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Il Progetto VSQ - FOR Dirigentifor.indire.it/vsq2012/templates/home/Progetto_VSQ.pdf · Alla fine...

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Progetto di miglioramento VSQ (Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle

Scuole)

A cura di Francesca Storai e Sara Mori

Palazzo Gerini – Via M. Buonarroti,10 - 50122 Firenze C.F. 80030350484

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VSQ - PROGETTO DI INTERVENTO A SUPPORTO DEI PIANI DI MIGLIORAMENTO DELLE SCUOLE Prima fase del progetto 1. Introduzione: Il progetto VSQ ed i suoi obiettivi 2. Il modello per il miglioramento e l’elaborazione per il piano di miglioramento 3. Gli attori del miglioramento 4. Il modello di formazione 4.1.La formazione in presenza 4.2.L’ambiente online 5. Il Modello di intervento nelle scuole Seconda fase del progetto 6. Introduzione ed obiettivi 7. Il modello di riferimento per l’accompagnamento del miglioramento 8. Attori coinvolti (Team per il Miglioramento, Tutor, Dirigenti Scolastici, Gruppo di Esperti) 9. Le fasi della seconda parte del progetto 9.1. Revisione del piano di miglioramento 9.2. Avvio e realizzazione delle azioni di miglioramento 9.3. Azioni di valutazione finale del progetto Appendice A: Gli strumenti per la stesura del piano di miglioramento Appendice B: Il piano di miglioramento Appendice C: La revisione del PdM

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La prima fase del progetto

1.Introduzione: Il progetto VSQ ed i suoi obiettivi Il progetto VSQ si configura, all’interno del panorama italiano, come una sperimentazione finalizzata ad attivare processi di valutazione e miglioramento dell’organizzazione scolastica. La fase durante la quale sono state svolte le azioni di valutazione ha visto come attori coinvolti a contatto diretto con le scuole le équipe di valutazione che hanno utilizzato gli strumenti progettati e realizzati dall’Università “La Sapienza” di Roma e dall’Invalsi. La fase relativa al miglioramento, progettata e gestita da ANSAS, viene affidata in primo luogo al tutor, che accompagna la scuola nei processi di costruzione del piano di miglioramento e nella realizzazione delle azioni. Il progetto VSQ ha l’obiettivo di introdurre l’utilizzo di sistemi di misurazione della performance delle scuole al fine di individuare punti di forza e debolezza dei processi organizzativi e didattici dell’istituzione scolastica e poter creare piani di miglioramento contenenti progetti in grado di modificare i processi e di conseguenza i risultati. Gli obiettivi generali del progetto sono:

I. Disegnare un modello per la valutazione delle istituzioni scolastiche autonomo, chiaro, affidabile, condiviso;

II. Individuare e premiare le migliori performance; III. Introdurre meccanismi di stimolo a intraprendere percorsi di

miglioramento nelle scuole; IV. Testare e mettere a punto protocolli di misurazione e valutazione sul

campo per individuare un modello di sistema che possa entrare a regime nel medio termine.

VSQ ha previsto azioni congiunte di valutazione che hanno compreso: - l’utilizzo di equipe esterne per compiere interviste e focus nelle scuole partecipanti; - l’utilizzo di questionari autocompilati dalla scuola; - il valore aggiunto della scuola calcolato attraverso i risultati delle prove Invalsi. Al termine di questa fase è stato restituito ad ogni scuola un report di valutazione che integra le informazioni raccolte utilizzando il Quadro di riferimento VALSIS (Valutazione del sistema scolastico e delle scuole), del quale vengono ripresi gli indicatori funzionali al progetto VSQ. Inoltre, è stata comunicata ad ogni scuola la propria posizione rispetto alla graduatoria provinciale, sulla base della quale ciascun istituto riceverà un incentivo finanziario.

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Queste azioni di valutazione hanno reso possibile la stesura di un report restituito dalle equipe alle scuole, frutto di cinque documenti differenti, considerati fonti di informazioni utili allo sviluppo delle azioni di miglioramento. Questi sono:

I) I dati presenti nello spazio Scuola in chiaro, del Servizio Statistico del

MIUR; II) I risultati del questionario scuola INVALSI; III) Il rapporto dell’Università “La Sapienza”; IV) Le rubriche di valutazione dell’INVALSI; V) I dati relativi al valore aggiunto della scuola.

Il Report di Valutazione consta di sette sezioni ed è finalizzato a fornire alla scuola un quadro complessivo di quanto emerso nelle valutazioni. Queste sezioni sono il punto di partenza da cui far scaturire un articolato processo di riflessione della scuola a proposito di quanto è emerso nella valutazione esterna, di quanto la scuola stessa si rispecchia nei risultati e come invece si percepisce riguardo agli indicatori considerati. Le sette sezioni del report di valutazione sono:

I) Le caratteristiche della scuola e le risorse umane: in questa sezione sono riportati dati inerenti all’ampiezza della scuola, al rapporto studenti per insegnante, alla numerosità delle classi e alle caratteristiche del personale docente e non docente.

II) L’utilizzo degli spazi e delle risorse materiali: in questa sezione sono riportate le informazioni relative agli spazi della scuola, la manutenzione e le certificazioni, l’uso dei laboratori e della biblioteca.

III) I processi in atto tra scuola e territorio: area in cui vengono riportati i risultati relativi alla soddisfazione delle famiglie, all’attivazione di reti con scuole, con le associazioni e con gli enti del territorio.

IV) La progettazione: in questa sezione vengono considerati aspetti legati ai processi di progettazione del curricolo e della didattica, ai progetti di recupero e potenziamento e ai processi di inclusione/pari opportunità.

V) La capacità di sostenere il miglioramento: quest’area comprende valutazioni relative agli stili di direzione e coordinamento, la gestione delle risorse umane, i processi attivati legati alla valutazione interna e l’autovalutazione.

VI) La vita scuola: in questa parte del report vengono riportati i risultati inerenti alle relazioni, alla soddisfazione degli utenti e le modalità di gestione delle difficoltà.

VII) I risultati: in questa sezione vengono riportati i risultati relativi al valore aggiunto, agli abbandoni e al livello di soddisfazione espresso dalle famiglie.

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Alla fine del report vengono suggerite dalle Commissioni di Valutazione alcune piste di miglioramento. Il modello di riferimento utilizzato per la scelta degli indicatori nella struttura del report è il modello CIPP (Context, Input, Process, Product) di Stufflebeam, 1977, così come illustrato nel quadro di riferimento VALSIS (Poliandri, 19 luglio, 2010). Conclusa la fase della valutazione, attraverso la consegna del report alle scuole, inizia la fase dedicata alla progettazione e alla realizzazione delle azioni di miglioramento. L’INDIRE assume un ruolo attivo nel progetto a partire da questo momento, con la finalità di “Introdurre meccanismi di stimolo a intraprendere percorsi di miglioramento nelle scuole”. Gli obiettivi dell’INDIRE in questa fase sono dunque:

I. Progettare e sperimentare un modello di miglioramento coerente con il quadro di riferimento utilizzato per la valutazione e con i modelli nazionali ed internazionali di valutazione e miglioramento;

II. Formare figure di tutor che possano seguire e accompagnare le scuole nella pianificazione e realizzazione delle attività di miglioramento;

III. Creare strumenti in grado di supportare le scuole ad attivare azioni di autoanalisi alla luce delle valutazioni esterne ricevute.

Il gruppo di progetto ha lavorato quindi sia alla scelta di un modello di riferimento da seguire nelle azioni di miglioramento e nell’elaborazione del piano di miglioramento sia alla definizione di un modello formativo che, considerando le buone pratiche maturate negli anni nella gestione dei diversi progetti di formazione docenti, si adattasse alle esigenze di una figura di tutor “nuova” e più complessa rispetto alle precedenti esperienze di formazione, capace di accompagnare le scuole nelle diverse fasi del percorso progettuale. Le azioni di valutazione e miglioramento rispecchiano il ciclo della performance promosso anche dalla Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit), in cui la performance è intesa come il contributo che un’entità (in questo caso un’organizzazione scolastica), apporta attraverso la propria azione al raggiungimento delle finalità e degli obiettivi e alla soddisfazione dei bisogni per i quali l’organizzazione è stata costituita. 2. Il modello per il miglioramento e l’elaborazione per il piano di miglioramento Questo modello, che ha guidato la valutazione della scuola e che guiderà anche la valutazione finale a seguito degli interventi di miglioramento, servirà di base anche per la progettazione del miglioramento stesso. Nel ranking restituito alle scuole, il peso maggiore (60%) per la valutazione finale è stato attribuito ai punteggi relativi al valore aggiunto. Per integrare al meglio questa

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prospettiva, il gruppo di progetto ha ritenuto utile considerare come background dell’azione in via di progettazione, un ulteriore modello, sempre di struttura context-imput-process-outputs (o products), che considera gli elementi dell’organizzazione scolastica ritenuti efficaci in una meta-analisi degli studi di school effectiveness (Scheerens,1990, in Paletta 2007) (Figura 1).

Contesto:

•Contesto territoriale di riferimento e condizioni sociali, cultu rali e d economiche generali.

•Tipologia istituzionale, collocazione geografica, fattori dimens ionali e di complessit à della scuola

Input:

• Personale

(Dirigente, docenti,

ATA)

•Fondi e altre

forme di supporto

•Condizione in

entrata degli

studenti

A livello di scuola:

•Leadership educativa

•Coinvolgimento e partecipazione di studenti, famiglie,

stakeholder

•Collegialit à e lavoro di gruppo degli insegnanti

•Qualit à del curriculum

•Ambiente scolastico ordinato e disciplinato

•Miglioramento continuo

A livello di classe:

•Tempo dedicato all ’apprendimento

•Insegnamento strutturato

•Opportunit à di apprendimento

•Livello delle aspettative circa i rendimenti scolastici

degli studenti

•Recupero e rafforzamento dell ’apprendimento

Output:

Il livello degli

apprendimenti

degli studenti

(Valore aggiunto

della scuola), al

netto dei livelli

pregressi e di

condizioni socio -

economiche,

familiari e di

contesto.

Process i :

Figura 1. Esempio di modello multilivello nelle ricerche di school effectiveness Questi modelli sono utili punti di riferimento per il miglioramento in quanto stimolano l’utilizzo dei dati della valutazione al fine di attivare una riflessione sui processi che risultano avere un effetto sugli apprendimenti degli studenti. Tali interventi partono dunque dalle indicazioni che emergono dalla letteratura sulle “scuole efficaci” riguardo i pre-requisiti essenziali per poter attivare un ulteriore miglioramento della qualità della scuola (Scheerens, Mosca, Bolletta, 2011). Partendo dalla valutazione esterna, l’obiettivo è quello di condurre la scuola in un processo di riflessione su quanto emerso nel report consegnato, al fine di rendere esplicito quanto la scuola stessa si rispecchi o meno nei risultati. La possibilità di

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riflettere sui risultati è dunque anche l’occasione per riflettere, attraverso gli indicatori utilizzati nel report, sui processi organizzativi e didattici realizzati. Ciò rende possibile l’attivazione di un processo di autovalutazione finalizzato ad una diagnosi dell’organizzazione della scuola per la comprensione dei punti di forza e delle aree da migliorare. Questo momento può condurre anche alla scelta di piste di miglioramento diverse rispetto a quelle indicate dal report. Il nodo centrale diventa il collegamento tra la valutazione e il decision making (Allulli, 2011), dove l’attenzione si sposta dal prodotto al processo, al fine di attivare il circolo della qualità inteso come circolo virtuoso che prevede le quattro fasi “Plan, Do, Check, Act” (Deming,1986) cioè:

- partire da una diagnosi per effettuare una pianificazione degli interventi di miglioramento;

- agire mettendo in atto gli interventi; - controllare i risultati, considerando il punto di partenza da cui era stato

progettato il miglioramento. L’idea di miglioramento alla quale l’INDIRE si ispira è quella proposta dal modello CAF . Il modello CAF (Common Assessment Framework) è un modello di autovalutazione e miglioramento dell’organizzazione condiviso a livello internazionale, proposto in Italia dal Dipartimento della Funzione Pubblica. Il modello viene usato come strumento di confronto fra le amministrazioni pubbliche dell’Europa, è tradotto in 19 lingue e propone una specifica versione per la scuola. Il modello prevede alcuni passaggi fondamentali:

un primo momento di autoanalisi per l'individuazione delle potenzialità sulle quali costruire le strategie di miglioramento rispetto alle criticità;

la costruzione del piano di miglioramento a partire dai risultati dell'autoanalisi e attraverso l'individuazione di azioni che abbiano simultaneamente impatto nella scuola e possibilità di essere realizzate concretamente;

la realizzazione del piano con momenti di riesame; la valutazione dei risultati.

Il modello presenta un'ampia documentazione con linee guida per la realizzazione dell'autoanalisi e dell'autovalutazione per costruire il piano di miglioramento. In questo contesto il miglioramento è considerato “un’attività strutturata” secondo progetti ben definiti e articolati. Il CAF definisce fasi precise per attuare le azioni mi miglioramento:

1- Scelta delle priorità 2- Apprendimento dell’organizzazione interno/esterno 3- Pianificazione ed attuazione 4- Monitoraggio 5- Riesame.

Queste si configurano all’interno di un processo di miglioramento continuo e circolare (figura 2):

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Figura 2: Ciclo del miglioramento continuo La progettazione del miglioramento pensata dall’Agenzia riprendere le fasi del “ciclo virtuoso” sopra riportate, utilizzando questa scansione anche nella progettazione degli interventi di miglioramento. Parte prima: elaborazione dei piani 3. Gli attori del miglioramento

I. Le scuole Le scuole coinvolte nel progetto VSQ, che hanno aderito in modo volontario, sono 77 dislocate nelle province di Siracusa, Pavia, Mantova e Arezzo. Nella prima fase del progetto la scuola assume un ruolo maggiormente “passivo” di fronte alla valutazione esterna, in quanto questa viene svolta completamente da soggetti esterni che offrono poi un feedback sulle rilevazioni effettuate. Nelle fasi successive del progetto si vuole invece rendere la scuola soggetto attivo della propria valutazione, in grado di riflettere sui dati emersi dalla valutazione esterna, attuarvi proprie riflessioni e progettare propri criteri di autovalutazione. La valutazione iniziale e finale si dovrebbero dunque configurare come due momenti che offrono la possibilità di riflettere sull’organizzazione scolastica al fine di incrementare la cultura e la mission condivise.

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II. Il Team per il Miglioramento (TpM)

Se nella fase valutativa è la scuola tutta ad essere coinvolta (dai docenti, al dirigente, ai genitori, al personale ATA), sarà nuovamente tutta la scuola ad essere soggetto del miglioramento, ma sarà necessario individuare degli attori che si facciano forza propulsiva di questo processo. Per questo viene costituito un Team per il Miglioramento (TpM), gruppo composto dal dirigente, dal DSGA e da altri docenti indicati dal dirigente. Questo gruppo parteciperà agli incontri con il tutor, avrà accesso alla piattaforma online e sarà coinvolto in prima persona nella progettazione del piano di miglioramento. Il team si caratterizza per essere “un gruppo di persone con attività e compiti ben definiti, che mirano alla realizzazione di obiettivi specifici, caratterizzato da un alto grado di impegno cognitivo ed emotivo” (Di Maria e Lavanco, 2000). Il TpM si configura altresì come “cinghia di trasmissione” per il miglioramento all’interno dell’organizzazione scolastica. Marocci (2000) identifica la capacità del team di essere un ponte che permette il passaggio in due direzioni: dall’organizzazione all’individuo, avendo una funzione adattiva (rappresenta e trasmette le regole e i valori della cultura organizzativa); dall’individuo all’organizzazione, svolgendo una funzione innovativa (facilita i processi di cambiamento, sviluppa la collaborazione, modifica la cultura). Il suo ruolo dunque è fondamentale, sia al momento delle scelte di miglioramento, sia nel coinvolgimento dei docenti della scuola al processo di miglioramento, che in seguito durante la diffusione dei risultati.

III. Il tutor Nel progetto VSQ il tutor comincia la propria attività una volta che la scuola ha avuto ricevuto il rapporto e “accompagna” la scuola nella progettazione e nell’attuazione del miglioramento grazie anche alla presenza dei Gruppi di esperti di supporto che verranno descritti nel successivo paragrafo IV. Quella del tutor è dunque un’attività caratterizzata dal promuovere “azioni riflessive” (Schön,1983) al fine di attivare il ciclo virtuoso del miglioramento continuo all’interno dell’organizzazione scolastica. Si potrebbe dunque collocare a cavallo tra la figura di mentor, attento e presente nel rispondere alle esigenze che man mano emergono, e quella di coach, che accompagna il docente in formazione nel riconoscimento e nello sviluppo delle potenzialità, nella definizione delle priorità e degli obiettivi da raggiungere. Attraverso un ciclo continuo di progettazione e rivisitazione (Engeström, 1994), che si articola su tempi non brevi, il tutor supporta il Team per il Miglioramento, punto di riferimento del progetto all’interno della scuola, durante tutte le fasi del progetto. Una particolare attenzione deve essere prestata alla relazione che si instaura tra il tutor e il dirigente scolastico: l’importanza del rapporto con la leadership della scuola, secondo le modalità con cui viene organizzata e distribuita, è di fondamentale importanza per una collaborazione efficace.

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Risorsa utile per il tutor è l’ambiente di collaborazione online messo a disposizione da INDIRE: in questo spazio dedicato potrà sia collaborare con il Team per il Miglioramento della scuola, che confrontarsi con i ricercatori INDIRE e gli esperti dei Gruppi tematici di supporto. Inoltre la piattaforma online permette ai tutor delle singole province di avere uno spazio riservato dove potersi confrontare e condividere l’esperienza di accompagnamento alle scuole in itinere nelle diverse fasi del progetto. (come in seguito specificato nel paragrafo 4).

IV. I gruppi di supporto scientifico Data la pluralità di processi considerati durante la valutazione e che potranno dunque essere oggetto delle azioni di miglioramento, sono stati selezionati team di esperti relativamente a tutte le aree trattate dal report. Sono previsti cinque gruppi tematici di supporto, uno per ciascuna area individuata, cui il tutor può fare riferimento per la progettazione e l’attuazione del miglioramento. I gruppi sono cinque e non sette come le sezioni del report, in quanto è stato ritenuto che gli argomenti trattati nelle prime due sezioni potessero venir inclusi all’interno degli altri. Inoltre, dato che nei piani di miglioramento verrà data particolare attenzione ai “processi”, il gruppo di progetto ha scelto di valorizzare le aree del report dove questi venivano descritti. I gruppi di supporto scientifico sono composti da docenti universitari, dirigenti scolastici, ricercatori ed esperti che hanno maturato una specifica esperienza nel campo trattato. Il lavoro dei gruppi si articolerà prevalentemente a tre livelli:

• come supporto on-line al tutor (si veda paragrafo 4.2); • attraverso incontri presenza sul territorio se richiesti da una rete di scuole; • mediante la produzione di materiale secondo un piano editoriale condiviso.

Il gruppo di supporto scientifico si configura dunque come una risorsa a disposizione del tutor sia nella fase di progettazione del miglioramento, sia in quella di attuazione degli interventi. 4- Il modello di formazione Per definire il modello di formazione adottato per i tutor è necessario tenere presenti entrambe le dimensioni del progetto, valutativa e migliorativa, e i complessi quadri di riferimento che ad esse soggiacciono. Si viene così a delineare un percorso formativo complesso che fa riferimento a più modelli teorici che mettono al centro l’istituzione scolastica intesa come “organizzazione che apprende” (Senge, 1990). In questo quadro il docente, ma anche il dirigente, assumono il ruolo del “professionista riflessivo” (Schön, 1983; 1987) che vive e lavora quotidianamente in questo sistema complesso all’interno del quale deve

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essere capace non solo di gestire, ma anche di guidare e realizzare il cambiamento verso il miglioramento. Il modello di intervento si configura come un modello “a cascata” e prevede l’alternarsi di momenti formativi in presenza e momenti di formazione online, mettendo al centro la possibilità di condividere e collaborare tra pari con la guida e il supporto di esperti. In un’ottica di expansive learning (Engeström, 1994) docenti e dirigenti saranno dunque parte attiva sia della propria comunità scolastica sia di una comunità di pratica online all’interno della quale potranno essere condivise conoscenze e competenze, saperi e esperienze in un continuo e reciproco scambio di azione e riflessione. Sempre in quest’ottica diventa focale l’azione del tutor così come si configura nel progetto VSQ L’Agenzia si occupa della formazione e dell’accompagnamento del tutor durante tutte le fasi del progetto e coordina i diversi gruppi di supporto e la loro relazione con il tutor. La formazione del tutor inizia con una formazione in presenza (si veda paragrafo 4.1) finalizzata ad illustrare la struttura del report di valutazione e familiarizzare con il modello e gli strumenti legati al miglioramento. Il tutor dovrà effettuare nelle scuole fino a sei incontri in presenza: due durante quest’anno scolastico per l’elaborazione del piano di miglioramento; tre o quattro durante il successivo anno scolastico per l’avvio, l’attuazione e il monitoraggio delle azioni. Il tutor avrà poi a disposizione tutta una serie di momenti online e di materiali (si veda paragrafo 4.2) messi a disposizione in piattaforma con cui potrà continuare la propria formazione e il lavoro con le scuole.

4.1 La formazione in presenza

La formazione dei tutor selezionati con evidenza pubblica (decreto 100 del 6-3-2012, in allegato) prevede due incontri seminariali: il primo, che si colloca alla conclusione delle attività di valutazione svolte dalle Commissioni per la Valutazione, il secondo, successivo alla stesura del Piano di Miglioramento. Durante il primo seminario saranno affrontati i temi relativi alla fase dell’autoanalisi e dell’elaborazione del piano di miglioramento; il secondo incontro, previsto per l’inizio dell’anno scolastico 2012/13, si concentrerà soprattutto sulle azioni del miglioramento. In questo documento sarà illustrata la prima parte della formazione, i dettagli della seconda fase della formazione saranno esplicitati in una successiva versione del progetto, aggiornata al mese di settembre. Il programma della formazione iniziale dei tutor prevede una sessione in plenaria, durante la quale vengono illustrate dai relatori le caratteristiche generali del progetto ed una successiva sessione di lavoro di gruppo. La metodologia scelta per il lavoro di gruppo è il role play. Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che la nuova figura del tutor prevede una professionalità diversa da quella richiesta nelle precedenti azioni

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di formazione dei docenti, prevalentemente orientata alle competenze disciplinari, e più attenta invece agli aspetti relazionali (rapporti con il TpM) e alle tematiche trasversali a cui si riferiscono le diverse aree del rapporto (tematiche relative al clima, all’uso degli spazi fisici della scuola, ai risultati in termini di apprendimento degli studenti). A tal fine sono stati predisposti dal gruppo di progetto strumenti specifici utili allo svolgimento dell’attività ed al raggiungimento dello scopo della simulazione, ovvero ricreare la situazione che i tutor si troveranno ad affrontare nelle scuole. Per questa ragione il lavoro di gruppo dovrà svolgersi con un numero ristretto di tutor, i cui ruoli corrisponderanno a quelli del Team per il Miglioramento - il Dirigente Scolastico, il Tutor, il DSGA e due docenti - ed ogni tutor dovrà cercare di interpretare il personaggio assegnato. Essendo questo primo seminario finalizzato alla collaborazione e il supporto per i primi due mesi di attività di tutoraggio (autoanalisi e stesura del piano di miglioramento) si suddividerà la simulazione in due momenti. Durante la prima parte saranno presentati e sperimentati all’interno del role play, gli strumenti per sostenere il primo incontro con la scuola. Questo momento corrisponde alla fase de Il rispecchiamento nell’esito della valutazione esterna (si veda appendice A), durante la quale sarà cura del tutor attivare una discussione con il TpM per capire quanto la valutazione fatta dalle commissioni per la valutazione corrisponda alla percezione che il gruppo ha della propria scuola. Gli strumenti realizzati hanno lo scopo di facilitare il lavoro del tutor e fissare una prima impressione su quali sono stati i punti di forza ed i punti di debolezza individuati dal rapporto di valutazione, per arrivare a definire un bilancio che permetta di individuare le priorità in base al risultato del prodotto tra impatto e fattibilità. La seconda parte della simulazione è dedicata alla fase che corrisponde all’elaborazione del piano di miglioramento. Lo strumento proposto ed utilizzato è un modello di Piano di Miglioramento, che si ispira a quello proposto dal CAF (si veda paragrafo 5, fase III). Il Team per il miglioramento fittizio creato durante il seminario dovrà simulare la stesura del piano sulla base degli elementi derivati dalla fase precedente relativa all’autoanalisi. Per rendere il più possibile realistica la simulazione sarà fornito al gruppo un reale rapporto di valutazione redatto da una commissione di valutazione. La formazione si concluderà con l’esposizione di quanto emerso nei lavori di gruppo durante una sessione plenaria conclusiva. 4.2 L’ambiente online L’azione dell’INDIRE nella formazione e nell’accompagnamento del tutor durante le fasi del progetto VSQ è supportata dalla piattaforma online (http://for.indire.it/vsq2012/ ). Il lavoro on line è centrato sulla condivisione e sul confronto in coerenza con la dimensione collaborativa del modello di formazione e di intervento proposto dell’INDIRE.

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L’accesso all’ambiente è riservato ai tutor, ai Team per il Miglioramento (TpM) di ogni singola scuola, ai cinque Gruppi tematici di supporto. L’ambiente costituisce il luogo dove si consolidano le relazioni del tutor con i Gruppi tematici di supporto e con i TpM (Figura 3)

Figura 3: L’ambiente on-line come strumento di comunicazione e relazione I gruppi di supporto saranno disponibili a rispondere alle esigenze dei tutor in un forum on-line specificatamente dedicato (vedi 4.2.1 2): il forum servirà sia per fornire spunti di riflessione in merito alle aree tematiche di interesse, sia per rispondere in modo diretto alle domande dei tutor. L’ambiente di formazione on line sarà arricchito da materiali prodotti pensati e realizzati in modo specifico per il progetto VSQ. Il gruppo di esperti inoltre seguirà un forum tematico a cui avranno accesso anche le scuole. In questo modo sarà possibile trattare argomenti di interesse generale per ciascuna area e stimolare l’attivazione di processi utili al miglioramento. Nel mese di settembre, prima della progettazione definitiva degli interventi di miglioramento effettuati dalle scuole e della loro attuazione, è previsto un incontro in presenza tra i gruppi di supporto e i tutor , durante il quale possibile lavorare in modo diretto sulle tematiche del miglioramento per ciascuna area. I gruppi di esperti potranno inoltre incontrare le scuole sul territorio dove ci siano richieste esplicite di network di scuole su un’area specifica. In questo modo il rapporto tra tutor, esperti e scuole avrà la possibilità di svilupparsi quotidianamente nell’ambiente on-line, in spazi specificatamente dedicati, e in

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presenza in momenti mirati di formazione. (questa sezione sarà particolarmente approfondita nel documento successivo a questo, relativo alla fase di attivazione delle azioni di miglioramento)

4.2.1 La formazione on-line del tutor All’interno dell’ambiente sono stati predisposti alcuni spazi di formazione riservati dove il tutor potrà reperire materiali e risorse per l’approfondimento individuale ma anche lavorare in collaborazione e condivisione con gli altri tutor e con la guida ed il supporto dei ricercatori INDIRE. Nella sezione “Materiali e risorse per la formazione” (figura 4) trovano collocazione tutti quei materiali utilizzabili dal tutor in autoformazione: il documento di progetto VSQ, alcuni strumenti utili per la progettazione del Piano di Miglioramento (modelli, esempi, simulazioni), i materiali e le risorse elaborati dai Gruppi tematici di supporto. Nella sezione “Forum” (figura 4) sono attivi:

1. Un “Forum metodologico di supporto al lavoro dei tutor”, moderato dai ricercatori dell’INDIRE, riservato alle interazioni tra tutor e INDIRE. È lo spazio in cui vengono discussi i problemi organizzativi e condivise le impressioni, le riflessioni, le criticità di ordine metodologico. La condivisione rende i dubbi, le esperienze e le idee patrimonio comune.

2. I“Forum tematici riservati ai tutor” (figura 4), moderati dai componenti dei

cinque Gruppi tematici di supporto, in cui trovano spazio le discussioni relative alle cinque aree trattate nel report (i processi in atto tra scuola e territorio, la progettazione, la capacità di sostenere il miglioramento - l’utilizzo degli spazi e delle risorse materiali - , la vita a scuola, i risultati) . Qui il tutor, con il supporto degli esperti, affronta i temi critici emersi sia nella fase di elaborazione e progettazione del miglioramento, che successivamente in quella di attuazione degli interventi.

Gli “Eventi sincroni esperti” (figura 4) sono laboratori sincroni di approfondimento su specifici argomenti oggetto di criticità individuati in itinere. Realizzati con un software per l’audio-video conferenza sono condotti dagli esperti dei cinque Gruppi tematici di supporto e seguiranno una calendarizzazione definita da INDIRE in base ai nodi di maggiore interesse emersi dalle discussioni nei forum e all’interno dei gruppi di lavoro e inerenti l'elaborazione, la progettazione e l'attuazione dei piani di miglioramento.

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Figura 4: Homepage- tutor

Il “Gruppo di lavoro” identifica uno specifico spazio di lavoro denominato Edulab (figura 5) che riunisce strumenti per la comunicazione sincrona e asincrona, la condivisione di file, il lavoro collaborativo, la documentazione condivisa dell’attività, la gestione e organizzazione dell’attività dei componenti del gruppo (forum, chat, blog/wiki, laboratorio sincrono, condivisione materiali, calendario e avvisi, invia messaggi al gruppo di lavoro, programma di lavoro, gestione degli utenti e del gruppo). Questo spazio è da sempre al centro degli ambienti di formazione online progettati e gestiti da INDIRE ed è stato negli anni migliorato ed ampliato nella struttura e nelle funzioni. È per questo che anche per il progetto VSQ si è prevista la presenza dell’Edulab sia per la formazione dei tutor che per l’accompagnamento ed il supporto dei tutor ai TpM. Ogni tutor avrà infatti in piattaforma l’accesso a due “Gruppi di lavoro”: quello dedicato alla propria formazione, moderato dallo stesso ricercatore incontrato durante il seminario in presenza e che costituirà riferimento importante durante lo svolgimento dell’intero percorso progettuale; l’altro invece in cui eserciterà appieno la propria funzione di tutor nei confronti dei TpM delle scuole che gli sono state assegnate.

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Figura 5: Il “Gruppo di lavoro” - Edulab

4.2.2 L’accompagnamento on-line alle scuole durante le fasi dell’intervento

Una parte importante dell’attività di tutoraggio alle scuole è quella che il tutor VSQ svolge online. Sia durante la fase iniziale di analisi del report di valutazione, in tutte le sue sezioni e allegati, che durante la fase di scelta delle piste e delle azioni di miglioramento, nonché durante la fase di attuazione delle stesse, l’accompagnamento che il tutor attuerà alla scuole trova un utile strumento nella piattaforma online. I TpM hanno accesso alla sezione “Materiali e risorse per la formazione” (figura 6). Qui sono messi a loro disposizione gli strumenti utili per la progettazione del Piano di Miglioramento (modelli, esempi, simulazioni) e i materiali e le risorse elaborati dai Gruppi tematici di supporto.

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All’interno della sezione “Forum” (figura 6) è riservato al TpM un “Forum tematico” con cinque sottoforum moderati dai componenti dei cinque Gruppi tematici di supporto (i processi in atto tra scuola e territorio, la progettazione, la capacità di sostenere il miglioramento - l’utilizzo degli spazi e delle risorse materiali - , la vita a scuola, i risultati). E’ questo il luogo dove la scuola incontra gli esperti sui temi critici emersi sia nella fase di elaborazione e progettazione del miglioramento, che successivamente in quella di attuazione degli interventi. Accedono a questo forum, con un ruolo di mediazione e rinforzo, anche i tutor.

Figura 6: Homepage – corsista Altro strumento fondamentale dell’accompagnamento on line alle scuole durante tutte le fasi dell’intervento è il “Gruppo di lavoro” (figura 5). I gruppi di lavoro riservati al tutor e ai TpM di ogni singola scuola permettono di portare avanti online le riflessioni innescate dai vari incontri in presenza. Ad esempio il processo di autoanalisi dell’istituzione scolastica innescato dalla riflessione sui risultati trova negli strumenti di comunicazione sincrona e asincrona offerti

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dall’ambiente Edulab, un utile supporto. Così come il blog/wiki può essere utilizzato per la documentazione delle diverse attività che si svolgeranno nelle diverse fasi del progetto e lo spazio di condivisione materiali per l’archiviazione dei materiali prodotti in itinere. Ogni tutor crea in autonomia il proprio gruppo di lavoro iscrivendo i TpM di ogni singola scuola. Può decidere di creare un gruppo di lavoro per ogni scuola oppure un solo gruppo di lavoro con un sottogruppo riservato ad ogni scuola a lui assegnata. Quest’ultima scelta permetterà al tutor di mantenere due piani di lavoro: uno dedicato alla singola scuola, l’altro comune a più così da condividere criticità trasversali e ricorrenti ed attivare il suo intervento in una dimensione collaborativa. In piattaforma è stata predisposta infine la sezione “Archivio PdM”, all’interno del quale le scuole potranno inserire, una volta terminata la fase di progettazione ed elaborazione, il proprio Piano di Miglioramento. 5. Il Modello di intervento nelle scuole Le fasi di intervento nelle scuole seguono quelle del ciclo del miglioramento continuo. Le prime tre fasi si svolgono nella prima parte del progetto, quella relativa all’elaborazione dei piani. Queste fasi verranno maggiormente approfondite e descritte. Le restanti riguardano la seconda parte del progetto, che si attiverà da settembre 2012, inerentela realizzazione delle azioni di miglioramento. Al termine della prima fase, anche sulla base dei feedback ottenuti dal monitoraggio, si procederà nel dettaglio alla progettazione della seconda fase del progetto. La prima fase verrà monitorata inizialmente attraverso alcuni questionari pensati per i tutor e per i dirigenti delle scuole e finalizzati ad indagare la percezione dei soggetti coinvolti del grado di collaborazione e del livello di rispecchiamento nella valutazione esterna da parte della scuola. Una volta conclusa la progettazione del piano verranno inclusi nelle azioni di monitoraggio anche i TpM. Le prime tre fasi di intervento sono: I) La fase di conoscenza della scuola da parte del tutor (metà aprile-inizio

maggio 2012) In previsione e per la preparazione del primo incontro in presenza, il tutor dovrà accuratamente conoscere le scuole che gli sono state assegnate attraverso una molteplicità di strumenti che vengono messi a sua disposizione: il POF, il rapporto della Commissione di Valutazione e i documenti ad esso allegati, la guida alla lettura del rapporto. Dunque prima del primo incontro in presenza :

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- la scuola riceve da INDIRE tutta la documentazione che la riguarda (rapporto e 5 allegati); - il tutor riceve da INDIRE e studia la documentazione relativa alle scuole di sua competenza (in genere 3) - iniziano i primi contatti informali tra il tutor ed il TpM e con il DS viene concordata la data del primo incontro in presenza.

II) L’autoanalisi (maggio 2012) La fase di autoanalisi inizia con il primo incontro in presenza. Durante questo incontro ci sarà da parte del tutor la presentazione del percorso di miglioramento, sarà condivisa l’idea di miglioramento e si procederà all’analisi del report attraverso le griglie di autovalutazione (appendice A) messe a disposizione dall’INDIRE e già sperimentate durante il seminario in presenza. Il primo incontro è dunque finalizzato a: - Costruire la motivazione e la partecipazione attiva al percorso; - Condividere le idee fondanti; - Rileggere insieme ed in chiave critica il report; - Cogliere le reazioni del gruppo e adeguare l’intervento; - Condividere la griglia di autovalutazione. Il lavoro sull’autoanalisi prosegue anche sulla piattaforma on-line dove il tutor potrà continuare a coordinare e supportare le attività dei team nel processo di scelta delle piste di miglioramento che la scuola ritiene più adeguate alle proprie esigenze . La piattaforma offrirà al tutor la possibilità di:

- interagire con altri tutor del medesimo territorio per avere uno scambio di informazioni ed esperienze, in un forum moderato dai ricercatori dell’agenzia (“Forum metodologico di supporto al lavoro dei tutor”, fig.4);

- interagire con le scuole seguite, in quanto ogni scuola è invitata a partire da maggio ad iscrivere i componenti del TpM sulla piattaforma INDIRE per la collaborazione online (“Gruppo di lavoro”, fig.5);

- interagire con gli esperti del gruppo di supporto (“Forum tematici riservati ai tutor” e “Eventi sincroni esperti”, fig.6);

- scaricare il materiale messo a disposizione dall’agenzia per la formazione in tutte le fasi del progetto (“Materiali e risorse per la formazione”, fig.4).

Il tutor assume un ruolo di mediazione e stimolo cruciale in questa fase. La riflessione che deve nascere riguarda quanto la scuola si ritrova nei punti di forza e debolezza riportati nel report di valutazione e quanto questa ritiene centrali le piste di miglioramento individuate per la propria crescita.

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Il nodo centrale da affrontare è quanto la scuola si rispecchi nella restituzione della valutazione, nei punteggi assegnati, nell’immagine che restituisce il processo ed il rapporto di valutazione. Per supportare il tutor in questa delicata fase sono stati realizzati strumenti semplici ma efficace che permettano al tutor di guidare la riflessione ma con la collaborazione fattiva dei TpM delle scuole (si veda appendice A). In questa fase la scuola sarà dunque accompagnata nella scelta delle piste di miglioramento che ritiene più opportune. I criteri con cui effettuare questa scelta sono quelli della fattibilità degli interventi che si vuole attuare e della valutazione dell’impatto che essi possono avere. La priorità di un progetto di miglioramento nasce proprio da considerare quanto le azioni che si intende realizzare siano realizzabili e quanto queste possono incidere sul target di riferimento. III) L’elaborazione del piano di miglioramento (maggio-giugno 2012) In questa fase il tutor, attraverso anche la collaborazione on-line, supporta la scuola nella scelta delle piste del miglioramento. Il lavoro on-line tra il primo e il secondo incontro, e tutto il secondo incontro, saranno finalizzati a questa azione. Il secondo incontro prevede dunque:

• La presentazione della struttura del piano di Miglioramento (PdM) (si veda

appendice B); • L’individuazione delle piste di miglioramento secondo i criteri di scelta

condivisi.

La griglia utilizzata per il piano di miglioramento è quella proposta dal modello CAF, del quale, come già esplicitato, si assumono i concetti base del miglioramento e del significato del piano. Nello specifico si condivide l’idea che il piano di miglioramento non sia semplicemente una “somma di progetti”quanto piuttosto una scelta strategica. Ogni azione progettata deve perciò rientrare in un “disegno complessivo” che sfrutti il “sostegno reciproco” tra le varie iniziative. In base al quadro di riferimento per il miglioramento del CAF si tratta di concepire il piano come “Un insieme di interventi coerenti e collegati tra loro. Pianificare significa in questo caso porre l’attenzione sulla multidimensionalità dei problemi organizzativi e gestionali. Queste diverse esigenze di azione devono però essere portate a coerenza, integrate: in altre parole devono essere finalizzate al problema in questione.

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Nota: vediamo se si può organizzare la citazione nel modo seguente: Alcuni snodi cruciali nel processo di pianificazione sono:

L’analisi e la selezione tra le possibili alternative. Pianificare assume anche il significato di individuare le soluzioni praticabili per i vari tipi di problema e, su questa base, di selezionare le azioni migliori sulla base di criteri di raffronto tra costi e benefici, da un lato, e di capacità di realizzazione dall’altro. Nota: il lavoro di analisi del problema, individuazione delle possibili soluzioni e scelta del corso d’azione tra le alternative possibili in futuro potrà essere sviluppato, sia con un testo espositivo che spieghi come si fa sia proponendo appositi strumenti.

L’individuazione delle priorità e delle modalità di organizzazione in senso temporale degli interventi. Pianificare significa anche analizzare le varie idee progettuali disponibili per ordinarle secondo la loro priorità, in relazione alla salienza dei problemi da affrontare, alla disponibilità di risorse e di consenso, ecc.

La definizione delle fasi e delle modalità attuative degli interventi. Pianificare significa anche definire le modalità e le responsabilità relative alla fase di attuazione dei progetti..

Il termine piano dovrebbe portare con sé la consapevolezza che nei contesti organizzativi le attività di cambiamento non sono mai realizzate da una sola persona. Richiedono innanzitutto la collaborazione dei vari soggetti “coinvolti” dal problema e dalle soluzioni perseguite. Richiedono anche che i promotori siano consapevoli che la soluzione di un problema può comportare “insofferenza” in altri soggetti, restii ad abbandonare le modalità fino ad ora utilizzate. In altre parole, è necessario considerare che i progetti si realizzano non solo sulla base di una buona idea ma anche sulla base del consenso mobilitato.”1 Tale idea di piano di miglioramento è in linea con quanto espresso nel decreto legislativo del 27 ottobre 2009, numero 150, riguardo alla misurazione, alla valutazione e alla trasparenza della performance nelle pubbliche amministrazioni. Le parole chiave del piano di miglioramento diventano dunque:

- priorità; - integrazione; - responsabilità; - collaborazione; - diffusione.

All’interno del piano si chiede di descrivere:

I. Lo scenario di riferimento: il contesto interno ed esterno, i vincoli e le opportunità del contesto in cui si è chiamati ad operare.

1 Linee guida per la pianificazione e il monitoraggio del miglioramento, Centro risorse CAF, pp.25-26

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II. L’idea guida del piano di miglioramento: gli obiettivi strategici ed operativi, i punti di forza delle scelte, i criteri di coerenza dei progetti del piano.

III. L’elenco dei progetti che si intende realizzare. IV. Per ciascun progetto (fino ad un massimo di tre), devono essere descritte nello

specifico le quattro fasi del miglioramento continuo: pianificazione, realizzazione, monitoraggio del progetto, diffusione dei risultati e del miglioramento. Per ciascun progetto deve essere inoltre specificato il planning temporale delle azioni e i soggetti coinvolti. Due aspetti importanti da specificare saranno il responsabile del progetto e la scelta degli indicatori con cui misurare i risultati e guidare l’eventuale riprogettazione. Curare questi due aspetti favorisce sia la presa in carico del miglioramento da parte dei soggetti coinvolti, sia la trasparenza delle azioni e dei risultati.

V. Una sezione viene dedicata appositamente alla scelta dei criteri di valutazione dei singoli progetti e del piano complessivo, proprio per evidenziare l’importanza di questo momento. Altra fase cruciale da pianificare e descrivere è inoltre la diffusione dei risultati, un momento fondamentale per promuovere la cultura del miglioramento continuo.

VI. Il budget complessivo del piano, diviso per singoli progetti.

In seguito al secondo incontro il lavoro del tutor continuerà sulla piattaforma on-line, come precedentemente descritto. In questa fase diventerà cruciale il ruolo dei gruppi di supporto, che potranno offrire un ausilio concreto al tutor e attraverso la sua mediazione ai TpM delle scuole Il piano di miglioramento dovrà essere inserito entro il 30 giugno 2011 in piattaforma, dove verrà supervisionato da un gruppo di esperti. Seconda fase del progetto

La seconda fase del progetto

6. Introduzione ed obiettivi La seconda parte di VSQ (da settembre 2012 a maggio 2012) prevede la progettazione esecutiva degli interventi di miglioramento e la realizzazione delle attività previste. Le scuole saranno coinvolte insieme ai tutor in un processo che prevede le seguenti azioni:

1- l’eventuale revisione dei piani di miglioramento in conseguenza delle analisi effettuate dopo la presentazione degli stessi;

2- la realizzazione delle attività previste, con gli eventuali incidenti critici da gestire;

3- il monitoraggio in itinere e le possibili regolazioni e rimodulazioni da effettuare in base alle risultanze;

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4- la valutazione finale. Uno degli obiettivi principali che l’Indire si pone attraverso VSQ è quello di migliorare le competenze dei tutor e delle scuole partecipanti nell’elaborazione e nella gestione operativa di progetti per il miglioramento della performance. In questa fase del progetto l’obiettivo primario è dunque quello di fornire ai tutor conoscenze e competenze utili allo svolgimento della propria funzione di “accompagnamento e stimolo” alle azioni di miglioramento. Il nodo cruciale della formazione diventa così la comprensione profonda delle ragioni e dei concetti che stanno alla base della gestione dei progetti e l’apprendimento di un metodo di lavoro efficace nella progettazione e nella realizzazione delle azioni di miglioramento Per poter raggiungere questo macro obiettivo è necessario sviluppare dei micro-obiettivi:

1- Costruire un quadro concettuale comune su cosa si intende per miglioramento dell’organizzazione scolastica.

2- Condividere con i tutor e il Gruppo di Esperti dell’Indire (si veda glossario) un lessico comune sui termini utilizzati nella progettazione del miglioramento;

3- Formare i tutor per poter essere un supporto metodologico alla progettazione e alla realizzazione delle azioni di miglioramento.

7. Il modello di riferimento per l’accompagnamento del miglioramento

Il progetto VSQ fa riferimento a due modelli per la progettazione del miglioramento: Il CAF(Common Assessment Framework) ed il DASI(Dynamic Approach to School Improvement) Entrambi condividono il fatto che, all’interno dell’organizzazione: - tutti gli elementi considerati nel modello di miglioramento hanno un impatto reciproco l’uno sull’altro; - il miglioramento della performance è l’obiettivo primario da raggiungere per l’organizzazione stessa. 1- Il CAF viene preso ad esempio per quanto riguarda il lessico di riferimento, gli strumenti e l’ispirazione ai principi del Total Quality Management (TQM). Considerando il quadro di riferimento utilizzato per le azioni di valutazione del progetto VSQ, i criteri per la progettazione del miglioramento sono stati adattati agli indicatori utilizzati in questo progetto. Nello specifico si fa riferimento alla metodologia e agli strumenti utilizzati nel CAF External Feedback (CEF). In questa visione i modelli TQM sono finalizzati al miglioramento continuo dell’organizzazione.

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Questi prevedono il coinvolgimento diretto del vertice dell’organizzazione nelle scelte e nella progettazione delle iniziative di miglioramento: in questo caso per vertice non è inteso solo il dirigente, ma solitamente un team di vertice. Tali modelli devono essere intesi come strumenti manageriali, che aiutano a gestire la qualità dell’intera organizzazione. Questi seguono un ciclo “PDCA” (Plan-Do-Check-Act), che rappresenta il metodo di lavoro attraverso cui l’organizzazione può raggiungere gli obiettivi previsti. La sequenza delle attività del Ciclo prevede: 1. Una chiara definizione degli obiettivi che si intende raggiungere, partendo dalle esigenze dei destinatari cui tali obiettivi si riferiscono. Questa fase è identificata con la lettera P, che sta per “Plan” (Pianificazione); 2. L’esecuzione delle attività pianificate attraverso una corretta progettazione e gestione dei processi, monitorata dagli opportuni indicatori. Questa fase è identificata con la lettera D, che sta per “Do” (Esecuzione); 3. La verifica del risultato della pianificazione ed esecuzione, a fronte dei riferimenti assunti (obiettivi, confronti con gli altri). Questa fase è identificata con la lettera C, che sta per “Check” (Verifica); 4. L’adozione delle azioni conseguenti: correzioni, miglioramenti, stabilizzazione sui nuovi livelli di performance. Questa fase è identificata con la lettera A, che sta per “Act” (Azioni). Il modello funge come una “bussola” che identifica un modo di agire attraverso il ciclo PDCA, il quale si configura come il metodo di lavoro da poter utilizzare. E’ necessario formare i tutor e i team di miglioramento della scuola a pensare in termini di miglioramento continuo fornendo gli strumenti culturali necessari, relativi alla pianificazione, l’esecuzione e la verifica. In quest’ottica è importante coltivare la competenza diagnostica dell’organizzazione come competenza chiave da acquisire; a questo si aggiunge un concetto centrale che guida la diagnosi e la progettazione degli interventi, cioè il fatto che nella pianificazione degli obiettivi e delle strategie, i piani debbano derivare dalla “visione” e dalla “missione” (e quindi queste ultime devono essere preliminarmente definite e continuamente riviste in funzione dei cambiamenti degli scenari di riferimento). 2- Il modello dinamico del miglioramento scolastico DASI, che viene preso a riferimento per la struttura dei rapporti tra gli attori coinvolti nel miglioramento (gruppo di esperti, tutor,scuole e indire ) e per gli studi sui fattori che risultano avere un effetto sul miglioramento degli apprendimenti. Questo approccio descrive gli interventi di miglioramento a quattro livelli: gli studenti, la classe, la scuola ed il contesto/sistema (Creemers and Kyriakides, 2012). Il modello si basa su alcune assunzioni di base: a) I progetti di miglioramento scolastico devono considerare come funzione primaria della scuola l’apprendimento degli studenti. b) Gli obiettivi del miglioramento devono essere chiari e condivisi per poter influire sia sull’insegnamento sia sull’apprendimento.

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c) I dati della valutazione sono fonti utili per l’individuazione delle priorità di miglioramento; d) La progettazione delle azioni di miglioramento deve essere svolta sulla base di obiettivi condivisi all’interno della scuola; e) Durante il processo di miglioramento è necessario monitorare la realizzazione delle azioni di miglioramento, attraverso azioni di valutazione. f) Alla fine delle azioni di valutazione deve essere prevista una valutazione sommativa che possa essere utilizzata per la creazione di nuovi piani di miglioramento. Questo tipo di approccio enfatizza gli interventi di miglioramento progettati a livello di scuola e privilegia programmi di miglioramento finalizzati prevalentemente ad incrementare:

• la qualità dell’insegnamento a livello di scuola e di classe;

• gli aspetti legati agli ambienti di apprendimento all’interno della scuola.

Questi tipi di intervento risultano infatti incidere direttamente o indirettamente sulla pratica dell’insegnante che, a sua volta, risulta avere un effetto sul miglioramento degli apprendimenti degli studenti. Il DASI sottolinea il fatto che le scuole devono essere responsabili del proprio miglioramento, indipendentemente dai risultati delle valutazioni esterne o dell’autovalutazione: il miglioramento non caratterizza solo le scuole con basse performance, ma è un processo che coinvolge ogni organizzazione scolastica, a diversi livelli. 8. Attori coinvolti (Team per il Miglioramento, Tutor, Dirigenti Scolastici, Gruppo di Esperti) I) Tutor e Team di miglioramento Durante la prima fase del progetto VSQ, che comprende l'autoanalisi e stesura del Piano di Miglioramento, il tutor ha avuto modo di conoscere ed approfondire le problematiche della scuola che gli è stata assegnata, individuandone criticità da migliorare e punti di forza da valorizzare. Inoltre i due incontri che il tutor ha effettuato nelle scuole, sono stati utili, poiché ha avuto la possibilità di confrontarsi con il Team di Miglioramento (TdM) supportandolo nel riconoscere le priorità e quindi progettare le azioni da fare e condividendone le scelte. Nella seconda fase del progetto l’attività del tutor si concentra soprattutto sulle modalità di accompagnamento alle azioni di miglioramento. La scuola è impegnata a rendere operative le attività previste dal Piano di Miglioramento, cercando il più possibile di rispettare la pianificazione programmata: i tempi previsti ed i costi messi a budget. All’inizio di prima questa fase è ancora possibile fare dei cambiamenti, il tutor potrà, insieme al TdM rivedere le scelte fatte ed eventualmente apportare modifiche laddove si renda necessario. In questa delicata fase il tutor ha il preciso

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compito di seguirne lo sviluppo e favorire il processo di riflessione da parte del TdM sulle azioni progettate. Il Tutor si delinea quindi come una figura in grado di seguire i processi messi in atto dalla scuola e di intervenire attraverso un supporto dinamico che si adatta via via ai cambiamenti ed alle necessità che si presentano (Creemers e Kyriakides ), con il compito molto importante, in quanto consulente esterno alla scuola di orientare il TdM al confronto ed alla riflessione continua In letteratura si distinguono in particolare due figure che si adattano a questo tipo di attività: il mentoring ed il coaching, dove il primo è caratterizzato da una "natura direttiva", che fornisce indicazioni precise sulle modalità con le quali agire, mentre il coach invece svolge un'attività più riflessiva, stimolando e promuovendo, nel docente suo pari, un processo di auto-consapevolezza (Panayoutu, 2012). Tuttavia, data la natura del progetto, che prevede una forte attenzione al contesto all'interno del quale si opera e considerando la grande varianza tra le scuole campione individuate sul territorio, è preferibile non legarsi in particolare ad una figura precisa, ma al contrario alternare in modo armonico sia attività di coaching che mentoring come e quando la situazione lo richiede. Come ulteriore e valido supporto alle scuole che lo richiedano, i tutor possono avvalersi delle competenze messe a disposizione dal Gruppo di Esperti (GE) che fanno capo all'Indire. Divisi in piccoli gruppi, per ciascuna area del rapporto, gli stessi esperti hanno elaborato materiali e strumenti consultabili attraverso la piattaforma on line. Inoltre per rendere più efficace tale supporto sono stati attivati forum dedicati, che permettono uno scambio continuo tra i docenti delle scuole e gli esperti anche su problematiche particolari. Nel progetto VSQ per il miglioramento a rivestire fondamentale importanza è sicuramente il Dirigente Scolastico. Tale figura è stata fortemente voluta dal gruppo di progetto all'interno del Team per il miglioramento, proprio perché si configura come una leva decisiva all’interno della scuola, che agisce sulle decisioni da prendere e sull’orientamento da dare alla propria scuola, come indicato nei modelli di TQM. Il DS possiede un a visione d’insieme, conosce il contesto, può comprendere le potenzialità ed i limiti della scuola, è quindi la figura che meglio può guidare il processo di miglioramento. Inoltre è molto importante valorizzare questa figura poiché può operare una forte spinta dall’alto verso il basso capace di ridare la giusta motivazione ai docenti durante il percorso verso il cambiamento. II) La partecipazione del Team per il Miglioramento ai processi decisionali

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Affinchè il miglioramento risulti effettivo ed efficace è necessario coinvolgere il livello più ampio della scuola, che può comprendere tutta la comunità professionale (Ford and O’Brien, 2011). Per far questo l’azione del TdM è fondamentale, poiché può favorire, tra i docenti, la pratica condivisa della collaborazione e far crescere e diffondere all'interno della scuola, la cultura del cambiamento e del miglioramento. In questo senso l’organizzazione può essere concepita come “un sistema che apprende” (Morgan 2002), dove dall’interno si coltivano competenze capaci di governare i processi di insegnamento/apprendimento che crescono in precisi contesti e dove si prefigurano sviluppi futuri . Nasce dunque la necessità di coltivare una cultura scolastica basata sul riconoscimento della possibilità di un “continuo apprendimento”. Il ruolo del TdM che riveste nella scuola, nel progetto VSQ rappresenta un’occasione per sperimentare la possibilità di sviluppare questi aspetti in un più ampio disegno relativo all’organizzazione scolastica, ed il Tutor si configura come promotore esterno dei processi che possono contribuire a creare un clima di forte supporto e di collaborazione. III) Il Gruppo di Esperti dell’Indire Come già illustrato nella prima parte del progetto il Gruppo di Esperti (GE) si è rivelata una risorsa importante, a disposizione delle scuole e del tutor, durante la tutta la fase di autoanalisi e di progettazione del Piano di Miglioramento . Durante questa prima fase il GE si è relazionato con i tutor e le scuole, attraverso l’ambiente di collaborazione on line ha risposto ai quesiti che venivano posti dai tutor e dai docenti nei forum dedicati. Nella fase che si apre, relativa all’attuazione delle azioni di miglioramento, il GE ha predisposto una serie di materiali, strumenti operativi e studi di caso, che possono risultare utili ai docenti impegnati nei progetti di miglioramento. Inoltre è stato previsto dal progetto che: se la situazione lo richiede e la scuola desidera ricevere consulenza su problematiche particolari, sarà anche possibile intensificare tale relazione con visite organizzate da parte degli esperti, su richiesta esplicita della scuola. Secondo un modello di miglioramento che sta riscuotendo approvazioni e consensi in campo internazionale, il DASI (the Dynamic Approach to School Improvment) , è previsto un supporto esterno per il miglioramento della scuola a disposizione da un team di “esperti e ricercatori” (Advisory and Research Team, A&RTeam) in grado di fornire competenze metodologiche ed esperienza tecnica. Questi sono riconosciuti come fattori che possono risultare utili al miglioramento della scuola. Tale impostazione si avvicina molto a quella data dal gruppo di progetto VSQ per la fase di miglioramento, il supporto di un team esterno infatti, rappresentato dal GE si configura come una modalità di accompagnamento per le strategie e piani di azione che la scuola vorrà sviluppare, costituisce il valore aggiunto, un punto di vista ulteriore ma soprattutto un’apertura verso competenze specifiche esterne utili alla crescita della scuola.

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Se quindi l’obiettivo del Tutor è di aiutare la scuola a definire le priorità di miglioramento e identificare quali possano essere le migliori strategie per realizzarlo, durante la fase dell’attuazione degli interventi la scuola può inoltre, secondo questo approccio, rivolgersi ad esperti ancora più specifici del settore di interesse del miglioramento. In questo senso l’intervento del Tutor insieme al GE, a sostegno della scuola si delinea come:

• Lettura ed interpretazione dei bisogni della scuola da parte del Tutor insieme al TdM, in un processo di coaching alla pari;

• Identificazione del gruppo di esperti più idoneo a fornire una risposta alla problematica emersa, sulla base delle aree affrontate nel miglioramento;

• Progettazione congiunta degli interventi; • Supervisione da parte del Tutor della realizzazione degli interventi.

IV) La formazione in presenza La formazione dei tutor dopo nella seconda fase del progetto prevede un seminario residenziale dove si alterneranno sessioni plenarie a gruppi di lavoro. Per quanto riguarda le sessioni plenarie verranno presentati, dal Gruppo di Progetto per il Miglioramento, i primi risultati relativi ai Piani di Miglioramento: in particolare ed al fine di una riflessione complessiva, saranno presentati i risultati in percentuale, relativi alla coerenza tra le piste di miglioramento consigliate dai Team di Valutazione, consegnate alle scuole all’interno del rapporto di valutazione, e le scelte effettive delle scuole. Il gruppo di progetto dell’Indire si è avvalso inoltre della collaborazione di alcuni ricercatori dell’Università Bicocca di Milano, ai quali è stato chiesto di effettuare un lettura critica dei PdM al fine di verificarne la coerenza, la tenuta complessiva e l’impatto potenziale: una lettura interna cioè al documento che prescinde dalla conoscenza del contesto. I PdM sono stati esaminati seguendo i seguenti criteri di analisi, in coerenza e prendendo spunto dalla griglia dei piani della performance CiVIT (06/05/2011):

- conformità dei progetti al modello proposto: redazione del piano mediante l’utilizzo del modello proposto; compilazione di tutte le parti previste;

- qualità dei documenti: chiarezza, comprensibilità; - qualità dei processi: coerenza tra criticità evidenziate dalla valutazione e

obiettivi di miglioramento, organicità del piano (non presenza di iniziative

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slegate), idoneità delle azioni previste a risolvere i problemi, fattibilità (effettiva disponibilità delle risorse necessarie e possibilità di realizzare le azioni previste), completezza e analiticità della pianificazione operativa ( se è chiaro o meno chi deve fare - che cosa – come - entro quali tempi), previsione di un sistema di monitoraggio in itinere, misurabilità dei risultati.

Durante il seminario ed in sessione plenaria verranno presentati dalla stessa Università Bicocca i risultati di tale ricerca, mettendo in evidenza: la percentuale dei piani ritenuti conformi e coerenti; le percentuali dei piani che prevedono una pianificazione operativa; la percentuale dei piani che prevedono un sistema di monitoraggio; la valutazione della qualità complessiva dei piani di miglioramento.

Per quanto riguarda i lavori di gruppo l’Indire si avvarrà della competenza specifica dei Gruppi di Esperti. Gli esperti saranno divisi secondo l’impostazione data al rapporto di valutazione. I Tutor ruoteranno all’interno dei gruppi che ripeteranno la sessione per ciascun gruppo di tutor, sia la mattina che il pomeriggio. Il lavoro di gruppo prevede che gli esperti prendano in analisi di uno o più PdM effettivamente inseriti all’interno del repository dell’ambiente on line, e che avviino una riflessione con i gruppi a partire da un Piano di Miglioramento, che prevede interventi relativi prevalentemente all’area specifica, si avvierà una riflessione su come realizzare un intervento efficace di miglioramento Sceneggiatura 9. Le fasi della seconda parte del progetto 9.1- Revisione del piano di miglioramento La revisione del piano di miglioramento è un processo che coinvolge il tutor ed il team per il miglioramento della scuola . Questo momento è cruciale per la verifica delle scelte fatte nella prima fase di progettazione al fine di rivedere la reale fattibilità delle azioni. 9.1.1 Analisi dei piani sulla base dei criteri di qualità. Il Tutor avrà modo, grazie alla lettura effettuata dall’Università la Bicocca di analizzare i PdM sulla base dei criteri di qualità elencati sopra La condivisione di una griglia di lettura dei Piani di Miglioramento, con dei criteri di riferimento è un passo necessario per l’eventuale revisione del piano di miglioramento. A tal proposito possono essere utilizzati strumenti ispirati ai questionari del CEF (si veda appendice )

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9.1.2 La rilettura contestualizzata del Piano di Miglioramento Un’altra importante operazione nella rilettura del Piano di Miglioramento è la valutazione dell’idoneità delle azioni previste a risolvere i problemi reali dell’organizzazione e la fattibilità delle azioni previste (effettiva disponibilità delle risorse necessarie e possibilità di realizzare le azioni previste). In questa operazione è importante che siano coinvolti anche coloro che sono stati individuati come i responsabili dei singoli progetti previsti. Il loro coinvolgimento nella valutazione della fattibilità è fondamentale per la responsabilizzazione da parte delle figure coinvolte nella realizzazione del miglioramento. In questa fase non deve essere trascurato l’aspetto del monitoraggio delle azioni di miglioramento, un elemento da progettare in modo condiviso nella scuola. 9.2- Avvio e realizzazione delle azioni di miglioramento L’avvio delle azioni di miglioramento è un momento cruciale del rapporto tra il tutor e il team di miglioramento. In questa fase infatti il tutor assume un ruolo maggiormente esterno e meno centrale nelle attività di miglioramento. I compiti principali saranno quelli di: 1- Monitorare che il piano di miglioramento sia comunicato e sia conosciuto dagli attori coinvolti nella scuola; 2- Raccogliere le esigenze della scuola riguardo eventuali necessità di incontri o consultazioni con gli esperti; 3- Accertarsi del fatto che le azioni di monitoraggio previste si verifichino durante il progetto. Il metodo di lavoro da seguire rimane per tutto il corso delle attività quello del ciclo PDCA” (Plan-Do-Check-Act), in cui le azioni progettate sono plausibilmente modificabili e rivedibili secondo le esigenze che emergono durante la loro realizzazione. 9.3. Azioni di valutazione finale del progetto Le azioni finali di valutazione condotte da parte della scuola, secondo gli indicatori individuati in fase di progettazione, saranno un utile confronto con le azioni di valutazione esterne. La valutazione esterna verrà svolta da Invalsi, secondo il quadro di riferimento utilizzato nella prima annualità. La possibilità di accostare i risultati dell’autovalutazione della scuola con quelli del Sistema Nazionale dovrebbe essere un aspetto fondamentale del progetto VSQ, in quanto dovrebbe permettere una riflessione profonda sui processi attivati nelle azioni di miglioramento.

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Appendice A: Gli strumenti per la stesura del piano di miglioramento Fase 1: Il rispecchiamento nell’esito della valutazione esterna Sono state individuate alcune aree tematiche ritenute strategiche per promuovere il miglioramento della scuola. Nel report di valutazione sono stati riportati punti di forza e debolezza per ciascuna di queste aree. Quanto la scuola si ritrova nei punti segnalati dalla valutazione di ciascuna area? Per ogni punto viene chiesto di esprimersi attraverso questi valori: D= Per niente C= Poco B= Abbastanza A= Molto 1-LE CARATTERISTICHE DELLA SCUOLA E LE RISORSE UMANE PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI 2-L’UTILIZZO DEGLI SPAZI E DELLE RISORSE MATERIALI PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI

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3-I PROCESSI IN ATTO TRA SCUOLA E TERRITORIO PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI 4-LA PROGETTAZIONE PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI 5-LA CAPACITA’ DI SOSTENERE IL MIGLIORAMENTO PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI 6-LA VITA A SCUOLA PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A

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PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI 7-I RISULTATI PUNTI DI FORZA IDENTIFICATI D C B A PUNTI DI DEBOLEZZA IDENTIFICATI Fase 2: I nessi tra i punti di debolezza e quelli di forza identificati I punti di debolezza: alcune tra le criticità individuate sono connesse in qualche modo? Criticità Nessi Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 Area 5 Area 6 Area 7

Criticità Nessi Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 Area 5 Area 6 Area 7

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Criticità Nessi Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 Area 5 Area 6 Area 7

2- E quelli di forza? Punto di forza Nessi Area 1 Area 2 Area 3 Area 4 Area 5 Area 6 Area 7

4- La scelta delle piste di miglioramento 1)Le tre piste di miglioramento del report di valutazione: Quanto la scuola si riconosce nelle tre piste di miglioramento individuate? PISTE IDENTIFICATE NEL REPORT D C B A

2) Quanto le piste individuate possono incidere sui nessi che esistono nelle criticità emerse?

PISTE IDENTIFICATE NEL REPORT Possibilità di incidere sui nessi delle

criticità individuate

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3) Quali piste di miglioramento sono considerate prioritarie dalla scuola, sulla base delle proprie riflessioni fatte in merito ai punti di criticità e di forza individuati?

PISTE CONSIDERATE DALLA SCUOLA Possibilità di incidere sui nessi delle criticità individuate

5- Le scelte delle piste di miglioramento Tra le piste indicate dal report di valutazione e quelle ritenute strategiche dalla scuola, quali potrebbero essere realizzabili durante il prossimo anno, con un criterio che consideri sia la fattibilità (considerando sia tempi che le risorse disponibili), sia l’impatto che l’intervento potrebbe avere. Dando un punteggio da 1 a 3 alla fattibilità e all’impatto di ciascuna pista, si può ipotizzare un criterio di priorità. Nei punteggi si può considerare i punteggi come: 0= nullo 1= poco 2= abbastanza 3=alto Fattibilità * Impatto =Priorità Piste individuate Fattibilità Impatto Priorità

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Appendice B: Il piano di miglioramento

PIANO DI MIGLIORAMENTO DI

…………………………..…………………………………………….

RESPONSABILE ……………………………………………

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PRIMA SEZIONE SCENARIO DI RIFERIMENTO Caratteristiche del contesto interno ed esterno; Vincoli ed opportunità interne ed esterne IDEA GUIDA DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO

• L’idea-guida del piano di miglioramento e la relazione tra questa e le criticità rilevate attraverso la valutazione.

• Obiettivi strategici e obiettivi operativi del piano nel suo complesso • Elementi di forza dell’idea guida rispetto ad altre alternative (compresa quella

di lasciare le cose come stanno) e sua rilevanza rispetto alle caratteristiche del contesto.

• Coerenza e integrabilità degli interventi inseriti nel piano ELENCO DEI PROGETTI DI MIGLIORAMENTO (secondo l’ordine di priorità) 1. 2. 3. 4.

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO Fase di PLAN - PIANIFICAZIONE Descrizione del problema da affrontare attraverso il progetto. Descrizione dell’approccio adottato relativamente all’iniziativa di miglioramento considerata. Le ragioni della scelta di tale approccio (quale problema deve affrontare, perché costituisce una soluzione vantaggiosa) e i vantaggi attesi per la scuola. Definizione del piano, nelle sue varie fasi, per affrontare il problema

Fase di DO - DIFFUSIONE E REALIZZAZIONE Una descrizione dei modi e tempi di attuazione e diffusione dell’approccio. Per esempio: • Chi è responsabile dell’attuazione • Verso quali componenti della scuola è diretto • Verso quali aree dell’organizzazione scolastica è rivolto • Descrizione delle fasi fondamentali dell’attuazione • Come apparirà una volta pienamente attuato e diffuso In particolare definire come si intende misurare la diffusione: indicare con precisione il tipo di misura, la frequenza della raccolta dei dati e gli obiettivi connessi. Definire e descrivere gli obiettivi del progetto con particolare riferimento al contributo del progetto al miglioramento atteso nella qualità della scuola.

Titolo dell’iniziativa di miglioramento: ……………………………………………… Responsabile dell’iniziativa: …………………

……

Data prevista di attuazione definitiva:

………………………..

Livello di priorità:

(vedi tabella priorità)

Ultimo riesame:

(data)

(Verde)

(Giallo) (Rosso) Situazione corrente al ………… (indicare

mese e anno) In linea In ritardo In grave ritardo

Componenti del gruppo di miglioramento: ……………………………………………………………. ……………………………………………………………. …………………………………………………………….

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Fase di CHECK – MONITORAGGIO E RISULTATI I sistemi di monitoraggio dell’andamento del progetto, in modo da far sì che il piano proceda secondo quanto stabilito e, se necessario, siano introdotte le opportune modifiche. Le misure o gli indicatori utilizzati per valutare se l’azione di miglioramento è stata attuata e diffusa entro i tempi stabiliti (risultati relativi agli indicatori di progetto) e nel suo pieno potenziale (risultati degli obiettivi del progetto).

Fase di ACT – RIESAME E MIGLIORAMENTO Le riunioni di aggiornamento potrebbero considerare: • lezioni apprese e questioni da risolvere • revisioni dell’approccio descritto e ragioni che le determinano • revisioni del piano descritto e ragioni che le determinano ecc.

MANAGEMENT DEL PROGETTO AZIONE: …………………..

Attività Responsabile

Data prevista di

avvio e conclusione

Tempificazione attività

Situazione Rosso = attuazione non in linea con gli obiettivi Giallo = non ancora avviata / in corso e in linea con gli obiettivi Verde = attuata

A S O N D G F M A M G L

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TERZA SEZIONE Da compilare relativamente al Piano QUARTA SEZIONE Budget complessivo Costi Totale

Progetto 1

Ecc.

Progetto Risultati attesi Indicatori (descrizione e

unità di misura)

Target

Risultati ottenuti

*da compilare a fine delle attività

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Appendice C: La revisione del PdM (strumenti ispirati ai questionari CEF- CAF External Feedback) Spunti di riflessione per la revisione del piano e l’avvio delle azioni Sono state scelte le priorità sulla base dell’efficacia e della fattibilità?

Nessuna definizione delle priorità delle azioni di miglioramento o dell’adozione di criteri di determinazione delle priorità.

Alcune evidenze di definizione delle priorità delle azioni di miglioramento, ma i criteri non sono chiari o coerenti.

Buone evidenze di definizione delle priorità delle azioni di miglioramento, sulla base di criteri definiti e coerenti.

Chiare evidenze di definizione delle priorità delle azioni di miglioramento, sulla base di criteri definiti e coerenti. I criteri di definizione delle priorità sono documentati e prendono in considerazione l’impatto sulla strategia e sugli obiettivi dell’organizzazione, e la fattibilità delle azioni.

Forti evidenze di definizione delle priorità delle azioni di miglioramento sulla base di criteri definiti e coerenti. L’analisi delle azioni possibili, i criteri di determinazione delle priorità e le valutazioni sono documentate e prendono in considerazione una valutazione quantizzata dell’impatto sulla strategia e sugli obiettivi dell’organizzazione, e la fattibilità delle azioni.

E’ stato definito un approccio per monitorare le azioni di miglioramento?

Nessuna evidenza di definizione di un approccio definito per monitorare e valutare il piano

Alcune evidenze di monitoraggio e valutazione del piano di miglioramento, ma l’approccio non è chiaro o coerente.

Buone evidenze di monitoraggio e valutazione del piano di miglioramento. L’approccio è definito in modo coerente.

Chiare evidenze di monitoraggio e valutazione del piano di miglioramento, in modo definito e formalizzato, con un approccio chiaro e

Fortievidenze di monitoraggio e valutazione del piano di miglioramento, in modo definito e formalizzato, con un approccio chiaro e

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di miglioramento.

coerente per le principali fasi delle attività fino al momento della visita on site.

coerente per le principali fasi delle attività fino al momento della visita on site, definendo le responsabilità e coinvolgendo i principali portatori di interesse.

E’ stata definita una modalità di valutazione della perfomance delle azioni e dei risultati?

Nessuna evidenza di una definizione di indicatori, obiettivi o metrica per tutte o per la maggior parte delle azioni di miglioramento.

Alcune evidenze di una definizione di indicatori, obiettivi o metrica, ma incompleta o inadeguata per misurare la performance ed i risultati delle azioni (mancanza di indicatori e/o target; mancanza di definizione della metrica, ...).

Buone evidenze di una definizione di indicatori, obiettivi e metrica, adeguata a misurare la performance ed i risultati delle azioni.

Chiare evidenze di indicatori, obiettivi e metrica delle azioni di miglioramento, definiti in modo completo, quantitativo e coerente per ogni azione. Gli indicatori e gli obiettivi prendono in considerazione i risultati attesi, in termini di risultati (output) ed impatti (outcome).

Forti evidenze di indicatori, obiettivi e metrica delle azioni di miglioramento , definiti in modo completo, quantitativo e coerente per ogni azione. Gli indicatori e gli obiettivi prendono in considerazione i risultati attesi, in termini di output e outcome, efficacia, efficienza e benchmarking esterno.

E’ stato integrato il piano di azioni del miglioramento nella normale pianificazione strategica della

Nessuna evidenza di correlazione tra il piano di

Alcune evidenze di integrazione del piano di azioni (ma

Buone evidenze di integrazione del piano di azioni nel piano

Chiare evidenze di integrazione del piano di azioni nel piano strategico

Forti evidenze di integrazione del piano di azioni nel piano strategico dell’organizzaz

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scuola? azioni e la pianificazione strategica dell’organizzazione.

limitatamente alla pianificazione dei tempi e/o pianificazione delle risorse e/o impatto delle azioni sugli obiettivi strategici.).

strategico dell’organizzazione (programmazione dei tempi, risorse, impatto delle azioni sugli obiettivi strategici).

dell’organizzazione (programmazione dei tempi, risorse, impatto delle azioni sugli obiettivi strategici, verifiche e revisioni e responsabilità).

ione (programmazione dei tempi, risorse, impatto delle azioni sugli obiettivi strategici, verifiche e revisioni, coinvolgimento dei leader, ecc); L’attività di AV ed il conseguente piano di azioni sono formalizzati come parte integrante della pianificazione e controllo strategico.

E’ stato comunicato il piano di miglioramento ai target di riferimento?

Nessuna evidenza di definizione un piano di comunicazione per i principali portatori di interesse e/o con le informazioni appropriate.

Alcune evidenze di definizione di un piano di comunicazione (ma non è indirizzato ai principali portatori di interesse e/o le informazioni sono limitate).

Buone evidenze di definizione un piano di comunicazione, indirizzato ai principali portatori di interesse, con informazioni e mezzi appropriati. Il piano di comunicazione prende in considerazione alcune fasi delle attività di miglioramento.

Chiare evidenze di definizione un piano di comunicazione, indirizzato a tutti i portatori di interesse, con informazioni e mezzi appropriati. Il piano di comunicazione prende in considerazione le principali fasi delle attività di miglioramento.

Forti evidenze di definizione di un piano di comunicazione: il piano è completo e dettagliato, indirizzato a tutti i portatori di interesse, con informazioni esaurienti e con l’utilizzo dei mezzi di comunicazione più appropriati per i diversi target group. Il piano di comunicazione prende in

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considerazione tutte le diverse fasi delle attività di miglioramento.

Sono state identificate responsabilità relative al programma di miglioramento ed ai progetti, e garantire trasparenza nell’assegnazione degli incarichi e delle responsabilità?

Nessuna evidenza di definizione delle responsabilità relative al programma ed ai progetti.

Alcune evidenze di definizione delle responsabilità relative ai programmi e/o ai progetti, ma la coerenza dei ruoli con le responsabilità assegnate non è dimostrata. Limitata evidenza di trasparenza e delega delle responsabilità.

Buone evidenze di definizione delle responsabilità relative al programma di miglioramento ed ai progetti. Le responsabilità sono comunicate, garantendo trasparenza e delega delle responsabilità. Il livello delle responsabilità assegnate è adeguato ed i ruoli sono coerenti con le attività da svolgere.

Chiare evidenze di definizione delle responsabilità relative al programma di miglioramento ed ai progetti. Il livello delle responsabilità assegnate è adeguato ed i ruoli sono coerenti con le attività da realizzare. La delega delle responsabilità è formalmente definita e comunicata per garantire trasparenza.

Forti evidenze di definizione delle responsabilità relative a tutto il programma di miglioramento ed ai singoli progetti ed attività ad un livello appropriato ed in coerenza con le attività da svolgere. La delega delle responsabilità è formalmente definita e comunicata a tutti i portatori di interesse per garantire trasparenza e per favorire il coinvolgimento e la collaborazione.


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