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Il Popolo Veneto N°2-2015

Date post: 14-Feb-2018
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    IL POPOLO VENETO.Giornale italiano fondato nel 1921 - Anno 94 N2 - 2015. www.ilpopoloveneto.it.

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    MESSA A PLAZA DE LA REVOLUCION

    Papa Francesco, da ieri (19 Settembre) a Cuba, dove al suo arrivo ha lanciato unmessaggio di pace con queste parole: "La riconciliazione con gli Usa sia daesempio per il mondo"), per un viaggio apostolico che lo porter anche negli StatiUniti, ha celebrato questa mattina la Santa Messa a LAvana, davanti a pi di500mila persone sotto la gigantografia stilizzata di Che Guevara, nella Plaza de LaRevolucion (dove celebrarono anche Papa Giovanni Paolo II nel 1998 e PapaBenedetto XVI nel 2012), intitolata a Jos Mart, padre dell'indipendenza di Cubadalla Spagna.

    Plaza de La Revolucion ha un forte significato simbolico per il Paese caraibico,infatti qui Fidel Castro annunci al popolo cubano la notizia dell'uccisione del Cheda parte dei militari della giunta di La Paz, l'8 ottobre 1967.

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    Papa Francesco stato accolto da unimmensa folla entusiasta, tra bandierine delVaticano e di Cuba, e canti locali. Dietro l'altare da cui stata celebrata la Messa,spiccava la gigantesca scritta 'Misionero de la Misericordia', con foto in bianco enero del Papa e di Madre Teresa di Calcutta intenti ad accarezzare bambini malati.

    Al lato opposto della piazza, erainvece posizionato un grandemanifesto del Cristo dellaMisericordia con le parole

    'Vengan a mi', a coprire i 20 pianidella biblioteca nazionale. Inprima fila per partecipare allaMessa cerano il presidente diCuba Raul Castro e la presidentedell'Argentina Cristina Kirchner.

    Durante lomelia Papa Francescoha esortato i presenti adimpegnarsi concretamente per aiutare il prossimo: La vita autentica quellafondata nell'impegno concreto col prossimo. Non dimentichiamoci della BuonaNotizia di oggi: la grandezza di un popolo, di una nazione, la grandezza di unapersona si basa sempre su come serve la fragilit dei suoi fratelli. In questo >>

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    troviamo uno dei frutti di unavera umanit. Chi non vive perservire, non serve per vivere. Il"servizio" agli altri non maiideologico, dal momento chenon serve idee, ma persone.

    Il Pontefice ha impartitopersonalmente la prima

    comunione a dieci bambini. E'la prima volta che questo

    accade in un viaggio apostolico. Altermine della funzione statorecitato l'Angelus domenicale,durante il quale Papa Francesco hapronunciato un appello per la pacein Colombia. Proprio a L'Avana,

    infatti, sono in corso da alcuni mesii negoziati tra i guerriglieri delleFarc e il governo colombiano. (red.)

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    VISITA PASTORALE A CUBA

    19.09.2015

    Viaggio Apostolico di Sua Santit Francesco a Cuba, negli Stati Uniti dAmerica eVisita alla Sede dellOrganizzazione delle Nazioni Unite, in occasione dellapartecipazione allVIII Incontro Mondiale delle Famiglie in Philadelphia (19-28settembre 2015) - La partenza da Roma e telegramma al Presidente dellaRepubblica Italiana, 19.09.2015

    La partenza da Roma

    Ha avuto inizio questa mattina il 10 Viaggio Apostolico internazionale del SantoPadre Francesco, che si reca a Cuba, negli Stati Uniti dAmerica e alla SededellONU in occasione della partecipazione allIncontro Mondiale delle Famiglie chesi tiene a Philadelphia.

    Laereo con a bordo il Santo Padre (un A330 dellAlitalia) decollato dallaeroportointernazionale Leonardo da Vinci di Roma-Fiumicino alle ore 10.32.

    Larrivo allaeroporto internazionale Jos Mart di La Habana previsto per le 16(le 22 ora di Roma), dopo quasi dodici ore di volo.

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    Telegramma al Presdente della Rep!""l#a Italana

    Nel momento di lasciare il territorio italiano alla volta di Cuba, il Santo PadreFrancesco ha fatto pervenire al Presidente della Repubblica Italiana, On. SergioMattarella, il seguente messaggio telegrafico:

    A Sua EccellenzaOn. Sergio MattarellaPresidente della Repubblica ItalianaPalazzo del Quirinale00187 Roma

    Nel momento in cui mi accingo a compiere la mia visita pastorale a Cuba e negliStati Uniti, mosso dal desiderio di incontrare i fratelli nella fede e gli abitanti diquelle nazioni, mi gradito rivolgere a lei Signor Presidente e allintero Popoloitaliano lespressione del mio beneaugurante saluto che accompagno con cordialiauspici di pace e prosperit. FRANCISCUS PP.

    Parole del Santo Padre a gornalst d!rante l $olo $erso C!"a

    Sullaereo che lo portava da Roma a Cuba, Papa Francesco come di consueto si recato a salutare gli operatori dei media che lo accompagnano sul volo papale.

    Introdotto dalla presentazione del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, P.Federico Lombardis, S.I., il Papa ha rivolto ai giornalisti alcune parole. Neriportiamo di seguito il testo:

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    P. Lombardi: Santo Padre,benvenuto in mezzo a noi. Siamodi nuovo in volo per linizio di ungrande viaggio apostolico. Cstata una grandissima attesa perquesto viaggio, come Lei sabene. Gi nei giorni recenti, anzi,nelle settimane recenti lacopertura giornalistica su questoviaggio grandissima: diciamopi del solito, rispetto anche agli

    altri viaggi. E a terra ci sono, ad aspettarLa, migliaia di giornalisti accreditati nellediverse localit dove Lei viagger. Qui noi siamo 76: avevamo avuto pi di 140domande per essere presenti sul volo, e abbiamo dovuto restringere. Ma gli altricolleghi seguono con molta attenzione, naturalmente dai diversi punti in cui ilviaggio avviene. La comunit che qui presente, come al solito, rappresentadiverse lingue e diversi Paesi. Per comprensibile che ci sia questa volta unarappresentanza di giornalisti e di testate degli Stati Uniti particolarmente forte.Quindi, circa un terzo dei colleghi qui presenti sono rappresentanti di televisioni,giornali, agenzie degli Stati Uniti: oltre 20 su 76. Per, abbiamo anche una cubanacon noi, che si chiama Rosa Miriam Elizalde: eccola l. Potr salutarla mentregirer. E allora, noi Le diamo il benvenuto in mezzo a noi, Le assicuriamo cheseguiremo questo viaggio con estrema attenzione rendendoci conto che digrande importanza per il mondo intero: Lei avr modo di dare messaggi per la paceper tutte le Nazioni in circostanze assolutamente eccezionali. Se vuole dire unabreve parola di introduzione anche Lei, prima di salutare i colleghi Grazie mille!

    Santo Padre:Grazie per il benvenuto! Buongiorno. Vi auguro un buon viaggio e unbuon lavoro. Se non sbaglio, credo che questo sia il [viaggio] pi lungo che iofaccio, un giorno in pi di quello in Brasile Avrete lavoro! Vi ringrazio tanto, tantoper il lavoro che fate e che farete. Padre Lombardi ha detto una parola: pace.Credo che oggi il mondo sia assetato di pace. Ci sono le guerre, i migranti chefuggono, questa ondata migratoria che viene dalle guerre, per fuggire dalla morte,per cercare la vita Oggi mi sono emozionato tanto perch a salutarmi davanti allaCasa Santa Marta cera una delle due famiglie che sono nella parrocchia diSantAnna, in Vaticano, accolte l, siriani, profughi Si vedeva nel volto il dolore diquesto! Quella parola: pace Io vi ringrazio per tutto quello che voi farete nelvostro lavoro per fare ponti: piccoli ponti, piccoli, ma un piccolo ponte e un altro eun altro e un altro, fanno il grande ponte della pace. Buon viaggio, buon lavoro.Pregate per me. Grazie.

    Unultima cosa, di cui padre Lombardi ha parlato, e che ma uno di voi mi hasottolineato, questa: giusto che io dica e mandi un saluto grande a tanti vostricolleghi che in questo momento stanno lavorando e lavoreranno negli uffici.

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    Cermona d "en$en!to all%aeroporto nternazonale

    &'os( Mart)* d La +a"ana ,C!"a-

    Signor Presidente,Distinte Autorit,Fratelli nellEpiscopato,Signori e Signore,

    molte grazie, SignorPresidente, per la Suaaccoglienza e le Suecortesi parole dibenvenuto a nome delGoverno e di tutto ilpopolo cubano. Il miosaluto va anche alleAutorit e ai membri delCorpo Diplomatico chehanno avuto la cortesiadi rendersi presenti inquesta circostanza.

    Ringrazio per la lorofraterna accoglienza ilCardinale Jaime Ortegay Alamino, Arcivescovodi La Habana, Mons.Dionisio GuillermoGarca Ibez,Arcivescovo di Santiagodi Cuba e Presidentedella ConferenzaEpiscopale, gli altriVescovi e tutto il popolo

    cubano.

    Grazie a tutti coloro che si sono prodigati nella preparazione di questa visitapastorale. Vorrei chiederLe, Signor Presidente, di trasmettere i miei sentimenti dispeciale considerazione e rispetto a Suo fratello Fidel. Vorrei inoltre che il miosaluto giungesse in modo particolare a tutte quelle persone che, per diversi motivi,non potr incontrare e a tutti i cubani dispersi nel mondo.

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    Come Lei, Signor Presidente,ha ricordato, in questo anno2015 si celebra l80Anniversario dellostabilimento delle relazionidiplomatiche ininterrotte tra laRepubblica di Cuba e laSanta Sede. La Provvidenzami permette di arrivare oggiin questa amata Nazione,seguendo le indelebili ormedel cammino aperto daimemorabili viaggi apostoliciche hanno compiuto inquestIsola i miei duepredecessori, san GiovanniPaolo II e Benedetto XVI. Soche il loro ricordo suscitagratitudine e affetto nelpopolo e nelle Autorit diCuba. Oggi rinnoviamo questilegami di cooperazione eamicizia perch la Chiesacontinui ad accompagnare edincoraggiare il popolo cubanonelle sue speranze, nelle suepreoccupazioni, con libert etutti i mezzi e necessari per

    far giungere lannuncio del Regno fino alle periferie esistenziali della societ.

    Questo viaggio apostolico coincide inoltre con il primo Centenario dellaproclamazione della Vergine della Carit del Cobre quale Patrona di Cuba, da partedi Benedetto XV. Furono i veterani della guerra dindipendenza, mossi dasentimenti di fede e di patriottismo, che chiesero che la Vergine mambisa[cubana]fosse la patrona di Cuba come Nazione libera e sovrana. Da quel momento, Ella haaccompagnato la storia del popolo cubano, sostenendo la speranza che custodiscela dignit delle persone nelle situazioni pi difficili e difendendo la promozione ditutto ci che conferisce dignit allessere umano. La devozione crescente verso laVergine della Carit del Cobre una testimonianza visibile della presenza dellaVergine nellanima del popolo cubano. In questi giorni avr loccasione di recarmi alSantuario del Cobre come figlio e come pellegrino, a pregare nostra Madre per tutti

    i suoi figli cubani e per questa amata Nazione, perch percorra sentieri di giustizia,di pace, di libert e di riconciliazione.

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    Geograficamente,Cuba unarcipelago che siaffaccia versotutte le direzioni,con uno

    straordinariovalore comechiave tra norde sud, tra est eovest. La sua

    vocazionenaturale quelladi essere puntodincontro perchtutti i popoli si

    trovino in amicizia, come sogn Jos Mart, oltre le strettoie degli istmi e lebarriere dei mari (Conferenza Monetaria delle Repubbliche dAmerica, in Obrasescogidas II, La Habana 1992, 505). Questo stesso desiderio fu di san GiovanniPaolo II con il suo ardente appello affinch Cuba si apra con tutte le suemagnifiche possibilit al mondo e il mondo si apra a Cuba (Discorso allarrivo, 21gennaio 1998, 5).

    Da alcuni mesi, siamo testimoni di un avvenimento che ci riempie di speranza: ilprocesso di normalizzazione delle relazioni tra due popoli, dopo anni diallontanamento. un processo, un segno del prevalere della cultura dellincontro,del dialogo, del sistema della valorizzazione universale... sul sistema, morto persempre, di dinastia e di gruppo, diceva Jos Mart (ibid.).

    Incoraggio i responsabili politici a proseguire su questo cammino e a svilupparetutte le sue potenzialit, come prova dellalto servizio che sono chiamati a prestarea favore della pace e del benessere dei loro popoli, e di tutta lAmerica, e comeesempio di riconciliazione per il mondo intero. Il mondo ha bisogno diriconciliazione in questa atmosfera di terza guerra mondiale a pezzi che stiamovivendo.

    Affido queste giornate allintercessione della Vergine della Carit del Cobre, deiBeati Olallo Valds e Jos Lpez Pieteira e del venerabile Flix Varela, grandepropagatore dellamore tra i cubani e tra tutti gli esseri umani, perch accrescano inostri legami di pace, solidariet e rispetto reciproco.

    Di nuovo, molte grazie, Signor Presidente.

    Al termine della cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si trasferito in autoalla Nunziatura Apostolica di La Habana.

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    Santa Messa. Omela del Santo Padre

    Plaza de la Revolucin, La Habana.Domenica, 20 settembre 2015

    Ges rivolge ai suoi discepoli unadomanda apparentemente indiscreta:Di che cosa stavate discutendo per lastrada? (Mc9,33). Una domanda cheanche oggi Egli pu farci: Di cosaparlate quotidianamente? Quali sono

    le vostre aspirazioni? Essi - dice ilVangelo - tacevano. Per la stradainfatti avevano discusso tra loro chifosse pi grande (Mc9,34). Sivergognavano di dire a Ges di cosastavano parlando. Come nei discepolidi ieri, anche in noi oggi si puriscontrare la medesima discussione:Chi il pi grande?.

    Ges non insiste con la sua domanda,non li obbliga a dirgli di che cosaparlavano per la strada; eppure quelladomanda rimane, non sono nella

    mente, ma anche nel cuore dei discepoli.

    Chi il pi grande?. Una domanda che ci accompagner per tutta la vita e allaquale saremo chiamati a rispondere nelle diverse fasi dellesistenza. Non possiamosfuggire a questa domanda, impressa nel cuore. Ho sentito pi di una volta inriunioni famigliari domandare ai figli: A chi volete pi bene, al pap o alla

    mamma?. come domandare: chi pi importante per voi? Questa domanda davvero solo un semplice gioco per bambini? La storia dellumanit stata segnatadal modo di rispondere a questa domanda.

    Ges non teme le domande degli uomini; non ha paura dellumanit, n dei diversiinterrogativi che essa pone. Al contrario, Egli conosce i recessi del cuore umano,e come buon pedagogo sempre disposto ad accompagnarci. Fedele al suo stile,fa propri i nostri interrogativi, le nostre aspirazioni e d loro un nuovo orizzonte.Fedele al suo stile, riesce a dare una risposta capace di porre una nuova sfida,spiazzando le risposte attese o ci che era apparentemente gi stabilito. Fedele

    al suo stile, Ges pone sempre in atto la logica dellamore. Una logica capace diessere vissuta da tutti, perch per tutti.

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    Lontano da ogni tipo di elitarismo, lorizzonte di Ges non per pochi privilegiaticapaci di giungere alla conoscenza desiderata o a distinti livelli di spiritualit.Lorizzonte di Ges sempre una proposta per la vita quotidiana, anche qui, nellanostra isola; una proposta che fa sempre s che la quotidianit abbia un certosapore di eternit.

    Chi il pi grande? Ges semplice nella sua risposta: Se uno vuole essere ilprimo - ossia il pi grande - sia lultimo di tutti e il servitore di tutti (Mc9,35). Chivuole essere grande, serva gli altri, e non si serva degli altri!

    E questo il grande paradosso di Ges. I discepoli discutevano su chi dovesseoccupare il posto pi importante, su chi sarebbe stato il privilegiato ed erano idiscepoli, i pi vicini a Ges, e discutevano di questo! , chi sarebbe stato al disopra della legge comune, della norma generale, per mettersi in risalto con undesiderio di superiorit sugli altri. Chi sarebbe asceso pi rapidamente peroccupare incarichi che avrebbero dato certi vantaggi.

    E Ges sconvolge la loro logica dicendo loro semplicemente che la vita autentica sivive nellimpegno concreto con il prossimo, cio servendo.

    Linvito al servizio presenta una peculiarit alla quale dobbiamo fare attenzione.Servire significa, in gran parte, avere cura della fragilit. Servire significa avere curadi coloro che sono fragili nelle nostre famiglie, nella nostra societ, nel nostro >>

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    popolo. Sono i volti sofferenti, indifesi e afflitti che Ges propone di guardare einvita concretamente ad amare. Amore che si concretizza in azioni e decisioni.Amore che si manifesta nei differenti compiti che come cittadini siamo chiamati asvolgere. Sono persone in carne e ossa, con la loro vita, la loro storia especialmente la loro fragilit, che Ges ci invita a difendere, ad assistere, a servire.Perch essere cristiano comporta servire la dignit dei fratelli, lottare per la dignitdei fratelli e vivere per la dignit dei fratelli. Per questo, il cristiano sempre invitatoa mettere da parte le sue esigenze, aspettative, i suoi desideri di onnipotenza

    davanti allo sguardo concreto dei pi fragili.

    C un servizio che serve gli altri; per dobbiamo guardarci dallaltro servizio, dallatentazione del servizio che si serve degli altri. Esiste una forma di esercizio delservizio che ha come interesse il beneficiare i miei, in nome del nostro. Questoservizio lascia sempre fuori i tuoi, generando una dinamica di esclusione.

    Tutti siamo chiamati dalla vocazione cristiana al servizio che servee ad aiutarci avicenda a non cadere nelle tentazioni del servizio che si serve. Tutti siamo invitati,stimolati da Ges a farci carico gli uni degli altri per amore. E questo senza

    guardare accanto per vedere che cosa il vicino fa o non fa. Ges ci dice: Se unovuole essere il primo, sia lultimo di tutti e il servitore di tutti (Mc9,35). Costuidiventa il primo. Non dice: Se il tuo vicino desidera essere il primo, che serva.

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    Dobbiamo guardarci dallo sguardo che giudica e incoraggiarci a credere nellosguardo che trasforma, al quale ci invita Ges.

    Questo farci carico per amore non punta verso un atteggiamento di servilismo, maal contrario, pone al centro la questione del fratello: il servizio guarda sempre ilvolto del fratello, tocca la sua carne, sente la sua prossimit fino in alcuni casi asoffrirla, e cerca la promozione del fratello. Per tale ragione il servizio non maiideologico, dal momento che non serve idee, ma persone.

    Il santo Popolo fedele di Dio che vive a Cuba un popolo che ama la festa,lamicizia, le cose belle. un popolo che cammina, che canta e loda. un popoloche ha delle ferite, come ogni popolo, ma che sa stare con le braccia aperte, checammina con speranza, perch la sua vocazione di grandezza. Cos lhanno

    seminata i vostri antenati. Oggi vi invito a prendervi cura di questa vocazione, aprendervi cura di questi doni che Dio vi ha regalato, ma specialmente voglioinvitarvi a prendervi cura e a servire la fragilit dei vostri fratelli. Non trascurateli acausa di progetti che possono apparire seducenti, ma che si disinteressano delvolto di chi ti sta accanto. Noi conosciamo, siamo testimoni della forzaincomparabile della risurrezione che produce in ogni luogo germi di questomondo nuovo (Esort. ap. Evangelii gaudium, 276.278).

    Non dimentichiamoci della Buona Notizia di oggi: la grandezza di un popolo, di unanazione; la grandezza di una persona si basa sempre su come serve la fragilit dei

    suoi fratelli. E in questo troviamo uno dei frutti di una vera umanit.

    Perch, cari fratelli e sorelle, chi non vive per servire, non serve per vivere.

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    Papa /ran#es#o. Angel!s

    Plaza de la Revolucin, LaHabana. Domenica, 20settembre 2015

    Ringrazio il Cardinale JaimeOrtega y Alamino,Arcivescovo di LAvana, perle sue parole fraterne, comepure i miei fratelli Vescovi,

    sacerdoti, religiosi e fedelilaici. Saluto anche il SignorPresidente e tutte le autoritpresenti.

    Abbiamo ascoltato nelVangelo come i discepoliavevano paura di interrogareGes quando parlava dellasua passione e della sua

    morte. Li spaventava e nonpotevano comprendere lideadi vedere Ges soffrire sullacroce. Anche noi siamotentati di fuggire dalle nostrecroci e dalle croci degli altri,di allontanarci da chi soffre.Al termine della Santa Messa,in cui Ges si nuovamentedonato a noi con il suo corpo e sangue, rivolgiamo ora il nostro sguardo alla

    Vergine, nostra Madre. E le chiediamo che ci insegni a stare vicino alla croce delfratello che soffre. Che impariamo a vedere Ges in ogni uomo sfinito sulla stradadella vita; in ogni fratello affamato o assetato, che spogliato o in carcere o malato.Insieme alla Madre, sotto la croce, possiamo capire chi veramente il pi grande,e che cosa significa essere uniti al Signore e partecipare alla sua gloria.

    Impariamo da Maria ad avere il cuore sveglio e attento alle necessit degli altri.Come ci ha insegnato alle Nozze di Cana, siamo solleciti nei piccoli dettagli dellavita, e non smettiamo di pregare gli uni per gli altri, perch a nessuno manchi il vinodellamore nuovo, della gioia che Ges ci offre.

    In questo momento mi sento in dovere di rivolgere il mio pensiero allamata terra diColombia, consapevole dellimportanza cruciale del momento presente, in cui, con

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    sforzo rinnovato e mossidalla speranza, i suoi figlistanno cercando dicostruire una societpacifica. Che il sangueversato da migliaia diinnocenti durante tantidecenni di conflitto armato,unito a quello di GesCristo sulla Croce,sostenga tutti gli sforzi chesi stanno facendo, anchequi in questa bella Isola,per una definitivariconciliazione. E cos lalunga notte del dolore edella violenza, con lavolont di tutti i colombiani,si possa trasformare in ungiorno senza tramonto diconcordia, giustizia,

    fraternit e amore, nelrispetto delle istituzioni edel diritto nazionale einternazionale, perch lapace sia duratura. Perfavore, non possiamopermetterci un altro fallimento in questo cammino di pace e riconciliazione. Graziea Lei, Signor Presidente, per tutti ci che fa in questo lavoro di riconciliazione.

    Vi invito ora ad unirci nella preghiera a Maria, per mettere tutte le nostre

    preoccupazioni e aspirazioni presso il Cuore di Cristo. E in modo particolare lapreghiamo per coloro che hanno perso la speranza, e non trovano motivi percontinuare a lottare; per quanti soffrono lingiustizia, labbandono e la solitudine;preghiamo per gli anziani, i malati, i bambini e i giovani, per tutte le famiglie indifficolt, perch Maria asciughi le loro lacrime, li consoli con il suo amore di Madre,restituisca loro la speranza e la gioia. Madre santa, ti affido questi tuoi figli di Cuba:non abbandonarli mai!

    Dopo la Benedizione finale:

    E, per favore, vi chiedo di non dimenticarvi di pregare per me. Grazie!Foto by LOsservatore Romano

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    Papa /ran#es#o n#ontra /del Castro

    Dopo la messa in Plaza dela Revolucin, PapaFrancesco ha raggiunto illeader della Rivoluzionecubana Fidel Castro nellasua residenza. Una stretta

    di mano e uno scambio dilibri ha segnato la mezz'oradi colloquio tra il Ponteficee il lder maximo in unclima definito "familiare einformale". Tra i doni delPapa anche un cd-audiocon le riflessioni di padreArmando Llorente che

    Castro aveva avuto come insegnante nel collegio dei gesuiti di Beln. Castro ha

    donato al Papa una copia del libro "Fidel e la religione" di Frei Betto con unadedica: "Per papa Francesco in occasione della sua visita a Cuba conl'ammirazione il rispetto del popolo cubano".

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    Cele"razone de Vespr #on Sa#erdot0 Relgos0 Relgose e

    Semnarst. Parole pron!n#ate dal Santo Padre

    Cattedrale, La Habana. Domenica, 20 settembre 2015

    Il Cardinale Jaime [Ortega y Alamino] ci ha parlato di povert, e la sorella Yaileny[Suor Yaileny Ponce Torres, Figlia della Carit] ci ha parlato dei pi piccoli: Sonotutti bambini. Io avevo pronta unomelia da dire ora, in base ai testi biblici, maquando parlano i profeti - e ogni sacerdote profeta, ogni battezzato profeta, ogniconsacrato profeta - bene ascoltare loro. E dunque consegno lomelia al

    Cardinale Jaime perch la faccia arrivare a voi e sia pubblicata. Poi la mediterete.E adesso parliamo un po su quello che hanno detto questi due profeti.

    Il Cardinale Jaime ha dovuto pronunciare una parola molto scomoda,estremamente scomoda, che va anche controcorrente rispetto a tutta la strutturaculturale, tra virgolette, del mondo. Ha detto: povert. E lha ripetuta pi volte. Epenso che il Signore ha voluto che la ascoltassimo pi volte e la accogliessimo nelcuore. Lo spirito mondano non la conosce, non la vuole, la nasconde, non perpudore, ma per disprezzo. E se deve peccare e offendere Dio perch non venga lapovert, lo fa. Lo spirito del mondo non ama la via del Figlio di Dio, che spogli s

    stesso, si fece povero, si fece nulla, si umili, per essere uno di noi.

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    La povert che fece paura a quel ragazzo cos generoso: aveva osservato tutti icomandamenti, e quando Ges gli disse: Ecco, vendi tutto quello che hai e dallo ai

    poveri, si fece triste, ebbe paura della povert. La povert, cerchiamo sempre disfuggirla, sia per cose ragionevoli, ma sto parlando di sfuggirla nel cuore. Saperamministrare i beni, un dovere, perch i beni sono un dono di Dio, ma quandoquei beni entrano nel cuore e incominciano a dirigere la tua vita, allora hai perso.Non sei pi come Ges. Hai la tua sicurezza dove laveva il giovane triste, quelloche se ne and rattristato. Per voi, sacerdoti, consacrati, consacrate, credo che puessere utile ci che diceva santIgnazio - e questa non propaganda pubblicitariadi famiglia! -, lui diceva che la povert il muro e la madre della vita consacrata. Lamadre perch genera pi fiducia in Dio. E il muro perch la protegge da ognimondanit. Quante anime distrutte! Anime generose, come quella del giovane

    intristito, che sono partiti bene e poi si sono attaccati a quella mondanit ricca, esono finiti male. Vale a dire, mediocri. Sono finiti senza amore perch la ricchezzaimpoverisce, ma impoverisce male. Ci toglie il meglio che abbiamo, ci rende poveridellunica ricchezza che conta, per farci mettere la sicurezza in altre cose.

    Lo spirito di povert, lo spirito di spogliazione, lo spirito di lasciare tutto, per seguireGes. Questo lasciare tutto, non lo invento io. Ricorre pi volte nel Vangelo. Nellachiamata dei primi che lasciarono le barche, le reti, e lo seguirono. Quelli chelasciarono tutto per seguire Ges. Una volta mi raccontava un vecchio pretesaggio, parlando di quando lo spirito di ricchezza, di mondanit ricca, entra nel

    cuore di un consacrato, di un sacerdote, di un vescovo, di un papa, di chiunque,diceva che quando uno incomincia ad accumulare denaro, e per assicurarsi ilfuturo, certo, allora il futuro non sta in Ges, sta in una compagni di assicurazione

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    di tipo spirituale, che io controllo.Dunque, quando, per esempio,una congregazione religiosa - midiceva lui - incomincia adaccumulare denaro e arisparmiare, risparmiare, Dio cos buono che le manda uneconomo disastroso, che lamanda in fallimento. Sono tramigliori benedizioni di Dio per lasua Chiesa, gli economidisastrosi, perch la rendonolibera, la rendono povera. Lanostra Santa Madre Chiesa povera, Dio la vuole povera,come ha voluto povera la nostraSanta Madre Maria. Amate lapovert come una madre. Esemplicemente vi suggerisco, sequalcuno di voi vuole farlo, didomandarvi: come va il miospirito di povert? Come va lamia spogliazione interiore? Credoche possa far bene alla nostra

    vita consacrata, alla nostra vita presbiterale. Dopo tutto, non dimentichiamoci che la prima delle Beatitudini: Beati i poveri in spirito, quelli che non sono attaccati allaricchezza, ai poteri di questo mondo.

    E la sorella ci parlava degli ultimi, dei pi piccoli che, anche se sono grandi, allafine li trattiamo come bambini perch si presentano come bambini. Il pi piccolo.Questa unespressione di Ges. E sta nel protocollo sul quale saremo giudicati:Quello che avete fatto al pi piccolo di questi fratelli, lavete fatto a me (cfr Mt 25).Ci sono servizi pastorali che possono essere pi gratificanti dal punto di vistaumano, senza essere cattivi o mondani, ma quando uno cerca di dare preferenzainteriore al pi piccolo, al pi abbandonato, al pi malato, a quello che nessunoconsidera, che nessuno vuole, al pi piccolo, e si mette al servizio del pi piccolo,costui sta servendo Ges nel modo pi alto. Tu [si rivolge alla suora] sei statamandata dove non volevi andare. E hai pianto. Hai pianto perch non ti piaceva, equesto non vuol dire che sei una suora piagnona, no. Dio ci liberi dalle suorepiagnone! Che stanno sempre a lamentarsi Questo non lo dico io, lo diceva santa

    Teresa, alle sue monache. Viene da lei. Guai a quella suora che va in giro tutto ilgiorno a lamentarsi che mi hanno fatto uningiustizia. Nel linguaggio castiglianodellepoca diceva: Guai alla suora che va dicendo: mi hanno trattato senza >>

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    ragione. Tu hai pianto perch eri giovane, avevi altre aspettative, pensavi forseche in una scuola potevi fare pi cose, e che potevi organizzare un futuro per lagiovent E ti hanno mandato l: Casa di Misericordia, dove la tenerezza e lamisericordia del Padre si fa pi evidente, dove la tenerezza e la misericordia delPadre si fa carezza. Quante religiose, e quanti religiosi, bruciano e ripeto il verbo:bruciano la loro vita accarezzando materiale di scarto, accarezzando quelli cheil mondo scarta, quelli che il mondo disprezza, che il mondo preferisce non ci siano;quello che il mondo oggi, con metodi di analisi nuovi che esistono, quando siprevede che pu venire con una malattia degenerativa, si propone di mandarloindietro, prima che nasca. E il pi piccolo. E una ragazza giovane, piena diaspettative, incomincia la sua vita consacrata rendendo presente la tenerezza diDio nella sua misericordia. A volte non lo capiscono, non lo sanno, ma com belloper Dio, e quanto bene pu fare, per esempio, il sorriso di uno spastico, che non sacome farlo, o quando ti vogliono baciare e ti sbavano la faccia. E la tenerezza diDio, la misericordia di Dio. O quando sono arrabbiati e ti danno un colpo Ebruciare la mia vita cos, con materiale di scarto agli occhi del mondo, questo nonparla solamente di una persona; ci parla di Ges, che, per pura misericordia delPadre, si fece nulla, si annient, dice il testo della Lettera ai Filippesi, capitolo 2. Sifece nulla. E questa gente a cui tu dedichi la tua vita, imitano Ges, non perch lohanno voluto, ma perch il mondo li ha portati a questo. Sono nulla e li sinasconde, non li si mostra, o non li si visita. E se possibile, e se si arriva in tempo, lisi manda indietro. Grazie per quello che fai, e a voi, grazie a tutte queste donne e atante donne consacrate, al servizio di ci che inutile, perch non si pu farenessuna impresa, non si possono guadagnare soldi, non si pu portare avanti >>

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    Ringraziamo per la presenza dello Spirito con la ricchezza dei diversi carismi neivolti di tanti missionari che sono venuti in queste terre, diventando cubani tra icubani, segno delleterna misericordia del Signore.

    Il Vangelo ci presenta Ges in dialogo con il Padre, ci pone nel centro dellintimittra il Padre e il Figlio divenuta preghiera. Quando si avvicinava la sua ora, Gespreg il Padre per i suoi discepoli, per quelli che stavano con Lui e per quelli chesarebbero venuti (cfr Gv 17,20). Ci fa pensare il fatto che, nella sua ora cruciale,Ges ponga nella sua preghiera la vita dei suoi, la nostra vita. E chiede al Padreche li mantenga nellunit e nella gioia. Ges conosceva bene il cuore dei suoi,conosce bene il nostro cuore. Perci prega, chiede al Padre che non li prenda unacoscienza che tende ad isolarsi, a rifugiarsi nelle proprie certezze, sicurezze, neipropri spazi, a disinteressarsi della vita degli altri, chiudendosi in piccole aziendedomestiche, che rompono il volto multiforme della Chiesa. Situazioni che sfocianonella tristezza individualista, in una tristezza che a poco a poco lascia spazio alrisentimento, alla continua lamentela, alla monotonia; questo non il desiderio diDio per noi, questa non la vita nello Spirito (Esort. ap.Evangelii gaudium, 2) allaquale Lui vi ha chiamato, alla quale ci ha chiamato. Per questo Ges prega, chiedeche la tristezza e lisolamento non prevalgano nel nostro cuore. E noi vogliamo farelo stesso, vogliamo unirci alla preghiera di Ges, alle sue parole per dire insieme:Padre, custodiscili nel tuo nome perch siano una sola cosa, come noi(Gv 17,11) e la vostra gioia sia piena (Gv 15,11).

    Ges prega e ci invita a pregare perch sa che ci sono cose che possiamo riceveresolamente come dono, cose che possiamo vivere solo come un regalo. Lunit una grazia che pu darci solo lo Spirito Santo, a noi spetta chiederla e mettere adisposizione il meglio di noi stessi per essere trasformati da questo dono.

    E frequente confondere unit con uniformit, con un fare, sentire e dire tutti lestesse cose. Questo non unit, ma omogeneit. Questo significa uccidere la vitadello Spirito, uccidere i carismi che Egli ha distribuito per il bene del suo Popolo.Lunit si vede minacciata ogni volta che vogliamo rendere gli altri a nostraimmagine e somiglianza. Per questo lunit un dono, non qualcosa che si possaimporre a forza o per decreto. Sono lieto di vedervi qui, uomini e donne di diversegenerazioni, contesti, esperienze di vita differenti, uniti per la preghiera in comune.Chiediamo a Dio che faccia crescere in noi il desiderio di prossimit. Che possiamoessere prossimi, stare vicini, con le nostre differenze, propensioni, stili, per vicini.Con le nostre discussioni, le nostre litigate, parlando di fronte e non alle spalle.Che siamo pastori vicini al nostro popolo, che ci lasciamo mettere in discussione,interrogare dalla nostra gente. I conflitti, le discussioni nella Chiesa sono auspicabili

    e, oserei dire, addirittura necessarie. Segno che la Chiesa viva e lo Spiritocontinua ad agire e continua a renderla dinamica. Guai a quelle comunit dove non

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    c un s o un no! Sono come quegli sposi che non discutono pi perch hannoperso linteresse, hanno perso lamore. In secondo luogo, il Signore prega perchnoi siamo riempiti della stessa gioia perfetta che Egli possiede (cfr Gv 17,13). Lagioia dei cristiani, e specialmente dei consacrati un segno molto chiaro dellapresenza di Cristo nella loro vita. Quando ci sono volti tristi un segnale di allarme,di qualcosa che non va bene. E Ges fa questa richiesta al Padre nientemeno cheprima di recarsi allorto degli ulivi, quando deve rinnovare il suo fiat. Non dubitoche tutti voi dobbiate portare il peso di non pochi sacrifici e che per alcuni, dadecenni, i sacrifici siano stati duri. Ges prega, anchEgli a partire dal suo sacrificio,

    perch noi non perdiamo la gioia di sapere che Egli vince il mondo. Questa lacertezza che ci spinge giorno dopo giorno a riaffermare la nostra fede. Egli - conla sua preghiera, sul volto del nostro Popolo - ci permette di alzare la testa ericominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre pu restituirci lagioia (Esort. ap. Evangelii gaudium, 3).

    Quanto importante, che preziosa testimonianza per la vita del popolo cubano quella di irradiare sempre e dappertutto questa gioia, nonostante le stanchezze, gliscetticismi, a volte anche la disperazione, che una tentazione molto pericolosache atrofizza lanima!

    Fratelli, Ges prega perch siamo una cosa sola e la sua gioia rimanga in noi.Facciamo la stessa cosa: uniamoci gli uni agli alti in preghiera. (foto by LOsservatore Romano)

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    Sal!to del Santo Padre a go$an

    del Centro C!lt!rale Padre /(l1 Varela

    La Habana. Domenica, 20 settembre 2015

    Parole pron!n#ate dal Santo Padre

    Voi siete in piedi e io sto seduto. Che vergogna! Ma, sapete perch sto seduto?Perch ho preso appunti di alcune cose che ha detto il nostro compagno e dellequali voglio parlarvi. Una parola si imposta con forza: sognare. Uno scrittorelatinoamericano diceva che noi uomini abbiamo due occhi, uno di carne e uno divetro. Con locchio di carne vediamo ci che guardiamo. Con locchio di vetrovediamo ci che sogniamo. Bello, vero?

    Nellobiettivit della vita deve entrare la capacit di sognare. E un giovane che non capace di sognare recintato in s stesso, chiuso in s stesso. Tutti sognanocose che non accadranno mai Ma sognale, desiderale, cerca orizzonti, apriti,

    apriti a cose grandi. Non so se a Cuba si usa la parola, ma noi argentini diciamono te arrugues, non tirarti indietro, apriti. Apriti e sogna. Sogna che il mondo conte pu essere diverso. Sogna che se darai il meglio di te, aiuterai a far s che >>

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    questo mondo sia diverso. Non lo dimenticate, sognate. A volte vi lasciatetrasportare e sognate troppo, e la vita vi taglia la strada. Non importa, sognate. Eraccontate i vostri sogni. Raccontate, parlate delle cose grandi che desiderate,perch pi grande la capacit di sognare - e la vita ti lascia a met strada -, picammino hai percorso. Perci, prima di tutto sognare.

    Hai detto una piccola frase che avevo scritto qui durante lintervento, ma lhosottolineata e ho preso qualche appunto: che sappiamo accogliere e accettare chila pensa diversamente. In realt noi, a volte, siamo chiusi. Ci mettiamo nel nostropiccolo mondo: O cos, o niente. E sei andato oltre: che non ci chiudiamo nelleconventicole delle ideologie o delle religioni. Che possiamo crescere di fronte agliindividualismi. Quando una religione diventa conventicola, perde il meglio che ha,perde la sua realt di adorare Dio, di credere in Dio. una conventicola. unaconventicola di parole, di preghiere, di io sono buono, tu sei cattivo, di prescrizionimorali. E quando io ho la mia ideologia, il mio modo di pensare e tu hai il tuo, michiudo in questa conventicola dellideologia.

    Cuori aperti, menti aperte. Se la pensi in modo diverso da me, perch non neparliamo? Perch stiamo sempre a litigare su ci che ci separa, su ci in cui siamodiversi? Perch non ci diamo la mano in ci che abbiamo in comune? Dobbiamoavere il coraggio di parlare di quello che abbiamo in comune. E dopo possiamoparlare di quello che di diverso abbiamo o pensiamo. Ma dico parlare. Non dicolitigare. Non dico chiuderci. Non dico spettegolare, come hai detto tu. Ma ci

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    possibile solo quando ho la capacit di parlare di ci che ho in comune con laltro,di ci per cui siamo capaci di lavorare insieme. A Buenos Aires - in una parrocchianuova, in una zona molto, molto povera - un gruppo di giovani universitari stavacostruendo alcuni locali parrocchiali. E il parroco mi ha detto: Perch non vieni unsabato e cos te li presento?. Si dedicavano a costruire il sabato e la domenica.Erano ragazzi e ragazze delluniversit. Sono andato e li ho visti, e me li hannopresentati: Questo larchitetto, ebreo, questo comunista, questo cattolicopraticante, questo . Erano tutti diversi, ma tutti stavano lavorando insieme per ilbene comune. Questa si chiama amicizia sociale, cercare il bene comune.Linimicizia sociale distrugge. E una famiglia si distrugge per linimicizia. Un paese

    si distrugge per linimicizia. Il mondo si distrugge per linimicizia. E linimicizia pigrande la guerra. Oggigiorno vediamo che il mondo si sta distruggendo per laguerra. Perch sono incapaci di sedersi e parlare: Bene, negoziamo. Che cosapossiamo fare in comune? In quali cose cederemo? Ma non uccidiamo altra gente.Quando c divisione, c morte. C morte nellanima, perch stiamo uccidendo lacapacit di unire. Stiamo uccidendo lamicizia sociale. Questo vi chiedo oggi: siatecapaci di creare lamicizia sociale.

    Poi c unaltra parola che hai detto. La parola speranza. I giovani sono la speranzadi un popolo. Questo lo sentiamo dire dappertutto. Ma che cos la speranza?

    essere ottimisti? No. Lottimismo uno stato danimo. Domani ti alzi col mal difegato e non sei ottimista, vedi tutto nero. La speranza qualcosa di pi. Lasperanza sofferta. La speranza sa soffrire per portare avanti un progetto, sa >>

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    sacrificarsi. Tu sei capace di sacrificarti per un futuro o vuoi solo vivere il presente eche quelli che verranno si arrangino? La speranza feconda. La speranza d vita.Tu sei capace di dare vita, o diventerai un ragazzo o una ragazza spiritualmentesterile, incapace di creare vita per gli altri, incapace di creare amicizia sociale,incapace di creare patria, incapace di creare grandezza? La speranza feconda.La speranza si d nel lavoro. Voglio ricordare qui un problema molto grave che sista vivendo in Europa, cio il gran numero di giovani che non ha lavoro. Ci sonoPaesi in cui la percentuale dei giovani dai 25 anni in gi disoccupati del 40%.Penso a un Paese. In un altro paese del 47 %, e in un altro ancora del 50%. chiaro che un popolo che non si preoccupa di dare lavoro ai giovani, un popolo - equando dico popolo non dico governi -, un intero popolo che non si preoccupa dellagente, che questi giovani lavorino, questo popolo non ha futuro.

    I giovani entrano a far parte della cultura dello scarto. E tutti sappiamo che oggi, inquesto impero del dio denaro, si scartano le cose e si scartano le persone. Siscartano i bambini perch non li si vuole o perch li si uccide prima che nascano. Siscartano gli anziani - sto parlando del mondo, in generale -, si scartano gli anzianiperch non producono pi. In alcuni Paesi, c la legge sulleutanasia, ma in tantialtri c uneutanasia nascosta, occulta. Si scartano i giovani perch non si d lorolavoro. Allora, che cosa resta a un giovane senza lavoro? Se un Paese noninventa, se un popolo non inventa possibilit di lavoro per i suoi giovani, a quelgiovane restano solo o le dipendenze o il suicidio, o andare in giro a cercareeserciti di distruzione per creare guerre. Questa cultura dello scarto sta facendo delmale a tutti noi, ci toglie la speranza. Ed quello che hai chiesto per i giovani:vogliamo speranza. Speranza che sofferta, laboriosa, feconda. Ci d lavoro eci salva dalla cultura dello scarto. E questa speranza convoca, convoca tutti,perch un popolo che sa autoconvocarsi per guardare al futuro e costruirelamicizia sociale - come ho gi detto, anche se si pensa in modi diversi -, questopopolo ha speranza.

    E se io incontro un giovane senza speranza - lho gi detto una volta - quel giovane un pensionato. Ci sono giovani che sembrano andare in pensione a 22 anni.Sono giovani con una tristezza esistenziale. Sono giovani che hanno puntato la lorovita sul disfattismo di base. Sono giovani che si lamentano. Sono giovani chefuggono dalla vita. Il cammino della speranza non facile e non si pu percorrereda soli. C un proverbio africano che dice: Se vuoi andare in fretta, vai solo, mase vuoi arrivare lontano, vai accompagnato. E io voglio che voi, giovani cubani,anche se la pensate in modo diverso, anche se avete punti di vista diversi, andiatein compagnia, insieme, cercando la speranza, cercando il futuro e la nobilt dellapatria.

    Abbiamo iniziato con la parola sognare, e voglio concludere con unaltraespressione che mi hai detto e che io uso spesso: la cultura dellincontro. Perfavore, non dividiamoci tra noi. Andiamo insieme, uniti, anche se la pensiamo >>

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    diversamente, anche se sentiamo diversamente. Ma c qualcosa che superiore a

    noi, la grandezza del nostro popolo, la grandezza della nostra patria, ed aquesta bellezza, a questa dolce speranza della patria, che dobbiamo arrivare.Grazie.

    Bene, vi saluto augurandovi ogni bene, augurandovi tutto quello che vi ho detto.Ve lo auguro. Pregher per voi. E vi chiedo di pregare per me. E se qualcuno di voinon credente - e non pu pregare perch non credente - che almeno mi auguricose buone. Che Dio vi benedica, vi faccia procedere lungo questo cammino disperanza verso la cultura dellincontro, evitando quelle conventicole di cui haparlato il nostro compagno. E che Dio vi benedica tutti.

    Ds#orso preparato dal Santo Padre

    Cari amici,

    Provo una grande gioia nel poter stare con voi proprio qui in questo CentroCulturale, cos significativo per la storia di Cuba. Rendo grazie a Dio per avermiconcesso lopportunit di avere questincontro con tanti giovani che, col proprio

    lavoro, studio e preparazione, stanno sognando e anche gi realizzando il domanidi Cuba.

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    Ringrazio Leonardo per le sue parole di saluto, e specialmente perch, pur potendoparlare di molte altre cose, certamente importanti e concrete, come le difficolt, lepaure, i dubbi - tanto reali e umani -, ci ha parlato di speranza, di quei sogni easpirazioni che sono fortemente impressi nel cuore dei giovani cubani, al di l delleloro differenze di formazione, di cultura, di fede e di idee. Grazie, Leonardo, perchio stesso, quando guardo voi, la prima cosa che mi viene nella mente e nel cuore la parola speranza. Non posso concepire un giovane che non si muova, cherimanga bloccato, che non abbia sogni n ideali, che non aspiri a qualcosa di pi.

    Ma qual la speranza di un giovane cubano in questepoca della storia? N pi nmeno che quella di qualsiasi altro giovane di qualsiasi parte del mondo. Perch lasperanza ci parla di una realt che radicata nel profondo dellessere umano,indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cuivive. Ci parla di una sete, di unaspirazione, di un anelito di pienezza, di vitarealizzata, di un misurarsi con ci che grande, con ci che riempie il cuore edeleva lo spirito verso cose grandi, come la verit, la bont e la bellezza, la giustiziae lamore. Senza dubbio, questo comporta un rischio. Chiede di essere disposti anon lasciarsi sedurre da ci che passeggero e caduco, da false promesse difelicit vuota, di piacere immediato ed egoista, di una vita mediocre, centrata su sestessi, e che lascia nel cuore solo tanta tristezza e amarezza. No, la speranza audace, sa guardare oltre la comodit personale, le piccole sicurezze ecompensazioni che restringono lorizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendonola vita pi bella e dignitosa. Io chiederei a ciascuno di voi: Cos che muove la tuavita? Cosa c nel tuo cuore, in cui abitano le tue aspirazioni? Sei disposto arischiare sempre per qualcosa di pi grande?

    Qualcuno di voi potrebbe dirmi: S, Padre, lattrazione per questi ideali grande.Sento il loro richiamo, la loro bellezza, lo splendore della loro luce nella mia anima.Ma, nello stesso tempo, la realt della mia debolezza e delle mie poche forze molto pesante perch io riesca a decidermi a percorrere il cammino della speranza.La meta molto alta e le mie forze sono poche. Meglio accontentarsi di poco, dicose forse meno grandi per pi realiste, pi alla portata delle mie possibilit.Comprendo questa reazione, normale sentire il peso di quanto arduo e difficile,tuttavia, attenti a non cadere nella tentazione della delusione, che paralizzalintelligenza e la volont, e a non lasciarci prendere dalla rassegnazione, che unpessimismo radicale di fronte ad ogni possibilit di raggiungere i nostri sogni.Questi atteggiamenti alla fine sfociano o in una fuga dalla realt verso paradisiartificiali o in un trincerarsi nellegoismo personale, in una specie di cinismo, chenon vuole ascoltare il grido di giustizia, di verit e di umanit che si leva intorno anoi e dentro di noi.

    Ma che fare? Come trovare vie di speranza nella situazione in cui viviamo? Comefare perch questi sogni di pienezza, di vita autentica, di giustizia e verit, siano >>

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    una realt nella nostra vita personale, nel nostro paese e nel mondo? Penso che cisono tre idee che possono essere utili per tenere viva la speranza.

    La speranza, un cammino fatto di memoria e discernimento. La speranza la virtdi colui che in cammino e si dirige da qualche parte. Non dunque un semplicecamminare per il gusto di camminare, bens ha un fine, una meta, che quella ched senso e illumina la strada. Nello stesso tempo, la speranza si nutre dellamemoria, comprende con il suo sguardo non solo il futuro ma anche il passato e ilpresente. Per camminare nella vita, oltre a sapere dove vogliamo andare, importante sapere anche chi siamo e da dove veniamo. Una persona o un popoloche non ha memoria e cancella il suo passato, corre il rischio di perdere la suaidentit e rovinare il suo futuro. necessaria pertanto la memoria di ci che siamo,di ci che costituisce il nostro patrimonio spirituale e morale. Credo che questa sialesperienza e linsegnamento di quel grande cubano che stato Padre FlixVarela. Ed necessario anche il discernimento, perch essenziale aprirsi allarealt e saperla leggere senza timori e pregiudizi. Non servono le letture parziali oideologiche, che deformano la realt affinch entri nei nostri piccoli schemiprestabiliti, provocando sempre delusione e disperazione. Discernimento ememoria, perch il discernimento non cieco, ma si realizza sulla base di solidicriteri etici, morali, che aiutano a discernere ci che buono e giusto.

    La speranza, un cammino accompagnato. Dice un proverbio africano: Se vuoiandare in fretta, vai da solo; se vuoi andare lontano, vai in compagnia.Lisolamento o la chiusura in s stessi non generano mai speranza, invece lavicinanza e lincontro con laltro s. Da soli non arriviamo da nessuna parte. E con laesclusione non si costruisce un futuro per nessuno, neanche per s stessi. Uncammino di speranza esige una cultura dellincontro, del dialogo, che superi icontrasti e il confronto sterile. Perci fondamentale considerare le differenze nelmodo di pensare non come un rischio, ma come una ricchezza e un fattore dicrescita. Il mondo ha bisogno di questa cultura dellincontro, ha bisogno di giovaniche vogliano conoscersi, che vogliano amarsi, che vogliano camminare uniti ecostruire un paese come lo sognava Jos Mart: Con tutti e per il bene di tutti.

    La speranza, un cammino solidale. La cultura dellincontro deve condurrenaturalmente a una cultura della solidariet. Apprezzo molto quanto ha dettoLeonardo allinizio quando ha parlato della solidariet come forza che aiuta asuperare ogni ostacolo. Effettivamente, se non c solidariet non c futuro pernessun Paese. In cima a qualsiasi altra considerazione o interesse, ci devessere lapreoccupazione concreta e reale per lessere umano, che pu essere mio amico,mio compagno, o anche qualcuno che la pensa in modo diversa, che ha le sue

    idee, ma che un essere umano e un cubano tanto quanto me. Non basta lasemplice tolleranza, occorre andare oltre e passare da un atteggiamento diffidentee difensivo a uno di accoglienza, di collaborazione, di servizio concreto e di aiuto

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    effettivo. Non abbiate paura della solidariet, del servizio, del dare la mano allaltroin modo che nessuno sia lasciato fuori dalla strada.

    Questa strada della vita illuminata da una speranza pi alta: quella che ci vienedalla fede in Cristo. Egli si fatto nostro compagno di viaggio, e non solo ciincoraggia ma ci accompagna, sta al nostro fianco e ci tende la sua mano di amico.Egli, il Figlio di Dio, ha voluto farsi uno come noi, per percorrere anche la nostra

    strada. La fede nella sua presenza, il suo amore e la sua amicizia, accendono eilluminano tutte le nostre speranze e illusioni. Con Lui, impariamo a discernere larealt, a vivere lincontro, a servire gli altri e a camminare nella solidariet.

    Cari giovani cubani, se Dio stesso entrato nella nostra storia e si fatto uomo inGes, si caricato sulle spalle la nostra debolezza e il nostro peccato, non abbiatepaura della speranza, non abbiate paura del futuro, perch Dio scommette su divoi, crede in voi, spera in voi.

    Cari amici, grazie per questo incontro. La speranza in Cristo vostro amico vi guidi

    sempre nella vostra vita. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. IlSignore vi benedica!

    Foto by LOsservatore Romano

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    Le Nazon Unte sseranno la "andera

    della Santa Sede l 23 settem"re

    Comunicato della Rappresentanza della SantaSede presso le Nazioni Unite a New York: Dopoconsultazioni con la Santa Sede, le Nazioni Uniteisseranno per la prima volta la bandiera della SantaSede la mattina del 25 settembre, cos che siaesposta all'arrivo di Papa Francesco alla Sededelle Nazioni Unite. La Santa Sede e il Segretariatodelle Nazioni Unite hanno concordato che labandiera verr issata senza alcuna cerimonia. Ilpersonale delle Nazioni Unite la isser in quelgiorno insieme con le altre bandiere.

    La bandiera della Santa Sede si compone di duebande verticali, una gialla e laltra bianca. Nellaparte bianca sono raffigurate due chiavi incrociate,una dorata e laltra argentea, tenute insieme dauna corda rossa e sormontate da un triregno, o

    tiara, con in cima una croce. Le chiavi (cfr Mt 16,19) e la tiara sono entrambesimboli tradizionali del Papato. Questa bandiera quella ufficiale della Santa Sededal 1929.

    Santa Messa. Omela del Santo Padre

    Plaza de la Revolucin, Holgun. Luned, 21 settembre 2015

    Celebriamo la festa dellApostolo ed Evangelista san Matteo. Celebriamo la storiadi una conversione. Egli stesso, nel suo Vangelo, ci racconta come stato

    lincontro che ha segnato la sua vita, ci introduce in un gioco di sguardi che ingrado di trasformare la storia.

    Un giorno come qualunque altro, mentre era seduto al banco della riscossione delleimposte, Ges pass e lo vide, si avvicin e gli disse: Seguimi. Ed egli si alz, losegu.

    Ges lo guard. Che forza di amore ha avuto lo sguardo di Ges per smuovereMatteo come ha fatto! Che forza devono avere avuto quegli occhi per farlo alzare!Sappiamo che Matteo era un pubblicano, cio riscuoteva le tasse dagli ebrei per

    darle ai romani. I pubblicani erano malvisti, considerati anche peccatori, e perquesto vivevano isolati e disprezzati dagli altri. Con loro non si poteva mangiare, n

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    parlare e n pregare. Per ilpopolo erano dei traditori,che prendevano dalla lorogente per dare ad altri. Ipubblicani appartenevano aquesta categoria sociale.

    E Ges si ferm, non passoltre frettolosamente, loguard senza fretta, loguard in pace. Lo guardcon occhi di misericordia; loguard come nessuno loaveva guardato prima. Equello sguardo apr il suocuore, lo rese libero, loguar, gli diede unasperanza, una nuova vita,come a Zaccheo, aBartimeo, a MariaMaddalena, a Pietro eanche a ciascuno di noi.Anche se noi non osiamoalzare gli occhi al Signore,Lui sempre ci guarda perprimo.

    E la nostra storiapersonale; come tanti altri,

    ognuno di noi pu dire: anchio sono un peccatore su cui Ges ha pone il suosguardo. Vi invito oggi, a casa o in chiesa, quando siete tranquilli, soli, a fare unmomento di silenzio per ricordare con gratitudine e gioia quella circostanza, quelmomento in cui lo sguardo misericordioso di Dio si posato sulla nostra vita.

    Il suo amore ci precede, il suo sguardo anticipa le nostre necessit. Egli sa vedereoltre le apparenze, al di l del peccato, al di l del fallimento o dellindegnit. Savedere oltre la categoria sociale a cui apparteniamo. Egli va al di l di tutto ci. Eglivede quella dignit di figli, che tutti abbiamo, a volte sporcata dal peccato, masempre presente nel profondo della nostra anima. E la nostra dignit di figli. Egli venuto proprio a cercare tutti coloro che si sentono indegni di Dio, indegni deglialtri. Lasciamoci guardare da Ges, lasciamo che il suo sguardo percorra le nostre

    strade, lasciamo che il suo sguardo ci riporti la gioia, la speranza, la gioia della vita.

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    Dopo averlo guardato con misericordia, il Signore disse a Matteo: Seguimi. EMatteo si alz e lo segu. Dopo lo sguardo, la parola. Dopo lamore, la missione.

    Matteo non pi lo stesso; cambiato interiormente. L'incontro con Ges, con ilsuo amore misericordioso, lo ha trasformato. E in quel momento si lasci alle spalleil banco delle imposte, il denaro, la sua esclusione. Prima aspettava seduto perriscuotere, per prendere dagli altri; ora con Ges deve alzarsi per dare, per offrire,per offrirsi agli altri. Ges lo ha guardato e Matteo ha trovato la gioia nel servizio.Per Matteo e per tutti coloro che hanno percepito lo sguardo di Ges, i concittadininon sono quelli di cui si approfitta, si usa, si abusa. Lo sguardo di Ges generaunattivit missionaria, di servizio, di dedizione. I suoi concittadini sono quelli che luiserve. Il suo amore guarisce le nostre miopie e ci stimola a guardare oltre, a nonfermarci alle apparenze o al politicamente corretto.

    Ges va avanti, ci precede, apre la strada e ci invita a seguirlo. Ci invita ad andarelentamente superando i nostri pregiudizi, le nostre resistenze al cambiamento deglialtri e anche di noi stessi. Ci sfida giorno per giorno con una domanda: credi? Crediche sia possibile che un esattore si trasformi in un servitore? Pensi che siapossibile che un traditore diventi un amico? Pensi che sia possibile che il figlio di unfalegname sia il Figlio di Dio? Il suo sguardo trasforma il nostro sguardo, il suocuore trasforma il nostro cuore. Dio Padre che vuole la salvezza di tutti i suoi figli.

    Lasciamoci guardare dal Signore nella preghiera, nellEucaristia, nella Confessione,

    nei nostri fratelli, soprattutto quelli che si sentono abbandonati, pi soli. Eimpariamo a guardare come Lui guarda noi. Condividiamo la sua tenerezza e lasua misericordia con i malati, i carcerati, gli anziani e le famiglie in difficolt. Ancora

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    una volta siamo chiamati ad

    imparare da Ges, che vedesempre quello che c di piautentico in ogni persona,che appunto limmaginedel Padre.

    So con quale sforzo esacrificio la Chiesa a Cubasta lavorando per portare atutti, anche nei luoghi piremoti, la parola e lapresenza di Cristo. Unamenzione speciale meritanole cosiddette case dimissione, che, data lascarsit di chiese esacerdoti, consentono amolte persone di avere unluogo per la preghiera,lascolto della Parola, lacatechesi e la vitacomunitaria. Sono piccolisegni della presenza di Dionei nostri quartieri e un aiutoquotidiano per rendere vivele parole dellapostoloPaolo: Vi esorto:comportatevi in manieradegna della chiamata che

    avete ricevuto, con ogni umilt, dolcezza e magnanimit, sopportandovi a vicendanellamore, avendo a cuore di conservare lunit dello spirito per mezzo del vincolodella pace (Ef4,1-3).

    Desidero ora rivolgere lo sguardo alla Vergine Maria, Nostra Signora della Caritdel Cobre, che Cuba ha accolto tra le sue braccia aprendole le sue porte persempre,e a Lei chiedo di mantenere su ciascuno dei figli di questa nobile nazione ilsuo sguardo materno, e che quei suoi occhi misericordiosi siano sempre attenti aciascuno di voi, alle vostre case, alle vostre famiglie e alle persone che possonoavere limpressione che per loro non c posto. Che lei ci custodisca tutti come hacustodito Ges nel suo amore. E che Lei ci insegni a guardare gli altri come Gesha guardato ognuno di noi.

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    &Vrgen de la Cardad del Co"re*. Omela del Santo Padre

    Basilica minore del Santuario della Virgen de la Caridad del Cobre, Santiago diCuba. Marted, 22 settembre 2015

    Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato ci mette di fronte alla dinamica che ilSignore genera ogni volta che ci visita: ci fa uscire da casa. Sono immagini che pivolte siamo invitati a contemplare. La presenza di Dio nella nostra vita non ci lasciamai tranquilli, ci spinge sempre a muoverci. Quando Dio ci visita, sempre ci tirafuori di casa. Visitati per visitare, incontrati per incontrare, amati per amare.

    E qui vediamo Maria, la prima discepola. Una giovane forse tra i 15 e i 17 anni, chein un villaggio della Palestina stata visitata dal Signore che le annunciava chesarebbe diventata la madre del Salvatore. Lungi dal credersi chiss chi e dalpensare che tutti sarebbero venuti ad assisterla o servirla, lei esce di casa e va aservire. Va ad aiutare sua cugina Elisabetta. La gioia che scaturisce dal sapere cheDio con noi, con la nostra gente, risveglia il cuore, mette in movimento le nostregambe, ci tira fuori, ci porta a condividere la gioia ricevuta, e condividerla comeservizio, come dedizione in tutte quelle situazioni imbarazzanti che i nostri vicini oparenti stanno vivendo. Il Vangelo ci dice che Maria usc in fretta, passo lento macostante, passi che sanno dove andare; passi che non corrono per arrivare tropporapidamente o vanno troppo lenti come per non arrivare mai. N agitata naddormentata, Maria va di fretta, per accompagnare sua cugina incinta in etavanzata. Maria, la prima discepola, visitata uscita a visitare. E da quel primogiorno sempre stata la sua caratteristica peculiare. E stata la donna che havisitato tanti uomini e donne, bambini e anziani, giovani. Ha saputo visitare eaccompagnare nelle drammatiche gestazioni di molti dei nostri popoli; ha protetto la

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    lotta di tutti coloro che hanno sofferto per

    difendere i diritti dei loro figli. E ora, Lei noncessa di portarci la Parola di vita, suo Figlio,nostro Signore.

    Anche queste terre sono state visitate dallasua presenza materna. La patria cubana nata e cresciuta nel calore della devozionealla Vergine della Carit. Ella ha dato unaforma propria e speciale allanima cubana -hanno scritto i Vescovi di questa terra -suscitando nel cuore dei cubani i miglioriideali di amore per Dio, per la famiglia e perla Patria.

    Lo affermarono anche i vostri connazionalicentanni fa, quando chiesero a PapaBenedetto XV di dichiarare la Vergine dellaCarit Patrona di Cuba, e scrissero: N ledisgrazie e n le privazioni riuscirono aspegnere la fede e lamore che il nostro

    popolo cattolico professa a questa Vergine, ma anzi, nelle pi grandi vicissitudinidella vita, quando era pi vicina la morte o prossima la disperazione, sempre sorta come luce che dissipa ogni pericolo, come rugiada consolatrice ... la visionedi questa Vergine benedetta, cubana per eccellenza perch cos lhanno amatale nostre indimenticabili madri, cos la benedicono le nostre spose. Cos essiscrivevano centanni fa.

    In questo Santuario, che conserva la memoria del santo Popolo fedele di Dio checammina a Cuba, Maria venerata come Madre della Carit. Da qui Lei custodiscele nostre radici, la nostra identit, perch non ci perdiamo su vie di disperazione.Lanima del popolo cubano, come abbiamo appena sentito, stata forgiata tradolori, privazioni che non sono riusciti a spegnere la fede; quella fede che si mantenuta viva grazie a tante nonne che hanno continuato a render possibile, nellaquotidianit domestica, la presenza viva di Dio; la presenza del Padre che libera,fortifica, risana, d coraggio ed rifugio sicuro e segno di nuova risurrezione.Nonne, madri, e tanti altri che con tenerezza e affetto sono stati segni di visitazione- come Maria - di coraggio, di fede per i loro nipoti, nelle loro famiglie. Hanno tenutoaperta una fessura, piccola come un granello di senape, attraverso la quale loSpirito Santo ha continuato ad accompagnare il palpitare di questo popolo.

    E ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionariadella tenerezza e dellaffetto (Esort. ap.Evangelii gaudium, 288).

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    Generazione dopo generazione,giorno dopo giorno, siamo invitatia rinnovare la nostra fede. Siamoinvitati a vivere la rivoluzionedella tenerezza come Maria,Madre della Carit. Siamo invitatia uscire di casa, a tenere gliocchi e il cuore aperti agli altri.La nostra rivoluzione passaattraverso la tenerezza,attraverso la gioia che diventasempre prossimit, che si fasempre compassione - che non pietismo, patire-con, perliberare - e ci porta acoinvolgerci, per servire, nellavita degli altri. La nostra fede cifa uscire di casa e andareincontro agli altri per condivideregioie e dolori, speranze efrustrazioni. La nostra fede ci

    porta fuori di casa per visitare ilmalato, il prigioniero, chi piangee chi sa anche ridere con chi

    ride, gioire con le gioie dei vicini. Come Maria, vogliamo essere una Chiesa cheserve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, peraccompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unit di un popolonobile e dignitoso. Come Maria, Madre della Carit, vogliamo essere una Chiesache esca di casa per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione.

    Come Maria vogliamo essere una Chiesa che sappia accompagnare tutte le

    situazioni imbarazzanti della nostra gente, impegnati nella vita, nella cultura, nellasociet, non nascondendoci ma camminando con i nostri fratelli, tutti insieme. Tuttiinsieme, servendo, aiutando. Tutti figli di Dio, figli di Maria, figli di questa nobileterra cubana.

    Questo il nostro rame pi prezioso, questa la nostra pi grande ricchezza e lamigliore eredit che possiamo lasciare: come Maria, imparare ad uscire di casa suisentieri della visitazione. E imparare a pregare con Maria, perch la sua preghiera colma di memoria e di ringraziamento; il cantico del Popolo di Dio che camminanella storia. E la memoria viva che Dio in mezzo a noi; la memoria perenne che

    Dio ha guardato lumilt della sua gente, ha soccorso il suo servo come avevapromesso ai nostri padri e alla loro discendenza per sempre.

    * Granma, organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba

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    MATTEO RENZI ALLA 6IORNATADELL%A6RICOLTURA ITALIANA

    Abbiamo creduto in Expo Milano 2015 fin dallinizio, perch noi ci siamo e cisaremo sempre con chi prova a fare qualcosa di positivo per lItalia, con questeparole marted 15 settembre il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ha dato ilvia alla Giornata dellAgricoltura Italiana a Expo Milano 2015, una grandemanifestazione popolare con cui lassociazione dei coltivatori diretti ha volutoaffermare il ruolo fondamentale che lagricoltura familiare sta giocando per il futurodellItalia. Numerosissime le autorit presenti: il Presidente del Consiglio MatteoRenzi, il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, il Presidente

    dellOsservatorio di Coldiretti sulle Agromafie Giancarlo Caselli, il Fondatore diSlow Food Carlin Petrini, il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il Presidente dellaRegione LombardiaRoberto Maroni, il Commissario Unico delegato dal Governo >>

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    per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala, la Presidente dei Giovani Coldiretti MariaLetizia Gardoni. Mentre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenuto attraverso un video messaggio in cui ha ricordato l'eccellenzadell'agricoltura italiana, l'importanza dell'agricoltura sociale e l'impegno di Coldirettinella lotta contro il lavoro nero.

    Coldiretti, forza amica del Paese. Petrini: Un Paese senza contadini unPaese senza memoria"

    Accolti nellampio Open Air Theatre, trentamila piccoli agricoltori da tutta laPenisola hanno colorato lEsposizione Universale del giallo e del verde delle lorobandiere e magliette. Salutandoli e ringraziandoli per la calorosa presenza, ilPresidente Moncalvo ha dedicato a loro la giornata: Lagricoltura italiana fatta delnostro lavoro quotidiano - ha affermato - e la visione del futuro fatta propria daExpo Milano 2015 impersonata dai volti di ognuno di noi. Concreto e articolato ilsuo intervento, che ha affrontato i nodi centrali su cui da sempre preme Coldiretti:la tutela dei produttori attraverso la garanzia di prezzi giusti, il sostegno ai giovaniagricoltori, lalleggerimento del carico fiscale agricolo, la tutela del vero Made inItaly, il contrasto alla contraffazione e la lotta a tutte le forme di caporalato e lavoronero: Le nostre aziende hanno bisogno di lavoratori immigrati, ma dobbiamotutelare i loro diritti: non possiamo tollerare che si cancellino le conquiste sindacali

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    dei nostri nonni. Lesigenza di difendere diritti e remunerazione del lavoro dellaterra stata sottolineata anche da Carlin Petrini: Un Paese senza contadini unPaese senza memoria, ma per dare dignit agli agricoltori bisogna che il frutto delloro lavoro sia pagato il giusto e cio n troppo poco, n troppo - ha sottolineatoPetrini - se il cibo costa troppo fa soffrire i poveri, ma se costa troppo pocodanneggia i contadini.

    Radici e futuro dellagricoltura. Martina: "Coldiretti dimostra una grande

    capacit di lavorare in squadra e di produrre una visione del futuro"

    Non c organizzazione agricola in Europa che possa riunire cos tante personenon per protestare, ma per proporre - ha affermato Maurizio Martina - Coldirettidimostra una grande capacit di lavorare in squadra e di produrre una visione delfuturo. Proprio durante la crisi emersa la modernit e il valore della nostraagricoltura, che non chiusa in un museo. Siamo di fronte a un passaggio crucialee gli imprenditori agricoli dimostrano di avere i piedi ben piantati per terra, ma latesta presente nel mondo. Non a caso - ha continuato il Ministro - abbiamo ilreddito per ettaro pi alto dEuropa pur avendo le aziende pi piccole, siamo leader

    mondiali nel biologico e nella produzione di vino e questanno abbiamo superatoogni record in fatto di export e tutto questo mentre stiamo migliorando anche lasostenibilit. Una crescita complessiva che si riflette sulloccupazione, con sempre

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    pi giovani che

    tornano alla terra,rilevando le aziendedi famiglia oiniziando nuoveattivit e professioniagricole."

    Lagricoltura checrede nellItalia.Renzi: "Siete stati i

    primi a ribadire ildiritto dellItalia allabellezza"

    Expo Milano 2015 la prova di quello

    che lItalia pu fare quando agisce in modo unitario - ha esordito il Presidente delConsiglio Matteo Renzi - e Coldiretti rispecchia in pieno questo spirito. Voiagricoltori siete stati i primi a difendere lorgoglio nazionale, a ribadire il dirittodellItalia alla bellezza. S pu parlare male del Governo o di un partito, ma nondellItalia. Il nostro Paese oggi leader nel mondo per fascino e qualit dei propriprodotti. Il mondo ha fame dItalia, oggi ci sono 800 milioni di nuovi consumatoriche si affacciano al mercato e per loro lItalia sinonimo di bellezza, cibo di qualit,cultura" ha continuato Renzi. "Per soddisfare questa crescente richiesta di prodottiitaliani dobbiamo fare due cose: organizzarci meglio al nostro interno e comunicaremeglio allesterno quello che abbiamo, agendo sempre con un approccio comune eorganico. Le grandi imprese non le fanno i leader - ha concluso il Premier - ma lefanno le persone come voi, con il loro lavoro quotidiano. Oltre ai valori profondi, ilPremier ha elencato alcune proposte concrete: unazione forte del Governo controcaporalato e lavoro nero e labolizione di IMU e IRAP agricole. Al termine dellacelebrazione della Giornata dellAgricoltura Italiana, Matteo Renzi e RobertoMoncalvo hanno brindato al Padiglione Coldiretti e visitato la mostra darte Il tesorodItalia nel Padiglione Eataly, accompagnati dal curatore Vittorio Sgarbi e da OscarFarinetti.

    Il Popolo Veneto (Giornale Italiano Fondato nel 1921). Anno 94 N2-2015www.ilpopoloveneto.blogspot.com www.ilpopoloveneto.it [email protected] Responsabile: Emanuele Bellato Vice-Direttrice: Francesca Monti Reg.Tribunale di Rovigo N25/04. Stampa in proprio (22 Settembre 2015). Giornale gratuito.Non riceve finanziamenti pubblici e privati. Esce come e quando pu. *Testi dello

    speciale su Papa Francesco a Cuba dal sito: vatica.va Foto da: LOsservatore Romano.

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    PIU% INTE6RAZIONE EUROPEA7LA STRADA DA PERCORRERE

    Il Presidente Sergio Mattarella con la Presidente della Camera, il Presidente dell'Assemblea NazionaleFrancese, il Presidente del Bundestag tedesco e il Presidente del Parlamento lussemburghese

    Consegnata a Mattarella la dichiarazione "Pi integrazione europea: la strada dapercorrere": Per affrontare le sfide d'oggi e del futuro servono politiche e istituzionicomuni

    Roma, 14 settembre 2015 - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, haricevuto al Quirinale la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, ilPresidente del Bundestag tedesco, Norbert Lammert, il Presidente dell'Assemblea

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    Nazionale francese, Claude Bartolone, e il Presidente della Camera dei Deputatilussemburghese, Mars Di Bartolomeo.

    Durante l'incontro stata consegnata in anteprima al Presidente Mattarella laDichiarazione congiunta "Pi integrazione europea: la strada da percorrere" che iPresidenti delle quattro Assemblee firmeranno oggi alla Camera dei Deputati.

    Si tratta - ha dichiarato il Capo dello Stato - di un documento prezioso perrilanciare con forza la prospettiva dell'integrazione europea. Tutti i Paesi

    dell'Unione sono chiamati a questo compito, ma i Paesi fondatori hanno unaresponsabilit particolare. Come dimostrano le due crisi - quella economica equella migratoria - alle quali gli Stati non possono dare risposta da soli, peraffrontare con efficacia queste sfide d'oggi e del futuro servono non solo politichecomuni, ma anche istituzioni comuni.

    Il presidente Mattarella ha concluso: Il documento che viene firmato quest'oggicontiene un appello particolarmente autorevole, perch firmato dai Presidenti diquattro Parlamenti, espressione della sovranit popolare. I Parlamenti hanno unasensibilit particolare nell'indicare le prospettiva future e gli orizzonti ideali. Il mio

    auspicio che alle firme dei Parlamenti dei quattro Paesi fondatori seguano quelledegli altri Parlamenti. Questo atto darebbe forte impulso all'integrazione europea.

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    VE6ETARIANESIMO E SPIRITUALITA%

    Si svolto il 15 settembre a Slow Food lincontro sul cibo che rispetta la natura

    Si svolto dalle 13.30 alle 15 il primo degli eventi organizzati il 15 settembre percelebrare la giornata di condivisione vegetariana promossa a Expo Milano 2015dallo Chef Ambassador Pietro Leemann e dal giornalista Gabriele Eschenazi,entrambi a capo dellassociazione The Vegetarian Chance, che promuove uno stilealimentare sostenibile e cruelty free con iniziative, incontri e un concorsointernazionale di cucina vegan rivolto ai ristoranti europei. Allincontro hanno aderitorelatori illustri: Carlo Petrini (il fondatore di Slow Food), Marco Ferrini (Presidentedel Centro Studi Bhaktivedanta e guida spirituale di Pietro Leemann), Don LucaBressan (Vicario episcopale per la Cultura, la Carit, la Missione e lAzione Sociale

    della Diocesi Ambrosiana), il Lama Paijin Tulku Rimpoche (monaco buddhista ditradizione tibetana), Simone Molteni (Direttore editoriale del Magazine di Expo

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    Milano 2015 e Direttore scientifico di LifeGate) e Cinzia Scaffidi (Direttrice delCentro Studi Slow Food).

    La rivoluzione profonda in atto ci chiede di rispettare la Madre Terra

    Il vegetarianesimo non una moda. Mi auguro invece che nella societ sia in attouna rivoluzione profonda. Ha esordito cos Eschenazi durante il suo interventovolto ad approfondire le relazioni tra ebraismo e alimentazione vegetariana. Dalleore 13.30 il teatro della Terra stato la cornice che ha fatto da sfondo ad uninteressante confronto tra i relatori, molti dei quali dichiaratamente onnivori. Il cibopu essere unopportunit per approfondire la nostra relazione con il divino haaffermato Leemann noi promuoviamo i valori di una dieta che migliora il rapportocon il mondo, con gli esseri viventi, con la natura. Petrini ha invece rivelato diessere onnivoro, ma che grazie ad amici vegetariani come Moni Ovadia, si senteuna persona diversa, pi sensibile, rispetto al passato: La vicinanza con amicivegetariani mi ha cambiato. Gli esseri umani sono violenti nei confronti deglianimali, Devo dire che la produzione alimentare oggi volgare anche rispetto allafrutta e alla verdura. Pensiamo alluso massiccio della chimica nelle coltivazioni. Lascelta verso unarmonia migliore importante e lindustria alimentare in questo hatanta responsabilit.

    Lalta cucina delle verdure: per la salute, l'ambiente e il palato

    Il secondo degli incontri programmati per la giornata si svolto alle 16 al Padiglionedi Identit Golose, dove Paolo Marchi (ideatore e curatore di Identit Golose) hapreso parte alla conferenza dal titolo "Lalta cucina delle verdure: per la salute,l'ambiente e il palato" a cui hanno partecipato Leemann, Eschenazi, lo ChefAmbassador Davide Oldani, Mark Moriarty (vincitore di Young Chef San Pellegrinocon un piatto vegetariano), Carlo Modonesi (docente di Ecologia UmanaallUniversit di Parma. Alle 20, sempre allinterno dello spazio di Identit GoloseExpo, Pietro Leemann e i cuochi del suo ristorante Joia cucineranno insieme algiovane vincitore di Young Chef San Pellegrino.

    Cibo dello Spirito con il riso vegetariano "L'ombelico del mondo"

    Recentemente, sempre allinterno di Expo Milano 2015, lo Chef Ambassador PietroLeemann ha partecipato allincontro interreligioso Il Cibo dello Spirito che si tenuto il primo settembre scorso e che ha visto la partecipazione di 11rappresentanti religiosi riunitisi insieme per sottoscrivere la Carta di Milano e perbenedire lo stesso cibo secondo le diverse tradizioni. Tra gli alimenti benedetti, viera Lombelico del mondo, il piatto vegetariano a base di riso basmati cucinato daLeemann con ingredienti kosher e halal.

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    ALIMENTAZIONE SICURA NEL MONDO

    Marted 15 settembre ADA e UIL Pensionati hanno organizzato una conferenzasullalimentazione sicura e legata allobiettivo delle Nazioni Unite Fame Zero, perdibattere del cibo come bene primario da garantire a tutte le fasce di reddito.Allinterno di Cascina Triulza a Expo Milano 2015 hanno partecipato alleventosindacalisti italiani e brasiliani, che hanno messo in evidenza le differenze deiprogrammi sociali nei due Paesi. Moderato dal giornalista Antonio Passaro, sonointervenuti Giovanni Tevisio, Segretrario Uilp Milano Lombardia, Floriano Pesaro,

    Ministro delle Politiche Sociali di San Paolo - Brasile, Francesca Balzani, Vice-Sindaco di Milano, Alessandro Fermi, Sottosegretario alle relazioni internazionalidella Regione Lombardia, Stefano Mantegazza, Segretario UILA, Carlos AndreuOrtiz, Presidente Sindacato Pensionati Fora Sindical - Brasile, CarmeloBarbagallo, Segretario Generale UIL, Amedeo Giuliani, Presidente ADA Milano,Fabio Porta, Deputato e Presidente del Comitato permanente per gli italiani nelmondo e la promozione del sistema, Danilo Margaritella, Segretario UIL Milano-Lombardia, Antonio Victor, Presidente del Sindacato per l'Alimentazione ForaSindical di San Paolo - Brasile, Romano Bellissima, Segretario UIL Pensionati.

    Il Brasile ha presentato il Sistema Unico di Assistenza Sociale, a difesa dibambini e anziani

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    La mancanza di cibo colpisce le popolazioni dal punto di vista economico, culturalee sociale. Con questa premessa Passaro ha aperto i lavori che hanno messo inrisalto gli ottimi rapporti tra il sindacato italiano e quello brasiliano a seguito diiniziative comuni nella difesa dei ceti deboli. Tevisio ha affermato che Expo Milano2015 una esposizione a misura di tutti i cittadini, e grazie alla Carta di Milano ilpubblico si impegna con una firma a una condotta che garantisca il diritto al ciboper tutti. I pensionati spesso sono costretti a cercare il risparmio a tutti i costi, adiscapito di una dieta corretta, e il futuro potr essere garantito solo coninvestimenti nella ricerca agroalimentare. Balzani ha richiamato lattenzione sullefragilit emergenti (dette anche nuove povert) che rischiano di spostare ilproblema dallambito sociale a quello sanitario. Le citt devono essere i primilaboratori per permettere ai bambini di familiarizzare con i cibi biologici e le praticheambientali. Anche Fermi ha sottolineato limportanza della Carta di Milano comeeredit culturale di questa Esposizione Universale, mentre Pesaro si addentratonella proposta sociale dello Stato di San Paolo in Brasile. A San Paolo dal 2000vengono implementati - ci spiega il Ministro delle Politiche Sociali - due programmidi sicurezza alimentare, che appartengono al Sistema Unico di Assistenza Sociale:uno per i bambini e uno dedicato agli anziani. Con un intervento sul territorio, sonostati messi in atto azioni di trasferimento del reddito per le mamme dei bambini voltia garantire la loro frequenza scolastica, con un piano che prevede anche ladistribuzione del latte nelle scuole e le vaccinazioni necessarie. Per la fascia degliover 65 anni, viene garantita una pensione minima e il programma Bomprato offreun piatto completo al giorno al costo equivalente di 1 euro presso 50 ristorantiaccreditati.

    Limpatto dei programmi Fame Zero e Bomprato

    Mantegazza si soffermato sulle quattro strategie che il sindacato dovrebbeseguire per garantire un alimentazione sana: iniziando dal combattere la povert,motivo principale della fame del mondo; garantire unautosufficienza alimentare pertutti i Paesi; rispettare lambiente; e combattere il lavoro nero e lo sfruttamento nelsettore agricolo". Expo Milano 2015 - ha affermato nel suo intervento Ortiz -rappresenta uno degli esempi positivi per stabilire i nuovi paradigmi nel mondo.Condivisione ed equilibrio tra produttivit e sostenibilit alla base del programmaFame Zero messo in atto dalla FAO e dal Governo brasiliano, che mappa lepersone pi bisognose e permette di costruire un sistema di distribuzione del cibo.Inoltre liniziativa Bomprato garantisce condizioni alimentari minime per gli anziani.Barbagallo intervenuto al termine della mattinata soffermandosi sul futuro di ExpoMilano 2015, sia per la nascita di un possibile movimento per il cibo che perutilizzare questo Sito Espositivo per studiare la fame nel mondo. Ma in qualunqueipotesi, non riusciremo a ottenere risultati se continuano le guerre finanziarie nelpianeta, cha accrescono la distanza tra poveri e ricchi. La democrazia non siesporta, e dovremo diminuire le spese per gli armamenti in modo da destinare isoldi a chi soffre di fame.

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    &IL CIBO DELLA MENTE*7 L%EVENTO OR6ANIZZATO DA COOP/OTO6RA/A 6LI ADOLESCENTI ITALIANI A TAVOLA

    Un convegno per indagare i percorsi di conoscenza degli adolescenti italiani tracorpo e mente. lidea alla base della giornata Il cibo della mente, organizzatada Coop per approfondire il tema di Expo Milano 2015 Nutrire il Pianeta, Energia

    per la Vita. Dopo Mangiare un atto politico, lappuntamento dedicato aglisquilibri tra filiere, e We not me. Il cibo di tutti, sulle forme di economiapartecipata, lattenzione di Coop si sposta su giovani e alimentazione.

    La ricerca

    La giornata ha avuto come preludio la presentazione della ricerca Adolescenza,alimenti per crescere conclusa nellaprile scorso e realizzata in collaborazionecon Coop da SIMA, Societ Italiana di Medicina dell'Adolescenza, edall'Associazione "Laboratorio Adolescenza" su un campione rappresentativo di

    oltre 2000 studenti di terza media (et compresa fra i 12-14 anni). Dallo studioemerge che gli adolescenti italiani mostrano una grande consapevolezza e buoneconoscenze alimentari. Circa il 70-80% (percentuale che varia a seconda

  • 7/23/2019 Il Popolo Veneto N2-2015

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    expo IL POPOLO VENETO N2-2015

    dellalimento) sarispondere

    correttamente sullapresenza prevalente diproteine o vitamine ocarboidrati nellalimentoconsiderato. L'alimentopi "conosciuto" risultaessere la frutta (l'85,5%sa che contiene ingrande prevalenzavitamine), mentre il pi"misterioso" sono ilegumi (oltre il 43%

    crede che contengano vitamine o carboidrati). Inoltre il 70% ha sentito parlare diOGM, pi del 44% d una definizione corretta di consumo equo e solidale e il 16%di filiera corta. Anche il non spreco alimentare un argomento ritenuto interessantee il 55% degli intervistati ne parlano in famiglia, spesso o qualche volta.

    Alimentazione e giovani

    Quando per si passa dalla teoria alla pratica la situazione si capovolge: la regolaaurea dei 5 pasti al giorno ben lontana dallessere rispettata (solo il 32% delcampione) e se pranzo e cena sono sostanzialmente appuntamenti irrinunciabili lamerenda di met pomeriggio oramai uneccezione (solo il 33% del campione). Apranzo e a cena il pane e la pasta la fanno da padroni, dolci e salumi non mancanomai, ed molto basso il consumo abituale di pesce e legumi. Le verdurecompaiono quotidianamente, ma per poco pi del 40% del campione.Un impegno costante e ultratrentennale

    Con questo incontro, Coop ribadisce un impegn


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