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Il luogo dove abita Dio in noi - chiaracorbellapetrillo.it · stato San Giovanni Paolo II che ......

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OCCHI PER IL CIECO PIEDI PER LO ZOPPO GIANNI TONI * Servizio d’ogni giorno Si celebra mercoledì prossimo la 23ª Giornata mondiale del malato, un’occasione per riflettere sul senso della sofferenza e sull’impegno silenzioso di migliaia di volontari stato San Giovanni Paolo II che ben trentatrè anni fa volle istituire la «Giornata mondiale del malato» in coincidenza della festa dedicata alla Beata Vergine di Lourdes, il santuario che per eccellenza è la «clinica» dello spirito per i malati e il centro mondiale dei pel- legrinaggi e del volontariato. «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo». È questo il tema di ri- flessione affidato quest’anno ai cattoli- ci, e non solo, per una riflessione cora- le. Papa Francesco, commentando que- ste parole di Giobbe, ci parla della sa- pienza del cuore, che «non è una cono- scenza teorica, astratta, frutto di ragio- namenti... è un atteggiamento infuso dal- lo Spirito Santo nella mente e nel cuore di chi sa aprirsi alla sofferenza dei fratelli e riconosce in essi l’immagine di Dio... sapienza del cuore è servire il fratello». Parole che sembrano fuori luogo e so- prattutto «fuori dal mondo», visto che oggi la sofferenza viene spesso allonta- nata o «anestetizzata». Di fronte a que- sto il Papa non rinuncia ad indicare u- na strada «controcorrente»: «Quanti cri- stiani anche oggi testimoniano, non con le parole, ma con la loro vita radicata in una fede genuina, di essere “occhi per il cieco” e “piedi per lo zoppo!”». Tra costoro si può ricordare Carlo Ur- bani, presidente di «Medici senza fron- tiere», che nel 1999 ritirò per conto di quella associazione di volontariato il Premio Nobel per la pace. Proprio lui, dopo aver diagnosticato il virus della Sars ed averne trovato l’antidoto per salvare quanti ne venivano infettati, ne diventerà vittima morendo a Bangkok nel 2003. Quando a Lourdes si percorre il sentie- ro del «Lacet» che scende verso la grotta delle apparizioni, si incontra una statua di bronzo donata da una pellegrina – la nobildonna Alessandra Rudinì Carlotti, l’amante di Gabriele D’Annunzio, che diventerà proprio dopo un viaggio a Lourdes suora carmelitana – per ringra- ziare la Vergine della guarigione dalla propria cecità «spirituale». Là ognuno può leggere questa iscrizione: «Trovare la fede è più che riacquistare la vista». Un’altra possibile testimone per questa Giornata del malato è Benedetta Bianchi Porro, di cui è in corso il processo di ca- nonizzazione: studentessa in medicina, riuscirà a diagnosticarsi da se stessa la malattia che a mano a mano la porterà alla cecità e alla sordità e le toglierà l’u- so della parola. Celebre resta la lettera inviata a un ragazzo malato, Natalino, che non aveva più voglia di vivere e che finì pubblicata in una rivista degli anni Settanta, «Epoca»: «Ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà, gioia, certez- za, fino alla consumazione dei secoli. Fra poco io non sarò più che un nome; ma il mio spirito vivrà, qui fra i miei, fra chi soffre, e non avrò neppure sof- ferto invano. E tu, Natalino, non sen- tirti solo. Mai». Anche Benedetta, ormai gravamente am- malata, andrà a Lourdes con il treno bianco dell’Unitalsi e sarà testimone di un miracolo concesso ad una malata se- duta in carrozzina proprio alla sua de- stra. Alla mamma che, piangendo per l’accaduto, le aveva detto: «Perché a lei sì e a te no?», Benedetta con la serenità dei santi risponderà: «Mamma, ma io non ho domandato nessun miracolo!». * assistente regionale Unitalsi È DI CARLA CRISTINI omprendere il senso dell’assistenza ai malati oggi. Per scoprire quanto spin- ge i volontari a dedicare il proprio tem- po, e molto spesso la propria esistenza, al servizio agli ultimi, abbiamo chiesto un con- tributo a Preziosa Terrinoni, presidente del- la Sezione romana-laziale dell’Unitalsi. Che condensa in una frase tutto il senso del ser- vizio: «Anche un goccio d’acqua offerto ad uno di questi ultimi, vedere il loro sorriso, dona tanto per sé. È più ciò che si riceve che quello che si dà». L’Unitalsi in particolare è alimentata sin dal- la nascita dall’essere “strumento” nelle ma- ni di Dio, per portare speranza dove c’è di- sperazione, sorriso dove c’è tristezza. Il desi- derio di ciascuno, vivendo nella quotidia- nità e secondo le proprie possibilità, è co- struire una società dove la legge sia la carità. Tutto questo è reso possibile giorno dopo giorno grazie all’impegno smisurato di quan- ti abbracciano il cuore dell’associazione e partendo dai pellegrinaggi si dilata nella rea- lizzazione di una serie numerosa di proget- ti per offrire risposte concrete ai bisogni di malati, disabili e persone in difficoltà. «L’Associazione è nata per il trasporto dei malati a Lourdes e nei Santuari mariani, ma nel tempo si è diversificata – raccon- ta la Terrinoni – I volontari non sono più solo le “persone del treno bianco”, sono vicini ai malati 365 giorni all’anno. Il no- stro carisma rimane sempre il pellegri- naggio, ma nel corso degli anni sono na- ti tanti progetti ed iniziative per non la- sciare sole le persone sole e affette da ma- lattie e disabilità: soggiorni estivi marini e montani, fine settimana di convivialità, accompagnamento dei bambini disabili a scuola, clown terapia per strappare un sorriso ai bambini costretti negli ospeda- li, pranzi per i senzatetto. Per questi ulti- mi in particolare, una nuova iniziativa ha portato ad allestire in Piazza San Pietro servizi sanitari per permettere loro di la- varsi e radersi, nel vero senso di acco- glienza agli ultimi». La presidente inoltre ci parla di un fiore all’occhiello della Sezione romana-lazia- le: «Si tratta un pellegrinaggio del tutto particolare, ideato dalla nostra regione. Lo scorso anno giugno si è festeggiato il 40° pellegrinaggio a Loreto riservato ai bam- bini al di sotto dei 14 anni e ai loro genito- ri; bambini particolari affetti da malattie, di- sabilità, o abbandonati in istituti a cui ven- gono offerti gratuitamente il viaggio ed il sog- giorno, così come ai loro genitori, anche se C da qualche tempo sono essi stessi che si of- frono per coprire almeno in parte la spesa. Durante il pellegrinaggio, ogni momento è studiato per coinvolgere i bambini. Dalla Messa, durante la quale il Vangelo viene rap- presentato grazie a dei personaggi, alla pro- cessione eucaristica. La piazza davanti al San- tuario viene allestita con giochi, gonfiabili, ed ogni anno viene allestita una fiaba, con tanto di sfilata dei carri». Il tutto viene realizzato per rendere parteci- pi questi bambini così speciali, che con il co- mune linguaggio non riuscirebbero a com- prendere ciò che ascoltano o vivono. Nel ter- ritorio laziale operano 19 sottosezioni, una per diocesi, (diventate materialmente 18 do- po l’unione di Cassino alla diocesi di Sora). Ciascuna sviluppa progetti ad hoc secondo le necessità del territorio in cui operano. In ogni sottosezione c’è sempre una diversa i- niziativa, come ad esempio scuole di labo- ratorio per realizzare lavoretti, scuole teatra- li in cui far recitare i ragazzi. «Sono cose que- ste che dieci anni fa non si pensavano nep- pure: ma bisogna ricordare che ciascuna per- sona è gradita a Dio in ogni sua attività. L’U- nitalsi inoltre gestisce case di accoglienza vi- cino ai grandi ospedali romani, per ospitare persone e malati lontani dal Lazio a titolo to- talmente gratuito: si cerca così di far sentire in famiglia chi è costretto dalla malattia a stare lontano dalle proprie case e dai propri cari. Ogni anno l’Unitalsi sostiene inoltre progetti all’estero. A Betlemme ad esempio con il progetto “Cuore di latte”, si porta a- vanti “L’Hagar de niños”, una casa di acco- glienza per bambini disabili, gestita dalle suore, che accoglie bambini di ogni credo religioso. Si sostengono poi missioni in A- frica, India, Est Europa, con raccolte dedi- cate ad una causa specifica. Ogni cosa rea- lizzata comporta effetti positivi anche sul- le persone “sane” chiamate a dare il loro contributo: vedendo e toccando con mano ciò che si fa si dona volentieri lasciandosi coinvolgere». Quest’anno, l’11 febbraio, anniversario del- la prima apparizione della Madonna a Lour- des, sarà vissuto dall’associazione in modo davvero speciale: in piazza San Pietro, sarà ricevuta dal Santo Padre che al termine del- l’udienza benedirà il nuovo stendardo. La celebrazione a San Pietro ercoledì in piazza San Pietro l’u- dienza generale di papa Francesco avrà il sapore della varietà dei vessilli e delle divise che accompagnano quelli che i volontari chiamano “amici della prima fila”, i malati, primi destinatari dell’an- nuncio di salvezza, che vivono sulla loro carne le sofferenze di Cristo. Alle ore 10 il Papa sarà in mezzo a loro, per tra- smettere il suo messaggio e riservare u- na particolare benedizione su tutti colo- ro che assistono e sono assistiti. Questa ricorrenza è stata istituita dal santo Gio- vanni Paolo II, il giorno in cui la Chiesa celebra la Beata Maria Vergine di Lourdes. In questo giorno la preghiera per questi fratelli malati, ma anche per le loro fa- miglie che vivono ansie, speranze, ne- cessità troppo spesso ignorate dalla so- cietà “civile”. M con papa Francesco ALBANO UN FUTURO RESPONSABILE a pagina 3 ANAGNI LA REALTÀ DEL CONSULTORIO a pagina 4 C. CASTELLANA VIVERE IN FAMIGLIA LA BUONA NOTIZIA a pagina 5 CIVITAVECCHIA LA SAPIENZA DEL CUORE a pagina 6 FROSINONE «IL DONO E LA GIOIA» a pagina 7 GAETA A SERVIZIO DEI BISOGNOSI a pagina 8 LATINA CROCIATA IN VISITA ALLE RELIGIOSE a pagina 9 PALESTRINA L’AMORE E I FIDANZATI a pagina 10 PORTO-S. RUFINA CONSACRATI E PROFETI a pagina 11 SORA IL VESCOVO ALL’«ALBERONI» a pagina 13 TIVOLI A SERVIZIO DEI SOFFERENTI a pagina 14 LAZIO SETTE i consumano in questi giorni i riti tradizionali del carnevale. Que- sta parola mi ha fatto spesso pensare ad un’idea: la carne vale. La carne, cioè, non è roba da buttar via come fosse una cosa, ma ha un valore. Se è vero che abbiamo molta considerazione del corpo è pur vero che, d’altro canto, ci sono tante situazioni che ci fanno pen- sare ad altro. Il terrorismo e il perdurare delle guerre: la carne ri- dotta a macelleria. Le aberrazioni della vita che nasce, tra feconda- zioni in vitro e aborto: la carne negata, la cane tabù. I poveri del mon- do, le ingiustizie del sistema globale: la carne maltrattata e schifa- ta. La mala sanità e gli orrori verso gli anziani: la carne tremula, bi- strattata e sfruttata. Per non dire della prostituzione, della schiavitù. Il corpo umano è come un vuoto contenitore che serve o meno a se- conda della propria utilità. Persino la religione ha qualche proble- ma con la carne. C’è chi la nega; chi la afferma come assoluto. Mi piace, invece, il linguaggio della fede, che ama e tutela la carne, ma non la divinizza. La difende, eppure le offre la disciplina del di- giuno e della continenza. Ne proclama la risurrezione, però venera i martiri che hanno donato il loro corpo per un bene più alto. “Il Ver- bo si è fatto carne”, ma proprio quella carne ha offerto sulla Croce. Vale, sì, la carne, infatti. Ma mai da sola. Essa vale perché espressio- ne dell’anima che la permea e la dirige. Quest’anima, luogo della di- mora di Dio in noi, rende così degna la carne dell’uomo che anche quando resta da sola, esanime, per noi è sacra, sacramentale dell’a- more con cui Dio ci ha amati. Francesco Guglietta S NELLE DIOCESI RIETI EX SNIA, LE IDEE GIOVANI a pagina 12 Il luogo dove abita Dio in noi Domenica, 8 febbraio 2015 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 IL «NUOVO» SVILUPPO LA SFIDA DELL’AGRICOLTURA: RIPARTIRE DALLE ECCELLEZZE a pagina 2 IL FATTO
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OCCHI PER IL CIECOPIEDI PER LO ZOPPO

GIANNI TONI *

Servizio d’ogni giornoSi celebra mercoledì prossimo la 23ª Giornata mondiale del malato, un’occasioneper riflettere sul senso della sofferenza e sull’impegno silenzioso di migliaia di volontari

stato San Giovanni Paolo II cheben trentatrè anni fa volle istituirela «Giornata mondiale del malato»

in coincidenza della festa dedicata allaBeata Vergine di Lourdes, il santuario cheper eccellenza è la «clinica» dello spiritoper i malati e il centro mondiale dei pel-legrinaggi e del volontariato. «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piediper lo zoppo». È questo il tema di ri-flessione affidato quest’anno ai cattoli-ci, e non solo, per una riflessione cora-le. Papa Francesco, commentando que-ste parole di Giobbe, ci parla della sa-pienza del cuore, che «non è una cono-scenza teorica, astratta, frutto di ragio-namenti... è un atteggiamento infuso dal-lo Spirito Santo nella mente e nel cuoredi chi sa aprirsi alla sofferenza dei fratellie riconosce in essi l’immagine di Dio...sapienza del cuore è servire il fratello».Parole che sembrano fuori luogo e so-prattutto «fuori dal mondo», visto cheoggi la sofferenza viene spesso allonta-nata o «anestetizzata». Di fronte a que-sto il Papa non rinuncia ad indicare u-na strada «controcorrente»: «Quanti cri-stiani anche oggi testimoniano, non conle parole, ma con la loro vita radicata inuna fede genuina, di essere “occhi per ilcieco” e “piedi per lo zoppo!”».Tra costoro si può ricordare Carlo Ur-bani, presidente di «Medici senza fron-tiere», che nel 1999 ritirò per conto diquella associazione di volontariato ilPremio Nobel per la pace. Proprio lui,dopo aver diagnosticato il virus dellaSars ed averne trovato l’antidoto persalvare quanti ne venivano infettati, nediventerà vittima morendo a Bangkoknel 2003.Quando a Lourdes si percorre il sentie-ro del «Lacet» che scende verso la grottadelle apparizioni, si incontra una statuadi bronzo donata da una pellegrina – lanobildonna Alessandra Rudinì Carlotti,l’amante di Gabriele D’Annunzio, chediventerà proprio dopo un viaggio aLourdes suora carmelitana – per ringra-ziare la Vergine della guarigione dallapropria cecità «spirituale». Là ognunopuò leggere questa iscrizione: «Trovare lafede è più che riacquistare la vista». Un’altra possibile testimone per questaGiornata del malato è Benedetta BianchiPorro, di cui è in corso il processo di ca-nonizzazione: studentessa in medicina,riuscirà a diagnosticarsi da se stessa lamalattia che a mano a mano la porteràalla cecità e alla sordità e le toglierà l’u-so della parola. Celebre resta la letterainviata a un ragazzo malato, Natalino,che non aveva più voglia di vivere e chefinì pubblicata in una rivista degli anniSettanta, «Epoca»: «Ho trovato che Dioesiste ed è amore, fedeltà, gioia, certez-za, fino alla consumazione dei secoli.Fra poco io non sarò più che un nome;ma il mio spirito vivrà, qui fra i miei,fra chi soffre, e non avrò neppure sof-ferto invano. E tu, Natalino, non sen-tirti solo. Mai». Anche Benedetta, ormai gravamente am-malata, andrà a Lourdes con il trenobianco dell’Unitalsi e sarà testimone diun miracolo concesso ad una malata se-duta in carrozzina proprio alla sua de-stra. Alla mamma che, piangendo perl’accaduto, le aveva detto: «Perché a leisì e a te no?», Benedetta con la serenitàdei santi risponderà: «Mamma, ma ionon ho domandato nessun miracolo!».

* assistente regionale Unitalsi

È

DI CARLA CRISTINI

omprendere il senso dell’assistenza aimalati oggi. Per scoprire quanto spin-ge i volontari a dedicare il proprio tem-

po, e molto spesso la propria esistenza, alservizio agli ultimi, abbiamo chiesto un con-tributo a Preziosa Terrinoni, presidente del-la Sezione romana-laziale dell’Unitalsi. Checondensa in una frase tutto il senso del ser-vizio: «Anche un goccio d’acqua offerto aduno di questi ultimi, vedere il loro sorriso,dona tanto per sé. È più ciò che si riceve chequello che si dà». L’Unitalsi in particolare è alimentata sin dal-la nascita dall’essere “strumento” nelle ma-ni di Dio, per portare speranza dove c’è di-sperazione, sorriso dove c’è tristezza. Il desi-derio di ciascuno, vivendo nella quotidia-nità e secondo le proprie possibilità, è co-struire una società dove la legge sia la carità.Tutto questo è reso possibile giorno dopogiorno grazie all’impegno smisurato di quan-ti abbracciano il cuore dell’associazione epartendo dai pellegrinaggi si dilata nella rea-lizzazione di una serie numerosa di proget-ti per offrire risposte concrete ai bisognidi malati, disabili e persone in difficoltà.«L’Associazione è nata per il trasporto deimalati a Lourdes e nei Santuari mariani,ma nel tempo si è diversificata – raccon-ta la Terrinoni – I volontari non sono piùsolo le “persone del treno bianco”, sonovicini ai malati 365 giorni all’anno. Il no-stro carisma rimane sempre il pellegri-naggio, ma nel corso degli anni sono na-ti tanti progetti ed iniziative per non la-sciare sole le persone sole e affette da ma-lattie e disabilità: soggiorni estivi marinie montani, fine settimana di convivialità,accompagnamento dei bambini disabilia scuola, clown terapia per strappare unsorriso ai bambini costretti negli ospeda-li, pranzi per i senzatetto. Per questi ulti-mi in particolare, una nuova iniziativa haportato ad allestire in Piazza San Pietroservizi sanitari per permettere loro di la-varsi e radersi, nel vero senso di acco-glienza agli ultimi».La presidente inoltre ci parla di un fioreall’occhiello della Sezione romana-lazia-le: «Si tratta un pellegrinaggio del tuttoparticolare, ideato dalla nostra regione.Lo scorso anno giugno si è festeggiato il40° pellegrinaggio a Loreto riservato ai bam-bini al di sotto dei 14 anni e ai loro genito-ri; bambini particolari affetti da malattie, di-sabilità, o abbandonati in istituti a cui ven-gono offerti gratuitamente il viaggio ed il sog-giorno, così come ai loro genitori, anche se

C

da qualche tempo sono essi stessi che si of-frono per coprire almeno in parte la spesa.Durante il pellegrinaggio, ogni momento èstudiato per coinvolgere i bambini. DallaMessa, durante la quale il Vangelo viene rap-presentato grazie a dei personaggi, alla pro-

cessione eucaristica. La piazza davanti al San-tuario viene allestita con giochi, gonfiabili,ed ogni anno viene allestita una fiaba, contanto di sfilata dei carri».Il tutto viene realizzato per rendere parteci-pi questi bambini così speciali, che con il co-mune linguaggio non riuscirebbero a com-prendere ciò che ascoltano o vivono. Nel ter-ritorio laziale operano 19 sottosezioni, unaper diocesi, (diventate materialmente 18 do-po l’unione di Cassino alla diocesi di Sora).Ciascuna sviluppa progetti ad hoc secondole necessità del territorio in cui operano. Inogni sottosezione c’è sempre una diversa i-niziativa, come ad esempio scuole di labo-ratorio per realizzare lavoretti, scuole teatra-li in cui far recitare i ragazzi. «Sono cose que-ste che dieci anni fa non si pensavano nep-pure: ma bisogna ricordare che ciascuna per-sona è gradita a Dio in ogni sua attività. L’U-nitalsi inoltre gestisce case di accoglienza vi-cino ai grandi ospedali romani, per ospitarepersone e malati lontani dal Lazio a titolo to-

talmente gratuito: si cerca così di far sentirein famiglia chi è costretto dalla malattia astare lontano dalle proprie case e dai propricari. Ogni anno l’Unitalsi sostiene inoltreprogetti all’estero. A Betlemme ad esempiocon il progetto “Cuore di latte”, si porta a-vanti “L’Hagar de niños”, una casa di acco-glienza per bambini disabili, gestita dallesuore, che accoglie bambini di ogni credoreligioso. Si sostengono poi missioni in A-frica, India, Est Europa, con raccolte dedi-cate ad una causa specifica. Ogni cosa rea-lizzata comporta effetti positivi anche sul-le persone “sane” chiamate a dare il lorocontributo: vedendo e toccando con manociò che si fa si dona volentieri lasciandosicoinvolgere».Quest’anno, l’11 febbraio, anniversario del-la prima apparizione della Madonna a Lour-des, sarà vissuto dall’associazione in mododavvero speciale: in piazza San Pietro, saràricevuta dal Santo Padre che al termine del-l’udienza benedirà il nuovo stendardo.

La celebrazione a San Pietroercoledì in piazza San Pietro l’u-dienza generale di papa Francesco

avrà il sapore della varietà dei vessilli edelle divise che accompagnano quelli chei volontari chiamano “amici della primafila”, i malati, primi destinatari dell’an-nuncio di salvezza, che vivono sulla lorocarne le sofferenze di Cristo. Alle ore 10il Papa sarà in mezzo a loro, per tra-smettere il suo messaggio e riservare u-na particolare benedizione su tutti colo-ro che assistono e sono assistiti. Questaricorrenza è stata istituita dal santo Gio-vanni Paolo II, il giorno in cui la Chiesacelebra la Beata Maria Vergine di Lourdes.In questo giorno la preghiera per questifratelli malati, ma anche per le loro fa-miglie che vivono ansie, speranze, ne-cessità troppo spesso ignorate dalla so-cietà “civile”.

M

con papa Francesco

◆ ALBANOUN FUTURORESPONSABILE

a pagina 3

◆ ANAGNILA REALTÀDEL CONSULTORIO

a pagina 4

◆ C. CASTELLANAVIVERE IN FAMIGLIALA BUONA NOTIZIA

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIALA SAPIENZADEL CUORE

a pagina 6

◆ FROSINONE«IL DONOE LA GIOIA»

a pagina 7

◆ GAETAA SERVIZIODEI BISOGNOSI

a pagina 8

◆ LATINACROCIATA IN VISITAALLE RELIGIOSE

a pagina 9

◆ PALESTRINAL’AMOREE I FIDANZATI

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINACONSACRATIE PROFETI

a pagina 11

◆ SORAIL VESCOVOALL’«ALBERONI»

a pagina 13

◆ TIVOLIA SERVIZIODEI SOFFERENTI

a pagina 14

LAZIOSETTE

i consumano in questi giorni i riti tradizionali del carnevale. Que-sta parola mi ha fatto spesso pensare ad un’idea: la carne vale.

La carne, cioè, non è roba da buttar via come fosse una cosa, ma haun valore. Se è vero che abbiamo molta considerazione del corpo èpur vero che, d’altro canto, ci sono tante situazioni che ci fanno pen-sare ad altro. Il terrorismo e il perdurare delle guerre: la carne ri-dotta a macelleria. Le aberrazioni della vita che nasce, tra feconda-zioni in vitro e aborto: la carne negata, la cane tabù. I poveri del mon-do, le ingiustizie del sistema globale: la carne maltrattata e schifa-ta. La mala sanità e gli orrori verso gli anziani: la carne tremula, bi-strattata e sfruttata. Per non dire della prostituzione, della schiavitù.Il corpo umano è come un vuoto contenitore che serve o meno a se-conda della propria utilità. Persino la religione ha qualche proble-ma con la carne. C’è chi la nega; chi la afferma come assoluto.Mi piace, invece, il linguaggio della fede, che ama e tutela la carne,ma non la divinizza. La difende, eppure le offre la disciplina del di-giuno e della continenza. Ne proclama la risurrezione, però venerai martiri che hanno donato il loro corpo per un bene più alto. “Il Ver-bo si è fatto carne”, ma proprio quella carne ha offerto sulla Croce.Vale, sì, la carne, infatti. Ma mai da sola. Essa vale perché espressio-ne dell’anima che la permea e la dirige. Quest’anima, luogo della di-mora di Dio in noi, rende così degna la carne dell’uomo che anchequando resta da sola, esanime, per noi è sacra, sacramentale dell’a-more con cui Dio ci ha amati.

Francesco Guglietta

S

NELLE DIOCESI

◆ RIETIEX SNIA,LE IDEE GIOVANI

a pagina 12

Il luogo dove abita Dio in noi

Domenica, 8 febbraio 2015

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

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Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

◆ IL «NUOVO» SVILUPPOLA SFIDA DELL’AGRICOLTURA:RIPARTIRE DALLE ECCELLEZZE

a pagina 2

IL FATTO

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30

E la Regione investe sui giovani agricoltori,assegnati i primi lotti a Nazzano e a ProcenoDI SIMONA GIONTA

l momento dell’unificazione nel 1860 l’Italia eraun paese che viveva al 90% di agricoltura. Nel

2013 il settore primario è tra i pochi comparti dell’e-conomia italiana ad essere cresciuto. Nel 2015 il “ri-torno alla terra” è la vera green economy. In tempi dicrisi si ritorna alle origini, dove tradizione ed inno-vazione si incontrano, dove la visione romantica e bu-colica si confronta con le nuove frontiere del merca-to e della tecnologia, dove i nonni e i nipoti si passa-no la “vanga”, dove la manualità regna sovrana.Così nascono i “nuovi agricoltori”. Proprio i giovani,infatti, rappresentano la principale risorsa del feno-meno del “ritorno alla terra”. Le iscrizioni ad Agrariasegnano una impennata considerevole, con un +45%nell’ultimo anno. Inoltre, una azienda su 3 in Italia èguidata da imprenditori con meno di 35 anni. Datiche rispecchiano il quadro nazionale fatto di laurea-ti che hanno voglia di ritornare alla terra e mettere afrutto le competenze per sviluppare sistemi sosteni-bili e idee di business vincenti. Anche la Regione La-zio investe sulla nuova generazioni di contadini con

Ail bando “Terre ai giovani” che assegna 320 ettari diterreni pubblici a chi vuole avvicinarsi ed investiresull’agricoltura. Un modo per sostenere la nascita dinuove imprese e creare lavoro difendendo l’ambien-te e sottraendo le terre all’abbandono e alla specula-zione. In particolare, sono stati privilegiati i giovaniimprenditori tra i 18 e i 39 anni, che avranno in af-fitto i terreni per un periodo di 15 anni con la possi-bilità di rinnovo per altri 15.A distanza di quasi un anno dal lancio del bando, so-no stati assegnati i primi due lotti: uno nel comunedi Nazzano in provincia di Roma (7,2 ettari in localitàMeana) e l’altro nel comune di Proceno in provinciadi Viterbo (15,2 ettari ex vigneto in località Bacula).Per il primo è previsto un canone d’affitto di 2.420euro l’anno e per il secondo di 2.890 euro con paga-menti che verranno effettuati a partire dalla fine delquarto anno. Entrambi gli assegnatari dei lotti han-no presentato un piano di valorizzazione aziendaleche illustra con chiarezza le tipologie di attività, gliinterventi da realizzare durante il periodo di condu-zione del fondo, le risorse professionali ed economi-co–finanziarie necessarie, i risultati economici attesi.

«Ripartiamo dalle eccellenze»

L’esperienza della fattoria di Anzio in collaborazione con la diocesi di Albano

margine del convegno tenutosi a Mon-te San Biagio il 30 gennaio, il Dirigentedel Settore Attività Produttive, Sport, Uf-

ficio Europa, Turismo e Cerimoniale della Pro-vincia di Latina, Domenico Tibaldi, ha spie-gato che «il territorio provinciale è occupatoda 33 comuni ed è caratterizzato da vaste su-perfici olivetate. Si parla di ben 3 milioni dipiante, di cui l’80% è costituito dalla cultivarItrana, ottima per la produzione di olio extra-vergine DOP e per la mensa». Lo scopo delprogetto, ha aggiunto, «è quello collocare iprodotti pontini di eccellenza in contesti na-zionali ed internazionali per offrire l’oppor-tunità alle aziende di entrare nel mercato esteroe creare possibilità occupazionali».Tibaldi, che è anche direttore responsabile di“Passavoce”, periodico della sezione di Latinadella Lega italiana per la lotta contro i tumo-ri, ha sottolineato poi una peculirità della cul-tivar itrana: «La ricerca del Dipartimento de La

A Sapienza–Polo pontino, diretta dal professorLendaro e finanziato da Provincia di Latina, Ca-pol, Aspol e Lilt, dimostra che l’olio extraver-gine di cultivar itrana, specialmente se fresco,sviluppa polifenoli che arginano le capacitàinvasive delle cellule del cancro della vescica».Da un seminario del 2014 è emerso però chemolti frantoi non sono ancora dotati delle tec-nologie necessarie per ottenere in loco un ex-travergine e che necessitano di spostarsi al Nordper la fase della molitura. «Bisogna quindi –afferma Tibaldi – favorire l’inserimento di nuo-ve tecnologie per rendere indipendenti i pro-duttori. Fondamentale, inoltre, per una cre-scita economica è ripartire dalle attività legatealla terra. Per questo la Provincia si è rivolta al-le scuole agrarie e turistiche per l’insegnamentodei mestieri della terra, di dermocosmesi, col-tivazione delle lumache e agrumicultura oltreal Campus del Moscato di Terracina». (S.D.V.)

DI STEFANIA DE VITA

l 30 gennaio scorso si è svolto uninteressante convegno a Monte SanBiagio, in provincia di Latina, presso la

biblioteca comunale, su “Le eccellenze delterritorio come fattore di sviluppodell’economia locale”. Al centro deldibattito l’enogastronomia, l’agriturismo,l’agricoltura biologica e gli itinerari tematici.Ha aperto i lavori Domenico Tibaldi,dirigente della Provincia di Latina. Notevoleè stato il materiale informativo curato dallaProvincia e fornito ai presenti come le

brochures illustranti i prodotti Dop, Igp eBio del territorio pontino. Si tratta di testivolti alla promozione di settori di rilevanteinteresse, come l’agricoltura, l’allevamento eil turismo, verso i quali si cerca dirichiamare l’attenzione dei giovani nellaconvinzione che da essa possano derivarenuove opportunità di lavoro. Argomentointegrante è stata la via Francigena del sud–direttrice Appia, volano di attrattiva adampio raggio lungo il territorio pontino. Ilsindaco di Monte San Biagio, FedericoCarnevale ha affermato che «il futuro dellanostra cittadina è da reinventare attraversosistemi di accoglienza turistica come latipologia dell’albergo diffuso, da collocareall’interno del centro storico, ormai quasitotalmente spopolato». IlDirigente scolasticodell’Istituto Filosi diTerracina, Anna Maria Masci,ha posto l’attenzionesull’opportunità dell’Expo diMilano: «E’ un’occasione dipromozione e sviluppo delnostro territorio da nonperdere, poiché il ciboracconta un luogo e il sudPontino in questo senso hatanto da dire». Dal moscatodi Terracina al pesce calamita,dall’Olio delle colline Dopalla salsiccia di Monte SanBiagio, dalle arance di Fondial sedano bianco diSperlonga, il quale, come hasottolineato il PresidenteColdiretti di Fondi, LinoConti, è prodotto unico inItalia e si appresta ad ottenere

Iil marchio Igp. Tibaldi aggiunge che laFondazione Bio Campus, l’Istituto AgrarioS. Benedetto e l’Istituto Zooprofilatticodell’Italia centrale allevano il bufalo per ilreinserimento nella catena alimentare dellasua carne, generalmente non utilizzata. Essasi caratterizza per una lieve quantità dicolesterolo e un apprezzabile contenuto diferro, zinco e rame, elementi che agisconofavorevolmente sul sistema immunitario.Iacoacci, di “Slow Food Lazio”, ha ribaditol’importanza di supportare agricoltori edallevatori affinché siano accompagnatinello sviluppo di una produttivitàconcorrenziale. Il Angelo Perfili dell’ IstitutoFilosi ha posto l’accento sul temadell’agriturismo come bisogno di ritornarealle origini, agli affetti, alla terra.Fondamentale a questo proposito risultaessere la produzione di formaggi, salumi evini negli agriturismi così da allietare i 5sensi di coloro i quali scelgono una vacanzalontana dall’artificialità. Il presidente delCapol – Centro Assaggiatori ProduzioniOlivicole Latina – Luigi Centauri, hadescritto le caratteristiche peculiari dell’olioextravergine a partire dalla raccolta dellamateria prima. Un elemento davverointeressante è stato evidenziato nelconvegno, ovvero le proprietà antitumoralidella Cultivar Itrana, risultato diun’accurata ricerca scientifica realizzatadall’equipe del professor EugenioLendaro(Università La Sapienza PoloPontino) e pubblicata dalla rivistascientifica Nutrition and cancer. Tuttoquesto costituisce un grande attrattore difinanziamenti e finanziatori per lo sviluppooccupazionale e territoriale della Provinciadi Latina. Occorrerebbe però fare rete,costituire un fronte comune ai fini di unaimprenditorialità innovativa, redditizia egiovane.

Lungo il selciato della Francigenara i numerosi progetti legati alle attività produttive, al-l’enogastronomia e al turismo presentati a Monte San

Biagio, ve n’è uno che unisce l’apetto religioso e spiritua-le con quello di valorizzazione territoriale. Si tratta dellariqualificazione della Via Francigena del Sud lungo la viaAppia, tra la sponda destra del Garigliano e Roma.La Via Francigena costituisce infatti un modo di percorre-re il sud pontino scoprendo luoghi di interesse storico, ar-tistico, archeologico e naturalistico ed offre l’opportunitàdi gustare sapori e profumi che soltanto passeggiando sipossono assaporare in pieno. Annunciata anche la prossi-ma uscita di una guida della Via Francigena del sud diret-trice Appia in lingua italiana ed inglese, che racconta lastoria, le tradizioni, il folklore del territorio che si attraversa,oltre ad ogni tipo di informazione utile per i pellegrini.(S.D.V.)

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DI GIOVANNI SALSANO

rogetti con le scuole del territorio,momenti dedicati alle famiglia e unpercorso di crescita che continua per

portare avanti il sogno di coniugare lavoroed educazione per le nuove generazioni ecreare sviluppo attraverso il ritornorispettoso alla terra. Sono le caratteristichedell’attività della fattoria didattica Riparo diAnzio, gestita dall’omonima cooperativa enata dalla collaborazione tra la diocesi diAlbano (proprietaria di un terreno a ridossodella via Nettunense) e otto giovani,accomunati dall’esperienza come animatori

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all’oratorio Pier Giorgio Frassati di Ardea,che insieme hanno progettato il loro futuro“tornando alla terra”, origine della vita, conil duplice scopo da un lato di creare buonaoccupazione in un territorio che ha soffertoper le conseguenze della crisi economica,dall’altro di garantire sviluppo sostenibile,facendo leva sull’educazione delle giovanigenerazioni. «Sono tante – spiega ilpresidente della cooperativa Riparo, LucaVita – le richieste che provengono dallescuole del territorio, per visite in fattoria: traasili privati e scuole statali, soprattuttoelementari, abbiamo già venti prenotazioniper visite da qui fino a giugno, ed è unnumero destinato a crescere perché proprioin queste settimane stiamo incontrando gliinsegnanti in molti istituti. Le scuole sonodi Anzio, ma anche Ardea, Aprilia,Torvaianica e Pomezia, quindi un territoriopiuttosto ampio. Inoltre, abbiamo

terminato, a gennaio, anche un progetto aCastel Gandolfo che si chiama COrto eMangiato, curato dal Comune di CastelGandolfo, e che ha riguardato lacostruzione di orti didattici nelle scuoleelementari e materne della città». Accantoall’opera di divulgazione ed educazione,l’impegno della cooperativa è dedicatoanche allo sviluppo del progetto e allacrescita dell’attività: «Per quanto riguarda laparte agricola – prosegue Luca Vita – daqualche settimana abbiamo anche duepecore, che si aggiungono ai due asini, allegalline, oche, papere, alla capra e ai conigli.Inoltre, stiamo predisponendo per laprimavera l’inizio della coltivazione delleorticole, in modo da poter offrire i nostriprodotti a partire dalla prossima estate, conun punto vendita diretta in loco, che saràaperto probabilmente il sabato mattina. Inprimavera poi, apriremo i cancelli della

fattoria nei week–end e nelle giornate difesta come Pasquetta, 1 maggio, 25 aprile e2 giugno per le famiglie che vorrannotrascorrere una giornata in campagna».Infine, nel programma del prossimo futurotrovano spazio anche la realizzazione di uncentro estivo in fattoria a giugno e lapossibilità di ospitare campi estivi pergruppi di scout.

Educazione e sviluppo, la via di RiparoEd ecco gli «orti urbani»

puntano tra i palazzi,frutto di una gestione

condivisa. C’è chi torna allaterra per lavoro e chi si “at-trezza” nel quotidiano. Sonogli orti urbani, altra facciadella green economy. Chesiano pochi vasi da sistema-re sul balcone, veri e propriappezzamenti di terra per-sonali o condominiali, gli or-ti sono una vera tendenza.La Coldiretti ha stimato 1,1milioni di metri quadrati de-dicati a coltivazioni a scoporicreativo. Nel Lazio, solo aRoma sono 150. (Si.Gio.)

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Concluso a gennaio un progettoa Castel Gandolfo per l’avvio di orti didattici nelle scuole

Amministratori, imprenditorie studiosi a confronto a MonteSan Biagio su come valorizzarele risorse del territorio in chiaved’investimento per poter aprire nuove prospettive occupazionali

Enogastronomia, agriturismo, agricolturabiologica, itinerari tematici: necessario ripartiredal territorio per un rilancio dell’economia

Giuseppe e Valentino, storie di chi ritornatessa età, stesso piccolo paesino, studi diversi, desideri e sogni dif-ferenti ma una scelta di vita comune. Giuseppe e Valentino, 29 e

28 anni, vivono in un paese di 6000 abitanti in provincia di Latina dasecoli basato sul settore primario, ricco di terreni coltivati e serre.Giuseppe si alza alle 5 di mattina, passa la maggior parte della sua gior-nata sotto le serre di famiglia al caldo, al freddo o sotto la pioggia, chi-nato ore e ore per la raccolta: “E’ un lavoro duro ma in tempi di crisi è

una sicurezza”. Dopogli studi superiori altecnico industriale,una passione per icomputer e la tecno-logia che poteva di-ventare un’attivitàconcreta, Stefano hascelto di proseguirel’attività di famiglia. Valentino si alza allesette, prende il trenoe si reca all’universitàdove frequenta il cor-so di laurea in scien-ze infermieristiche. Ilconseguimento del-la laurea è vicino, mala sua scelta è chiara:“Sono orgoglioso difare il contadino”.Valentino gestirà l’a-zienda a conduzionefamiliare che per an-ni i genitori hannoportato avanti.(Si.Gio.)

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Sono stati privilegiati igiovani imprenditoritra i 18 e i 39 anniche avranno in affittoi terreni per un periododi quindici anni con lapossibilità di rinnovoper altri quindici

percorsi

Dall’«extravergine» pontino una speranza contro i tumori

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 8 febbraio 2015

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Il «tempo santo» dei genitori di Chiara per i malatiDI SIMONE CIAMPANELLA

ercoledì si celebra la XXIII Giorna-ta mondiale del malato. Il temaprescelto parla di una sapienza an-

tica, quella del cuore. È la sapienza cordische come dice Giobbe nella citazione uti-lizzata come filo conduttore spinge ognu-no di noi a diventare “occhi per il cieco” e“piedi per lo zoppo”.Nel suggerimento biblico indicato per l’e-dizione di quest’anno la riflessione sullacondizione dei sofferenti, oltre ad essere ri-volta a coloro che portano nel corpo e nel-l’anima le piaghe di Cristo, interroga inmodo preminente le persone che vivonola malattia dei propri cari: famigliari, ami-ci, conoscenti, cioè tutti coloro che parte-cipano e si fanno prossimi del dolore del-l’altro, e in questa dimensione si ritrovanospesso dinnanzi al mistero della croce.L’ufficio diocesano per la pastorale sanita-

Mria, ponendosi in ascolto del messaggio dipapa Francesco ha impostato l’edizionediocesana della giornata, che si terrà nellaparrocchia della Beata Vergine Maria Im-macolata alla Giustiniana, come un mo-mento di comprensione «non teorica» maconcreta della fragilità umana. Sarà quin-di proposta la testimonianza di chi que-st’esperienza di vicinanza alla malattia l’hafatta, e l’ha vissuta come profezia di resur-rezione, come sguardo rinnovato che in-segna quale sia il vero significato di “qua-lità della vita”.Due genitori come tanti altri, Roberto eMaria Anselma, condivideranno con i pre-senti il periodo di vissuto accanto alla lo-ro figlia, fino alla sua nascita in cielo, av-venuta nella stupenda natura di Pian del-la Carlotta vicino al Sasso, nel comune diCerveteri. È Chiara Corbella Petrillo, que-sta ragazza, venuta a mancare nel 2012 do-po un percorso faticoso e sofferente, tutta-

via mai privo di una prospettiva di fede in tut-to quello che accadeva. Una donna, una mo-glie, una madre che porta nel grembo due crea-ture, destinate poi a vivere solo degli attimi sul-la terra, ma amate pienamente, senza indu-gio. Poi il terzo figlio, per la cui incolumitàscelse, in piena armonia con il marito Enricocon il quale ha condiviso un modo di stare almondo con la prospettiva di quello eterno, dinon curarsi dal “drago” che, tentato di scon-figgere invano una volta partorito Francesco,ne ha causato la morte. Eppure in quest’ulti-mo periodo di malattia, non tanto si è dedi-cata a prepararsi al passaggio da questa vita al-l’altra, quanto ha chiesto a Dio di illuminarei suoi amori perché accettassero il mistero del-la sua sofferenza, un mistero chiaro di fronteai suoi occhi, perché vivessero la sua malattiacome un tempo santo e potessero fare loro lastessa esperienza di Giobbe: «Io ti conoscevosolo per sentito dire, ma ora i miei occhi tihanno veduto».

Il programma

L’accoglienza inizia alle ore9. Alle ore 10 ci sarà la te-stimonianza Il tempo passatoaccanto al malato è un temposanto: la storia di Chiara Cor-bella Petrillo raccontata daigenitori Roberto e Maria An-selma. Alle ore 11 inizia lapreparazione alla celebra-zione che presiederà monsi-gnor Gino Reali alle ore11.30.Come tradizione questagiornata vuole anche offrireun momento di divertimen-to per i molti malati, così do-po il pranzo verrà propostouno spettacolo di intratteni-mento con Il trio insieme adalcuni ospiti.

Consacrati e profetiil fatto.La preghiera dei religiosi a La StortaReali: profonda conoscenza della Parola di DioDI GIOVANNI DI MICHELE

profeti sono uomini e donne delfuturo, che dinanzi all’arroganzadel potere e delle ingiustizie

sanno reagire, anche con forza.Uomini e donne segni di profeziaper l’umanità e per la Chiesa. Dimolti profeti la Chiesa ha oggibisogno. Non ha importanza chesiano riconosciuti, è importante checi siano e aiutino l’umanità e laChiesa. Aiutino a capire e adaccogliere più profondamente lapersona e il messaggio di Cristo, dadonne e uomini del nostro tempo.Una bella riflessione sulla profeziadella vita consacrata ha dettato ilvescovo Gino Reali, alleconsacrate e ai consacratidella nostra diocesi, incattedrale, nelpomeriggio di domenicascorsa 1° febbraio.Il termine “prophetia”che richiama il carattereprofetico della vitaconsacrata e che «siconfigura come unaspeciale forma dipartecipazione allafunzione profetica di Cristo,comunicata dallo Spirito a tutto ilpopolo di Dio». Si può parlare dellavita di speciale consacrazione comedi un autentico ministero profetico,che nasce dalla Parola e si nutredella Parola di Dio, accolta e vissutanelle varie circostanze della vita. Lafunzione si esplicita nella denunciacoraggiosa, nell’annuncio di nuove«visite» di Dio e «con l’esplorazionedi vie nuove per attuare il Vangelonella storia, in vista del Regno diDio». Fondamentale questo recupero erispetto da parte del magistero delprofetismo nella Chiesa, oggi. Senzala profezia la storia resterebbe unanomenclatura di eventi e non lastoria della salvezza. I profeti sonoanticipatori di idee nuove e araldi diuna perfezione che non è di questomondo. Il profetismo è senzadubbio uno dei fenomeni piùoriginali dell’esperienza biblica, ed

Iil Concilio ne hasottolineatol’importanza. «Ma chi è ilprofeta? – continua ilvescovo – E cosa devefare? Chi conosce laparola di Dio e di quellaparola ha unaconoscenza profonda,che nasce da unacomunione di vita conLui. È profeta chi lacustodisce, perché l’hascoperta come un benegrande, necessario perfare la strada deldiscepolo. È profeta chi lavive. La conoscenza della

parola di Dio infatti nonè completa se su di essanon ci si incammina, senon la si mette in pratica,se non vi si conforma lavita. Il discepolo non siferma a dire parole mamette in pratica ciò chedice il Signore, perché“Non chiunque mi dice:Signore, Signore, entrerànel regno dei cieli, macolui che fa la volontà delPadre mio che è neicieli”». Vorrei concludere con un pensierosul profetismo che un noto biblistasviluppa sull’inadeguatezza espressada Geremia a Dio per il compito chegli affida. Con Geremia ciimbattiamo, ancora una volta e inmodo decisivo, con un tema chedobbiamo considerare abitualenello studio e nella conoscenza ditutti i profeti: «essi sono di loro

natura contestatori e alternativi alsistema. Lo sono sempre, in tutta lastoria. Sono contestatori soprattuttodel sistema codificato e lo sono noncon la retorica, o con la demagogia,non col vaniloquio a cui oggi siamoabituati quando si contesta unsistema evidentemente ingiusto. Essilo sono rischiando profondamentedi persona e con rigore estremo, con

puntuali denunce, di cui accettanoogni conseguenza». I profeti sonocosì. Sanno ripetere con Geremia:“Mi hai sedotto Signore, e io misono lasciato sedurre, mi hai fattoforza e hai prevalso. Sono diventatooggetto di scherno ogni giorno;ognuno si fa beffe di me”. Ma questasorte non lo spaventa, perché ilprofeta non ha paura di nessuno.

Un compito che si esplicitanella denuncia coraggiosa,nell’annuncio coerentedelle nuove «visite» di Dioesplorando dei percorsiper storicizzare il Vangelo,in vista del Regno di Dio

aggregazioni laicali

DI LUDOVICA ZINCONE

abato 31 gennaio, è terminato ilcorso di formazione per catechi-sti organizzato dalla vicaria de La

Storta–Castelnuovo di Porto in col-laborazione con l’Ufficio catechisticodiocesano. Il vicario foraneo, padreLeonardo Ciarlo, insieme al diretto-re dell’Ufficio catechistico, don Gio-vanni di Michele, ha consegnato ai50 catechisti, provenienti da Ponte-storto, Tragliatella, Tragliata, Cesano,La Giustiniana e la Storta, l’attestatodi frequenza al Corso. L’iniziativa siè svolta nel periodo compreso tra no-vembre dello scorso anno e gennaiodel 2015 presso la cattedrale dei Sa-cri Cuori di Gesù e Maria. Il percor-so si è articolato in quattro appunta-menti per un totale di 18 ore con ilseguente programma: Parola di Dio eRivelazione, a cura di don Adriano Fur-goni e don Giorgio Zevini; I contenu-ti della catechesi, proposto da don Fe-derico Tartaglia e don Paolo Quatri-ni; Note di Metodologia Catechistica,

presentato da suor Cettina Cacciato,e in conclusione Comunicazione e re-lazione, guidato da Maria Rosa Cop-pola e Gemma Pozio. Dalla compi-lazione del questionario anonimoconsegnato ai frequentanti al termi-ne del Corso, è risultato che il 90%ha valutato molto positivamente ilcorso e lo ha ritenuto molto utile peruna eventuale futura iscrizione ad u-na scuola per catechisti. Analoga-mente il 96% ha espresso il deside-rio di completare la preparazione at-traverso la partecipazione ad un la-boratorio che faciliti sul piano prati-co la programmazione degli incontridi catechesi. In sintesi i risultati sonostati ampiamente positivi e sono an-dati oltre le più ottimistiche aspetta-tive. Ne consegue che talune perples-sità iniziali sulla opportunità dell’or-ganizzazione di questo corso di for-mazione per catechisti, sono state de-finitivamente superate e il corso verràcertamente incentivato e ripropostosotto la guida e l’esortazione del ve-scovo, monsignor Reali.

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La consegna degli attestatiai 50 corsisti della vicaria

er il prossimo sabato 14 febbraio dalle ore 10 alle ore 12 presso i locali par-rocchiali della chiesa cattedrale a La Storta (via del Cenacolo 43, Roma)

è convocata la Consulta diocesana delle aggregazioni laicali . Nella lettera diinvito, il coordinatore don Adriano Furgoni, invita a leggere il messaggio di pa-pa Francesco per la Quaresima, Rinfrancate i vostri cuori, proponendo di acco-gliere le indicazioni del Santo Padre come percorso per i gruppi e i movimen-ti. In particolare segnala alcuni spunti che verranno discussi nell’incontro, in-sieme ad altri già comunicati: la missione dei laici nelle parrocchie e la comu-nione con il parroco; la centralità della Parola di Dio, come missione iniziatacon l’assemblea ecclesiale diocesana; l’importanza di portare il Vangelo alle tan-te periferie esistenziali, la testimonianza della Carità con gli ultimi.«Infine – conclude don Furgoni – , nell’ambito della Consulta, valuteremo al-cune proposte da concretizzare in difesa della responsabilità educativa dellefamiglie e genitori nei confronti della straripante ideologia del gender che staoccupando ogni spazio educativo a partire dalla scuola di ogni ordine e grado».

Enzo Crialesi

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L’incontro della Consulta

DI EMILIANO CIARDULLI

l primo febbraio durante la messanella cattedrale de La Storta, dinanzi alvescovo Gino Reali e all’assistente

spirituale don Giovanni Soccorsi abbiamorinnovato la nostra partecipazioneall’Unitalsi attraverso il Rito dell’Adesione.Confermando la disponibilità acontinuare questa esperienza, ciascun dinoi offre un contributo indispensabile euna testimonianza di impegno e diattenzione verso chi è nel bisogno, pervivere pienamente la prossimità, lavicinanza e il contatto del cuore.«Siate testimoni della carità – ha detto ilvescovo Reali durante l’omelia – equando si dona la carità questa si

moltiplica». Parole importanti e di grandestimolo per tutti i presenti ad esseretestimoni perché «il testimone è colui checondivide, che si sente parte dello statod’animo del fratello e che si mette al suofianco per sostenerlo nella sofferenza.Essere vicino a chi soffre è difficile,faticoso, doloroso ma fondamentale.Questa è la vera testimonianza di carità.Un cammino che si fa insieme, unacondivisione della vita. La carità è unaforza che non si perde e quando ladoniamo agli altri si moltiplica, diventavirale».Durante la celebrazione eucaristicaabbiamo chiesto al Signore di benedire esostenere questo servizio e pregato insuffragio dei nostri benefattori defunti e

di due nostri amici, Giuliano e Vincenzo,che ora ci guardano dal cielo. Un ultimogesto, molto importante per noi, è statol’atto di affidamento a Maria, NostraSignora di Lourdes, perché guidi il nostrocammino di fede e sostenga gli ammalati.Inizia cosi per noi, con questo stimolo, unnuovo anno ricco di impegni e dipellegrinaggi, portando il nostro essereunitalsiani e testimoni di carità nellaquotidianità. Il nostro prossimoappuntamento è fissato, come diconsueto, per l’11 Febbraio per laGiornata del Malato che si svolgerà allaGiustiniana presso la Parrocchia della B.V. Maria Immacolata (Via Cassia 1286).(info su attività Unitalsi dioceana:www.unitalsiportosantarufina.it)

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L’impegno per la carità dell’UnitalsiOggi. Formazione VolEst: il pa-dre comboniano Kizito Sesanacelebra la messa alle ore 11.30nella parrocchia di Cesano e al-le ore 15 racconta la sua espe-rienza missionaria. 25° anni-versario della morte dell’abateNardin, fondatore FraternitàMonastica Missionaria, il ve-scovo presiede la messa nellaparrocchia S. Antonio di Pado-va a Maccarese, ore 17. Lunedì9. Il vescovo incontra l’ufficiocatechistico diocesano (Curia,ore 17). Martedì 10. La leggedei liberi. Pastorale giovanile,parrocchia Sante Rufina e Se-

conda, ore 20.45. Sabato 14.Giornata Caritas. Centro pasto-rale diocesano, via della Storta783, Roma, ore 9–12. ChiAma-Te. Percorso vocazionale. Mo-nastero Santa Maria del Silen-zio (Ponte Galeria, Via della Ma-gliana 1240), ore 19.30. Il ve-scovo incontra la pastorale bat-tesimale, Centro pastorale dio-cesano, ore 10. Il vescovo chiu-de il corso per fidanzati, par-rocchia SS. Trinità, ore 18. Do-menica 15. Ingresso di donGiuseppe Carabetta come nuo-vo parroco di San Pancrazio a I-sola Farnese, ore 16.Il rinnovo dell’adesione

Tutti gli appuntamentiper questa settimana

Da ricordareer quanto riguarda il questionariorelativo alla Relatio Synodi si

ricorda che le domande (scaricabiliinsieme dal sito diocesanowww.diocesiportosantarufina.it allasezione Avvisi in evidenza) e le risposte,dovranno essere inoltrate entro il 1marzo in formato “.doc” o “.rtf” [email protected],indicando il soggetto che le hacompilate.

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agenda 11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 8 febbraio 2015

www.diocesiportosantarufina.it

catechesi

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