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IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

Date post: 08-Apr-2016
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Direttore responsabile: Giovanni Tagliapietra www.corrierediroma-news.it
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C i sarebbe da sorri- dere se non ci fos- sero di mezzo questioni serie, se- rissime. C'è un con- tenzioso che divide da tempo esercenti e amministrazione, ri- guarda l'occupazione del suolo pubblico e la relativa tassa. Il Campidoglio non tratta, non di- scute, decide. E le categorie pro- duttive non gradiscono. La tanto attesa delibera in materia era in- cardinata nella manovra di bilan- cio, è stata stralciata e calendariz- zata più in là, per consentire una analisi più serena. Ma la que- stione va avanti da troppo tempo e gli esercenti continuano a non sapere quali saranno le regole del gioco, con quali criteri devono pa- gare. Ma fanno buon viso a cat- tiva sorte, per quanto è possibile. Se da un lato frena, diluisce, stem- pera, dall'altro il Comune acce- lera e usa la mano pesante. Legittimamente. Due blitz in quarantotto ore nel centro storico sono un’azione dimostrativa im- portante. Ci sono esercenti che stanno alle regole e quelli che ba- rano e le regole non le rispettano. Giusto punirli, e allora via con i camion e i sequestri di sedie e ta- volini, tolleranza zero. Il minisin- daco del Primo Municipio, Alfonsi, anticipa che ci saranno altre azioni contro un’ottantina di situazioni irregolari. Due consi- derazioni. Il suk del centro an- drebbe bonificato una volta per tutte e tenuto in ordine, i blitz non risolvono il problema. Lo risolve- rebbero la nuova normativa e la sua severa applicazione, questo sì. Ma si preferisce tenere tutto a ba- gnomaria, per mesi. Un atteggia- mento caratterizzato da un forte strabismo, che alla fine non puni- sce fino in fondo i "cattivi" ( che si ripropongono la mattina dopo il blitz come se nulla fosse) e non premia i buoni, che della situa- zione si prendono solo gli aspetti peggiori, pagano tanto e in malo modo. Il cittadino? Vive nel caos. Ma tanto, dicono, ci è abituato. segue a pagina 3 Guerra dei tavolini, lo strabismo della Giunta Marino di Giovanni Tagliapietra di Stefania Pascucci SUOLO PUBBLICO Stralciata la delibera su Cosap-Osp, slitta la “zonizzazione” Il lato oscuro di Affittopoli a pagina 7 CIVITAVECCHIA I bagni della Ficoncella, cari a Garibaldi, sono una risorsa poco sfruttata a pagina 18 di Roma e del Lazio GIOVEDÌ 12 MARZO 2015 numero 8 anno I D alla pulizia delle strade alle deviazione degli autobus, dai tornelli aperti della metro ai vigili da dislocare nelle zone ‘rosse’, fino agli agenti delle forze dell’ordine da schierare sul campo, in previsione di possibili scontri. Tutto si paga. Non esiste una spesa fissa, l’esborso dipende: varia a seconda se in strada scendono i guerriglieri dei movimenti o i teppisti del calcio, quelli che si fanno chiamare tifosi; i precari, i disoccupati o gli studenti. Di- pende da se e cosa hanno deva- stato, quanto e come. E si tratta di centinaia di milioni. Palazzo Chigi ne “riconosce” 115, gli altri sono a carico dei romani. Un corteo, una manifestazione: tanto pagano i romani a pagina 4 P er loro pronti 28 milioni di euro per pasti caldi e per un tetto: fino a dicembre 2015. La metà dei richiedenti asilo sarà ospitata a Roma: 508, per un costo di oltre 4 milioni di euro arriveranno nei Municipi del centro, da San Lo- renzo ai Parioli; solo 89, nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII, IX. Dal Pigneto fino all'estrema periferia orientale, serviranno 763mila euro. Altri 6 milioni per le 787 persone che saranno dislocate fino al litorale. Altri 242 tra Primavalle e Trionfale, fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’assegno è di altri 2 milioni. L’altro 50% andrà nell’hinterland della provincia. Non si salva nessuno, i Castelli, Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Cerveteri, Civitavecchia.. E ancora:Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Ar- cinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Camerata. Oltre co- lazione, pranzo e cena – un menu che rispetta rigorosamente i paletti alimentari delle diverse religioni – ; i servizi garantiti sa- ranno quelli di assistenza generica: c’è quella sanitaria, di tra- sporto, di lavanderia, di pulizia dei locali (disinfezione, disinfestazione, derattizzazione). Non poteva mancare il bar- biere. Pronti per i nuovi rifugiati? A maggio ne arriveranno 3185 IMMIGRATI COSTI CAPITALI LO SCANDALO a pagina 5 Roma - Via dei Giubbonari sede del Pd vicino a Campo de’ Fiori All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 8 ANNOI GIOVEDÌ 12 MARZO2015 ASL RMH SAN GIOVANNI ADDOLORATA Il direttore generale Fabrizio d’Alba: “Scusate se per una volta la sanità dei Castelli è ok” a pagina 13 a pagina 14 Così curiamo e gestiamo i pazienti Senza Fissa Dimora F orse qualcuno pensava di bypassare il confronto poli- tico nelle commissioni della Pisana per far approvare i documenti con un decreto del Commissario ad Acta per la spesa sanitaria del Lazio, e cioè Zingaretti. Calcoli sbagliati, gli atti andranno in- vece nelle commissioni della Pisana e quindi in Consiglio Regionale per l’ap- provazione definitiva. Qualcuno chiede di conoscere il costo complessivo della commissione “esaminatrice” presieduta dalla zarina Flori Degrassi, quante riu- nioni siano state fatte e quante sono sal- tate a causa della mancanza del numero legale. Muro di silenzio, evidentemente questi dati non si devono sapere. Sem- bra uno spettacolo montato ad arte, e il problema non è di secondaria impor- tanza: l’atto aziendale è un elemento fondamentale, può cambiare il volto complessivo di una struttura sanitaria e farne la sua fortuna o al contrario il suo degrado. E ci piacerebbe conoscere ( lo faremo certamente tramite le commis- sioni consiliari) le schede preparatorie che accompagnano i singoli atti. In teo- ria dovrebbe essere chiamato lo stesso Zingaretti nella sua doppia veste di Pre- sidente e Commissario ad illustrare, la situazione complessiva degli atti azien- dali. Ma non ci crede nessuno. Vale ri- cordare che lo stesso Zingaretti all’indomani della vittoria incontrando alcuni dirigenti del PD che si occupa- vano di Sanità disse solennemente: “Non mi farò incastrare sulla Sanità del Lazio come avvenne per Marrazzo e Polverini”. Complimenti. Nell’Atto di Indirizzo triennale per le aziende sanitarie della Regione Lazio e nei programmi operativi 2013/201 c’è in ogni caso la volontà di modificare profondamente – per ragioni franca- mente incomprensibili – il quadro gene- rale. Si parla al punto A dell’accorpamento di due strutture, due IRCCS , lo Spallanzani e l’Ifo,e distanti non solo sul piano chilometrico ma so- prattutto per la differenza totale di mis- sion e di professionalità orientate. Uno è all’avanguardia per le malattie infet- tive (il malato numero zero di Ebola è stato salvato per la competenza e la pro- fessionalità della struttura) l’altro spe- cializzato nella lotta ai tumori continua a perdere colpi su colpi. Al punto C si parla dell’integrazione della Asl RMA con la RME, dimenticando che i confini delle Asl nel Lazio sono nati con una legge regionale e che quindi il Commis- sario Zingaretti non può avocare a sé, quale Commissario di Governo, una scelta e una decisione che spetta esclusi- vamente al Consiglio Regionale del Lazio. Per essere uno che non vuol farsi coinvolgere di pasticci ne combina fin troppe. E che dire dell’annullamento da parte del Tar di una grossa fetta di no- mine dirigenziali? C’è chiaramente pres- sappochismo (se non di peggio) nel redigere le delibere da parte della Giunta Zingaretti. In queste ore si parla con insistenza di accordi stipulati fra le singole Asl che in piena autonomia e probabilmente fuori dal controllo della Degrassi e con la presunta protezione della cabina di regia che cancellano o in- tegrano strutture che fino a oggi hanno garantito funzionalità del Servizio Sa- nitario Regionale. Ci si chiede: “Questi accordi fra le singole Asl producono ef- fetti amministrativi o sono solo ed esclu- sivamente il pallido tentativo dei Direttori Generali di farsi vedere attivi oltre misura?”. Valutino i lettori. Il Corvo Fai e misfai, gli svarioni della Giunta Il Nuovo Corriere Nuovo Corriere Il S i (s)vende il patrimonio immobiliare del Comune di Roma. Circa 700 immobili molti dei quali presenti in pieno centro storico o in zone di notevole pregio della Capitale. Sedici con- siglieri della maggioranza di centrosinistra hanno votato a favore nella seduta pubblica del 27 e 28 febbraio scorso la delibera sulla li- quidazione delle case e dei locali di proprietà comunale (Azuni, Ba- glio, E. Battaglia, I. Battaglia, Celli, Di Biase, Giansanti, Grippo, Magi, Panecaldo, Paris, Peciola, Pedetti, Piccolo, Policastro, Tem- pesta) mentre il sindaco Ignazio Marino era assente. Assente l’op- posizione formata dai partiti di centro destra, la Lista Marchini e il Movimento 5Stelle. Incasso previsto dall’alienazione: 300 milioni di euro. Non toccate la sede del Pd
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Page 1: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

Ci sarebbe da sorri-dere se non ci fos-sero di mezzoquestioni serie, se-rissime. C'è un con-

tenzioso che divide da tempoesercenti e amministrazione, ri-guarda l'occupazione del suolopubblico e la relativa tassa. IlCampidoglio non tratta, non di-scute, decide. E le categorie pro-duttive non gradiscono. La tantoattesa delibera in materia era in-cardinata nella manovra di bilan-cio, è stata stralciata e calendariz-zata più in là, per consentire unaanalisi più serena. Ma la que-stione va avanti da troppo tempoe gli esercenti continuano a nonsapere quali saranno le regole delgioco, con quali criteri devono pa-gare. Ma fanno buon viso a cat-tiva sorte, per quanto è possibile.Se da un lato frena, diluisce, stem-pera, dall'altro il Comune acce-lera e usa la mano pesante.Legittimamente. Due blitz inquarantotto ore nel centro storicosono un’azione dimostrativa im-portante. Ci sono esercenti chestanno alle regole e quelli che ba-rano e le regole non le rispettano.Giusto punirli, e allora via con icamion e i sequestri di sedie e ta-volini, tolleranza zero. Il minisin-daco del Primo Municipio,Alfonsi, anticipa che ci sarannoaltre azioni contro un’ottantina disituazioni irregolari. Due consi-derazioni. Il suk del centro an-drebbe bonificato una volta pertutte e tenuto in ordine, i blitz nonrisolvono il problema. Lo risolve-rebbero la nuova normativa e lasua severa applicazione, questo sì.Ma si preferisce tenere tutto a ba-gnomaria, per mesi. Un atteggia-mento caratterizzato da un fortestrabismo, che alla fine non puni-sce fino in fondo i "cattivi" ( che siripropongono la mattina dopo ilblitz come se nulla fosse) e nonpremia i buoni, che della situa-zione si prendono solo gli aspettipeggiori, pagano tanto e in malomodo. Il cittadino? Vive nel caos.Ma tanto, dicono, ci è abituato.

segue a pagina 3

Guerra dei tavolini,lo strabismo

della Giunta Marinodi Giovanni Tagliapietra

di Stefania Pascucci

SUOLO PUBBLICOStralciata la delibera su Cosap-Osp,slitta la “zonizzazione”

Il lato oscuro di Affittopoli

a pagina 7

CIVITAVECCHIAI bagni della Ficoncella,cari a Garibaldi,sono una risorsapoco sfruttata

a pagina 18

di Roma e del Lazio GIOVEDÌ 12 MARZO 2015numero 8 anno I

Dalla pulizia delle strade alle deviazionedegli autobus, dai tornelli aperti dellametro ai vigili da dislocare nelle zone

‘rosse’, fino agli agenti delle forze dell’ordineda schierare sul campo, in previsione di

possibili scontri. Tutto sipaga. Non esiste una spesa

fissa, l’esborso dipende: variaa seconda se in strada scendono

i guerriglieri dei movimenti o iteppisti del calcio, quelli che si

fanno chiamare tifosi; i precari, idisoccupati o gli studenti. Di-

pende da se e cosa hanno deva-stato, quanto e come. E si tratta di

centinaia di milioni. Palazzo Chigine “riconosce” 115, gli altri sono a

carico dei romani.

Un corteo, una manifestazione:

tanto pagano i romani

a pagina 4

Per loro pronti 28 milioni di euro per pasti caldi e per untetto: fino a dicembre 2015. La metà dei richiedentiasilo sarà ospitata a Roma: 508, per un costo di oltre 4

milioni di euro arriveranno nei Municipi del centro, da San Lo-renzo ai Parioli; solo 89, nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII,IX. Dal Pigneto fino all'estrema periferia orientale, serviranno763mila euro. Altri 6 milioni per le 787 persone che sarannodislocate fino al litorale. Altri 242 tra Primavalle e Trionfale,fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’assegno è di altri 2 milioni.L’altro 50% andrà nell’hinterland della provincia. Non si salvanessuno, i Castelli, Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano,Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Cerveteri,Civitavecchia.. E ancora:Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Ar-cinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Camerata. Oltre co-lazione, pranzo e cena – un menu che rispetta rigorosamente ipaletti alimentari delle diverse religioni – ; i servizi garantiti sa-ranno quelli di assistenza generica: c’è quella sanitaria, di tra-sporto, di lavanderia, di pulizia dei locali (disinfezione,disinfestazione, derattizzazione). Non poteva mancare il bar-biere.

Pronti per i nuovi rifugiati? A maggio

ne arriveranno 3185

IMMIGRATICOSTI CAPITALI

LO SCANDALO

a pagina 5

Roma - Via dei Giubbonari sede del Pd vicino a Campo de’ Fiori

All’internol’inserto

di Sanitàdel

Lazio

LazioLazio

ladel

anitàSSNUMERO 8 ANNO I GIOVEDÌ 12 MARZO 2015ASL RMH

SAN GIOVANNI ADDOLORATA

Il direttore generale Fabrizio d’Alba: “Scusate se per una volta la sanità dei Castelli è ok” a pagina 13

a pagina 14

Così curiamo e gestiamoi pazienti Senza Fissa Dimora

F orse qualcuno pensava dibypassare il confronto poli-tico nelle commissioni dellaPisana per far approvare idocumenti con un decreto

del Commissario ad Acta per la spesa

sanitaria del Lazio, e cioè Zingaretti.

Calcoli sbagliati, gli atti andranno in-

vece nelle commissioni della Pisana e

quindi in Consiglio Regionale per l’ap-

provazione definitiva. Qualcuno chiede

di conoscere il costo complessivo della

commissione “esaminatrice” presieduta

dalla zarina Flori Degrassi, quante riu-

nioni siano state fatte e quante sono sal-

tate a causa della mancanza del numero

legale. Muro di silenzio, evidentemente

questi dati non si devono sapere. Sem-

bra uno spettacolo montato ad arte, e il

problema non è di secondaria impor-

tanza: l’atto aziendale è un elemento

fondamentale, può cambiare il volto

complessivo di una struttura sanitaria e

farne la sua fortuna o al contrario il suo

degrado. E ci piacerebbe conoscere ( lo

faremo certamente tramite le commis-

sioni consiliari) le schede preparatorie

che accompagnano i singoli atti. In teo-

ria dovrebbe essere chiamato lo stesso

Zingaretti nella sua doppia veste di Pre-

sidente e Commissario ad illustrare, la

situazione complessiva degli atti azien-

dali. Ma non ci crede nessuno. Vale ri-

cordare che lo stesso Zingaretti

all’indomani della vittoria incontrando

alcuni dirigenti del PD che si occupa-

vano di Sanità disse solennemente:

“Non mi farò incastrare sulla Sanità del

Lazio come avvenne per Marrazzo e

Polverini”. Complimenti.Nell’Atto di Indirizzo triennale per le

aziende sanitarie della Regione Lazio e

nei programmi operativi 2013/201 c’è

in ogni caso la volontà di modificare

profondamente – per ragioni franca-

mente incomprensibili – il quadro gene-

rale. Si parla al punto A

dell’accorpamento di due strutture, due

IRCCS , lo Spallanzani e l’Ifo,e distanti

non solo sul piano chilometrico ma so-

prattutto per la differenza totale di mis-

sion e di professionalità orientate. Uno

è all’avanguardia per le malattie infet-

tive (il malato numero zero di Ebola è

stato salvato per la competenza e la pro-

fessionalità della struttura) l’altro spe-

cializzato nella lotta ai tumori continua

a perdere colpi su colpi. Al punto C si

parla dell’integrazione della Asl RMA

con la RME, dimenticando che i confini

delle Asl nel Lazio sono nati con una

legge regionale e che quindi il Commis-

sario Zingaretti non può avocare a sé,

quale Commissario di Governo, una

scelta e una decisione che spetta esclusi-

vamente al Consiglio Regionale del

Lazio. Per essere uno che non vuol farsi

coinvolgere di pasticci ne combina fin

troppe. E che dire dell’annullamento da

parte del Tar di una grossa fetta di no-

mine dirigenziali? C’è chiaramente pres-

sappochismo (se non di peggio) nel

redigere le delibere da parte della

Giunta Zingaretti. In queste ore si parla

con insistenza di accordi stipulati fra le

singole Asl che in piena autonomia e

probabilmente fuori dal controllo della

Degrassi e con la presunta protezione

della cabina di regia che cancellano o in-

tegrano strutture che fino a oggi hanno

garantito funzionalità del Servizio Sa-

nitario Regionale. Ci si chiede: “Questi

accordi fra le singole Asl producono ef-

fetti amministrativi o sono solo ed esclu-

sivamente il pallido tentativo dei

Direttori Generali di farsi vedere attivi

oltre misura?”. Valutino i lettori.

Il Corvo

Fatti e misfatti, gli svarioni della Giunta

IlNuovoCorriereNuovoCorriereIl

S i (s)vende il patrimonio immobiliare del Comune di Roma.Circa 700 immobili molti dei quali presenti in pieno centrostorico o in zone di notevole pregio della Capitale. Sedici con-

siglieri della maggioranza di centrosinistra hanno votato a favorenella seduta pubblica del 27 e 28 febbraio scorso la delibera sulla li-quidazione delle case e dei locali di proprietà comunale (Azuni, Ba-

glio, E. Battaglia, I. Battaglia, Celli, Di Biase, Giansanti, Grippo,Magi, Panecaldo, Paris, Peciola, Pedetti, Piccolo, Policastro, Tem-pesta) mentre il sindaco Ignazio Marino era assente. Assente l’op-posizione formata dai partiti di centro destra, la Lista Marchini e ilMovimento 5Stelle. Incasso previsto dall’alienazione: 300 milionidi euro.

Non toccate la sede del Pd

Page 2: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

miliardi (46,5%), entrate da trasferimentiper 808 milioni (12,8%), entrate extratribu-tarie per 698 milioni (11,0%), entrate da alie-nazioni, trasferimenti di capitale e dariscossioni di credito per 95 mln (1,5%), en-trate da accensione di prestiti per 330 milioni(5,2%), entrate per conto terzi per 1,412 mi-liardi (22,3%) e avanzo di amministrazioneper 36 milioni (0,6%). Il versante delle uscitepresenta un valore di 6,319 miliardi di euro,costituite da spese correnti per 4,434 mi-liardi (70,2%), da spese in conto capitale per119 milioni (1,9%), da spese per rimborso diprestiti per 354 milioni (5,6%) e da spese perconto terzi per 1,412 miliardi (22,3%). Ma Marino dovrebbe tener conto di un cam-panello di allarme importante. Infatti le en-trate correnti sono messe a bilancio per il2015 in "forte calo", che rispetto al 2014, al

netto degli effetti contabili, fanno segnareuna riduzione di circa 310 milioni di euro. Inverità la riduzione delle entrate (nominal-mente) sarebbe di più del doppio, ben 755milioni di euro, solo che con un gioco conta-bile e sterilizzando gli effetti di bilancio (ov-vero anticipando il gettito Tasi di 150 milionidi euro), e mettendo alla voce entrate ancheil trasferimento di 100 milioni di euro rice-vuto dalla Regione nel 2014 per il contrattodi servizio di Atac del 2013 e delle modalita'di accertamento dei tributi coerenti con lanuova contabilità (per un valore di circa 190milioni, che si riverbera sulla speculare ridu-zione del fondo di svalutazione crediti), ilcalo delle entrate correnti registrato a bilan-cio si assesta su un valore di circa 310 milionidi euro. Insomma, è un gioco dalle tre carte, si ma

resta il "buco" di entrate di oltre 700 milioni.Un segnale preoccupante. L'economia ro-mana è in affanno, per non dire proprio incrisi, i trasferimenti nazionali sono e reste-ranno in calo, e non ci sarà alcuna finanzacreativa in grado di risistemare i conti. Quest'anno si vende quel che resta, poi ma-gari di procederà con gli altri 43mila alloggiAter (edilizia popolare). Poi però alla fine,venduti i gioielli di famiglia si resterà senzaproprietà e con i debiti da pagare. Marino minaccia di restare (sempre che i ro-mani lo votino di nuovo, particolare che ilsindaco sembra dare per scontato), fino al2023. Il particolare è che magari già dal 2016potremmo non sapere come gestire una città,grande come una multinazionale, in cui ci siaccorge che si è speso troppo solo per le bol-lette...

PRIMO PIANO giovedì 12 marzo 2015 pagina 2

I PARADOSSI E LE CONTRADDIZIONI DELL'AMMINISTRAZIONE

Quest'anno, se mai l'Aula GiulioCesare riuscirà a trovare unequilibrio (anche e soprat-tutto dentro la maggioranza),

forse il bilancio per RomaCapitale vedrà la quadra-tura. Dopo chissà, indi-

pendentemente dai sogni di Ignazio Marinoche minaccia di restare altri 8 anni, fino al2023...Considerazioni politiche a parte dopo oltre 2mesi dall'approvazione (alla vigilia di Capo-danno 2014), in Campidoglio ancora si di-scute sul bilancio di quest'anno, che se andràbene verrà approvato entro la fine del mesedall'Aula. Il problema, forse, non è tanto neitagli previsti, e neppure nelle azioni di conte-nimento dei costi (forniture elettriche e idri-che non salveranno Roma dal disastrocontabile). Quanto dalla decisione di metterein vendita gli ultimi asset di un qualche valore.Insomma, Marino magari non resterà nel Pa-lazzo Senatorio per gli auspicati 8 anni, peròdi sicuro le casse pubbliche dei romani ve-dranno l'emorragia di beni che saranno alie-nati "perché non rendono". Qualsiasi manager,prima di vendere, cercherebbe di ridare valore(onde incassare di più), la giunta Marino in-vece, stretta dal patto di stabilità, dal piano dirientro e dalla confusione gestionale, ha stilatoun lungo elenco di partecipazioni da privatiz-zare velocemente.La delibera propedeutica al bilancio prevede -stando ai progetti presentati dalla giunta - lacessione delle quote del Comune di Roma inEur spa, AceaAto2, Aeroporti di Roma, Car,Investimenti Spa, Cif spa, Bcc. E poi la sofferta(dai dipendenti che promettono battaglia)messa in liquidazione di Assicurazioni diRoma - Mutua Assicuratrice Romana e la <di-smissione della partecipazioni detenute daAma e Atac>.

Visto come il Comune ha comprato sempre ecompra luce e acqua (e considerando che Ma-rino è il primo azionista di Acea), c'è da do-mandarsi come mai la giunta ci abbiaimpiegato quasi due anni per accorgersi cheera più conveniente rivolgersi alla Consip (lasocietà del Tesoro che coordina gli acquistidella pubblica amministrazione riuscendo aspuntare prezzi di favore), che acquistare aprezzi di mercato energia e forniture idriche.Mistero.Qualsiasi massaia sa bene che se com-pra 10 carciofi avrà un certo prezzo e che se neordina mille ne avrà uno molto più scontato.In Campidoglio ci hanno messo 700 giorni perassimilare il concetto, tanto più che Roma èproprietaria di una municipalizzata che inci-dentalmente fornisce proprio acqua e luce. C'è da dire che l'ipotesi di vendere partecipatenon strategiche è una condizione obbligata perfar quadrare i conti. Il bilancio 2015 presentaun valore delle entrate pari a 6,319 miliardi dieuro, articolate tra entrate tributarie per 2,94

Il bilancio è in alto mareMa Marino guarda al 2023

ORSINO

P della

Questo sindaconon ha proprioil senso del ridicolo

il

Il sindaco Marino non sismentisce mai, spara a raf-fica dichiarazioni, proclami,

annunci, per parlare di lui c'èsolo l'imbarazzo della scelta.Non ha il senso del ridicolo nédell'autoironia, si è candidato aun Marino-bis, vuole governareRoma fino al 2023. Gli infortuni

accompagnano anche l'assessore Guido Im-prota. Scottato sulla sentenza del Tar anti-au-mento della Ztl insiste e argomenta, spiegal'inspiegabile, e intanto sono crollati i per-messi. Marta Leonori - assessore al Commer-cio - taglia nastri e presenzia manifestazioni,ma se avesse preso per tempo alcuni problemicome quello della tassa sull'occupazione delsuolo pubblico probabilmente gli esercentinon sarebbero oggi con l'acqua alla gola. Èimbarazzante l'assenza di prospettiva e distrategia degli amministratori capitolini,Alessandra Cattoi e Francesca Danese intesta. Qualche punto lo guadagnano i mana-ger, come Daniele Fortini dell'Ama. Si dà da

fare come e meglio di altri. Ma non basta. Inogni caso non è supportato a sufficienza.Qualcuno ha più visto e sentito il comandantedei vigili, Raffaele Clemente? Dicono checon Marino ormai vivano da separati in casa.Il corpo della Municipale è allo sbando, urgeintervento. Va male l'Atac, vanno male i ser-vizi. E ricompare la passionaria degli autisti,la Micaela Quintavalle, a denunciare e a pro-porre. La sua quarantena poltiica è finita? E'ricomparso dall'oblio l'antico leader verde An-gelo Bonelli a difendere la pineta di Capo-cotta. Bentornato. Bene il leader delmovimento per le botteghe storiche GiulioAnticoli e bene il leader dei librai romani Mar-cello Ciccaglioni, che sta riaprendo la libre-ria storica Arion di piazza Montecitorio. InCampidoglio e alla Pisana il lavoro d'aula è unpianto, e i consiglieri battono la fiacca. Le op-posizioni non entusiasmano, nell'aula GiulioCesare si vedono e si sentono solo MarcelloDe Vito e i compagni grillini e talvolta Ales-sandro Onorato (Lista Marchini). Davverotroppo poco.

SCENARI

Lavorandoci da dicembre la giunta ha presentato solo la settimana scorsa il bilancio 2015. Con tanti tagli, qualche vendita e la scoperta che acqua e luce costano troppo. Bizzarro per un comune che controlla la maggioranza

di una municipalizzata quotata in Borsa (Acea), che incidentalmente fornisce proprio acqua e energia elettrica. Solo che il sindaco ci ha messo due anni per scoprire che sarebbe più conveniente acquistare le forniture tramite il Tesoro (Consip)

di Leonardo Giocoli

CHI SALEdall’alto Marcello De Vito,Marcello Ciccaglionie Micaela Quintavalle

CHI SCENDEdal basso Guido Improta,Marta Leonorie Raffaele Clemente

Page 3: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

N ell’antica Romail consenso sicomperava con“panem et cir-censes”, con

pane e feste. Ora il sindaco Igna-zio Marino rilancia a modo suo:e sul piatto, o meglio nel bic-chiere mette, a scelta, acqua lisciao gassata. Tutto gratuito: peraverla, ai romani basterà recarsinelle quattordici “case dell’acqua”che nei prossimi mesi prende-ranno vita quest’anno in quattor-dici municipi all’esterno delleMura Aureliane, cioè nella perife-ria dove vivono due milioni e 800mila dei tre milioni di abitantidella Capitale. Nelle quattordicipiazze non ci sarà soltanto acqua:ci saranno anche le prese “usb”per ricaricare cellulari e tablet ehotspot per potersi collegare inWiFi ad internet. E, dettaglio fi-nale, ma raffinatissimo, alle fon-tane tecnologiche non si accederàcamminando sul logoro asfaltocui siamo finora abituati ma su untappeto di sampietrini firmati coni nomi – “Piazza Venezia”, “ViaNazionale” e così di seguito -delle strade del centro da doveverranno estirpati perché perico-losi per tacchi a spillo, motorini epedoni non abituati ai fuoristrada.Mentre berrà l’acqua con le bollicine delle fon-tane raggiunte danzando sui sampietrini “SanLorenzo in Lucina” o “Piazza Venezia”, ogni abi-tante della periferia insomma potrà, senza sbor-sare un euro, sentirsi almeno pari aiduecentomila residenti all’interno delle MuraAureliane. Altro che borgataro a vita, come pen-sava di essere! E non si azzardi più nessuno a par-lare delle periferie romane come di un mare dicemento e povertà, di accampamenti abusivi diextracomunitari, di strade sporche sulle quali icassonetti stracolmi sono altrettanti monumential degrado. Il piano per le periferie presentato neigiorni scorsi dal Sindaco, battezzato “Roma ètutta Roma”, non è ovviamente soltanto l’acquacon le bollicine o le fontane tecnologiche. Pre-vede anche, in particolare, la sostituzione o la

nuova installazione di 198.000 punti luce, accop-piati con altrettante telecamere, per garantire unamaggiore sicurezza: la promessa è che di questipunti luce, almeno duemila saranno a tecnologialed e verranno installati nei municipi decentratientro il prossimo 15 aprile. Promessi anche il ri-facimento dell’asfalto e dei marciapiedi della viaNomentana e della via Salaria, fino al raccordo;l’avvio dei lavori per il raddoppio della Tiburtinae della Prenestina, oltre ad una maggiore cura dei330.000 alberi che ci sono sjl territorio cittadino,e l’inaugurazione a fine mese del Museo del Plei-stocenico a Casal de Pazzi, l’ottavo museo gratisdella Capitale.Il “piano” di Marino è una risposta, a dire il veropiuttosto timida e che non centra il bersaglio, allarivolta delle periferie scatenata negli ultimi mesi,

al grido di “Ora basta!” e “Basta degrado”, dai 62tra comitati e associazioni che, da Ponte di Nonaa Tor Sapienza, da Torpignattara a Settecamini,hanno risposto all’appello del CoordinamentoAzioni operative Ponte di Nona (CAOP). PerRenzo Piano, che da un anno studia con ungruppo di sei giovani architetti (da lui finanziatocon lo stipendio di senatore a vita) come renderemeno brutte e più vivibili le periferie romane,“c’è bisogno di una gigantesca opera di ram-mendo e ci vogliono delle idee”. E papa France-sco, il quale sottolinea spesso la relazione tra ladimensione urbanistica delle “villas miserias” diBuenos Aires e la condizione delle “periferie esi-stenziali” che popolano la terra - luoghi di con-traddizioni cocenti e spinte sovversive, abitati daun’umanità dolente, reclusa ed esclusa – precisa

che rammendare significa rico-struire la trama di un tessuto sfi-brato, spesso sfilacciato fino adiventare uno straccio che simbo-leggia il degrado della condizioneumana; un tessuto fatto di am-bienti, di strade, di fognature, dipiazze, di collegamenti, di servizisociali resi agli abitanti che pur-troppo molto spesso a Romamancano. Rammendare è il com-pito fondamentale della politica.Ristabilire un collegamento traCorviale, Tor Bella Monaca, il La-baro e via di seguito e il centrodella città, alzando il livello delleperiferie senza abbassare quellodel centro città. La qualità dellavita nelle periferie romane non di-pende soltanto da qualche fon-tana o da una strada asfaltata, chepure sono non solo necessarie maindispensabili; dipende dal lavoroche l’amministrazione comunedovrebbe fare perché tutti si sen-tano parte di una comunità.Perché i romani delle periferienon si sentano più borgatari, lequattordici fontane “simil Centrocittà” non bastano. Queste, anzi,sembrano proprio i famosi“panem et circenses” di cui sopra,uno spot per conquistare le pa-gine dei giornali e i tg delle televi-sioni e nulla più. Ciò che serve èinnanzittutto che la città cessi di

essere mal governata, come invece le inchiestedella magistratura stanno mostrando a tutti. E’auspicabile che il sindaco “marziano” prenda fi-nalmente contatto con la realtà. In periferia legrandi strade consolari saranno riasfaltate: ma losa, il sindaco, cosa vuol dire avere un campo no-madi a pochi metri da casa? E in certi punti dellaperiferia non sono certo i lampioni a led a garan-tire la sicurezza: siamo certi che tra i ragazzi dicerte zone si gusta già la soddisfazione di man-darli in frantumi. Il vero problema, in periferiacome altrove, è di garantire la legalità, cioè il ri-spetto della legge. Fin che sarà una “terra di nes-suno” non c’è speranza di recupero. Se si cambia,un giorno si potrà brindare: magari (per chi siaccontenta) proprio con le bollicine delle fon-tane.

PRIMO PIANOgiovedì 12 marzo 2015 pagina 3

LA LEZIONE DI TOR SAPIENZA NON È SERVITA AL SINDACOL'EDITORIALE

di Carlo Rebecchi

Alle periferie non servonole fontane con le bollicine

“C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee”, predicaRenzo Piano, ma la strategia di Marino ricorda piuttosto quando nell’antica Romail consenso si comperava con “panem et circenses”. A quella fetta di romani che viveall’esterno delle mura aureliane servono sicurezza, decoro, vivibilità e collegamenti

P eccato, però, che la storia del patrimonioimmobiliare di Roma Capitale sia ricca diincognite e di particolari raccapriccianti

su come sia stato amministrato dal Potere politicoin questi anni. Notizie sulla gestione degli affittifanno accapponare la pelle, altro che Mafia Capi-tale. Sedi di partito intoccabili e morose, comequella del Partito Democratico in via dei Giub-bonari. Da dieci anni il Pd non paga l’affitto al Co-mune. L’attuale commissario dei democratici,Matteo Orfini, ha ammesso “il segreto”: il suopartito ha praticamente usato la sede storica delPci, di proprietà pubblica, praticamente gratis perun decennio. Un’insolvenza pari a 100mila euro,senza contare, ovvio, gli interessi di mora. Sottola lente anche l’affitto, irrisorio: poco più di milleeuro per un immobile di indubbio pregio. Pareche l’unico sollecito a pagare la locazione riscon-

trato in questi anni (che possiamo definire ironi-camente di “comodato gratuito”) sia stata una let-terina, neppure raccomandata con ricevuta diritorno, del dipartimento Patrimonio Immobi-liare del Campidoglio (dal dicembre scorso dopole dimissioni per l’indagine Mafia Capitale dellaProcura di Roma di Daniele Ozzimo se ne occupaA. C.). Al normalissimo cittadino non solo l’uffi-ciale giudiziale avrebbe già a bussato varie voltealle 5 del mattino alla porta di casa, ma Equitaliaavrebbe fatto la propria parte inviando le cartelleper recuperare il credito moltiplicato di quegli in-teressi al limite dello strozzinaggio legalizzato.Non stiamo qui a ripetere ciò che altri giornalihanno già scritto sulla vicenda “affittopoli”, qualile encomiabili inchieste di watch dog dirette daGian Marco Chiocci de Il Tempo, sugli affitti ver-gognosi a 5 centesimi e case a Fontana di Trevi o

al Celio locati a 51 euro al mese (sì, avete letto be-nissimo: cin-quan-tu-no e-u-ro). Ma un buongiornale deve fornire indicazioni all’opinionepubblica e affermare che l’amministrazione diMarino ha dormito sonni profondi sul patrimo-nio immobiliare di Roma è una giusta critica eanche molto edulcorata. I danni erariali sareb-bero ingenti, la cattiva amministrazione ha fattosì che non arrivassero milioni di euro nelle cassecomunali. Se il sindaco del Pd fosse stato sveglio,lui e gli stagisti – assessori, il Campidoglioavrebbe incassato un capitale pari a 26,7 milioniall’anno, invece dell’attuale e misero 1,7 milionedi euro, calcoli empirici elaborati dai consigliericapitolini della lista Marchini, se le proprietà fos-sero affittate a prezzi di mercato . Il sindaco - me-dico Marino dovrebbe spiegare ai romani, chepagano le imposte sulla casa di proprietà, che non

sono né di destra né di sinistra ma semplici citta-dini, perché ha revocato la delibera già pronta del2012 sulla vendita del patrimonio immobiliare diRoma Capitale non appena insediatosi. Perdendomesi e anni preziosi per poter cambiare effettiva-mente verso. Invece la sua delibera è la stessa,identica, copia e incolla, ma è diverso oggi, conle modifiche apportate dalla maggioranza Pd,l’elenco degli immobili da vendere (o da sven-dere, a seconda delle interpretazioni, se di mer-cato o politiche). Strano ma vero, all’epoca, tuttoil Pd e tutto il centro sinistra, si opposero a quelladelibera forse perché prevedeva, in primis, la ven-dita della sezione dell’ex Pci, ora Pd, in via deiGiubbonari. Vendita incredibilmente cancellatadall’attuale delibera approvata in questi giorni datutto il centrosinistra, Pd incluso.

Stefania Pascucci

segue dalla prima pagina

Non toccate la sede del PdIl lato oscuro di AffittopoliLO SCANDALO

Page 4: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

PRIMO PIANO giovedì 12 marzo 2015 pagina 4

QUANTO COSTA A ROMA “ESSERE CAPITALE”PRIMO PIANO/1

Un corteo, una manifestazionetanto pagano i romani

Una manifesta-zione, un asse-gno da sgan-ciare. Il costosulle spalle del-

l’amministrazione, quindi sui cit-tadini. Che di quei corteiricordano solo di aver trascorsoore intrappolati in un groviglio diauto. Dalla pulizia delle stradealle deviazione degli autobus, daitornelli aperti della metro ai vigilida dislocare nelle zone ‘rosse’,fino agli agenti delle forze dell’or-dine da schierare sul campo, inprevisione di possibili scontri.Tutto si paga. Non esiste unaspesa fissa, l’esborso dipende:varia a seconda se in strada scen-dono i guerriglieri dei movi-menti o i teppisti del calcio, quelliche si fanno chiamare tifosi; iprecari, i disoccupati o gli stu-denti. Dipende da se e cosahanno devastato, quanto e come.Ma qualche numero per capire ilfenomeno e il peso sulle casse ca-pitoline possiamo darlo.Partiamo dalle manifestazioni.Sono circa 2mila l’anno, traquelle autorizzate dal Campido-glio e dalla Questura e quelle che

si formano in maniera sponta-nea. Una cifra che viene fuorisommando cortei, sit-in, presidifissi e non, appuntamenti pub-blici e religiosi. Una stima uffi-ciale di palazzo Senatorio, stilata

dal sindaco Marino, parla di 500milioni di extra costi da ricono-scere a Roma in quanto Capitale:in quanto città costretta ad ospi-tare, per il ruolo svolto, eventi diportata nazionale. Somme che

non saranno riconosciute per in-tero, ma che l’amministrazione dicentrosinistra continua a riven-dicare dopo il braccio sul pianodi rientro dal debito.L’intervento dei Pics, il pronto

intervento del centro storicodella polizia locale, varia a se-conda dei danni. Scritte sui murida cancellare, adesivi da staccaredai pali dell’illuminazione e dellepensiline degli autobus: questo il

di Giovanni Santoro

Dalla pulizia delle strade alle deviazioni degli autobus, dai tornelli aperti della metro ai vigili da dislocare nelle zone ‘rosse’, fino agli agenti delle forze dell’ordine da schierare sul campo, in previsione di possibili scontri. Tutto si paga.

Non esiste una spesa fissa, l’esborso dipende: varia a seconda se in strada scendono i guerriglieri dei movimenti o i teppisti del calcio, quelli che si fanno chiamare tifosi; i precari, i disoccupati o gli studenti. Dipende da se e cosa hanno devastato,

quanto e come. E si tratta di centinaia di milioni. Palazzo Chigi ne “riconosce” 115, gli altri sono a carico dei romani

Mentre l’aula Giulio Cesare siaccinge a votare su delibereimportantissime per la cittadi-

nanza i consiglieri affrontano con go-liardia le lunghe maratone che liattendono. Per l’approvazione della De-libera n. 88 sulla dismissione del patri-monio comunale la presidente Baglio haconvocato consiglio praticamente tutti igiorni. E si continuerà su questo ritmoanche con il bilancio previsionale 2015.Ma ci sono importanti temi sui quali iconsiglieri dovranno esprimersi con pro-babili sedute anche in notturna, quandoil clima si fa più disimpegnato, rilassato.Mentre il Pd svendeva Roma agli amicidegli amici i consiglieri capitolini di

maggioranza giocavano come bambini.Ecco che in un passaggio esplorativo trai banchi delle opposizioni l’on. piddinoMarco Palumbo gira con tanti post-itgialli attaccati dietro la schiena. Ridonotutti, come se fossero a ricreazione. Chisia stato l’autore dello scherzo non si sa.Forse il capogruppo Panecaldo che pertirare le fila sulla svendopoli romana vo-leva inviare qualche messaggio a quelloche resta di Forza Italia o meglio ancoraa Marchini prossimo candidato sindacodi centro destra? Certo, lui lo farebbeper interposta persona tramite il facto-tum Alessandro Onorato che da solorappresenta quel quasi 10 per cento dicittadini romani che hanno votato la

Lista Marchini e che il loro candidatosindaco lo vedono solo in TV.Il clima non cambia molto quando inaula si vuole mantenere un tono piùserio, quando si assiste al grottesco spet-tacolo di consiglieri che espongono ipropri rilievi e proposte ma non c’è nes-suno ad ascoltarli. Sino a lunedì sonoprevisti interventi in deroga: 45 minuti adisposizione di ciascun consigliere (diopposizione) per dire tutto quello chenon va sulla città e sul bilancio. La mag-gioranza, tuttavia, in Aula a non c'èquasi mai, è tutta al Bar e sempre piùspesso si parla ai banchi vuoti, proprioin occasione di provvedimenti importanticome la manovra di bilancio. Ecco una

scena: Roberto Cantiani (NCD) cheparla del bilancio e dice a se stessoquello che vorrebbe dire alla maggio-ranza ma non sa dove guardare. In altosulla sinistra i 5 stelle sono appollaiatiteste chine sui pc. Di fronte il vuoto. Edall’area riservata al pubblico apparecon chiarezza lo svolgersi di una rappre-sentazione che sembra fine a se stessaautoreferenziale ed inconcludente.Come nel gioco delle parti ognuno recitaun copione sul palcoscenico della vita.E’ nelle cose, va bene così. Se soltanto siriuscisse a conseguire quel risultato con-creto di cui la città ha tanto bisogno.

Cornelius

Scherzi da prete ed esercizi di retorica davanti ai banchi vuoti. È questa la politica?

AULA GIULIO CESARE

Page 5: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

PRIMO PIANOgiovedì 12 marzo 2015 pagina 5

loro campo di azione. E ogni cor-teo porta con sé più o meno van-dali. Previsioni difficili da fare,ammettono dagli uffici preposti.Certo è che nel bilancio di RomaCapitale c’è una specifica voceper le fatture di Ama, la munici-palizzata dei rifiuti, che si occupaanche dei servizi post manifesta-zioni. Alla casella uscita il nu-mero magico è 1,4 milioni dieuro. Dentro ci sono la pulizia,l’installazione e rimozione dibagni chimici e pagamento deglistraordinari per i dipendentidella società comunale. Anche sesolo il 40% è totalmente a caricodel Comune. Raramente, accadeanche che venga stipulato un ap-posito contratto di smaltimento.Ma a questa spesa ne va aggiuntaun’altra, circa 1,7 milioni, per farfronte a quegli eventi organizzatida chi non ha contratti di servi-zio. Tra questi anche associazionie partiti, che, pur potendo pa-gare, spesso dimenticano di met-tere mano al portafogli.Per il resto, dipende da chiscende in piazza. La Capitale de-vastata dagli hooligans del Feye-noord, giunti per la partita diEuropa league contro la Roma, èsolo l’ultimo caso in ordine ditempo. La conta dei danni vicinoai 7 milioni di euro. Un terzo soloper la Barcaccia di piazza di Spa-gna, diventata bersaglio dellebottiglie di birra degli olandesi diRotterdam.Senza andare troppo indietro neltempo, la manifestazione deglistudenti del 14 dicembre 2010portò esborsi extra per 16 milionidi euro, secondo l’allora sindacoGianni Alemanno. L’anno suc-cessivo gli indignados provoca-rono 5 ore di guerriglia urbana eoltre un milione di danni; sem-pre secondo l’allora amministra-zione di centrodestra.In queste giornate, impossibilequantificare i costi delle forzedell’ordine, che Questura e Pre-fettura preferiscono tenere topsecret. Così come impossibilefare una stima per i cittadini.Senza dimenticare gli straordi-nari per i dipendenti comunali.Per 150 operatori di Ama si spen-dono 250 mila euro (2,5 milioniin 12 mesi); altri 80mila euro per300 vigili in più (16 milioni in unanno). Non solo. Ci sono i mi-lioni di corse persi dai mezzi diAtac: in un corteo di medie di-mensioni, 27mila i chilometri an-dati in fumo. I tornelli apertidella metro per aiutare il deflussodi chi protesta si traducono inmigliaia di biglietti persi.Infine ci sono i commercianti.Che ogni volta preferiscono bar-ricarsi nei loro negozi per evi-tare il peggio. Per loro i conti lifanno le associazioni di catego-ria: “Tre milioni persi per ognigiornata di corteo”, tuona laConfcommercio. Alemannoavrebbe voluto imporre unatassa ad hoc. Il Pd insorse per-ché si sarebbe limitata la libertàdi manifestare. Adesso quel cen-trosinistra il conto lo presenta algoverno. Ma i 115 milioni rico-nosciuti da palazzo Chigi ri-schiano di non bastare. El’assegno salato arriva, ancorauna volta, ai romani.

E LE PROMESSE DI MARINO DOPO LA "CRISI" DITOR SAPIENZA? DIMENTICATE SENZA PUDOREPRIMO PIANO/2

Pronti per i nuovi rifugiati?A maggio ne arriveranno 3185

Come se le immagini degliscontri tra cittadini e immi-grati fossero lontani anni luce.Come se Tor Sapienza nonfosse un quartiere di Roma,

sempre sull’orlo di una crisi di nervi per unacoabitazione impossibile. Come se lo scan-dalo Mafia Capitale, con criminali di destrae sinistra pronti a lucrare sulla disperazionedi chi non ha nulla, non fosse riferita allacittà eterna. Come se le promesse non fos-sero state fatte, pronunciate in maniera so-lenne dal sindaco Ignazio Marino. Come sedisattendere le speranze di chi vive all’in-terno del Grande raccordo sia, oramai, la re-gola da non eludere. Ecco a voi il nuovobando per l’accoglienza dei profughi nel ter-ritorio romano. Arriveranno in 3185, perloro pronti 28 milioni di euro per pasti caldie per un tetto: da maggio a dicembre 2015.Per loro che spesso, ma non sempre, fuggonodalla guerre e dalla miseria sono già pronti iposti letto. La metà dei richiedenti asilo saràospitata a Roma: 508, per un costo di oltre 4milioni di euro arriveranno nei Municipi delcentro, da San Lorenzo ai Parioli; solo 89,nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII, IX.Dal Pigneto fino all'estrema periferia orien-tale, serviranno 763mila euro. Altri 6 milioniper le 787 persone che saranno dislocate finoal litorale. Altri 242 tra Primavalle e Trion-fale, fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’as-segno è di altri 2 milioni.

L’altro 50% andrà nell’hinterland della pro-vincia, di cui 771 raggiungeranno Castelli.Nessun Comune è escluso dalla gara di soli-darietà imposta dal primo cittadino dell’Areametropolitana e dal ministro Angelino Al-fano. Il quinto lotto è quello che comprende29 città, dove arriveranno circa 400 immi-grati che costeranno 3 milioni. Nell’elenco,tra gli altri, spiccano, Allumiere, AnguillaraSabazia, Bracciano, Campagnano di Roma,Canale Monterano, Capena, Cerveteri, Civi-tavecchia. Altri 398 posti, per un esborso si-mile, tra Affile, Agosta, Anticoli Corrado,Arcinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra,Camerata Nuova. Solo per citare alcune dellezone coinvolte a loro insaputa.Oltre colazione, pranzo e cena – un menuche rispetta rigorosamente i paletti alimen-tari delle diverse religioni – ; i servizi garan-titi saranno quelli di assistenza generica: c’èquella sanitaria, di trasporto, di lavanderia,di pulizia dei locali (disinfezione, disinfesta-zione, derattizzazione). Non poteva mancareil barbiere. Per il consigliere regionale Fabri-zio Santori, in questo modo “la sicurezza vaa rotoli”. “E’ inutile fare la passerella nei Co-mitati per l’ordine pubblico – aggiunge il lea-der di DifendiAMO Roma – se poi siriempiono i quartieri di immigrati”. Un atteg-giamento che per l’eletto alla Pisana, mostrala lontananza del ministro dell’Interno dallostato reale delle singole circoscrizioni. “Al-fano impone e Marino dispone”, afferma an-

cora l’esponente del centrodestra.Un modo di far politica che, se ce ne fosse an-cora bisogno, dimostra come il super sindacometropolitano non abbia ancora compreso leesigenze del territorio. “Duemila saranno i pro-fughi che saranno ospitati nella Capitale, piùdi mille quelli che andranno nei piccoli co-muni della provincia – attacca Santori – . Tuttoquesto mentre la capacità socio-economicadella collettività, di rispondere a una nuovaondata di migranti, è minima”.Sul banco degli imputati anche le procedureper l’identificazione dello status giuridico. Ilcaso più eclatante è quello dei cittadini koso-vari. Per loro, una volta varcati i confini di Ger-mania e Belgio, il destino è l’espulsione. Lamotivazione ufficiale? In quella regione non èin atto una guerra,nessuna persecuzione. InItalia, invece, molte persone giunte dalla Bo-snia godono di questo diritto. Anche se quelconflitto è oramai consegnato ai libri di storia.“Siamo preoccupati per il caos e i disagi chequeste strutture alberghiere andranno a pro-vocare sui quartieri di Roma e sulle piccole re-altà dell’hinterland –conclude il consigliereregionale – . I tristi episodi di Tor Sapienza edi Nettuno evidentemente non hanno inse-gnato nulla dal punto di vista politico sul gravestato di disagio che vivono gli italiani”. Mentrei professionisti del settore si sfregano le mani,pronti a facili e veloci guadagni. Grazie anchealla memoria corta di chi amministra.

G.S.

Per loro stanziati 28 milioni di euro per pasti caldi e per un tetto fino a dicembre 2015. La metà dei richiedenti asilo sarà ospitata a Roma, 508, per un costo di oltre 4 milioni di euro arriveranno nei Municipi del centro, da San Lorenzo ai Parioli, solo 89, nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII, IX. Dal Pigneto fino all'estrema periferia orientale, serviranno

763mila euro. Altri 6 milioni per le 787 persone che saranno dislocate fino al litorale. Poi 242 tra Primavalle e Trionfale,fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’assegno è di altri 2 milioni. Un 50% andrà nell’hinterland della provincia.

Non si salva nessuno, i Castelli, Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano,Capena, Cerveteri, Civitavecchia. E ancora: Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli,Artena,

Bellegra, Camerata. Oltre colazione, pranzo e cena – un menu che rispetta rigorosamente i paletti alimentari delle diverse religioni – i servizi garantiti saranno quelli di assistenza generica: quella sanitaria, di trasporto,

di lavanderia, di pulizia dei locali (disinfezione, disinfestazione, derattizzazione). E non poteva mancare il barbiere

Page 6: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

P rosegue senzasosta la prote-sta dei lavora-tori romani diAlmaviva, so-

cietà che da aprile perderàla commessa pubblica sulcall center 060606 ChiamaRoma e sarà costretta aquasi trecento licen-ziamenti. Martedì scorso i di-pendenti hannoscioperato e manife-stato in Campidoglioproprio mentre erain corso un incontrotra l'amministra-zione comunale e ivertici della AbramoCustomer Care,azienda vincitricedel nuovo bando loscorso ottobre. Pochi giorni prima,venerdì 6 marzo, ungruppo di dipen-denti Almavivaaveva organizzato unsit-in in Campido-glio per fare pres-sione sulla giuntaaffinché compisseun passo indietro. Ilsit-in si è svolto pro-prio mentre si tenevaun consiglio comu-nale. “Una gara affi-data con un forte ribasso -affermava un lavoratore du-rante il presidio - stiamo par-lando di un buon 30 per cento”.Il timore è che quindi un taleribasso nell’offerta sia possibilesolo delocalizzando la sedeoperativa in paesi dove il costodel lavoro è inferiore. “Un ope-

ratore italiano costa 18 euro -aggiungeva un'altra dipendenteallarmata - mentre in Albaniacosta 3 euro. Ma Marino è sin-daco di Roma o di Tirana?”. Con queste manifestazioni diprotesta i rappresentanti sinda-cali chiedono il mantenimentodei livelli occupazionali alla

nuova società, che però ha fattosapere che assumerà una cin-quantina di lavoratori, tutti atempo determinato, nella sederomana di Tor Pagnotta. Altri130 saranno impiegati negli uf-fici di Crotone, con la stessa ti-pologia contrattuale.Il personale di Almaviva vor-

rebbe invece l'applicazione -pur non prevista dal bando digara - della cosiddetta “clausolasociale”, che prevede il passag-gio dei lavoratori licenziati daun'azienda all'altra quando siverifica un avvicendamento inun pubblico appalto. Lo stesso sindaco Ignazio Ma-

rino, quando alcuni mesi fasono iniziate le mobilita-zioni, aveva comunicatol'intenzione della Abramodi riassorbire il personalein uscita: un'ipotesi chenon sembra poter esserepresa in considerazionevisto l'intento della nuova

società di delocaliz-zare in Calabria e so-prattutto di servirsidi contratti precariper le nuove assun-zioni.E’ stato intanto con-vocato un tavolo tec-nico al qualeparteciperanno i rap-presentanti sindacalidi Almaviva, i verticidi Abramo, il Co-mune di Roma e laRegione Lazio. “Ab-biamo ottenuto unincontro - spiega Ste-fano Cardinali dellaSlc-Cgil - ma, visto ilprogetto dellaAbramo, sarà moltodifficile ottenere ilpassaggio dei lavora-tori. In ogni caso,questa società cidovrà spiegare per-ché ha applicato unribasso di oltre il 30per cento nell'offerta

che è quindi risultata la piùvantaggiosa: così facendo per-deremo 258 contratti a tempoindeterminato e ne guadagne-remo meno di 200 precari”.Sullo sfondo della vicenda, lavertenza nazionale Almavivache interessa in tutto 1.700 la-voratori.

PRIMO PIANO giovedì 12 marzo 2015 pagina 6

PROTESTA AL CAMPIDOGLIO DEI DIPENDENTI ALMAVIVA CONTACT DI ROMA IL CASO

Allo 060606 risponderannodalla Calabria (o da Tirana)

di Roberto Rotunno

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COMUNE DICIVITA CASTELLANA (VT)

Bando di gara CIG 607676511E Comune di Civita Castellana, Area Tecnica 4^ - P.zza G.Matteotti n. 3 - Tel. 0761/590203/213 - PEC: [email protected]. Informazioni amministrative: Uf-ficio Gare e Contratti - Tel. 0761/590248 – Fax 0590236 -e-mail: [email protected]: Affidamento della Gestione Servizio di Ricovero,Custodia e Mantenimento dei cani randagi per un Importoappalto pari ad Euro 584.730,00 (oltre a oneri per la sicu-rezza). Procedura aperta. Criterio aggiudicazione: offertaeconomicamente più vantaggiosa. Termine di presenta-zione delle offerte: ore 12 del 21 Aprile 2015. Bando inte-grale e documenti di gara sono pubblicato sul sitoComunale, su quello Regionale e sul sito del Ministerodelle Infrastrutture. Invio GUUE in data 02/03/2015

RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO

Ing. Giovanni TE’

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La società da aprile perderà la commessa pubblica sul call center ChiamaRoma e sarà costretta a quasi trecento licenziamenti. La Abramo Customer

Care, azienda vincitrice del nuovo appalto, assorbirà una quota di lavoratorima delocalizzerà il lavoro e userà soprattutto contratti a tempo determinato

Page 7: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

CRONACHEgiovedì 12 marzo 2015 pagina 7

LA MELINA SUL BILANCIO ALLONTANA IL MOMENTO DELLA VERITÀ PER AMMINISTRAZIONE ED ESERCENTIIL PUNTO

Stralciata la delibera su Cosap-Osp,slitta il processo di “zonizzazione”

Dopo la falsa partenza della di-scussione sul bilancio, lo scorsomercoledì per gli esercenti si èregistrata un'importante vitto-ria: la delibera riguardante l'oc-

cupazione di suolo pubblico e il relativo canone(COSAP), nata come propedeutica al bilancio,è stata stralciata per intero. Nonostante le pre-visioni dei giorni scorsi, che indicavano la pos-sibilità di stralcio del solo allegato D, ovvero iltristemente famoso elenco delle vie con i rela-tivi coefficienti, anche il catalogo arredi, la mo-dalità di conteggio del canone e le normecontenute nel testo principale torneranno al va-glio di assessore e commissione.“Apprezziamo la decisione apportata dallaGiunta capitolina di stralciare la delibera suCOSAP E OSP dalla manovra di bilancio - di-chiara Claudio Pica, Vice Presidente FIEPETConfesercenti Roma - Con più tempo a dispo-sizione si apre l’opportunità di avviare un con-fronto continuativo con gli Assessoricompetenti e con i Consiglieri capitolini percontribuire alla stesura di una delibera piùcompleta. Attendiamo pertanto una nuovaconvocazione al fine di giungere ad un TestoUnico sui Pubblici Esercizi dove poter inseriresia il Regolamento Cosap sia le nuove proce-dure per il rilascio delle autorizzazioni per leaperture"."La delibera Cosap è stata stralciata dalle pro-

pedeutiche al bilancio e calendarizzata subitodopo il bilancio - ha spiegato l'assessore aRoma produttiva, Marta Leonori - È arrivatauna richiesta di approfondimento del provve-dimento della zonizzazione relativa alla Cosap,un provvedimento che intende rivoluzionare ilmeccanismo di calcolo dell'occupazione disuolo pubblico per la città". "La richiesta di ap-profondimento - ha aggiunto Leonori - derivadal fatto che si erano verificati alcuni effetti di-storsivi dall'incrocio tra tariffe e coefficienti.L'impegno che è ha preso la giunta è di effet-tuare questo approfondimento in tempi moltobrevi e quindi non solo rassicurare i consiglieri

comunali ma anche le imprese arrivando all'ap-provazione del regolamento e delle nuove ta-riffe subito dopo il bilancio e il Pgtu".Slitta così il processo di "zonizzazione" ovveroil piano per modulare la tassa tra zone di pregioe periferie, fortemente osteggiato dalle associa-zioni di categoria, che ha dato finora risultatipreoccupanti, come la diminuzione del canonenell'area del Colosseo in contrapposizione conaumenti spropositati spesso ingiustificati ri-spetto al reale valore commerciale della zona.E intanto gli esercenti restano nell'incertezza.Quanto si pagherà? Entro quando? Il termineper il pagamento è stato prorogato fino al 31

marzo, ma le prime lettere con la richiesta diversare un acconto, basato sui vecchi canoni,sono già state recapitate, anche se l'entità delsaldo è legato a troppi nodi ancora da sciogliere.Il capogruppo PD in Campidoglio, FabrizioPanecaldo, ritiene che ci vogliano "pochissimigiorni per apportare queste migliorie" alla de-libera e che quindi già dalla prossima settimanapotrebbe essere in discussione in assemblea ilnuovo testo.Tuttavia, oltre ad aspettare la definizione delcanone, molti esercenti sono ancora in attesadi conoscere la porzione di suolo pubblico chepotranno occupare, in quanto alcuni PMO(piani di massima occupabilità) soprattutto nelI municipio, sono ancora in fase di revisione."Quello che rileviamo è un contrasto tra l'ope-rato dell'assemblea capitolina e le ultime presedi posizione dell'amministrazione del I muni-cipio, che nei giorni scorsi ha infierito sulla ca-tegoria – sostiene Pica – Ribadiamo la nostraassoluta avversione nei confronti degli abusivitotali, che occupano sine titulo il suolo pub-blico, mettendo in opera tra l'altro un tipo diconcorrenza sleale con gli esercenti regolari,ma auspichiamo un dialogo più sereno tra l'am-ministrazione, coadiuvata dalle forze dell'or-dine, e coloro i quali, aspettando la definizionedei nuovi piani di massima occupabilità, an-cora fermi nelle commissioni commercio e cul-tura, vivono nell'incertezza". Non ci resta che... aspettare.

di Martina Perrone

Tutta la materia riguardante l'occupazione di suolo pubblico e il relativo canone è stata calendarizzata a bilancio approvato."Apprezziamo la decisione della Giunta - dice Claudio Pica,Vice Presidente FIEPET Confesercenti Roma - Con più tempo

a disposizione si apre l’opportunità di avviare un confronto più positivo. Aspettiamo una nuova convocazione"

L’aveva promesso, ed è stato di parola.Marcello Ciccaglioni, il signor Arion, ti-tolare dell’unico gruppo indipendente

italiano del settore-librerie, riapre a piazzaMontecitorio. Al posto di quelle vetrine triste-mente sbarrate tornano i libri, e non solo. E’un evento che va al di là della cronaca, perchénon si tratta di una libreria qualsiasi, ma delluogo che per quasi trent’anni ha rappresen-tato il punto d’incontro, a cento metri dal Par-lamento, per politici e uomini di cultura.Entravi e trovavi ovunque facce viste in televi-sione, i parlamentari più noti. E ne misuravi illivello di profondità sbirciando tra le loroscelte e le loro letture. Un salotto da condivi-dere. Quella libreria era nata quaranta annifa come «Paesi nuovi», la catena voluta dallaDc per rispondere alle «Rinascita» del Pci. Poiera arrivato Ciccaglioni, che progressiva-mente aveva costruito un network di librerie intutta Roma, penetrando perfino nei megacentricommerciali. Ma l’affitto era diventato insosteni-bile, e alla fine gli affezionati clienti avevano tro-vato la porta sbarrata, nel maggio dello scorsoanno. Marcello Ciccaglioni non si è arreso, ha ri-lanciato. Nessuna nostalgia, nessuna operazione

«vintage»: il 26 marzo in via della Guglia, aprirà unnuovo esperimento. «Saremo una libreria - rac-conta Ciccaglioni - perché questa da sempre è lanostra vocazione, ma oltre ai testi politici punte-remo sulle piccole e medie case editrici, con i titoliche nelle grandi librerie di catena facciamo fatica

a trovare. Ma i libri li offriremo tutti». Come?«Abbiamo 130.000 titoli subito disponibili chesiamo in grado di consegnare, a casa, in 24ore. Non chiederemo ai clienti di tornare, glieliporteremo noi. E saremo più veloci di Ama-zon». Ma se questo è il marchio Arion, velocità,competenza, rapporto diretto con i clienti, larivoluzione è un’altra. Negli spazi della libreriaaprirà contemporaneamente una galleriad’arte contemporanea. Ad affiancare Cicca-glioni sarà Ovidio Jacorossi, uno dei più impor-tanti collezionisti romani, attraverso la sua«Inars». La galleria, oltre a esporre e venderele opere della collezione, organizzerà ogni duemesi una retrospettiva: la prima sarà «La poli-tica dei segni» dedicata al rapporto tra arte epolitica,con opere di Tano Festa, Mario Schi-fano e Franco Angeli. Ma non è tutto. Cicca-glioni sta per lanciare un’operazione di

«recupero» di quei libri che i clienti hanno ac-quistato negli ultimi dodici mesi ma di cui si vo-gliono disfare. Portandoli in libreria i clientiriceveranno un «buono» per nuovi acquisti; i libri«di ritorno» finiranno in uno scaffale «usati poco»per essere venduti a prezzo fortemente scontato.Buona idea.

Riapre la libreria storica di MontecitorioIL MIRACOLO ROMANO DI MARCELLO CICCAGLIONI

Marcello Ciccaglioni

IL FATTO

Page 8: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

Lo scivolone di Zingaretti? Un’ alzata di spalle e un ricorso al Consiglio di Stato, è un duro colpo all'immagine dell’amministrazione regionale ma si tira dritto, ogni pedina ha una logica precisa sullo scacchiere delle alleanze, delle amicizie, degli interessi. Nulla avviene per caso. E anche gli appunti dei giudici contabili sul ruolo del direttore generale

scivolano nell'indifferenza di chi gestisce il potere. Al di là degli aspetti tecnici e amministrativi, possibile che all'interno non vi siano risorse qualificate e affidabili? E ancora, quelle nomine di troppo costano, rappresentano uno

spreco insopportabile. M5S aspetta le spiegazioni del Governatore, Storace e il resto dell'opposizione promettono battaglia

Al pubblico la noti-zia è arrivata liftatae senza troppa en-fasi, nei circoli po-litici ha fatto

abbastanza rumore. Ma forsenon è stata valutata nella suacomplessità. Dunque il Tar delLazio con due sentenze ha an-nullato i bandi pubblicati dallagiunta Zingaretti per reclutarepiú di quaranta dirigenti esternidal 2013 al 2014; accolti due ri-corsi presentati da DIRER, CO-DICI e dal Movimento 5 StelleLazio. Uno schiaffone a Zinga-retti, ogni pedina ha una logicaprecisa sullo scacchiere delle al-leanze, delle amicizie, degli inte-ressi. Nulla avviene per caso. Magli scivoloni di questo tipo scon-volgono ogni strategia e com-portano strascichi. Lemotivazioni delle due sentenze,una per i dirigenti e una piú deinomi eccellenti citati nei testiprovenienti in maggioranzadalla Provincia di Roma ed altreamministrazioni pubbliche, in-fliggono un duro colpo all’im-magine dell’amministrazioneZingaretti: sono piú di quanto lalegge consenta, non sono neces-sari, non si è controllato primache tra i giá stipendiato ci fosse

qualcuno con le stesse compe-tenze e le assunzioni sono fuorida qualunque tipo di program-mazione. E' talmente chiara eforte la censura da lasciare senzafiato. A un cittadino comune ri-sulta difficile, spesso impossibileviolare certe regole. Nell'areagrigia della politica regionaletutto pare permesso, evidente-mente, a meno che qualcunonon faccia - legittimamente - laspia.

In tutte e due le sentenze i giu-dici hanno censurato il ruolosvolto dal Segretario Generale,responsabile dell’individua-zione dei candidati, perchè se-condo il Tar: “non hacompetenza a svolgere l’istrutto-ria trattandosi di un organo dinatura fiduciaria del vertice po-litico. Risulta incongruo e ille-gittimo che la selezione siaaffidata a un organo politico, inpresenza di una netta separa-

zione tra politica e amministra-zione.” Da via Cristoforo Co-lombo è subito stato annunciatoil ricorso al Consiglio di Stato. Idirigenti restano al loro posto, lefonti della Regione minimiz-zano e circoscrivono per quantopossibile il danno.Il M5S Lazio, che a luglio del2013 ha depositato un espostoalla Corte dei Conti sullo stessoargomento, per bocca del capo-gruppo Perilli ha puntato il dito

sui 10 milioni sprecati ognianno, risorse “sottratte ai servizifondamentali come la sanità, itrasporti e il rilancio dell’occu-pazione” e ha risposto per lerime all’unica dichiarazione uf-ficiale della Regione, che ha ri-badito la validitá delle nomine eprometteva battaglia al Consi-glio di Stato.Il resto dell’opposi-zione, Storace in resta, si è messain scia dei pentastellati all’at-tacco di Zingaretti, anche se loscandalo dei dirigenti, non soloesterni, non è una caratteristicaesclusiva della nuova giunta cheha sempre giustificato le troppeassunzioni esterne con la neces-sitá di sostituire alcune risorseinterne che renderebbero im-possibile qualsiasi riforma. Sipotrebbe condividere questa vi-sione, se a ogni dirigente esternonominato corrispondesse un di-rigente interno incapace o ma-landrino licenziato.Alla Pisana,oltre allo stupore per la sen-tenza, c’è grossa attesa per ilgiorno in cui Zingaretti rispon-derá all’interrogazione del Cin-que Stelle, un redde rationemche potrebbe segnare il destinodi elementi fondamentali dellamacchina zingarettiana.

A.F.

CRONACHE giovedì 12 marzo 2015 pagina 8

DOPO L'ANNULLAMENTO DA PARTE DEL TAR DEL BLOCCO DI ASSUNZIONI DI QUARANTA ESTERNI

Facce di bronzo alla Regione,i nuovi dirigenti non si toccano

QUI PISANA

Dopo le manifestazioni, i cortei, il traffico

delle partite di calcio, le proteste auto-

rizzate e no, ora Roma è vittima anche

delle cineprese di un set cinematografico che

ha preso in ostaggio la città.

Lunedì della scorsa settimana imbocco il tun-

nel del lungotevere all’altezza di via della Con-

ciliazione e mi trovo bloccato da un traffico

paralizzato. Con santa pazienza, metro dopo

metro, riemergo con l’auto: ma è tutta una

lunga coda, da Regina Coeli a piazza Trilussa e

oltre. Il lungotevere è infatti ristretto, a destra

e a sinistra, da due strisce di plastica bianca e

rossa. Al lavoro non vedi nessuno. Il tam tam

degli automobilisti in coda dice che stanno per

potare gli alberi su richiesta della produzione

di Spectre, il film di James Bond. Arrivo all’al-

tezza di Viale Trastevere e vedo che il tratto

successivo è praticamente inagibile perché

due grossi mezzi stanno rifacendo l’asfalto.

Sempre per James Bond.

Ebbene, fatemi dire “Non ci sto!”. Questo film

sarà anche – a montaggio finito – uno spetta-

colare spot sulla bellezza di Roma, ma a noi cit-

tadini chi ci ripaga delle ore di lavoro perse,

degli appuntamenti mancati e anche – perché

no? – delle serate rovinate?. Due giorni dopo

la mia auto è incappata ancora una volta nei

preparativi per le riprese del film di James

Bond, in programma nella notte (dalle 22 alle

6) sul lungotevere Arnaldo da Brescia, con epi-

centro a via degli Scialoja e alla scalinata del

Pinedo. Ma già tre ore prima i mezzi speciali

della produzione e i transennamenti per alle-

stire il set avevano praticamente paralizzato

anche i Lungotevere delle Navi e Michelangelo.

Domando a voi del Nuovo Corriere: “Ma è pos-

sibile che, prima di uscire di casa, io debba

consultare l’agenda delle riprese a Roma di

Spectre?

Alessia M. - Roma

Francesco P. – Settebagni - Roma

Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio a denunciare le cose che non vanno

con foto ed email a questo indirizzo:

[email protected]

Roma “ostaggio” di James Bond

Page 9: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 8 ANNO I GIOVEDÌ 12 MARZO 2015

ASL RMH SAN GIOVANNI ADDOLORATAIl direttore generale Fabrizio d’Alba: “Scusate se per una volta la sanità dei Castelli è ok” a pagina 13 a pagina 14

Così curiamo e gestiamoi pazienti Senza Fissa Dimora

F orse qualcuno pensava dibypassare il confronto poli-tico nelle commissioni dellaPisana per far approvare idocumenti con un decreto

del Commissario ad Acta per la spesasanitaria del Lazio, e cioè Zingaretti.Calcoli sbagliati, gli atti andranno in-vece nelle commissioni della Pisana equindi in Consiglio Regionale per l’ap-provazione definitiva. Qualcuno chiededi conoscere il costo complessivo dellacommissione “esaminatrice” presiedutadalla zarina Flori Degrassi, quante riu-nioni siano state fatte e quante sono sal-tate a causa della mancanza del numerolegale. Muro di silenzio, evidentementequesti dati non si devono sapere. Sem-bra uno spettacolo montato ad arte, e ilproblema non è di secondaria impor-tanza: l’atto aziendale è un elementofondamentale, può cambiare il volto

complessivo di una struttura sanitaria efarne la sua fortuna o al contrario il suodegrado. E ci piacerebbe conoscere ( lofaremo certamente tramite le commis-sioni consiliari) le schede preparatorieche accompagnano i singoli atti. In teo-ria dovrebbe essere chiamato lo stessoZingaretti nella sua doppia veste di Pre-sidente e Commissario ad illustrare, lasituazione complessiva degli atti azien-dali. Ma non ci crede nessuno. Vale ri-cordare che lo stesso Zingarettiall’indomani della vittoria incontrandoalcuni dirigenti del PD che si occupa-vano di Sanità disse solennemente:“Non mi farò incastrare sulla Sanità delLazio come avvenne per Marrazzo ePolverini”. Complimenti.Nell’Atto di Indirizzo triennale per leaziende sanitarie della Regione Lazio enei programmi operativi 2013/201 c’èin ogni caso la volontà di modificare

profondamente – per ragioni franca-mente incomprensibili – il quadro gene-rale. Si parla al punto Adell’accorpamento di due strutture, dueIRCCS , lo Spallanzani e l’Ifo,e distantinon solo sul piano chilometrico ma so-prattutto per la differenza totale di mis-sion e di professionalità orientate. Unoè all’avanguardia per le malattie infet-tive (il malato numero zero di Ebola èstato salvato per la competenza e la pro-fessionalità della struttura) l’altro spe-cializzato nella lotta ai tumori continuaa perdere colpi su colpi. Al punto C siparla dell’integrazione della Asl RMAcon la RME, dimenticando che i confinidelle Asl nel Lazio sono nati con unalegge regionale e che quindi il Commis-sario Zingaretti non può avocare a sé,quale Commissario di Governo, unascelta e una decisione che spetta esclusi-vamente al Consiglio Regionale del

Lazio. Per essere uno che non vuol farsicoinvolgere di pasticci ne combina fintroppe. E che dire dell’annullamento daparte del Tar di una grossa fetta di no-mine dirigenziali? C’è chiaramente pres-sappochismo (se non di peggio) nelredigere le delibere da parte dellaGiunta Zingaretti. In queste ore si parlacon insistenza di accordi stipulati fra lesingole Asl che in piena autonomia eprobabilmente fuori dal controllo dellaDegrassi e con la presunta protezionedella cabina di regia che cancellano o in-tegrano strutture che fino a oggi hannogarantito funzionalità del Servizio Sa-nitario Regionale. Ci si chiede: “Questiaccordi fra le singole Asl producono ef-fetti amministrativi o sono solo ed esclu-sivamente il pallido tentativo deiDirettori Generali di farsi vedere attivioltre misura?”. Valutino i lettori.

Il Corvo

Fatti e misfatti, gli svarioni della Giunta

Page 10: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

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Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANOgiovedì 12 marzo 2015 pagina 11

Hanno scambiato la Regioneper un ufficio di collocamento

EDITORIALE

ORSINO

S dellail

CHI SALEdall’alto Luigi Amadio, Isabella Mastrobuono e Marta Bonafoni

CHI SCENDEdal basso Alessio D’Amato,Michele Capirossie Giovanni Bissoni

La cabina di regia? Da brividiE qualche manager dovrebbeessere mandato a casa

Si confermano i brividi, lestrane sensazioni che dasettimane accompagnano

chi scrive di sanità laziale. Più au-mentano i sorrisi, l'enfasi dei co-municati, la rabbia contenutadelle precisazioni, delle repliche,più si rafforza l'idea che le cosevadano male. Questa volta la me-daglietta in classifica (negativa)se la prendono i collaboratori di

Zingaretti, dalla Flori De Grassi al capo dellacabina di regia Alessio D’Amato. Quando lecose non funzionano si cambiano gli allenatori.Chi ha gestito la farsa della passerella dei dgper gli atti aziendali? E perché il subcommis-sario governativo Giovanni Bissoni sorride eapplaude invece di battere i pugni sul tavolo.Si sente la mancanza di un assessore alla sa-nità con pieni poteri che ragioni, decida,scelga, si assuma le responsabilità. Perdonoancora punti in classifica i manager di Latinae Viterbo, Michele Capirossi e Luigi Macchi-tella. Sono quotidianamente contestati, sonoin preda a una crisi di nervi ma non desistono.Nella Tuscia la razionalizzazione forzata (punti

nascita ad esempio) crea problemi e stressa ilterritorio, nel Pontino la rivoluzione è dietro laporta e il Goretti in continua emergenza, Inte-ressa a qualcuno? Ma le proteste dell'opposi-zione servono a poco. I soliti grillini, e poiFabrizio Santori, Antonello Aurigemma. Daicomunicati sembra che facciano la vocegrossa, risultati zero. Anche le denunce di Mi-cael Maritato (Assotutela ) si perdono nelvuoto. Che fare? Nelle more un giudizio positivova alla consigliere di Sel, Marta Bonafoni. Haannunciato un tour di controllo per consultori.Ottima idea, se tutti i suoi colleghi andasserosul territorio a cercare risposte forse le coseandrebbero meglio. Bene Ilde Coiro (S.Gio-vanni Addolorata), bene la Fondazione S.Lucia,i cui ricercatori hanno fatto un grosso passoavanti nella lotta alla sclerosi multipla. Orgo-glio legittimo per il dg Luigi Amadio. Se Zin-garetti, Saitto e gli altri capissero.... Ultimaannotazione, la scommessa delle Rems, nonse ne parla e se ne capisce poco. Ma è la novitàdel momento. In Ciociaria rischia del suo Isa-bella Mastrobuono, correndo più degli altri.Ovvia la riflessione, se gli altri manager fosseroaltrettanto tonici...

S i è tanto scritto e parlato – ilpiù delle volte, purtroppo, aragione - della spregiudicatagestione del potere , politicoe sanitario in particolare ,

delle giunte di centro-destra. Ma laGiunta Zingaretti, in quanto a disinvol-tura nelle scelte, nelle procedure e negliaffari, tiene tranquillamente il passo conil passato. E non c’è da essere troppo in-dulgenti, visto le reiterate lezioni di mo-ralità e buona amministrazione cheperiodicamente dalla Regione vengonodispensate a piene mani. Saltiamo a pièpari l’indecoroso balletto degli AttiAziendali in corso in questa settimana (sipensa davvero che qualche managervenga ripreso e bacchettato, giudicato emandato a casa?), concentriamoci suquel che evidenzia la sentenza del Tar cheboccia l’eccesso di nomine di dirigentiesterni e la loro legittimità. La Regioneha fatto quadrato e annunciato ( a spesedel contribuente) un ricorso al Consigliodi Stato, confermando le assunzioni e ras-sicurando i prescelti della solidità dellaloro poltrona. Tra le nomine contestate,va detto, c’è anche quella della zarinadella sanità regionale, Flori De Grassi, ildirettore che fa e disfa, sceglie e bocciaspesso senza tener c onto delle ragionidei suoi interlocutori e della realtà delterritorio. Obiettivamente non si puòscardinare a metà corsa un intero mana-gement, ma resta un’ombra profonda nontanto e non solo sulle scelte ma sulla di-chiarata posizione di diffidenza nei con-fronti dei dirigenti già esistenti eprofumatamente pagati in Regione. Lascelta di pescare all’esterno è di fatto giu-stificata con due argomentazioni chefanno drizzare i capelli: gli alti burocratie funzionari interni sono giudicati me-diocri, incapaci, inaffidabili (e ci sichiede fino a che punto le clientele pos-sano aver danneggiato l’amministra-zione) oppure sabotatori , frenatori perconto terzi, fedeli ad altre casacche. Vamale comunque, e il costo degli acquistiva sempre a spese del contribuente, checerto non può sindacare né argomentaredi fronte a questo tipo di gestione. Manon c’è solo lo scandaloso sperpero di de-naro pubblico per i dirigenti esterni dacontestare alla Giunta Zingaretti. Nelpacchetto c’è anche Alessio D’Amato,messo – non si è mai capito fino in fondoin base a quali competenze - a capo dellacabina di regia, una scatola vuota co-struita appositamente per lui e che parecosti alle casse della Regione 600milaeuro all’anno. L’opposizione chiede in-vano di sapere a cosa serve, quali indi-spensabili funzioni svolga e quale sia ilruolo di D’Amato se non quello di cusci-netto tra le proteste del territorio, degliimprenditori e dei dirigenti Asl, e il go-vernatore. Decisamente troppo poco. LaRegione è un ufficio di collocamento?Zingaretti sorride e non dà spiegazioni.C’è poco da meravigliarsi se poi la mac-china della sanità funziona così male.

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Laziola delSSanità Lazio CRONACHE giovedì 12 marzo 2015 pagina 12

CORSA CONTRO IL TEMPO PER REALIZZARE L’ALTERNATIVA“PROVVISORIA” AGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARIIN PRIMO PIANO

La scommessa delle Rems

T orniamo sull’argo-mento affrontatocon una certaenergia la scorsasettimana perché

riteniamo ci sia ancora molto dachiarire, da capire sulla spregiudi-cata operazione condotta dallaRegione Lazio - ovviamente dalteam di Zingaretti – per saltare sulcarrozzone delle Rems, le strut-ture inventate dal nulla per acco-gliere i pazienti detenuti di quelliche venivano un tempo chiamatimanicomi giudiziari e che oggivengono riconosciuti con la siglaOPG. Le sei strutture italianechiudono, si è detto, definitiva-mente , entro le prossime setti-mane. Gli ospiti verrannodistribuiti per regioni di prove-nienza. Al Lazio spetta una buonafetta del problema e – va sottoli-neato - un robusto pacchetto dimilioni che il Governo da tempoha parcheggiato per realizzarequesta impresa. E’ un atto di giu-stizia, di umanità, ma anche unbusiness e una opportunità poli-tica. Si muove il territorio, si mo-vimentano capitali, si assumono

persone. In tempi così brevi? Loscetticismo è legittimo, impossi-bile in Italia realizzare in tempibrevi se non ci si è preparati pertempo. E per questo la sfida, lascommessa di Zingaretti è affasci-nante. Lasciamo da parte le giusteosservazioni di metodo e di so-stanza delle opposizioni e il man-

cato rispetto delle popolazioni“ospiti”. E ricostruiamo un qua-dro. Il governatore ha chiestoaiuto ai manager delle Asl, ser-vono strutture ponte provvisorie,ma subito, nel giro di pochissimotempo. E anche uomini, subito. LaRegione ha emesso un bando perun numero di assunzioni come

non si vedeva da tempo, in questestagioni magre di blocco del turnover. Ma tra procedure e forma-zione questi operatori non sa-ranno certo pronti in tempo. Néper le strutture provvisorie neiterritori della Asl RmG e della Asldi Frosinone, forse per quella, de-finitiva, del Reatino. E qui entra in

campo – va riconosciuta – la capa-cità di manovra dei dirigenti. LaAsl di Frosinone sta attrezzando atempo di record le strutture ne-cessarie, e ha già “anticipato” ilpersonale pescandolo nel proprioserbatoio di professionalità. Anti-ciperà anche i fondi, visto chequelli dello Stato ancora non cisono. Si può apprezzare o conte-stare, ma la sfida, la scommessa direalizzare un approccio tuttonuovo senza riferimenti diretti amodelli preesistenti è comunqueesperienza da seguire e da capire.Sgombriamo il campo da un equi-voco, i detenuti-pazienti “perico-losi” finiranno nei repartipsichiatrici delle carceri romane eprobabilmente di Latina. Gliospiti delle Rems laziali sarannochiusi in residenze protette e sor-vegliate all’esterno, ma gli am-bienti non avranno nulla dimanicomiale, tutt’altro. Il resto ètutto da inventare. Onore al me-rito dei play maker e dei protago-nisti dell’operazione. Ma siamoanche convinti che di tutto questoaspetto scientifico e culturale aZingaretti importi poco o nulla.Gli basta fare bella figura.

di Giulio Terzi

In attesa dei fondi statali e degli operatori assunti e formati le Asl che si sono prese in carico questa operazione anticipanotutto per conto loro. I pazienti-detenuti “pericolosi” saranno dirottati nei reparti psichiatrici delle carceri romane e di Latina

C on il decreto del Commissario AdActa alla Sanità n. 72 del19.02.2015 la Regione Lazio ha in-

dividuato le sedi provvisorie e le sedi defini-tiva delle Rems, le Strutture sanitarie chedal 31.03.2015 riceveranno i pazienti, di-chiarati dimissibili, attualmente ospiti degliOspedali Psichiatrici Giudiziari, che sarannochiusi alla fine del mese di marzo. La provin-cia di Frosinone è stata individuata qualesede di 2 Rems provvisorie, una a Ceccano,nei locali ristrutturati che attualmente ospi-tano la Comunità terapeutica Romolo Priori,che sarà temporaneamente trasferita in ViaFabi, destinata ad ospitare 20 pazienti e l’al-tra a Pontecorvo nei locali già del Servizio diDiagnosi e Cura, trasferito a Cassino cheospiterà 11/12 pazienti di sesso femmi-nile.Le due Rems definitive saranno inveceallocate a Ceccano in Via Fabrateria Vetuse prenderanno il posto dello scheletro di ce-mento armato abbandonato dagli anni’70,che sarà abbattuto. Si tratterà di due immo-bili, circondati da un parco, che saranno co-struiti in 400 giorni ed ospiteranno 20+20pazienti. Abbiamo fatto il punto con il Diret-tore Generale della ASL di Frosinone, Isa-bella Mastrobuono.

Soddisfatta della scelta dellaRegione, e come si è giunti a

questa decisione?Molto contenta, anche perché abbiamo la-vorato intensamente per ottenere questascelta. La regione Lazio ha riconosciuto va-lida la nostra proposta ed ha testimoniatodi fidarsi di noi. È stato il risultato di una per-fetta sinergia fra la Cabina di regia per laSanità della Regione Lazio, gli uffici compe-tenti dell’Assessorato, la Direzione Strate-

gica della ASL ed il nostro Dipartimento diSalute mentale.

Ma la provincia di Frosinonecosa ci guadagna?

Ci guadagna molto. È stato riconosciuto chequesta ASL lavora bene e sa programmare.Che le sfide per una Sanità migliore, più ef-ficace ed efficiente, non ci spaventano maanzi ci stimolano a fare sempre meglio. Che

la Ciociaria ha un grande cuore, dove valoricome l’accoglienza, la solidarietà e la par-tecipazione sono al primo posto.

E concretamente?Subito 80 posti di lavoro fra contratti atempo determinato ed a fine anno a tempoindeterminato, suddivisi in 60 diretti ed il re-stante nell’indotto. Il risanamento ambien-tale di un’area degradata. Finanziamentiper quasi 8 milioni di euro. Una attenzioneancora maggiore per le Case della Salute, inparticolare per Ceccano e Pontecorvo.

Qualcuno, in questi giorni,avanzava il sospetto che sefosse stato veramente con-veniente tutto questo sa-rebbe andato a Roma e non aFrosinone.

Frosinone ha fatto la proposta migliore e laRegione Lazio si è preoccupata solo dei ri-sultati che metteranno al centro l’interessedei pazienti e del territorio, con chiarezza etrasparenza. Dobbiamo smetterla con i re-tropensieri. Noi lavoriamo tutti, Regione,ASL, Sindaci, Prefettura e tutte le Istituzionipresenti per una Sanità migliore, al seviziodei cittadini, non solo per curarli bene maanche per migliorarne le condizioni di vita eper prevenire la malattia.

(a cura di Giu.Ter.)

“La Ciociaria ne guadagna in credibilitàposti di lavoro e risorse per il territorio”

L'INTERVISTA/Parla il direttore generale della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono

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Laziola delSSanità LazioCRONACHEgiovedì 12 marzo 2015 pagina 13

PARLA FABRIZIO D’ALBA, DIRETTORE GENERALE DELLA ASL RMH L’INTERVISTA

Fa b r i z i od’Alba, di-rettore ge-n e r a l ed e l l ’A s l

RmH, difende l’attoaziendale della suaazienda e non moderai toni che qualcuno, sututti Antonello Auri-gemma, capogruppodi Forza Italia alla Pi-sana, ha definito enfa-tici.

Dottor d’Alba,ma questo attoaziendale èstato appro-vato?

Ci tengo a chiarire di non aver maidetto che l’atto era stato approvato.La proposta di atto aziendale ela-borato dall’azienda è stata sottopo-sta, così come previsto, al vaglio diuna commissione costituita pro-prio per questo in Regione. Nellaprima nota di riscontro da partedella Regione c’è scritto: “Caro di-rettore, abbiamo esaminato l’atto esiete una delle poche aziende cheha poche criticità e potrà andareavanti velocemente”. Le conclu-sioni sulle altre aziende le lascio alei e ai suoi lettori.

Nella nota stampa dellasua azienda, infatti, si par-lava di “alcune piccole cri-ticità”. Quali erano?

Per quanto riguarda i capitoli rela-tivi all’offerta sanitaria non c’è statoalcun rilievo. Gli unici cambia-menti hanno riguardato le unitàoperativa degli affari legali e dellalogistica, perché è previsto l’accen-tramento regionale di questi set-tori. Per quanto riguardava l’unità

operativa del governo della produ-zione mi è stato consigliato di rive-derla per evitare di depotenziare idipartimenti. Indicazioni accolte,così come quella di istituire unaunità complessa dei controlli dellestrutture e del rischio clinico.

L’assetto ospedaliero?Non mi è stato richiesto alcuncambiamento sull’assetto ospeda-liero e sul dipartimento del territo-rio che è la grossa innovazione checontiene la nostra proposta.

Ora è tutto a posto?Ripeto abbiamo fatto le modificherichieste perché l’atto aziendalefosse approvabile. Le abbiamofatte in coerenza con le indicazioniche ci sono state fornite dall’or-gano regionale e, a quel punto, ab-biamo ripresentato il documento,dopo aver fatto tutti i passaggi pre-visti prima della formalizzazionedella proposta.

Quali sono i passaggi?L’illustrazione al collegio sanitario,al collegio di direzione, ai tavoli

sindacali e alla conferenza dei sin-daci. In tutti questi passaggi, siatecnici che politici, c’è stato l’ap-prezzamento per l’atto aziendale ela conferenza dei sindaci l’ha ap-provato all’unanimità. A quelpunto, e questo è stato il motivodell’equivoco con il capogruppo diForza Italia, ho dichiarato chel’azienda può adottare il provvedi-mento, avendo terminato le fasi in-terne all’amministrazione. L’atto

aziendale è stato trasmesso in Re-gione perché si completi il proce-dimento con l’approvazione condecreto da parte del presidentedella Regione. Io, come tutti glialtri direttori generali, siamo statiinvitati a illustrare in Regione lanostra proposta di atto aziendale.A quel punto si potrà dire che èstato approvato e diventerà opera-tivo. Sono molto soddisfatto ed èevidente che quando si presentauna proposta si debbano metterein conto delle modifiche che, nelnostro caso, non hanno minima-mente interessato l’assetto ospeda-liero.

Passiamo proprio allestrutture.

È previsto un dipartimento del ter-ritorio che tenga insieme tutti i di-stretti e che garantisca la stessaqualità dei servizi nelle varie strut-ture. Si sono potenziate le funzionidel dipartimento di sanità mentale,con tutte le patologie legate alle di-pendenze. Per quanto riguarda le

aree ospedaliere ab-biamo codificato chegli ospedali con prontosoccorso debbanoavere dei reparti fonda-mentali (medicina, chi-rurgia, terapiaintensiva). Abbiamo,poi, pensato a qualifi-care delle vocazioni peri vari ospedali.Cioè?A Genzano c’è l’idea difare il polo materno in-fantile, mentre a Ma-rino vogliamorealizzare il polo onco-logico e l’ospedalediurno. Velletri diven-

terà l’ospedale più a vocazione chi-rurgica, mentre Frascati accentueràla caratterizzazione per la medi-cina. Già è stata trasferito il repartoda Marino ed è oggi la strutturache in provincia ha più posti lettoper la medicina: oltre 50.

E Ariccia?Nell’ultima conferenza dei sindaci,dopo un passaggio fatto in Re-gione, abbiamo convenuto ancheper ragioni di opportunità econo-mica di non trasferire la riabilita-zione. Potenzieremo ad Ariccia iservizi territoriali (Dsm, neuropsi-chiatria infantile, la farmaceuticaterritoriale e il dipartimento di pre-venzione). In prospettiva, anche surichiesta del sindaco, inseriremol’unità dei medici di base e la de-genza infermieristica.

E il Policlinico?Stiamo avviando le procedure perle gare per acquistare le tecnologie.Sulla parte edile siamo nei tempiprevisti dal crono programma e adoggi non ci sono ritardi.

“Scusate se per una voltala sanità dei Castelli è ok”

di Francesco Bellucci

L’Atto Aziendale è passato al vaglio della Commissione costituita ad hoc dalla Regione. Solopiccole criticità già risolte, via libera all’impianto generale del piano. È previsto un dipartimento

del territorio che tenga insieme tutti i distretti e che garantisca la stessa qualità dei servizi nelle varie strutture. Qualificate le vocazioni dei diversi ospedali, polo infantile a Genzano,

polo oncologico e ospedale diurno a Marino, chirurgia a Velletri, medicina a Frascati

Fabrizio d’Alba

Èormai nota la vicenda dei mediciche hanno svolto le scuole di spe-cializzazione tra gli anni 1994 e

2006, non adeguatamente retribuiti inaperta violazione della normativa comu-nitaria. In particolare, lo Stato ha man-cato di adempiere, sino all’annoaccademico 2006/2007, agli obblighiche le derivavano dalla Direttiva 93/16,così come definiti proprio dal D.Lgs. n.368 del 1999, con la conseguenza chequesto deve rispondere dell’inadempi-mento e risarcire gli ex specializzandinella misura differenziale tra il percepitoe lo spettante (Euro 14.000,00 per annodi specializzazione). Sono ancora moltii medici che ancora non hanno propostoazione di risarcimento dinanzi alla giu-stizia ordinaria, e che lo faranno proba-bilmente nei prossimi mesi; abbiamochiesto all'avvocato Cristiano PellegriniQuarantotti – esperto della questione“specializzandi” e che sta portandoavanti il contenzioso per molti medici –di chiarirci le regole da seguire.

Chi può richiedere le somme nonpercepite?

Tutti i medici che hanno svolto la scuoladi specializzazione nel periodo tra il 1994

ed il 2006 possono agire in giudizio pervedersi riconosciuto il risarcimento deldanno per ritardata attuazione delle Di-rettive CEE, oltre la rideterminazionetriennale della borsa di studio.

Che cosa è possibile ottenere fa-cendo causa allo Stato e qualisono le cifre in ballo?

In caso di accoglimento della domanda,a tali medici destinatari di sentenzapotrà essere riconosciuto un risarci-mento pari alla misura differenziale traquanto hanno percepito e quanto sa-rebbe loro spettato (Euro 14.000,00 peranno di specializzazione). Infatti, solodal 2007 in poi è stato definito il tratta-

mento economico relativo al contrattodi formazione specialistica dei medicicomposto da una parte fissa (Euro22.700,00 lordi annuali) ed una partevariabile (Euro 2.300,00 lordi annualiper i primi due anni ed Euro 3.300,00lordi annuali per i successivi anni).

Che possibilità di successo ci sonoper chi promuove l’azione?

I margini di successo sono assoluta-mente buoni visto che la Corte di Ap-pello di Roma, con una recentesentenza (n. 1628/14), ha accolto le do-mande dei medici che hanno effettuatola scuola di specializzazione nel periodo1994-2006, riconoscendo loro il diritto

al risarcimento del danno per ritardataattuazione della Direttiva Europea93/16. La Corte di Appello ha stabilitoanche la misura del danno risarcibile,attribuendo ai medici ex specializzandiuna somma pari alla differenza, per cia-scuno degli anni accademici, tra il trat-tamento concretamente percepito (pariad Euro 11.000,00 circa annui), incre-mentato della rideterminazione trien-nale, e quello riconosciuto, soltanto dal2007, in base ai D.P.C.M. 7 marzo, 6 lu-glio e 2 novembre 2007 (pari ad Euro25.000,00 circa annui).

È ipotizzabile una soluzione “tran-sattiva”

Ritengo di si, una tale soluzione permet-terebbe sicuramente un grande rispar-mio alle casse pubbliche. Sono, infatti,stati presentati nei mesi scorsi alcuni di-segni di legge che prevedono un inden-nizzo forfettario di 13 mila euro, perciascun anno di durata legale dellascuola di specializzazione in medicina, aimedici che avranno aderito a una causadi risarcimento per il riconoscimento diquanto dovuto, come sancito dallenorme europee. E’ consigliabile, quindi,ai medici che rientrano in tale arco tem-porale e che sono stati discriminati, agirein giudizio in tempi brevi, in quanto è al-tamente probabile che i destinatari di taliprovvedimenti potranno essere solo i me-dici che avranno promosso un giudiziodavanti al Tribunale prima dell’eventualeentrata in vigore della norma.

C’è un problema di prescrizione peragire in giudizio?

La Corte di Appello di Roma ha fornitoindicazioni anche riguardo alla que-stione della prescrizione: questa, di na-tura decennale, decorre dall’emana-zione del DPCM del 7 marzo 2007, enon dall’espletamento del corso di spe-cializzazione.

“C'è tempo fino al 2017per ottenere i risarcimenti”

MEDICI EX SPECIALIZZANDI 1994/2006. LE REGOLE DA SEGUIRE PER POTERE OTTENERE IL RISARCIMENTO DEL DANNOQUADRANTE

L’avvocato Cristiano Pellegrini Quarantotti – che da anni si occupa della questione “specializzandi” e che sta portando avanti il contenzioso per molti medici – spiega

le regole da seguire per chiedere giustizia (e l’adeguamento delle retribuzioni)

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Laziola delSSanità Lazio CRONACHE giovedì 12 marzo 2015 pagina 14

PARLA ANGELINA MARINARO MANDUCA, UNA DELLE RESPONSABILI DEL TEAM DI BED MANAGEMENT DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI ADDOLORATASERVIZI

Coordinatori infermieri-stici, Infermieri, Assi-stenti sociali, Ufficiostranieri, Medici diPronto Soccorso. Sono

gli operatori coinvolti per la gestionee la dimissione del paziente SenzaFissa Dimora (SFD) in ambienteospedaliero. Una operazione com-plessa per diversi motivi di cui non ul-timi di mancanza di familiari diriferimento e scarse risorse presentisul territorio. Se ne sa pochissimo, aldi fuori dello stretto ambito degli ad-detti ai lavori. Eppure è un importantecollettore delle emergenze umane esociali, oltre che sanitarie, di una fettaimportante di città. La Sala OperativaSociale (S.O.S) del S. Giovanni Ad-dolorata ha a disposizione 141 postiletto che diventano circa 470 nei pe-riodi di Emergenza Freddo ed Emer-genza Caldo (8 dicembre/31 marzo;21 giugno/21 settembre). La maggiorparte dei posti letto è disponibile dalleore 18 alle ore 9 del giorno dopo. Gliospiti accolti possono usufruire delpasto serale e della colazione e pos-sono fare la doccia. Ne parliamo conla dr.ssa Angelina Marinaro Manduca,una delle responsabili del Team diBed Management dell'Azienda Ospe-daliera San Giovanni Addolorata.

Proviamo a dare una defini-zione del termine “SenzaFissa Dimora”. Come vieneindividuato?

È molto difficile individuare le di-mensioni dell fenomeno. La defini-zione di “senza fissa dimora” adottatadalla Commissione di Indagine sullaPovertà e l’Emarginazione nel rap-porto del 1996 sulle politiche localicontro l’esclusione recita: “per senzafissa dimora si intende, nell’accezioneormai consolidata tra gli operatori so-ciali, una persona senza casa privadelle risorse economiche, delle moti-vazioni e capacità sociali necessarieper averla”. Gli elementi che contrad-distinguono le persone senza fissa di-mora, secondo tale definizione, sonoessenzialmente di due tipi: a) la man-canza di una abitazione abituale e b)l’esistenza di una situazione di disagiocaratterizzato da un elevato grado dicomplessità (malattie psichiche, tos-sicodipendenza, alcolismo, emargina-zione). L’analisi dei bisogni emersi inrelazione alla programmazione socialedi zona 2009-2011 evidenzia a fiancodi una costante crescita nel nostro ter-ritorio di condizioni di impoveri-mento di nuove realtà sociali,

l’aumento del fenomeno di esclusionesociale di soggetti con patologie so-ciali e sanitarie gravi, privi di legamiaffettivi e di rapporti di aiuto e prote-zione. Aumentano inoltre le situazionidi persone a rischio di grave margina-lità sociale, in particolare le forme diemarginazione più rilevanti sono col-legate ai seguenti fenomeni: la tossi-codipendenza, la malattia psichica,l’alcolismo, la marginalità di strada, laprostituzione e la povertà. In questoquadro poche sono le istituzioni chepossono garantire assistenza a coloroche hanno più bisogno.

Esiste una forte relazione trastato socioeconomico e sa-lute sia nel senso che unostato di salute precaria puòcondurre a una “deriva so-ciale”, sia nel senso che unosvantaggio socioeconomicopuò determinare problemi disalute. Che cosa può fare ilpronto soccorso per le per-sone più svantaggiate?

Il Pronto Soccorso è forse uno deipochi luoghi capaci di aiutare tutte lepersone: ampiamente usato, sempreaperto, facilmente accessibile, dispo-nibile a chiunque chieda di essere vi-sitato, non ci si può rifiutare infatti divalutare un paziente che accede a taleServizio. Tradizionalmente il ProntoSoccorso è identificato come un ser-vizio di tipo medico, il luogo piùadatto per trattare le patologie acute,

viceversa esiste un fenomeno cre-scente e misconosciuto ai più, chevede una larga parte delle richiesteidentificabili come bisogni di tipo so-ciale più che sanitario: anziani, senzafissa dimora, immigrati, tossicodipen-denti, donne sole, disoccupati, utiliz-zano il Pronto Soccorso come risorsadella comunità come, e più, a volte,delle altre Comunità meno accessibilio meno conosciute, accreditando taleServizio quasi come fosse un’Istitu-zione leader nel disegno e nell’imple-mentazione del sistema di curesocio-medico: una vera e propria ri-sorsa sociale. Forse la risposta è con-siderare il PS in un sistema disegnatoin collaborazione con gli altri Servizicome la Sala Operativa Sociale(S.O.S), la Caritas e simili. Questotipo di gestione non è nuova, infattisono già state fatte alcune esperienzenegli Stati Uniti che hanno identifi-cato il PS come il luogo per la coordi-nazione multidisciplinare dei servizi edei piani di dimissione.

Pazienti che si rivolgono alPS sono già inquadrati etrattati secondo le loro ne-cessità mediche, ma i loropressanti problemi sociali(povertà, disoccupazione,housing, trasporti, problemilegali e finanziari) sonospesso ignorati.

L’ospedale San Giovanni che, alla po-sizione geografica aggiunge tradi-

zione e storia superiore a quelle ditanti altri ospedali cittadini, vive dasempre tale condizione: quella didare una risposta, sempre, al bisognosanitario e, quando richiesto, anche aquello sociale, vicariando le Istitu-zioni territoriali preposte. Ritenendoche la risposta da dare ai bisogni so-ciali debba essere la più completa erapida possibile (per ridare all’ospe-dale la sua funzione istituzionale diDiagnosi e Cura per pazienti acuti) èstato elaborato un percorso socio-te-rapeutico, capace di snellire le proce-dure esistenti, coinvolgendomaggiormente il personale sanitarioe incrementando la collaborazionecon i Servizi Sociali territoriali. Infatticosì come esistono protocolli condi-visi per la diagnosi e la cura delle piùcomuni patologie, si è ritenuto neces-sario prevedere uniformità di com-portamento anche nei confronti diqueste problematiche. A tale scopo èstato elaborato da un gruppo di la-voro multidisciplinare “il percorsosocio-terapeutico per il pazienteSenza Fissa Dimora” presentato alPersonale Sanitario ospedaliero nelmese di febbraio

Qual è il percorso socio-te-rapeutico per un pazienteSFD?

Al Paziente Senza Fissa Dimora (diqualunque nazionalità), che giunge alPronto Soccorso, il personale sanita-rio del Triage chiede il documento di

identità e la tessera sanitaria. Se privodi documenti, la segnalazione deveessere inoltrata all’Ufficio SanitarioStranieri che provvederà a fornire undocumento sostitutivo secondo le in-dicazioni legislative esistenti. Se ilMedico accerta che non sussistonomotivi per un ricovero ma il bisognoè solo di servizi alberghieri, l’infer-miere contatta telefonicamente il Nu-mero Verde della SOS (attivo 24 oresu 24), per richiedere un posto letto.In caso di esito negativo, vengonocontattati i centri del circuito umani-tario messi a punto in un appositoelenco. Se l’esito della ricerca è ancoranegativo o il paziente non accettaforme di istituzionalizzazione, si for-niscono comunque alcune informa-zioni quali il numero Verde dellaSOS, l’indirizzo del Servizio HELPCENTER, sito all’interno della Sta-zione Termini, collegato alla SOS, el’elenco delle strutture preposte all’ac-coglienza dei Senza Fissa Dimora, acui lo stesso si può rivolgere autono-mamente .Il corretto e tempestivo in-dirizzo ai servizi sociali, come sopradetto, rappresenta anche una moda-lità per rendere più efficace e tempe-stiva l’assistenza ospedaliera aipazienti che necessitano di cure e, inquesto senso, la Medicina d’Urgenzadel PS, svolgendo una funzione dicerniera tra servizio sanitario e so-ciale, migliora l’efficienza e l’efficaciadel Sistema Sanitario Pubblico.

“Così curiamo e gestiamoi pazienti Senza Fissa Dimora”

di Francesco Vitale

Un fenomeno nuovo sta crescendo in fretta: anziani, senza fissa dimora, immigrati, tossicodipendenti, donne sole, disoccupati, utilizzano il Pronto Soccorso come risorsa della comunità. La Sala Operativa Sociale (S.O.S) ha a disposizione 141 posti letto che diventano circa 470 nei periodi di Emergenza Freddo ed Emergenza Caldo. La maggior parte dei posti letto è disponibile

dalle ore 18 alle ore 9 del giorno dopo. Gli ospiti accolti possono usufruire del pasto serale e della colazione e possono fare la doccia

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Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCAgiovedì 12 marzo 2015 pagina 15

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Nel laboratorio di “Immagini Neuroelettriche e Interfacce Cervello-Computer” (NEILab) dell'istituto di viaArdeatina Donatella Mattia e il suo gruppo, in collaborazione con l’università “La Sapienza” di Roma, hanno

aperto una nuova frontiera. Attraverso un sistema basato sulle interfacce cervello-computer il paziente può apriree chiudere una mano "virtuale" tramite l'attività cerebrale generata dall’immaginazione dei movimenti

I RICERCATORI DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA E LA RIABILITAZIONE DOPO LO STROKELO STUDIO

Guidare il pensiero per favorire il recupero del movimento

Guidare il pen-siero per favo-rire il recuperodel movimento.Nel Laborato-

rio di “Immagini Neuroelettri-che e Interfacce Cervello-Computer” (NEILab) dellaFondazione Santa Lucia, Dona-tella Mattia e il suo gruppo incollaborazione con l’università“Sapienza” di Roma, hannoaperto una nuova frontieranella riabilitazione dell’Ictus:guidare il pensiero per favorireil recupero del movimento. Damolti anni è noto che per otte-nere un buon recupero sia im-portante che l’eserciziomotorio sia accompagnato daun corretto esercizio mentale. Fino ad oggi l’intervento riabi-litativo non consentiva di gui-dare l’attività mentale. Lostudio, pubblicato su Annals ofNeurology, rivista leader mon-diale nella ricerca neurologica,dimostra per la prima voltacome sia possibile, grazie ad

un'avanzata elaborazione delsegnale elettroencefalografico(EEG), seguire i processi men-tali del paziente durante gliesercizi motori.Attraverso il sistema basatosulle interfacce cervello-com-puter, sviluppato dalla Dott.ssaMattia e dal suo gruppo, il pa-ziente può aprire e chiudereuna mano "virtuale" tramitel'attività cerebrale generata dal-

l’immaginazionedei movimentidella mano einoltre il terapi-sta è in gradocorreggere le at-tività cerebralisbagliate e di gui-darle verso unrecupero funzio-nale più efficace.I risultati otte-nuti rappresen-tano la primadimostrazionedell’efficacia cli-nica delle tecni-che di Interfacce

Cervello--‐Computer (BrainComputer Interface, BCI) nelguidare l’attività mentale du-rante gli esercizi riabilitativi.Guidare l’attività mentale in-sieme con l’esercizio motorio èda oggi possibile e l’applica-zione di queste metodiche sularga scala potrà permettere unmiglior recupero in una dellepatologie a maggior impattosociale: l’ictus.

di Giulio Terzi

Uno studio della Fondazione Santa Lucia mostra l'efficacia di una proteinanel rallentare la progressione della Sclerosi Multipla. In gioco c'è ancorauna volta il sistema immunitario: da tempo e' noto agli scienziati come

sia il maggiore responsabile dell'insorgere della sclerosi multipla. Anziché di-fendere l'organismo, si attiva in modo erroneo, colpendo le fibre nervose depu-tate alla comunicazione tra cervello e midollo spinale. In questo errorebiologico, le cui cause non sono ancora spiegate, i ricercatori della FondazioneSanta Lucia sono ora riusciti a dimostrare il ruolo importante di una proteina.Si chiama IL-9, è prodotta da una particolare categoria di cellule del sistemaimmunitario (i linfociti Th9) e agisce direttamente sulle cellule che promuovonol'infiammazione caratteristica della sclerosi multipla. «Abbiamo analizzato lapresenza di IL-9 nel liquido cerebrospinale di 107 pazienti - spiega la dottoressaElisabetta Volpe, responsabile del progetto - Ne abbiamo seguito il decorso cli-nico per quattro anni e abbiamo potuto dimostrare che più ce n'è, più lento è ildecorso della malattia e più efficace l'uso di farmaci di prima linea». «Ci aspet-tiamo importanti sviluppi nella diagnosi e cura» afferma la dottoressa MariaGrazia Grasso, Responsabile del Centro Sclerosi Multipla della FondazioneSanta Lucia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Science e rientranei programmi di finanziamento per «Giovani Ricercatori» del Ministero dellaSalute Italiana. È stato realizzato in collaborazione con il Policlinico Universi-tario Tor Vergata, l'Ospedale San Camillo di Roma e l'Ospedale San Raffaele diMilano. Si è avvalso anche del contributo della Fondazione Italiana SclerosiMultipla.

Sclerosi multipla, una proteinafrena la progressione della malattia

LO STUDIO/ 2

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LITORALEgiovedì 12 marzo 2015 pagina 17

Oltre 10 mila firme raccolte e consegnatenelle mani del governatore Nicola Zin-garetti per dare vita al parco archeolo-

gico di Ostia e Fiumicino. “E’ un progetto chenasce dal territorio ed è il frutto del lavoro dei cit-tadini - ha detto l’assessore all’urbanistica e al pa-trimonio del X Municipio Giacomina Di Salvo -In questo contesto è indispensabile rafforzare ilruolo di condivisione istituzionale tra Ostia e Fiu-micino per la costruzione di progetti e visioni co-muni, a partire dalle eccezionali valenzeambientali della città metropolitana sul mare,come il patrimonio archeologico, il fiume e la pi-neta”.

Da questa nuova realtà archeologica vuole ripar-tire il rilancio e la valorizzazione turistica del li-torale, non più solo mare ma anche, storia edarcheologia.“Il progetto sarà presentato agli operatori delcomparto turistico in un prossimo tavolo tecnicoper raccogliere anche le loro proposte - ha affer-mato la referente al turismo del Municipio Mo-nica Valeri - Rappresenta un’opportunità concretaper gettare le basi di un’offerta turistica e culturaleintegrata e per valorizzare il territorio attraversola messa a sistema delle sue risorse storiche, cul-turali e ambientali”. Sulla carta, il piano rappre-senta un significativo passo in avanti per l’intero

comparto. La vocazione turistica del litorale, sinoad ora non valorizzata, oggi si propone come ilmotore ideale per lo sviluppo dell’occupazione.“Il dossier preliminare - ha detto il vice presi-dente del municipio Sandro Lorenzatti - costitui-sce un punto fermo per poter ripartire verso larealizzazione di un distretto culturale e turisticodel litorale romano, incentrato sulle aree di OstiaAntica e di Portus. Nei prossimi giorni presente-remo il progetto alle associazioni culturali del ter-ritorio, chiedendo loro di parteciparefattivamente all’arricchimento dei contenuti edelle proposte”.

En. Bia.

Ostia, sicurezza e crisi affossano il commerciosono più fare finta di niente”. Bocciata, dunque, in maniera cla-morosa la politica locale: adesempio, il 91,3% dei parteci-panti al test ritengono che l’am-ministrazione municipale nonabbia offerto un concreto sup-porto nei confronti delle esigenzereali delle imprese, in preva-lenza, le micro imprese e le im-prese dei pubblici esercizi. Nelsettore turistico l’82% delle im-prese ritengono che l’operato delMunicipio sia insufficiente e chenon abbia attivato i giusti canaliper favorire i flussi turistici. Nelsettore della sicurezza, il 60,4%

delle aziende hanno riferito diaver riscontrato un aumento delfenomeno dei furti nel corso

degli ultimidue anni,l’usura è statasegnalata nel32,7%, mentrele estorsionisono in cre-scita per il34,4% degli in-tervistati. Indefinitiva, il li-vello di sicu-rezza èpeggiorato per

il 49%, mentre per il 43,8% è ri-masto sostanzialmente uguale.Dati che si riflettono inevitabil-

mente sul futuro e sulle aspetta-tive aziendali.Infatti, per il 2015 solo il 12,5% ri-tiene che l’andamento economicodella propria impresa migliorerà,il 68,5% ritiene che l’andamentoeconomico non sarà diverso, men-tre il 19,0% ritiene che peggioreràancora. Andamenti analoghi sonostati registrati per quanto con-cerne i ricavi (2014 su 2013: -44,0; 2015 su 2014: -11,0), gliordini e l’andamento della do-manda (2014 su 2013: -55,5; 2015su 2014: -23,5), il fabbisogno fi-nanziario delle imprese (2014 su2013: -45,0; 2015 su 2014: -18,0).

C risi c’era e crisi c’è.Per i commerciantidi Ostia gli ultimidue anni sono statidue autentici

“buchi neri”. Le imprese sonouscite da un “annus horribilis”, il2014, ma la situazione che si pro-spetta per il 2015 non è positiva.Secondo gli esercenti non ci sonosegnali confortanti della ripresa eci sarà, in sostanza, ancora da ti-rare la cinghia. Per documentaree fotografare la situazione, laConfcommercio Ascom si è affi-data alla Format Research che hacondotto un’indagine sulle im-prese operanti nel X Municipio.In particolare, il campione rap-presentativo era composto da:400 imprese fino a 50 addetti,delle quali 110 operanti nell’areadi Acilia, (comprendente AciliaNord e Sud), 99 imprese nell’areadi Casal Palocco e Ostia Antica e191 nell’area di Ostia. Dai dati, in primis, emerge chenel 2014, e soprattutto nell’ul-timo trimestre dell’anno, l’anda-mento economico delle impresedel commercio e dei pubbliciesercizi è notevolmente peggio-rato. Lo affermano il 53,5% delleimprese, mentre secondo il 39,5%la situazione è rimasta invariataed il 7,0% risulta migliorata. Per-tanto, la percentuale delle im-prese che hanno affermato chel’andamento della propria attivitàè peggiorato nel biennio è prati-camente la metà (46,5%). Una fo-tografia drammatica delle aziendedel litorale che il presidente dellaConfcommercio Cerra vuole sot-tolineare: “I dati emersi sull’ille-galità, l’insicurezza e l’andamentoeconomico delle imprese di Ostiaritraggono un quadro di estremasofferenza delle attività di questoterritorio. Sono dati che colpi-scono per la loro evidenza asso-luta, se è vero che il 90% degliintervistati ha dichiarato insuffi-ciente l’operato dell’amministra-zione. La fotografia scattata daFormat Research per noi parlachiaro. Le istituzioni non pos-

ASCOM: PUBBLICI ESERCENTI SOLI A FRONTEGGIARE PROBLEMI ECONOMICI E CRIMINALITÀ

PROGETTO DI SISTEMA INTEGRATO PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARCO ARCHEOLOGICO

COSTRETTI A PAGARE L’INTERO PEDAGGIO PER SPOSTARSI DA UN QUARTIERE ALL’ALTRO

Quale sicurezza sulla Roma-Lido? Il que-sito lo pone il M5S che denuncia l’enne-sima bravata di vandali alla fermata diCasal Bernocchi, dove le mura della sta-zione ripulite da pochi giorni sono statedi nuovo deturpate dai graffiti.“E’dav-vero assurdo - afferma Damiano Pichi,attivista del Movimento in X municipio -assistere a quanto accade quotidiana-mente sul trenino della Roma-Lido checollega Ostiaalla Capitale, con i trenisporchi ed imbrattati da writer, tantoche da alcuni finestrini non si riesce avedere l’esterno. In questo contesto, ap-pare davvero paradossale l’applicazionedel regolamento dell’Atac che impedi-sce agli utenti di fotografare o filmarenelle stazioni, mentre si permette, senzaalcun controllo, che dei mascalzoni dan-neggino una parete appena ripulita.” La sicurezza delle stazioni e nelle areeadiacenti è assicurata dall’Esercito, mai controlli sono limitati al piazzale anti-stante ed eseguiti soprattutto nelle fer-mate di Ostia ed Acilia. “Sul tema dellasicurezza delle stazioni, soprattutto inquesto periodo in cui la minaccia terro-ristica è diventata ancora più concreta,va posto il massimodell'attenzione - silegge su una nota diffusa dal M5S - Senon ci si accorge che un gruppo di tep-pisti armati di bombolette spray detur-pano un’area pubblica appena ripulita,figuriamoci come possiamo sentirci si-curi che possa essere intercettata o sco-perta una persona che prepara un attocriminale ai danni della collettività?”Per garantire la sicurezza e la difesa diun bene pubblico dai vandali, ilM5Schiede che le misure di controllo dellestazioni e della stessa linea ferroviariasiano potenziate e supportate da risorseeconomiche adeguate, evitando il ripe-tersi quasi quotidiano di questi atti divandalismo.

E.B.

Roma-Lido, i pendolari possono

sentirsi sicuri?

M5S denuncia: i vandali agiscono indisturbati nelle

stazioni e nei depositi ferroviari

LA DENUNCIA

di Enzo Bianciardi

Ostia&Fiumicino unite dalla storia

I cittadini di Fiumicino sonostufi di dover pagare un pedag-gio autostradale per andare da

una parte all’altra del proprio terri-torio. I comitati di quartiere e le as-sociazioni dei residenti a Fiumicinonord rivendicano una diversa tariffaautostradale e l’immediata rivisita-zione del pedaggio autostradalelungo la Roma-Civitavecchia. DaFregene all’uscita di Fiumicino sipaga infatti, pur dovendo percor-rere pochi chilometri, lo stesso pe-daggio previsto per quanti arrivanoda Civitavecchia. “E’ un tratto auto-

stradale di appena cinque chilome-tri, che spesso i residenti devonopercorrere per recarsi nel proprioquartiere” - denuncia Roberto Se-verini, presidente dell’associazioneCrescere Insieme - Gli automobili-sti, in pratica, sono chiamati a sbor-sare la stessa cifra di chi inveceproviene da altri comuni, comeSanta Marinella, Civitavecchia oLadispoli. Un’ingiustizia a tutti glieffetti, non si può chiedere lo stessopedaggio a quanti percorrono 64chilometri ed a chi, per questionilegate alla viabilità locale, deve

farne solo cinque. Ci sentiamo for-temente penalizzati”.A conti fatti, sostiene Severini,“oggi un cittadino di Fiumicinospende 5 euro al giorno per andaree venire all’interno del proprio co-mune. Quasi cento euro al mese diautostrada. Non sarà una cifra stra-ordinaria, ma rispetto al tratto distrada percorso e ai servizi offerti èdi certo iniqua. Inoltre, sullaRoma-Civitavecchia continua anon esserci una tabella che indichil’uscita di Aranova, né la direzioneda prendere quando si esce a Tor-

rimpietra. Insomma non solo pa-ghiamo la stessa cifradi altre località per-correndo solo pochichilometri, ma nonabbiamo nemmenoservizi adeguati. Ilsindaco di FiumicinoMontino deve preten-dere l’immediata rivi-sitazione dei costi delpedaggio. Qui si trattadi difendere gli inte-ressi dei cittadini e diuna questione di di-gnità”.

En.Bia.

Fiumicino, in autostrada come in bus

Page 18: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

giovedì 12 marzo 2015 pagina 18CRONACHE

I BAGNI DELLA FICONCELLA, CARI ALL’EROE DEI DUE MONDI, RISORSA POCO SFRUTTATAIL CASO

Civitavecchia, le Terme di Garibaldi

T orniamo a parlaredelle Terme di Civi-tavecchia, un pic-colo tesoro, pococonosciuto, a un’ora

da Roma, che il Comune vorrebbevalorizzare con un grande progetto,come ci ha confermato il sindacoCozzolino nell’intervista uscita sulNuovo Corriere di Roma e delLazio la scorsa settimana. Un pro-getto da 120 milioni di euro, su 250ettari di territorio, che dovrebbeportare 6.000 posti di lavoro tra di-retti e indotto. Per ora, però, i postidi lavoro sono sette d’inverno edieci d’estate. Sono i dipendentidella Cooperativa Sant’Agostino,che gestisce oggi i Bagni della Fi-concella, dopo essersi aggiudicatal’appalto quinquennale della ge-stione del piccolo sito. Il presidentedella Cooperativa, Francesco Man-tovani, anche se ovviamente sa-rebbe lieto di unacrescita economica eoccupazionale della suacittà, è un po’ scettico:“Se ne parla da tantianni, di questo pro-getto. Ma per ora gliunici posti di lavoro le-gati alle terme sono inostri”, ci dice. Ma cisarebbero anche - peressere precisi - i guar-diani e le guide delle vi-cine Terme Taurine,costruite a partire dal IIsecolo d.C sull’im-pianto di una grandevilla romana di età re-pubblicana, e gestiteoggi dal personale dellaPro Loco su incaricodella Soprintendenza.I due complessi - leTerme Taurine, magni-fiche ma senza acqua, ei Bagni della Ficon-cella, con le acque masenza terme - distanotra loro circa un chilo-metro in linea d’aria. Inmezzo ci sono gli scivolidell'Aquafelix. In questazona dovrebbero sor-gere le nuove Terme di Traiano,nome del quale si fregiano attual-mente (generando qualche equi-voco nel visitatore) sia le Taurineche la Ficoncella, almeno daquanto risulta dal foglietto illustra-tivo che viene dato a chi lo chiedeal casotto del parcheggio dei bagni. Come ci si arriva in questa zona be-nedetta dalla natura? All'uscita del-l'autostrada, a Civitavecchia Nord,c'è un bivio: a sinistra (cartellomarrone che indica Terme di Tra-iano) si va alle Taurine, a destra(cartello bianco) alla Ficoncella.

Qui, oltre a un piccolo bar e a unatorretta in tufo per le inalazioni, cisono cinque, tra vasche e vaschette,con acque calde, dove la gente delluogo arriva, si spoglia (nel cam-per, in macchina o nei pochi spo-gliatoi del piccolo complesso), fa ladoccia, prende il suo asciugamanoe si sistema in una vasca, chiacchie-rando in tutto relax. Poi, dopo unpaio d’ore, prende l’accappatoio ele ciabatte e se ne va.I civitavecchiesi pagano 50 cente-simi per il parcheggio e altrettantiper l’ingresso (due ore o frazione);

un euro e mezzo è il ticket per i nonresidenti. Ma poco distante - per gliuni e per gli altri - c'è un parcheggiolibero, dove spesso si vedono cam-per in sosta. “Avevamo proposto difare un’area di sosta attrezzata per icamper - spiega Mantovani - maanche di questo non si è fattonulla”. Come non si è fatto nulla, aparte una recinzione, per salvaguar-dare e recuperare un’antica vasca diepoca romana, oggi in forte de-grado.I bagni della Ficoncella si trovanoa circa 4 chilometri dal centro di

Civitavecchia e distano quasiun'ora da Roma. Il nome deriva daun fico selvatico, tuttora esistente,sulla sommità di una collina pano-ramica dalla quale si vede un belpanorama della costa e delle navialla fonda. La sorgente termale, co-nosciuta e sfruttata fin dal tempodegli Etruschi, è sempre la stessa edovrebbe essere anche quella (conl’aiuto di pozzi già fatti costruirepiù in basso) del futuro mega-im-pianto con complesso alberghiero.Le acque, che sgorgano a una tem-peratura tra i 50 e i 60 gradi, ali-

mentano cinque vasche, tra piccolee grandi (dove la temperatura è di40 gradi) e alcune docce sulfuree.“Impianti - sottolinea Mantovani -usati per curare la sua artrite,anche da Garibaldi. Qui a Civita-vecchia, del resto , l’eroe dei duemondi aveva molti amici”. L’Associazione storica civitavec-chiese è più precisa al riguardo e,sul suo sito, cita date e particolari.Ecco un testo rivelatore: “23 gen-naio 1875: Giuseppe Garibaldi ar-riva in città, per curarsi dallafastidiosa artrite con l’acqua ter-male della Ficoncella. Il mattino lopassa bagnandosi con l’acqua ter-male, il pomeriggio lo trascorre alPirgo degli amici Bruzzesi. Lì ri-ceve ed incontra amici, vecchi ca-merati d’armi, notabili della città eprovenienti da Roma. La storia cidice che l’eroe dei due mondi èstato a Civitavecchia almeno trevolte: giovane mozzo, nel 1875 e

nel 1879. Piccola cu-riosità: apprezzò congiusto appetito la cu-cina civitavecchiese,in special modo lazuppa di pesce”. Le acque della Ficon-cella, ancora oggi,vengono consigliateper cicatrizzare le fe-rite, effettuare inala-zioni e fangoterapia esono consigliatecome coadiuvanti neitrattamenti di derma-titi, artriti e problemidi origine gastrica.Appartengono allaclasse delle acquesolfato calciche leg-germente alcaline edhanno tra le loro ca-ratteristiche specifi-che la limpidezza e lamancanza di odorisolforici forti.Chi frequenta oggi ibagni della Ficon-cella? “Sono in granparte persone chevengono da fuori Ci-vitavecchia: personemature, singole o in

coppia, ma anche gruppi. Ma quivengono anche tanti giovani, spe-cialmente l’estate quando i Bagnidella Ficoncella chiudono alle 2 dinotte”, risponde Montanari.Fin qui, con le terme della Ficon-cella, una struttura spartana, di tipo“popolare”. Niente di esclusivo.Qualcosa che ricorda, nell’uso, leterme pubbliche dei romani, di cuia un tiro di schioppo, è rimasto, nelgrandioso parco archeologico e bo-tanico delle Terme Taurine, unosplendido esempio. Ne parleremoin un prossimo articolo.

di Luca Protettì

Immergersi nelle acque sulfuree oggi costa appena un euro e mezzo ai non residenti; poche le strutture e i servizi offerti ai visitatori. Ma la valorizzazione, lo sviluppo dell’area, fortemente voluti dal sindaco

pentastellato, e i forti investimenti potrebbero portare alla creazione di seimila posti di lavoro

Sopra due immagini delle Terme Taurine; a destra in altol’ingresso dell’Aquafelix e a fianco la sosta dei camper

alla Ficoncella, senza un’area attrezzata

Page 19: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

Sarà uno dei film fuori con-corso al prossimo Festival diCannes e a Philadelphia

sarà presentato in occasione del-l’Incontro mondiale delle Famiglieal quale interverrà anche PapaFrancesco. Tra maggio e settembreappuntamenti prestigiosi atten-dono “Shades of truth”, il film in-chiesta su papa Pacelli presentatoin Vaticano, in anteprima mondiale.L’intento della regista Liana Marabini è chiaro: ri-stabilire la verità e rendere giustizia a Pio XII, unodei pontefici più controversi della storia che, damolti e per troppo tempo, è stato ritenuto il “papadi Hitler” per non aver condannato apertamente laShoah.Pacelli non ha mai alzato la voce contro le atrocitànaziste ma pochi sanno che proprio il suo silenzioe la sua attività diplomatica gli hanno permesso disalvare così tanti ebrei che è riduttivo definirlo loSchlinder del Vaticano. “Sono stata io a definirlocosì ed ho sbagliato - ha spiegato Liana Marabini- Schlinder, secondo cifre documentate, ha salvato1117 ebrei, mentre Pio XII più di 800mila”. Ci sonovoluti cinque anni per portare il film inchiesta sulgrande schermo. Il tempo necessario di studiaredocumenti e testimonianze inedite di ebrei soprav-vissuti all’Olocausto grazie all’intervento di PapaPacelli. “Nulla è inventato - ha spiegato la regista - tutte le battute sono parole che esistono vera- mente da qualche parte. E’ un film super docu-

mentato anche se è stato realizzatoper il cinema”. Protagonista della storia è un gior-nalista americano di origini ebrai-che chiamato a svolgere una vera epropria indagine su Pio XII. Per que-sto pontefice lui nutre una profondaavversione, ma la sete di verità loporta ad accantonare le sue idee ea scoprire che le cose sono ben di-verse da come sembrano. David

Wall, Christopher Lambert, Giancarlo Giannini,Remo Girone, Gedeon Burkhard, Marie-ChristineBarrault: un cast internazionale per una pellicolagirata tra Roma, New York, Berlino, Tel Aviv e Li-sbona.Ancora non è uscito nelle sale, eppure “Shades oftruth” ha già ricevuto aspre critiche. Una stronca-tura senza appello arriva dall’“Osservatore ro-mano”: il quotidiano della Santa Sede giudica lapellicola “un prodotto ingenuo e poco credibile”.Sulla stessa lunghezza d’onda anche “Pagineebraiche” che parla del film come di “una goffasoap opera che non racconta nulla di nuovo”. No-nostante le polemiche, nessuno discute sul fattoche le intenzioni della regista siano buone: “La ce-cità non porta a nulla - ha detto Liana Marabini -Spero di aprire squarci di luce in qualche animachiusa”.

M.L.P.

giovedì 12 marzo 2015 pagina 19 LITORALE

S ono circa una trentina, iclochard, sotto il colon-nato di San Pietro. Aspet-tano il loro turno perusufruire della “barberia

del Papa”, il servizio disponibile ognilunedì e giovedì per i poveri della città,grazie all’iniziativa dell’ElemosineriaApostolica, il braccio operativo delleopere di carità del Pontefice, guidatoda monsignor Konrad Krajewski. Unodopo l’altro, i senzatetto - depositatinello spogliatoio i loro abiti, in generestazzonati e consunti - entrano in doc-cia per poi passare al taglio dei capellie, per gli uomini, alla rasatura. Tra i be-neficiari del servizio, stranieri e italiani,giovani e anziani che grazie a questainiziativa cercano di riprendersi un pic-colo pezzo della loro dignità nella spe-ranza di un reinserimento sociale. Francesco (“io mi chiamo come PapaFrancesco, ha visto che fortuna?”) èuno dei poveri che attende il proprioturno. Insieme alla moglie Michela e al

figlio di 35 anni, disoccupato. Allespalle, un’attività alla Balduina an-data male e una casa pignorata. “E’ stata un’ottima idea quella diPapa Francesco - dice Francesco -perché se uno sta senza un tetto enon si fa mai una doccia, la genteoltre a scartarti nemmeno ti rivolgela parola perché puzzi”. Durante l’attesa i clochard parlanotra di loro, qualcuno si lamenta perla troppa fila, altri invece stanno se-

duti, in solitudine, adaspettare il loro turno.Insieme a loro i volon-tari dell’Unitalsi diRoma. Divisi in duesquadre, alcuni si oc-cupano completa-mente all’accoglienza,altri invece stanno al-l’interno e fornisconoai clochard il materialeutile per lavarsi e cam-biarsi. “Abbiamo regi-strato una grande

affluenza di persone negli ultimi giorni- dice Michele, uno dei tanti volontari- Sono tanti gli italiani che sono venutie vengono per usufruire del serviziodocce. La crisi si sta facendo sentire”. Insieme ai volontari, c’è una folta squa-dra di parrucchieri e parrucchiere chearrivano da tutta Italia e si alternanoogni lunedì, quando solitamente i loronegozi sono chiusi. La signora Michela ha appena usu-fruito del servizio del parrucchiere e

commenta: “Non ho mai trovato dellepersone così disponibili da quandovivo per strada. Mi hanno fatto sce-gliere il taglio e mi hanno trattato comeuna cliente normale. Erano anni chenon andavo da un parrucchiere. Spe-riamo che questo servizio continui persempre”. Ma girando per le vie di San Pietro, ac-canto alle molte voci di apprezza-mento, ci sono voci fuori dal coro.Sono quelle di alcuni commerciantiche si lamentano della troppa affluenzadi barboni che ultimamente girano perstrada: “E’ stata una splendida inizia-tiva quella voluta da Papa Francesco -afferma un ristoratore - ma concentrarequesti servizi in una zona così turisticanon è stata un’ottima idea. Lungo lestrade e sotto i portici, i bustoni e gliscatoloni sono raddoppiati”. Intanto, sotto il colonnato di San Pie-tro, i senzatetto ringraziano Papa Fran-cesco e i volontari per l’umanità messain campo e sorridono, dandosi appun-tamento al lunedì successivo.

VIAGGIO NELLA “BARBERIA” SOTTO IL COLONNATOL’INCHIESTA

San Pietro, via barba e capelliCosì i barboni ritrovano la dignità

di Carlotta Dessì

Tanti italiani tra i clochard che usufruiscono del servizio voluto da Papa Francesco Tra commercianti e ristoratori di Borgo apprezzamento e poche lamentele

I rapporti tra Pio XII e il nazismo:un film vuole ristabilire la verità

LA POLEMICA /Pacelli e i silenzi sulla Shoah

La pellicola, che sarà presentata al Festival di Cannes, ricostruisce attraversodocumenti ufficiali il silenzioso lavoro del pontefice per salvare gli ebrei

dalle persecuzioni di Hitler. La stroncatura dell’Osservatore Romano

PAGINA A CURA DEGLI STUDENTI DEL MASTER DI GIORNALISMODELL’UNIVERSITÀ LUMSA

Page 20: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

Con la “BuonaScuola” è in arrivouna piccola “rivolu-zione” per l’acco-glienza e l’istruzione

dei bimbi fino a sei anni: secondoquanto riportato in questi da al-cuni quotidiani, il Governo inten-derebbe cancellare le attualibarriere tra nidi e materne, intro-ducendo un nuovo modello forma-tivo con l’infanzia scolastica che“non avrà più cesure: andrà trazero e sei anni, ininterrottamente”.L’obiettivo dell’esecutivo prevedeche il nido “non sia più un servizioa domanda individuale, di carat-tere sociale. Sarà un servizio gene-rale, di carattere educativo. Tuttoviene incardinato sotto la respon-sabilità unica del Ministero del-l’Istruzione”. Però la gestionerimarrà dei Comuni.L’Anief ritiene tale prospettiva,frutto di un progetto di legge sul-l’estensione dell'educazione pre-scolare su tutto il territorionazionale lungamente discussonelle commissioni Cultura di Ca-mera e Senato, sicuramente unpasso in avanti. Tuttavia per fareun vero salto di qualità, per il benedei nostri bambini, diventa basi-lare introdurre l’anticipo scolasticoa cinque anni. La proposta del-l’Anief, integrata con l’allarga-mento dell’istruzione dagli attuali

16 anni fino alla maggiore età, èstata sottoposta anche alla VIICommissione permanente di Pa-lazzo Madama in merito all’esamedel ddl n. 1260, relatore la sena-trice Francesca Puglisi (PD), con-tenente proprio quelle“Disposizioni in materia di sistemaintegrato di educazione e istru-zione dalla nascita fino ai sei annie del diritto delle bambine e deibambini alle pari opportunità diapprendimento” che oggi il Go-verno ha inserito nel duplice prov-vedimento in procinto diapprovazione.Dell’opportunità di avviare primala scuola ne ha parlato il primo

quotidiano nazionale, il Corrieredella Sera, attraverso un recentis-simo articolo a firma di RicardoFranco Levi: “la scuola può faremolto, moltissimo, soprattutto perle famiglie più svantaggiate e ibambini meno fortunati. La scuolaè lì per questo. Facciamo allora ini-ziare un anno prima. Portiamosotto la cura e la protezione dellascuola con un anno di anticipotutti i bambini e con loro, in primoluogo, quelli che a cinque anni, inmolte regioni e soprattutto nelMezzogiorno, stanno non inun’aula ma nella strada, e contri-buiremo (quasi certamente conpoca o nessuna spesa aggiuntiva) a

ridurre una grave fonte di inegua-glianza e di ingiustizia”.“Ma non è tutto. Anticipiamo di unanno l’ingresso nella scuola prima-ria e daremo un sollievo impor-tante a tutte le strutture e a tutti isoggetti, pubblici e privati, impe-gnati nella cura e nell’educazionedei bambini da zero a cinque anni,agevolando, così, l’estensione diquesti servizi sociali fondamentali,distribuiti in modo gravemente di-seguale da Nord a Sud, a una fasciasempre più ampia della popola-zione. È compito e impegno dellaRepubblica - ha detto il presidenteMattarella citando l’articolo 3 dellaCostituzione e certamente me-more della sua passata esperienzacome ministro della Pubblicaistruzione - rimuovere gli ostacoliche limitano la libertà e l’egua-glianza. Partiamo dalla scuola”.Anief ritiene questa visione dellaformazione della prima infanziamolto realista: anticipare la scuoladei bambini, infatti, significa of-frire loro, in particolare a quelli piùsvantaggiati, quei servizi socialiche un Paese moderno deve asso-lutamente mettere a disposizione.E per fare ciò, per anticipare l'avviodella scuola primaria, è indispen-sabile approvare una riforma deicicli. Inglobandovi l’estensionedell'obbligo scolastico dagli attuali16 fino ai 18 anni di età. Ora, anticipando a 5 anni l’iniziodella didattica e coprendo con l’ob-bligo formativo tutti i cicli scola-stici, con gli ultimi anni prima delconseguimento del diploma di ma-turità passati a contatto con leaziende, grazie al potenziamentodell’alternanza scuola-lavoro, sieleverebbe di sicuro la presenza digiovani sui banchi. Senza incideresulla spesa dello Stato, si ridurreb-bero infatti gli abbandoni. Che siconcretizzano, in prevalenza, tra i

15 e i 18 anni: un problema dram-matico soprattutto nel Mezzo-giorno, perché più di uno studentesu dieci lascia proprio in quella fa-scia di età.“Portando l’obbligo scolastico a 13anni - spiega Marcello Pacifico,presidente Anief e segretario orga-nizzativo Confedir - si permette-rebbe ai nostri bambini di poteressere guidati prima nella semprepiù difficile gestione del flussosempre più esteso di informazionie stimoli esterni. E successiva-mente, facendoli stare a scuola finoai 18 anni, come accade in moltiPaesi Ue, si riuscirebbe finalmentea realizzare un’azione di contrastocontro quei numeri sempre piùcrescenti di giovani tra i 15 e i 29anni che non studiano e non lavo-rano: un ‘esercito’ che si allarga dimese in mese, con oltre 2 milioni e250 mila ragazzi, uno su quattro,sottratti ormai stabilmente a for-mazione e impiego”.Vale la pena ricordare che in Eu-ropa l’obbligo formativo fino a 18anni è già previsto in molti casi:proprio per ridurre i tassi di abban-dono precoce, oltre ad assicurare atutti gli studenti un titolo di studio,in tredici Paesi la durata dell’istru-zione obbligatoria a tempo pieno èstata prolungata di uno o due anni,o perfino di tre come nel caso delPortogallo a seguito a recenti ri-forme. E anche l’inizio prima dei 6anni è già ampiamente sperimen-tato con successo, visto che in diecipaesi l’istruzione obbligatoria èstata anticipata di un anno (o addi-rittura di due, come in Lettonia). Ela partecipazione dei bambini di 3anni all’istruzione pre-primaria èormai quasi totale in Belgio, Dani-marca, Spagna, Francia e Islanda.Con paesi, come l’Ungheria, doveil corso di studi totale dura anche13 anni: ben tre più del nostro.

giovedì 12 marzo 2015 pagina 20CRONACHE

MANCA LA VERA SVOLTA: L’ANTICIPO A 5 ANNIOBIETTIVO SCUOLA

Asili nido e materna, si cambia ma solo un po’Il Governo prepara la rivoluzione: il nido non sarà più un servizio a domanda individuale ed avrà carattere educativo gestito dai Comuni

con la supervisione del Miur. Ma la riforma non toccherà la distribuzione delle strutture gravemente diseguale da Nord a Sud

“Reinventare l’apprendimento. Cultura e creati-vità: linguaggi, metodi e azioni”: è questo il ti-tolo di una particolare giornata di studio,

durante la quale i protagonisti del mondo dell’educazionedialogheranno con gli operatori culturali, gli educatori e ilpubblico sul tema della cultura e della creatività. L’appun-tamento è per venerdì 20 marzo, dalle 10,30 in poi, nelleScuderie di Palazzo Altieri di Roma.Le iniziative fanno parte del Festival della Cultura Creativa(www.festivalculturacreativa.it), l’iniziativa dedicata a bam-bini e ragazzi e organizzata dalle banche italiane con il co-ordinamento dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana), inprogramma in tutta Italia, dal 16 al 22 marzo 2015.La manifestazione ha il Patrocinio dell’UNESCO e del Mini-stero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e lamedia partnership della Rai, ed è interamente dedicata allacultura e alla creatività. Su tutto il territorio nazionale sisvolgeranno oltre 80 eventi, iniziative e laboratori dedicatiad arte, archeologia, musica, canto, lettura, teatro, robo-tica, nuove tecnologie. Il tema scelto per la seconda edi-zione è “L’alfabeto del mondo. Leggiamo i segni intorno anoi e raccontiamo”: imparare a leggere e a raccontare ilmondo attraverso la creatività.L’appuntamento romano del 20 marzo prevede quattro wor-kshop a partecipazione gratuita. Si affiancheranno inoltreai momenti di dialogo: Le macchine di Munari, L’intelli-genza creativa, Arte come esperienza e L’apprendimentodappertutto.Quest’ultimo workshop sarà guidato da Carlo Infante, do-

cente freelance di Performing Media e Presidente di UrbanExperience. Attraverso l’uso di whisper radio e smartphonei walking-talking heads guideranno il pubblico in una “con-versazione nomade”, durante un percorso di esplorazioneurbana mirata ad interpretare il mondo e la realtà quoti-diana, coniugando il passato e la memoria del territorio alfuturo digitale. Infante attraverso questo percorso espe-rienziale porrà l’accento sull’importanza dell’associazionetra l’idea di educazione e il principio di cittadinanza attivaintesa come capacità di relazionarsi con gli altri e con ilmondo che ci circonda.Lo stesso format di radio - walkshow sarà proposto da In-fante in occasione di altri due appuntamenti (18 marzo e il19 marzo, con inizio alle ore 11) dedicati agli studenti dellescuole medie di due quartieri romani. Il primo percorso coin-volgerà gli studenti del Quadraro che, partendo dalla scuolaprimaria “Dei Consoli”, arriveranno alla sede della Fonda-zione Mondo Digitale. Lungo il percorso, attraverso le radiocuffie, i ragazzi potranno ascoltare le voci degli abitanti piùanziani che evocheranno momenti storici del rastrellamentoavvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale.Il secondo appuntamento sarà dedicato invece agli stu-denti del rione - giardino della Garbata. Un’esplorazione ur-bana del quartiere condurrà gli studenti attraverso learchitetture eclettiche e gli orti urbani che caratterizzanoil territorio, per approdare all’innovativo FabLab di Garba-tella. Esplorare dunque la città per vivere un’esperienza di“apprendimento dappertutto”.

A.G.

Il Festival della Cultura Creativa sbarca nella capitale

di Alessandro Giuliani

Azienda Servizi Pubblici S.p.A.Via dei Laghi, 53 – 00043 Ciampino (RM)

INVITO A MANIFESTARE INTERESSEQuesta Azienda intende procedere all’indizione ed espletamento diuna procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla ricerca di un Par-tner che concorra al rafforzamento patrimoniale ed al rilancio delRamo d’Azienda Benessere riconducibile all’interno degli assets dellaSocietà al Centro Benessere “PANACEA” situato nel Comune diCiampino in via dei Muri Francesi 164. La Società, pertanto, intendesollecitare Manifestazione di Interesse da parte di Soggetti che pro-pongano di apportare mezzi propri e capacità imprenditoriali in gradodi garantire lo sviluppo del Ramo nel medio lungo periodo. Le Mani-festazioni di Interesse devono essere recapitate, secondo le modalitàstabilite nel bando integrale disponibile sul sito www.asp-spa.it, entrole ore 18.00 del 27 Aprile 2015. Ulteriori informazioni e chiarimentisono disponibili al numero 06/790691.

L’AMMINISTRATORE UNICO

Dott. Gianfranco Navatta

Page 21: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

♈ Ariete (21 Marzo - 20 Aprile)Nuove occasioni di felicità offerte da Venerenel segno e da uno splendido Giove. Marte virende irrequieti, perciò evitate le discussioniin famiglia e nelle assemblee di condominio,come vorrebbe una Luna in opposizione. Inamore tutto va bene e riceverete chiamate dalvostro partner che non vi lascia mai.

♉ Toro (21 Aprile - 21 Maggio) Mercurio vi innervosisce e avete il timore dinon riuscire a portare a termine tutti i vostriprogrammi; invece ci riuscirete e, con le vostrecapacità acuite dalla forza di un Plutoneamico, potrete concludere molto. In amorenon prendete iniziative, ma lasciate agire il vo-stro partner con dolcezza.

♊ Gemelli (22 Maggio - 21 Giugno)Mercurio vi dona momenti positivi e accrescele vostre possibilità economiche; anche i le-gami sentimentali sono rafforzati da una bellaVenere che, unita a Marte, può farvi sceglierela data delle nozze; solo dovete evitare gliscontri con i superiori, perché Saturno, in op-posizione, può crearvi problemi di lavoro.

♋ Cancro (22 Giugno - 22 Luglio)Marte e Venere, in posizione negativa, vi pos-sono far bisticciare con il vostro partner, ma ilSole, in aspetto favorevole e unito a Nettuno,può farvi riconciliare… solo cercate di esserepiù pazienti in famiglia e fuori; se ne gioveràanche il vostro fisico.

♌ Leone (23 Luglio - 22 Agosto)Giove continua a proteggervi e Venere eMarte, amici, alimentano i venti primaverili evi fanno passare ore tenere con il vostroamore; solo Mercurio, in opposizione, puòrendervi insicuri e farvi prendere abbagli, mala vostra forza è tale da farvi superare tutto.

♍ Vergine (23 Agosto - 22 Settembre)Una certa insicurezza mina queste giornate enon è solo colpa delle stelle, ma è propriocolpa vostra perché siete fragili e portati a rea-gire quando invece sarebbe meglio tacere edessere più accomodanti con i famigliari e coni colleghi. Un Plutone positivo vi aiuta a supe-rare gli ostacoli.

♎ Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)Con Venere e Marte in opposizione e Uranonegativo siete più polemici del solito; non sa-rebbe meglio essere meno intransigenti e cer-care l’accordo non solo con la persona amata,ma con tutti?Mercurio, ancora in aspetto po-sitivo, può farvi consigliare nella maniera giu-sta da chi vi vuol bene.

♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)Con il Sole in un segno amico potrebberoaprirsi simpatiche possibilità lavorative; peròè bene controllare che tutto sia nel rispettodella legge, dato che Mercurio, tuttora “inanello di sosta” fino al giorno 13 in un segnoavverso, potrebbe esporvi ad inganni e delu-sioni. Fortunatamente, in amore tutto fila peril verso giusto.

♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)Venere vi fa sentire tanto amati e ne avevateproprio bisogno, perché, se appartenete allaprima decade, un severo Saturno nel segnovi ha fatto tribolare e sentire trascurati dallepersone care; ora, invece, è il momento dellavostra rivincita: perciò siate felici!

♑ Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio)Marte è ostile e vi fa arrabbiare; invece è beneche vi spieghiate con il vostro partner: cercate,come vi consiglia un bel Plutone nel segno, diritrovare quell’armonia che rende buoni i rap-porti non solo di coppia, ma anche con i figlie i parenti.

♒ Acquario (21 Gennaio - 18 Febbraio)Mercurio, positivo e ancora nel vostro segnofino al giorno 13, può farvi guadagnare; anchesul piano sentimentale .Una bella Venere fio-risce per voi, anticipando così la primavera efavorendo le vostre aspettative di tenerezza.

♓ Pesci (20 Febbraio - 20 Marzo)In questo che è il “vostro” mese aspettateviqualcosa di buono: Mercurio, che sta per ar-rivare nel segno, vi promette molta felicità daifigli. Marte, che entrerà il giorno 14 nei Pesci,vi consiglia un po’ di sport e qualche viaggettoperchè vi faranno bene e vi terranno in forma

LE MANIE ASTROLOGICHEdi Patrizia Tamiozzo Villa

con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po'maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente

(giovedì 12/3/2015)

Il ristorante si trova vicino aiMusei Vaticani e a pochipasso dal mercato Trionfale.Le materie prime quindi sonosempre freschissime e perquesto motivo il menu cambiaquotidianamente. Tra le varieportate, molto buoni gli gnoc-chi, fatti in casa, se ne pos-sono scegliere 6 tipi.Ambiente molto familiare e in-formale, massima cura per icommensali, a disposizione45 coperti.

Non rinunciare ad una cena fuori...il Sistorante propone

il menù light del "dopo Natale"

Carpaccio di spigolaVermicelli al pomodoro

fresco basilico e scampioppure

Gamberoni grigliati accompagnati da pinzimonio

tagliata di ananas e kiwiun calice di vino bianco chardonnay

Euro 25 a persona

SISTORANTEVia Tolemaide 17 - Roma

Tel. 0664521715

SISTORANTE

Ingredienti per 4 persone600 gr di tagliolini all'uovo2 mazzetti di rucola20 mandorle1\2 spicchio d'aglioolio extra vergine1\2 bicchiere di latte50 grammi di parmigiano1 pizzico di pepe100 grammi di guanciale sottile50 gr di pecorino

PreparazioneMettere rucola mandorle parmigiano oliopepe sale e aglio e frullare fino ad ottenereuna crema fluida. Soffriggere in olio bollenteil guanciale fino a doratura. Lessare i tagliolini in acqua salata e adagiarlisul piatto dove è stato versato il pesto senzamescolare.Infine adagiare il guanciale sui tagliolini e ta-gliare a scaglie il pecorino a guarnizione delpiatto.

La ricetta di Sisto

Tagliolini al pesto di rucola e guanciale croccante

vai al SISTORANTE con

e avrai uno sconto del 10%

giovedì 12 marzo 2015 pagina 21 RUBRICHE

A lcuni giorni fa sono andata apranzo con un’amica in unlocale del centro molto co-

nosciuto, specializzato in pochipiatti di antica tradizione romana;un posto semplice, di quelli che iodefinisco “onesti”, in cui ti aspettisolo di mangiare bene e non cerchialtro. C’era la lavagnetta con i piattifuori menu e ci siamo fatte tentaredalle specialità del giorno; in parti-colare, abbiamo preso un contorno,che nelle nostre aspettative dovevaessere fatto in un certo modo e in-vece ci è arrivato al tavolo completa-mente diverso. E così ci siamosoffermate a lungo a ragionare sucome in effetti manchi nel nostroPaese una regolamentazione uni-voca a tutela delle ricette, in modoche esse siano realizzate secondocriteri ben precisi. La codifica deipiatti sarebbe importante per nondisorientare il cliente e per garantireanche la continuità della tradizione;naturalmente, questo non significache poi le ricette non possano essereinterpretate: basta dichiararlo. Se iosono un ristoratore e voglio offrireuna “gricia”, beh.. amici miei, è lo-gico che ve la farò nel pieno rispettodei procedimenti; ma se mi piace in-terpretarla non è che non possofarlo, devo solo dirlo. E così la mia

“gricia” sulla carta diverrà la “griciaa modo mio” e non scontenterò nes-suno. A quel punto sarò libera difarla in qualsiasi modo e con qual-siasi valore aggiunto e nessuno potràaprire bocca.C’è da dire però che io sono una pu-rista in cucina e lavoro nel rispettodelle regole. Mi spiego meglio.Come tutti i miei colleghi, è ovvioche mi piaccia interpretare, creare,allontanarmi dalla massa e offrirepiatti che mi identifichino immedia-tamente; procedimenti rigorosi, sa-pori puliti, mise en place curate.Torniamo all’esempio “gricia”: è unpiatto talmente povero ed essenzialeche lascia zero spazio alle interpre-tazioni personali; si può solo variareil procedimento, ma tutto si giocasulla cura nella scelta degli ingre-dienti, che devono essere al top digamma. Il guanciale più buono, lapasta migliore, il pecorino stagio-

nato al punto giusto, or-chestrati da un bravo diret-tore diverranno unameravigliosa sinfonia. Suuna ricetta semplice comequesta, non mi sognereimai di creare chissà qualevariante, perché non c’èproprio spazio per le inter-pretazioni personali; a mioavviso tutto quello che almassimo si può fare è una

guarnizione del piatto: non so, unventaglio di zeste di agrumi o unamacinata di pepi diversi a bordopasta, cose così. Diverso il discorsosu una lasagna, mai uguale a sestessa; su una crema o un arrosto; inquesti casi stiamo parlando di ricettelibere, che ci consentono di daresfogo alla fantasia. Ma una codificadelle ricette che ci identificano nelmondo è giusta e doverosa, perchéle varianti personali a lungo andaresedimentano e hanno il potere dicancellare la memoria storica; atutt’oggi nel nostro Paese di ricettedepositate ce ne sono davvero pochee quindi sta a noi far sì che i piattidella memoria non si disperdano neltempo ma con i loro sapori e pro-fumi ci riportino indietro negli annie ci facciano assaporare i ricordi.Buon appetito amici miei, alla pros-sima settimana con la vostra Lovely-Cheffa.

PAROLA DI CHEF

Variare o non variare?Questo è il dilemma

PIATTI DELLA TRADIZIONEE RICETTE DA TUTELARE

di Rita Monastero

Page 22: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

un Pinot Nero dalla concentrazione in-solita, un Sauvignon Blanc, frutto diun'interpretazione fortemente legataalle caratteristiche del terreno, un Mer-lot elegante e strutturato e un blend diMerlot e Sangiovese battezzato Fralù.Un nome, quest'ultimo, simbolico eestremamente significativo per la fami-glia, che sottolinea un legame indisso-lubile durato cinquant'anni.Questo progetto, oltre a consolidare ilsuccesso del gruppo, ha celebrato l'en-nesimo matrimonio tra arte, vino emoda; un sodalizio che promette dicrescere con diverse iniziative ed eventi

che affiancheranno alle nuove etichettedella cantina le creazioni più impor-tanti del panorama artistico attuale.

giovedì 12 marzo 2015 pagina 22RUBRICHE

di Davide Bianchino

Al recente Salone dell'automobile di Ginevra era presente nellostand Renault un crossover tutto nuovo. Visto il successo chequesta tipologia di auto continua a riscuotere su tutti i mercati,anche la casa francese ha pensato bene di sfornare un nuovomodello. Soprattutto perché (in parte) trattasi di un’operazioneabbastanza semplice visto che in casa hanno già il cugino Qa-shqai. Il crossover giapponese nasce infatti dall’alleanza franco-giapponese del gruppo Renault-Nissan e guardando i numeri èstato e continua ad essere un successo.

Et voilà, ecco nascere laversione Renault del Qa-shqai, il nuovo Kadjar. Ilnome esotico nasce dallacombinazione “KAD” e“JAR”. KAD si ispira ai“quad” (veicoli quattroruote da tempo libero)mentre JAR richiama la pa-rola francese ‘agile’ o ‘jail-lir’ a rappresentarel’agilità e l’emergere inqualcosa. Nome a parte, èinteressante notare le si-

militudini (tante) con il Qashqai. La base innanzitutto è la stessa,la piattaforma CMF C/D già best seller di categoria. La carroz-zeria, nonostante gli sforzi dei designer francesi, tradisce moltesimilitudini con il cugino giapponese. Quasi identiche anche ledimensioni (445x184x160). Le principali differenze si notanoal frontale, con la classica grande "losanga" Renault, e al po-steriore dove troviamo grandi fanali a sviluppo orizzontale in stileClio. Il design è figlio del nuovo corso stilistico della casa, tantoche a prima vista il nuovo Kadjar potrebbe anche essere scam-

biato per una versione maggiorata del Captur, l'altro crossoverRenault. Anche qui, infatti, troviamo linee muscolose, protezionisotto porta e un'altezza da terra che lo predispone anche ad unuso off-road leggero.Gli interni sono più classici e meno sbarazzini rispetto alla Cap-tur, quasi a voler ribadire il ruolo di vettura più matura per usofamiliare. La plancia presenta plastiche di buona qualità, mor-bide al tatto, e non manca uno schermo touch da 7" al centroche comanda le principali funzioni di bordo. Il Kadjar è dotatoanche dell'impianto infotelematico R-link 2 della nuova Espace,ottimizzato per il collegamento di smartphone, riconoscimentovocale e possibilità di scaricare app dalla rete. Ottimo lo spazioper i passeggeri, esattamente come per il Qashqai, e i relativibagagli: 472 litri la capienza del vano posteriore. Anche la mec-canica ricalcherà fedelmente quella del parente giapponese: cisaranno quindi il 1.5 dci da 116cv, il 1.6 dci da 131cv e il piccoloturbo benzina 1.2 da 115cv. Facile a questo punto prevedere lastessa ottima efficienza del Qashqai anche sul versante con-sumi. Per le versioni 4x4 sono previste tre modalità di utilizzo(Auto, lock e 2WD) per l'utilizzo in fuoristrada. Sulla 2WD c'è in-vece la funzione Extended grip per una maggiore trazione suifondi a bassa aderenza. Ottima la dotazione di accessori dedicatialla sicurezza di guida: frenata di assistenza automatica, sistemadi parcheggio assistito, allarme superamento corsia, riconosci-mento segnali stradali, sono solo alcuni tra i principali. Il nuovoKadjar sarà un veicolo "globale". Sarà infatti costruito in Spagnanello stabilimento di Palencia e sarà in vendita anche in Africa enel bacino mediterraneo, ma in futuro verrà realizzata una nuovafabbrica anche in Cina a Wuhan. Trattandosi di un'anteprimaancora non sono disponibili i prezzi ma è facile prevedere chenon si discosteranno molto da quelli del Qashqai. Per gli inte-ressati l'attesa sarà breve: prevista ad aprile la vendita.

Renault Kadjar: il gemello-diverso del Qashqaidirettore responsabile

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corrierediromaedellazioPER RIMANERE AGGIORNATO

IN TEMPO REALE

PROFUMI D’UMBRIA AL CIRCOLO ANIENE DI ROMASCELTI PER VOI

A sinistra Andrea Formilli Fendi con la madre Franca; sopra con

Marco Gubbiotti e Daniela Amadei

È stata sicuramente unabella serata quella che siè svolta al Circolo Ca-nottieri Aniene, doveprotagonista assoluta è

stata l’Umbria, grazie ai piatti preparatidallo chef pentastellato Marco Gub-biotti e ai vini di Andrea FormilliFendi, direttamente dalla cantina di fa-miglia, Le Corgne, nella tenuta a Val-fabbrica (Perugia). I piatti propostidurante la cena hanno colpito tutti:buoni, centrati nel gusto, e ben presen-tati. I vini, in particolare il merlot e ilpinot nero, sono stati la colonna so-nora. Tra i tavoli era un continuo dibicchieri alzati, in cerca di qualunquepretesto per un brindisi, ancora primadegli antipasti. Arte e vino si fondono nella cantinavinicola Le Corgne di Andrea FormilliFendi, realizzata nella tenuta di fami-glia a Valfabbrica in Umbria. La strut-tura, a 750 metri sul livello del mare, siestende per 35 ettari di cui solo 6 im-piantati a vigneto. Il terreno, grazie allaposizione e alle forti escursioni termi-che, si presta molto bene alla matura-zione dei vitigni. Proprio questi fattoriambientali hanno fatto nascere il pro-getto di ristrutturazione dello spaziovoluto da Andrea Formilli Fendi, unospazio relativo alla tenuta, dove sonostati coinvolti diversi tecnici e artisti.Un progetto che ha preso vita il 14 set-tembre 2013. La cantina è stata realizzata conun'impostazione decisamente interna-zionale. Infatti, nel corso della seratasono stati presentati diversi prodotti:

I vini d’arte di Andrea Formilli Fendi

Resa per ettaro: 45qli/HaEpoca vendemmiale: fine settem-breFermentazione: inferiore ai 25°Cper circa 15 gg. La macerazione poiprosegue per altri 10 ggAffinamento: 18 mesi in barriquesfrancesiColore: rubino rubinoProfumi: frutta rossa, pepe nero ecoriandolo il tutto bilanciato da notetostate.

MERLOT 2011

Resa per ettaro: 45qli/HaEpoca vendemmiale: inizio settem-breFermentazione: inferiore ai 25°Cper circa 15 gg. La macerazione poiprosegue per altri 10 ggAffinamento: 18 mesi in barriquesfrancesiColore: rubino intensoProfumi: ventaglio olfattivo ele-gante, etereo e speziato con ine-briante sottofondo di confetturarossa.

PINOT NERO 2011

Resa per ettaro: 45qli/HaEpoca vendemmiale: inizio settem-breFermentazione: inferiore ai 18°Cper circa 20 ggColore: giallo verdolino con riflessidoratiProfumi: complesso con sentoriagrumati e di pompelmo. Bilanciatocon leggere note tostate.

SAVIGNON BIANCO 2012

Carciofo arrostoFiletto di maiale marinato alla birra, salsa di FricasseaTimballo di Vincisgrassi con cacciatora di agnelloGuazzetto di lenticchie di Castelluccio alla mentuccia

Filetto e guancia di vitello, acetodi Ginepro, radicchio arrostoTegame di Sedano di TreviTorta di caroteSorbetto di mele, mandorle e spezieCrema allo zafferano

I VINI DI ANDREAFORMILLI FENDIsono in vendita

presso l’enotecadel CENTROVINI

ARCIONIVia Nemorense 57,

Roma Tel. 06 86206616

di Francesco Vitale

IL MENU DELLA SERATA

Page 23: IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

in un racconto fantastico ispiratoda “L’Histoire du Soldat”, un dia-volo che si diverte a trasformarsi incinque diversi personaggi. Molte-

plici sono i quadri che compon-gono il secondo tempo, nel qualeKemp offre dapprima un’oniricaidentificazione melodrammatica

con Violetta e Maria Callas in “Ri-cordi di una Traviata”, per poi intra-prendere un personale viaggionella pazzia mistica del leggendarioballerino Nijinsky fino a trasfor-marsi in un angelo , in “L’Angelo”,un’anima che trascende ogni iden-tità per diventare un simbolo del-l’essenza umana, della rinascita edella speranza.Nel secondo tempo ci sono anchedue nuovi pezzi: “Mi Vida”, creatodal coreografo belga Luc Bouy, e“La Femme en Rouge”. E debuttaanche un nuovo attore-ballerino,

Ivan Ristallo, che s’aggiunge inscena a Daniela Maccari, coreo-grafa collaboratrice e ormai “musaballerina” di Kemp, e David Hau-ghton, storico collaboratore chequi fa il narratore della Storia delSoldato.

M.P.M.Lindsay Kemp, “Inventions and

reinarnations”Venerdì 13 marzo 2015, h 21

Teatro BrancaccioVia Merulana 244, Roma

Biglietti da € 28 a e 37Info: 06 80687231

giovedì 12 marzo 2015 pagina 23 RUBRICHE

U na sera, una soltanto, perassistere ad uno spetta-colo intriso di magia,

dove fantasia e poesia si mescolanoleggere. Abile burattinaio nel muo-vere i fili delle emozioni il grandeLindsay Kemp, che venerdì 13marzo è atteso al Teatro Brancac-cio di Roma con il suo ultimo spet-tacolo, intitolato “Inventions andreincarnations”. Indecifrabile e silenzioso, LindsayKemp si muove da oltre quaran-t’anni sui palcoscenici del mondoattraversando i generi e mesco-lando teatro, danza, mimo, tradi-zione e sperimentazione. Difficiledimenticare una calda sera d’estatedi forse quindici anni fa, quando afare da sfondo alle sue storie rac-contate senza parole fu il TeatroRomano di Ostia Antica, complicila luna e mille stelle ammiccantinella quiete lontana dai rumori deltraffico. Ma Kemp sa come crearela magia anche nel cuore di Roma,accompagnato questa volta dai bal-lerini della sua compagnia, com-plici nel raccontare le invenzioni ele reincarnazioni che compongonoquesto spettacolo. Articolato in due tempi, si com-pone infatti di nuove creazioniframmiste ad alcuni pezzi classiciricreati e rivissuti da Kemp in-sieme a quattro collaboratori. Equattro sono i personaggi nei qualil’artista incarna il suo trasformi-smo: nel primo tempo è il diavolo

Solo qualche mese fa ci ha emozionato al ci-nema con il suo “giovane favoloso”, ispiratoad un Leopardi inedito. Ora Mario Martone,

regista da anni abituato ad alternare cinema e teatro,è pronto a catturare lo spettatore con il suo ultimolavoro, una Carmen riscritta nei testi e nelle am-bientazioni e reinterpretata musicalmente, che,dopo il felice debutto al Teatro Carignano di To-rino, approda al Teatro Argentina di Roma dal 18marzo al 19 aprile prossimi.Carmen fa pensare immediatamente alla novella diMérimée e soprattutto alle musiche di Bizet. Car-men fa pensare a una figura femminile di straordi-naria potenza, ad ambientazioni e suoni e coloriche avvolgono lo spettatore e restano impressi nellasua memoria. Tutto questo riecheggia nell’opera diMartone, frutto di un attento lavoro di rilettura e ri-scrittura, anche musicale, della Carmen originaria.Un lavoro che il regista ha condotto a più mani, in-sieme a Mario Tronco, musicista partenopeo anchelui, anima di quell’Orchestra di Piazza Vittorioche, prepotentemente, negli anni si è trasformatada esperimento sociale in una bella realtà artisticaalla quale è affidata l’esecuzione delle musiche del-l’opera. E poi insieme a Enzo Moscato, uno deimaggiori drammaturghi della Napoli d’oggi. E conl’apporto, non secondario, di un altro musicistacome Leandro Piccioni. Il risultato è una Carmennapoletana, che attinge a piene mani alle atmosferedi Raffaele Viviani, ma senza ignorare sprazzi di fan-tasia estrema che sembrano mutuati dalla Pelle diCurzio Malaparte o situazioni da sceneggiata.Eccola, dunque, la Carmen secondo Mario Mar-tone, donna di prepotente femminilità e passiona-

lità, affidata aduna Iaia Forte insplendida formae perfettamentea suo agio neipanni dell’eroinache, smessi ipanni della siga-raia, si trasforma.

Ora è la tenutaria di un bordello a Napoli, accecatadal suo Cosè, uno straordinario Roberto De Fran-cesco: è lei, nell’opera di Martone sopravvissuta ase stessa, a prendere la parola e a raccontare in primapersona la sua storia, in una Napoli scintillante dicolori e di suoni, di atmosfere sospese tra il dopo-guerra e l’oggi, di incontri di culture e razze e suoni.Del resto, quella manifattura di tabacchi in disuso,dove Carmen e le sue compagne di diversa naziona-

lità vivono, ha ben poco in comune conSiviglia. Ed è a Napoli che Carmen in-contra i due uomini del suo destino: unsoldatino dalla parlata veneta, innamo-rato di lei e perso nel tentativo di im-brigliarne la passionalità in un legamefatto di fedeltà, e l’eterno torero, chenon “mata” tori, ma donne, facendoperdere la testa anche a chi, come lei,ama soprattutto la sua libertà. Così siconsuma la tragedia di Carmen, che nelfinale ritroviamo tenutaria di un bor-dello, ormai cieca, accecata da Cosè, in-tenta a raccontare la sua storia in un

lungo e doloroso flasback, miracolosa-mente sopravvissuta al suo destino, sim-bolo di una tragedia che

quotidianamente si ripete in ogni parte del mondo.Sul palcoscenico, accanto a Iaia Forte e a RobertoDe Francesco ci sono Houcine Ataa, Viviana Can-giano, Francesco Di Leva, Kyung Mi Lee, GiovanniLudeno, Ernesto Mahieux, Anna Redi e RaulScebba; ad essi si aggiungono i musicisti dell’Or-chestra di Piazza Vittorio (Emanuele Bultrini,Peppe D’Argenzio, Duilio Galioto, Ernesto Lopez,Omar lopez, Pino Pecorelli, Pap Yeri Samb, MiriamSerban e Ion Stanescu). Le scene sono di SergioTramonti, i costumi di Ursula Patzak, le luci di Pa-squale Mari.

CarmenDal 18 marzo al 19 parile 2015

Teatro ArgentinaLargo di Torre Argentina 52, Roma

Biglietti da € 12 a € 29Info e orari: 06684000345

AL TEATRO ARGENTINA DAL 18 MARZO AL 19 APRILESCELTI PER VOI

La nuova Carmen napoletana di Martone

Le invenzioni e le reincarnazioni di Lindsay KempIL NUOVO SPETTACOLO DEL MIMO AL BRANCACCIO IL 13 MARZO

CASA DEL JAZZTributo a Rota e MorriconeVenerdì 19 marzo alle 21, alla Casa delJazz di viale di Porta Ardeatina 55, Ro-sario Giuliani al sax e Luciano Biondiniall’accordeon saranno protagonisti diun tributo a Ennio Morricone e a NinoRota, proponendo una rilettura jazzdelle grandi colonne sonore compostedai due autori.Biglietti € 10; info 06 704731

AULA MAGNA DELLA SAPIENZARameau e Vivaldi a confrontoMusica italiana e francese del 700

a confronto, sabato 14 marzo,nell’Aula Magna della Sapienza, per la

stagione dell’Istituzione Universitariadei Concerti, alle 17,30.

Protagonisti sono Les Paladins, gruppostrumentale francese specializzato inmusica barocca, per la prima volta inItalia. Con loro i soprani Emmanuelle

De Negro e Maria Grazia SchiavoBiglietti da € 15 a € 25

info 06 3610051-2

PALALOTTOMATICAFrancesco De Gregori in concertoAnteprima assoluta al Palalottomaticadi Roma, il 20 marzo, del Vivavoce Tourdi Francesco De Gregori. L’artista rivi-sita con arrangiamenti inediti 28 branidel suo repertorio.Info orari e biglietti 06 54090.1

MONTEROTONDOIl Festival delle Cerase

cerca giuratiContinua con successo a Monterotondoil Festival delle Cerase, prestigiosa ras-

segna dedicata al cinema italiano diqualità, organizzata da Silvio Luttazi.

Chi volesse far parte della giuria popo-lare, che assegnerà i premi il 6 giugno

prossimo, può scrivere [email protected]

o [email protected] oppure chiamare

il numero 3388716481

IN PRIMA FILA

di Maria Pia Miscio

C rescono in maniera esponenziale gli appassionati di danza. Eprova ne è il successo crescente che una rassegna come il Fe-stival Internazionale della Danza, alla sua quinta edizione

e in programma al Teatro Olimpico, continua a riscuotere. Organizzatain collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana, la ker-messe si articola fino al 17 maggio in due mesi di appuntamenti di danzae teatro visivo con cinque compagnie di diversa provenienza e formazioneartistica.Esordio scintillante per il festival con il debutto italiano di “Fiesta Argen-tina”, il nuovo spettacolo del coreografo Néstor Pastorive, in scena al-l’Olimpico fino al 22 marzo. Tecnica impeccabile e grande capacità diinnovazione, Pastorive propone un affascinante viaggio alla scoperta diun’Argentina insolita, nella quale il tango è solo una delle danze popolaripraticate in tutto il paese: non meno affascinanti sono la “chacarera” dellacampagna, la sensuale “zamba” con i suoi fazzoletti, la “milonga” natanelle case da ballo della gente povera e soprattutto il “malambo”, danzamaschile che ricalca la doma dei cavalli dei gauchos nelle pampas.

Si passa a tutt’altro genere con il debutto di “HQ PROGRAM”, martedì 31marzo. Si tratta di una prima assoluta, nata dall’incontro tra la giovanepianista Gloria Campaner e il ballerino e coreografo Joost Vrouen-raets, direttore artistico e fondatore del Gotra Ballet di Heerlen. Nellospettacolo la pianista diventa parte integrante delle coreografie danzatedai ballerini della compagnia olandese, sulle note di Schumann e di alcunifra i nomi più interessanti della nuova musica. Mercoledì 1 aprile, con replica il 2, irrompe nel Festival Internazionaledella Danza il rock dei Marlene Kuntz, che si uniscono alla danza diMvula Sungani Companynell’originale spettacolo intitolato “Il vestitodi Marlene” al suo debutto nella capitale. Filo conduttore è la figura fem-minile nei suoi molteplici aspetti, evocata dalle melodie ammalianti, manon prive di sonorità acide e disturbate, dei Marlene Kuntz e dalla fisicitàe dalla grazia delle coreografie di Mvula Sungani.Martedì 5 maggio, con replica il 6, torna Aterballetto, tra le compa-gnie italiane di danza contemporanea più apprezzate sulla scena inter-nazionale, che presenta in una unico spettacolo “Don Q. - Don Quixote de

la Mancha”, coreografia di Eugenio Scigliano, e “Rossini Cards” per lacoreografia di Mauro Bigonzetti su musica di Rossini. Infine, altro gradito ritorno, con nuovi sketch mai rappresentati a Roma,è quello dei Mummenschanz, in scena dall’8 al 17 maggio. Fra lecompagnie di teatro visivo più importanti al mondo i Mummenschanz ir-rompono sul palcoscenico indossando ciò che per la nostra società nonha valore: sacchetti dilatati, resti di tubo a fisarmonica, teste di bidoni, filidi ferro o serpentine luminescenti, stralci di stoffa, pezzi di cartone, gom-mapiuma ed altro ancora. Tutti materiali mossi o modellati in modo dagenerare un insolito girotondo gioioso, che sorprende e diverte.

M.P.M.Festival Internazionale della Danza

Fino al 17 maggio 2015 Teatro Olimpico

Piazza Gentile da Fabriano 17, RomaBiglietti da € 7 € 38

Info e orari: 06 3265991

All’Olimpico il Festival della danza internazionaleLA RASSEGNA TRA CLASSICA, ROCK E POP FINO AL 17 MAGGIO

Sopra Iaia Forte: a sinistraMario Martone

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