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Il Pungolo n.105

Date post: 11-Mar-2016
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Il Pungolo, periodico del quadrante Roma Nord-Ovest. Notizie dai quartieri: Casalotti, Palmarola, Ottavia, Selva Candida, Selva Nera, Via Boccea, Casal Selce, La Storta, Castel di Guido.
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VIA BOCCEA A VIA PONDERANO SI CONTINUA A PROGETTARE SOLO CEMENTO Nell’area di Via Ponderano è previsto un aumento delle cubature edilizie di circa l’11%, corrispondenti a 63 nuovi alloggi per circa 200 abitanti, anima in più anima in meno. La realizzazione dell’opera verrà a costare 8.440.918,44 e produrrà solo 417.818 euro in oneri concessori, per i quali ancora non c’è ne- anche la certezza che vengano investiti sul questo territorio. Gli interessi di parte prevalgono sempre sugli interessi collettivi. LANDONIO a pag.6 Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA Anno XXI • N. 105 - Novembre/Dicembre 2011 - www.ilpungolo.org - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA CANTARELLA a pag 9 LIBERATORI a pag 7 ANCORA ! Tiratura - 6000 copie RASO a pag 10 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 HOTEL SELVA CANDIDA Roma Il posto giusto per i vostri incontri. Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211 L’attuale piano rifiuti, presen- tato dalla Giunta Polverini, sembra essere un nuovo buco nell’acqua. L’alternativa po- trebbe essere la proposta di legge regionale di iniziativa po- polare n° 241 attualmente in iter. Sia l’Arpa che l’Ispra hanno recriminato la loro contrarietà ponendo in primo piano il ri- schio di cancerogenicità delle radiazioni emesse dalle an- tenne-ripetitori. Vige quindi un principio di precauzione. Ma in pochi se ne curano IN ARRIVO 20.000 ANTENNE TELEFONICHE ANCORA NEBBIA FITTA PER IL DOPO MALAGROTTA RIASSESTAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA Spetta alla scuola accusare il colpo della crisi ora. Grazie alla legge n. 111 del 15 luglio 2011, dal 2012, numerosi istituti romani verranno accorpati in complessi da oltre 1000 alunni. Saranno le strutture in grado di gestirli tutti adeguatamente? FERMA LA L o scorso Aprile, in un’assemblea pub- blica organizzata dal PDL in Via Boccea 590, alla presenza di organi istituzionali della Regione, del Comune e dei Municipi, l’Assessore alle Politiche dell’Urbanistica e dell’Ambiente del Municipio Roma 18 disse: “Io non chiedo che facciano il tifo per noi - riferito al Pungolo - ma che realmente raccontino le cose così come stanno, senza fare sarcasmi sul fatto se la Boccea verrà raddoppiata, quanto ci metteremo a farla, perché la Determina che è stata presentata per il raddop- pio della Boccea parla chiaro; dice che dal momento in cui verrà assegnata l’opera alla ditta vincitrice dell’ap- palto dovranno passare 350 giorni CONTINUATIVI E LA- VORATIVI per la realizza- zione dell’opera. Quindi mi sembra che ci siano i termini precisi per come deve iniziare e come deve finire l’opera; quindi fare del sarcasmo - scrivendo sul Pungolo - “sarà la volta buona” mi sembra espressamente gra- tuito”. Non c’è nessuna intenzione polemica dietro questa cita- zione, solo far sapere che stiamo appunto seguendo il consiglio dell’Assessore: raccontare le cose come stanno” e la Via Boccea, ad oggi, è come l’avevamo la- sciata ad Aprile 2011. ANGELICI a pag 8
Transcript

VIA BOCCEA

A VIA PONDERANO SI CONTINUA

A PROGETTARE SOLO CEMENTONell’area di Via Ponderano è previsto un aumento delle cubature edilizie dicirca l’11%, corrispondenti a 63 nuovi alloggi per circa 200 abitanti, anima inpiù anima in meno. La realizzazione dell’opera verrà a costare 8.440.918,44 eprodurrà solo 417.818 euro in oneri concessori, per i quali ancora non c’è ne-anche la certezza che vengano investiti sul questo territorio. Gli interessi di parteprevalgono sempre sugli interessi collettivi.

LANDONIO a pag.6

Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord-Ovest CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Anno XXI • N. 105 - Novembre/Dicembre 2011 - www.ilpungolo.org - [email protected]

DISTRIBUZIONE GRATUITA

CANTARELLA a pag 9

LIBERATORI a pag 7

ANCORA

!

Tiratura - 6000 copie

RASO a pag 10

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L’attuale piano rifiuti, presen-

tato dalla Giunta Polverini,

sembra essere un nuovo buco

nell’acqua. L’alternativa po-

trebbe essere la proposta di

legge regionale di iniziativa po-

polare n° 241 attualmente in

iter.

Sia l’Arpa che l’Ispra hannorecriminato la loro contrarietàponendo in primo piano il ri-schio di cancerogenicità delleradiazioni emesse dalle an-tenne-ripetitori. Vige quindiun principio di precauzione.Ma in pochi se ne curano

IN ARRIVO 20.000ANTENNE

TELEFONICHE

ANCORA NEBBIA FITTAPER IL DOPO

MALAGROTTA

RIASSESTAMENTODELLA SCUOLA

PUBBLICA

Spetta alla scuola accusare ilcolpo della crisi ora. Grazie allalegge n. 111 del 15 luglio 2011, dal2012, numerosi istituti romaniverranno accorpati in complessida oltre 1000 alunni. Saranno lestrutture in grado di gestirli tuttiadeguatamente?

FERMA LA

Lo scorso Aprile, inun’assemblea pub-blica organizzata dal

PDL in Via Boccea 590, allapresenza di organi istituzionalidella Regione, del Comune edei Municipi, l’Assessore allePolitiche dell’Urbanistica edell’Ambiente del MunicipioRoma 18 disse: “Io nonchiedo che facciano il tifo pernoi - riferito al Pungolo - mache realmente raccontino lecose così come stanno, senzafare sarcasmi sul fatto se la

Boccea verrà raddoppiata,quanto ci metteremo a farla,perché la Determina che èstata presentata per il raddop-pio della Boccea parlachiaro; dice che dal momentoin cui verrà assegnata l’operaalla ditta vincitrice dell’ap-palto dovranno passare 350giorni CONTINUATIVI E LA-VORATIVI per la realizza-zione dell’opera. Quindi misembra che ci siano i terminiprecisi per come deve iniziaree come deve finire l’opera;

quindi fare del sarcasmo- scrivendo sul Pungolo -“sarà la volta buona” misembra espressamente gra-tuito”.Non c’è nessuna intenzionepolemica dietro questa cita-zione, solo far sapere chestiamo appunto seguendo ilconsiglio dell’Assessore:“raccontare le cose comestanno” e la Via Boccea, adoggi, è come l’avevamo la-sciata ad Aprile 2011.

ANGELICI a pag 8

OCCHIO SULQUARTIERE

3L’INTERVISTA

Ancora nessuna novità per l’allargamento

del ponticello che permette di immettersi

dal “Dazietto” su Via della Storta. I

mezzi pesanti che lo attraversano quotidia-

namente, molti a dir la verità, saranno an-

cora costretti a transitare uno per volta.

Nonostante la data di fine lavori sia stata

fissata per il 22/02/2007, cioè cinque anni

fa, del Parco Pubblico di Via Casal

Selce non si vede ancora traccia, se non

questo cartello visibilmente malconcio,

immerso in un groviglio di sterpaglie.

IL PONTICELLO DI VIA DELLA STORTA

IL PARCO PUBBLICO DI CASAL SELCE

Il 3 dicembre saranno di nuovo in piazza SSApostoli, la Rete nazionale Rifiuti Zero e laRete Zero Waste Lazio, per dire no al“piano rifiuti Polverini”.Intervistiamo Massimo Piras, portavoce delmovimento “Non Bruciamoci il Futuro” edel “Comitato Rifiuti Zero Fiumicino”.

Come nasce la Rete Zero Waste Lazio?

Le tre vertenze Fiumicino,Riano e Corcollesi sono unite insieme alle altre associazionicostituendo così ad Ottobre la rete che so-stiene la Strategia Zero Waste, ideata daPaul Connett, per un riciclo delle risorse econtro qualsiasi forma di discarica.

Cosa contestate al piano attuale dei ri-fiuti?

Per prima cosa la legalità. E’ stato presen-tato un piano dalla regione che si basa solosullo smaltimento. Le normative nazionaliinvece parlano chiaro, si deve rispettare unagerarchia di azioni che sono:riduzione,riuso, riciclo e recupero dei materiali primadel conferimento in discarica, che deve es-sere fase residuale del processo. Inoltre solola provincia e i comuni possono individuarei siti, mentre le proposte sono arrivate dallaregione e il commissario straordinario nonha avuto nessuna autonomia.

Quale alternativa proponete?

Ci battiamo perché venga discussa e appro-vata la legge di iniziativa popolare n°241,perché il Lazio oggi segue ancora la leggedel 1998, ormai fuori legge rispetto sia allenormative nazionali, l’ultimo decreto sui ri-fiuti è il n°152 del 2006, sia rispetto a quelleeuropee.

Quali sono i punti chiave dell’iniziativapopolare?

La raccolta porta a porta dei materiali discarto, il rispetto di una gerarchia di preven-

zione, riduzione, riuso, riciclo e recuperodei materiali; scissione monopolio Cerroni-Ama quindi separazione tra attività di rac-colta, riciclaggio e quella di smaltimento;impianti di riciclo e compostaggio; siti dismaltimento ad almeno 5km dalle abita-zioni.

Quindi la soluzione al problema rifiuti?

L’unica soluzione possibile è il sistema diraccolta porta a porta, che deve essere ob-bligatorio per tutto il Lazio, a partire daRoma perché è qui che si producono il 60%dei rifiuti del Lazio e solo così si potrà rag-giungere il 65% di raccolta differenziata. Lalegge regionale di iniziativa popolare che ilmovimento Non Bruciamoci il Futuro pro-pone si fonda proprio sul principio di rici-clabilità e differenzazione.

Attraverso quali strumenti è possibileraggiungere questi obiettivi?

C’è bisogno di più impianti di riciclo e com-postaggio sparsi sul territorio, che riducano icosti di trasporto e di smaltimento. I primipermettono di trasformare carta, plastica evetro in risorse preziose, mentre gli impiantidi compostaggio consentono di riutilizzare lamateria organica dei rifiuti per uso agricolo.

Rimarrebbe una percentuale di rifiuti in-differenziati?

All’inizio rimarrebbe solo un 10% dei rifiutidestinati alla discarica, ma gli impianti sa-rebbero piccoli, a livello municipale. Unapercentuale che può essere abbassata o an-nullata attraverso delle normative che impe-discano la produzione di oggetti, fatti con

materiali diversi che essendo fusi insieme,li rendono indifferenziabili.

Dopo la manifestazione, altre iniziative?

È stato già preparato un piano tecnico ope-rativo che è stato illustrato nel seminario del4 dicembre, da medici, ingegneri e fisici chehanno spiegato meglio, ognuno nel propriocampo, i danni provocati dagli inceneritorie dalle discariche e l’urgenza di una nuovagestione dei rifiuti che salvaguardi l’am-biente e la salute dei cittadini.

Perché lo slogan “Roma Differenziati”?

Perché Roma non può decidere di non farela raccolta differenziata e portare da noi tuttii suoi rifiuti, non si può disseminare la pro-vincia di discariche.

Ci saranno altre proroghe per la chiusuradi Malagrotta?

Sembra che ci voglia ancora tempo per lachiusura di Malagrotta, è stata scardinataanche l’ultima scadenza che vedeva Mala-grotta chiusa entro il 31 dicembre 2011. Ilproblema è organizzare il porta a porta suRoma in modo da ridurre i rifiuti, differen-ziarli e responsabilizzare i cittadini.

Alcuni quartieri di Roma fanno già laraccolta porta a porta?

Si, ad esempio Massimina, sta sperimen-tando il sistema porta a porta già da due anniormai. Ci sono ancora delle imperfezioni edei miglioramenti da fare, ma da parte deicittadini sembra esserci la piena convin-zione e responsabilità.

di Sandra Angelici

4SCUOLA       SANITA’&

GLI AUGURI ALL’ITALIADELLA SCUOLA

Solo pochi giorni fa abbiamo assistito all’approva-zione del decreto per Roma Capitale. A margine del-l’evento, il sindaco Alemanno ha ribadito

l’importanza della riforma sottolineando che : “L’unità na-zionale passa dal riconoscimento del ruolo di Roma comecapitale d’Italia”. La riscoperta dell’importanza del nostrorisorgimento e dell’unificazione politica dell’Italia è statanei mesi scorsi ampiamente celebrata, da una serie di ma-nifestazione che hanno coinvolto i diversi livelli istituzio-nali. Tra queste, proprio perché vicina al nostro territorio,ci piace ricordare quella svoltasi lo scorso 26 ottobre e che,su iniziativa del municipio, ha coinvolto le nostre scolare-sche. La commemorazione, denominata “Buon Comple-anno Italia” aveva come tema la cultura italiana attraversoil ricordo della storia, cultura e tradizioni popolari che 150anni fa erano condivise dagli italiani fieri.In prima fila l’Istituto comprensivo di Via Boccea, chequotidianamente accoglie ben 1084 bambini del nostro ter-ritorio. Abbiamo incontrato la preside Isabella Fortunato,per farci rievocare l’emozione di un’iniziativa apprezzatadai più: “E’ stato un evento al quale noi come scuola ab-biamo subito aderito, in quanto non soltanto è stata un’op-portunità di divertimento per i nostri studenti, masoprattutto un’occasione di crescita e formazione culturale.Circa 120 bambini hanno rappresentato la nostra scuolanello spettacolo andato in scena a Piazza Ormea, che havisto la riproposizione di un “menù” a base di canti, mu-siche e balli tutti aventi come comune denominatorel’unità nazionale”. L’evento, al quale hanno partecipato anche le scuole diPantan Monastero e Tenuta San Mario, insieme alla scuolaelementare Baiocco e alla scuola media Giuseppe Verdi,è stato il fulcro di un’intensa attività didattica, servita perpreparare gli studenti alla commemorazione. Ce lo con-ferma la professoressa Simonetta Serra, insegnante di Arte,che quel giorno era responsabile di Piazza e che ci intro-duce ai suoi ricordi: “L’aspetto che più di ogni altro ha pro-dotto soddisfazione, non soltanto per il corpo insegnantima anche per gli alunni, è stata la grande partecipazione

popolare, che ha accompagnato la riproposizione dei cantie dei balli in un clima di grande festa per tutto il quartiere.Ci teniamo a sottolineare il ringraziamento al nostro Mu-nicipio il quale, nonostante le difficoltà nelle quali versavaRoma per l’alluvione, ci ha offerto un grande supportonella buona riuscita della manifestazione”.Tra i 120 bambini della scuola erano presenti anche i piùpiccoli, di età prescolare: “Con i più piccoli c’è stato un la-voro di preparazione all’evento per cercare di raccontaresotto forma di gioco la nostra storia - ci dicono le insegnatiSusanna Pascolini, Teresa Velletri e Dora Di Giamberar-dino – e a tale scopo abbiamo realizzato cartelloni con ipersonaggi storici del nostro risorgimento (vedi foto) edabbiamo insegnato loro il nostro inno nazionale”. Come dire, a riconoscersi come nazione, bisogna comin-ciare da piccoli.

di Davide Liberatori

Tutti conosciamo che cosa si-gnifica il “ciondolamento”della testa, ma non tutti lo

assecondiamo. Eppure esso è untoccasana per l’organismo: è un ri-chiamo posturale da rispettare indi-cato specialmente a chi studia olavora. Perciò concedersi alcuniminuti di “stacco” sono altamenterigenerativi per l’organismo a tuttovantaggio del proprio cervello e delproprio cuore. Si potrebbe appog-giare il capo sulle braccia o sullascrivania; oppure sul banco discuola.Studi approfonditi di ricerca hannodimostrato che chi pratica quoti-diana interruzione lavorativa, vivemeglio e rende di più. Infatti i neu-rologi sono concordi nel ritenere

che chi si concede una “penni-chella”, riceve dei vantaggi sulpiano mnemonico, in quanto le in-formazioni hanno il tempo neces-sario per fissarsi. Inoltre, durante lapausa fisiologica, la persona si ri-genera, ha la percezione del pro-prio spazio interiore, esercitando ildiritto alla cura di sé.Infatti lasciare tutto da parte, au-menta l’auto distanziamento da sé,dalle diuturne incombenze, perportare in primo piano la medita-zione.Qualcuno dirà che non è possibile,ma come si fa; ebbene, onde nonfarci sopraffare dallo stress è beneascoltare il nostro corpo, maquando da soli non ci si riesce, sipuò acquisire una tecnica di rilas-

samento psicofisico: il training au-togeno. E’ consigliato a tutti coloroi quali vivono uno stato continuo ditensione, agli studenti, a chi soffredi disturbi dell’apparato digerente,disturbi psicosomatici, ecc. a mioavviso fa bene a tutte le età.Chi pratica questa tecnica, difatti,può raggiungere calma e tranquil-lità durevoli ed acquisire la capa-cità di recuperare più rapidamentele proprie energie e mantenerle, inuna condizione permanente.

a cura della Dottoressa Franca Nasta

Psicologa e Psicoterapeuta

QUANTO E QUANDO FA BENE CHINARE LA TESTA

OCCHIO SULQUARTIERE

5

Il degrado urbano è forse il vero specchio

della società moderna. Non c’è il minimo

rispetto dell’ambiente e un’adeguata cul-

tura alla tutela dello stesso.

Su Via Morsasco, all’altezza del civico 9,

proprio di fronte al Centro Anziani, nel

piazzale solitamente adibito a parcheggio,

individui che eufemisticamente definiremo

incivili, hanno abbandonato rifiuti di ogni

genere: calcinacci, batterie per auto, botti-

glie e quant’altro.

La prevenzione per questo tipo di episodi,

dipende solitamente dal grado di civiltà

che un popolo raggiunge e da quanto ogni

signolo cittadino riesce ad apprezzare ed a

rispettare la propria terra e la bellezza della

natura in sè.

La pagina 23 del Pungolo, segnala gli orari

di apertura dell’Isola ecologica di Via Mat-

tia Battistini, speriamo che si inizi ad ado-

perarla costantemente.

In ogni caso, una volta segnalata pubblica-

mente la questione, ci auguriamo che al

più presto le amministrazioni risolvano il

problema.

LA DISCARICA DI VIA MORSASCO

Con l’approvazionedella legge n. 111 del15 luglio 2011, il Par-

lamento ha dato vita ad unprocesso di riorganizzazionedella rete scolastica, riguar-dante gli istituti dell’infanzia,la scuola primaria e la scuolasecondaria di primo grado.Primo promotore della ri-forma è stato senza dubbio ilperiodo di crisi nel qualeversa l’intera Nazione datempo, e lo stesso articolo 19del D.L. n. 98 del 2011 (poiconvertito nella legge 111),recitando:”Disposizioni ur-genti per la stabilizzazione fi-nanziaria”, elimina ogniminima incertezza sulle moti-vazioni. La riorganizzazionedei complessi scolastici pre-vede che, per l’anno2012/2013, numerose scuoleromane vengano accorpate in

complessi scolastici da oltre1000 studenti di diverse fascedi età. La struttura scolasticanon muterà e gli alunni si re-cheranno nella scuola di sem-pre.A cambiare sarà l’ammini-strazione degli istituti, affi-data ad un'unica presidenza edun’unica segreteria, così da ta-gliare sulle spese di gestione.Per quanto riguarda le scuoledi questo spicchio di Roma,sono tre gli istituti interessatidall’accorpamento: l’ElsaMorante, la Pablo Neruda ela succursale di via Ascrea,per un totale di 1355 alunni.Non fa parte di questa fusionela scuola A. Fava, nominataspesso negli ultimi giorni danumerose testate giornalisti-che, in quanto si tratta del di-smesso nome della scuola divia Ascrea. Di certezze su chiaccorperà chi, ancora non vene sono, ma è auspicabile che

sarà l’Elsa Morante a diven-tare la sede centrale. L’iter per l’approvazione degliaccorpamenti è lenta e mac-chinosa: congiuntamente coni dirigenti scolastici, il muni-cipio realizza un progetto,una volta approvato lo passaal comune dove sarà possibilemodificarlo. Avallato dal co-mune verrà consegnato allaprovincia dove potrà esserenuovamente elaborato, ed in-fine approderà in regione perottenere l’accettazione defini-tiva.Il dirigente scolastico delplesso Elsa Morante-S. An-drea, Angelo Cannizzaro, haespresso parere positivo per lariforma prevista per il 2012,credendo che un accorpa-mento degli apparati ammini-strativi renderà possibile undialogo maggiore tra i do-centi, e darà modo ad essi dicreare un filo conduttore che

passerà per tutto il percorsoscolastico dell’alunno, soprat-tutto nel passaggio dalle ele-mentari alle medie, di solito ilpiù significativo.L’avvento dell’accorpamentofarà perdere agli istituti il pro-prio nome, che inizialmenteverrà trasformato nell'indi-rizzo della scuola principale,poi una volta costituito il con-siglio di amministrazione saràscelto il nuovo nome.Gli sprechi della pubblica am-ministrazione, specialmente inperiodo di crisi, sono ciò dicui meno ha bisogno un Paesenelle condizioni dell’Italia, apatto che i tagli alla spesa nonvadano a ledere quelle chesono le necessità di un settoredel calibro della scuola pub-blica. Oltre mille alunni in mano adun solo dirigente scolastico eduna sola segreteria sembranoeccessivi da gestire in modoappropriato. La parte politicae i dirigenti scolastici chie-dono a gran voce una prorogadi due anni per organizzarsi almeglio, ma l’amministrazioneinsiste a voler applicare lalegge. Chi uscirà vincitore daquesto braccio di ferro per oranon è dato saperlo, importanteè che a rimetterci non sial’istruzione dei ragazzi.

RIASSESTAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA: ACCORPARE PER RISPARMIARE

di Gabriele Cantarella

La scuola

Elsa Morante di

Via Casal Del Marmo

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6URBANISTICA       VIABILITA’&

SI SPOSTA ANCORA LA DATADI INIZIO LAVORI PER LA

Amarzo del 2008, la segreteriatecnica dell’Assessore ai La-vori Pubblici del Comune di

Roma (nella persona di Mara MAN-CINI) inviava al nostro Comitato diQuartiere la seguente e-mail :“Definizione opera: Allargamento di

Via Boccea da Via Mingazzini a Via

Selva Candida (C1). Importo lavori: 6.500.000 euro

Status: Progetto Preliminare Integratoultimato il 22 Novembre 2007 tra-smesso all’Ufficio Speciale EmergenzaTraffico e Mobilità. Già approvato inConferenza di Servizi. Prossima appro-vazione con Ordinanza del Sindaco.Già realizzate le attività per la varianteurbanistica e le successive comunica-zioni ai privati per le aree sottoposte adesproprio. Avviate le attività progettualidefinitive. Deve essere indetta la garapresumibile inizio lavori primo trime-stre 2009.”Nel 2008 ci sono state le elezioni am-ministrative. Cambio di guardia. Sipassa dal centro-sinistra al centro-de-stra. Da Veltroni ad Alemanno.Siamo alla fine del 2011, ed i lavori diallargamento della Via Boccea ancoranon sono iniziati.Da contatti telefonici avuti con il pro-gettista e direttore dei lavori ing. FabioPELLEGRINI risulta, infatti, che l’iterburocratico e la gara europea siano an-dati a buon fine e che, presumibilmente,tale opera vedrà la luce verso marzo-aprile del 2012.L’ottimismo è il nostro punto di forza,ma da come stanno andando le cose perle 15 aule di scuola elementare di SelvaNera – via della Riserva Grande – viaGaverina – via Abacuc (chiamiamolacome ci pare, giusto per identificarne lalocalità per i cittadini del territorio) ilnostro ottimismo sta perdendo senso econsenso.Nella stessa e-mail citata, la stessa dot-toressa Mara Mancini ci scrive a propo-

sito della scuola elementare :“Definizione opera: Scuola Elemen-

tare Selva Nera - Lavori di costruzione

di una Scuola Elementare da n°15

aule - Via della Riserva Grande - Selva

Nera

Importo lavori: 5.977.013 euro

Status: verifica dei requisiti dell’im-presa aggiudicataria in corso.Durata lavori: 462 giorni presumibileinferiore. e se ci riusciamo iniziamo ilcantiere prima delle elezioni.”Buon LavoroMaraOggi, 30 novembre 2011, i lavori delle15 aule della scuola elementare nonsono ancora iniziati.Abbiamo presentato istanze scritte, ab-biamo sollecitato attraverso il nostrogiornale di quartiere “il Pungolo” perconoscere le motivazioni di questo ri-tardo, ma la verità di questo allunga-mento dei tempi di “inizio lavori” nonè mai venuta a galla.E se la “verifica dei requisiti dell’im-presa aggiudicatrice” dovesse durareper la via Boccea come per la scuolasopra menzionata? Sarebbe l’ennesima“bufala”.Ma perché le Istituzioni, locali o cen-trali, non rispondono mai alle nostreistanze, anche scritte, sui problemi delterritorio e si fanno vive solo in prossi-mità delle campagne elettorali ?Perché il nostro peso si misura solo inquelle circostanze o perché loro, unavolta eletti, hanno altro a cui pensare? Il nostro ottimismo verso le Istituzioniverrebbe distrutto dal tritacarne dellepromesse elettorali, come per il prolun-gamento della Metropolitana A daBattistini sino a Casalotti-CasalSelce.Le motivazioni potrebbero sembrare di-verse e diversificate, ma il risultato saràsempre lo stesso e cioè che i lavori diallargamento della via Boccea non ve-dranno la luce neppure a marzo-apriledel 2012.Ci auguriamo, anche perché sotto le

feste natalizie dovremmo apparire tutti piùbuoni, che le nostre previsioni vengano smen-tite dai fatti. Anche se, nelle condizioni dellaviabilità attuale del nostro territorio, l’aperturadel cantiere per l’allargamento della via Boc-cea, non sarà certo di grande sollievo per i cit-tadini che, tutti i giorni, dovranno raggiungereil posto di lavoro e ritornare a casa la sera.E quando l’opera sarà terminata, saranno ter-minati pure i palazzi attualmente in costru-zione ed il traffico veicolare sarà raddoppiato,e, a quel punto, probabilmente, anche lo stesso

allargamento realizzato, potrebbe risultare in-sufficiente ai nuovi flussi di traffico.Meglio non pensarci ed affrontare il calvarioquotidiano con calma e serenità, trasformandola rabbia in sorriso.Senza dimenticare che il nostro Comitato ed ilnostro giornale continueranno a lottare per mi-gliorare la vita dei cittadini del territorio.E questo vuole essere il messaggio di ottimi-smo, in vista anche delle prossime festività na-talizie.

di Luciano Landonio

Martedì 22/11, presso la sala Consiliare delXIX Municipio, alla presenza di un piccologruppo di residenti e di rappresentanti delterritorio, si è tenuta la presentazione dellavariante al Piano di Zona B51, riguardanteVia Ponderano, parte della più ampia seried’incontri, voluta dal Campidoglio peresporre il nuovo Piano Casa ai cittadini.Dalla relazione illustrativa condotta dal-l’Arch. Geosa del VI Dipartimento, (vedi ar-ticolo a lato n.d.r.) è emersa la volontàdell’Amministrazione Capitolina, di desti-nare i proventi delle nuove edificazioni persanare almeno parte delle criticità del com-prensorio in argomento.Da quanto appreso, gli importi a disposizionesi agirerebbero intorno ai 3,4/4 milioni di €,che il Campidoglio si è impegnato a reinve-stire secondo le necessità scaturite dal con-fronto con gli abitanti.Durante il dibattimento, è emersa la richiestadi costruire la scuola elementare, previstaall’interno del “ferro di cavallo" di via Pal-lanza e di riqualificare l’area intera, oggi inpessime condizioni.Anche se, con gli importi a disposizione econoscendo l’iter attuativo per questo tipo diopere, sarebbe preferibile con le somme inpreventivo, eseguire opere di minor pregioma verosimilmente più facili da ottenere in

tempi ragionevoli (per la pubblica ammini-strazione!). Alcuni interventi da fare con i fondi a dispo-sizione potrebbero essere:

- riqualificare via Cremolino, a partire dal ri-pristino dell’aiuola sparticorsie;- realizzare un percorso pedonale od unastrada interna tra via Ariasca e Via Nosate,per favorire il collegamento tra il presidiomedico di “Borgo Salute” ed i nuovi isolati,alternativo a via di Selva Candida;- ridisegnare la viabilità interna di tutta lazona, prevedendo nuovi accessi o miglio-rando quelli esistenti, a partire da Via Pon-derano, ad oggi ancora una mulattiera;- ripristinare e mettere in sicurezza l’area de-stinata a verde pubblico di via Pallanza;- eliminare le discariche abusive sul fondodella vallata adiacente il nuovo comprenso-rio;- pianificare con Atac e Roma Mobilità, ilpercorso di una navetta di servizio, che col-leghi le nuove zone, almeno alla metropoli-tana od ad un punto di snodo, in modo daalleggerire l’utenza del 904;

Il Comitato NARNO, cercherà di farsi pro-motore delle ulteriori idee che i cittadini vor-ranno presentare,, durante i prossimi incontrisul Piano con le Autorità competenti.

PROPOSTE PER VIA PONDERANOdi Alessio Carbonara

Circa 40 anni fa ne “Il ragazzo della Via Gluck” AdrianoCelentano aveva colto la trasformazione alla quale stavaandando incontro la nostra società e, nella storica frase

“Là dove c’era l’erba, ora c’è una città” veniva sottolineata la ma-linconia nel vedere davanti ai proprio occhi questo drastico cam-

biamento.Chi vive nelle nostrezone da almeno un de-cennio, si sarà inevitabil-mente accorto che lafrase del molleggiato èancora di strettissima at-tualità, tant’è che i quar-tieri di Selva Candida eSelva Nera cresciutiesponenzialmente negliultimi anni, con il tempostanno conservando le

loro radici boschive esclusivamente nel nome. Questa tesi è suf-fragata dalle politiche portate avanti dalle amministrazioni co-munali, schiave, e questo è bene sottolinearlo, dei palazzinariromani ed incapaci di accompagnare la crescita urbanistica dellaperiferia romana ( la nostra in primis) ad un equivalente sviluppodella rete infrastrutturale e dei servizi. L’ultima prova in ordinedi tempo, ce l’ha offerta quello che è venuto fuori lo scorso mar-tedì dall’incontro di verifica dell’aumento della previsione edifi-catoria dei 20 Piani di Zona del II PEEP ( Piano di ediliziaeconomica e popolare) andato in scena in quel di Battistini.Nel corso dell’evento, in quello che si inserisce all’interno delPiano Casa di Roma Capitale, è emerso che relativamente allanostra zona nell’area di Via Ponderano (B51) è previsto un au-mento delle cubature edilizie di circa l’11% corrispondenti in sol-doni a 63 nuovi alloggi per circa 196 abitanti, anima in più animain meno. La realizzazione dell’opera verrà a costare 8.440.918,44euro e produrrà un residuo di 3.068.716, 62 euro. Il piano d’in-tervento prevede anche la realizzazione di opere secondarie qualiun Asilo Nido, una Scuola Materna ed una Elementare, un centrocivico e due aree di verde attrezzato, tutti lavori che de-vono essere ancora finanziati e per le quali dovranno es-sere trovati la bellezza di 8.415.000 euro. Solo 417.818euro gli oneri concessori previsti dalla realizzazione del-l’opera e per i quali ancora non c’è la certezza che ven-gano investiti sul nostro territorio. è difficile raccontare aparole le facce allibite dei cittadini presenti alla letturadella documentazione da parte dell’architetto Geosa, cit-tadini che hanno nuovamente visto prevalere la logica

della speculazione edilizia in una zona che si appresterà a brevead accogliere nuovi concittadini.Luciano Landonio presidente del comitato di quartiere NARNO,ha espresso il suo parere sulla questione: “IL P.d.Z. B 51 di ViaPonderano, a ridosso del P.P. 10 PALMAROLA – SELVA CAN-DIDA, compreso tra la viabilità attuale di Via Ponderano e ViaCremolino, è nato per sopperire alle massicce carenze che con-traddistinguono i nuclei abusivi del territorio con un incrementodella dotazione di nuovi spazi organizzati, di servizi pubblici eprivati, integrati da un idoneo sistema vairio. Tutto è stato realiz-zato all’infuori dei nuovi servizi e di un idoneo sistema viario. ViaPonderano è rimasta una strada di campagna. Via Cremolino è ri-dotta ad un colabrodo. Le vie dei tralicci, Terna e Ferrovie delloStato, di collegamento con Ottavia-Lucchina da una parte e Ca-salotti dall’altra, non hanno subito variazioni e non collegano inuclei citati. I servizi previsti dal Piano (scuola – servizi sociali everde pubblico attrezzato) esistono solo sulla planimetria catastale,mentre le case sono state costruite e vendute quasi tutte e si pensagià ad un ulteriore incremento abitativo. Insomma, il nuovo voltodel quartiere è rimasto quello vecchio, con qualche problema inpiù. Gli interessi di parte prevalgono sempre sugli interessi col-lettivi. Come Comitato di Quartiere non possiamo condividere unsimile risultato del risanamento urbano del territorio”.

Sembra quindi che di qui a poco i cittadini di Selva Candida eSelva Nera dovranno trovare il modo di farsi spuntare le ali peruscire di casa! Battute a parte, siamo sicuri che nella logica finqui intrapresa dalle istituzioni comunali di concerto con i costrut-tori, la realizzazione delle nuove palazzine avverrà in tempi brevi.Gli asili e le scuole, ci hanno assicurato, saranno pronte per i nostrinipoti.

OCCHIO SULQUARTIERE

7

PIANO DI ZONA B51 VIA PONDERANO: NUOVE CASE ALL’ORIZZONTE

di Davide Liberatori

A chiunque sia transitato su Via Casal Del

Marmo durante il periodo invernale, sarà

capitato di incontrare alcuni tratti, due per

la verità, dove la strada risultava oltre che

più fangosa anche sensibilmente più peri-

colosa, a causa di grandi quantità di breccio-

lino presenti sulla carreggiata.

Il collegamento con le strade sterrate che

costeggiano la strada principale è ovvio. La

domanda è: di chi è la proprietà?

A quanto ci risulta da una lettera inviataci

da un cittadino e visibile nella rubrica “let-

tere alla redazione” a pag. 22, sembra essere

privata.

La pulizia invece, essendo Via Casal Del

Marmo pubblica, spetterebbe alle istitu-

zioni. Inutile sottolineare che i fondi per tale

pulizia non esistono e che quindi la pulizia

parziale che si riscontra, dipende esclusiva-

mente dal transitare delle altre auto.

Data la pericolosità per la viabilità, in parti-

colare per i centauri, si richiedono al Muni-

cipio XIX, delucidazioni in merito.

CHI PULISCE VIA CASAL DEL MARMO?

8ELETTROSMOG       AMBIENTE&

ANCORA NEBBIA FITTAPER IL DOPO

di Sandra Angelici

dono solo nuovi inceneritori che non

incenrivano certo la differenziata. La

regione, infatti, ha proposto alcuni siti

tra i quali il prefetto Pecoraro, nomi-

nato commissario straordinario, ha

scelto Pizzo del Prete (Fiumicino),

Quadro Alto (Riano) e

Corcolle, dove dovreb-

bero sorgere nuove disca-

riche.

Una decisione che ha pro-

vocato la protesta dei cit-

tadini delle zone

interessate, che crescendo

di numero e di idee si sono uniti in co-

mitati, per difendere il proprio territo-

rio contro la realizzazione di "nuove

Malagrotta”. I comitati e le associa-

zioni aderenti alla rete Zero Waste

Lazio, tra cui le tre vertenze Fiumi-

cino, Riano e Corcolle,hanno manife-

stato il 3 dicembre in piazza di SS

Apostoli a Roma, insieme al profes-

sore Paul Connet, ideatore della

“Strategia Rifiuti Zero”, per dire no al

piano discariche della Polve-

rini e rilanciare la proposta

di legge regionale di inizia-

tiva popolare n° 241.

“L’unica soluzione possibile

al problema di Roma e pro-

vincia è il sistema di raccolta

porta a porta - ci spiega

Massimo Piras, portavoce

del movimento Non Brucia-

moci Il Futuro e del comitato

Rifiuti Zero Fiumicino - at-

traverso la quale si può arrivare al

60% di raccolta differenziata e solo al

10% di rifiuti destinati alla discarica.

La nostra proposta parla chiaro, -

prosegue - separazione tra attività di

raccolta/riciclaggio e quella di smal-

timento, per evitare il monopolio ge-

stionale (come già nella legge

regionale in Piemonte);rispetto della

gerarchia delle 4 R (riduzione, riuso,

riciclaggio, recupero), prevista dalle

normative nazionali ed europee con-

ferimento in discarica come fase resi-

duale, in siti pubblici posti ad almeno

5 km dalle abitazioni ed infine il recu-

pero di energia dai rifiuti solo tramite

biogas.

Tutta la nostra concentrazione ora è

su Roma - ribadisce infatti Piras -,

perché è qui che si produce il 60% dei

rifiuti nel Lazio e c’è bisogno di un

piano efficace, che non sia soltanto

una soluzione del momento,ma che

spinga la coscienza collet-

tiva verso una nuova cul-

tura della gestione dei

rifiuti”.

Che la volontà popolare

questa volta venga ascol-

tata, staremo a vedere.

Intanto i lavori non possono

iniziare perchè la regione

non può effettuare gli espro-

pri e le aree, scelte solo su

carta, risultano non essere

materialmente idonee a ospitare le

nuove discariche.

Dopo la drammatica situazione di Na-

poli, ancora oggi sommersa dai rifiuti,

l’emergenza arriva anche per il Lazio.

Proprio a Roma, tra Fiumicino, Ponte

Galeria e Piana del Sole si trova Ma-

lagrotta,la discarica più grande d’Eu-

ropa, che smaltisce ogni giorno tra le

4000 e le 5000 tonnellate di rifiuti. La

discarica aveva raggiunto il livello di

saturazione già nel 2004, tuttavia ogni

anno la sua chiusura subisce rinvii e

le sue dimensioni aumentano (tanto

da essere chiamata "ottavo colle di

Roma") provocando evidenti pro-

blemi ambientali, che ricadono poi sui

cittadini delle zone limitrofe.

Nonostante l’ultima scadenza sia

stata fissata per il 31 dicembre 2011,

il problema del dopo Malagrotta an-

cora irrisolto, concede un alibi per-

fetto ad un’ulteriore

proroga.

L’attuale piano rifiuti, pre-

sentato dalla Giunta Pol-

verini, sembra essere un

nuovo buco nell’acqua

della politica italiana. Il

piano ha come obiettivo

arrivare entro il 2011 al 60% di rac-

colta differenziata, un’utopia se si

pensa che ad oggi il Lazio è fermo al

21%, una contraddizione se si preve-

OCCHIO SULQUARTIERE

9

Meno di dieci anni fa questo piccolo fosso,

che interessa fra i vari quartieri quelli di

“Selva Nera” e “La Storta”, a causa di una

cattiva manutenzione, della sfortuna (un

enorme albero cedette sotto il peso del-

l’acqua e ostruì definitivamente il flusso

dell’acqua) e della grande mole d’acqua ca-

duta in una sola notte d’estate, esondò ri-

versando terra, fango, piante e quant’altro

non solo nelle case dei cittadini che confi-

nano direttamente con il fosso, ma anche

nelle case più distanti.

Vista la foto, scattata il 13 Novembre

2011, si può seriamente constatare che

un’eventuale alluvione, dato il periodo in-

vernale e la prepotenza delle ultime

piogge, non è poi un’ipotesi così remota.

Si richiede dunque alle istituzioni compe-

tenti di provvedere quanto prima alla pu-

lizia degli argini del fosso, al fine di evitare

nuovi disastri.

Le immagini delle persone che spalano

fango misto a mobili, a ricordi, a docu-

menti è ancora abbastanza nitida.

IL FOSSO DELL’ACQUASONA

PDC: QUEL MOSTRO DELLA “PARTICELLA 45”

La scena del cadavere che si alza e ri-prende vita è un vero e proprio ca-posaldo di molti titoli horror che si

rispettino, potendolo definire persino “unclassico” data la longevità ultra trentennale.Sarà stata colpa della trascorsa festa di Hal-loween, oramai sentita anche in Italia, più permoda che per appartenenza, che persino ilParco della Cellulosa ha subito l’attacco ri-petuto di uno zombie di nome Particella 45.E’ trascorso più di un anno da quando, gra-zie ad una osservazione presentata dal Co-mitato Promotore del Parco legata allamodifica del PRINT di Casalotti previstadal PRG, l’area, che elevava il valore delParco a tal punto da rendere difficile l’ac-quisizione, non è più edificabile.Difatti, come riportato nell’articolo dell’edi-zione di Settembre/Ottobre de “Il Pungolo”intitolato:Il Parco della Cellulosa ancoranel limbo, alla riunione del 28/09 negli uf-fici del Comune in Largo Loria 3, la que-stione sembrava già chiara ai più.Eppure il giorno 19 Ottobre, data della suc-cessiva riunione a tema “acquisizione”, l’Uf-ficio al Patrimonio del Comune replicavanuovamente i suoi dubbi sulla non edifica-bilità della moribonda particella, che timida-mente alzava il coperchio della bara e facevacapolino dai pavimenti di Largo Loria. Ma fortunatamente, come accade nella mi-gliore cinematografia, il ribaltamento dellasituazione è dietro l’angolo. Infatti il 16 Novembre le tre commissioni(Patrimonio, Ambiente e Bilancio) si sonoriunite nuovamente per aggiornare lo statodi avanzamento alla presenza del legale rap-presentante della Ligestra 2, Dott. RiccardoTaddei.

La seduta ha avuto inizio con l’interventodell’architetto Paolo Loria, relatore dei la-vori svolti dall’ufficio al Patrimonio del Co-mune di Roma, il quale ha ripreso in manoe carte, lavorato sodo e scandito a chiare let-tere che adesso, anche per le amministra-zioni, la particella 45 non è più edificabile,sbloccando definitivamente una situazioneche andava avanti da mesi.Ciò ha comportato una radicale modificadella stima del valore, scesa dai precedenti2.100.000€ agli attuali 1.329.000€, quindipienamente conforme a quelle che sono lerimanenze (1.500.000€) dei fondi stanziatinel lontano 2007.Riunitosi un consiglio straordinario del Mu-nicipio XVIII, il 17 Novembre è stata ap-provata una mozione a favoredell’acquisizione del Parco, necessaria aifini della conclusione del procedimento.Ora la palla rimbalza al R.U.P. (Responsa-bile Unico del Progetto), che deve modifi-

care tramite la ragioneria ladestinazione dei fondi, inizialmenteattribuiti per un esproprio, ora de-stinati ad una acquisizione.L’avvocato Taddei si è impegnato ariferire al primo consiglio di ammi-nistrazione della società quanto ap-preso negli uffici del Comune, e alpiù presto comunicherà se la vo-lontà della Ligestra 2 è quella di ac-cettare o meno l’offerta.

Ora che quel cadavere resuscitato dellaparticella 45 è stato definitivamente se-polto, si concretizza la possibilità cheanche questo quadrante di Roma abbia,non solo palazzine, ma anche la sua area diverde pubblico. E’ ancora presto per cantare vittoria, ma lastavolta la strada sembra diretta verso lagiusta direzione.Se poi le parole pronunciate il 17 Novembrenell’aula di consiglio del Municipio XVIIIdall’assessore all’ambiente Patrizio Vero-nelli si riveleranno autentiche ed i fondistanziati non scompariranno come in unoscadente trucco da prestigiatore, con l’iniziodel nuovo anno potrebbe anche arrivare latanto agognata acquisizione.Intorno al 10 Dicembre intanto, avrà luogoun nuovo incontro tra le commissioni, peraggiornare lo stato di avanzamento.La Redazione non mancherà all’appello eVi terrà sempre aggiornati dei nuovi svi-luppi tramite il portale www.ilpungolo.org,con l’auspicio di non ritrovarsi di nuovo nelbel mezzo di un filmdell’orrore, classico omeno che sia.

di Gabriele Cantarella

In alto: una foto del Parco

della Cellulosa, all’altezza

del laghetto.

Qui a sinistra: un insetto

della famiglia dei coleotteri,

parte della fauna presente

all’interno del Parco.

10ELETTROSMOG       AMBIENTE&

Quando parliamo di elettrosmog ci si ri-ferisce all’inquinamento elettroma-gnetico da radiazioni elettromagne-

tiche non ionizzanti: in parole povere, quelleemesse da emittenti radiofoniche, telefoni cel-lulari e Wi-Fi, ovvero i dispositivi che consen-tono di collegarsi a reti locali per mezzo diradio onde. Cercare di arrivare a connettersi ad internet inqualunque luogo ci troviamo trova sicura-mente un riscontro positivo, soprattutto, nel-l’attuale generazione dei giovani, prigionierioramai di un mondo che sembra essere esclu-sivamente telematico. Qualcuno però, fortunatamente pensa anche airischi che comporterebbe tale circostanza. Nel-l’ottobre scorso, infatti, quando il governo hamodificato la legge sull’elettromagnetismo, in-nalzando gli attuali limiti per gli impianti ditelefonia mobile, sia l’Arpa (Agenzie regionaliper l’ambiente), sia l’Ispra (Istituto superioreper la ricerca ambientale) hanno recriminato laloro contrarietà a tale disposizione ponendo inprimo piano il rischio di cancerogenicità delleradiazioni emesse dalle antenne-ripetitori.Vige quindi un principio di precauzione. L’attuale valore di 6 volt per metro, interes-

serà, con questo decreto, solamente l’internodegli edifici, lasciando così la possibilità di in-nalzare il limite per tutte le aree di pertinenzaesterna alle abitazioni (per intenderci balconi,terrazzi, giardini e cortili) fino al 70% per latelefonia mobile e fino al 30% per radio e tv. Di certo così, sarà possibile navigare in inter-net con il proprio telefonino di quarta genera-zione (la cosiddetta 4G) in qualsiasi posto. Per far ciò, ogni compagnia dovrà installare lapropria antenna per garantire, ognuna, la co-pertura di rete ai relativi clienti. È per questo che gli esperti hanno stimatoun’installazione di antenne compresa tra le 15e le 20 mila. Inoltre la nuova norma cambiaanche gli obiettivi di qualità basandosi non piùsu misurazioni a campione di una durata di 6minuti, ma verrà effettuata una media statisticasulle 24 ore della giornata. Questa nuova mi-surazione implica quindi l’inserimento dei datirelativi al potenziale di onde radio emessenella notte. Così facendo, i livelli presenti durante la gior-nata, verranno abbassati notevolmente, datoche nella notte la stragrande maggioranza dinoi, non usa il telefonino. Quindi: il valoremolto basso, riscontrato nelle ore notturne,rientrando nella determinazione del livello

medio di onde-radio, permet-terebbe, ai gestori,un innal-zamento delle concentra-zioni di onde-radio duranteil giorno.In ogni caso, uno degliobiettivi primari da rag-giungere, sarebbe quellodi far aderire le quattrocompagnie telefoniche adun accordo, che consenti-rebbe ugualmente di ap-portare il proprio serviziodi copertura della rete peri propri cliente ma permezzo di un antennaunica, anziché installareognuna la sua. Confidiamo nelle istitu-zioni perché possano im-pedire tale scempio,salvaguardando così la sa-lute di noi cittadini.Staremo a vedere!

SONO IN ARRIVO CIRCA20.000 NUOVE

di Francesco Raso

Una delle 20.000 antenne

che dovrebbero ricoprire i

tetti ed intasare a breve i

cieli della Capitale

I  R ION I     D I  ROMA

Iniziare il primo ritratto deirioni di Roma proprio dalMonti è molto significa-

tivo ma anche un inizio nonfacile. Ci troviamo di frontead un ‘Signor Rione’, il piùantico e vasto della città(copre una superficie di1650 mq.) ma anche il piùdenso di monumenti. Insommauna zona che riempie gli occhi.Passeggiare per i suoi vicoli significa re-spirare storia, ripercorrere centinaia di anni inpoche centinaia di metri passando da antichiruderi a torri medievali, facciate rinascimentali,fasti barocchi e centri pulsanti della culturacontemporanea.Ciò che affascina di più di questo rione è cheognuno può darne una lettura diversa. La mia deformazione professionale mi portaad alzare gli occhi scrutando i profili irregolaridi tetti, cupole e campanili, ad interrogarmisulle stratificazioni di resti antichi e medievali,chiese, palazzetti del Settecento, scoprendoscorci sempre nuovi e spettacolari.I veri ‘monticiani’ vi racconteranno invece del-l’autenticità dei luoghi e delle persone, delletradizioni, del chiasso delle botteghe e dei pro-fumi nelle trattorie, abitudini di una vita bloc-cata in una dimensione ancora tutta romana. In molti ne apprezzano invece i locali notturni,le enoteche, i negozietti vintage, le galleried’arte e le librerie che ne fanno un luogo tra ipiù innovativi della città, fervido di iniziativeculturali e proposte di nicchia. Le serate sono sempre piacevoli anche se sisceglie di trascorrerle in giro per le strade, se-duti nella piazzetta della Madonna dei Monti achiacchierare accanto alla fontana, o scoprendolo spettacolo mozzafiato del Colosseo illumi-nato. Insomma, chi volesse dare un morso allastoria antica e contemporanea di Roma deveassolutamente immergersi almeno per pocheore in questo rione che, a cominciare dal nome,si lega indissolubilmente alla sua città.I ‘Monti’ richiamano infatti i tre colli racchiusientro i suoi confini (Esquilino, Viminale e Qui-

rinale) che fanno parte dei famosi sette suiquali, secondo la tradizione, Roma fu fondata

da Romolo nel 753 a. C.Fin dalle origini dell’Urbe la zona

era densamente popolata: laparte alta del rione era costi-tuita da domus signorili e de-nominata Vicus patricius(l’attuale Via Urbana, posta

tra Via Cavour e Via Nazio-nale), mentre nella parte bassa e

pantanosa la Suburra (dal terminelatino suburbium, sottostante alla

città e fuori dal primitivo stanziamento patri-zio sul Palatino), costituiva la parte più popo-lare di Roma antica, un dedalo di viuzze,botteghe, mercati, catapecchie e insulae di pa-lazzi a più piani, con appartamenti d’affitto. In questa zona dai luoghi bui e malfamati, simanifestavano tutte le problematiche umane esociali della capitale dell’Impero. Vi vivevanonumerosissime famiglie plebee ma anche per-sonaggi particolari come mimi, gladiatori ecortigiane. Tuttavia la Suburra non era soltanto luogod’ambigua fama: seppure priva di im-portanti monumenti o edifici pub-blici, era ricca di santuari didevozione popolare, comequello di Giunone Lucina,protettrice delle parto-rienti. Aveva inoltre datoi natali al nobilissimoGiulio Cesare, ed eraimportante per gli intel-lettuali perché vi opera-vano gruppi di schiaviesperti nella scrittura, quasiuna sorta di “strutture edito-riali” dell’epoca, che per contodei loro padroni copiavano evendevano su ordinazione le più ri-cercate opere letterarie latine e greche.Nel periodo tardo-repubblicano e poi inquello imperiale ci fu un notevole ridimensio-namento dell’area che, nella valle meridionaletra Campidoglio e Palatino, lasciò il posto aigrandi Fori Imperiali, una serie di piazze mo-numentali edificate nel corso di un secolo e

mezzo (tra il46 a.C. e il 113d.C.) nel cuoredella città daidiversi impe-ratori. La partepiù alta e salu-bre vide in-vece ilmoltiplicarsidelle grandiresidenze ari-stocratiche.In epoca me-

dioevale si assistette ad un forte calo della po-polazione con il trasferimento di gran parte diessa verso la riva del Tevere. Il danneggia-mento degli acquedotti romani rendeva infatti

difficile far arrivare l'acqua a causadella posizione

rialzata, eg l i

abitantiabituati a bere l'acqua del Tevere, allora pota-bile, cominciarono a spostarsi più a valle nellavasta area pianeggiante del Campo Marzio .

L’area non rimase però totalmente disabitata,poiché era posta lungo l’itinerario percorso daipellegrini per raggiungere le basiliche di S.Giovanni in Laterano e di S. Maria Maggiore. Bisognerà però attendere i grandi papi del Ri-nascimento per una valorizzazione delle areecollinari nord-orientali, soprattutto attraversole opere urbanistiche di Sisto V (1585-90) chefece di questo rione il fulcro del suo papato,con l’erezione di importanti obelischi, la rea-lizzazione di nuovi acquedotti e la creazione digrandi assi viari rettilinei radicalmente conver-genti verso la basilica di Santa Maria Mag-

giore. I rinnovamenti tardo ottocenteschi(Roma era appena diventata capitale d’Italia)ed i grandi sventramenti del periodo fascista,portarono cambiamenti sostanziali nella vita enell’aspetto di quest’area urbana. Prima tra tutte la costruzione, nei primi annidel ‘900, dell'enorme complesso del Vittoriano(Il Monumento nazionale a Vittorio EmanueleII spesso chiamato Altare della Patria daquando accoglie il Milite Ignoto), che spostò

il fuoco dell'attenzione urbanistica dai Fori aPiazza Venezia e portò a pensare un trac-

ciato viario rettilineo che mettesse in co-municazione il nuovo nucleomonumentale con quello antico delColosseo. Queste scelte urbanistichesi allinearono con quanto avrebbe di-chiarato Mussolini nel 1925: "I mo-numenti millenari devonogiganteggiare nella necessaria soli-

tudine".Proprio in quegli anni, tra il 1924 ed il

1932, un’ampia porzione della partebassa del rione fu distrutta per costruire la

Via dell’Impero (dopo il 1945 suddivisa e ri-nominata via dei Fori Imperiali nel primotratto, poi piazza del Colosseo, via di S. Gre-gorio fino al Circo Massimo, ed infine via delleTerme di Caracalla), che portò alla rimozionedell'intero quartiere cinquecentesco denomi-nato “Alessandrino”.In quest’ occasione scomparvero per sempre,oltre a parte della collina Velia (che insieme alPalatino costituì una della quattro regioni delre Servio Tullio) decine di migliaia di metricubi di antichità romane e l'intera area abitatafra cui chiese, palazzi ed orti.Fortunatamente la zona della Suburra nonvenne modificata e conserva ancora oggi,come una sorta di isola nel flusso della storia,la secolare impostazione urbanistica e l’origi-naria connotazione popolare.

di Martina Casadio

In alto a Sinistra: il Fregio del Rione Monti.

In alto a Destra: Giovan Battista Piranesi, Piazza De’ Mont i.

Al centro: La mappa del Rione,

Qui di fianco: Una foto del quartiere denominato “Alessandrino” prima della sua demolizione per la costruzione

di Via dei Fori Imperiali.

Nelle pagine interne: 1. Giovan Battista Piranesi, Colonna Traiana 1758; 2. Basilica di Santa Pudenziana, Mo-

saico Absidale; 3. Basilica dei SS. Cosma e Damiano, Mosaico Absidale; 4. Francesco Borromini, Cupola della

chiesa di San Carlo a l le Quatt r o Fontan e; 5. Gianlorenzo Bernini, Interno della chiesa di San'Andr ea a l Quiri -

na l e, 6. Guido Reni, Aurora, Palazzo Pallavicini Rospiglioni.

I  RIONI  DI  ROMA

ISTRUZIONI PER L’USO

Sicuramente le poche pagine a disposizione non permettonodi scrivere tutto ciò che vorrei su ogni rione. Dovendo sce-gliere, ho preferito impostare la rubrica concentrandomi suaspetti della Roma nascosta che non tutti conoscono. I mieiconsigli per tutti coloro che sentiranno di voler approfondirequeste pagine sono di munirsi di una buona guida di Roma,impugnare il Pungolo e uscire!

Martina Casadio

LA COLONNA DI TRAIANOFUMETTI DALL’ANTICHITà

A differenza delle successive,questa sarà una “passeggiata sta-tica” altamente riposante perchécomprenderà un solo sito, ma distraordinaria bellezza. A moltidi voi sarà capitato di passaredavanti alla grande colonna chesvetta all’inizio di via dei ForiImperiali, ma forse solo in pochiconoscono i particolari della suastoria e l’importanza che essa haricoperto nel corso dei secoli. Sitratta della Colonna Traiana, in-nalzata nella capitale dell’Im-pero per celebrare la conquistadella Dacia (attuale territorio traRomania e Moldavia) tra il 101ed il 106, con il celebre scontrotra l'esercito romano, guidatodall’imperatore Traiano, e i Dacidi re Decebalo. L'esito finale della guerra fu la sottomissionedella Dacia, l’annessione all'Impero romano e la sua trasforma-zione in provincia. Per l’Impero questa vittoria significò gloria e ricchezza, tanto dacostruire, con il bottino ricavato, il maestoso complesso del Forodi Traiano, voluto dall’imperatore e progettato con tutta proba-bilità dal più grande architetto dell’epoca, Apollodoro di Dama-sco, che aveva partecipato alle famose campagne di conquista.Il grandioso progetto architettonico avrebbe occupato la zonatra la collina Velia, la Suburra, la valle del Foro Romano e ilQuirinale per poi congiungersi ai contigui “mercati di Traiano”.La colonna venne innalzata probabilmente in un cortile tra duebiblioteche alle spalle della Basilica Ulpia (fig 1), la più grandeesistente al tempo, sempre costruita da Apollodoro su ordine diTraiano, collocata all’interno del Foro e intitolata alla sua fami-glia (il suo nome completo era infatti Marcus Ulpius Traianus). Di questo imponente edificio, diviso addirittura in cinque na-vate, è oggi visibile solo il troncone centrale, con l'abside oc-cidentale nascosta sotto via dei Fori Imperiali (arriverebbe allependici del Vittoriano) e quella orientale sotto la scalinata cheporta a Largo Magnanapoli e gli edifici adiacenti. La Colonna Traiana dovette essere una novità assoluta nell'arteantica: con la sua costruzione assistiamo per la prima volta nel-l'arte romana alla nascita di un'espressione artistica totalmenteautonoma in ogni suo aspetto. Innanzitutto si tratta della prima colonna coclide istoriata maiinnalzata (la seconda fu quella di Marco Aurelio, eseguita sem-pre a Roma nel 192), una nuova tipologia di monumento ono-rario consistente in un grande cippo decorato da un fregioarrotolato al suo esterno e contenente una scala a chiocciolainterna di ben 185 scalini per raggiungere la sommità. Se aguz-zate la vista noterete, all’interno del fregio, una serie di piccoleaperture per l’illuminazione interna, non concepite all'epocadella costruzione ma applicate durante la decorazione.Forse ad un primo sguardo non si comprende la reale portatadi quest’opera, ma conoscendo i numeri che la compongonosi rimane sbigottiti. Il fusto è alto 100 piedi romani (quasi 30metri metri che diventano 40 se si includono l'alto piedistalloalla base e la statua alla sommità), costituito da 19 colossali

blocchi in marmo di Carrara, ciascuno dei quali pesa circa 40tonnellate ed ha un diametro di 3,83 metri. I 200 metri del fre-gio istoriato continuo si arrotolano a spirale intorno al fusto per23 volte rappresentando 100-150 scene (a seconda di come siintervallano) animate da 2500 figure tra cui compare, per ben59 volte, anche quella dell’Imperatore. La sua rappresentazioneè sempre realistica ed esprime, con gesti misurati e schemicompositivi ben studiati, la sua attitudine al comando, la suasaggezza, la sua abilità militare, senza mai scadere in una rap-presentazione adulatoria.Il generico Maestro delle Imprese di Traiano (o Maestro dellaColonna Traiana) a cui viene simbolicamente attribuita questafantastica opera decorativa, è una della più notevoli personalitàartistiche nel campo dell'arte romana ufficiale. Sicuramentecurò il disegno di tutto il rilievo, ma nella realizzazione praticadi un'opera così vasta è ovvio immaginare i contributi di unabottega. Il suo stile è nuovo e fortemente pittorico, caratteriz-zato da un rilievo molto basso, quasi disegnato, per non alterareed appesantire la forma lineare della colonna, spesso risaltatoda un solco di contorno. Un risultato di tale qualità non era maistato raggiunto dal rilievo storico romano, così come non siera mai visto prima d’ora un così fitto impianto narrativo discene e personaggi. Un ulteriore segno della genialità di questoartista è anche il curioso particolare dell'altezza del fregio maicostante, ma crescente con l'altezza della colonna (da 0,90 a1,25 metri) in modo da correggere illusionisticamente la de-formazione prospettica verso l'alto.L’enorme struttura, oltre a tramandare le imprese di Traianocelebrandolo come comandante militare, aveva una doppiafunzione pratica, testimoniata da un'iscrizione sul basamento.Innanzitutto voleva ricordare ai posteri l’altezza raggiunta dalmonte Quirinale in quel punto prima dei lavori per la sistema-zione del Foro, in secondo luogo accogliere le ceneri dell'im-peratore all’interno della sua base, in una camera funerariaposta accanto ai primi gradini della scala a chiocciola. La storiaracconta che essa rimase sempre in piedi anche dopo la rovinadegli altri edifici del complesso traianeo, poiché le fu sempreattribuita grande importanza: un documento del Senato me-dievale del 1162 ne stabiliva la proprietà pubblica e ne proibivail danneggiamento. Divenne perciò uno tra i primissimi mo-numenti di Roma antica a godere dell’attenzione e della pro-tezione dei papi, il che la colloca come emblema di unprimissimo passo della cultura occidentale verso la conserva-zione dell’antico.Nel corso del XVI secolo si volle dare alla colonna un ruolo diprim’ordine, con l'eliminazione di alcuni edifici privati sortinei dintorni e la parziale liberazione del basamento dall'interro.Sotto papa Sisto V, nel 1588, si pose sulla sommità del fusto lastatua in bronzo di san Pietro che prese il posto dell’originariarappresentante l’Imperatore Traiano andata persa in epoca me-dievale. La fortuna della colonna non si esaurì qui: la fama daessa acquisita la portò ad essere lungamente copiata e dise-gnata, soprattutto negli anni della riscoperta dell’antico nel Ri-nascimento. Se i primi disegnatori a cimentarsi nel suo studionon riuscirono mai ad andare oltre il limite visivo del sesto girodei rilievi, il temerario pittore bolognese Jacopo Ripanda (Bo-logna, XV secolo – Roma, 1516 circa) salì sulla sommità dellacolonna e si calò con una cesta riproducendo pazientementetutti gli episodi narrati ed eseguendone il primo rilievo graficocompleto, dal quale, successivamente, furono prodotte unaserie di interessantissime incisioni. Da quel momento in poi tutti avrebbero conosciuto, studiato eriprodotto le gloriose storie di Traiano, tramandate da questostraordinario “libro di pietra” per quasi duemila anni.

ANTIChE BASILIChE MEDIEVALISANTA PUDENZIANA, S.S. COSMA E DAMIANO

E SANTA PRASSEDE

Il rione Monti è certamente uno tra i più ricchi di persistenzemedievali. A Roma moltissime tracce di questo periodo si sonopurtroppo perse e le poche rimaste vengono spesso inghiottitedal fascino dell’antico e dalla perfezione del Rinascimento. Per

altre poi la stratificazione dei secoli successivi ha comportatoun profondo cambiamento delle loro forme.Il risultato è che troppo spesso questi gioielli nascosti passanoinosservati e vengono conosciuti soltanto da un numero moltoristretto di appassionati.Cercherò quindi, in queste poche righe, di farvi scoprire il fa-scino conservato in tre importantissime basiliche medievaliche rappresentano dei veri gioielli nel rione Monti.Forse non tutti sanno che nel cuore della Suburra è conservatoil più antico mosaico absidale giunto fino a noi (fig.2).Stiamo parlando della basilica di Santa Pudenziana in via Ur-bana, una piccola chiesetta del IV secolo d.C. dedicata alla fi-glia di Pudente, un senatore romano convertito al cristianesimodall’apostolo Pietro. La facciata di dimensioni ridotte el’aspetto poco appariscente potrebbero far sfuggire l’edificioagli occhi meno allenati. Ma è solo entrandovi e conoscendola storia millenaria che si porta alle spalle che se ne può co-gliere importanza e il valore storico-artistico. Pensare che ilbellissimo mosaico che campeggia all’interno dell’abside siarimasto lì, perfetto e maestoso, per oltre 1600 anni lascia a dirpoco sbigottiti.Entrate, sedetevi e guardate davanti a voi. Cercate di concen-trarvi sulla zona sopra l’altare e di guardarvi intorno solo in unsecondo momento. La chiesa presenta infatti dei bellissimi re-stauri del 1588 nella navata e nella cupola affrescata, eseguiti

da Francesco Capriani per il Cardinale Caetani. Cerchiamo però di osservare la figura del Cristo in trono conil libro aperto, sopraelevato e solenne sotto una bellissimacroce gemmata. Siamo di fronte al trionfo della cristianità cheavrebbe cambiato per sempre la storia del mondo occidentalee della città di Roma. Teodosio il grande, l’imperatore più rap-presentativo del IV secolo dopo Costantino, pochi anni prima,nel 395 d.C., aveva emanato un editto con il quale il pagane-simo veniva soppresso definitivamente. E voi, di fronte aquello che molti storici dell’arte hanno definito “il più bel cieloche ci abbia tramandato l’antichità”, denso di luce e nuvole,potrete vedere la prima rappresentazione dei simboli deglievangelisti che campeggiano sopra un panorama architettonicodalle forme ancora classiche, piene, tridimensionali, quasi a ri-cordare nostalgicamente un mondo, un Impero che non sa-rebbe più tornato. Questo passaggio dalla capitale dell’ImperoRomano alla capitale della cristianità si comprende ancor me-glio uscendo dai vicoli della Suburra, percorrendo via Cavoure affacciandosi verso i Fori. Vi propongo di cancellare per unsolo momento tutta la storia antica che avete davanti per entrarein un piccolo ambiente, che spesso scompare davanti allo stu-pore di camminare osservando la perfezione dei templi e lamaestosità delle pendici del Palatino. Su via dei Fori Imperialinoterete infatti un ingresso vicino al Foro della Pace, quelloalla basilica dei Santi Cosma e Damiano. (fig. 3)Se entrare in questa chiesa all’interno dei fori può sembrarvibizzarro, figuriamoci quanto potesse apparire strano ai romaninel 530 vedere l’aula di una biblioteca pubblica del Foro dellaPace e l’antica Rotonda di Massenzio riutilizzate per ospitareun ambiente religioso.Si era infatti evitato, per quasi due secoli, secondo quanto ap-provato dall’imperatore Costantino, di costruire edifici di cultonel centro della città e su terreni di proprietà pubblica. Così erastato per la Basilica Lateranense, costruita nel 313, per SanPietro (324) e Santa Maria Maggiore (440), tutte rigorosamentefuori dai confini della Roma pagana.Se da un punto di vista architettonico ci si limitò ad inserire in

PASSEggIARE PER IL RIONE MONTI

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I  RIONI  DI  ROMA

un’aula rettangolare un’abside decorata con mosaici, l’inse-diamento di una chiesa cristiana in pieno Foro romano signi-ficò la fine di un’era e l’inizio di un’altra, non solo da un puntodi vista politico-religioso, ma anche figurativo.

Se abbiamo ancora negli occhi la classicità del mosaico diSanta Pudenziana, con le sue forme massicce, la regalità delCristo in trono, ci accorgeremo di quanti cambiamenti abbianoportato i due secoli trascorsi tra la realizzazione delle due opere.Nel bellissimo mosaico dei SS. Cosma e Damiano (databile al530 d. C.) si ripetono le stesse tipologie e fisionomie di SantaPudenziana, dai tratti del volto del Cristo al cielo con nubi po-licrome che ambienta la scena dell’apparizione.Qui però Gesù non si trova più a terra, tra uomini e donne, inuna città illuminata dal sole, ma sospeso in piedi a mezzo cieloin uno scenario profondamente svuotato.Anche le altre figure, in numero minore, appaiono in piedi ri-gidamente frontali, in uno schema regolare che forma, con ilCristo una sorta di geometrica struttura piramidale.La mimesis classica, la volontà di rappresentare la scena nelmodo più reale possibile, quasi come in un palcoscenico tea-trale, lascia il posto all’allusione, al simbolo, alla sacralità. Etutto questo avviene nel foro, quasi a simboleggiare la finedella Roma antica e l’inizio della Roma dei papi.Se vi fosse ancora rimasta qualche energia per ripercorrere tuttavia Cavour e passare davanti a Santa Maria Maggiore, trove-rete la piccola basilica di Santa Prassede che si affaccia sul-l’omonima via. Prassede era la sorella di Pudenziana, infatti lafondazione della chiesa ha origini antichissime: secondo la tra-dizione sorse nella casa di proprietà della santa, la quale solevanascondervi i cristiani perseguitati. La chiesa attuale invece sideve al rifacimento operato da papa Pasquale I nell'817, checostruì un nuovo edificio sacro al posto del precedente, ormaifatiscente. Concentriamoci anche qui nella decorazione del ca-tino absidale dove assistiamo all’ulteriore stilizzazione e fron-talità delle forme. Le figure hanno perso la monumentalità ela plasticità che conservavano nei SS. Cosma e Damiano esiamo quasi all’astrazione della realtà.Particolare curioso è riconoscere la figura di papa Pasquale Ida quelle dei santi intorno al Cristo. Viene infatti rappresentatocon l’aureola quadrata che contraddistingue i vivi e presentaun modello della nuova chiesa offrendolo a Gesù.

DIALOGhI SEICENTESChI LUNGO VIA DEL QUIRINALE

S.CARLO ALLE QUATTRO FONTANE, SANT’AN-DREA AL QUIRINALE E L’AURORA DI GUIDO RENI

IN PALAZZO PALLAVICINI ROSPIGLIOSI.

Il secondo itinerario vuole dare una panoramica sul 1600, unperiodo molto complesso, in cui la città di Roma, dopo secolidi sudditanza rispetto a Firenze, torna ad essere la capitale dellearti grazie alla presenza di importantissimi artisti e a prestigiosecommittenze papali. E’ il secolo delle grandi contrapposizionie dei grandi protagonisti: dal naturalismo rivoluzionario di Ca-ravaggio che scruta la natura come negli stessi anni fa GalileoGalilei, alla pittura classica e accademica di Annibale Carraccie dei suoi allievi, che cercano di rappresentare una realtà ideale,una bellezza epurata da ogni difetto, quasi in un ritorno all’arteantica. Ma è anche il secolo del Barocco, delle architetture mo-numentali dalle forme irregolari e complesse, delle linee e deglispazi sempre mossi, della fusione di pittura, scultura ed archi-tettura, dell’uso dei giochi prospettici e della ricchezza dei ma-teriali. Il rione Monti ha la fortuna di dare mostra del seicento

semplicemente percorrendo una strada, via del Quirinale. Fa-remo tre tappe alla scoperta di tre artisti molto significativi,due architetti famosissimi, Bernini e Borromini, ed uno dei pit-tore, Guido Reni.Percorreremo Via del Quirinale partendo dal bellissimo incro-cio tra le antiche Via Pia (oggi via del Quirinale - via XX Set-tembre) e Via Felice (il percorso che da Trinità dei Monti portaalla Basilica di Santa Maria Maggiore, oggi via Sistina - viaQuattro Fontane - via Depretis) caratterizzato dalla presenza,ai quattro angoli, di Quattro Fontane.Prima di iniziare la passeggiata noterete uno degli scorci piùbelli di Roma. Dal centro dell'incrocio, punto di raccordo ditre diversi rioni (Monti, Trevi e Castro Pretorio) si possono in-fatti vedere, in lontananza, gli obelischi di Santa Maria Mag-giore, di Trinità dei Monti e del Quirinale, nonché la facciatainterna di Porta Pia. Fu papa Sisto V a volere che l'incontrodelle due importanti arterie da lui costruite avesse un degnoornamento. La prima idea di costruirvi quattro statue sacre nonconvinse il pontefice che, talmente entusiasta dei suoi lavoriper il ripristino dell’Acquedotto Alessandrino, preferì una fon-tana in travertino per ogni angolo del quadrivio. I soggetti, tuttidiversi, sono raggruppati a coppie analoghe che si fronteg-giano: due figure maschili barbute, allegorie del Tevere e del-l'Arno, e due femminili, che rappresentano Diana e Giunone.Entriamo adesso nella chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane(anche detta San Carlino per le ridotte dimensioni).Francesco Borromini fu chiamato nel 1634 a progettare un in-tero complesso per l’ordine dei Trinitari Scalzi di Spagna, checomprendesse una chiesa, un chiostro e un dormitorio.Si trovò di fronte al problema di organizzare diversi ambientisu un terreno molto piccolo ed irregolare. Per queste ragionil’architetto ticinese ideò per la chiesa una pianta complessa emolto originale a forma di “diamante” costruita geometrica-mente rielaborando la forma del triangolo. Entrando in San Carlino l’occhio dello spettatore comincia amuoversi incessantemente seguendo il moto ondulatorio dellepareti, che in un ritmico alternarsi di colonne, forme sporgentie rientranti, danno luogo a un palpitante organismo plastico, lacui forma viene sottolineata dall’utilizzo di intonaco e stuccoe dall’assenza di sontuose decorazioni. Questo dinamismoviene sintetizzato nel cornicione sopra le colonne, che ripro-pone in alto la pianta irregolare della chiesa. Continuando ad alzare lo sguardo si verrà rapiti dalla purezzadelle forme che, pian piano, si semplificano fino a convergerein un perfetto ovale in quella, che a mio dire, è una delle cupolepiù belle di Roma. Al suo interno un labirinto di cassettoni diforma ottagonale, esagonale e cruciforme di cristallina bel-lezza, diminuiscono progressivamente fino ad arrivare alla lan-terna che irradia lo spazio di luce. (fig.4)

L’alternanza di forme concave e convesse viene riproposta daBorromini anche nella facciata, in cui gioca con le pareti, cre-ando una struttura piena di movimento, ma anche con le fan-tasiose decorazioni come la nicchia posta sopra al portaled'ingresso in cui le colonne sono due cherubini le cui ali vannoad unirsi e creare una copertura alla statua. Purtroppo lo smoged il rumore del continuo viavai di macchine non permettonodi godere in pieno la bellezza di questo prospetto, che volevariproporre, all’esterno, la purezza ed il ritmo musicale dei suoiinterni.Proseguendo per Via del Quirinale si arriva alla più tranquillae silenziosa chiesa di Sant’Andrea, commissionata da papaAlessandro VII Chigi a Gianlorenzo Bernini nel 1658 per l’or-

dine dei Gesuiti. L’edificio sarà completato solo nel 1676, dopoun lunghissimo iter progettuale.Già la facciata, imponente e maestosa, ci porta a fare un im-mediato confronto con le forme appena viste all’esterno di SanCarlino. Anche qui il movimento viene dato da un’alternanzaconcavo-convessa, ma attraverso i diversi elementi dell’interoedificio: una facciata rettilinea, un portichetto semicircolare edue prolungamenti concavi verso i lati della strada. Il risultatoè un movimento più contenuto e un aspetto più monumentale.Anche l’interno colpisce per l’assoluta diversità dalla chiesavisitata precedentemente. Qui la ricchezza dei materiali im-pressiona immediatamente:marmi policromi e stucchi do-rati creano un effetto colori-stico fortemente cercatodall’architetto. (fig.5)Allo stesso modo l’ovale pro-posto in senso orizzontale, se-condo una sperimentazionetutta berniniana, amplia lo spa-zio e stravolge i punti di riferi-mento, obbligando lospettatore a concentrarsi sullazona dell’altar maggiore dove,all’interno di una plastica mi-croarchitettura, campeggia la tela con il martirio di Sant’An-drea. Ma il vero capolavoro, anche in questo caso, si compiealzando lo sguardo: un turbinio di stucchi dorati mostra l’al-ternanza di costoloni e cassettoni e crea spicchi tridimensionaliche rimandano alle vele mosse dal vento quasi ad alludere allavita da pescatore del santo. Andrea, seduto sopra l’edicoladell’altare, guarda al cielo ed è simbolicamente accompagnatoda un corteo di figure che abitano sul cornicione della cupola,come in una perfetta rappresentazione teatrale di fusione dellearti che è alla base del rinnovamento architettonico in sensobarocco operato da Bernini.Facciamo un piccolo salto indietro nel tempo, precisamente al1615, ed arriviamo all’ingresso di Palazzo Pallavicini Rospi-gliosi, costruito dalla famiglia Borghese sul colle Quirinale. Ilpalazzo fu voluto dal cardinale Scipione, nipote del papa PaoloV, come una grande dimora al lato della residenza papale delPalazzo del Quirinale. La costruzione fu affidata all’architettoFlaminio Ponzio al quale succedette nel 1613, Carlo Maderno.Nel 1704, il palazzo è divenuto proprietà della famiglia Rospi-gliosi-Pallavicini, che ancora ne possiede la metà, mentre l'altrametà fu per molti anni la sede della Federconsorzi ed attual-mente è la sede della Coldiretti. Il vero capolavoro contenutoin questo complesso è un affresco, sulla volta centrale del ca-sino all’interno del giardino, commissionato dal Cardinale Sci-pione nel 1612 a Guido Reni, un giovane pittore bologneseallievo dell’Accademia di Annibale Carracci, giunto a Romagià dal 1601 per studiare i grandi pittori del rinascimento e cer-care fortuna (fig.6). Il soggetto è il carro del Sole guidato dalgiovane Apollo e trainato da quattro cavalli, che, allineati inun unico volume, spiccano un balzo leggero nell'aria, e portanosulla terra la luce del nuovo giorno. L'Aurora, una bellissimafigura femminile, caccia l'oscurità della notte, spargendo fiorinell’area accompagnata dal putto Fosforo, la prima stella delmattino. La luce dorata irradia il paesaggio a indicare i diffe-renti gradi di luce che precedono l'apparire del Sole. Le figuresi stagliano ordinate e maestose in una scena incorniciata dastucchi dorati, come se il pittore volesse illudere una grandiosatela appesa al soffitto. Siamo ancora lontani dal movimento edal dinamismo barocco, in una dimensione ancora classica, incui si ricerca una bellezza ideale, quasi a richiamare la mae-stosità e la perfezione delle forme antiantiche. Questo capola-voro, sconosciuto a molte persone, è visitabile gratuitamenteil primo giorno di ogni mese dalle 10.00 alle 12.00 e dalle15.00 alle 17.00.

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I  RIONI  DI  ROMA

LA MADONNA DELLA NEVE

La basilica di santaMaria Maggiore è le-gata ad una sugge-stiva quanto anticaleggenda: si narrache sotto il pontifi-cato di papa Liberio(352-366) un nobilee ricco patrizio ro-mano di nome Gio-vanni desiderassedonare a Dio tutte lesue ricchezze ma nonsapesse quale fosse ilmodo migliore perdisfarsene. Nella notte tra il 4 eil 5 Agosto del 356gli apparve in sognola Madonna che glicomunicò che il

giorno seguente, nonostante il caldo estivo, avrebbe ne-vicato dove lei desiderava che si costruisse una chiesa.Anche il papa Liberio fece lo stesso sogno e il giornoseguente, recatosi sulla sommità dell’Esquilino, latrovò coperta di neve. Il papa stesso tracciò il perimetrodell'edificio e la chiesa fu costruita a spese del ricco pa-trizio, sul suolo sopra cui sarebbe poi stata fondata labasilica di Santa Maria Maggiore, detta per questo mo-tivo anche Santa Maria "Liberiana".L’eco della leggenda non si è spento, ed ancora oggi,tutti gli anni, il 5 agosto si ricorda il miracoloso episo-dio con giochi di luce che simulano la nevicata, o conuna reale pioggia di petali di fiori bianchi che, dalla cu-pola della cappella Paolina, vengono fatti cadere a rie-vocare la miracolosa nevicata.

PANE E PROSCIUTTO?

Via Panisperna, una delle strade più affascinanti diMonti, lega la sua fama non solo al bellissimo sali-scendi tra i colli fino alla basilica di Santa Maria Mag-giore. Al suo nome sono state infatti date diverse edivertenti interpretazioni.C’è chi lo riconduce ai nomidi due famiglie della zona, i Pane ed i Perna. Altri lo fanno derivare dal termine Palisperno, compo-sto dalle parole latine palis (pali) e sterno (distendo),forse in riferimento a San Lorenzo, martire sui ferri in-candescenti, e al curioso simbolo della graticola che ap-pare su alcuni edifici di proprietà dell’importante

monastero a lui dedicato che sorge proprio in questavia.La leggenda senz’altro più nota è però quella se-condo cui gli stessi frati della Basilica di San Lorenzodistribuissero ai poveri, durante la festa del Santo, panee prosciutto (in latino panis et perna).

Considerando che Lorenzo è protettore di osti e rostic-cieri non si può negare che quest’uso potesse essere ilpiù adatto per festeggiarlo.Gioacchino Belli, in un suo sonetto, si mostra però scet-tico sull’origine del nome di via Panisperna: “Querprete a la Madon de la Pusterla / secco secco, artoarto, brutto brutto, / che se magnò de sabbito una merla/ cotta co li lardelli e co lo strutto: / sto quequero deprete, che sa tutto, / dice che San Lorenzo panepperla/ in todesco vò dí pan’e ppresciuto: / ma sta volata jese pò ccredérla?”

LE PIGNE IN TESTA

Una delle strade che partono da via Panisperna, la salitadel Grillo, ci porta, percorrendola in discesa, in unpunto di straordinaria bellezza:

un arco (l’Arco dei Conti) che sovrasta la strada e uni-sce tra loro i due fabbricati del Palazzo del Grillo, sulquale incombe anche l’originalissima torre medievale.A questo edificio si collega una delle tante leggende sul

misterioso personaggio della tradizione romana, il Mar-chese del Grillo, figura simbolo di arroganza e antise-mitismo, resa spiritosa dalla famosa interpretazione diAlberto Sordi.Uno dei dispetti preferiti del Marchese del Grillo eraquello di tirare sassi agli ebrei che passavano sotto lefinestre del suo palazzo. La cosa durò a lungo tanto cheil rabbino capo andò a lagnarsene con il pontefice. Quest’ultimo rimproverò il marchese il quale, a suavolta, rispose di non volersi privare di quello “scherzo”e promise che non avrebbe più tirato sassi ma frutta.Il papa fu soddisfatto, ma non altrettanto gli ebrei, suiquali cominciarono a piovere, da quel momento pignee castagne!

IL MOSè DI MIChELANGELO

Nella chiesa di San Pietro in Vincoli, antichissima basilicache si affaccia sull’omonima piazza alle spalle del belparco del Colle Oppio, Michelangelo eseguì il famoso mo-numento funebre per Papa Giulio II, opera a cui lavorò perquasi quarant'anni, dal 1505 al 1543, con continui dissaporicon la committenza, ripensamenti e ridimensionamenti del-l'opera (si contano almenosei progetti). La figura di Mosè, tra leprime scolpite per il gran-dioso progetto del mausoleo,fu anche l'unica tra quellepensate fin dall'inizio ad es-sere usata nel ridimensionatorisultato finale, che vide laluce solo dopo anni di tor-mentate vicende.Il Mosè, grazie al suo vigore,al virtuosismo anatomico ealla sua imponenza (propor-zionato al doppio del natu-rale) è una delle operescultoree più famose di Mi-chelangelo e della scultura occidentale. È legato a questascultura l'aneddoto secondo il quale Michelangelo, con-templandola al termine delle ultime rifiniture e stupito eglistesso dal realismo delle sue forme, abbia esclamato: "Per-ché mi guardi e non favelli?" percuotendone il ginocchiocon il martello che impugnava.

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Dalla prima in alto a sinistra, in senso orario:Masolino da Panicale, I l miraco lo de l la ne ve , 1429, Napoli, Museodi Capodimonte;Giuseppe Vasi, Chiesa e Monaster o d i S . Lor enzo in Panisperna.Michelangelo Buonarroti, Mosè, Roma, Chiesa di San Pietro inVincoli;Giuseppe Vasi, Chiesa e Monaster o d i S . Mar ia Annunz ia ta.

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perturbazioni autunnali e invernali, da un

paio d’anni a questa parte, la prudenza e la

prevenzione non sono mai abbastanza. Su

Via di Selva Nera, all’altezza dell’incrocio

con Via Giulio Cesare Graziani, un

grande Pino Marittimo presenta un ramo,

quello visibile in foto, che insiste pericolante

sulla carreggiata sottostante. Al fine di evi-

tare non solo la tragedia, ma anche il valzer

delle responsabilità, il Comitato di Quar-

tiere Nuove Alleanze Roma Nord Ovest ha

esposto direttamente il problema alle auto-

rità competenti. Il documento è stato pub-

blicato nella pagina qui di fianco, insieme

all’esposto della scorsa edizione riguardante

l’appropriazione indebita di una grossa por-

zione di terreno pubblico, alla fine di Via

SS. Audiface ed Abacuc, da parte di pri-

vati cittadini che hanno provveduto a recin-

tare la zona, disporre un orto, un barbecue

ed un gazebo.Ovviamente ancora non ci è

giunta nessuna risposta da parte delle isti-

tuzioni.

Siamo in attesa.

PERICOLO RAMI SU VIA DI SELVA NERA

Il Comitato di quartiere N.A.R.N.O.(Nuove Alleanze Roma Nord Ovest) Casa-lotti Selva-Candida, rende noto a tutti i cit-tadini che, a due mesi di distanza dall’invioalla Presidenza del Municipio XIX, dellarichiesta di informazioni in merito ad unaappropriazione di suolo pubblico, nessunarisposta è ancora giunta.Nell’attesa, ricordiamo di nuovo a tutti queicittadini che non avessero avuto modo dileggerlo nella scorsa edizione, che alla finedi Via Santissimi Audiface ed Abacuc, inprossimità dell’inizio della pista ciclabile,esiste una porzione di terreno pubblico, re-cintata, cancellata con lucchetto, e attrez-zata con i migliori comfort, come si può

vedere dalle foto quì presenti.Come abbiamo già sostenuto nella scorsaedizione, non è sempre sbagliato concederead un’associazione o ad un privato, l’uti-lizzo di aree pubbliche al fine di mantenerlepulite, od utilizzarle per attività che il Mu-nicipio non è economicamente in grado difornire, purchè però si faccia con un attopubblico, se ne giustifichi la necessità e sel’area è verde, che rimanga accessibile allacittadinanza che la possiede.Quest’area pubblica invece oggi è inacces-sibile al pubblico, o meglio al 99,9% delpubblico.

Qui sopra: la richiesta di bonifica dei rami interessanti

Via di Selva Nera, icrocio Via Giulio Cesare Graziani.

Qui di fianco: il barbecue ed il gazebo nell’area recintata.

Qui sotto: l’area recintata, ma non nella sua interezza,

poichè prosegue ancora per diversi metri.

In basso a sinistra: la richiesta di informazioni protocol-

lata il 3 Ottobre 2011.

di Luciano Landonio

Approvato dal consiglio regionale loscorso 5 agosto, il Nuovo Piano Casadella Regione Lazio (legge regionale n10/2011), va ad integrare e ad apportaresostanziali modifiche alla Legge Regio-nale n 21/ 09. Il provvedimento aumentale possibilità dei cittadini e delle impresedi intervenire sull’ edilizia esistente.Sipuò applicare a tutti gli edifici realizzatisia in maniera legale, sia a quegli edificiche hanno acquisito lo status di abitazione

legittima solo in un secondo momento ri-spetto alla loro costruzione, vale a dire insanatoria attraverso i condoni. Legge ap-plicabile anche a quegli edifici non ancorafiniti, ma che abbiano il titolo abilitativoedilizio.Ma quanto ci si può effettivamente “allar-gare” secondo il piano approvato dallagiunta Polverini? Molto, si direbbetroppo, perchè il Nuovo Piano Casa offrela possibilità di ampliamento non solo allesemplici abitazioni ma si può applicare lanuova legge anche ad immobili presentiin zone agricole ed a quelli nelle aree na-turali protette, non ponendo più il limitedei 1000 mc del fabbricato esistente, sucui si poteva applicare un aumento del20%, che rimane però complessivamentefissato ad un massimo di 70 mq.Sono previste ancora delle possibilità diintervento di edilizia pubblica o privata,per il cambio di destinazione d’ uso degliedifici residenziali non completi o di-smessi, sfruttando così altri territori dadedicare alla destinazione residenziale.Uniche aree escluse dal provvedimentosono quelle a rischio idrogeologico, learee negli insediamenti urbani storici e

nei complessi rurali rea-lizzati prima degli anni’30 e quelle particolar-mente delicate dalpunto di viste del dema-nio marittimo.E' facile intuire comequesta legge lasciampio margine di ma-novra non solo ai citta-dini, ma anche esoprattutto ai costrut-tori, con il rischio di ve-dere altre migliaia di metri quadratisostituire il poco verde rimasto nei pae-saggi cittadini.Ma il Nuovo Piano Casa sembra aver pro-vocato dissapori anche tra i rappresentantidello stesso schieramento, tanto è verouna volta approvato, sono subito scattatele polemiche tra il Presidente della Re-gione Polverini e l’ ex Ministro dei BeniCulturali Galan.Si è visto subito dalle prime schermagliecome non ci fossero punti di contatto odialogo, infatti Galan insieme all’ex mi-nistro dell’ ambiente Prestigiacomo hannoottenuto dal Governo Berlusconi che

fosse accolta la richiesta di impugnativa,ovvero che il Governo potesse presentareun ricorso alla Corte Costituzionale. Lareazione della regione non si è fatta atten-dere: dieci assessori della giunta Polverinisi sono dimessi (anche se solo per pocheore poichè le dimissioni sono state re-spinte) ed il Presidente della regioneLazio ha parlato di "Governo Italianoostile" nei confronti della Regione da leigovernata.Questa diatriba dovrebbe farriflettere, visto che Galan e Polverinifanno parte dello stesso partito. Speriamosolo che nelle polemiche politiche non cirimetta sempre l'ambiente.

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LA REGIONE LAZIO APPROVA IL NUOVO

di Fabio Allegrini

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La maggior partedelle persone ha unrapporto di amore –

odio con l'attività fisica.Ama i risultati ed il pro-fondo senso di benesserema odia il patimento e lafatica! La Zumba ha avutoil merito di dare un taglio atutto ciò... La Zumba infattiè una lezione di Fitness chemixa aerobica tradizionalee ballo il tutto condito damusica coinvolgente, ener-gia e spensieratezza.Il segreto di questo grande successo èl'estrema semplicità dei corsi, le coreografiesono facilmente assimilabili; tutti possonopartecipare: giovani, meno giovani, corpu-lenti, esili, uomini e donne. La musica èun'altro ingrediente fondamentale: un mixesclusivo dai toni latino americani ma nonsolo...infatti la Zumba è una miscela di di-versi stili - Cumbia, Salsa, Merengue,Mambo, Flamenco, Chachacha, Reggaeton,Samba, Belly Dancing, Hip Hop musicadisco ecc. Se amate la danza e la musica, i corsi fitness

di Zumba in palestra fanno al caso vostro.E'una sapiente miscela di danza e fitness con

movimenti tipici della tonifica-zione a corpo libero e con coreo-grafie semplici, divertenti, mamolto efficaci e per di più ad al-tissimo consumo calorico.Le lezioni di Zumba in palestracomprendono sessioni di inter-val training con ritmi lenti e ve-loci ed allenamento diresistenza, che combinati in-sieme tonificano e scolpiscono ilcorpo mentre si bruciano i grassi(un ottimo allenamento per di-magrire e perdere peso).Il programma Zumba Fitness è

stato creato da Alberto Perez, in arte Beto,un vero e proprio guru del fitness nel suopaese natale: la Colombia. Dopo il successoin Colombia, Beto Pérez ha iniziato ad inse-gnare lezioni di Zumba a Miami, negli StatiUniti. Poco dopo gli imprenditori AlbertoPerlman ed Alberto Aghion hanno creatouna società globale basata sulla filosofia diZumba Fitness. Il programma Zumba Fit-ness è stato lanciato a livello internazionaleed è offerto attualmente attraverso istruttoriqualificati in più di 125 Paesi, coinvolge piùdi 12 milioni di persone di tutte le età e sta

diventando il programma di fitness più dif-fuso al mondo.La Zumba rappresenta il vero antidoto allamonotonia, è' la lezione fitness che sta sca-tenando gli entusiasmi. I corsi Zumba dellapalestra Extragym a Palmarola stannoavendo un successo senza precedenti. Meritodelle due super insegnanti Cinzia Avellino eChiara Frediani due vere professioniste ca-riche di grinta e carisma che hanno stregatodecine e decine di persone riuscendo a tra-sformare una semplice lezione di fitness inun'esperienza unica. In poco tempo hannosaputo creare non solo gruppi affiatati mauna vera e propria comunità fatta di genteche condivide una forte passione. Le loro le-zioni coinvolgono a livello non solo fisicoma anche e soprattutto emotivo, un verofiume di energia e gioia scorre ad ogni sin-gola ora. Insomma...per capire cos'è dav-vero la Zumba bisogna immaginare una verae propria festa piena di amici in cui tutti bal-lano.La musica è coinvolgente e ti entra nelsangue, il ritmo ti trascina e perdi la nozionedel tempo...Addio faticose ed estenuanti le-zioni di aerobica..il corso Zumba si fa perchèsi desidera e si ha davvero voglia di farla,non perchè si deve e questo la rende enor-memente diversa....provare per credere!

FITNESS + DIVERTIMENTO = ZUMBAdi Alessandro Casale

IL NUOVO ENTRO PORTIVO ASALOTTI

“Il calcio davanti casa” e’il titolo dei volan-tini e dei manifesti apparsi a settembre nel no-stro quartiere. Finalmente i residenti possonousufruire di una struttura sportiva che si starinnovando e adattando ai tempi.Infatti nella zona piu’ alta di casalotti, immersinel verde, lontani dall’inquinamento acusticoe dallo smog, il nuovo centro sportivo casa-lotti offre a tutti gli amanti del calcio la pos-sibilita’ di giocare, divertirsi e vivere questosport in stupendi campi di calcio a cinque, asei, a otto, a undici, in un ambiente sano,adatto a tutte le età, con un grande parcheg-gio, un accogliente bar, comodi spogliatoi,uno spazio intrattenimento per i grandi, giochiper i piu’ piccoli e ampie sale per cerimonie ebanchetti.Di pari passo è cresciuto il movimento calci-stico agonistico con tutte le categorie. La prima squadra, promossa dalla terza cate-goria alla promozione in pochi anni e ormaimatura e pronta all’eccellenza, con un parcogiocatori di primo piano. Una seconda cate-goria composta da amici ed alcuni da espe-rienze calcistiche importanti per non fermarsimai. Una juniores validissima che supera ogni pro-nostico, una formidabile squadra allievi 96cresciuti quasi tutti dalla scuola calcio, unasuper squadra giovanissimi 97, provenientianch’essi dalla scuola calcio e attualmenteprimi in classifica nel proprio girone, mentrei giovanissimi regionali 98 lottano da gladia-tori in un girone difficilissimo. Anche lascuola calcio è cresciuta notevolmente: duesquadre 99, entrambe con grandi soddisfa-zioni e con un gioco spumeggiante; duegruppi esordienti 2000 molto competitivi,come le due squadre pulcini 2001 che impa-rano a vista d’occhio. Complimenti anche adentrambi i gruppi pulcini 2002 che dimo-strano tanta voglia di crescere, mentre le dueformazioni dei pulcini 2003 sono agguerittis-simi. Infine i più piccolini la categoria deiprimi calci con tre squadre che vanno dai

2004, 2005 e 2006, il vero spettacolo del calciosono sempre loro con la gioia, la spontaneità,l’ingenuita e tanta voglia di correre dietro adun pallone.Non è da meno la divisione Calcio A5 sportmeno fisico ma ugualmente competitivo e sti-molante. La prima squadra dopo un trascorsoin c1 attualmente milita in c2 con il gruppopiù giovane di tutto il girone, ma con tasso tec-nico al di sopra della media; di seguito ab-biamo la categoria under 21 con giovanipromettenti, una juniores competitiva, unasquadra allievi in crescendo ed un gruppo gio-

vanissimi che sta strabiliando.Infine chiudiamo con un augurio ai vari ra-gazzi cresciuti in questi anni nel vivaio casa-lotti che stanno ben facendo nelle giovanili disocietà professioniste come: Proietti Gaffianno 1994 nella Roma, Di Giovanni anno1997 nella Juventus, Cerboni anno 1996 alFoggia e Monni anno 1996 al Siena.La nostra speranza è far si che per tutti i ra-gazzi del posto il calcio sia una passione. Inuna società dove la televisione, il telefonino,internet, la play station, il benessere in generaleportano a muoverci poco, ad essere sempre

piu’apatici, indirizzandoci ad un’alimenta-zione incontrollata ed esagerata, sottovalutan-done le conseguenze, la gravità è il malesseredei giovani. Tra coetanei emerge il bullismo,la prepotenza la voglia di identificarsi in modosbagliato con l’alcool, con il fumo, con so-stanze stupefacenti e con azioni pericolose. Ecco perche’ ci sforziamo e lavoriamo per te-nere lontano i giovani dalle tentazioni di oggidistraendoli unicamente con un pallone ed in-segnando loro valori essenziali.

di Francesco Lotrionte

18EVENTI       CULTURA&

Il 20 ottobre 2011 ha avuto luogo,presso il Teatro Valle Occupato, lapresentazione dello Statuto Teatro

Valle Bene Comune, nato da un percorsodi lotta e di occupazione iniziato il 14giugno, e proseguito con un metodo distudio e di autogoverno del teatro stesso.L'obbiettivo è di costituire, entro il 20 ot-tobre 2012, la Fondazione Teatro ValleBene Comune per la Drammaturgia Con-temporanea, che succederà all'odiernoComitato e che avrà un ordinamento pro-prio, partecipato e condiviso. A tal pro-posito, infatti, è stata creata un'appositasezione sul sito www.teatrovalleoccu-pato.it, grazie a cui chiunque può se-guirne l'evoluzione in itinere econtribuire alla sua stesura definitiva.Un' ulteriore caratteristica che rende pe-culiare la natura dello statuto è che sitratta di uno statuto vivo, che si adatta aicontesti ed è, quindi, continuamente mo-nitorato nella sua aderenza alle pratichereali, "scongiurando – così - il fenomenoipocrita del diritto disapprovato".Lo statuto regolamenta la Fondazione,nonché i principi su cui basare una primadisciplina giuridica del bene comunecome cultura: come si legge, “Il Patrimo-nio della Fondazione è costituito dal-l'aspettativa del pieno riconoscimentogiuridico del Teatro Valle, da essa posse-duto, come Bene Comune”, richia-mando, oltre gli articoli 1, 2, 3, 4, 9, 18,21, 33, 34, 36, 43, 46 della CostituzioneItaliana, l'art. 1 comma III lettera C delDisegno di Legge Delega predispostodalla Commissione Ministeriale per laRiforma del Titolo II del libro III del Co-dice Civile (D. Ministero Giustizia 21giugno 2007), secondo il quale sono“beni comuni le cose che esprimono uti-lità funzionali all'esercizio dei diritti fon-damentali nonché al libero sviluppodella persona.I beni comuni devono essere tutelati esalvaguardati dall'ordinamento giuridico,anche a beneficio delle generazioni fu-ture. Titolaridei beni co-muni possonoessere personegiuridiche pub-bliche o pri-vati. In ognicaso deve essere garantita la loro frui-zione collettiva, nei limiti e secondo lemodalità fissati dalla legge”.I “comunardi”, cioè coloro che sono at-tivamente coinvolti nella battaglia per lacura della cultura come bene comune,che si riconoscono nello Statuto, e checollaborano per il raggiungimento delloscopo sociale, definiscono il concetto”Bene Comune” come un qualcosa chenon costituisce una risorsa o un oggettofisico esistente in natura, bensì la sua de-finizione si forma e prende corpo e vitadall'agire condiviso tra le parti sociali

considerate pari tra loro. Il fulcro delBene Comune è l'innovazione e la crea-tività ed è autoregolamentato, autonomoe ben distante dall'interesse sia privatoche pubblico, inteso quest'ultimo allamercé governativa.Il Teatro Valle Bene Comune sarà gestitoda diversi organi costitutivi previsti dallostatuto, a cominciare dalla Fondazione,di durata illimitata, che perseguirà le fi-nalità di solidarietà sociale, di promo-zione della Cultura come Bene Comune,di riconoscimento della piena soggetti-vità giuridica e politica dei lavoratori in-termittenti, e di proporsi come esempiovirtuoso di governo del teatro in collabo-razione con Enti ed Istituzioni anche ol-tralpe, per il perseguimento dello scoposociale secondo le linee dell'ordinamentopolitico.L' organo sovrano e unico non turnario ècostituito dall'Assemblea, che rappre-senta l'universalità dei comunardi e deisoci sostenitori e che delinea gli indirizzigenerali delle attività della Fondazione ele politiche del Teatro, previa approva-zione tramite il voto, diritto riconosciuto“a prescindere dalla quota di partecipa-zione versata” dai comunardi.Su base turnaria è, invece, l'Esecutivo,che applica le direttive stabilite nel corsodell' Assemblea, predispone i bilanci

grazie ai Revi-sori dei Conti eredige la chia-mata della Di-r e z i o n eArtistica cherisponde del

suo operato sia all'Esecutivo che al Co-mitato dei Garanti, ente, quest'ultimo,sovrano in materia di giurisdizione in-terna e garanzia esterna.Oltre al patrimonio costituito dal pienoriconoscimento giuridico del TeatroValle Bene Comune, la Fondazione contasul know how del patrimonio conosci-tivo e di lavoro di tutti i comunardi, suiproventi provenienti dalla libera sotto-scrizione pubblica, sui beni mobili edimmobili, sul contributo previsto dal Mi-nistero per i Beni Culturali e Ambientalie su tutte le sovvenzioni e contributi e

commissioni che rientrano nel codice po-litico del Teatro.Tale codice si basa sulla ecosostenibilitàe trasparenza, sulla promozione e soste-gno degli artisti, sulla protezione sociale

sicura per i lavoratori intermittenti comeindicato dalla Risoluzione Europea, suuna giusta distribuzione delle pagheonde evitare lo squilibrio eccessivo tra laminima e massima, e su forme di finan-ziamento etico conformi al rispetto delbene comune, della dignità umana, dellasostenibilità ambientale e coerenti con ilripudio della guerra e di ogni forma didominio e sfruttamento, incluso, quindi,anche il precariato in tutte le sue forme.Come vocazione della Fondazione, loscorso 5 luglio è stata avanzata la propo-sta di fare del Teatro Valle un luogo de-dicato alle drammaturgie italiane econtemporanee e, data la natura del pal-coscenico del Valle, la sua storia e la pre-parazione delle sue maestranze, si èproposto, inoltre, di creare un centro diformazione per tecnici di palcoscenico.

di Federica Gualtieri

Tutti gli anni, i primi giorni di ottobre,il Centro Anziani di via Gattico a Casa-lotti in Piazza Ormea, presenta “La festadegli over sessanta”, da non confonderecon quelli della terza C.Così al suono di Marcello della sua fisar-monica e dei suoi organetti, si è assistitoad uno spettacolo emozionante, saggiodi bravura di danza antica e moderna. Dalla scuola di danza del Centro esordi-scono decine e decine di nuovi danzatori,un ritorno alle feste delle baccanti, comeai vecchi tempi.E’ intervenuto anche l’attore di teatroCARLO BENTIVOGLIO presentandoun libro di poesie, “LA PORTA”di Antonio De Simoni, Finalista all’8°concorso Internazionale Autori perL’Europa 2011. Questo piccolo gioielloandrà ad arricchire la bella e cospicua Bi-blioteca del centro anziani, che tutti col-laborano ogni anno ad infoltire. Il Centro dispone anche di un angolodella poesia, chi volesse scrivere poesienon perda questa occasione. L’origine della poesia è alquanto antica, nasce in Finlandia nel XVIII sec. A.c.Baudelaire afferma che solo l’immagina-

zione contiene la poesia: l’immagina-zione è una facoltà quasi divina che co-glie, d’un tratto, al di fuori dei metodifilosofici, i rapporti intimi e segreti dellecose, le corrispondenze e le analogie.Non sono infine mancati altri giochi, cibidella tradizione romanesca, dolci, ricordie sorrisi per tutti.Un vero pomeriggio di poesia.

NONNO ANBUNonni non si nasce

Ci si arriva invecchiando.Dediti alla famiglia,

all’insegnamentopratico e morale,sono la sapienza,

l’amore,la guida per una società migliore.Hanno superato guerre e frontiere

Angosce e ferite Senza mai chiedere nulla,

difesi con il solo scudo della pazienza,la preghiera e della speranza.

La felicità,la pace sono loro acerbi frutti,

sapori negati.Solo un sorriso per ricordare gioie lontane,

lacrime, per lavare pene presenti.Degni di un monumento

Non frantuma l’etica moderna Consacra

La virtù umana

“LA FESTA DEI NONNI”

PRESENTAZIONE DELLOSTATUTO DEL VALLE

19

... In Breve

Sarà perchè i bambini nascono

sotto il cavolo o l'espressione

"fatti i cavoli tuoi" è piuttosto

diffusa. Evidentemente il cavolo

(Brassica oleracea) e' legato all'at-

tività sessuale visto che Catone

ne consigliava l'uso per curare

l'impotenza sessuale.

Ne esistono più di 400 varietà

(cavolo nero, cappuccio, verza,

comune, orientale, cavolini, ca-

volfiore, ecc.) diffuse in ogni

parte del mondo per la grande ca-

pacità di adattamento e perchè

nei periodi invernali e' una delle

poche verdure naturalmente di-

sponibili.

E' ricco di vitamina A, C, acido

folico, fosforo, calcio, ferro e po-

tassio. E' considerato un antitu-

morale per eccellenza per cui

viene vivamente consigliato come

preventivo.

Ha proprietà antianemiche, cica-

trizzanti, emollienti, diuretiche,

depurative, vermifughe. Il cavolo

è utilizzato anche nei prodotti di

bellezza: combatte l'acne, le scot-

tature solari e aiuta contro le

screpolature della pelle. Ma un

problema c'e'.

I cavoli sono ricchi di particolari

sostanze, i tiocianati, che interfe-

riscono con l'assorbimento dello

iodio in persone che hanno pro-

blema di funzionalità tiroidea.

L'altro aspetto e' l'odore sgrade-

vole che si produce quando si

cuociono.

Infatti, i tiocianati si decompon-

gono formando diversi composti

maleodoranti e più si procede

nella cottura maggiore risulta la

produzione di queste sostanze.

La soluzione?

Cuocere di meno la verdura così

si ottengono due risultati: meno

odori sgradevoli e minor perdita

di sostanze nutrienti.

ALIMENTAZIONE: I CAVOLI,

UN ORTAGGIO DI STAGIONE

Domenica 22 maggio alParco della Cellulosa èarrivato un folto gruppo

di giapponesi. Non si trattava diun gruppo in visita alla nostracittà eterna e che si era perso madi una troupe del canale di statogiapponese NIPPON TV, già ve-nuto qualche settimana prima alParco per riprendere le attivitàdella Storica Scuola di Gladiaturadi Roma "LVDVS MAGNVS",che si allena ogni venerdi all'in-terno del Casaletto.Per completare le riprese la TVgiapponese è quindi tornata e harealizzato una lunga serie di inter-viste coi soci dell'AssociazioneCulturale "S.P.Q.R.", all'internodella quale esiste la palestra digladiatori, con sede a Casalotti, eche da anni realizza in Italia e al-l'estero spettacoli di ricostruzionestorica del periodo imperiale Ro-mano, collabora con le maggioritv del settore documentaristico(Ulisse di Alberto Angela, TheNational Geographic Channel e

The History Channel, tutte venutea fare riprese nel Parco) e con lemaggiori riviste storiche (Civiltà,Ars Historiae, Focus Storia, equesto mese di giugno 2011anche BBC History, in edicola).L'Associazione, membro delCERS - ITALIA Consorzio Euro-peo Rievocazioni Storiche, daanni si batte per la realizzazioneall'interno del Parco della Cellu-losa di un Museo Archeologico diCasalotti, progetto già approvatodalla Soprintendenza e che nel-l'autunno prossimo dovrebbe co-minciare ad esporre i primi pezzidi storia del nostro quartiere.L'Associazione si autofinanziaper le proprie attività e riesce asviluppare quelle nel nostro quar-tiere, come quella portata avanticon le scuole (coi progetti ASCUOLA CON GLI ANTICHIROMANI e ARCHEOLOGI PERUN GIORNO) grazie al generosocontributo offerto dalla Banca diCredito Cooperativo di Roma.

www.ludusmagnus.info

VENTO D'ORIENTE AL PARCO DELLA CELLULOSA

Lo scorso 4 novembre, Gior-nata dell'Unità Nazionale edelle Forze Armate, si sono

celebrati in tutto lo stivale gli eventiconclusivi della del 150^ anniver-sario dell'Unità d'Italia; anche la ca-pitale è stata teatro di un importanteevento, un concerto del MaestroEnnio Morricone in Piazza del Po-polo.Negli ultimi mesi si è ampiamentetrattato questo argomento: la tv haproposto approfondimenti, i gior-nali hanno dedicato spazio a com-menti, i musei cittadini hannoorganizzato mostre ed eventi, qual-cuno ha appeso la bandiera sul bal-cone, durante gli incontri sportivi siè cantato l’inno nazionale con,forse, maggiore consapevolezzadel suo intenso significato storico epatriottico.Ma tutto ciò rischia di rimanere so-lamente una pagina di storia.Qual è stato, dunque, il modo giu-sto di “vivere” questo importanteanniversario, di prendere parte conil cuore alle imprese garibaldine ocon la mente alle decisioni degli

statisti risorgimentali, di sventolareil tricolore con orgoglio? A volte la musica, con il suo poterecomunicativo ed emotivo, può co-stituire un efficace strumento, el’associazione culturale Le Museha promosso un’iniziativa per dareuna risposta a questa esigenza.Il 31 maggio scorso è stato realiz-zato un “Concerto di musica trico-lore” presso la Biblioteca comunaleFranco Basaglia a Primavalle, ri-volto in particolare a giovani stu-denti universitari. È stato proposto un repertorio dibrani che hanno caratterizzato lastoria musicale italiana negli ultimi70 anni, apprezzato da alcuni, maforse sottovalutato da altri nontroppo trasportati dalla musica tri-colore; forse perché per qualcunonon si è veramente realizzataquell’unità che dovrebbe legaretutta la penisola?«Purtroppo s'è fatta l'Italia, manon si fanno gli italiani» sostenevaMassimo D'Azeglio alla vigiliadell'unità d'Italia. Ritengo comunque che questoevento abbia contribuito a versareuna goccia d’acqua per creare

quella coscienza col-lettiva di essere ununico popolo acco-munato, tra le altrecose, da un ricco evalido patrimoniomusicale.A tal proposito, nonposso non ricordareil grande cantautore

Domenico Modugno, con cui hoavuto modo di suonare nel 1961-62,che in occasione della commediamusicale Rinaldo in campo composeLa Bandiera, le cui parole di Garineie Giovannini trasmettono una certaretorica forse un po’ idealista, ma co-munque eloquente:

Col bianco delle nevi delle Alpi

col verde delle valli di Toscana,col rosso dei tramonti siciliani,noi facemmo una bandierabianca rossa e verdela bandiera tricolor

Ma quello era il primo centenariodell’unità d’Italia.

UN PO’ DI AMARCORDdi Giancarlo Mattiacci

A destra: la storica

Scuola di Gladiatura di

Roma "LVDVS

MAGNVS", insieme ai

reporter della

“Nippon Tv”.

Qui di fianco lo spartito

della canzone

“LA BANDIERA”,

composta da Domenico

Modugno in occasione

della commedia musi-

cale “Rinaldo in

Campo”, con le parole

dei magici Garinei e

Giovannini.

di Giorgio Franchetti

Eppure abbiamo ascoltato i discorsi piùtediosi e tecnocratici mai sentiti e conti-nuate ancora a negare, a dispetto di ogniconsiderazione obbiettiva, che l’euro siaun fallimento.E chi è l’effettivo responsabile? Chi è re-sponsabile tra di voi?Ovviamente la risposta è “nessuno divoi”, perché nessuno di voi è stato eletto,nessuno di voi ha in effetti qualsivoglialeggittimità democratica, per ricoprire iruoli di cui siete attualmente incaricati al-l’interno di questa crisi. E in questo“vuoto” stato di cose, non di certo con ri-luttanza, è entrata Angela Merkel. Estiamo ora vivendo… stiamo ora vi-vendo… in un’Europa dominata dallaGermania. Questione a cui il progetto eu-ropeo avrebbe dovuto in effetti, metterefine. Questione per cui coloro che cihanno preceduto hanno pagato caro, conle loro vite, al fine di evitarla. Io non vo-glio vivere in un’Europa dominata dallaGermania, né lo vogliono i cittadini euro-pei. Ma voi signori avete giocato un ruoloin questi eventi, perché quando il signorPapandreou si è fatto avanti pronun-ciando il termine “referendum”, o quandolei, signor Rehn, lo ha descritto come un“abuso di fiducia”, e i vostri amici qui sisono riuniti, come un branco di iene, perscagliarsi su Papandreou, l’avete fatto ri-muovere e lo avete sostituito con un go-verno fantoccio. E’ stato uno spettacoloassolutamente disgustoso.E non soddisfatti da ciò, avete deciso cheanche Berlusconi dovesse andarsene, cosìlui è stato rimosso e sostituito dal signorMonti un ex-commissario europeo,un “fratello architetto” di questoeuro-disastro e un uomoche non era nemmeno unmembro del Parlamento.Sta diventando un raccontoalla Agatha Christie, dovestiamo cercando di capirechi sarà la prossima per-sona ad essere fatta fuori.La differenza è che sap-piamo chi sono i criminali.Voi dovreste essere tutti

duti i titoli italiani. E dovrebbero conti-nuare a farlo per allontanarsi dall'epicen-tro della crisi»".Mantenere l’Italia in Europa, a questopunto, potrebbe davvero costare troppocaro. Le misure apportate dal Governo ap-pena insediato, in maniera del tutto discu-tibile, danno la dimensione di quel che siprospetta per i cittadini italiani: maggioresemplicità nei licenziamenti, allungamentodell’età pensionabile cercando possibil-mente di congiungerla con quella di morte,aumento di altri due punti percentualidell’IVA e reintroduzione dell’ICI sullaprima casa. I superfantamegatecnici nonsono riusciti a pensare neanche un’idea dirilancio e di sviluppo, ma solo tante ideedi risparmio, le stesse pensate dai Governiprecedenti, di qualsiasi schieramento, lestesse che potrebbe facilmente pensare uniscritto al primo anno di economia.Anche la Grecia viaggia ormai sulla stessaonda. Per restare in Europa, dopo un at-tacco speculativo del tutto ingiustificato,ha accettato lo smantellamento dell’interostato sociale, la svendita delle principaliimprese del Paese a vantaggio dei solitigruppi multinazionali, Germania in testa,la riduzione dei dipendenti pubblici e l’in-troduzione di forme contrattuali senza ga-ranzie. Risulta legittimo chiedersi a questo punto:a chi conviene l’Europa?Di sicuro alla Germania, che con la mo-neta unica ha eliminato lo svantaggio diavere una moneta forte in un’economia ca-ratterizzata dalle esportazioni. Legger-mente meno alla Francia, che raccogliequel che la stessa Germania lascia in girosul mercato.Dopo di loro nessun altro e qualcuno hainiziato ad accorgersene.Costui è Nigel Farage (co-presidente del

gruppo Europa della Libertà e della De-mocrazia) che al Parlamento europeo,testualmente ha affermato: “Eccoci qui, sulla soglia di un disa-

stro finanziario e sociale, e in que-sta sala, oggi, abbiamo i quattrouomini che dovrebbero ritenersiresponsabili.

“Serve una nuova BrettonWoods”, recitava il Ministrodel Tesoro italiano Giulio Tre-

monti nel lontano marzo 2008. “Finanza:subito nuove regole” tuonavano NicolasSarkozy ed Angela Merkel al G-20 diLondra dell’aprile 2009. “La riforma dellafinanza sarà la più grande dal 1929” in-calzava il concreto Presidente USAObama a giugno 2009. Peccato che nessuno dei quattro abbiamantenuto la parola. Le regole della fi-nanza non sono state toccate e ad oggi lacrisi iniziata nel 2007 sembra davvero in-sormontabile. L’asse dei fallimenti si èspostato gradualmente dalle imprese pri-vate agli Stati sovrani, con la differenzache i privati furono rifinanziati senza bat-ter ciglio con un’enorme iniezione di cre-dito, mentre gli Stati sovrani non li vuolerifinanziare nessuno anzi, continuano avenderne i titoli proprio quegli istituti chefurono economicamente sostenuti per evi-tare il fallimento nel 2008.Christian Clausen, Presidente dell'Asso-ciazione bancaria svedese ha addiritturadichiarato meno di un mese fa: "Le ban-che fanno esattamente quello che dovreb-bero fare: stanno riducendo i rischi.Vediamo chiaramente come vengono ven-

20ECONOMIA      SOCIETA’&

QUANTO CI COSTARESTARE IN

di GIUSEPPE STRAZZERA ritenuti responsabili per ciò che avetefatto. Dovreste essere tutti licenziati e…devo dire, signor Van Rompuy, diciottomesi fa, quando ci siamo incontrati per laprima volta, mi sono sbagliato sul suoconto…Avevo detto che sarebbe stato un assassino“silenzioso” della democrazia degli stati-nazione, ma non è più silenzioso, lei èpiuttosto rumoroso a proposito, non ècosì?Lei è un uomo non eletto, si è recato in Ita-lia dicendo “l’Italia ha bisogno di riforme,non di elezioni”. Cosa, in nome di Dio, leda il diritto di dire ciò al popolo italiano?”Nulla da eccepire, semmai da aggiungere.La Turchia, in Europa ma fuori dal-l’Unione, viaggia all’11% l’anno di PIL,più di Cina ed India.L’Argentina, fallita alla fine del dicembre2001, oggi ha un PIL che in Italia non sivede da più di vent’anni.Dell’Islanda invece nessuno parla. Dopola crisi del 2008 ha respinto gli aiuti delFondo Monetario Internazionale con unreferendum e nazionalizzato le propriebanche, scegliendo di non pagare i propridebiti con l’estero e di dichiarare default.Gli islandesi si sono riappropriati della di-mensione umana della vita e stanno rico-minciando da capo.Questa sì che sarebbe una vera riforma.

22LETTERE ALLA REDAZIONE

IN MERITO AL VS ARTICOLO RELATIVO A:

“IL CASALE DI VIA DELLA RISERVA gRANDE”

Capisco che da sempre sia interesse di

molti sapere quale sia la sorte di questo sto-

rico casale, ebbene a tutt'oggi è di proprietà

della Famiglia che da sempre lo possiede.

Cito fedelmente dall'articolo: <<ma questo

bellissimo casale,privato e rivenduto a un

soggetto privato, sta per essere abbattuto

per far spazio a delle nuove palazzine>>.

Sarei curiosa (se non crea problemi) di sa-

pere da quali fonti arrivano queste delicate

informazioni.

Grazie

Alessandra F.

Gentile Alessandra F,la Redazione sarebbe ben lieta di invi-tarla per un confronto sulla questione.Quel che ci interessa è sempre e solo laverità, e saremmo ben lieti di rettificarequanto scritto, qual ora si dimostrasseerrato. Per qualsiasi cosa utilizzi la mail:[email protected] Saluti

Gentilissima Redazione,

sono lieta di aver ricevuto una Vs risposta,

ma che non fa minimamente riferimento al

soddisfacimento del mio quesito,cioè ca-

pire come e da chi abbiate avuto certe in-

formazioni. Sono ma non l'unica,

proprietaria di quella Villa insieme alla mia

Famiglia. È evidente che ci sono e ci sa-

ranno sei cambiamenti i quali (perdonate il

tono sicuramente indispettito) non sono e

non devono essere di dominio pubblico.

Come riportava l'articolo e che mi trova

perfettamente in accordo, ognuno è libero

di gestire il proprio patrimionio come me-

glio ritiene opportuno! Desideravo con

questo scambio di msg interrompere il pro-

pagarsi di continue notizie basate sulle

chiacchiere e sulle fantasie di chi ama rac-

contare favole. (Ovviamente Voi siete un

mezzo di comunicazione...ma a voi qual-

cuno avrà dato un input, NO?)

Distinti saluti

Gentile Alessandra F,l’articolo evidenziava come premessa lalibertà di disporre della proprietà comemeglio si crede. Nessuno ha osato met-tere in dubbio tale concetto. La base del disagio espresso nell’arti-colo era il cambiamento del paesaggio,che avrebbe perso, con l’eventuale ab-battimento del Casale, una ulteriore por-zione di bellezza.Lei in quanto proprietaria, di una parteo dell’intero casale, in caso la notiziapubblicata fosse stata falsa, avrebbe fattobene a risentirsi ed a richiedere una ret-tifica della stessa. Come Redazione e

come si evince dalla risposta precedente,questa opportunità gliela abbiamo volen-tieri offerta. Capita a tutti di sbagliare. A pochi di am-metterlo.Ma se la sua contestazione mira a cono-scere la fonte della notizia e non a conte-starne l’attendibilità, che Lei stessa con lafrase:”È evidente che ci sono e ci sarannodei cambiamenti” ha confermato, ci è im-possibile soddisfare la Sua richiesta.Cordiali Saluti.

“RACCOgLIO FERRO” O “STRACCIAROLI”

Ciao a tutti, volevo proporre l'argomento

dei "raccoglio ferro" o "stracciaroli" che in-

festano il quartiere, tutti i giorni passando

più volte con gli altoparlanti altissimi e che

impediscono di riposare oramai anche la

domenica. Non li tollero più solo io o è un

problema che qualcun altro ha già solle-

vato?

Grazie

Valter G.

DUE IMPORTANTI INIZIATIVE

Nello spirito di collaborazione da Voi au-

spicato Vi chiedo di farvi promotori di due

iniziative che mi permetto di portare alla

Vostra attenzione:

1) Nel tratto di Via Casal del Marmo che va

da la Piazza di Palmarola all'incrocio con il

Don Gnocchi ci sono tre strade di campa-

gna che portano a dei terreni probabilmente

privati fatte di terra e pietrisco, le quali ogni

volta che piove, scaricano su via C. del

Marmo una quantità enorme di detriti.

Ritengo questi detriti di una pericolosità

enorme,perchè fanno perdere aderenza alle

auto in transito e non voglio pensare cosa

accade alle moto.

Essendo veramente tanti, rimangono per

giorni e giorni in mezzo alla strada finchè

con il passaggio delle auto non vengono

schizzati verso i margini;

2) In relazione alla Vostra segnalazione

sulla cementificazione del quartiere,mi

sento di poter dire,abitando in zona dal

1998, che nulla è stato fatto per la viabilità.

Sono state costruite centinaia di abitazioni

e ancora ne verranno costruite, sono venute

ad abitarle migliaia di persone ovviamente

con relative auto, ma di strade nuove non

se ne vedono.

Il lavoro su una parte di Via Casal del

Marmo è utile, però bisogna arrivarci. Sa-

rebbe sufficente un collegamento tra la sud-

detta strada e via Selva Candita per

esempio all'altezza della prima rotonda

(centro commerciale). Se ne è parlato

spesso ma fatto è che poi non se ne è fatto

nulla e per uscire dalla zona nelle ore di

punta ci vuole più di un ora.

Adesso. E quando saranno abitate tutte le

case che sono in consegna???

Dalla parte opposta con un piccolo tratto di

strada passando per via Rezzato o paral-

lele,utilizzando un sottopasso del raccordo,

già esistente, si potrebbe arrivare in via Ipo-

geo degli Ottavi in pochi attimi e quindi in

via Trionfale

Le mie vogliono essere solo delle conside-

razioni da utente è ovvio che poi le deci-

sioni verranno prese dai tecnici comunali,

che però non vivono sulla loro pelle la no-

stra situazione.

Grazie per la disponibilità

Distinti saluti

Stefano M.

COMMENTO ALL'ARTICOLO “ UN NUOVO ISOLATO”

Salve sono Jessica,

abito dal mese di giugno 2011 in via della

riserva grande 84 presso il "nuovo isolato

dalla forma ignobile" !!!

Avete mai visitato il complesso all'interno?

Devo affermare che i vostri commenti sono

ignobili e sicuramente poco informati e

poco rispettosi di tutte quelle persone che

come me hanno investito i risparmi di una

vita per poter comprare una casa nuova.

Il complesso all'interno presenta una vasta

area verde e molti viali dove i nostri figli

possono giocare in assoluta liberta' e al-

l'aria aperta come avveniva una volta nei

cortili dei vecchi palazzi dove tutti erano

amici.

Sappiamo che

agli abitanti di

selva candida

non siamo molto

simpatici ce ne

accorgiamo dal

fatto che par-

cheggiano le loro

macchine davanti

al nostro cancello

del garage sito in via santi martitìri di selva

candida 44/c impedendoci spesso di uscire

di casa, ce ne accorgiamo dal fatto che

molte persone affermano che a causa delle

nostre case il traffico e' diventato impossi-

bile e altre imprecazioni di questo tipo

poco piacevoli. Queste persone avrebbero

forse preferito avere vicino a loro ancora

case abusive modello "Palmarola"?

Ricordo pero' a tutti che grazie al nostro

programma di costruzione abbiamo un

Gentile Jessica,vista la Sua lettera, ci sembra giusto pun-tualizzare alcune questioni.Prima di tutto criticare delle costruzioniper il loro aspetto estetico non equivale anon rispettare i cittadini che le abitano,sarebbe come criticare esteticamenteun’automobile ed automaticamente nonrispettare il conducente.Non ha senso.La vasta area verde che Lei afferma ospi-tare il complesso, ci è risultata di difficilereperimento, ma forse la difficoltà è datadal diverso concetto di "vasta", come di-verso è quello di "completa libertà" rife-rito ai bambini che giocano nei cortili,poichè essendo il complesso totalmenteinaccessibile dall'esterno sarebbe piùgiusto dire "in cattività".Riguardo invece a chi parcheggia difronte al Vostro cancello, la causa è piùsemplice scovarla nella maleducazioneche non nell'antipatia e quando cita il"modello Palmarola" come pericolosa al-ternativa, le vorremmo ricordare che perNoi l'alternativa era già presente, ed erail verde.Infine, tanto per essere chiari, non è il su-permercato il valore aggiunto di un quar-tiere, semmai è il contrario. Un parco nonè mai un merito edilizio, semmai un mi-racoloso residuo.Ci pensi bene.

nuovo supermercato, un grande parco che

a breve sara' aperto, nuovi negozi, una

grande strada, un nuovo marciapiede ap-

pena asfaltato e molto utile su via della ri-

serva grande e altri servizi di grande utilita'

per tutti!!!

Saluti da una vostra lettice "ignobilmente"

indignataGentile Stefano,potrà constatare Lei stesso sfogliandoquesto numero, che la Sua prezionsa in-dicazione è stata un ottimo spunto per larubrica più sfogliata del giornale: “Oc-chio sul quartiere”.Abbiamo preferito invece rimandare allaprossima edizione l’altra indicazione ri-guardante la viabilità, in quanto siamoin attesa di importanti aggiornamenti.La invitiamo comunque ad inviarci ulte-riori segnalazioni, in caso ne avesse, poi-chè la partecipazione dei cittadini è ilvero punto di forza del giornale e vice-versa.

23

IL PUNGOLO, PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE: 

"NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST CASALOTTi -

SELVA CANDiDA”

Sede Legale: Via Morsasco, 9 - 00166 Roma - Tel. e Fax

06.61565142

DIREZIONE AMMINISTRATIVA

Via Rimella n. 156, Tel/Fax: 0661565142

e-mail: [email protected] - [email protected]

PRESIDENTE

Luciano Landonio

DIRETTORE RESPONSABILE

Enrico Sarzanini

CAPOREDATTORE

Giuseppe Strazzera

REDATTORI

Allegrini Fabio, Angelici Sandra, Bottoni Alfredo, Cangialosi Andrea,

Cantarella Gabriele, Carbonara Alessio, Cardinali Alessandro, Casadio Martina,

Ceccherini Artemio, De Bonis Angelo, De Santis Sara, De Simoni Antonio,

Gualtieri Federica, Guida Simone, Landonio Luciano, Liberatori Davide,

Raso Francesco, Soccolini Simone.

REG. TRIB. n° 451 del 18-07-1990

SITO INTERNET

www.ilpungolo.org

CARABINIERI

POLIZIA

VIGILIDEL  FUOCO

EMERGENZASANITARIA

06.06.06

NUMERI

UTILI

15.15

SERVIZI  AL  CITTADINO

ISOLA ECOLOGICA Via Mattia Battistini:

I Cittadini potranno depositare:

nei giorni feriali con orario: 7.00 - 12.00 e 14.00 - 19.00nei giorni festivi con orario: 7.00 - 12.00

IL MATERIALE DEPOSITABILE COMPRENDE: ELETTRODOMESTICI, FRIGORI-

FERI, COMPUTER, TV, MATERIALE ELETTRONICO, MOBILI, BATTERIE, OLII

ALIMENTARI, MATERASSI, RETI, ARREDI VARI IN LEGNO E METALLO, CALCI-

NACCI E PIASTRELLE.

che il giorno 11 Dicembre 2011, dalle ore 7,30 alle ore 11,30

presso il COLLEGIO INTERNAZIONALE di TERRASANTA,

in Via BOCCEA 590 sarà possibile effettuare la donazione

(a digiuno)

Si ricorda a tutti i cittadini interessati alla

DONAZIONE DI SANGUE

Prestazioni erogate:

Terapia iniettiva sottocutanea, intramuscolare e fleboclisi;•Rilevazione e monitoraggio parametri fisiologici;•Rilevazione glicemia capillare (one-touch);•Medicazione semplice;•Medicazione di ferite con punti di sutura e/o rimozione degli stessi;•Gestione cateteri vescicali (sostituzione, lavaggio, educazione all’autocura);•Terapia educazionale paziente con scompenso cardiaco cronico (PDTA Mar, Gio e Ven);•Terapia educazionale al paziente in prevenzione per cardiopatia ischemica;•Terapia educazionale del diabetico•Orientamento all’accesso ed all’utilizzo dei Servizi Sanitari Pubblici.•

PRESIDIO CASALOTTIVia Boccea n. 625

AMBULATORIO INFERMIERISTICO 06.68354550


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