IL PENSIERO
COMPUTAZIONALE ENTRA
NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA
IL PENSIERO COMPUTAZIONALE INSEGNA A PENSARE IN MANIERA ALGORITMICA : A TROVARE UNA SOLUZIONE E SVILUPPARLA , E CIO' AVVIENE CON LA PROGRAMMAZIONE.
OGGI, QUANDO SI PARLA DI PROGRAMMAZIONE SI FA RIFERIMENTO AL CODING. IL CODING DÀ AI BAMBINI UNA FORMA MENTIS, CHE PERMETTERÀ LORO , DI AFFRONTARE PROBLEMI COMPLESSI QUANDO SARANNO PIU' GRANDI. INSOMMA IMPARARE A PROGRAMMARE APRE LA MENTE.
QUANDO I BAMBINI SI AVVICINANO AL CODING DIVENTANO SOGGETTI ATTIVI DELLA TECNOLOGIA.
Già dallo scorso anno scolastico, abbiamo provato nella nostra scuola dell’infanzia , ad introdurre un percorso per lo sviluppo del pensiero computazionale nei bambini; il presupposto è quella di educare i bambini ad essere soggetti attivi che costruiscono, pensano, provano e verificano. Fare coding significa infatti, mettere i bambini in condizione di eseguire o inventare una serie di istruzioni in sequenza per raggiungere un obiettivo; in altre parole è costruire, risolvere, ragionare… è sviluppare il pensiero computazionale.Anche gli alunni delle scuole dell’infanzia possono avvicinarsi al coding in classe, ovviamente è necessario utilizzare attività didattiche, software e attrezzature semplificati che utilizzino le immagini al posto delle parole scritte. Per prima cosa si è svolta l’ esperienza con il tappeto del coding.
Un grande tappeto dove è stampata una griglia, viene usato per far
percorrere ed organizzare lo spazio attraverso esperienze sensoriali,
motorie, topologiche e costruttive. Poi al bambino viene sottoposta una
scheda con un percorso, infine svolgeranno lo stesso percorso con le
Beebot, robottini a forma di api esplorate minuziosamente dalle loro
manine.
Tutti i bambini della scuola dell’infanzia , dai tre ai sei anni, hanno partecipato con
moltissimo interesse , entusiasmo, curiosità e stupore, alle varie attività proposte sul coding,
specialmente i bambini con disabilità, i quali in questo laboratorio , in situazioni di
grande/ piccolo gruppo o in coppia, hanno appreso per scoperta procedendo per tentativi ed
errori; sperimentato; progettato; costruito; condiviso con gli altri e attivato modalità di
tutoraggio nei confronti di chi si è trovato in difficoltà. L’insegnante ha avuto il ruolo di
mediatore didattico che ha guidato a distanza, coordinato, sollecitato, confortato ed
incoraggiato i piccoli aiutandoli ad accrescere la propria autostima .
I bambini, in un clima di condivisione e collaborazione, hanno maturato e consolidato alcune abilità di base proprie della scuola dell’infanzia come l’orientamento nello spazio, la lateralità, la creatività, il pensiero logico-deduttivo, il pensiero computazionale dando avvio allo sviluppo di competenze digitali.L’utilizzo delle nuove tecnologie applicate alla didattica rende il processo di insegnamento/apprendimento innovativo, coinvolgente, e rappresenta un valore aggiunto alle tradizionali modalità di lavoro dell’insegnante.