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Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 1
Immagina estratta da digitalcameraworld
QUATTRO CONCETTI SUI FLASH IN GENERALE
E SULL’ESPOSIZIONE FLASH
Tutto quello che mi incuriosiva e non ho trovato su nessun manuale
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QUATTRO CONCETTI SULL’ESPOSIZIONE FLASH E SUI FLASH IN GENERALE
INDICE
1 - L’ESPOSIZIONE FLASH E CONSIDERAZIONI SUL NUMERO GUIDA
2 - GESTIONE DELLA LUCE AMBIENTE
3 - INFLUENZA DEL PUNTO DI MESSA A FUOCO SULL’ESPOSIZIONE FLASH IN i-TTL E TTL-BL
4 - 2° TENDINA E SYNCRO SU TEMPI LENTI
5 - FLASH CON TEMPI VELOCI OLTRE QUELLO SYNCRO O FUNZIONE HSS E SOLUZIONI ALTERNATIVE
6 – IL BLOCCO FV
7 - NOTE SU FEC – FEB – LUCE DI MODELLAZIONE – LUCE ASSISTENZA AUTOFOCUS - RIDUZIONE OCCHI
ROSSI - LAMPO STROBO – SCATTO A RAFFICA - ACCESSORI FLASH
8 - FLASH POP UP O SULLA SLITTA A CONTATTO CALDO
9 - FLASH IN SLAVE (A DISTANZA E SENZA CAVI)
10 - TRIGGER SU4 NIKON
11 - NIKON CLS ED IL PROBLEMA DEI PRELAMPI E ACCESSORI IR
12 - MODALITA’ A-AA NEI VECCHI FLASH E NEI NUOVI NIKON
13- TRIGGER OTTICI E RADIO
14- USO MISTO DI FLASH – TRIGGER – CAVI
15 - CAVALLETTI E SUPPORTI FLASH
16 – USO DEI VECCHI FLASH NELLE MODERNE FOTOCAMERE
17 – COME RIDARE LUSTRO AD UN VECCHI FLASH A TORCIA
18 - COME ADATTARE DEI MODIFICATORI DI LUCE SUVECCHI FLASH
19 - USO DI FLASH ESTERNI CON FOTOCAMERE COMPATTE E BRIDGE
20 - USO DELLO YN 565EX o YN 568EX ( O SIMILARI) CON FOTOCAMERE NIKON ENTRY LEVEL
21 – FILTRI IN GELATINA – FILTRI PER IL BILANCIAMENTO DEL BIANCO – FILTRI PER RIDURRE LA POTENZA
DEL FLASH
22 - ALLEGATI
23 - RIFERIMENTI
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L’ESPOSIZIONE FLASH
Il primo concetto da capire è che quando si scatta una foto con il flash è in realtà una combinazione di due
esposizioni, una legata alla luce a disposizione ( luce ambiente ) e l'altra legata al flash (luce flash).
Osserviamo ora la differenza fra il triangolo dell’esposizione ed il triangolo dell’esposizione flash
Possiamo notare innanzitutto che mentre il vertice “ISO” ed il vertice “apertura” influenzano sia
l’esposizione ambiente che l’esposizione flash, il terzo vertice dell’esposizione ambiente “tempo di
scatto” riguarda solo la quantità di luce ambiente che verrà catturata dal sensore. Il terzo vertice
dell’esposizione flash riguarda invece la potenza del lampo, cioè, l’illuminazione che noi aggiungiamo
artificialmente grazie al flash.
Lavorando con il flash in TTL o Auto la potenza viene determinata automaticamente mentre,
lavorando in Manuale, saremo noi, con i calcoli necessari, a determinare la potenza nel range di 1/1,
1/2, 1/4 , fino a 1/128
Già si può essere in grado di capire intuitivamente che l’esposizione flash sarà più semplice al buio o con
pochissima luce che con molta luce ambiente perché il contributo ambientale è pari a zero!
Questo concetto è fondamentale per capire l’esposizione con il flash.
E’ intuitivo anche il capire che se l’ambiente è molto luminoso le cose diventano molto più complesse, la
giusta esposizione deve ora tentare di bilanciare i due contributi luminosi dati dalla luce flash più la luce
ambiente nell’immagine, senza che la luce ambiente prevarichi la luce flash che colpisce il soggetto,
altrimenti si avrebbe uno sfondo eccessivamente luminoso ed il soggetto sottoesposto.
Chiaramente qui si parla di fotocamere e flash (anche compatibili) Nikon anche se Canon ha qualcosa di
simile ma che io non conosco così bene ma ritengo che questi concetti siano universali.
Nikon ha cercato di renderci le cose più facili sviluppando le proprie macchina fotografiche ed sistemi di
misurazione flash Ad hoc, esistono, quindi, due sistemi di misurazione dell’esposizione che sono
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completamente separati e possono essere utilizzati insieme o separatamente a seconda di come abbiamo
impostato la nostra fotocamera ed il flash e del risultato che vogliamo ottenere.
Partiamo dalla situazione più semplice, una stanza buia in cui vi è solo un poco di luce ambientale, per fare
un esempio, l’illuminazione ambiente presente di sera in una appartamento.
Se si scatta una foto in un ambiente poco luminoso senza flash in una delle modalità automatica (ad
esempio A) l’impostazione potrebbe essere f / 4 e 1/4 sec. a 100 ISO.
A questo punto, mettendo la fotocamera in manuale (M) aumentiamo la velocità dell'otturatore ad 1/80
sec. lasciando il diaframma a f / 4 e scattiamo un altro fotogramma.
L’ambiente risulterà sicuramente molto buio al punto che l'immagine potrebbe essere appena percepibile.
Attiviamo ora il flash in modalità i-TTL ea andiamo a rifare lo scatto lasciando l'otturatore a 1/80 sec. e il
diaframma a f / 4, (mantenendo sempre la fotocamera modalità manuale).
Vedrete che tutto il fotogramma sarà correttamente esposto dal flash, questo perché il sistema di
misurazione flash ha gestito l'esposizione e aggiunto solo la giusta quantità di potenza del flash per
ottenere una corretta esposizione dell’ambiente.
Ora, inseriamo un soggetto (una persona, un peluche o altro che vi possa venire in mente) posizionandolo
relativamente vicino alla fotocamera (diciamo circa 1 o 2 metri di distanza) facendo in modo di non
occupare tutto il mirino ma solo una parte di esso, lasciando quindi un sfondo dietro il soggetto che sia
illuminato dalla luce della camera.
Mantenendo ora soggetto al centro del mirino impostando il flash in i-TTL (non in TTL-BL di cui parleremo
dopo), lasciando immutate le impostazioni della fotocamera a f / 4 e 1/80th sec. sempre in M , eseguite in
altro scatto.
Vedrete che ancora una volta il soggetto è uscito correttamente esposto, in quanto il sistema di
misurazione flash ha gestito l'esposizione per illuminare il soggetto. mentre lo sfondo dietro il soggetto è
tornato ad essere molto scuro, proprio come nella ripresa senza flash.
Questo è avvenuto perché la potenza del flash, che si riduce molto rapidamente in funzione della distanza,
è stata dosata per una giusta esposizione del soggetto in funzione della sua distanza ma non sufficiente per
illuminare lo sfondo a distanza maggiore.
Proviamo ora a diminuire la velocità dell'otturatore per 1/10 sec. e scattiamo di nuovo.
Lo sfondo sarà più luminoso (ricevendo il sensore più luce per via del tempo di scatto maggiore), ma il
soggetto sarà correttamente esposto dal flash che ha mantenuto la stessa luminosità dello scatto
precedente.
Un problema o pregio, dipende da quello che vogliamo realizzare, potrebbe essere che ad 1/10 sec. si
potrebbe verificare l’effetto “fantasma” cioè se il soggetto fosse in movimento o la nostra mano non fosse
ferma vedremmo delle scie di movimento (qui entra in gioco il discorso della 2° tendina ma qui non ne
parliamo)
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Dal momento che l’illuminazione flash era primaria rispetto all’ambiente quest’ultimo è stato sopraffatto
dal flash, e, visto che la durata del lampo flash è normalmente superiore a 1/1000 sec., il soggetto risulta
nitido, senza effetto fantasma.
Ciò dimostra che in una stanza buia l'esposizione flash del soggetto è controllato dal sistema di misurazione
del flash e l'esposizione dello sfondo è controllato dalle impostazioni della camera.
Da quanto detto sino ad ora risulta chiaro che è possibile regolare separatamente l’esposizione flash da
quella ambiente ed è questo uno dei motivi per cui, lavorando con il flash, è molto meglio utilizzare il flash
in modalità i-TTL e la fotocamera in modalità manuale.
Anche quando la l’illuminazione ambiente è più luminoso rispetto a quella del caso precedente è
comunque possibile utilizzare questa tecnica, se si regola l'apertura del diaframma chiudendolo abbastanza
per fare far diventare la luce flash primaria rispetto alla luce ambiente (riducendo quindi la luce ambiente
che colpisce il sensore) lo sfondo diventerà scuro perché noi lo volgiamo più scuro e non perché in realtà lo
è.
E se si tenta ora di illuminare lo sfondo diminuendo la velocità dell'otturatore, la luce ambiente inizierà a
influenzare troppo la luminosità del soggetto e si rischia la sovraesposizione del soggetto.
In questa situazione di scatto apertura del diaframma e potenza del flash influiscono insieme sulla
luminosità del soggetto, in questi casi, di solito, è meglio accettare uno sfondo leggermente più scuro e
lasciare che il flash dia l’illuminazione principale.
Se ci si trova invece in ambienti molto luminosi (come all'aperto in pieno giorno) risulta impossibile trovare
il giusto bilanciamento soggetto/ambiente con la semplice regolazione dei settaggi macchina e flash, ecco
quindi la necessità di bilanciare l’illuminazione del flash e quella ambiente in altro modo (si potrebbe fare
regolando manualmente il flash ma la cosa risulta abbastanza complessa).
Quando il contributo della luce flash nello scatto sarà inferiore al contributo della luce ambiente allora si
parla di Flash riempimento (Fill flash).
Quando vi è molta luce ambiente risulta difficile equilibrare lo sfondo con il soggetto e non sempre si ha
l’esperienza e si è in grado di regolare in modo indipendente l’esposizione flash e quella della fotocamera, a
questo punto usare la fotocamera in modalità manuale diventa difficile.
Viene allora da molti consigliato di passare il flash in modalità TTL-BL e la fotocamera in una delle modalità
automatiche (S, A o P).
La fotocamera effettua ora la misurazione esposimetrica per la luce ambiente impostando l’apertura o la
velocità dell'otturatore o entrambe (dipende dalla modalità impostata A-S-P) e invia queste informazioni al
flash, dopo di che il sistema di misurazione flash imposta la potenza del flash per cercare di dare al soggetto
la stessa luminosità dello sfondo (il termine “equilibrare” usato da Nikon ha lascito adito a diverse
interpretazioni, si parla di equilibrare, bilanciare, ecc.) .
Vorrei fare una ulteriore precisazione e cioè che utilizzando il flash in modalità SLAVE (a distanza senza fili
in wireless) questi lavora sempre in TTL-BL e non credo sia possibile passare in modalità i-TTL me potrebbe
essere che sia possibile il passaggio qualora il flash lo consenta (?)
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I ragionamenti precedenti valgono sino al limite max di velocità di scatto consentito della fotocamera (in
genere 1/200-250 sec.) oltre tale limite, per velocità di scatto da 1/250-8000, occorre disporre di una
fotocamera e di un flash che abbiano la funzione HSS, ma questo argomento è da trattarsi a parte.
NUMERO GUIDA ED ANNESSIE E CONNESSI
Tutti sappiamo che il Numero Guida (NG) rappresenta la potenza del flash, questo valore ci viene
normalmente indicato dalla casa produttrice del flash ed, in linea di massima dovrebbe essere un valore
veritiero, in alcuni casi (non pochi) in realtà il NG dichiarato non corrisponde al reale ma è spesso
leggermente minore.
Dal NG noi possiamo ricavare i parametri di scatto che ci servono per la giusta esposizione.
Sappiamo che NG = diaframma (f) X Distanza (d) da cui possiamo avere che
Diaframma (f) = NG / distanza (D) oppure che Distanza (D) = NG / diaframma (f)
ad esempio con NG 50 avremo
Diaframma (f) = 50 (NG) / 6 mt. (distanza soggetto) = 8,3 (f)
Distanza (D) = 50 (NG) / f. 8 (diaframma scelto) = 6,225 mt. (distanza dal soggetto)
Con questi semplici calcoli, partendo al NG possiamo determinare la distanza di copertura del soggetto se
ci necessita una determinata profondità di campo o quale apertura impostare in funzione della distanza del
soggetto.
La cosa si potrebbe fermare a questo punto ma, come per il triangolo dell’esposizione i parametri hanno
un'altra componente, non essenziale nelle vecchia analogiche, ma importantissimo con le nostre
fotocamere digitali, il valore dell’ISO (sensibilità del sensore). Se ci fate caso su tutte le tabelle in cui si parla
di NG viene indicato il valore di ISO per cui sono state calcolate (in genere ISO 100) ma le nostre macchine
arrivano sempre a valori di 6400 e più ISO. Cosa succede allora ai nostri calcoli con il variare del valore di
ISO.
In teoria possiamo confrontare i NG di due flash nel caso che si abbiano focali diverse, occorre dividere il NG del 1° modello per la radice quadrata della focale del primo flash diviso la focale del secondo flash.
NG 1° modello / √ (flash a focale maggiore/ flash a focale minore) = NG 2° modello
Lo STOP nell’esposizione fotografica
Sappiamo che l’esposizione fotografica (per il momento senza l’uso del flash) è legata al triangolo
dell’esposizione e che al variare del valore di uno dei suoi vertici deve corrispondere una variazione di uno
degli altri valori degli altri vertici per riequilibrare l’esposizione.
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Tutto nasce dalla standardizzazione dell’apertura del diaframma in cui La sequenza dei valori di numeri f è
una progressione geometrica in ragione (circa 1,4) progressione stabilita al congresso di Liegi nel
1905.
Questa progressione comprende i valori seguenti :
f/1 f/1,4 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64
L'intervallo tra i diversi valori del diaframma viene comunemente indicato in gergo stop ed, in pratica
apriamo o chiudiamo di 1 stop ogni volta che variamo il diaframma, il tempo di scatto o il valore ISO (uno
dei vertici dei triangolo) senza modificare gli altri. Ad esempio avremo
Corretta esposizione > f. 5,6 – 1/125 sec. – ISO 200
Corretta esposizione > f. 4,0 – 1/125 sec. – ISO 100 oppure > f. 5,6 – 1/60 sec. – ISO 100
Corretta esposizione > f. 8,0 – 1/125 sec. – ISO 400 oppure > f. 5,6 – 1/250 sec. – ISO 400
Ecco allora che il termine “stop” si lega al valore matematico che corrisponde ad un coefficiente di
calcolo paria ca. 1,4. Ogni volta che aumentiamo o diminuiamo di uno stop in pratica moltiplichiamo o
dividiamo il valore di partenza per 1,4.
Mentre la cosa può apparire quasi ininfluente nell’esposizione normale questo non è quando si lavora con i
flash in modalità manuale (in Auto o TTL ci pensa il flash a fare i dovuti calcoli) in quanto la variazione di
uno dei parametri comporta un aumento o riduzione del NG, infatti chiudendo o aprendo il diaframma,
variando il valore ISO o modificando la distanza del soggetto il nostro NG varia.
Sappiamo come visto precedentemente che NG = diaframma (f) X Distanza (d)
da cui possiamo avere che
Diaframma (f) = NG / distanza (D) oppure che Distanza (D) = NG / diaframma (f)
ad esempio con NG 50 avremo
Diaframma (f) = 50 (NG) / 6 mt. (distanza soggetto) = 8,3 (f)
Distanza (D) = 50 (NG) / f. 8 (diaframma scelto) = 6,225 mt. (distanza dal soggetto)
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Sappiamo dal ragionamento precedente che il valore “stop” è strettamente legato al fattore 1,4 sia esso di
moltiplicazione o di divisione e vediamo come varia il NG in funzione della variazione del NG
Partiamo ad esempio da un flash che abbia NG 15 e variamo il valore dell’ISO
a 200 ISO avrò NG 15 x 1.4 = NG reale 21 > 1 stop
a 400 ISO avrò NG 21 x 1.4 = NG reale 30 > 2 stop
a 800 ISO avrò NG 30 x 1.4 = NG reale 42 > 3 stop
a 1600 ISO avrò NG 42 x 1.4 = NG reale 59 > 4 stop
e cos’ via sino al valore ISO massimo concessoci dalla nostra fotocamera.
Ecco quindi che un flash con NG 15 a 100 ISO può considerarsi come un flash con NG 59 a 1600 ISO.
Naturalmente qui avremo degli stop in aumento, per ottenere i valori in senso opposto occorrerà
dividere per 1,4
Sempre rimanendo nel campo dell’esposizione in modalità manuale del flash abbiamo che al variare
del diaframma aumenteremo o diminuiremo di 1 stop la potenza del flash.
Qualcuno si chiederà come mai non ho inserito nel ragionamento relativo ai flash il tempo di scatto, la
risposta è nota e semplicissima, il tempo di scatto serve per l’esposizione dello sfondo è non ha nulla a che
fare con l’esposizione flash. I tempi di lameggio di un flash sono estremamente veloci (da 1/800 sec. in su) e
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sicuramente superiore al tempo max di sincronizzazione (1/200-250 sec.), il discorso della funzione HSS e
FP è un discorso a se stante e che non ha nulla a che fare con i ragionamenti su esposti.
Un ultima considerazione riguarda il variare del NG in funzione della parabola zoom del flash, con
l’aumentare della lunghezza focale il NG aumenta, flash che a 35 mm. hanno un NG di 31, con la parabola
zoom a 105 mm. raggiungono un NG di 53. Il motivo è abbastanza semplice, il NG aumenta perché l’angolo
di illuminazione del flash (FOV) viene ridotto (il cono di luce si riduce) ad aumentare lunghezza focale (FL)
in modo che corrisponda la diminuzione del campo dell’obiettivo con aumentare della lunghezza focale.
Con questi presupposti, si può facilmente dimostrare che il numero guida varia secondo la seguente
equazione:
NG = x / tan (a / 2)
Dove “ a “rappresenta la FOV in gradi presa orizzontalmente mentre “ x “ rappresenta il NG di partenza, da
questo calcolo si può approssimativamente ricavare una tabella di massima utilizzando una potenza del
100%.
NG 20 > 17mm (11mm) con ritiro grandangolare pannello diffusore
NG 28 > 24mm (16mm)
NG 29 > 28 mm (19 mm)
NG 31> 35 mm (23 mm)
NG 40 > 50mm (33mm)
NG 45 > 70mm (47mm)
NG 48 > 85mm (57mm)
NG 53 > 105mm (70mm) o superiore
(tra parentesi le lunghezze focali in FF)
Purtroppo questo e quel poco che ho potuto reperire in rete, peraltro mal spiegato e con considerazioni spesso empiriche.
Posso solo aggiungere che il ragionamento si potrebbe fare in perdita di luminosità secondo quanto espresso nella tabella successiva
Utilizzando uno zoom di 105 millimetri come partenza ecco la potenza dissipata ad ogni modifica della
portata ZOOM. I risultati sono espressi in EV (valore di esposizione).
105 millimetri = 0EV
80 millimetri =-0.1EV
70 millimetri =-0.2EV
50 millimetri =-0.6EV
35 millimetri = 1,0 EV
28 millimetri =-1.5EV
24 millimetri =-1.5EV
14 millimetri =-2.9EV (estraendo il pannello grandangolare)
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GESTIONE DELLA LUCE AMBIENTE
L’uso del flash può sicuramente portare giovamento in ogni situazione, con poca luce, con molta luce,
all’aperto ed al chiuso.
Per poter agire al meglio occorre essere in grado di determinare le condizioni di luce di una scena, in genere
questa determinazione può essere fatta con l’esposimetro incorporato nella fotocamera o con un
esposimetro esterno manuale.
Utilizzando in esposimetro noi possiamo lavorare in 2 modi
- luce diretta posizionandosi vicino al soggetto e misurando la luce che lo colpisce (esposimetro rivolto
verso la fotocamera) per tale uso la cellula esposimetrica deve essere coperta da una calottina bianco
opaca
immagini tratte da Nikon School
-luce riflessa, misurando dal punto dove scatteremo e puntando il soggetto e la luce che lo colpisce
(praticamente quello che la fotocamera fa misurando l’esposizione TTL.
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immagini tratte da Nikon School
Taluni siti affermano che montando sull’obiettivo della fotocamera il noto Expodisc
http://www.expoimaging.com/ sia possibile, anche con la fotocamera, misurare la luce diretta.
Per quanto riguarda l’ExpoDisk sono rimasto anch’io in po' nel dubbio ma in questo è uno degli articoli
viene esposta la cosa
http://jimdoty.com/learn/exp101/exp_expodisc/exp_expodisc.html
http://thedigitalstory.com/2007/04/expodisc-as-an-incid.html
http://www.expoimaging.com/product-
detail.php?cat_id=1&product_id=27&keywords=Zach_and_Jody_Gray_ExpoDisc_Tutorial_Videos (dal sito
ExpoDisc il 4° video “Using the ExpoDisc to Set or Check Exposure”)
Sostanzialmente con l’ExpoDisc montato sulla lente ed usando l’esposimetro TTL della fotocamera
quest’ultimo si si comporta come se fosse un esposimetro esterno usato per luce incidente. In pratica
l’ExpoDisc sostituirebbe la calottina che viene montata sull’esposimetro esterno quando viene usato per
lettura incidente, in pratica diventerebbe quindi un diffusore traslucido che permette la diffusione della
luce pari al 18% , in effetti è un diffusore tanto quanto la calottina quindi dovrebbe trasformare
l’esposimetro interno a luce riflessa in un apparecchio per la lettura della luce incidente se puntato sulla
sorgente luminosa.
Non ho mai provato ma prossimamente lo farò e ti saprò dire, intanto mi era sembrata una notizia curiosa
ed interessante e degna di approfondimento.
A questo punto, forse, un qualsiasi diffusore translucido (tipo i vecchi coperchi delle Pringles o uno di quei
simil ExpoDisc che si trovano a poco su Ebay) potrebbe andare bene.
Dobbiamo ora inserire nel discorso il concetto di EV (exposition value) più comunemente noti come STOP.
L’EV sta per Valore di Esposizione ed è collegato alla luminosità effettiva della scena ed al valore di ISO del
sensore, maggiore è il valore degli E.V. e maggiore è l'intensità luminosa.
Gli E.V. sono calcolati in modo tale che quando la luce varia di +/- 1 E.V. per riequilibrare l’esposizione è
sufficiente aprire o chiudere di un valore di diaframma, se la luce cala di un E.V. basta aprire di un
diaframma e, al contrario, se la luce aumenta di un E.V. basta chiudere di un diaframma.
Interessante per capire il concetto è l’osservazione di questa tabella
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Vediamo i valori EV per alcune scene che facilmente capita di fotografare
16 - Soggetti in piena luce. Paesaggi con sabbia o neve in pieno sole
15 - Soggetti in piena luce. Paesaggi in pieno sole.
14 Luna piena. Paesaggi luminosi con ombre leggere.
13 - Luna a metà. Paesaggi nuvolosi ma con forte luminosità e soggetti privi di ombre.
12 - Luna a quarti. Paesaggi ben illuminati o appena prima del tramonto.
11 - Luna a falce. Paesaggi al tramonto. Soggetti in forte ombra.
10 - Paesaggi subito dopo il tramonto. Neon ed insegne luminose. Gallerie illuminate.
9 - Paesaggi dopo il tramonto. Soggetti sotto una luce artificiale. Sport notturni. Interni con forte luce
fluorescente.
8 – Piazze ben illuminate di notte. Strade illuminate. Vetrine di negozi. Fuochi e incendi.
7 - Sport al coperto. Circhi e spettacoli al coperto. Uffici e ambienti di lavoro.
6 - Interni di notte ben illuminati. Fiere e Luna Park.
5 - Traffico notturno. Interni domestici con luce media. Chiese e Auditorium. Soggetti illuminati da
candelabri.
4 - Ritratti a lume di candela. Luci natalizie, edifici illuminati, fontane, e monumenti. Soggetti sotto la luce
dei lampioni.
3 - Fuochi d’artificio.
2 - Fulmini. Eclisse totale di luna.
1 - Vedute con edifici illuminati in distanza.
0 - Soggetto illuminato da luce ambiente artificiale
-1 - Notte distante dalle luci della città. Paesaggio con la neve e la luna piena.
-2 -Soggetto di notte illuminato dalla luna piena.
-3 - Alba.
-4 - Soggetto con mezza luna.
-5 - Soggetto con falce di luna.
-6 - Soggetto sotto il cielo stellato.
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MIGLIORAMENTO DELLA GAMMA DINAMICA
Possiamo, per l’esposizione ambiente, valutare la gamma dinamica per ottenere il max dell’esposizione
ambiente.
Utilizzando la lettura esposimetrica SPOT valutiamo la differenza di stop frà i due punti, il più lumonoso ed
il meno luminoso, determinata la differenza possiamo applicare la seguente tabella
(tratto da NPhotography)
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Possiamo ora dividere le situazioni migliorabili con il flash in
EV Tempo di
scatto
Situazione ambientale Scenari più comuni
< 7 < 1/15 Luminosità scarsa Interni illuminato con luci al tungsteno, spettacoli
teatrali, fiere
> 7 – 10 < > 1/15-1/125< Luminosità normale Interni illuminato con luci fluorescenti
> 10 > 1/125 Luminosità alta Soggetti all’aperto durante il giorno
Come valutare in quale delle tre condizioni precedenti ci si trova, abbiamo due possibilità
- utilizzo dell’esposimetro esterno
- utilizzo dell’esposimetro della fotocamera
Con il primo sistema non i sono particolari difficoltà in quanto l’esposimetro ci fornisce il valore degli EV,
coni il secondo (fotocamera) occorre effettuare una semplice procedura
- impostare la fotocamera in A (priorità di diaframma)
- impostare f. 4, ISO 200 e lettura esposimetrica ponderata centrale
- inquadrare il soggetto e leggere il tempo di scatto
A questo punto il valore di EV e la tabella precedente ci diranno lo scenario in cui stiamo operando.
ESPOSIZIONE CON PIU FLASH
Dovendo operare con più flash l’esposizione si complica non poco non disponendo di in esposimetro
esterno per lettura luce flash, ci potrebbero essere di aiuto alcune tabelle e indicazioni che si possono
trovare in rete.
La successiva tabelle è stata scvaricata da un sito americano
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Tutte le tabelle ddi cui questa è quella riassuntiva le potete trovare a questo indirizzo
http://www.4-shared.eu/download/8sudjtyUvzQ475upaP2RXI/GN-table-20080522-Meters.html
Nelle istruzioni d’uso degli accessori flash Nikon (uso del cavetto TTL) sono specificate alcune considerazioni
che qui riporto integralmente
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INFLUENZA DEL PUNTO DI MESSA A FUOCO SULL’ESPOSIZIONE FLASH IN i-TTL E TTL-BL
Cominciamo con il dire che tutti i flash compatibili Nikon lavorano sia in i-TTL che in TTL-BL, anche i pop up
incorporati, su taluni flash potrebbe apparire la scritta sul visore su altri no, la cosa non ha importanza,
basta ricordare che:
- lavorando con lettura esposimetrica MATRIX o PONDERATA CENTRALE il flash lavora sempre (salvo sia
possibile disattivare la funzione) in TTL-BL
- lavorando in SPOT il flash lavora sempre in i-TTL
questo perché, probabilmente, per una corretta esposizione TTL-BL, che tenga conto dello sfondo, servono
tutti i dati esposimetrici del database di riferimento memorizzato nel software della fotocamera e la lettura
SPOT risulta relativa solo al solo punto centrale senza tenere conto del contorno.
Aggiungo inoltre che usando la modalità TTL-BL uno dei dati che concorrono ad una corretta esposizione
flash è la distanza fotocamera/soggetto, naturalmente questo solo nel caso si utilizzino obiettivi Nikon serie
D e G (il chip interno comunica alla fotocamera la distanza) con obiettivi di altro tipo, se non ho
interpretato male ciò che ho letto, il flash torna a lavorare in i-TTL.
Sull’argomento punto di lettura e corretta esposizione flash si è scritto poco e in modo contraddittorio, una
cosa è certa, in i-TTL la fotocamera esegue la lettura dell’esposizione flash sul punto centrale di messa a
fuoco e relativamente ad un area circoscritta evidenziate dal colore rosso.
i-TTL TTL-BL
Il i-TTL cerca, cioè, di esporre sul grigio medio entro l’area che circonda il punto di messa a fuoco centrale
In TTL-BL il discorso è diverso , qualsiasi punto di messa a fuoco entro l’area di lettura esposimetrica può
essere utilizzato.
Questo sconvolgerebbe alcune convinzioni radicate sull’uso del TTL-BL
In rete ho trovato solo due siti che hanno trattato approfonditamente la cosa con prove e verifiche eseguite
seriamente, uno dei siti (il meno recente) affermava che sia in i-TTL che in TTL-BL la lettura esposimetrica
avveniva sul solo punto centrale mentre il secondo (più recente) afferma invece che negli ultimo modelli
(dalla D90 in poi) Nikon aveva modificato il sistema e in TTL-BL fosse possibile ottenere una corretta
esposizione con uno qualsiasi dei punti di messa a fuoco.
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 19
Chi legge queste considerazioni potrebbe dire “tanto è lo stesso”, ma la cosa non è perfettamente esatta,
se le affermazioni più recenti sono esatte in TTL-BL non sarebbe più necessario usare la funzione Blocco FV
(vedi parte .
Cosa è dunque questo “Blocco FV” ? Per chi non è un conoscitore del flash dirò che il blocco FV è
paragonabile al Blocco AE-AF, un tasto (non presente sulle entry level Nikon) che blocca l’esposizione flash
permettendoci di reinquadrare l’immagine.
In tale modalità si inquadra il soggetto decentrato al centro del mirino, si schiaccia il Blocco FV, il pop up
(flash integrato)o il flash sulla slitta emette i prelampi per la lettura esposimetrica e blocca il risultato della
lettura.
A questo punto si reinquadra con il soggetto decentrato ma l’esposizione flash non cambia essendo stata
bloccata all’inizio con l’FV ed il risultato sarà ottimale.
Se non fosse effettuata questa operazione, al momento dello scatto il flash emetterebbe i prelampi di
settaggio su cosa è inquadrato al centro del mirino e non vedrebbe il soggetto decentrato come oggetto
d’interesse dello scatto . Se l’affermazione fatta precedentemente corrispondesse a realtà (non vedo
motivo per non crederlo) l’uso del Blocco FV sarebbe quindi limitato durante l’uso del flash in i-TTL, cosa
questa che risulterebbe un ulteriore comodità. Ecco comunque il risultato di alcune prove da me effettuate
con il mio YN 565EX
In questo caso lavoro in TTL-BL con punto di MAF al centro, l’orsetto risulta sovraesposto ed il flash tende a esporre
per lo sfondo
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 20
In questo caso lavoro in TTL-BL con punto di MAF sull’orsetto, il flash espone correttamente l’orsetto rispetto allo
sfondo
In questo caso lavoro in TTL-BL con punto di MAF sotto il tavolo, il flash espone correttamente il sotto tavolo rispetto
allo sfondo e sovraespone l’orsetto
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 21
in questo caso lavoro in i-TTL con il punto di MAF al centro ed il flash espone per lo sfondo sovraesponendo l’orsetto
in questo caso lavoro in i-TTL con il punto di MAF sull’orsetto ed il flash espone sempre per lo sfondo sovraesponendo
l’orsetto, in questo caso avrei dovuto utilizzare il blocco FV
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 22
A questo punto sono portato a credere che effettivamente in TTL-BL non sia necessario utilizzare il blocco
FV ma sia sufficiente spostare il punto di MAF.
UN ultima considerazione sulla modalità TTL-BL
I calcoli per determinare la potenza del flash in modalità TTL BL sono complessi. In alcune
circostanze può verificarsi sotto-o sovraesposizione. Alcune delle situazioni in cui la
modalità TTL BL potrebbero non funzionare bene, sono elencati di seguito:
· Se lo sfondo è molto scuro (ad esempio, un palco con pareti nere) o molto chiaro o
riflettente (ad esempio: una partita), poi la misurazione complesso sistema di
controllo automatico e può essere richiesto per ingannare nel sotto-o
sovraesposizione.
· Se nella composizione il soggetto principale occupa solo una piccola parte
dell’inquadratura rispetto al campo di vista complessivo, il calcolo del flash può
essere basata sullo sfondo e questo potrebbe portare ad un impostazione errata
della potenza del flash per ottenere una corretta esposizione del soggetto
principale.
· Quando si utilizza un obiettivo grandangolare, forti fonti di luce o di superfici
altamente riflettenti possono influenzare il calcolo del flash ed il risultato potrebbe
potare ad una sottoesposizione. Zone scure che non riflettono alcuna luce possono,
per lo stesso, motivo causare sovraesposizione.
· Se la fotocamera viene utilizzata per tempi più lunghi a potenza elevata il consumo
della batteria del sistema flash può diventare troppo grande per sostenere la misura
e l’elaborazione che TTL BL fill richiede, in questo caso si consiglia di utilizzare una
fonte di energia esterna aggiuntiva di supporto
2° TENDINA E SYNCRO SU TEMPI LENTI
Nella parte precedente ho citato l’uso del flash sulla 2° tendina. Come tutti sapete l’otturatore è composto
da 2 tendine con scorrimento verticale, quando l’otturatore si apre la 1° tendina scende scoprendo
l’otturatore e, dopo il tempo di scatto prefissato, la seconda tendina si chiude e copre nuovamente il
sensore.
Se fotografassimo di notte una macchina in corsa con il flash sulla 1° tendina cosa avverrebbe
- allo scatto l’otturatore si apre ed il flash scatta
- sul sensore viene immortalata una macchina che sta passando con le sue luci poi il il flash si spegne
- lavorando in notturna i tempi di scatto sono sicuramente lunghi (se vogliamo oltre all’auto lo sfondo) per
cui lo spegnimento del flash non è contemporaneo alla chiusura della 2° tendina e l’otturatore rimane
aperto
- per il periodo di apertura sino al completamento del tempo di scatto impostato il sensore registra lo
sfondo, la macchina in movimento e le luci della stessa anch’esse in movimento
- il sensore si chiude e lo scatto è registrato.
Registrato come però ?
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 23
Registrato con la macchina in primo piano bella illuminata e ferma (bloccata dal flash) poi la scia della
macchina che si allontana con relative scie luminose che la seguono e lo sfondo. Il problema è che la
macchina si è allontanata nel suo senso di marcia e quindi è andata avanti, ecco allora che avremo l’ombra
della macchina e le scie dei fari DAVANTI alla macchina che abbiamo ben immortalato appena iniziato
scattare, l’ombra della macchina e le scie luminose sono quindi in senso opposto a quello di marcia, invece
di essere dietro sono davanti.
immagini tratte da Nikon School
Come evitare ciò ? Semplice, scattare con il flash sulla 2° tendina, allora avremo che
- l’otturatore si apre ed immortala la scia della macchina e delle sue luci e lo sfondo
- un attimo prima che l’otturatore si chiuda il flash scatta e blocca la macchina che si è allontanata.
Il risultato sarà però che le scie sono messe esattamente nel senso giusto.
immagini tratte da Nikon School
Io ho usato un esempio classico riportato da tutti i manuali (guardate il vostro) ma lo stesso ragionamento
vale ad esempio in un battesimo quando il sacerdote muove le mani merso l’alto, avremo le mani ben
bloccate in alto e la scia delle stesse che si alzano che seguono il movimento e non viceversa.
Anche se apparentemente simile il discorso del syncro su tempi lenti è leggermente diverso, in questo caso
scattiamo sulla 1° tendina ma l’otturatore non si chiude dopo il colpo di flash ma rimane aperto per
immortalare lo sfondo (come nel primo esempio precedentemente visto). In questo caso, il classico
esempio è la foto di amici di notte sulla spiaggia con sfondo visibile, se l’oggetto fotografato (gli amici) si
muove durante lo scatto ci troveremo uno sfondo a fuoco e i soggetti fotografati mossi.
Su talune fotocamere è possibile impostare manualmente il minimo tempo per il Syncro su tempi lenti
essendo questo di default di 1/60 sec. per evitare scatti che diano del mosso, su tali fotocamere è possibile
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 24
utilizzare la funzione Syncro su tempi lenti sino ad 30 sec. , la funzione è attiva solo in modalità Program, A
(priorità diaframmi) e Auto, per le modalità automatiche solo in Foto Notturne.
FLASH CON TEMPI VELOCI OLTRE QUELLO SYNCRO O FUNZIONE HSS
Sulla funzione HSS si è detto molto e nel contempo molto poco, cominciamo a precisare che (e mi riallaccio
a quanto detto prima) che entro 1/200-250 sec. (tempi syncro di tutte, o quasi, le fotocamere) scattando la
1° tendina dell’otturatore si apre e solo dopo aver esposto completamente il sensore, la 2° tendina si
chiude.
Con tempi più veloci questo non può avvenire, la 1° tendina si apre e scorre verso il basso e
contemporaneamente la 2° tendina si chiude anch’essa. Avviene allora che, lavorando
contemporaneamente le due tendine, il sensore non risulta esposto mai completamente ma risulta
esposto solo per una fessura fra le due tendine che si muovono in contemporanea (una si apre mentre
l’altra si chiude).
Il flash, scattando, non coprirà mai l’area del fotogramma ma solo la fessura che è aperta nel momento in
cui avviene lo scatto. Come ovviare a ciò ?
Usando il flash in modalità HSS, in tale modalità il flash non emette un singolo lampo ma una serie
brevissima di lampi ognuno dei quali illumina la fetta di sensore esposta fra le tendine in movimento, la
cosa avviene talmente velocemente che l’occhio no la percepisce.
Ecco che, allora, il lampo in HSS non è un lampo unico ma una serie velocissima di lampi ognuno dei quali
illumina la propria fetta di sensore. Per poter fare ciò il flash deve essere in grado di avere potenza
sufficiente e, per averla, i lampi saranno di potenza ridotta. Per tale motivo in HSS il Numero guida si
abbatte molto e per poter lavorare con potenza sufficiente i professionisti lavorano spesso con più di un
flash in HSS contemporaneamente.
Sulle fotocamere ove è previsto, il blocco si disattiva automaticamente impostando la funzione HSS (detta
anche funzione FP) e qualsiasi tempo superiore al massimo di sincronizzazione può essere impostato da
1/250 a 1/8000 di sec.
Nelle fotocamere Nikon oltre alle vecchie Entry Level anche la attuali serie D3xxx e D5xxx non dispongono
della funzione FP per cui, anche disponendo di un flash con tale funzione, non sono possibili scatti ad alta
velocità.
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tratto da “exposureguide.com”
Il caso più noto relativo all’uso della funzione HSS è quello del ritratto e della macro con molta luce alle
spalle e profondità di campo ridotta al minimo. Per avere poca PDC occorrono diaframmi molto aperti ma
la cosa ci obbliga ad usare tempi di scatto molto veloci (oltre il tempo syncro max), così facendo la
fotocamera non scatta perché, insieme al flash, è programmata per non superare il tempo di 1/200-250
sec. onde evitare bande nere nello scatto (le tendine che si muovono, vedi prima).
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Esempio di calcolo portata flash SB800 con attivata la funzione HSS
La massima distanza di utilizzo del lampo in questa modalità non è
rilevabile sul display LCD dell’SB-800. Per ottenere questa
informazione, servitevi dalla tabella dei numeri guida e dell’equazione,
con riferimento alle diverse posizioni della parabola zoom.
D (portata massima) = Numero Guida ÷ f/stop (diaframma)
Tratto dal manuale d’uso del flash Nikon SB800
Ad esempio, fotografando con sensibilità ISO 100, parabola zoom in
posizione 35 mm e diaframma f/5,6:
D = 14 ÷ 5,6 = 2,5 (metri)
(distanza massima di ripresa flash)
Caso specifico vecchie entry level Nikon e, credo, un paio di vecchie Canon
Un discorso a parte riguarda le vecchie fotocamere Nikon entry level (D40, D50, ecc.) quelle fotocamere
che hanno il tempo max di Syncro di 1/500 in queste fotocamere l’otturatore non è completamente
meccanico ma è meccanico sino ad 1/125 sec. ed elettronico per tempi da 1/250 a 1/4000. L’otturatore
elettronico entra in funzione oltre il 1/125 sec. Interrompendo l’alimentazione al sensore per cui il tempo di
scatto è determinato dal tempo di accensione del sensore e non di apertura della tendina. Ad 1/4000 di
sec, l’otturatore elettronico espone per 1/4000 sec. ma la componente meccanica lascia la tendina aperta
per 1/125 sec. ecco allora che, non intervenendo meccanicamente l’apertura e la chiusura veloce delle
tendine non abbiamo il problema delle bande nere prima viste. Per tale ragione queste fotocamere non
necessitano della funzione HSS ed è possibile scattare con qualsiasi tempo anche ad 1/4000 sec. senza
problemi. Ho sperimentato personalmente con la mia D40 che, in effetti, posso scattare con qualsiasi
tempo di scatto anche non Syncro.
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Unica avvertenza, con flash dedicati Nikon occorre applicare un pezzettino di nastro isolante sui contatti
della slitta lasciando scoperto solo quello centrale, in caso contrario entrerebbe in funzione il blocco del
limite syncro di 1/500 imposto dal software della fotocamera.
Soluzione alternativa all’HSS con flash che non ne sono dotati o per fotocamere non dotate di funzione HSS
(FP)
Utilizzando delle nuove fotocamere Nikon che non dispongono della funzione Auto FP(serie D3xxx e D5xxx)
o utilizzando, con fotocamere dotate di tale funzione (dalla D80 in su), un flash non dotato dell’HSS
parrebbe impossibile scattare ad alta velocità, in effetti è così, oltre il 1/200 o 1/250 sec. la fotocamera si
blocca ed impedisce al flash di scattare per evitare le bande nere sullo scatto (vedi punto precedente) come
possiamo, allora, scattare un ritratto in controluce con luce flash di riempimento mantenendo un
diaframma aperto (al fine di limitare la profondità di campo creando l’effetto Bokeh ). Il diaframma aperto
implica sicuramente un tempo di scatto molto veloce, superiore sicuramente ad 1/1000 sec. e, con questo
tempo di scatto la nostra fotocamera non scatterà mai.
Come possiamo allora ridurre la luce che colpisce il sensore non potendo impostare un tempo di scatto
molto veloce (inferiore o uguale al massimo tempo di syncro), semplice, riduciamo in un altro modo la luce
che entra nel sensore, questo ci consente di rimanere nel tempo max si sincronizzazione.
Utilizziamo, per questo scopo, dei filtri ND da montare sulla lente, (circolari o lastrina tipo Cokin)
Questi filtri (similmente ai filtri in gelatina per ridurre la potenza del lampo) hanno della graduazioni a
seconda del produttore, generalmente si parla di
Filtro ND 0,3 oppure ND 2 che abbatte la luminosità di 1 stop
Filtro ND 0,6 oppure ND 4 che abbatte la luminosità di 2 stop
Filtro ND 0,9 oppure ND 8 che abbatte la luminosità di 3 stop
Esistono altri tipi di filtri del tipo ND16-ND32-ND64-ND100 o a graduazione variabile ma per questo
esempio ho utilizzato i filtri ND di uso comune. Per il concetto di Stop si rimanda ai punti precedenti.
Non occorre dimenticare che un filtro ND che riduca di troppi Stop risulta essere molto scuro per cui
perderemmo l’AF, salvo effettuare la messa a fuoco prima di applicare il filtro.
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Filtro circolare Filtro a lastrina tipo Cokin
Sul fatto che anche in questo caso il flash perda potenza, come avviene per gli scatti in sequenza nella
modalità HSS, in linea di massima si potrebbe supporre che il filtro ND sulla lente riduce la luminosità che
raggiunge il sensore per cui, nel calcolo dell’esposizione flash TTL ricevendo il sensore poca luce tenti di
compensarla aumentando la potenza, quindi non si dovrebbe avere riduzione di potenza con l’uso dei filtri
ND, cosa che avviene, per i motivi precedentemente spiegati, utilizzando la funzione FP. In rete si trovano
però discussioni in cui si afferma che, comunque, anche con i filtri ND il flash perde potenza.
Facciamo ora un piccolo ragionamento
Flash in modalità HSS
abbiamo queste impostazioni f. 2,8 tempo 1/2000 sec. ISO 200
per cui il flash, se impostata la funzione Auto FP il flash lavorerà in modalità HSS permettendoci lo scatto ad
alta velocità.
Fotocamera o flash senza HSS
non potendo superare 1/200-250 sec. per le limitazioni della fotocamera o del flash applichiamo dei filtri
ND 2-4-8 che riducono la luminosità rispettivamente di 1-2-3 stop.
Addirittura, se la macchina lo consente, se impostassimo ISO 100 guadagneremmo un ulteriore stop e
potremmo far scendere il tempo di scatto da 1/4000 sec. a 1/250 sec.
Questa tabella permette la conversione dei filtri
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IL BLOCCO FV
La funzione Blocco FV è una funzione che deve essere utilizzata nell’esposizione flash e ricorda molto il
blocco dell’esposizione e autofocus nella fotografia normale.
In molti casi se, in scatti con soggetto che vogliamo laterale , noi impostiamo inizialmente la fotocamera
esponendo e mettendo a fuoco il soggetto posizionandolo al centro del fotogramma, quando andiamo a
ricomporre, riportando il soggetto a lato, la fotocamera modifica la sua esposizione e la messa a fuoco con
considerando più il soggetto laterale ma il punto di messa a fuoco centrale. Sappiamo tutti che vi sono
diversi modi per cui ciò non accada (soprattutto usando il tasto AE-L/AF-L presente sul corpo macchina).
Allo stesso modo il flash in i-TTL considera per il calcolo dell’esposizione flash l’area centrale del
fotogramma, in questo caso se noi inquadriamo il soggetto laterale al centro del fotogramma e schiacciamo
(senza scattare) il bottone di scatto, facciamo emettere al pop up i prelampi di monitoraggio, quando
andiamo a ricomporre con il soggetto a lato ed eseguiamo lo scatto, il pop up emette però nuovamente dei
prelampi per corregge l’esposizione in considerazione della variazione apportata.
Ecco allora che ci viene in aiuto il Blocco FV, con tale funzione, selezionabile da menu o impostandola come
attivabile dal tasto AE-L/AF-L (vedere manuale fotocamera), noi, all’emissione di prelampi sul soggetto
decentrato blocchiamo tutto e, anche reinquadrano con il soggetto a lato non avremo emissione di nuovi
prelampi che valutino le variazioni avvenute.
Occorre ricordare che la funzione si disattiva rischiacciando il tasto AE-L/AF-L altrimenti resta attivata con il
rischio di errori nell’esposizione flash.
Come si nota sulle foto sottostanti, senza il blocco FV (foto sx) la pianista viene sovraesposta in quanto il
flash, ricomponendo, si è resettato per lo sfondo, con il blocco FV anche se la pianista è a lato il flash ha
mantenuto l’esposizione corretta su essa e non ha considerato lo sfondo..
foto tratta da Nikon Europe
NOTE SU FEC – FEB – LUCE DI MODELLAZIONE – LUCE ASSISTENZA AUTOFOCUS - RIDUZIONE OCCHI ROSSI -
LAMPO STROBO
FEC
La funzione FEC null’altro è che, in modalità TTL, è possibile effettuare la compensazione dell’esposizione,
esattamente allo stesso modo in cui viene eseguita con la fotocamera per l’esposizione ambiente.
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 30
In genere la compensazione si rende necessaria in alcune situazioni, in particolare:
- quando il soggetto riflette
- quanto occupa il soggetto rispetto all’inquadrature nel suo complesso
- quando il soggetto è decentrato
. luce disponibile
- forte retroilluminazione
Tale compensazione può essere effettuata sia dalla fotocamera (con il flash sulla slitta o in slave) che
direttamente sul flash. Con il flash montato sulla fotocamera non vi sono in genere problemi, con il flash in
slave solo le fotocamere con il pop up master o con un flash master montato sulla slitta è possibile
effettuare tale operazione. Occorre ricordare che con Nikon se la compensazione, sia con il flash sulla
slitta della fotocamera, sia in slave, la compensazione è la somma risultante delle due compensazioni
(a differenza di Canon in cui prevale quella della fotocamera)
Ecco le verifiche effettuate con il flash sulla slitta e in slave
Sulla slitta
Compensazione 0 / 0 compensazione -3 / 0
Compensazione -3 / -3 compensazione -1 / +1
In slave
Compensazione 0 / 0 compensazione -3 / 0
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Compensazione -3 / -3 compensazione -1 / +1
Per tale motivo, se in macchina imposto una compensazione di – 2 e sul flash imposto una compensazione
di -2 il risultato finale sarà una compensazione complessiva di -4. Personalmente ho verifica, ad esempio,
che se in macchina imposto -2 e sul flash +2 non vi sarà alcuna compensazione azzerandosi il valore
complessivo delle due compensazioni.
Pare, però, che con i più recenti corpi Nikon (Nikon D4, D600), sia possibile modificare una funzione
personalizzata in modo che il contributo complessiva dell'esposizione risulti scollegato dal FEC, cosa questa
che resta, però, da verificare.
La compensazione dell'esposizione e la variazione manuale della potenza agiscono sul software del flash in
due modi completamente diversi
- la compensazione dell'esposizione agisce sulla parte dei circuiti delegata alla valutazione "esposimetrica"
e consente al flash di operare comunque entro una distanza compresa fra il minimo ed il massimo per
impostazione scelta (es. fra 2 e 9 mt.) pur aumentando o diminuendo l'esposizione.
- la variazione manuale della potenza opera sui circuiti elettrici del flash (non intervenendo il software di
regolazione dell'esposizione non essendo in TTL) tale variazione si ottiene, quindi, aumentando o
diminuendo la potenza del lampo, tieni conto però che la potenza viene ridotta agendo sul tempo di
emissione del lampo e non sulla sua potenza elettrica.
Si tratta, in parole povere, di rendere disponibile una determinata potenza (modulata tramite i sensori e la
relativa procedura di valutazione esposimetrica) fino ad una maggiore distanza, proprio perché richiediamo
meno luce da quella stessa fonte. Un EV in meno (a parità di potenza max del flash) corrisponde ad un
incremento pari a circa 1,4 volte (radice quadrata di 2) della distanza max.
Se passando da 1/128 ad 1/54 richiedi più potenza il flash emette un lampo più lungo (non dimentichiamo
che, in questo caso, è determinata dalla lunghezza del tempo di lampeggio) il valore della distanza coperta
dal lampo segnala sul monitor LCD un aumento della stessa, se, al contrario, passiamo da 1/32 ad 1/64
richiedendo meno potenza, sul monitor LCD avremo l’indicazione di una distanza coperta inferiore.
Utilizzando invece un flash in TTL e richiedendo più potenza (tramite il comando FEL) ad esempio + 1, il
lampeggiatore emetterà un lampo di durata maggiore (più potenza) ma l’indicatore della distanza sul
monitor LCD segnalerà una distanza coperta inferiore.
Ogni volta che con un flash viene usata la compensazione dell’esposizione (FEL) usando + otterremo meno
luce, mentre ogni qualvolta si compenserà usando il segno – otterremo meno luce. Il flash, tramite i
prelampi stabilisce che per la scena valutata, in base a tutti i parametri impostati in macchina, occorre un
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 32
lampo della durata N millesimi di secondo ma, usando la compensazione dell’esposizione (FEL) il fotografo
decide di ridurre o aumentare l’effetto del lampo stabilito dal software del flash.
La cosa si presenta in maniera totalmente diversa utilizzando la variazione manuale della potenza (1/1-1/2-
1/4-1/16……………1/64-1/128) in cui all’aumentare/diminuire della potenza corrisponderà un
aumento/diminuzione della distanza coperta.
FEB
La funzione FEB è la logica applicazione del Bracketing con il flash. Come tutti sanno il bracketing è una
modalità in cui la fotocamera esegue 3 scatti a forcella (alcune fotocamere hanno la possibilità di eseguire
più di 3 scatti, altre non dispongono di tale funzione) di cui il 1° con esposizione corretta, il 2° sottoesposto
ed il 3° sovraesposto (il valore della sotto/sovra esposizione è scelto da noi) Normalmente questa
metodologia viene utilizzata per scatti HDR o per avere, montando opportunamente gli scatti, un aumento
della gamma dinamica della foto. In alcune fotocamere il bracketing può essere effettuato con variazione
dell’esposizione, del bilanciamento del bianco o dell’esposizione flash, ecco quindi che tale funzione, nei
flash serve per quest’ultimo tipo di bracketing. Tale operazione può, a seconda della fotocamera o del flash,
essere comandata direttamente dall’una o dall’altro.
Nelle fotocamere Nikon (dalla D90 in su) il bracketing può essere effettuato in varie modalità (solo
esposizione, esposizione e flash, solo flash e con il bilanciamento del bianco), per mostrare il bracketing di
cui alle foto successive specifico che è stata usata la modalità si bracketing con solo flash.
Nei tre scatti che il flash ha effettuato il bracketing aumentando e diminuendo la potenza del lampo per
come impostato sulla fotocamera o sul flash direttamente (a seconda del modello e della marca)
Se ingrandite l’immagine degli scatti noterete infatti che nell’operazione interviene il solo flash in quanto in
tutte le foto il tempo di scatto 1/160 sec. e l’apertura di f. 6,3.
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1 stop di sovraesposizione flash
1 stop di sottoesposizione flash
esposizione corretta flash
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Luce di modellazione
Uno dei difetti che l’uso del flash speedlite comporta rispetto alle lampade da studio è la mancanza di una
verifica dell’illuminazione sul soggetto, le lampade da studio dispongono, infatti, di una luce di potenza
ridotta, detta “luce pilota”, che consente di visualizzare, in linea di massima, l’effetto del posizionamento
delle luci sul nostro soggetto. Per cercare di ovviare al problema molti flash dispongono della cosiddetta
“luce di modellazione”, una funzione attivabile con usando tasto della profondità di campo della
fotocamera (se ne dispone) che fa lampeggiare il flash per circa 1 sec. in modo continuo. Non sto qui a fare
considerazioni sulla vera validità di tale funzione.
Luce assistenza autofocus
Questa funzione dovrebbe agevolare la messa a fuoco della fotocamera in condizioni di scarsa
illuminazione. Si tratta fascio luminoso (led normalmente) di colore rosso che viene emesso dal flash verso
il soggetto e che dovrebbe agevolare l’autofocus della fotocamera. In realtà non sempre, soprattutto nei
flash di terze parti, tale funzione è realmente efficace, spesso l’asse della fotocamera e l’asse del raggio non
coincidono ed il fascio luminoso emesso dal flash non copre perfettamente i punti di autofocus della
fotocamera, soprattutto utilizzando uno zoom alla max estensione.
Miniflash sul pannello frontale del flash
Si tratta di un piccolo flash posto sulla parte anteriore del flash che lampeggiando in sincronia con il flash
principale (posizionato in modo da illuminare indirettamente) il soggetto ed ha la funzione di illuminare
leggermente il soggetto per alleggerire le ombre.
Riduzione occhi rossi
Sulla riduzione occhi rossi non vi è molto da dire anche perché, credo, sia la funzione meno usata, il flash
montato sulla slitta emette dei piccoli deboli lampi al fine di contrarre la pupilla dei soggetti fotografati ed
evirare il fastidioso fenomeno dell’occhio rosso. Tale funzione risulta però ampiamente superata dalla
identica funzione presente in tutti i software fotografici di un certo livello.
Lampi stroboscopici
La funzione lampo strobo o multi è una funzione che consente di emettere una brevissima serie di lampi
durante l’apertura dell’otturatore, il lampi bloccano il movimento del soggetto in più posizioni dando un
bell’effetto di movimento in successione.
Il problema dei lampi strobo è simile a quello della funzione HSS, se il flash deve fare da 10 a 100 lampi in
pochi secondi non può farlo se non riducendo la potenza. Per un calcolo delle impostazioni di scatto nel
manuale del flash dovrebbe esservi una apposita tabella. Qui, per comodità vi riporto un esempio di tabella
e di calcolo delle impostazioni.
Quando si utilizza il flash in modo stroboscopico è necessario utilizzare la seguente formula per calcolare la
velocità dell'otturatore:
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Tempo di scatto = N° lampi flash / Frequenza in Hz (n° lampi secondo)
La potenza si regola in funzione del n° di scatti sec. che si vogliono effettuare e tenendo conto che 4 Hz
corrispondono a 4 lampi/sec.
Ad esempio, si imposta il flash per sparare 20 lampi flash a 10 Hz ( 10 lampi sec.), la velocità dell'otturatore
deve essere impostato su 20/10 = 2 secondi.
N° Lampi in funzione della potenza del flash (esempio)
1/4 > 2 lampi sec.
1/8 > 2–5 lampi sec.
1/16 > 2–10 lampi sec.
1/32 > 2–10,15 lampi sec.
1/64 > 2–10,15, 20, 25 lampi sec.
1/128 > 2–10,15, 20, 25, 30, 35 lampi sec.
effetto strobo (foto da Canonclub)
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 36
Scatto a raffica
I flash dell’ultima generazione son in grado di emettere lampi anche con la fotocamera in modalità “scatto
a raffica”, questa funzionalità, con la messa in commercio di fotocamere sempre più veloci consente di far
emettere al flash da 3 a 7/8 lampi al secondo.
Il problema di tale funzionalità è legata a:
- velocità di ricarica del flash
- potenza del lampo (ricordiamo che la potenza è connessa al tempo di emissione del lampo che può
variare da 1/800 sec. sino ad 1/20.000 sec. ed oltre)
Per poter sfruttare la meglio questa possibilità che i nostro flash ci concede dobbiamo ricordare che:
- Aumentando gli ISO aumentiamo la sensibilità del sensore e la luce necessaria proveniente dal flash
si riduce (tempi più brevi di lampeggio)
- Aprendo il diaframma al max concesso dalle nostre esigenze (f. 3,5-4-5,6-8) il sensore cattura più
luce rispetto a diaframmi troppo chiusi ed il flash potrà emettere un lampo meno potente (più
breve).
Ragionando sulle considerazioni precedenti abbiamo quindi che più ci avviciniamo alle impostazioni
precedenti minore potenza dovrà emettere il flash e maggiori saranno i lampi per secondo che il flash
sarà in grado di emettere.
Consideriamo che l’impostazione ottimale si ottiene con il flash in Manuale, dovremo impostare una
riduzione di potenza da 1/8-1/16 e con il corrispondente NG determinare (nel manuale del flash è
presente una tabella specifica), in funzione del diaframma, la distanza del soggetto da riprendere con
scatto in sequenza o. in funzione della distanza, il diaframma da utilizzare.
Non dimentichiamo però che alcuni dei nostri flash possono lavorare in TTL per cui, per effettuare scatti
a raffica si dovrà, anche qui tenere conto di quanto detto precedentemente per cui regolare ISO e
diaframma per ridurre al max la potenza del flash, in questo caso sarà l’automatismo del flash a
determinare la diminuzione di potenza riducendo il tempo del lampo.
Ricordiamo infine che lavorando con il pop up come flash principale non è possibile effettuare scatti a
raffica (la potenza disponibile della pila della fotocamera non è sufficiente) e per poter sfruttare questa
possibilità occorre disporre di un flash esterno , sia esso posizionato sulla slitta della fotocamera sia
esso in slave. Poiché il ragionamento riguarda il tempo di ricarica e la potenza emessa dal flash l’uso di
trigger ottici o radio permette comunque di sfruttare tale possibilità.
Spesso nelle specifiche del flash questa possibilità viene equivocata con la disponibilità della funzione
HSS infatti si parla di “scatto continuo ad alta velocità” il che può generare false interpretazioni.
Altri accessori in dotazione ai flash
Molti flash dispongono di accessori per una più completa sfruttabilità dello stesso, in particolare possiamo
avere
- Filtri colorati da applicare sulla parabola della testa del flash, il flash dovrebbe rilevare
automaticamente la presenza del filtro (nei modelli Nikon di fascia alta) in alternativa con
CaptureNX2 o ViewNX2 nella sezione bilanciamento del bianco esiste l’opzione per bilanciare il
bianco in presenza di detti filtri.
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- Pannellino bianco estraibile incorporato nella testa del flash : serve, quando estratto, a riflettere
parte della luce sul soggetto ed ha, anche se in modo diverso, la stessa funzione del miniflash di cui
si è parlato prima.
- Pannello diffusore trasparente incorporato nella testa del flash: serve, quando estratto, ad
ampliare la diffusione della luce su una maggiore area, in genere viene utilizzato per coprire l’area
inquadrata con un grandangolo al fine di evitare vignettatura (inscurimento) dei bordi del
fotogramma. Anche qui nei flash di fascia alta Nikon il flash dovrebbe rilevare la presenza del
pannello diffusore
FLASH POP UP O SULLA SLITTA A CONTATTO CALDO
Le fotocamere Nikon si dividono in due categorie (lasciando fuori le super professionali che non hanno il
flash pop up)
(tratto da NPhotography)
D40-D3000-D3100-D3200-D5000-D5100 che possono usare il flash pop up in 2 modi
- TTL (regolano in automatico il lampo in funzione di apertura ed ISO )
- Manuale (emettono un lampo di cui regoli l potenza manualmente dal menu) es. 1/1-1/2-1/4-1/8
ecc. sino ad 1/128 della potenza piena.
e le altre D80-D90-D7000-D200-D300-D700-D800 che hanno 3 modalità
- TTL (come sopra)
- Manuale (come sopra)
- Master (dal pop up comandi flash esterni a distanza sia in TTL che in Manuale)
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Flash TTL pop up o flash esterno montato sulla slitta (tutti i modelli)
La regolazione del lampo tramite TTL prevede che dal pop up partano dei prelampi che raggiungono il
soggetto e rimbalzano verso la fotocamera, un esposimetro flash sotto lo specchio (o vicino al
pentaprisma, non ricordo bene) raccoglie la luce riflessa e dice al pop up che potenza usare.
Nel caso si montasse sulla slitta un flash Nikon o compatibile (es. il mio YN565EX) avverrebbe la stessa
cosa, il flash esterno sulla slitta emette dei prelampi al posto del pop up per permettere all’esposimetro
flash interno alla fotocamera di regolare la potenza del lampo.
In TTL, quindi, vengono sempre emessi dei prelampi per settare la potenza del flash.
I prelampi normalmente non si vedono perché velocissimi ed emessi un attimo prima del lampo vero,
se si volesse vedere i prelampi per curiosità, occorre settare la fotocamera con tempo di scatto 2
secondi, in modo TTL e con attivazione flash sulla seconda tendina. A questo punto quando si schiaccia
il pulsante di scatto si aprirà l’otturatore e si vedranno dei piccoli lampi quando scatti (i prelampi del
TTL ), dopo 2 secondi, prima della chiusura dell’otturatore, si vedrà il vero lampo flash in esposizione
TTL che scatta sulla 2° tendina. Questo sia con il pop up che con il flash esterno TTL montato sulla slitta.
Flash in modalità Manuale
In questo caso si setta la potenza del flash pop up manualmente dal menu o, se si dispone di un flash
esterno montato sulla slitta, direttamente sul flash (in flash Nikon o compatibili è possibile settare il
flash esterno sulla slitta direttamente dalla fotocamera
Per scendere di N stop a partire dalla potenza impostata è sufficiente diminuire la potenza di N valori,
iniziando da tutta potenza, se voglio scendere di 1 stop imposterò 1/2 potenza, di 2 stop imposterò 1/4,
di 3 stop imposterò 1/8 e così di seguito, il tutto partendo dal presupposto che distanza, diaframma ed
ISO restino invariati.
Infatti, con il flash in manuale, variando uno dei 4 parametri indipendenti per la luce flash (ISO,
DIAFRAMMA, DISTANZA e POTENZA), devi variare della stessa quantità uno degli altri per avere la
stessa esposizione flash. Se vuoi ad es. scendere di uno stop senza toccare la potenza del flash in
manuale, puoi abbassare gli ISO di uno stop, oppure raddoppiare la distanza soggetto-flash, oppure
chiudere il diaframma sulla fotocamera di uno stop.
FLASH IN SLAVE (A DISTANZA E SENZA CAVI)
Sino a questo punto abbiamo parlato di flash pop up o flash esterno montato sulla fotocamera, ora
trattiamo del comandare un flash esterno posto lontano dalla fotocamera sempre in modalità TTL.
Anche qui dobbiamo distinguere vari casi, chiariamo prima di tutto il concetto di
- Master (flash pop up o flash esterno montato sulla fotocamera che comanda altri flash, il tutto in
TTL)
- Slave (flash che riceve i comandi dal master e lavora anch’esso in TTL)
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Su questo sito sono spigate bene le procedure di settaggio dei vari flash e della fotocamere con
funzione master della Nikon (non è aggiornatissimo ma sino alla D700 ed all’SB900 ci arriva, in
genere poi i settaggi sono sempre sula stessa linea)
http://www.momentcorp.com/review/wirelessflash.html
Flash in modalità Master TTL
In questo caso il pop up o il flash TTL master montato sulla fotocamera emette i prelampi per tarare
l’esposizione flash e dire al flash posto a distanza (slave) come regolare la potenza in TTL. Usando il pop
up o il flash esterno sulla slitta occorre impostare in macchina la modalità Master (mi sembra che su
flash originali ed alcuni compatibili si possa farlo anche direttamente sul flash).
Praticamente avviene lo stesso procedimento del caso precedente, vengono emessi dei prelampi che
determinano l’esposizione e che, in più, istruiscono nel contempo il flash slave sulla potenza da
emettere.
Flash in modo Slave TTL
Flash in modalità Slave, in questo caso il flash riceve i prelampi e si regola in modo da emettere la potenza
calcolata dall’esposimetro flash della fotocamera , questo, naturalmente, sempre in TTL.
Flash in modo Slave Manuale (non TTL) tramite Master ( fotocamere tipo D80-D90-D200-D300-D700-ecc.
con funzione master)
Disponendo di un flash pop up o esterno sulla slitta che sia Master è possibile lavorare in modo Manuale sul
flash slave settando la potenza del flash direttamente dalla fotocamera o sul flash direttamente, In questo
caso vi sono sempre i prelampi che, per questa volta, servono a dire al flash Slave con che potenza scattare
(1/1-1/2-1/4-……1/64-1/128)
Altre modalità Slave senza che sia necessaria la funzione Master (comandare un flash esterno posto a
distanza in modalità Manuale non in TTL) fotocamere tipo D40-D3000-D3100-D3200-D5000-D5100 senza
funzione master
Preciso innanzitutto che la modalità manuale del flash esterno deve essere settata direttamente sul flash in
quanto non utilizzando alcuna modalità Master non è possibile dire al flash Slave come settarsi in potenza.
Aggiungo inoltre che non essendovi flash in modalità Master non esiste il problema dei prelampi che non
vengono emessi non dovendo istruire nulla.
NIKON CLS ED IL PROBLEMA DEI PRELAMPI
Pur non disponendo di flash originali Nikon, ho notato che, cercando di dare risposte riguardanti il flash
Nikon o compatibili, non esiste una vera informazione raggruppata su almeno tre punti che ritengo
fondamentali per un corretto uso dei nostri flash (esiste, in realtà, qualcosa in inglese), in particolare parlo
di:
- prelampi
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- funzione slave con trigger ottico e funzione SU4 nei flash Nikon (credo dal SB 700 in su)
- modalità A (auto) – AA (Auto-Aperture) nei Nikon SB 800/900 e superiori e solo A nei vecchi flash
Thyristor
Naturalmente il ragionamento non riguarderà solo l’uso del flash in slave ma anche l’uso del pop up
(quando presente) o del flash esterno on camera usato come master, così parlerò di trigger ottici compreso
l’SU4 di Nikon.
PRELAMPI
Per poter trasmettere le informazioni macchina fotografica con master (pop up o flash sulla slitta) viene
utilizzato la lampada flash che è del tipo allo Xeno, lo Xeno ha una uscita è piuttosto lineare nel range della
luce visibile (da 200 a 800 nm.) ma ha una parte di luce non visibile superiore agli 800 nm. (regione
dell’infrarosso) molto potente. Questa ultima parte di luce infrarossa è quella che viene utilizzata per la
trasmissione delle informazioni.
.
Il ricevitore del flash ha un filtro che blocca l’entrata della parte di luce visibile ma lascia passare la porzione
infrarossa dedicata alla trasmissione dati.
Al contrario il flash on camera ed il pop up non sono dotati di questo filtro quando emettono prelampi e
quindi mostrano sia la parte visibile che quella visibile (infrarossa) della luce emessa. Per una eventuale
eliminazione o riduzione della componente visibile del lampo del flash vedere più avanti.
Quando uno pensa ai prelampi pensa quasi sempre al pop up (dalla D80/90 sino all’ultima D800) o ad un
flash esterno montato on camera utilizzato come master (su tutte le fotocamere ed in particolare sulle
D3/4 che non hanno il pop up) in realtà, i prelampi esistono anche nelle entry level con il pop up non
master.
Il prelampo non è una prerogativa del sistema flash Nikon (e non solo) ed ogni volta che usiamo il flash (sia
esso pop up che montato sulla slitta della fotocamera) in i-TTL la macchina emette prelampi.
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Vediamo ora il meccanismo del prelampo nelle varie condizioni d’uso
Flash pop up o i-TTL sulla slitta della fotocamera
- Entry level (senza pop up master): il flash pop up al momento dello scatto emette i prelampi per settare
l’esposizione flash TTL, i prelampi non vengono emessi solo se il flash è settato in modalità Manuale
- Prosumer ecc. (con pop up master): il flash pop up può essere settato come i-TTL, Manuale, Lampi flash
strobo, Master
- in i-TTL come per le entry level il pop up emette prelampi di settaggio dell’esposizione flash
- in Manuale non vengono emessi prelampi essendo demandato al fotografo la scelta della potenza
del flash
- lampi flash strobo non vengono emessi prelampi non essendovi nulla da settare (da verificare)
- in Master abbiamo sotto menu per comandare i flash in slave ( i-TTL + valore della compensazione
flash, modalità AA, modalità Manuale con settaggio delle varie potenze da 1/1 ad 1/128, ed infine
“- -“, quest’ultimo settaggio che “dovrebbe” evitare la parte visibile del prelampo)
In tutte queste funzioni il flash master per i settaggi emette prelampi dovendo ordinare al flash in slave
come comportarsi.
Sostanzialmente, ad una velocità che il nostro occhio non riesce ad apprezzare, nelle recenti fotocamere
Nikon avviene questa sequenza di operazioni:
1. alla pressione del pulsante di scatto la fotocamera legge la distanza di messa a fuoco indicata dall’obiettivo (solo con obiettivi di
tipo D o G) 2. il pop up o il flash master montato sulla slitta invia un segnale (prelampi) al flash
ordinandogli di emettere i Pre-Flash di monitoraggio.
3. Il flash emette uno o due prelampi. 4. la luce emessa da questi prelampi è riflessa dalla scena ed arriva sullo specchio della
reflex attraverso l’obiettivo, la luce viene riflessa sul sensore i-TTL (quello demandato alla determinazione dell’esposizione flash) che si trova nella zona del pentaprisma.
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5. i dati ricevuti dal sensore i-TTL, assieme ai dati di distanza provenienti dall’obiettivo e da quelli letti dal sensore della luce ambientale (l’esposimetro vero e proprio) vengo elaborati dal software della fotocamera per poter calcolare la giusta esposizione. 6. lo specchio si solleva e l’otturatore si apre. 7. il pop up invia allo flash il segnale di attivazione del lampo effettivo e una volta
raggiunta l’illuminazione flash sufficiente per la giusta esposizione, il pop up ordina al flash di interrompere il lampo. 8. l’otturatore viene richiuso e lo specchio ritorna nella sua posizione originale per una
nuova inquadratura.
La presente sequenza è molto simile ma non identica a quella dei primi modelli di digitale non
recenti (in alcuni casi nella sequenza lo specchio si apre prima) che usano il sistema D-TTL o
nelle analogiche in quanto, nelle analogiche, essendovi la pellicola e non il sensore (che
riflettono in modo diverso la luce flash di monitoraggio) la metodologia risulta essere
completamente diversa, tale sistema viene chiamato “bounced Off The Film o più
comunemente OTF.
Per questo motivo i nuovi flash non sono compatibili o sono parzialmente compatibili con le
prime digitali e con le analogiche Nikon.
Lo stessi discorso fatto sino ad ora vale per il flash esterno montato sulla fotocamera.
I prelampi dal flash in slave vengono emessi per permettere alla fotocamera di regolare l’esposizione in i-
TTL, il bilanciamento colore, la compensazione
flash, per il settaggio in modalità Manuale e regolare la relativa potenza di emissione (il flash in realtà non
diminuisce la sua potenza da 1/1 a
1/128 ma solo il tempo di emissione del lampo), bracketig flash, slow sync, occhi rossi, scatto sulla 2°
tendina, FP, blocco FV, modalità AA, modalità FP,
ecc.)
- Professionali (D3/D4, fotocamere senza pop up): il discorso è identico a quello sulle prosumer (avendo
tutti i settaggi nei menù) ma necessita per forza di un flash esterno sulla slitta non avendo il flash
incorporato
Flash esterno Nikon o compatibile TTL/Manuale in slave
Una volta che i prelampi sono stati inviati dalla fotocamera il flash recepisce il messaggio si setta come
ordinato e “risponde” alla fotocamera con prelampi per il settaggio dell’esposizione e per comunicare di
essersi settato come richiesto.
Ecco allora che appare chiaro che i prelampi non vengono emessi solo dal master ma anche dal flash usato
in slave.
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La lunghezza ed il numero di prelampi aumenta a seconda che il flash sia sulla fotocamera o si dialoghi in
slave ed, infine, dal numero di flash presenti e da quanti canali sono in uso
A questo punto si inserisce una complessità in più quando si lavora con un flash in slave usando un trigger
ottico, elemento essenziale di questo ragionamento è che, pur lavorando con alcuni flash in TTL, si possa
lavorare contemporaneamente con altri anche in manuale. Non dimentichiamo che un trigger ottico scatta
“normalmente” al primo lampo che vede e, quindi, in teoria scatta sui prelampi andando fuori sync .
Attualmente, rimanendo in casa Nikon e compatibili, possiamo avere diverse possibilità
- trigger ottico separato da applicare sotto il flash
- trigger ottico incorporato nel flash
- trigger SU4 esterno o incorporato nei flash Nikon ( SB 800/900 e superiori)
Esaminiamo ora le differenze importanti
- trigger ottico separato, come detto precedentemente il trigger scatta al primo lampo e quindi non
sarebbe possibile usare altri flash in TTL, in realtà esistono in commercio un paio di modello di trigger ottico
di questo tipo, il Seagull SYK5 oppure il modello Condor Flash-ball o il Digital Slave Flash Sensor SF4 Ignores
Preflash
che avendo la funzionalità per non scattare quando si utilizza la funzione “anti occhi rossi” del flash, allo
stesso modo, non risente ei prelampi (occorre fare alcune prove per la sua taratura in funzione del tempo
di scatto) Il trigger può essere montato con il sensore sul davanti o sul retro affinché possa vedere il master.
Naturalmente con il flash triggerato si potrà operare solo in modalità Manuale oppure il modello Condor
Flash-ball
- trigger ottico incorporato nel flash (modalità S1-S2 con Youngnuo e SD-SF nei Nissin, non sono informato
di altre marche di flash con tale funzione).
In modalità S1 il trigger ottico incorporato reagisce al 1° colpo di flash, in S2 non vede i prelampi e scatta al
lampo effettivo, la stessa cosa dicasi per i Nissin. Naturalmente con il flash triggerato si potrà operare solo
in modalità Manuale
- trigger ottico SU4 sia esso montato sulla fotocamera che incorporato nei flash Nikon, in merito a questo
particolare trigger la cosa si fa più complessa e mi costringe ad un capitolo a parte.
TRIGGER SU4 NIKON
Il trigger SU4 può essere un accessorio esterno da montare sulla slitta della fotocamera oppure può essere
incluso nel flash montato sulla fotocamera. Nello specifico tratteremo della funzione SU4 incorporata nei
flash Nikon.
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La modalità SU4 ha diverse varia a seconda che il flash sa montato sulla slitta o sia in slave, per poter avere
un idei più chiare della modalità occorre partire dal presupposto che l’SB800 sia un flash l’SB800+un trigger
SU4, le due cose devono essere considerate come entità separate.
On camera
Quando si utilizza sulla fotocamera in modalità SU4 il flash serve esclusivamente come master, infatti
occorrerebbe schermarlo per evitare che il suo lampo interferisca nell’esposizione della scena;
Praticamente l' SU4 serve per sostituire un cavo PC che collega la macchina al flash. Naturalmente il
discorso on camera riguarda esclusivamente le fotocamere senza il flash pop up.
In slave
- SU-4 in Auto, in tale combinazione il flash slave lampeggia per tutta la durata del lampo del flash
principale quindi l'esposizione è controllata dal flash principale.
- SU-4 in Manuale, in tale combinazione il lampo viene emesso in syncro con quello del flash principale, in
questo caso l'esposizione è regolata dalle impostazioni del flash in slave.
Queste sono funzioni identiche a quelle dell'accessorio esterno SU-4 relativamente alla regolazione A-M.
Per quanto riguarda i prelampi si possono disattivare, nel caso del SB800 si utilizza la funzione “prelampi di
monitoraggio” per altri modelli occorre verificare sul manuale del flash specifico.
In modalità SU-4 con flash in salve sono possibili anche impostazione relativa alla modalità di esposizione
flash, in particolare possiamo impostare le modalità:
- TTL;
- Auto.
- Manuale.
Essendovi 3 possibilità sia in modalità A che in modalità M si potrebbero avere 6 possibili combinazioni ma
non comprenderei i casi in antitesi fra loro che, probabilmente non darebbero i risultati voluti (M+TTL ed
A+A).
Partendo ora dal presupposto che il flash on camera sia il principale e che si lavori in Manuale con SU4,
possiamo avere solo 2 possibilità effettive legate al fatto che in M l’SU4 emette il lampo in sincronia con il
lampo principale ma non lo interrompe quando si interrompe quello del flash principale (lavora in completa
autonomia e potrebbe interrompere il lampo anche prima del flash principale).
a) SB800 settato in Manuale ed SU-4 settato in Manuale, in questo caso si sommano gli effetti dei due flash
(principale e slave), sommandosi le due potenze e non è possibile avere alcun controllo preciso
dell’esposizione.
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b) e SB800 settato in Auto ed SU-4 settato in Manuale: il flash in slave controlla l'esposizione in
Automatico, tenendo conto anche dell’apporto del flash pilota ( con molta probabilità in modalità Auto il
sensore Thyristor dello slave legge la luminosità complessiva ed interrompe il lampo, il sensore
probabilmente legge di riflesso anche la luminosità del flash principale e ne tiene conto ).
Settiamo ora SU4 in Auto ed avremo altre 2 possibilità effettive legate al fatto che in A, l’SU4 emette il
lampo in sincronia con il lampo principale e lo interrompe quando viene interrotto dal flash principale (
lavora esattamente come copia del principale )
c) SB800 in Manuale ed SU-4 in Auto: i due flash scattano in contemporanea e si spengono in
contemporanea, come nel caso a) le due potenze si sommano e non risulta semplice avere un preciso
controllo dell’esposizione.
d) SB800 in TTL ed SU-4 in Auto : in questo caso l’esposizione TTL del flash pilota è identica a quello dello
slave, è quindi possibile regolare globalmente dalla fotocamera l’esposizione variando diaframma e potenza
di emissione del lampo.
I ragionamenti precedenti inevitabilmente ci portano al 3° punto in esame, le modalità A ed AA.
AUTOCOSTRUZIONE DI UN FILTRO IR PER POP UP
Materiale necessario
- diffusore per pop up su ebay http://www.ebay.com/itm/3-Color-Pop-Up-Flash-Diffuser-for-Canon-Nikon-
Pentax-Panasonic-/230830041450
- telaietto in plastica per diapositive apribile
- spezzone di pellicola sviluppata nera (in genere inizio o fine del rullino sviluppato)
1) il diffusore completo montato sulla fotocamera (foto 1)
2) sono partito dal supporto per il diffusore senza montare il diffusore (foto 2)
3) ho preso un telaietto DIA vuoto ed ho inserito in esso lo spezzone di pellicola, ho praticato due fori nel
telaietto in corrispondenza agli spinotti del supporto per il diffusore. Il retro del telaietto è stato colorato di
nero per evitare riflessi.
4) ho montato il telaietto sul supporto del diffusore ottenendo lo schermo che ferma la parte visibile dei
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lampi del pop up. (foto 3-4)
foto 1
foto 2
foto 3
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foto 4
Spero che questo accessorio possa essere utile ad altri considerando che l'accessorio originale Nikon costa
15 €. ca. mentre il costo del mio accessorio è quello del diffusore flash comprato ad HK a pochi euro, un
vecchio pezzo di pellicola ed un telaietto che avevo in casa.
L’accessorio ha una ulteriore funzione se si vuole evitare che la luce del pop up intervenga
sull’illuminazione della scena (es. nelle macro o nei ritratti molto ravvicinati) in quanto ci permette di
lavorare in wireless come se il pop up non esistesse, ecco un esempio di come il filtro taglia la luce visibile
La foto è stata scattata allo specchio con il flash in TTL a distanza e pop up in TTL
Ulteriore considerazione per annullare completamente il pop up negli scatti
Il pop up potrebbe, come già detto, interferire con la propria luce nell’illuminazione scatto, al fine di
eliminare completamente la sua presenza occorre fare due distinzioni
- pop up in TTL : in questo caso il pop up emette comunque un lampo oltre ad i prelampi di settaggio,
questo lampo non può essere completamente eliminato anche con il filtro IR, a questo punto
occorre minimizzare al max la sua presenza e questo si ottiene impostando la compensazione del
flash pop up a – 3 o superiore (se possibile).La luce sarà ancora presente ma in piccola parte.
- Pop up in master : in questo caso è sufficiente impostare il master del pop up in “—“ e il pop up
emetterà i prelampi ma il lampo vero non ci sarà e non interferirà, quindi, nell’illuminazione dello
scatto.
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MODALITA’ A-AA NEI VECCHI FLASH E NEI NUOVI NIKON
La modalità A (Auto) e quella AA (Auto Aperture) sono due modalità che consentono una corretta
esposizione utilizzando non la lettura TTL della fotocamera ma un sensore (Thyristor) presente sul flash che
legge la luce di rimbalzo del flash ed interrompe il lampo al momento giusto.
Nei vecchi flash per poter usufruire di questa funzione occorre
- impostare sul flash il valore ISO della fotocamera
- su una tabella (spesso a cursori mobili) posta sul retro del flash scegliere come proposto 1 o più aperture
possibili (il valore egli f proposti varia a seconda del valore ISO e della lunghezza della parabola zoom (se
presente), la tabella vi fornirà inoltre la copertura in mt. dell’automatismo
- impostare sulla fotocamera il valore f scelto
- scattare, al resto pensa il flash.
Tale funzione viene indifferentemente applicata sia che il flash si trovi sulla slitta della fotocamera sia che si
lavori con in flash in slave
Esempio di impostazione su due potenze di emissione (pallino rosso o blu) e modo manuale
Esempio di apertura da impostare sulla fotocamera, della distanza coperta in auto in funzione degli ISO impostati sulla fotocamera
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 49
Naturalmente, se il flash non è dotato di fotocellula (trigger ottico incorporato) si dovrà ricorrere ad un
trigger ottico (che non risenta dei prelampi se si usa anche un flash TTL, vedi dopo), la funzione Auto lavora
anche con i trigger radio indifferentemente.
Fatta questa premessa per cercare di spiegare il funzionamento della funzione Auto, passiamo ora alla
stessa funzione presente nei recenti flash Nikon.
Nei recenti flash Nikon troviamo, analogamente a quanto detto prima, la funzione A ed in aggiunta la
funzione AA, quest’ultima è il risultato della nuova elettronica presente nelle recenti fotocamere.
Vediamo ora la differenza fra le due vecchie/nuove funzioni.
In realtà dovremmo distinguere 3 casi possibili
- A sulla slitta della fotocamera
- AA sulla slitta della fotocamera
- AA in modalità slave
Modalità A sulla slitta della fotocamera
Con l’SB800 in modalità A il flash tramite i contatti slitta/flash il valore degli ISO viene comunicato al flash
automaticamente, dovremo, poi, inserire il valore di diaframma manualmente sul flash ed a questo punto
siamo pronti per scattare. La procedura di scatto non prevede prelampi di alcun tipo.
Modalità AA sulla slitta della fotocamera
In questa modalità le cose si complicano leggermente anche se materialmente si semplificano, si
complicano perché ci ritroviamo ancora in mezzo i prelampi e si semplificano perché non dobbiamo
impostare nulla, legge tutto il flash dalla fotocamera tramite i contatti della slitta.
Il flash legge in automatico diaframma, valore ISO, ed emette dei prelampi (non usa come in A il ritorno del
lampo principale) per poter settare la cellula Thyristor e regolare l’esposizione, i vantaggi dell’uso della
modalità AA sono però diversi, con il settaggio tramite prelampi si setta anche il bilanciamento del bianco
ed è possibile utilizzare la funzione FV Lock (blocco dell’esposizione) .
Ecco allora che in modalità AA on camera è necessario tenere conto della presenza dei prelampi,
esattamente come se ne tiene conto con l’esposizione TTL.
Modalità AA in slave
Utilizzando la funzione commander del pop up o di un flash master sulla slitta è possibile comandare a
distanza un flash in modalità AA. Una volta selezionata in modo commander la modalità AA, al momento
dello scatto il master emette dei prelampi per “avvisare” il flash di utilizzare la modalità AA, A questo punto
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il flash in AA emette i prelampi per settare la cellula Thyristor e tutte le impostazioni viste
precedentemente.
Una volta esaurita questa sequenza basta scattare pensa a tutto il flash.
Ecco allora che, anche qui, in modalità AA slave è necessario tenere conto della presenza dei prelampi,
esattamente come se ne tiene conto con l’esposizione TTL.
Per la disattivazione dei prelampi si rimanda a quanto specificato nella parte SU4
Non ho trovato documentazione che parli di una modalità solo A in slave ma nel caso di flash Nikon non
credo sia una funzionalità necessaria.
TRIGGER OTTICI E RADIO
Per comandare un flash Slave (staccato da la fotocamera) devono essere usati i trigger, esistono 2 tipi di
trigger
- Trigger ottici (che reagiscono al lampo di un altro flash)
- Trigger radio (che reagiscono ad un impulso radio che viene emesso al momento dello scatto)
I pro ed i contro dei due modelli sono abbastanza noti, diciamo, sintetizzando, che
Trigger ottici
- I trigger ottici non funzionano bene con molta luce ambiente
- possono essere disturbati da flash di altri fotografi
- hanno una portata limitata (da 15 a 20/25 mt.)
- il sensore ottico deve vedere il lampo principale per cui non possono essere nascosti alla vista, non devo
esserci ostacoli che impediscano la visione del lampo principale, ecc.
- se si usa in contemporanea un flash TTL principale (pop up o altro esterno) reagiscono al primo lampo che
vedono e scattano quindi sul prelampo e non sul lampo principale.
In merito a questa ultima considerazione occorre precisare che
- esistono dei trigger ottici (Seagull SKY-5 oppure in modelli Condor Flash-ball e Digital Slave Flash Sensor
SF4 Ignores Preflash
) che sono dotati di una funzione che permette l’uso del flash con modalità anti occhi rossi. Tale modalità
non fa scattare il lampo sui piccoli lampi emessi prima del lampo definitivo per evitare in foto il fenomeno
degli occhi rossi, se lo fanno per la funzione anti occhi rossi, lo fanno anche con l’emissione dei prelampi
TTL. (il trigger può anche essere montato rovesciato con il sensore lampo verso il retro del flash)
- I più recenti flash esterni compatibili (Youngnuo ed altri) hanno il trigger ottico incorporato con due
possibili modalità S1 ed S2, S1 fa scattare il flash slave al primo lampo che vede, la modalità S2 non reagisce
ai prelampi e scatta solo al lampo definitivo.
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- I flash Nikon dispongono di una funzione trigger ottico interna detta SU-4 che credo sia assimilabile alla
funzione S1 di cui si è parlato prima (non ne sono certo al 100% ma in SU-4 i prelampi potrebbero
interferire lavorando in TTL e quindi sarebbe usabile solo in manuale)
Trigger radio
- I trigger radio hanno una portata di ca. 100 mt.
- Si possono scegliere i canali di trasmissione radio (in genere 16) in modo da evitare interferenza da altri
flash
- Possono comandare un flash nascosto, essendo un impulso radio non importa che vi siano ostacoli fra la
fotocamera ed il flash
- Funzionano solo con il flash cui sono collegati in modalità manuale (il flash master o il lampo principale
potrebbe essere anche in TTL)
- Possono essere usati anche come scatto remoto radio
- Senza l’uso di un cavo esterno TTL tipo il YN FC-682 (che è dotato di 2 slitte flash, una al terminale ed una
che viene posizionata sulla slitta della fotocamera) il pop up della fotocamera deve restare chiuso e quindi
non è possibile avere contemporaneamente funzione master TTL e trigger insieme o montare un flash TTL
sulla slitta.
Note finali
- Esistono in commercio anche dei trigger radio TTL che si sostituiscono alla modalità master ottico TTL, il
loro costo, per il momento risulta abbastanza elevato. Con essi le istruzioni che il master da con i prelampi
(per via ottica) sono sostituiti da istruzioni inviate via radio. Attualmente il trigger radio TTL meno costoso è
lo YN 622 che si trova a ca. 80 €.
- Molti flash, fotocamere, trigger (ottici e radio) dispongono di una presa PC cui è possibile collegare un
ulteriore flash che disponga della stessa presa PC tramite apposito cavetto syncro PC
- Il prelampi del flash pop up non può essere disattivato, poiché spesso (soprattutto nelle macro) il lampo
potrebbe dare fastidio, per eliminarlo del tutto forzatamente si consiglia un piccolo accessorio Nikon che
null’altro è che una tendina da porre davanti al pop up che fa passare solo gli infrarossi e non la luce, visto il
costo (oltre 15€.) viene consigliati di fissare sopra al pop up un pezzo di pellicola negativa non
impressionato (le cosiddette foto venute nere)e fissarla con un elastico, del nastro adesivo, ecc., tale
spezzone di pellicola ottiene lo stesso effetto dell’accessorio Nikon a costo di 0 €., fa passare le istruzioni
TTL ma non la luce del flash. (vedi autocostruzione di un filtro IR)
lo schermo IR Nikon Sg-3ir
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Purtroppo il pop up emette sempre dei prelampi sia che sia impostato in TTL da solo (usi il pop up in
emergenza senza altri flash non in modalità master) che sa impostato in master, i prelampi sono il tramite
per comandare a distanza i flash e per regolare l'esposizione flash. La funzione “ - - “ serve solo a non far
scattare il flash del pop up al momento dello scatto effettivo.
Il lampo flash viene generato da una lampada allo Xeno (vedi sopra) luce che ha una componente visibile (il
lampo che vedi) ed una componente infrarossa (che non vedi), è proprio tramite questa componente
infrarossa che avviene il colloquio fra il master ed il flash in slave.
Per eliminare la componente visibile della luce dei prelampi devi ricorrere, come sai, a piccoli accessori o
trucchetti, in pratica
- compri l’accessorio Nikon indicato sopra
- ti auto costruisci un accessorio come spiegato più avanti
- prendi un pezzo di pellicola impressionata nera (quella che in genere è un testa ed in coda al rullino
sviluppato) e copri il pop up fissandola con del nastro adesivo o un elastico.
Purtroppo non ci sono altre soluzioni semplici.
Una soluzione alternativa è quella di usare la funzione FV (da non confondere con FP che è lo scatto ad alta
velocità)che servirebbe quando il soggetto da fotografare è decentrato, funzione che ti blocca l’esposizione
flash e ti consente di reinquadrare. Con tale funzione attiva il pop up emette prelampi quando schiacci il
pulsante di scatto a metà, schiacciando il tasto apposito blocchi l’esposizione flash e, quando scatterai, il
pop up non emetterà più prelampi avendo tarato l’esposizione precedentemente.
Questo trucchettino, oltre che per scatti decentrati, è spesso usato per ritratti a persone o animali per non
infastidire il soggetto.
Ecco l’esempio del taglio della maggior parte della luce visibile utilizzando uno spezzone di pellicola
impressionata in modo che i prelampi non incidano sull’illuminazione della scena. L’accessorio che scherma
è autocostruito con pellicola sviluppata
Altri tipi di automatismi flash non TTL
In alternativa alla modalità TTL o a quella Manuale esistono flash che dispongono di automatismi di
esposizione di vecchia generazione ma tuttora presenti su alcuni flash recenti (Nikon e Nissin), tale
modalità è definita Auto ed era presente su molti flash dell’era analogica
La modalità auto prevede che un sensore posto sul flash legga la potenza di luce che colpisce l’oggetto
fotografato e interrompa il lampo al momento giusto per una corretta esposizione.
In tale modalità occorre dire al flash il valore di ISO impostato sulla fotocamera, leggere sull’apposito
schema l’apertura (per il corrispondente valore ISO) ed impostarlo sulla fotocamera.
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Il flash farà, a questo punto, tutto lui, una specie di vecchio TTL.
Nei flash Nikon tale modalità è indicata con il simbolo A se le impostazioni devono essere fatte
manualmente ed AA se esiste un colloquio fra fotocamera e flash, in quest’ultimo caso occorre però
ricordare che lavorando in slave il flash emette dei prelampi per dire al flash di usare la funzione Auto e
quindi occorre ricordare quanto detto in merito ai trigger ottici e la loro reazione ai prelampi.
Se usate un vecchio flash analogico con modalità Auto (comunemente detta thyristor ) tale funzione non
viene persa sia usando trigger ottici che trigger radio ed è quindi tranquillamente usabile.
USO MISTO DI FLASH – TRIGGER – CAVI
vedi anche il capitolo “Come ridare lustro ad un vecchio flash a torcia”
Per trattare questo argomento farò riferimento sempre alla mia attuale dotazioni di flash ed
accessori
- flash YN 565EX
- flash YN 460 Mk II (solo manuale e slave ottico S1-S2)
- flash MAXWELL DT700-Zoom modalità Manuale ed Auto Thyristor
- flash UNOMATT P450-TCS modalità Auto Thyristor e Manuale solo a piena Potenza (vedi capitolo
relativo ai filtri ND in gelatina)
- trigger radio YN RF603
- trigger ottico Seagull SYK-5 ( 2 esemplari)
- cavo TTL off camera YN FC-682
- cavetti syncro tipo PC
-
un parco apparecchiature che, anche se variegato e con prodotti non recentissimi, deve poter essere
sfruttato al meglio.
in merito ai prodotti sopra elencati vorrei precisare che:
- il cavo TTL rappresentato è stato scelto appositamente per la presenza di una slitta a fine cavo ed una che
(posizionando il terminale sulla slitta della fotocamera) permette di montare un flash ulteriore. Secondo il
produttore utilizzando sia la slitta del cavo posto sulla fotocamera che quello staccato con due flash TTL
uno dei due flash perde la modalità TTL, secondo alcune discussioni su “Strobist” questo non avviene se i
due flash sono identici e quindi si equivalgono.
- il trigger ottico Seagull SYK-5 dispone della funzione anti occhi rossi, in parole povere non scatta al primo
lampo che vede (funzione anti occhi rossi), ma scatto dopo con ritardo regolabile dal fotografo (io l’ho
regolato al minimo), quindi, per non saper ne leggere ne scrivere, non scatta neanche quando vede i
prelampi del flash pop up (VERO!!!!!! VERIFICATO con la prova del flash sulla seconda tendina), dopo alcune
prove posso aggiungere inoltre che lo SYK-5 può essere montato al contrario (con il sensore verso il retro
del flash il che significa il poter posizionare il flash in avanti oltre la fotocamera (come se fosse ruotato di
180°) Ne esistono, per quello che so, altri due modelli in rete, il Condor Flash-ball ed il Digital Slave Flash
Sensor SF4 Ignores Preflash
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- il vecchio flash Maxwell ha la funzione Auto (regola da solo il lampo in funzione della posizione del
soggetto, dell’apertura e del valore ISO, tale funzione è presente tuttora in alcuni flash Nikon e Nissin di
recente fattura), con due possibilità di diaframma ed inoltre dispone della regolazione manuale sino ad
1/64 d potenza.
- entrambi i flash Youngnuo presentano la modalità slave S1 ed S2 (se ne trovano anche di altre marche con
tale funzione, per Nikon è definita SU-4 per Nissin SD-SF) per cui in S1 il flash scatta al primo lampo, in S2
scatta sul lampo effettivo e non tiene conto dei prelampi (tipo l’ottico SYK-5)
- il flash pop up (quello incorporato nella fotocamera) emette sempre i prelampi se settato in TTL anche in
assenza di altri flash ed usato quindi come unica fonte di luce flash. Con il pop up impostato in TTL
occorrerà quindi lavorare in slave ottico modalità S2 (o il SYK-5 in modalità eliminazione occhi rossi) sia con
i modelli con funzionalità master (D80-D90-D7000-D200-D300-D700 ecc.) sia con modelli non dotati di
funzione master (D40-3000-3100-3200-5000-5100 ecc.). Il flash pop up non emetterà prelampi solo se
impostato in M (manuale), in questo caso si potrà usare la modalità slave S1 (o il SYK-5 in modalità senza
eliminazione occhi rossi).
cavo sincro Nikon cavo TTL off camera FC-682 - notare l’attacco alla
fotocamera e la slitta superiore
trigger ottico Seagull SYK-5 YN RF-603 Condor Flash-ball Digital Slave Flash Sensor SF4
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le modalità S1 – scatta al primo colpo di flash
S2 – scatta non tenendo conto dei prelampi
Prima di continuare premetto che tutti devono sapere che prima di montare sulla slitta qualcosa, collegare
più flash collegarsi con il cavo PC o, infine, usare un cavo TTL usando vecchi flash può essere pericolosissimo
per la mostra fotocamera.
Se aveste dei dubbi su come comportarvi per montare un vecchio flash sappiate che la corrente di trigger,
quella che dal flash (sulla slitta o collegato tramite cavo PC o tramite cavo TTL) passa alla fotocamera ,
consultate questi tre siti
http://www.nikonclub.it/forum/index.php?showtopic=60407
http://www.botzilla.com/photo/strobeVolts.html (archivio tensioni di trigger vecchi flash)
http://dpanswers.com/roztr/volt_finder.php (archivio tensioni di trigger vecchi flash)
fortunatamente la tensione di trigger del mio flash Maxwell arriva a 10/12 volt (Nikon dichiara max 250 volt
mentre Canon solo 6 volt)
NOTE SULLE TENSIONI MAX PER FOTOCAMERE E TRIGGER
Da alcune ricerche ho potuto sintetizzare, con il beneficio del dubbio, le tensioni max alla presa PC e alla
slitta delle più npte marche di fotocamere e trigger. Naturalmente queste considerazioni sono da prendere
con estrema cautela.
Canon Il collegamento tramite cavetto PC Canon specifica nel manuale la tensione max (es. 250 v.) ma questo valore max non si applica alla hot shoe, per tale collegamento Canon non specifica la tensione max ma solo un generico 6 v. massimo. In un'intervista del 2007 con The Digital Journalist , Westfall specifica che alcune reflex a pellicola più anziani alla lista, questo potrebbe significare che con tutte le Reflex digitali più recenti rispetto alla 350D, così come con tutti i modelli professionali, è possibile utilizzare il flash con tensioni di innesco fino a 250 volt sulla hot shoe. Tuttavia, 6 volt resta il limite di sicurezza per la D30, fotocamere compatte digitali D60, 10D, 300D e altre Canon. Leica In questo thread sul RangeFinderForum, il seguente messaggio di Stefan Staudt, Leica Camera AG è citato: L'M9 è in grado di innescare dispositivi flash utilizzando ad alta tensione. E 'possibile utilizzare dispositivi flash con una tensione fino a 600 Volt. Ma è importante che il terminale positivo sia il contatto centrale del contatto caldo e il terminale di terra sulla sul lato della slitta di montaggio. Avvertimento: Mentre trasmettere il paragrafo precedente, vorrei aggiungere la seguente nota: io personalmente non credo che 600 volt è al sicuro con qualsiasi fotocamera moderna. Circuiti di trigger Flash sono generalmente progettati con un tiristore SCR per attivare il flash. Questa è una soluzione conveniente e basso, e garantirà una tensione di scatto sicuro 400 Volt (altri componenti elettronici possono abbassare
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questo).Per arrivare fino a 600 volt, un circuito molto più costoso è necessario. Dato il costo di Leica, si può ovviamente utilizzare un circuito più costoso, ma dato che ben pochi lampi (nessuno di loro correnti) hanno tensioni di innesco sopra 250 volt, tramite un circuito costoso andare a 600 volt in un design moderno non senso economico. La Leica M8 e M8.2 è segnalato per avere un flash identico attivazione circuito per la M9. Nikon La maggior parte dei manuali di reflex digitali Nikon mette in guardia contro le tensioni negative o tensioni superiori a 250 volt. Ecco una citazione tipica del manuale per la Nikon D80 (p. 119): Utilizzare solo lampeggiatori Nikon. Tensioni negative o superiori a 250 V applicata alla slitta accessori potrebbero impedire non solo il normale funzionamento, ma possono danneggiare i circuiti di sincronizzazione della fotocamera o del flash. Olympus Le uniche comunicazioni ufficiali dei verificate circa da Olympus sono a conoscenza sono la seguente nota in merito al EVOLT E-410 FAQ (Q # 49): Unità flash Thyristor tipo possono essere utilizzati con modalità di ripresa Manuale EVOLT della E-410 fintanto che la tensione di sincronizzazione non superi i 6 VDC.Unità flash TTL di terze parti non avranno la capacità TTL perché i pin di contatto del pattino caldo della macchina fotografica probabilmente non allinearsi con i contatti del flash. Inoltre, la comunicazione con il TTL EVOLT E-410 può danneggiare i circuiti fotocamera o danneggiare il firmware fotocamera. E il seguente paragrafo del manuale Olympus Pen E-P3 (p. 60): Utilizzando unità flash obsolete che si applicano correnti di più di circa 24 V alla slitta X-contatto fotocamera danneggiare la fotocamera. Tuttavia si riporta in un messaggio sul forum FourThirdsPhoto.com con le seguenti informazioni contenute in una mail da Olympus (Giappone): L'E-sistema è progettato per soddisfare la ISO10330 (tensione di trigger per X contatto è 24V o inferiore). Se il flash si utilizza è prodotto sotto questo standard, non ci sarà alcun problema. La E-1 e E-300 sono [progettato per] resistere 500V o inferiore, ma è consigliabile mantenere 250V come livello massimo. Per quanto riguarda i 500 volt essere sicuro, vedi quanto detto per Leica. Panasonic Su Flickr , utente ha ottenuto la seguente risposta dal supporto tecnico Panasonic: La fotocamera non sarà danneggiato, anche con unità flash che arrivano fino a 90V sui contatti. La nostra specifica è <= 15V. Mentre la sua domanda era specificamente la LX3, credo che almeno il 15 volt come limite di sicurezza si applica a tutte le fotocamere digitali Panasonic. Pentax Pentax (Germania) ha informato che la tensione massima per Pentax DSLR * istD e * istDS è di 30 volt e la tensione massima sicurezza per la serie K è di 25 volt. Sony Per il collegamento tramite un pc-socket, Sony elenca la tensione massima di trigger sicuro nel manuale (ad esempio "Usare un flash con una tensione di sincronizzazione di 400V o meno." Manuale A700 Sony, p. 77). Tuttavia, questo numero non non si applica alla hot-shoe. Sony ufficialmente non dà le informazioni sulla tensione di sicurezza per hot-shoe unità flash montate (oltre la raccomandazione ovvio che si deve solo montare una delle proprie unità della Sony nella hot-shoe). In una mail del supporto tecnico ragazzo Sony si dice che tensione massima non deve superare i 24 volt. Trigger flash Cactus Per marca trigger radio Cactus, la tensione massima di trigger è elencato nel manuale. Per Cactus V4 e V5, la tensione massima di sicurezza risulta essere di 300 volt. Pixel Pixel non elenca tensione di trigger come parte delle sue caratteristiche, ma un rivenditore specifica come 36 volt come tensione massima di trigger sotto la voce "Altre informazioni". Pocket Wizard Pocket Wizard elenca tensione massima nel manuale del proprietario. Per l'hot-shoe dedicato (ad esempio, il MiniTT1, FlexTT5 ), tensioni deve essere inferiore a 50 volt. Per l'interfaccia in flash jack da 3,5 mm, i MiniTT1, FlexTT5 e Plus II modelli sono elencati come essere in grado di gestire fino a 200 volt. Il più III è elencato come essere in grado di gestire fino a 300 volt.
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 57
Seagull Sembra che la gamma di trigger ottico SYK è garantito solo per lavorare con flash che abbiano una tensione di scatto inferiore a 12 volt. Versione rimarchiata di questi trigger viene venduta come Hama 6967 e Kaiser K1501 . Sonia Il trigger ottico Sonia non deve essere utilizzato con flash con una tensione di scatto superiore a 100 volt. Il trigger hot-shoe Sonia rotante è sicuro fino a 400 volt. YongNuo YongNuo RF-602 e RF-603 non devono essere collegati a un flash con una tensione di scatto superiore a 12 volt. ( tratto da http://dpanswers.com/content/genrc_flash_measuretv.php )
Da un ultima ricerca in rete ho trovato una risposta riguardante l’uso di vecchi flash con voltaggi inferiori a
250 v. (max ammesso da Nikon) usati con fotocamere digitali e che specificano l’utilizzo differenziando i
casi a seconda che il flash sia montato sulla slitta o collegato con cavetto PC, ecco la risposta dal "Supporto clienti Nikon": Flash ad alta tensione di innesco (da studio e non ) possono essere collegati sulla presa syncro e non sul contatto caldo della slitta porta flash dove è invece previsto l'utilizzo di flash dedicati a bassa tensione.
Tutti sappiamo che i trigger ottici hanno una serie di difetti (anche quelli originali)
- non arrivano oltre i 30 mt. con poca luce e con troppa luce spesso non funzionano del tutto
- sono sensibili ai preflash dl sistema TTL (non, però, il Seagull SYK-5)
i trigger radio hanno invece una serie di vantaggi
- funzionare sulla soglia dei 100 mt.
- con 3 o piu trigger puoi comandare 3 e più flash (teniamo conto che è possibile usare anche la
presa PC sul retro del trigger)
- puoi usarli come scatto remoto utilizzando il trigger collegato al flash o un trigger da solo non
collegato ad alcun apparecchio
Tutti i trigger radio hanno però lo svantaggio che, dovendo essere posizionati sulla slitta della fotocamera,
impediscono l’apertura del flash pop up.
A questo punto se uso un qualsiasi trigger devo dire sicuramente addio al sistema TTL on camera o of
camera della mia fotocamera, o no ??
Sicuramente no !!!, deve esserci un modo per conservare il TTL almeno per un flash predisposto (nel mio
caso il YN 565EX) per lavorare sulla slitta oppure staccato, per gli altri flash (non avendo trigger TTL) so già
di poter lavorare solo in manuale.
AGGIORNAMENTO SUL TRIGGER SYK 5
Dopo diverse prove ho potuto verificare che con i nuovi flash per fotocamere digitali, NON SEMPRE il SYK5
funziona perfettamente per cui consiglio, per particolari problematiche (vecchi flash per digitali) di optare
per una della altre marche già segnalate.
Qui ho due possibilità per mantenere almeno un flash in TTL
1) lavoro con il trigger sulla fotocamera
2) lavoro con il flash pop up della fotocamera
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 58
Caso 1) lavoro con il trigger sulla fotocamera
Il sistema è semplicissimo (confermato via email dalla Youngnuo stessa), uso il cavo TTL off camera FC-682
- monto un terminale del cavo sulla slitta della fotocamera
- monto su questo (che dispone di slitta TTL sulla parte superiore) il trigger RF 603 (si auto setta
come trasmettitore)
- monto sulla slitta posta sul terminale del cavo il flash (YN 565EX) in modalità TTL
- monto il trigger ricevente (anch’esso si auto setta) sotto al vecchio flash Maxwell
ed il gioco è fatto !!!
Lo YN 565EX scatta in TTL, il Maxwell scatta in manuale comandato dal trigger radio. Chiaramente, più flash.
ho, più trigger radio devo avere.
Se poi uso il trigger come scatto remoto posso eseguire lo scatto utilizzando uno qualsiasi dei trigger che ho
off camera sotto ad un qualsiasi flash (magari girando intono al soggetto per vedere i vari effetti luce).
Invertire il flash con il trigger sul cavo FC-682 non dovrebbe cambiare il risultato finale.
Una precisazione, il trigger non si auto setta come trasmettitore se non recepisce di essere stato montato
sulla slitta di una fotocamera., ergo, sulla slitta ci deve per forza essere il trigger radio o il complesso non va
assolutamente.
Naturalmente se avessi altri flash TTL in slave dovrebbero funzionare appoggiandosi al flash sul cavo FC-682
(sia sulla slitta posta sul terminale che su quella posta sulla fotocamera), in questo caso il mio YN 565EX non
può essere utilizzato non essendo master ma qualsiasi Nikon o Nissin o Metz o altro con tale funzionalità
dovrebbero andare. Quindi, concludendo, per usare altri flash in modalità TTL slave il flash posto sul cavo
deve essere master in quanto il flash pop up della fotocamera è chiuso e non si può aprire per la presenza
del terminale sulla slitta. Un ultima avvertenza, ricordate che il flash collegato al trigger deve essere
impostato in manuale perché se lo lasciate in TTL il trigger non funziona. Nel caso di vecchi flash (come il
mio Maxwell) non si perde la funzione Auto ed è quindi possibile utilizzarla in alternativa alla modalità
manuale.
I flash con trigger ottico incorporato sono settati in S2 quelli con trigger ottico esterno sono settati normalmente non
vedendo i prelampi del TTL per la presenza di quinte
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 59
Caso 2) lavoro con il flash pop up della fotocamera
A volte non si gradisce avere il flash TTL esterno montato sulla fotocamera o collegato ad un cavo TTL tipo
FC-682 , si vorrebbe lavorare solo in slave usando il pop up della fotocamera.
Oppure si vorrebbe avere un flash TTL in slave sul soggetto e due flash sempre in slave ma nascosti alla
vista del pop up. A questo punto le cose si complicano, se apro il pop up della fotocamera non posso
montare il trigger ma non posso neanche montare il cavo TTL FC-682, e adesso che faccio????
Anche qui, con un poco di buona volontà si può fare !!!!!
Mi viene ancora da ricordare che con i trigger radio, se il trasmettitore non è posto sulla slitta della
fotocamera, tutto il complesso non funziona, ed allora che faccio????
Perché voglio usare il trigger ottico (wireless) se posso usare il cavo FC-682 ed i trigger radio, i motivi
possono essere diversi, ad esempio
- non voglio il flash TTL sulla fotocamera o troppo vicino ad essa (niente cavi vari)
- voglio il flash TTL in slave sul soggetto e due flash, sempre in slave, di appoggio
- voglio comandare il flash TTL dalla fotocamera
In questo caso la cosa si presenta semplicissima, con lo YN 565EX non ho problemi a lavorare in TTL modo
slave, con lo YN 460 Mk. II (modalità manuale) neanche, avendo il trigger ottico incorporato che, se
impostato in modalità S2, non viene influenzato dai prelampi, con il Maxwell e con l’Unomat, invece, un
normalissimo trigger ottico farebbe scattare il flash con i prelampi, ma con il Seagull SYK-5 Condor Flash-
ball ed Digital Slave Flash Sensor SF4 Ignores Preflash (selezionando il modo anti occhi rossi) il flash non
risente dei prelampi (si comporta come se fosse in S2)
I flash con trigger ottico incorporato sono settati in S2 quelli con trigger ottico esterno sono settati in “anti preflash”
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 60
Caso 3) Miscellanea flash e trigger ottici e radio
Ci sono, poi, altre condizioni operative in cui devo fare il cosiddetto “fritto misto”, cioè usare sia trigger
ottici che radio in contemporanea, ad esempio
- flash principale in slave (usando il pop up della fotocamera) oppure usando il cavo FC-682 (vedi
caso 1) e flash secondari posti dietro il soggetto e nascosti da qualcosa (es. delle quinte) per non
farli vedere nello scatto o casi in cui che per la presenza di un ostacolo li nasconde e non vedono il
master ed i suoi lampi (quindi non funziona nulla)
- flash secondari oltre la portata del trigger ottico oppure in condizioni di luce forte che non attivano
il trigger stesso
In questo caso la soluzione più semplice si può prospettare in questo modo
- monto un terminale del cavo sulla slitta della fotocamera
- monto su questo (che dispone di slitta TTL sulla parte superiore) il trigger RF 603 (si auto setta
come trasmettitore)
- monto sulla slitta posta sul terminale del cavo il flash (YN 565EX) in modalità TTL (in questo modo
supero distanza eccessiva, la luce forte o la presenza di ostacoli)
- monto il trigger ricevente (anch’esso si auto setta) sotto al vecchio flash Maxwell
- uso il YN 460 Mk. II in modalità S1 (scatta al primo colpo di un altro flash) e faccio in modo che da
esso si veda il Maxwell e che la distanza non sia eccessiva
in alternativa posso invertire le cose
- monto il trigger ricevente (anch’esso si auto setta) sotto al YN 460 Mk. II
monto il trigger ottico Seagull SYK-5 (Condor Flash-ball e Digital Slave Flash Sensor SF4 Ignores Preflash)
- sotto al vecchio flash Maxwell senza la modalità anti occhi rossi (come se fosse in S1 o un normale
trigger ottico)
- monto il trigger ottico Seagull SYK-5° il Condor Flash-ball ed Digital Slave Flash Sensor SF4 Ignores
Preflash sotto al vecchio flash UNOMATT P450-TCS senza la modalità anti occhi rossi (come se
fosse in S1 o un normale trigger ottico)
un altro caso potrebbe essere quello di avere il flash TTL in slave ed un flash esattamente dietro il soggetto
(per porlo in controluce o illuminare lo sfondo) situazione che, per vari motivi non consentono di usare il
trigger ottico ( per esempio non vi sono pareti che riflettano il lampo e comandino di riflesso il trigger
ottico del flash dietro al soggetto, oppure si lavora di giorno con un flash posto dietro al soggetto a fare da
controluce, si sa che di giorno, in esterni, molto probabilmente il trigger ottico non funziona più di tanto),
per cui si usa il “sistema misto”.
Naturalmente, usando sia il vecchio flash Maxwell che l’Unomat, anche in questo caso, come in tutti quelli
precedenti, posso operare sia in modo Auto che in modo Manuale.
Un ultima considerazione, viene spesso, in rete sconsigliato un solo trigger a cui collegare più flash, pare
che le diverse correnti di trigger disorientino l’apparecchiatura elettronica. Se si dovesse ricorre a tale
metodo (trigger con più flash di cui uno sulla slitta e gli altri al trigger con cavetto PC multiplo), gli strobisti
consigliano di farlo con flash la cui corrente di trigger sia prossima. o molto simile.
Certamente di possibilità che si possono presentare nella realtà se ne possono trovare tante altre ma, come
mi sembra, tutte si raggruppano o sono simili ai casi esaminati, da questi ragionamenti ho volontariamente
escluso la possibilità di disporre di trigger radio con funzionalità TTL il cui costo è pari a tutta l’attrezzatura
elencata nell’introduzione.
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 61
I flash con trigger ottico incorporato sono settati in S2 quelli con trigger ottico esterno sono settati in “anti preflash”
Verifica del funzionamento dei trigger ottico
Al fine di verificare la sincronizzazione di più flash siano essi in TTL, in modo manuale, con trigger ottico
incorporato o con trigger ottico esterno, si consiglia di fare una prova puntando i flash verso la fotocamera
e facendo uno scatto di prova.
Ecco la verifica da me effettuata
Nello scatto la fotocamera era con il pop up in TTL (emissione di prelampi), il flash di sx e quello centrale
erano lo YN 565EX ed il YN 460 Mk II settati in slave ottico S2 mentre il flash di dx era il vecchio Maxwell Dt-
700-zoom con collegato al trigger ottico Seagull SYK5 in modo anti occhi rossi. Come potete notare i 3 flash,
nonostante i prelampi del pop up hanno scattato in perfetta sincronia
Vedere un ulteriore esempio con 4 flash nel capitolo riguardante il recupero di un vecchio flash a torcia.
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 62
CAVALLETTI E SUPPORTI
Nelle attrezzature per flash, oltre che a flash, trigger, ecc. non possono mancare
- cavalletti
- supporti flash
CAVALLETTI
In Cina e limitrofi si trovano vari modelli di cavalletti per flash detti light stand, io ne ho acquistato uno
cinese costato poco più di 20 €. Ed ho sfruttato supporti che avevo in casa
Nella foto il primo a sx è il supporto del telo per proiettare diapositive, ho rimosso il gancio plastico del telo
e il cilindro in cui lo stesso e avvolto. Chiarisco che la rimozione non è definitiva in quanto basta inserire
nuovamente il cilindro con avvolto il telo ed il gancio plastico in cima al cavalletto ed il tutto torna come
nuovo. Il cavalletto mi consente di posizionare un flash sino a 1,80 mt. da terra.
Il secondo da sx è un cavalletto studiato appositamente per flash, consente di posizionare un flash sino a
2,10 mt. da terra, ne esistono vari modelli con altezza da 50 cm. sino a più di 3,00 mt. per illuminazione dal
basso o dall’alto. Che sia studiato appositamente per flash si nota soprattutto dal terminale dell’asta
verticale che ha un apposito perno sagomato per inserire un supporto per flash.
Il terzo da sx non è altro che il cavalletto di quei vecchi caschi da pettinatrice casalinghi che molte delle
nostre mamme o mogli usava per “farsi i capelli”, purtroppo la sua altezza non super i 1,60 mt. da terra.
testa di un cavalletto
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 63
A questo punto la logica porta a chiedersi, se il cavalletto fatto appositamente ha in cima un attacco
sagomato per il supporto flash, come è possibile attaccare tale supporto ai due cavalletti che non ne
dispongono ?
Andiamo ora, quindi, a parlare dei supporti per flash.
Di supporti per flash ne esistono un tot di modelli, dal più spartano al più raffinato.
SUPPORTI SEMPLICI PER FLASH
Lo stesso supporto per flash, spesso compreso nella scatola del flash, potrebbe essere montato su un
cavalletto infatti sulla parte inferiore ha una filettatura proprio per questo motivo.
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Questo supporto, normalmente da tavolo, in genere ha un foro che collima con il pistoncino di fermo
presente sulla slitta del flash, in caso contrario potrebbe essere difficoltoso il bloccaggio con rischio di
scivolamento del flash, soprattutto se non dotato di vite o meccanismo di blocco.
Un altro semplicissimo attacco è questo
anch’esso ha una filettatura nella parte inferiore per essere avvitato ad un cavalletto, il grosso difetto di
questo tipo di attacco è la mancanza di un fermo per il flash che, quindi, potrebbe scivolare via dalla sua
sede.
L’ultimo modello di fissaggio e, sicuramente, il migliore è questo
Detto anche attacco rapido per flash, il flash si infila nella rotaia e viene bloccato con la vite esterna (tipo gli
attacchi rapidi dei cavalletti per macchina fotografica. Anch’esso ha una foilettature nella parte inferiore
per essere fissato al cavalletto.
Personalmente ritengo sia il migliore ma a condizione che sia in metallo e non in plastica (verificare all’atto
dell’acquisto) perché in caso contrario la vite di serraggio dopo pochissimo rovina la filettatura interna in
plastica e si deve buttare il tutto. Spesso questi attacchi fanno parte di supporti più complessi.
Questi tre semplicissimi accessori di base per fissare un flash al cavalletto presuppongono che la testa del
cavalletto disponga di una vite o di una filettatura, o si disponga di un supporto per flash.
Con uno di questi è anche possibile montare un flash su un cavalletto per macchina fotografica.
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Cavallettino da tavolo cavalletto fotografico in cui il flash si fissa utilizzando la
piastra di attacco rapido
Esempio di flash montati su cavallettini da tavolo, i morsetti avvitati sulla vite superiore sono del tipo
rapido
SUPPORTI COMPLESSI PER FLASH
Sono gli accessori per montare un flash sulla testa di un cavalletto e, proprio con questi, è possibile anche
usare dei cavalletti non specifici.
Ecco alcuni esempi di supporti per flash
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1) 2)
3) 4)
Come si puo notare questi supporti ci danno la possibilità non solo di fissare il flash al cavalletto ma anche
di inclinarlo, poter inserire un ombrello nell’apposito foro (foto 1-3) , esistono poi modelli particolari (foto
3-4) che consentono il montaggio di 3 flash sullo stesso cavalletto o più sofisticati, completi con il supporto
per modificatori di luce quali snoot, griglie, soft box, ecc.
Se andiamo ad esaminare le foto 1-2 è possibile notare che i supporti vengono forniti con diversi attacchi
flash, attacchi che sono già stati visti precedentemente.
Torniamo ora alla possibilità di attacco del supporto flash al cavalletto.
Ognuno dei supporti delle foto precedenti dispone di un attacco superiore per il flash e di un attacco
inferiore al cavalletto o supporto di fissaggio, nella foto successiva si vede un supporto scomposto nei suoi
elementi
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5) 6)
Nella foto è possibile individuare la piastra di attacco flash (vedi prima), eventuali elementi studiati per
poter collegare il cavalletto al supporto e, soprattutto, il foro inferiore di incastro fra il cavalletto ed il
supporto (vedi foto 6 nella parte alta).
Tornando ora ai cavalletti “misti” (vedere le due foto all’inizio ) l’incastro del supporto flash può avvenire
- nel caso del cavalletto centrale (l’unico cavalletto studiato appositamente) attraverso l’apposito elemento
terminale sagomato
- nel caso dei due cavalletti (improvvisati) di sx e dx attraverso l’inserimento diretto della parte inferiore del
supporto sull’asta verticale. Unica avvertenza, il diametro del foro del supporto deve essere sufficiente per
contenere l’asta verticale, in genere il diametro del foro è di ca. 16 mm.
Nella foto i due accessori a Sx servono per ridurre o aumentare da ¼” a 3/8” la filettatura standard
fotografica
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Ecco i supporti montati direttamente sui due cavalletti “improvvisati” di cui dispongo , il cavalletto
centrale (specifico per flash) ha in testa l’aggancio specifico per supporti.
SUPPORTI PARTICOLARI
Esistono in commercio dei supporti particolari per flash che ci consentono di fissarli con morsetti a vari
elementi presenti sulla scena (tubolari, piani, quinte, ecc.)
Un esempio classico è rappresentato in queste foto
a pinza a morsa
Ecco, come esempio, una soluzione possibile con uno di questi supporti, l’altra è chiaramente intuibile.
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VECCHI FLASH E NUOVE FOTOCAMERE
Dopo varie e circostanziate ricerche sull’uso dei vecchi flash con le attuali fotocamere digitali e non avendo
trovato in giro alcun approfondimento sull’argomento salvo specifici topic di club vari italiani e stranieri,
sono arrivato alla conclusione che possa essere utile, soprattutto in questi momenti di crisi, avere un
articoletto che riassuma tutto quello che conosco sull’uso di vecchi flash, questo per comodità mia e di chi,
spesso, chiede delucidazioni in merito.
1.0 Premessa
1.1 La corrente di trigger dei flash
Prima dell’avvento delle fotocamere digitali, parliamo quindi di fotocamere analogiche, la
potenza dell’impulso che comandava il flash, detto anche corrente di trigger non aveva
particolari limitazioni, variava da pochi volt a diverse centinaia di volt ma questi voltaggi non
rappresentavano un problema per la fotocamera. Le attuali fotocamere digitali, tutta
elettronica, purtroppo sono molto più sensibili al voltaggio della corrente di trigger, Nikon parla
di max 250 volt, Canon, addirittura, di 6 volt (anche se molto probabilmente si tratta di un
valore precauzionale).
A questi indirizzi si trova un vasto database della corrente di trigger di molti vecchi flash
http://www.botzilla.com/photo/strobeVolts.html
http://www.plainpix.com/zuendspannungs.php
1.2 La corrente di trigger dei trigger ottici e radio
Anche i trigger attualmente sul mercato non sono particolarmente diversi dalle fotocamere,
anch’essi sono soggetti a corrente di trigger ed il voltaggio di tale corrente deve essere
compreso entro certi limiti per non danneggiare i circuiti. In linea di max si parla di 12 volt per
cui montare un vecchio flash su un trigger recente, sia esso ottico che radio, potrebbe quindi
non essere salutare per il trigger.
1.3 Accessori per la riduzione della corrente di trigger
Per alcuni vecchi modelli prestigiosi, tipo i vecchi flash a torcia, che hanno corrente di trigger
anche di 500 volt, quanto detto precedentemente potrebbe sembrare un funerale, in realtà
qualcosa si può fare, esistono in commercio riduttori di tensione e trigger che reggono correnti
sino a 400 volt.
Per quanto riguarda i modelli di trigger non ho fatto alcuna citazione ma per questi particolari e
spesso unici accessori devo fare dei riferimenti specifici. In particolare citerei
Wein Safe-Sync Hot Shoe to Hot Shoe High Voltage Sync Regulator (SSHSHS), in rete a circa 50
€.
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Per quanto riguarda i trigger i Cactus V4 e V5 supportano una tensione sino a 300 volt,
potrebbero esservene altri in commercio ma non ne sono al corrente.
Cactus V5
Si trovano inoltre in rete schemi per autocostruirsi un riduttore, questo è un esempio, oppure
qui http://www.chemie.unibas.ch/~holder/nikonflash/coolflash.html
Ho trovato in rete anche una ditta Americana che costruisce dei cavetti PC con inserito in
riduttore di tensione ma a prezzi non molto contenuti http://www.paramountcords.com/
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VOLTAGE PROTECTED SYNC CORDS
Ricordate, infine, che taluni in rete affermano che collegare allo fotocamera il flash con un cavetto
PC sostituisce il riduttore di tensione, NON E’ VERO, sono tutte balle !!!!
Unica citazione che ho trovato in un forum riguarda l’uso alternativo del cavetto PC o della slitta
calda con flash la cui corrente di trigger è comunque inferiore ai canonici 250 V. max previsti da
Nikon.
Ecco la precisazione del "Supporto clienti Nikon": I Flash ad alta tensione di innesco (da studio e non ) possono essere collegati sulla presa syncro e non sul contatto caldo della slitta porta flash dove è invece previsto l'utilizzo di flash dedicati a bassa tensione.
1.4 Misurazione della corrente di trigger (nel caso il flash non fosse nel database botzilla.com o
plainpix.com)
Partiamo dal presupposto che il piede del flash dispone di contatti elettrici, tali contatti
possono essere 2 o più
Piede con più contatti Piede con 2 contatti
Se osservate bene la foto di sinistra noterete che a prima vista è presente un solo contatto, in
realtà il 2° contatto in entrambi i piedi è sul lato della slitta nascosto entro essa.
Il discorso è diverso se parliamo di piede del flash in metallo (improbabile nei vecchi flash) in cui
tutto la base metallica sostituisce il vecchio contatto laterale
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Passiamo ora alle modalità di misurazione della corrente di trigger. Il contatto laterale si nota
meglio nella foto successiva.
- come prima cosa occorre ricaricare il condensatore (spesso i vecchi flash sono rimasti a lungo
nei cassetti) facendo emettere una 20 di lampi in successione.
- prendere il voltimetro digitale, settandolo per la max sensibilità, e posizionare sul punto
centrale il contatto positivo + (rosso) e sul laterale (nascosto dalla slitta) il contatto negativo –
(nero), è importante verificare la polarità del flash con il polo positivo + al centro ed il negativo
– sul lato. Qualora il polo positivo fosse sul lato il flash non è utilizzabile perché con polarità
invertite.
Immagine tratta da Forum Nikon Club.it utente nonno GG, topic che consiglio caldamente di
leggerehttp://www.nikonclub.it/forum/FLASH_OBSOLETI_Possiamo_utilizzarlil-t60407.html
- a questo punto effettuate la lettura del voltaggio, rifate la lettura durante il lampo
(schiacciando il pulsante Test del flash) per verificare se vi sono variazioni notevoli del voltaggio
durante il lampo.
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2.0 Tipi di vecchi flash che comunemente si trovano attualmente.
Non starò qui a fare un elenco di Marche e modelli flash, faro solo una piccolissima distinzione
- flash da posizionare sulla fotocamera (qui modelli con la testa inclinabile sono detti anche flash tipo cobra
- flash a torcia
Flash a torcia Flash tipo cobra
In linea di massima questi vecchi flash potevano essere ulteriormente distinti in
- flash manuali > la potenza dal lampo di regolava manualmente sul flash in frazioni di
potenza
- flash automatici > la potenza veniva regolata automaticamente dal flash (allora non si
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parlava di TTL) tramite un sensore, tali tipi di flash venivano denominati “Tyhiristor”
i sensori individuati in alcuni modelli
In AUTO, la SOLA LUCE AMBIENTE è letta e valutata dall’esposimetro della macchina, quella del flash è letta da un sensore posto sul flash stesso
Tralasciando i flash manuali, il discorso si sposta ore verso gli automatismi di un flash
“Thyristor”, automatismi tuttora di una certa validità come dimostra la presenza di tale
funzione sui vari Nikon SB 700/800/900 ecc. e su recenti Nissin Di688. (Canon non dispone
di questa funzione neanche sul modello top e così credo anche le altre marche più note.
I flash Automatici normalmente disponevano anche del modo Manuale ma alcuni modelli
non potevano essere settati in manuale se non alla max potenza.
Più avanti spiegherò come ridurre la potenza di un flash a valori inferiori rispetto a quelli
previsti o dove non è possibile ridurre la potenza del lampo. Il modo AUTO è preferibile quando si è in grado di controllare la situazione di luce
senza perdere il soggetto che si sta fotografando. Situazioni di foto ricordo in posa, foto in
studio, soggetti in posa
Utilizzo di un flash Automatico con le moderne fotocamere digitali
I tipi di vecchi flash Automatici son numerosissimi, cercherò, in questo paragrafo, di esaminare i modelli
più significativi affinché chi ne possiede uno possa sfruttare al max le sue possibilità non avendo più a
disposizione, con molta probabilità, il manuale d’uso.
Premetto che la sensibilità della pellicola/sensore ha diverse sigle
- DIN vecchia denominazione dea sensibilità delle pellicole
- ASA denominazione più comune della sensibilità
- ISO denominazione attuale della sensibilità, tenete conto che ai fini pratici ASA = DIN
Preciso che il valore degli ISO è impostato da noi in funzione delle necessità dello scatto e della luce
della scena.
Una curiosità che ho trovato in rete è che il sistema Auto Tyhiristor pare esegua che meglio il proprio
lavoro se si utilizza la lettura esposimetrica ponderata (penso anche spot), che sembra, con questo
sistema, essere migliore della misurazione Matrix, da quello che si reperisce in rete la dosa pare
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corretta , il flash, infatti, legge l’esposizione corretta solo (o in massima parte) sulla parte centrale del
fotogramma.
Di molti vecchi flash è possibile scaricare il manuale d’uso originale su questo sito
http://www.butkus.org/chinon/index.html
su questo sito si trovano anche vecchi manuali di fotocamere, ecc.
Compensazione dell’esposizione flash senza dialogo fra flash e fotocamera
Nel modo AUTO è possibile sempre effettuare applicare, entro certi limiti, la compensazione
dell’esposizione anche se non vi è alcun dialogo fotocamera – flash, si tratto, semplicemente di “ingannare”
nel modo giusto il sensore della cellula Thyristor.
Inizialmente si mette setta il flash impostando ISO e diaframma in modo corretto e si scatta, verificato
dallo scatto esatto che occorra una compensazione è possibile agire in due modi, modi verificati dal
sottoscritto con il Maxwell Dt700-Zoom e l’Unomat.
Se si vuole compensare occorre fare in fare in modo che arrivi più o meno luce sul sensore del
della fotocamera bisogna, a questo punto, agire sul flash “ingannando” la fotocellula del sistema Thyristor
in uno di questi due modi:
- modificando il diaframma sula fotocamera rispetto al diaframma teorico che ci fornisce la tabella del
flash e che dovrebbe dare la giusta esposizione, partendo da un apertura “esatta” di f. 5,6 sarà, quindi,
sufficiente usare f. 8 per sottoespore di uno stop o f. 4 per sovresporre di uno stop e modificando in
aumento o diminuzione di un diaframma per avere valori maggiori o minori di compensazione. Questo
metodo è semplicissimo da applicare ma occorre ricordare che variando le aperture varia,
conseguentemente, la profondità di campo e, a volte, è nostro interesse o scelta mantenere, invece,
inalterata la profondità di campo scelta inizialmente. Ho letto che questa operazione potrebbe essere
fatta direttamente sul flash ma io non ho avuto riscontri che funzioni.
. modificando il valore ISO sulla fotocamera, aumentando o diminuendo gli ISO abbiamo visto che
aumenta o diminuisce la sensibilità del sensore, passando da ISO 200 a ISO 400 guadagniamo 1 (-) stop,
mentre passando da 200 ISO a 100 ISO perdiamo 1 (+) stop. Ecco allora che, come detto
precedentemente aumentando o diminuendo i valori ISO otteniamo lo stesso risultato del punto
precedente senza, però, alterare la profondità di campo.
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Passiamo ad alcuni esempi di vecchi flash
Flash manuale in cui si setta il diaframma in funzione degli ISO/DIN
In questo caso si lavora sulla linea orizzontale e poi su quella verticale, sulla orizzontale alta
individuiamo il valore ISO impostato sulla fotocamera, sulla verticale di dx individuiamo la distanza
flash/soggetto. Nel caso in esame a 100 ASA (ISO) , la colonna verticale evidenziata in rosso ci fornisce
tutte le aperture possibili, sempre nel caso in esame il soggetto si trova a 3 mt. per cui sulla
fotocamera si dovrà impostare un f. 5,6 per avere un esposizione corretta. Come detto
precedentemente nel caso di voglia compensare l’esposizione flash sarà sufficiente usare f. 8 per
sottoespore di uno stop o f. 4 per sovresporre di uno stop.
Il tasto Test serve per provare il lampo , normalmente questo tasto trasparente si illumina per
segnalare flash pronto.
Flash Auto e Manuale
In questo caso le cose cominciano a complicarsi, il flash è sia Auto che Manuale
Sul fronte del flash vediamo un cursore che ha 3 posizioni, rossi, blu, M, le regolazioni variano a seconda
che si operi in M (manuale) oppure in giallo/blu (Auto). Questo significa he abbiamo due possibili diaframmi
di lavoro in automatico.
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- Operando in M (Manuale) credo si debba andare per tentativi, in M credo venga emesso il lampo a
potenza max.
- in Auto, la cosa è molto semplice, si imposta sul davanti (foto sx) il cursore su rosso o blu e poi si procede
in questo modo
- si imposta con nl cursore il valore ASA che è in macchina
- si imposta il valore del diaframma indicato sotto la freccia blu o rossa, le righe orizzontali rossa o blu
indicano i metri del raggi d’azione dell’automatismo, es. a f. 5,8 l’automatismo lavora da 7,0 a 1,2 mt. E
tutto quanto fotografato in tale raggio sarà correttamente esposto.
Per compensare l’esposizione occorre ingannare il flash aprendo o chiudendo di un diaframma per ogni
stop in +/- che vogliamo compensare.
Questa dovrebbe essere una tabella di un flash Nikon ma non so quale esattamente, Lavorava in TTL con le
vecchie macchine ma non sulle nuove ma mantiene sempre la possibilità di lavorare in Auto.
Anche qui occorre esaminare le righe verticali e quelle orizzontali.
Orizzontale bianca distanze coperte in auto (sopra in pollici sotto in centimetri), la riga azzurra verticale sx
indica il valore degli ISO, a questo punto incrociando a verticale o l’orizzontale troviamo il diaframma da
impostare. Es. a f. 8,0 (nel riquadro nero) e 100 ISO (riga verticale blu) corrisponde un automatismo
funzionante a 60/70 cm.
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Questa è una classica tabella circolare presente spesso nei flash a torcia. Anche qui, anche se non ho
trovato la foto completa, dovrebbe essere possibile settate la potenza in Auto con un cursore, in questo
abbiamo addirittura la disponibilità di quattro possibili diaframmi che possono lavorare in automatico.
Il settaggi avviene in questo modo
- imposto ruotando con la manipola il settore circolare sino a posizionarlo sul valore ISO impostato sulla
fotocamera.
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- scelgo il valore di diaframma disponibile in Auto (f. 2,8 blu – f. 4,0 verde – f. 5,6 giallo – f. f. 11) e lo
imposto sulla fotocamera (lavorare in M)
- il mio flash lavorerà in auto entro un raggio in metri individuato dagli archi di circonferenza del colore
corrispondente all’apertura scelta.
Il settore circolare centrale serve per l’uso del flash in manuale, si nota infatti la presenza delle frazioni di
lampo (full per lampo piena potenza – ½ - ¼ - 1/8 – 1/16 – 1/32)
Ancora un flash Auto, in questo caso è possibile scegliere due diaframmi di lavoro in Auto e la modalità
manuale.
In Manuale l’apertura si determina incrociando i valori ISO con la distanza del soggetto
In auto, a seconda del colore rosso o verde prescelto, in corrispondenza agli ISO impostati in macchina ed
alla distanza del soggetto nellle righe orizzontali verde o rossa si leggerà il diaframma da impostare in
macchina per una corretta esposizione.
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Adesso un flash più completo, con parabola zoom manuale
Il flash può lavorare in due modalità
- Manuale (regolando la potenza direttamente sul flash) spostando il cursore anteriore su M
- Auto (grazie al sensore Tyhiristor incorporato, il buchino sul davanti sopra all'interruttore A - M)
spostando il cursore anteriore su A.
Andiamo ora sul pannello posteriore,
questa è la sequenza operativa per lavorare in Auto:
- impostare sul flash il valore degli ISO che sono impostati sulla fotocamera (naturalmente il valore sulla
fotocamera lo si imposterà a seconda delle esigenze di luce)
- regolare la parabola del flash in funzione della lunghezza focale della lente montata sulla fotocamera (28-
35-50-85 mm.)
- impostare sulla fotocamera il diaframma che si legge in corrispondenza del tratto verticale giallo (il
diaframma varia a seconda della lunghezza della parabola impostata)
- verificare che il soggetto si trovi entro una distanza compresa nei valori in metri corrispondenti a quelli
individuati dalla riga gialla orizzontale.
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in questo modo e così settato il flash, entro le distanza di copertura, ti espone correttamente,
questa è la sequenza operativa per lavorare in Manuale:
- impostare sul flash il valore ISO della fotocamera
- impostare la parabola in funzione della lunghezza focale della lente
- cercare la distanza dal soggetto in corrispondenza della riga gialla verticale
- impostare il valore dell'apertura che si legge in verticale sopra al valore della distanza del soggetto.
In questo caso la parabola si regola allungando la testa del flash manualmente, è possibile
impostare 4 focali (28-35-50-85 mm.) e nella finestrella trasparente sula testa del flash (dove si
leggono i valori del diaframma) i valori variano a seconda della lunghezza focale impostata.
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Questa volta passiamo ad un Metz,
Questo flash lavorava in TTL ma tale funzione non credo possa essere usata oggi, restano comunque la
modalità Manuale e quella Automatica, regolabili con il selettore in basso a sx. Qui la parabola è fissa
(credo35 mm.) ma abbiamo 3 possibili diaframmi di lavoro in Automatico.
Anche qui occorre impostare il valore ISO che è presente nella fotocamera (settore di dx in alto (triangolino
nero), avremo ora i diaframmi di lavoro indicati dalle linee colorate verticali (il riscontro di quella usata si
vede nel selettore in basso a sx in corrispondenza della A (gialla) – A (blu) – A (rossa), nel caso della foto
avremo ISO 25 - A gialla – f. 4 – distanza di lavoro (linea gialla orizzontale) da 0,7 a 4 mt.
In manuale credo si debba procedere per tentativi.
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Flash abbastanza sofisticato per l’epoca, era dotato di due flash, quello superiore con parabola orientabile e
quello sul frontale per una luce di riempimento, penso che l’attivazione avvenga sul frontale per mezzo
della slitta con scritto Flash 1-2.
Per quanto riguarda l’esposizione abbiamo i comando A ed M che stanno ad indicare Auto Thyristor e
Manuale e dalla tabella si ricava che sono possibili 3 aperture per l’automatismo (la A verde in cima alla
tabella) f. 2,8-4-8 apertura che corrispondono ad una copertura in automatico compresa fra 1,5 e 6 mt.
La restante parte della tabella (numeri bianchi) con sopra la scritta M ci permette di determinare in
funzione degli ISO e dei metri di distanza del soggetto quale apertura impostare sulla fotocamera (es. a 3
mt. con ISO 100 impostare f. 8)
Nela parte superiore della tabella si legge che la stessa è calcolata con posizione dello zoom in S
Nella parte superiore sopra la tabella vi è un pannello con cursore che ci avvisa della variazione della
distanza in funzione dell’inclinazione della parabola probabilmente in funzione dello zoom (nella foto a 28
mm.)
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Maxwell DT-700 Zoom
Questo flash mi è particolarmente caro in quanto appartiene alla mia dotazione personale, sono sicuro che
lavori a 12 volt come corrente di trigger per cui risulta possibile montarlo tranquillamente sulla slitta.
Sulla parte anteriore è visibile solo il foro della fotocellula, il discorso cambia osservando il retro.
Questo flash appartiene alla categoria dei flash che possono (per come si potesse dialogare all’epoca) con
diverse fotocamere, nella parte bassa della parte posteriore (vicino al piede) è presente una slitta con le
lettere O-N-M-C-P-S decifrabili in Olympus, Nikon, Minolta-Canon-Pentax-Varie (?)
Sulla mia Nikon, con il cursore settato esattamente, è possibile vedere il simbolo del flash e se in carica nel
mirino, potrebbero esserci altre possibilità ma non le ho mai testate.
Abbiano ora (dal basso verso l’alto) una tabella con un cursore che può essere fatto coincidere con la
lettera M o con delle righe orizzontali, una rossa e l’altra blu.
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Mettendo in M noi settiamo il flash in manuale e facendo scorrere il cursore al centro della raggera bianca
possiamo regolare la potenza del lampo da 1/1 a 1/64.
Lo stesso cursore serve per settare gli ISO se lavoriamo in automatico Thyristor, si vede infatti il valore degli
ISO che spazia da 32 a 1000 ISO.
Lavorando in automatico avremo (inseriti nelle righe corrispondenti) i diaframmi da impostare, ad esempio
(nella foto) il cursore laterale è impostato su ROSSO, quello centrale su 200 ISO cui corrisponde un apertura
da impostare in macchina pari a f. 8.
Nella parte superiore i classici bottoni di accensione, test, prova.
Passiamo ora alla parabola, orientabile con rotazione di 90° a sx o dx e inclinabile sino alla verticale (90°), la
parabola è inoltre movibile per impostare lo zoom manuale.
Per avere la copertura in metri dell’automatismo di esposizione occorre impostare anche qui il valore ISO e
nella finestrellina si leggerà (sempre per valori compresi all’interno delle righe orizzontali rossa o blu) la
portata in mt o piedi.
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Con questo ultimo flash ho completato una non esaustiva ma sufficiente elencazione di vecchi flash
automatico, no è possibile fare un elenco esaustivo completo ma solo per modelli principali e spero di
esservi riuscito.
Un ultima considerazione, a tutt’oggi risulta in vendita a circa 20 €. un flash cinese solo Auto Thyristor
(senza possibilità di regolazione manuale), lo YINYAN BY-24ZP http://www.ebay.com/itm/Pro-new-BY-
24ZP-Flash-Speedlight-Canon-Nikon-Pentax-Olympus-Panasonic-DSLR-
/281037015547?pt=Digital_Camera_Flashes&hash=item416f1c89fb che, da quello che ho letto, funziona
discretamente, chiaramente con tutti i suoi limiti.
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4.0 COMPENSAZIONE DELL’ESPOSIZIONE - RIDURRE LA POTENZA DEL LAMPO IN UN
LAMPEGGIATORE SENZA REGOLAZIONE MANUALE O CON REGOLAZIONE MANUALE LIMITATA
In molti vecchi flash Automatici non risultava possibile regolare la potenza del lampo in manuale o tale
funzione non risultava presente, anche in alcuni modelli di recenti flash progettati per il digitale la
potenza risulta frazionabile in modo limitato (da 1/1 a 1/32 ad esempio) soprattutto nei modelli più
economici.
Come risulta possibile notare, normalmente, la potenza può essere ridotta partendo da 1/1 (max
potenza) ad 1/64, in alcuni modelli è possibile lavorare solo da 1/1 a 1/32, i più recenti flash arrivano ad
1/128 o, in rari casi, a 1/256, anche nei recenti flash manuali spesso il limite del 1/64 non è superato.
Come fare, a questo punto, per ridurre ulteriormente l’emissione, abbiamo 3 possibilità:
- ricorre ai filtri ND in gelatina o gel, come vedremo di seguito.
- allontanare il flash dal soggetto
- operare in TTL seguendo una particolare sequenza
a ) Filtri ND
Molti conoscono i filtri di correzione della luce per correggere le dominanti che sono presenti quando si
lavora con luce flash e luce artificiale, parliamo dei CTO o filtri arancioni, i verdi, i blu, poi esistono
gelatine colorate per dare una colorazione artificiale allo scatto ad uno sfondo, ma non tutti conoscono
i gel ND, i filtri flash parenti stretti dei filtri ND che montiamo sulla lente delle nostre fotocamere.
I filtri flash in gel ND esistono e sono in grado di ridurre la luce emessa dal flash di 1/3-1/2-1-2-3 stop,
cioè ci consentono di diminuire il 1/68 portandolo ad 1/128 di potenza lampo e così via.
Naturalmente questi filtri vanno montati davanti alla parabola del flash con appositi portafiltri e non
sono da mettere sulla lente.
- # 98 Med Grigio ridurre la luce 2 stop (a sx)
- # 398 Grigio Neutro 1.5 stop
- # 97 Grigio Chiaro 1 stop
- # 397 Grigio 1/2 stop (a dx)
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Purtroppo in rete è difficile trovare un venditore di tali filtri per cvui, per chi fosse interessato riporto il
link dell’unico fornito che ho trovato dopo lunge ricerche.
http://www.ebay.it/itm/8-pcs-Strobist-Flash-Lighting-GEL-FILTERS-2x5-ROSCO-Neutral-Density-ND-
Power-Mod-/251124147856?pt=Camera_Flash_Accessories&hash=item3a782a6690#ht_1352wt_952
Un ultima considerazione, poiché i filtri in gelatina devono essere posti sulla parabola del flash e non
influenzano quindi la nitidezza dell’immagine (come per i filtri montati sulle lenti) è possibile montare in
contemporanea un o più filtri per aumentare la loro capacità di ridurre la potenza del flash, ad es. 2 filtri da
2 stop montati sovrapposti mi daranno una riduzione di 4 stop, ecc. con tutte le combinazioni possibili (ogni
confezione come quella prima vista contiene 2 filtri per ogni gradazione, filtri che se sovrapposti sulla stessa
parabola, porterebbero ad una riduzione di 10 stop)
b) Allontanare il flash dal soggetto (legge dell’inverso quadrato)
Questa legge dice che l’intensità luminosa di una sorgente di luce è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra la sorgente e l’osservatore. Ecco allora che più un soggetto si trova lontano da una fonte di luce puntiforme (nel nostro caso il flash) più la luce che lo colpisce risulta meno intensa ma con un estensione (area coperta) maggiore. A questo punto per diminuire la potenza della luce che colpisce il soggetto risulta sufficiente allontanare la fonte luminosa dal soggetto stesso. In questo caso non esiste una regola semplice ma si procederà per tentativi.
Nella pratica ad un raddoppio della distanza sorgente-soggetto si ha un dimezzamento dell’illuminamento (si perde uno stop). La legge non è sempre applicabile con sorgenti che emettono un fascio di luce con raggi paralleli tipo spot, con questi modificatori di luce, entro una la distanze di circa 5m, l’illuminazione non varia apprezzabilmente al variare della distanza. A differenza del modo precedente occorre precisare che l’allontanamento della fonte di luce vara leggermente lo scatto in quanto oltre alla riduzione della potenza si
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ha anche un allargamento del campo illuminato, cosa questa che cambia leggermente le condizioni di illuminazione.
c) Operare in TTL seguendo una particolare sequenza
Partiamo dal presupposto che l'impostazione minima in modalità manuale è in realtà l'impostazione
minima che il flash ci consente (1/32-1/64-ecc.), oltre quella sembrerebbe sia necessario ricorrere ad
una delle due soluzioni viste sopra.
In realtà , molti lampi che possono essere controllati in modalità TTL sono in grado di emettere meno
potenza rispetto a quella che otterremmo con l'impostazione manuale più bassa .
Per utilizzare il flash con una potenza minore rispetto all'impostazione minima che è disponibile
manualmente il flash deve essere utilizzato in TTL. Il modo più semplice per ridurre la potenza è quello
di regolare la compensazione dell'esposizione del flash verso il basso (in genere -5) andando per tentativi.
Così facendo l’emissione del lampo può raggiungere frazioni che in modo manuale non risulta possibile
avere. Non dimentichiamo infine che viene spesso evidenziato che nel sistema Nikon, in teoria, la
compensazione impostata in macchina si somma a quella impostata sul flash (da verificare perché potrebbe
dipendere dal modello di flash). Non dimentichiamo che con il pop up o il flash sulla slitta abbiamo una
compensazione che va da +1 a -3 EV mentre in slave TTL molti flash consentono una compensazione da +5
a -5 EV.
COME RIDARE “LUSTRO” AD UN VECCHIO FLASH A TORCIA
Grazie alla gentilezza di un caro amico “mXardo o M@X” (al secolo Massimo Ardondi), sono entrato in
possesso di un vecchio flash a torcia modello UNOMAT P450 TCS che ha stimolato, e non poco, la mia
curiosità e la mia voglia di poterlo ancora usare con le attuali macchine fotografiche digitali.
E’ nota la problematica della tensione o corrente di trigger che, se troppo elevata, potrebbe danneggiare
l’elettronica delle nostre macchine o dei trigger.
A questo punto cercherò di spiegarvi la logica con cui procedo per poter, ove possibile, recuperare al 100%
le potenzialità di un flash.
Avevo già operato con vecchi flash ma del tipo “cobra” (il classico flash con testa girevole che montiamo
sulle nostre reflex) ma non mi ero mai concentrato sulle problematiche di un flash a torcia.
Teniamo conto, comunque, che le cose che troverete scritte di seguito si adattano al 90 % anche ai flash
cosiddetti tipo “Cobra”
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Partiamo ora dell’inizio partendo dal presupposto che la tensione di trigger sia discretamente alta ma non
impossibile da gestire
1 fase - verifica del funzionamento della funzione AUTO : per verificare la funzionalità del sensore Thyristor
e dell’automatismo collegato ha fatto un paio di prove (valide per tutti i flash Thyristor anche tipo Cobra)
impostando l’apposito cursore su uno dei simboli colorati (in genere giallo, rosso, verde)
1° prova
a) ho effettuato uno scatto puntando il flash verso qualcosa di lontano ed ho osservato il tempo di
ricarica, per arrivare a coprire la lunga distanza il flash ha emesso a piena potenza e, quindi, si è
scaricato completamente ed ha impiegato molto tempo a ricaricarsi.
b) ho effettuato uno scatto puntando il flash verso qualcosa di molto vicino ed ho osservato il tempo
di ricarica, per arrivare a coprire breve la distanza il flash ha emesso a bassa potenza e, quindi, si è
scaricato parzialmente ed ha impiegato pochissimo tempo a ricaricarsi .
Ecco la 1° conferma che il sensore Thyristor regola la potenza (durata del lampo) in funzione della
distanza e che, quindi, funziona ancora bene.
2° prova
Ha impostato il flash in AUTO scegliendo una delle possibili aperture che consentono il funzionamento in
automatico impostandola in macchina (naturalmente il valore ISO impostato sul flash è quello che ho in
macchina)
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nel mio caso ho scelto il triangolino giallo che corrisponde ad f. 8 a 200 ISO
ed ho effettuato il 1° scatto ottenendo un risultato sostanzialmente corretto
f. 8 ISO 200
Ho ora “fregato” il flash facendogli credere di essere ancora in f. 8 ma ho cambiato l’apertura in f. 11
f. 11 ISO 200
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 90
f. 11 ISO 200
Come potete notare, il flash, non sapendo che io avevo chiuso il diaframma di uno stop, ha continuato ad
esporre emettendo una potenza per f. 8 e lo scatto risulta sottoesposto
Ho nuovamente fregato l’automatismo aprendo il diaframma a f. 5,6, il flash ha continuato ad esporre
credendo avessi f. 8 ed il risultato è una foto sovraesposta di uno stop
f. 5.6 ISO 200
Questa verifica mi ha confermato ulteriormente che il Thyristor funziona perfettamente.
Verificato ora la perfetta funzionalità dell’automatismo del flash passiamo avanti
2° fase – come comandare il flash in slave
Premetto che neanche sotto mira di una pistola collegherei il flash alla fotocamera neanche con un cavetto
PC, mi trovo quindi a dover utilizzare, per comandare a distanza il flash, dei trigger. Ricorderete che
esistono due tipi di trigger
- trigger ottici (io uso il modello Seagull SYK 5 che in caso di prelampi non li considera scattando sul
lampo vero e proprio), con questi trigger il flash lavora in manuale. In alternativa è possibile usare il
Condor Flash-ball
- trigger radio (escludendo i trigger TTL io uso lo YN 603, anche qui il flash lavora in manuale)
l flash a torcia non dispongono di slitta calda ma solo di porta PC per essere collegati via cavo per cui ho
usato un cavetto Syncro PC per collegare il flash ai trigger
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I trigger che ho usato (vedi prima) dispongono entrambi di porta PC per il collegamento.
Nella foto si nota il trigger YN 603 collegato via cavetto PC al flash e (sotto) il trigger ottico SYK 5 (anch’esso
con presa PC) scollegato
A questo punto ho provato a collegare il flash usando alternativamente i due trigger (radio ed ottico)
- ho collegato il flash al trigger radio (ricevitore YN 603) con cavetto PC (comandato dallo YN 603
trasmettitore posto sulla fotocamera) e in slave il flash ha regolarmente scattato
- ho collegato il flash al trigger ottico (SYK 5) con cavetto PC (comandato dal pop up della
fotocamera) e in slave il flash ha regolarmente scattato
Non avendo problemi per scattare in slave ho verificato la completa compatibilità e possibilità di utilizzo di
entrambi i modelli di trigger.
3° fase – dove lo metto ? (metodi per sostenerlo)
Il flash tipo torcia viene normalmente usato
- tramite staffa dedicata (andata persa nel tempo) che viene collegata alla fotocamera come fosse
un corpo unico
- tenuto in mano dal fotografo o da un assistente
-
poiché il reggere con una mano il flash non costituisce un grosso problema si tratta ora di capire come
collegarlo in modo solido alla fotocamera o eventualmente ad un cavalletto (in mancanza di assistente).
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Per poter risolvere il problema sono ricordo ad una pinza specifica per fissare i flash a tavoli, corrimani, ecc.
ma invertendo il concetto, la pinza blocca il flash e il supporto a cui collegare il flash diventa l’aggancio alla
staffa o ad un eventuale cavalletto
Nella foto di sx la pinza blocca il flash ed è collegata al sottostante cavalletto, in quella di dx la pinza è
collegata ad uno dei due elementi della staffa che consente di collegare il tutto alla fotocamera.
4° fase – quali e come adattare accessori al flash
Normalmente con i flash sono disponibili alcuni accessori tipo
- diffusore da montare sulla testa del flash (su misura per lo specifico modello)
- filtri in gelatina (per la correzione del WB o ND per ridurre la potenza)
- altri accessori tipo griglie (per concentrare la luce) soft box, gobos, snoot, ecc.
in rete risulta facilissimo trovare il modo di auto costruirsi questi accessori, il problema è come fissarli al
nostro flash. Io, essendone già in possesso (comprati per poche lire in Cina), ho utilizzato quello che avevo
apportando piccole modifiche ed utilizzando del nastro adesivo velcro per il fissaggio.
- ho posizionato del velcro adesivo tutto intorno alla testa
- ho fissato un pezzo di velcro adesivo sulla parte superiore della testa per fissare i trigger
- ho fissato un pezzo di velcro adesivo sotto al trigger SYK 5 (per fissarlo alla testa del flash)
- ho fissato un pezzo di velcro adesivo sotto al trigger YN 603 (per fissarlo alla testa del flash)
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Ecco qualche esempio
Il pannello quadrato fissato al flash (potrebbe essere fissato su tutti i lati della testa) con lastra translucida
che funziona da diffusore. In alternativa la lastra può essere sostituita con una bianca, dorata, argentata
(luce di riflesso)
In questa foto si vede la griglia che concentra la luce fissata con velcro alla testa del flash e si nota inoltre il
trigger ottico (bloccato anch’esso con del velcro) collegato tramite cavetto alla porta PC del flash.
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In questa foto si nota, fissato alla testa, un portafiltri autocostruito con inserito un filtro in gelatina del tipo
ND per ridurre la potenza del flash.
Ecco, infine un soft box (cinese) cui è stata modificato (con l’aggiunta di uno spezzone di prolunga
rimovibile) la fettuccia elastica con velcro per stringere l’accessorio alla testa del flash (il flash ha una testa
di dimensioni maggiori delle classiche teste dei flash tipo cobra.
Si può notare il trigger radio YN 603 fissato con il velcro alla testa del flash e collegato tramite cavetto PC.
Scattare con più flash
Concludo queste poche righe con una dimostrazione pratica della possibilità di scattare in Syncro con 4
flash (in modalità manuale) utilizzando una YN 565EX, uno YN 460 Mk. II, un vecchio MAXWELL DT700-
Zoom Auto-Thyristor ed il flash a torcia UNOMAT P450 TCS Auto-Thyristor.
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I settaggi erano questi:
- fotocamera con il trigger radio YN 603 sulla slitta che funziona come trasmettitore (il pop up non si
può aprire per la presenza del trigger sulla slitta)
- MAXWELL DT700-Zoom Auto-Thyristor in modo manuale, collegato al trigger YN 603 che funziona
come ricevitore.
- YN 565EX settato in modalità manuale e slave modo S1 (non si usa S2 non essendovi prelampi a
popup chiuso)
- YN 460 Mk. II (flash solo manuale) slave modo S1 (non si usa S2 non essendovi prelampi a popup
chiuso)
- UNOMAT P450 TCS Auto-Thyristor settato in modalità manuale e collegato al trigger ottico SYK 5
con funzione anti prelampi disattivata)
Nella foto sotto i quattro flash utilizzati, da sx
- UNOMAT P450 TCS collegato al trigger ottico SYK 5
- MAXWELL DT700-Zoom collegato al sottostante trigger radio YN 603
- YN 565EX con trigger ottico incorporato in S1
- YN 460 Mk. II con trigger ottico incorporato in S1
Il ragionamento fatto e supportato dai risultati è che il trigger radio sul Maxwell scatti ricevendo i
segnali dal trigger montato sulla fotocamera e che il lampo del Maxwell attivi i trigger ottici degli YN e
dell’Unomat originando un unico lampo sincronizzato, quasi come se, in senso lato, il Maxwell fungesse
da master per gli altri tre flash.
Il risultato si può vedere chiaramente nella foto sottostante in cui si vedono i quattro lampi in perfetta
sincronia.
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Naturalmente, avendo un trigger YN 603, ho anche verificato che funzionasse il comando remoto di scatto
ed ho scattato a distanza premendo il tasto test sul trigger facendo così scattare la fotocamera a distanza
senza alcun problema.
In teoria, andando al limite dell’esasperazione e non tenendo conto della complicazione delle letture
esposimetriche con più flash in automatico e manuale, potrei anche (con 2 trigger ottici SYK 5) e nel raggio
di 10/15 mt. arrivare a questi settaggi
- D90 con pop up in settaggio master
- YN 565EX in slave in i-TTL
- YN 460 Mk. II in manuale impostato in S2 (non vede i prelampi)
- MAXWELL DT700-Zoom settato in AUTO Thyristor collegato al trigger ottico SYK 5 con funzione
prelampi attivata
- UNOMAT P450 TCS settato in AUTO Thyristor collegato al trigger ottico SYK 5 con funzione prelampi
attivata
Avendo quindi in contemporanea 1 flash in i-TTL, 2 flash in AUTO Thyristor ed 1 flash in Manuale, non so
cosa potrebbe succedere per la giusta esposizione a meno di non possedere un esposimetro esterno per
flash, comunque, è possibile.
Un ultima considerazione è questa, con questo sistema, anche se in modalità manuale, io sono
teoricamente in grado di scattare stando sino ad una distanza max di 100 mt. (portata del trigger radio) dal
gruppo dei flash a condizione che i quattro flash siano posizionati tra loro ad una distanza max di 10/15 mt.
e che i sensori dei trigger ottici si vedano fra loro e vedano il flash “master” (inteso chiaramente in senso
lato) cioè il flash collegato al trigger radio (nell’esempio precedente il Maxwell.
Potrei definirlo, scherzosamente, una specie di “master dei poveri”
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CONSIDERAZIONI FINALI
Dopo aver parlato, forse troppo o troppo poco dell’argomento, vorrei fare un paio di considerazioni
- Non montate mai, prima delle opportune verifiche, un vecchio flash su una fotocamera digitale,
potreste rovinarla
- Non pensiate che collegare un vecchio flash alla fotocamera digitale tramite cavo PC vi salvi da un
corrente di trigger troppo alta
- Verificate sempre sul manuale della vostra fotocamera la max corrente di trigger supportata
- Se usate un trigger radio sappiate che, in genere, non regge una corrente di tirgger superiore ai 12 V.
nel caso pensate di comprare un trigger tipo i Cactus V4-5 co altro modelli che reggano sino a 500 V.
Topo tanti NO vi rallegrerà sapere che un flash Auto Thyristor funziona in Auto sia se montato sulla
fotocamera, collegato tramite cavetto PC o in slave radio o ottico. La funzionalità Auto è indipendente
dalla fotocamera, è solo un dialogo del flash con se stesso, quindi, una funzionalità autonoma al 100 %
in qualsiasi condizione d’uso.
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COME ADATTARE DEI MODIFICATORI DI LUCE SUVECCHI FLASH
Come tutti saprete il sottoscritto è un amante dei vecchi flash e del loro riutilizzo con le nuove fotocamere,
normalmente i nuovi flash in commercio dispongono di un pannello riflettente e di un diffusore
grandangolare integrati nella testa del flash stesso, si trovano inoltre in commercio dei diffusori applicabili alla testa del flash ma di dimensioni prestabilite per poter adattarsi ad i vari modelli in commercio (non ne esistono di universali ma solo per modello specifico di marca specifica, originali i meno)
Purtroppo, lavorando con vecchi flash, questi diffusori e tanti altri accessori applicabili alla testa del flash
non sono utilizzabili proprio perché studiati per i nuovi flash.
Un poco per curiosità ed un poco per poterli provare ho acquistato in rete dei modificatori di origine cinese
per flash moderni (per curiosità. Il tutto non mi è costato più di un paio di decine di euro)
1) “Flash-Diffuser-Softbox-Diffuser-light-For-Canon-Nikon-Pentax-Olympus-Sony” (denominazione
Ebay)
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Si tratta di un pannello orientabile che si fissa con una fascia elastica dotata di velcro intorno alla testa del
flash, il pannello è intercambiabile e può essere bianco, trasparente (può essere usato come diffusore) , oro
ed argento.
2) Mini-Metal-portable-Speedlight-Honeycomb-Grid-Flash-Diffuser ” (denominazione Ebay)
Si tratta di una griglia “grid” che si applica sulla testa del flash, l’accessorio è composta da due parti, la
griglia con alette in velcro e una fascia elastica con chiusura sempre in velcro
fascia elastica con chiusura con velcro e parte inferiore in silicone
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3) Universal Speedlite Color Filter Kit For Canon Nikon Godox (denominazione Ebay)
Si tratta di un portafiltri in gelatina, anche qui si nota che l’accessorio è composto da due parti, la parte
superiore con alette in velcro e la fascia elastica che si applica sulla testa del flash con chiusure in velcro.
4) Universal-Flash-Softbox-Diffuser-Canon-580EXII-430EXII-580EX (denominazione Ebay)
Si tratta di un softbox pieghevole chevviene fissatoi inserendo la testa del flash nell’apposito foro e fissando
il tutto con una chiusura a nastro elastica con velcro.
Tutti questi modificatori sono, per loro stessa progettazione, adattabili a tutti i flash moderni in commerci
ma, qui la nota dolente, spesso e volentieri non si possono montare su vecchi flash proprio per le
dimensioni della testa.
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ADATTAMENTO DEI MODIFICATORI
Partiamo dal presupposto che occorre acquistare del velcro adesivo nero che si acquista nei supermercati
(€. 4,00 ca. per 1,5 mt.)
Per poter utilizzare il velcro nel modo corretto è importante ricordare che, in genere, la parte con i micro
uncini è da fissare sul flash mentre la parte morbida sul modificatore.
Per quanto riguarda i modificatori con fascia elastica staccata dal modificatore (grid e portafiltri) non vi
sono particolari problemi, in genere, si adattano a tutte le vecchie teste di flash tipo cobra
Nella foto potete notare che sulla testa del flash sono posizionati piccoli pezzi di velcro che servono
esclusivamente per posizionare il portafiltri autocostruito che si vede nella foto sottostante a sx
(il portafiltri a dx è quello precedentemente visto)
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a diverso discorso riguarda i flash a torcia, per questo motivo ho utilizzato il velcro posizionandolo intorno
alla testa del flash
Come si può notare nella foto sovrastante (si nota anche il trigger ottico posizionato sulla testa del flash)
Parlando invece del softbox e del primo modificatore presente in queste righe, il problema è un poco più
complesso, la fascia elastica con chiusure velcro non riesce a estendersi per avvolgere completamente la
testa del flash (nel softbox il foro è più che sufficiente) per cui ho dovuto provvedere a crearmi una
prolunga fissando dei pezzi di velcro ad una fascia di ca. 10 cm. E creare li due terminali con del velcro
(fissato con graffette metalliche) e modificare i due terminali esistenti in modo che si possano collegare al
prolungamento.
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(in questa foto si notoa il trigger radio posizionato sulla testa del flash)
Nell’ultima foto si nota un pezzo di velcro fissato alla fascia di chiusura che permette l’attacco della
prolunga.
COSTRUZIONE DI UN DIFFUSORE
Poiché il flash Maxwell non avevo al possibilità di montare sulla testa alcun diffusore ho utilizzato il
coperchio di una vecchia scatola di diapositive aggiungendo del velcro per poter fissare il diffusore al velcro
posizionato sulla testa del flash. In alternativa molti siti su internet propongono altre soluzioni, alcune più o
meno eleganti,
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ULTIME CONSIDERAZIONI
Il vecchio flash a torcia UNOMATT non dispone di un supporto (slitta inferiore) per trigger per cui il trigger
deve essere collegato al flash tramite presa PC, utilizzando indifferentemente sia i trigger ottici (SYK 5) o
radio (YN RF603) è stato sufficiente posizionare opportunamente sulla testa del flash un pezzo di velcro
adesivo e sotto ai trigger il corrispondente per poter fissare entrambi i trigger al flash in modo inamovibile
senza paura che si stacchino o cadano. Come si può vedere in una foto precedente o in questa successiva
USO DI FLASH ESTERNI CON FOTOCAMERE COMPATTE E BRIDGE
Sino ad ora, nelle mie ricerche nell’ambito dei flash mi sono limitato ad esaminare l’utilizzo del flash
esterno a distanza con fotocamere reflex.
Mi rendo conto ora che molti, pur interessati all’uso di flash in slave, dispongono solo di fotocamere
compatte o bridge, sia del modello più semplice sia del modello più evoluto.
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Cercherò, con questo articoletto, di introdurre all’uso dei flash in slave con tali fotocamere, non chiedetemi
sigle o marche perché sono troppe, per sapere a quale categoria appartiene la vostra compatta o bridge,
consultate il manuale o fate le prove che illustrerò successivamente.
Anche qui, come per reflex Entry level, Prosumer o Professionali, occorre fare alcune considerazioni iniziali,
in particolare esaminiamo la classica dotazione di una fotocamera compatta o bridge.
1) Fotocamere compatte o bridge con flash incorporato, senza slitta per flash e senza presa PC (la
presa standard che permette di collegare una fotocamera al flash
2) Fotocamere compatte o bridge con flash incorporato, con slitta per flash e senza presa PC
Una precisazione che devo fare riguarda la possibilità che il flash incorporato possa avere possa avere la
funzione “master” (comando a distanza di flash in TTL). In tale caso rimando ad altri articoli del sottoscritto.
Non sono esperto ma, comunque, non mi risulta che esistano fotocamere compatte o bridge in cui sia
prevista tale funzionalità. Potrebbe aversi la funzione master nel caso sia possibile montare un flash master
sulla slitta ma anche in questo caso rimando ad altri miei articoli anche se finalizzati per le fotocamere
reflex.
Questo articoletto è finalizzato all’uso nel modo più semplice possibile di flash in slave anche considerando
che uno strobista non acquisterà mai una compatta o una bridge per il proprio hobby. Diciamo che il mio
scopo è quello di fare bella figura e begli scatti ad amatori non evoluti usando un flash in slave anche con
macchine non sofisticate oppure ad amatori evoluti che non vogliono o non possono portarsi in giro una
grossa attrezzatura.
Detto questo partiamo con esaminare le distinzioni evidenziate nella parte iniziale.
Per chiarezza quando parlo di flash TTL intendo riferirmi a quei flash che dosano automaticamente
l’esposizione per evitare sovra/sotto esposizione, per farlo vengono emessi prelampi un millesimo si
secondo prima del lampo vero e proprio e che servono a settare l’esposizione flash.
1) Fotocamere compatte o bridge con solo flash incorporato e senza presa PC o slitta
In questo caso, non avendo la possibilità di collegare alcunché alla fotocamera per comandare in slave un
flash ci dovremo servire esclusivamente del flash incorporato, occorre ora verificare se il flash incorporato
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sia o meno TTL (automatico con emissione di prelampi) e se sia possibile la regolazione manuale del flash in
frazioni di potenza (in genere è possibile in fotocamere compatte o bridge di alto livello). Per verificare
queste modalità occorre riferirsi al manuale ed alle caratteristiche tecniche della fotocamera.
Nell’impossibilità di una verifica dirette sul flash TTL vedremo dopo come verificarlo direttamente.
Non avendo la fotocamera una slitta flash risulta chiaro che non è possibile usufruire di trigger radio per
comandare a distanza un flash.
Dovremo allora ricorre a trigger ottici che sfaranno scattare il flash in slave al semplice lampo del flash
incorporato. Ecco allora che interviene la prima citata differenza, occorre verificare se il flash incorporato è
TTL (automatico con emissione di prelampi o è un semplice flash di ausilio per l’illuminazione. Nelle più
recenti compatte anche di basso livello e nelle bridge, in genere, il flash incorporato è TTL ed emette quindi
dei prelampi.
Un normale trigger ottico reagirebbe al primo lampo che vede facendo scattare il flash in slave fuori
sincronia e quindi fuori tempo ed il lampo non contribuirebbe all’illuminazione del soggetto.
Se il flash incorporato non è automatico TTL un qualsiasi trigger ottico può andare bene, se, invece è TTL
occorre un trigger ottico che non “veda” i prelampi e che scatti al lampo vero.
L’unico trigger ottico con queste caratteristiche che ho usato è il Seagull SYK5 (ca. 10 €.) che deve essere
montato sotto al flash. Ne esiste un altro modello denominato Condor Flash-ball che non ho mai avuto
modo di provare.
trigger ottico SYK5 Trigger ottico Condor Flash-ball Digital Slave Flash Sensor SF4
tutti con funzione anti occhi rossi per non vedere i prelampi
Un alternativa sono i flash manuali (di tipo normale) che si trovano in commercio, i più completi e meno
cari che si trovano in commercio sono gli Youngnuo YN460 e YN560 ( ca. 35/50 €.) i quali dispongono di due
modalità di trigger ottiche (incorporato) per l’utilizzo in slave, S1 ed S2, con la prima il flash scatta al primo
lampo che vede, con la seconda non vede i prelampi e scatta sul lampo effettivo.
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le modalità S1 – scatta al primo colpo di flash
S2 – scatta non tenendo conto dei prelampi
Con i trigger ottici di cui abbiamo appena parlato risulta quindi possibile operare con flash a distanza senza
particolari problemi, sempre tenendo conto che il flash esterno lavorerà solo in modalità manuale e si
renderanno quindi necessarie alcune prove per determinare la giusta esposizione.
2) Fotocamere compatte o bridge con flash incorporato, con slitta per flash e senza presa PC
In questo caso ci ritroviamo nelle condizioni del caso precedente con una variabile a nostro favore che ci
aiuta ulteriormente e ci semplifica il lavoro.
La presenza della slitta flash sulla fotocamera ci consente, oltre a quanto visto al punto precedente, di poter
montare dei trigger radio (prezzi intorno ai 20/30 €. tipo YN RF603) per comandare un flash a distanza.
Naturalmente parlando di trigger radio mi riferisco a quei trigger di tipo normale con cui è possibile
lavorare solo con il flash in modalità manuale.
trigger radio
Sarebbe possibile, in teoria lavorare con trigger radio TTL e flash TTL ma il costo del trigger e del flash
supererebbero di molto il costo della fotocamera e solo in macchine compatte o bridge di alto livello si
potrebbe pensare ad un sistema flash di questo genere.
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3) Verifica per vedere se il flash incorporato nella fotocamera emette prelampi
Nel caso non sia specificato nelle caratteristiche della fotocamera è possibile fare una verifica per vedere se
il vostro flash emette o meno prelampi.
Per farlo è sufficiente disporre di un flash tipo YN o Nissin o Nikon che disponga delle funzioni S1 ed S2
(vedi punto 1) ed agire in questo modo
1 – puntare il flash verso la fotocamera ed impostare sul flash la funzione salve S1
2 – scattare e verificare sulla foto se il lampo è partito. Se il lampo del flash è visibile significa che il vostro
flash incorporato non emette prelampi, se non è visibile significa che il flash incorporato emette prelampi e
il flash in slave è scattato fuori tempo sui prelampi.
A questo punto rifare il tutto utilizzando la funzione S2 e verificare lo scatto, se il flash incorporato emette
prelampi il lampo si deve vedere nello scatto.
Ricordo infine che nel caso il flash integrato disturbi nell’illuminazione della scena è sufficiente coprirlo
utilizzando uno spezzone piccolo di pellicola sviluppata nera (quella che si trova in genere all’inizio o alla
fine di un rullino sviluppato) fissandolo con un pezzettino di nastro adesivo.
Nella foto sottostante la prova è stata fatta con 3 flash di cui 2 in S2 ed uno con il trigger ottico SKY5 settato
in modo da non vedere i prelampi (modalità no occhi rossi)
USO DELLO YN 565EX o YN 568EX ( O SIMILARI) CON FOTOCAMERE NIKON ENTRY LEVEL
Come tutti sappiamo le fotocamere Nikon Entry Level (D40,D50, D60, D70 e le nuove serie D3xxx, D5xxx)
hanno delle limitazioni nelle funzioni flash, con flash incorporato (pop up), con flash posto sulla slitta
esterna e con il flash in wireless (ottico)
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Uso del flash posizionato sulla slitta
Se il flash viene posizionato sulla slitta sono possibili tutte le funzionalità previste con esclusione delle
funzioni che la fotocamera non è in grado di attivare non essendone dotata.
In particolare sarà possibile
- Sincro sulla seconda tendina
- Scatti su tempi lunghi
- Luce di assistenza Autofocus
- FEC (compensazione flash)
- Modalità strobo o Multi (impostabile solo sul flash non essendo una funzione prevista nella
fotocamera entry level)
Non risulterà invece possibile (non consentendolo la fotocamera)
- Luce di modellazione (non avendo il tasto della profondità di campo)
- Bracketing Esposizione flash (FEB)
- HSS (scatto con tempi superiori a quello di sincronizzazione) in quanto la funzione non è prevista
nelle fotocamere entry level (esclusivamente per il modello YN 568EX)
Uso del flash in wireless ottico (tramite pop up)
Tutte le succitate fotocamere Entry Level non hanno la possibilità di utilizzare il flash in wireless TTL salvo
che non si usufruisca delle funzioni S1 ed S2 che permettano di comandare in sola modalità Manuale il flash
a distanza.
In particolare in modo S1o S2 sarà possibile scattare con il flash solo in modalità Manuale alla potenza da
noi scelta
- Scatto in modo S1 con il pop up della fotocamera impostato in Manuale (non vengono emessi
prelampi)
- Scatto in S2 con il pop up della fotocamera impostato in TTL (vengono emessi prelampi che
farebbero scattare il flash fuori sincronia)
- Utilizzare la modalità Strobo o Multi
Tutte le impostazioni wireless dovranno essere impostate sul flash direttamente.
Utilizzando trigger radio tipo lo YN 603 non dovrebbe cambiare nulla con la sola avvertenza che per
impostare in slave lo scatto sulla 2° tendina, l’opzione deve essere attivata prima di montare il trigger in
quanto successivamente non sarebbe possibile poiché il trigger impedisce l’innalzamento del pop up una
volta montato.
Problema dei prelampi del pop up in TTL
Nel menu flash delle entry level non esistendo la funzione master non risulta possibile eliminale il lampo del
pop up, lampo che potrebbe intervenire nell’illuminazione del soggetto alterando il risultato, per poter
eliminare, o meglio, ridurre al minimo, il lampo del pop up senza toglierli la parte che innesca il flash in
slave. Possiamo ricorrere a tre soluzioni
1) Dal menu flash impostando il flash in TTL occorre applicare una compensazione flash negativa (-2/-3
e oltre) al fine di ridurre la potenza del lampo. Passando dal menù e non dalla compensazione flash
con i tasti presenti sul corpo macchina si ha una gamma di compensazione -5/+5
2) Dal menu della fotocamera impostando il flash in Manuale applicare una riduzione della potenza
(occorrono alcune prove per determinare la riduzione)
3) Utilizzare uno degli accessori auto costruiti o in vendita per tagliare la luce flash del pop up che
interverrebbe sullo scatto (vedi sotto)
Purtroppo la mia dotazione di flash TTL è limitata allo YN 565EX e non dispongo di modello Nikon originali o
di altre marche ma ritengo che, sostanzialmente, non vi siano grosse differenze, fatta, forse, esclusione dei
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 110
modelli Nikon che dispongono di funzionalità non presenti nei flash compatibili e che potrebbero essere
attive anche con fotocamere Entry Level, questo approfondimento è però a carico vostro non potendomi
dotare di ogni modello di ogni marca.
FILTRI IN GELATINA NON ND (vedi punto precedente) E BILANCIAMENTO DEL BIANCO
Oltre ai filtri in gelatina ND precedentemente illustrati la cui funzione è quella di ridurre la potenza del
lampo in manuale, esistono in commercio altri filtri in gelatina con finalità diverse, tralasciando i filtri
colorati in senso lato che possono servire a colorare lo sfondo. Creare effetti particolari, ecc. i più
importanti filtri in gelatina per flash hanno la funzione di portare la luce del flash (in genere intorno ai
5600* kelvin) alla temperatura colore delle luci presenti sulla scena al fine di equilibrare il bilanciamento
del bianco.
Il colore della luce del flash è prossima a quella della luce solare in un giorno di bel tempo e, se dovessimo
fotografare un soggetto in un ambiente illuminato da luci continue artificiali (es. ufficio, centro
commerciale, ecc.) di temperatura diversa o fotografare un soggetto al tramonto con il flash, avremmo che,
per la presenza di luci di provenienza diversa e con diversa temperatura colore, lo sfondo avrebbe un colore
dominante legato alle luci che lo illuminano ed il soggetto risalterebbe illuminato come se fosse colpito
dalla luce solare diretta.
Queste differenze renderebbero sicuramente lo scatto irreale con dominanti incontrollabili e non
“sistemabili” neanche in Photoshop.
A queste problematiche l’unico sistema è quello di montare sulla parabola del flash dei filtri in gelatina che
+/- cercano nel tentativo di equilibrare le varie temperature colore, tenteremo quindi di bilanciare la luce
del flash in funzione della luce ambiente per ottenere una foto con i colori corretti.
La prima scelta che dobbiamo fare è quella di determinare il colore della luce dominante e lavorare con
quello (considerate che, in genere, tungsteno e luce solare lavorano meglio che il fluorescente con
qualsiasi altra luce).
Prima di passare ai filtri in gelatina studiati per tale scopo vediamo di fare due considerazioni sulla luce
Temperature colore riferibili a normali situazioni fotografiche (alcuni esempi)
Fiamma di candela 1500
Lampadina incandescenza 40W 2750
Lampadina incandescenza 60W 2800
Lampadina incandescenza 100W 2850
Lampade fotografiche o al quarzo 3200-3400
Sole mattino e tramonto 5000-5500
Cielo completamente coperto 6000-6800
Cielo velato 6800-7000
Temperature colore riferibili a lampade con cui in fotografia ci si trova spesso a lavorare
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Tipo di lampada Temperatura di
colore (°K)
Incandescenza 2000-3000
Alogene 2900-3000
Fluorescenti 2700-6500
Fluorescenti
compatte
2700-6000
Flash portatili 5500-5600
Ioduri metallici 4000-6000
Vapori di sodio AP 2000-2500
Vapori di sodio BP 1800
LED 3000-9000
LAMPADE AD INCANDESCENZA ED ALOGENE
- Lampada ad incandescenza domestica ad 40 W 2650 K
- Lampada ad incandescenza domestica ad 60 W 2750 K
- Lampada ad incandescenza domestica ad 75 W 2820 K
- Lampada ad incandescenza domestica ad 100 W 2900 K
- Lampada ad incandescenza domestica ad 200 W 2900 K
- Lampada ad incandescenza domestica ad 75 W 2980 K
- Lampada Photoflood da 500 W per uso fotografico 3400 K
LAMPADE AL TUNGSTENO O LAMPADE AL NEON
- Lampada fluorescente extracalda: 2700 K (la luce emessa appare di colore giallo)
- Lampada fluorescente warm white (bianco neutro) : 3000 K (la luce emessa appare di colore
bianco-giallastro)
- Lampada fluorescente white (bianco neutro): 3500 K (la luce emessa appare di colore giallo)
- Lampada fluorescente cool white (bianco freddo): 4000 K (la luce emessa appare di colore
bianchissimo)
- Lampada fluorescente luce normalizzata (D50): 5000 K (luce prescritta per i processi di stampa e
pre stampa) Lampada fluorescente daylight (diurna): 6500 K (la luce appare bianco argentea)
- Lampada fluorescente skywhite (superdiurna): 8000 K (l luce appare argentea tendente
all’azzurrino)
ALTRO
Luce di una candela: circa 1 000 K
- Luce solare diretta, al mezzogiorno locale: 4850/4900 K (dato medio indicativo su scala globale; vi
influisce la latitudine: tropicale, medio-bassa, medio-alta, artica e conseguentemente il periodo
dell'anno. Decisamente importante la limpidezza atmosferica)
- Il BIANCO PURO detto anche punto acromatico di riferimento ("E" nel Locus Planckiano o "EE" stante
per equal energy white point), corrispondente al punto di eguale energia nel diagramma CIE, è
collocato tra i 5455 K e i 5500 K.
- Luce solare al di fuori dell'atmosfera terrestre: 5777 K (non sono equivalenti a 5777 K di un ipotetico
corpo nero, il Sole ha picchi nella luce visibile maggiormente tendenti al ciano-blu di un corpo nero
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 112
ipotetico o di una lampada "a luce bianca" e fatte le debite proporzioni emette meno nell'ultravioletto
invisibile rispetto a un corpo nero ipotetico o a una sorgente di luce artificiale)
- Luce d'ambiente in pieno giorno (luce diurna): mediamente, circa 6 500 K
- Luce del cielo totalmente nuvoloso: circa 7 000 K
- Luce del cielo parzialmente nuvoloso: 8 000 - 10 000 K
- Luce del cielo sereno: normalmente da 10 000 a 20 000 K (il valore più elevato è per il cielo di colore
azzurro intenso a nord, tale valore può essere talvolta superato)
Per definizione abbiamo inoltre che:
• bianco caldo se la temperatura di colore è minore di 3 300 K,
• bianco neutro se la temperatura di colore è tra i 3 300 e i 5 300 K,
• bianco freddo se la temperatura di colore è superiore ai 5 300 K.
Nell’illuminazione stradale le lampade attualmente più diffuse sono:
- Lampade a vapori di sodio a bassa pressione: 1.800 K . Luce monocromatica, con tonalità molto
calda, tendente al giallo-arancione, usata fuori dai centri abitati hanno la caratteristica luce gialla e
sono poverissime di altri colori (c'è praticamente solo il giallo per la gioia degli astronomi e per la
disperazione dei fotografi).
- Lampade ai vapori di sodio ad alta pressione: 2.000-2.500 K. Colore bianco caldo tendente al giallo,
Le trovi facilmente in città e la loro luce è più ricca di colori delle altre.
- Lampade a vapori di mercurio ad alta pressione: 3300 - 4200 K. Colore bianco azzurro, sono ormai
vietate per motivi ecologici e non si dovrebbero più trovare.
Dopo questa breve ma sentita descrizione delle luci e della corrispondenti temperature colore, vediamo
quali filtri in gelatina è possibile utilizzare per il bilanciamento del bianco ottimale.
I principali filtri disponibili per tale operazione sono essenzialmente di due tipi:
- Window Green per correggere le dominanti dovute ad un illuminazione del tipo Fluorescente
- CTO (Color Temperature Orange) per correggere le dominanti dovute ad un illuminazione del tipo
Tungsteno
Ovviamente il bilanciamento del bianco della fotocamera dovrà essere rispettivamente impostato su
- Fluorescente se usiamo filtri Window Green
- Tungsteno se usiamo filtri CTO
Por ognuno di questi tipi di filtri esistono diverse gradazioni (pieno, mezzo, un quarto) da miscelarsi in
giuste proporzioni con la quantità di luce esterna presente.
Per quanto riguarda l’utilizzo creativo di tali filtri possiamo fare un esempio: Supponiamo di dover eseguire
un ritratto in esterno, coprendo il flash con un CTO ed impostando il bilanciamento del bianco della
fotocamera su tungsteno, si noterà come tutto ciò che verrà illuminato direttamente del flash apparirà
senza alcuna dominante, mentre lo sfondo, o tutto ciò che è illuminato dalla luce naturale, assumerà una
colorazione azzurra. Questo processo è spesso utilizzato nelle foto di moda al fine di “staccare”
maggiormente il soggetto dallo sfondo e saturare il cielo con un bel blu intenso.
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ALLEGATI
NIKON CLS-AWL unità flash compatibili (da DPanswerFlashfinder)
Qui di seguito sono riportati di tabelle che dà una visione d'insieme CLS unità flash compatibili prodotte da Nikon e selezionati produttori di terze parti.
Per una selezione sempre più ampia di CLS unità flash compatibili, utilizzare il DPanwsersFlash finder per cercare nel nostro database.
È possibile visualizzare una descrizione più dettagliata, fare clic sul nome del flash. La maggior parte delle colonne dovrebbe essere auto-esplicativo. La colonna "WL" riassume built-in modalità wireless: il carattere "m" significa che AWL maestro, "r" AWL remoto "sf" significa trigger ottico incorporato, e "sd" significa trigger ottico digitale incorporato (modalità che ignora i prelampi).
Unità di prodotto da Nikon CLS-AWL :
Modello Copertura GN WL Prezzo
Nikon SB-400 27 millimetri 21 USD 110
Nikon SB-600 14, 24-85mm 30 r [EUR 215]
Nikon SB-700 14, 24-120mm 28 m / r, sf USD 330
Nikon SB-800 14, 24-105mm 38 m / r, sf [EUR 315]
Nikon SB-900 14, 17-200mm 34 m / r, sf [EUR 440]
Nikon SB-910 14, 17-200mm 34 m / r, sf USD 550
Nikon SB-R200 Macro 24 millimetri 10 r USD 160
CLS unità compatibili CLS-AWL prodotte da Metz, Nissin, Sigma, Sunpak e Yongnuo:
Modello Copertura GN WL Prezzo
Metz 15 MS-1 Macro 35 millimetri 15 r, sf, sd USD 400
Metz 24 AF-1 35 millimetri 24 USD 90
Metz 28 AF-3 24, 35, 85mm 22 [EUR 110]
Metz 36 AF-4 28-85mm 24 [EUR 112]
Metz 36 AF-5 28-85mm 24 USD 112
Metz 44 AF-1 12, 24-105mm 27 r USD 200
Metz 44 AF-4 12, 24-105mm 28 USD 200
Metz 44 MZ-2 28-105mm 26 USD 249
Metz 48 AF-1 12, 24-105mm 29 r, sf [EUR 225]
Metz 50 AF-1 12, 24-105mm 29 r, sf USD 230
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 114
Metz 54 AF-1 20, 24-105mm 31 USD 405
Metz 54 MZ-4 20, 24-105mm 31 USD 400
Metz 58 AF-1 18, 24-105mm 32 m / r, sf [EUR 405]
Metz 58 AF-2 12, 24-105mm 32 m / r, sd USD 400
Metz 76 MZ-5 20, 24-105mm 45 USD 875
Nissin Di28 35 millimetri 20 USD 80
Nissin Di446 16, 24-105mm 22 sf, sd USD 139
Nissin Di622 20, 28-105mm 26 sd [EUR 150]
Nissin Di622 II 16, 24-105mm 26 r, sf, sd USD 160
Nissin Di866 18, 24-105mm 40 m / r, sf, sd [EUR 329]
Nissin Di866 II 18, 24-105mm 40 m / r, sf, sd USD 349
Sigma EF-500 DG ST 17, 28-105mm 29 [EUR 150]
Sigma EF-500 DG Super 17, 28-105mm 29 m / r, sf [EUR 219]
Sigma EF-530 DG ST 17, 24-105mm 31 [EUR 150]
Sigma EF-530 DG Super 17, 24-105mm 31 m / r, sf [EUR 219]
Sigma EF-610 DG ST 17, 24-105mm 36 USD 165
Sigma EF-610 DG Super 17, 24-105mm 36 m / r, sf USD 255
Sigma EM-140 DG Macro 14 m USD 379
Sunpak PZ40X 24-80mm 20 USD 70
Sunpak PZ42X 20, 24-105mm 28 USD 149
Yongnuo YN-460-RX 35 millimetri 33 r, sf, sd USD 110
Yongnuo YN-465 35 millimetri 33 USD 66
Yongnuo YN-467 II 24-85mm 33 sf, sd USD 75
Yongnuo YN-468 II 18, 24-85mm 33 sf, sd USD 91
Yongnuo YN-560EX 15, 24-105mm 39 r, sf, sd USD 110
Yongnuo YN-565EX 15, 24-105mm 39 r, sf, sd USD 175
Yongnuo YN-568EX 15, 24-105mm 39 r, sf, sd USD 182
Note finali
Si noti che se si utilizzano i numeri guida (GN) per fare i confronti, il numero guida che si trova nelle caratteristiche del produttore è per la testa zoom alla sua massima regolazione (ad esempio, f = 105mm). Questo rende difficile fare paragoni di potenza diretti con unità flash di altri produttori, che possono utilizzare un altro elenco di zoom come riferimento per GN. Per i flash che hanno la parabola zoom, le tabelle di cui sopra mostrano il GN con la testa zoom impostato a 35 di copertura mm (FX), ISO 100, metri come per i flash che non dispongono della parabola zoom (normalmente fissi a 35 mm.). Nel l'elenco completo di
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 115
specifiche per ogni flash, sono elencati il GN per tre diverse impostazioni della parabola zoom (35mm, 50mm, e massima).
Per i lampeggiatori che offrono modelli alternativi di illuminazione (vale a dire l'SB-700 e SB-910), le GN
NIKON USA D-SLR Nikon Speedlight e compatibilità tratto da NIKONUSA - ID risposta 886 Pubblicato il 2003/04/10 02:17 PM | aggiornamento 2013/01/23 10:54
Tabella che descrive la compatibilità fra fotocamer e Nikon DSLR e lampeggiatori Nikon.
Nikon D-SLR
Lampeggiatore
modello
D4, D3X, D3S, D3, D800,
D700, D600, D300s, D300,
D7000, D200, D90, D80, D70s,
D70, D60, D50, D40X, D40
D5100, D5000, D3200, D3100,
D3000 D2Xs, D2X, D2Hs, D2H, D1X,
D1H, D1
SB-900 / SB-
910
i-TTL, AA, Auto non TTL, GN,
M, RPT, AutoFP
sincronizzazione ad alta
velocità(D4, D3-serie, serie
D2, D800 (E), D700, D600,
D300s, D300, D200, D80
solo) , blocco FV, AF-Assist per
il multi-area AF,
Comunicazione Informazione
colore flash, Sincro, riduzione
effetto occhi rossi, Auto
Zoom, illuminazione avanzata
senza cavi., in grado di
aggiornamento del firmware
i-TTL, AA, A, GN, M, RPT, AF-
assist per il multi-area AF,
Comunicazione Informazione
colore flash, illuminazione
avanzata senza cavi, tenda
posteriore, riduzione effetto
occhi rossi, lo zoom
automatico, controllo
automatico della sensibilità
ISO, aggiornamento firmware
capace
D2-serie: D-TTL, AA, manuale,
tende posteriore, ripetere
Flash, Riduzione occhi rossi,
AF-Assist
D1-serie: AA, manuale, tenda
posteriore, ripetere Flash,
Riduzione occhi rossi, AF-
Assist
SB-800
i-TTL, AA, Auto non TTL, GN,
M, RPT, AutoFP High Speed
Sync, blocco FV, AF-Assist per
il multi-area AF,
Comunicazione informazioni
colore flash trasferite alla
fotocamera, Sincro, riduzione
occhi rossi , Zoom automatico,
illuminazione avanzata senza
cavi, auto sincro FP
i-TTL, AA, A, GN, M, RPT, AF-
assist per il multi-area AF,
Comunicazione Informazione
colore flash, illuminazione
avanzata senza cavi, tenda
posteriore, riduzione effetto
occhi rossi, lo zoom
automatico, controllo
automatico della sensibilità
ISO
D-TTL, Auto, Manuale, tenda
posteriore, ripetere Flash,
Riduzione occhi rossi, AF
Assist
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 116
SB-700
i-TTL, M, GN, illuminazione
avanzata senza cavi (Master, a
distanza, o SU-4 mode), le
informazioni filtro a colori
trasferite alla fotocamera,
blocco FV, Rear curtain sync,
l'illuminazione ausiliaria AF,
riduzione effetto occhi rossi,
ad alta velocità AutoFP sync,
aggiornamento firmware in
grado
i-TTL, M, GN, illuminazione
avanzata senza cavi (Master, a
distanza, o SU-4 mode), le
informazioni filtro a colori
trasferite alla fotocamera,
rear curtain sync,
sincronizzazione lenta,
riduzione effetto occhi rossi,
l'illuminazione ausiliaria AF,
aggiornare il firmware in
grado
D2-serie: D-TTL, Manuale, GN,
tenda posteriore, riduzione
effetto occhi rossi, AF-Assist
D1-serie: modalità manuale
SB-600
i-TTL, AA, M, AutoFP High
Speed Sync, blocco FV, AF-
Assist per il multi-area AF, di
colore flash informaiton
Comunicazione, Sincro,
riduzione effetto occhi rossi,
Auto Zoom
i-TTL, M, AF-assist per il multi-
area AF, Comunicazione
Informazione colore flash,
tenda posteriore, riduzione
effetto occhi rossi, lo zoom
automatico, controllo
automatico della sensibilità
ISO
D-TTL, Manuale, Riduzione
occhi rossi, AF-Assist,
Posteriore Sipario
SB-400
i-TTL, M modo (con D40),
tenda posteriore, posteriore
lenta, Riduzione occhi rossi
i-TTL, tenda posteriore,
posteriore lenta, Riduzione
occhi rossi
D2-serie: i-TTL, tenda
posteriore, posteriore lenta,
Riduzione occhi rossi
D-1 serie: Non supportato
SB-R1C1/SB-
R200 innescato
da SU-800
i-TTL, AA, manuale, RPT,
AutoFP High Speed Sync
(D200/D80 solo), blocco FV,
AF-Assist per l'area AF Multi,
Sincro
i-TTL, M, AF-assist per il multi-
area AF, Flash Communication
informazioni sul colore
D2-serie: i-TTL, M, tenda
posteriore, ausiliario AF
D1-serie: Nessun supporto per
SU-800.
SB-R1
SB-R200
innescato da
fotocamera
flash
incorporato
i-TTL, M, Sincro, Velocità di
sincronizzazione AutoFP alta
(D700, D300s, D300 solo a
causa del flash incorporato)
bilanciamento i-TTL flash di
riempimento per reflex
digitale, M, Sincro.
No flash incorporato
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Nikon D-SLR
Lampeggiatore
modello
D4, D3X, D3S, D3,
D700, D300s,
D300, D7000
D2Xs, D2X, D2Hs,
D2H
(NON-CLS)
D200, D90, D80,
D70s, D70, D60,
D50, D40X, D40
D1X, D1H, D100,
D1
(NON-CLS)
D5100, D5000,
D3200, D3100,
D3000
SB-80DX
Auto non TTL, M,
RPT, Sincro
D-TTL, Auto
Aperture (AA),
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
D-TTL, Auto,
Manuale, tenda
posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
SB-50DX Manuale, Sincro D-TTL, Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
D-TTL, Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
SB-28DX
Auto non TTL, M,
RPT, Sincro
D-TTL, Auto,
Manuale, tenda
posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
D-TTL, Auto,
Manuale, tenda
posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
SB-24
Auto non TTL, M,
RPT, Sincro
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
SB-25
Auto non TTL, M,
RPT, Sincro
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
SB-26
Auto non TTL, M,
RPT, Sincro
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
SB-28
Auto non TTL, M,
RPT, Sincro
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash,
Riduzione occhi
rossi
Auto, Manuale,
tenda posteriore,
ripetere Flash
SB-30 Auto non TTL, M,
Sincro
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
SB-20, 16B, 15 Auto non TTL, M,
Sincro
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
SB-29 M, Sincro Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
SB-27 Auto non TTL, M, Auto, Manuale, Auto, Manuale, Auto, Manuale, Auto, Manuale,
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Sincro Posteriore Sipario Posteriore Sipario Posteriore Sipario Posteriore Sipario
SB-23 M, Sincro Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
Manuale,
Posteriore Sipario
SB-22s Auto non TTL, M,
Sincro
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Auto, Manuale,
Posteriore Sipario
Modalità flash Descrizione
Fotocamera
controlla
l'uscita del
flash
through-the-
lens
La fotocamera controlla potenza del flash. Si tratta di una modalità flash auto
TTL nel sistema di illuminazione creativa. Pre-lampi di monitoraggio vengono
sparati in ogni momento. Il soggetto è esposto correttamente con la luce del
flash e l'esposizione è meno influenzata dalla luce ambientale che in modo
convenzionale TTL.
Fotocamere supportate: serie D3, serie D2, D700, D300 (s), D200, D80, serie
D70, D60, D50, serie D40
La fotocamera misura la quantità di luce riflessa dal soggetto attraverso
l'obiettivo di controllare automaticamente il livello di emissione flash e dare
un'esposizione corretta
Fotocamere supportate: D1X, D1H, D100
La fotocamera controlla potenza del flash. Flash TTL standard di controllo non
tiene la luminosità dello sfondo in considerazione, ma si adegua potenza del
flash in modo che il soggetto principale è esposto correttamente.
Fotocamere supportate: D1
Flash controlla
l'uscita del
flash
Auto Aperture
Il flash utilizza il suo sensore per controllare l'emissione del flash in
combinazione con i dati trasmessi automaticamente dalla fotocamera e
l'obiettivo per il flash inclusa la sensibilità ISO, diaframma, lunghezza focale e
exp. comp. valore.
Auto non TTL
Il flash usa il suo sensore per misurare l'illuminazione flash riflessa dalla potenza
del flash soggetto di controllo per offrire un'esposizione corretta.
Con distanza con priorità manuale del flash il numero guida è determinato
automaticamente dal SB-800 in base al valore di distanza e diaframma
impostato.
Manuale
Il flash si attiva sempre in un determinato output specificato dall'utente sullo
stesso flash.
Posteriore Sipario Il flash si accende appena prima la seconda tendina inizi a chiudersi.
Lampi flash strobo
Il flash lampeggia ripetutamente nel corso di una singola esposizione, creando
stroboscopici di esposizione multipla effetti.
Riduzione effetto
occhi rossi
Disponibile con le telecamere con riduzione effetto occhi rossi con
sincronizzazione lenta.
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Lampeggiatore
Caratteristiche Descrizione
Illuminatore ausiliario AF
Progetti LED luce su questo argomento, che permette di mettere a fuoco il soggetto
anche nel buio più totale.
Power Zoom automatico
La testa zoom viene regolata automaticamente in base alla lunghezza focale della lente
in uso.
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 120
ELENCO TRIGGER RADIO E LORO CARATTERISTICHE PRINCIPALI
Marchio Hotshoe TTL Manuale HSS Otturatore HV
Range, m Frequenza Canali Batterie
Aputure Trigmaster . . . .
100 433 MHz 16 AAA
Aputure Trigmaster 2.4G . . . .
120 2.4 GHz 16 AAA
Aputure Trigmaster Plus. . . . .
100 433 MHz 16 AA
Aputure Trigmaster Inoltre 2.4G . . . .
120 2.4 GHz 6 AAA
Bowens Pulsar Transceiver . .
100 433 MHz 4 AAA
Bowens Pulsar Tx
25 433 MHz 24 CR2032
Cactus V2 . .
10 433 MHz 4 CR2
Cactus V4 . . . .
30 433 MHz 16 AAA
Cactus V5 . . . . . .
100 2.4 GHz 16 AAA
Canon ST-E3 + 600EX-RT . .
.
.
. . . . . .
30 2.4 GHz 3 AA
ComTrig G430 . . . . . .
150 2.4 GHz 5 AAA
ComTrig H550 . . . . . . . .
150 2.4 GHz 16 AAA
CononMk 3G bidirezionale . . . . . .
100 2.4 GHz 32 AA
eBay PT-04TM . . . .
10 433 MHz 4 AAA
Elinchrom Skyport . . . .
120 2.4 GHz 8 Agli ioni di litio
Fomex Dr. Ray . . . .
300 2.4 GHz 16 AAA
Fotodiox PocketWonder Elite . . . .
100 2.4 GHz 16 AAA
Godox Reemix . . . .
100 433 MHz 16 AAA
Hahnel Combi TF . . . .
100 2.4 GHz 16 AAA
Hahnel Tuff TTL . .
.
.
. .
200 2.4 GHz AA
Interfit i SYNC 4 . . . .
30 433 MHz 4 23A
iShoot PT-04 A . .
30 433 MHz 4 AAA
iShoot PT-04 B
30 433 MHz 4 AAA
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Marchio Hotshoe TTL Manuale HSS Otturatore HV
Range, m Frequenza Canali Batterie
iShoot PT-04 C . .
30 433 MHz 4 AAA
iShoot PT-04 CN . . . .
30 433 MHz 4 AAA
iShoot Sniper . . . . . .
300 2.4 GHz 16 AA
Meike MK-RC7 . . . .
100 2.4 GHz 16 AAA
Ojecoco H-430 . . . . . .
150 2.4 GHz 5 AAA
Ojecoco H-550 . . . . . . . .
150 2.4 GHz 16 AAA
Paul C. Buff CyberSync . . . .
100 2.4 GHz 16 AA
Paul C. Buff CyberSync + . . . . . .
45 2.4 GHz 16 AA
Phottix Aster . . . .
30 433 MHz 4 CR2
Phottix Atlas . . . . . .
100 433 MHz 4 AA
Phottix Odin . .
.
.
. . . .
. . 100 2.4 GHz 4 AA
Phottix Strato . . . . . .
100 2.4 GHz 4 AAA
Phottix Strato II Multi . . . . . .
150 2.4 GHz 4 AAA
Pixel Vescovo . .
200 2.4 GHz 7 AA
Pixel Re . .
.
.
. . . .
100 2.4 GHz 7 AA
Pixel Cavaliere . .
.
.
. . . .
65 2.4 GHz 15 CR2
Pixel Opas . . . . . .
400 2.4 GHz 4 AA
Pixel Pawn . . . .
80 2.4 GHz 16 AAA
Pixel Rook . . . .
200 2.4 GHz 4 AAA
Pixel Soldier . . . .
100 2.4 GHz 16 AAA
FlexTT5 PocketWizard . .
.
.
. . . .
. .
33 433 MHz 32 AA
PocketWizard MultiMax . . . .
500 433 MHz 32 AA
PocketWizard Plus II . . . .
500 433 MHz 4 AA
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 122
Marchio Hotshoe TTL Manuale HSS Otturatore HV
Range, m Frequenza Canali Batterie
PocketWizard Plus III . . . .
500 433 MHz 32 AA
Profoto Air Remote . . . .
300 2.4 GHz 8 AAA
Profoto Air Sync . .
300 2.4 GHz 8 AAA
RadioPopper JRX di base . .
530 900 MHz 16 CR123A
RadioPopper JRX Studio . . . .
530 900 MHz 16 CR123A
RadioPopper PX
.
.
. . . .
530 900 MHz 16 AAA
Seculine Twinlink . .
183 2.4 GHz 16 CR2032
SMDV FlashWave 2 . .
50 433 MHz 10 AA
SMDV FlashWave 3 . . . . . .
180 2.4 GHz 16 AA
Strobeam FSK 2.4G . . . .
100 2.4 GHz 16 Litio
Tamrac MicroSync . .
30 433 MHz 4 CR2032
Tamrac MicroSync II . .
60 433 MHz 16 AA
Viltrox JY-2410 . . . .
100 2.4 GHz 4 AA
Yongnuo CTR-301P . . . .
30 433 MHz 4 CR2
Yongnuo RF-602 . . . .
100 2.4 GHz 15 AAA
Yongnuo RF-603 . . . .
100 2.4 GHz 16 AAA
Yongnuo YN-04 II . . . .
30 433 MHz 4 CR2
Yongnuo YN460-TX + YN460-RX . .
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200 2.4 GHz 7 AA
Yongnuo YN622 . .
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100 2.4 GHz 7 AA
Hotshoe: è nativamente compatibile con i lampeggiatori? In caso contrario, avrete bisogno di un cavo.
TTL: è possibile utilizzare le off-camera flash in modalità TTL con questi trigger?
Manuale: è possibile controllare i livelli di potenza manuale di flash a distanza tramite il trigger?
Sync veloce: è possibile sincronizzarla al di sopra della fotocamera X-sync?
= High Speed Sync o FP TTL Sincronizzazione con lampeggiatori
= Sincronizzazione manuale veloce o 'HyperSync' con i flash da studio
Shutter: fa il dispositivo funziona anche come pulsante di scatto senza fili per una fotocamera?
Mario Bollani – Tutti i diritti riservati – v. 8/ 26-06-2014 123
HV: è sicuro di utilizzare i ricevitori con i flash che hanno un alta tensione di sincronizzazione? Massima velocità di sincronizzazione
Le figure che seguono sono da mie prove con la Nikon D700 e Nikon D40. Quest'ultimo ha un otturatore
elettronico ibrido che permette di sincronizzare a velocità più elevate (fino a 1/4000 di secondo) rispetto
possibile con un convenzionale piano focale. Il D700 ha un otturatore meccanico normale con una velocità
di sincronizzazione fino a 1/250 di secondo.
Tratto da http://www.lightingrumours.com/flash-triggering-guide ed aggiornato in parte
RIFERIMENTI
Molte delle considerazioni fatte su queste righe possono essere approfondite su questi siti
http://dpanswers.com/content/nikon_flash.php
http://www.scantips.com/lights/flashbasics2b.html
http://desmonddowns-ttlblflash.blogspot.it/2009/06/nikons-new-ttlbl-flash-and-cls-wireless.html
http://nikonclspracticalguide.blogspot.it/