APSCRISTIANITODAY.IT Testata registrata numero 1957/2017 presso il tribunale di Tivoli
in questo Numero
-Il presepe e l’albero: storie
d’amore e d’immortalità
-Papa Francesco: Il nuovo
Vescovo di Roma
-Gabbani e la sua canzone sulle
apparizioni della Madonna a
Medjugorje
Papa Francesco: Ilnuovo Vescovo di Roma
Papa Francesco ! L’uomo venuto dalla
grande povertà di un terra alla fine del
mondo.
Papa Francesco ! Un semplice sacerdote
che un giorno di venti anni fa, Papa
Giovanni Paolo II, volle far diventare
prima Vescovo poi Cardinale.
Pagina 3
Gabbani e la sua canzonesulle apparizioni dellaMadonna a Medjugorje
Pagina 4
La recente polemica su#Spelacchio e la ben piùannosa controversia sulpresepe come #tradizionecristiana secondo talunitroppo identitaria e offensivadella laicità e dellasensibilità di altre fedi, cispinge ad una riflessione piùcostruttiva sui nostri simbolinatalizi. La loro storia e illoro significato, del resto,sono raramente oggetto dispiegazione sia tra lefamiglie che a scuola epersino nelle parrocchie.Partiamo dall’albero diNatale e sgombriamo subitoil campo da equivoci: puressendo le sue originicertamente pagane, esso è
un simbolo pienamentecristiano. Sorta in Germaniaalla fine del XVI secolo,questa tradizione nataliziapresenta un antefatto,risalente a quasi unmillennio prima, ovvero aglianni in cui quella stessaterra conobbe la sua primaevangelizzazione, grazieall’opera di SanBonifacio.Imbattutosi in ungruppo di pagani riunitiintorno alla Sacra Querciadel Tuono di Geismar inadorazione del dio Thor, ilsanto proclamò: “Questa è lacroce di Cristo che spezzeràil martello del falso dioThor!”.Pag.2
ANNO I - Numero 1 7 - Settimana °52 - 26 Dicembre 201 7
Il presepe e l’albero: storie d’amore ed’immortalità
Foto Internet
APSCRISTIANITODAY.IT Testata registrata numero 1957/2017 presso il tribunale di Tivoli
La recente polemica su #Spelacchio e
la ben più annosa controversia sul
presepe come #tradizione cristiana
secondo taluni troppo identitaria e
offensiva della laicità e della sensibilità
di altre fedi, ci spinge ad una
riflessione più costruttiva sui nostri
simboli natalizi. La loro storia e il loro
significato, del resto, sono raramente
oggetto di spiegazione sia tra le
famiglie che a scuola e persino nelle
parrocchie.
Partiamo dall’albero di Natale e
sgombriamo subito il campo da
equivoci: pur essendo le sue origini
certamente pagane, esso è un simbolo
pienamente cristiano. Sorta in
Germania alla fine del XVI secolo,
questa tradizione natalizia presenta un
antefatto, risalente a quasi un
millennio prima, ovvero agli anni in cui
quella stessa terra conobbe la sua
prima evangelizzazione, grazie
all’opera di San Bonifacio. Imbattutosi
in un gruppo di pagani riuniti intorno
alla Sacra Quercia del Tuono di
Geismar in adorazione del dio Thor, il
santo proclamò: “Questa è la croce di
Cristo che spezzerà il martello del
falso dio Thor!”. E prese ad abbattere
a colpi di scure l’albero sacro che si
spezzò in quattro parti. Il crollo del
tronco svelò un piccolo abete, che San
Bonifacio indicò ai pagani come il loro
nuovo “sacro albero”, simbolo di una
“vita senza fine, perché le sue foglie
sono sempre verdi”, mentre la sua
forma a punta pare indicare il cielo. In
questo modo, Bonifacio riuscì a
convertire i pagani, invitandoli a
riunirsi intorno all’albero nelle loro
case e a non compiere più “riti di
sangue” ma di “riti di bontà” e a
scambiarsi “doni d’amore”.
L’abete richiama anche l’Albero della
Vita e i doni che ci scambiamo ai suoi
piedi, simboleggiano il dono di se
stessi. Da qui l’usanza, sotto Natale
più che in altri momenti dell’anno, di
dedicare un tempo particolare ai
poveri, ai malati e, in generale, ai
meno fortunati.
Vedere un albero di Natale moribondo
e dalle fronde poco verdi è dunque uno
spettacolo particolarmente
deprimente: sul piano simbolico fa
pensare ad un’immortalità negata, ad
un vigore fiaccato, ad uno splendore
beffeggiato. Al di là dell’aspetto
strettamente istituzionale della
vicenda di “Spelacchio”, però, non tutti
i mali vengono per nuocere. Se molti
romani e italiani se ne sono
comprensibilmente rattristati, ben
venga se questo episodio avrà
risvegliato in loro una nostalgia di
bellezza, solidità, luce, calore e nobiltà
d’animo. Solo l’inquietudine per
l’assenza o la perdita di cose belle, può
rimettere in moto il desiderio di quelle
cose e cambiare il mondo.
Quella stessa nostalgia e quello stesso
desiderio albergavano nel cuore di San
Francesco d’Assisi in quel lontanissimo
dicembre 1223, a Greccio. Tre anni
prima, durante il suo pellegrinaggio in
Terra Santa, Francesco era rimasto
colpito in modo particolare dai luoghi
della Natività, a Betlemme. La
nostalgia di quella Grotta, dove Dio
neonato aveva dischiuso gli occhi al
mondo, non lo abbandonava, anzi,
cresceva in lui in modo sempre più
struggente. Non poteva accontentarsi
di custodire il Bambino, con tutta la
Sacra Famiglia, nel cuore, sentiva il
bisogno incontenibile di vederli, di
toccarli.
“Vorrei rappresentare il bambino nato
a Betlemme, e in qualche modo vedere
con gli occhi del corpo i disagi in cui si
è trovato per la mancanza delle cose
necessarie a un neonato; come fu
adagiato in una greppia, e come
giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”,
disse in quelle circostanze Francesco,
secondo quanto riferito nell’agiografia
di Tommaso da Celano.
Non fu una decisione semplice quella
di Francesco. Lui stesso aveva sempre
snobbato le rappresentazioni degli
eventi sacri, le considerava irrispettose
del mistero di Dio, pertanto si
domandò se quell’intuizione fosse
davvero di ispirazione divina o il
banale frutto della sua vanità
personale. Chiese allora il permesso a
papa Onorio III, poi chiese al suo
amico Giovanni da Greccio, signore di
quella zona, di aiutarlo mettere in
piedi la prima
rappresentazione
della nascita di Gesù
nella storia.
Quella del primo
presepe è una
vicenda di stupore, di
commozione e di
miracoli. Se l’albero
ci ricorda la
maestosità,
l’ineffabilità e
l’immortalità di Dio, il
presepe ce ne offre
l’altro aspetto, quello
più sorprendente ma
non meno vero: il Dio bambino, il Dio
fragile, il Dio che si fa cullare e che ha
bisogno di noi. Il Dio per la prima volta
visibile.
A chi poi considera il presepe un tratto
cultural-religioso troppo forte,
incomprensibile, persino offensivo per
la sensibilità di altre fedi, lo si potrà
raccontare per quello che comunque è
sul piano umano: la rappresentazione
della nascita di una famiglia che, dopo
tante fatiche e tribolazioni, vive la
gioia della nascita di un bambino e
viene tributata di visite e di doni.
Dietro la storia di ogni famiglia, c’è
una storia d’Amore e nessuna storia
d’Amore potrà mai offendere, al
contrario potrà soltanto consolare e
rallegrare. [Luca Marcolivio]
Il presepe e l’albero: storie d’amore e d’immortalità
Foto Internet
Pagina 02
APSCRISTIANITODAY.IT Testata registrata numero 1957/2017 presso il tribunale di Tivoli
Papa Francesco ! L’uomo venutodalla grande povertà di un terraalla fine del mondo.
Papa Francesco ! Un semplicesacerdote che un giorno di ventianni fa, Papa Giovanni Paolo II,volle far diventare primaVescovo poi Cardinale.
Bergoglio non si sentiva Vescovone tanto meno Cardinale, maaccettò la nomina solo per ilprofondo rispettoche aveva neiconfronti di GiovanniPaolo II.
Lui si definiscesemplicemente unsacerdote dicampagna chiamatodai suoi fratelliCardinali a guidarela chiesa terrenadalla chiesa diRoma.
Francesco porta laveste bianca, ma peressere davvero santi,occorre esserebianchi nell’anima enel cuore, e rivestitidi grande umiltà interiore.
Proprio come lo fu SanFrancesco d’Assisi, dal qualePapa Francesco non solo hascelto il nome, ma anche lo stiledi vita, puro, povero e semplice.
Non occorre essere dei sacerdotistraordinari per diventare santi,e non occorre neppure esseredei Vescovi per poter ambire alRegno dei cieli.
Il Papa ci dice sempre che piùviviamo in semplicità, e piùsiamo vicini a Dio e alla Suadivina misericordia.
Francesco d’Assisi era solo
rivestito di Dio, nulla più gliserviva per vivere felice, perchéin quel povero saio rude egrezzo, il grande santo di Assisiaveva trovato il Suo giusto abitatnaturale per conseguire lasantità dei cieli in Gesù Cristonostro Signore.
La stessa cosa oggi sta cercandodi farla Papa Francesco, chesull’esempio del grandeFrancesco d’Assisi, vuoleportare a tutto il mondo un
messaggio di pace e di povertà,come a far capire a tutte leanime del mondo, che ancoraoggi è veramente possibilevivere come visse il santo diAssisi, poiché se c’è l’ha fattaLui, tutti possono ambire allasantità dei cieli.
San Francesco dicevasemplicemente :
“ Padre Nostro che sei nei cieli “
E si sentiva avvolto da unagrazia celeste che ne infuocaval’anima e il cuore, e lo portavaad accarezzare i più poveri almondo e a prendersi cura diloro.
San Francesco non amava lelusinghe, proprio come oggi nonama essere lusingato PapaFrancesco, che negli applausidel mondo si trova a disagio.
Lui è il Vescovo di Roma, e nellaSua meravigliosa
semplicità, ci ha regalato unagioia immensa, quella di vedereun Papa che si sente come tuttinoi poveri fedeli, un semplicesacerdote o vescovo di
Campagna, che ha occhi solo peri Suoi poveri fedeli e per il benedella loro anima e del loro buoncuore.
Andrea Pagnini
Pagina 03
Foto Internet
Papa Francesco: Il nuovo Vescovo di Roma
APSCRISTIANITODAY.IT Testata registrata numero 1957/2017 presso il tribunale di Tivoli
Sapevate che il vincitore del Festival di
Sanremo, Francesco Gabbani, a novembre
2016 ha scritto una canzone per il nuovo
album di Mina e Celentano "Le migliori"
dal titolo "Il bambino col fucile"?
Voi vi starete chiedendo che c'è di strano.
La stranezza o lo stupore sta nel fatto che
nel testo del brano viene per prima
menzionato belzebù (sappiamo essere il
principe dei demoni) e la strofa della
canzone dice:
"Vite basse consacrate alle tasse
fanno l'occhiolino a belzebù
E trema l'anima mentre si accorge che
il capo degli stupidi è già re"
Poi il testo continua con il ritornello in cui
viene menzionata la Madonna:
"A Medjugorje si vede la Madonna
e sta piangendo
la nonna in minigonna in parlamento
c'è un'aria sempre molto signorile
all'asilo c'è un bambino col fucile"
Nel finale della canzone invece si
menzionano le apparizioni:
"A A Apparizione
CO CO Constatazione
NO NO non c'è illusione
ma tu ancora non credi".
A cantare questo brano scritto da Gabbani
è Adriano Celentano che sappiamo essere
molto credente ed affezionato a
Medjugorje come luogo di apparizioni
mariane.
Che non sia credente anche Gabbani?
Vi riportiamo il testo integrale della
canzone che potrete ascoltare su you tube:
Scalcia, spinge! Dall'orgoglio si distingue
un altro figlio uccide la virtù
Vite basse consacrate alle tasse
fanno l'occhiolino a belzebù
E trema l'anima mentre si accorge che
il capo degli stupidi è già re
E allora fuori i cuori dai congelatori
è ghiaccio buono
ancora per un altro drink
A Medjugorje si vede la Madonna
e sta piangendo
la nonna in minigonna in parlamento
c'è un'aria sempre molto signorile
all'asilo c'è un bambino col fucile
all'asilo c'è un bambino col fucile
Belli, Brutti col coltello in mezzo ai denti
nella corsa ai fidanzamenti
Belli, bulli balli sui carboni ardenti
per farti notar dalla tribù
Ancora una poesia mi fa volare via
la nebbia agli irti colli non c'è più
Un cielo limpido sopra le emoticons
la pasta con il pesto tela mangi tu
A Medjugorje si vede la Madonna
e sta piangendo
la nonna in minigonna in parlamento
c'è un'aria sempre molto signorile
all'asilo c'è un bambino col fucile
all'asilo c'è un bambino col fucile
all'asilo c'è un bambino col fucile
A A Apparizione
CO CO Constatazione
NO NO non c'è illusione
ma tu ancora non credi
A A Apparizione
CO CO Constatazione
NO NO c'è illusione
ma tu ancora non credi
A Medjugorje si vede la Madonna e sta
piangendo
la nonna in minigonna in parlamento
c'è un'aria sempre molto signorile
all'asilo c'è un bambino col fucile
all'asilo c'è un bambino col fucile
all'asilo c'è un bambino col fucile
Servizio di Rita Sberna
APSCristianiToday.it
26 Dicembre 201752°SettinmanaANNO I,numero 17Testata Registratanumero 1957/2017pressoil tribuna le di Tivoli
Seguici suapscristianitoday.it
Facebookfacebook.com/cristianitoday
Twittertwitter.com/cristianitoday
Youtubeyoutube.com/c/CristianiToday
Puoi sostenerci con una Donazione di 10€
all'anno.
+++Versamento tramite BONIFICO
BANCARIO+++
intestazione CRISTIANITODAY APS
Iban IT 30 G 07601 03200 001037193461
+++Versamento tramite BOLLETTINO
POSTALE+++
intestazione CRISTIANITODAY APS
C/C POSTALE 1037193461
+++Versamento tramite PAYPAL+++
apri questo link
https://www.paypal.com/cgi-
bin/webscr?cmd=_s-
xclick&hosted_button_id=3PGGBQBTFHVZN
Pagina 04
Gabbani e la sua canzone sulle apparizioni
della Madonna a Medjugorje
Foto Internet