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IL NOTIZIARIO˘ gIORNATA deLLA - apromaelazio.it · 1999 questo congresso avrebbe dovuto avere...

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Settembre/Dicembre 2005 Aderente alla FAIP - Federazione Associazioni Italiane Paraplegici ASSOCIAZIONE PARAPLEGICI DI ROMA E DEL LAZIO - ONLUS nel 1920 l'avvocato Karl Binding e lo psichiatra forense alfred Hoche in un conciso libro nel quale conia- rono l'espressione "vita indegna di essere vissuta" affermavano che gli individui cosiddetti "zavorra" cioè le persone che erano un peso per la comunità dovevano essere eli- minati. Sostennero che i malati incu- rabili e i ritardati mentali costavano milioni di marchi e occupavano mi- gliaia dei già scarsi posti letto in ospedale: i medici dovevano avere il permesso di sop- primerli. Queste tesi non trovarono spazio durante la repub- blica di Weimar, la costituzione del 1919 conteneva numerose dichiarazioni di princi- pio sull'importanza della famiglia, sulla necessità di sostenerla, sul dovere del governo di tutelare i giovani, sul diritto al lavoro dei cittadini e sull'obbligo dello Stato di garantire a tutti un'abitazione dignitosa. tali principi furono trasformati nelle leggi per il Sostegno e forma- zione professionale per gli invalidi di guerra (1920), assistenza ai gio- vani (1922), istituzione dei tribu- nali minorili (1923), assistenz a pubblica ai poveri (1924), Fondo per l'indennità di disoccupazione (1927). ma in seguito alla Pri ma Guerra mondiale il numero di persone che avevano bisogno di un sostegno era imponente, e per raggiungere questi obiettivi il governo aumentò le tasse ai cittadini più abbienti creando malcontento. tra il 1914 e il 1923 il sistema pre- videnziale fece aumentare l'appara- to burocratico del 40% causando un aumento del volume del denaro circolante, una riduzione dei paga- menti previdenziali e tagli del per- sonale nelle istituzioni assistenziali. chi richiedeva sussidi doveva sot- toporsi ad una lunghissima serie di accertamenti e l'amministrazione della previdenza sociale divenne ben presto uno strumento di dis- criminazione e controllo: i suoi fun- zionari dichiaravano ai richiedenti che avrebbero ricevuto solo il mi- nimo cui avevano diritto e condu- cevano invadenti indagini sulla loro situazione personale per accertarsi che tale diritto esistesse. il divario tra promesse e realtà del- la repubblica di Weimar fece dimi- nuire la legittimità della costitu- zione. Le teorie dell'igiene razziale, della biologia sociale ed ereditarietà in- fluenzarono le nuove politiche. Si intendeva affrontare l'emarginazio- ne sociale elimi- nando comporta- menti devianti e i crimini e si riceve- va, per ciò, l'ap- poggio dagli enti sanitari ed assi- stenziali. Le questioni steri- lizzazione ed euta- nasia rimasero co- munque, negli anni venti, a livello di di- battito. con l'as cesa di Hitler al potere nel 1933 le teorie utilitaristiche si unirono a quelle della costruzione di una razza superiore traducen- dosi nella Legge sulla sterilizzazione del 14 luglio 1933 che indusse 375.000 cittadini tedeschi a steri- lizzarsi per "prevenire le nuove ge- nerazioni dall'insorgenza di malat- tie ereditarie". il programma euge- netico proseguì nel 1939 con l'eli- minazione di neonati deformi e successivamente nell’Operazione t4, ovvero l'uccisione nelle came- re a gas degli adulti disabili. dal settembre 1941 fino al 1945 l'omicidio delle persone disabili ri- coverate negli istituti continuò con altri mezzi: pastiglie, iniezioni, diete da fame. il prof. Michael von Cranach, primario dell'ospedale psichiatrico di Kaufbeuren intervenuto al con- vegno Crimini dimenticati svoltosi lo scorso 24 gennaio all'auditorium di roma in occasione della ricor- renza del Giorno della memoria, ha presentato la mostra Aktion T4 che documenta quel periodo. il testo che segue r iproduce in buona parte il discorso del prof. von cranach. Ogni quattro anni si riuniscono, da molto tempo, gli psichiatri di tutte le nazioni nell'ambito di un con- gresso mondiale. Quando nel 1999 questo congresso avrebbe dovuto avere luogo ad amburgo, per la prima volta in terra tedesca dopo la seconda guerra, la Società tedesca di Psichiatria decise, non senza qualche insicurezza ed esita- zione, di preparare una mostra, che prendesse posizione su quan- to accadde allora. michael von cranach ricevette l'incarico di or- ganizzarla e si diede l'obiettivo di realizzare tre finalità. Primo, si sarebbe raccontato ciò che allora accadde, come 170.000 persone malate di mente vennero assassinate nell'arco di sei anni. Per citare alexander mitscherlich, uno dei pochi medici tedeschi che, nel dopoguerra, cercò, a dire il vero in- vano, di portare alla luce questa storia, furono codesti delitti "di una tale scatenata e nello stesso tempo burocraticamente organiz- zata cattiveria e brutalità, che nes- suno può leggerne a riguardo sen- za provare la più profonda vergo- gna". il prof. von cranach decise di narrare la storia attraverso docu- menti e testimonianze, perché mancavano le parole per descrive- re l'orrore. Secondo, la mostra sarebbe servita a ricordare le vittime e a restituir loro la dignità sottrattagli. e terzo, avrebbe dovuto dimostrare che, dopo tanti anni di silenzio, la psi- chiatria e l'opinione pubblica si confron- tavano con questo passato. Già nel dopoguerra le forze di occupa- zione degli alleati si resero conto ben presto di ciò che era accaduto e cer- carono di docu- mentare tali eventi. nel processo di Norimberga ai medici nazisti, alcuni degli organiz- zatori principali vennero denuncia- ti e condannati. a livello locale in molti luoghi venne sospeso il diret- tore medico responsabile e inol- trate delle pratiche giudiziarie. i di- retti coinvolti - medici, infermiere e infermieri - si difesero con il fatto di avere agito per ordine dei loro superiori e non vennero condan- nati. dai documenti di questo pe- riodo risulta che la popolazione sapeva perfettamente ciò che stava succedendo nelle cliniche psichia- triche. allorché un ufficiale ameri- cano, per le strade di Kaufbeuren, chiese ad un giovane cosa fosse quel grande edificio ai margini della città, questi rispose: "Là è dove li ammazzano". Quando alla fine degli anni quaran- ta la giustizia tornò in mani tede- sche, si perse interesse a persegui- re i responsabili e a rendere pub- blico quanto era avvenuto.Vennero condotti solo alcuni processi, ove i colpevoli ricevettero pene lievi o il condono. L'accaduto fu rimosso, dimenticato, e con esso le vittime e la stessa psichiatria. anche per questo motivo la grande riforma della psichiatria, che coinvolse tut- ta l'europa, iniziò più tardi in Ger- mania. appena al- l'inizio degli anni ottanta giovani psichiatri tedeschi si recarono nei grandi istituti psi- chiatrici dimenti- cati per riformarli e molti di loro ri- conobbero che una riforma senza fare i conti col passato non era possibile. e così ebbe inizio un processo di docu- mentazione e riflessione che dura sino ad oggi e di cui la mostra t4 è testimone. all'iniziativa del 24 gennaio ha par- tecipato anche Alice Ricciardi von Platen, autrice del libro Il na- zismo e l'eutanasia dei malati di men- te che ha raccontato la storia em- blematica di questa pubblicazione.. La von Platen, con Fried mielke, era stata incaricata di far parte di una commissione di osservatori al processo di norimberga ai medici nazisti. La commissione, voluta dal- l'Ordine dei medici della Germania occidentale, presieduta da alexan- der mitscherlich dell'università di Heidelberg, aveva raccolto e ordi- nato una numerosa documenta- zione sull'eutanasia psichiatrica at- traverso la costante presenza alle udienze nel corso di sette mesi. Le relazioni predisposte dalla com- missione non incontrarono il favo- Il 27 gennaio si è celebrata la Giornata della Memoria, per ricordare i crimini compiuti nei campi di sterminio nazisti. Vogliamo ricordare anche le decine di migliaia di persone uccise solo perché disabili, pubblicando la storia di questi crimini dimenticati, anche con le parole di coloro che hanno contribuito a riportarli alla luce dopo più di quarant’anni. crimini dimenticati Silvia Cutrera AP “IL NOTIZIARIO” gIORNATA deLLA memORIA Gli autobus che trasportavano gli internati nell’operazione Aktion T4 “Un malato genetico costa fino al raggiungimento dei 60 anni in media 50.000 marchi”, da un manifesto del 1936. “La Legge sulla sterilizzazione del 1933 indusse 375.000 tedeschi a sterilizzarsi per prevenire l'insorgenza di malattie ereditarie” “La popolazione sapeva perfettamente ciò che stava succedendo nelle cliniche psichiatriche” Inserto del Numero 1 Febbraio 2006
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Settembre/Dicembre 2005

Aderente alla FAIP - Federazione Associazioni Italiane Paraplegici

ASSOCIAZIONE PARAPLEGICI DI ROMA E DEL LAZIO - ONLUS

nel 1920 l'avvocato Karl Binding elo psichiatra forense alfred Hochein un conciso libro nel quale conia-rono l'espressione "vita indegna diessere vissuta" affermavano che gliindividui cosiddetti "zavorra" cioèle persone che erano un peso perla comunità dovevano essere eli-minati. Sostenneroche i malati incu-rabili e i ritardatimentali costavanomilioni di marchi eoccupavano mi-gliaia dei già scarsiposti letto inospedale: i medicidovevano avere ilpermesso di sop-primerli.Queste tesi nontrovarono spaziodurante la repub-blica di Weimar, lacostituzione del 1919 contenevanumerose dichiarazioni di princi-pio sull'importanza della famiglia,sulla necessità di sostenerla, suldovere del governo di tutelare igiovani, sul diritto al lavoro deicittadini e sull'obbligo dello Statodi garantire a tutti un'abitazionedignitosa.tali principi furono trasformatinelle leggi per il Sostegno e forma-zione professionale per gli invalididi guerra (1920), assistenza ai gio-vani (1922), istituzione dei tribu-nali minorili (1923), assistenzapubblica ai poveri (1924), Fondoper l'indennità di disoccupazione(1927).ma in seguito alla Prima Guerramondiale il numero di persone cheavevano bisogno di un sostegnoera imponente, e per raggiungerequesti obiettivi il governo aumentòle tasse ai cittadini più abbienticreando malcontento.tra il 1914 e il 1923 il sistema pre-videnziale fece aumentare l'appara-to burocratico del 40% causandoun aumento del volume del denarocircolante, una riduzione dei paga-menti previdenziali e tagli del per-sonale nelle istituzioni assistenziali.chi richiedeva sussidi doveva sot-toporsi ad una lunghissima serie diaccertamenti e l'amministrazionedella previdenza sociale divenneben presto uno strumento di dis-criminazione e controllo: i suoi fun-zionari dichiaravano ai richiedentiche avrebbero ricevuto solo il mi-nimo cui avevano diritto e condu-cevano invadenti indagini sulla lorosituazione personale per accertarsiche tale diritto esistesse.

il divario tra promesse e realtà del-la repubblica di Weimar fece dimi-nuire la legittimità della costitu-zione.Le teorie dell'igiene razziale, dellabiologia sociale ed ereditarietà in-fluenzarono le nuove politiche. Siintendeva affrontare l'emarginazio-

ne sociale elimi-nando comporta-menti devianti e icrimini e si riceve-va, per ciò, l'ap-poggio dagli entisanitari ed assi-stenziali.Le questioni steri-lizzazione ed euta-nasia rimasero co-munque, negli anniventi, a livello di di-battito.con l'ascesa diHitler al potere

nel 1933 le teorie utilitaristiche siunirono a quelle della costruzionedi una razza superiore traducen-dosi nella Legge sulla sterilizzazionedel 14 luglio 1933 che indusse375.000 cittadini tedeschi a steri-lizzarsi per "prevenire le nuove ge-nerazioni dall'insorgenza di malat-tie ereditarie". il programma euge-netico proseguì nel 1939 con l'eli-minazione di neonati deformi esuccessivamente nell’Operazionet4, ovvero l'uccisione nelle came-re a gas degli adulti disabili. dal settembre 1941 fino al 1945l'omicidio delle persone disabili ri-coverate negli istituti continuò conaltri mezzi: pastiglie, iniezioni, dieteda fame.

il prof. Michael von Cranach,primario dell'ospedale psichiatrico

di Kaufbeuren intervenuto al con-vegno Crimini dimenticati svoltosi loscorso 24 gennaio all'auditoriumdi roma in occasione della ricor-renza del Giorno della memoria,ha presentato la mostra AktionT4 che documenta quel periodo. il testo che segue riproduce inbuona parte il discorso del prof.von cranach.

Ogni quattro anni si riuniscono, damolto tempo, gli psichiatri di tuttele nazioni nell'ambito di un con-gresso mondiale. Quando nel1999 questo congresso avrebbedovuto avere luogo ad amburgo,per la prima volta in terra tedescadopo la seconda guerra, la Societàtedesca di Psichiatria decise, nonsenza qualche insicurezza ed esita-zione, di preparare una mostra,che prendesse posizione su quan-to accadde allora. michael voncranach ricevette l'incarico di or-ganizzarla e si diede l'obiettivo direalizzare tre finalità. Primo, si sarebbe raccontato ciòche allora accadde, come 170.000persone malate di mente venneroassassinate nell'arco di sei anni. Percitare alexander mitscherlich, unodei pochi medici tedeschi che, neldopoguerra, cercò, a dire il vero in-vano, di portare alla luce questastoria, furono codesti delitti "diuna tale scatenata e nello stessotempo burocraticamente organiz-zata cattiveria e brutalità, che nes-suno può leggerne a riguardo sen-za provare la più profonda vergo-gna". il prof. von cranach decise dinarrare la storia attraverso docu-menti e testimonianze, perchémancavano le parole per descrive-re l'orrore.

Secondo, la mostra sarebbe servitaa ricordare le vittime e a restituirloro la dignità sottrattagli. e terzo,avrebbe dovuto dimostrare che,dopo tanti anni di silenzio, la psi-chiatria e l'opinionepubblica si confron-tavano con questopassato.Già nel dopoguerrale forze di occupa-zione degli alleati siresero conto benpresto di ciò cheera accaduto e cer-carono di docu-mentare tali eventi.nel processo diNorimberga aimedici nazisti, alcuni degli organiz-zatori principali vennero denuncia-ti e condannati. a livello locale inmolti luoghi venne sospeso il diret-tore medico responsabile e inol-trate delle pratiche giudiziarie. i di-retti coinvolti - medici, infermieree infermieri - si difesero con il fattodi avere agito per ordine dei lorosuperiori e non vennero condan-nati. dai documenti di questo pe-riodo risulta che la popolazionesapeva perfettamente ciò che stavasuccedendo nelle cliniche psichia-triche. allorché un ufficiale ameri-cano, per le strade di Kaufbeuren,chiese ad un giovane cosa fossequel grande edificio ai margini dellacittà, questi rispose: "Là è dove liammazzano". Quando alla fine degli anni quaran-ta la giustizia tornò in mani tede-sche, si perse interesse a persegui-re i responsabili e a rendere pub-blico quanto era avvenuto. Vennerocondotti solo alcuni processi, ove icolpevoli ricevettero pene lievi o il

condono. L'accaduto fu rimosso,dimenticato, e con esso le vittimee la stessa psichiatria. anche perquesto motivo la grande riformadella psichiatria, che coinvolse tut-

ta l'europa, iniziòpiù tardi in Ger-mania. appena al-l'inizio degli anniottanta giovanipsichiatri tedeschisi recarono neigrandi istituti psi-chiatrici dimenti-cati per riformarlie molti di loro ri-conobbero cheuna riforma senzafare i conti col

passato non era possibile. e cosìebbe inizio un processo di docu-mentazione e riflessione che durasino ad oggi e di cui la mostra t4 ètestimone.

all'iniziativa del 24 gennaio ha par-tecipato anche Alice Ricciardivon Platen, autrice del libro Il na-zismo e l'eutanasia dei malati di men-te che ha raccontato la storia em-blematica di questa pubblicazione..La von Platen, con Fried mielke,era stata incaricata di far parte diuna commissione di osservatori alprocesso di norimberga ai medicinazisti. La commissione, voluta dal-l'Ordine dei medici della Germaniaoccidentale, presieduta da alexan-der mitscherlich dell'università diHeidelberg, aveva raccolto e ordi-nato una numerosa documenta-zione sull'eutanasia psichiatrica at-traverso la costante presenza alleudienze nel corso di sette mesi.Le relazioni predisposte dalla com-missione non incontrarono il favo-

Il 27 gennaio si è celebrata la Giornata della Memoria, per ricordare i crimini compiuti nei campi di sterminio nazisti.Vogliamo ricordare anche le decine di migliaia di persone uccise solo perché disabili, pubblicando la storia di questi crimini dimenticati,

anche con le parole di coloro che hanno contribuito a riportarli alla luce dopo più di quarant’anni.

crimini dimenticatiSilvia Cutrera

AP

“IL NOTIZIARIO”

gIORNATA deLLA memORIA

Gli autobus che trasportavano gli internati nell’operazione Aktion T4

“Un malato genetico costa fino al raggiungimento dei 60 anni in media50.000 marchi”, da un manifesto del 1936.

“La Legge sullasterilizzazione del1933 indusse375.000 tedeschi asterilizzarsi perprevenirel'insorgenza dimalattieereditarie”

“La popolazionesapevaperfettamente ciòche stavasuccedendo nelleclinichepsichiatriche”

Inserto del Numero 1 Febbraio 2006

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Il ricordo dell’olocausto delle persone disabili, oggetto del convegno di Roma del 24 genna Nel corso dei secoli la disabilità è stata vista in modo diverso dalle differenti epoch

E anche quando si è passati dalla filosofia alla scienza le

Luisella Bosisio Fazzi Presidente del Consiglio Nazionale sulla Disabilità

febbraio  2006IL NOTIZIARIO

II

olocausto

re delle riviste mediche specialisti-che e, più in generale, dell'editoria;e quando l'editore dei Quaderni diFrancoforte decise di accogliere illavoro della von Platen in forma diautonoma monografia, in un'edi-zione arricchita dall'analisi delladocumentazione relativa ai pro-cessi celebrati a Francoforte neiconfronti del personale impiegatonei centri di uccisione, le tremilacopie stampate non ebbero alcunadiffusione.il ruolo degli psichiatri e dei medi-ci coinvolti nell'operazione t4rappresentava un tema che nonincontrava il favore della comuni-tà scientifica tedesca che cercavanel silenzio piuttosto che nel cri-tico confrontooccasione dioblio e di libera-zione dall'in-gombrante escomodo pesomorale della vi-cenda storico-politica.Occorreràaspettare ben 45anni perchél'ambiente cultu-rale, e in parti-colare quellopsichiatrico, ri-scopra ragioni diinteresse al te-ma e, conseguentemente, di rivalu-tazione del libro della von Platen.La seconda edizione del libro, del1993, coincide in Germania con ilconsolidarsi del vivace interesseper i problemi della bioetica cheera cominciato ad emergere giàdagli anni ottanta. La testimonianzadell'autrice riferisce di un mutatoclima intellettuale, forse di un di-verso atteggiamento culturale dimedici che non avevano vissuto laterribile tragedia e che, forse perquesto, percepivano come estra-neo e lontano il senso di colpa deiloro padri.nel 2000 il libro è tradotto e pub-blicato in italia e documenta, oltreai tragici avvenimenti, il silenzio e larimozione dalla memoria.

Le persone disabili uccise duranteil nazismo sono le meno visibilinella macabra statistica delle vitti-me del terzo reich, rappresentanoi sommersi ma non hanno neanchetestimoni tornati per raccontarepubblicamente della loro terribileesperienza. Poche persone disabilitestimoniarono ai processi per cri-mini di guerra, erano persone ste-rilizzate contro la propria volontà,persone che avevano vissuto annidi terrore e violenze.non abbiamo le memorie di nes-suno dei sopravvissuti al pro-gramma di eutanasia. è stato possi-bile ricostruire una narrazione del-la loro esperienza solo sulla basedei documenti e dei verbali deiprocessi del dopoguerra. Solo di

recente, in Germania, sono statepubblicate alcune storie individualidelle vittime, alcune testimonianzeorali e lettere private dei loro pa-renti.

Le persone con disabilità, sia men-tale che fisica, rappresentano ungruppo sociale dolorosamentestigmatizzato, tanto è vero che nonhanno suscitato l'interesse dellastoriografia.ci si oppone ad ogni forma di dis-criminazione basata su razza,sesso e orientamento sessuale, maè ancora diffuso il pensiero che siagiusto un trattamento differenzia-to nei confronti di coloro che so-no diversi "per natura". ma è ben

noto che unhandicap nonesiste semplice-mente "per na-tura", diventatale quando lasocietà lo trattain un determi-nato modo. Se si considerala disabilità unacondizioneumana "atipica"noi, personedisabili, diventia-mo di conse-guenza soggetti"anormali", le

mele marce che nel cestino pos-sono contaminare quelle buone. nella maggior parte delle societàcontemporanee vige quella che èstata definita la tirannia della perfe-zione: la presenza delle personedisabili è tollerata, ma si avverte unsenso di disagio. rappresentiamola fragilità e manchevolezza dellacondizione umana.Vedere, udire, muovere gli arti, vi-vere nel mondo insieme ad altriesseri umani sono cose ragionevolia cui mirare quando si riflette sul-l'assistenza che dovrebbe esserepromossa dal sistema.Se un individuo ha una mobilità ri-dotta o non può esercitare altreattività a causa di un deficit, la so-cietà può e deve riorganizzare ilfunzionamento dell'ambiente so-ciale, educativo e politico per ov-viare a tali difficoltà.Le scale, la segnaletica, i telefoninon sono fatti scontati o naturaliper tutti, ma comportano conse-guenze gravi per chi è in sedia arotelle, per chi è cieco, sordo oaltro.Si sono così creati due mondi di-stinti: quello pubblico dei cittadininormali e il mondo nascosto dellepersone disabili considerate privedel diritto di abitare il mondopubblico.noi rivendichiamo il diritto di vi-vere nel mondo e vogliamo parte-cipare alla vita politica e sociale,sappiamo di poter essere compe-tenti e produttivi se inseriti in am-bienti socialmente ricettivi.

"Vi sono memorie difficili da trasmet-tere...", scrive Silvia cutrera nel pre-sentare la bella iniziativa del 24 gen-naio, con la quale l'agenzia per la Vitaindipendente e il comune di romahanno inteso ricordare degnamentele vittime con disabilità del nazismo,ma noi - aggiungo - abbiamo il doveredi riportarle alla luce. anche se sonoterribili, anche se il ricordo ci scon-volge e ci disturba... Qui però riparlare di quei fatti miserve per tentare una riflessione sul-l'insegnamento che la storia stessapropone all'umanità e come essa sisia rapportata alla disabilità.non voglio certo con questo "ruba-re il mestiere" agli storici, ma soltan-to cercare di mettere a frutto unaserie di ricerche personali, svolte inoccasione di un convegno, quando,ripercorrendo le epoche passate allaricerca della disabilità, ho trovato so-lo il concetto di non disabilità, ovve-ro la non citazione della disabilità co-me condizione umana e quindi comepossibilità di una sua elaborazione dipensiero.credo in sostanza che le personecon disabilità non abbiano mai potu-to raccontare la loro storia e ogginoi conosciamo il loro passato soloattraverso gli occhi di quanti hannoscritto di loro.

Nell'antica Greciain Grecia era diffusa la concezione se-condo cui solo il kalòs, vale a direl'uomo sano e bello, può essere aga-thòs, buono; a tal punto che spessokalòs va tradottocon "buono" ancorpiù che con "bello".ne consegue cheogni malattia aveva"qualcosa di immora-le".il greco riteneva chela bontà, come la bel-lezza e la salute, fos-sero "proprietà na-turali" e che la mal-vagità, la bruttezza ela malattia fossero inun certo senso "in-naturali".nessuno stupore quindi sulle regoleche Licurgo aveva imposto a Sparta,dove una commissione governativa -una volta esaminati i neonati - facevalanciare "i minorati" dal picco del

taigeto e dormire gli altri all'aperto,anche d'inverno, in modo che solo ipiù robusti sopravvivessero.Questo passaggio è quanto mai inte-ressante perché, dotando l'uomo diun'immoralità dovuta alla malattia,riconosce l'esistenza stessa di que-st'ultima. Quella che non veniva ri-conosciuta come propria dell'uomoera la disabilità, percepita come unasorta di condizione impossibile, ne-

gando così l'esistenza stessa di chine fosse affetto.Su questa base si può affermare che lacultura greca sia agli antipodi di quella

moderna. Per un gre-co, infatti, era natura-le che le cose fosse-ro sane e ciò che ri-chiedeva una spiega-zione era il fatto chea volte "si ammalas-sero"; l'uomo mo-derno, al contrario,crede (ma sarà ve-ro?) che la malattiasia perfettamentenaturale, mentre nonè naturale e va consi-derato come un pu-

ro concetto ideale lo stato di "perfet-ta salute".Questa affermazione potrebbe basta-re ad introdurre il concetto di appar-tenenza della disabilità all'umanità, mapurtroppo non sempre è stata suffi-

ciente, anzi la storia non ha mai "cita-to" le persone con disabilità, se nonper proporne l'eliminazione o, quan-do non vi è riuscita, delle giustificazio-ni alla loro esistenza.

Dal Medioevo in poinel medioevo, per giustificare la na-scita di un bambino disabile, si accusa-vano le streghe di aver rapito nellanotte, dalla culla, il "bambino bello",

sostituendolo con un loro figlio "brut-to". e così magari si accendeva un belrogo con la sfortunata di turno...nel 1685, poi, il famoso chirurgo pari-gino François mauriceau, nel Trattatodelle Malattie delle Donne Gravide e In-fantate, al capitolo XXXiX (Del modod'impedire ch' i fanciulli non divenghinoloschi, storti, gobbi, ò zoppi), racconta:"S'impedirà che non venghino loschi,se si darà loro una nodrice ch'abbia lavista dritta, acciò che non pigli quell'a-bito in caso, che ella fosse tale; [...] Sequalche membro avesse qualche catti-va figura, bisognerebbe accomodarlacon fascie. [...] Quando il petto, ò laspina del dorso fosser torte, gli si fa-ranno giupponcini d'osso di balena, dilatta, ò d'altro, acciò possino pigliar lalor forma naturale".tali "conoscenze" sulla fisiologia delcorpo umano si può dire siano giuntefino ai giorni nostri quasi intatte, insie-me alle conoscenze sulle origini e lecause della disabilità che comunqueera intesa come una malattia.Solo con l'applicazione delle scoperterelative alle strumentazioni di osser-vazioni, all'evoluzione della medicinaverso la biologia, la genetica e la psi-chiatria, con i progressi della fisica edella chimica, si sono aperti numerosi"varchi" sull'uomo, tanto che il Sette-cento è stato dominato dalle ricerchee dalle scoperte che queste hannoportato.

La scoperta dei cromosomiSi sono cominciati ad esaminare i cro-mosomi umani a partire dalla fine delXiX secolo (la stessa parola, il cui si-gnificato è "corpi colorati", risale al1888) e i metodi di osservazione so-no a lungo rimasti poco efficaci. Finoal 1952, ad esempio, si pensava chepossedessimo 48 cromosomi, anzichéi 46 che ora sappiamo (22 paia, più 2cromosomi sessuali, XX per la donna,XY per l'uomo).Le tecniche di colorazione, poi, che

“Non abbiamo lememorie di nessunodei sopravvissuti alprogramma dieutanasia. È statopossibile ricostruirela loro esperienzasolo sulla base deidocumenti deiprocessi”

“In Grecia eradiffusa laconcezionesecondo cui solo ilkalòs, vale a direl'uomo sano ebello, può essereagathòs, buono”

La camera a gas del manicomio di Bernburg, vicino Magdeburgo.Qui furono uccise 8.600 persone durante l’AT4, 5.000 nella 14f13, dal ‘40 al ‘43.

Malati psichiatrici ebrei nel campo di sterminio di Buchenwald.Durante l’Aktion 14f13, dal 1941, lo sterminio continuò anche nei campi.

nOn c’è StOria Senza etica

L’ex prigione di Brandenburgo, vicino a Berlino, dove oltre 9.000 persone disabili furono uccise con il gas e cremate nel 1940.

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dell'aktion t4, nome in codice perl'operazione di eutanasia (t4 co-me tiergartenstrasse 4, l'indirizzodi Berlino sede dell'apparato orga-nizzativo, al centro dell'elegantequartiere residenziale di charlot-tenburg e all'interno di un villinoespropriato ad un ebreo) e del-l'aktion 14F13, quella ancora piùselvaggia e segreta.in ogni caso, una volta decise lepersone da eliminare, la sede cen-trale di Berlino preparava delle li-ste di trasferimento che inviava aisingoli istituti, avvertendo che sipreparassero i malati per la par-tenza. il giorno stabilito si presen-tavano quindi gli uomini della "So-cietà di Pubblica utilità per il tra-sporto degli ammalati" che carica-vano i pazienti su grossi pullmandai finestrini oscurati e li traspor-tavano in uno dei sei centri di eli-minazione: Grafeneck, Bernburg,Sonnenstein, Hartheim, Branden-burg, Hadamar. in questi ultimi era-no già state predisposte delle ca-mere a gas camuffate da sale doccee dei forni crematori per l'elimina-zione dei cadaveri.

Altrove e ogginon va per altro dimenticato chein quello stesso periodo i Paesiscandinavi (danimarca, Svezia,

norvegia e Finlandia)emanarono leggi nonmolto diverse daquelle tedesche.chiaramente essenon portarono all'eli-minazione fisica dellepersone né a perse-cuzioni, ma anche quil'obiettivo era quellodi migliorare la quali-tà genetica della po-polazione, ciò che hacomportato fino aglianni Sessanta la steri-lizzazione più o menoforzata di decine dimigliaia di persone.né si dimentichi che

negli Stati uniti, fino al 1949, furo-no praticate in tutto 50.000 steri-lizzazioni.il ricordo di tutti questi fatti marca

febbraio  2006IL NOTIZIARIO

fanno apparire alternativamente ban-de chiare e scure sui cromosomi uma-ni, permettendo così di identificarlicon maggior chiarezza, sono apparsesolo nel 1970.Si pensi che l'emofilia, conosciuta daben due secoli, non comparve nellagenetica - nonostante il carattere ere-ditario fosse noto dal Settecento -perché il modo di trasmissione erasconosciuto e solo con la scoperta

del funzionamento dei cromosomi ilmistero poté essere risolto.Oggi le nuove conoscenze e i progressidella genetica stanno dando molte ri-sposte ai quesiti dell'uo-mo moderno che vedefinalmente la ragione ela qualità del suo esiste-re. ma l'evoluzione delleconoscenze non sem-bra aver toccato mini-mamente le personecon disabilità che anzinella genetica hannotrovato altri pericoliben più gravi di quellipatiti ai tempi dell'igno-ranza.Basta ripercorrere rapi-damente la storia dellagenetica nel primo novecento pertrarre le debite conclusioni...

Quando la scienza fa male...Precedentemente alla prima guerramondiale un certo alexis carrel pub-blica il libro L'Uomo, questo sconosciuto,ove afferma che la medicina sbaglia nelcercare di "migliorare gli individui diqualità scadente e che occorre abban-donare l'idea pericolosa di limitare iforti, elevare i deboli, e far così cresce-re il numero dei mediocri". Si tratta diun libro del 1912 che viene ancorapubblicato ai giorni nostri.e che dire del signor charles richet,premio nobel, autore della SelectionHumaine, che nel 1913 chiedeva le se-guenti disposizioni costrittive: "con-trollo dei matrimoni e sterilizzazionedei portatori di geni cattivi, gobbi, zop-pi, deboli che rischierebbero di intro-durre germi nocivi in tutta la razza".dal canto suo - è storia terribilmentenota, o tale dovrebbe esserlo - il terzoreich praticò senza scrupoli l'eugeni-smo in tutte le sue possibili forme. inquesto senso si può paradossalmentedire che i lebensborn, vere e proprie"stazioni di monta per ariani" in cui nu-

merosi SS dall'aspetto fisico gradevolefecondavano "autentiche giovani don-ne germaniche", ne fossero l'aspettopiù simpatico...Le leggi eugenistiche tedesche, pro-mulgate tra il 1933 e il 1937, compor-tarono la sterilizzazione di 400.000persone. nell'operazione eutanasia,che raccolse malati mentali, personecon disabilità, persone svantaggiate ealtri "tarati", vennero assassinati alme-

no 70.000 individui in centri specializ-zati, per poi eliminarli tramite iniezionedi veleno o asfissia con gas di scarico.Parallelamente fu varata un'intensa

campagna di propagan-da destinata a convin-cere il popolo tedescodella giustezza dellasterilizzazione e del-l'eutanasia: film, grandimostre, periodici ven-nero diffusi capillar-mente e la pretesa ne-cessità di eugenismo fuprudentemente accet-tata dal resto della po-polazione.L'accanimento controla disabilità divenne unapparato che assunse

le caratteristiche e divenne la palestradei futuri stermini di milioni di ebrei ezingari iniziati nel 1942.

"Eutanasia di Stato"Si può affermare che la scienza venneusata per giustificare la "soluzione"della disabilità che, si teorizzava (ma

non solo allora), da un lato "pro-vocava sofferenze nei parenti del-la persona che ne era affetta" edall'altro sottraeva importanti ri-sorse economiche che sarebberostate più proficuamente utilizzateper le persone sane.doveva essere quindi lo Stato -arbitro della distribuzione dellericchezze - a farsi carico del pro-blema che questi malati rappre-sentavano. ucciderli avrebbe por-tato a un duplice vantaggio: porrefine alla sofferenza personale econsentire una distribuzione piùrazionale e utile delle risorseeconomiche.Per certi versi si era creato quindiun terreno favorevole ad una sor-ta di "indifferenza" al destino equindi alla morte di individui defi-niti inguaribili. in tale clima trovòterreno fertile la teorizzazione diun'"eutanasia di Stato".nel 1920 venne pubblicato il libroL'autorizzazione all'eliminazionedelle vite non più degne di esserevissute, opera dello psichiatra al-fred Hoche (1865-1943) e delgiurista Karl Binding (1841-1920)i quali svilupparono di fatto unconcetto di "eutanasia sociale". ilmalato incurabile, sostenevano,era da considerarsi non soltanto

"portatore di sofferenze perso-nali, ma anche di sofferenze socia-li ed economiche".

Lo sterminionel 1933 - lo stesso anno in cui ilregime nazista prese il potere inGermania - si ebbe l'emanazionedella Legge sulla prevenzione del-la nascita di persone affette damalattie ereditarie, seguita pocodopo da una secon-da norma per Lasalvaguardia dellasalute ereditaria delpopolo tedesco, conla quale si autoriz-zava l'aborto nel ca-so in cui uno dei ge-nitori fosse affettoda malattie eredita-rie.Per chi fosse inte-ressato ad appro-fondire questo te-ma, molto buon ma-teriale autenticopuò essere rintrac-ciato nel sito

www.olokaustos.org, dove si puòpercorrere tutto questo periodotragico e attraverso i documenticonoscere il piano organizzativo

Il ricordo dell’olocausto delle persone disabili, oggetto del convegno di Roma del 24 gennaio scorso, ha fatto nascere in Luisella Fazzi alcune riflessioni.Nel corso dei secoli la disabilità è stata vista in modo diverso dalle differenti epoche, ma sempre come facente parte dell’”anormalità”.

E anche quando si è passati dalla filosofia alla scienza le cose non sono migliorate.

“I Paesiscandinaviemanaronoleggi checomportaronofino agli anni‘60 lasterilizzazionedi decine dimigliaia dipersone”

“Il malatoincurabile era daconsiderarsi nonsoltantoportatore disofferenzepersonali, maanche sociali edeconomiche”

Urne pronte per le ceneri delle persone disabili uccise nei campi, nel 1945.

Il personale dell’operazione T4 dal ‘41 passò a quella 14F13 nei paesi occupati.Nel ‘43 molti furono mandati in Italia: nella foto il gruppo di Trieste, a S.Sabba.

olocausto

anche in italia il fenomeno dell'eugenetica trovauno spazio, seppur contenuto rispetto all'interavicenda, attraverso la storia della deportazionedei pazienti ebrei ricoverati in ospedali di Veneziae trieste.L'11 ottobre 1944, con la partecipazione dellap0lizia italiana, 5 pazienti ebrei dell'ospedale psi-chiatrico di S.clemente e 6 di quello di S. Servo-lo, a Venezia, furono prelevati per essere primacustoditi presso l'ospedale civile, poi condotti alcampo di concentramento di Birkenau. all'indomani delle leggi razziali, anche in italia ilmalato mentale, specie se ebreo, fu sottopostoad una vera e propria eutanasia sociale, né man-carono peraltro i tentativi di salvataggio da partedi sing0li operatori sanitari. dal 1938 al 1944, quando possibile, i malati ebreiveneziani furono preservati dall'accoglienza dellacasa di riposo israelita, che però nulla poté almomento della deportazione. Ben pochi dei ricoverati ebrei a S. Servolo e S. cle-mente presentavano vere e proprie patologiementali. in alcuni casi si trattava di gente perfetta-mente integrata nel tessuto sociale, come nel casodi G.r. finanche iscritto ai fasci di combattimento. Probabilmente, gli 11 deportati furono trucidatiall'arrivo a Birkenau. i loro documenti, le lorotracce, furono bruciati. Le loro vite, cancellate.come tutti i disabili, secondo i nazisti, non eranomai vissuti.

nel quadro della persecuzione ebraica a trieste,la deportazione di ricoverati dagli ospedali psi-chiatrico e maggiore e dalla Pia casa Gentilomo èun dato già noto. altre deportazioni sono stateindividuate nell'ospedale Gregoretti, da cuiemergono 39 cartelle cliniche che si concludonotutte alla voce "dimissione". La prima deporta-zione avviene nel giorno del Kippur, il 9 ottobre1943, l'ultima il 28 marzo 1944. tra i 25 ricoverati dell'ospedale psichiatrico sievidenziano due gruppi: coloro che erano già ri-coverati da lungo tempo (alcuni da prima delleleggi razziali) per motivi ordinari, circa 12 perso-ne, e coloro che furono ricoverati solo alcunimesi prima della deportazione. è ipotizzabile cheper la gran parte di loro il ricovero sia stato untentativo di protezione. La lettura delle cartelleinfatti presenta delle ambiguità ed alcune con-traddizioni (p.e. inadeguatezza delle motivazionial ricovero, genericità della sintomatologia). Può essere poi individuato un terzo gruppo,quello in cui l'insorgenza di sintomi ed il ricoveroappaiono essere in correlazione con il clima dipaura scatenato dalla caccia all'ebreo. Si deduce poi una collocazione sociale negli stra-ti economicamente e socialmente più deboli -pensionati, casalinghe - si tratta quindi presumi-bilmente di persone che non erano riuscite atrovare altre vie di scampo, per esempio con lapartenza.

aLcune StOrie itaLianeLe dePOrtaziOni daLLe Venezie

III

nOn c’è StOria Senza etica

L’ex prigione di Brandenburgo, vicino a Berlino, dove oltre 9.000 persone disabili furono uccise con il gas e cremate nel 1940.

Dino Barlaam e Silvia Cutrera

Page 4: IL NOTIZIARIO˘ gIORNATA deLLA - apromaelazio.it · 1999 questo congresso avrebbe dovuto avere luogo ad amburgo, per la prima volta in terra tedesca dopo la seconda guerra, la Societ

- per le persone con disabilità manon solo - la nuova genetica equindi anche la storia odierna co-me una nuova "deriva eugenista".Oggi si dispone di mezzi che per-mettono di valutare la "qualità ge-netica" di un embrione e addirittu-ra con le nuove tecniche di fecon-dazione è possibile individuarel'embrione migliore che sarà scel-to per essere impiantato. e ancora,i genitori possono passare in rivi-sta il pedigree degli embrioni (initalia tre embrioni, dopo la Legge40/2004) di cui dispongono perscegliere il migliore.chissà se in questo modo l'auto-nomia del futuro bambino sarà arischio e se l'intervento dei genito-ri nella definizione delle sue carat-teristiche sarà o meno una nega-zione della sua libertà e della so-vranità sul suo destino...ma che relazione può esserci trauna scelta individuale in cui la li-bertà del genitore (a scapito peròdi quella del bambino) viene ri-spettata e le pratiche di Hitler oanche quelle dei socialdemocraticiscandinavi tra le due guerre? Forsenessuna, molti invece sono i quesitie tutti aperti: di fronte a scelte dipolitica amministrativa, sapere chealcune disabilità possono essereevitate grazie alla diagnosi prenata-le che cosa comporterà? chi diràche a fronte di risorse economichesempre più esigue e a una doman-

da di salute sempre più esigente dauna parte, di consumo incontenibi-le dall'altra, non si privilegerannoquanti siano "meritevoli" di cura?chi penserà giusto prendersi inte-gralmente in carico persone la cuisopravvivenza dipenderà da com-plesse e onerose offerte di servizi?Oggi, di fronte all'esiguo numero dibambini e alle difficoltà che ancoraaffrontano i genitori che si affidanoalle tecniche di procreazione assi-stita, di fronte al tema "eutanasia"l'esigenza di qualità è consideratakalòs (cioè bella) e quindi può es-sere agathòs (buona). La geneticamoderna fornisce i mezzi per otte-nerla e questo sarà sempre più ve-ro con il progresso della cono-scenza e delle tecniche di analisi.

Non c'è storia senza eticama torniamo alla storia, da inten-dersi però, questa volta, come luo-go dove si può e si deve leggere ilpassato alla luce del presente enell'orizzonte della progettazionedel futuro.in questo senso è fondamentalecomprendere che i nostri modi diessere, di comportarci, di pensaresono il risultato di costruzioni sto-riche e che si sono sviluppati neltempo con innumerevoli modifica-zioni e trasformazioni.La lettura corretta del passato ciporta all'accettazione dei dirittiuniversali dell'uomo, del principiodel diritto individuale alla libertà ealla sovranità su se stessi, al di là diogni differenza di sesso, colore, re-

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IV

ligione, disabilità, convinzione,orientamento sessuale ecc.alla luce quindi dell'evoluzionedella nostra storia, a quali catego-rie e a quali quadri di riferimentoappartengono le persone con dis-abilità? Fanno parte della specieumana e quindi anche a loro ap-partengono i diritti umani oppure- ma lo si dica una volta per tutte -non ne fanno parte e allora questidiritti non li hanno?Le nostre elaborazioni, le nostrepercezioni sulla disabilità, i nostrimodi di essere e di espressionesono veramente il risultato dellanostra formazione storica, diun'interpretazione del passato ba-sato sul contesto storico che ha

reso possibile quei fatti? e ancora,riusciamo a far sì che la nostra in-terpretazione del passato sia do-vuta al coinvolgimento e alla mes-sa in gioco di noi stessi e dei nostripregiudizi?dobbiamo chiederci insomma se lanostra coscienza della storia abbiaavuto uno sviluppo culturale e cioèse realmente riconosciamo ad ogniindividuo, in quanto tale, dignità elegittimità e abbandoniamo il mitodell'uomo forte,bello, sano e pro-duttivo...i concetti di dirittiumani universali(cioè di tutti), cosìcome quelli di li-bertà, democra-zia, Stato di dirit-to e così via sonoil risultato di unpreciso camminostorico e appar-tengono, guardacaso, alla peculiarità della tradizio-ne della civiltà occidentale. Oggiperò la possibilità di costruireun'etica fondata sui diritti umaniuniversali deve presupporre unagaranzia di dignità umana ad ogniindividuo e una tutela in eguaglian-za di tutti gli individui.non basta dichiarare un'etica uni-versale dei diritti umani, senza pre-supporre un livello elementare dilibertà quale affrancamento dal bi-sogno e dallo sfruttamento; ed èinutile intavolare un dialogo sull'u-guaglianza, sulla responsabilità e

sulla solidarietà se non si garanti-scono le condizioni minime di so-pravvivenza e di dignità umana.La storia non può essere separatadall'etica e questa unione è utile alfuturo, un futuro che deve diventa-re il nostro punto di riferimentodell'agire e del progettare. inoltre,ogni azione, gesto, scelta compiutada ciascun uomo, anche la più insi-gnificante, ha un peso e un valoretale per cui ognuno di noi è sem-pre responsabile per tutti gli altriuomini, presenti e futuri.

In conclusionePer caso mi sono imbattuta in unafrase di J. Bélodarvskij: "La filosofiaè la vigilanza che l'umanità esercitasu se stessa per non cadere in unacondizione di vita subumana".Parafrasando questa affermazione,mi sento di sostenere che la for-mazione di una coscienza storica eculturale è la vigilanza che l'umani-tà può fare su se stessa per poterdare un significato al futuro.a me, cristiana, piace citare ancheun'altra fonte poetica che può indi-carci il percorso della lettura dellastoria dell'uomo ed è infatti lo stu-pore che fa esclamare il salmistadavanti al mistero della grandezzadell'uomo: "che cosa è l'uomoperché te ne ricordi e il figlio del-l'uomo perché te ne curi? eppurel'hai fatto poco meno degli angeli,di gloria e di onore lo hai corona-to; gli hai dato potere sulle operedelle tue mani, tutto hai posto sot-to i suoi piedi" (Sal 8, 5-7).e ancora nel Salmo 138: "Sei tu chehai creato le mie viscere e mi haitessuto. ti lodo, perché mi hai fattocome un prodigio; sono stupendele tue opere, tu mi conosci fino infondo. non ti erano nascoste lemie ossa quando venivo formatonel segreto, intessuto nelle profon-dità della terra. ancora informe mi

hanno visto i tuoiocchi e tutto erascritto nel tuo li-bro; i miei giornierano fissati,quando ancoranon ne esistevauno".

Bibliografia:- d. Gracia, Fonda-menti di bioetica,edizioni San Pao-lo.

- aa.VV., Il sapere dei diritti umaninel disegno educativo, Quaderni2002, n. 5; cattedra uneScO "di-ritti umani, democrazia e pace",università degli Studi di Padova.- B. Jordan, Gli impostori della geneti-ca, einaudi.- B. ehrenreich, d. english, Witches,Midwives and Nurses, the FeministPress at the city university ofnew York.- c. corsolini, Bioetica, diritti umanie disabilità, Saggi Ghedini editore.(da Superando.it)

Il crematorio del castello di Hadamar in azione. Qui si uccise fino al 1945.

II dott. Ernst Wentzler della Commissione per le malattie genetiche al lavoro

“Dobbiamochiederci serealmentericonosciamo adogni individuo, inquanto tale, dignitàe legittimità”

in un tempo in cui la polizia egli organismi di indagine deipaesi occidentali sono alla ri-cerca degli estremisti islamici,e in cui stati e formazioni isla-miche di vario genere reagi-scono alla pubblicazione di vi-gnette offensive del profetamaometto e della fede islami-ca, la creazione, in italia, di una"consulta islamica" può esse-re additata come un'iniziativaefficace per raggiungere e in-crementare una convivenzapluralista e solidale nella no-stra società.La costituzione della consultaislamica è stata annunciata inquesti termini, lo scorso 30 no-vembre, dal ministro degli in-terni Giuseppe Pisanu: "Laconsulta islamica è per noi lamano che tendiamo agli islami-ci moderati per procedere in-sieme sulla via dell'integrazio-ne, anche per contrastare insie-me l'estremismo e la violenza". L'organismo è formato da se-dici persone, fra cui quattrodonne, provenienti da diversenazionalità, in corrispondenzacon il pluralismo di provenien-za degli islamici presenti in ita-lia. un dossier della caritasdel 2004 segnalava circa nove-centomila immigrati musul-mani, provenienti in propor-zioni notevoli da oltre diecinazioni diverse. di conseguenza,il contributo piùimportante chedarà la consultasarà certamentequello del dialogocon gli organiamministrativi egovernativi, con la cultura, lascuola e la società italiana nelsuo insieme. La consulta potrebbe costi-tuire anche un'occasione didialogo fra le diverse compo-nenti dello stesso mondo isla-mico. Fra i suoi membri infattisono presenti un esponentedella coreis (comunità reli-giosa islamica) uno della Legamondiale musulmana e unodella ucoii (unione delle co-munità e Organizzazioni isla-miche d'italia), formazioni frale quali il dialogo è pressochéassente. La ragione di questamancanza di contatti e di dia-logo va ricercata nel fatto chementre l'ucoii è consideratavicina ai movimenti fondamen-talisti islamici e ad Hamas, lacoreis fa riferimento a espo-nenti religiosi che ruotano in-torno alle moschee, e la Legamondiale musulmana si ponesoprattutto come espressionedella società civile, che incre-menta la cultura e le espres-sioni dell'islam nella vita quoti-diana, senza essere necessaria-mente legata alle moschee ealle pratiche religiose. tuttavia, anche i componentipiù laici della consulta sonomolto sensibili alla promozio-ne della cultura islamica in ita-lia, come asserisce il giornalistaitaliano di origine pachistanaeyaz ahmed: "La presenza dipersone laiche in questo orga-nismo è molto importante. iosono laico. ma insisterò sulla

promozione della cultura isla-mica, perché l'islam non è solonelle moschee: è nella vita so-ciale e culturale delle personeche vivono in italia. io sonocontro la scuola islamica, maanche la scuola pubblica italia-na non mi offre niente dal pun-to di vista della mia cultura diorigine". L'ambasciatore mario Scialoja,presidente della sezione italia-na della Lega mondiale musul-mana, ha sottolineato la neces-sità di formare in italia i nuoviimam, "per avere delle guidereligiose che possano svolgereuna funzione di mediazioneculturale per gli immigrati mu-sulmani che arrivano nel no-stro Paese". Le componenti più caratteriz-zate dall'impegno religioso, ol-tre il dialogo hanno molto acuore anche la stipula di un'in-tesa con lo Stato italiano - ciòche hanno già raggiunto l'u-nione delle comunità israeliti-che, diverse denominazionievangeliche e altre minoranzereligiose. Lo ha ribadito moha-med nour dachan, presidentedell'ucoii, il quale ha rilevatoche fanno parte della sua asso-ciazione oltre cento centri is-lamici. è chiaro che la consultanon può sostituirsi all'intesa,come ha notato ancora mario

Scialoja, ma puòaprire la stradaper raggiungereanche questoobiettivo. anche da partedi esperti ester-ni alla consultasono state

espresse valutazioni molto po-sitive. il sociologo Fouad allamsottolinea la diversa formazio-ne culturale dei componentidella consulta, e al tempo stes-so l'assenza, al suo interno, diuna figura di spicco nell'ambitodella cultura teologica "che siacapace di formulare rispostesu problemi relativi all'inter-pretazione coranica". Fouadallam si è espresso anche sullapresenza di un esponente del-l'ucoii nella consulta: "è me-glio averlo dentro che fuori -ha detto il sociologo - altri-menti una sua esclusioneavrebbe radicalizzato ulterior-mente le posizioni". Le aspettative riposte sullaconsulta islamica e su quantopotrà contribuire ai rapportifra l'islam e la società italianasono molte, e si rivelano sem-pre più urgenti, soprattutto inun momento in cui le reazionialla pubblicazione di vignetteritenute offensive del profetamaometto incidono in manie-ra pesante sui rapporti diplo-matici fra i paesi occidentali e igoverni islamici. Purtroppo,come hanno notato molti, lascadenza elettorale è moltovicina, e ci potrebbe essere ilpericolo che, con il cambio digoverno, venga sciolta anche laconsulta islamica. Speriamoche questo non accada, e chela consapevolezza della suafunzione sia tenuta presenteanche dal futuro ministro del-l'interno, chiunque sia.

Per una PreSenza POSitiVadeLL’iSLam in itaLia

“Un’iniziativaefficace per unaconvivenzapluralista”

Cesare Milaneschi


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