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Il terzo convegno economico italo-africano di Milano

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Il terzo convegno economico italo-africano di Milano Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 9, No. 5 (Maggio 1954), pp. 121-122 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40758010 . Accessed: 14/06/2014 10:31 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.152 on Sat, 14 Jun 2014 10:31:55 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: Il terzo convegno economico italo-africano di Milano

Il terzo convegno economico italo-africano di MilanoSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 9, No. 5 (Maggio 1954), pp. 121-122Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40758010 .

Accessed: 14/06/2014 10:31

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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AFFRICA 121

II terzo convegno economico italo-africano di Milano

Non si può dire che la terza manifestazione africani- stica di Milano abbia potuto prendere atto di progressi concreti nello sviluppo delle nostre relazioni economiche con l'Africa. La situazione obiettiva non è apparsa miglio- rata: in certi settori, anzi, si è constatato un deteriora- mento.

Ma un elemento positivo di indubbio valore è purtut- tavia emerso da questa Giornata dell'Economia Italo Afri- cana, terza delle manifestazioni annuali indette dal «Grup- po Vittorio Botte go » in collaborazione con YEnte Fiera e con la Camera di Commercio: ed è una precisa e più diffusa volontà degli ambienti economici, tecnici e politici di affrontare decisamente il problema Africa. Questa vo- lontà appare evidente nella più esplicita partecipazione del Governo e degli Enti specializzati, come Ylstituto Ita- liano per V Africa, e nel maggiore e più qualificato nu- mero delle adesioni.

Ma sopratutto si è notato un'impostazione generale del problema più chiara e risoluta e una più acuta percezione dei punti-chiave del problema stesso.

Si è abbracciato un numero di questioni più ristretto che negli anni scorsi, ma si è imboccata decisamente una direzione ben definita e si è concentrato su di essa ogni attenzione.

Lo si è sentito nelle parole del rappresentante del Go- verno, On. Ludovico Benvenuti, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, nell'aperta e appassionata « arringa » (che così può ben definirsi) dell'Ambasciatore Enrico Mar- tino, Amministratore Fiduciario della Somalia, nell'esposi- zione pensata e pensosa che del complesso problema è stata fatta dall'On. Giuseppe Vedovato, Relatore Generale al Convegno, nella pacata ma esplicita dichiarazione del- l'Ambasciatore Giuliano Cora sul problema Etiopia, nel- l'energica e a volte dura sintesi conclusiva dell'Avv. Gre- gorio Consiglio, direttore della nostra rivista.

Lo si rileva dalla Mozione Finale del Convegno che dice:

Preso atto dell'organica ed esauriente relazione gene- rale del Prof. On. Giuseppe Vedovato, che è stata unani- mamente approvata, e dei vari ed autorevoli interventi;

Ascoltata l'ampia ed appassionata relazione dell9 Am- ministratore Ambasciatore Enrico Martino sull'opera che Vitalia svolge in Somalia;

Udite le dichiarazioni dell' Ambasciatore Giuliano Co- ra circa le attuali poco soddisfacenti relazioni italo-etio- piche;

Constatato che lo sviluppo politico-economico dei Paesi africani procede con un ritmo incalzante, che im- pone la massima e più attenta considerazione;

Auspica che da parte del Governo Italiano siat intra- preso, senza ulteriori incertezze ed indugi, un esame orga- nico di tutti i problemi connessi con l'Africa, onde si giunga alla formulazione di una politica concreta, coerente ed efficace;

Ritiene che l'Italia debba sollecitare, partecipandovi attivamente, ogni iniziativa tendente a porre le questioni africane nel quadro europeo, nel profondo convincimento che il divenire africano sia intimamente connesso con V av- venire delVEuropa tutta; che Vunità europea sia indispen- sabile per affrontare e risolvere i problemi africani come, nello stesso tempo, non può aversi un'Europa unita senza una concomitante integrazione politico-economica fra Eu- ropa ed Africa;

Prospetta l'assoluta necessità che alVazione italiana in Somalia siano dati mezzi, indirizzi e significato che giu- stifichino i sacrifici finanziari e consentano il reale rag- giungimento delle superiori finalità del mandato fiducia- rio, assicurando, al di là della sua scadenza, sincera e pro- ficua amicizia e collaborazione italo-somala;

Chiede che sia fatto ogni sforzo, con ampiezza di vedute ed onesto coraggio, perché al più presto le relazioni italo-etiopiche, con il regolamento delle riparazioni di guerra, divengano veramente cordiali, con vasta collabora- zione economica, sociale e culturale;

Auspica che i poteri pubblici promuovano le mas- sime più favorevoli condizioni generali perché le relazioni

fra Vitalia ed ogni Paese africano divengano più intime e proficue, facilitando l'opera dell'iniziativa privata, che, pur senza aiuti ed incoraggiamenti, con sforzo tenace è riuscita ad incrementare gli scambi italo -africani e a meglio equilibrarli. A tal fine sottolinea la particolare importanza che rivestono i trasporti marittimi ed aerei con bandiera italiana, nonché la necessità di una vasta rete di agenti ed addetti commerciali;

Addita alV attenzione di tutti gli italiani la via del- V Africa come fra le più promettenti per responsione eco- nomica del nostro Paese e per un'altissima opera di colla- borazione internazionale e di pace e benessere fra gli uomini.

Il Convegno si è aperto il mattino del 26 aprile nella sala Bizzozero della Fiera Campionaria alla presenza del Sottosegretario agli Affari Esteri, On. Ludovico Benvenuti, dell'Amministratore Fiduciario della Somalia, Ambascia- tore Enrico Martino, del Presidente dell'Istituto. Italiano per l'Africa, Sen. Teresio Guglielmone, del Relatore Gene- rale, On. Giuseppe Vedovato, del Generale d'Armata Gu- glielmo Nasi, dell'Ambasciatore Giuliano Cora, del Presi- dente del primo convegno Italo- Africano (e Presidente della SAIS), Avv. Luigi Bruno, del Presidente del Gruppo Vittorio Bottego, Col. B. V. Vecchi, del Presidente della Fiera Internazionale di Addis Abeba (e Direttore Gene- rale del Commercio Etiopico) Ato Arajà Ogbazghì, del Di- rettore dell'Afrika Instituut olandese, Ministro Albert G. Aukes, del rappresentante del Governo dell'Unione del Sud Africa, Col. Joubert, dei rappresentanti del Marocco e della Tunisia, dei rappresentanti della Prefettura, della Città di Milano, della Fiera e della Camera di Commer- cio, di una delegazione di giovani laureandi somali e di numerosissimi esponenti degli ambienti economici, finan- ziari, culturali, giornalistici e di studio interessati.

Ha aperto il convegno il Col. B. V. Vecchi, che pre- siedeva la seduta inaugurale, con un discorso introduttivo nel quale, dopo aver dato lettura delle adesioni di coloro che Djer forza maggiore non avevano potuto intervenire personalmente (fra cui l'On. Giuseppe Brusasca, l'Amba- sciatore Tarchiani, il prof. Manlio Masi), ha tratteggiato il programma al quale il Gruppo Vittorio Bottego e i pre- cedenti convegni da esso indetti si sono ispirati al fine di incrementare i rapporti culturali, tecnici ed economici con l'Africa.

Dopo alcune parole dell'avv. Bruno, che ha rilevato la necessità per l'economia italiana di battere strade nuove per la conquista di nuovi sbocchi alla sua produzione ed al suo lavoro, ha preso la parola il Sottosegretario Benvenuti, accennando alle prospettive dei rapporti fra i sistemi eco- nomici europei e l'economia africana. La collaborazione euro-africana appare come una necessaria soluzione del pro- cesso evolutivo politico-economico dell'Europa e dei Paesi africani. Si tratta di allacciare rapporti sempre più stretti in ogni campo su un piano di uguaglianza e di reciproca parità. «Lasciare la porta aperta verso l'Africa»: questo è, secondo il sottosegretario Benvenuti, il segreto della pro- sperità economica dell'Europa unificata. Trattando dei rap- porti fra l'Italia e la Somalia, l'oratore ha detto che l'ammi- nistrazione italiana prepara l'indipendenza e la piena so- vranità di questo Paese ed ha auspicato che tutti i popoli africani, compiuta la loro evoluzione politica ed economica, possano entrare nella grande comunità dei popoli liberi. Infine, il rappresentante del Governo ha rivolto un saluto agli operatori economici « pionieri » dei rapporti fra l'Ita- lia e l'Africa.

I congressisti hanno quindi compiuto una visita ufficiale al padiglione della Somalia e agli stands dei Paesi africani nel Palazzo delle Nazioni.

Nel pomeriggio i lavori del convegno sono proseguiti presso la Camera di Commercio, dove l'On. Vedovato ha svolto la relazione generale sulla giornata dell'economia italo-af ricana.

Nella sua esposizione l'On. Vedovato ha fermato l'atten- zione sui rapporti fra l'Europa e l'Africa, esaminando criti- camente le iniziative ed i progetti abbozzati in questi ulti- mi tempi per realizzare una effettiva collaborazione fra

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i due continenti, collaborazione che trova le sue pre- messe nelle condizioni geo-economiche e nelle prospet- tive di inevitabile inserimento dello scacchiere africano nell'equilibrio politico e sociale dei prossimi anni. Le possibilità di sbocco demografico, di ( investimenti, di approvvigionamento di materie prime, di esportazione di beni e di servizi verso i territori africani sono da pren- dersi in seria considerazione e nulla va trascurato affinchè l'Europa e l'Italia attuino tempestivi piani di valorizzazione economica delle zone africane e che si concretino in ac- cordi di collaborazione e di scambi culturali e commerciali.

Dopo aver espresso qualche dubbio sulla validità dei progetti finora studiati per addivenire alla sistemazione dei rapporti euro-africani (come il piano di Strasburgo, il pia- no belga e francese di inserimento dei Paesi africani nella Unione Europea, il quarto punto del piano Truman) il re- latore ha constatato che finora nessun concreto progetto può aspirare a tradursi in realtà, in quanto le stesse incer- tezze che si riscontrano, circa l'unificazione politica e la integrazione economica dell'Europa si riflettono sull'azione europea in Africa.

Occorre invece tenere per fermi tre punti essenziali nella azione politica ed economica europea verso il continente nero. Essi sono: 1) i rapporti euro-africani debbono essere osservati non già in senso unico, ma da un punto di vista di eguaglianza umana prima ancora che politica; 2) l'azione europea in Africa sarà efficace solo se potrà essere attuata l'unificazione dei Paesi europei, in modo da concordare sotto una politica uniforme, sensibile a tutti gli interessi delle nazioni europee, razionali programmi di emigrazione, di investimento e di scambi; 3) la unificazione europea do- vrà riflettersi in Africa, mirando ad integrare l'economia africana attraverso l'unione politica dei vari popoli autocto- ni, sui quali dovrà proiettarsi la continua e attiva politica europea, mirante ad evitare gli estremismi del nazionalismo e del comunismo.

L'Ambasciatore Martino, amministratore della Somalia, ha quindi fornito interessanti notizie circa l'opera italiana in quella regione e i risultati raggiunti sia in sede pura- mente politica (ordine, tranquillità e libertà) sia sul terre- no economico, risultati che consentono al rappresentante del Governo italiano in Somalia di essere ottimista circa i futuri Tapparti con questa terra, allorché il mandato di am- ministrazione sarà scaduto. Dopo aver sostenuto che il costo dell'amministrazione italiana in Somalia è in parte compensato dalle possibilità di scambio commerciale e di esportazione, l'oratore ha accennato a talune misure di ca- rattere economico che sono state recentemente adottate nel- l'intento di favorire lo sviluppo della Somalia.

Tra questi provvedimenti vanno ricordati: la liberaliz- zazione degli scambi in ragione dell'80 per cento; gli am- massi volontarii del grano turco e della dura, la privatizza- zione di alcune attività già affidate all'Amministrazione, la proroga delle agevolazioni doganali per acquisti di attrez- zature e macchinari, la costituzione di un istituto di cre- dito somalo, l'attuazione, in pieno sviluppo, della valoriz- zazione del patrimonio e dell'allevamento zootecnico, me- diante la perforazione di pozzi d'acqua e la creazione di grandi bacini di riserva, che permetteranno la graduale tra- sformazione dell'economia agricola somala da nomade a sta- bile. Vi sono inoltre allo studio altri progetti per lo svi- luppo delle colture cereaicole, la costruzione di dighe per Irrigazione e la produzione di energia. In questo quadro di concrete realizzazioni l'Italia può ora compiere con sin- cerità e buona fede, ha detto l'Ambasciatore Martino, la sua opera di civilizzazione in vista della futura collabora- zione economica non solo colla Somalia, ma anche con l'Etiopia e gli altri lenitoli africani.

Ali Hagi Ornar Scegò, a nome degli studenti somali in visita alla Fiera e alle industrie italiane, ha auspicato mag- giori investimenti stranieri in Somalia e il ripristino dei rapporti commerciali coll'Etiopia.

S. E. Cora, al quale era affidata la presidenza del con- vegno nella seduta pomeridiana, ha trattato i problemi rela- tivi ai rapporti fra l'Italia e l'Etiopia, che tuttora sono osta- colati dalla mancata definizione della questione delle ripa- razioni di guerra. Tutti i Paesi hanno ripreso ufficialmente i rapporti coll'Etiopia, compresa la Germania, che invia su quel mercato prodotti industriali, beni strumentali, e provvede ad una capace e lungimirante assistenza tecnica.

I lavori si sono chiusi con la rassegna delle importanti comunicazioni presentate al Convegno (e che, come già ne- gli anni scorsi, verranno pubblicate in volume a cura del Gruppo Vittorio Bottego) e con la serrata sintesi, alla quale abbiamo già accennato, fatta dall'Aw. Gregorio Consiglio.

INIZIATIVA PRIVATA, C. E. P. E. S. e collaborazione europea in Africa

La mattina del 28 aprile, nella Sala Puricelli alla Fiera di Milano, il Gruppo Nazionale del C.E.P.E.S. (Comitato Europeo per il Progresso Economico e Sociale) ha celebra- to la giornata della iniziativa privata. Tema: « L'iniziativa privata di fronte ai problemi ed alle responsabilità dell'ora ».

Vi hanno partecipato uomini insigni di studio e di azione, i maggiori esponenti della vita economica italiana, i credenti attivi ed operanti nell'idea dell'iniziativa privata, alla quale si deve gran parte di quanto di produttivo e progredito vive e prospera sotto il bel sole d'Italia.

Le relazioni e gli interventi, densi di pensiero, di sug- gerimenti e di soluzioni tratte da vasta esperienza e pro- fonda meditazione dei maggiori fenomeni economico-sociali e politici in cui si concreta l'attualità che viviamo, costi- tuiscono un grande apporto alla costruzione di un'Italia e di un'Europa capaci di riguadagnare le posizioni mondiali perdute.

Definito il concetto di libertà nell'equivalenza di re- sponsabilità; tracciati i confini fra sfera dei pubblici po- teri ed attività privatistica; fissati i rispettivi compiti, gli uni coordinati agli altri, ma senza sovrapposizioni ed in- terferenze; rivendicata all'azione ed all'intraprendenza del singolo la spinta prima di ogni progresso; individuata nella cultura, nella istruzione, nell'elevazione spirituale l'esigen- za prima di ogai società moderna e la vera difesa contro ogni oscurantismo ed utopistico avvenirismo; sottolineata la necessità imprescindibile dell'integrazione europea e 'a funzione stimolatrice dell'iniziativa privata e le sue maggio- ri possibilità e responsabilità nel più grande mercato euro- peo di domani.

Nulla varrà a promuovere il progresso economico e so- ciale quanto lo studio e l'impegno dei più qualificati ed indipendenti operatori economici di tutta Europa, quanto la volontà dei singoli riuniti in una comune coscienza euro- pea, di cui il C.E.P.E.S. è fortunata espressione.

Ma l'integrazione europea, una maggiore produttività, un più elevato tenore di vita, una reale espansione ecoao- mica non possono prescindere dal problema affricano, sia per i legami strettissimi che uniscono e vincolano alcune fra le maggiori potenze europee ad immensi territori affricanì, sia perché l'interdipendenza dei due continenti è un fatto immanente, che va assumendo toni drammatici ed esige uno stabile e fecondo regolamento.

Il primo passo è senza dubbio la collaborazione euro- pea, di tutta l'Europa, in Affrica, poiché nulla sarà realiz- zabile in futuro se non sarà l'Europa, come tale, ad agire unitariamente.

L'onore e l'onere di aprire la strada a questa più vasta collaborazione ed integrazione spetta naturalmente all'ini- ziativa privata. Il C.E.P.E.S. è l'organismo più adatto, :'l terreno di incontro più propizio perché gli alfieri dell'ini- ziativa privata di ogni paese d'Europa convengano ad af- frontare insieme il formidabile problema. Esso richiede, oltre la volontà e la fede, di cui non dubitiamo, un piano preliminare di studi e d'indagini complesse e profonde. Fra i maggiori aspetti vi è quello dei finanziamenti, delle ga- ranzie agli investimenti, dell'addestramento e della utiliz- zazione della mano d'opera locale disponibile, senza creare traumi violenti di carattere psicologico-sociale, turbamenti improvvisi nel presistente ordinamento economico e pro- duttivo. E vi sono le questioni valutarie, dei trasporti, del- l'energia, della gradualità dell'industrializzazione in armo- nia con lo sviluppo agricolo e dei maggiori consumi.

Ma l'operatore privato potrà agire solo quando la pub- blica autorità abbia provveduto al primo avvaloramento dei territori, cioè all'attrezzatura generale: quindi studio dei tempi e dei modi in cui debbano graduarsi e coordinarsi l'azione pubblica e quella privatistica.

Noi siamo certi che il C.E.P.E.S. abbia presente tutto ciò, comprenda come la ricerca dei metodi migliori per promuovere il progresso economico e sociale dell'Europa debba estendersi al modo migliore di attuare l'integrazione euroaffricana, e ponga quindi il problema affricano in pri- ma linea quando affronterà lo studio dei mercati sottosvi- luppati più strettamente connessi con l'Europa.

G. C.

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OSPITI ETIOPI IN ITALIA Ato Araja Ogbazghi, Direttore Generale del Commer- cio e Presidente della Fiera Internazionale d'Etiopia (qui a destra in compagnia del Rag. Natale Bagnoli, Amministratore Unico della Compagnia Africa Orientale) ha parte- cipato ai lavori del III Convegno Economico Italo- Africano di Milano (pag. 124); Roma ha avuto gradito ospite il Degiac Zaudiè Ghebresellassie, che qui sotto vediamo a colloquio con Ato Chidanemariam Hailè, funzionario dell'Ambasciata d'Etiopia in Roma, al ricevimento offerto dall'Ambasciata

stessa il 5 maggio, (pag- 123)

IIIo CONVEGNO ECONOMICO ITA LO- AFRI- CANO DI MILANO - Milano, 26 aprile - Inau gurazione del Convegno, nella Sala Bizzozero della Fiera Campionaria : da sinistra a destra, l'Amb. Cora, l'Avv. Consiglio, il Gen. Nasi, l'On. Vedovato e l'Amb Martino (seminascosti), il Col. Vecchi, l'On. Benvenuti, il Sen. Gugliel

mone e l'Avv. Bruno, (pag. 121).

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