Date post: | 02-May-2015 |
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Il terzo settore in Italia
Il caso italiano Elementi tipici del caso italiano La composizione e le dimensioni
del fenomeno
Teoria specifica del Terzo Settore
Il terzo settore esprime l’emergenza della relazionalità sociale tipica della modernità “prima che questa diventi valore di scambio (nel mercato) e prima che questa diventi oggetto di regolazione politica e giuridica (da parte dello Stato)” (Donati 1997, p. 261)
Prospettive di osservazione del terzo settore
ESTERNA
INTERNA
A. Dal punto di vista dell’economia (efficienza): nonprofit, economia socialeG. Dal punto di vista politico-amministrativo (efficacia): nuove soggettività politiche (movimenti politici), strutture del welfare mixI. Dal punto di vista dell’integrazione sociale: nuove forme di sociabilitàL. Dal punto di vista culturale (impegno al valore): nuova cultura civile
A. Una propria operatività (risorse umane ed economiche gratuite)G. Un proprio ruolo societario (beni relazionali)I. Una propria normatività (reciprocità e governance societaria)L. Una propria cultura (dono: solidarietà, fiducia, altruismo)
Elementi tipici del caso italiano
La cultura solidaristica Il dilemma dipendenza/autonomia dal welfare
state Cooperazione sociale come fenomeno solo
italiano Relazioni con gli enti pubblici (sussidiarietà)
Convenzionamento, contracting out, vouchers Relazioni con il settore for profit Problemi aperti
Relazioni interne e debolezza del settore Dipendenza dagli enti pubblici Sottocapitalizzazione
Cultura solidaristica Intreccio tra solidarietà informale e
solidarietà organizzata Contrapposizione universalismo
(altruismo, solidarietà, sistema pubblico) particolarismo (utilitarismo privato, self-interest, sistema privato commerciale)
Origine familiare della solidarietà Culture civili diversificate tra Nord
(solidarietà diffusa) e Sud (solidarietà familistica)
Il dilemma dipendenza autonomia dal welfare state “La nostra società è un esempio di caring
society in cui si è tentato di veicolare la solidarietà solo per via istituzionale (la cura dello Stato) trasformandola in un principio impersonale, con l’obiettivo di sgravare gli individui dal vincolo della cura reciproca e la conseguenza di spersonalizzare i bisogni (Ignatieff 1986)”
Il principio di sussidiarietà
Crisi del welfare state
P.A.
E S.C.
Gettito fiscale
InfrastruttureMisure di politica sociale
Legittimazione
Oltre la “crisi” del welfare state
Proposte di riforma Neo-liberale: Quasi mercati
(esternalizzazione dei servizi) Socialdemocratica: Welfare mix
(coinvolgimento di più soggetti: stato, mercato, terzo settore)
Sussidiaria: Welfare plurale societario (coinvolgimento delle comunità locali (istituzioni pubbliche,
private, profit e nonprofit) sviluppo di servizi relazionali
Sussidiarietà Una comunità di ordine superiore
non deve mai sostituirsi a una di ordine inferiore se quest’ultima risulta idonea ad affrontare e risolvere le questioni
Trattato costituzionale europeo Riforma del titolo V della
Costituzione italiana
Sussidiarietà – tipi e principi Sussidiarietà verticale Sussidiarietà orizzontale
Solidarietà Responsabilità Prossimità
Sussidiarietà – problemi attuativi
Presenza dello stato sociale istituzionale
Principio di legalità (nei paesi di common law le autorità locali dispongono “per natura” di competenza generale)
Finanza derivata Rischio di delega del sistema
pubblico Strumentalizzazione degli attori
sociali
Sussidiarietà – modelli di attuazione
Esternalizzazione dei servizi (outsourcing) Sussidiarietà per progetti Valorizzazione delle iniziative dei privati Redistribuzione delle risorse economiche
(cash) senza apparato istituzionale pubblico di servizio (kind)
Voucher Buono servizio
Erogazione a preventivo Erogazione a rimborso
Assegno d’accompagnamento/ assegno di cura Deduzione o detrazione fiscale
Sussidiarietà senza apparato istituzionale
Buono servizio a rimborso
Settori molto strutturati
Voucher Settori mediamente strutturati
Buono servizio a preventivo
Settori non strutturati
Relazioni con il privato for profit
Filantropia: donazione di contributi economici senza progetti specifici e senza monitoraggio della realizzazione dell’attività;
Sponsorship: rapporto più stretto con l’impresa basato sulla realizzazione di un progetto; in questo caso l’impresa fa della collaborazione uno strumento per realizzare e comunicare la propria responsabilità sociale (Theleton-BNL);
Cause related marketing: azione comunicativa di promozione di un marchio o di un prodotto in associazione ad una buona causa (Golia-wwf);
Salary programme: la scelta da parte dei lavoratori di un’impresa di un progetto prosociale, per il quale vengono raccolti contributi all’interno dell’azienda stessa tra i lavoratori;
Terziarizzazione sociale: le imprese affidano a cooperative sociali o altri soggetti commesse di lavoro che viene svolto da soggetti appartenenti a categorie svantaggiate.
Il terzo settore in Italia
Percentuale delle OTS sul totale nazionale
Valori assoluti
Percentuale della
popolazione sul totale nazionale
Valori assoluti
Numero di organizzazioni
per mille abitanti
NORD 51,1 113.172 44,9 25.573.382 4,4 CENTRO 21,2 46.965 19,1 10.906.626 4,3 MEZZOGIORNO 27,7 61.275 36,0 20.515.736 3,0 ITALIA 100 221.412 100 56.995.744 3,9
Dati censimento Istat 2001
Organizzazioni per forma giuridica
FORME GIURIDICHE
Associazio-
ne riconosciuta
Fonda-zione
Associazio-ne non
riconosciuta
Comi-tato
Cooperativa sociale
Altra forma
Totale
NORD 25,3 1,5 65,6 1,9 2,0 3,6 113.172 CENTRO 28,0 1,5 63,1 2,0 1,7 3,7 46.965 MEZZOGIORNO 32,0 0,9 60,1 1,1 2,6 3,3 61.275 ITALIA - % 27,7 1,4 63,6 1,7 2,1 3,6 221.412 ITALIA - V.A. 61.309 3.008 140.752 3.832 4.651 7.861 221.412
Dati censimento Istat 2001
L’evoluzione del fenomeno
PERIODI DI COSTITUZIONE fino al
1950 dal 1961 al
1970 dal 1971 al
1980 dal 1981 al
1990 dopo il 1990
Totale
NORD 8,3 4,4 12,2 23,1 52,0 113.172 CENTRO 6,9 3,6 11,1 23,6 54,8 46.965 MEZZOGIORNO 4,0 1,9 9,2 23,5 61,4 61.275 ITALIA 6,8 3,6 11,1 23,3 55,2 221.412 ITALIA 15.104 7.877 24.609 51.606 122.216 221.412
Dati censimento Istat 2001
I settori di intervento
Nord Centro Mezzogiorno Italia Cultura, sport e ricreazione 63,4 62,0 64,6 63,4 Istruzione e ricerca 5,7 5,1 4,5 5,3 Sanità 4,7 4,7 3,4 4,4 Assistenza sociale 9,2 7,6 8,7 8,7 Ambiente 1,6 1,3 1,4 1,5 Sviluppo economico e coesione sociale 2,1 1,8 1,8 2,0 Tutela dei diritti e attività politica 2,8 3,7 3,2 3,1 Filantropia e promozione del volontariato 0,7 0,5 0,4 0,6 Cooperazione e solidarietà internazionale 0,9 0,6 0,2 0,6 Religione 2,0 3,0 3,5 2,7 Relazioni sindacali e rappresentanza di interessi 6,1 8,6 7,6 7,1 Altre attività 0,8 0,8 0,5 0,7 TOTALE 113.172 46.965 61276 221.412
Dati censimento Istat 2001
L’associazionismo socialein Italia
9 milioni di associati il 20% della popolazione.
Dati IREF Dati IREF
Associaizoni sociali % dei membri
17,5 18,9 19,521 20,5
23,2
0
5
10
15
20
25
1983 1985 1989 1991 1994 1997
Il volontariato in Italia
Il volontariato Si distingue dalle altre
organizzazioni di terzo settore per: Motivazione prosociale Agire gratuito Significato della solidarietà
È diverso: Dall’associazione volontaria e Dall’impresa sociale
Il volontariato in Italia
4,4 milioni ca. di volontari 12% della popolazione
Solo 500.000ca. operano nelle 10516 organizzazioni di volontariato
0 1 2 3 4
Da solo
Gruppo spontaneo
Associazionelocale
Associazionenazionale
Parrocchia
Modalità di azione volontaria
Dati IREF e FIVOLDati IREF e FIVOL
La nascita delle organizzazioni di volontariato
10,2
16,9
26,4
46,5
05
101520253035404550
Italia
Fino al 1950Dal 1951 al 1975Dal 1976 al 1985Dal 1986 al 1996
Valori %Dati censimento Istat 2001
La nascita delle organizzazioni di volontariato
1075
1776
27742350
2541
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
fino al 19501951-19751976-19851986-19901991-1996
Valori assoluti (scorporato periodo 86-
96)Dati Fivol 2001
L’organizzazione è emanazione di …
1451
307143
9
601
4759
3064
98 39 450
500100015002000250030003500
400045005000
parrocchiacaritas diocesanasindacatopartitoassoc. categoriaass. movimenticittadiniistituz. ecclesiasticheente pubblicoaltro
Valori assolutiDati Fivol 2001
Ispirazione ideale
3814
263
6439
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
7000
cattolicarel. non cattolicaaconfessionale
Valori assolutiDati Fivol 2001
Livello di formalizzazione
70,9
86,9
50,6
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
Atto costitutivoStatutoRegolamento
Valori %Dati Fivol 2001
Iscrizione al registro regionale
51,8
48,2
46
47
48
49
50
51
52
IscritteNon iscritte
Valori %Dati Fivol 2001
Le dimensioni
32,329,6
23
9,1
6
0
5
10
15
20
25
30
35
Fino a 10Da 11 a 20Da 21 a 50Da 51 a 100Oltre 100
Valori %Dati Fivol 2001
Distribuzione per sesso
49,70%
50,30%
49,40%
49,60%
49,80%
50,00%
50,20%
50,40%
MaschiFemmine
Dati Fivol 2001
Livello di istruzione
9,3
34,6
43,6
12,6
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Licenza elementareLicenza mediaDiplomaLaurea
Valori %Dati Fivol 2001
Fasce d’età dei volontari
96771
111781
104706
29907
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
18-2930-4546-65Oltre 65
Valori assolutiDati Fivol 2001
Settori di intervento
4572
2776
673481740493266 515
0500
100015002000250030003500400045005000
socio-assistenziale
Sanitario
tutela e promozione diritti
Ambiente
Att. Educative
Cultura
Sport-att. Ricreative
Protez.civile
Valori assolutiDati Fivol 2001
Il volontariato organizzatoTipologia delle organizzazioni
L’organizzazione di base laica (26,9%)
L’organizzazione di base cattolica (15,4%)
L’organizzazione specialistica, affiliata e convenzionata (18%)
L’organizzazione “reticolare”, autonoma, ma sinergica e polivalente (22,4%)
L’organizzazione gestionale, grande, semiprofessionalizzata e convenzionata (17,3%)
Legge quadro 266/91
Le funzioni svolteSfide sociali Funzioni del
volontariato
Offerta di beni e servizi gratuiti
Sostituzione
Offerta di beni e servizi complementari
Integrazione
Offerta di beni e servizi nuovi
Innovazione
Risposta a bisogni emergenti
Servizio “puro”
La cooperazione sociale italiana
Fattori di sviluppo della cooperazione sociale
DALL’ALTO
DAL BASSO
terziarizzazione del sistema economico-sociale e trasformazioni della domanda di servizicrisi dello stato sociale
nascita di nuove soggettività sociali promotrici a livello locale di azioni per il benessere dei cittadini,rivitalizzazione e sottolineatura da parte di alcuni settori del movimento cooperativo delle motivazioni originarie all'impegno sociale,sviluppo complessivo del terzo settore.
Gli stadi evolutivi della cooperazione sociale
Gli inizi
Le convenzioni
Il contracting out e le gare
d’appalto
Le cooperative sociali in Italia
2126 23302834
3857
4651
0
1000
2000
3000
4000
5000
1993 1994 1995 1996 2001
Dati Ministero del Lavoro - IstatDati Ministero del Lavoro - Istat
Periodo di costituzione
33 13 20
333
1.741
2.511
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
fino al1950
dal 1951al 1960
dal 1961al 1970
dal 1971al 1980
dal 1981al 1990
dopo il1990
Dati censimento Istat 2001
Distribuzione territoriale
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
NordCentroMezzogiorno
Dati censimento Istat 2001
Distribuzione territoriale
45
19
36
49
17
34
05
101520253035404550
% Popolazione % Cooperative
ItaliaSettentrionaleItalia Centrale
Italia Meridionale
Dati censimento Istat 2001
Le risorse umane
121.894
26345
871 7.55819.119
5602.9950
20.00040.00060.00080.000
100.000120.000140.000
Dipend
enti
Di cui
part
time
Lavo
rator
i dist
acca
ti
Co.co
.co.
Volon
tari
Relig
iosi
Obietto
ri
Dati censimento Istat 2001
Risorse umane(valori medi)
49
26
40,6
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Soci
LavoratoridipendentiVolontari
Obiettori dicoscienza
Dati censimento Istat 2001
Tipologia di entrate (numero di cooperative)
0500
1.0001.5002.0002.5003.0003.5004.000
Fonte pubblica a
titolo gratu
ito
Fonte pubblica ri
cavi per contrat
ti
Contributi a
derenti
endita
di beni e ser
vizi
Donazioni
Redditi finanziar
i e patr.
Altre en
trate p
rivata
Le prime 2 sono entrate di fonte pubblica le restanti di fonte privata
Dati censimento Istat 2001
0500.000
1.000.0001.500.0002.000.0002.500.0003.000.0003.500.000
Fonte pubblica a titolo gratuito
Fonte pubblica ricavi per contratti
Contributi a
derenti
endita di beni e servizi
Donazioni
Redditi finanzia
ri e patr.
Altre entrate priv
ata
Le prime 2 sono entrate di fonte pubblica le restanti di fonte privata
Tipologia di entrate (milioni di lire)
Dati censimento Istat 2001
Tipologia di entrate(valori medi in milioni di lire)
32
744
23
378
11 461
0
100
200
300
400
500
600
700
800Sussidi e contributi
Da convenzioni econtrattiQuote sociali
Vendita di beni eserviziDonazioni
Rendite finanziariee patrimonialiAltre entrate
Settore di attività prevalente
476
135
362
2.397
66
692
10
514
0
500
1000
1500
2000
2500Cultura, sport ericreazioneIstruzione e ricerca
Sanità
Assistenza sociale
Ambiente
Sviluppo economico ecoesione socialeCooperazione esolidarietà internazionaleAltre attività
Dati censimento Istat 2001
Tipologia di fruitori
Alcoolisti
Anziani
Extracomunitari
Handicap
Minori
Psichiatrici
Senza fissa dimora
Tossicodipendenti
0 10 20 30 40 50 60
Alcoolisti
Anziani
Extracomunitari
Handicap
Minori
Psichiatrici
Senza fissa dimora
Tossicodipendenti
Fig. 5 - Tipologia dei fruitori dei servizi
EMILIA ROMAGNA
ITALIA
Dati CGM