IL MATRIMONIO
La tradizione legata all’ufficio matrimoniale in Grazzanise richiama alla memoria le
antiche usanze da annoverare tra quelle più straordinarie e originali. La celebrazione
del matrimonio è collegata, ancora oggi, ai costumi e alle usanze di ogni regione, città
o paese. Le tradizioni, sono oggetto di diversa interpretazione perché connesse agli
stili di vita, a sua volta affermati dai fattori socio- culturali, economici e religiosi di
ciascuna comunità. Il rito matrimoniale nel nostro paese è stato caratterizzato da
tradizioni singolari che ravviseremo in seguito. All’epoca, nella nostra comunità,
provvedevano a vestire la sposa la madre, le sorelle se esistenti e in mancanza le
amiche. Un altro momento caratteristico era la partenza della sposa dalla propria casa
paterna. Arrivato lo sposo, accompagnato da parenti e gli amici, tutti si riunivano in
corteo per raggiungere la Chiesa. Il padre conduceva la sposa tenendola al braccio,
mentre lo sposo, era accompagnato dalla propria madre. La coppia genitore figlia
apriva il corteo seguita dalla coppia madre figlio, poi seguivano tutti gli altri. Al
ritorno, dopo la funzione religiosa, i coniugi riprendevano il posto innanzi al corteo
per raggiungere la casa del marito dove si celebravano i festeggiamenti. Oggi è
d’usanza la “parata” che consiste nello sbarrare la strada agli sposi con nastri che il
consorte deve tagliare. A chi forma la “parata”, sono offerti confetti confezionati in
un sacchetto. I bar presenti durante il percorso, sono soliti preparare un tavolo con
spumante che è stappano in segno di auguri. All’uscita dalla Chiesa, fino al luogo del
rinfresco, un tempo si lanciavano confetti sugli sposi, oggi è usanza gettare anche riso
e monetine in segno di prolificità e benessere. Accenniamo per un momento al valore
del contratto di matrimonio e alla dote, elementi ricorrenti e obbligatori nel passato.
Nel nostro paese la dote era rappresentata dal corredo composto di oggetti d’oro,
biancheria, rame, e tutto ciò che si riteneva utile per la nuova famiglia. Altri beni
consistevano in: case, terreni e denaro. Nelle famiglie più facoltose erano redatti veri
e propri contratti regolarmente espressi da notai per la ripartizione dei beni. Le
famiglie meno abbienti si sottoponevano a grossi sacrifici per realizzare il corredo. In
tempi antichissimi, quando imperava la povertà, la dote femminile era formata da
poche cose: qualche coperta, lenzuola, cuscini, tovaglie, asciugamani, “u saccone”
(sacco di tela riempito da foglie di pannocchie da usarsi come materasso) e un letto
formato da due cavalletti di ferro con sopra delle tavole. Fra i beni dell’uomo si
annoverano gli attrezzi da lavoro. Con il contratto matrimoniale i beni diventavano
comuni, era sufficiente il solo vincolo matrimoniale perché tutto fosse collettivo.
Nelle pagine che seguono, sono rappresentati i vari aspetti folcloristici di diversi
matrimoni: un documento del 1696; un contratto del 1946; foto delle diverse epoche,
inviti e partecipazioni d’epoca; l’elenco del corredo e, infine, vari detti e superstizioni
inerenti l’argomento.
ATTO DI UN MATRIMONIO RISALENTE AL 1696
L’atto (n.6 fogli) riporta le dichiarazioni e le testimonianze di non legittimo
impedimento a contrarre matrimonio. Essendo ripetitivo, si espone solo una parte
delle testimonianze rilasciate dai diretti interessati e dai testimoni alla presenza del
parroco. Seguono: un atto riguardante un vero contratto di matrimonio, la descrizione
di un corredo e delle foto d’epoca.
1696
Matrimonio
Massimiliano Gravante
e
Annamaria Agustinella
In fede eseguo sotto giuramento - Noi sottoscritti
avanti al Parroco della Chiesa San, Giovanni Battista del Casale di Grazzanise
Diocesi di Capua come in matrimonio contraendo lo stesso Massimiliano Gravante
figlio di Luca del casale di Grazzanise e Annamaria Augustinella figlia di Giovanni
del casale di Cancello Arnone stessa Diocesi di Capua.
In primis avendo presentato pubblicazioni popolari stesso
scritto solo oggi il diciannove del mese di ottobre in
domenica 2° fu scelto il giorno del mese di ottobre
Domenica 3ª nono fu giorno nigas….? octaria…? Del
mese di ottobre e pratisare..? il 1696 in fasto di mese
ottobre. Illustrissimo Augustis Simonis postula non fu
canonico impedimento perciò nessun veto al soprascritto
Massimiliano a contrarre matrimonio giusta direttiva
SCR. Il rito S.R.C. e in fede noi qui sottoscritti in casale
di Grazzanise giornonigasa….? mese ottobre anno nono 1696. Testimone Io
sottoscritto Signore Angelucci dichiaro come sopra.
Io Don Tommaso…? Di Paolo, curato, in fede eseguo sotto giuramento come sopra.
Giorno 22 ottobre 1696
Gravante figlio di Luca del casale di Grazzanise e
Annamaria Augustinella figlia di Giovanni del
casale di Arnone testimoniano sul loro stato
libero………….
DOCUMENTO DEL 31 MAGGIO 1908
LETTO MATRIMONIALE ANNI 60 APPRONTATO PER GLI SPOSI
ANNO 1927
Così come oggi, anche negli anni addietro si usava utilizzare ogni mezzo per
pubblicizzare il proprio fatidico giorno delle nozze. Riporto un documento del 1927
attestante, il matrimonio contratto dal prof. Federico Parente con la professoressa Pia
Parente.
L’UNIONE
GIORNALE DI TERRA DI LAVORO
CASERTA 23 OTTOBRE 1927
DA GRAZZANISE
NOZZE Grazzanise ,13
Il giorno 8 corr., nella più stretta intimità familiare, causa il recente
lutto dello sposo, si unirono in matrimonio il prof. Federico Parente e
la gentile e leggiadra signorina professoressa Pia Parente, figliola
diletta dell’ egregio nostro amico avv. Giov. Mario. La cerimonia si
svolse in casa dell’avv. Parente che per l’occasione divenne una serra
olezzante di fiori. Funziono da ufficiale dello stato civile l’egregio
gentiluomo cav. Gravante, Podestà del Comune che offrì agli sposi la
rituale penna d’oro e rivolse loro un magnifico discorso di occasione.
Compare d’anello fu il prof. Mimì Cavaliere di S. Cipriano di Aversa.
Il rito religioso fu celebrato da S.E. Eduardo Parente, Vescovo
ausiliario di Capua e zio della sposa che somministrò ad essa il
sacramento della Cresima, ove funzionò da madrina la gentildonna
sig.ra Martellini Parente, zia della sposa e sorella di Sua Eccellenza. Durante la
celebrazione della messa S.E. impartì agli sposi il Sacramento dell’Eucaristia e
pronunziò un’ elevatissimo e smagliante discorso dal quale rifulse, oltre che la grande
cultura dell’insigne prelato, anche il cuore nobile e l’affetto per i suoi cari. Dopo aver
preso un boccone a cerimonia finita, gli sposi partirono per il viaggio di nozze. Li
accompagnino per la vita gli auguri dei loro cari e quelli non meno fervidi e sinceri
degli amici e del nostro giornale.
_____________ Felicitazioni ed auguri anche e specialmente da parte nostra. n.d.d.
DOCUMENTO DEL 1946
IL CONTRATTO DI MATRIMONIO
✽✽✽
ARCHIVIO NOTARILE DISTRETTUALE
S. MARIA C.V.
N° 39-4298 del rep:
Merlin____Capitoli Matrimoniali
Regnando
Vittorio Emanuele Terzo
Per Grazia di Dio e per Volontà della Nazione
_____________Re D’Italia__________
L’anno millenovecentoventicinque il giorno tre
aprile in Capua nello studio dell’avvocato Rotondo
al basso Musco Campano n° 37___
Avanti di noi Gaetano Gerenza notaio residente in
Capua collo studio in casa propria al vicolo S.
Giovanni a Corte n° 5 distretto Notarile di Santa
Maria Capua Vetere, presso il cui consiglio siamo
iscritti. Assistiti dai testimoni che saranno appresso
nominati___________Si sono personalmente
costituiti_____Da una parte Il Signore Antonio
Buonanno fu Giovanni e la nubile sua figlia Rosa,
proprietarii_____________E dall’altra parte Luigi Petrella fu Giovanbattista, ed il
suo figliuolo Angelo, proprietarii, tutti nati e domiciliati in Grazzanise__A noi e
testimoni noti______________ Essi costituiti hanno dichiarato di essersi progettato il
matrimonio da contrarsi fra i costituiti Angelo Petrella e Rosa Buonanno col
compiacimento dei rispettivi genitori e col presente intendiamo determinare, i patti
che regolar devono la società coniugale fra i detti sposi nel modo
seguente_______________________________________
Primo – Il matrimonio in parola sarà contratto con le forme stabilite dal Concilio di
Trento e col rito civile non appena l’uno degli sposi ne farà richiesta all’altro.
Secondo – Gli sposi intendono che la loro unione matrimoniale sia regolata dal
regime dotale, esclusa ogni comunione di beni. Di tal che lo sposo non sarà che
semplice amministratore dei beni della sposa______________________________
Terzo – I costituiti Antonio Buonanno per vivo compiacimento che sente pel
matrimonio in parola ei per l’affetto grande che nutre verso la costituita sua figliola
Rosa le assegna e costituisce in dote la somma di lire millecinquecento in denaro
contante, che in tante carte monete correnti in Regno in presenza nostra e dei
testimoni ha consegnato allo sposo Angelo Petrella, il quale, dopo avere verificata
rinumerata la detta somma l’ha fatta propria, rilasciando ad esso Buonanno formale
quietanza. Lo stesso Buonanno assegna e dona alla medesima futura sposa sua figlia
Rosa e sempre a titolo di costituzione in dote i seguenti oggetti preziosi e corredo per
uso ed ornamento della stessa.___________________________________________
Oro lavorato, cioè tre braccialetti, tre paia di orecchini, due fermagli, otto anelli, due
figli di perle, il tutto del valore di lire settecento_____________________________
Corredo, cioè una coperta di seta imbottita, un copertino di seta, quattro materassi di
tela sassonia con Kg.mi cinquantacinque di lana e cuciniere corrispondenti; due
canterani o comodes impellicciati a mogano con pietre di marmo; una specchiera
anche impellicciata a mogano con marmo; un guardaroba di pioppo attintato, tre
copertini di cotone; metri ottantacinque circa di tela di casa equivalenti a braccia
cento di antica misura; diciotto lenzuola di seta e mussolo; dodici abiti di diverse
specie e qualità di stoffa; otto sottane; venti asciugamani; metri novanta circa di tela
di casa cosiddetta a( prefairello?...(preparello?...prepairello?...) pari a braccia
centosette di antica misura, trenta camicie di tela e mussola; quaranta paia di calze,
sessanta fazzoletti di seta cachemir e altre qualità, due scialli grandi due sciarpe,
fodere per i cuscini, numero sessanta; dieci paia di scarpe; chilogrammi sessanta circa
pari a libbre centottanta di rame lavorato in diversi pezzi per uso domestico. Tutto
questo corredo del valore di lire milleseicentosessantasei in complesso__________
Quarto – La stima data agli oggetti preziosi ed al corredo non vale per vendita,
rimanendo la proprietà del tutto sempre alla sposa. Il marito, in caso di scioglimento
di matrimonio non sarà obbligato che a restituire il corredo uso consunto; ma se lo
scioglimento suddetto avverrà dopo dieci anni dalla contrattazione del matrimonio, il
marito sarà solo obbligato a restituire l’oro lavorato ed il rame e non più gli altri
oggetti di corredo. La celebrazione del matrimonio sarà prova che lo sposo ha
ricevuto tutto il corredo e gli oggetti preziosi, senza che vi sarà bisogno di speciale
quietanza____________________________________________________________
Quinto – Gli assegni fatti alla sposa in denari, oggetti preziosi e corredo dal proprio
genitore Antonio Buonanno e che in complesso ammontano, alla cifra di lire
tremilaottocentossesantasei s’intendono fatti in conto della porzione di legittima, che
alla sposa potrà spettare sulla successione del detto suo genitore, e se vi sarà qualche
eccedenza, diperpiù..? s’intende fui da ora donato sul disponibile della successione
medesima, come ante parte e prelegato con dispensa dalla collazione____________
Sesto – Dal suo canto il costituito signor Luigi Petrella anche egli pel compiacimento
vivissimo che sente nella contrazione del matrimonio in parola, e per agevolare il
costituito suo figli Angelo a sostenere i pesi, gli dona con donazione irrevocabile fra
vivi i seguenti beni, che s’intendono da lui assegnati a detto suo figlio in conto della
legittima che potrà spettargli nella sua successione, e se vi sarà eccedenza, questa
s’intende donata sul suo disponibile fin da ora come anteparte e prelegato e con
dispensa dalla collazione_______________________________________________
a) Ettare una, are novantacinque e centiare pari a moggia sei di antica misura di
terreno campestre seminatorio sito in quel di Cancello-Arnone denominato
Pollandrara di sopra che saranno distaccate dal fondo di maggiore estensione di esso
donante, sicché le dette moggia avranno per confini ad est beni di Filomena Petrella,
al sud con Ripone della bonifica, ad ovest Parrocchia di Grazzanise e la rimanente
parte del fondo riportato per intero nel catasto del detto Comune all’articolo 943 fra
l’imponibile di lire 168,60, del valore questo terreno donato di lire millecinquecento_
b) Ettara una, are trenta e centiare sessantuno circa o moggia quattro di antica misura
del terreno dette Procelle, di natura seminatorio campestre arbusto che ha pure
denominazione di S. Emiliana a via della Croce; sito in quel di Grazzanise riportato
nel catasto di questo Comune all’articolo 1417 fra l’imponibile di lire
centocinquantasette e centi sessantotto. Le dette quattro moggia saranno distaccate
dalla maggiore estensione che il donante possiede dal lato occidentale, ed avranno per
confini ad occidente beni di Paolo Petrella, e dagli altri lati con la restante parte del
terreno del donante; del valore queste moggia quattro di lire duemilaquattrocento__
c) Metà dello stallone o circa, che esiste nel detto fondo Procelle o S. Emiliana da
dividersi in maniera che la porta a mezzogiorno rimanga per intero sull’altra
rimanente parte dello stallone che resta di proprietà del donante; più dona il pollaio
ivi esistente e il diritto di proporzionale comunione all’aia lastricata e agli altri
comodi di pozzo, abbeveratoio ed altro nonché al pascolo intorno – Del valore di lire
duemila__________________________________________________________
d) Casamento in Grazzanise via Montevergine, cioè una stanza superiore con
sottoposto basso e cucina adiacente , il tutto ha confine col giardino ; quale
casamento è all’inizio di sua costruzione e dovrà dal donante essere completato fra un
anno dalla contrazione del matrimonio, e dovrà avere scala esterna di accesso
separata con relativo passetto, e dovrà avere il valore non minore di lire
millecinquecento. Sono inerenti al casamento donato le azioni di comunalità al cortile
e a tutti i comodi esistenti, e meglio spiegando ciò che innanzi è detto, avrà non un
apposito scala esterna separata; ma il diritto di comunalità alla scala e passetti ora
esistenti__________________________________________________________
Durante l’anno per la costruzione di queste case gli sposi avranno l’uso e l’abitazione
in altre stanze del donante e comodi inerenti________________________________
e) Tomola dodici pari ad ettolitri sei e litri sessanta di grano fino , e tomola otto pari a
ettolitri quattro e litri quaranta di biada del complessivo valore di lire
centoquarantaquattro________________________________________________
L’ammontare complessivo di queste donazioni ascende a lire settemila cinquecento
quaranta quattro
Settimo – Nel materiale possesso dei fondi donati entrerà lo sposo a primo prossimo
venturo mese di agosto, ed il donante fin da ora si spoglia della proprietà dei beni
donati e ne investe suo figlio Angelo, il quale dal detto di primo agosto ne farà suoi i
frutti e le rendite, ne pagherà i pesi pubblici da cui sono gravati, disponendone da
assoluto padrone facendo altresì voltarli al suo nome nei registri catastali,
trascrivendo anche questo atto nella conservazione delle Ipoteche di Terra di Lavoro.
Dichiara nel contempo e a tal proposito il donante di non avere ad altri venduto,
alienato, donato o più altro modo distratto i beni medesimi, i quali sono liberi ed
esenti da qualsiasi affezione ipotecaria, e ciò sotto pena dei danni ed
interessi___________________________________________________________
Ottavo – Sia la sposa Buonanno che lo sposo Angelo Petrella, immensamente grati ai
rispettivi genitori formalmente accettano le donazioni loro fatte_________________
Nono – Sui terreni donati, sullo stallone, aia e comunalità descritti alle lettere a – b –
c dello articolo sesto nonché sul casamento descritto alla lettera - d – del medesimo
articolo sesto sarà pubblicata ipoteca legale a favore della futura sposa e contro lo
sposo Angelo petrella per cautela della dote in contanti e del valore degli oggetti
preziosi in uno per la somma di lire duemiladuecento_________________________
Decimo – Tanto il costituito Buonanno quanto il costituito Petrella Luigi genitori
degli sposi dichiarano che precedentemente a questo atto nessun’altra donazione o
liberalità hanno fatto ai rispettivi figli futuri sposi Rosa Buonanno e Angelo
Petrella___________________________________________________________
Le spese sono restate per metà a carico del signor Buonanno e per l’altra metà a
carico del signor Luigi Petrella___________________________________________
Questo contratto è stato da noi ricevuto alla presenza delle parti costituite e dei
testimoni signori Pietro Valletta di Giovanni possidente e Gioacchino Noverino fu
Domenico falegname nati e domiciliati in Capua, idonei come per legge i quali
firmano con noi e con le parti stesse_______________________________________
Del presente composto di fogli tre in undici facciate scritte da persona di nostra
fiducia, per mezzo della stessa abbiamo data lettura a voce chiara ed intelligibile in
presenza dei detti testimoni alle parti, le quali hanno dichiarato essere conforme alla
loro volontà_________________________________________________________
Firmat – Rosa Buonanno – Antonio Buonanno – Petrella Angelo – Luigi Petrella –
Gioacchino Nocerino testimone - Pietro Valletta testimone – Notar Gaetano Scienzo
fu Raffaele residente in Capua __________________________________________
Numero settecentoventicinque (725) Registrato a Capua il quindici aprile
millenovecentocinque (1905) Modulo primo Volume settantasette (77) Folio
ventinove (29) – Esatto lire centosessantacinque. Il ricevitore segue firma Copia
conforme al suo originale conservato in questo archivio e si rilascia a richiesta del
signor Ragionier Olga Mancini_________________________________________
S. Maria C.V. 6 NOV. 1946 IL CONSERVATORE TITOLARE (Bova Cav. Dott. Ricciardi)
ANNI 60
IL CORREDO
TRASPORTO DEL CORREDO CON LO “STRAULO”.
Il corredo era d’obbligo per la giovane promessa sposa, esso rappresentava
l’emblema del benessere e della prosperosa condizione socio economica delle
ragazze prossime al matrimonio. Era curato già dalla tenera età e preparato nel tempo,
in considerazione dell’oneroso impegno economico che richiedeva. Una moglie senza
corredo si sentiva mortificata in quanto esposta a critiche da parte dei parenti del
marito e dell’opinione pubblica perciò, una donna non giungeva al matrimonio priva
del corredo. Il corredo era formato da numerosi elementi ed era definito in gergo: “
’U curred‘ e panne a vinte (20)” oppure “ a quaranta (40)”.
DONNE CHE SEGUONO LO “STRAULO” CON IL CESTO DEGLI ALIMENTI, IL VESTITO E IL VELO DELLA SPOSA
Secondo il racconto delle nonne, il corredo da venti era formato da:
20 lenzuola di diversa stoffa ricamata e non
40 federe di cuscino
20 camicie da notte
20 paia di calze
10 grembiuli da cucina
2 materassi ed un “saccone” (grosso sacco da materasso riempito con foglie di
PARTE DI BATTERIA DELLE PENTOLE DI RAME
pannocchie sistemato su tavole di legno, a loro volta poggiate su cavalletti di ferro ed
al di sopra di esso, per i più abbienti, si ponevano due materassi di lana).
7 coperte tra pesanti e medie
20 asciugamani grosse e piccole
2 dozzine di fazzoletti
2 cappotti di cui uno meno pesante.
E’ evidente che il corredo da 40 era composto da una dotazione doppia. I vestiti erano
di numero vario e così anche le scarpe; non mancavano cappelli e veli. Nel corredo
era presente l’occorrente per la cucina che consisteva in pentole di rame, posate,
bicchieri e il famigerato concertino di oro composto di cinque pezzi: collana, anello,
orecchino, bracciale, spilla. Il patrimonio, allestito in tutti i suoi elementi, era esposto
al pubblico nel cortile di casa della futura sposa generalmente di domenica. Si usava
curare l’esposizione, allestendo il tutto in modo creativo, affinché gli osservatori
potessero apprezzarne la consistenza e il valore. Era consuetudine, prima di trasferire
i beni a casa degli sposi, passare alla fase della conta per la quale era incaricata una
persona (generalmente una donna) di carattere spigliato e con il compito di verificare
che vi fosse corrispondenza numerica tra quanto enunciato e quanto esposto.
CONCERTINO D’ORO D’EPOCA
L’incaricata iniziava con la conta dicendo: - “cuntamme ‘e cuperte, ‘e cammise e
notte:- é una, é ddoje”, é tre” e così via per ogni elemento. Era usanza aggiungere
alcuni oggetti o indumenti in più, rispetto a quelli esposti. Chi contava, ravvisando il
numero maggiore di oggetti, esclamava: “Tutto chello che avanza, ‘o damme ‘e
puverielli” (Tutto quello che avanza lo diamo ai poverelli). Si coglie in questa
espressione un senso di orgoglio e di umanità. Il tutto era trasferito alla casa degli
sposi utilizzando un mezzo di locomozione particolare che era “ u straulo” cioé una
specie di slitta utilizzata in agricoltura per il trasporto del foraggio agli animali nelle
accidentate e paludose strade del tempo. Lo “straulo” era trainato da due grossi buoi
sulle cui corna erano legati dei confetti racchiusi in un elegante foulard o semplice
fazzoletto (Per tradizione i confetti erano confezionati in preziosi sacchetti di tulle
ricamati a mano) e una gallina quale segno di buon auspicio. Tutto era ornato con
cura. Lo “straulo” era seguito da donne. Alcune di queste portavano la veste e il velo
della sposa e, su un vassoio d’argento, le scarpe. Altre, su di un altro vassoio,
portavano la cravatta dello sposo. Seguivano ancora due donne con in testa un cesto
pieno di cibi quali il pane, la pasta, biscotti fatti in casa e altri nutrimenti. La scorta
alimentare era definita “’o cumprimiento”. Alle donne seguivano familiari, parenti e
amici. Giunti nella nuova casa, si curava la sistemazione del letto matrimoniale con
lenzuola e coperte le più eleganti e ricamate. Qualche augurio, ancora un bicchiere di
vino o un liquore, poi i confetti e il dato era tratto. Bisognava attendere solo il giorno
della festa nuziale. Non come oggi lo sposo attendeva la sposa sull’altare, ma si
LE NOZZE
recava a casa della futura
moglie in corteo con la
schiera dei propri parenti e
amici. Riunitisi tutti in
detta abitazione, era
formato il nuovo corteo e
in pompa magna si
raggiungeva la Chiesa fra
una schiera di persone ai
lati della strada percorsa.
Era questo il momento più
bello e gratificante per i
protagonisti. Dal volto dei
presenti traspariva gioia e
compiacimento.
LA FUNZIONE IN CHIESA
CORTEO IN VIA ANNUNZIATA
Lungo il percorso non mancavano applausi e congratulazioni. In Chiesa era officiato
il rito matrimoniale con relativo discorso del parroco. Terminata la funzione, si
riformava il corteo per raggiungere la casa dello sposo per la foto di gruppo e dove
tutto era stato allestito per la festa di nozze che registrava un gran numero d'invitati
che erano fatti sedere in semicerchio lungo il perimetro del cortile di casa. Al centro
dell’apertura del semicerchio sedevano gli sposi. Di lato era collocata l’orchestrina
composta generalmente da una fisarmonica, una batteria, una tromba, un sassofono e
una chitarra; in alcuni casi non mancava un cantante. Accadeva spesso che gli stessi
invitati si dilettassero nel cantare e ballare. Raramente gli ospiti mangiavano un pasto
perché a loro erano offerti dolci di ogni specie, liquori preparati in casa, torta e
spumante. Durante lo svolgimento del festeggiamento si assisteva a ogni tipo di
scherzoso protagonismo.
IL RINFRESCO
TAGLIO DELLA TORTA
FOTO RAPPRESENTANTE UN FESTEGGIAMENTO NEL CORTILE DI CASA
L’ORCHESTRINA
CORTEO – PADRE CHE ACCOMPAGNA LA SPOSA. SUBITO DOPO SEGUONO: IL FUTURO SPOSO CON LA PROPRIA MADRE E A
SEGUIRE, LA MADRE DELLA SPOSA CON UN PARENTE, FRATELLI E SORELLE, ALTRI PARENTI E AMICI. - (VIA ENRICO LAURO).
LO SPOSO CON LA PROPRIA SPOSA – (VIA ANNUNZIATA)
ALCUNE FOTO DI SPOSI NEGLI ANNI
EMIGRATI IN AMIRICA
SPOSI
PARENTE ESTERINA
E
MATTIELLO GIUSEPPE
ANNO 1960
MOMENTO DI PREPAEAZIONE DELLA SPOSA
FRONTESPIZIO ALBUM FOTOGRAFICO FOTO CON I FAMILIARI
SPOSI
PALAZZO ANGELINA
E
PARENTE PASQUALE
ANNO 1962
ACCOMPAGNATA FUORI CASA DAL FRATELLO
DIRETTA IN CHIESA CON L’ALTRO FRATELLO – TAGLIO DEL NASTRO
IL CORTEO SEGUE LA SPOSA CHE SI RECA IN CHIESA
FOTO CON MONS. MODESTO PETRELLA DOPO L’AVVENUTO MATRIMONIO.
CORTEO IN DIREZIONE DELLA CASA DELLO SPOSO
CORTILE DI CASA DELLO SPOSO, PRONTI PER IL” RINFRESCO”
LA SPOSA CON IL SUO PAPA’
MOMENTO DEL RINFRESCO
BIMBI CHE RACCOLGONO I CONFETTI
LANCIATI AGLI SPOSI
SPOSI
PALAZZO TERESA
E
PEZZERA LUIGI
ANNO 1966
IL CORTEO LUNGO VIA TRE GRAZIE E LA FOTO SOTTOSTANTE IN VIA EUFROSINA
IN CASA DELLO SPOSO DISTRIBUZIONE DEI CONFETTI
DOPO LA CERIMONIA DEL “RINFRESCO”
SVOLGIMENTO DELLA FUNZIONE NELLA
CHIESA MADRE
CHIESA MADRE
SPOSI
PARENTE CECILIA
E
DE MARTINO VITO
*
ANNO 1967
CORTEO IN VIA GUGLIELMO MARCONI DIRETTO A CASA DEGLI SPOSI
BRINDISI. APERTURA RINFRESCO IN CASA
MOMENTI DEL RINFRESCO A CASA DELLO SPOSO
ALCUNE URIOSITA’.
SI E’ CHIESTO AGLI ANZIANI:
Domanda - In che cosa consisteva ‘o contratto matrimoniale?
Risposta - Nel momento in cui si era deciso il matrimonio, si determinavano tra le due famiglie
delle contrattazioni in merito a ciò che si doveva avere e si doveva dare. Era dovere dell’uomo
provvedere alla casa, all’arredamento, compreso il letto matrimoniale ed al festino, cioè la
manifestazione di nozze che si svolgeva nel cortile di casa dello sposo, dove tutti gli invitati
sedevano a cerchio lungo lo spazio perimetrale ed ai quali erano offerti dolci e liquori; la
manifestazione era allietata da
Balli e canti.
Domanda - Cosa era ‘o presiente?
Risposta - Era il dono offerto agli sposi e consisteva in un grosso cesto contenente un
oggetto d’oro, il pane, la pasta, una gallina e un musullino.
Domanda - Cosa era u musullino?
Risposta - Era un panno di stoffa bianca ricamata e molto elegante.
Domanda - Come avveniva la promessa matrimoniale?
Risposta - I genitori dello sposo si recavano presso la famiglia della sposa e chiedevano
ai suoi genitori se erano disponibili a concedere in moglie la figlia al proprio
figlio.
Domanda - Che significa “donghe Parola”
Risposta - Con l’affermazione “dongh’e pparole” significava impegnarsi ufficialmente
a contrarre matrimonio come per legge. In quella occasione, dopo gli espletamenti
legislativi, un numero ristretto di parenti di entrambi gli sposi. Si festeggiava con
dolci fatti in casa, vino locale e il famoso “ biccherin‘e liquore ”, nel quale
generalmente era versato del rosolio, anche questo di produzione
locale. Era un momento di vera allegria.
Domanda - Cosa era “A sserenata”
Risposta - La sera prima del matrimonio, lo sposo, con un gruppo di suonatori amici
Ed un cantante, si recava sotto la finestra della futura sposa allietandola
con melodiche canzoni e musica.
Domanda - Che si usava fare al ritorno del viaggio di nozze?
Risposta - Gli sposi tornati dal viaggio di nozze, facevano visita alla parentela per
poi ospitare tutti a casa propria. In quell’occasione due donne, sia da
parte dello sposo che della sposa, offrivano confetti agli invitati. Essi
ripetevano l’omaggio “d’o presiente” ed al termine della manifestazione
la sposa elargiva ulteriori confetti.
Domanda - Cosa accadeva alla nascita del primo figlio?
Risposta - Era un altro momento di festa. Gli amici e i parenti si recavano a fare gli
auguri portando doni ed in cambio ricevevano pasticcini, liquori e
confetti.
Domanda - E’ vero che la futura sposa non doveva mai passare dinanzi la casa del
fidanzato?
Risposta - Si, “avita sapè” (dovete sapere) che durante il periodo del fidanzamento
la sposa non doveva mai e per nessun motivo passare davanti la casa
dello sposo perché portava male e la stessa rischiava di non sposarsi più.
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