ARNA LD O DA VILLANOVA
IL LIBRO DEL PERFETTO
MAGISTERO
Prima Traduzione Italiana Com m entata
SeaR Edizioni
ARNALDO DA VILLANOVA
IL LIBRO DEL PERFETTO
MAGISTERO
Prima Traduzione Italiana Com m entata
SeaR Edizioni - MOVILXXXVI
Versione dal latino a cura del C.S.E. (Centro Studi Esoterici)
© I9H6 hy SeaR E d izio n i s.n.c.P.zza L. S pallanzan i. 9 - S can d ian o 42019 R .E. P rin tcd in ltaly
ARNALDI de VILLANOVA
LIBER PERFECTI MAGISTERII
Flos Florum, Thesaurus omnium incomparabilis e Margarita
INDICE
Prefazione......................................................................................pag. 13Introduzione................................................................................ ” 23Libro del Perfetto MagisteroCapitolo I..................................................................................... ” 37Capitolo II..................................................................................... " 49Capitolo III..................................................................................... ” 57Conclusione................................................................................... ” 73
AppendiceI - Biografia del M aestro A rnaldo.......................................... ” 77
II - La Tavola di Sm eraldo....................................................... ” 85Bibliografia..................................................................................... ” 87
P R E F A Z IO N E
Il presente testo, fa seguito alla pubblicazione dell’
"Epistola” di Arnaldo da Villanova e vuole essere
un ulteriore contributo allo studio ed alla compren
sione delle opere di questo grande M aestro d ’Arte
Regia. Nelle nostre intenzioni, non vi è quella di
una rivisitazione dell’Alchimia in chiave moderna,
ma, semmai, quella di una riconferma e rivalutazio
ne di questa Scienza dello Spirito. Il suo gergo oscu
ro e spesso involuto, non deve scoraggiare i sinceri
ricercatori della Verità, in quanto, esso si giustifica
con la necessità, sempre attuale, di allontanare i cu
riosi e, con quella antica, di evitare l ’interferenza o
le reazioni del clero, ed in particolar modo dell’In
quisizione, o di potenti, troppo interessati alle appli-!
cazioni più materiali, per non dire venali, di tale
Scienza. Non ci interesseremo tuttavia di tali que
stioni, poiché il nostro interesse non va alle possibili
applicazioni materiali di questa Scienza, nè alle
contingenze del periodo storico in cui raggiunse il
suo m assim o sviluppo; ciò che a noi interessa, è la
sua realtà di "m ezzo spirituale” o ”via realizzativa”
per la trasformazione dell’uomo.
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
I l linguaggio chimico-metallurgico di cui gli alchi
misti si servivano, non aveva infatti altro scopo se
non quello di adombrare procedimenti del tutto inte
riori e spirituali1 e, se anche l ’incomprensione più
totale circonda oggi l ’Alchimia, non sarà tuttavia
tale mancanza di comprensione a dim inuirne il
valore2.
Appartenente al gruppo delle scienze ermetiche, l ’A l
chimia, conosciuta anche come scienza delle Bilance
o Arte Regia, passò da ll’antico Egitto ai greci ed ai
latini e, dopo alterne vicende, conobbe nel Medioevo,
grazie agli arabi, il suo periodo di maggiore diffu
sione. Uno degli appellativi dati dagli arabi a ll’A l
1 - Si veda, in m erito , la prefazione e l’in tro d u z io n e al lib ro di A rn a ld o daV illanova: L ettera s u l l ’A lch im ia a l R e di N apoli, Sear E d iz ion i, 1986.
2 - T ra la sc ian d o le d ivagazioni o ccu ltistiche e gli in u tili sp ro loqu i accadem ic i,u n o dei p och i testi suH’A lch im ia, che m erita di essere le tto con a tte n z io ne, è q u e llo di Ju liu s Evola - L a T ra d iz io n e E rm etica , R om a, 1971.
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P R E F A Z IO N E
chimia era (ed è): al-Kimya as-sa’ dah, il cui signifi
cato letterale è: - alchim ia della beatitudine - 3; ciò
dimostra, se fosse ancora necessario, il carattere spi
rituale di questo procedimento endògeno’ i cui difetti
(in riferimento alle correnti occidentali di tale scien
za), sono, l ’essersi distaccata dalla Dottrina M etafi
sica, per ciò che riguarda il suo ricollegamento ai
Princìpi, ed il venir meno della base religiosa, per
quanto riguarda il suo supporto4. Non la riguardano
invece gli appellativi di ’falsa scienza” e ”chimica
infantile”, ad essa applicati dalla ”cultura ufficiale”,
che, veramente am m alata di infantilismo, per non
dire di prim itivism o intellettuale, entra in agitazione
ogni qualvolta il suo m onopolio venga messo in
discussione.
Uno dei tanti casi, che possono fornire un interes
sante esem pio di incom prensione ”accadem ica”
3 - Si veda, riguardo a ll’a lch im ia a raba , q u a n to r ip o rta to in: - L ’In se g n a m e n to Esoterico dell'IsIam . Sear E d iz ion i, 1985, pp . 36-37.
4 - Si tenga p resen te , che la base religiosa necessita in p a rtic o la r m o d o a chisegue la via "u m id a ” .
* c l C . . j A s e t , o i c h a n w ' u t s
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G I S T E R O
dell’Alchimia, è quello di Cari Gustav Jung, il quale,
pur essendosi occupato di tale scienza nelle sue ver
sioni europee ed arabe, nonché cinesis, è riuscito
solo a trarne e a darne u n ’imm agine completamente
distorta.
È divertente notare che lo Jung non riesce a farsi
nessuna idea delle sostanze elencate dagli alchimisti,
né della progressione operativa; per quanto riguarda
poi la materia prim a (cioè il M ercurio o Spirito),
fornisce ben ventotto termini che a suo parere sareb
bero sinonimi e cita il Lexicon di Rulan che ne ri
porterebbe addirittura cinquanta6; per lui, lo Zolfo,
il Mercurio, il Sale etc.. divengono tutti una sola in
distinguibile m ateria prima. Altrove1, dice che il
Mercurio è la prim a materia, il caput corvi, la ni-
gredo, confondendo tranquillamente una sostanza
5 - Si veda l ’in tro d u z io n e di C .G . Ju n g al tes to di a lch im ia cinese: Il M isterodel F iore d ’O ro; D as G eheim n is d er G oldenen B iute, Z urigo 1965, trad . it. T o rin o , 1981; ed il suo: Psychologie u n d A lchem ie, O lten 1972, trad . it. P sicologia e A lch im ia , B oringhieri, T o rin o , 1983.
6 - Psicologia e A lch im ia , trad . it. cit. pp . 325-327 .7 - Op. cit. p . 301.
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P R E F A Z IO N E
con uno stato o fase dell’Opera. Dichiarazioni espli
cite di incomprensione, le fa quando dichiara im pre
sa disperata mettere ordine nel caos delle materie o
dei procedimenti*; o quando dice che l ’Opera va im
maginata come una serie di esperimenti con corpi
chimici9.
Non ci sembra il caso di insistervi ulteriormente, j!tuttavia, al fin e di dissipare pesanti distorsioni, vor- j
jremmo precisare che l ’Alchimia non ha niente a che \
vedere con sogni, fantasie, immagini inconsce o l’in
conscio collettivo, e l ’interpretazione psicanalitica
che ne deriva, la dobbiamo definire completamente j
assurda. ^ va* au*»c1,0 . ». TAMUt-'JS . ^
8 - Op. cit. p. 287. Si po treb b e qui r ico rd are q u a n to è sc ritto da l P ernety nelTratta to d e ll’O pera E rm etica (testo in: L es iahles E g yp tien n es e t G reeques dévoiiées, Paris 1758), c irca le o ste n ta te co n trad d iz io n i d e lib era tam en te v o lu te dagli a lch im isti per confóndere" gli igno ra n ti ."Tung7 invéce, a rriva pérsnTo"a'3fre~cKe gli àTchfmTsti n o n si cap iv an o n em m en o tra di loro.C irca il linguaggio degli a lch im isti, cfr. il L ibro d i A rte fio in B ib lio thèque des P hilosophes C h im iq u es Paris. 1741, dove senza tro p p i riguardi è sc ritto : ” P overo asino , sarai così sciocco credere ch e m^i ti r ive liam o aper- ] tam en te jT p T u g rande deT m is te n ?7’.
9 - Ibid. N ei sette cap ito li dì E rm ete è scritto ; - Ecco, io vi rivelo ciò che èsta to nascosto: l’O p era è con voi ed in voi; tro v an d o la in voi stessi, ove essa è c o n tin u am en te , voi l’avete a n ch e d o v u n q u e siate , in te rra o in m are -. (C ita to da J. Evola, / Sagg i d i B ilychnis. Ar, Padova, 1970 p. 80).
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
La psicologia e la psicanalisi sono infatti fuori stra
da nel loro proprio dominio, quando parlano di liberare V "inconscio” sottovalutandone i contenuti e i
pericoli, e vanno a fare il paio con le teorie liberato
rie (sempre dell’inconscio) dei tanti pseudo-guru
oggi di moda, che altro non propongono se non di
liberare gli inferi microcosmici (cioè la parte oscura, infera, dell’uomo). Il risultato di questa ”liberazio
n e ” si può facilmente immaginare e non è certamente dei più costruttivi.
L ’Alchimia è una scienza Tradizionale10 e come
tale, insegna il dominio e la sublim azione delle fo r
ze inferiori, non insegna, né la loro repressione, né
la loro liberazione". Essendo una Scienza iniziati
ca, dispone di un suo simbolismo, di una dottrina e
di precisi procedimenti operativi i quali tutti occorre
tenere fuori dalla portata di chi non sia per essa
qualificato. Ci dispiace infatti di dover constatare
10 - La n a tu ra d e ll’A lch im ia è defin ita da R ené G u én o n in: La crisi de i m o n do m oderno. R o m a, 1972 pp. 75-76.
1 1 - P rop o n e sem m ai la loro sub lim azione p e r m ezzo di tecn iche ben precise.
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P R E F A Z IO N E
che non sono pochi i presunti esoteristi che parlano
e sparlano di Alchimia, facendo anche valere la loro
appartenenza a questa o a quella organizzazione
iniziatica (in realtà, non iniziatica, ma a dire il vero:
occultistica e pseudo-iniziatica) e facendosi un dove
re, nelle loro opere, di citare Jung come se fosse
u n ’ "autorità”, mostrando quindi quanto siano di
storte e inattendibili le loro ”conoscenze”u e d im o
strando d ’essere, oltre che dei profani, anche degli scimmiottatori.
Basterebbe infatti, per liquidarli, fa r presente che per
Jung i simboli non sono le f ig urazioni sensibili di realtà trascendenti, ma im m agini archetipiche sub
consce, e le loro somiglianze, presso popoli diversi,
in epoche diverse, si spiegherebbero con com uni istinti di rappresentazione", non certo con l ’essere
prefigurazioni di viventi realtà intelligibili.
12 - L ’aspetto " sa ta n ic o ” che la P sicanalisi va ad assum ere q u a n d o vuole"sp ieg a re” il sim bo lism o trad iz io n a le è s ta to ben esem plificato da R ené G u é n o n in: I l regno della q u a n tità e i segn i d e i tem pi, T o rin o , 1969. pp. 277 e ss.
13 - ln tro d . a: I l M istero d e l F iore d ’Oro. Op. cit.
IL LIBRO D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
Il simbolismo poi, si spiegherebbe con il prim itivi
smo sub-razionale, e, sempre secondo Jung, l ’alchimia taoista del ”Fiore d ’O ro”formerebbe un vivissi
mo parallelo con ciò che succede nello sviluppo p s ichico dei suoi pazienti (psicopatici)'*.Sulla base di queste affermazioni, siam o se n z’altro
disposti a credere, che anche lo sviluppo interiore di quegli pseudo-esoteristi che citano Jung come
u n ’autorità, stia in vivissimo parallelo con quello dei pazienti sopraindicati.Invitiamo perciò i sinceri ricercatori, a prendere le
dovute distanze da certo occultismo e pseudo-esoterismo degenere, evitandone le facili suggestioni e le
contam inazioni da cui non sarà facile liberarsi, occupandosi invece di studi p iù severi.
Perciò: Lege, lege, relege. Ora et labora.
Visita Interiora Terrae Rettificando Invenies Occultimi Lapidem. Veram Medicinam.
E.M.
14 - Ibid.
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IN TRO D U ZION E
I N T R O D U Z I O N E
La presente traduzione del Flos Florum, o Libro del
Perfetto Magistero, è stata ottenuta dalla com para
zione di versioni differenti della stessa opera; versio
ni che presentano fra loro notevoli divergenze.
Non è, quindi, la traduzione acritica e letterale di
un solo testo, m a è una specie di opera di restauro
fatta nel tentativo di rendere la nostra versione il
più possibile com pleta e comprensibile. Non ci è
stato possibile agire diversamente, perchè tutti i testi
da noi consultati hanno subito dei tagli e delle ridu
zioni in certe loro parti, ad opera, presumibilmente,
dei vari trascrittori o stam patori e non sempre que
ste operazioni sono riuscite felicemente.
È stato cosi necessario reinserire in certi punti le
parti tolte, al fine di rendere intelligibile il tutto.
Non ci è infatti sembrato il caso di lasciare delle
oscurità inutili che si sarebbero aggiunte a quelle
che un testo simile ha già per sua natura, ed abbia
mo anche cercato di favorire il lettore, correggendo
errori o imprecisioni dovute a probabili refusi tipo
grafici, e cercando, ovunque fosse possibile, di ren
dere nel migliore dei modi certi passaggi involuti,"
CO^>(V\0/ ,w7/t>c^?-o
23
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G I S T E R O
permettendoci una certa libertà di traduzione.
La nostra unica preoccupazione, è stata quella di
conservare e com pletare, ove fosse necessario, il sen
so alchèmico e il simbolismo dell’opera, m entre ci è
stata del tu tto estranea ogni velleità filologica o
accademica.
Questo testo, infatti, pur essendo stato scritto all’in-
circa nel 1300, può ancora oggi fornire utili indica
zioni a coloro che per rara vocazione volessero cal
care la Via dello Spirito. Il suo linguaggio oscuro
può a molti apparire sconcertante, inducendo i più
tiepidi a rinunciare allo sforzo necessario per pene
trare oltre l’allegoria e il simbolo e giungere fino
alla realtà da essi adombrata. Tuttavia, l’utilità di
tale sforzo resta indiscussa e, la prova di ciò, è data
dall’odierno diffondersi di sempre più numerose
contraffazioni delle vie spirituali.
U na conoscenza adeguata, foss’anche solo teorica,
dei procedim enti iniziatici dell’Arte Regia, m ette
rebbe infatti al riparo delle suggestioni occultistiche
e pseudo-iniziatiche in genere, fornendo anche un li
vello ed una dignità superiori, in ragione della
24
IN T R O D U Z I O N E
misura della propria conoscenza in ordine a queste
realtà1. Si tratta infatti di abbandonare il punto di ?
vista materiale, proprio al m ondo delle cose morte, !i
per giungere alla conquista del vivente mondo dello iìspirito, e ci teniamo a sottolineare che non si tra tta j di conquiste fatte nella propria fantasia, ma della
acquisizione di superiori stati dell’essere che portano
con sé modi diversi e oggettivi di percezione e
d ’azione.
Tali superiori possibilità, non sono aperte indistin
tamente a tutti, ma richiedono una speciale qualifi
cazione. Ciò spiega, perchè gli Alchimisti si servisse
ro di un gergo metallurgico talvolta così oscuro da
scoraggiare anche il profano più erudito, ed in effet
ti, tale precauzione non appare superflua, specie se
si considera il notevole num ero di coloro che senza
la m inim a qualificazione si gettarono sui loro scritti
generando il curioso fenomeno dei "soffiatori” .
1 - U n testo a rab o di A lch im ia , così si esprim e: - C hi conosce la nostra sc ien za, p er p o co che sia, è su p e rio re a coloro che si sono d istin ti nelle scienze co m u n i - , T ratta to deI M ercurio O rientale, testo in B erthelo t, L a C h im ie a u m oyen-àge, Paris, 1893.
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O .
L ’uso del gergo metallurgico, si spiega anche con al
t re necessità e, a parte quelle già indicate nella pre
fazione, ci sembra il caso di soffermarci un m om en
to su quella che potremm o definire: analogica.
Occorre tenere presente, che quando si vuole tra
smettere un dato insegnamento a persone che non
ne hanno alcuna conoscenza, uno dei procedimenti
più comuni a cui si può ricorrere per favorire tale
assimilazione, è quello degli esempi e delle sim ilitu
dini.
| Essendo l’Alchimia una scienza spirituale il cui do-i| minio si estende oltre il sensibile, tali accorgimenti
erano e sono tanto più necessari, in quanto essa
deve fornire delle indicazioni che siano di guida e di
orientamento per l’esperienza di stati estracorporei.
I suoi simboli, che debbono essere intesi sub specie
interioritatis,' potranno così avviare alla diretta espe
rienza del sovrasensibile, fornendo i dati necessari
per la giusta pratica.
Ricordiamo perciò agli interessati che, come dicono
gli Alchimisti, - le nostre operazioni non si fanno
■ i Jli . ... jitfo CMflSTSo ^ 0iU-
2 6
I N T R O D U Z I O N E
con le m ani2 -, consigliando anche di non porre
mano a ll’Opera se non si conoscono adeguatamente
le sostanze e i procedimenti*.
Arnaldo infatti, nell’opera che qui presentiam o, si
dilunga nelle prime pagine a chiarire gli svariati er
rori in cui sono incorsi gli insipienti, precisando in
seguito quale sia il giusto modo di procedere. Le ri
petizioni potranno talvolta sembrare eccessive, ma
se si considera che i "soffiatori” e gli pseudo-iniziati
sono al giorno d ’oggi tu tt’altro che scomparsi, vi sa
rebbe semmai da aggiornare l’elenco con una nuova
casistica4. Noi, infatti, non neghiamo che l’Alchimia
possa fornire delle applicazioni accessorie, ma ne
neghiamo il valore ai fini di una conquista spirituale
2 - A .J. P em ety , D ictionna ire M ytho -h erm étiq u e , Paris, 1758.3 - N on solo ci si espo rrebbe in fatti ad un fa llim en to quasi certo , m a si co rre
rebbero no tevo li rischi. Si ricordi in o ltre l 'a fferm azione e rm etica secondola q uale : l ’O pera accresce le virtù d e l S agg io e la corruzione d e l perverso.Cfr. J. E vola, L a Trad. E rm ., cit. p. 145A n d reae nelle N o z ze C h im ich e d i C hristian R o se n k re u z , consig lia agli in sicuri, ed a co lo ro che p re ten d o n o tro p p o rispetto alle p ro p rie forze, di an d arse n e e fuggir via p rim a di essere p rovati. C h y m isch e H ochzeiì. S trasburg , trad . it. R o m a, 1975.
4 - N on m an can o , ai nostri g io rn i, i m odern i "so ff ia to ri” che , a rm a ti di a la m b icch i e di un linguaggio pseudo-sc ien tifico e occu ltistico , d iffondono u na p seu d o -a lch im ia e u na pseud o -m ed ic in a a lch em ica raccogliendo un certo n u m ero di proseliti.
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
che non ha bisogno di prendere esempio da procedi
menti manuali per poter essere realizzata5. Quello
che si può apprendere da procedimenti esteriori, lo
! si ritrova già spiegato nelle opere alchem iche, ci si|| può quindi risparmiare del lavoro e della fatica inu-
| tile. Ciò che invece non è spiegato nelle opere al
chemiche, e cioè gli esercizi e le tecniche teurgiche* e
realizzative che di solito vengono trasmesse e inse
gnate per via orale, non verrà certo appreso affumi
candosi gli occhi o bruciandosi le m ani6. È suffi
ciente invece tenere presente la regola dell’analogia,
e, dai testi, si potranno trarre tutte le indicazioni
possibili per applicarsi alla pratica di tale scienza.
Si potrà così comprendere che distillare avrà il si
gnificato di rendere sottile lo spesso, e ciò varrà ad
esempio per le facoltà di percezione.
5 - A fferm ano invece ta le necessità, le co rren ti p seud o -a lch em ich e cui a b b ia m o accen n a to p receden tem en te .
6 - V o lendo sbeffeggiare un poco i m o d ern i p seud o -a lch im is ti si po treb b e c ita re l’O de A lch em ica di C rassellam e, dove è detto : "N on m a i stanch i traete, da co n tin u o carbon f ia m m e incessanti.... Farfalle a ffum ica te , e n o tte, e giorno, s ta te vegliando a ' s to lli fo c h i intorno.... A che f ia m m e ostinate? N on carbon violento o accesi fagg i, p er l ’herm elica p ie tra usano i Saggi". (F ra M a rc a n to n io C rassellam e C h in ese , O de A lch em ica ; testo in O . W irth , L e S y m b o lism e H èrm etique , Paris, 1909).
, -TV-lowA. r (Ut;
a t t ì a c < u £ » .( l£ . « A r P o r » .
28
I N T R O D U Z I O N E
Mondare il M ercurio, significherà detergere dall’ani- 1
ma le passioni e le imperfezioni dell’io. ji
Le parti combustibili (dovute al solfo volgare) saran- !
no così, l’animosità, l’irritabilità, l’istintività, il fuo- i
co passionale etc7... ]
Le parti terrose saranno la superficialità, il cinismo, j
l’ottusità, la pigrizia etc... }
Le umidità superflue, saranno sempre e di nuovo, !
altre imperfezioni e passioni8, come gli attaccam en- j
ti, i sentimentalismi, la tragicità, il pessimismo, la |
depressione etc...
Le dosi corrisponderanno nell’opera interiore alle
quantità di attivo e passivo che dovranno perm ette
re un perfetto equilibrio, poiché, se una eccessiva
dosatura sulfurea im pedirà l’apertura spirituale, un
eccesso mercuriale aprirà verso il sub-cosciente ed il
7 ■ G e b er nella S u m m a P erfectionis M a e iste r ii, M angeti, T o m o I pp . 519 ess. d ice cfie da i co rp i im perfettT"va to lto il Solfò inu tile e la terrestrità im pura , in p re sen za 'H e T q u a lrn ò n e’ possibile*che ta li co rp i n cevàn'ò~IFperle~- z ione. P e r n e ty ,’n JT c .'M ilh o lie rm é t. c il , affe rm a che il solfo es te rn o (l’io) soffoca quelTo In te rn o e~1:nesc51^^6 T n ^T 'cu rI(7 'T è sue im p u rità . G eber, 'S iìm m a 7 (7?^~(Ti^FnÌéTFTFccFTmpè3ìscono la fusione, e tc ...
8 - Si rilevi, ne lla p a ro la passione, il senso negativo di passività.
29
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G I S T E R O
m ondo dei m edium e dei vision ari9. Sarà quindi op
portuno, che la disciplina preparatoria venga porta
ta a fondo con scrupolo, giungendo concretam ente,
e non nella fantasia, ad una superiorità effettiva sul
mondo delle contingenze e ad un reale dom inio di
j sé.i
| Si dovrà anche procedere ad una purificazione del-
| l’orecchio del cuore, facendosi nel sentire Jiberi e
| aperti, non sovrapponendo alle im pressioni i propri
j giudizi, ma lasciando che gli esseri e le cose parlino
| da soli^ esprimendo così la loro vera n a tu ra10.
9 - N o n va d im en tica to che l ’A rte R egia è an ch e c h ia m a ta S c ie n za delle Bilance.
' 10 - Sul cu o re q u a le sede dello S p irito e su lla pu rificaz io n e , si veda: J .G . : ( j ic h te l. ì f ie o jò p fim /V & ;f/cftT ffir97ove~d ice eli so ttra rre ìa v o lo n tà dalla| costellazione esterio re p e r volgersi a D io nel suo C e n tro . D an te , VitaI N ova, II, parla de llo sp irito di v ita che d im o ra nella secre tissim a cam eraì d e lo core. N e lla L ettera di G iovanni F o n ta n o su l Fuoco Filosofico,! R o m a, A tan ò r, è d a ta la seguente co rrisp o n d en za : So le = O ro = Z o lfo =
A n im a = Cuore.Sui co llegam enti tra il cuore, l ’occhio sp ir itua le ed il regno d i D io n e ll’u om o , cfr. L 'In seg n . Es. d e ll'Is lam , cit. cap . 1, pp . 14-17. Cfr. anche: R ené G u én o n , S im b o li della S c ien za Sacra, M ilan o , 1975, p assim . B òhm e in l ’A uro re N aissan te , M ilan o , A rché , 1977, XI: 68 , p. 181, p arla di un lam p o che si sp rig iona n e lla ribo llen te sorgente del cuore; - ”m a is l ’èclair s ’élève d a n s la source bou illo n n a n te du coeur, d a n s la sensib iliza - tion du cerveau, dans laquelle I esprit c o n te m p le " - . E rm ete T rism egisto nei suoi in segnam en ti a T a t, disse: ”Procura d i volere... S o sp e n d i l ’a ttiv ità d e i se n s i d e l corpo, purifica li d a lle M m itazion i della m a ter ia e tu n a scerai in D io ", ferm. T rism ., Tl C ratere della Sa p ien za , R o m a, 1962, p. 129. T u tto q uesto p u ò fare in ten d e re che la jju rif icaz io n e del cuo re _è solo l’in iz io é cKe si p u ò an d are Ben p iù lo n ta n o ...
30
I N T R O D U Z I O N E
Occorrerà anche dominare la tendenza del pensiero
a passare da un argomento^ad un altro secondo gli
impulsi istintivi e le fantasie del momento, dando
ad esso la caratteristica solare propria ad un pensie- |
ro cosciente; fatto, questo, che unitam ente ad una 1Ivolontà pura e assoluta, priva di desiderio e di sfor- j
-- . i r —i i ,
zo, che sapp ia rendersi un _vero atto dello spirito, j
permetterà di costituire un nucleo aureo, la coscien- ?
za di un potere intellettuale centrale, che dovrà sus- j
sistere alle trasformazioni ontologiche ed al venir
meno del supporto corporeo. Ciò, è: il Nostro Oro.
Se poi si ritiene troppo difficile capire che il Solfo è
l’Anima, il Mercurio è lo Spirito", VArsenico è ad
un tem po volontà e virilità spirituale, che YAtanòr è
nello stesso alchimista, che YUovo Filosofico è il
caos iniziale, il vaso e la m ateria p rim a12, che la
11 - Oggi a b itu a lm en te si fa co rrisp o n d ere al M ercu rio l ’A n im a e al Solfo loS p irito , m en tre an ticam en te iTé?m im ''eranc> in vertT tT Pcioé:'M ercurio = Sp m to r S a f o g T f t i im a .'~ 'S rtèng?'presente TTpossiBTTFequivoco nella le ttu ra di vecchi e nuov i testi alchem ici.
12 - L ’uovo co rrisp o n d e an ch e a i rA ta n ò r e n o n occorre m o lto p e r m ettere inrelazione il guscio con" il co rp o , l 'a lF um e (b ianco) con il M ercu rio , e il tu o rlo (rosso) con il Solfo .Sui co llegam en ti tra il V aso erm etico , l’U ovo , l ’A ta n ò r e il G raa l cfr.
, R ené G u én o n , S im b o li della S c ien za Sacra, cit. p. 32 ed in p a rtico la re la n o ta 3; e J. E vola, I l M istero d e l Graal, p. 168 e ss., R o m a, 1972.
\ KjZS'J'Oj-i-cf-U w/tt..' 3 o L fo
31
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G I S T E R O
terra è il corpo, che Vacqua è il m ercurio-spirito,
salvo che indichi u n ’ ” umidità” superflua; che Varia
è il mercurio-ignificato ossia non il m ercurio ordi
nario in rapporto con la terra-corpo, m a quello in
rapporto con il solfo-anima, allora sarà meglio ap
plicarsi con maggior impegno alle opere di Arnaldo
o di Filalete, di Sendivogio o del Trevisano, di G e
ber o di Morieno, o Artefio, o Braccesco; di Flamel
o di Raimondo Lullo, di Zosimo o Basilio Valenti
no, di S. Tommaso, Alberto Magno, Trismosin,
Pernety, Della Riviera, Paracelso e tanti altri, che
con i soli nomi dei Maestri dell’Arte si potrebbe
riempire un libro. Tanti, che seppure questa scienza
non è facile, tuttavia non si può certo dire che sia il
lusoria o impossibile. Si incolpi quindi sé stessi del
l’eventuale incapacità a capire e crescere, o si sap
pia, se tale è il proprio volere, prendere, come
M ithra, il toro per le corna e ricondurlo alla caver
na ove verrà ucciso.
Agli altri, a coloro che preferiscono le pantofole e il
televisore, nonché l’opinare gratuito su cose che non
conoscono, vengano lasciate le consolazioni dom e
32
I N T R O D U Z I O N E
stiche, i romanzi fantastici, gli svaghi che servono
per am m azzare il tempo e la sicurezza di un mondo
creduto esclusivamente materiale. Coloro che non si
sono ancora spenti, sappiano però, che anche nella
migliore ipotesi, il materialismo non è altro che la
filosofia dei morti.
”...la loro cieca vita è tanto bassa che
invidiosi son d’ogni altra sorte.
Fama di loro il mondo esser non lassa
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
(Dante, Inferno III: 47-51)
”Non v’accorgete, voi, che noi siam vermi
nati a formar l’angelica farfalla,
che vola alla giustizia senza schermi?”
(Dante, Purgatorio X , 123-126)
33
A RN A LD O D A VILLANOVA
ILLIBRO DEL PERFETTO
MAGISTERO
CAPITOLO I
appi, o carissimo, che in ogni co
sa creata sotto il Cielo vi sono
quattro elementi, non per vista,
ma per v irtù 1; ed i Filosofi, sotto
il velame della scienza degli ele
menti, hanno rivelata questa Scienza (l’Alchimia).
1 - N on perchè a p p a ia n o alla vista m a u gualm en te p resen ti quali e lem en ti i fo rm ato ri di tu tte le cose c re a te . Le ca ra tte ris tich e o le virtù d i questi L Ì ? m enti, in d iversa m isura e variam en te m esco lati, sono infatti p resenti ov unque; n e ll’uom o, ad esem pio , il ca lo re co rp o re o co rrisp o n d e al Fuoco: le o ssa e tc~ alla le r ra , le lin fe e i liqu id i a ll'A cq u a ; l’ossigeno nel sangue.
~Tà~stessa resp iraz ione etc ... Tanno riferim en to all A ria . L ’uom o poi p e r v ìvere ha bisogno di c a lore=fuoco; o ssi^eno=aria , c ibo= terra . bevande=acqua.
.P er_g^ e lem en ti, in tesi In senso su p e riore'~cfr~Lf». sull'A le, a l R e d i N apo- IT c ìt.. T n tro 3 r* p p 7 ^ 5 ^ 7 7~?i!ncKè*'Agnpp5^7ceTRe'~T\r~ s o n o q u a ttro ele- m enti che fo rm an o la base di tu tte le cose m ateria li; questi e lem enti sono: il fuoco, la te rra , l’acq u a e l’aria; e co n ten g o n o tu tte le cose non per fissio- n e 'm a per trasm u taz io n e e ragg rup p am en to , ed in cui tu tte le cose si riso lvono q u an d o si c o rro m p o n o ” . H .C . A grippa von N ettesheim , D e O cculta P hilosophìa, K ò ln 1533.
37
IL L IB RO D E L P E R F E T T O M A G I S T E R O
Coloro che non ne hanno compreso il senso hanno
operato con sangue, capelli, uova e urina, nonché
con molte altre cose2 e, da esse, hanno estratto in
nanzitutto i quattro elementi, e, con essi, compirono
l’opera, separando prim a per distillazione dalle cose
anzidette l’acqua chiara, poi l’olio dalla superficie
citrina, il quale, dicono contenga fuoco e aria, men
tre sul fondo rimane la terra nera.
Successivamente lavano la terra con l’acqua e la
sbiancano imbevendola, cuocendola e distillando la
sua acqua tante volte finché la terra si fa bianca. In
seguito, rim ettono l’olio preparato col fuoco, imbe
vendo e distillando, finché la detta terra non assorbe
il tutto, cioè l’acqua, l’alio e la tintura, e la loro fan
tasia non sia soddisfatta3.
2 - A tito lo di esem pio si può far p resen te che i l sangue (di D rago) è il M er-curio ; i capelli co rrisp o n d o n o al R ebis; r U o v o T p A ta n ò r (v In trod . n o ta T2) 1 ’l i t T R " t r a c c e caldaTcàTTi e TTe signa il F u o co) è il F uoco filo- soficóTUR-TnfèrWm N'MuraeT.
3 - Scriveva Paracelso: "L ascia te d a parte d igestione, su b lim azione , d is tilla zione , r iverberazione , estraz ione , so luz ione , coagu laz ione , ferm en taz ione , fissazione, s tru m en ti, vetri, co rn u te , tu b i ricurv i, vasi di E rm ete , vasi di te rra , fornelli a soffietto e a riverbero , lasciate m arm i e carbon i; a llo ra so lta n to voi p o tre te u tilm en te ded icarv i aM’A lch im ia” . Paracelso . Scritti a lch em ic i e m agici, Phoen ix , G en o v a , 1981 _P- 89- ’
38
C A P I T O L O I
Successivamente prendono questa Terra, ovvero, cenere, e ne fanno la proiezione sopra un corpo fuso, cioè sopra del rame o altro e non trovano cosa alcu
na perchè il tutto è pura fantasia. E fanno tutto questo secondo quanto i filosofi hanno detto nei loro libri, attenendosi alla lettera. Ed essi sono caduti in errore e non hanno trovato l’entrata.E la causa dei loro errori è che essi non hanno ope- i rato con la giusta materia, poiché è certo che dall’uomo non si genera se non l’uomo, né dal cavallo,
se non il cavallo e, similmente, dagli altri animali non si generano se non cose simili a loro.Essendo dunque queste sostanze così diverse dalla natura dei metalli, è impossibile che da esse si faccia
la generazione dei metalli stessi, perchè i metalli non si generano se non dal proprio seme e, una vol
ta trovato il vero seme dei metalli, abbiamo tutto il M agistero4; ma non si trova in una cosa ciò
4 - Il sem e dei m etalli è il M ercu rio , ossia lo S p irito ; i m eta lli, sono localizzazioni e gradi d iversi de llo stesso S p irito . Ind icano an ch e fasi successive d e ll’O p era e, c o n tam in a ti dal solfo volgare (l’io), p ro d u co n o delle affezioni m eta llich e o lebbra d e i m eta lli; da ta le lebb ra ci si d o v rà liberare p ro v v ed en d o con la ca tarsi a m o n d a re i m etalli.
39
IL LIBRO D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
1 che non può esservi. Allo stesso modo, non vi è del
metallo nei capelli e in altre cose simili. È detto
d ’altronde che il seme e l’origine dei metalli è il
Mercurio, e questo è certo, e tutti i filosofi lo affer
mano, ed anche l’uso della ragione lo insegna, come
mostrerò in seguito.
Ma queste cose anzidette, cioè il sangue, i capelli, le
uova ed altre simili cose, non sono argento vivo;
dunque, da esse è impossibile la generazione ovvero
la trasmutazione dei metalli: non sono infatti queste
cose predette il nostro lapis, quand’anche si usino
come esempi5.
Vi sono poi altri che prendono quattro spiriti, che
vengono nominati, secondo la lettera: solfo, arseni
co, sale ammoniaco e mercurio: e li dicono spiriti,
perchè dal fuoco fuggono e volano in fumo. E pren
dono quésti, in luogo dei quattro elementi, vedendo
5 - La p rec isaz ione ci sem bra esp lic ita ; non p e r n u lla B raccesco d iceva che q uesta D o ttr in a (l’A lch im ia) la p u ò in ten d ere solo co lu i nel q u a le D io in fonde la su a grazia. (G iovann i B raccesco da O rzin u o v i, L a esposilione d i G eber Filosofo, V enezia 1562 p. 7).
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C A P I T O L O I
che i filosofi dicono nei loro libri che la scienza sta
negli spiriti, e li sublimano con una sublimazione
volgare, non filosofica, e li fanno ascendere affinchè
siano di natura aerea; in seguito, li fissano cuocen
doli e calcinandoli, affinchè siano di natura terrea;
poi li solvono affinchè siano di natura acquea e suc
cessivamente li distillano affinchè divengano di na
tura ignea; e questi compongono secondo i libri, alla
lettera, credendo di avere la scienza degli elementi.
Ed un simile composto lo proiettano sopra un corpo
imperfetto e non trovano cosa alcuna. E la causa del
loro errore è una, ed è che questi non sono il seme
dei metalli perfetti o imperfetti, fatta eccezione per
il M ercurio e il Solfo che è il loro coagulo, e da
questa coagulazione non possono attingere i nostri I1elementi. !
ìEssi infatti sono composti dalle virtù della natura in j
un grande lasso di tempo, tale, che la vita um ana
non può durare abbastanza.
Dunque, è impossibile che da essi sia fatta la gene
razione dei metalli o la loro trasmutazione. E la [
causa è che il solfo e l’arsenico in questo fuoco bru-
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
ciano e si riducono in carbone; in che modo dunque
si aspetterà da ciò cosa buona?
Dunque, è cosa manifesta a chi guarda sottilmente
che né queste cose di per sé, né congiunte con corpi,
né miste con olii estratti da uova, sangue, capelli,
urina o altre cose vegetabili, né miste tra di loro,
sono il nostro lapis ovvero la nostra medicina.
Questo, per le ragioni anzidette; poiché nella gene
razione dell’uomo non si mescola cosa alcuna, né
nella generazione dell’anim ale o della pianta, ma
ciò si fa con i suoi propri semi. Perciò il nostro M a
gistero non ha bisogno di alcuna mescolanza estra
nea.
Vi sono anche coloro che credono di trovare la
scienza nei sali o negli allumi e li solvono, calcina
no, coagulano, fondono e preparano; altri fanno per
sé medesimi la proiezione sopra corpi imperfetti; al
tri ancora li mescolano assieme con gli spiriti e con
corpi preparati, m a nella proiezione non trovano
nulla e la causa dei loro errori è simile a quelle pre
cedenti. Vi sono poi altri che credono di ricavare la
M edicina dai soli metalli e li preparano calcinando,
42
C A P I T O L O I
solvendo, congelando, e poi li proiettano sopra un
corpo, ma anch’essi sono ingannati; ed il loro errore
è che non hanno tolto dal principio il seme dei m e
talli, ma hanno preso il corpo così com ’è nella sua
natura.
Coloro che intuiscono più sottilm ente, hanno consi
derato il M ercurio il p rincipio dei metalli, e la loro
origine nel calore cocente del Solfo; sublim arono at
traverso il M ercurio poi fissarono, dissolsero e con
gelarono; infine, proiettarono, e non trovarono nu l
la. E la causa del loro errore è, che il seme maschile
non giova né da frutto, se non si mette nella matrice
femminile.
Così anche il M ercurio, che è il seme, non giova se
non si mette nella matrice dei corpi affinchè sia nu
trito e maturi.
Alcuni l’hanno mischiato col corpo amalgamandolo
e l’hanno lavato tanto tem po con acqua dolce che
infine ne è derivato un corpo mondo, ed hanno cot
to sino alla fine credendo che l’argento vivo si m e
scoli con tale corpo, m a non hanno ottenuta cosa
alcuna perchè hanno trovato un corpo immondo ed
43
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
il Mercurio è svanito.
E la causa del loro errore, è che il seme non si con
giunge con il corpo se non mediante la Luna, per
chè l’A nim a è il mediatore tra lo Spirito e il corpo e
li congiunge tra loro.
L ’Anima è il fermento; infatti, così come l’Anima
vivifica il corpo dell’uomo, così il fermento vivifica
il corpo m orto e totalm ente alterato dalla sua natu
ra; onde l’A nim a ottiene il principato esercitando le
sue virtù.
Circa poi il ferm ento, si dirà più sotto cosa esso
sia.
Alcuni mischiarono i corpi imperfetti con i corpi
perfetti e li esaminarono credendo che quello che è
buono e puro nei corpi imperfetti rimanga con i
perfetti, e i residui invece svaniscano. M a non ve
dendo tali cose, perchè sono illusi, vengono ad essi
cattivi pensieri.
La causa del loro errore, è che ciò che corrompe i
corpi imperfetti ne impedisce il perfezionam ento.
Qui bisognerebbe avere una doppia virtù; una pri-
ma che separasse la terra sulfurea che arde nel
44
C A P I T O L O I
m isto6, ed u n ’altra che convertisse alla sua natura |
quella che è già separata; ma il corpo nella sua cras
sezza non può avere questa virtù.
Tutto questo, lo hanno tentato in molti operando in
m odo comune, e anch’io l’ho tentato, e si sono stu
piti disperando della scienza e abbandonando il m a
gistero per debolezza d ’intelletto.
Ma ora, voglio che tu sappia che la m ateria di tutti i jmetalli e il loro seme, è il M ercurio cotto e inspessi- ! ........ . __ jto nel ventre della terra, cuocendolo il calore sulfu- i
reo e generando diversi metalli secondo la varietà \
del Solfo e la sua quantità nella T erra7. La m ateria
di quelli è però essenzialmente la stessa, sono sol
tanto diversi nell’accidente e cioè in maggiore o m i
nore co ttu ra8, ardente o più tem perata e su que-
6 - La te rra su lfu rea è l ’is tin tiv ità ; si veda in m erito q u an to è sc ritto riguardoalle parti co m b u stìb ili n e ll’in trod u z io n e .
7 - V. n o ta 48 - I m etalli h an n o co rrisp o n d en za con i p ian e ti, ed an ch e con i c h ak ra dello
yoga. In T heosophia Practica in tro d . X III, J .G . G ich te l dice che D io in trodusse il suo spirilo in tu tti i Centri, e nelle tavo le che illu strano il libro , ta li cen tri sono raffigurati con ch iarezza; in p a rtico la re la tav . I m o stra tu tti i sette cen tri (chakra) con anche il loro con trassegno p lanetario . G ich te l, 1:9 fa riferim en to ad un se ttenario in ferio re (gli stessi cen tri in sta-
45
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
sto convengono tutti i Filosofi e questo ancora più
apertamente io ti dichiaro, poiché è cosa certa che
tutto è di quella natura nella quale si risolve.
Per esempio, il ghiaccio, ovvero la neve, si trasfor
ma in acqua mediante il calore, quindi è stata prim a
acqua che neve o ghiaccio; perciò, poiché tutti i m e
talli si convertono in argento vivo debbono in prece
denza essere stati argento vivo. Il modo di trasfor
marli in detto argento vivo lo mostrerò più sotto.
Presupposto poi che il metallo si possa risolvere in
argento vivo, viene dissolta l’opinione di coloro che
affermano che le specie dei metalli non possono es
sere trasmutate; ciò, è vero soltanto se esse non ven
to di im p u rità che possono essere messi in relaz ione con i m eta lli im puri) d icen d o che il d iavo lo , l ’an tico se rpen te , si è ran n icch ia to in queste sette form e ed ha avvelen a to l’an im a. In d ip en d en tem en te d a ll’in te rp re taz io n e m oralegg ian te di questo g rande eso teris ta cris tian o le convergenze sono ev iden ti, e m o stran o co m e l’A lch im ia sia ben a ltro che u n a ch im ica in fan tile com e vogliono i dotti ignoranti. P er un co n fro n to tra il testo c ita to e i ch ak ra dello yoga, si veda: - A rth u r A valon (Jh o n n W oodroffe) The S erp en t Power, L ondon , 1919; trad . it. I l P o tere d e l Serpente, R om a, 1968; Sw am i S ivananda, K u n d a lin i Yoga, R o m a 1981; Ju liu s Evola, L o Yoga della P o tenza , R o m a 1968; A rvo ed Ea, L a do ttrina esoterica dei centri segreti de l corpo in un m istico cristiano, in In tro d u zio n e alla M ag ia voi. 2", R om a, 1971; Ju le s B oucher, L a S im b o lo g ia M asson ica , R om a 1975, pp. 333 e ss; R en é G u én o n , E tu d e s sur l ’H in d u ism e , Paris, 1966.
46
C A P I T O L O I
gono ridotte alla loro m ateria prim a. Inoltre, il ri
durli alla prim a materia è cosa facile, e lo dim ostre
rò più avanti; dunque: la trasm utazione è facile e
possibile nei metalli, ed allo stesso m odo io ti dim o
stro che è anche possibile la m oltiplicazione di que
sti, perchè ogni cosa che nasce e cresce si moltiplica, i
come si vede nelle piante e negli alberi, poiché da
un grano se ne fanno mille e da un albero procedo
no tanti rami, dai frutti dei quali ne deriveranno al
tri in quantità indefinita, crescendo così il loro nu-i
mero e moltiplicandosi.
Ora, poiché i metalli nascono nella terra e in essa
crescono, è dunque possibile il loro aum ento e la
loro moltiplicazione indefinita.
Io ti ho dunque mostrato, se tu hai capito le cose
che ho detto, gli errori di tutti coloro che operano
in modo comune, unitam ente alle loro cause. Ho
anche affermato ciò che è invece vero, con dim o
strazione chiara ed evidente.
Adesso, con l’aiuto di Dio, passiamo alla pratica.
CA PITO LO II
Se vogliamo pervenire al Perfetto Magistero, occorre !
innanzi tutto che abbiamo un lapis filosofico puro e
mondo, preso così com ’è nella sua m iniera senza ag
giunte o sottrazioni, e che lo sublim iam o e da esso
estraiamo ciò che è puro e chiaro, facendolo poi ■
scendere, distillare, calcinare, sciogliere, congelare,
fissare e incerare.
Questa, è tu tta la pratica e la riduzione alla m ateria
prima, ed in altro modo non si fa né la generazione
né la moltiplicazione. Presta quindi attenzione a
quanto abbiam o scritto.
Ti dico infatti, o carissimo, che innanzi tutto biso
gna ridurre i corpi alla loro m ateria p rim a1, affinchè
1 - N ella V érilable A lch im ie des R o se -C ro ix è sc ritto ch e ” 11 fo n d am en to di q u es t’A rtc , co h s is té 'r iè l r id u rre i corpora in A rg en tu m V ivu m ". (E stratto in Sédir, S toria e d o ttrine d e i R osa-C roce. R om a, 1971).G . Postel, A bsco n d ito ru m Clavis, 1646, XV: 3 scrive: ” ... analo g am en te in ogni cosa la m ateria e la fo rm a sono am algam ate nello stesso c o m p o sto ...” ; si tra tte reb b e perc iò di ritrovare nello spirito le loro vere p ro p rie tà .
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
si faccia la generazione e la moltiplicazione.
Presta quindi attenzione a ciò che ti descrivo.
Prendi una libbra di rame in lim atura m onda e m e
scolala con quattro libbre di m ercurio2; trita nel
m ortaio con poco sale e aceto finché si amalgamino
assieme.
Quando il rame sarà ben congiunto, aggiungi acqua
di vita in buona quantità, e cioè, dodici parti di
questa acqua di vita, così che, se la massa sarà di
una libbra, l’acqua di vita sarà dodici libbre. Poni il
tutto in un orinale e mettilo sopra un debole fuoco
di cenere lentissimo, che stia sotto di esso per un
giorno naturale.
Dopo, lascialo raffreddare e quando sarà freddo,
cola la tua acqua e tutte le cose che sono in essa con
un panno di lino, affinchè esca e passi per il panno
quello che sarà disciolto, mentre ciò che è solo
2 - l pesi, n e ll’O p e ra in terio re , d eb b o n o essere in tesi se m p licem en te com e p ro p o rz io n e eq u ilib ra ta tra le co m p o n en ti d e ll’essere. A rn a ld o nella "L e ttera s u l l ’A lc h ìm ia a l R e d i N a p o li" op. cit. p. 39 dice: "I filosofi m isero nelle loro opere m o lte cose e m olti vasi e pesi... ciò fecero per accecare gli igno ran ti e per d ich ia ra re solo agli in telligen ti il loro O p u s” .
C A P I T O L O II
ram m ollito non passerà per il filtro; uscirà quindi
solo ciò che potrà passare e che poi dovrà essere
messo da parte, m entre quello che è rimasto nel
panno verrà rimesso u n ’altra volta sul fuoco, con
nuova acqua, dentro il vaso suddetto3. Qui dovrà re
stare un giorno e una notte come già è stato fatto e
verrà poi colato nel modo indicato più sopra. Tutto
questo dovrà essere fatto più volte, finché il tutto
non sarà ritornato a ll’acqua, cioè alla m ateria prim a
che è il M ercurio4.
U na volta che questo sia stato fatto, prendi il tutto,
ponilo in un vaso di vetro e m ettilo a cuocere a fuo
co lento fino a che vedrai nella superfìcie una nerez
za5 apparente, la quale rimuoverai più sottilmen
3 - Si accen n a qui a r ip e tu te pu rificaz ion i de lla m ateria , al fine di togliere daessa tu tte le im p u rità p e r po te r po i opera re la cong iu n z io n e erm etica . Nei testi si avverte che se la pu rificaz io n e non sarà co m p le ta l ’O p era abo rtirà . V . In trod . n o ta 3. C om e l’op era al nero è m essa in re laz ione con la d iscesa agli inferi, la p u rificaz ione è in relazione con il P u rga to rio , dove lo S p irito si pu rg a p e r po ter a scendere u lterio rm en te ; tu tto q u es to p u ò fo rn ire ai p iù v o lon terosi a ltro m ate ria le di stud io . D an te nel P u rga to rio I: 3-6 d ice ;” ... e can te rò di quel secondo regno dove l 'u m a n o sp irito si pu rga e di sa lire al ciel d iven ta deg n o ” .
4 - R iduzione alla m ate ria p rim a .5 - È la m ortificaz ione o nigredo.
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
te che ti sarà possibile e ripeterai l’operazione cuo
cendo e togliendo la nerezza dalla superficie, fino a
che non appaia più nerezza alcuna e l’acqua rim an
ga chiara.
Avrai così i due principali elementi: l’Acqua e la
Terra6.
In seguito, prendi codesta terra e la nerezza che hai
raccolto e mettila in un vaso di vetro versando so
pra di essa la predetta acqua finché non la somm er
ga. Cuoci poi a fuoco lento per quattro giorni, ed
ancora, dopo di ciò, aggiungi acqua e cuoci, conti
nuando così sino a che la terra non divenga bianca e
chiara.
Questo è ciò che dissero i Filosofi:
6 - L ’esp erien za della te rra , o p ie tra n era , la si r itro v a d escritta in vari testi. Cfr. T . C am p an e lla , L a pra ttica d ell'esta si filosofica. O pere, voi. I” 1854; lo stesso testo si r itro v a in A rtu ro R eghin i, L e paro le sacre e d i passo, R o m a 1968; n e ll’A rch iv io d e l l ’U nicorno n" 2, M ilan o 1976; ln trod . alla m agia , cit. voi. II p. 43. Z o lla , / m istic i dell'occiden te voi V° pp . 146-147. N el testo è sp iegata la discesa nel s ilen z io e il sentirsi ”co m e se fu s s i una p ia n ta o p ie tra n a t u r a l e q uesta è la p rim a p a rte d e ll’esperienza che p o r ta in iz ia lm en te ad u n a so lid ità nera , po i, si p rosegue verso il bianco. In m erito , si veda; L uce, L a concen tra zio n e e il s ilen zio in Int. alla M agia , cit. voi. I pp . 32-33. Sem pre su questa fase d e ll’O p era cfr. J. E vola, Trad. E rm . p. 121; ed anche, F ila le te , In tro itu s apertus a d occlusum R eg is Pala- liu m , cap . X X .
5 2
C A P I T O L O li
- Questa Terra con l’acqua si putrefà e viene m on
data, e quando sarà m ondata, con l’aiuto di Dio
condurrete a buon fine tutto il M agistero7
Questa terra, essendo m ondata e chiarificata, ovvero
sbiancata come si è detto m ediante l’acqua, con
quest’acqua, tram ite il calore, sarà coagulata e in
spessita8.
7 - Ci si p u ò q u i rico llegare a q u a n to scrissero i filosofi e rm etic i, e cioè: -m o n d a te il la tto n e (terra nera) e b ru c ia te i vostri lib ri... cfr. A rtefio , L iber Secretus, F ran co fo rte , 1685 p. 96. A ta la n ta F u g ien s di M ichael M aier, O p p en h e im ii 1618, E p ig ram m a XI. K erd an ek de P o rn ik , I l libro d e i X X I I fogli erm etic i 1763, A rcan o X P . Si veda an c h e p iù av an ti nel cap . Ili la n o ta 4.
8 - Il ca lo re , si riferisce al Fuoco F ilosofico. 1 Filosofi e rm etic i d icevano:” C uocete a ll’in izio , cuoce te nel m ezzo , cu o ce te a lla fine” (Socrate, T u rba). N ella Verit. A lchem . des R+C, cit., l ’assiom a X IX afferm a: ” tu t to il m eto d o co m in c ia e finisce in un solo m odo: la c o ttu ra ” . Su q u esto F uo co o s ta to ca lo rico che ha riferim en ti col cu o re e con il sangue, si tro v an o m oltep lic i a ffe rm azion i in tu tti gli au to ri. P aracelso nel C ielo d e i F ilosofi (testo in Scritti a lchem . e m ag. cit.), d ice che ” il fuoco, con il suo ca lo re genera la v ita ” . P o n tan o , Leti, su l fu o c o filo s. cit., lo defin isce fu o c o u m id o necessario p e r tu tte le op eraz io n i a lchem iche. A n ch e nelle trad iz io n i o rien ta li non m a n can o i r iferim en ti in m erito ; nel B uddhism o T ib e ta n o si p a r la di un ca lo re psich ico (g tu m -m o ) che è il cu o re dello "Y oga del fuoco in te r io re ” p e rm e tte n d o la pu rificaz io n e degli e lem en ti e l ’esperienza dei C en tri so ttili. Cfr. L am a A nagarika G o v in d a , I F o n d a m en ti d e l M istic ism o T ibetano, R o m a, 1972 pp . 156 e ss.; ed anch e , E vans-W enz, L o Yoga Tibetano, R o m a 1973; D avid N eel, M istic i e M a g h i d e l Tibet, R om a 1965, p a ssim . N el T ao ism o si p a rla di vari tip i di fuoco necessari p e r u n ire lo ya n g con lo yin. il Sole con la L una e del fo rnello in te rio re che si usa n e ll’o p era , (ì’A ta n ò r degli a lch im isti occiden ta li), m o stran d o la perfe tta c o n co rd an za con la p ra tica a lchem ica di a ltre trad iz io n i d ’ogni tem p o e luogo. Cfr. Lu K ’U an Y u, L o Yoga d e l Tao, R om a 1976 cap . V, ed a n che: C h a o Pi C h ’en , Tratta to d i A lch im ia e d i F isiologia Taoista , R om a, 1981 ; Lii T zu , I l M istero d e l F iore d 'O ro, R om a 1971, passim .
53
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
Dovrai poi cuocere con fuoco forte questa terra coa
gulata e inspessita con la sua acqua, m a non si do
vrà aggiungere altra acqua. Cuocerai in una cucurbi
ta vitrea cui verrà sovrapposto un alambicco di ve
tro, fino a che tutto ciò che vi sarà di acqueo ascen
da al lambicco e la terra resti calcinata9.
Prendi poi del fermento che sia della specie che
vuoi, la quarta parte; perciò, se sarà una libbra di
corpo perfetto, prendi tre once di fermento.
Invero, il fermento dell’oro è oro, e il fermento del
l’argento è argento; e questo fermento si discioglie e
fermenta con la terra, così come è fatto di terra; nel
lo stesso modo è preparato con ordine e con essa è
congiunto. Imbevi poi con la predetta acqua e fa
cuocere per tre giorni o più. Fatto questo , imbevi
ancora con la sua acqua e fa cuocere come prim a,
replicando tante volte finché questi due si riducano
9 - N ella Ver. Ale. des R+C, cit. è detto : ”C iò che è grosso lano e denso , deve essere reso so ttile e fine con la ca lc inazione . Q u esta è u n ’o p e raz io n e assai faticosa e m o lto len ta po ich é è necessaria p e r s trap p a re la rad ice stessa del m a le ....”
54
C A P I T O L O II
in uno; ciò saprai, quando nei medesimi il colore
non varia più.
Allora, sopra di loro infondi l’anzidetta acqua, una
parte dopo l’altra, a poco a poco, fino a che assorbi
rà di essa quanto potrà. Infondi sempre nuova acqua
perchè in questa congiunzione di spirito e di corpo, j
con quelli si mischia l’anim a, affinchè divengano
una stessa cosa, e i corpi si trasm utino nella loro na
tura. Il germe così si congiunge con i suddetti corpi
mondi e puri, mentre prim a non poteva per la loro
natura crassa e im m onda10; ora invece, si congiunge
e in essi cresce e aumenta.
10 - N el S e m ita S em ìta e (Le C h em in d u C hem in) trad . fr. di A lb ert Poisson, A rché , 1974, p. 30 , A rn a ld o rip o rta il parere di A stano che n e lla Turba d ice: " L ’esp rit ne si jo in t au x corps q u e lo rsque ceux-ci on t é té parfa ite- m en t purifiés de leu rs im p u re té s” .
55
CA PITOLO III
Ora ritornerò, carissimo, alle cose dette prim a, ap
plicando singolarmente su di esse le parole dei Filo
sofi antichi che furono esposte in oscure parabole.
Ciò farò in modo tale, che dirai di capire le parole
dei Filosofi attraverso quello che io dico.
La prim a parola, è la riduzione dei corpi in argento
vivo; e questo è_ciò che i Filosofi hanno chiam ato
soluzione, la quale, è il fondamento dell’Arte. È pa
rola dei Filosofi: - Se non solverete i corpi lavorere
te invano -.
Di questa soluzione, ha parlato Parmenide nel libro
della T u rb a1.
Se avessero letto questo libro e l ’avessero compreso,
saprebbero che l’acqua è perm anente2, ma, senza il
1 - T urb a P hìlosophorum , M angeti, B ib iw th eca C hem ica C uriosa, G inev ra ,1702; ed anche; B ib lio th èq u e d es P h ilosophes C him iqties, Parigi, 1741. U n a trad u z io n e d e lla T urba la si r itro v a an ch e nella racco lta di ln trod. alla M agia , cit. voi. II.
2 - L 'acq u a p e rm a n e n te è il p r in c ip io di Vita.
57
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
suo corpo col quale è congiunta e fatta una cosa
sola, non potrebbe esserlo. Non dunque l’acqua dei
corpi dei Filosofi in nuvola, m a la conversione di
essi in acqua, dalla quale furono creati, ossia l’ar
gento vivo, che si converte col gelo in acqua lim pi
d a3 quale fu precedentemente.
Ecco che, per grazia di Dio, tu hai un elemento che
è l’Acqua.
La seconda parola, è che vi sia la Terra. E questo i
filosofi dissero: - D all’im purità dell’acqua si genera
la terra -; perchè le fecce dell’acqua che rimangono
nel fondo del vaso i Filosofi le hanno chiamate Ter
ra. Così dunque hai, secondo altri, l’elemento che si
chiam a Terra.
La terza parola, è la purificazione della Terra.
Di questa purificazione, il filosofo M orieno dice: -
Questa terra si putrefà con l’acqua e si purifica, e
quando sarà m ondata, tu tto il Magistero, con l’aiuto
3 - Sul gelo e sul gh iacciare le acque cfr. A braxa , C onoscenza delle acque, in In trod . a lla M agia , cit. voi. 1' p. 26; e J. Evola, L a Trad. E rm ., cit. p. 51 e ss.
58
C A P I T O L O 111
di Dio, verrà com piuto4-.
Di questo parlò anche Pheyrer nel libro della Tur- i
ba: - Congiungi il secco con l’um ido, cioè la Terra j
con l’Acqua -. Ecco che hai l’A cqua per se stessa e j~ - * - “ ■ i
la Terra im biancata con l’acqua. !
La quarta parola è: l’acqua può evaporare per distil
lazione o sublimazione, per la quale sublimazione
ovvero ascensione la stessa terra si fa aerea, essendo i
prim a il tu tto inspessito con la terra e coagulato.
E così, hai la Terra, l’Acqua e l’Aria. E questo è ciò
che disse Filete nel libro della Turba: - Il secco !
sbiancato si arde nel fuoco fino a che da lui esce lo
spirito che in esso si trova e che si chiam a cenere
4 - Lo sb ian cam en to della T e rra , che segna la fase della rigenerazione o A lbe- d o , è nei testi descritto com e resu rrez ione , n u o v a nasc ita o p rim a v era che segue il freddo inverno . C ecco d ’A scoli dice: "A llo ra vedrai fuggir la m o rte o b scu ra et r ito rn a r lo Sole lucen te e be llo , con m olti fiori o rn a to in sua figura” (testo in S o n e tti a lchem ici d i Cecco d ’A scoli e fra te E lia, A tan ò r, 1955). D an te , P urgatorio XXX111: 142-145 dice: " lo rito rnai da lla san tissim a o n d a , rifa tto sì com e p ian te novelle rinovella te di novella fronda, p u ro e d isp o sto a sa lir a lle ste lle” . In E zech ie le X X X V I: 25-26 è scritto : ” Vi aspergerò di acq u a p u ra e sarete pu rifica ti da ogni vostra b ru ttu ra .... D arò a voi u n cuore n u o v o e p o rrò in voi u n o sp irito nuovo .... ” . Sarebbe an ch e in teressan te fare delle co nsideraz ion i sul d iluv io b ib lico , il nero c o rvo. la bianca co lom ba e il verde u livo; cosi pu re su lla lo tta di G iacobbe con l'A n g e lo (spirito) p e r tu tta la notte (nero) fino a ll'a lba (b ianco) etc.... Cfr. G enesi XXX11: 23 e ss.; ihid. V ili: 6 e ss.
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IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
d’Hermete E il filosofo Miserisi - La terra calcina
ta che resta nel fondo del vaso è di natura ignea -.
Abbiamo così, nelle preparazioni anzidette, quattro
elementi.
Dunque, questa terra calcinata è quella della quale
così dice il filosofo Miseris: - Non tenete in poco
conto la cenere che sta nel luogo inferiore perchè in
essa è il diadema del cuore che rim ane5 -.
In seguito poni il fermento con la predetta terra,
perchè i filosofi dicono che il fermento è l’Anima; e
il corpo umano, senza il suo fermento, ovvero, sen
za la sua Anima, non vale nulla, ed è così anche per
noi, perchè il fermento è il corpo, come già prim a si
è spiegato, e converte le altre cose alla sua natura.
Sappi anche, che sono fermento soltanto il Sole e la
5 - A rtefio dice: "N e lla cenere che rim an e in fondo al sep o lc ro c ’è il d iad em a del n ostro R e” L ibro d i A rte fio, cit.B òhm e, D e S ig n a tu ra R e ru m V ili: 47-48 dice: ” 11 P arad iso è an co ra in q u esto m ondo , m a l ’u o m o ne è lo n tan o finché non si rigenera ; a llo ra p o trà p en e tra rv i secondo il m odo della re in teg raz ione .... Ed ecco l ’o ro nascosto in S a tu rn o so tto u n a fo rm a ed un colore d isp rezzab ili e ben d iversi dal no rm ale . A nche esp o n en d o lo nel fuoco e fondendo lo non si o tte rrà che un co rp o senza valore e v irtù , sinché l ’A rtis ta non in tervenga a tra tta rlo . Solta n to a llo ra esso si m an ifeste rà” .
60
C A P I T O L O III
Luna, ossia l’oro e l’argento, che sono appropriati a
questi pianeti.
Infatti, così come il Sole e la L una dom inano sopra
gli altri pianeti, allo stesso m odo questi due corpi
dom inano sopra gli altri e li convertono alla loro
natura, ed è per questo che da molti sono chiamati
Fermento. Bisogna dunque che si introduca il Fer
mento nei corpi, perchè è la loro anima.
E questo è ciò che disse Morieno: - Se non m onde
rai il corpo immondo e non lo farai bianco, ed in
esso non metterai l’anim a, non avrai realizzata cosa
alcuna in questo Magistero6 -.
Si fa dunque la congiunzione del fermento con il
corpo mondo, ed allora lo spirito, quando si con
giunge, si rallegra con quelli, perchè sono mondati
della loro natura grossolana e sono divenuti sottili.
E questo disse Ascano nel libro della Turba: - Lo
spirito non si congiunge con i corpi sino a che non
6 - Si tra tta di m ettere il secco con l’u m id o e di cam b iare le n a tu re ; o p e raz io ni ch e co rrispondono alle p rim e d u e fasi d e ll’O pera.
61
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
siano perfettamente purgati delle loro immondizie
E nell’ora della congiunzione si vedono le massime
meraviglie, perchè tutti i colori del mondo appaiono
nell’operare; tanti, che mai si possono immaginare7.
Ed il corpo imperfetto, si colora di una colorazione
ferma mediante il fermento; ed il fermento è l’A -
nima.
Lo Spirito, si congiunge con il corpo mediante l’Ani
ma, e si lega e si converte insieme con quello nel co
lore del fermento e diviene una sola cosa con quelli8.
Dalle cose suddette appare, a chi guarda sottilmente,
che i Filosofi con le loro oscurissime parole hanno
detto cose vere. Gli stessi Filosofi, dicono infatti nei
loro libri che il nostro Lapis è di quattro elementi,
perchè agli stessi elementi lo hanno comparato. È già
stato spiegato prim a in qual modo si abbiano i quat
tro elementi.
7 - I colori dell’O pera si possono m ettere in rap p o rto con l’A rcobaleno bib lico(G enesi IX: 13) che segna il p a tto d 'a lleanza tra il Cielo e la Terra.
8 - E c iò che nei testi erm etici viene designata com e corpificazione dello spiritoe spiritualizzazione del corpo , secondo la n o ta form ula: 55/ve et Coagula.
62
C A P I T O L O 111
H anno detto anche che il nostro Lapis è composto ' —' — Il . . . I - — J
!
di corpo, anim a e spirito; e hanno affermato il vero, |
perchè hanno paragonato il corpo imperfetto al cor-
po, e lo hanno fatto perchè il corpo è inferm o.
H anno detto che l’Acqua è spirito, ed essa, è vera
mente spirito.
Hanno detto che il fermento è l’Anima; perchè,
come si è detto sopra, esso dà la vita perfetta al cor
po imperfetto che prim a non l ’aveva e produce una
forma migliore.
Alcuni Filosofi hanno anche detto: - Se non riducete
i corpi, a che divengano incorporei9, cioè non corpi,
non avete ancora trovate le regole per operare con i
corpi -; ed hanno detto il vero. Infatti, prim a si fa
l’Acqua, ossia l’argento vivo, e così si fa l’incorpo
reo, poi con la congiunzione dello spirito, l’acqua si
fa co rpo10.
È per questo che alcuni hanno detto: - Converti le
9 - Solve.10 - C oagula.
63
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
1 nature e troverai quello che cerchi"
Questo è vero, perchè nel nostro Magistero prim a
facciamo sottile lo spesso, cioè trasformiamo il cor
po in acqua; poi dell’acqua, che è cosa umida, fac
ciamo Terra, che è cosa secca e così convertiamo le
nature facendo ^ 'corporale spirituale, e lo spirituale
corporale, così come si è detto. E facciamo quello
che è sopra come quello che è di sotto, e quello che
è di sotto come quello che è di sopra12; cioè lo spiri
to lo facciamo corpo, e il corpo spirito; come all’in i
zio dell’operazione, ossia nella soluzione, si fa che
quello che è di sotto sia come quello che è di sopra
e tutto si convertirà in T erra13.
È dunque reso m anifesto dalle cose predette che il
”nostro Lapis” , sono i quattro elem enti, e lo sono
l’anim a, il corpo e lo sp irito 14, e il nostro Lapis,
1 1 - V . n o ta 8.
12 - V i è qu i u n ’a llu sio n e a lla T av o la d i S m eraldo .13 - S em p re ne lla T a b u la S m aragd ina è sc ritto che la forza del T e le sm a è
co m p le ta se è co n v e rtita in T erra .1 4 - 1 q u a ttro , i tre , i se tte , d e ll’u o m o e del m ondo .
64
C A P I T O L O III
come dicono alcuni Filosofi, si fa di una sola cosa
con un ’altra, e certam ente dicono il vero, perchè
tu tto il Magistero si fa con l’acqua nostra, e di
^ ue^ a ’ e per quella. Infatti, essa solve gli stessi cor
pi, come di sopra si è detto, non con quella solu
zione - come credono gli ignoranti - che converte
in acqua di nuvole15, m a con vera soluzione filo
sofica.
Questa, converte prim a in acq u a , della quale sono !
state inizialm ente, perchè la stessa acqua calcina i
corpi e li riduce in terra; poi la stessa acqua riduce
i corpi in cenere. Essa incenerisce, im bianca, m on
da; e M orieno, giustam ente dice che A zoth e
15 - Di nub i e di ac q u a di nuv o le si p a rla - in ten d en d o ovv iam en te tu t t ’a ltra cosa - in A rn a ld o , Lett. suU ’Alch., cit. p . 48 ” ... e m en tre è cosi, si riduca questo sp irito sopra lo stesso corpo da c u i è usc ito ; questo sp in to è sim ile alle nuvo le nere ch e p o rta n o acqua. Perciò questo sp irito s i ch ia m a A c qua d i V ita ...”; F ila lete , Int. a d Occl. Reg. Pai., cit. d ice: ” ... cuoce te lo in ‘un fuoco do lce e c o n tin u o affinché la rug iada e le nub i sa lgano p e r r ic a dere sul co m p o sto in gocce” . S ono in n u m erev o li i testi in cui si p a rla jde lla rug iada celeste ch e fa germ ogliare la T e rra e m o lte illu straz io n i al- ;ch em ich e m o stran o le gocce che cad o n o dal cielo . N el M u tu s L ìh er di j A ltu s (M angeti T o m o 1 p . 9 4 5 , cit.) la q u a r ta figura m o stra de lle len zu o la jstese p e r raccogliere la rug iada ed un u o m o ed u n a d o n n a ch e le strizza- jno . Q uesto sim bo lism o c i sem b ra ta n to bello q u a n to tra sp a ren te ; pecca to jche no n m an ch in o i m od ern i soffiatori che espongono vere len zu o la ; è g iusto però che o g n u n o si p a ss i il tem p o co m e vuole.
65
Ignis16 lavano L atone17 lo m ondano e gli tolgono to
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
talm ente le sue oscurità.
Latone è un corpo im m ondo, Azoth è l’argento
vivo, e congiunge corpi diversi18 se preparato nel
m odo anzidetto, con una tale congiunzione, che non
potrà la potenza del fuoco separarli, né lo potranno
tentativi e prove diverse19. Esso difende dalla com
bustione del fuoco, e mette uno di quelli in un altro,
e sublima i corpi, ma non con sublimazione volgare,
16 - A ria e F uoco , co n i q u a li si fa tu tta l’O p era .! 7 - N ella P o rta M agica di R o m a è scritto: - A zo i e Ign is dea lbando L a to n a m
veniet s in e veste D ia n a V edere D iana senza vesti è ta n to q u a n to lib e ra re il M ercu rio -L u n a da i suoi rivestim en ti co rp o re i. Cfr. P ie tro B orn ia , La P orta M a g ica d i R o m a , R o m a 1915; ed anche: L u c ian o P irro tta , La P orta E rm etica , R om a, 1979. L atone è la m ateria al nero , od an ch e la m a te ria n o n an co ra pu rg a ta ; deve il suo nom e a L a to n a ( Latona,7iTgrecc> L eto figlia d i 'C é o 'e dì FeEe), che secondo O m ero (1° In n o ad A pollo ) è figlia d i S atu rno ; an ch e la te rra nera o L a to n e .è figlia del S a tu rn o filosofico, qu ind i il senso d e ll’a cco s tam en to è ev iden te . È a n co ra in teressan te rilevare che D ian a (rap p resen tan te la L u n a-M ercu rio e l’O p era al b ia n co), secondo il m ito , a iu tò su a m ad re a p a r to rire A p o llo (Sole-Solfo); a b b iam o q u ind i: L a to n a = O p era al nero : D ia n a = O p e ra al b ianco ; A pollo = O p era al rosso. Va rilevato in o ltre ch e l ’iso la di D eio , dove L atona par- to ri D iana e A po llo , era m obile , e ven n e fissa ta p e r p e rm e tte rle il pa rto ; cfr. in m e rito P ernety , Fables, cit. ove è sp iegato il senso degli an tich i m iti secondo l ’erm etism o . Per il m ito in sé, cfr. E .G . S toll, M a n u a le d e lla R e lig ione e M itologia, F irenze , 1874; R o b e rt G raves, I M iti Greci, M ilano , 1977, ed infine, In n i O m erici, M ila n o ,1986.
18 - C ongiunge il C o rp o e lo S p irito , ovvero C o rp o , A n im a e Spirito .19 - 1 risu lta ti d e ll’O p era , una volta raggiunti sono in d istru ttib ili, e l 'A rtis ta
ne godrà per sem pre.
66
C A P I T O L O III
come intendono gli idioti; questi credono infatti che
sublimare sia far ascendere di sopra per forza di
fuoco.
È per questo che prendono i corpi calcinati e li m i
schiano con gli spiriti sublimati: cioè col mercurio,
l ’arsenico e il sale am m oniaco. Con fuoco forte e su
bitaneo fanno ascendere i corpi con gli spiriti, e di
cono poi che così i corpi sono sublimati, ma si sono
ingannti e rimangono delusi, perchè dopo li ritrova
no più im m ondi di prima.
Sappi dunque, che il nostro sublimare, non è ascen-
dere di sopra, m a il sublimare dei Filosofi è di fare
di una cosa vile una cosa preziosa, e di una cosa
bassa e corrotta, una cosa alta e grande, cioè pura.
Così noi diciamo: - Questo uomo è sublimato; cioè
elevato in dignità. Così diciamo: - I corpi sono su
blimati -, cioè resi sottili e trasformati in altra natu-
ra, alta, pura, monda e nobilissim a.
Da ciò ne deriva che, presso i Filosofi, sublimare è
rendere sottile, mondare^ purgare, sbiancare e rende
re rosso, e tutto questo lo fa l’acqua nostra benedet
ta. Così dunque intendi la nostra sublimazione, ed
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
anche il nostro discendere, distillare, calcinare, sol
vere, congelare, fissare, incerare; e tutto questo si fa
per il beneficio della nostra acqua benedetta, ed in
questo molti si sono ingannati. L’acqua nostra, m or
tifica, vivifica e fa apparire per prim o il colore nero
nella mortificazione del corpo, m entre si converte in
terra; poi appaiono molti e diversi colori prim a del-
l ’imbiancare, ma il fine di tutti è l ’Albedo.
Nella congiunzione del corpo appaiono invero tan
tissimi colori, tanti che l ’uomo non può im m agina
re. E diviene evidente che il nostro Magistero è una
cosa sola e si fa con una sola20; ed è di quattro
cose21 come si è detto, ed è di tre cose22 come si è
detto sopra.
Sappi quindi carissimo, che i Filosofi hanno m olti
plicato i nomi del nostro Lapis per nasconderlo, e lo
2 0 - Il M ercurio .
21 - T e rra , A cqua, A ria e Fuoco.
22 - Solfo, M ercu rio e Sale. B òhm c, D e S igna tura R e ru m VI: 19 scrive: -T u tto ciò che cresce, vive e si m uove in q u es to m o n d o c o n tien e il Solfo eil M e rcu rio ne è la v ita e il Sale è l ’essenza co rp o re a della fam e delM ercu rio .
68
C A P I T O L O III
hanno detto corporeo e spirituale, ed in verità non
hanno mentito, come possono com prendere i sa
pienti. In esso è il corpo e lo spirito, e il corpo è fat- i" ■ . j
to spirituale^ nella soluzione, così come Io abbiamo
precedentemente spiegato. E lo spirito è fatto corpo
rale nella sua congiunzione con il corpo perfetto ed
il ferm ento.
In queso modo lo hanno definito alcuni Filosofi, e
come disse Eximeo nel libro della Turba: - Voi tutti
che ricercate la scienza, sappiate che non vi è vera
tintura, se non quella che si fa col nostro rame -; e
vi hanno posto molteplici nomi, affinchè dagli insi
pienti venisse inteso in un certo modo. Nondim eno
l’Opera è una sola, ed è la stessa per tutti.
M orieno dice poi che il nostro Magistero si assomi-i
glia, nella sua progressione, alla creazione dell’uo- ■
mo, perchè prim a vi è l’unione, poi la concezione, !
poi l’impregnazione; come quarta cosa la nascita e,
quinto, segue il nutrim ento.
Queste parole io ti farò intendere se sarai attento e
sollecito.
Il nostro seme, che è l’argento vivo, con la terra si
69
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
! congiunge a corpo imperfetto; questa terra, la dicia
mo nostra, perchè la terra è la madre di tutti gli ele
menti, e ciò chiam iamo quindi unione.
Quando poi la terra com incia a trattenere molto ar-
gento vivo, chiamiamo ciò concezione. Opera allora
il maschio nella femmina, cioè l’argento vivo nella
terra. Questo è ciò che dicono i Filosofi, ossia, che il
nostro Magistero non è altro che il maschio e la
femmina è la loro congiunzione23.
Nell’argento vivo dom ina l’acqua e, la terra, cresce,
si moltiplica ed aum enta, e questo avviene quando
la terra s’imbianca, allora si dice: impregnazione,
perchè la terra è già impregnata.
In seguito il fermento si congiunge con il corpo im
perfetto preparato come si è detto, affinchè si faccia
no una cosa sola nel colore e nell’aspetto, e questo
viene' chiam ato nascita.
23 - C esare della R iv iera (Il M o n d o M ag ico degli Heroi, C a rm ag n o la 1978, p. 68) scrive: - La m agia n a tu ra le consiste , com e afferm ano gli Indù , nel co n g iu n g im en to del C ie lo m asch io con la T e rra fem m ina .... cosi p u re il
I saggio E roe cong iunge il C ie lo e la T e rra e le v irtù inferio ri a q uelle su-j p e rio ri -. Cfr. in ap p en d ice la Tab. Sm arag .
70
C A P I T O L O III
È nato allora il nostro Lapis, e questo nato, è dai
Filosofi chiam ato R e24. Onde, dice il Filosofo nel li
bro della Turba: - Onorate il nostro Re che viene
dal Fuoco coronato di diadem a25, e nutritelo finché
pervenga all’età perfetta. Suo padre è il Sole e la
Luna è sua m adre26 -.
La Luna prendono come corpo imperfetto, il Sole ;
invece come corpo perfetto.___________ —-------------------- I
Dunque, da ultim o viene il nutrim ento, finché au
menti in grande misura.
Il suo nutrim ento, è del suo latte e seme, del quale è
stato inizialmente.
S’imbeva il M ercurio tante volte, finché abbia quan
to basti, cioè sino alla perfezione che è il fine del
l’Opera nostra.
24 - È il fanciu llo d iv in o n a to d a lla V ergine.25 - È il d iad em a che p reced en tem en te si tro v av a ne lle ceneri, che con teneva- }
no qu ind i il n ostro O ro . ;26 - È il T elesm a della T av . di S m eraldo dove è scritto : ” Suo p ad re è il Sole(Solfo), sua m adre è la L un a (M ercurio ) e il V en to (M ercu rio Ignificato) l’hap o r ta to nel su o ventre, e la T e rra (corpo) è la sua n u tr ic e ” V. in ap p en d ice la Tab. Sm arag .. C . della R iv iera , / / M o n d o M ag. degli H er., cit. p. 68 afferm a: - Q uesti d u e L u m in a ri, du n q u e , si cong iungono affinchè d a lla con g iu n z io n e e da l m a tr im o n io di gen ito ri sì nobili e generosi si generi quel figlio g lorioso , il cu i p ad re e m adre già E rm ete disse esser gli stessi Sole e L un a -.
CONCLUSIONE
Carissimo, tu puoi dunque, per le cose dette, facil
mente intendere tutte le oscure parole dei Filosofi, e
conoscerai che esse convergono1, e saprai che non vi
è altro Magistero se non quello che ti ho esposto.
Inizialmente, carissimo, hai la soluzione del corpo e
la riduzione dello stesso alla m ateria p rim a2. Poi hai
la conversione dello stesso in terra; in seguito vi è lo
sbiancamento e la trasformazione in aria.
Infatti, distillando l’um idità che in quello si trova, si
fa aereo e ascende3. Poi discende, e la terra rim ane
calcinata, ed è allora di natura ignea.
Hai anche la congiunzione di questi, l’uno con
1 - N ella Turba, è de tto che i F ilosofi sono d ’acco rdo e d icono tu tti le stesse cose "m a i p a z z i p rendono le paro le ta li e qua li le d ic ia m o se n za capire nè il che né il perchè... m a se esse non sono affa tto ragionevoli b isogna risalire a ll'in ten zio n e nostra, e non a ttenersi alla lettera".
2 - 1 1 M ercurio .
3 - È il ven to della Tab. Sm ar. Sarebbe in teressan te sofferm arci a fare delle co nsideraz ion i sul Vento, il M ercurio, lo Sp irito che soffia dove vuole, il P n eu m a , il respiro, il pra n a etc....
73
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
l’altro, ed hai anche la commistione dell’anim a, del
corpo e dello spirito insieme, e la conversione tra
loro.
Hai la moltiplicazione, la cui utilità è maggiore di
quanto si possa con la ragione intendere4.
4 - L a m o ltip lic az io n e serve p e r accrescere in d efin itam e n te il po te re della P ietra , ed an ch e p e r tra sm e tte re ad a ltri certe sue cara tte ris tich e .F ila le te , Intr. a d Occl. Reg. Pai., cit. cap. X X X V , dice che con la m o ltip licaz io n e le v irtù della P ie tra so rpassano ogni calco lo im m ag inab ile .
74
APPEN DICE
IBIOGRAFIA D EL M AESTRO
A RNALDO da V ILLA N O VA
La vita del Maestro A rnaldo da Villanova, detto il
Catalano, è tuttora avvolta da notevoli oscurità, le
informazioni sono relativam ente scarse e non si
hanno dati precisi.
Presumibilmente nato attorno al 1240 in Provenza,
fece gli studi classici ad Aix (matematica, fisica, lati
no, greco etc...), poi andò a M ontpellier a studiare
medicina, term inando in seguito gli studi a Parigi,
ove si laureò verso il 1270.
A Parigi si suppone che abbia seguito dei corsi di
Alberto M agno1, o perlomeno, che ne sia venuto a
conoscere l’insegnamento.
Non si esclude, che dalle opere di questi abbia tratto
il suo interesse per l’Alchimia.
1 - A lberto M agno (1200 ca. - 1280), T eo logo , F ilosofo e S an to della C hiesa, ebbe il t ito lo di D o tto re U n iversa le per la v astità de lla sua d o ttrin a , a v en do investigato tu tti i ram i dello scibile u m an o . Si occu p ò an ch e di E rm e tism o e si possiedono a n co ra oggi diversi suoi tra tta ti di A lch im ia . Fu m aestro di S. T o m m aso d ’A q u in o (D oclor A ngelicus 1225-1274) che ne c o n d ivise gli interessi.
77
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
Successivamente Arnaldo viaggiò molto al fine di
perfezionare i suoi studi di medicina, visitò infatti
diverse Scuole e Università italiane, tra cui quelle di
Bologna, Firenze, Perugia e Roma; pare anche che
abbia studiato a Napoli e Salerno, ove era attiva la
famosa Scuola di M edicina2.
Tornato in Francia, esercitò la professione di m edi
co in diverse località, stabilendosi infine a Parigi
dove rimase per diversi anni.
Qui incontrò Raim ondo Lullo3, che divenne suo di
scepolo, e scrisse diversi libri di natura m edica4.
Si recò poi in Spagna alla corte di Pietro III
2 - La Scuola M edica S alern itana si rese fam osa sop ra ttu tto per l’opuscolo"FIos S a n ita tis" o "R egim en sanita tis sa lern itanum ", il più consu lta to testo di m edicina del M edioevo. In m erito , chi vuole può consu ltare la Regola Sanitaria Salernitana, R om a, 1981.
3 - R a im o n d o L ullo (n. 1235), nobile d ’origine spagnola, viaggiò m olto , oltreche in Spagna, anche in F rancia e Italia; do p o aver conosciu to A rnaldo si occupò di A lch im ia e, p iù tard i, deciso a predicare il cristianesim o agli infedeli, si recò in A frica p iù e p iù volte finché vi m orì lap idato nel 1316 ca. Di lui si possiedono, oltre agli im portan ti testi a lchem ici, anche scritti di filosofia, teologia, etica e poesia. T ra i tan ti citiam o: I l Trattato della Q uin ta E ssenza , R om a, 1972; Clavicula, M ilano , 1974; Theoria e Practica, in T heatr. C hem . IV voi. C om pend ium , M angeti, to m o I; I l L ibro d e ll’O rd ine della Cavalleria, C arm agnola, 1983; O pera O m nia , M ainz, 1721-42.
4 - D i A rnaldo sono noti tra gli altri un "C o m m en to ” alla R egola S alern itana,ed un "B reviario di P ra tica” .
78
B IO G R A F IA
d’Aragona (1240-1285), nonché in diverse città,
come Barcellona, Tarragona, Valencia e forse anche
M adrid e Toledo, città questa, che all’epoca era un
famoso punto d ’incontro ove affluivano numerosi gli
Ermetisti.
Nel 1286, Arnaldo insegnava a Barcellona ove ebbe
modo di apprendere la lingua araba ed allargare i
suoi studi; si interessò sempre di più alla religione
ed alla politica e scrisse diverse opere a sfondo esca
tologico. Divenne, oltre che medico, anche consi
gliere di Giacomo II d ’Aragona (1264-1327), figlio
di Pietro III, ed esercitò una certa influenza politica
in Spagna, in Francia, ed anche in Italia. Inviato nel
1301 da Giacomo II, a Re Filippo IV di Francia
(detto Filippo il Bello: 1268-1314), fu arrestato, ap
pena giunto a Parigi, per delle affermazioni teologi
che di carattere sospetto contenute nei suoi libri.
Appellatosi a Filippo IV e a Bonifacio V ili
(1235-1303), fu liberato, ed ottenne di poter lasciare
la Francia. Venuto in Italia, seppe farsi apprezzare
come medico anche dal Papa, che si mostrò con lui
molto tollerante; subì ugualmente, però, condanne e
79
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
carcere, a Rom a e a Perugia.
Rifugiatosi in Sicilia alla corte di Federico II d ’Ara-
gona (fratello di Giacomo II; 1272-1337), Arnaldo
scrisse l’opuscolo De Cymbalis Ecclesia, per ingra
ziarsi il Papa, cui prestò anche le sue cure contro i
calcoli renali di cui Bonifacio soffriva.«
I suoi rapporti con il Papato migliorarono poi con il
successore di Bonifacio V ili, Benedetto XI
(1240-1304), che fu Papa dal 1303 al 1304 e con il
successore di questi, Clemente V, eletto nel 1305
per volontà del Re di Francia5.
Clemente, con il quale inizia la cattività avignonese
dei Papi, favori gli studi di medicina e di lingue
orientali, istituendo cattedre universitarie e prom ul
gando editti.
Nel 1305, l’inquisizione catalana proibì la lettura
dei libri di Arnaldo, che spaziavano dalla M edicina
all’Astrologia, dalla Teologia all’Alchimia, etc..., e
5 - C lem en te V e F ilip p o il Bello, d istrussero e spog liarono dei suoi ben i l’O r d ine del T em p io , infliggendo a lla c ris tian ità una ferita da lla quale non si sarebbe p iù ripresa.
80
B I O G R A F IA
nei quali si prevedeva per la m età del XIV secolo, la
fine di un ’era e la vittoria dell’A nticristo6.
Arnaldo fu chiamato ad esporre le sue teorie davan
ti al Sacro Collegio riunito ad Avignone, ed in que
sta occasione, si espresse contro i governi temporali,
rompendo in particolare ogni rapporto con Giaco
mo II, del quale, fino a quel mom ento, era stato me
dico e consigliere.
In Francia, Arnaldo riorganizzò gli studi della Scuo
la di M ontpellier, di cui fu il rappresentante più il
lustre nonché professore e rettore.
Qui, nel 1309, secondo un program m a sanzionato
da una bolla di Clemente V, pose le basi che trasfor
m arono questa Scuola in Università e compose vari
testi medici, divenendo famoso per le sue polemiche
contro la medicina araba e galenica e opponendo
alla cultura libresca l’esperienza pratica.
6 - E ffettivam ente è da riconoscere, che, secondo i d a ti trad iz io n a li, l’in izio del m o n d o m od ern o è d a situarsi nel X IV secolo, il che, conferm erebbe q u a n to A rn a ld o disse di aver le tto nelle ste lle.... In m erito a lla d o ttrin a dei C icli C osm ici, si veda: R ené G u én o n , F orm e T ra d iz io n a li e C icli Cosm ici, R o m a, 1974; ed anche: L a Crisi de! M o n d o M oderno , R om a, 1972.
81
IL L IB R O D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
Come Bonifacio V ili e Benedetto XI, anche Clemente
V apprezzò personalmente le sue capacità di medico,
mostrandosi pure interessato alle sue opere alchemi
che (interesse che fu già di Bonifacio Vili).
Abbandonata tuttavia la Francia, Arnaldo fece ritor
no in Sicilia alla corte di Federico II e si recò forse per
sino in Africa. Per conto di Federico, svolse poi nu
merosi incarichi e missioni diplomatiche, recandosi di
frequente, da Palermo, a Parigi ed Avignone. Fu du
rante uno di questi viaggi verso Avignone, latore di un
messaggio di Federico II a Clemente V, che Arnaldo
morì in mare presso Genova, nell’anno 1313.
Dopo la sua morte, nel 1316, i suoi libri furono confi
scati e bruciati dall’Inquisizione di Tarragona.
T u tt’oggi si possiedono però ugualmente molte delle
sue opere e, tra quelle alchemiche, si annoverano (ol
tre I l Flos Florum, o Libro del Perfetto M agistero, da
noi qui tradotto), le seguenti:
- Epistola Super A lchim ia1
7 - T rad . it. L ettera s u l l ’A lc h im ia a l R e d i N apoli, S ear 1986.
82
B IO G R A F IA
- Novum Lum en
- Il Rosario dei Filosofi
- Domande su ll’Essenza e su ll’Accidente
- Lo Specchio dell’Alchim ia
- Carmen
- Sem ita Sem itae
- Testamento
- La Practica (Breviarium Librorum Alchemiae)
- De Decotione
Infine, è da ricordare che a Lione, tra il 1520 ed il
1532, e a Basilea 1585, 1699 fu pubblicata l ’Opera
O m nia Arnoldi de Villanova.
83
IIH erm ete Trismegisto
LA TA V O LA DI SM ERALDO
Riportiamo qui di seguito la traduzione della Tabu
la Smaragdina, ritenendo che essa, pur nella sua
brevità, possa fornire una chiave sicura per com
prendere i procedim enti dell’Opera, oltre ovviamen
te, a permettere un p iù diretto riscontro dei riferi
menti da noi fa tti nelle note al testo di Arnaldo.
Siam o certi che questo tesoro dell’antica sapienza
egizia sarà gradito ai lettori.
*
* *
È vero, senza menzogna, certo e verissimo.
Ciò che è inferiore, è come ciò che è superiore e ciò
che è superiore, è come ciò che è inferiore1, per
compiere miracoli da una sola cosa.
E come tutte le cose vennero da uno e mediante
1 - Si tra tta di un ra p p o rto analog ico tra m icrocosm o e m acro co sm o , dove il p rim o sim boleggia il secondo.
85
IL LIB RO D E L P E R F E T T O M A G IS T E R O
uno, così esse tutte sono nate da una cosa unica per
adattam ento.
Suo padre è il Sole, sua madre la Luna, il Vento l’ha
portato nel suo ventre e la Terra è la sua nutrice.
Il padre di tutto, il Telesma di tutto il mondo, è qui.
La sua forza è com pleta se è convertita in terra.
Separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso, soa
vemente, con grande ingegno.
Egli sale dalla terra al cielo e ridiscende poi in terra,
ricevendo le virtù del superiore e deH’inferiore ed
avendo così la gloria di tutto il mondo.
Così fugge da te ogni oscurità.
Qui è tu tta la forza di ogni forza, che vince tutte le
cose sottili e penetra ogni cosa solida.
Così il mondo è stato creato.
Da qui verranno mirabili adattamenti di cui questo è il
mezzo.
Per questo sono stato chiam ato Hermete Trismegisto,
perchè ho le tre parti della Filosofia del mondo.
Ciò che ho detto dell’operazione del Sole, è completo.
86
BIBLIOGRAFIA
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87
IL LIBRO DEL PERFETTO MAGISTERO
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Trad. it. Torino, 1981 Libro di Artefio, Paris, 1741 testo in Bibl. des. Phil. Chim. cit. Raimondo Lullo - Clavicula, Milano, 1974Raimondo Lullo - Compendium, Mangeti, cit. Tomo 1Raimondo Lullo - Il Libro dell’Ordine della Cavalleria,
Carmagnola, 1983 Raimondo Lullo - Il Trattato della Quinta Essenza, Venezia, 1542Raimondo Lullo - Theoria e Practica, testo in Theat. C'hem. IV Voi.
Strasb., 1659Raimondo Lullo - Opera Omnia, Mainz, 1721-42 Lu K’Uan Yu - Lo Yoga del Tao, Roma, 1976 Liì Tzu - Il Mistero del Fiore d ’Oro, Roma, 1971 Michael Maier - Atalanta Fugiens, Oppenehimii, 1618 Mangeti - Bibliotheca Che mica Curiosa, Ginevra, 1702 H.C. Agrippa von Nettesheim - De Occulta Philosophia libri tres
K.òln, 1533Omero - Inno ad ApolloParacelso - Scritti Alchemici e Magici, Genova, s.d.A.J. Pernety - Dictionnaire Mytho-hermétique, Paris, 1758 A.J. Pernety - Les Fables Egyptiennes et Greques dévoilées,
Paris, 1758A.J. Pernety - Trattato dell’Opera Ermetica, Parigi, 1758
testo in Les Fabl. Egypt. cit.Luciano Pirrotta - La Porta Ermetica, Roma, 1979
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B IB L IO G R A F IA
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