RIVELAZIONI DI DIO Jakob Lorber IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI 5 Volume La vita e gli insegnamenti di Gesù nei tre anni della Sua predicazione
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1. RIVELAZIONI DI DIO Jakob LorberIL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI
5 Volume La vita e gli insegnamenti di Ges nei tre anni della Sua
predicazione
2. LE OPERE DI JAKOB LORBERIL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO 3
vol.- 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a No)LE DODICI ORE - 1841 -
(le atrocit dei popoli della Terra nel 1841)IL GRANDE TEMPO DEI
TEMPI - 1841 - (la pi grande Opera compiuta dalla Divinit)LA LUNA -
1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro
satellite)SATURNO - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale
pianeta)LA MOSCA - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo
animale primordiale)IL GROSSGLOCKNER - 1842 - un monte austriaco -
(lo scopo delle montagne)IL SOLE NATURALE - 1842 - (la costituzione
e la vita sul nostro pianeta Sole)IL SOLE SPIRITUALE 2 vol.-
1842/1843 - (il pi grande trattato sullAldil)SPIEGAZIONE DI TESTI
BIBLICI - 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni
bibliche)LINFANZIA DI GES - 1843/1844 - (la vita di Ges fino a 12
anni)LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNIT DI LAODICEA - 1844
-SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GES - 1845 -LA
TERRA - 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come
vivere su di esso)OLTRE LA SOGLIA - 1847 - (cosa avviene prima,
durante e dopo la morte)IL VESCOVO MARTINO - 1847/1848 - (la vita
errante di un vescovo diventato figlio di Dio)DALLINFERNO AL CIELO
2 vol. - 1848/1851- (la redenzione dei peccatori nellAldil)I TRE
GIORNI NEL TEMPIO - 1859/1860 - (cosa insegn Ges nei tre giorni nel
Tempio)DONI DEL CIELO 3 vol.- 1840/1864 - (Risposte del Signore
alle domande di Lorber)IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI 10 vol
-1851/1864-(vita e insegnamenti di Ges) VARIEBIOGRAFIA DI JAKOB
LORBER (di Karl G. Ritter von Leitner)CD-ROM (lintera Opera in
Volumi formato Pdf)SCHEDE A COLORI (Vedi Sito www.jakoblorber.it -
Opera in immagini) LIBRI ESTRATTI DALLOPERA DI LORBERIL RITORNO DI
CRISTO (profezie di J. Lorber e G. Mayerhofer)TESTIMONIANZE DALLA
NATURA (il regno minerale, vegetale e animale)LA FORZA SALUTARE
DELLA LUCE SOLARE (metodi di guarigione)SUPPLEMENTO AL G.V.G.
(chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento)SVELATI I MISTERI
DELLANTICO EGITTO (Lucilla Zava)GES E LORDINE DEGLI ESSENI
(Vincenzo Manzoni Giuseppe Vesco)IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI
ANIMA (Alfio Pazzini)FINE DEL MONDO entro il 2031 (Jakob Lorber
Giuseppe Vesco)2
3. ALTRI MISTICIIL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI - 11 vol.
(Leopold Engel)NELLALDIL (comunicazione di un defunto) (Leopold
Engel)53 PREDICHE DEL SIGNORE (Gottfried Mayerhofer)SEGRETI DELLA
VITA (Gottfried Mayerhofer)SEGRETI DELLA CREAZIONE (Gottfried
Mayerhofer)LA VOCE DEL MAESTRO (Eva Bell Werber)LA VIA PER UNA
COSCIENZA PI ELEVATA (Eva Bell Werber)ALLA SUA PRESENZA (Eva Bell
Werber)COLLOQUI SILENZIOSI CON IL SIGNORE (Eva Bell Werber)I DIECI
SANTI COMANDAMENTI (A.Hedwig K.)LE SETTE PAROLE DI GES SULLA CROCE
(Antonie Groheim)COME ORDINARE I VOLUMICasa editrice GES La Nuova
RivelazioneVia Vittorio Veneto 167, 24038 SANTOMOBONO TERME
(Bergamo)Tel. 035-851163Cell. 347-1041176Fax 035-852573E-mail
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A:Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148 30035 MIRANO
(Venezia)Tel. Fax. 041-436154E-mail [email protected]
Internet www.jakoblorber.it 3
4. Unit di misura austriache del 18/19 secolo usate nei testi:1
Braccio = 77,8 cm1 Cubito = 77,8 cm1 Emero = 56,6 litri1 Eone =
10120 (1 con 120 zeri)1 Jugero o Joch = 5754,664 mq1 Klafter o Tesa
= 1,9 m1 Libbra = 560 g1 Linea = 2,2 mm1 Ma = 1,4 litri1 Miglio
austriaco = 7,586 km1 Miglio tedesco = 7,42 km1 Pertica = 3,8 m1
Piede = 31,6 cm1 Pollice = 2,63 cm1 Quintel = 4,4 grammi1 Secchio =
56,6 litri1 Spanna = 20 cm1 Startin = 566 litri1 Statere = piccola
moneta antica1 Tesa o Klafter = 1,9 mTraduzione dalloriginale
tedesco JOHANNES das groe EvangeliumOpera dettata dal Signore nel
1851-64 al mistico Jakob Lorber7. edizione tedesca 1982 Casa
Editrice: Lorber Verlag - Bietigheim - GermaniaCopyright by Lorber
VerlagCopyright by Associazione Jakob LorberRingraziamo la Lorber
Verlag, Friedrich Zluhan e lOpera di Divulgazione Jakob Lorbere.V.,
D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di
questo volume.Traduzione di Piacentini SalvatoreRevisione a cura
dellAssociazione Jakob Lorber (2003)In copertina: Il sermone sulla
montagna, dipinto della mistica austriaca Maria Maddalena
Hafenscheer. Spiegazioni e storia nellultima pagina.4
5. Prefazione Nella fase finale di questepoca, in cui le pi
importanti profezie annunciano loscatenamento del male a livelli
che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto,tramite il profeta
Jakob Lorber, il pi grande messaggio di salvezza a tutti i
popolidella Terra. A questo strumento della Provvidenza divina, Dio
ha comunicato unoperamonumentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000
pagine, 35 volumi. Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle
tematiche esistenziali piprofonde e significative, il cui fine la
comprensione del processo creativodelluomo, della sua
trasformazione e del suo destino finale. Lorber scrisse per ben 24
anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, ededic tutta la
sua vita a mettere per iscritto questa Parola che stata
comunicataproprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi.
Lo scrivano di Dio Jakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a
Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria)da una famiglia di
contadini. Lorber pass i primi anni della sua infanziapartecipando
ai lavori della campagna. Da ragazzino manifest un grandedesiderio
di istruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si
applicdunque negli studi e nella musica, diventando maestro
elementare, insegnante dipedagogia e maestro di violino. Il suo
impulso verso una cultura spiritualesuperiore lo port alla lettura
delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Bhme,Tennhardt e
Kerning. Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con
lavori provvisori disupplente, di maestro privato in una famiglia
benestante, suonando lorgano inuna chiesa o dando lezioni private
di violino, Lorber era comunque sempre allaricerca di una posizione
stabile. Non riuscendo per a trovare un posto diinsegnante presso
una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del
suoavvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica;
divenne un ottimoviolinista ed ebbe lonore di conoscere il celebre
Paganini, che gli diede anchealcune lezioni di perfezionamento. La
sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a
quarantanniottenne limportante incarico di maestro di cappella al
Teatro di Trieste. Lorberaccett con gioia e prese tutte le
disposizioni per la partenza, ma la sua vita,allimprovviso, prese
una direzione completamente diversa. Il 15 marzo 1840, alle ore 6
del mattino, sent risuonare una voce nel cuore chegli disse:
Alzati, prendi la penna e scrivi!. 5
6. Egli ubbid subito a questa misteriosa chiamata, prese la
penna in mano etrascrisse parola per parola quanto gli veniva
dettato interiormente. Questo eralinizio dellopera Il Governo della
Famiglia di Dio ovvero Storia dellacreazione primordiale del mondo
spirituale e materiale, nonch dei primipatriarchi. E le prime frasi
di questa Voce misteriosa dicevano: Chi vuol parlare con Me, quegli
venga a Me, ed Io gli metter la risposta nelcuore; tuttavia solo i
puri, il cui cuore pieno di umilt, percepiranno il suonodella Mia
Voce. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una
tenerasposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a
braccetto. Egli Mivedr sempre come un fratello vede laltro
fratello, e come Io lo vedevo findalleternit, prima ancora che egli
fosse. Dopo questo avvenimento, Lorber declin lofferta fattagli e
da quel momento,nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua
morte, egli serv da zelante scrivano aquesta misteriosa Voce,
definendosi umilmente un servitore del Signore. Lorber scriveva
quasi ogni giorno gi di buon mattino e faceva scorrere la pennacon
discreta velocit, senza fare una pausa per riflettere oppure per
correggere unpasso dello scritto. Egli, oltre a sentire la Voce
interiormente, aveva anche la visione figurativa diquanto udiva. A
questo riguardo Lorber scrisse ad un amico: Quanto alla parola
interiore, posso dire che io percepisco la santissimaParola del
Signore sempre nella regione del cuore come un pensierochiarissimo,
luminoso e puro, come parole espresse. Nessuno, per quanto
possaessermi vicino, pu percepire un qualcosa di una qualche voce.
Per me, per,questa Voce di Grazia risuona pi limpida di qualsiasi
altro suono materiale,per quanto forte esso sia. possibile
conoscere un po pi da vicino la vita di Lorber da una lettera che
lostesso Lorber indirizz al suo amico Johannes Busch. In questa
lettera c unarisposta iniziale di Lorber relativa a delle
informazioni di affari che aveva col suoamico, ma ad un certo punto
il Signore prende la parola e tramite la mano diLorber rivolge a
Busch le seguenti parole: Mio caro amico, tu Mi cerchi, perch Mi
ami; ed perci facile per te seguireil Mio comandamento dAmore in
maniera viva ed efficace. Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di
cose e credono anche ad ogni tipo dicose. E gli uomini che hanno
inventato tante cose, alla fine non credono pi anulla - se non a
quello che hanno inventato - e pensano quale utile massimopossibile
possano ricavarne! Questi sono figli del mondo che in certe cose
sonopi furbi dei figli della luce! Ma ai Miei veri figli del cuore
Io, tuttavia, dono ben altre cose che maiverranno nella corrotta
mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il Mio servitore(Lorber)
veramente povero per amor Mio, poich egli potrebbe essere
moltoricco dato che possiede, anche per Mia Grazia, le migliori
doti di musicista.6
7. Egli per ha rifiutato posizioni e offerte molto vantaggiose
- tutto per il grandeamore per Me. E se ha 2 fiorini, si accontenta
di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e60 centesimi li distribuisce fra
i poveri. Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli.
Ogni stella, per quantolontana, a lui nota come questa Terra. Con
locchio del suo spirito le pucontemplare ed ammirare a suo
piacimento, ma queste cose lo interessano pocoperch solo Io sono
per lui Tutto in tutto! Ora vedi, questa lunica via giusta che
conduce al Mio cuore! Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva
osservato volentieri la legge fin dallafanciullezza e con ci
avrebbe dovuto anche avere la vita eterna. Per glisembrava di non
averla ancora. Per questo venne da Me e domand che cosaavrebbe
dovuto fare per raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: Osserva
icomandamenti!. Egli per ribad di aver fatto ci gi dalla
fanciullezza! Al chegli dissi: Se vuoi di pi, vendi i tuoi beni,
distribuisci il ricavato fra i poveri, poivieni e seguiMi e allora
i tesori del Cielo saranno a tua disposizione!. Vedi,questo Io lo
dico ora per a ciascuno: Chi vuole avere molto da Me,
devesacrificarMi anche molto - chi per vuole tutto, vale a dire Me
Stesso, costui deveanche sacrificarMi tutto, affinch noi diveniamo
una cosa sola. Tu, per, Mi hai gi sacrificato molto e perci
riceverai anche molto! Lamore puro e disinteressato perci dinanzi a
Me il massimo! Questo pocosia detto, amico, per tua consolazione.
Amen. Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per
iscritto la pi importanteopera mai comunicata allumanit, si avvicin
anche per Lorber la fine della suaperegrinazione terrena. Il 24
agosto 1864 il servitore di Dio si addormentdolcemente e il suo
spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale gi da
lungotempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero
di St. Leonhardpresso Graz, dove una semplice lapide rammenta la
missione delleletto servitore escrivano di Dio. La Nuova
Rivelazione Questa imponente opera composta da una serie
ragguardevole di volumi, chegi sotto laspetto puramente esteriore
del numero e della mole rendono unatestimonianza della pi
sorprendente fertilit spirituale. Elenco dei volumi, ordinati
cronologicamente:Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi
(1840/44);Le dodici ore (1841);Il grande Tempo dei tempi (1841);La
Luna (1841);Saturno (1841/42); 7
8. La Mosca (1842);Il Grossglockner (1842);Il Sole Naturale
(1842);Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43);Spiegazione di Testi
biblici (1843);Linfanzia di Ges (1843/44);Lettera di Paolo apostolo
alla comunit di Laodicea (1844);Scambio di lettere fra Abgaro, re
di Edessa, e Ges (1845/46);La Terra (1846/47);Oltre la soglia
(1847);Il vescovo Martino (1847/48);DallInferno al Cielo - 2 volumi
(1848/51);I tre giorni nel Tempio (1859/60);Doni del Cielo 3 volumi
(1840/1864)Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64). Per
quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni
capitolidintroduzione la Voce interiore comunica a Lorber le
fondamentali spiegazionisullEssenza di Dio, sulla creazione
primordiale del mondo spirituale, sullaformazione dei mondi
materiali e sulla creazione finale delluomo. Da questa vasta
esposizione emergono profondi insegnamenti sullaldiqua elAldil
sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso
tempoviene mostrata la Via sulla quale si pu giungere dalliniziale
imperfezione umanaalla futura perfezione divina. Lopera principale,
Il Grande Vangelo di Giovanni, il gioiello pi imponenteche
rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE.
In essoci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ci
che Ges ha detto e fattonei tre anni del Suo insegnamento terreno.
In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli
della Bibbiasono certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio
Stesso, incarnatosi in Ges,ha insegnato e operato molto di pi di
quanto stato tramandato ai posteriattraverso gli attuali Vangeli.
Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente
ericonsegnare integralmente allumanit tutto ci che era stato
rivelato da Ges allacerchia pi ristretta dei Suoi discepoli. Nel
Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita
vengonofinalmente svelate e chiarite. Solo in questepoca, infatti,
lumanit preparata e matura per accogliere ecomprendere la profonda
verit sui pi importanti misteri divini, sulla continuitdella vita e
sul destino finale delluomo.8
9. Il libro Il Grande Vangelo di Giovanni Lopera pi voluminosa
della Nuova Rivelazione il GRANDE VANGELODI GIOVANNI, in cui viene
riferito integralmente tutto quello che Ges hadetto durante i suoi
tre anni dinsegnamento e di peregrinazioni sulla Terra.Sono stati
anni di intensissima attivit, ricchissimi di opere, dalle pi umili
equotidiane alle pi sublimi e divine, che sono state omesse dai
Vangeli. Il Signore, tramite Jakob Lorber, ha voluto restituire
allumanit diquestepoca la versione integrale del periodo pi
straordinario della vita diCristo. Ben 6.000 pagine sono state
necessarie per ricreare lo scenario in cui Dio,agendo da uomo, Si
offre come modello vivente che tutti gli uomini sonochiamati ad
imitare. Accanto alle descrizioni della vita pubblica di Cristo nei
suoi ultimi tre anni,vengono rivelati dalla Voce di Dio i pi
importanti misteri sulla Creazione,rendendoli comprensibili agli
uomini. Vengono date risposte convincenti a quei temi su cui luomo
da sempre si affannosamente interrogato: la libert, il destino, la
sofferenza, il male, icastighi, la morte, lAldil. Ci che
caratterizza questopera il Progetto damore di Dio che ha in
serboper chi lo riconosce come Padre un destino meraviglioso:
quello di diventaresimile a Lui. Alla base della storia damore che
Dio vuole iniziare con gli uomini c la Suaimmensa solitudine e la
Sua decisione di circondarsi di esseri viventi,trasformando un
iniziale non-essere incosciente in un futuro essereconsapevole e
autonomo. Da queste rivelazioni divine luomo viene invaso da un
senso di serenitperch acquisisce la certezza che Tutto ci che
accade, la migliore soluzione voluta da Dio. Ci auguriamo che il
lettore senta questo libro come una irripetibile occasionedi
incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue pi
profondedomande. Associazione Jakob LorberVenezia, gennaio 2000
9
10. SULLE SETTE EDIZIONI DEL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI
Loriginale del Grande Vangelo di Giovanni fu ricevuto da Lorber
negli annicompresi tra il 1851 e il 1864. La prima edizione
dellopera in sette volumi fu pubblicata a cura di Johannes Buscha
Dresda, a sue spese, a partire dallanno 1871. Egli per non aveva a
disposizioneloriginale e quindi si serv di una copia,
presumibilmente proveniente dalla cerchia diamici triestini che si
occupavano dellopera di Jakob Lorber. La seconda edizione che si
basava sulla prima, ma non pi in scrittura continua,bens suddivisa
in capitoli numerati e versetti, composta ora da dieci volumi,
fuconclusa dopo sei anni e mezzo dal successore di Johannes Busch,
Cristoph FriedrichLandbeck, nella sua casa editrice neoteosofica,
ora gi a Bietigheim, nel 1891. La seconda ristampa di Landbeck, ora
anche in versetti numerati - di conseguenza laterza edizione di
tutta lopera - fu pubblicata a Bietigheim nel 1909. Ma solo la
quarta edizione del G.V.G., pubblicata a partire dal 1922 da Otto
Zluhannella sua qualit di erede di Padre Landbeck, si basa
sulloriginale, cio sulmanoscritto originale di Jakob Lorber che era
giunto, in modo finora non chiarito, aMediasch in Transilvania, da
dove lallora gi attempato Padre Landbeck lhaportato a Bietigheim
personalmente poco prima della sua morte. A Otto Zluhan si
presentava la necessit di una revisione radicale
delloperavoluminosa secondo i manoscritti originali di Jakob
Lorber, revisione che una cerchiadi collaboratori esperti, nel
corso di molti anni, ha condotto in modo radicale,estremamente
coscienzioso e responsabile. Differenze o discordanze rispetto alle
precedenti edizioni non sono causatedunque da un divergere
dalloriginale primitivo, bens, al contrario, dal ricondurre,solo in
questo momento divenuto possibile, i testi alloriginale primitivo.
Nel 1930 si cominci con la pubblicazione della quinta edizione. Nel
1937 la Neu-Salems-Verlag sub il divieto di esercizio da parte
della GESTAPO,ma nel 1938 Otto Zluhan pot continuare a dirigerla
con il nome di Lorber Verlag, percon la restrizione di poter
eseguire consegne solo allestero. Nel 1941 fu chiusanuovamente la
casa editrice dalla GESTAPO e Otto Zluhan fu arrestato. La quinta
edizione, conclusa nel dopoguerra, e la sesta edizione del G.V.G.
sibasavano sulla quarta edizione degli anni venti. In occasione
della presente settima edizione del G.V.G. -curata ora da
FriedrichZluhan successo a Otto Zluhan - che non pi composta e
pubblicata in caratterigotici, ma latini, la Lorber Verlag si
decisa a comparare i testi ormai stampatiimmutati da sessantanni,
ancora una volta con i manoscritti originali di Jakob Lorber.
Questa comparazione, ancora una volta intrapresa da un certo numero
dicollaboratori esperti, ha confermato in modo convincente il
lavoro, citato sopra,radicale, estremamente coscienzioso e
responsabile dei predecessori. H.E.SponderMerano, 198110
11. IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI Volume 5 GES NELLA REGIONE DI
CESAREA DI FILIPPO Vangelo di Matteo Cap. 16 (continuazione) 1.
Capitolo Il pranzo miracoloso 1. Io dico: Ecco per che intanto si
fatta luna dopo mezzogiorno; tu, o Mar-co, vedi dunque di
provvedere per il pranzo, ed il Mio Raffaele ti sar daiuto!Dopo il
pranzo vedremo cosa ci porter ancora la giornata di oggi. Disponete
ognicosa per apparecchiare le mense, e tu, Raffaele, sgombera il
nostro tavolo dai dueammassi cerebrali, e soltanto dopo d una mano
a Marco! 2. Raffaele esegu immediatamente questordine e poi disse a
Marco: Devoaiutarti nella maniera come siete soliti fare voi
uomini, oppure alla mia maniera?Dimmi, come preferisci venga fatto!
Certo che darebbe meno nellocchio se io tiaiutassi nella comune
maniera umana; daltro canto nella mia maniera avremmoun bel
risparmio di tempo, e questo pure qualcosa di assai prezioso! Io ad
ognimodo far come tu desideri, e comunque non avrai affatto da
deplorare che si siadimenticato di fare qualcosa 3. Dice Marco: Eh
s, amico dai Cieli, il tuo modo di servire velocissimamentele
vivande sulle mense sarebbe senza dubbio quanto mai vantaggioso,
perch,nonostante laiuto che pu prestare la servit di Cirenio, ci
vuole un tempo discre-tamente lungo per servire le vivande per
tante persone; sennonch qui sorge unaltro problema: le vivande cio
non sono ancora completamente allestite in suffi-ciente quantit per
una comitiva cos numerosa! Dunque, se in tale occasione latua
capacit sovrumana pu farsi valere, confesso che per il momento
sarebbeproprio la benvenuta, altrimenti ci vorr ancora una buona
mezzoretta prima chetutto sia pronto! 4. Raffaele dice a Marco in
tono bonario: Questa anche la mia opinione; dun-que la prima cosa
da fare preparare al pi presto quanto occorre, e poi conaltrettanta
celerit fornire le mense di cibi e di bevande, come si conviene!
Sii purcerto: basta volere e tutto trova compimento! Se tu vuoi, a
me non occorre che unbrevissimo istante, e tutte le vivande si
troveranno immediatamente dinanzi agliospiti, preparate nel
migliore dei modi! 5. Dice Marco: Sicuro che sarebbe tutto bello e
buono, ma allora la gente po-trebbe ritenere questo leffetto di una
qualche magia celeste, e molti verrebberoforse colti da un timore
ben spiegabile trovandosi davanti a simili vivande dallastrana
provenienza, e probabilmente non si azzarderebbero a toccarle;
specialmen-te poi i mori, i quali comunque fanno estrema attenzione
ad ogni cosa, tanto chenulla pu sfuggire certamente a loro! 11
12. 6. Dice Raffaele: Oh, a quelli un fatto di questo genere
certo farebbe impres-sione meno che ad altri, perch sono gi
abituati al miracoloso! Vedi, lora ormai gi abbastanza avanzata, e
non escluso che il Signore si proponga diintraprendere dopo il
pranzo qualcosa di molto importante, ci di cui Egli solopu sapere.
Dunque la cosa migliore per noi evidentemente trarre profitto
dallamia celerit spirituale, e ci non sar per nessuno argomento di
scandalo! Inoltrebisogna considerare che questo lultimo pranzo a
cui il Signore prende parte inquesto luogo, e per conseguenza non
far male a nessuno se le cose procederan-no anche in una maniera
piuttosto prodigiosa! Non sei pure tu di questo parere? 7. Dice
Marco: Lo sono del tutto; del resto tu, quale uno fra i primi
spiriti deiCieli, certamente saprai distinguere meglio di me che
cosa convenga fare qui peril bene comune! Fa dunque interamente
secondo il tuo migliore discernimento! 8. E quando Marco ebbe
espresso cos il suo parere, ambedue se ne andaronoin cucina dove,
come al solito, la moglie di Marco, le sue figlie ed i suoi
figlinonch vari servitori di Cirenio erano affaccendatissimi; ma
nonostante ci ilpranzo, per cos tante persone, era pronto a mala
pena a met. 9. Allora Marco esclam: Oh, qui ci vorr ancora unoretta
prima che tuttosia pronto! 10. Dice la moglie: Eh, caro il mio
marito, noi due non possiamo fare n mira-coli, n si pu pensare che
facendo le cose in fretta ci sia da ottenere qualcosa dibuono!
Bisogna dunque avere pazienza finch si possa preparare tutto e
bene! 11. Dice Marco: Sai che cosa dovete fare, tu e pure le
figlie: abbandonare peril momento i fornelli, perch qui Raffaele,
che fra laltro cuoco esperto e rapi-dissimo, se la sbrigher in
pochi istanti! 12. Risponde la donna: Oh, questa sarebbe una vera
manna del Cielo; tuttisono gi davvero molto stanchi, poich il
lavoro che si gi fatto tanto! 13. Dopo che tutti i cuochi e le
cuoche si ritirarono, Raffaele disse: Ed orapotete anche voi
prendere posto alle vostre mense! Tutto gi allestito e servito,e
gli ospiti fanno tutti gi onore al pranzo! Tu per, vecchio Marco,
che sei statoil mio collaboratore, vieni a tavola con me ed
assaggia anche tu almeno una voltai prodotti della mia cucina; poi
giudicherai se anchio me ne intendo o no un podellarte di cucinare!
Non preoccuparti per tua moglie, i tuoi figli ed i cuochi
diCirenio, poich anche loro, davanti alla casa, hanno a propria
disposizioneunapposita mensa, fornita degli stessi cibi e bevande
delle altre mense. 14. Allora tutti escono dalla cucina e vedono
infatti che le centinaia di ospitisono gi intenti a mangiare e a
bere. La cosa suscita un grande sbalordimento inMarco, il quale
esce con questa esclamazione: Ma come mai possibile ci? Tunon mi
hai lasciato neanche un solo istante, eppure, come si vede, tutte
le mensesono stracariche! Non possibile che tu, in un tempo che
veramente non tempo,abbia potuto apparecchiare, n meno ancora abbia
potuto servire a tavola una pie-tanza qualunque! Io ti prego dunque
che tu mi dica, sia pure soltanto a grandi12
13. linee, come hai fatto a compiere una simile cosa, perch, in
verit, posso com-prendere tutto ma non la tua rapidit assolutamente
incomprensibile, particolar-mente in caso di lavori la cui
esecuzione necessariamente condizionata da uncerto ordine
dipendente dal tempo, almeno per questa Terra! Perci ti prego
nuo-vamente di darmi soltanto qualche piccolo chiarimento riguardo
a come tu abbiapreparato le vivande, e da dove tu te le sei
procurate! Infatti, di quelle che eranoallestite a met nella mia
cucina non ne venuto nemmeno un boccone su questenumerose mense,
considerato che quando siamo usciti le ho viste ancora tali equali
il personale di cucina le aveva lasciate, in attesa della loro
destinazione! 15. Risponde Raffaele: Allora vuol dire che non hai
guardato bene, perch ioti dico invece che tutte le tue provviste
sono esaurite; torna a guardare e vedrai senon cos! 16. Marco non
se lo fa dire due volte e ritorna sollecitamente in cucina, ma
latrova completamente vuota e pure le dispense sono vuote. Uscito
poi di nuovo,pi sbalordito che mai, esclama: Oh, amico mio, non pi
possibile reggerevicino a te! In verit, non mi sar possibile
accostare alle labbra un solo bocconeper tre giorni interi se non
avr da te qualche cenno riguardo a come hai fatto asbrigare questa
faccenda! 17. Dice Raffaele: Anzitutto andiamo anche noi a tavola e
l scambieremoancora qualche parola in proposito! 18. Marco e
Raffaele vengono allora alla nostra mensa, dove cera gi
moltaanimazione; Raffaele si mette allopera senza indugio, offre
anche a Marco unbellissimo pesce e lo incita a mangiare. Marco
cerca pure di ricordargli che ancora in attesa della spiegazione
riguardo alla sua rapidit pi che fulminea nelcuocere e nel servire
le vivande, sennonch Raffaele gli dice in tono amichevole:Mio caro
amico, intanto mangia e bevi; quando noi due avremo concesso
ainostri corpi il necessario ristoro mediante il cibo e le bevande
benedetti, vedremopoi di dedicare un po del nostro fiato anche alla
spiegazione del cucinare e delservire fulminei che mi sono propri!.
19. Marco allora si rassegna a seguire il consiglio di Raffaele e
comincia amangiare e a bere di buon appetito. 2. Capitolo Come
vengono compiuti i miracoli 1. Quando il pranzo completamente
finito dopo unoretta circa, Marco ritornaalla carica per ricordare
a Raffaele la spiegazione: Ebbene, amico mio dalCielo, adesso ben
mi dirai qualcosa di quella tale faccenda! 2. Risponde Raffaele:
Ecco, amico mio, io certamente non desidero altro chespiegarmi al
meglio che mi sia possibile; sennonch per il momento, e
nonostanteogni pi accurata spiegazione, per te la cosa rimarr
sempre molto prodigiosa, e 13
14. ci finch pure tu non sarai battezzato con lo Spirito Santo
dai Cieli! Quando loSpirito del Signore sar completamente risorto
nella tua anima e si sar fatto unacosa sola con lei, allora, anche
senza bisogno di una spiegazione, tutto ti riuscirchiaro come il
sole; momentaneamente per anche il chiarimento pi convincen-te
sarebbe in grado di fornirti davvero ben poca luce! Infatti,
perfino lanima piperfetta di per s non comprender mai ci che
puramente spirituale; questonon lo pu comprendere che lo spirito
presente nellanima, e poi lanima, a suavolta, lo pu fare per mezzo
del suo spirito! Dato per che tu un qualche cennoin proposito lo
vuoi avere, guardati un po intorno, e dimmi poi quello che vedi! 3.
Marco meravigliato d unocchiata in giro e scorge, accanto a
ciascunamensa, una quantit di giovinetti del tutto simili a
Raffaele, i quali vanno serven-do i molti ospiti e li provvedono
continuamente di quanto loro occorre. Alcuni diessi si recano
addirittura al mare per pescarvi del pesce fresco che viene
portatoin cucina e poi immediatamente riportato gi bello e pronto
alle mense, perch imori sono di eccellente appetito, senza contare
che lo squisito sapore dei cibi loro di stimolo ad approfittarne
largamente. 4. Allora Raffaele cos interpell Marco: Ebbene,
comprendi adesso come ame sia possibile e come per me sia
facilissimo eseguire tanti lavori nella manierapi rapida, tanto pi
se consideri che uno spirito, quale il principio che compene-tra
fino alle parti pi intime gli esseri e le cose, pu sempre disporre
di ogni mate-ria, efficacissimamente e senza timore di insuccesso,
assolutamente a propriopiacimento e a seconda della propria volont,
e che nulla gli pu essere dostaco-lo! Oltre a questo, io che sono
un arcangelo, ho al mio servizio eoni (10120) di ser-vitori che
dipendono tutti, in ogni istante, dalla mia volont. Se io quindi
voglioqualcosa, allora, unendo la mia volont a quella del Signore,
questa volont alli-stante si trasfonde negli innumerevoli servitori
che mi sono sottoposti, i quali sirendono subito completamente
attivi e con tutta facilit eseguono il lavoro richie-sto in un
tempo per te inconcepibilmente breve! Io stesso, per cos dire,
personal-mente non eseguo certamente nulla; sennonch, per effetto
della mia volontoriginaria, gli eoni (10120) di schiere angeliche
vengono incitate allattivit perchspinte dal fondamento pi intimo
del loro essere, e cos anche il lavoro richiestoviene allora
compiuto con facilit e rapidissimamente, e ci con tanta
maggiorsicurezza in quanto, da parte del Signore e successivamente
da parte nostra, tutto gi previsto e preordinato da lungo tempo per
il compimento di una qualcheazione, ci che poi, in caso di bisogno,
viene tramutato in maniera rapidissima pervoi nel fatto compiuto e
gi perfettamente visibile nellesteriorit. 5. Tu, lass sul monte hai
pur visto com sorta unasina; ebbene, tutto sorgecos quando la
nostra volont incita intimissimamente gli spiriti naturali
primor-diali, che procedono dai nostri pensieri, ad unattivit
ordinata in un senso o nel-laltro e li costringe allazione! E
questo, o amico mio, ti basti per chiarire ciche desideravi sapere
da me! Di pi non potrei dirti usando le parole quanto mai14
15. limitate del mondo e della lingua di carne! E non chiedere
neppure pi oltre, per-ch, fino a quando tu stesso non sarai
divenuto spirito nella tua anima, non riu-scirai mai a comprendere
di tutto ci di pi di quanto ne comprendi adesso! Nonc creatura
umana che possa di per s penetrare nella scienza e nella
conoscenzadello spirito puro! Ne comprendi ora qualcosa di pi? 6.
Marco per rimase perfettamente soddisfatto di questa spiegazione e
disse:Ti ringrazio di questi chiarimenti per me eccellenti, perch,
se considero nel suocomplesso tutto quello che ho visto e udito, ne
comprendo abbastanza per esseresoddisfatto del modo con il quale
tu, o carissimo e celestiale amico, compi i tuoimiracoli, e
particolarmente la rapidissima esecuzione degli atti che si
richiedonoda te. Ed io mi azzardo ad affermare pubblicamente che,
nei riguardi di un prodi-gio, le cose tuttavia procedono almeno un
po per le vie naturali, e che tutto dipen-de da unassociazione di
forze quando in un certo luogo debba venire compiutaunazione, sia
con assoluta rapidit, sia in una successione di periodi. Anzi,
trovouna certa analogia fra i vostri prodigi spirituali e le
esibizioni dei maghi di questaTerra, e ci consiste in quello che tu
chiamasti preveggenza e preparazione! 7. Sai, mio celeste amico, io
dico ormai direttamente tutto quello che penso!Forse realizzare un
miracolo davvero stupefacente cos allimprovviso, senzaalcuna
preparazione e previsione, potrebbe riuscire altrettanto difficile,
per voi,quanto lo per un mago senza un qualche preparativo e senza
previo accordocon altre persone che devono dargli appoggio. Di tali
preparativi, ovviamente,tutte le altre persone non dovrebbero
sapere nulla, altrimenti per larte magica lecose non andrebbero
troppo bene! Per conto mio, dunque, io traggo questa con-clusione,
sicuramente difficile da confutare: al Signore, e a voi per mezzo
Suo,sono possibili tutte le cose, mai per impreviste, bens
preparate forse da eter-nit, e quindi spiritualmente gi eseguite da
molto tempo in forma periodica.Perci quello che viene compiuto qui,
ora, come azione esterna, era spiritual-mente previsto e preparato
gi da molto tempo! 8. E quindi una Terra com la nostra non pu
venire chiamata ad esistere, cosperfetta, con un semplice,
onnipotente Fiat!(1), bens con il tempo e soltantodopo preparazioni
durate a lungo, dopo le quali questa presente Terra, come esi-ste
nel tempo attuale, dovette apparire esteriormente esistente per
naturale enecessaria conseguenza! Per la stessa ragione
praticamente impossibile chequalcosa venga chiamato ad unesistenza
perfetta e durevole cos allimprovviso.Qualunque cosa sorga
rapidamente, svanisce altrettanto rapidamente. Il lampo,ad esempio,
nasce in un istante solo, ma con altrettanta rapidit pure si
dilegua.Ed in opposizione a questa conseguenza, viene a
delinearsene unaltra, e cioche impossibile che una cosa, una volta
ottenuta unesistenza durevole, possa(1) Sia fatto! 15
16. in qualche modo svanire allimprovviso, ma lo pu soltanto a
periodi, precisa-mente cos come sorta. Dunque, una cosa che non sia
mai stata prevista, npreparata, non pu mai venire compiuta grazie
ad unintimazione, per quantoenergica e sostenuta anche dalla pi
ferma volont, e ci tanto nel caso del sor-gere, quanto in quello
del discioglimento e dello svanire. Tutto dunque va consi-derato
come un prodigio temporaneo, ed ogni cosa compiuta una
necessariaconseguenza di molti precedenti processi periodici! 9.
Ecco, o amico mio dai Cieli, ne sia resa lode soltanto al Signore!
Sennon-ch, come mi appare, io ho approfondito forse un po troppo la
spiegazione chemi hai dato rispetto a come tu originariamente hai
voluto prospettarmela! Oh,mio carissimo Raffaele, vedi, i vecchi
romani non sono proprio tanto scarsi dicomprensione come pi di uno
se lo immagina! Ebbene, o amico mio, che cosane dici? Ti ho
compreso oppure no?. 3. Capitolo La Provvidenza di Dio e il libero
arbitrio delluomo 1. Risponde Raffaele sorridendo: Oh s, un lieve
barlume di verit lhai otte-nuto senzaltro; per con le tue
necessarie conseguenze e con le nostre neces-sarie preveggenze e
noiose preparazioni, ti trovi parecchio fuori strada, e diquesta
cosa sar facilissimo che ti convinca assolutamente per mezzo di un
paiodi esempi bene evidenti! Ferma la tua attenzione su un qualche
luogo, stabiliscitu il posto e chiedimi, secondo il tuo liberissimo
piacimento, che io ti faccia sor-gere uno ed anche pi alberi da
frutto perfettamente sviluppati ed abbondante-mente provvisti di
frutti gi in stato di completa maturazione! Oppure vuoi dellespecie
diverse? Avanti, esprimiti, e vedrai che tali alberi anche senza
preveggen-za e preparativi sussisteranno permanentemente, e neppure
dieci secoli sarannocapaci di cancellare completamente le tracce
della loro esistenza! Rendi dunquemanifesto il tuo desiderio e
assisterai immediatamente ad un vero prodigio ilquale non ancora
mai stato, in qualche modo, n preparato n previsto! 2. Dice Marco:
Ah, sicuro, o giovane amico mio, questa sarebbe una granbella cosa,
sempre che tu potessi procurarmi la piena certezza che in
questomomento il mio volere e desiderare sono del tutto in mio
liberissimo potere!Questa cosa per a te stesso dovrebbe alla fin
fine riuscire ancora molto pi dif-ficile del far sorgere gli alberi
fruttiferi di varia specie in un qualche luogo a miopiacere! Tu hai
messo nel mio capo un grosso tarlo del dubbio, poich dicestiche voi
stessi, spiriti onnipotentissimi, avete la capacit di realizzare un
puromiracolo senza previsione e preparazione, per cos dire dal
nulla! Io non voglionegare in maniera assoluta la cosa; per a
giudicare da tutto quello che sullaTerra ci fu dai tempi remoti,
che c ora ed anche ci sar in futuro, certo molto16
17. difficile ammettere una cosa simile. Di contro, infatti, gi
la stessa Onnipotenzadivina eleva di un bel po troppo forte la sua
voce, e non le si pu certo opporreleventuale vuota affermazione,
che Dio ha intenzionalmente applicato la SuaOnniscienza a qualcosa,
senza volerlo e saperlo. Ma se Dio, fin dalle eternit,anche su
questo punto non si potuto mantenere completamente ignaro del
fattoche in una data epoca il Suo angelo Raffaele avrebbe fatto
sorgere qui in manieraprodigiosa degli alberi secondo il desiderio
di un uomo, allora sar altrettantodifficile dimostrare che anche
questo miracolo non era stato previsto e preparatofin dalle
eternit! Dal punto di vista totalmente spirituale del tutto certo
che lofu! 3. Osserva Raffaele: Questo per non ha neppure
importanza, dal momentoche non era preparato fino alla sua
realizzazione materiale! Inoltre la volontdelluomo tuttavia
certamente libera, a tal punto che n il Signore, n noiesplichiamo
mai alcuna attivit allo scopo di turbare, sia pure minimamente,tale
libert di volere mediante una previsione, e meno ancora con una
prepara-zione. Tu puoi quindi essere assolutamente certo che, nel
suo modo di essere,la tua liberissima volont non n prevista, n
tanto meno in qualche modopreparata. Chiedi dunque, e vedrai che il
Signore ti dar permanentemente inmodo miracoloso gli alberi da
frutto che vorrai richiedere, e lo far sicuramen-te senza alcuna
preparazione, n totalmente da parte Sua, n attraverso me, Suoantico
servitore! 4. Marco rimane per qualche tempo pensieroso, e poi
dice: O mio giovaneamico, devono proprio essere esclusivamente
degli alberi fruttiferi? Io vorreiinvece qualcosaltro; potrebbe
anche questo essere fatto sorgere in manieraprodigiosa? 5. Risponde
Raffaele: Oh, senza alcun dubbio! Si tratti di una cosa o
dellal-tra, ci non costituisce per noi una fatica maggiore! Chiedi
pure quello chevuoi e sar fatto! 6. Dopo questa assicurazione,
Marco riflette ancora per un po e va cercandoqualcosa con cui
mettere almeno un po alle strette langelo, ma dato che
proprionessuna obiezione gli viene in mente, finisce con il dire:
Ebbene, fai sorgere quiuna casa pi solida e pi abitabile, vale a
dire un vero albergo per forestieri egente del luogo, con un
giardino ben recintato e provvisto di ogni tipo di alberida frutto
e che non manchino i datteri; e nel giardino ci vorrebbe un pozzo
riccodacqua pura! 7. Dice langelo: O amico mio, non ti pare che
questo sia un po troppo in unavolta? 8. Osserva Marco: Ah, piccolo
amico mio, ecco che ci sei anche tu! Eh, s,senza preveggenza e
senza preparazione questa cosa probabilmente non sar tantofacile da
realizzarsi! Io per non intendo affatto costringerti; quello che ti
possi-bile produrre, producilo, e il resto di quanto ho chiesto
lascialo pure andare! 17
18. 9. Dice langelo: Oh, no! Anzi, tutto verr compiuto come tu
hai domandato!E nel Nome del Signore sia anche fatto tutto secondo
la tua richiesta! Va, dun-que, ed ispeziona bene tutto quello che
troverai di nuovo; poi ritorna qui e dimmise ogni cosa di tua
soddisfazione; e se hai da muovere qualche critica, fallosubito,
perch, vedi, adesso sono molti i cambiamenti che vi si possono
ancorafare, mentre domani sarebbe troppo tardi dato che noi
certamente non saremo piqui. Va, dunque, e prendi attentamente
visione di tutto!. 4. Capitolo La nuova dimora di Marco, unopera
miracolosa di Raffaele 1. Marco allora volse lo sguardo intorno e
rimase completamente sbalorditonel vedere tutto quello che era
sorto in un attimo solo. Infatti, una bellissima casacostruita in
mattoni e in perfetto ordine appariva a destra della vecchia
bicoccada pescatori in direzione nord-est, la quale con il fronte
che dava verso sud-estarrivava fino al mare. Essa era ad un piano
con un ballatoio molto comodo, tuttointorno alledificio; a
pianterreno cerano: una grande cucina, unampia dispensae ancora
altre diciotto stanze, di cui cinque erano adibite ad abitazione e
tredicierano spaziosi locali per la conservazione dei vari prodotti
agricoli, come adesempio tutti i tipi di depositi delle varie
qualit di cereali, depositi per le carni,per la frutta, per la
verdura, per i vari legumi e per i tuberi. In una stanza assaivasta
cera una vasca dacqua in marmo bianco che aveva
abbondantementeventi tese quadrate di superficie e nel suo
complesso aveva normalmente unaprofondit di sei piedi; lacqua per
vi giungeva allaltezza di quattro piedi emezzo soltanto, il che era
comunque sufficiente per la conservazione dellemigliori qualit di
pesci pregiati. 2. Questa vasca allinterno della casa era provvista
di acqua purissimamediante una sorgente del tutto nuova e
abbondante; essa penetrava nella vascadal di sotto attraverso delle
piccole ma numerose aperture praticate in una lastradi pietra sul
fondo fino a raggiungere laltezza di cui abbiamo detto, livello
alquale si trovava un tubo che scaricava in mare ma che poteva
venire chiuso dal-lesterno qualora si avesse voluto avere la vasca
completamente piena dacqua.Tutto intorno a questa grande vasca
correva una bellissima balaustra alta duepiedi e mezzo, pure di
marmo bianco e traforata, e nel caso in cui la vasca sifosse
trovata ricolma dacqua, da uno dei lati si dipartiva un canaletto
di scaricoartisticamente lavorato che, naturalmente, passava
attraverso il muro dellacostruzione e sboccava esso pure in mare
non lontano dallaltro tubo di scaricopi basso. Anche le pareti e il
pavimento erano rivestiti di marmo bianco, e ilsoffitto di questa
stanza era foderato di legno di cedro del tipo pi puro e solido,in
tavole perfette senza nodi e senza alcuna scheggia. La stanza
stessa riceveva18
19. luce da cinque finestre con lintelaiatura di marmo, alte
cinque piedi e larghetre. Le finestre erano munite di lastre di
cristallo purissimo ed erano fatte inmodo da potersi aprire e
chiudere, come del resto anche tutte le altre finestredelledificio.
3. Il portone della casa era di un metallo che riluceva come oro,
mentre le porteche davano sulle varie stanze erano tutte di
finissimo cedro, lavorato finemente econ grande arte, ed erano ben
provviste di chiavistelli e serrature opportunamen-te fissati. Il
primo piano, per, era tutto, senza eccezione, rivestito di legno
dicedro graziosamente lavorato a fregi, e ciascuna stanza offriva
un aspetto davve-ro stupendo. Oltre a questo, tanto al pianterreno
quanto al primo piano, ciascunlocale era perfettamente ed
abbondantissimamente arredato e provvisto di tuttoci che esige un
albergo di primo ordine. I granai erano ricolmi di ogni specie
dicereali e le dispense erano piene zeppe di ogni possibile cosa
che serva in cucina.Insomma la casa richiesta da Marco non solo
appariva realizzata materialmente edel tutto solidamente secondo i
piani da lui gi da lungo tempo coltivati in segre-to nelle sue
fantasticherie, ma essa era dotata in maniera quanto mai ricca, e
pervari anni, di ogni tipo di provviste commestibili e di altro
genere. 4. Dietro la casa si trovavano ancora le stalle per ogni
specie di animali dome-stici, e cos pure varie capanne per
custodirvi gli attrezzi da pesca. Esse eranocostruite l con molto
buon gusto e senso di opportunit, ed erano corredate ericcamente
provviste di tutto il necessario. E tutto intorno ai nuovi edifici
erasorto un giardino fittamente recintato con unarea di venti
iugeri: laddove primanon cera che una steppa sabbiosa e
abbandonata, adesso fioriva il pi bel giardi-no su un terreno
fertilissimo, ricco di ogni specie pi nobile di alberi fruttiferi,
efra laltro vi era una splendida vigna che occupava un paio di
iugeri di terreno, laquale esibiva i suoi magnifici grappoli
succosi e gi completamente maturi, n ilegumi erano in minore
abbondanza. 5. Nel mezzo del giardino cera, per di pi, un edificio
adibito a salutari termenaturali, con un tempio in marmo. Queste
terme consistevano di due piscineseparate, una delle quali era
destinata alla cura dei lebbrosi, nella quale affluiva-no delle
sorgenti tiepide, sulfuree e sodiche che erano fatte pervenire a
quellalocalit, a partire dalle parti pi interne della Terra, dalla
potenza di Raffaelesecondo la Mia Volont. Egli scorse anche, sulla
riva, un porto del tutto nuovocostruito di solida pietra squadrata,
nonch cinque grosse navi dalla costruzionerobustissima e provviste
di vele e di remi. Esse si cullavano entro lampio baci-no, laccesso
al quale, quantunque avesse la larghezza di sei tese, poteva
venirecompletamente sbarrato durante la notte mediante una catena
di ferro. Questoporto corrispondeva precisamente alle idee spesso
accarezzate dal vecchioMarco a tale riguardo, il quale, nel
prendere visione di tutto quanto era sorto inmaniera prodigiosa, si
fregava continuamente gli occhi, credendo sempre di dor-mire e di
vedere tutte quelle cose semplicemente in sogno. 19
20. 6. Terminata che fu lispezione, durata quasi unora, Marco
ritorn quasi inpreda a vertigine e disse con un tono che tradiva un
immenso stupore: Ma que-sta proprio una realt, oppure io vedo le
cose come in un beatissimo sogno? Ohno, no, non pu essere una
realt, dato che gi parecchie volte la mia fantasia neimomenti di
ozio si era creata un albergo precisamente cos; e qualche volta,
neisogni mattutini, lho anche visto cos, e tu, o mio piccolo amico
dai Cieli, haifatto venire artificialmente il sonno su di me, ed
ora io ho contemplato in sogno,ancora una volta, le mie stesse
idee! 7. Dice Raffaele: O Romano di poca fede! Se tutto ci fosse
una visione disogno, non esisterebbe neppure pi; adesso per non ti
ostinerai a sostenere cheforse dormi ancora e che stai sognando!
Ora d a tua moglie e ai tuoi figli cheanche loro vadano a prendere
visione di tutto quello che c di nuovo qui, e poiverranno e ti
aiuteranno a liberarti dal tuo sogno! 8. Allora Marco, voltandosi
per ammirare nuovamente quella meraviglia,esclama: No, non si
tratta davvero di un sogno, anzi una verit evidentissima!Ma rester
poi cos?. 5. Capitolo I figli del mondo e i figli del Signore 1.
Dice Raffaele: Non ti dissi gi, prima di tutto ci, che quello che
statocostruito solidamente neppure mille anni avranno il potere di
cancellarlo comple-tamente? Soltanto le varie specie di alberi
fruttiferi, di nobili arbusti e le piante ingenere, come pure le
cinque navi non resisteranno tanto; ma quanto invece esistein fatto
di muratura, durer molto, anzi moltissimo tempo! Perfino dopo
duemilaanni se ne potr ancora trovare qualche traccia! Per
certamente nessuno penserpi che i costruttori saranno stati degli
esseri ultraterreni. Anzi, gi nel tempo pre-sente, quando i tuoi
vicini verranno qui e vedranno tutte queste cose, diranno cheesse
sono opera dei romani qui presenti, dato che molte e robuste
braccia compio-no anchesse dei prodigi! Tu, per, lascia pure che la
gente del mondo pensi cos,perch, ammesso che in un paese anche
cento volte centomila persone vivano conil modo di vita di oggi, tu
ne troverai a mala pena complessivamente cinquemiladisposte a
crederti dopo molte e ripetute spiegazioni. Una fede cieca per
nonpotrebbe essere di giovamento n a te, n meno ancora a noi,
spiriti del Cielo! Delresto non interessa affatto che a credere
siano i molti od i pochi! Infatti, il Signore venuto al mondo per i
Suoi pochi figli soltanto, e non per la gente del mondo. Ecos sar
anche fino alla fine di questo mondo e dei suoi tempi! 2. Quando
accadr che il Signore vorr nuovamente rivelarsi su questa Terra,sia
unicamente mediante la Parola, sia qualche volta, a momenti, anche
personal-mente, Egli si riveler sempre ed esclusivamente ai Suoi
veri figli, i quali sono20
21. provenienti dallAlto! Il mondo con i suoi figli non avr che
poco o nulla affattoda attendersi da Lui a questo riguardo! Per
costoro leternit durer abbastanza alungo per farli giungere ad una
qualche luce quanto mai subordinata. 3. Non credere affatto che
questa luce suprema proveniente dai Cieli riuscirmai a compenetrare
tutta lumanit vivente sulla Terra! Solamente i veri figli,sempre in
piccolo numero, ne saranno provvisti in maniera pura ed
abbondantis-sima, mentre i figli del mondo si limiteranno a trarre
profitto dalla loro immondi-zia, per edificare dei templi e delle
case per gli idoli, e per circondarle erecintarle con rigide leggi
e con regole cieche e stolte, ma che perci non saran-no tali da
toccare i pochi veri figli, cosa questa alla quale il Signore
dedichersempre le Sue pi fedeli cure. Per conseguenza, tra i figli
del mondo non ci sarpi alcun Geremia ad intonare le sue
lamentazioni! Ma ora presentati al Signoree ringraziaLo per tale
dono generoso! 4. Allora Marco si avvicina a Me con lintenzione di
rivolgerMi i suoi ringra-ziamenti facendo ricorso al suo frasario
pi scelto e forbito. 5. Per Io gli dico: Marco, risparmia pure
tanta fatica alla tua lingua, perch alMio orecchio gi pervenuto il
ringraziamento del tuo cuore, e perci non occor-re pi quello della
lingua. Del resto, non merita forse ciascun onesto albergatoreun
adeguato compenso? Ora tu pure sei un tale onesto albergatore, e ci
hai servitoinstancabilmente nel modo migliore per quasi otto
giorni; noi dunque non possia-mo pretendere che tu labbia fatto per
nulla! Questo nuovo albergo servir adassicurare a te e ai tuoi
futuri successori un abbondante sostentamento; tu perabbi cura che
il Mio Nome continui a rimanere solidamente in questo luogo,
cosache accadr solo se rimarr vivo presso i tuoi successori, perch,
qualora il MioNome svanisse dai loro cuori, essi ben presto
verrebbero a perdere anche tutto ilresto! Chi invece avesse pur
perduto tutto a questo mondo, ma avesse conservatoil Mio Nome,
costui non avrebbe perduto ancora nulla, anzi avrebbe
guadagnatotutto. Chi invece avesse perduto fuori dal suo cuore il
Mio Nome, costui avrebbeperduto tutto, proprio tutto anche se
possedesse tutti i tesori della Terra!. 6. CapitoloIl Signore
impartisce allalbergatore Marco dei comandamenti sul comportamento
1. Il Signore: Abbi perci cura, prima di ogni altra cosa, che il
Mio Nomevenga conservato nel cuore: colui al quale Questo rimane, a
costui resta tutto, maa chi Questo non rimane, anche stato
abbandonato da tutto! 2. Chi per Mi ama veramente ed ama pure il
prossimo come se stesso, costuiporta davvero in maniera viva il Mio
Nome nel proprio cuore, e possiede in que-sto Nome un tesoro che
tutte le eternit non potranno mai rapirgli, perch amareDio
veramente e completamente con i fatti vuol dire molto di pi che non
essere 21
22. signore di tutti i tesori, non solo di questo mondo, ma di
tutti gli altri mondi del-lintera infinit. 3. Per non basta
professarMi secondo la sapienza, ma secondo il pieno amorevero nel
cuore. 4. A te verranno ogni tipo di poveri per essere soccorsi;
tutto ci che avrai fattoa loro senza un compenso terreno, lavrai
fatto a Me ed il Mio Amore te nericompenser. 5. Se qualche ignudo
viene a te, dagli di che ricoprire il suo corpo! E a chi sipresenta
a te senza denaro, non negargliene qualora ne abbia bisogno per
questomondo! 6. Io vorrei certamente che gli uomini, quali fratelli
e sorelle, vivessero concor-di tra di loro senza bisogno di questo
pericoloso e dannoso mezzo di scambio.Ma visto che essi, quali
uomini del mondo, e per maggiore comodit nei lorocommerci e nei
loro scambi, lhanno adottato gi dai tempi antichi, non sar Io
avietarne luso; tuttavia il denaro sar apportatore di benedizione
agli uomini uni-camente e soltanto per mezzo del Mio Amore! 7. Non
attribuirgli mai alcun altro valore allinfuori di quello del Mio
Amore,e cos esso ti porter pure il Mio Amore e la Mia Benedizione.
A chi ha biso-gno di un denaro, dagliene due ed anche tre, e poi il
Mio Amore te ne risarcirdieci e trenta volte! 8. In poche parole,
quando accadr che tu ti accorgerai della presenza di qual-che
povero in qualcosa, e se tu lo aiuterai in questa stessa cosa per
amore Mio econ cuore lieto, allora potrai sempre contare sulla Mia
ricompensa; e certo questanon rimarr mai a met strada! 9. Nel caso
ad esempio che da te venga, per le cure termali, una persona
riccache sia affetta da paralisi; ebbene, fatti risarcire in equa
misura lalloggio e ilvitto, ma concedigli per le terme
gratuitamente! 10. Ma se qualcuno invece viene alle cure termali
per suo diletto, da costuifatti pagare le cure termali, lalloggio e
il vitto pi cari che non da un altro. Seegli per chiede da te la
verit, dagliela senza alcun compenso, perch egli povero in questo
campo! 11. E se viene un sapiente del mondo e vuole intendere la
verit da te, non con-cedergliela gratuitamente, anzi fattela pagare
un denaro per ogni parola, perchper un simile cercatore della verit
questa ha valore soltanto quando egli ne siavenuto in possesso a
prezzo di molto denaro! 12. Qualora sia venuto da te un povero
affamato, dagli da mangiare e da bere, enon lasciarlo andar via da
povero; ma se viene qualcuno a cui fa piacere sederealla tua mensa,
costui paghi quanto ha consumato, e paghi altres quanto ha
con-sumato un povero seduto accanto a lui! 13. Soccorri
gratuitamente ogni povert, ma fatti sempre pagare quando si trat-ta
di semplice divertimento! Mi hai ben compreso?22
23. 14. Risponde Marco, versando lacrime di gioia: S, o
Signore! 15. Io dico: Ebbene, ora va e mostra ai tuoi tutte quelle
cose!. 16. Marco allora si rec dai suoi, che erano stupiti oltre
ogni dire, e comu-nic loro quanto Io gli avevo detto, e tutti poi
se ne andarono frettolosi pervedere la nuova casa e, naturalmente,
per esaminarla in tutti i pi minuziosiparticolari. La moglie e i
suoi figli per, nellammirare tutta quella magnifi-cenza, si
sentirono vacillare per pura e semplice beatitudine, e la grande
gioiatolse loro ogni possibilit di esprimere i loro sentimenti. E
tutti coloro chesedevano alle mense Mi chiesero se anche loro
avrebbero potuto prenderevisione di quella vistosissima opera
prodigiosa. 17. Io dissi: Cari amici! Questopera rimarr, e voi
avrete occasione di visi-tarla e di ammirarla in abbondanza; Io
invece non rimarr che grazie allamoredei vostri cuori. 18. Restate
qui presso di Me finch Io sono con voi; perch Io valgo certamen-te
di pi di quellopera prodigiosa; di simili opere sarebbe in Mio
potere com-pierne un numero infinito in un solo istante! 19. Dicono
tutti: S, s, s, o Signore, noi restiamo senzaltro tutti presso di
Te,perch Tu solo sei di pi di tutte le opere della Tua Potenza,
della Tua Sapienza edella Tua Benevolenza, le quali ricolmano
lintero infinito!. 7. Capitolo Del sommo sacerdote romano. Una
critica del sacerdozio pagano a Roma. 1. Dice Cirenio: Signore, Tu
conosci bene quali sono le mie mansioni digoverno, e come sono
gravose e difficili! Ebbene, ormai esse mi fanno leffettocome se
non avessero alcuna importanza, e come se ogni questione potesse
risol-versi da se stessa anche senza di me, e che a tutto potesse
venire provvisto anchesenza il mio contributo! Davvero, ora io
appaio dinanzi a me stesso come unaquinta ruota in un carro, perch
io so bene che ora a tutti i miei affari accudisciTu, o Signore, e
che nel mio governo non vi stato finora un ordine maggiore
diadesso, poich Tu, o Signore, ti occupi di me! 2. O impero felice!
Tu, Roma, patria mia, quanto puoi rallegrarti in segreto cheil
Signore abbia rivolto a te, in grazia, il Suo occhio e che intenda
allevare deiSuoi figli anche fra le tue mura antiche, nei tuoi
castelli e nelle tue case! OSignore, io te lo garantisco con la mia
vita: se Tu, invece di qui fossi a Roma edavessi compiuto un
prodigio simile dinanzi ai romani, davvero non ci sarebbe unsolo
essere umano che non fosse pronto a tributarTi i supremi onori
divini! Sen-nonch Tu conosci il Tuo Piano e conosci le Tue vie, e
per conseguenza certosupremamente bene cos come Tu hai disposto e
deciso! 23
24. 3. Intervenne allora la Mia Giara la quale fino a quel
momento era rimastazitta: O illustre governatore, non darti pena a
causa di Roma! I veri romani,quelli s, possono ancora passare! A
Roma per ci sono anche moltissimi sacer-doti degli idoli i quali
sono subordinati ad un cosiddetto PONTIFEX MAXI-MUS! (Pontefice
Massimo!(2)). Questi tengono in pugno il popolo con il loro Adee ne
controllano la coscienza con le pene del Tartaro che, a detta loro,
dovrebbe-ro essere del genere pi spaventoso e di durata eterna!
Guai a chi si azzardasse atoccare un simile vespaio; ben presto la
sua sorte si farebbe certo assai misera!Secondo me, i vostri
sacerdoti dovrebbero essere mille volte ancora peggiori deinostri
templari i quali portano Mos e i profeti almeno sulla schiena e sul
petto,quantunque per lo pi soltanto esternamente! Ma i vostri non
portano niente deltutto, neanche esteriormente; il movente di ogni
loro dire e fare il pi neroegoismo e lindomabile brama di dominare
su tutti e su tutto. 4. E infatti due sacerdoti subordinati di
Roma, i quali una volta avevano presoalloggio presso di noi, mi
raccontarono che il PONTIFEX MAXIMUS un esseretanto altolocato che
perfino Giove, il quale rende visita al PONTIFEX MAXIMUSalmeno una
volta allanno, certamente gli si inchina dinanzi dalle tre alle
settevolte prima di osare di scambiare qualche parola con il suo
supremo rappresentantesulla Terra e di sottoporgli con il massimo
rispetto una qualche eventuale nuovalegge ad uso del popolo mortale
di questo mondo. Certo, dicevano essi, Giove nonrende al PONTIFEX
MAXIMUS simili onori proprio perch questultimo PON-TIFEX MAXIMUS,
ma unicamente a causa degli stolti mortali, affinch questul-timi
attingano da ci la convinzione di quanta inesprimibile sublimit e
maest siarivestito sulla Terra laltissimo che ha la funzione della
divinit suprema. 5. Egli ha il dominio sopra tutti gli imperatori,
i re, i principi, i comandanti de-sercito e sopra qualsiasi altro
altissimo dignitario, poi ha tutti gli elementi in suoesclusivo
potere. Quando, in segno dira, egli batte con il suo sacro piede il
terreno,questo trema immediatamente come il fogliame tremulo del
pioppo sotto la sferzadelluragano furioso, ed i monti della Terra
cominciano a vomitare fuoco appog-giando cos il corrucciato
PONTIFEX MAXIMUS affinch in nome di Giove eglipossa saziare tanto
pi abbondantemente la sua sempre giusta brama di vendetta. 6. Da
lui, esclusivamente, dipendono le buone e cattive annate. Se egli
benedi-ce le campagne, allora si hanno ricchissimi raccolti su
tutta la Terra; se non lebenedice, i raccolti si faranno assai
magri, ma se poi volesse lanciare una maledi-zione sulla Terra,
allora tutto sarebbe assolutamente finito, e sul mondo si
scate-nerebbero la guerra, la fame, le pestilenze, e mille altri
guai inauditi ne sarebberola conseguenza! Allinfuori di Giove,
tutti gli altri di gli devono obbedienza; incaso di rifiuto egli
potrebbe bandirli dalla Terra fino a cento anni, cosa questa(2)
Sommo sacerdote degli antichi romani.24
25. che per non succede mai, dato che tutti gli di sono troppo
profondamente con-vinti dellinesprimibile nobilt del PONTIFEX
MAXIMUS. 7. Conseguentemente un PONTIFEX MAXIMUS in possesso di una
triplicepotest principale. In primo luogo, al di sopra di tutti gli
di ad eccezione diGiove, con il quale naturalmente, in quanto a
dignit, si trova su un medesimogradino; in secondo luogo, sopra
tutta la Terra e i suoi elementi, e infine sopratutti gli uomini,
gli animali, gli alberi, gli arbusti e le piante! Oltre a questo
egliha anche il dominio su tutti i pianeti e su tutte le stelle, e
tiene nella sua manole nubi, i venti, il lampo, il tuono, la
pioggia, la grandine e la neve; ed il maretrema continuamente
dinanzi alla sua infinita potenza! 8. E su questo tono i due
sacerdoti romani mi hanno raccontato un mare dialtre cose ancora
sul conto del loro PONTIFEX MAXIMUS. Io ci pensai suqualche tempo,
in quanto tutto ci mi faceva limpressione come se essi
avesserovoluto semplicemente prendersi gioco di me un po fuori
luogo! Ma dovetti con-vincermi ben presto che quei due pazzi
prendevano la cosa proprio sul serio.Quando cominciai poi ad
annunciare loro quanto era a mia conoscenza riguardoallunico vero
Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e riguardo alle Sue opere,
essiiniziarono a farsi beffe di me, e mi assicurarono nella maniera
pi calorosa cheio mi trovavo su una strada completamente sbagliata,
perch essi avrebberopotuto fornirmi mille prove contro una che le
cose stavano precisamente coscome essi me le avevano esposte! 9. Io
domandai allora se risultava loro che il PONTIFEX MAXIMUS
fosseimmortale o no. Uno dei due, avendo voluto parlare troppo
precipitosamente, siimpaper e rispose che sotto laspetto terreno il
PONTIFEX MAXIMUS eraeffettivamente mortale, ma, quando moriva,
Giove lo accoglieva senzaltro nellaregione pi alta dellElisio, dove
poi per la durata di centanni sedeva alla mensadel sommo degli di,
e cos diventava finalmente egli stesso una reale divinitnel regno
degli di. Questa versione non fu di gradimento dellaltro sacerdote,
ilquale disse per correggerlo: Ecco che hai nuovamente detto un
sacco di fando-nie! Da quando in qua un PONTIFEX MAXIMUS stato
mortale? Quello chehai detto di lui, non vale che per noi,
sacerdoti di rango inferiore, particolarmen-te se non siamo
riusciti ad acquistarci completamente il favore del
PONTIFEXMAXIMUS, perch un PONTIFEX MAXIMUS non muore mai, n pu
neanchemorire per la ragione che Giove lo ha reso immortale per
tutti i tempi. E semprequestaltro sacerdote aggiunse: Vedi, io
conosco gi quattro PONTIFEXMAXIMUS e di tutti e quattro nessuno mai
morto, eppure sul rispettivo tronosiede sempre e soltanto un
immortale, e non quattro, anche se sono tutti assoluta-mente
immortali, visto che, come detto, un PONTIFEX MAXIMUS non pumai
morire, come pure non pu mai perdere il trono supremo su questa
Terra! 10. E allora io ripresi a parlare e conclusi cos: Ma ci che
dite assolutamen-te impossibile; infatti, come mai quattro possono
essere uno ed uno quattro? 25
26. Questo s che a me sembra unautentica fandonia!. E finii con
il dire: Comeragionate voi, non fate che dare evidentemente del
pazzo assoluto al vostroPONTIFEX MAXIMUS; egli ad ogni modo una
persona altrettanto mortalecome lo siamo noi, e la sua potenza
consiste in primo luogo nelle armi dellim-peratore, poi nellimmensa
cecit e stoltezza del popolo, e infine in una specie dipessimi
artifici magici, perch dinanzi ad un popolo assolutamente stolto e
spiri-tualmente cieco quanto mai facile operare miracoli!
Andatevene dunque, erisparmiatemi le vostre stupide ciance! gi pi
che sufficiente che siate voi irappresentanti della pi rozza
stoltezza; perch dunque dovrei fare anchio lastessa figura al
vostro fianco?. 11. A questa mia risposta i due si infuriarono
contro di me, e poi trovarono dadire pure fra di loro, cominciarono
a scagliarsi reciprocamente i pi acerbi rim-proveri e finirono con
il picchiarsi e con il cacciarsi lun laltro fuori dalla porta;io
per, mentre essi al di fuori andavano azzuffandosi come due cani,
domandailoro, stando alla finestra, se quel contegno era esso pure
la conseguenza di undecreto del PONTIFEX MAXIMUS con valore di
prescrizione legale da parte diGiove nellElisio altissimo! Per
fortuna i due, che erano infervorati nella rissa,non sentirono le
mie parole e continuarono con sempre maggior calore a dimo-strarsi
pro e contro la famosa immortalit del PONTIFEX MAXIMUS, finchalcuni
servitori di casa nostra non si decisero a dividerli. 12. Ed ora
dimmi tu, o caro e nobile Cirenio, quale risultato avrebbe
potutoripromettersi il Signore a Roma, considerato tutto questo
arcistolto fanatismopopolare, a meno di non fare piovere fuoco e
zolfo dal cielo! Oh, il buon Diosapeva senza dubbio gi fin
dalleternit dove per Lui sarebbe stato meglio e piopportuno venire
quaggi e perci Egli sceso fra la Sua umanit di questomondo, ed
sceso appunto qui e non altrove! Ecco, questa pi o meno la
miaopinione; che cosa ne pensi invece tu? Che concetto hai tu, o pu
avere limpera-tore a Roma riguardo a questo infausto PONTIFEX
MAXIMUS?. 8. Capitolo Le condizioni religiose a Roma al tempo di
Ges 1. Risponde Cirenio: O figlioletta mia, tu hai perfettamente
ragione; a Roma,naturalmente soltanto nei riguardi del popolo,
rispetto al PONTIFEX MAXI-MUS le cose stanno generalmente cos, n
per il momento si pu fare altrimenti!Per io posso con tutta
certezza anche darti lassicurazione che soltanto il popolodella
classe pi bassa e ignorante presta ancora mezza fede a questo;
invece laparte migliore del popolo non crede assolutamente pi a
simili cose, e per conse-guenza noi romani possiamo ancora fare
qualcosa.26
27. 2. Non c dubbio che nel diffondere queste purissime verit
divine sar ungiorno necessario affrontare pi di una spiacevole
lotta a causa del popolo, madaltro canto non mancheranno seguaci
della nuova fede di tempra veramenteromana, i quali, per questa
stessa fede, offriranno con entusiasmo beni, sangue evita. Infatti,
non cos facile trovare sulla Terra un popolo che tema tanto pocola
morte quanto appunto quello romano; qualora un romano genuino
abbiaabbracciato con tutta convinzione unidea, egli sempre pronto a
rischiare la suavita per essa! Una cosa di questa specie non la fa
un altro popolo; di ci puoistare pi che sicura! 3. I nostri
sacerdoti costituiscono appunto la quinta ruota del carro, e le
lorofeste popolari e i loro sermoni non servono ormai ad altro che
a divertire il popo-lo; dunque, anche se esistono simili costumi,
non c pi nessuno che ci facciacaso. Quanto al resto ci pensa la
nostra giurisprudenza che abbraccia ognicampo, la quale un estratto
delle dottrine dei migliori e pi saggi filosofi chemai siano
vissuti in qualche parte di questa Terra. 4. Il PONTIFEX MAXIMUS
viene mantenuto come figura di facciata dalloStato a causa del
popolo; infatti, la sua sfera dinfluenza, in cui una volta sipoteva
muovere liberamente, ora stata fortemente limitata. vero che in
altritempi, circa due secoli fa, le cose per il PONTIFEX MAXIMUS
andavano cheera una meraviglia; infatti, in quel tempo il PONTIFEX
MAXIMUS erasenzaltro una specie di divinit fra gli uomini! Egli del
resto era sempre unapersona dalle conoscenze molto ricche e vaste,
e tale doveva anche essere,altrimenti non avrebbe potuto arrivare
cos facilmente ad una carica tanto ele-vata. Egli doveva essere
versatissimo nei misteri dellEgitto e doveva conosce-re alla
perfezione tutti gli oracoli ed i loro segreti; oltre a questo
doveva essereben addentro nelle manipolazioni dellarte magica,
conoscenza questa dellaquale prima doveva sempre fornire la prova
sottoponendosi ad un rigorosissi-mo esame dinanzi ai patrizi pi
anziani di Roma, costituiti in collegio stretta-mente segreto. Dopo
aver dimostrato di possedere tutte queste qualifiche,soltanto
allora gli veniva conferito il pontificato con tutti i suoi
diritti, i suoivantaggi e i suoi svantaggi. 5. Giunto a questo
punto, egli poteva certamente intraprendere pi di una cosaal
cospetto del popolo; per, in segreto, non doveva dimenticare il
rispetto dovu-to al patriziato, ed era tenuto a fare come questo
richiedeva da lui. Se i patrizivolevano la guerra, egli doveva
sempre manipolare ogni sua manifestazione nelcampo profetico in
modo tale che il popolo ne vedesse la necessit come unaconseguenza
della volont degli di; sennonch in questo caso non erano altri
senon i patrizi, e con loro i primi e pi colti cittadini, gli
artisti e i poeti, i qualianzitutto partivano dallidea che soltanto
alla fantasia degli uomini bisognavaimprimere una direzione ben
precisa, sia pure verso un campo assai vasto, perpreservarli dalle
aberrazioni pi vergognose! 27
28. 6. Infatti, ciascun individuo ha una propria fantasia
naturale, la quale, se vienetrascurata, pu indurre la pi nobile
figura umana a farsi simile ad una bestiaferoce; se invece la sua
fantasia viene debitamente frenata, ordinata ed avviataverso forme
pi nobili, allora essa stessa comincer anche a creare forme
pinobili, e trapasser a pensieri e ad aspirazioni interiori, ed
animer la volont peroperare il meglio delle sue creazioni
interiori. 7. E cos lintera dottrina degli di stata ideata soltanto
come una formazionefantastica sempre pi ordinata per avere funzione
regolatrice della comune fanta-sia umana, ed stata attuata
praticamente e visibilmente e, per quanto possibile,con ogni mezzo
umano. Ma allora per noi, savi patrizi colti, sorse di per s, come
facile da comprendere, la necessit di dover apparire come volevamo
che fosseil popolo. 8. Per, come stavano allora le cose cos stanno
ancora oggi, con la sola diffe-renza che attualmente anche il
proletariato gi iniziato in molte cose che primaerano conosciute
soltanto a noi patrizi, e ormai sono pochissimi coloro che cre-dono
ancora a qualcosa di quanto ha relazione con il pontificato. La
maggioranzacrede certo ad un qualche Essere divino superiore; ci
sono poi molti che non cre-dono pi a niente, mentre la parte pi
colta costituita da platonici, socratici emolto spesso da
aristotelici. 9. Per, quei sacerdoti che ti hanno dato le
informazioni sul conto del PON-TIFEX MAXIMUS spesso sono in parte,
nella loro specie, davvero tanto stoltiche credono realmente,
parola per parola, a tutto quello che viene loro dato adintendere.
Ma non di rado si tratta invece di raffinati volponi che di fronte
alpopolo fanno un chiasso indiavolato e, a sentir loro, parrebbe
come se essi fos-sero a tu per tu con gli di e che giornalmente
facessero con loro la partita ascacchi secondo luso persiano! Ma in
loro stessi non credono invece a niente,ad eccezione delle massime
di Epicuro che suonano allincirca cos: EDE,BIBE, LUDE! POST MORTEM
NULLA VOLUPTAS; MORS ENIM ESTRERUM LINEA (Mangia, bevi, gioca! Dopo
la morte non c divertimento;la morte la fine delle cose!). 10. Se
tu dunque, o mia dilettissima Giara, che per la tua et sei
meraviglio-samente saggia, volessi farti unopinione di noi
basandola sullimpressione cheti hanno fatto i due sottosacerdoti,
in verit ci faresti un grande torto! Infatti,noi romani siamo
precisamente cos come ti ho esposto adesso; ogni altra ver-sione
non pu essere che il parto della fantasia di un qualche profano
checonosce le condizioni di Roma altrettanto poco quanto le
conoscevi tu fino aquesto momento, condizioni che invece sono
proprio tali quali io, che sono unco-reggente di Roma, te le ho
rivelate ora. Ma dato che tu queste cose ora leconosci, bisogna
pure che modifichi la tua opinione riguardo a noi romani eche ci
giudichi e che ci tratti con un po pi di indulgenza! Che ne dici?
La miarichiesta equa s o no?28
29. 9. Capitolo La predizione del Signore sul destino di Roma e
di Gerusalemme 1. Risponde Giara: Questo si intende naturalmente da
s! Se le cose stannoevidentemente cos come tu me le hai esposte ora
con tutta schiettezza, non miresta assolutamente pi da muovervi
alcuna obiezione. In fondo, se la vostravolont buona, nemmeno i
risultati del vostro agire conformemente a talevolont possono
essere cattivi, neanche quando essi non appaiono vantaggiosiagli
occhi del mondo. Io mi lascio ingannare pochissimo dalle apparenze;
sen-nonch io vedo pure che per parte di natura si pu arrivare molto
prima sia aduna qualche buona e onesta volont che, in qualche modo,
alla verit purissi-ma, la quale soltanto attraverso la buona volont
stessa diventa vera luce divita efficacissima. Ora, secondo quanto
tu hai esposto, il buon volere laveteavuto sempre ed
invariabilmente, in generale; e i singoli momenti perturbatorihanno
avuto poco potere, o addirittura nessuno, di mutare la situazione
inqualche maniera. 2. Ma adesso, in aggiunta alla vostra buona
volont, vi viene ancora concessala Luce purissima delleterna verit,
per mezzo della quale la vostra volont, giin origine buona, non pu
non venire illuminata riguardo alle giuste vie ed i verimezzi con
cui giungere certamente ai risultati migliori, ed in queste
condizioni evidente che da voi lecito attendersi solo le cose
migliori! O Signore, benediciTu queste mie semplici parole affinch
esse rimangano per tutti i tempi unaverit permanente! 3. Io dico
allora: S, o Giara, Mia dilettissima, le tue parole saranno
certamen-te benedette, essendo veramente belle e colme di verit! 4.
Roma dovr restare per lungo tempo il luogo di dimora della Mia
Dottrina edella Mia Grazia speciale, e questa grande citt imperiale
dovr raggiungereunet nel mondo alla quale soltanto poche citt
egiziane arriveranno, ed anchequeste saranno in condizioni di
conservazione meno buone di Roma. I nemiciesterni non potranno mai
arrecare gravi danni a questa citt, e quando anche inessa vi
saranno dei danni, essi andranno attribuiti unicamente al tempo ed
aipochi nemici interni! 5. Purtroppo, in avvenire anche in questa
citt dominante accadr che la MiaDottrina trapasser ad una specie di
idolatria; e ciononostante la Mia Parola ecomunque il senso
migliore dei costumi della vita vi si manterranno in generale. 6.
In tempi proprio molto lontani anche lo Spirito di questa Mia
Dottrina si farmolto debole; e lumanit si trover soltanto a dover
mordere la buccia pi este-riore, e riterr che questultima sia il
pane spirituale della vita. Sennonch allorasapr ben Io escogitare i
giusti mezzi per ricondurla gradatamente sulla retta via;e per
quanta fornicazione e per quanto adulterio verranno trovati fra le
sue mura,a tempo opportuno Io sapr purificarla di nuovo! 29
30. 7. Del resto essa rimarr sempre unannunciatrice dellamore,
dellumilt edella pazienza, per la qual cosa molto le verr perdonato
in ogni tempo mediantei discepoli, ed i grandi della Terra le si
schiereranno ripetutamente intorno persentire dalla sua bocca le
parole della loro salvezza. 8. Ma in generale su questa Terra nulla
si manterr mai proprio del tutto puroper un tempo assai lungo; e
per conseguenza neanche la Mia Parola. Per adogni modo a Roma la
Mia Parola si conserver, come una reliquia storica, pipura che non
altrove e questo per gli scopi della vita! 9. Questa assicurazione
ora Io la do qui a te, o Cirenio, amico Mio carissimo, equesta sia
nello stesso tempo una vera e piena benedizione delle parole
quantomai belle e veritiere della nostra dilettissima Giara! 10. Un
millennio dopo laltro ti dimostrer e dir che questa Mia
enunciazionerispetto alla durata e alla dignit di Roma trover pieno
adempimento! 11. Gerusalemme invece verr distrutta in modo tale che
gi entro non moltotempo, a calcolare da questo attuale, nessuno
sapr pi dove essa esisteva untempo. Lumanit futura edificher pure
in questi paraggi unaltra piccola cittche porter lo stesso nome, ma
laspetto e il luogo non saranno pi quelli, e per-fino questa
piccola cittadella dovr attendersi molti mali da parte di nemici
ester-ni, e rester in perpetuo minima e insignificante e sar un
covo di gentagliadogni risma la quale trarr una misera esistenza
dal muschio crescente sullerocce che gi ora sono in quel posto. 12.
Oh, certo era Mia intenzione fare dellantica citt di Dio la prima
citt dellaTerra, ma essa non Mi ha riconosciuto e Mi ha accolto
come si accoglie un ladroed un assassino! Ed anche perci essa
decadr per sempre, e non risorger maipi dalle rovine della ben
meritata maledizione antica; maledizione che essa stes-sa si
preparata e che ha proferito con la sua stessa bocca! Ed ora dimmi,
o Miadilettissima Giara, sei soddisfatta di questa Mia Benedizione?
13. E Giara, commossa fino alle lacrime, risponde: Oh, Signore, o
unico amoremio! E chi mai potrebbe non essere contento di quello
che Tu, o Signore, vai pro-nunciando, e particolarmente poi di una
simile grande promessa che si estende adepoche tanto lontane? Anche
il mio nobile e caro Cirenio mi sembra che ne siarimasto altamente
soddisfatto, e non meno di lui lo pure Cornelio, e Fausto, equi il
nostro Giulio. Se poi coloro, tra i figli di Gerusalemme, che
siedono in que-sto momento anche ad altre mense intorno a noi, e
sono parecchi, saranno altret-tanto contenti delle Tue promesse
rispetto a Gerusalemme, ebbene, questa misembra che sia una
questione del tutto differente, perch dalle loro facce non
tra-spare quella letizia che si pu invece leggere sulle facce dei
romani 14. Dopo questa osservazione perfettamente giusta, alcuni
che erano diGerusalemme si alzarono e dissero: Non si dovrebbe
certo augurare la rovinaalla propria patria, a meno che essa non
fosse diventata un ricettacolo di ladrie di birbanti, ma, se
accaduto, conviene che neppure essa venga risparmiata!30
31. I posteri - senza paura di commettere un peccato - hanno il
diritto di distruggerlacon le proprie mani sopra i capi degli
scellerati che ancora vi dimorano, e di can-cellarne ogni traccia
per sempre. 15. Ma se Gerusalemme, secondo quanto ci precisamente
noto, oggigiornonon altro che un perfetto covo di assassini, perch
noi dovremmo rattristarci seil Signore ha deliberato di dare a
questo perfido covo, come certo anche dar, laricompensa da lungo
tempo meritata? Il lato veramente triste della cosa sta nelfatto
che questa citt, cui venne conferita tanta Grazia da parte di Dio,
nonostan-te tutte le ammonizioni sia arrivata per la terza volta al
punto di dover venirepunita nel modo il pi rigoroso per la stessa
mano di Dio! Ma la Sua ben notaTolleranza e la Sua Pazienza sono
una prova sicurissima di quanto una similecitt si sia resa senza
dubbio meritevole del pi aspro castigo, e per conseguenzaessa non
davvero da compiangere minimamente, n degna di cordoglio! 16.
VOLENTI NON FIT INIURIA! (Per chi consenziente non unoffesa! cio
Chi causa del suo male, pianga se stesso!). Se qualcuno, pur
essendogiorno chiarissimo, vuole gettarsi da se stesso in una
fossa, si trover forse qual-cuno disposto a versare lacrime sulla
sua sorte? Certo noi non saremo tra questitali. Per gli autentici
asini e per i buoi stupidissimi non abbiamo mai
sentitomisericordia, specialmente qualora abbiano voluto brillare
dinanzi a tutto ilmondo come i pi alti rappresentanti della
sapienza! Ed ancora e specialmenteloro sono tanto meno degni di
misericordia, in quanto la loro pretesa altissimasapienza, che in
fondo non che la pi rozza asinaggine, ha sempre voluto farsivalere
nella pratica unicamente sotto la forma di svariatissime perfidie e
dellascaltrezza pi raffinata. 17. Certamente, senzaltro giusto che
pure unanima umana inferma sia pidegna di piet del corpo infermo di
una persona ammalata. Ma se succede che adun uomo ammalato, ed
ancora nel pieno possesso della propria ragione, si pre-senti un
medico espertissimo e di indiscussa fama il quale, resosi conto
dellaspecie del male, potrebbe ed anche vorrebbe certissimamente
aiutare lammalato,ma lammalato, invece di accogliere con tutta
gioia il consiglio salutare delmedico, lo fa gettare fuori dalla
porta mediante i suoi servitori, ebbene, - doman-diamo noi - chi
mai potr provare ancora un senso di piet per una simile
animaammalata? Noi no di certo, ma sicuramente neanche nessun altro
dopo di noi!Che un simile animale duomo venga pure colpito dalla
malattia pi atroce e ter-ribile; solo in seguito alle proprie
sofferenze riconoscer in che modo stolto egliavr agito facendo
gettare fuori dalla propria casa il pi abile fra i medici! 18. La
stoltezza di per s merita compassione, perch uno stolto non ha
colpa setale rimasto gi dalla culla; sennonch esiste unaltra razza
di uomini - costituitadalla maggioranza degli alti sacerdoti, dei
farisei e degli scribi - che non sonostolti, ma fingono di esserlo
per poter servirsi, con facilit tanto maggiore, ai lorofini
ignominiosi ed egoistici della misera umanit da loro stessi resa
stolta! Questi 31
32. tali non sono delle anime ammalate, ma sono invece dei lupi
sani e vigorosi tra-vestiti da pecore, e non meritano altro che di
venire fatti bersaglio degli strali piacuti perch in un caso simile
qualsiasi piet sarebbe una rozza stoltezza da partedi un qualche
cuore umano. 19. A chi mai, su tutto il mondo intero, potrebbe
venire in mente di rimpiange-re che la notte venga annientata dal
sole nascente? O quale sar il pazzo che sivorr rattristare per un
noioso inverno che ha fatto posto alla primavera, o per unfurioso
uragano che cessato, oppure per una pestilenza scomparsa, o per
delleannate cattive che non si rinnovano pi? Ma noi crediamo perci
che sarebbeuna stoltezza ancora molto maggiore rattristarci mentre
il Signore intenzionatoa concederci quanto prima la massima fra le
Sue grazie. Certamente, infinita-mente doloroso che Gerusalemme non
voglia riconoscere ed accogliere la pivivida luce dello spirito,
perch questo non vuol dire altro se non di avere incor-porato in se
stessi il Satana del mondo! Ma stando cos le cose, piova pure
fuocoe zolfo dal cielo! Sodoma e Gomorra gi da lungo tempo riposano
in fondo alMar Morto; ed ora, chi mai vorr compiangere quegli
scellerati? Cos neppureGerusalemme sar compianta! 20. E tu, o
soavissima Giara, nellesprimere la tua opinione a nostro riguardo
tisei alquanto ingannata anche qui! Vedi, lapparenza non sempre un
riflesso dellaverit, e talvolta essa ci induce in errore! Non pensi
pure tu che le cose stannocos e che probabilmente staranno cos per
sempre? Ci dai ragione o torto? 21. Esclama Giara: Ma Signore, o
amore mio, perch mi deve dunque ac-cadere che non sono capace di
giudicare mai rettamente gli uomini, e invece solofalsamente?
Questa una cosa che mi fa davvero rabbia! Prima mi toccatoun
rimprovero, certamente dolce, da parte di Cirenio; ora per il
rimproveromi viene da pi parti! Essi hanno tutti ragione, mentre io
sola evidentemente hotorto, perch secondo verit la ragione dalla
loro e non dalla mia. O Signore!Concedimi un po pi di accortezza
affinch non debba trovarmi sempre maledopo aver espresso un
giudizio!. 10. Capitolo Un Vangelo per il sesso femminile 1.
Di