+ All Categories
Home > Documents > «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

«Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Date post: 03-Mar-2016
Category:
Upload: il-nuovo-amico
View: 220 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
Description:
«Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013
20
Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano Antifurto - Antincendio TVCC - Videocontrollo Cotrollo Accessi Cablaggio Strutturato Impianti telefonici Automazioni FAAC Portoni Sezionali Preventivi e sopralluoghi gratuiti Assistenza tecnica 24 ore su 24 0721 - 851005 Fano SETTIMANALE D’INFORMAZIONE DIOCESI DI: PESARO • FANO • URBINO FONDATO NEL 1903 17 MARZO 2013 ANNO 110 • N. 11 Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 N. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro facebook.com/ilnuovoamico € 1,00 amico il nuovo www.ilnuovoamico.it COPIA OMAGGIO IFI S.p.A. - Sede e Showroom Strada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - info@ifi.it il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar. il bar diventa accessibile. start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro. 5.959 + iva Prezzo al pubblico start up basic da 3 mt. Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco. Inclusi 3 anni di garanzia H abemus Papam. La grande e felice sorpresa non è stata quella di averlo, ma di averlo così come si è presentato, nella semplicità e soprattutto nella novità tanto corrispondente alla ‘Nuova Evangelizzazione’. Il suo nome è Francesco che rimanda al saio del Santo di Assisi e alla virtù di ‘Sorella povertà’. “Sono il vostro vescovo”, il vescovo della Chiesa di Roma che, in unione a tutte le Chiese sorelle del mondo, è in cammino nell’unità. Prima di benedire ha voluto essere benedetto dai suoi fedeli ed ha esteso la benedizione a tutte le Chiese del mondo, con un certo impaccio sentendone forse la responsabilità ed anche la volontà di sentirsi servo. Don Raffaele Mazzoli www.arpaitalia.com L’arte dell’accoglienza Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU ) Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected] FRANCESCO
Transcript
Page 1: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Antifurto - AntincendioTVCC - Videocontrollo

Cotrollo AccessiCablaggio Strutturato

Impianti telefoniciAutomazioni FAACPortoni Sezionali

Preventivi e sopralluoghi gratuiti

Assistenza tecnica24 ore su 24

0721 - 851005 Fano

Antifurto - AntincendioTVCC - Videocontrollo

Cotrollo AccessiCablaggio Strutturato

Impianti telefoniciAutomazioni FAACPortoni Sezionali

Preventivi e sopralluoghi gratuiti

Assistenza tecnica24 ore su 24

0721 - 851005 Fano settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano • urbino fondato nel 1903

17 marzo 2013 • Anno 110 • N. 11 • Spedizione in abb. post. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Pesaro • facebook.com/ilnuovoamico € 1,00

amicoil nuovoww

w.il

nuov

oam

ico.

it •CoPIa omaGGIo

IFI S.p.A. - Sede e ShowroomStrada Selva Grossa 28/30 - Zona Case Bruciate - 61010 Tavullia (PU) - Italy - Tel. +39 0721 20021 - Fax +39 0721 201773 - www.ifi.it - [email protected] il tuo talento, il tuo futuro, il tuo primo bar.

il bar diventa accessibile.start up è un servizio bar essenziale e basilare, che permette a chiunque di creare il proprio locale. Un’opportunità per i giovani e per chi sceglie di investire su sé stesso e sulla propria voglia di futuro.

€ 5.959 + ivaPrezzo al pubblico start up basic da 3 mt.Tale prezzo include, per il mercato italiano, il trasporto e la consegna in loco.Inclusi 3 anni di garanzia

Habemus Papam. La grande e felice sorpresa non è

stata quella di averlo, ma di averlo così come si è presentato, nella semplicità e soprattutto nella novità tanto corrispondente alla ‘Nuova Evangelizzazione’. Il suo nome è Francesco che rimanda al saio del Santo di Assisi e alla virtù di ‘Sorella povertà’. “Sono il vostro vescovo”, il vescovo della Chiesa di Roma che, in unione a tutte le Chiese sorelle del mondo, è in cammino nell’unità. Prima di benedire ha voluto essere benedetto dai suoi fedeli ed ha esteso la benedizione a tutte le Chiese del mondo, con un certo impaccio sentendone forse la responsabilità ed anche la volontà di sentirsi servo.

Don Raffaele Mazzoli

www.arpaitalia.com

L’arte dell’accoglienza

www.arpaitalia.comL’arte dell’accoglienza

Arpa Italia Srl - Via delle Betulle, 6 - 61122 Pesaro ( PU )Tel. + 39 0721 405274. Fax + 39 0721 259164 [email protected]

Francesco

Page 2: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Chiesa e Mondo17 marzo 20132 amicoil nuovo• •

Aut. n. 83/85 Trib. di PesaroIL NUOVO AMICO RISPETTA L’AMBIENTE. STAMPIAMO SOLO SU CARTA RICICLATA.

REDAZIONE CENTRALE:Raffaele Mazzoli – Direttore - Ernesto Preziosi - Direttore ResponsabileRoberto Mazzoli - Caporedatt. CentraleGastone Mosci – Incaricato dei rapporti con la Regione MarcheVia del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) - Tel. 0721/64052 Fax 0721/69453e-mail: [email protected]

Redazione di Pesaro: Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU) Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453e-mail: [email protected] Alvaro Coli – Responsabile diocesano.

Redazione di Fano: Via Roma 118 - 61032 FANO (PU) - Tel. 0721/802742 (dir.) - 803737 - Fax 0721/825595e-mail: [email protected]

Redazione di Urbino: Via BeatoMainardo, 4 - 61029 URBINO (PU)Tel. e Fax 0722/378395e-mail: [email protected]. Giancarlo Di Ludovico – Responsabile diocesano

EDITORE: Cooperativa Comunicare - Via del Seminario, 4 - 61121 PESARO (PU). Tel. 0721/64052 - Fax 0721/69453.Amministratore Unico: Marco Farina Presidente Cooperativa Comunicare

STAMPA: Galeati Industrie Grafiche/ImolaGRAFICA: arti grafiche pesaresi srl/pesaroLa testata “Il Nuovo Amico” fruisce dei contributi Statali diretti di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 250.PUBBLICITà Uffici della Redazionecentrale 0721/64052 e Paolo MorsianiL’Impresa Editrice COMUNICARE risulta iscritta al Registro delle imprese di PESARO presso la Camera di commercio al n. 98100

Questo settimanaleè iscritto alla FISCFederazione ItalianaSettimanali Cattolici

ed è associatoall’USPIUnione StampaPeriodica Italiana

settimanale d’informazione diocesi di: pesaro • fano, fossombrone, cagli, pergola •

urbino, s. angelo in vado, urbania

ABBONAMENTIOrdinario € 39 - Amico € 50 - Sostenitore € 100Da versare sul c/c 12522611 intestato a: “IL NUOVO AMICO” - Via del Seminario 4 / 61121 PESARO - www.ilnuovoamico.it

Questo numero è stato chiuso in redazionemercoledì 13 marzo 2013 alle ore 22 e stampato alle ore 6 di giovedì 14 marzo

La ParoLa di dio Quinta Domenica di Quaresima - Anno CLa buona e bella notizia di oggi celebra il perdono! E la con-versione che nasce dal sentirsi amati, serviti nel condono. Non una misericordia a buon prezzo, nemmeno giudizio infles-sibile. Essere giusti non equivale a non peccare, altrimenti non lo sarebbe nessuno; significa piuttosto affidarsi sempre e comunque all’amore giustificante di Dio.Gv 8,1-11. Un tranello per il Maestro. Anche lui incriminato. E’ in trappola. E corre il rischio di essere lapidato. Pacato scrive per terra silenzioso, come per far calmare gli animi. Ma forse li agita di più. Chino attira su di sé l’attenzione, distogliendo la rabbia e dando sollievo alla disgraziata che davanti a lui gli è stata posta, raddrizzata! Mentre nessuno ha più fiducia in lei, Lui offre possibilità di cambiamento.Quando Gesù rimane solo in compagnia solo dell’infedele peccatrice, diventa lui giudice di perdono misericordioso. La fragilità umana e la grandezza dell’amore di Dio. Ma siccome

l’amore è soltanto riabilitativo, sempre generativo, anche in quella donna rinasce la vita.Isaia 43,16-21. La nostra umanità è segnata da sbagli e falli-menti. Il perdono ricrea, non si limita a riaggiustare le cose. Non equivale a chiudere un occhio, semmai li spalanca ancora di più; non sull’abisso del male, ma sull’immensità dell’amore.Fil 3,8-14. La vita cristiana non è una perfezione da conquista-re, è piuttosto lasciarsi conquistare dall’amore, sentirsi afferrati dal vangelo anche nelle proprie fragilità e nello stesso peccato. Così ci si lascia alle spalle ciò che è vecchio e si va verso ciò che ci attende.Meditatio• La misericordia non si scrive sulla materia dura e nemmeno può essere fissata sulla carta. La misericordia si traccia sulla superficie delicata di un cuore di carne, significata dalla mor-bida polvere della terra.• E’ necessario acquisire ‘uno sguardo nuovo’. Uno sguardo capace di “sospettare” che ogni individuo, sotto le incrostazioni degli errori, dei difetti, dell’infamia, o anche soltanto delle

debolezze, conserva una zona intatta, “vergine”, dove il suo essere più au-tentico coltiva il desiderio di aprirsi a qualcuno che è capace di amarlo. Questo territorio segreto si apre solo all’amore.• E’ necessario, ogni mattina, purificare lo sguardo. Svincolarlo da ogni istinto di possesso, disarmarlo dagli elementi di ostilità, aggressività, durezza, malignità; ringiovanirlo, restituendogli la capacità di stupore e di meraviglia; renderlo sensibile all’altro, ossia capace dio vedere l’altro come io vorrei essere veduto.Solo l’amore può dire all’altro: “Io ti riconosco il diritto di essere quello che sei. Desidero che tu sia tutto quello che puoi essere” (Agnese Baggio).

Armando Trasarti, Vescovodi Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Miseria e misericordia

13 MARZO 2013 - L’ARGENTINO JORGE MARIO BERGOGLIO E’ IL NUOVO PAPA

«Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro»

Le chiavi nelle sue mani

di Cristiana Dobner

Non è troppo difficile intuire lo stato d’animo del prescelto, il cardinale Bergoglio,

argentino, senza per questo cadere in funambolismi romantici, anche se conosciamo la sua tempra umana, messa alla prova da una lunga vita spesa al servizio di Dio, dall’annuncio della Sua Parola, dalla custodia del gregge, tuttavia un salto al vertice, avrà suscitato “timore e tremore”.Ringraziamo Papa Francesco per aver accettato, magari avendo compiuto dentro di sé lo stesso percorso di Giona, ma avendo poi aperto le mani per accogliere e stringere quelle chiavi.Abitualmente le chiavi a noi servono per tutelare la nostra casa, una cassetta di sicurezza, la nostra vettura. Le teniamo come saldo possesso, da cui non ci distacchiamo. Così facendo chiudiamo l’accesso a tutti, tranne a chi noi vogliamo e con cui vogliamo compartecipare i nostri beni.Il nostro Papa Francesco, fresco di nomina e di grandi emozioni interiori, con il con-clave, che si è espresso eleggendolo, ha quelle chiavi che, da Pietro nel lungo inanellarsi dei Papi nei secoli, è giunto fino a noi. Non chiudono dimore, cassette con beni preziosi, vetture di lusso, sono chiavi la cui origine è divina, chiavi che schiudono il Regno dei cieli e già, da qui, dalla nostra storia, vogliono richiamarci non a quanto la tignola e la ruggine consumano ma a quanto è imperituro: il Volto di Dio.Ora l’attesa è compiuta, conosciamo il nome d’origine e il nome che ha voluto scegliere per qualificare tutto il tempo che gli è donato per il suo pontificato, nel simbolo quindi ritroviamo il grande messaggio di Francesco: pace e unità, nella Chiesa, nell’umanità, nei cuori di tutti. Le chiavi sono nelle sue mani.Che cosa ci attendiamo dal Papa? Semplicemente tutto. Senza eccezioni. Tutto e integro l’ascolto della Parola.Tutto e integro l’annuncio della Buona Novella.Tutto e integro il desiderio di salvezza per tutti.Tutto e integro l’impegno per la pace fra i popoli.Tutto e integro il sollievo al grido dei poveri, degli emarginati, degli oppressi.Quali che siano gli eventi che segneranno il pontificato di Papa Francesco, la barca di Pietro non mancherà di un nocchiero che si sa secondo, perché il primo è, sempre e comunque, Cristo Signore, Risorto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I l volto sereno e sorridente, il drappo rosso che abbraccia l’affaccio della Loggia, la banda che suona l’inno nazionale e lui che ascolta

commosso in piedi. Otto anni dopo il suo predecessore, Papa Francesco I - il 266° Romano Pontefice della storia della Chiesa, primo Papa gesuita della storia - alle 20.21 si è affacciato per la prima volta dalla Loggia delle Benedizioni per ricevere il saluto della folla, un oceano festante in piazza san Pietro che ha atteso più di un’ora sotto la pioggia per vedere il nuovo Papa. “Fratelli e sorelle buonasera”, le sue prime, semplici, parole.

LE PRIME PAROLE “Sembra che mi dobbiate sopportare come nuovo vescovo di Roma”, ha proseguito il nuovo Papa: “Sembra che i fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”, ha scherzato sulle sue origini argentine, “ma siamo qui”. “Vi ringrazio dell’accoglienza”, ha poi detto riferito alla

città di Roma. Il primo pensiero al suo predecessore: “Preghiamo innanzitutto per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI”, ha detto Francesco I: “Preghiamo insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. Poi la recita del Padre Nostro e dell’Ave Maria, insieme alla piazza. “E adesso cominciamo questo cammino”, ha detto subito dopo il Papa, definendo già da oggi il suo pontificato “un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia”. “Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro”, il primo impegno chiesto e preso insieme ai fedeli. Poi l’orizzonte si è allargato: “Perché ci sia una grande fratellanza”. Quindi il primo augurio, sempre rivolto alla piazza: “Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo sia fruttuoso per ‘evangelizzazione di questa bella città”.

QUELLA BENEDIZIONE INEDITAPrima di impartire la benedizione “Urbi et Orbi”, il nuovo Papa ha fatto un gesto

inedito e già indicativo del modo in cui concepisce il servizio del ministero petrino: “Prima vi chiedo un favore”, ha detto rivolgendosi direttamente alla folla che lo ha ascoltato in religioso silenzio, “che voi pregate il Signore, che il popolo chieda una benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”. E così, sulla piazza è sceso un minuto di intenso silenzio, di vera preghiera, seguito da un applauso. Poi la benedizione “Urbi et Orbi”, in latino. Una benedizione rivolta “a voi e a tutto il mondo, a tutto gli uomini e le donne di buona volontà”, ha proseguito il Papa in italiano, e dalla folla si è levato un altro applauso. “Pregate per me e a presto”, il semplice saluto finale, che ha richiamato il primo con cui si era rivolto alla folla dalla Loggia. Infine, una confidenza ai fedeli sul giorno dopo: “Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SCHEDA BIOGRAFICA

Il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, S.I., Arcivescovo di Buenos Aires (Argentina), Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di Ordinario del proprio rito, è nato a Buenos Aires il 17

dicembre 1936. Ha studiato e si è diplomato come tecnico chimico, ma poi ha scelto il sacerdozio ed è entrato nel seminario di Villa Devoto. L’11 marzo 1958 è passato al noviziato della Compagnia di Gesù, ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo «San José» di San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo «San José», di San Miguel, dove ha conseguito la laurea. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote. Nel 1970-71 ha compiuto il terzo probandato ad Alcalá de Henares (Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto la sua professione perpetua. È stato maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel (1972-1973), professore presso la Facoltà di Teologia, Consultore della Provincia e Rettore del collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è stato eletto Provinciale dell’Argentina, incarico che ha esercitato per sei anni. Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di Filosofia e Teologia della stessa Casa e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel.Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale;

quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia nella città di Cordoba come direttore spirituale e confessore. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Luján, Monsignor Emilio Ogñénovich. Il 3 giugno 1997 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino.È autore dei libri: «Meditaciones para religiosos» del 1982, «Reflexiones sobre la vida apostólica» del 1986 e «Reflexiones de esperanza» del 1992. È Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell’Università Cattolica Argentina. Relatore Generale aggiunto alla 10ª Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001). Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Dal B. Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino.È Membro: - delle Congregazioni: per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per il Clero; per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica;- del Pontificio Consiglio per la Famiglia;- della Pontificia Commissione per l’America Latina.

Page 3: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Donna quale Festa? 17 marzo 2013 3amicoil nuovo• •

*La cifra si riferisce ai modelli Ape 50 Top versione pianale lungo sponde in lega di alluminio e Ape 50 Cross. Possibilità di finanziare l̓ intero importo in 48 comoderate mensili di 95,00 Euro ciascuna (TAN 6,50% e TAEG 7,53%). Immatricolazione esclusa.

Straordinarie anche nella convenienza:*fino al 31 marzo a soli 4.200 euro.

Ape 50 Top

Ape 50 Cross Pesaro - S.S. Adriatica, 347 Tel. 0721.288190

[email protected]

Viaggio sorprendentesul pianeta donneL’Altissimo, quando creò

l’uomo, Adam, e la donna, le fece un dono speciale, tutto

suo: il silenzio in cui Adam era colto dal sonno ed Egli creava la donna in una teofania a lei solo nota, donandole quella libertà che, nella relazione della fede, può restituirsi realmente. La risposta della donna, allora, si rivolge alla creazione di una cultura dell’interiorità fattiva per, che si rifiuti di ridurre la persona a trama di relazioni storiche, qualificazione di forza-lavoro e classificazioni. La donna oggi avverte di poter dare la sua risposta: - nei simboli della vita quotidiana; - nell’universo mentale femminile, in chiave di una frequentazione sapienziale che riesca a coniugare la ricerca della verità con il sapore dell’esperienza;

- nell’immediato che si fa spiritualmente sensibile, quale risonanza del sentimento, dell’emozione sensibile, della vibrazione del desiderio; - nel sapere e nel sensibile, in gioco di rimando continuo;

- nella creazione continua di gesti inediti o antichi, radicati in un pensiero diverso che genera un linguaggio diverso, che non si rinchiuda nell’espressività delle cure materne e della generazione ma da qui si dilati; - nell’interscambio di amore, pensiero, arte, linguaggio, nel combinato culturale. C’è una donna che, con la sessuazione del discorso, tipico di una donna, diventa icona del porsi femminile dinanzi a quanto ineludibilmente gli eventi manifestano: Miriam di Nazaret. È scritto che “conservava e confrontava”, pensava in proprio, su di sé, sul Figlio, sulla storia che si stava svolgendo, nella sua mente, nel suo animo, nella sua coscienza, giocava la libertà, con cui disponeva di sé, orientando verso un fine determinato tutta la propria intelligenza, affettività e sensibilità. Conservava e confrontava: cammino pensante, tracciato dalla donna, come desiderio di spiegazione, di ricerca, di cambiamento, di libertà; cammino che evidenzia un umanesimo e l’apertura all’ulteriore, declinato al femminile, una coscienza femminile nella costruzione di sé, quale creatrice di vita, che consente di passare da una carica negativa a una positiva, quando diviene porta per la coscienza vera. Un’intelligenza agapica, cosciente di ricevere il dono dello Spirito e di lasciarsene riplasmare fino a divenire dono vivente, agape stessa, mistero dell’amore, ritmo segreto di una cultura dell’interiorità fattiva per, forza donna trasformante. Il misterioso pianeta donna!

Cristiana Dobner©riproduzione riservata

CAMPAGNA DI AVVENIRE

1.359 giorni, 32.616 ore dietro le sbarre del carcere pakistano di Sheikhupura, nella provincia del Punjab, una delle terre più fertili del pianeta. Per Asia Bibi, giovane donna cristiana accusata di aver offeso il profeta islamico Maometto, si sono aperte dal giugno del 2009 le porte di una cella senza finestre nell’attesa impietosa che si compia la sua condanna a morte. Dal penitenziario, però, non ha smesso di sperare: “Vivo con il ricordo di mio marito e dei miei figli e chiedo a Dio misericordioso che mi permetta di tornare da loro”. Per sostenere la liberazione di Asia Bibi, il quotidiano “Avvenire” ha lanciato una petizione che ha superato le 30mila sottoscrizioni. Impacchettate in due scatoloni, le firme sono state consegnate il 6 marzo alla signora Tehmina Janjua, ambasciatore della Repubblica Islamica del Pakistan in Italia. Per fare il punto della situazione Riccardo Benotti, per il Sir, ha intervistato Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”. Com’è nata l’idea della raccolta firme?“Già da due anni e mezzo abbiamo scelto di porre un ‘bollo’ nella pagina degli editoriali e sul sito internet con lo slogan ‘Salviamo Asia’, per ricordare a tutti una vicenda

che stenta a trovare la luce dei riflettori. L’8 dicembre 2012 abbiamo pubblicato come editoriale della prima pagina la lettera scritta dal carcere ai suoi familiari: una testimonianza straordinaria per intensità, bellezza e dolore. Questo editoriale ha suscitato numerose lettere di risposta. La campagna è partita quasi da sola, perché abbiamo ritenuto che valesse la pena dare un seguito a questo movimento dal basso. Ci siamo offerti come punto di raccolta”.“Avvenire” continuerà a tenere accesa la luce sulla vicenda di Asia Bibi?“Certamente. L’attenzione non si sospende e ci auguriamo che diventi contagiosa. I media cattolici sono tutti mobilitati: c’è stata un’iniziativa parallela alla nostra di Tv2000, che si è sviluppata in questi anni, ma anche Radio Vaticana e la stampa del territorio hanno sempre tenuto al centro dell’interesse casi come quelli di Asia Bibi che non è l’unica cristiana perseguitata a

causa della sua fede, in questo mondo senza pace. Basti pensare a ciò che sta accadendo in Africa del Nord, in quelle comunità cristiane strette d’assedio tra speranza e regressione apparentemente rivoluzionaria. Ci auguriamo che il resto del circo mediatico sia più attento a queste tematiche: è più facile che la stampa internazionale si mobiliti per il caso senz’altro importante di persone condannate per adulterio alla pena di morte, piuttosto che per quello di una donna cristiana che in Pakistan rischia la vita a causa della sua fede. È un dato drammatico sul quale bisogna riflettere”.

©riproduzione riservata

Luce sulla vicendadi Asia Bibi

La petizione per liberare la giovane donna cristiana ha superato le 30mila firme. Il direttore Tarquinio: ‘’Abbiamo consegnato gli scatoloni con le lettere cartacee e in formato digitale. L’ambasciatore pakistano si è impegnato con noi a farle avere alle autorità del suo Paese’’

DA AUSCHWITZ NON FECE RITORNO

Ilse cantava ninne nanne...Racconta storie fantastiche, scandisce

le parole di versi dal sapore antico e intona le dolci melodie che invitano

al riposo. Quelle ninne nanne, Ilse, le canta al suo bambino e agli altri quattordici piccoli ricoverati nel reparto pediatrico dell’ospedale di Theresienstadt, nell’allora Cecoslovacchia. Quei bambini sono diventati tutti un po’ suoi figli. Ilse conosce la forza di quelle manciate di note, sa che quelle parole sussurrate con dolcezza sono come la più dolce delle medicine, capace di scacciare - seppure per poco - la paura e il dolore. Ilse non smette di cantare quelle ninne nanne nemmeno in quella tragica notte dell’ottobre 1944, quando lei, suo figlio e i piccoli pazienti del reparto vengono prelevati a forza per essere trasferiti ad Auschwitz. Da dove - come centinaia di migliaia di altre persone - non avrebbero più fatto ritorno.Nei giorni scorsi quelle melodie, rimaste a lungo nascoste in una valigia a Theresienstadt, sono tornate a risuonare a Merano, proposte dal trio “Arsrosa”.Un omaggio in vista della festa della donna, quello che le tre musiciste meranesi hanno voluto fare a Ilse Weber, autrice di fiabe e valente musicista, che per amore seppe rispondere alla cieca e insensata violenza che stava vivendo, intonando note di speranza.Tante, troppe, sono ancora oggi le donne che sperimentano il sapore amaro del dolore, vedono riflessa nei loro occhi la cecità della violenza, che si consuma spesso tra le mura di casa. Là dove si pensa di essere al sicuro.

Tante, troppe, sono ancora oggi le donne che devono fare i conti con l’arroganza del potere che dilaga in una società sempre più stressata e sempre più insoddisfatta. Ce lo scandiscono le cronache di questi ultimi anni.Qualche settimana fa, il dolore si è fatto ancora una volta musica ed ha abbracciato le donne di tutto il mondo in un flash mob che ha coinvolto intere generazioni. “Quando avrà fine la sofferenza?” si chiedeva Ilse Weber. Una domanda a cui ancora oggi non sappiamo dare una risposta certa. Né

mai, forse, saremo in grado di darla. Ma alla sofferenza si può comunque rispondere, come ha fatto Ilse e come hanno fatto tante donne (molte delle quali sono sconosciute alle cronache) percorrendo strade di speranza, rispondendo all’arroganza con la pazienza. Perché anche nel buio della notte, la pazienza e la speranza ci permettono di guardare con fiducia all’aurora che ci annuncia l’arrivo di un nuovo giorno.

Irene Argentierodirettore ‘’Il Segno’’

©riproduzione riservata

Page 4: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Torna la Sindone, questa volta non solo per Torino ma per il mondo intero. L’ostensione televisiva di sabato 30

marzo si presenta come un grande “evento multimediale”, destinato a catturare l’attenzione degli spettatori italiani e di tutte le reti tv che saranno collegate con l’emissione di Rai Uno. In questi ultimi decenni l’interesse per la Sindone è cresciuto, in ogni senso. Durante le ostensioni pubbliche e solenni (1978, 1998, 2000, 2010) Torino ha accolto milioni di pellegrini e anche di “curiosi”, richiamati da un enigma che non è solo scientifico. Ma è cresciuto anche il dibattito degli scienziati (veri) per conoscere meglio un oggetto che sembra svelare, più che le contraddizioni della religione, le incertezze della “scienza”, come notò Giovanni Paolo II nella sua riflessione del 1998. È cresciuto ancora, ma era inevitabile, il “mercato sindonico”, fatto d’improbabili scoop giornalistici ed editoriali, d’impropri collegamenti tra il Lenzuolo di Torino e tutte le possibili sette religiose che hanno popolato i venti secoli di cristianità... In questo speciale “campo del vasaio”, la Sindone è diventata un oggetto quasi mitologico, come il Graal... Il vero mistero, è altrove. Come ha ricordato mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, custode pontificio

della Sindone, è attraverso i segni della sofferenza impressi nel corpo dell’Uomo

della Sindone che si manifesta la gloria del Signore. E dunque saranno i malati ad

essere “protagonisti” di questa ostensione televisiva, la prima multimediale del nuovo millennio. Anche perché la sofferenza di queste persone (le poche che saranno in duomo, e i milioni di uomini e donne provati dal dolore del corpo) è in qualche modo il contrappeso estremamente concreto, fisico, a quel mondo virtuale che pure ci attira e ci coinvolge. L’ostensione attraverso la televisione (tenutasi finora una sola volta, nel 1973), prima e più che un evento mediatico, o una presentazione scientifica, si colloca completamente in un contesto di fede e di Chiesa. È nell’Anno della fede e “per” l’Anno della fede che si propone l’ostensione. Proprio perché il carattere più vero e profondo di quell’immagine rimane il suo richiamo fortissimo al Signore, alla sua Passione e allo straordinario, misterioso silenzio del Sabato Santo, un giorno intero in cui “Dio è morto”, ma in cui proprio la Sindone ci aiuta a ricordarne la presenza solenne, misteriosa, affascinante.

Marco Bonattidirettore “La Voce del Popolo” (Torino)

responsabile della comunicazione Commissione diocesana per la Sindone

Torino©riproduzione riservata

Sabato Santo, su Rai Uno, la prima ostensione televisiva del nuovo millennio

17 marzo 20134 ConClave amicoil nuovo• •

Il nuovo Papa, appena eletto, mentre esce dalla Cappella Sistina dopo l’atto di omaggio dei cardinali, per andare alla Loggia passa alla Cappella Paolina e fa “una breve preghiera personale, silenziosa davanti al Santissimo Sacramento”. Poi riprende il cammino e si

affaccia alla Loggia delle Benedizioni per dare alla folla in Piazza San Pietro il suo saluto e impartire la prima benedizione “Urbi et Orbi”. In quest’occasione il protodiacono annuncia anche l’indulgenza, come si fa a Pasqua e a Natale. Una volta raggiunto il quorum per l’elezione canonicamente valida del nuovo Papa, il cardinale decano - in questo caso il presidente dell’assemblea, che è il cardinale Re - si rivolge a lui con la domanda: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” E, dopo la risposta, l’altra domanda: “Con quale nome vuoi essere chiamato?”.

La Stanza deLLe Lacrime e L’oSSequio dei cardinaLi. Dopo questa “breve cerimonia” nella Sistina, avviene la bruciatura delle schede e la fumata, che è bianca se l’accettazione è avvenuta. Il Pontefice nuovo va nella cosiddetta “Stanza delle lacrime” per indossare le vesti papali. Fa ritorno nella Sistina, dove si svolge un’altra piccola cerimonia con una preghiera, la lettura di un passo del Vangelo “tipicamente legato al ministero petrino”, e una preghiera in cui - ha spiegato padre Lombardi - “entrano come attori il primo dell’Ordine dei diaconi, il primo dell’Ordine del presbiteri, il primo dell’Ordine dei vescovi”. Poi c’è l’atto di ossequio e di obbedienza dei cardinali al nuovo Papa, sempre nella Sistina. Dalla fumata bianca all’annuncio del nuovo Papa passano circa quarantacinque minuti, “ma con la sosta di preghiera alla Paolina potrebbero diventare di più”. Un’altra informazione importante data ai giornalisti riguarda la messa di inaugurazione del Pontificato, che “può essere celebrata anche in giorno feriale, non necessariamente di domenica, a seconda di quanto è durato il Conclave e di quanto tempo è opportuno dare anche alle delegazioni straniere che vogliano intervenire”.

©riproduzione riservata

NOVITÀ SIGNIFICATIVE PRIMA E DOPO IL CONCLAVE

La preghiera del nuovo Papa

EVENTO MULTIMEDIALE IN UN CONTESTO DI FEDE

Torna la Sindone

LIBERALIZZAZIONE DELLA COMMERCIALIZZAZIONE

Non bruciamo la domenicaGli orari e i giorni di apertura (o chiusura)

degli esercizi commerciali sono un tema che non cessa di interessare e anche

dividere l’opinione pubblica, il mondo politico nonché la stessa Chiesa, soprattutto per gli aspetti legati al riposo festivo, alla celebrazione cristiana della domenica, alla vita comunitaria, alla dimensione dei legami familiari. recentemente la Corte Costituzionale italiana si è pronunciata sulla materia, prendendo in considerazione numerosi ricorsi presentati da diverse regioni italiane, in forma e con modalità e contenuti diversi, ma tutti accomunati dall’intento di salvaguardare, in qualche modo, la domenica come giorno festivo e di riposo oltre che di armonia familiare e sociale. La Corte Costituzionale ha di fatto rigettato tutti i ricorsi regionali variamente motivati a difesa dei piccoli esercizi (piemonte), del riposo settimanale (Friuli e toscana), del rispetto delle peculiarità socio-culturali (Lombardia) e altre. La Consulta ha così sancito, a quanto sembra una

volta per tutte, la prevalenza del principio di “tutela della concorrenza” e del valore superiore della liberalizzazione, “rimuovendo vincoli e limiti alle modalità di esercizio delle attività economiche”. tutto ciò - sostiene la Corte - va “a beneficio dei consumatori” creando “un mercato più dinamico e più aperto all’ingresso di nuovi operatori”. Comunque, afferma mons. Casile direttore dell’ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro): “per noi cristiani, la domenica è il giorno della Chiesa, il giorno dell’uomo e il giorno della famiglia. È un giorno speciale perché rappresenta l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di dio. Certo occorre crederci, coltivare questo profondo significato, riempirlo di contenuti, occasioni, incontri. Ma ricordiamo il momento centrale della domenica: la Messa festiva, in cui la comunità si stringe intorno al proprio signore. È questione di fede e di amore reciproco”.

©riproduzione riservata

Page 5: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 2013 5Socio Politicoamicoil nuovo• •

A una settimana dal voto, che si è svolto il 4 marzo, è Uhuru Muigai Kenyatta il nuovo presidente del Kenya, uscito vincente dalla sfida contro il rivale

Raila Amolo Odinga, con uno scarto di circa 800 mila voti (50,07%). Odinga ha già denunciato irregolarità nei conteggi e annunciato che ricorrerà alla Corte suprema. Kenyatta è il figlio di Mzee Jomo Kenyatta, il primo presidente nella storia del Kenya post-coloniale. Ma una ombra nera sulla vittoria di Kenyatta è l’accusa formulata dal Procuratore della Corte penale internazionale Luis Moreno Ocampo, per aver fomentato, insieme ad altre cinque persone, le violenze e gli scontri dopo le elezioni del 2007-2008, che causarono la morte di oltre mille persone e centinaia di migliaia di sfollati. Kenyatta dovrà comparire davanti alla Corte dell’Aja il prossimo mese di luglio. Compiacimento nei confronti del popolo kenyano è stato espresso da Stati Uniti e Unione europea, che hanno auspicato una soluzione pacifica delle controversie postelettorali. Ma nessuna delle cancellerie

occidentali, in imbarazzo per la vicenda della Corte penale internazionale, ha inviato messaggi di congratulazioni al neo presidente. La Chiesa cattolica del Kenya, nei giorni scorsi ha lanciato appelli per invitare la popolazione alla calma e così è stato, finora. per il Sir, secondo Boniface Lele, arcivescovo di Mombasa, (dove prima delle elezioni ci sono stati alcuni scontri con una quindicina di vittime, tra cui poliziotti e sei membri del gruppo secessionista “Mombasa republic council”) “Uhuru Muigai Kenyatta viene dalla Provincia Centrale. È una zona molto popolosa e non siamo sorpresi che abbia vinto. Qui le persone votano secondo la loro appartenenza tribale. Sono però preoccupato perché Kenyatta deve dare delle risposte alla Corte penale internazionale dell’Aja e temo che questo possa interferire con la sua elezione o con il futuro del Paese.Kenyatta ha annunciato che si occuperà di tutti i cittadini, di qualsiasi appartenenza politica siano. In realtà potrebbe

essere una persona neutrale e potrebbe far avanzare il Paese. Ma ribadisco: sono preoccupato per ciò che potrebbe succedere all’Aja. Ma i fondamentalisti islamici hanno ucciso alcuni militari anche prima delle elezioni. Non so cosa vogliano. Non sembrano accettare la democrazia. Stavolta le elezioni si sono svolte in un clima pacifico, non ci sono stati scontri come nel 2007-2008. Un importante segno di maturità da parte della popolazione. Le persone hanno votato molto bene e non c’è stata violenza, tranne gli scontri a Mombasa. È un notevole passo in avanti. La gente non vuole rivivere le violenze del 2007-2008.Non so cosa succederà all’Aja, ma spero che Kenyatta sarà il nostro presidente per almeno cinque anni. Intanto i cattolici del Kenya si aspettano che il presidente sia uno di loro. La Chiesa cattolica si aspetta che non ci sia violenza e che sappia guidare tutti i keniani”.

Agenzia Sir©riproduzione riservata

KENYA – Kenyatta è il nuovo premier eletto pacificamente dal popolo

CRISI ECONOMICA - VIOLENZE E… MORTE

Umbria sotto choc‘Sconcerto” per il duplice omicidio avvenuto ieri nel palazzo del “Broletto” della Regione Umbria,

terminato con il suicidio dell’uomo che, poco prima, aveva fatto fuoco sulle due donne. Questo il sentimento della Chiesa umbra, della quale si è fatto portavoce l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, monsignor Gualtiero Bassetti. A Francesco Rossi, per il Sir, l’arcivescovo affida le sue riflessioni sulla vicenda, che è al tempo stesso un caso “molto particolare”, ma denuncia come una “cultura di morte” possa avere “conseguenze devastanti” sui soggetti più deboli.

Qual è stata la reazione della diocesi e della Chiesa umbra alla notizia?

“Quanto è accaduto ha portato sconcerto e dolore in tutta la regione: le due vittime

provenivano dalle diocesi di Orvieto-Todi e Città di Castello, mentre l’uomo che ha sparato e poi si è ucciso era di Perugia. Nel messaggio diffuso appena appresa la notizia della tragedia lei ha parlato di crisi dei “valori morali”, ribadendo “che il valore della vita rimane assolutamente intangibile e che nessun fratello può alzare la mano contro un altro fratello….Sono convinto che il momento che stiamo vivendo abbia influito, anche se bisogna ricordare che il soggetto che ha compiuto il gesto era seguito dai servizi pubblici e aveva problemi psichiatrici. È preoccupante la

condizione in cui oggi ci troviamo a vivere. Vediamo affermarsi una cultura di morte, un senso negativo verso quelli che sono i valori fondanti della vita. Ogni giorno si respira una continua violenza – sulla stampa, in televisione, su internet – che su un soggetto più fragile e debole può avere conseguenze devastanti”.

Dobbiamo interrogarci, come società e anche come operatori dei media, su quello che succede e su nostre eventuali responsabilità?

“Sì. È vero che viviamo anche una crisi economica che pare non avere precedenti,

ma ormai ci siamo resi conto che le sue radici sono nella crisi morale, in una concezione nichilistica della vita. Se la vita di una mosca vale quanto quella di un uomo – come qualcuno afferma – viene meno l’intangibilità di chi mi sta accanto. Si afferma un concetto falso di libertà che non ha fondamento su valori etici, né barriere. Questa è, in un certo modo, la visione antropologica che si è costruita oggi. Bisogna ripartire da quelli che sono i valori di fondo, cominciando dal senso di Dio. Quando questo è distrutto nulla ha più senso, nulla è più proponibile perché manca l’elemento fondamentale della scala dei valori. Decaduto il senso di Dio tutto il resto si sgretola”.

Agenzia Sir©riproduzione riservata

Se ci avessero avvertito che le elezioni politiche sarebbero state un referendum sui partiti e sulla forma partito

ci saremmo attrezzati alla bisogna. Ma così non è stato, anche se una lettura deformata e interessata dei risultati elettorali sembra dare ragione a quanti hanno fatto dell’antipolitica la bandiera con la quale dare l’assalto ai Palazzi romani. Un’analisi più lucida e realistica, invece, ci riconsegna una realtà molto più chiara. Sicuramente da valutare a mente fredda.Innanzitutto va detto che sette elettori su dieci hanno votato i partiti tradizionali (Pd-Pdl) o un partito nuovo di zecca (Scelta civica). Due elettori e mezzo hanno scelto un non partito come il Movimento Cinque Stelle (M5S), forte di un risultato elettorale persino migliore della Lega Nord post Mani pulite. La realtà, dunque, ci dice che nonostante il forte risentimento popolare verso una classe politica alla quale si attribuiscono pesanti responsabilità per la crisi finanziaria e il mancato sviluppo che angustiano il Paese, ai partiti tradizionali viene affidato, dalla maggioranza assoluta degli elettori, l’onere di governare. Spetta dunque a questi tre partiti, largamente rinnovati nelle loro compagini parlamentari, di trovare una via di uscita. Se gli elettori hanno un torto, si fa per dire, è quello di non aver dato a uno dei tre partiti una maggioranza assoluta, ma avrebbero dovuto fare il miracolo di neutralizzare gli esiti nefasti del “porcellum” che, per la terza volta consecutiva, ha condannato il Paese all’ingovernabilità.Ma quegli stessi elettori hanno

detto alcune cose molto chiare. Innanzitutto hanno chiesto di dare un governo al Paese per affrontare l’emergenza e per non dilapidare i sacrifici fatti durante il governo Monti, peraltro sostenuto esattamente dai Pd-Pdl-Montiani. In secondo luogo, hanno ribadito la necessità di realizzare le riforme in grado di rimettere in moto l’economia del Paese, magari ricontrattando le politiche di austerity concordate con l’Europa. In terzo luogo, hanno sollecitato l’adozione di una legge elettorale in grado di determinare una maggioranza in grado di governare. Infine, hanno chiesto all’intero sistema politico-amministrativo una salutare cura dimagrante, in linea con i sacrifici del popolo. Tutto ciò richiede che i tre partiti riconoscano la gravità del momento e sappiano, con il sostegno del Capo dello Stato, individuare una strada realistica e percorribile verso la governabilità. Pd, Pdl e Scelta civica hanno pagato un prezzo pesantissimo per sostenere i sacrifici chiesti dal governo tecnico agli italiani. Ma la responsabilità dimostrata ieri non può infrangersi contro le timidezze, le pregiudiziali e gli egoismi di oggi. Occorre tempo e guadagnarlo non è un

peccato politico. Aspettando che il movimento di Grillo si costituzionalizzi, occorre rispondere subito all’emergenza Paese.Sosteneva Aldo Moro che non bisogna mai augurarsi l’annientamento dell’avversario politico. In democrazia, una forza politica ha sempre bisogno di un avversario in grado di contrastarla, di contenderle il potere e di limitarne lo strapotere. È la sostanza della democrazia rappresentativa. Sempre affinabile, ma democrazia vera. Ecco perché non riusciamo a sorridere quando Beppe Grillo chiede il 100 per cento dei voti per distruggere i partiti, con la promessa di non costituirsi in partito e di sciogliere il suo movimento. Tenersi stretta la democrazia parlamentare e rappresentativa è un bene comune che passa anche attraverso le scelte responsabili dei partiti che sono in campo. Nelle loro mani è principalmente il destino della nostra democrazia. Speriamo che ne abbiano piena e avvertita coscienza. E non si lascino paralizzare dalla paura di rischiare un’alleanza per costruire un governo di salute nazionale.

Domenico Delle Foglie©riproduzione riservata

La cartaBCCricaricabile che garantisce i tuoi acquisti.

LI HANNO VOTATI SETTE ITALIANI SU DIECI

Eppure non sanno dareun governo al Paese

Page 6: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Regione PRovincia 17 marzo 2013 7amicoil nuovo• •

Sempre più numerose le cop-pie in difficoltà, che decido-no di separarsi o di divorzia-

re e che si rivolgono allo sportello di Mediazione Familiare attivato da cinque mesi a Pesaro nei locali delll’InformaFamiglia del Comu-ne. E‘ promosso dall’assessorato alle Politiche per la Famiglia del Comune di Pesaro, in collabora-zione con il Cif - Centro Italiano femminile provinciale. Si avvale di professionisti esperti di media-zione familiare e composizione dei conflitti della coppia in fase separazione o divorzio. “Vorrei ringraziare l’Assessore Giuseppi-na Catalano per la sua sensibilità ai problemi della famiglia e per aver creduto e realizzato un aiuto

concreto alle coppie in crisi” dice Elena Sormani, presidente del Cif provinciale. Qui le coppie in difficoltà si possono rivolgere ad esperti di problematiche familia-ri, per ricostruire un dialogo, per trovare gli accordi più adeguati sulla cura condivisa dei figli e altre questioni relative alla separazione. Il servizio, totalmente gratuito, in alcuni casi, si è tradotto in percor-si di mediazione familiare attra-verso 8-10 incontri quindicinali, per far prendere in prima persona

le decisioni riguardanti la crescita e il benessere dei propri figli sen-za delegarle ad altri.“Lo sportello per la mediazione familiare – precisa l’assessore ai Servizi sociali Giuseppina Cata-lano - si colloca nell’ambito delle politiche a favore delle famiglie, inserendosi nel quadro di un‘am-pia offerta di sostegno alle risorse e alle competenze genitoriali. Non vanno dimenticati il progetto Car-ta Bimbi, i corsi di formazione per genitori ed altri progetti in cantie-

re”. I casi trattati finora riguardano situazioni di conflittualità di cop-pia e familiare, aggravati spesso da disagi lavorativi, economici e relazionali. Un quadro eterogeneo e complesso, che fotografa biso-gni vari e articolati e presenta una domanda di sostegno non sempre colmabile.L’eterogeneità delle richieste, in-fatti, mette in luce la necessità di promuovere sul territorio la cono-scenza del servizio di mediazione familiare e delle sue applicazioni.

Per questo l’attività verrà presen-tata alle scuole e in particolare ai docenti, perché siano un tramite informato e qualificato. Lo sportello è aperto il lunedì (dal-le 15.30 alle 19.00) e il sabato mat-tina (dalle ore 9.30 alle 13.00) nei locali dell’InformaFamiglia sotto le logge del palazzo Comunale in piazza del Popolo. Per maggiori informazione telefonare negli ora-ri (giorni) di apertura dello spor-tello al numero 0721 387384.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PESARO - Loretta Luzi, impiegata dell’Inps, in-sieme ad altre 30 colleghe, ha organizzato per l’8 marzo, un’iniziativa in difesa della Vita. Loretta Luzi ci parla di questa idea umanitaria, voluta espressamente nel giorno della Donna.“Inizialmente, ho pensato di realizzare con altre 15 colleghe, un mercatino con oggetti artigia-nali e soprammobili che avevamo in casa, per devolvere il ricavato ad altre donne in difficoltà. A queste si sono aggiunte altre 15 colleghe, che hanno voluto sostenere la nostra iniziativa. Gra-zie al Cral dell’Inps, abbiamo avuto per il giorno 8 marzo, l’ex farmacia Zongo. E’ stata mia figlia, che aveva fatto uno stage del Liceo Classico Ma-miani come volontaria a Casa Fiducia, gestita dalle suore del Sacro Cuore, a lanciare l’idea di devolvere l’incasso, per queste ragazze madri. L’iniziativa è stata proficua, perché in un gior-

no abbiamo incassato 410 euro, che sono stati subito portati a Casa Fiducia. Inoltre molte mie colleghe, che non conoscevano Casa Fiducia, si sono ripromesse, di voler aiutare personalmen-te questa struttura, che accoglie donne che spesso hanno avuto dalla vita tanti problemi’’.

A cura di Paolo Montanari© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN MERCATINO PER CASA FIDUCIA

In difesa della vita

UN AIUTO PER LE COPPIE IN FASE DI SEPARAZIONE

Sportello di mediazione familiare

FNP-CISL PESARO PER LA FESTA DELLA DONNA

Fiori alle donne anziane

PER INFORMAZIONI Centro di Aiuto alla Vita di Pesaro – 0721/33044 - 335/5392680, [email protected]

Centro di Aiuto alla Vita di Fano – 0721/803765 – 346/6093869, [email protected] per la Vita di Fano – 0721/899002 - [email protected]

Movimento per la Vita di Urbino – 0722/329076 – 338/1914873, [email protected]

A PESARO E’ POSSIBILE FIRMARE (MODULO CARTACEO) PRESSO LE LIBRERIE “BUONA STAMPA”, IN VIA ROSSINI, E “BONALI”, IN VIALE DELLA REPUBBLICA. La firma deve essere corredata dai dati di un documento di identità personale: sono accettati solo la carta di

identità o il passaporto. E’ assolutamente esclusa la patente.

In collaborazione con

Il Coordinamento Donne della FNP-CISL di Pesaro, condividendo la condanna unanime del femminicidio e di ogni violenza perpetrata

ai danni delle donne, ha voluto rendere partecipi della festività dell’8 marzo, le proprie associate più anziane. Una delegazione del Coordinamen-

to Donne e della Segreteria Terri-toriale della FNP-CISL Pesaro si è recata presso i ri-spettivi domicili, (alcune degenti in case di cura) per consegnare un omaggio floreale.Il gesto è stato particolarmente gradito dalle an-ziane signore, che si sono sentite in-tegrate e ancora partecipi della so-cietà civile, ma è stato apprezzato anche dai relativi familiari, che tro-vano nel sindaca-

to FNP- CISL un fermo sostegno alle politiche per gli anziani, specie quelli non autosufficienti.

Rita LuccardiniCoordinatrice Territoriale Donne FNP -CISL

PESARO© RIPRODUZIONE RISERVATA

La polemica innescata la scorsa settimana dalla CGIL circa la presenza di soli medici obiettori

in alcuni ospedali delle Marche e lo scarso numero di aborti con la pillola RU486, si è trasformata in una querelle mediatica nella quale, in pochi giorni, si sono spese tante parole per affermare la sussistenza di diritti – veri o presunti – perdendo però di vista l’argomento centrale che avevamo voluto segnalare, quando abbiamo posto pubblicamente le domande: “quali e quante risorse sono state investite per mettere la donna in condizioni di non dover abortire? Quali aiuti economici – specie in questo tempo di crisi – vengono offerti concretamente alle donne affinché possano davvero essere libere di scegliere se proseguire la gravidanza o rinunciare al bambino che portano in grembo?”.Oggi vogliamo riproporre qui, con altre parole, la medesima questione: nel territorio della nostra Provincia nel 2012 oltre 400 donne hanno fato ricorso all’aborto volontario in ospedale, ben

più di una al giorno!!! Che cosa si sta facendo per aiutare ciascuna donna, come dice l’art. 5 della legge 194, a

“rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza”? Cosa si fa per “metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre?” Cosa per “promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto”? Non sembrino – queste – domande retoriche o, peggio, peregrine. La concretezza della vita, le sue difficoltà, le sue amarezze, i suoi travagli ci impongono di guardare alla realtà sociale in cui viviamo, e ci interrogano come cittadini, prima ancora che come credenti. Le forze dell’impegno civile e sociale,

storicamente ben presenti nel nostro territorio, hanno l’obbligo morale di porsi gli interrogativi che qui abbiamo suggerito, e di esaminare in maniera serena, ma onesta, quale sia stato finora e quale dovrà essere in futuro l’impegno necessario a favore della fragilità delle donne, qualunque sia la appartenenza e la provenienza “ideologica”: non si può infatti negare che la decisione di interrompere la gravidanza sia comunque una soluzione tragica, oltre che per il bambino, anche per la madre che spesso vi è costretta da circostanze che nulla hanno a che vedere con il suo desiderio di maternità, anche quando questa non sia stata preventivamente “programmata”. Ci piacerebbe che la sfida venisse raccolta – oltre che da quel variegato mondo del “popolo della vita” (per

dirla con il Beato Giovanni Paolo II) che già oggi offre, nel nostro territorio, numerosi esempi di questo impegno e di questa attenzione – anche da altre realtà che, nel desiderio di promuovere l’universo femminile, sappiano proporre modi nuovi per valorizzare la donna senza negare il diritto alla vita del bambino non ancora nato. È una sfida che lasciamo aperta, dichiarandoci fin d’ora disponibili al confronto costruttivo con tutti coloro che vorranno accoglierla, per progettare insieme un futuro migliore per le donne e per i figli che portano in grembo.

Paolo Marchionni – Associazione “Scienza&Vita” Pesaro, Fano e Urbino

SUL TEMA VEDI ANCHE PAGINA 6© RIPRODUZIONE RISERVATA

QUERELLE MEDIATICA CGIL/EMBRIONE

Quali alternative all’aborto volontario?

Page 7: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 20138 Regione PRovincia amicoil nuovo• •

Ditta Poggioli StefanoOfficina meccanica specializzata per incastellatura,

ceppi, battenti per campane ed elettrificaziOne.OrOlOgi da tOrre - impianti antifulmine

Sopralluoghi, progettazioni e preventivi gratuitiVia Case Popolari, 5 - 61020 Auditore (Pu) Tel. 0722/362528 - Cell. 339/7247642

Un amico in vena di confessioni, mi racconta: - Stavolta ho proprio sbagliato. Non volevo andare nemmeno a votare, ma sono stato

aggredito verbalmente da amici e familiari. “C’è gente che è morta per questo diritto, non puoi sprecare i loro sacrifici”. Rassegnato ho preso la scheda elettorale e di fronte a quella lenzuolata di partiti ho cercato il destinatario del mio voto. Intanto non c’erano nomi, solo simboli. Non ho votato Pdl perché il Cavaliere non mi ha mai invitato alle sue feste ad Arcore. Non ho votato Pd perché, pur sembrandomi Bersani una brava persona non mi convincono quelli che stanno attorno a lui. Avrei votato Magdi Allam (tanto per cambiare) ma sarebbe stato un voto perso, infatti ha preso lo 0,0 qualcosa. Mi era simpatico quel giornalista che veste in maniera strana, Oscar Giannino, ma saputo che raccontava bugie (due lauree ed un master) ho pensato chissà cosa ci racconterà una volta eletto. Avrei votato il prof. Monti ma visto che aveva proclamato che non si sarebbe mai candidato e sarebbe tornato ad insegnare ho voluto accontentarlo. C’era poi una serie di partiti oscillanti fra l’insulso e lo sconosciuto. Per protesta e per disperazione mi è caduta la matita sul Movimento a 5 stelle. – Benissimo, hai espresso la tua opinione politica. – Ma nemmeno per idea, volevo esprimere la mia ribellione per una legge elettorale che non mi permette di votare persone, ma solo dei simboli. Ma ci si può fidare di un capo popolo che non ha nemmeno il coraggio di candidarsi in prima persona? Ho davvero sbagliato, ma tanto che importa, presto torneremo a votare e allora …

Alvaro Coli© RIPRODUZIONE RISERVATA

il peperoncino

I pentiti

NASCITA DI PADRE GIUSEPPE BOCCI 15 MARZO 1885

Un seme che produsse molti frutti

SOLIDARIETÀ IN … CANTO

Con l’Uganda nel cuore

La VI Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, evento organizzato dall’Associazione FVM, dal Circolo Legambiente

Urbino e dal FAI di Pesaro, dal titolo ”La ferrovia Metaurense: un profondo legame con storia tecnologia e paesag-gio” ha ottenuto un notevole successo.Oltre un centinaio di persone, molte provenienti anche dall’Emilia Roma-gna, hanno partecipato all’escursione sulla ferrovia, ripulita dalla vegeta-zione da FVM, presso San Lazzaro di Fossombrone.Si è raggiunto il luogo della frana del 1934, dove lo storico Renzo Savelli ha rievocato il tragico evento che causò 11 vittime e che, assieme ad altri casi in molte zone d’Italia, spinse il gover-no dell’epoca ad approvare una legge che prevedeva la possibilità di chiede-re sussidi.E’ seguita la visita al canyon delle Marmitte dei Giganti, particolari ca-vità scavate nella roccia dall’azione levigante dell’acqua che trascina con sé pietre o piccoli massi, ed infine al-l’impianto idroelettrico della diga di San Lazzaro, serbatoio artificiale che alimenta la centrale elettrica di Pon-te degli Alberi - 10 MWatt di energia

rinnovabile.Nel pomeriggio, nella Sala Conferenze della chiesa di Sant’Agostino a Fos-sombrone, il prof. Oscar Mei ha tenu-to una conferenza sulla vicenda della sventata dismissione della tratta Fano Fermignano nel 1938.Questo sconosciuto episodio è venuto alla luce grazie al ritrovamento casua-le di documenti storici salvati da si-cura perdita proprio dallo stesso Prof. Mei.Si è così venuto a sapere che, allora, la popolazione di Fossombrone lamen-tava la chiusura e la probabile perdi-ta della ferrovia come già avvenuto per altri opifici e strutture dello Stato quali prefettura, ufficio delle entrate, filande, mercato dei bachi ecc.L’assoluta convinzione dell’allora Po-destà, l’ingegnere Getulio Emanuelli, sull’assurdità di una tale perdita spinse questo illustre personaggio a scrivere alle più alte cariche istituzionali, fino al Capo del Governo Benito Mussolini con grave rischio di eventuali provve-dimenti disciplinari.L’Ing. Emanuelli presentò anche cal-coli sui conti economici per la riatti-vazione della linea prevedendo che il movimento dei viaggiatori avrebbe

consentito di compensare le spese; evidenziò come la popolazione del-la Valle del Metauro aveva lottato ed accettato di compiere sacrifici pur di vedere la costruzione della ferrovia. Perdere questa struttura avrebbe si-gnificato un regresso civile e una de-moralizzazione generale. Ma tutto questo non servì a molto fino a quando accadde un episodio parti-colare che fu volutamente sottaciuto: molti cittadini, per protesta, giunsero a stracciare le tessere nella sede del partito alla presenza dei gerarchi lo-cali.I provvedimenti di smantellamento, che sembrava imminente, furono riti-rati ed il Duce dispose che la ferrovia Fano - Fermignano rimanesse dov’era in attesa di riprendere il servizio.Oggigiorno tale rischio è, invece, alta-mente probabile!Con questa rievocazione storica, pre-sentata impeccabilmente dal Prof. Mei e piena di straordinarie analogie con le vicende attuali, si è conclusa la VI Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate.

Associazione FerroviaValle del Metauro

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QUANDO SI STRAPPAVANO LE TESSERE DI PARTITO

Le ferrovie dimenticate

PESARO – L’8^ edizione della rassegna “Dio s’è fatto fanciullo”, proposta dall’Associazione musi-cale “I Cantori della città futura” dell’Unione dei Comuni di Pian del Bruscolo, è stata confortata da un lusinghiero successo. Come già in passato i proventi della manife-stazione vengono destinati al Mo-vimento Africa Mission – Coo-perazione e sviluppo per dare più forza ai vari progetti a favore della popolazione ugandese.Più che legittima la soddisfazio-ne di Franco Bezziccheri che, da sempre, pilota l’iniziativa: “Sento il dovere di ringraziare sentita-mente le famiglie, le ditte, i gruppi corali partecipanti ed il pubblico che ha dimostrato grande sensi-bilità affollando le sedi che hanno ospitato, dall’8 dicembre scorso al 31 gennaio 2013, i sei concerti in programma a Borgo Santa Maria

di Pesaro, Osteria Nuova di Mon-telabbate, Morciola di Colbordolo, Acqualagna, Cagli e Casinina di

Auditore. La rassegna ha coinvol-to ben undici formazioni corali con un organico di circa 400 ele-

menti. Doveroso citarle tutte: San Carlo di Pesaro, Ensemble onde medie di Riccione, Polifonico Du-

rantino di Urbania, Piccolo coro e Coro Santa Maria Annunziata di Morciola, Polifonico Santa Maria Immacolata di Gallo di Petriano, Santa Lucia di Acqualagna, Cit-tà di Cagli, La Bottega delle voci di Cattolica, Santa Maria Pian del Monte di Casinina nonché il gruppo promotore de I Cantori”.La somma raccolta permetterà a 120 giovani ugandesi di parteci-pare, per tutto il 2013, alla vita del Centro di Moroto offrendo loro l’opportunità di vivere e studiare in un ambiente altamente forma-tivo ed alle volontarie Franchina ed Ersilia, della sede regionale di Morciola di Colbordolo, di dare continuità al progetto “Taglio e cucito” di Loputuk.nella foto il coro polifonico de “i

cantori della città futura”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nell’ormai lontano 1885 Dio nel suo amore per l’umanità e per la Chiesa, in particola-

re per i frati cappuccini e i Pesa-resi, il 15 marzo gettò nel mondo un seme, ricco del Suo DNA. In verità tutti i grani che Lui semina sono ricchi del Suo DNA! E nacque al mondo, in Sant’Elpidio a Mare, una stupenda pianticella: Giulio

Bocci. Il nuovo germoglio accolse tutto l’amore che il Seminatore gli manifestava nella sua crescita e si lasciò sarchiare, nutrire, concima-re… e la pianticella divenne… pa-dre Giuseppe cappuccino, poi…. Servo di Dio. Ma… tutto ha avuto origine dal quel seme di Dio, get-tato nella terra dell’umanità! Nel giorno della nascita di una persona inizia un progetto, una storia, un futuro ricco di tutta la Creatività, la Sapienza e l’Amore di Dio. Per questo vogliamo ricorda-re con tanta gratitudine e senso di riconoscenza quel giorno: perché nel seme c’era un futuro grande e bello, ricco di santità e di amore. La pianticella di Giulio Bocci sarà poi arricchita con altri grandi se-gni e doni dell’Amore divino: il 17 marzo riceve il battesimo che lo

rende Suo figlio prediletto, il 20 giugno 1901 il Signore lo consacra a sé sulle orme di Francesco, il 21 dicembre 1907 gli elargisce il dono del Sacerdozio facendolo ministro della Parola e del Suo Amore per il popolo di Dio. La piccola pianta cresce e si infoltisce di rami ricchi della Grazia di Dio. Quel DNA che il Signore ha impresso in Giulio nel giorno della sua nascita mani-festa tutta la ricchezza di un dono immenso per la Chiesa e l’umani-tà! La pianticella – ormai cresciuta - comincia a portare frutti preziosi che alimentano tante vite umane, e i suoi rami offrono sollievo a quanti si fermano alla loro ombra. Chiare testimonianze confermano che molti fratelli e sorelle hanno usufruito del ministero sacerdo-tale di padre Giuseppe, hanno in-

contrato Cristo attraverso la sua parola e ricevuto il perdono divino attraverso la sua serena accoglien-za. Quanti giovani hanno ricevuto consigli per scoprire la bellezza della vita attraverso l’incontro con lui o attraverso quello che il futuro Servo di Dio ha lasciato scritto per loro! Tante ragazze hanno incro-ciato Cristo Sposo e hanno trovato la loro pienezza entrando nell’Isti-tuto delle Volontarie Francescane delle Vocazioni, da lui fondato! Tanti “fratini” hanno attinto dalla vicinanza con lui esempio e spro-ne per vivere pienamente la loro vocazione di cappuccini. Senza al-cun dubbio, da Padre Giuseppe in-numerevoli fedeli hanno imparato a supplicare il Padrone della mès-se per ottenere buone vocazioni sacerdotali e di vita consacrata! Al

Padre Bocci si possono applicare le parole che il Vangelo dice del granello di senape, diventato una grande pianta: “gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra” (Mc 4,32) per trovare ristoro. Il 15 marzo 1885 il Signore ha get-tato un seme nel campo del mon-do: in quel seme era contenuto tutto quello che Padre Giuseppe Bocci è stato con la sua vita, la sua Opera, con la sua santità! Straor-dinaria è stata la generosità del Signore con il nostro Servo di Dio; ma anche lui ha fatto bene la sua parte: la Grazia di Dio in lui non è stata vana! (cf. 1Cor 15,10). Ha consentito che quel seme cresces-se e divenisse un albero rigoglioso. Così molti fratelli e sorelle hanno potuto trovare refrigerio alla sua ombra; hanno tratto ristoro, so-stegno e crescita spirituale, gu-stando i suoi deliziosi frutti di vita e di santità.

Fr. Gianni Pioli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 8: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 2013 9amicoil nuovo• •

Redazione di Pesaro:Via del Seminario, 4 - 61121 PesaroTel. 0721 64052 - Fax 0721 69453E-mail: [email protected]

GASTRONOMIA«del PORTO»

APERTO FINO ALLE 21COMPRESO I FESTIVI

LUNEDI CHIUSO

Pesaro - Via A. Cecchi, 16 - Tel. 0721.371262

Se vuoi gustare la vera

trippa in pignatta, vieni

alla scuola della Giannina...La qualità il nostro piatto forte!•Porchetta di nostra produzione

• Fagioli con le cotiche• Polenta al capriolo, cinghiale e lepre

servizio a domicilioPizza al Piatto

Pizza maxi Con un minimo di 20€ una bibita in omaggio

(bottiglia da 1,5 Lt. o birra da 66 cl.) Si accettano buoni pasto-card

Pizza al taglio

Andrea Parri ConsultingV. Leopardi n°20

61022 Colbordolo (PU)+39 328 0030 149

e-mail: [email protected] www.andreaparri.com

Agenda Diocesana

VIA CRUCIS DIOCESANAVenerdì 22 marzo alle ore 21 Via Crucis Diocesana. Quest’anno l’iti-nerario riguarderà le vie della Città: partirà da Piazzale Europa (Zona Baia Flaminia) e si concluderà in Cattedra-le. Per l’occasione verrà consegnato il Messaggio del Papa in vista della Giornata mondiale della Gioventù che, come ogni anno, coincide con la cele-brazione della Domenica delle Palme (24 marzo)

DALLE SUORE DI GINESTRETODOMENICA 17 MARZO 2013 le suore di Ginestreto invitano tutti gli amici ad un incontro di riflessione e di preghiera in preparazione alla Pasqua, dalle ore 15 alle ore 19,30 con la pos-sibilità di fermarsi a cena. L’incontro: “Pasqua, evento di straordinaria bel-lezza, rivelazione di un grande amore”. sarà condotto da don Tonino Falcone - Salesiano di Roma. Per prenotazione e adesione tel. 0721- 482153

Un piccolo esercito a servizio dei poveri

CONCLUSO IL CORSO DI FORMAZIONE PER ANIMATORI PASTORALI CARITASPESARO - Il Convegno diocesano del 2010 sulla Carità non è stato un evento isolato e concluso in se stesso, ma si è rivelato, com’era negli auspici, il punto di parten-za di un cammino condiviso, i cui frutti più recenti sono stati la nascita di alcune Caritas parroc-chiali e la realizzazione del primo “Corso di formazione per anima-tori pastorali” di tali Caritas.Proprio a conclusione di questo Corso, i partecipanti (106 iscrit-ti, con una media di 70 presenze ad ogni incontro e 24 parrocchie rappresentate) si sono riuniti in Assemblea, il 5 marzo scorso, con l’Arcivescovo Piero Coccia e con don Marco Di Giorgio - rispet-tivamente presidente e direttore della Caritas diocesana - per un giudizio sull’esperienza vissuta ed un confronto sui passi futuri da compiere. Dopo una breve intro-duzione di don Marco e del dott. Giorgio Filippini, che hanno con-testualizzato il Corso all’interno del cammino della diocesi, S. E. Mons. Coccia, riferendosi anche al “Motu proprio” di Benedetto XVI sul servizio della carità (pub-blicato l’11 novembre 2012), ha ribadito gli aspetti fondamentali di questa dimensione costitutiva della Chiesa. Presupposto fonda-mentale, ha detto, è che il servizio della carità non vada confuso con una attività assistenziale - sempre purtroppo inadeguata per quan-to generosa possa essere - né con una mera raccolta e distribuzione di fondi: esso trova radice, ali-mento e speranza in Colui che è la vera Carità, la vera risposta, la vera vicinanza ai bisogni dell’uo-mo. Senza un rapporto continuo con Cristo dentro la comunità della Chiesa, ogni nostro sforzo fi-nisce per essere impotente e delu-dente. Da ciò derivano importanti

conseguenze a livello di contenuto e di metodo.Chi opera nella pastorale caritati-va è chiamato a dare testimonian-za di fede, oltre che di generosità e di concretezza; è chiamato cioè a vivere la dimensione della carità in stretta connessione con quella dell’annuncio della Parola (ca-techesi) e della celebrazione dei Sacramenti (liturgia), ricordando che la carità, come ha affermato don Giovanni Nicolini, “non è una virtù da esercitare, ma un tentati-vo di restituire l’immenso bene che con Cristo ci è stato donato”.Il “ministro” della carità, inoltre, nel rapportarsi alle persone, non può non tener presente la “glo-balità” dei loro bisogni, perché la

povertà materiale (del cibo, dei vestiti, della salute, della casa, del lavoro) si accompagna spesso a una povertà relazionale (soli-tudine, abbandono) e culturale (senso di vuoto, di insignifican-za, di inutilità della propria vita) che denuncia una fragilità umana profonda, a cui solo Cristo può dare speranza. Per queste ragio-ni è importante che gli operatori della carità, da un lato, provveda-no alla propria formazione teo-logica e pastorale, utilizzando gli strumenti e i percorsi messi a di-sposizione dalla diocesi; dall’altro svolgano essi stessi una funzione formativa nella comunità parroc-chiale, mettendo in atto una pe-dagogia dei “fatti”, cioè di azioni e

gesti che favoriscano l’educazione alla condivisione e alla testimo-nianza evangelica. Venendo quindi all’indicazione di scelte precise, l’Arcivescovo ha sollecitato a continuare sulla stra-da, già avviata, dell’istituzione del-le “Caritas” parrocchiali e a preve-dere, sulla base ovviamente di una valutazione realistica delle singole situazioni, la creazione di Cen-tri di Ascolto vicariali nei quali coinvolgere e responsabilizzare la presenza dei laici: tali obiettivi si rivelano sempre più necessari a causa della grave crisi in atto, che appesantisce enormemente il ca-rico di lavoro degli operatori del-la Caritas e del Centro di Ascolto diocesani.

L’Arcivescovo, infine, risponden-do alle domande dei presenti, ha invitato non solo a guardare il futuro, ma anche a valorizzare quanto è già stato fatto (perché la chiesa di Pesaro si è sempre impegnata seriamente nel cam-po della carità) e quanto oggi, in una situazione completamente nuova, si sta realizzando sia a li-vello di formazione che di opere. Ha poi consegnato ai presenti gli attestati di partecipazione al Cor-so, raccomandando di mantenere un rapporto stretto tra loro e di presentarsi ai parroci per comu-nicare la propria disponibilità a collaborare.

Paola Campanini©riproduzione riservata

LA CONSEGNA DA PARTE DELLA FIGLIA CAMILLA

La collezione Falcioni al Museo Diocesano

Il Museo Diocesano di Pesaro è stato ar-ricchito di una donazione testamentaria di Nino Domenico Falcioni, noto colle-

zionista d’arte e di antiquariato scomparso una anno fa. La figlia Camilla ha donato il corredo di oggetti liturgici in argento, più una pianeta con stola e copricalice di cui suo padre aveva dotato la cappella della villa set-tecentesca di Candelara: una cappella mo-derna, fatta costruire per il battesimo della

bambina, avvenuto alla presenza del vescovo mons. Gaetano Michetti, di don Gino Rossi-ni e di don Nicola Alegi parroco di Candela-ra, nel 1976.E’ stata particolarmente toccante questa con-segna a don Stefano Brizi, Vicario Generale e Direttore dell’Ufficio Beni Culturali Eccle-siastici dell’Arcidiocesi, anche perché alcuni oggetti di grande significato “privato” pas-savano definitivamente nel contesto pubbli-

co, vario e ricchissimo del Museo Diocesano pesarese.La pianeta settecentesca in seta verde, rica-mata con motivi policromi e bordata di piz-zi e passamanerie, andrà ad aggiungersi alla splendida serie di quelle esposte provenienti per lo più dal Capitolo della Cattedrale, già accostate in modo che le cromie esprimano tutte le varie funzioni liturgiche.Gli oggetti in argento e argento dorato, con-sistenti in un calice, due patene e una pisside, unite a due ampolline in vetro con vassoio, costituiranno una preziosa presenza di ore-ficeria “moderna” del Novecento accanto agli oggetti liturgici già esposti per lo più sette-centeschi: un tassello finora mancante nel racconto liturgico museale.Una donazione privata come questa, oltre ad arricchire il Museo, continua ad esprimere la generosità, l’amore per la Bellezza, il de-siderio di essere utile alla comunità religiosa e civile che chi ha conosciuto Nino Falcioni può testimoniare, e che si è espresso anche con altre donazioni come quella di cerami-che settecentesche con rosa di Pesaro alla Fondazione Cassa di Risparmio, per fare un solo esempio.

G. Calegari ©riproduzione riservata

Page 9: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Pesaro17 marzo 201310 amicoil nuovo• •

Essere fedeli al proprio carisma “oggi”, dentro la “chiesa marchigia-na”, perché la fede è una “vita” che si incarna sempre in un preciso tempo e luogo.Questo è il motivo fondamentale per cui l’Arcivescovo Piero Coccia (domenica 10 marzo, presso l’Isti-tuto delle Maestre Pie Venerini) ha presentato alle Religiose – in occasione del loro ritiro spirituale – il secondo Convegno Ecclesiale Marchigiano, che si svolgerà, pri-ma ad Ancona poi a Loreto, dal prossimo 22 novembre al 24 no-vembre (giorno della Festa di Cri-sto Re e della conclusione ufficiale dell’Anno della fede) con la par-tecipazione delle 13 delegazioni diocesane della Regione. Non è un caso, ha detto l’Arcive-scovo, che il titolo del Convegno contenga proprio questa precisa-zione: Vivere e trasmettere “oggi” la fede “nelle Marche” . Tale precisazione implica, da una parte, che ci si chieda che cosa è accaduto nella società e nella chiesa marchigiane nei venti anni trascorsi dal primo Convegno del 1993; dall’altra che si guardi a que-sto pezzetto di storia come a un tempo in cui si sta realizzando il Regno di Dio e quindi non con lo scetticismo di chi non vede altro che irreversibile declino religioso, ma con la fede di chi sa rintrac-ciare, dentro questo tempo, la ricchezza, le risorse, la vitalità di cui la Chiesa ancora gode, perché il Signore, come ha ricordato Be-nedetto XVI, non lascia affondare la sua barca. E così le stesse sfide che l’attuali-tà lancia (dalla crisi economica e sociale al capovolgimento radica-le della concezione della vita, del

sistema di valori, dei compor-tamenti, della prassi educativa ecc.) vanno considerate, ha detto l’Arcivescovo, come delle oppor-tunità per i cattolici di crescere nella consapevolezza di sé e nella responsabilità.E’ vero che ci sono elementi di preoccupazione (calo della fre-quenza alle messe domenicali, cri-si delle vocazioni, invecchiamento del clero), ma ci sono anche tan-ti segnali positivi: molti laici, ad esempio (catechisti, operatori pa-storali impegnati in diversi ambi-ti) stanno assumendo sempre più nella comunità ecclesiale il ruolo di corresponsabili, non di sempli-

ci esecutori o di collaboratori dei sacerdoti.Anche le famiglie, che pure risen-tono di spinte sociali fortemente disgreganti, continuano ad essere una risorsa importantissima per la chiesa: insieme a quelle che vi-vono dolorose esperienze di sepa-razione e divorzio (per le quali la diocesi di Pesaro sta realizzando iniziative di accoglienza e vicinan-za) ne esistono altre che hanno una fede solida e si rivelano sog-getti indispensabili per la trasmis-sione della vita cristiana alle nuo-ve generazioni. Gli stessi giovani non vanno giu-dicati solo come “un problema”,

perché ce ne sono tanti che stan-no compiendo positivi cammini educativi in oratori, associazioni, movimenti. Nelle Marche, inoltre, vivono comunità religiose maschili e femminili che, nonostante la crisi vocazionale, stanno offrendo un grandissimo servizio alla Chiesa e alla società: basti pensare al loro impegno nella scuola, nel mon-do dei malati, degli anziani, delle carceri, delle ragazze madri, della promozione e difesa della vita. E’ importante che tali comunità te-stimonino la specificità del loro carisma in comunione con il cam-mino della chiesa locale, come del

resto sta già avvenendo a Pesaro: le parrocchie più grandi della dio-cesi, infatti, sono affidate alla di-rezione o alla collaborazione dei Sacramentini, dei Cappuccini, dei Conventuali, dei Comboniani. Certo bisogna pregare perché il Signore doni nuove vocazioni e indichi la strada per superare le frammentazioni ancora presen-ti all’interno delle diocesi e tra le diocesi marchigiane. Affinché i carismi suscitati dallo Spirito sia-no vissuti, pur nella loro specifici-tà e autonomia, come un dono e una ricchezza per tutti.

Paola Campanini©riproduzione riservata

Brev

iari

o di

not

izie

pesa

resi A cura di Vittorio Cassiani

DOMENICA 17 MARZO“I LIMONI DELL’AMICIZIA” – ven-gono distribuiti all’ingresso delle chiese. pro africa Mission – Coope-razione e sviluppo.CON IL CAI – escursione ai monti eugubini: da Madonna della spella a Gubbio. accompagnatori: Fattori (347/7401475) e Bardeggia.STRADOMENICA – La città si apre allo shopping, alla cultura, agli in-contri ed al tempo libero. Mercato in piazzale Carducci e mercatini dell’antiquariato in piazza del po-polo, via rossini e piazzale Colle-nuccio.RITIRO DIOCESANO PER FIDANZA-TI – Con l’arcivescovo mons. piero Coccia a Loreto Marche. partenza alle ore 8.30 da san decenzio. ri-torno alle 19 circa.VISITE A PALAZZO DUCALE – pre-visti due turni: alle ore 9.45 e alle 11.15. prenotazioni: 338.2629372. Costo euro 5.LA PALESTINA DELLA CONVIVENZA – in mostra la “storia della palesti-na 1888-1948”. palazzo Gradari, via rossini 24. Fino al 21 marzo. ora-rio: oggi 10-12.30 e 16-19.30. Feria-le 16-19.30.AL POZZO DI SICAR – oggetto di approfondimento: “Chiamati ad un incontro d’amore. vocazione”. villa Borromeo, via avogadro 40. info: Margherita di Giorgio, via Monti 10 (tel. 0721/32392).PRESENTAZIONE LIBRO – “Funam-bole” d isabel Farah. a cura di Jaco-po nacci. Biblioteca san Giovanni, ore 17.TEATRO COMICO – La Compagnia “i Cumediant” di Fano presenta: “La

steca vien dal legn” di paola Magi. regia di Marco Lucertini. sala po-livalente del Centro civico vismara (via Basento). ore 17. ingresso libe-ro.

LUNEDI’ 18 MARZOPER FIDANZATI – alle ore 21, pres-so il Cinema solaris, replica dello spettacolo. “Con l’infinto nel cuore”. L’amore nell’arte, nella musica, nel-la poesia.CINEVISIONI – sullo schermo: “preferisco il rumore del mare” di M. Calopresti (1999). auditorium dell’università dell’età Libera (Cam-pus scolastico, via nanterre). ore 21. ingresso libero.

MARTEDI’ 19 MARZONELL’UNILIT – incontro con san-tino Ciuffolini (“viaggio dentro una importante componente della ricchezza faunistica del nostro ap-pennino…”) e della valle Beltrami (“La ricerca di dio nel cuore dell’uo-mo…”). sala san terenzio, ore 16.GIOVANI AUTORI ITALIANI – sullo schermo: “Bellas Mariposas” di sal-vatore Mereu. Cinema solaris, ore 21. ingresso euro 6. “SOLO PER AUDACI” – al “Metropo-lis” (5 torri) viene proiettato il film: “detachment”, regia di tony Kaye con adrien Brody. ore 21.15.

MERCOLEDI’ 20 MARZONELLA SEDE DEL CIF – in via Bran-ca 29. “dolci” auguri per la santa pasqua con simpatico scambio di ricette della tradizione. ore 17.

GIOVEDI’ 21 MARZOAGGIORNAMENTO DEL CLERO – a villa Borromeo, ore 9.30.

PROGETTO GARTEN – incontro let-terario con alessandro Forlani. in-troduce Federica Campi. Biblioteca san Giovanni, ore 16.NELLA SEDE DEL “MARA ROSSI” – torneo di burraco comune. dalle ore 16.INCONTRARE LA VITA – La dot-toressa sara pagnini, psicologa e psicoterapeuta, propone l’argo-mento: “Conseguenze psicologiche dell’aborto”. nei locali della 2^ Cir-coscrizione (5 torri), ore 20.45.“GENITORI E FIGLI” – “essere ma-dre, essere padre oggi”. Conversa-zione di Margherita vitali, psico-loga, psicoterapeuta, didatta del Centro studi terapia familiare di urbino. nella sede del CiF, in via Branca 29. ore 21.“LA FEDE DI MARIA” – incontro di preghiera e adorazione. nella chie-sa parrocchiale san Martino. ore 21.“GIALL IN FAMEJA” – La commedia di Franco andruccioli viene presen-tata nel salone “snaporaz” di Cat-tolica (ore 21.15) nell’ambito della stagione di teatrale.

VENERDI’ 22 MARZONELLA GALLERIA ART 65 – in via Giordano Bruno 65. espone, fino al 7 aprile, Marco ambrosini.ANGELO CHIARETTI ALL’UNILIT - Conversazione su: “La genesi dan-tesca della pascoliana poetica del fanciullino”. sala san terenzio, ore 16.IL LIBRO DI MASSIMO CONTI – viene presentato, presso la Bi-blioteca san Giovanni, alle ore 17: “traversine – 50 chilometri a piedi da Fano a urbino lungo la ferrovia Metaurense”.

AD HONOREM – La giornalista ivana Baldassarri ricorda Marcello Cocco. nell’auditorium dell’acca-demia internazionale di canto, in Largo aldo Moro 12. ore 17.30.PER OPERATORI PASTORALI – in-contro per il percorso diocesano di formazione. villa Borromeo, ore 18.30.CONCERTISTICA AL CONSERVATO-RIO – si esibisce (ore 21) il pianista Behzod abduraimov. all’ascolto brani di scarlatti, Beethoven, Cho-pin e Liszt.

SABATO 23 MARZOIL MUSEO INVISIBILE – ultimo giorno di mostra. Biblioteca olive-

riana, via Mazza 97. orario: 9.30-13. ingresso libero.CONVIVIO DEL “MARIA ROSSI” – presso il ristorante “La testa del re”. ore 12.30.“LETTORI DI CLASSE” – incontro fi-nale della gara di lettura tra le clas-si degli istituti superiori di pesaro. Biblioteca san Giovanni, ore 16.“GOCCIA DOPO GOCCIA” – raccon-to proposto dai lettori volontari della Biblioteca san Giovanni (area ragazzi) per bambini partire dai 5 anni. ore 16.45.NELLA SALA BEI DLLA PROVINCIA – Concerto della scuola di compo-sizione: ensemble strumentale del Conservatorio. ore 18.

CINEFORUM ALLA MULTISALA GIOMETTI

Detachment: “solo per audaci”PESARO - Martedì 19 marzo il centro culturale Città Ideale di Pesaro or-ganizza la proiezione del film Detachment (USA 2011 di Tony Kaye) alle ore 21,15 presso il Cinema Multisala Giometti - piazza Stefanini - a Pe-saro.Con questo film il cineforum “Solo per audaci” giunge al terzo e al pe-nultimo appuntamento per questa stagione. Detachment non è un film solo sulla scuola american , che tra l’altro ha ormai molti fattori in co-mune con quella italiana, non è un film solo sugli adulti che non sono in grado di educare, non è un film solo sulla gioventù in crisi, ma può essere letto anche come un tentativo di mettere in luce il “di più” che ogni uomo desidera.

MOSTRA ALLA EX CHIESA DELLA MADDALENA

… dal filo alla tramapesaro- prosegue con successo di pubblico e di critica presso l’ex chiesa della Maddalena la ii edizione della mostra dedicata ai manufatti del gentil sesso. il titolo di questa edizione è: “dal filo alla trama:opere d’arte tessute,ricamate e dipinte’’. L’iniziativa culturale è curata da Lo-renzo Fattori dell’associazione turistica pro Loco di Candelara. nella seconda sezione della mo-stra sono protagoniste le opere di sei artiste contemporanee: anna rosa Basile, elvia Bertuccioli (Bertu), alessandra Bonci, piera Corinaldesi, eufemia rampi e irina Kuksova. anna rosa Basile partecipa con le sue bellissime eroine fantastiche che fuoriescono dai fondi blu. i movimenti dinamici e sinuosi dei personaggi onirici della Basile, trovano una location meravigliosa nella struttura interna della Maddalena.

P.M©riproduzione riservata

Vivere e trasmettere oggila fede nelle Marche

VERSO IL SECONDO CONVEGNO ECCLESIALE REGIONALE

Page 10: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

amicoil nuovo• • Pesaro 17 marzo 2013 11PIATTAFORME ACQUATICHE, RESIDENZE E PERSINO RUOTE PANORAMICHE

Un concorso perriprogettare il porto

Il Comune di Pesaro sollecita idee per una riprogettazione del porto. Lo ha specificato il sindaco Ceriscioli informan-

do che sono stati investiti circa 18,5 mln di Euro e che entro un mese la ditta appaltatrice Idresia, consegnerà il primo stralcio. I due moli saranno allungati e alcune banchine risanate. Una seconda fase vedrà il dragaggio dalla sabbia della darsena, che verrà effettuato a settembre. Ne risulterà un porto nuovo per dimensioni e qualità.Chiarito preliminarmente che bi-sognerà attendere i risultati della prossima asta fallimentare per sapere se vi saranno offerte con-grue, Ceriscioli ha spiegato che il Comune ha nel frattempo lan-ciato un’operazione, denominata “Smart Harbor” (“Porto intelligen-te”), in collaborazione con l’Uni-versità di Bologna e con lo studio di progettazione “Young Architect Competitions” (YAC). I rappre-sentanti di YAC presenti, gli inge-gneri Alessandro Liuti e Alessan-dro Cecchini, hanno illustrato la concezione: nel presupposto che la crisi economica abbia messo in ginocchio la cantieristica navale, lo studio ha bandito un concorso diretto a ricevere progetti origina-

li per una ri-destinazione turistica dello spazio del porto. Si sollecita-

no così progetti per una utilizza-zione “ludico-ricreativa” di tutta

l’area dell’ex-cantiere: si sono fatti gli esempi di giardini artificiali su

piattaforme acquatiche, residenze turistiche, negozi, poli culturali polivalenti e persino ruote pano-ramiche. Idealmente il concorso si rivolge a giovani professionisti – non necessariamente tutti archi-tetti - “under 35”. L’idea è quella di stimolare un di-battito creativo, ma non solo; i lavori presentati – il concorso si chiude il 24 giugno – saranno va-lutati da una giuria, membro della quale sarà da parte del Comune l’architetto Nardo Goffi; il proget-to che sarà giudicato il migliore riceverà un premio in denaro, e sarà esposto presso il Municipio e le Università di Bologna, Santa Fè e Shangai.

Claudio Turco© RIPRODUZIONE RISERVATA

YOUNGARCHITECTSCOMPETITIONS

PESARO – Una lezione di teatro e di vita. Ad impartirla sono sta-ti Glauco Mauri (Papà Briquet) e Roberto Sturno nel ruolo di “Quello che prende gli schiaffi”, protagonista dell’omonimo spet-tacolo. C’è una significativa sinto-nia fra l’inquietudine e il disagio di vivere che il drammaturgo Leonid Nicolaevic Andreev esprimeva nei suoi testi agli inizi del Novecento e i sentimenti di oggi. Affinità che non è sfuggita a Glauco Mauri che rileggendo ed interpretando li-beramente gli scritti dell’autore russo ha trovato materia per il suo teatro. Un teatro impegnato che Mauri, in compagnia del fido Roberto Sturno, porta in scena da oltre 30 anni. Nato a Pesaro nel 1930, da 62 anni Mauri si dedica al mestiere di teatrante con rigo-re e passione, alla instancabile ri-cerca della qualità poetica e della

libertà degli intenti artistici. Lo spettacolo “Quello che prende gli schiaffi” ruota attorno alla favo-la dell’uomo che vuole cambiare il mondo arido e crudele attra-verso il potere dei propri sogni, dell’onestà, della bontà d’animo. Un mondo che egli identifica con quello dell’arte e dell’umorismo, in particolare con la dimensione circense, nella quale si muovono Papà Briquet, il direttore, la figlia domatrice, un acrobata, una balle-rina muta e alcuni clown musici-sti. Le prove dello spettacolo ven-gono interrotte da uno spettatore che chiede di entrare a far parte della compagnia perché non rie-sce più a vivere la vita di prima ed ha un desiderio disperato di com-prendere il significato dell’esisten-za. Vuole diventare un clown per poter nascondere sotto le lacrime finte quelle vere. E’ la favola di un

uomo che abbandona il mondo reale per uno immaginario, spe-rando che mutando la prospettiva cambino anche le regole del gioco. Ma è solo un’illusione: “quello che prende gli schiaffi”, ancora un vol-ta immerso nella meschinità del mondo, diviene preda della follia e protagonista di un tragico finale. La recitazione degli interpreti, ca-peggiati magistralmente da Mauri e Sturno, è stata appassionata ed elegante, i costumi, di Odette Ni-coletti, sofisticati e divertenti, le musiche di Germano Mazzocchet-ti delicatamente suonate dal vivo, la scena di Mauro Carosi semplice e funzionale. Impeccabile la regia di Mauri, che ancora una volta ha portato in scena “l’arte per la vita”. “Io sento che la speranza è lì che ci aspetta – afferma Briquet - Mau-ri. Dipende da noi. Per questo ora noi appenderemo i nostri costumi, laveremo i nostri visi, ma domani nonostante tutto ricomincerà il nostro lavoro, il nostro gioco..”.

Maria Rita Tonti© RIPRODUZIONE RISERVATA

SUCCESSO PER LO SPETTACOLO “QUELLO CHE PRENDE A SCHIAFFI”

Glauco Mauri lezione di teatro e di vita

Da sx: Glauco Mauri e Roberto Sturno

Pesaro e la prima guerra mondiale(l’arrivo dei feriti)

1903-1923

L’offensiva italiana che fece ritirare l’esercito austriaco al di là del Piave venne lanciata nel giugno 1918. Nei mesi seguenti gli italiani sarebbero avanzati rapida-

mente in Veneto, Friuli e Cadore. L’Idea del 28 giugno rife-riva che la notizia della ritirata del nemico al di là del Piave fu accolta con viva gioia da tutta la cittadinanza. “Si è subito

formato in Piazza V. Emanuele un corteo di bandiere italia-ne, americane, inglesi, francesi e belghe che via via è andato ingrossandosi fino ad assurgere a imponente manifestazione cittadina. Esso si recò dapprima al monumento a Giuseppe Garibaldi, quindi agli ospedali militari Perticari e Carducci, ed alla borgata Andrea Costa ove fra entusiastici applausi parlarono ripetutamente il Prof. Donazzolo ed i Mutilati di guerra Tenente Moggi e Prof. Altan.” Anche il giorno dopo la cittadinanza tributò gli onori ai combattenti, all’Italia e agli alleati. “Il Municipio aveva pubblicato un nobilissimo pa-triottico manifesto annunziante lo splendido successo ripor-tato dalle nostre armi.” Il Circolo San Terenzio aveva spedi-to alla Brigata Pesaro un telegramma con cui si esprimeva

la partecipazione dei concittadini alle lotte patriottiche dei pesaresi. Il giornale diocesano riferiva, fra l’altro, che il pe-sarese Angelo Bracci, Tenente nel Battaglione Bersaglieri Ciclisti, era stato ferito ad entrambe le gambe da schegge di granata. Il 25 giugno era giunto nella nostra città un tre-no attrezzato dalla Croce Rossa con 300 feriti provenien-ti dai fatti d’arme del Grappa e del Piave. Le operazioni di trasporto dei feriti furono eseguite dai Giovani Esploratori, dalla Croce Verde e da una squadra della Giovane Italia. Il Patronato Profughi inviò un telegramma al Generale Diaz che interpretava i sentimenti patriottici di questi feriti.

Stefano Giampaoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

DOMENICA 24 MARZO A VILLA BORROMEO

Incontro per separati, divorziati e conviventiDopo il primo incontro che si è tenuto a Villa Borro-meo domenica 24/02/2013, si è deciso di incontrarsi dalle ore 16,30 alle ore 18,30 ogni terza domenica del mese sempre a Villa Borromeo.Pertanto si ricorda a tutti i Parroci che domenica 24/03/2013 ci sarà il secondo incontro rivolto alle persone separate, divorziate e conviventi.Certi della vostra collaborazione si ringrazia per la diffusione che farete del suddetto messaggio.

Ufficio Diocesano Pastorale Familiare© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ ANNUNCIO DI RABACHÈN

Ecco i biglietti vincenti della Lotteria di CarnevalePESARO – Nella mattinata di lunedì 11 marzo 2013 sono stati estratti, nell’ambito della 56^ edizione del Carnevale dei Ragazzi, i biglietti della Lotteria.Questi i numeri vincenti:

Serie Numero Premio B 372 1 SCOOTER MALAGUTI BLOG 125 A 953 2 BICICLETTA ELETTRICA C 469 3 CLIMATIZZATORE C 890 4 ABB. PARCHEGGIO CURVONE 6 MESI A 348 5 TELEVISORE LCD 20” E 951 6 VIDEOCAMERA DIGITALE A 340 7 CELLULARE CON FOTOCAMERA C 690 8 FOTOCAMERA DIGITALE B 321 9 MACCHINA DA CAFFE’

C 619 10 DECODER DIGITALE H 072 11 GRATTUGIA ELETTRICA A 806 12 SET COMPLETO ASCIUGAMANI G 629 13 ASPIRAPOLVERE B 824 14 BILANCIA PESA PERSONE B 295 15 FERRO DA STIRO A 246 16 CORDLESS D 231 17 BILANCIA DA CUCINA H 235 18 PLAID E 648 19 RADIO AM/FM H 246 20 LETTORE MP3I premi dovranno essere ritirati entro il 12 aprile 2013. Per accordi telefonare al numero 0721-55783 (dalle 14.30 in poi).

Page 11: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 201312 Pesaro amicoil nuovo• •

✞Venerdì 8 Marzo è mancata all’af-fetto dei suoi cari all’età di anni 79

LUCIA BOLDRINved. Meneghello

Ne danno il triste annuncio i figli Uldino, Doriano e Claudio, le nuore, i nipoti, i parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Sabato 9 Marzo nella Chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto. È seguito l’ac-compagno al Cimitero Centrale.O.F. EUROSERVICE S.N.C. di Poderi Tonelli Ricci – Via Flaminia 287 - tel 0721/392425

✞Domenica 3 mar-zo Marzo è man-cata all’affetto dei suoi cari

PATRIZIA BRENTANe danno il triste annuncio il marito Roberto, i figli Andrea e Federico, i genitori Giancarlo e Diana, i paren-ti tutti. l funerale ha avuto luogo mercoledì 6 Marzo nella Chiesa parrocchiale di S. S. Terenzio in Cat-tabrighe. È seguito l’accompagno al Cimitero Centrale.O.F. EUROSERVICE S.N.C. di Poderi Tonelli Ricci – Via Flaminia 287 - tel 0721/392425

✞Domenica 3 Mar-zo munita dei conforti religiosi, è mancata all’af-fetto dei suoi cari all’età di anni 65

ONDINA IOTTINe danno il triste annuncio i figli Marcello, Antonella e Susanna, la sorella Adriana, i generi, la nuora, i nipoti, il cognato, i parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo mercoledì 6 Marzo nella Chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto O.F. EUROSERVICE S.N.C. di Poderi Tonelli Ricci – Via Flaminia 287 - tel 0721/392425

✞Sabato 9 Marzo munita dei conforti religiosi è mancata all’affetto dei suoi cari all’età di anni 95

PINA TONUCCIin Tallevi

Ne danno il triste annuncio i figli Eliseo e Rosalba, la nuora, il genero, i nipoti Andrea, Davide e Milena e i parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo lunedì 11 Marzo nella Chiesa parrocchiale dei Cappuccini. È se-guito l’accompagno al Cimitero di Villa Fastiggi.O.F. S. PIETRO di Giombetti MarcoVia Fastiggi 105- tel. 0721/282549

✞Lo scorso 8 mar-zo nella chiesa S. Carlo Borromeo si sono svolti i fu-nerali di

GAsPARD COPPOLAnato il 07/03/1920

morto il 04/03/2013O.F. ALMA MATER di Tonelli Stefaniavia del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

✞Martedì 5 Marzo alle ore 2, muni-ta dei conforti re-ligiosi, è mancata all’età di anni 85

BRUNA GAMBINIved. Gennari

Ne danno il triste annuncio la so-rella CLARA, il cognato MICHELE, i nipoti e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Giovedì 7 Marzo partendo da Casa Padre Da-miani nella Chiesa parrocchiale di S. Maria del Porto. Dopo la S. Messa la tumulazione al Cimitero Centrale.Ag. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞Martedì 5 Marzo, munito dei con-forti religiosi, è mancato all’età di anni 53

PAOLO ZANCANe danno il triste annuncio la mo-glie SAVINA LINDA, la mamma MA-RIA, i fratelli STEFANO e MARCO, le cognate IVANA, SILVIA e BARBARA con FABRIZIO, lo zio VALTER, la suo-cera FRANCA amici e parenti tutti.Il funerale ha avuto luogo Mercole-dì 6 Marzo nella Chiesa di Borgo S. Maria. Dopo la S. Messa la tumula-zione è avvenuta presso il Cimitero di Pozzo Alto.Ag. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞RINGRAZIAMENTO

Le famiglie ZANCA-FABBRICA nel-l’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano commosse quanti hanno partecipato al loro dolore per la per-dita del caro PAOLO ZANCAAg. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

✞Lo scorso 9 marzo presso la chiesa S. Paolo si sono svolti i funerali di

OLGA TAMANTInata il 03/02/1926

morta il 07/03/2013O.F. ALMA MATER di Tonelli Stefaniavia del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

✞Lo scorso 11 marzo presso la chiesa Cappucci-ni si sono svolti i funerali di

FERNANDO TONELLInato il 22/08/1924

morto il 08/03/2013O.F. ALMA MATER di Tonelli Stefaniavia del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

✞Domenica 10 Marzo alle ore 9 è man-cata all’affet-to dei suoi cari, munita dei conforti religiosi, al-l’età di anni 89

TEREsA COsTANTINIved. Paolucci

Lo annunciano con profondo dolore i figli EMMA, ROSANNA, AGOSTINO e ANASTASIA, i generi, gli adorati ni-poti e pronipoti, i fratelli, la sorella e parenti tutti. Il funerale ha avuto luogo il 12 Marzo presso la Chie-sa parrocchiale di Borgo S. Maria. Dopo la funzione religiosa la tumu-lazione è avvenuta presso il Cimite-ro di Montelabbate.IROF Funeral Services - Pesarovia Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Giovedì 7 Mar-zo è tornato alla Casa del Padre

RINALDO MARINELLILo annunciano con profondo dolore la moglie LINA, la figlia ROSELLA con MARCO, gli adorati nipoti DANILO e AURORA, la sorella DINA, i cognati e i parenti tutti. Il funerale ha avu-to luogo lunedì 11 Marzo presso la Chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto. Dopo la S. Messa la tumula-zione è avvenuta presso il Cimitero Centrale.IROF Funeral Services - Pesarovia Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞Lo scorso 6 Marzo alle ore 18 è mancata all’affetto dei suoi cari

ROsA ORCIANIin Di Cecco

Ne danno il doloroso annuncio il marito ELIO, i figli SILVANA con OSCAR, DANIELE con PAOLA e gli adorati nipoti LUCA, LUCIA e GIACO-MO. Si unisce nel ricordo la fedele TANIA. Giovedì 7 Marzo nella Chiesa parrocchiale di S. Maria di Loreto, è stata celebrata la S. Messa di com-miato.IROF Funeral Services - Pesarovia Cattaneo n.11 - Tel. 0721 31494-371444

✞ANNIVERsARIO

Domenica 17 marzo ricorre il se-condo anniversario della scomparsa della cara

ANNA LORENZIin Barilari

La ricordano con amore e rimpianto il marito, i figli, le nuore, i nipoti, il fratello, le sorelle, i cognati e paren-ti tutti.Una S. Messa in suffragio sarà cele-brata Domenica 17 marzo alle ore 11 nella Chiesa parrocchiale di Bor-go S. Maria.Si ringraziano quanti si uniranno nel ricordo e nella preghiera.Ag. Funeb. Marinelli –Via Del Governatore, 4 tel. 336/284055 – 337/635960

necrologi

Cricelli Francesco (35 anni) e Angeli Lucia (31 anni)

Matteini Gianluca (39 anni) e Grassi Angela (35 anni)

Ottaviani Marco (45 anni) e Piccinini Giulia (33 anni)

Cecchini Marco (52 anni) e Catalano Simona (38 anni)

Magnani Omar (35 anni) e Beretta Francesca (30 anni)

Giangolini Alberto (51 anni) e Filippi Sabina (44 anni)

Tasini Alessandro (35 anni) e Marcucci Elisa (32 anni)

Menghetti Paolo Giovanni Luca (44 anni)e Panzieri Elisabetta (42 anni)

Durante Henry Domenico (30 anni) e Del Pivo Silvia (28 anni)

PUBBlicAZioni fino Al 20 mArZo

Oggi sposi!a cura di

Caterina Tani

COMUNE DI PEsARO

✞ANNIVERsARIO

Uniti nella vita, per sempre nell’eternità

EZIO E GIsELDA GIANGOLINILa vostra immagine, sempre viva nei nostri cuori, ci illumina e ci protegge nel cammino della nostra vita. – I famigliari In loro ricordo sarà celebrata una S. Messa Domenica 17 marzo alle ore 11.15 presso la Chiesa parrocchiale di Montelabbate.Agenzia Funebre Marinelli –Via Del Governatore, 4 – tel. 336/284055 – 337/635960

✞Lo scorso 13 marzo presso la chiesa S. Giuseppe si sono svol-ti i funerali di

LAURA sINO in Imperatonata il 08/07/1959 - morta il 11/03/2013

“Ecco la dimora di Dio… Egli sarà il Dio con loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi”. (Ap. 21)La Redazione partecipa al dolore della famiglia e del figlio Agostino, da tempo col-laboratore del Nuovo Amico.O.F. ALMA MATER di Tonelli Stefania - via del Fallo 8, Pesaro – tel. 0721/33100

A Laura ‘grande mamma’Cara mamma, sai già che con le parole non sono tanto bravo e poi mi emoziono, così quello che ti volevo dire oggi, a cui ho pensato tanto, me lo sono scritto, così non perdo i pezzi.Mamma, mi mancano un bel po’ le nostre litigate. Sì, quando litigavamo e dopo mezz’ora uno dei due si metteva a ridere e si faceva subito pace.Io assomiglio molto a te, siamo testardi uguale, vogliamo sempre avere ragione e vogliamo sempre essere e fare il contrario di tutti e tutto. Mi è sempre piaciuto questo spirito ‘rivoluzionario’ che ci accomuna. Dei tanti insegnamenti di cui più ti sono grato, sono la tua semplicità, l’onestà e il fatto che mi dicevi sempre “se credi in una cosa o vuoi qualcosa te la devi conquistare mettendoci impegno e amore”.Ti ringrazio per avermi aiutato a coltivare il dono della preghiera che, in questi giorni dove la mia fede è messa a dura prova, mi sta aiutando tantissimo, e per quanti amici che credo tu abbia benedetto le loro azioni e messo a mia disposizione.Ricordi, ti ho letto il brano delle Beatitudini, la parabola del Seminatore, l’Inno alla carità della Lettera di S. Paolo ai Corinzi. Sono loro che mi hanno suggerito questi brani e mi stanno aiutando a superare questo smarrimento. Mamma, tu sei una grande mamma, hai voluto esserlo, hai combattuto per essere mamma, mia mamma, a rischio della tua vita, della tua salute, per mettere al mondo me, tuo figlio. Ti ringrazio anche perché non solo hai voluto bene a me ma hai amato tanto anche papà.Ti voglio bene mamma.

Agostino

ARCIDIOCEsI DI PEsAROPARROCCHIA DI sAN GIUsEPPE

19 marzo 2013 solennità di s. GiuseppePROGRAMMA

TRIDUO DI PREPARAZIONE

Sabato 16 marzoore 18,30 - Santo Rosario e Lita-nie di San Giuseppeore 19,00 - S. Messa festiva

Domenica 17 marzoore 10,00 - Santa Messa festiva

Lunedì 18 marzoore 18,30 - Primi Vespri della So-lennità di San Giuseppeore 19,00 - Santa Messa nella vi-

giliadella So-l e n n i t à di San Giuseppe

Martedì 19 marzoSOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPEore 8,30 e 10,00 Sante Messeore 18,30 - Secondi Vespri dellaSolennità di San Giuseppeore 19,00 - Santa Messa Solennecon la partecipazione delle Par-rocchiedell’Unità Pastorale Centro

Page 12: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 2013 13amicoil nuovo• •

Redazione di Fano:Via Roma, 118 - 61032 FanoTel. 0721 802742 dir. 803737 Fax 0721 825595E-mail: [email protected]

Fossombrone Cagli Pergola

venerdì 15 marzoudienze in sedeore 21, incontro con i genitori dei ragaz-zi che si preparano a ricevere il sacra-mento della Confermazione a Pergolasabato 16 marzoore 8.30, celebra l’Eucaristia nella chiesa di San Tommasoore 18, celebra l’Eucaristia in Cattedraledomenica 17 marzoore 11, inaugurazione di “Padri Sempre”, la casa di accoglienza per padri separatiore 11.30, celebra l’Eucaristia presso la parrocchia di San Cristoforoore 16, celebra l’Eucaristia presso la chiesa di San Liberio in occasione del primo anniversario della morte di don

Mario Guidilunedì 18 marzoore 20.30, quinto Quaresimale presso la Basilica di San Paternianomartedì 19 marzoin occasione della visita pastorale, visita le suore di Pergolaore 16, celebra l’Eucaristia al Santuario di San Giuseppe in Spinello in occasio-ne della Festa di San Giuseppeore 18, celebra l’Eucaristia presso la par-rocchia di San Giuseppe al Porto in oc-casione del centenario della chiesamercoledì 20 marzoore 11, celebra l’Eucaristia in Cattedrale in occasione del Precetto Pasquale In-terforze

ore 21, incontra la comunità di Calcinel-ligiovedì 21 marzoin occasione della visita pastorale, visita le suore di San Lorenzo in Campovenerdì 22 marzoore 8.30, presso la Sala Riunioni del Centro Pastorale diocesano saluta i par-tecipanti al convegno “Cure palliative pediatriche nelle Marche” ore 21, Via Crucis cittadina – GMG dio-cesanasabato 23 marzoore 8.30, celebra l’Eucaristia nella chiesa di San Tommasoore 18, celebra l’Eucaristia in Cattedrale

a cura della Segreteria Vescovile

AgendA del vescovo

Quarto Quaresimale guidato dal VescoVo nella Basilica di san Paterniano

“Nulla è impossibile a Dio”: la fede fiduciosaFANO - Non poteva che essere que-sto il passaggio: dall’eccomi di Abra-mo e di Mosè all’eccomi fiducioso e germinante di Maria. Una catechesi ampia che unisce alla profondità dei contenuti un rimando biblico di grande ricchezza. Partendo dal-lo spessore della verità mariologica, mons. Trasarti è passato ad una let-tura del messaggio mariano con gli occhi rivolti al presente, alle situa-zioni vissute nella realtà, con la sem-plicità di una traduzione comprensi-bile a tutti. Maria non è una figura aleatoria, lontana da noi, come spes-so ci è stata mostrata, ma una pre-senza viva e vicinissima alla nostra quotidianità. E’ una donna “feriale” e i suoi gesti hanno come soggiorno obbligato i perimetri delle cose con-crete. In questa ferialità germoglia e cresce la sua fede. Una fede fiducio-sa, umile, appresa nella sinagoga di Nazareth, formata e informata dalla

luce della parola di Dio. Seguendo il Vangelo di Luca, il contrassegno iniziale con cui il pennello del Ve-scovo identifica la fede di Maria è il suo essere salda nel turbamento. E’ fede autentica: l’angelo annuncia e la fanciulla, promessa a Giuseppe, è turbata dall’impossibile, ma non c’è spavento o dubbio.La sua è una fede che sa ascoltare (questo è il secondo

affresco). L’inviato le illustra il piano di Dio e in lei, attenta e informata, riemergono le profezie bibliche. Ma-ria riflette, medita, crede. E ancora in sequenza: la sua mente fiduciosa in-terroga, non si accontenta del miste-ro. Quale senso ha il saluto? “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” “Anche tua cugina Elisabet-ta…Nulla è impossibile a Dio” Ma-

ria ora pronuncia il suo ‘sì’. Questa fede obbediente dove intelligenza e cuore sono chiamati in causa ci in-terpella, perché generatrice e rispet-tosa della libertà. Non ha nulla a che fare, infatti, con l’azzeramento della volontà, col supino atteggiamento del rinunciatario. Si è in presenza di una completa identificazione con l’altro a cui si vuol bene tanto che si rende possibile la sovrapposizione delle volontà. Questa è l’obbedienza di Maria. Questa deve essere la no-stra obbedienza. Maria, splendida Creatura, ha ascoltato ‘in piedi’, ‘di fronte’ (ob-audire), ma, dicendo ‘sì’, si è abbandonata a Dio Padre libe-ramente, entrando nell’orbita della Storia della salvezza. Altro passag-gio pittorico è quello della fede che rimane fiduciosa anche quando Maria non comprende. Gesù viene smarrito e ritrovato dopo tre gior-ni. Maria e Giuseppe lo interroga-

no, ma non afferrano la risposta. Il Figlio di Dio deve compiere la sua missione. La madre capirà, e questo è il contrassegno più sconvolgente, quando vedrà il figlio patire, morire, risorgere. Il dolore di Maria ai piedi della Croce di Gesù è lo specchio del Dio crocifisso: dolore composto con un’eloquenza d’infinito amore, unione perfetta di lei alla volontà del Padre. L’ultima delicatissima imma-gine che il vescovo tratteggia, sem-pre sulla scia del vangelo di Luca, è il posto decisivo che Maria ricopre nella Chiesa e in ciascuno di noi. Ri-mane con i discepoli nella riflessio-ne e nella preghiera. Come il Figlio, che è anche il suo Signore, vive con la chiesa, nella chiesa e per la Chie-sa. Chiesa umile, chiesa del servizio, cenacolo al piano superiore in attesa dello Spirito.

Irene Maria Cavalli© RIPRODUZIONE RISERVATA

domenica 17 marzo, alle ore 17, al centro Pastorale

TeRZo APPUnTAMenTo con lA “cATTedRA del dIAlogo”FANO - Il terzo incontro della Cattedra del dialogo si terrà domenica 17 marzo alle ore 17 presso la Sala riu-nioni del Centro Pastorale di Fano (ex seminario), via Roma 118.Luisella Battaglia (Università di Genova) e Sergio Belar-dinelli (Università di Bologna/Forlì) si confronteranno sul tema: L’eredità del Concilio e le sfide dell’etica con-temporanea. Verranno prese in considerazione le aper-ture del Vaticano 2° in ordine al rapporto della chiesa coi problemi dell’uomo e i contributi della scienza al-l’etica. Riteniamo l’incontro di particolare interesse per tutti coloro che, credenti e non, desiderano arricchirsi di un valido apporto, per tentare di leggere e orientarsi nella variegata e difficile realtà odierna.

al centro Pastorale la relazione di don dario Vitali sul concilio Vaticano ii

“Uno sguardo sulla Chiesa con la Lumen Gentium”FANO – Si è tenuto, mercoledì 6 marzo al Centro Pastorale, l’incon-tro con don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia alla Pontificia Univer-sità Gregoriana di Roma, sul Con-clio Vaticano II.Don Dario ne ha approfondito alcu-ni aspetti riscattandone la storia e ha messo in evidenza l’importanza della “Lumen Gentium”, costitu-zione dogmatica emessa il 16 no-vembre del 1964 e promulgata da papa Paolo VI il 21 novembre dello stesso anno. Se prima si pensava alla Chiesa soprattutto come Istituzione visibile, gerarchica dopo il Vaticano II la si riscopre come Mistero, Co-munione, Popolo di Dio che deriva la sua unità dall’unità del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo. La chiesa quindi, secondo il testo conciliare, è fatta da uomini, nasce dal basso ma

proviene contemporaneamente dal-l’alto, discende dalla Trinità, mostra la Trinità e torna alla Trinità. “Questo documento – ha spiegato don Dario – costituisce un riferi-mento nuovo, non nega l’istituzione, ma la risalda con il mistero, non con-traddice la struttura ma la presenta nella sua profondità, complessità, bellezza e ragione d’essere che non dipendono dagli uomini ma da Dio. La Lumen Gentium – ha proseguito don Vitali – seppure assemblata a pezzi, frutto di mediazione tra po-sizioni diverse, mostra una sua indi-scutibile e profonda coerenza, rag-giunge una bellezza formale davvero impressionante perché, a monte, vi è un grande lavoro di intelaiatura, di paziente dialogo e approfondimento. Questo testo è il frutto di un lungo cammino che trova la sua prima for-

mulazione di riforma nell’800 con la Scuola cattolica di Tubinga la quale presenta la Chiesa come Corpo di Cristo. Ciò che si predica dell’uma-no si predica del divino come affer-ma in maniera davvero bella ed elo-quente la Costituzione dogmatica:

“Ma la società costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cri-sto, l’assemblea visibile e la comuni-tà spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e divino. Per una analogia che non è senza va-lore, quindi, è paragonata al mistero del Verbo incarnato. Infatti, come la natura assunta serve al Verbo divino da vivo organo di salvezza, a lui in-dissolubilmente unito, così in modo

non dissimile l’organismo sociale del-la Chiesa serve allo Spirito di Cristo che la vivifica, per la crescita del corpo (cfr. Ef 4,16)” (LG, 8). “La chiesa militante – ha proseguito il professore - si deve comprendere allora come realtà voluta da Dio, in-serita da sempre nel disegno del Pa-dre realizzato dal Figlio nello Spirito Santo e che si manifesta come realtà di salvezza, come popolo di Dio ra-dunato, popolo tutto sacerdotale che noi chiamiamo sacerdozio comune”.

In conclusione, attraverso la storia degli ultimi secoli e con tantissi-mi esempi tratti dall’esperienza di professore presso la Pontificia Uni-versità Gregoriana il relatore ci ha fatto riscoprire questa visione della Chiesa che nell’ottica del Concilio vaticano II non viene più percepita e vissuta semplicemente come società e corpo mistico di cristo, ma anche e primariamente come sacramento e mistero trinitario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 13: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

amicoil nuovo• •

LUCREZIA - Benedetto XVI du-rante l’Agorà dei giovani Italia-ni nel 2007 denominò la città di Loreto “Nazaret d’Italia”. Proprio qui sabato 2 marzo, circa ottanta giovani della parrocchia di Lu-crezia hanno voluto, come Maria, rinnovare il loro Sì. Un Sì che ci ha chiesto di continuare ad appar-tenere alla Chiesa come una vera casa, luogo in cui trovare sicurez-za e sollievo.Un Sì che ci ha invitati ad essere apostoli dei giovani, testimoni di speranza ed amore tra i no-stri coetanei ed infine un Sì per essere fin da adesso il presente della Chiesa per poi un giorno esserne il futuro. Tutto questo nella casa di Maria, una giovane e umile donna che disse il suo Sì e ha messo la sua vita nelle mani di Dio: ha accolto la Sua chiama-ta nel silenzio di una povera casa, lontano dai rumori e dal mormo-rio del paese in cui viveva, ed è proprio in questa quiete, in questa tranquillità lei ha detto il suo Sì a Dio. Un Dio quindi che si rive-la nella nostra vita, ogni giorno, nel silenzio del nostro cuore, nel

momento e nel luogo che meno ci aspettiamo. Dobbiamo allora essere pronti, attenti a percepire la sua presenza ed a rinnovargli ogni giorno il nostro coraggioso Sì. Un’esperienza alternativa, una proposta che va al di là dei soli-ti sabati sera. Ritrovarsi prima a Montorso, luogo che, come ci ha ricordato don Francesco Pierpaoli responsabile del centro Giovanni Paolo II, è stato voluto proprio da quest’ultimo come casa dei giovani e per i giovani, luogo di incontro e di confronto. Un luogo che, fin da subito ti dà l’occasione di respirare l’aria di quella Chiesa ancora giovane, bella ed affasci-nante di cui oggi non si parla più ma che ancora c’è.Essere lì, poi, nella Santa Casa, riuniti in preghiera, nel silen-zio, nella penombra della casa di

Maria e aver avuto l’occasione di riflettere, di interrogarsi di poter prendersi del tempo per se stessi ci ha permesso di entrare nei no-

stri cuori, di far luce nelle nostre vite e da lì poter rincominciare. Non è cosa di tutti i giorni vede-re un gruppo di giovani riuniti lì,

nella casa di Maria, donna e sposa di Dio, mamma di tutti.

Giovanni Nicotra© RIPRODUZIONE RISERVATA

14 Fano Fossombrone Cagli Pergola17 marzo 2013

DALLA PARROCCHIA DI LUCREZIA A LORETO PER RINNOVARE IL LORO SÌ

Il nostro futuro inizia da qui

QUATTRO INCONTRI PER RISPONDERE ALLE DOMANDE DEI GIOVANI

In chiesa con o senza testa?LUCREZIA - “Giovani sì, ma con gli attributi”. Ma gli attributi ce li aveva anche l’interlocutore.Mercoledì 27 febbraio si è svol-to il primo dei quattro incontri del progetto “Giovani sì, ma con gli attributi” la tematica affron-tata era giovani e Chiesa, il titolo sviluppato all’interno delle sera-ta è stato “In chiesa: con o senza testa ?”. A rispondere agli inter-rogativi dei giovani era presente dom Salvatore Frigerio monaco della comunità di Monte Giove. Il progetto nasce dal desiderio di un gruppo di giovani di Lucrezia di voler far sentire la propria voce e avere l’occasione di poter espri-mere la loro opinione su diversi argomenti. Infatti, i prossimi ap-puntamenti avranno come tema futuro, società e Dio. “Siamo tutti là fuori in attesa di vivere un so-gno incredibile.” È risuonata que-sta strofa, nella chiesa di Lucrezia, prima di lasciare la parola ai gio-vani che sono intervenuti e al re-latore, dom Salvatore Frigerio.Si è voluto porre l’accento su tutto ciò che il mondo adulto, o più in generale la società, spesso pensa dei giovani. Giovani, che come si sente continuamente dire sono giovani stanchi, sbandati, nulla facenti, mentre invece aspettano

solo che qualcuno gli dia fiducia, che qualcuno li faccia ancora so-gnare e non gli tagli continuamen-te le ali. Il mondo giovanile, che oggi più che mai ha un bisogno enorme di essere ascoltato, ha bi-sogno di un mondo adulto che in-stauri con i giovani una relazione di dialogo, un confronto, occasio-ne di crescita per entrambi.I giovani hanno oggi bisogno di punti di riferimento, qualcuno che per loro sia disposto a rimet-tersi in discussione. Dobbiamo

avere il coraggio di dubitare, poi-ché il dubbio apre le nostre men-ti, ci apre al ragionamento e di conseguenza ci dà occasione di crescere, maturare. A volte, capita che il mondo degli adulti, le isti-tuzioni, taglino fuori i giovani con l’alibi di non volerli “rovinare”, di lasciarli nella loro “innocenza”, di-menticando però che per i giovani ancora oggi il progredire, il cade-re, lo sbucciarsi le ginocchia non è che un ulteriore occasione per entrare in contatto con il mondo.I giovani sono creatività, hanno bisogno di creatività ed hanno bi-sogno di poter esprimere questa, all’interno del mondo in cui vivo-no, negli ambienti che frequen-tano, chiesa, parrocchia, scuola, politica: la creatività nei giovani deve emergere, non dobbiamo arrenderci anche se essa costa sacrificio. Per concludere siamo uomini, donne, giovani e bambini che dobbiamo fuggire dall’indivi-dualismo, non siamo soli, siamo circondati da persone, adulti ca-paci di ascoltarci, uomini capaci di darci fiducia, individui pronti ad investire su di noi e perché no, sul nostro futuro che oggi sembra sempre più precario.

Giovanni Pezzolesi© RIPRODUZIONE RISERVATA

◆ SFALCIO DELLE AREE VERDIFANO - Il Servizio Verde Pubblico informa che a breve inizierà l’operazione di sfalcio delle aree verdi pubbliche. Verranno prioritariamente sfalciate le aree verdi più sensibili (ad esempio le scuole) e poi via via tutte le rimanenti aree verdi pubbliche. Il servizio verrà svolto in tutte le aree verdi attrezzate di gestione comunale, nessuna esclusa, con un calendario dipendente dalla valutazione di priorità effettuata dal servizio Verde Pubblico in base alla loro posizione, fruizione e pericolosità.

◆ ALLA MEMO “UNO SPAZIO TUTTO DA... SCOPRIRE!”FANO - All’interno delle sue attività dedicate ai bambini e ai ragazzi, la Media-teca Montanari organizza “Uno spazio tutto da... SCOPRIRE! Storie e laboratori sui pianeti del sistema solare e i miti greci” una rassegna per bambini dai 9 ai 12 anni. Gli appuntamenti si terranno ogni mercoledì fino al 17 aprile 2013 se-condo il seguente programma: Mercoledì 20 marzo, Mercurio e Venere - Mer-coledì 27 marzo, Terra e Luna - Mercoledì 3 aprile, Marte e Giove - Mercoledì 10 aprile, Saturno e Urano - Mercoledì 17 aprile, Nettuno e PlutoneGli incontri si terranno sempre nell’aula didattica della Mediateca Montanari alle ore 17:00. Gli incontri sono a numero chiuso (massimo 30 posti), per que-sto è necessaria la prenotazione telefonando al numero 0721/887343.

◆ “LA POTENZA E LA GRAZIA” ILDEGARDA DI BINGENTAVERNELLE – Lunedì marzo, alle ore 21 presso la sala parrocchiale “La Barca” di Tavernelle, l’assessorato alle Pari Opportunità del comune di Serrungarina organizza un incontro con Lucia Tancredi, scrittrice e insegnante di letteratura, su Ildegarda di Bingen, mistica, musicista, medichessa del XII sec, proclamata Santa e Dottore della Chiesa da Benedetto XVI nel 2012. Le sue opere i suoi scritti continuano ancora oggi a narrare la semplice e geniale straordinarietà di una donna che sembra nata nel nostro tempo.

NOTIZIE IN BREVE

“PREPARIAMOCI ALLA RISURREZIONE”CAGLI - Con la Pasqua sempre più vicina, le confraternite e le parrocchie di Cagli hanno organizzato due incontri per vivere meglio e insieme questo tem-po di Quaresima. Entrambi alle 21, il primo è venerdì 15 nella sacrestia della cattedrale, con don Mirco Ambrosini a fare da relatore. Giovedì 21, invece, sarà don Marco Presciutti a incontrare i confratelli e quanti vorranno parteci-pare all’incontro nella chiesa di San Giuseppe.

FANO - Domenica 17 marzo, alle ore 11, alla presenza del vescovo Trasarti, si inau-gura la nuova casa di accoglienza “Padri sempre” adiacente alla Chiesa di San Cri-stoforo. La Parrocchia, dopo l’inaugurazio-ne dell’Oratorio nel 2008, con questa nuova casa di accoglienza vuole porre un nuovo segno di fede nel territorio. La casa di accoglienza vuole essere un nuo-vo segno di attenzione ai padri separati che, da quanto emerso da recenti osservazioni, risultano essere i nuovi poveri. Un’opera-se-gno, che vuole invitare altre realtà ecclesiali e civili ad avere più attenzioni ai padri se-parati che si trovano in situazioni di soffe-

renza, solitudine e disagio economico. Questa scelta è stata preferita ad altre perché, nel nostro territorio cittadino, esistono già strutture di accoglienza per indigenti che vivono in strada, per ra-gazze madri, per madri con minori, per minori con disagi, per anziani.Siamo convinti che la fede cristiana deve farsi compagna di strada per in-fondere speranza e per farsi prossimi, quindi questa casa diventa segno di fede della comunità parrocchiale, affin-ché ogni parrocchiano, ogni cristiano fanese, possa essere stimolato ad aprire

il suo cuore al povero che incarna il volto di Gesù.La nuova costruzione avrà una disponibilità di quattro posti letto, con i relativi servizi ed uno spazio comune con cucina e soggior-no. Certamente non risolverà il problema dei padri separati nel nostro territorio, ma vuole essere un segno di attenzione a queste nuove povertà, con il proposito di sollecita-re le istituzioni pubbliche e private a porre attenzione a questo nuovo disagio sociale.

Don Mauro BargnesiResponsabile ufficio diocesano

per la Pastorale della Famiglia© RIPRODUZIONE RISERVATA

INAUGURAZIONE DOMENICA 17 MARZO ALLA PRESENZA DEL NOSTRO VESCOVO

Una casa di accoglienza per padri separatiI pellegrinaggi dell’Unitalsi FanoFANO – Tanti sono i pellegrinaggi sezionali e nazionali che Unitalsi Fano propone. Riportia-mo, di seguito, date e mete:Pellegrinaggio regionale a Lourdes - da lunedì 15 a domenica 21 luglio (in treno)da martedì 16 a sabato 20 luglio (in aereo)Scadenza iscrizioni: lunedì 13 maggioPellegrinaggio a LoretoDa venerdì 2 a lunedì 5 agosto (in pullman)Scadenza iscrizioni: lunedì 15 luglioPellegrinaggio nazionale a Lourdesda martedì 23 a lunedì 29 settembre (in treno)da mercoledì 24 a domenica 28 sett. (in aereo)Ricordiamo, anche, alcuni momenti culturali, di aggregazione e di festa:

martedì 26 marzo, alle ore 19.30, presso il Santuario del Pelingo si terrà un momento di preghiera in preparazione alla Santa Pasqua. A seguire cena pasquale ebraica.Sabato 4 maggio, alle ore 20, festa del socio unitalsianodomenica 5 maggio è in programma il pellegri-naggio mariano ad Assisi o Chiampo alla Grot-ta di Lourdes ricostruita in misura originale da Fra Claudio Granzotto (prenotazioni entro il 22 aprile 2013)La sede dell’Unitalsi Fano è aperta al pubblico:tutti i lunedì dalle ore 17.30 alle ore 19tutti i giovedì dalle ore 10.30 alle ore 12tel. 0721.803110 – email: [email protected]

SOLENNITA’ DI SAN GIUSEPPE 2013SPICELLO – Martedì 19 marzo, il santua-rio di Spinello celebrerà la Solennità di San Giuseppe. Nel Santuario le Sante Messe saranno alle ore re 9,00 - 11,00 - 16,00 - 18,30 - 21,00.Il vescovo Mons. Trasarti presiederà quella delle ore 16,00.

Page 14: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 2013 15Fano Fossombrone Cagli Pergolaamicoil nuovo• •

IL GRUPPO COOPERATIVO PARITETICO COMPOSTO DA OTTO COOPERATIVE

Laboratorio sociale ed economico a cielo aperto

FANO – “Un laboratorio socia-le ed economico a cielo aperto”. Così è stata definita l’agricoltura sociale, una nuova opportunità di lavoro e di sostegno sociale che nasce dall’incontro fra la coope-razione sociale e quella agricola di cui si è parlato nel seminario “Cooperazione e agricoltura socia-le”, organizzato da Agci, Confcoo-perative e Legacoop Marche a “Il Giardino del Cante” di Fenile di Fano (Pu). E proprio da qui parte un’esperienza innovativa in que-sto settore, che nelle Marche si è sviluppato negli ultimi due anni e annovera una trentina d’imprese attive, quella della creazione del Gruppo Paritetico Cooperativo, che si è costituito lunedì 11 mar-zo con l’obiettivo di progettare e gestire servizi sociali in ambito rurale, produrre, trasformare e commercializzare prodotti agri-coli. Il Gruppo è composto da otto cooperative del territorio, le sociali T41b, Irs L’Aurora, L’Eli-criso, Alpha, Il posto delle viole, il Consorzio Terre Alte, le coop sociali agricole De Rerum Natu-rae e Progetto Terra, come hanno spiegato Danilo Marchionni, con-sulente, e Nicola Denti, presiden-te T41. È un gruppo che conta già 300 dipendenti, gestisce interven-ti sociali a favore di un migliaio di utenti e che punta ad allargare le proprie attività anche nell’agricol-tura sociale organizzando reti im-prenditoriali e sociali. Un’azione che trae spunto anche da quanto

già realizzato con il “Progetto Fe-nile”, nella sede de’ “Il Giardino del Cante”, gestito dall’Irs Auro-ra, dalla T41b e dalla Fondazione agraria “Cante di Montevecchio”, di cui ha parlato il presidente di quest’ultima, Gianfranco Maz-zanti. A Fenile di Fano (Pu), ci sono un negozio e un vivaio, e, insieme agli utenti della comu-nità terapeutica, si fanno attività di giardinaggio, orticoltura, frut-ticoltura, si forniscono servizi di prevenzione primaria, di socialità, educazione e sport. Fra le azioni da sviluppare in futuro, ci sono la trasformazione dei prodotti colti-vati, la pet therapy, la formazione, eventi culturali, sociali ed enoga-stronomici. Un modello, secondo Teodoro Bolognini, responsabile settore Agroalimentare di Le-gacoop Marche, “che può essere riprodotto per sviluppare le po-tenzialità offerte dall’agricoltura sociale, con le sue funzioni con finalità terapeutiche, riabilitative, formative e d’inserimento lavo-

rativo, che saranno fra le azioni sostenute della nuova program-mazione 2014-2020 della Politica agricola comune”. Per questo, ha detto Bolognini, “le Centrali coo-perative stanno promuovendo sul territorio incontri su questo tema e stanno realizzando una pubbli-cazione su quanto fatto finora in quest’area nelle Marche”, in fase di elaborazione da parte di San-

dro Buatti, agronomo. Francesca Severini, Servizio regionale Agri-coltura, ha ricordato l’impegno della Regione Marche in questo campo che viene sostenuto da un articolo della legge regionale 7 del 2005 per la cooperazione agricola che, per il 2013, prevede un fon-do di 250 mila euro, mentre Ugo Testa, responsabile censimento agricoltura sociale dell’Agenzia

servizi settore agroalimentare delle Marche, ha raccontato del-le iniziative già messe in campo dall’Assam all’interno delle carce-ri marchigiane, in collaborazione con il Dipartimento di ammi-nistrazione penitenziaria, dove sono stati impiantati degli uliveti, come a Barcaglione di Ancona, e degli orti.

©riproduzione riservata

SUCCEDE A MASSIMO SERI ALLA GUIDA DELL’AVIS FANO

Giuliana Peroni nuovo presidente

FANO – In occasione della Festa della Donna, venerdì 8 marzo Avis Fano ha presentato il nuovo consi-glio direttivo che vede proprio una presenza femminile alla guida del-l’associazione.Si tratta di Giulia Peroni che suc-cede a Massimo Seri per 8 anni alla presidenza di Avis Fano. “E’ un consiglio eterogeneo – spie-ga la presidente Peroni - dove cia-scuno potrà mettere in campo le

proprie esperienze e offrire il pro-prio contributo volto ad elevare, giorno dopo giorno, il numero dei donatori, rafforzando la costituzio-ne di gruppi di lavoro tematici qua-li sport, gruppi aziendali, attività sociali, promozionali, scuole senza dimenticare il mondo giovanile con il quale sono stati già avviati incontri con gli istituti scolastici superiori”. La presidente ha, infat-ti, messo in evidenza l’importanza dei giovani come continuità con il futuro. E’ quindi di fondamentale importanza sensibilizzare questa realtà alla donazione di sangue, l’unico farmaco salvavita che non può essere costruito in laboratorio. “Vogliamo coinvolgere – prosegue Giulia Peroni - il maggior numero di persone sui principi di solidarie-tà, fratellanza, attraverso un’asso-

ciazione di volontariato che vuole essere aperta a tutta la cittadinanza fanese, comprese le persone stra-niere residenti nel nostro comune. La partecipazione al “punto Avis”, costituito presso il Centro Trasfu-sionale, testimonia come anche i cittadini vicini all’associazione che, per qualche motivo, non possono donare, si sentono comunque par-te integrante della famiglia avisina rendendosi disponibili a fornire in-formazioni e supporto ai donatori che per la prima volta incontrano Avis Fano”. L’associazione, oggi, conta oltre 4.450 donazioni con oltre 240 nuove iscrizioni nel 2012. Numeri importanti che testimoniano come, nel corso degli anni, Avis si sia sempre più radicata nel territorio grazie anche alla costante e instan-

cabile attività di sensibilizzazione alla donazione.“Per rendere tangibili i risultati del-la donazione vorremmo – sottoli-nea la presidente - richiedere effet-tive testimonianze a coloro che per necessità hanno incontrato l’Avis. Inoltre sarà realizzato un sito ad hoc dell’associazione, quale vetri-na informativa di eventi avisini e informative sulla modalità per do-nare. Già da ora tutti possono ave-re il nostro contatto su facebook. Dulcis in fundo vorrei sottolineare che una parte importante della nostra attività sarà svolta in stretta sinergia con i medici ed operatori del Centro Trasfusionale che con tanta dedizione e professionalità svolgono il loro lavoro. Purtrop-po, in questo periodo, sono sotto personale: vi è un medico in meno

che ancora non è stato integra-to. Quindi la nostra vicinanza è di fondamentale importanza”.Presenti alla conferenza stampa, oltre al consiglio direttivo, anche il presidente uscente Massimo Seri il quale ha sottolineato che, da vo-lontario e donatore, continuerà a dare il proprio contributo affinché la famiglia avisina possa continua-re a crescere nel proprio servizio e il vice presidente Andrea Vitali il quale ha sottolineato l’intensa atti-vità di promozione alla donazione di sangue in programma da qui all’estate 2013 ad iniziare proprio dal 27 marzo giorno in cui il consi-glio direttivo si presenterà alla città proprio con una donazione di san-gue collettiva.

EP©riproduzione riservata

IL NUOVO LAVORO DEL PROFESSOR URBANO URBINATI

“La riconquista dell’otium”CAGLI – In testa ne ha già ben chiari altri due. E un altro si sta delineando. Intanto, però, Urba-no Urbinati ha dato alle stampe il suo terzo libro. “La Riconquista dell’otium” è in distribuzione per QuattroVenti, diretto alle librerie di tutta Italia in un formato tasca-bile e snello, da rileggere anche una volta letto.Il professor Urbinati lo ha scrit-to di getto (un capitolo nasceva chiaro in testa mentre l’altro si stava per concludere), lasciandosi guidare dalla memoria in un viag-gio che passa per persone e perso-naggi della letteratura e pure della

Bibbia. Ecco l’otium, non l’ozio, il bighellonare senza scopo e senza meta della traduzione italiana. Ma se gironzolare deve essere, allora sia tra frasi, deduzioni e commen-ti dai quali la vita frenetica aveva provato a distogliere. L’ascolto è il punto di partenza dell’autore e di arrivo del lettore, spesso im-pegnato a elencare la quantità di cose che deve fare, di rado impe-gnato nella ricerca, quella vera. Ritrovare se stesso è il senso di questa ricerca da riscoprire, for-se più facile al termine di una vita dedicata a lavoro e famiglia, ma possibile ricavando per sé un pic-

colo spazio quotidiano dedicato ad ascolto e riflessione.Un libro chiaro e ben scritto, quel-lo che Urbinati offre al suo lettore, che inizia con una frase di Marai: “Occorre molto tempo per im-parare che in realtà non si ha un bel niente da fare. E quasi sempre è proprio allora che si comincia a fare qualcosa”.L’illustrazione in copertina è del pittore Stelio Meschini: il disegno, ideato ad hoc per il titolo, è ispira-to dalla contemplazione.

Elisa Venturi©riproduzione riservata

CORSO PER LETTORI VOLONTARIsant’ippoLito - un corso per lettori volontari prenderà il via martedì 2 apri-le presso la Biblios sant’ippolito. L’iniziativa, promossa e realizzata grazie al contributo della provincia di pesaro e urbino assessorato alle politiche cultu-rali e valorizzazione beni storici e artistici, si rivolge ad adulti volontari ed è gratuita. Con l’iscrizione i partecipanti si impegnano a rendere disponibili 15 ore del proprio tempo per attività di lettura organizzate dalle biblioteche del sistema CoMeta per il progetto nati per Leggere. Gli incontri si svolgeranno dalle ore 20.30 alle 23.00, presso la Biblios di sant’ippolito e presso la Biblio-teca Comunale di Montemaggiore al Metauro, nel centro civico di villanova. saranno condotti da alessia Canducci, attrice e responsabile del progetto Li-brillo, il virus della lettura ad eccezione del secondo incontro tenuto da vale-ria patregnani referente npL Marche, insieme ai bibliotecari CoMeta.programma: Martedì 2 aprile - “i colori della voce” - Martedì 9 aprile - Bi-blioteca di Montemaggiore “il progetto nati per Leggere” - Martedì 16 apri-le - Biblios sant’ippolito “Leggere e raccontare gli albi illustrati” - Lunedì 22 aprile - Biblioteca di Montemaggiore “Gesti, azioni e spazi della lettura”iscrizioni presso le biblioteche di Fossombrone, saltara, sant’ippolito, serrun-garina, Montemaggiore al Metauro, oppure chiamando i bibliotecari:Fabio 3498407312 Laura 3339517382

Page 15: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

Fano Fossombrone Cagli Pergola17 marzo 201316 amicoil nuovo• •

La giornata della donna al Circolo “A. Bianchini”FANO - E’ bello avere un’occasio-ne di parlare, di dire quello che si desidera e ci sta a cuore, di con-dividere con le amiche l’emozione di una lettura, la nostalgia di un ricordo, la gioia di essere insieme. Il Circolo Culturale “A. Bianchini” è riuscito a realizzare tutto questo, in un piacevole pomeriggio, mer-coledì 6 marzo, in una sala ralle-grata da tante primule multicolori. Molte socie sono andate al micro-fono per leggere poesie o prose di cui erano autrici, o per leggere composizioni di altri autori, che avevano apprezzato in modo par-ticolare, riscuotendo approvazio-ne e sincera partecipazione. La

“Giornata della donna” deve essere soprattutto questo: stare insieme, parlare di ciò che ciascuna vuo-le, sapendo in anticipo che quello che dirà non sarà oggetto di cri-tiche malevole, ma sarà amiche-volmente apprezzato e condiviso. È stato un percorso lungo e vario, a cominciare dal culto neolitico della Grande Madre, dea del-la vita, connotato da un periodo di pace, prima che il matriarcato fosse sostituito dal patriarcato, portato dagli indoeuropei pastori e guerrieri, dominato da divinità violente che sostituirono il culto pacifico della Grande Madre. La prima poetessa di cui abbiamo ri-

cordo, Saffo, ci dà testimonianza del lungo e faticoso cammino per-corso dalla donna per riemergere, acquistando via via coscienza del-la propria personalità e del valore delle proprie scelte. Dante con il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare” ci rappresenta una dolcissima visione della donna angelo, portatrice di ciò che c’è di più bello e gentile nella vita umana per gli uomini del Medioevo. Un contratto di matrimonio, ritrovato tra i documenti di un notaio me-dioevale, ci dice con chiarezza che alla donna spetta di fare tutto ciò che vuole il marito, senza che a lei venga riconosciuta alcuna dignità

o volontà autonoma. La lirica de-dicata alla violenza sulle donne, argomento purtroppo doloroso e attualissimo, ci mette di fronte ad una realtà sempre viva, senza tem-po e per ora senza rimedio. Strug-genti sono stati i ricordi personali rivolti alla nonna o alla mamma delle amiche che le hanno perdute, suscitando commossa partecipa-

zione di fronte alle figure rievoca-te di persone che non ci sono più. Molto bella e commovente è la preghiera di papa Giovanni Paolo II con cui ringrazia le donne per la loro esistenza nel mondo e per i valori di cui si sono sempre fatte portatrici.

Leda Pedinotti©riproduzione riservata

TRE GENERAZIONI A CONFRONTO SU LAVORO – FAMIGLIA - MARITI

L’importanza dell’imprenditoria femminilePRESENTATO IL NUOVO SAGGIO dEL MEdICO FANESE AGOSTINI

“Il mistero di Maria Maddalena”

FANO – Il mistero di Maria Mad-dalena – Dai vangeli gnostici ai “rex deus”: così s’intitola il contro-verso ed intrigante libro pubblica-to dalla casa editrice Grapho 5 e scritto dal medico fanese Massimo Agostini, appassionato di storia, fi-losofia ed esoterismo. La presen-tazione del volume si è svolta nella serata di venerdì 8 marzo, presso la sala di rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano. Oltre all’autore del saggio, erano presenti all’appuntamento: Fabio Tombari, presidente della Fondazione; Franco Battistelli, sto-rico ed ex direttore della Bibliote-ca Federiciana; ed Alberto Berar-di, ex assessore alla Cultura del comune di Fano e della Provincia di Pesaro e Urbino. «Siamo lieti d’ospitare questa presentazione, riguardante l’ultima fatica lettera-ria di Agostini»: con queste parole ha esordito il presidente della Fon-dazione, Fabio Tombari. È inter-venuto, successivamente, Alberto Berardi. L’ex assessore ha illustrato al pubblico presente le principali leggende agiografiche extraevan-geliche riguardanti Maria Madda-lena: delle narrazioni mirabolanti, prive di attinenze storiche, ma do-

tate d’importanti accezioni simbo-liche ed iconografiche. Il prof. Bat-tistelli ha poi esposto il contenuto del saggio: un’opera di ricerca che affronta e rielabora con acume vari argomenti storici ed esoterici connessi fra di loro. L’autore del libro, infatti, analizza ed illustra la presunta dottrina sapienziale delle prime comunità cristiane, i postulati gnostici presenti nei van-geli apocrifi, il supposto rapporto d’intimità fra Gesù di Nazareth e Maria Maddalena, la leggenda concernente il santo Graal, …, ec-cetera. In particolare la Maddale-na, secondo le tesi formulate da Massimo Agostini, eserciterebbe una funzione fondamentale in tale contesto storico e religioso. «Ma-ria Maddalena ha svolto un ruolo estremamente importante nella vita e nella spiritualità del Cristo, – ha sottolineato l’autore – ella era infatti definita l’apostola degli apostoli». Svelare altro potrebbe sembrare inopportuno. Sarà lo stesso libro di Agostini a guidare il lettore attraverso un affascinante percorso iniziatico gravido di si-gnificati e saperi esoterici.

Diego Corinaldesi©riproduzione riservata

FANO - Uomini che hanno aiuta-to con decisione le loro compagne nella loro avventura imprendito-riale; altri che con scetticismo le hanno seguite ma mai appoggiate; altri ancora che magari le hanno in qualche modo ostacolate pen-sando che questa attività le avreb-be allontanate dalla famiglia. Han-no dovuto vedersela anche con i propri compagni, oltre che con la diffidenza delle banche, dei forni-tori ed in generale di un mondo ancora tutto orientato al maschile, le donne che negli anni Sessanta-Settanta hanno aperto un’attività artigianale e commerciale. Storie che ancor prima che economiche sono state pezzi interi di vita che hanno coinvolto sentimenti, emo-zioni, rapporti familiari. Sono le storie che le donne imprenditrici coraggiose hanno deciso di rac-contare nella Sala della Concor-dia del Comune di Fano nel corso dell’incontro “Donne e Lavoro” organizzato da CNA Impresa Donna. Dopo una visita guidata alla Chiesa di San Pietro in Valle condotta dalla restauratrice Gio-

vanna Macchi, l’incontro della CNA ha proposto storie di donne della nostra provincia che hanno saputo coniugare la loro attività di imprenditrici ai figli, alla fa-miglia. Artigiane di ieri e di oggi come la magliaia Gina Magrini ed Emilia Esposito e la sua ditta di meccanica di Montemaggiore al Metauro; l’estetista Milena Car-lotto di Pesaro e Laura Tarsi e la sua gastronomia di Acqualagna. Ed ancora Ramona Roccheggiani e la sua ditta di bioedilizia di Fano, Caterina Pagnini e le sue lavan-derie di Pesaro; Giada Pascucci giovane estetista di Calcinelli. In-somma donne che hanno raccon-tato al folto pubblico presente in sala non solo la loro avventura nel mondo dell’impresa ma anche il loro percorso attraverso la vita quotidiana e dunque la difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia; impresa e figli; incombenze pro-fessionali e rapporto con il proprio partner. Sullo sfondo le questioni che attanagliano da sempre la vita di ogni impresa: la burocrazia, la difficoltà nel reperire credito, le

difficoltà nelle riscossioni, le tasse, gli adempimenti.L’incontro, aperto dal vicesindaco ed assessore alle pari opportunità del Comune di Fano Maria Anto-nia Cucuzza, è stato l’occasione per un confronto tra generazioni; tra modi di tradurre in progetti concreti sogni, aspirazioni, pas-sioni. Ha concluso l’incontro, or-ganizzato da Alessandra Benve-nuti, il neo segretario provinciale della CNA, Moreno Bordoni. Nel corso del suo intervento Bordoni ha ricordato l’importanza dell’im-prenditoria femminile nella no-stra provincia, dove operano oltre 9.600 imprese (su 42mila totali). Questo significa che un’impresa su quattro è a conduzione femmi-nile. E che sono proprio le impre-se rosa a resistere meglio delle al-tre ai colpi della crisi. “Questo - ha concluso Bordoni - ci incoraggia a sperare nel futuro e continuare ad investire molto sulle donne, ri-sorsa fondamentale non solo per la nostra economia ma per le fa-miglie e tutta la società”.

©riproduzione riservata

L’OPERA COMICA dI VERdI ISPIRATA A SHAKESPEARE

Atteso debutto di “Falstaff”FANO - Dopo lo splendido allesti-mento di “Don Giovanni”, diretto da Francesco Esposito, andrà pre-sto in scena al Teatro della For-tuna (venerdì 22 marzo alle ore 20,30 e domenica 24 marzo alle ore 17), una nuova produzione di “Falstaff” di Giuseppe Verdi su li-bretto di Arrigo Boito, la seconda e ultima opera inserita nel cartel-lone del “Fortuna Opera Festival” (avrebbe dovuto esserci anche “Simon Boccanegra”, ma è stato annullato per motivi di bilancio). Un evento questo, che vedrà pro-tagonisti tanti giovani interpreti, in quanto si dà compimento al progetto iniziato nel maggio 2012, quando sotto la direzione artisti-ca di Virginio Fedeli (oggi dimis-sionario), è stato organizzato, al Teatro della Fortuna, il 2° Concor-so Internazionale di Canto Lirico “Marcello Giordani”, finalizzato proprio alla selezione di cantanti

per allestire “Falstaff” nel 2013.Tra i 150 artisti (provenienti da tutto il mondo) che vi parteciparono, a conquistare i ruoli da interpretare sono stati: Sergio Vitale (Falstaff), Valeriu Caradja (Ford), l’argentino Pablo Karaman che abbiamo re-centemente applaudito a Fano nel “Don Giovanni” (Fenton), Matteo Mezzaro (Dr. Cajus), Cosimo Vas-sallo (Bardoflo), Emanuele Corda-ro (Pistola), Zhala Ismailova (Mrs. Alice Ford), Maria Elena Loren-zini (Nannetta), Hye Young Choi (Mrs. Quickly) e Anna Konovalo-va (Mrs. Page). Falstaff è l’ultima opera composta da Verdi ed è l’unica sua opera comica, se si esclude l’esperimen-to giovanile di “Un giorno di Re-gno”; viene perciò considerata il suo congedo dal teatro: un addio disincantato al mondo e alla vita, non senza un filo di malinconia (“Tutto nel mondo è burla ...tutti

gabbati” cantano infatti gli interpreti nel fugato fina-le). “Falstaff” fu rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 9 feb-braio 1893, con la direzio-ne di Edoardo Mascheroni e suscitò subito interesse, anche tra gli addetti ai la-vori. Quest’anno ricorrono quindi 120 anni da quel lontano debutto ed anche i 200 anni dalla nascita del grande musicista di Busseto. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto da “Le allegre comari di Windsor” di W. Shakespeare, ma alcuni pas-si furono ricavati anche da “Enri-co IV, il dramma storico (ugual-mente di Shakespeare) nel quale per la prima volta era apparsa la figura di Sir John Falstaff. La regia di questo atteso lavoro è affidata a Ivan Stefanutti (nativo di Udine e laureato in architettura a Venezia),

la cui attività è rivolta soprattut-to all’opera lirica, dove spazia dal grande repertorio a titoli meno frequentati, ma si è parallelamente avvicinata anche al teatro leggero, al musical ed all’operetta. Sul po-dio, a dirigere l’Orchestra Sinfoni-ca G. Rossini, ci sarà Roberto Par-meggiani, direttore musicale della Fondazione Teatro della Fortuna, mentre maestro del Coro del Tea-tro della Fortuna Mezio Agostini è Andrea Bizzarri.

Mariella Polverari©riproduzione riservata

IL LICEO “TORELLI” CAMPIONE DI SCACCHI

Fano - La squadra del Liceo scientifico torelli si è aggiudi-cata il Campionato provinciale studentesco di scacchi per la ca-tegoria allievi.nella foto, insieme al dirigente scolastico samuele Giombi, gli studenti campioni provincia-li: antognoni nicola (capitano), ameri keivan, Consoli Luca, dellasanta Luca, Gabellini Francesco. ora gli studenti rap-presenteranno la provincia di pesaro alla fase regionale che, quest’anno, si terrà a Fano.

Page 16: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 201320 Urbino Urbania Sant’angelo in Vado amicoil nuovo• •

LA CITTÀ DIVISA

Telecamere e polemicheURBINO. Doveva essere una partenza scontata. In fondo, le telecamere sono già installate da mesi ai quattro varchi della città: Santa Lucia, il Monte, via Matteotti e via delle Mura. E da tempo controllano il movimento degli autoveicoli in entrata ed uscita per verificare il numero delle macchine, la frequen-za dei passaggi, i momenti di maggior traffico e le trasgressioni da parte dei non autorizzati, anche se fino a domenica 10 marzo non ci sono state contrav-venzioni. L’entrata in funzione delle telecamere ai fini del rispetto della zona a traffico limitato, la re-gistrazione delle targhe delle auto in entrata ed il ri-spetto dell’itinerario indicato sui permessi da seguire all’interno del centro storico, e la conseguente pena-lizzazione delle infrazioni ha determinato però delle reazioni contrastanti. Da una parte ci sono coloro che avrebbero preferito una chiusura totale al traf-fico del centro storico: «Tanto è questione – dicono alcuni – di poche centinaia di metri», non tenendo conto, forse, che in città ci sono dei residenti, molti dei quali anziani; che ci sono dei servizi e degli uffici pubblici cui molti cittadini hanno bisogno di acce-dere con tempestività e urgenza; che c’è un’attività commerciale che richiede tutta una serie di forniture di merci. Dall’altra ci sono quelli che lamentano le difficoltà ed i disagi che la limitazione del traffico comporta. A parte il discorso dei residenti, degli uffici e del com-mercio cui si è fatto cenno sopra, c’è chi fa osservare che una città per vivere e sopravvivere come tale non può essere resa inaccessibile. È vero che sono state rilasciate delle autorizzazioni, ma Urbino – come cit-tà – ha bisogno che entrino coloro che possono dare un contributo alla sua economia: clienti ai negozi,

utenti agli studi professionali e ai servizi che, come i fatti dimostrano, stanno lasciando il centro storico per le aree periferiche. Col tempo si rischia la mu-seificazione e questo è proprio quello che bisogna temere di più, perché Urbino non sarebbe più una città ma un grande museo.Anche l’eventuale apertura dei varchi per particolari eventi non appare risolutiva, in quanto pur sempre affidata ad una particolare circostanza e non sempre prevedibile da parte degli interessati. La Confcom-mercio ha proposto delle fasce orarie per consentire l’accesso in tempi determinati sia al mattino, sia al pomeriggio. Ciò faciliterebbe sia il lavoro degli ope-ratori commerciali, sia dei cittadini che hanno neces-sità di accedere al centro.Naturalmente non c’è nulla di immodificabile: il di-battito, la verifica dei risultati di questo esperimento, i punti di vista degli urbinati offriranno nel prossimo futuro elementi per decidere eventuali modifiche.

© RIpRODUzIONE RISERvATA

AUTRICI ROSETTA BORCHIA E OLIVIA NESCI

Il reale paesaggio della GiocondaUrbino. ottima affluenza di pubblico ad Urbino resort, Te-nuta Ss. Giacomo e Filippo, per la conferenza di rosetta borchia e olivia nesci su “La scoperta del paesaggio della Gioconda nei ter-ritori dell’antico Ducato di Urbi-no”. Le autrici del volume “Codice P. atlante illustrato del reale pae-saggio della Gioconda”, edito da Electa, hanno raccontato le loro affascinanti scoperte di “cacciatrici di paesaggi” (rosetta, pittrice-fo-tografa di paesaggi, e olivia, geo-morfologa dell’Università di Urbi-no) coinvolgendo il pubblico in un interessante dibattito. Le studiose hanno puntualmente spiegato come Leonardo “abbia utilizzato il metodo della compressione so-pra un’estesa veduta del Monte-feltro per poterla contenere tutta in una tela ridotta e soprattutto come i particolari dello sfondo della Gioconda corrispondano in modo sorprendente a dettagli del paesaggio reale”. Attraverso una metodologia scientifica di analisi del territorio e di comparazione con disegni dello stesso Leonar-do, “hanno riconosciuto questi

dettagli come corrispondenti ad una vista ‘a volo di uccello’ sulla Valmarecchia e sul fiume omoni-mo nel punto di incontro con il torrente Senatello, che si vede sul-la destra del quadro di Leonardo, fino ai Sassi Simone e Simoncello, individuabili sulla sinistra”. Cu-riosità e desiderio di conoscere sugli sguardi sgranati dei presenti. Ma perché sullo sfondo di Mon-na Lisa c’è un paesaggio urbinate

e non toscano come si è a lungo sostenuto? Una recente scoperta dello studioso romano roberto Zapperi spiega che “il dipinto più famoso al mondo non ritrae Lisa Gherardini, moglie del mercante di Firenze Francesco del Giocon-do, bensì Pacifica brandani da Ur-bino, morta poco dopo aver dato alla luce il futuro cardinal ippolito de’ Medici, figlio illegittimo avu-to nel 1511 da Giuliano, duca di

nemours (1479 - 1516). Giuliano l’aveva commissionato a Leonardo per il figlio, che non aveva cono-sciuto la madre, ma muore prima di poterlo ritirare; sicché l’artista lo porta, con altri due quadri, in Francia”. Leonardo, come altri artisti – insistono la borchia e la nesci – “conosceva per altro bene quella porzione di paesaggio in quanto la Valmarecchia era la via di accesso verso il nord, per bolo-

gna, Ferrara, Milano e il maestro aveva certamente percorso, osser-vato e documentato con metodo scientifico questi luoghi”. La con-ferenza si è tenuta nell’ambito del-la rassegna “Conserva il paesaggio” che, come ha spiegato Marianna bruscoli nell’introduzione, “è pro-mossa da Urbino resort al fine di contribuire alla valorizzazione del territorio nel rispetto dell’ambien-te e delle sue radici storiche”.

© RIpRODUzIONE RISERvATA

“LA FLAGELLAZIONE” DI ANDREA AROMATICO

Il romanzo, i codici, il mistero

Urbino. Sabato 16 marzo 2013, alle ore 17.00, nel Giardino d’In-verno del Palazzo Ducale di Ur-bino si tiene la presentazione del libro di Andrea Aromatico «La Flagellazione – il romanzo, i co-dici, il mistero» (Petruzzi Edito-re). L’iniziativa è organizzata dal Comune di Urbino insieme alla Soprintendenza per i beni Stori-ci Artistici e Etnoantropologici delle Marche – Urbino. nel corso dell’incontro l’autore del volume

presenterà la sua affascinante tesi riguardante i significati, i perso-

naggi raffigurati, il committente e l’originale collocazione del fa-

mosissimo dipinto di Piero del-la Francesca. Al Soprintendente Maria rosaria Valazzi sarà inve-ce affidato il ruolo di «avvocato del diavolo». Andrea Aromatico mostrerà una serie di documen-ti, riferimenti iconografici, rico-struzioni storico-urbanistiche e scoperte storiografiche che non mancheranno di sorprendere il pubblico.La presentazione del libro è an-che l’occasione per illustrare in anteprima l’appuntamento del 30 marzo 2013, organizzato dall’As-sessorato comunale al Turismo: una passeggiata nel centro storico di Urbino alla scoperta dei luoghi della Flagellazione (partenza ore 15.00 da Piazza Duca Federico). in quel caso i partecipanti “entreran-no” in prima persona negli spazi che ispirarono Piero e saranno

coinvolti nella narrazione di vi-cende che secoli fa condizionaro-no le sorti dei Montefeltro.il libro di Andrea Aromatico è stato pubblicato alla fine del 2012, e arriva dopo che si era giunti a ben 42 diverse interpretazioni del significato della Flagellazione di Piero della Francesca. il nuovo volume però non è semplicemen-te «uno dei tanti» riguardanti la celebre tavola custodita nel Palaz-zo Ducale di Urbino. Aromatico contestualizza l’opera in modo del tutto nuovo, e incasella ogni dettaglio nel complesso mosaico del rinascimento alla Corte dei Montefeltro. Partendo dal dipinto, l’autore intreccia vicende umane, personaggi straordinari, potere politico, congiure e unicità pro-prie della cultura urbinate.

© RIpRODUzIONE RISERvATA

FERMIgNANO. Mario Rovidati, 1937. Qualcuno direbbe classe di ferro. Lui, il mago del telaio, indica l’anno di nascita come quella della “classe del tessile”. E’ il personaggio di Fermignano. Se non altro si è battuto strenuamente per avere degli spazi, dalle istituzio-ni, perché certi valori artigianali, “scriva poesia”, non si perdessero nelle profondità dei ricordi in bianco e nero. Eccolo, allora, che si è accontentato di uno scantinato di viale Martiri della Libertà che ha abbellito con intensità e piacere per dar vita al Laboratorio Tessile Didattico ‘Aurelio Cariaggi’. “Il momento più importante della mia vita è arrivato quando sono passato a fare il direttore tecnico alla ditta Cariaggi di Cagli con l’amico Aurelio. Lì ho trascorso gli ultimi trent’anni di lavoro. Sono grato e riconoscente alla fami-glia Cariaggi, tutt’ora una grande azienda produttrice di tessuti di pregio, che esporta in tutto il mondo. Dopo la pensione sono rimasto in ottimi rapporti con tutti loro”. Biellese d’origine, ha iniziato a lavorare a 14 anni come artigiano tessile. Sempre un telaio tra le mani. Come ora che illustra ai ragazzi delle scuole (“mi sono venuti a trovare almeno 300 studenti”) il magico cammino della lana: dal lavaggio alla cardatura, dalla filatura alla ritorcitura, dalla trama all’ordito. Tutto quanto attraverso macchine fatte da sé con cura ed altrettanta dedizione magistrale. “Un omaggio al lavoro manuale e la dimostrazione come si possa arrivare ad un prodotto finito estremamente elegante ed utile. Ho un so-gno nel cassetto, volevo dire telaio: che un giovane sui 300 studenti che mi sono venuti a trovare possa ereditare le mie conoscenze e le tramandi negli anni a venire”.

eg© RIpRODUzIONE RISERvATA

È IMPEGNATO A TRAMANDARE LE SUE CONOSCENZE

Mario Rovidati,artigiano del tessile

Page 17: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

V ia PIETRO LATTI (1774-1834) è a Borgo S. Maria. Il ceramista pesarese Antonio Benucci e il romano Pietro Latti aprirono nel

1814 una fabbrica di maiolica e terraglia della quale Latti fu direttore fino alla morte nel 1834. Il marchio fu dapprima “BC” (Benucci e Compagni) poi, attorno al 1823, “BL” (“Benucci e Latti”) o “BL Pesaro”, normalmente impresso in pasta senza contorno o con un sigillo a triangolo, oppure con un’ancora o una croce. La sede fu in via del Porto (oggi via Cavour) al n. 2027 (la numerazione all’epoca riguardava non le vie, ma l’intera città) nel caseggiato della già “Reggiani & C.”, di proprietà del nobile sig. Mazzolari e vi lavoravano nel 1824 ben ventotto operai. Ne erano soci anche Giuseppe Reggiani e Ippolito Casali. La fabbrica di maioliche Reggiani e Compagni, a sua volta aveva ereditato i locali e le attrezzature della “Vincenzo Rizzoli” quando nel 1803 i fratelli Vincenzo e Aurelio Donati assieme a Francesco Mazzolari e a Giuseppe Reggiani, prestatori di capitale, ne acquisirono le attrezzature lasciando il Rizzoli come direttore. Nel 1808 Donati licenziò Rizzoli e chiamò, a dirigere la ditta, il romano Pietro Latti, allievo del ceramista e incisore Giovanni Trevisan di Bassano, più noto con lo pseudonimo di Volpato. Latti era un valente pittore venuto a Pesaro all’inizio dell’Ottocento da Roma ed era aggiornato su materiali, tecniche e mode del momento. Il marchio della “Reggiani & C.”, fu “RC” e la produzione, oltre che nelle terraglie marmorate e bronzate, iniziò a interessarsi anche di oggetti decorativi e figurativi plastici, come già si faceva nelle fabbriche di porcellana nordiche. Nel 1814, dunque, avvenne la cessione per 1600 scudi romani, cifra che comprendeva le attrezzature, i materiali e tutte le maioliche e terraglie “di nuova lavorazione diretta del Latti”, presenti sia nella sede di Pesaro sia negli spacci di Ancona e Rimini (Anp, Antonio Mancini, 30.9. 1814). Latti sposò Michelina Rizzoli, figlia di Vincenzo (i maiolicari da secoli erano consorterie familiari, dove i “segreti” dell’arte erano tramandati strettamente ai soli parenti e discendenti), e introdusse nella fabbrica una novità per Pesaro: la

lavorazione delle terraglie dure all’uso inglese (in effetti, anche presso la “Casali e Calegari” già alla fine del ‘700 si era iniziata la produzione della terraglia, ma come produzione minore rispetto alla “maiolica fina”). Inoltre applicò la decorazione a smalto al “terzo fuoco” anche sulla terraglia, smalto che fino allora era applicato soltanto sulla maiolica. La ditta si specializzò nell’oggettistica: sottobicchieri, portasale, portabottiglie, ampolliere e portastecchini e altre suppellettili, tutto quel corredo di elegante semplicità che impreziosiva le mense della prima metà dell’Ottocento.Nel 1826 il Latti a Roma richiese, senza ottenerla, una “privativa”, cioè un brevetto o un’esclusiva, da parte di papa Leone XII per la produzione di terraglia dorata e argentata a imitazione di quella inglese sostenendo di conoscerne il segreto (ASP, f Camerlengato di Roma, busta 990, 1827, fasc. 3). I campioni non ebbero l’approvazione dell’esperto pontificio cardinale Galeffi, ma il Latti ottenne di prepararne altri a Pesaro con più calma e con mezzi più adeguati. Per la difficoltà a reperire le materie prime (caolino, silice) Latti si adoprò a fabbricare vasi “coi soli generi nazionali” e preparò dei campioni simili agli antichi vasi etruschi e altre buone terraglie da inviare a Roma, in grado di contrastare la forte concorrenza inglese nel campo delle stoviglie fini da tavola. Il Legato Apostolico di Pesaro-Urbino, monsignor Benedetto Cappelletti, ne appoggiò poi la supplica, sostenendo che la ditta “tiene in continuo lavoro trenta individui che traggono il sostentamento per le loro famiglie”, ma solo nel 1834 un editto pontificio tassò di cinque scudi ogni 100 libbre i manufatti stranieri di “terracotta fina” favorendo le produzioni locali (PS A.S.P. f Del. Apo. Titolo APC, b. 18, 1834, fasc. 2). L’importanza economica della ditta è

testimoniata anche dalla presenza del Latti fin dal 1826 come consigliere del Tribunale di Commercio di Pesaro, del quale poco dopo divenne presidente. La decorazione più utilizzata sulle ceramiche della Benucci e Latti degli inizi fu quella “a paesaggini” policromi, con alberi e edifici color manganese in primo piano, su uno sfondo di montagne in azzurrino, ripresi dai dipinti di Marco Ricci, o con scene della campagna romana, copiati dalle incisioni del Volpato. In altri casi si predilesse il paesaggio in monocromo azzurro, bruno o rosso, con

un decoro semplice, sempre a gran fuoco sottovernice. Pure comuni i servizi da tavola decorati con piccoli fiorellini in rosso-ruggine e azzurro, sparsi su tutta la superficie della terraglia. Dopo la morte del Latti, la fabbrica fu diretta da Pietro Gai fino al 1866, anno della morte, poi nel 1880, dopo un periodo di stallo, fu rilevata da Vincenzo Molaroni (1859-1912) nipote di Pietro Latti, che rilanciò la ditta in particolare nel settore della maiolica istoriata a uso antico, a imitazione di quella del Cinquecento.

©riproduzione riservata

22

Intervista alMaestro

Ubaldo Fabbri

pagina

musica

23

A Gabiccela nazionale

di calcioe stampelle

pagina

sport

17 marzo 2013 21amicoil nuovo• •

di arte cultura sport

Vista attraverso la fabbrica Benucci e Latti, una delle tante, raccontate da Luciano Baffioni Venturi nel libro “Cento

strade per cento percorsi” (Volume II - Edizioni Metauro di Pesaro con il contributo della Banca di Pesaro in vendita,

assieme al primo volume, nelle librerie della città).

iL LiBro Di ViNcENZo VaraGoNa raccoGLiE DEciNE Di tEstimoNiaNZE

Il medico di Castelplanio che fermò la SARSIl prossimo 29 marzo ricorreranno dieci

anni dalla scomparsa, a Bangkok, di Carlo Urbani, medico di Castelplanio,

vittima di quella stessa sindrome, la Sars, che aveva contribuito a individuare e sconfiggere. Urbani era in Vietnam in missione per conto dell’Onu, dopo essere stato in missione in Cambogia. Accettando la trasferta ad Hanoi, con la sua famiglia, Carlo si era dimesso da Presidente di ‘Medici senza frontiere’, responsabilità che nel 1999 lo aveva portato anche a Oslo, a ritirare il Premio Nobel.Ebbene, l’Aicu (Associazione Italiana Carlo Urbani), nata pochi mesi dopo la scomparsa di Carlo, celebrerà la ricorrenza con una serie di iniziative nel primo week end di aprile. Esce, intanto, in questi giorni, per iniziativa delle ‘Edizioni Paoline’, un volume: “Il medico della Sars, Carlo Urbani raccontato da quanti lo hanno conosciuto” che ospita decine di testimonianze raccolte dal giornalista Vincenzo Varagona. “Il volume – spiega l’autore – vuol fare conoscere Carlo

Urbani a quanti, soprattutto ragazzi, non hanno avuto modo ancora di scoprirlo: ragazzi che magari frequentano scuole a lui dedicate e leggono questo nome sulle targhe di un’aula magna o di una biblioteca, ma non sanno chi sia Carlo Urbani. Carlo, prima medico di base nel suo paese, poi infettivologo negli ospedali di Ancona e Macerata, sin da giovane ha alternato questi impegni con viaggi e missioni all’estero, accettando poi ruoli di responsabilità in Medici Senza Frontiere, di cui è stato presidente per l’Italia, e in seguito nell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per cui lavorava, in Vietnam, quando, a 47 anni, è morto.Arricchito dalla presentazione della moglie Giuliana e dalla prefazione di Kostas Moschochoritis, direttore generale di Medici senza frontiere Italia, il volume di Vincenzo Varagona raccoglie decine di testimonianze, di familiari, amici, medici, dirigenti, funzionari, diplomatici, molti dei quali parlano per la prima volta, raccontando un Carlo Urbani spesso

diverso da quello finora conosciuto. Storie, aneddoti che tentano di superare un’agiografia in questi casi inevitabile, per offrire le tracce di un’esperienza capace di destare, ancora, entusiasmi e speranze. Non a caso il volume si conclude con un capitolo dedicato all’AICU, l’Associazione Italiana Carlo Urbani, che da dieci anni si propone di continuare l’opera iniziata da Carlo perseguendo una serie di obiettivi di solidarietà sociale nei Paesi in via di sviluppo. In quarta di copertina alcune righe tratte dal discorso di carlo Urbani a Oslo, quando ritirò il Nobel per Medici senza Frontiere: ’Questo premio è per l’idea di salute e dignità che rappresentiamo, è un impegno a restare vicini alle vittime, tutelandone i diritti. (…) Vorremmo che oggi vi sentiste tutti un po’ Nobel per la Pace, per averci permesso l’indipendenza e l’ingerenza negli affari di Paesi dove la vita umana non vale niente. Lasciamo che i riflettori illuminino gli scenari dimenticati, affinché il domani sia migliore e i benefici del premio vadano a

loro, alle vittime.”(Edizioni Paoline - IL MEDICO DELLA SARS – di VINCENZO VARAGONA - Collana Uomini e donne n. 140 / pagine 256 euro 17,00).

IL M

EDIC

O D

ELLA

SA

RS

CARLO URBANIraccontato da quanti lo hanno conosciuto

VINCENZO VARAGONA

S A R SI L M E D I C O D E L L A

“Sono cresciuto inseguendo i sogni ed ora credo di esserci riusci-to.”- “Non so come ringraziare Dio per ciò che mi ha concesso”.

L’arte della maiolica e della terraglia nei primi decenni dell’800 a Pesarodi Luciano Baffioni Venturi

Page 18: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 201322 amicoil nuovo• •arte cultura sport

L’angolo della poesiaBenedetto XVIIl coraggio.Il coraggio di essere un umile servitorenella vigna del Signore.Il coraggio.Il coraggio di testimoniarela coscienza del limite umanoe la potenza di Dio.

Servire il Signore,allora vuol dire farsi da parte,se il Signore lo chiede,e superare sé stessi,il limite umano, tirandosi indietro.Questa seraun uomo solo raccolto in preghieraha donato tutto sé stesso a Dio,e si è annullato per amore della Chiesa

come Gesù che per amore dell’uomo,ha accettato il suo Calvario.Sia fatta la Tua, non la mia volontà,per il bene della comunità cristiana.E allora quell’atto di estremo coraggio,quel riaffermare con forza il Misteronella Sua testimonianza.Il trono è ormai vuoto.Il silenzio è calato.

Cristo trionfa,mentre un uomo solo,vestito di bianco,esce per sempre dalla scena del mondoe riceve nella preghiera la dolce carezza del Padre.

Paola Lucia Marcucci Pìnoli©riproduzione riservata

Victor Hugo scrisse: “Si può resistere alla forza di un esercito, non si può resistere alla forza di un’idea’’. Questa

citazione si adatta all’opera pittorica dell’artista lombarda Sara Forte, che sta esponendo il suo progetto pittorico “I dieci mondi’’ all’Hotel Alexander Museum. Nei suoi quadri dal fondo monocromatico, balza agli occhi del visitatore, la forza della sua idea artistica, legata al dinamismo post futurista. Da una prima lettura delle opere di Sara Forte si scorge quanto i quadri siano stati concepiti interiormente e studiati nei

minimi dettagli. Due elementi caratterizzano le sue composizioni: da una parte lo studio accademico delle geometrie, legate al concetto del dinamismo occidentale e dall’altra il colore, che rilascia la sua forza nella tela. “In”I dieci mondi’’, ha sottolineato Sara Forte, ho voluto fare una catalogazione degli stati vitali. Riprendendo le filosofie orientali, che ho evidenziato nella staticità monocromatica dei miei quadri, ho voluto fare un percorso attraverso i sentimenti e le passioni umane: combattere i demoni che sono dentro di noi. I colori nero,blu, rosso,

indicano questa sfida infernale. Poi si arriva al bianco, al trascendente, perché nonostante la crisi artistica, morale, culturale che investe l’uomo, io ho una speranza verso l’Assoluto, che è rappresentato dal bianco, simbolo di purezza. Artista che è partita dal figurativo, Sara Forte, ha sentito di intraprendere il percorso informale e figurativo. I suoi ultimi quadri, che compongono questo nuovo percorso, sono stati realizzati dal 2011 fino a metà febbraio 2013.

©riproduzione riservata

L’OPERA PITTORICA DI SARA FORTE

“I dieci Mondi” all’Hotel Alexander Museum

Grande successo di pubblico per il concerto lirico svoltosi nella sala Bei della Provincia di Pesaro e Urbino. Il concerto rientra

nell’ambito de “I Concerti del Sabato’’, promossi dal Conservatorio Rossini con il patrocinio della Provincia. Ala Ganciu e Samantha Pagnini soprani, Luca Narcisi tenore, della classe di canto di Daniela Broganelli, accompagnati al pianoforte da Ubaldo Fabbri, hanno dato vita ad un concerto magico, che ha avuto come tema “la nostalgia’’. Abbiamo intervistato il maestro Ubaldo Fabbri, docente accompagnatore al pianoforte e direttore del laboratorio teatrale del Conservatorio Rossini.

Maestro Fabbri, perchè avete scelto il tema della nostalgia?

“Avremo potuto chiamare questo concerto “Sehnsucht’’ (nostalgia). Ogni brano musicale presentato è caratterizzato dall’anelito di qualcosa d’antico o di un altrove. In Messiaen, di cui sono state eseguite “Vocalise e Trois Mélodies’’, la nostalgia si realizza verso il futuro. Un’aspirazione che non si poteva realizzare nel Romanticismo. In Messiaen, vi è poi una costante trascendenza musicale. Tanto che viene definito uno dei più importanti compositori spiritualisti della storia della musica. Partendo da Debussy, e dal movimento impressionista, Messiaen, va verso quest’altrove che si fonda sui modi gregoriani e la tonalità, in un nuovo sistema che lui ha chiamato modi a trasposizione limitata e che aveva come immagine le vetrate delle chiese gotiche e l’arcobaleno.’’

Ma il viaggio musicale è continuato

attraverso pagine di Cajkovskij, Delibes, Donizetti, Debussy, Tosti e Bernstein. Ci spieghi i passaggi della nostalgia nei vari autori.

“In “Nur wer die sehnsucht kent op,6 n.6’’, Cajkovskji, la nostalgia viene ripresa dalla canzone di Goethe di “Mignon’’, in cui la protagonista ha il desiderio del suo amato lontano. Lo strazio d’amore che si svilupperà in tutto il Romanticismo. Dunque nostalgia rivolta al passato e alla sofferenza d’amore. In Delibes, di cui è stato eseguito il meraviglioso “Viens Mallika’’, a due voci, la nostalgia va verso l’oriente e ricrea un mondo lontanissimo. In Donizetti, di cui è stata presentata una delle più belle pagine del “Don Pasquale’’, la nostalgia è una componente di un’epoca fuori moda, l’opera buffa. In Debussy, la nostalgia è una componente impressionista e post come in Turner e si rifà ad una maniera onirica del Settecento. E questi elementi sono presenti in “Fètes galantes’’. In Tosti, la destinazione della nostalgia si sviluppa in maniera luminosa. Infine in Bernstein

con “Glitter and be gay’’ da Candide, la nostalgia è già nel futuro. Il personaggio di Voltaire si coniuga al periodo americano del

maccartismo’’.a cura di Paolo Montanari

©riproduzione riservata

CONSERVATRIO ROSSINI - INTERVISTA AL MAESTRO UBALDO FABBRI

“I Concerti del Sabato” dedicati alla nostalgia

CONFERENZA AL MONTANI ANTALDI

Dickens, una celebrity dell’ottocentoai bei tempi dell’università, quando gli scrittori di lingua inglese erano il mio pane quotidiano, mi colpì

molto un passaggio di e.M.Forster nel suo fondamentale saggio sul romanzo dove il famoso autore di passaggio in india raccomandava al lettore di visualizzare gli scrittori mentre, seduti attorno a un tavolo in una stanza circolare, erano intenti a scrivere le loro opere contemporaneamente, uniti anzi mezzo-ipnotizzati da un’unica passione, l’atto della creazione. ebbene, nella “circular room”, seduto insieme a quegli uomini “per tutte le stagioni”, tra shakespeare e t.s.eliot, oppure tra Milton e virginia Woolf, io ci vedo Charles dickens, che il professor roberto Bertinetti, docente di Letteratura inglese all’università di trieste, nella sua lezione all’auditorium Montani antaldi (organizzata dagli amici della Biblioteca oliveriana con l’ente olivieri), ha definito “la celebrity dell’ottocento”, come si direbbe oggi per il calciatore famoso o per la rock star del momento. popolarissimo in vita grazie ai suoi romanzi a puntate, ciascun fascicolo dei quali era atteso con ansia frenetica da lettori di ogni ceto, in patria come in tutto il vasto mondo toccato dal colonialismo britannico, il fatto che ancor oggi Charles dickens (1812-1870) continui ad essere considerato una gloria

della letteratura inglese lo dimostra la portata dei festeggiamenti tributatigli nell’intero 2012 per il bicentenario della nascita. “a tale of two cities”, nella versione italiana “Le due città”, pubblicato nel 1859, il meno letto dei suoi romanzi in italia ma conosciutissimo in patria e non solo, è stato presentato dal docente per la sua trattazione con il sottotitolo già comparso nell’edizione della Bur uscita di recente con la sua prefazione, “istruzioni su come evitare la rivoluzione francese. e non solo.” il quale sottotitolo rivela un sottaciuto intento, più profondo di quanto non si possa pensare: in altre parole, questo romanzo dickensiano così serio e pesante rispetto a tanti altri più popolari e d’intrattenimento è stato scelto non tanto, o non solo, come “chicca” del Cabinet des Merveilles, come lo ha definito in apertura salvatore siena, presidente dell’associazione, quanto per l’attualità del tema e le implicazioni di carattere sociale e politico, che un pubblico preparato e attento poteva percepire dietro i fatti che si snodano tra Londra e parigi sullo

sfondo della rivoluzione francese e del periodo del terrore. Cosa dickens vuole comunicare con questo duplice raffronto? Che l’inghilterra ha già avuto la sua prima rivoluzione cruenta con tanto di testa regale decapitata, e ha già avuto la sua seconda rivoluzione questa volta pacifica ( la “bloodless revolution”) che le ha regalato una monarchia costituzionale e la sua lunga storia di riformismo e pace interna. dunque attenzione, sembra dire ai suoi lettori e fans, non cadiamo nella trappola della rabbia di una folla impazzita, quella “madding crowd” che in Francia ha prodotto turbolenze, violenze, sconvolgimento degli assetti istituzionali che potrebbero contagiare il nostro paese, visto che c’è una strada più giusta e pacifica da seguire sulla traccia della nostra storia. impariamo dal presente e dal nostro passato, continua a dire il regista dickens mentre scorrono le scene del suo romanzo-fiume. e all’ascoltatore attento ciò risuona come un monito per i nostri tempi: perché anche oggi, anche da noi, c’è molta rabbia in giro, tanta da

farci sentire come sospesi su un baratro, e se non si esercitano prudenza e buon senso, se non ci si orienta verso l’accordo sulle riforme, si rischia anche oggi, anche da noi, di cadere in un regime già sperimentato con conseguenze disastrose. dickens ci continua a dire questo attraverso il suo romanzo “per tutte le stagioni”, e alle due città ne possiamo aggiungere una terza: roma. pensando questo, l’ascoltatore attento in fondo non ha fatto che applicare il metodo che Forster raccomandava ai lettori, di accostarsi cioè alla migliore letteratura godendone nel presente, comprendendola nel suo passato, in un percorso circolare che corrisponde alla visione della grande sala rotonda. in virtù di ciò, sono certa che al termine dell’interessante convegno la maggior parte del pubblico ha lasciato, come me, la sala con l’impressione di aver incontrato un suo geniale contemporaneo, e magari di avergli potuto stringere la mano, e forse anche chiedergli un autografo. Meditate gente, meditate.

Milena Milazzo©riproduzione riservata

Page 19: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 2013 23amicoil nuovo• • arte cultura sportGabicce mare - ragazzi disabili in campo con le stampelle per la Nazionale di calcio per amputati. L’incontro é stato un confronto di possibilità potenziali e reali che migliora le sensibilità. La squadra di giovanissimi e più grandi è stata presentata in assisi l’8 dicembre 2011, presto giocherà in Francia ed, aprendosi all’europa, è stata invitata in inghilterra e poi in Giappone. il team ha trascorso il fine settimana nel grand’hotel michelacci, ringraziando l’ospitalità dell’albergatrice Paola michelacci. Nel pomeriggio di sport ha prevalso il dialogo e la soddisfazione dei giocatori disabili, incontrando il sogno di ciascuno di loro che ha superato la condizione di marginalità con l’attività fisico competitiva. L’arrivo della nazionale di calcio amputati e giocatori per il raduno e l’allenamento è stato promosso dalla sezione del centro cultura di cattolica “rimbalzi fuori campo” e l’ha accolto Gabicce mare calcio, i due comuni, la bcc di Gradara, il comitato commercianti “conchiglia d’oro”. il csi centro sportivo italiano di Luigi Gedda, nato nel 1944 ha radici cattoliche, lavora per la promozione sociale, ed ha mandato all’incontro la referente annamaria manara. “e’ un mondo che dà emozioni e che si guarda da lontano - ha detto il sindaco corrado curti. L’esperienza ha mandato messaggi diretti al cuore, per riprendere con energia le loro e le nostre iniziative di vita sociale. il dovere delle istituzioni è quello di promuovere i valori”.“il messaggio é che sport e disabilità possano incontrarsi per cambiare le mentalità, per una vera rivoluzione sociale, perché tutti

gli sportivi sognano allo stesso modo”, ha spiegato il presidente di rimbalzi fuori campo, l’ing. Terenzio bernardi.La nazionale di gioco del calcio è stata riunita e costruita dal giovane Francesco messori di cremona, attraverso Facebook, che ha un

sogno: Partecipare alle Paraolimpiadi. con lui il nostro giovane fanese di 11 anni, quinta elementare, Lorenzo marcantognini, Lollo per gli amici sui campi e casa sua.Per la Figc ha partecipato il presidente regionale Paolo cellini e il calciatore

professionista eraldo Pecci. Sul campo c’é stata la prova di schemi, l’allenamento in 13 e la partitella vinta per 4-3 contro i giovanissimi del Gabicce 2000. (Foto).

Claudio Vincenzetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

FARMACIEDI PESARO

TURNO 18 - 24 MARzO 2013

INFORMAzIONI UTIlIIl turno 24 h va dalle ore 8,30 alle ore 8,30 del giorno suc-cessivo. Il turno AUSILIARIO nei giorni feriali va dalle ore 15.30-19.30. Il turno AUSILIARIO nei giorni festivi effettua orario di normale apertura.

Lunedì 18 ViLLa San Martino V. Solferino, 68/2 0721-453359 24 h

Martedì 19 roSSini V. Recanati, 15 0721-22230 24 h

Mercoledì20 MuragLia V. Commandino, 38 0721-54296 24 h

giovedì 21 ruggeri C.so XI Settembre, 3 0721-33206 24 h

Venerdì 22 San SaLVatore L.go Aldo Moro, 1 0721-33135 24 h

Sabato 23 ViLLaandrea CoSta V. Giolitti, 167 0721-454796 24 h

Centro Str.da Adriatica, 48 0721-33257 Ausil.

domenica24 Zongo V. Rossi, 17 0721-416134 24 h

Soria V. Laurana, 4 0721-24790 Ausil.

1819

20

MarZo

212223

24TURNI DEllE FARMACIE TRAMITE SMSE’ sufficiente inviare un messaggio SMS al 320-2649186 scri-vendo farmacie PESARO farmacie FANO farmacie URBINO per ottenere un SMS di risposta con l’indicazione del nome delle farmacie di turno nel giorno della richiesta.

IL NUOVO AMICOÈ NeLLe eDICOLe DI fANO• ferlito giuseppe v. le Xii Settembre 1 • A.f. News s.n.c. p.za amiani • edicolA di simoNA gAroffolo v. Nolfi • riveNditA giorNAli e riviste di pAlAzzi Augusto v. roma 8/a

IL NUOVO AMICO È IN TUTTe Le eDICOLe DI PeSARO

INIZIATIVA DEL CENTRO CULTURA “RIMBALZI FUORI CAMPO”

A Gabicce la nazionale di calcio e stampelle

Il settimanale d’informazione “Il Nuovo Amico” con il contribu-

to della BCC di Gradara, in collaborazione con Leone Pantaleoni, da un’idea di Carmi-ne Russo, bandisce il secondo concorso di enigmistica dal titolo: «Un Rebus per AMI-CO». Quest’anno il tema riguarderà l’am-bito della culinaria in tutte le sue possibili “ricette”. In questa pagina pubblichiamo gli schemi ideati dai partecipanti della prima edizione sul tema “la tua città”. Sulle pros-sime uscite del Nuovo Amico continueremo con questa carrellata inedita di rebus…

REGOLAMENTO DEL CONCORSOART.1 – Il Concorso, aperto a tutti, preve-de una sezione di gara riservata agli alunni delle scuole di Pesaro e provincia che po-tranno partecipare come singoli o gruppi

fino alla intera classe. Il concorrente non può presentare più di 5 lavori. Il gioco do-vrà corredarsi di relativa descrizione, per-ché del disegno se ne farà carico la Reda-zione.ART.2 - Gli elaborati dovranno riportare in forma leggibile nome, cognome, residenza, telefono, e indirizzo di posta elettronica del singolo autore o di quello che rappre-senta il gruppo o la classe di appartenenza; i lavori, inoltre, dovranno essere consegna-ti o spediti alla libreria Buona Stampa di Via Rossini n. 68 (61121 Pesaro) con la di-citura “ UN REBUS PER AMICO, 2a edizione ” sulla busta.ART 3 – Il tema del presente concorso è “ IL REBUS E’ SERVITO” e riguarda l’ambito della culinaria in tutte le sue possibili raf-figurazioni e applicazioni.Esso dovrà comparire in almeno uno dei tre elementi costitutivi del rebus: illustra-

zione, chiave risolutiva e frase risultante.Esempi: Nella illustrazione: UN GESTO ASTUTO - (Unge S toast UTO)Nella chiave risolutiva:TURPI ATTI - (TUR, piatti)Nella frase risultante:MANGIARE SALATO - (MAN, giare; S, alato) ART. 4 – Qualora gli esaminatori dovesse-ro constatare che il gioco non è originale, anche se ciò non implica la mala fede del concorrente, il Rebus dovrà essere scarta-to. E sarà scartato anche nel caso che con-tenga riferimenti politici, espressioni dia-lettali e, peggio ancora, volgarità; i lavori dovranno pervenire ai sopra citati punti di raccolta entro e non oltre la data di sabato 30 marzo 2013.ART. 5 – A insindacabile giudizio della Commissione Esaminatrice, tra tutti i lavo-ri pervenuti verranno scelti quelli ritenuti

vincenti. Ai partecipanti verrà tempestiva-mente comunicata la data della pubblica premiazione.ART. 6 – Impreziositi di lapidario commen-to di Leone Pantaleoni, il Leone da Cagli della Settimana Enigmistica, ai vincitori verranno consegnati i propri elaborati su pergamena. I Rebus vincenti verranno pub-blicati sul Nuovo Amico e, nel caso, inviati alla Settimana Enigmistica.Per eventuali approfondimenti dei punti di cui al presente bando, contattare il seguen-te indirizzo e-mail: [email protected]

IL 30 MARZO SCADONO LE ISCRIZIONI

Concorso di enigmistica «Un rebus per AMICO» - 2ª edizione

La chiave risolutiva del rebus di Leone da Cagli pubblicato a pag. 22 del n. 10 del “Nuovo Amico” di domenica 10 marzo era: (Frase: 4 5 5 5) Chiave risolutiva: ‘U, sarta; TTO, collage; N, tè’ Soluzione: - USAR TATTO

COLLA GENTE -Vince il BUONO SCONTO PRESSO LA LIBRERIA “BUONA STAMPA” DI PESARO

SILVANO TURCHI

i giochi di Leone PantaleonI da cagliUN PREMIO PER UN REBUS

I vincitori verranno estratti a sorte tra coloro che avranno inviato la soluzione corretta a [email protected] oppure a IL NUOVO AMICO Via del Seminario 4 – 61121 Pesaro. L’omaggio di questa settima-na è un buono sconto del 20% presso la libreria “LA Buona Stampa” di Pesaro (Via Rossini 68)

E’ possibile ritirare il premio da lunedì a mercoledì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19 presso la redazione di Pesaro (via Rossini 53). Per un diverso recapito contattare il n. verde gratuito 800/501170 sempre nei giorni e ore sopra indicate.

PER RICEVERE L’OMAGGIO È NECESSARIO DIMOSTRARE DI ESSERE IN REGOLA CON L’ABBONAMENTO AL NUOVO AMICO PER L’ANNO 2013 O REGOLARIZZARE LA POSIZIONE AL MOMENTO DEL RITIRO DEL PREMIO

Un buono sconto in omaggio

Frase: 5, 3, 7, 6, 9

SPONSOR

Page 20: «Il Nuovo Amico» n. 11 del 17 marzo 2013

17 marzo 201324

L'anima, L'ABBRACCI .

DA GIOVEDÌ21 MARZOIN EDICOLA

NASCE BenEssere, IL NUOVO MENSILE DI SALUTE.Tutti i mesi consigli e risposte per aiutarti a vivere meglio sotto tutti i punti

di vista. Perché, per stare bene, bisogna prendersi cura del proprio corpo, ma anche mantenere un equilibrio interiore ed essere

in armonia con se stessi e con gli altri.


Recommended