Il punto di vista delle associazioni
Giuseppe CorlitoAssociazione OASI onlus Grosseto 1Corlito, Durante e dopo di noi, Firenze, 11
novembre 2011
Le associazioni che hanno lavorato alla stesura di questo
documento CUI- I ragazzi del Sole (Scandicci), ATISB (Firenze),
Fondazione Nuovi Giorni (Firenze), APAD (Firenze), ASEBA (Figline Valdarno), Ass. L’Alba (Pisa), ANFFAS di Pisa, Ass. La Provvidenza ( Piombino), Fondazione Luigi Scotto (Livorno), Ass. Noi da Grandi ( Empoli), Fondazione il Sole ( Grosseto), Ass. Oasi ( Grosseto), Ass. Grossetana Genitori Bambini Portatori di Handicap (Grosseto), Ass. Tuttinsieme (Pieve a Nievole), Oltre l’Orizzonte (Pistoia), AIAS di Prato.
2Corlito, Durante e dopo di noi, Firenze,
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“Durante noi” e “dopo di noi”
• Non esiste un “Dopo di Noi” se non si è adeguatamente operato per realizzare oggi - nel cosiddetto “Durante Noi” - condizioni adeguate alla costruzione di un futuro sicuro e di qualità delle persone disabili
• Ogni azione relativa al “Durante e Dopo di Noi” deve essere progettata e strutturata in maniera differenziata a seconda delle tipologie della disabilità e dei livelli di gravità (secondo la classificazione attuale: fisica, sensoriale, mentale e intellettiva)
• Le soluzioni devono essere diversificate secondo il grado di autonomia di ognuno, costruiti a misura delle persone e devono puntare al massimo recupero delle autonomie, al loro sviluppo e potenziamento
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Un nuovo modo di pensare la disabilità
• L’OMS ha proposto da alcuni anni un modo nuovo di valutare la disabilità l’ICF, per questa classificazione internazionale la disabilità non è più intesa come un attributo individuale
• La disabilità viene intesa come la conseguenza o il prodotto, più o meno diretto, di una relazione complessa tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e ambientali
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Il progetto personalizzato
• Bisogna far sì che la persona possa mantenere lo stesso livello di qualità di vita che aveva raggiunto quando viveva in famiglia o anche migliore
• La famiglia, per la sua esperienza, ha un ruolo centrale nella formulazione di tale progetto
• Bisogna pensare alla rete di persone e di servizi che ‘fa famiglia’ e a un progetto di “città” che accoglie, cioè al coinvolgimento della comunità di appartenenza
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Il ruolo delle istituzioni• L’art. 4 dello Statuto della Regione
Toscana pone tra le priorità quella di garantire la vita indipendente della persona disabile anche attraverso progetti di residenzialità
• Ogni politica di welfare delle istituzioni pubbliche, come ogni azione dei servizi, dovrebbe essere orientata alla ricerca della migliore qualità della vita possibile per la persona disabile
• Le istituzioni pubbliche (e in particolare le Società della salute) dovrebbero confrontarsi maggiormente con i destinatari dei servizi
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Una figura diversa di operatore
• Capace non tanto di un lavoro “terapeutico” o peggio “assistenziale” sul caso, ma la capacità di “mettersi accanto” alla persona disabile
• Occorre lavorare in base ai principi della riabilitazione psico-sociale: sostituire al “fare per” il “fare con”
• Occorre migliorare la professionalità degli operatori sociali e sanitari
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Percorsi di vita autonoma e indipendente I
• Acquisire competenze pratiche necessarie alla gestione della quotidianità e dell’abitazione; competenze di tipo affettivo relazionale indispensabili per vivere in gruppo o in una piccola comunità
• Tessere una rete di coesione sociale funzionante e duratura
• Mettere in atto interventi di sostegno alle famiglie perché possano accettare e accompagnare positivamente il distacco del figlio disabile, nel momento in cui il disabile intraprende un percorso di autonomia
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Percorsi di vita autonoma e indipendente II
• Creare opportunità di sollievo per la famiglie intesi come “durante noi”
• Creare percorsi di auto mutuo aiuto come risorsa preziosa contro l’isolamento e la solitudine dei disabili e le loro famiglie .
• Le residenze, siano case alloggio o appartamenti in cui si fanno esperienze di vita autonoma, devono essere collocate in una parte vitale della città
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Percorsi di vita autonoma e indipendente II
• Dobbiamo ricordare la preferenza accordata dai disabili, soprattutto “mentali”, per “l’abitare supportato”, cioè essere aiutati a vivere a casa propria invece che in una struttura. A questo deve essere finalizzata anche la riserva alloggi dell’edilizia popolare prevista dalla legge regionale toscana.
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Percorsi di vita autonoma e indipendente IV
• La comunità alloggio protetta deve caratterizzarsi esclusivamente per i bisogni dei loro residenti e non per la loro fascia di età
• Il numero degli ospiti delle residenze deve essere limitato a piccoli gruppi e comunque correlato alle necessità assistenziali, che dipendono dal livello di gravità
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Percorsi di vita autonoma e indipendente V
• Le RSA per anziani sono assolutamente inadeguate per ospitare la persona disabile con il rischio di crearle gravi traumi e disagi
• In particolare al raggiungimento “burocratico” dei 65 anni, oppure nella “emergenza” della morte del genitore superstite o anche con l’uscita dalle strutture semiresidenziali all’età di 55 anni per essere inseriti in centri diurni per anziani
• È necessario cambiare la normativa che prevede questi insensati passaggi.
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Percorsi di vita autonoma e indipendente VI
• Rivedere la normativa regionale per armonizzare i regolamenti locali, dei comuni o delle Società della salute, relativi alla gestione dei servizi destinati ai disabili (ad es. circa la quota di denaro a disposizione)
• Fare chiarezza sulla legge regionale che regola l’accreditamento sociale, ci sono problemi sulle case famiglia
• Combattere lo stigma e creare opportunità lavorative e favorire inserimenti lavorativi
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Percorsi di vita autonoma e indipendente VII
• Promuovere la figura dell’amministratore di sostegno, in attuazione delle Leggi regionali 72/97 e 41/05
• Formare le forze dell’ordine e gli operatori della sicurezza sociale perché possano cap interagire in modo più consapevole con le persone con problemi di salute mentale
• Necessità di reperire risorse economiche per sostenere i progetti relativi al Durante e Dopo di Noi e garantire la continuità al finanziamento
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Fondazioni di Partecipazione
• Alcune associazioni pensano che le Fondazioni di partecipazione debbano avere la presenza maggioritaria nel consiglio di amministrazione di associazioni e familiari
• Altre pensano che la fondazione debba avere una maggioranza pubblica per evitare particolarismi
• La presenza attiva delle famiglie in questo organismo serve a dare impulso positivo, stimolo alla progettualità a favore disabili e di legittimo controllo
• Va comunque evidenziata la peculiarità della fondazione come organismo maggiormente flessibile per la gestione di tutte le tipologie di azioni
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