecc.) esclusivamente in via te-lematica utilizzando il software di compilazione messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Il modello deve essere presentato entro i termini previsti per la regi-strazione del contratto di locazione, cioè entro 30 giorni dalla data della stipula del contratto. Se la data di decorrenza è anteriore alla data della stipula, la denuncia (il modello Si-ria) deve essere trasmessa entro 30 giorni dalla data di decorrenza.

Per la registrazione tardiva del con-tratto di locazione è necessario recar-si presso un ufficio dell’Agenzia.

Il modello 69 deve essere utiliz-zato, invece, quando non ricorrono i requisiti per utilizzare quello sem-plificato. Il modello 69 va compilato per le proroghe, risoluzioni anticipa-te, ecc.

Per i contratti per i quali non c’è l’obbligo di registrazione in termi-ne fisso (locazioni “brevi”), il loca-tore può applicare la cedolare secca direttamente nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta

Tutti i contratti di locazione e affitto di beni immobili (com-presi quelli relativi a fondi ru-stici e quelli stipulati dai sog-getti passivi Iva) devono essere obbligatoriamente registrati dall’affittuario o dal proprie-tario qualunque sia l’ammon-tare del canone pattuito, ver-sando le imposte dovute.Il termine per la registrazione del contratto di locazione è di 30 giorni dalla data di stipula o dalla sua decorrenza (se an-teriore).

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Il geometra

12 il geometra n. 3/11

nel quale è prodotto il reddito oppure esercitare l’opzione in sede di regi-strazione in caso d’uso o di registra-zione volontaria del contratto.

Se, in sede di registrazione, il lo-catore non effettua l’opzione nella prima annualità del contratto può comunque esercitarla per le annuali-tà successive utilizzando il modello 69 entro il termine per il versamento dell’imposta di registro. L’opzione va esercitata nello stesso modo in caso di proroga, anche tacita, del contratto di locazione.

Durata dell’opzioneL’opzione vincola il locatore al-

l’applicazione del regime della ce-dolare secca per l’intero periodo di durata del contratto o della proroga o per il residuo periodo nei casi in cui l’opzione viene esercitata per le an-nualità successive.

Il locatore ha la facoltà di revocare l’opzione durante ciascuna annualità contrattuale successiva a quella in cui è stata esercitata l’opzione.

La revoca deve essere effettuata entro il termine previsto per il pa-gamento dell’imposta di registro relativa all’annualità di riferimento e obbliga al versamento della stessa imposta.

Resta salva la facoltà di esercitare l’opzione nelle annualità successive.

Effetti della cedolare sul redditoIl reddito assoggettato a cedolare:

- è escluso dal reddito complessivo - sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere rispettivamente oneri deducibili e detrazioni - il reddito assoggettato a cedolare deve essere compreso nel reddito ai fini del riconoscimento della spettan-za o della determinazione di dedu-zioni, detrazioni o benefici di qual-siasi titolo collegati al possesso di requisiti reddituali (determinazione dell’Isee, determinazione del reddito per essere considerato a carico).

Disciplina transitoria per l’anno 2011

La cedolare secca si applica, per il periodo di imposta 2011, ai contrat-ti in corso nell’anno 2011, anche se scaduti ovvero oggetto di risoluzione volontaria prima del 7 aprile 2011.

Per i contratti scaduti, anche a se-guito di risoluzione volontaria, prima del 7 aprile 2011, nonché per i con-tratti ancora in corso al 7 aprile 2011, per i quali è già stata eseguita la re-gistrazione, e per i contratti proroga-

ti per i quali è già stata effettuato il pagamento dell’imposta di registro, il locatore può applicare la cedolare secca in sede di dichiarazione relati-va ai redditi 2011 da presentare nel-l’anno 2012.

Non si rimborsano le imposte di re-gistro e di bollo versate e il locatore è tenuto per il periodo d’imposta 2011 al versamento dell’acconto della ce-dolare secca, ove dovuto.

L’applicazione della cedolare secca in sede di dichiarazione dei redditi da presentare nell’anno 2012 ha effetto anche per l’annualità contrattuale de-corrente dall’anno 2011.

Per i contratti registrati a partire dalla data del 7 aprile 2011, l’opzio-ne si esercita in sede di registrazione con gli appositi modelli.

Per i contratti prorogati per i quali il termine per il pagamento dell’im-posta di registro non è ancora scaduto alla data del 7 aprile 2011, l’opzione si esercita con il modello 69 - pdf .

In considerazione dell’entrata in vigore il 7 aprile della nuova discipli-na normativa, tenuto conto dell’art. 3 della L. 212/2000, al fine di consen-tire ai contribuenti di avere adeguata conoscenza del funzionamento della cedolare, sono previsti specifici ter-mini per la registrazione e l’eserci-

La cedolare secca, in pratica, sostituisce:

- l’Irpef e le relative addizionali - l’imposta di registro - l’imposta di bollo

E ancora:

- l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione

- l’imposta di bollo, se dovuta, sulle risoluzioni e proroghe del contratto

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Professione

Il geometra

il geometra n. 3/11 13

zio dell’opzione. In particolare per i contratti per i quali il termine di re-gistrazione scade tra il 7 aprile e il 6 giugno 2011 la registrazione, anche ai fi ni dell’opzione, può essere effet-tuata entro il 6 giugno 2011.

In caso di risoluzione del contrat-to di locazione in corso alla data del 7 aprile 2011 o di risoluzione per la quale, alla stessa data, non è scaduto il termine per il pagamento dell’im-posta di registro, l’opzione per la ce-dolare secca si può esprimere entro il termine di versamento dell’imposta di registro per la risoluzione, me-diante il modello 69, e ha effetto per l’applicazione della cedolare secca relativa all’anno 2011.

L’opzione espressa in sede di riso-luzione del contratto consente di non versare l’imposta di registro e l’im-posta di bollo, ove dovuta, sulla riso-luzione stessa e il locatore è tenuto al versamento dell’acconto, se dovuto, della cedolare secca relativa al perio-do d’imposta 2011.

I chiarimenti della circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 26/E del 1.6.2011

La circolare n. 26/E del 1.6.2011 fornisce chiarimenti con riguardo al-l’applicazione della “Cedolare secca sugli affi tti” prevista dall’art. 3, del D.Lgs. 14.3.2011, n. 23.

In particolare:- punto 2.3, con riguardo alla “Co-municazione dell’opzione al condut-tore” precisa che è esclusa la validità della comunicazione di opzione a mezzo di raccomandata consegnata a mano anche se sottoscritta dal con-duttore; in presenza di più locatori, l’opzione esercitata da un solo loca-tore comporta la rinuncia da parte dei comproprietari agli aggiornamenti del canone; in caso di revoca dell’op-zione dal secondo anno di locazione l’aumento del canone non può esse-re applicato alla seconda annualità; la comunicazione di opzione deve pervenire al conduttore prima del pa-gamento dell’acconto, per esempio:

per l’anno 2011, se dovuto il primo acconto, la comunicazione deve per-venire entro il 6 luglio p.v.;- punto 4.1, la circolare precisa che in caso di opzione e successiva revoca da parte del locatore perl’annualità successiva, il locatore è tenuto a darne comunicazione al conduttore (con modalità stabilite da un successivo Provvedimento del Direttore dell’Agenzia), è dovuto il pagamento dell’imposta di registro per detta annualità;- punto 4.3, in presenza di compro-prietari che non optano al regime al-ternativo (cedolare secca), glistessi sono tenuti al pagamento del-l’imposta di registro in base alle quote di possesso ma in misura non inferiore al minimo pari ad €. 67,00, il contratto resta soggetto all’imposta di bollo in misura piena;- punto 6.1, precisa che restano ap-plicate le ordinarie modalità di tas-sazione del reddito fondiario per il periodo contrattuale non soggetto a cedolare secca, a tale riguardo la cir-colare riporta diversi esempi; viene riconosciuto il credito d’imposta (art. 26 del TUIR) anche per le imposte

versate su canoni di locazione assog-gettati alla cedolare secca e non per-cepiti da utilizzare esclusivamente ai fi ni IRPEF;- punto 7, con riferimento alla deter-minazione degli acconti, sia ai fi ni IRPEF che per la cedolare secca ne riconosce la possibilità di applicare il metodo previsionale;- punto 8.2, i soggetti che si sono avvalsi dell’assistenza fi scale ed ab-biano già presentato il modello 730 devono provvedere personalmente, tramite il mod. F24, al pagamento de-gli acconti di cui alla cedolare secca; è prevista per gli stessi la possibilità di richiedere al sostituto d’imposta la riduzione degli acconti IRPEF trami-te un’apposita comunicazione.

Le notizie sono tratte dal sito del-l’Agenzia delle Entrate www.agen-ziaentrate.gov.it

La sintesi della circolare dell’Agen-zia delle Entrate n. 26/E del 1.6.2011 è a cura del dr. Stefano M. Perego del Centro Studi CSC

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Fondi rustici conservatoriFondi rustici conservatori: se il coltivatore diretto non ha cessa-to di coltivarli o non li ha ceduti nei cinque anni successivi, non ricorre nessuna decadenza del-l’agevolazione per l’acquisto dei fondi rustici acquistati in data an-teriore al 30 giugno 1996. Questo è l’indirizzo fornito dalla direzione centrale, settore strategie, dell’Agenzia delle Entrate con la cir-colare n. 25/E 2011, concernente l’effi cacia retroattiva delle agevolazio-ni per la Piccola proprietà contadina (Ppc) nella versione vigente fi no al 31/12/2009, di cui alla legge n. 604/1954. Il comma 1, dell’art. 7, della leg-ge 604/1954 disponeva il recupero nella misura ordinaria dell’imposta di registro e di quelle ipotecarie e catastali in luogo di quelle ridotte, nel caso in cui l’acquirente (permutante e/o enfi teuta), coltivatore diretto, avesse alienato volontariamente il fondo o i diritti, anche parzialmente, vantati sullo stesso o avesse cessato di coltivare lo stesso direttamente, prima del decorso di un preciso intervallo temporale.

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Il geometra

14 il geometra n. 3/11

Con il D.lgs. 56 del 29 marzo 2010 “Modifiche e integrazioni al D.lgs. 115 del 30 maggio 2008, recante attuazione della dir. n. 2006/32/CE, concernente l‘efficienza degli usi fi-nali dell’energia e i servizi energe-tici e recante abrogazioni della dir. n. 93/76/CEE” sono state apportate

alcune modifiche e integrazioni al D.lgs. 115 del 30 maggio 2008 al D.lgs. 192 del 19 agosto 2005 e, di conseguenza, al D.lgs. 311 del 29 di-cembre 2006. Il provvedimento com-posto da 7 articoli, è diretto a meglio definire il quadro delle misure volte a migliorare l’efficienza degli usi fina-

li dell’energia e i servizi energetici, precedentemente individuato con il D.lgs. 115/2008. Ma vediamo quali sono le novità.

I principati contenuti del provvedimento

Viene innalzata da 10 MWe a 20 MWe la soglia massima di potenza nominale che definisce i sistemi effi-cienti di utenza (SEU) (1) alimentati da fonti rinnovabili ovvero in assetto cogenerativo ad alto rendimento, che riguardano unicamente i collegamen-ti privati senza obbligo di connessio-ne di terzi alla rete elettrica. È pre-visto, inoltre, il coinvolgimento del Ministero dell’ambiente e della tute-la del territorio e del mare, insieme al Ministero dello sviluppo economico, la cui competenza era in precedenza esclusiva, nelle decisioni relative al funzionamento dell’Unità nazionale per l’efficienza energetica (inizial-mente Agenzia) e nell’approvazione dei metodi per la misurazione e la ve-rifica del risparmio energetico.

Viene introdotta, con l‘art. 5, la possibilità di derogare alle distanze minime dai confini di proprietà in cui è ubicato l‘edificio per il migliora-mento termico delle strutture e l‘in-cremento dell’involucro edilizio.

Con l’art. 6, che modifica l’art. 27, comma 20, della legge 99/2009, si

Trasmittanza termica dei vetriI valori limite

Il 6 maggio 2010 è entrato in vigore il D.lgs. 56 del 29 marzo 2010 che introduce modifiche in materia di rendimento energetico. Tra le novità più significative: la possibilità di derogare alle distanze mini-me dai confini della proprietà per il miglioramento dell’isolamento termico e l’incremento dell’invo-lucro edilizio, la liberalizzazione per gli impianti di cogenerazione e l’anticipazione - dal 1 ° gennaio 2011 al 10 luglio 2010 - dei nuovi valori limite di trasmittanza termica dei vetri

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Il geometra

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rende sufficiente la denuncia di ini-zio attività (DIA) anche per l’instal-lazione e l’esercizio di impianti di cogenerazione con potenza nominale termica inferiore a 3 MWT la pro-cedura semplificata era precedente-mente riservata alle unità di piccola cogenerazione, ossia quelle con una capacità di generazione installata inferiore a 1 MW, così come defi-nite dal D.lgs. 20/2007. Infine l’art. 7, modificando l’Allegato C, par. 4, tabella 4.b, terza colonna del D.lgs. 311/2006, anticipa - dal 1° gennaio 2011 al 1° luglio 2010 - l’entrata in vigore degli obblighi relativi ai valo-ri limite di trasmittanza termica U dei vetri espressa in W/m2K (valori pre-visti dal D.lgs. 192/2005 e dal D.lgs. 311/2006). Di seguito la tabella con i valori limite, differenziati secondo le zone climatiche da A a F, in vigore dal 1° luglio.

(1) Sistema in cui un impianto di produzione di energia elettrico, con potenza fino o 20 MWe e comples-sivamente installato sullo stesso sito, alimentato do fonti rinnovabili ov-vero in assetto cogenerativo od alto rendimento, anche nello titolarità di un soggetto diverso dal cliente finale, è direttamente connesso, per il trami-te di un collegamento privato, senza obblighi di connessione di terzi, al-l’impianto per il consumo di un solo cliente finale ed è realizzato all’inter-no dell’area di proprietà o nella pie-na disponibilità del medesimo clien-te” (art. 2, comma 1, lett. t), D.lgs. 115/2008, cosi come modificato dal-l’art. 1, D.lgs. 56/2010).

Zona climatica U (W/m2K)A 3,7B 2,7C 2,1D 1,9E 1,7F 1,3

Normativa di riferimento

* Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia Legge 99, 23.7.2009 s. o. 136, G.U. 176, 31.7.2009

* Attuazione della dir. n. 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della dir. n. 93/76/CEE D.lgs. 115, 30.5.2008 G. U. 154, 3.7.2008

* Attuazione della dir. n. 2004/8/CE sulla promozione della cogenera-zione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno del-l’energia, nonché modifica alla dir. n. 92/42/CEE D.lgs. 20, 8.2.2007 G. U. 54, 6.3.2007

* Disposizioni correttive e integrative al D.lgs. 192 del 19.8.2005, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico in edilizia D.lgs. 311, 29.12.2006 5s.o. 26, G. U. 26, 1.2.2007

* Efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della dir. n. 93/76/CEE Dir. n. 2006/32/CE, 5.4.2006 G U.C.E. l. 114/64, 27.4.2006

* Attuazione della dir. n. 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia D.lgs. 192, 19.8.2005 s.o. 158, G.U. 222, 23.9.2005

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Il geometra

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In ottemperanza ai disposti del decreto ministeriale 5 maggio 2001 “Requisiti minimi in materia di pia-nificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimen-ti a rischio di incidente rilevante” la Provincia di Torino ha provveduto ad adeguare il proprio Piano territoria-le di coordinamento, adottando una specifica variante denominata Va-riante “Seveso” al PTC (DCP n. 198-332467 del 22/5/2007), approvata in via definitiva con deliberazione del Consiglio Regionale del Piemonte n. 23-4501 del 12 ottobre 2010.

La Variante “Seveso” al PTC è fi-nalizzata a garantire un maggior li-vello di sicurezza per l’ambiente e per la popolazione nei confronti del rischio industriale e si rivolge a tutti i comuni soggetti all’obbligo di predi-sporre o aggiornare l’Elaborato RIR ai sensi del DM 9 maggio 2001, oltre che ai gestori degli stabilimenti “Se-veso”.

In particolare:- nei casi di insediamento di nuovo stabilimento “Seveso” o in presenza di stabilimenti che vengono a ricade-re nell’ambito di applicazione degli artt. 6 o 8 del d.lgs. 334/99 smi suc-cessivamente alla data di adozione della presente Variante (22/5/2010), il comune dovrà adeguare la propria strumentazione urbanistica ai dispo-sti della Variante in oggetto, oltre a quanto già previsto dalla normativa vigente in materia- i comuni che alla data del 22/5/2007 erano già sede di stabilimenti “Se-veso” oppure erano già interessati da “aree di danno”, sono tenuti ad

adeguare la propria strumentazione urbanistica entro 18 mesi dalla pub-blicazione della variante “Seveso” al PTC sul BUR (28 settembre 2010); trascorso tale termine non potranno essere adottate varianti strutturali ai PRG per i quali non si sia proceduto all’adeguamento- i comuni già dotati di Elaborato RIR alla data di approvazione della pre-sente Variante (12/10/2010) devono integrare l’Elaborato tecnico vigente secondo i modi e tempi definiti dalla Variante “Seveso” in oggetto (art. 6 delle NdA)

Perchè la variante Seveso al PTC?Per capire di cosa si tratta, bisogna

tornare al terribile incidente che nel 1976 coinvolse il reattore chimico dell’Icmesa a Seveso.

Il 10 luglio 1976 infatti il reatto-re chimico dell’Icmesa esplose: una nube di diossina si abbatté su Seveso provocando gravi ripercussioni sia sanitarie sui lavoratori e sugli abitanti della zona sia con la contaminazione del territorio circostante l’impianto.

L’incidente indusse la Comunità Europea a dotarsi di direttive per la prevenzione degli incidenti indu-striali: a partire dal 1982 tutte le at-tività produttive a “rischio industria-le”, che utilizzano rilevanti quantità di sostanze pericolose e che in caso di incidente possono dare luogo a incendio, esplosione o emissione di sostanze tossiche con pericolo per le persone o per l’ambiente, sono obbli-gate ad adottare strumenti di pianifi-cazione dell’emergenza e di infor-mazione a tutela della popolazione e

dell’ambiente interessato.In Italia, con il recepimento del-

la direttiva Seveso e il successivo decreto ministeriale 9 maggio 2001 intitolato “Requisiti minimi in ma-teria di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante” si è introdotto, nell’ambi-to degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, l’obbligo di verificare le compatibilità tra i fattori di rischio industriale e le dinamiche dell’urbanizzazione.

Il ruolo assegnato dal Decreto alle Province, alle quali spettano le funzio-ni di pianificazione di area vasta nel-l’ambito della determinazione degli assetti generali del territorio, è quel-lo di individuare attraverso il proprio Piano territoriale di coordinamento (PTCP) le aree sulle quali ricadono gli effetti prodotti dagli stabilimenti Seveso e disciplinare la relazione tra detti stabilimenti, gli elementi terri-toriali e ambientali vulnerabili, le reti e i nodi infrastrutturali, di trasporto, tecnologici ed energetici, esistenti e previsti, tenendo conto delle aree di criticità relativamente alle diverse ipotesi di rischio naturale individuate nei piani di protezione civile.

In questa logica, la pianificazione provinciale costituisce l’unità di base per il coordinamento tra la politica di gestione del rischio ambientale e la pianificazione di area vasta ed è la sede nella quale individuare e definire, anche attraverso procedure di concertazione, i rapporti tra loca-lizzazione degli stabilimenti e limiti amministrativi di competenza comu-

Variante “Seveso”Più sicurezza

sul territorio provinciale

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Il geometra

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nale, in particolare nelle situazioni, non rare, di stabilimenti collocati in prossimità dei confi ni amministrati-vi: condizione che comporta, ovvia-mente, un allargamento dei fattori di rischio sui Comuni limitrofi .

Gli strumenti urbanistici dei Co-muni interessati, dal canto loro, in-dividuano e disciplinano le aree da sottoporre a specifi ca regolamenta-zione e, a tal fi ne, predispongono uno specifi co Elaborato Tecnico “Rischio di incidenti rilevanti (RIR)” e si ade-guano ai disposti del PTCP.

Fondamentale nella prevenzione del rischio è la conoscenza. Per tale ragione la variante Seveso al PTC ribadisce ed esplicita l’obbligo alla condivisione delle informazioni, af-fi nché ciascun Comune interessato da ricadute ambientali e territoria-li, anche solo marginalmente, possa adottare le opportune misure per mi-nimizzare gli effetti nel caso di inci-dente e, se del caso, avviare le pro-cedure di aggiornamento dei propri strumenti urbanistici.

Per maggiori informazioni: www.provincia.torino.it/territorio/sezioni/pian_territoriale/varseveso/varseve-so1

A oggi in Provincia di Torino ci sono 27 stabi-limenti classifi cati Seveso (in tutto il Piemonte sono 103 - fonte: Registro attività a pericolo di incidente rilevante della Regione Piemonte, Novembre 2010), che coinvolgono direttamente i Comuni: 20 si trovano nel Torinese, 2 nel Pi-nerolese, 1 nella zona di Susa, 4 nella zona di Ivrea. Alcuni ospitano più di uno stabilimento, per esempio sono 5 a Volpiano, 3 a Grugliasco e 2 a Chivasso. Sono diciotto invece i Comuni in-teressati “indirettamente”, in quanto limitrofi .

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Associazione Nazionale GEO.C.AM.

Associazione nazionale Geometri Consulenti Tecnici,

Arbitri e Mediatori

Il Consiglio Nazionale Geometri ha recentemente istituito la nuova Associazione GEO.C.AM. - As-sociazione nazionale Geometri Consulenti Tecnici, Arbitri e Mediatori, che si occupa di questo nuovo settore specifi co della professione.

Si invitano i professionisti che intendono operare in questo settore ad iscriversi all’Associazione

E’ un’occasione per dare fi ducia al lavoro del Consi-glio Direttivo della GEO.C.A.M. ed essere presenti all’interno dell’associazione per sostenere le iniziati-ve del nostro specifi co settore sia in ambito territoria-le che in ambito nazionale.

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Il geometra

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NEWSLETTER N. 9 DEL 14 marzo 2011

VARIANTE PARZIALE AL PRG N. 223 - CIRCO-SCRIZIONE AMMINISTRATIVA N. 10 (MIRAFIORI SUD) AI CONFINI CON NICHELINO. VERIFICA VAS. ASSOGGETTAMENTO.Pubblicata la Det. Dir. 60 del 7 marzo 2011, a fi rma del-l’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., avente come oggetto “Variante parziale 223 al PRG. Verifi ca di assoggettabi-lità al processo di valutazione ambientale”.http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/det_vas_60_ParcoUrbano.pdf

PIANO PARTICOLAREGGIATO LINGOTTO - MO-DIFICA IN VARIANTE AL PRGC - AVVISO DI AV-VIO PROCEDIMENTO VAS Pubblicato l’avviso, a fi r-ma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., dell’avvio del procedimento di verifi ca di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di valutazione ambientale”, della modifi ca del Piano Particolareggiato Lingotto, in Variante al PRGC.http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/accordo_Lingotto_ModPP.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizza-zione/atti_urbanistica.shtml

NEWSLETTER N. 10 DEL 16 marzo 2011

VARIANTE PARZIALE AL PRG N. 222 - AREE COLLINARI DI CUI ALLA DELIBERAZIONE CC N. 147/2006. VERIFICA VAS.Pubblicata la Det. Dir. 71 del 16 marzo 2011, a fi rma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., avente come og-getto “Variante parziale 222 al PRG.Revisione della classifi cazione idrogeomorfologica in aree collinari di cui alla Deliberazione del Consiglio Comunale n. 147 del 12 aprile 2006. Verifi ca di assog-gettabilità al processo di valutazione ambientale stra-tegica”.http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/det_vas_222_Aree_Collina.pdfhttp://www.comune.torino.it/giunta_comune/intracom/htdocs/2006/2006_02894.htmlhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizza-zione/atti_urbanistica.shtml

NEWSLETTER N. 11 DEL 23 marzo 2011

Pubblicata la Det. Dir. 81 del 22 marzo 2011, a fi rma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., avente come og-

Dallo Sportello per l’Edilizia e l’Urbanistica del Comune di Torino

http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/

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Il geometra

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getto “Piano particolareggiato Lingotto - Modifi ca in-variante al PRGC - Verifi ca di assoggettabilità al pro-cesso di valutazione ambientale strategica”.http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/det_vas_81_PPLingotto.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizza-zione/atti_urbanistica.shtml

NEWSLETTER N. 13 DEL 1° aprile 2011

VARIANTE N. 215 AL PRG - AMBITO “16.10 EX E12” - VAS Pubblicato l’Avviso di avvio del Procedi-mento di verifi ca di assoggettabilità alla fase di valuta-zione della procedura di Valutazione ambientale stra-tegica”.http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/vas_ZUT-16_10.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizza-zione/atti_urbanistica.shtml

NEWSLETTER N. 14 DELL’8 aprile 2011

ALLEGATO ENERGETICO AL REGOLAMENTO EDILIZIO Venerdì 1° aprile è entrato in vigore la nuova versione dell’Allegato Energetico al Regolamento Edilizio della Città di Torino, adeguata alle recenti disposizioni nor-mative statali e regionali in materia di rendimento ener-getico nell’edilizia.L’Allegato è stato revisionato e aggiornato con Deli-berazione del Consiglio Comunale n. 2010 08963/38 del 14 marzo 2011, pubblicata sul BURP n.13 del 31.3.2011.Disponibile da oggi sul web la versione aggiornata del Regolamento.http://www.comune.torino.it/regolamenti/302/Allegato%20Energetico%20%5B2011%5D.pdfhttp://www.comune.torino.it/regolamenti/302/302.htmhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/normativa/pdf/Del_2010_08963_reg_ed.pdf

NEWSLETTER N. 15 DELL’ 11 aprile 2011

VARIANTE N. 252 AL PRG - AREA PONTE MOSCA - AVVISO DI AVVIO PROCEDIMENTO DI VERIFI-CA VAS Pubblicato l’Avviso di avvio del Procedimento di ve-rifi ca di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di Valutazione ambientale strategica”.

VARIANTE N. 254 AL PRG - CORSO GIOVANNI LANZA - AVVISO DI AVVIO PROCEDIMENTO DI VERIFICA VAS Pubblicato l’Avviso di avvio del Procedimento di ve-rifi ca di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di Valutazione ambientale strategica”.http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/det_vas_252_PonteMosca.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanisti-ca/det_vas_254_CorsoLanza.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizza-zione/atti_urbanistica.shtml

NEWSLETTER N. 18 DEL 20 APRILE 2011

ALLEGATO ENERGETICO AMBIENTALE1.Dal 1° aprile in vigore la nuova versione dell’Allegato Energetico al Regolamento Edilizio della Città di Tori-no, adeguata alle recenti disposizioni normative statali e regionali in materia di rendimento energetico nell’edi-lizia.L’Allegato è stato revisionato e aggiornato con Deli-berazione del Consiglio Comunale n. 2010 08963/38 del 14 marzo 2011, pubblicata sul BURP n.13 del 31.3.2011.2. Modifi cati tutti i modelli per l’adozione dei requisiti incentivati dell’Allegato Energetico-Ambientale.Le nuove versioni di:AE-DRO (domanda per la riduzione degli oneri conces-sori); AE-RAC (relazione asseverata conformità opere); AE-RAP (relazione asseverata elaborati progettuali); AE-DAS-COMP(determinazione dell’aliquota di scon-to complessiva) sono pubblicate nell’apposita sezione della Modulistica.http://www.comune.torino.it/regolamenti/302/302.htmhttp://www.comune.torino.it/regolamenti/302/Allegato%20Energetico%20%5B2011%5D_2.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/normativa/pdf/Del_2010_08963_reg_ed.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/#ambientehttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/pdf/ae_rap.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/pdf/ae_rac.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/pdf/ae_dro.pdfhttp://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/word/ae_das_comp.xls

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Il geometra

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Piano del ColoreDa molti anni l’Amministrazione

lavora alla valorizzazione e alla cura del colore degli edifici della città at-traverso lo strumento del Piano del Colore.

La recente attribuzione dell’Uffi-cio Colore al Settore Decoro Urbano consolida l’ordinaria attività di con-trollo, accompagnamento e autoriz-zazione delle richieste di interventi di tinteggiatura delle facciate con ri-ferimento al Piano del Colore.

Al tema del Decoro Urbano fa capo anche l’installazione delle ten-de sulle facciate esterne degli edifici. Anche in questo caso il lavoro degli uffici riguarda la gestione del rappor-to tra esigenze private e decoro degli affacci sullo spazio pubblico.

Il Settore Decoro Urbano collabora inoltre con i Settori Arredo Urbano e Occupazione Suolo Pubblico, per la regolarizzazione dell’occupazione del suolo pubblico con precari edi-lizi, svolgendo un ruolo di supporto nell’attività di censimento e curando la progettazione del sistema informa-vo per la gestione dei dati raccolti.

Come nasce il Piano del ColoreIl piano del colore della città di To-

rino nasce a livello sperimentale nel 1979 sulla base di una ricerca uni-versitaria che ha riportato alla luce procedure e coloriture che in passato venivano utilizzate per decorare le facciate.

In base ad una serie di contigenze fortunate quali l’esigenza, sancita dalla variante 31 bis del Piano Rego-latore del 1959, di considerare le tin-

teggiature come opere manutenzione staordinaria, le informazioni tecniche teoriche vennero messe in pratica con il controllo sistematico di tutte le ri-chieste di ripristino delle facciate. Al fine di operare tale controllo venne creato un apposito Ufficio Colore e da quel momento consulenti e tecnici comunali, lavorando a stretto contat-to con i privati e gli operatori, hanno contribuito all’affermazione dell’ini-ziativa.

Nel 1993 l’esperienza fino ad allora maturata sperimentalmente ha con-sentito di redigere un apposito Piano del Colore comprensivo di strumenti operativi quali norme tecniche, car-tografie, allegati vari.

Il piano diventa operativo dal 1997.

Il Piano del Colore oggi In questi anni la città ha potuto spe-

rimentare una nuova visione ambien-tale, una proposta accolta con favore dai cittadini, da enti pubblici e privati, che hanno partecipato al programma di rinnovamento e cura degli edifici. Ma l’attenzione all’ambiente urbano va comunque mantenuta alta, nume-rosi edifici di rilevanza culturale ed architettonica, sia nel centro cittadi-no che nelle zone periferiche, non hanno ricevuto alcun tipo di inter-vento. Gli interventi di pulitura e tin-teggiatura degli edifici restituiscono agli occhi dei cittadini nuovi colori, luce, la scoperta di particolari prima coperti dalla patina scura di polvere e smog, ma offrono anche l’opportu-nità per i proprietari di valorizzare il loro immobile.

Il Piano del Colore della Città di Torino

Il Settore Decoro Urbano di Torino, istituito nel novem-bre 2009, affianca e integra le competenze dei Settori che fanno capo alla Divisione Suo-lo Pubblico, Arredo Urbano, Integrazione e Innovazione sviluppando azioni rivolte alla qualità dell’ambiente urbano.

L’ambiente urbano è lo spa-zio di vita e di vitalità di una comunità urbana. L’attenzione e la cura per gli spazi, pubbli-ci e privati, sono un segnale significativo della dimensione umana, economica, cultura-le, internazionale di una città, sono valori che contribuiscono a configurare l’identità e l’at-trattività di un territorio urba-no; rappresentano un “valore aggiunto” che influisce sulla qualità della vita degli abitan-ti, sulle scelte localizzative di cittadini e soggetti economici, sulla vocazione di una città di attrarre investimenti e sul-le condizioni per dialogare e competere con i contesti urbani di livello internazionale.

Il lavoro del Settore Decoro Urbano si sviluppa con la col-laborazione della Fondazione Contrada Torino Onlus, nata nel 2008 per coadiuvare l’Am-ministrazione negli interventi sull’ambiente urbano che ve-dono coinvolti interessi pubbli-ci e privati.

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Professione

Il geometra

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Il Piano del Colore ha come obiet-tivo principale la riqualificazione dell’immagine della Città, la con-servazione e la tutela del patrimonio edilizio e la conseguente valorizza-zione del paesaggio urbano. Svolge, inoltre, una funzione di indirizzo e controllo: l’insieme di procedure e attività svolte dall’Ufficio Colore e dalla Commissione assicurano con-tinuità, qualità, coerenza degli in-terventi. Attraverso l’attuazione del piano, in questi anni, sono stati fatti numerosi interventi nelle principa-li vie e piazze del centro storico, in questi casi particolare importanza è stata data al recupero degli ambien-ti unitari, ad esempio l’asse piazza Castello, via Po, piazza Vittorio, via Garibaldi, piazza Statuto, via Milano e piazza della Repubblica.

Il Piano sollecita, attraverso l’Uf-ficio Colore, il coordinamento tra tutti i soggetti - pubblici e privati - interessati all’operazione e la simul-taneità dell’intervento complessivo, in modo che tutte le opere vengano realizzate e terminate nello stesso periodo, restituendo l’immagine ori-ginaria nella sua unitarietà.

Dal 2009 l’ufficio colore si occu-pa anche di esaminare le richieste di collocazione di tende sulle facciate degli edifici.

Progetto 107 coloriLa Città sta promuovendo, a di-

stanza di oltre 10 anni dalla appro-vazione del Piano del Colore, un bilancio sullo stato di conservazione degli edifici della città per riproporre a livello urbano l’attenzione sul tema del decoro degli edifici, sia dal pun-to di vista culturale che dal punto di vista delle prescrizioni e delle perio-dicità da rispettare.

P.A.Pu.M. Progetto Arte Pubblica e Monumenti

P.A.Pu.M, è nato nel 2006 ed è coordinato e gestito dal Settore De-coro Urbano, con il supporto scienti-fico della Fondazione Torino Musei. È un centro di documentazione cul-turale, tecnico, gestionale e patrimo-niale che raccoglie l’insieme delle informazioni e della documentazio-ne relativa al patrimonio, esistente e futuro, di arte contemporanea e dei monumenti realizzati tra la metà dell’800 e la seconda guerra mondia-le. Tutte le opere sono collocate negli spazi pubblici della città.

Elemento strategico del progetto, rivolto alla comprensione e alla con-sapevolezza dei cittadini è la ricon-nessione del mondo dei monumenti storici con quello dell’arte contem-poranea negli spazi pubblici come si-

stema unico, strategico, permanente nella storia, nell’identità e nella con-temporaneità di Torino.

Attualmente sono pubblicati, e li-beramente consultabili on line, tutti i dati inventariali e di approfondi-mento - tecnici, storico-artistici, di contesto con il riferimento alle fonti documentali - di ogni opera; per al-cune di queste e per quelle di recente acquisizione sono ancora in corso la ricerca e l’elaborazione dei dati.

Il sito P.A.Pu.M. è aperto e in continua crescita: viene aggiornato periodicamente, di pari passo con il procedere del lavoro di raccolta delle informazioni e con la nascita di nuo-ve opere.

Il patrimonio di opere censite, sche-date e gestite dal progetto P.A.Pu.M. risulta oggi così articolato:233 opere inventariate 76 monumenti storici – fino al 1950 104 opere realizzate nello spazio pubblico dal 1950 33 installazioni di Luci D’Artista 20 opere in progetto

107 colori: un progetto della Città volto ad attivare un dialogo con cit-tadini, proprietari di immobili, am-ministratori, professionisti, impre-se, per far crescere, attraverso una maggiore collaborazione tra questi soggetti, l’esperienza del Piano del Colore e la realizzazione di inter-venti di qualità

Tutte le informazioni su: www.comune.torino.

it/decorourbano

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Il geometra

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Si è conclusa è la costruzione della nuova scuola elementare di Piobesi Torinese, che attraverso l’attenzio-ne al progetto, l’utilizzo di materiali naturali, l’impiego del legno, il ri-sparmio idrico, l’uso di tecnologie innovative coordinate per l’edificio a basso consumo dialoganti col siste-ma domotico del complesso, vuole divenire un esempio facilmente re-plicabile sul territorio italiano.

Una dimostrazione di sensibili-tà del committente, attenzione al progetto, manualità artigiana e con-sapevolezza dell’imprenditore di realizzare un manufatto da abitare, un’opera che modifica il paesaggio, destinata a durare negli anni. Da que-sto connubio scaturisce una sinergia che è foriera di: qualità complessiva dell’edificio, cura dei dettagli, rispet-to dei tempi, assenza di contenzioso.

Nella costruzione sono stati privi-legiati materiali sani e naturali (le-gno, calce idraulica naturale, cana-pa, linoleum, vernici a base vegetale e minerale) oltre ad un cocktail di tecnologie innovative, coordinate al fine di contenere i consumi energeti-ci e valorizzare le energie rinnovabili (pannelli solari termici e fotovoltai-ci, tele-riscaldamento, accumulo del-l’acqua meteorica, domotica).

Durante lo svolgersi dei lavori, l’attenzione alle misure di sicurez-za, la professionalità e la diligenza espresse da tutte le figure coinvol-te, hanno permesso di trasformare il cantiere in un evento all’interno del quale i bambini e le loro insegnanti hanno potuto visitare la futura scuo-la. Il Comune ha messo a disposizio-

Una scuola da abitare

Nella nuova scuola di Piobesi sono preponderanti i materiali naturali: ar-gilla addizionata con farina di legno, canapa, fibra di legno, calce idraulica naturale, legno lamellare, linoleum, vernici ecologiche a base di materie prime vegetali e minerali. E inoltre calore attinto dalla rete del tele-riscaldamento, bassa temperatura del fluido nelle serpentine radianti a pavimento, buona coibentazione del-l’involucro dell’edificio. Inoltre: acqua calda sanitaria ottenuta dai pannelli solari ed energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici, accumulo idri-co dell’acqua meteorica e cassette di risciacquo dei wc a doppio pulsante. Un cocktail di azioni coordinate per contenere il consumo energetico del-l’edificio, ottenendo il duplice effetto di ridurre sensibilmente le emissioni nell’ambiente e risparmiare nella gestione una notevole quantità di denaro, in questo caso pubblico.E poi il legno: un materiale antico, caldo e confortevole, leggero, robusto e duttile, in grado di contrastare agevolmente le azioni sismiche.

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ne le risorse, le educatrici ed i bam-bini il loro entusiasmo, l’impresa ha fornito il supporto logistico ed i progettisti hanno coordinato gli sfor-zi complessivi. Ne è scaturita una sperimentazione didattica che ha im-pegnato quattro classi per un intero anno: 160 bambini hanno avuto ac-cesso al cantiere nei diversi passaggi costruttivi dell’edificio, toccato con mano i materiali ed hanno trasmesso il loro entusiasmo anche ai genitori che hanno, a loro volta, richiesto ed ottenuto di visitare il cantiere.

Comunicare la sostenibilità at-traverso l’evento qualifica l’opera, contribuisce a creare un’immagine positiva ed i risultati, portati all’at-tenzione del pubblico, sono diventati obiettivi condivisi e sentiti dalla po-polazione.

Si tratta di un piccolo progetto ma con grandi ambizioni che ha permes-so di compiere un piccolo passo per uscire dalla logica che vede le opere pubbliche declinate unicamente at-traverso parametri economici, crono-logici e burocratici.

Per consegnare idealmente l’edi-ficio alla Comunità, si è svolto a novembre scorso, presso l’aula ma-gna della scuola, il Convegno “Una scuola da abitare”, a cui sono inter-venuti, in qualità di relatori, docenti universitari, liberi professionisti e ricercatori.

Il progetto è stato riconosciuto vincitore del Premio Ancitel Energia e Ambiente - Gruppo Saint Gobain “Sostenibilità Ambientale e Sociale per il Comune - Efficienza energe-tica e innovazione nell’edilizia” II Edizione.

Inoltre l’edificio è stato oggetto di una manifestazione denominata Re-struc-tour, realizzata nell’ambito del Salone “Restructura”, con visite gui-date all’ex cantiere.

La realizzazione della nuova scuo-la elementare di Piobesi Torinese è interessante non solo per i caratteri architettonici e pedagogici, ma anche perché è stata oggetto di una speri-

L’insegnamento della scuola primaria costituisce le fondamenta per una solida cultura scolastica: se l’istruzione avviene in un contesto piacevo-le, il trasmettere ed il recepire gli argomenti diventa più agevole.Prima di affrontare le problematiche relative alla progettazione di un edificio scolastico, è indispensabile evidenziare la specificità della figura del bambino, per essere in grado di individuare, predisporre ed allestire un’articolata pluralità di spazi capaci di fornire continui ed efficaci stimo-li comunicativi ed espressivi, garantire il bisogno di identificazione con i luoghi ed implementare in tal modo le potenzialità di apprendimento.L’utilizzo di una forte connotazione simbolica dell’edificio, la dimensio-ne ludica associata agli elementi architettonici, la scelta dei materiali, delle sagome degli arredi e degli accessori, gli accostamenti di colore ed i decori che caratterizzano le diverse funzioni del complesso scolastico, aiutano i bambini ad identificare gli ambienti della scuola ed il proprio gruppo di appartenenza.Molti sono i riferimenti simbolici che possono essere adottati per rendere ogni rientro a scuola atteso con impazienza. Possono avere legami con il territorio di insediamento oppure essere riferiti al mondo della fantasia, purché siano in grado di stimolare ed accrescere le enormi potenzialità possedute da ciascuno dei piccoli utenti.Per questo motivo i nostri progetti sfruttano ogni occasione disponibile per caratterizzare l’edificio e renderlo ospitale, accogliente, interessante.Sono stati previsti bowindows e balconate per raccogliersi a chiacchie-rare ed affacciarsi; davanti ad ogni coppia di aule si apre uno spiazzo delimitato da cromatismi diversi, che agevola la permanenza e l’esodo, spezza la monotonia del corridoio, anche se il “cannocchiale visivo” co-struito dalle grandi aperture sulle estremità ne fa un asse fondamentale.L’interlocutore del progettista deve essere l’utente finale prima ancora che il committente ufficiale: il bambino, da intendersi come individuo evoluto, seppure dotato di una sua particolare specificità e non come sog-getto non ancora diventato adulto, da coinvolgere nei processi partecipa-tivi che riguardano i suoi spazi ed hanno influenza sulla sua educazione.La progettazione di una scuola costituisce un momento di grande creati-vità, non solo pedagogica ed architettonica, ma anche sociale, culturale e politica: occorre individuare gli spazi per aiutare gli essere umani a crescere, ad esprimere le potenzialità, le competenze e le curiosità, ad esplorare, a sentirsi costruttori di progetti.

Silvano M. Bandolin e Laura Porporato, progettisti

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Professione

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mentazione didattica certamente inte-ressante quanto inusuale per lo stan-dard delle opere pubbliche italiane.

I temi del progetto (e del relativo Convegno) sono stati tanti e ne ripor-tiamo un breve cenno.• l´incarico è scaturito da una gara nella quale e’ stata premiata la me-todologia che faceva perno sulla so-stenibilita’ ambientale e sul progetto pedagogico;• la scuola è in Classe energetica B, è riscaldata con il teleriscaldamento, ed anche dai pannelli solari; e’ alimen-tata elettricamente con il fotovoltai-co, l´impianto elettrico è domotico, l´acqua meteorica viene raccolta e, tramite uno stagno didattico, depura-ta ed in parte utilizzata per irrigare il giardino;• si è cercato di impiegare maggior-mente materiali naturali e salubri;• tutte le tecnologie sono state impie-gate in modo che l´edificio fosse in grado di comunicare con gli studenti i dati relativi al suo funzionamento;• è stato attivato un processo di par-tecipazione che ha coinvolto le in-segnanti ed i bambini della scuola, che è durato un anno, ed ha prodotto notevoli risvolti sulla didattica ed ha consentito alcuni adeguamenti ed al-lestimenti interni dei locali sulla base delle richieste degli utenti;• oltre 160 bambini hanno visitato il cantiere ed una metà circa sono inter-venuti ben quattro volte per seguire il processo produttivo;• si è creata una notevole attesa e, verso la fine del cantiere, anche alcu-ni genitori hanno chiesto ed ottenuto di visitare la scuola;• appena tagliato il nastro dell´inaugurazione i bambini hanno guidato i loro genitori e nonni a vi-sitare i locali, spiegando quali sono le tecnologie adottate, le modalità di risparmio energetico e di tutela dell´ambiente;• i nonni potranno aiutare gli inse-gnati a coltivare l´orto ed il frutteto di cui è dotata la scuola.

La geom. arch. Laura Por-porato (Archiloco studio associato), è stata proget-tista e direttore dei lavori.

PROGETTO ECO-CASE CENTRO ASSISTENZA E STUDI

SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE-EDILIZIA

Il Collegio dei Geometri, nell’ambito del progetto JPE 2010 (volto alla in-formazione, diffusione e sviluppo dei sistemi per l’efficienza ed il rispar-mio energetico), ha realizzato un servizio di supporto per la risoluzione di esigenze nel settore dell’efficienza energetica e nel settore delle fonti rinnovabili.

Se si ha bisogno di informazioni su:

� Pratiche Legge 10/ Allegati Energetico Ambientali:o Supporto e informazionio Espletamento pratiche

� Bandi per fondi legati all’efficienza energetica� Agevolazioni fiscali per interventi di efficienza energetica� Progettazione per sistema edificio-impianto� Supporto alla Direzione Lavori nell’esecuzione di interventi in merito a problematiche energetiche� Protocollo Itaca:

o Informazione su procedureo Gestione delle pratiche e della documentazione da presentare

� CasaClima:o Informazione su procedureo Progettazione nuovi fabbricati secondo parametri CasaClimao Riqualificazione di fabbricati esistenti secondo parametri CasaClima

� Collaudi finali per certificazioni� Certificazioni energetiche� Norme attive per comune

E’ possibile inviare una mail all’indirizzo:[email protected]

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Relazione del Presidente

Gentilissime Colleghe ed Egregi Colleghi,

Vi porgo il benvenuto all’appunta-mento annuale dell’Assemblea che, come ormai sappiamo, viene indetta entro il mese di aprile in ossequio alle disposizioni sulla contabilità degli Ordini e Collegi professionali, che stabilisce l’approvazione dei bi-lanci entro tale scadenza.

Osserviamo prima di iniziare un minuto di silenzio dedicato al ricor-do dei Colleghi che ci hanno lasciato dalla scorsa Assemblea.

Ricordiamo:Franco BagginiGianfranco BeddaVincenzo BoveBartolomeo BrunoGian Gaetano CalloniFlavio ClotLorenzo ConversoCandido CravenzolaDante CuselliMargherita GiovanettoGiuseppe RaineriLuca Truffa GiachetGiorgio PettigianiAldo VacchieriMaurizio VillarditaAbbiamo il piacere di dare il benve-

nuto all’interno della Categoria a 63 nuovi iscritti all’Albo, che ricevono oggi stesso il timbro professionale, ai quali rivolgiamo i migliori auguri per la loro carriera.

Un saluto particolare anche ai 10 colleghi che hanno compiuto que-st’anno 50 anni di iscrizione e quin-

Assemblea degli Iscritti all’Albo dei Geometri di Torino e Provincia

del 18 aprile 2011

In conformità a quanto deliberato dal Consiglio, gli iscritti al Col-legio dei Geometri di Torino e Provincia sono stati convocati in As-semblea presso sala Conferenze della Galleria d’Arte Moderna, C.so Galileo Ferraris 30, lunedì 18 aprile 2011 alle ore 16.00 con il se-guente:

Ordine del Giorno

1) Relazioni del Presidente, Segretario e Tesoriere2) Approvazione del conto consuntivo 20103) Approvazione del conto preventivo 20114) Relazioni dei Consiglieri5) Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 50 anni6) Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 35 anni che hanno partecipato attivamente alla vita della Categoria7) Assegnazione di attestato di benemerenza ai Geometri che nell’anno 2010 hanno conseguito il pensionamento

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di entrano nell’Albo d’Onore dei Geometri di Torino e Provincia, ai colleghi che festeggiano i 35 anni di iscrizione ed a coloro che hanno raggiunto il traguardo della pensio-ne, che applaudiremo al termine del-l’Assemblea.

Veniamo ora agli argomenti prin-cipali oggetto dell’attività del Col-legio, rimanendo a disposizione per ogni domanda ed osservazione.

Una prima notizia: avrete notato che il Collegio ha adottato la nuova denominazione “Collegio dei Geo-metri e Geometri Laureati”, per rap-presentare anche i Geometri Laureati triennali nelle ex classi universitarie 4°, 7° e 8° (del D.P.R. 328/2001) cor-rispondenti in base al DM 270/04 alle attuali classi L 17, L 24, L 21 ed L 7, che oggi, seppure ancora in numero limitato, iniziano ad essere iscritti al nostro Albo.

Il Consiglio Nazionale aveva sug-gerito ai Collegi la variazione già dal 2008, ma il nostro Collegio fin’ora non aveva provveduto alla variazio-ne, anche per una sorta di attacca-

mento e affezione alla vecchia denomina-zione e lo ha fatto nel 2010, in occasione del cambio di indirizzo della sede.

Questa sorta di “ag-giunta” dell’identità avrà maggior signifi-cato quando la riforma della Scuola superiore - che, come sapete, è entrata in vigore con l’attuale anno scolasti-co - sarà pienamente operativa e licenzierà non più il diploma-to Geometra ma il “Diplomato tecnico in Costruzioni, Am-biente e Territorio” e la qualifica di “Geo-metra” sarà esclusiva degli iscritti all’Albo dei Geometri, che si

otterrà (come ora) dopo due anni di Praticantato o laurea triennale o ITS e superamento dell’esame di Stato di abilitazione.

Come sapete, il Consiglio è stato rinnovato a luglio 2010 con l’ingres-so di 4 nuovi Consiglieri che si sono bene inseriti nel resto della “squa-dra”, aggiungendo nuove energie e contributi ai molti progetti che ogni anno portiamo avanti. Ringraziamo qui in particolare i quattro Consiglie-ri uscenti Silvio Balbo, Francesco Cerato, Luigi Gaidano e Franco Ri-gazio, per il loro sostanziale contri-buito alla conduzione della vita del Collegio e della Categoria nei quat-tro anni o più del loro mandato e che continuano oggi la loro collaborazio-ne nell’ambito delle Commissioni.

Il trasloco della sede del Collegio è stato l’altro avvenimento rilevante del 2010: i lavori non sono ancora terminati, perché la disponibilità dei locali adiacente agli uffici, dove ven-gono realizzate le aule didattiche ed informatiche, è avvenuta solo a ini-zio 2011.

Pertanto si completeranno tra poco i lavori di questa seconda ala ed an-che le finiture dei locali già operativi; la nuova sede si è rilevata molto con-fortevole e funzionale per la distri-buzione interna e per la conformità alle norme di sicurezza, antincendio ed edilizia scolastica., nonché per la collocazione in area centrale e como-da ai servizi.

Sul bilancio consuntivo 2010, di cui Vi riferirà il Tesoriere, sono ri-portate le cifre fin’ora spese per il trasloco e la ristrutturazione; appena completati i lavori, verrà predisposto il consuntivo generale. La spesa è stata importante ma, come sappiamo bene noi operatori del settore, le ri-strutturazioni costano e nascondono imprevisti e sorprese. Soprattutto per quanto riguarda l’impiantistica – im-pianto elettrico, antincendio, allarme, video e audio diffusione, condiziona-mento, cablaggi – le cifre sono rile-vanti: credo però che chiunque abbia già frequentato la nuova sede, oltre all’aspetto estetico, abbia potuto ap-prezzare la funzionalità e l’efficienza degli impianti. La sala conferenze in particolare ha un impianto audio e vi-deo all’avanguardia che rende molto efficace la didattica, oltre ad avere una capienza fino a 140 posti e quin-di in grado di accogliere seminari e conferenze con un elevato numero di partecipanti.

Il Consiglio ha tentato dove possi-bile di contenere le spese di allesti-mento della nuova sede: per esempio l’arredamento degli uffici è stato in gran parte recuperato e qualche mo-bile è stato venduto; i mobili “vec-chi” (scaffali, accessori, scrivanie, armadi) sono soprattutto stati riuti-lizzati negli archivi, nella biblioteca e nei locali di servizio. Certamente invece per gli impianti, come detto, si è dovuto ricorrere in toto a nuove apparecchiature.

Abbiamo oggi una sede prestigiosa e funzionale, con un contratto di af-fitto di 15 anni ad un canone annuo di 78.000,00 €, inferiore a quello di

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Via Cernaia, per esenzione Iva e del-le minori spese condominiali.

Riteniamo pertanto, ora che il pas-so è stato fatto, che la scelta sia stata positiva e che i vantaggi della nuova collocazione siano molti e speriamo che Voi condividiate questa scelta importante.

Veniamo ora agli argomenti stret-tamente di Categoria, primo tra tutti quello scottante, che delle competen-ze.

Probabilmente per il difficile mo-mento economico, gli Ingegneri ed Architetti si accaniscono in modo particolare ad inviare alle ammini-strazioni pubbliche le sentenze sul cemento armato vecchie e nuove per ribadire la non competenza dei geo-metri nella progettazione di opere, dimenticando di evidenziare che le sentenze si riferiscono a opere “rile-vanti” e non certo a quelle rientranti come cubatura in quelle già ricono-sciute.

Ciò provoca naturalmente dub-bi nell’affidamento degli incarichi, particolarmente negli uffici pubblici retti appunto da Ingegneri e Archi-tetti che approfittano dell’incertezza e contraddittorietà delle norme per escludere i Geometri dagli incarichi.

Oltre al cemento armato, si è ag-giunto di recente l’attacco contro la norma regionale che prevede che il rilascio del certificato energetico, indipendentemente dalle competen-ze, possa essere redatto anche dai geometri e da altre categorie che ab-biamo frequentato con esito positivo l’apposito corso.

Questi attacchi vengono perpetrati con particolare tenacia, pubbliciz-zandoli anche su siti Internet e quindi dandogli particolare evidenza.

Non ultimo, questa volta da parte degli Avvocati, il tentativo di boicot-tare la nuova legge sulla mediazione civile, che concede ad altri professio-nisti, tra cui i geometri, di svolgere il tentativo di mediazione obbligatoria in alcune liti.

Cosa si può fare di fronte a tutto ciò?

Le azioni devono essere per pri-ma cosa intraprese a livello nazio-nale, potenziando tutte le iniziative per ottenere un quadro legislativo più chiaro, organico ed aggiornato. Fin quando non ci sarà un provvedi-mento legislativo (sia esso la riforma delle professioni, la revisione del regolamento del 1929, la definizio-ne del nuovo percorso scolastico) che indichi chiaramente chi può fare cosa, non ci si potrà fare valere. Su questo punto, il Consiglio Nazionale Geometri sta operando attivamente, seguendo con costanza i progetti di legge che potrebbero offrire un chia-rimento

In secondo luogo, potenziando la pubblicità da parte nostra delle ragio-ni a difesa della Categoria.

A seguito della circolare inviata a luglio dalla Fiopa (peraltro identica a quella già inviata l’anno precedente) sulla questione del cemento armato a tutte le amministrazioni pubbliche del Piemonte e Valle d’Aosta, sia il Collegio di Torino sia il Consiglio Nazionale hanno ribadito con una lettera in cui si evidenzia come la Fiopa confonda la materia oggetto di giurisdizione del giudice ordinario (e cioè dei Tribunali, delle Corti d’Ap-pello e della Corte di Cassazione) con quella oggetto di giurisdizione amministrativa (e cioè dei Tribunali Amministrativi Regionali e del Con-siglio di Stato).

In particolare, in caso di progetti di manufatti con strutture in cemento armato redatti da geometri, la Corte di Cassazione non è legittimata a de-cidere sulla validità dei relativi per-messi di costruire o denunce di inizio attività, bensì esclusivamente sulla validità del contratto di progettazio-ne stipulato fra il committente e il geometra e, in particolare, sul diritto di quest’ultimo a percepire il com-penso per le prestazioni professionali svolte.

Purtroppo sono proprio di questi giorni altre sentenze sfavorevoli, che il nostro Consiglio Nazionale sta va-

gliando attentamente con i propri le-gali per rispondere con azioni docu-mentate e con ricorsi, ove possibile.

La terza strada per alleggerire il gra-ve problema delle competenze, certo più lunga ma sicuramente efficace, è quella di “spingere” verso le spe-cializzazioni in cui la legge ci rico-nosce chiaramente competenti, quali la prevenzione incendi, il coordina-mento dei cantieri per la sicurezza, la certificazione energetica, le consu-lenze per il Tribunale, la mediazione civile. Sempre più sentiamo parlare di “albi” (o più propriamente elen-chi), dei certificatori, dei CTU, oggi dei mediatori civili, in cui i geometri possono iscriversi e quindi esercita-re. Questi sono fortunatamente cam-pi “certi”, proprio perché le norme indicano chiaramente i Geometri tra i professionisti che possono svolgere queste prestazioni.

Purtroppo nel campo a noi più affi-ne, cioè quello delle costruzioni, del-l’edilizia e dell’urbanistica, la con-correnza permane forte da parte delle altre categorie professionali tecniche e quindi non ci nascondiamo le diffi-coltà che ne conseguono.

Come affermato dal nostro Presi-dente Nazionale geom. Fausto Sa-voldi nella comunicazione via pec a tutti gli iscritti d’Italia di qualche giorno fa, è rischioso avviare azioni legali individuali, per il recupero di onorari, che possano dare occasio-ne alla controparte o direttamente al giudice di eccepire la questione delle competenze per la presenza del ce-mento armato.

Il rischio di vedersi annullato il contratto professionale con la conse-guenza del “nulla è dovuto” (con la restituzione delle anticipazioni even-tualmente ricevute), visto l’atteg-giamento della magistratura, risulta assai elevato. Ciò impone che ogni azione legale, prima di essere avvia-ta, venga preliminarmente segnalata al Collegio che attentamente, e caso per caso, ne valuterà l’opportunità anche in funzione dell’interesse ge-

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nerale della categoria. E’ inoltre opportuno – ribadisce

sempre il geom. Savoldi - abituarsi a redigere specifiche e fatture separate per le tipologia di prestazioni incon-testate e non strettamente rientranti nelle “progettazioni” edilizie (rilievi, operazioni di contabilità, operazioni catastali, sicurezza, ecc…). Ciò per poter richiedere decreti ingiuntivi opponibili solo per eventuali motivi di merito e, tra l’ altro, per agevolare la corretta compilazione degli studi di settore.

Siamo tutti consapevoli che il mo-mento è grave e la situazione non ci è favorevole. Tuttavia, vorrei evi-denziare che le occasioni di lavoro ci sono ancora e, come si dice for-se un po’ superficialmente ma è la verità, non è il lavoro che manca ai Geometri: abbiamo avuto nel 2010 l’introduzione delle nuove norme sull’accertamento della regolarità ca-tastale in occasione degli atti notarili di trasferimento immobiliari; l’acca-tastamento delle “case fantasma”; il boom della certificazione energetica. Tutte occasioni in cui chi vuole ed è capace può ancora lavorare.

Ma non dimentichiamo anche i set-tori tradizionali che proseguono certo non “a gonfie vele” ma ancora bene, quali le amministrazioni immobiliari, la topografia, gli incarichi in ambito catastale, la sicurezza, le valutazioni, le consulenze di parte e per i Giudici, l’assistenza fiscale e amministrativa.

E’ importante che di tutto questo si parli, anche tra di noi colleghi, per-ché le singole esperienze possono es-sere utili a tutti. A questo proposito, il Consiglio ha stabilito di creare del-le nuove occasioni di incontro nelle zone della Provincia. Da quest’anno, oltre alla tradizionale Riunione an-nuale di Zona, dove solitamente la parte conviviale e di presentazione delle nostre attività alle autorità loca-li è prevalente, verranno organizzati incontri separati, nel tardo pomerig-gio o dopo cena, per discutere solo tra di noi professionisti delle nostre pro-

blematiche e per mettere in comune esperienze, problematiche e idee, da proporre al Consiglio del Collegio.

E’ uno sforzo sia per i Priori, che sono chiamati ad organizzare due in-contri anziché uno, sia per i Consi-glieri e per i professionisti delle zone che dovranno presenziare al doppio degli incontri, ma riteniamo che ne valga la pena; già negli scorsi anni, quando vi sono stati incontri locali per discutere sulla scelta della nuova sede e sull’Albo Unico delle profes-sioni tecniche, abbiamo rilevato che dedicare due ore solo ad argomenti specifici di categoria, senza discor-si ufficiali, visite, pranzi, brindisi e intrattenimenti (peraltro anche que-sti molto graditi e piacevoli durante la tradizionale riunione di zona) ha avuto molto successo e riscontro po-sitivo.

Anche l’occasione dell’Assem-blea annuale ha tempi ristretti e la-scia poco spazio agli interventi degli iscritti, proprio perché è il momento istituzionale dell’approvazione dei bilanci e dell’attività del Collegio e non dà sempre modo ai singoli di intervenire su questioni più proprie della professione quali le competen-ze, le tariffe, il catasto ecc.

Riceverete quindi a breve il calen-dario degli incontri che avverranno prima e dopo l’estate, a cui vi invi-tiamo fin d’ora a partecipare, in ag-giunta naturalmente al tradizionale appuntamento della riunione annuale di Zona che i Priori hanno già calen-darizzato.

Vorrei fare un accenno alla nostra Cassa di Previdenza, in base alla mia esperienza quale Consigliere dell’ente e quindi a stretto contatto delle problematiche sul futuro della categoria.

Nel 2010, per la prima volta, il numero degli iscritti agli Albi è di-minuito ed i redditi medi dichiarati sono veramente bassi.

Di fronte al rischio di un saldo previdenziale negativo, la Cassa ha adottato già da anni alcuni provvedi-

menti che nel tempo hanno portato al calmieramento del modello retributi-vo. La Cassa sta lavorando all’avvio della sperimentazione di un modello previdenziale innovativo, basato su un sistema di calcolo integrato che prevede la sostenibilità di lungo pe-riodo dell’organismo previdenziale e, al tempo stesso, il rispetto delle esi-genze reddituali dei professionisti.

Dall’indagine commissionata al Censis sulla situazione della cate-goria, emerge che la professione del geometra è solida e tuttora ancorata alla decennale tradizione di insedia-mento nel territorio e nella società italiana. Ma si percepiscono anche segnali di cambiamento e di apertura alle nuove sfide competitive.

Alla Cassa di Previdenza – insie-me al Consiglio Nazionale - spetta il compito di sostenere la modernizza-zione della categoria, che passa attra-verso la via obbligata della formazio-ne, attraverso la promozione di una Scuola Superiore per il Geometra - da frequentare all’uscita dalla scuo-la secondaria superiore - in grado di offrire alla categoria una cultura omogenea e per preparare i giovani ad affrontare meglio l’attività auto-noma.

Per quanto riguarda le novità della Cassa nell’ultimo anno, che trovate elencate nel fascicolo di accompa-gnamento ai bilanci del Collegio, vi è stato lo studio sull’istituzione di una previdenza integrativa di categoria, il cosiddetto “secondo pilastro” della pensione dei Geometri che garantirà un trattamento previdenziale adegua-to anche agli iscritti più giovani, con-sentendo loro di fare i conti in futuro su una previdenza di base sempre meno tutelante.

Sempre nell’ottica di ampliare i servizi in favore dei geometri liberi professionisti, sono stati prestiti agli scritti per lo svolgimento della pro-fessione, diretti all’acquisto di attrez-zature, strumenti o arredi, elevando da 35 a 60 anni il limite massimo di età per l’accesso, in considerazione

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delle condizioni economiche gene-rali che hanno prodotto ripercussioni negative sull’intera categoria.

Inoltre la Cassa ha stipulato una nuova convenzione per consentire l’erogazione di finanziamenti a con-dizioni favorevoli contro cessione del quinto della pensione, estenden-dole non solo ai pensionati ma an-che ai pensionandi, cioè a coloro che alla data del pensionamento risultino avere un debito contributivo ostativo al riconoscimento del diritto a pen-sione.

In conclusione, ricordiamo che il Collegio è un’istituzione aperta ed i Consiglieri sono sempre disponibili ad ascoltare istanze e venire incontro alle necessità degli iscritti all’Albo individuando insieme, naturalmente ove possibile, le soluzioni alle pro-blematiche più svariate. In questo il Collegio vuole essere portavoce di tutti i suoi 3.600 iscritti, portando al-l’attenzione degli organi competenti una voce univoca e quindi più forte e rappresentativa.

Invito quindi tutti, i colleghi gio-vani in particolare ma anche tutti gli altri, a recarsi di persona al Collegio o a scrivere o telefonare per ogni esigenza, osservazione, proposta ed istanza. Oggi i contatti tra il Collegio e gli iscritti sono molto frequenti, so-prattutto perché la formazione con-tinua dà l’occasione di incontrarsi frequentemente; inoltre le Commis-sioni, a cui partecipano fattivamente molti colleghi, hanno molte attivi-tà e sono occasione di incontro e di scambio di idee.

Ma invitiamo anche tutti gli altri, che forse non vediamo mai o mol-to raramente, ed i nuovi colleghi in particolare, a tenersi in contatto ed a frequentare il Collegio, ora che ab-biamo una sede nuova e grande e ci auguriamo accogliente, che è la casa di tutti noi e che quindi dobbiamo utilizzare non solo per i servizi ma anche quale luogo fisico di incontro e di crescita professionale.

Relazione del Segretario

Ringrazio le colleghe ed i colleghi per essere qui presenti.

Come ha già detto il Presidente nel corso del suo intervento, il Consi-glio è stato rinnovato a luglio 2010 e sono stata indicata ad assumere la carica di Segretario e di questo ringrazio tutti i Consiglieri.

Il ruolo è piuttosto impegnativo ma devo dire che sin dall’ini-zio ho potuto contare sull’esperienza del Se-gretario uscente geom. Luciano Simonato e sulla disponibilità del Presidente.

Ovviamente non mi è mai mancato il sostegno dei colleghi Consiglieri con cui mi confronto su diverse te-matiche per meglio organizzare le iniziative formative e di sviluppo per la nostra categoria.

Mi soffermo un momento sul per-sonale del Collegio per esprime-re la mia personale gratitudine nei confronti delle impiegate che tutti noi abbiamo imparato a conoscere per nome e quindi Chiara, Cristi-na, Leandra, Marta, Michela, Paola, Roberta e della nostra Direttrice la Dott.ssa Oberto. Tutte sono sempre molto disponibili e solerti e ritengo che, oltre alle attitudini personali, il merito della perfetta sinergia delle risorse sia da attribuire al lavoro di coordinamento del Segretario che mi ha preceduta che ha lasciato un’im-pronta positiva nella conduzione del-la segreteria del Collegio.

Il personale è sempre ricettivo nel-l’affrontare le nuove proposte del Consiglio: l’anno trascorso è stato molto significativo in tal senso, con numerose iniziative portate avanti, che sono tutte descritte dettagliata-

mente sul fascicolo di accompagna-mento ai bilanci che avete ricevuto.

All’interno del Direttivo ho avuto modo di rendermi conto della quan-tità di istanze e richieste che perven-gono al Direttivo sugli argomenti più disparati.

Giungono infatti quotidianamente domande su come il professionista deve comportarsi nella sua attività, su come applicare le norme legislati-ve a casi specifici, sulle competenze, sui rapporti deontologici, sulle tarif-fe, sulla disciplina, sulla documenta-zione legislativa e così via.

Ogni volta che il Direttivo si riu-nisce al Collegio, normalmente due volte la settimana, il fascicolo della corrispondenza in attesa di risposta è sempre considerevole ed il Direttivo vi dedica molto tempo, con la con-sapevolezza che le risposte scritte che vengono fornite costituiscono un fonte ufficiale che rispecchia la po-sizione della Categoria; richiedono quindi un attento esame e supporto documentale. Naturalmente, nei casi più complessi, viene richiesta la con-sulenza di legali o di altri esperti nel-

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le materie specifiche.Un’altra mia esperienza a cui vor-

rei accennare è la partecipazione alla vita della categoria a livello nazio-nale: ho constatato, in questi mesi di mandato di Segretario e quindi inter-venendo alle Assemblee a Roma che coinvolgono tutti i Presidenti d’Ita-lia, che vi è molta partecipazione e coinvolgimento da parte dei vertici e che il Consiglio Nazionale Geometri in questi ultimi anni è molto miglio-rato nella sua conduzione della poli-tica di categoria in quanto si è calato maggiormente nelle problematiche del geometra professionista.

La riforma delle professioni, la scuola e l’accesso agli Albi, il futu-ro previdenziale, le competenze e la qualità delle prestazioni, la ricerca di nuovi sbocchi professionali sono certo argomenti molto complessi ma sono costantemente all’ordine del giorno delle attività dei nostri organi-smi centrali, cioè del Consiglio Na-zionale e della Cassa di Previdenza, e soprattutto si percepiscono mag-giormente gli effetti pratici sulla vita dei professionisti: ad esempio sono state incrementate le agevolazioni per i nuovi iscritti, sia contributive sia di sostegno alla professione e for-mazione, ma anche per i pensionati che, non dimentichiamolo, purtroppo risentono spesso anche loro come i giovani della crisi economica.

Tornando al nostro Collegio, l’evento certo straordinario del 2010 è stato il trasloco della sede: l’attività della Segreteria del Collegio ha su-perato bene la prova del periodo del trasloco degli uffici dalla sede di Via Cernaia alla nuova di Via Toselli, con un solo venerdì di chiusura al pub-blico per il trasferimento fisico delle attrezzature.

Il trasloco, per quanto sempre un evento “traumatico”, è anche occa-sione di riorganizzazione delle strut-ture e di rinnovamento delle proce-dure, ove necessario.

Gli archivi infatti sono stati riordi-nati e sono state eliminate le pratiche

obsolete, anche per non occupare spazi inutilmente.

Infatti, nella sede di Via Cernaia, gli archivi dei fascicoli degli iscrit-ti, dei praticanti e delle parcelle, la documentazione da conservare, le raccolte dei periodici e delle nostre pubblicazioni, erano dislocati in lo-cali diversi mentre ora sono stati raccolti in modo organico e di facile reperimento.

Con l’occasione del trasloco gli uffici sono stati dislocati in modo di-verso, privilegiando la posizione de-gli sportelli di prima accoglienza e di maggiore fruibilità.

Soprattutto la nuova collocazione delle sale corsi e conferenze, poste tutte al medesimo piano degli uffici, permettono un maggiore controllo dei locali e dei servizi.

Tra le altre numerose attività che trovate elencate alle pagine 6 e 7 del fascicolo, vorrei evidenziare la ge-stione dei crediti formativi: nel 2010 si è entrati nel pieno dell’applicazio-ne delle normative sulla formazione continua con un aumento conseguen-te di manifestazioni, corsi e seminari frequentati dagli iscritti all’Albo.

La gestione dell’attribuzione dei crediti avviene tramite un program-ma informatico interno al nostro Collegio, che “carica” gli eventi e, tramite il nuovo tesserino magnetico che è stato dato in dotazione, attri-buisce direttamente all’ingresso ed all’uscita dall’aula al partecipante i crediti.

Questo sistema è integrato con il data base nazionale che il Consiglio Nazionale ha attivato sul proprio sito Internet. Questo “collegamento” non è immediato e pertanto permangono alcune discordanze e incompletezze del sistema, che provvederemo a ri-solvere non appena possibile.

Ma soprattutto permane la difficol-tà di individuare e registrare i crediti per gli eventi esterni a quelli promos-si dal Collegio: nel 2010 sono perve-nute oltre 400 richieste di riconosci-mento per eventi singoli. Per ognuna,

la Commissione crediti deve valutare la validità formativa, gli uffici devono rispondere all’interessato, richiedere e inserire l’evento nel sito del Consi-glio Nazionale ed infine in quello del Collegio. Per questo, talvolta si può verificare un ritardo nell’attribuzione dei crediti.

I nuovi servizi avviati sono stati la duplicazione dei fogli di mappa catastali rasterizzati, che vengono prenotati sul sito Internet e rilasciati su CD, la pubblicazione della nuova Guida Docfa e del volume “Parcel-le Geometri”, il nuovo periodico “Il Geometra Risponde”, il rilascio del kit per la firma digitale. Su quest’ul-timo argomento, precisiamo che fino a marzo il Collegio era solo il “tra-mite” per il ritiro del kit, mentre da aprile è diventato Centro di Realizza-zione Locale di Firma Digitale, per-mettendo così il rilascio nei quattro giorni dalla richiesta del supporto per la firma digitale.

La maggioranza delle comunica-zioni, la prenotazione degli eventi, i questionari ed altro avvengono tra-mite il sito Internet del Collegio; ad oggi oltre al sito “principale”, per-mane anche l’altro dominio www.geometritorino.org che viene ad oggi ancora utilizzato per iniziative tem-poranee. Non appena possibile, ogni funzionalità verrà trasferita sul sito www.collegiogeometri.to.it, con uni-ci Username e Password per ciascun iscritto.

Per quanto riguarda l’attività spe-cifica del decentramento dei servizi della Cassa di Previdenza presso il Collegio, la trasmissione telemati-ca degli atti è sempre più potenzia-ta ed anzi sta diventando esclusiva: ciò certamente provoca una diminu-zione di lavoro a carico dell’ufficio presso il Collegio perché non vi è la più consegna dalla maggior parte delle pratiche cartacee (ricordiamo che già da alcuni anni la comunica-zione annuale modello 17 viene in-viata direttamente dal professionista in via telematica). Tuttavia, permane

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ed anzi è aumentato il supporto e la consulenza per l’invio telematico di-retto, particolarmente per i pensiona-ti ed i superstiti, che sovente hanno meno dimestichezza con l’informa-tica. Prosegue invece l’assistenza e la consulenza per le prestazioni pre-videnziali ed assistenziali e per le verifiche delle posizioni reddituali e contributive, nonché per la presenta-zione delle pratiche pensionistiche.

Un accenno all’attività della Fon-dazione: come potete vedere sempre nel fascicolo, oltre i 47 corsi e semi-nari organizzati per i professionisti e 11 per i Praticanti, vi sono stati 9 corsi finanziati con l’ottenimento dei finanziamenti pubblici a favore dei professionisti iscritti all’Albo dei Geometri per Euro 86.961.

Al di là del ritorno economico, l’accreditamento regionale della Fondazione come Agenzia Formati-va permette di essere coinvolti nelle iniziative a cui sono ammesse solo le istituzioni riconosciute, quale ad esempio la formazione per il proget-to MUDE (Modello Unico digitale sull’Edilizia), in cui siamo coinvolti appunto perché Agenzia Formativa.

In questi giorni si sta completando il progetto per la realizzazione della formazione a distanza, che faciliterà la formazione e la renderà più como-da ed economica.

I corsi sulla certificazione energe-tica, approvati dalla Regione, sono stati realizzati in ben 9 edizioni, di cui 4 nelle zone della Provincia, con due sessioni di esami a dicembre, che hanno avuto un’alta percentuale di promozioni.

Un corso innovativo è stato quello sulla mediazione, organizzato presso il Collegio in due edizioni, che ha molta importanza per il nuovo per-corso professionale reso possibile dalla legge sulla mediazione civile, di cui tratteremo in seguito. Al più presto, viste le alte adesioni, verran-no organizzate nuove sessioni del corso.

Le Commissioni del Collegio sono

state rinnovate dopo le elezioni del Consiglio e, grazie anche all’ap-porto dei nuovi Consi-glieri e di nuovi com-ponenti, hanno operato con costanza nei diver-si settori.

Tra le Commissioni istituzionali, citiamo la Commissione Tariffa, che ha completato nel 2010 l’importante re-visione del programma per la redazione delle parcelle, anche grazie alla collaborazione del Vice Presidente in ca-rica fino a giugno 2010 geom. Franco Rigazio e del Consigliere geom. Giuseppe De Marco, che ringraziamo qui pubblicamente.

I lavori delle altre Commissioni sono riportati nel fa-scicolo. Tra le tante commissioni mi soffermo sulle commissioni coordi-nate dai nuovi consiglieri e quindi: - Agricoltura (Responsabile Danie-le Giuseppe Carità), che ha ripreso stretti collegamenti con gli assesso-rati competenti - Catasto (Responsabile Claudio Monticone), che ha predisposto un questionario sulle problematiche ca-tastali, tiene costanti collegamenti con l’Agenzia del Territorio ed ha organizzato convegni sulle nuove di-sposizioni per gli atti di trasferimen-to immobiliari- Edilizia ed Urbanistica (Respon-sabili Rodolfo Meaglia e Maurizio Mentigassa Farè), che è stata mol-to impegnata per le recenti novità legislative quali il Piano Casa ed il MUDE

E tra le Commissioni più impegna-tive (proprio in termini di tempo che di energia) vi rientra a pieno titolo la commissione istituzionale Disciplina (Responsabile Paolo Cuselli), che prosegue nel delicato compito di esa-

minare gli esposti che pervengono al Collegio.

Concludo ringraziandovi per l’at-tenzione e rimanendo a disposizione per eventuali vostre domande.

Relazione del Tesoriere

Preg.mo Presidente, gentili Colleghe ed egregi Colleghi,

presento all’Assemblea, sottopo-nendoli a nome del Consiglio alla approvazione degli iscritti, il Bilan-cio Consuntivo del Collegio dei Geo-metri per l’anno 2010 ed il Bilancio Preventivo Finanziario-gestionale per l’anno 2011.

Riferisco altresì all’Assemblea circa il Bilancio Consuntivo della Fondazione dei Geometri per l’anno 2010.

I dati contabili, in maggior detta-glio, sono riportati nei tre fascicoli allegati alla Relazione del Consiglio per l’Assemblea che dovreste aver tutti ricevuto nei giorni scorsi, così suddivisi:

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- Bilancio Consuntivo 2010- Bilancio Preventivo 2011- Bilancio 2010 – Fondazione

Il Collegio, nell’esplicazione della propria attività amministrativa-ge-stionale, deve ottemperare a quanto stabilito dalla vigente normativa per gli Enti Pubblici non economici.

Il Bilancio Consuntivo è pertanto composto dai seguenti elaborati:1. Relazione del Collegio dei Revi-sori Legali;2. Rendiconto Finanziario Gestionale;3. Rendiconto Finanziario Residui;4. Variazioni al Preventivo Finanziario;5. Situazione Amministrativa;6. Prospetto di Concordanza;7. Situazione Fondi cassa;8. Bilancio Patrimoniale – Economico;9. Nota Integrativa al rendiconto consuntivo.

Il rendiconto finanziario gestionale evidenzia entrate accertate per Euro 1.671.645,64 ed uscite impegnate per Euro 2.003.114,05, con un disa-vanzo finanziario dell’esercizio pari a Euro 331.468,41.

Il rendiconto evidenzia un aumen-to del totale entrate pari al 2,3% ed un aumento del totale uscite, al netto degli investimenti per la sede e del-l’accantonamento al fondo per for-mazione continua obbligatoria, pari al 5,5%.

I residui attivi finali sono pari a Euro 347.836,72 ed i residui passivi finali ammontano ad Euro 112.643,14 entrambi in aumento, rispettivamente per via del perdurare della congiun-tura economica sfavorevole che si riflette in una maggiore difficoltà di riscossione della Tassa di iscrizione e dei ratei di pagamento degli inve-stimenti per la sede, rispetto all’eser-cizio precedente.

L’avanzo di amministrazione 2010, comprendente gli avanzi degli eser-cizi precedenti, per complessivi Euro 1.306.891,49 viene suddiviso in una parte con ripartizione vincolata per Euro 806.719,98 ed una parte dispo-nibile per Euro 500.171,51.

Quale destinazione della ripartizio-

ne vincolata si distingue: fondo T.F.R.: Euro 202.955,31accantonamento al f.do formazione continua obbligatoria: Euro 195.580,62fondo trasferimento sede: Euro 408.184,05

Il fondo T.F.R. è indicato quale risultante al 31.12.2010 della som-matoria dell’esistente alla chiusu-ra dell’esercizio precedente (Euro 186.106,51) con gli accantonamenti maturati nell’esercizio 2010.

Le risultanze contabili riportate nel rendiconto economico d’esercizio a Voi sottoposto per approvazione, operato l’accantonamento al fondo per la formazione continua obbligato-ria per l’importo di Euro 195.580,62 evidenziano un pareggio tra entrate e uscite .

Il fondo acquisto/trasferimento sede, risultato di una pluriennale oculata scelta di accantonare i rispar-mi annuali della gestione, ammonta ora ad Euro 1.058.594,35 utilizzabili per l’allestimento della nuova sede e per il trasloco con la serenità di non dover gravare improvvisamente e pe-santemente sulle finanze degli iscritti con una “quota straordinaria” e con aumenti strutturali importanti della “tassa annuale di iscrizione”.

Passiamo ora ad esaminare il bilan-cio per la parte economico-patrimo-niale:

CONTO ECONOMICO

PROVENTI: contributi da iscritti, trasferimenti correnti, contributi di-versi, entrate commerciali, proventi finanziari, entrate varie e sopravve-nienze attive Euro 1.549.998,29COSTI: spese ordinarie di funziona-mento, oneri per il personale, spese per gli organi istituzionali, spese per pubblicazioni, imposte e tasse, spese bancarie, svalutazione crediti, spese varie, trasferimenti al Consiglio Na-zionale, sopravvenienze passive, am-

mortamenti e accantonamentiEuro 1.549.998,29

STATO PATRIMONIALE

ATTIVO: cassa e tesoreria, conti correnti postali e bancari, cre-diti, titoli, mobili, attrezzature, arre-di, immobilizzazioni, ratei e risconti attivi, depositi cauzionaliEuro 2.481.530,23

PASSIVO: debiti verso fornito-ri, Enti, Erario, iscritti, e diversi, fon-do T.F.R., fondo trasferimento sede e fondi di accantonamento diversi, fondi ammortamento, ratei passivi e Patrimonio NettoEuro 2.481.530,23

I costi ed i proventi riportati nel Conto Economico per l’esercizio 2010 si sono attestati ad un importo complessivo in diminuzione (2,1% circa) rispetto all’esercizio prece-dente.

Nel corso dell’anno saranno invia-ti, prima delle scadenze dei due sca-glioni di indennità di mora (35 euro entro il 30 giugno e 140 euro dal 1° luglio a fine anno), nuovi MAV com-pleti della sanzione e si provvederà ad effettuare le opportune verifiche onde evitare il ripetersi dell’invio di MAV indebitamente sanzionatori.

Passiamo ora ad esaminare il bilan-cio preventivo per l’esercizio 2011:

Il Bilancio di Previsione del Colle-gio per l’esercizio 2011, redatto se-condo lo schema previsto dal D.P.R. n. 97/2003, ai sensi dell’art. 5 del Regolamento di Contabilità adotta-to dal Consiglio in data 20 dicembre 2002 con deliberazione n. 117/02, è composto da:- Relazione programmatica del Pre-sidente- Relazione del Tesoriere- Preventivo finanziario per l’eserci-zio 2011- Preventivo economico - Tabella dimostrativa del risultato di

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amministrazione presunto- Quadro generale riassuntivo della gestione finanziaria- Pianta Organica del personale del-l’Ente.

Il Bilancio Preventivo Finanziario-gestionale per l’esercizio 2011 è stato stilato senza incrementare la quota di annuale a carico degli iscritti rispetto all’anno precedente e prevede entrate e spese a pareggio per un totale pari ad €. 1.727.000,00 con un aumento pari al 0,4 % circa rispetto al preven-tivo per l’esercizio 2010.

Ormai la scelta della nuova sede è stata effettuata e gli uffici sono in-stallati nei locali in via Toselli, pres-so lo stabile di proprietà dell’IPAB - Educatorio della Provvidenza, dal-lo scorso mese di ottobre (un grande plauso va rivolto al personale la cui dedizione al Collegio nei giorni con-vulsi del trasloco e della sistemazio-ne nei nuovi locali, all’epoca ancora molto in “cantiere” è stata encomia-bile”.

Ipotizzando uno scenario assestato a regime per l’esercizio 2012, si può ragionevolmente ritenere adeguato e congruo il presente bilancio di previ-sione e le relative quote a carico de-gli iscritti anche per l’esercizio suc-cessivo, ed anche in previsione di un considerevole incremento di spesa per attività di “formazione continua obbligatoria”.

Il dettaglio suddiviso per Titoli, Categorie e Capitoli in conformità alle disposizioni di Legge e del Re-golamento di Contabilità adottato dal Collegio è riportato nel fascicolo apposito allegato alla Relazione del Consiglio.

Consentitemi ora di accennare bre-vemente anche alla Fondazione, che sta avendo nuovo impulso dal rinno-vato progetto NUI e dall’intensa atti-vità formativa a favore degli iscritti.

La Fondazione è “ente riconosciu-to” ed “ente formatore accreditato” presso la Regione Piemonte ove è tenuta in alta considerazione, con il risvolto di utilità di poter erogare for-

mazione agli iscritti con costi diretti alquanto ridotti (i corsi dell’Agenzia formativa sono spesati in tutto o in parte dalla Regione).

Passiamo ora ad esaminare il bilan-cio della Fondazione:

CONTO ECONOMICO

PROVENTI: da attività istituziona-le, da raccolta fondi, da attività com-merciale, finanziari e patrimoniali, straordinari, entrate varie e soprav-venienze attive Euro 811.842,59

COSTI: oneri per attività istituziona-le, promozionali e da raccolta fondi, da attività commerciale, finanziari e patrimoniali, straordinari, di suppor-to generale, sopravvenienze passive, ammortamenti e accantonamentiEuro 777.579,22

STATO PATRIMONIALE

ATTIVO: cassa e conto corrente ban-cario, crediti, titoli, mobili, attrezza-ture, arredi, immobilizzazioni, rima-nenze, ratei e risconti attiviEuro 385.946,29

PASSIVO: debiti verso fornitori, Enti, Erario, iscritti, e diversi, fondo T.F.R., e fondi di accantonamento diversi, ri-sultato di gestione, ratei passivi e Pa-trimonio Netto VincolatoEuro 385.946,29

In conclusione Vi chiedo ancora un istante per consentirmi di rivolgere un sentito ringraziamento alla Di-rettrice del Collegio – Dr.sa Oberto, alla consulente Dr.sa Silvia Osella, ai colleghi componenti del Collegio dei Revisori dei Conti, alla contabile Paola Aimo ed a tutto lo staff di se-greteria del Collegio per il notevole impegno profuso nel loro operato …. ed anche a Voi per il paziente ed at-tento ascolto. Grazie a tutti.

Approvazione del conto consuntivo 2010

Il Presidente pone ai voti l’appro-vazione del conto consuntivo 2010 del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia, che viene approvato al-l’unanimità dei presenti, con l’asten-sione del geom. Carlo Trucco.

Approvazione del conto preventivo 2011

Il Presidente pone ai voti l’appro-vazione del conto preventivo 2011 del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia, che viene approvato al-l’unanimità dei presenti, con l’asten-sione del geom. Carlo Trucco.

Relazioni dei Consiglieri

Il Presidente riferisce sul nuovo istituto della mediazione civile, affer-mando che è un argomento di grande interesse, perché consente ai Geome-tri di svolgere il nuovo compito di Mediatore Civile, che darà potenzial-mente nuove possibilità di lavoro e permette al nostro Collegio di diven-tare Camera di Conciliazione.

Con il D.Lgs. n. 28 del 4 marzo 2010, è stata fissata la disciplina del-la nuova mediazione per la concilia-zione delle controversie civili e com-merciali, con lo scopo di consentire la risoluzione di determinate contro-versie in tempi più brevi (massimo 4 mesi) e con oneri meno gravosi ed ottenere contemporaneamente il decongestionamento della giustizia “ordinaria”.

La nuova mediazione per la conci-liazione delle controversie riguarda le controversie in materia civile e commerciale, nazionali e transfron-taliere, relative a diritti disponibili e può essere avviata, sia prima che durante il processo “ordinario”, dal-le parti interessate su base volontaria

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ovvero per obbligo. Le parti devono ricorrere obbli-

gatoriamente alla mediazione prima di accedere alle vie giudiziali “or-dinarie” nei casi di controversie in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, pat-ti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, contratti assicura-tivi, bancari e finanziari, risarcimen-to danni a seguito di circolazione di veicoli e natanti, di responsabilità medica e di diffamazione a mezzo

stampa o altro mezzo di pubblicità. L’avvocato, prima dell’instaurazione del giudizio “ordinario”, ha il dovere di informare il proprio cliente circa la possibilità di avvalersi dell’istitu-to della conciliazione rivolgendosi agli organismi di conciliazione. Tale informazione deve risultare da ap-posita documentazione, sottoscritta dall’interessato ed allegata all’atto introduttivo del successivo giudizio.

Il “mediatore”, è “la persona o le persone fisiche che, individualmente

o collegialmente, svolgono la media-zione rimanendo prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o deci-sioni vincolanti per i destinatari del servizio medesimo”.

Lo scopo del mediatore è quello di aiutare le parti a raggiungere un ac-cordo (c.d. “mediazione facilitata”) o, se l’accordo non viene raggiunto “spontaneamente”, formulare una proposta di conciliazione che le par-ti possono accettare o rifiutare (c.d. “mediazione aggiudicativa”).

Il DM 18.10.2010, n. 180 prevede che il mediatore deve essere qualifi-cato, formato e possedere i requisiti di onorabilità.

In particolare lo stesso deve posse-dere un titolo di studio non inferio-re alla laurea universitaria triennale ovvero essere iscritto ad un Ordine o Collegio professionale ed aver parte-cipato ai corsi di formazione apposi-tamente predisposti,

L’art. 60, Legge n. 69/2009 dispone che “la mediazione sia svolta da or-ganismi professionali e indipendenti, stabilmente destinati all’erogazione del servizio di conciliazione”.

Possono istituire organismi di me-diazione anche i Consigli degli altri Ordini professionali in base alle ma-terie di competenza.

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Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 50 anni

Vengono premiati i seguenti geometri presenti:

Carlo DalmassoGiovanni MorettoMario PortinaroMario RostagnoItalo SegarelliGiulio Spagnotto

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Vengono premiati i seguenti geometri presenti:

Gianni AriettiAttilio Baudino

Valter BoginoFranco BorgheseFranco BrunDiego Caltagirone

Michele CasaccioAntonio Cat GenovaPier Luigi ColomboGiuseppe Corno

Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 35 anni che hanno partecipato attivamente alla vita della Categoria

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Giuseppe GalleaBartolomeo GarettoGiorgio LiviTeobaldo OrbecchiDanila PeracchiottiValter Pollano

Fiorenzo PrinaAdriano RagliaRoberto RapelliOscar RostagnoCarlo Truccero

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Vengono premiati i seguenti geometri presenti:

Gianpaolo Accolti Gianni Arietti

Bruno Bellora Fulvio BirocchiPier Sandro Bobbio Roberto Buffa

Giuseppe Cerutti Piero Coppo Antonino Ferrarotti Faustino Ferrarotti

Assegnazione di attestato di benemerenza ai Geometri che nell’anno 2010 hanno conseguito il pensionamento

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Giorgio Giovanni Francioli Guido Francioli Francesco Gaida Giuseppe La Rosa Renato Lorenzato Giuseppe Lorenzino Carlo Masera

Giovanni Neirone Pietro Oberto Teobaldo Orbecchi Franco Pavetto Giacomo Picca Garino

Luciano Regis Piero Ricciardi

Carlo Rista Ernesto Roero Piero Scaglia Dante Soffietti Valerio Soldi

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Il Collegio ha adottato la nuova denominazione “Collegio dei Geometri e Geometri Laureati”, per rappresentare anche i Geometri Laureati triennali nelle ex classi universitarie 4°, 7° e 8° del D.P.R. 328/2001, corrispondenti in base al DM 270/04 alle attuali classi L 17, L 24, L 21 ed L 7, che possono essere iscritti all’Albo dei Geometri.Il Consiglio Nazionale ha già adottato dal 2008 la nuova denominazione “Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati”, in analogia a quanto già disposto dai Periti Agrari ed Industriali.Questa sorta di “aggiunta” dell’identità avrà maggior significato quando la riforma della Scuola superiore - che è entrata in vigore con l’anno scolastico 2010-2011 - sarà pienamente operativa e licenzierà non più il diplomato Geometra ma il “Diplomato tecnico in Costruzioni, Ambiente e Territorio” e la qualifica di “Geometra” sarà esclusiva degli iscritti all’Albo dei Geometri, che si otterrà (come ora) dopo due anni di Praticantato o laurea triennale o ITS e superamento dell’esame di Stato di abilitazione.

LA QUALIFICA DI

“GEOMETRA LAUREATO”A norma del Decreto 328/01, art. 55, chi ha conseguito la Laurea triennale nelle Classi

4°, 7° e 8° (ora classi L 17, L 24, L 21 ed L 7) può essere iscritto all’Albo dei Geometri, con la qualifica di “Geometra Laureato”.

Per tale motivo, si invitano gli iscritti all’Albo che siano in possesso di tale titolo a segnalarlo agli uffici, allegando copia del titolo di studio (o certificato equipollente).

In tal modo il titolo potrà essere aggiunto sull’Albo a quello di Geometra, oltre che a servire come dato statistico. Altri tipi di Laurea non danno diritto a tale titolo (pur

permanendo la possibilità di aggiungere la qualifica di laureato sull’Albo).

Geometra Diplomato e

Geometra Laureato

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Progettare e costruire sostenibileTorino, 3 febbraio 2011

L’appuntamento “Progettare e co-struire sostenibile – Qualità architet-tonica ed integrazione impiantistica in edilizia – risparmio energetico e comfort acustico”, articolato in un’intera giornata, ha avuto come obiettivo il confronto fra le istituzio-ni e gli operatori pubblici e privati sulle strategie e sulle soluzioni che si stanno affermando e sperimentan-do a livello nazionale e regionale in tema di efficienza energetica e con-fort acustico, per il conseguimento di una nuova qualità architettonica a scala edilizia ed urbana.

Le normative emanate, in campo nazionale che regionale, sollecitano le diverse figure professionali del processo edilizio, imprese costruttri-ci, produttori e fornitori di materia-li, di attrezzature ed impianti ad una profonda revisione del loro modo di pensare, di agire e di proporsi attra-verso l’individuazione di nuovi mo-delli tecnici e culturali.

La giornata di formazione ha vo-luto proporre un focus sulle strategie progettuali, gli strumenti e le buone pratiche sviluppate sul territorio at-traverso un punto di incontro tra il mondo della professione e le istitu-zioni.

Il Focus, è stato caratterizzato da sessioni dedicate ai soggetti che pro-muovono la conoscenza tecnica del-le problematiche attinenti le diverse componenti dell’edificio e degli im-pianti ed alla definizione di soluzioni coerenti con le normative vigenti.

Edifici in legno. Costruire con pannelli XLAMCaselle Torinese, 25 marzo 2011

Sotto forma di seminario-corso, l’evento ha inteso approfondire il tema delle costruzioni in legno, in particolare l’utilizzo dei pannelli di legno massiccio a strati incrociati XLAM, rivolgendosi ad un pubblico tecnicamente qualificato.

L’organizzazione è stata curata in collaborazione con l’Università di Graz (A), istituto per la costruzione, le strutture e la tecnologia del legno, e l’Università di Trento DIMS, di-partimento di Ingegneria Meccanica e Strutturale.

Sono stati illustrati i principi del calcolo per il dimensionamento degli elementi strutturali, effettuati esempi di calcolo ed illustrate tipologie ed applicazioni.

I relatori hanno inoltre trattato del-la fisica degli edifici in legno (coi-

bentazione, trasmissione, vapore, impiantistica), dei principi della si-smica applicati agli edifici in legno e del comportamento al fuoco delle strutture in legno.

“Everything is going green”: Territorio, design e gusto. Pollenzo, 20 maggio 2011

L’incontro, moderato dal giornali-sta RAI Luca Ponzi , ha approfondito i temi connessi alla Costruzione So-stenibile Certificata, attraverso il lan-cio di un nuovo Network Regionale, ossia la sezione piemontese di GBC (Green Building Council Italia), as-sociazione nazionale no profit per la promozione della certificazione di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici, basata sul protocollo di origine americana LEED®, Leader-ship in Energy and Environmental Design, recentemente introdotto in Italia.

Il convegno è stato promosso da Fresia Alluminio S.p.A che ha pre-sentato il primo serramento LEED® compliant, utile al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previ-sti nel sistema di valutazione degli edifici.

Buona l’affluenza di pubblico che si è dimostrato interessato e sensibile alla materia.

Convegni... in breve

Convegni

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Giancarlo Melano – Testimone del Risorgimento. Il Museo storico Nazionale d’Artiglieria di Torino – Centro Studi Piemontesi, 2011, pagg. 180.

Il Museo d’Artiglieria di Torino – primo museo storico militare d’Italia - è stato fondato negli anni 1842-43 sull’onda di quella rapida maturazio-ne di idee, interessi e tecnologie che, soprattutto durante il regno di Car-lo Alberto, ha accompagnato e reso possibile il Risorgimento in Italia ed in Europa e innescato il processo di crescita industriale del nostro Paese.

Lo ha preceduto, nel Settecento, nell’Arsenale di Torino, un insieme di sale di oggetti di carattere milita-re legate a specifiche aree di attività (formazione dei quadri dell’eserci-to sabaudo, forniture di armamenti ecc.)

Per molti anni il Museo torinese è stato l’unico a carattere storico mili-tare in Italia, stimolando poi la crea-zione di numerosi altri musei.

Ancora oggi è l’unico del suo ge-nere per le due importanti finalità che persegue: documentare le glorie del-l’Artiglieria attraverso un ricco appa-rato di cimeli e di ricordi e costituire un insieme unitario di collezioni che documenta il particolare momento storico che ha visto organizzarsi e combattere l’Armata del Regno di Sardegna.

Si tratta di un inestimabile patri-monio museale, costituito da oltre 10.000 cimeli che rappresentano la lunga e gloriosa storia dell’Artiglie-ria, con esemplari di grande valore

storico e pregio arti-stico.

Il volume, attraverso una serie di ricerche originali, analizza vi-cende e contenuti del Museo e mira a far conoscere ed apprez-zare l’ampiezza della storia che documenta e la ricchezza delle collezioni. L’opera ri-percorre la storia ed analizza le vicende del Museo, la tipologia delle collezioni ed i progetti espositivi.

L’Autore, dedito da anni agli studi storici e profondo cultore del periodo Ri-sorgimentale, opera nell’ambito di varie associazioni torinesi, che ha contribuito a creare o ad animare e, tra le altre attività, ha seguito le fasi più recenti del Museo dell’Artiglie-ria, d’intesa con il Comando della Regione Militare Nord.

Afferma l’Autore nella sua intro-duzione: “... mi sono reso conto di quanto sia urgente riordinare, stu-diare e mantenere le collezioni per valorizzare il Museo in campo scien-tifico ma anche sul piano del turismo culturale, nell’ambito della città che da sempre lo ospita. Ho così cercato di sviluppare, nel quadro dell’Asso-ciazione Amici del Museo e in siner-gia con l’Istituzione, un’impegnativa attività volta a realizzare progetti di conservazione e di recupero.... Que-sto volume sintetizza il lavoro com-piuto e cerca di ricostruire attraverso

le notizie ed i documenti raccolti la secolare vicenda che ha portato al Museo di oggi.”

Valorizzare le risorse della mon-tagna – Regione Piemonte, 2011, pagg. 152.

Il volume contiene i risultati del progetto di cooperazione transnazio-nale CAPACities, finanziato nell’am-bito del programma Alpine Space e che ha coinvolto amministrazioni pubbliche italiane, francesi, svizzere, austriache e slovene.

Il progetto, che è stato seguito per la Regione dal Settore Pianificazione Territoriale e Paesaggistica, ha avu-to come tema lo sviluppo dei piccoli centri urbani delle Alpi e le politiche per aumentarne la capacità di attra-zione e la competitività.

Con il progetto CAPACities, la Re-

Recensioni

Recensioni

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gione ha avuto la possibilità di speri-mentare su due territori specifici – la Valle Varaita e la città di Saluzzo da una parte, e i territori della Comuni-tà Montana Valle Ossola dall’altra – strumenti di analisi e di costruzione delle decisioni innovativi, confron-tandosi direttamente con i bisogni ed i punti di vista di chi governa, vive e lavora in quei territori.

Il progetto evidenzia due aspet-ti molto importanti: in primo luogo che è proprio a partire da un utilizzo più attento di ciò che la montagna ha, dalle sue capacità e potenziali-tà, che si devono costruire strategie di sviluppo realmente sostenibili; in secondo luogo, le condizioni perché ciò avvenga risiedono nelle capacità di aumentare il livello di coopera-zione e di condivisione delle scelte tra enti locali e istituzioni di livello superiore, fra pubblico e privato, tra enti pubblici e cittadini.

Carla Gutermann, Maria Grazia Ima-risio, Diego Surace – Itinerari Li-berty in Provincia di Torino – Pro-vincia di Torino, 2010, pagg. 316.

La Provincia di Torino ha promos-so la realizzazione di questa guida per contribuire a valorizzare il gran-de patrimonio, spesso sconosciuto, di arte e cultura distribuito sul territorio fuori Torino. I sei itinerari proposti - di facile consultazione grazie alle schede descrittive e alle immagini che li accompagnano - dimostrano come sia possibile immergersi in un vero percorso disseminato in 80 co-muni, tutto dedicato al Liberty.

Si scopriranno curiosità e notizie

ricche di fascino, che gli Autori han-no saputo censire con cura e mae-stria, in un mappa minuziosa di ope-re gradevoli, originali, in alcuni casi veri e propri gioielli di grande effetto scenico.

Interessante anche la parte intro-duttiva: una ventina di pagine di storia che danno il senso dell’impor-tante evoluzione sociale, industriale e quindi artistica del Piemonte e del territorio torinese in particolare.

Pubblicazioni della Fondazione Geometri:

Guida operativa Docfa 2010 (prezzo di copertina 18 Euro; sconto per gli iscritti Albo: 15 Euro)

Guida operativa Catasto Terreni(prezzo di copertina 12 Euro)

La Manifattura Remmert di Cirié, regione Biancheria, risale al 1900 ed è stata progettata dall’ing. Pie-tro Fenoglio, noto per molti altri progetti liberty di questo periodo: Villa Scott (1902, corso Giovanni Lanza, Torino), il Villaggio Leu-mann (1903 a Collegno) e le case popolari di via Marco Polo (1904, Torino). Il suo capolavoro è forse però il villino Fenoglio-Lafleur di corso Francia

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Recensioni

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Viaggio nell’affascinante mondo della metrologia

Il Piede Liprando o Piede Piemontesedi Giancarlo Baggi

Al Geometra Guido Ferrero, in memoria

La parola Liprando, che per assonanza ci ricorda Liu-tprando re dei Longobardi, evoca immediatamente epiche gesta di guerra, invasioni di torme barbariche e saccheggi di intere città.

Ma al grande Re Liutprando, che regnò in Italia dal 712 al 744 si attribuisce, oltre all’emanazione di varie leggi ad integrazione del Codice di Rotari che denotano l’intel-ligenza e la lungimiranza del sovrano, anche il tentativo di uniformare il sistema delle misure imponendo in tutto il suo regno una misura detta piede che prese appunto il nome di piede di Liutprando o piede Liprando.

Il bisogno di unificare le misure fu sentito in ogni tem-po da tutti i sovrani che intendevano

Anche Carlo Magno, dopo circa 80 anni, intorno al-l’anno 800, sentì la necessità di uniformare le misure in Francia introducendo il Pied du Roy, importantissima misura che merita un capitolo a parte in quanto il suo multiplo, la tesa di Francia formata da 6 Pied du Roy, fu utilizzata dai celebri geometri astronomi Michein e Delambre per misurare il meridiano terrestre dal quale si dedusse il metro.

Viaggiando tra storia e leggenda la fantasia popolare narra che il Re Liutprando, venuto a conoscenza che nel suo regno si commettevano frequenti frodi nelle misu-re con conseguenti fastidiose controversie, avesse posto con forza il suo piede su una pietra, disponendo che del-l’impronta lasciata si prendesse la misura come base per i rapporti commerciali.

Poiché la misura si aggirava intorno ai 50 cm, per molti secoli si favoleggiò che il Re fosse un uomo di un’impo-nenza straordinaria, ma ciò venne smentito quando nel 1895 a Pavia fu ritrovata una tomba che fu certamente attribuita al Re Liutprando e che, dai riscontri antropo-

metrici eseguiti sulle ossa rimaste, risultò essere alto m 1,73 e dotato di due normalissimi piedi di mm 254 il destro e 261 il sinistro.

Ma tralasciando la leggenda e tornando più concreta-mente alla storia, alcuni studiosi fanno discendere il pie-de Liprando direttamente dalle misure romane a seguito della sua somiglianza con il cubito romano di m 0,4432; altri, forse più verosimilmente, ritengono che già in ori-gine il piede Liprando misurasse m. 0, 513766 e che de-rivasse da misurazioni riferite alla terra.

A conferma di questa seconda ipotesi detto piede Li-prando che fin dai tempi antichi misurava m. 0,513766 venne portato nel 1818 a m. 0,5144032 a seguito di un parere dell’Accademia delle Scienze di Torino presiedu-ta dal Conte Prospero Balbo che faceva notare come il piede Liprando corrispondesse, con una

Cultura

Il geometra

“assecondare il desiderio di coloro che non amano trarre profitto dall’ignoranza del popolo”

“trascurabilissima differenza che in ogni uso della vita si può assolutamente trasandare”

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al minuto terzo del grado medio del meridiano ter-restre; ed infatti dividendo la lunghezza del meridiano medio, che è il 45esimo e che per singolarissima combi-nazione passa per Torino, di metri 40.000.000,00 (40.000 Km) per 360° per 60’ per 60’’ per 60’’’ si ottengono ap-punto m 0,514403 che corrispondono esattamente alla misura del piede Liprando detto poi per questa ragione, dopo il 1818, piede Piemontese e che rimase in uso cor-rente fino al 1° Gennaio 1850, data di entrata in vigore obbligatoria del Sistema Metrico Decimale.

Tornando all’uso più pratico del piede Liprando pos-siamo affermare che come il metro è l’unità di misura del Sistema Metrico Decimale, così il piede Liprando è da considerarsi l’unità di misura del Sistema di Misura Predecimale nel quale

• Il piede Liprando di cm 51,4403 si divide in 12 once di cm 4,2867

• L’oncia in 12 punti di cm 0,3572• Il punto in 12 atomi di cm 0,0298

E per i multipli

• 6 piedi liprandi formano un trabucco di m 3,0864• 2 trabucchi formano una pertica di m 6,1728• 800 trabucchi formano un miglio terrestre di m 2469,1353

E per le misure di superficie

• Il quadrato della pertica (2 trabucchi x 2 trabucchi = 4 trabucchi quadrati) forma la tavola di mq 38,10

• 100 tavole (ovvero 400 trabucchi quadrati) formano la giornata piemontese di mq 3810

Anche la GIORNATA PIEMONTESE è un argomen-to che merita un capitolo a parte in quanto è l’unica misu-ra che in uso già nel 1612 con l’Editto Carlo Emanuele I di Savoia e certamente anche già nell’epoca Longobarda e forse anche già in epoca romanica viene ancora oggi largamente usata nelle campagne piemontesi.

Nello specifico il PIEDE LIPRANDO, misura lineare peraltro poco usata nella pratica che come detto si divide in 12 once, ha generato varie altre misure di lunghezza ufficiali di uso più pratico, e precisamente:

Il RASO PIEMONTESE, misura usata per le stoffe in genere, che misura 14 once di piede liprando e cioè cm 60,0137 (51,4403 : 12 x 14) e che si divide, nella parte sinistra della misura, in mezzi. quarti, ottavi e sedicesimi e, nella parte destra della misura, in terzi e sesti.

Il PIEDE MANUALE usato comunemente dagli ar-tigiani nei laboratori ed officine che misura 8 once di piede liprando e cioè cm 34,2935 (51,4403 : 12 x 8) e che si divide appunto in 8 once.

La TESA, usata per misurare terreni, cataste di legna-me, fieno ecc. che misura 40 once dal piede liprando e cioè m 1,7125 (51,4403 : 12 x 40) e che si divide in 5

Cultura

Piede liprando

Interessante e raro piede liprando in ferro (cm 51,3766 prima della modifica del 1818) con divi-sione in 12 once ognuna della quali ulteriormen-te suddivisa in mezze e quarti di onciaNon reca simboli ne millesimi di verifica. Di probabile epoca secentesca, anche in merito alla fattura dell’impugnatura che riproduce la testa di un diavoletto, simbolo esoterico molto diffuso nel vecchio Piemonte.

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piedi manuali ognuno dei quali ulteriormente suddiviso appunto in 8 once.

Mentre le tre misure sopra citate, sono perfettamente descritte già nell’editto di Carlo Emanuele I° di Savoia del 5 Giugno 1612, e quindi certamente preesistenti, solo più tardi compaiono altre due misure lineari in uso nel nostro Piemonte e precisamente:

Il PIEDE LEGALE che misura 10 once e 10 punti del piede liprando e cioè cm 46,4392 (51,4403 : 12 x 10 + 51,4403 : 12 : 12 x 10) che troviamo ufficialmente descrit-to nelle TAVOLE DI RAGGUAGLIO SUI PESI E MI-SURE del 30 Giugno 1849, con le quali la misura viene soppressa e ragguagliata al Sistema Metrico Decimale in Piemonte.

Ed un altro PIEDE LEGALE che misura 6 once e 10 punti del piede liprando e cioè cm 29,2561 (51,4403 : 12 x 6 + 51,4403 : 12 : 12 x 10) usato in particolare per misu-re legali quali fossi e stillicidi che troviamo ufficialmen-te descritto nelle TAVOLE DI RAGGUAGLIO DEI PESI E MISURE del 20 MAGGIO 1877 con le quali la misura viene soppressa e ragguagliata al Sistema Metrico Decimale in tutta Italia dopo l’avvenuta unificazione.

Queste ultime due nuove misure, sottomultipli del pie-de liprando, furono ufficializzate per assecondarne l’uso corrente fatto dal popolo, dal quale venivano utilizzate alla stregua degli odierni mezzo metro e doppio deci-metro.

Cultura

Il geometra

Raso di Piemonte

Raso in legno (cm 59,9394 prima della modifica del 1818) con sud-divisioni in mezzi, quarti, ottavi, sedicesimi, terzi e sesti. Con intestazioni in ferro e scudi crociati alle estremità per impe-dirne la contraffazioneReca i millesimi di verifica 1679,168,1681,1682,1683,1684,1685 più altri illeggibili, tutti racchiusi in campi quadrati unitamente a figure animali e sigle in lettere maiuscole rappresentanti presumi-bilmente i marchi dei verificatori.

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Il geometra

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Ultima menzione, ma senza dubbio la più interessante per i geometri e gli operatori in edilizia, merita il PIE-DE DA MURO che si divide in mezzi, quarti ed ottavi e che misura 10 once del piede liprando e cioè cm 42,8669 (51,4403 : 12 x 10 ) usato in edilizia per misurare lo spes-sore dei muri.

Questa misura, seppure non direttamente citata nel-l’editto di Carlo Emanuele I° di Savoia del 5 Giugno 1612 nel capitolo delle misure lineari , viene comunque citata nel medesimo editto nel capitolo delle misure cor-poree o solide che recita testualmente:

Ora sappiamo, quindi, che anticamente in edilizia le murature venivano misurate a trabucchi quadrati per uno spessore di 10 once, e pertanto per misurare lo spessore dei muri veniva utilizzato il PIEDE DA MURO di 10 once.

Ed ecco che, per chi è appassionato, frugando nelle cantine, soffitte, mercatini e rigattieri ci si potrà imbat-tere in una vecchia misura piemontese di legno, simile ai nostri metri da sartoria, che potrebbe essere:

Un PIEDE LIPRANDO da 12 once se misura cm 51,4403Un PIEDE MANUALE da 8 once se misura cm 34,2935Un RASO PIEMONTESE da 14 once se misura cm 60,0137Un PIEDE LEGALE da 10 once e 10 punti

se misura cm 46,4392Un PIEDE LEGALE da 6 once e 10 punti se misura cm 29,2561Un PIEDE DA MURO da 10 once se misura cm 42,8669

Se invece misura cm 100 si tratterà, come detto sopra, di un semplice metro da sartoria; misura molto più co-mune ma che ci trasmetterà una più intensa emozione in quanto probabilmente usato dai nostri nonni se non forse anche dai nostri genitori.

Il precedente articolo del geom. Giancarlo Baggi “Viag-gio nell’affascinante mondo della metrologia - La Bren-ta di Piemonte” è stata pubblicata su “Il Geometra” n. 2/2010.

Cultura

Raso di Piemonte

Raso in legno (cm 60,0137 dopo la modifica del 1818) con suddivisioni in mezzi, quarti, ot-tavi, sedicesimi, terzi e sesti con indicazione della frazione in numeri arabi. Con intestazioni in ferro e scudi di Savoia con corona alle estremità per impedirne la contraf-fazione.Reca la scritta RASO PIEMONTE, il millesi-mo di verifica 1838 (B1838) oltre i marchi del verificatore costituiti dalla lettera B racchiusa in uno scudetto con soprastante cerchio suddi-viso in 6 spicchi.

“Ne i muri si intenda muro ordinario quello ch’è gros-so once 10 di trabucco, e si misurino essi muri a tra-bucchi quadri di detta grossezza”


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