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Gazzetta d’Asti | 7 aprile 2017 ____________________ INFORMAZIONE RELIGIOSA ________________________________________ 23
A Castagnole Monferrato, ideata da Luciano Nattino
La sera del Giovedì Santola Passione di Gesù Cristo
Antignano ripropone nel-la serata del Venerdì Santo, come ormai tradizione dal lontano 1989, la XXIX edi-zione della Via Crucis, ov-vero “le ultime diciott o ore di Gesù” prendendo a prestito il titolo del libro di Corrado Augias di recente pubblica-zione. Confermato nella par-te di Gesù Francesco Grazia-no, la cui interpretazione in-tensa per verismo e tragicità ha riscosso di anno in anno sempre più unanime apprez-zamento, ci sono novità an-che nel 2017.
Dopo 28 anni, in quanto già presente fi n dalla 1ª edi-zione, lascia la scena Maria Teresa Daff ara, bravissima interprete di “Maria madre di Gesù” nelle ultime edizio-ni, sostituita da Valeria Ca-losso. Dopo due anni di as-senza rientrano nei panni del Sommo Sacerdote “Gio-nata” Giuliano Cassett i, nei panni dell’ Apostolo “Simo-ne Zelota” Maurizio Buria-sco con altri avvicendamen-ti nelle parti minori, alimen-tati comunque da una schie-ra di aspiranti interpreti, so-pratt utt o giovani.
Preceduta da un breve in-tervento introdutt ivo del parroco, don Pierino Tor-chio, la Sacra Rappresen-tazione si svolgerà in punti prestabiliti del centro stori-co, articolata in tre parti: una prima con le scene dell’Ulti-ma Cena, dell’agonia nell’or-to degli ulivi e del successi-vo arresto di Gesù, una se-conda con i processi davan-ti al Sinedrio e al Pretorio di Ponzio Pilato; una terza con la salita al Calvario lungo un
percorso che conduce alla piazza principale ove, accan-to alla chiesa parrocchiale, nel luogo più elevato del pa-ese, si concluderà, in tutt a la sua drammaticità, con la sce-na della Crocifi ssione.
Interverranno oltre 150 fi -guranti, narratori, costumi-ste, scenografi , tecnici luci e audio, fabbri, muratori e car-pentieri per la messa in sce-na; quindi coinvolta tutt a la comunità con le sue istitu-zioni: parrocchia, ammini-strazione comunale e prolo-co.
Pieno rispett o del rigore storico, dell’ambiente e dei costumi dell’epoca, confe-zionati o rinnovati dalle abili sarte Carmen Bosio e Pinuc-cia Quaglia.
Autore dei testi Franco Orecchia che cura altresì la regia, ponendo particola-re att enzione e dando risal-to sopratt utt o all’interpreta-zione, messa a punto con ri-petute prove. Roberto Orec-chia curerà le musiche, uti-
lizzando brani tratt i e riela-borati da colonne sonore di celebri fi lm. Commenteran-no le scene e daranno voce ai diversi personaggi don Pie-rino Torchio, Franco Bosia, Annamaria Rivella e Paolo Maccario.
Durante la Sacra Rappre-sentazione e al suo termi-ne, nella chiesa parrocchia-le, la soprano Candida Spi-nelli di Como accompagna-ta dai maestri: Gigi Amisa-no (tastiere), Aba Rubolino (violino) e Leonard Plumbi-ni (violoncello) proporran-no brani musicali ispirati alla tradizione (“Benedictus” di Falcett i - “Agnus Dei” di Mo-zart - “Panis Angelicus” di Cesar Frank - “Ave Verum Corpus” di Mozart).
Per tutt o il periodo della Sett imana Santa sarà allesti-ta nella chiesa parrocchiale una mostra fotografi ca del-la Via Crucis edizione 2016 con suggestive fotografi e di Franco Giove, Marco Meda e Carlo Raschio.
Il Venerdì Santo, 14 aprile, giunge alla sua 29ª edizione
Domenica sera ad opera di molte organizzazioni
La Passione a Castell’Alferocoinvolge bambini e adultiOltre 100 fi guranti, col-
laboratori e tecnici (au-dio, luci) per ripropor-re un percorso all’interno del concentrico, negli am-bienti più caratt eristici del-la località monferrina. Nel-la domenica delle Palme gli abitanti di Castell’Alfe-ro rievocano la Passione di Cristo.
La quinta edizione del-la rievocazione vivente è in programma per domeni-ca 9 aprile alle 21 coinvol-ge molti citt adini e le varie associazioni del paese con l’organizzazione della par-
rocchia S.S. Pietro e Pao-lo (parroco don Claudio Sganga) e dall’oratorio, in collaborazione con la pro loco ed il comune sott o la guida di Elisa Taff arello e Simona Gamba.
“Partecipare visivamente e pregare in una serata che riconduce, - dicono gli or-ganizzatori - secondo quan-to ricorda Papa Francesco, il popolo cristiano alla propria rinascita. Una rappresenta-zione tra parte scenica e reli-giosa che coinvolge i bambi-ni del catechismo e dell’ora-torio con canti liturgici du-
rante le varie stazioni della Via Crucis”.
Sfondo per l’entrata in Gerusalemme del Signore, con la suggestiva cornice di decine di fi guranti in co-stume lo scalone che porta da Piazza Mazzini a Piaz-za Castello; sul palco alle-stito con scene dell’epoca, si svolgerà la raffi gurazione dell’Ultima Cena.
Tra le varie stazioni: l’or-to degli ulivi, il Sinedrio e la scena a Ponzio Pilato. Una via dolorosa che por-ta alla crocifi ssione.
> G.El.
Il Giovedì Santo 13 aprile, alle 21, a Ca-stagnole Monferrato la Passione diventa espressione popolare e canto piemontese di antica memoria, senza eff ett i speciali né co-stumi orientali, al seguito del Cristo-albero.
“La Passiùn di Gesù Crist” ideata da Lu-ciano Natt ino e dirett a da Antonio Catala-no, è un’azione teatrale con fi accole, tara-bacole, fruste e canne nel centro storico del paese (piazza Statuto, via d’la Miraja e cor-tile dell’Ex Asilo Infantile Regina Elena) alla quale parteciperanno giovani, uomini, donne e bambini della comunità: Antonio Catalano, Valerio Catalano, Fulvio Duran-do, Fabio Fassio, Paolo Manina, Alba Ni-colett i, Marina Pianta, Piera Pianta, Elena Romano e Simona Secoli. Ci saranno azio-
ni, una processione con un Cristo Albero, i canti del coro del Duomo di Asti, il canto della passiùn di antica memoria con J’Arli-quato.
La Passione di Castagnole Monferrato, dal sott otitolo “Del sorriso e del pianto”, giunge quest’anno alla quindicesima edi-zione: una ballata scritt a di Luciano Natt i-no dà il tema alla serata ed è una rifl essio-ne sull’infanzia, sulla famiglia, sui miracoli e apparizioni di Jesus, sulle tragedie di que-sti tempi. Catalano off rirà anche lui una sua visione su questa tematica; si toccheranno poi i temi del pianto della Madonna di Jaco-pone da Todi e della morte del fi glio att ra-versato dai versi di Alda Merini.
> Stefano Vergano
Alla Via Crucis di Antignanotutto un paese all’opera
Venerdì 7 aprile , a Castel-lo di Annone , organizza-ta dalla parrocchia di Santa Maria delle Ghiare si svol-gerà la Via Crucis nella fra-zione Monfallito, partendo dal campett o di calcio/cap-pellett a, percorrendo poi le strade verso la chiesa .
Organizzata da diversi anni , la Via Crucis annone-se non è una rappresenta-zione teatrale, bensì religio-
sa in cui hanno spazio i vari personaggi in costume, ma è di fatt o un insieme di can-ti, eseguiti dal coro parroc-chiale e rifl essioni di carat-tere liturgico a cura del par-roco don Bruno Roggero.
Realizzato in collabora-zione con il Circolo di Mon-fallito, i ragazzi dell’oratorio, i lett ori del gruppo “Voci di Poesia” dirett o da Patrizia Camatel, il percorso dà voce
ai pensieri di personaggi ri-correnti nella Via Crucis, come Pilato, Barabba, Ero-de, Simone da Cirene, Cai-fa ma anche a quelli “secon-dari” come Maria di Magda-la, il soldato romano Longi-no ed i due ladroni Dima-co e Disma. Fa da sfondo il popolo, in costume ,che ac-compagna Gesù sino sott o alla croce, per assistere poi alla sua resurrezione.
Stasera in frazione Monfallito
La Via Crucis ad Annonecon rifl essioni e canti
Nel giardino degli Ulivi, Gesù, prostrato a terra, prega più volte dicendo: “Abba, Padre, tutt o a te è possibile, allontana da me questo calice: non però quello che voglio io, ma quello che vuoi tu» (Mc 14,36). Poco prima di spirare, grida a gran voce «Mio Dio, mio Dio, per-ché mi hai abbandonato?» (15,34).
L’impressione che se ne ricava può risultare doppiamente deludente. Gesù non appare eroe sicuro di sé che aff ronta spavaldamente la morte. Non la fugge ma neanche la sfi da, come un guerriero che ponga in essa la sua ultima gloria. Chiede invece al Padre che gli sia risparmiata, accett andola poi in modo soff erto come sua volontà. In ciò la seconda impres-sione di «scandalo»: la distanza di Dio. Gesù la misura nella soff erenza e, addiritt ura, nella sensazione dell’abbandono.
Resta il fatt o che Gesù sperimenta dolorosamente il dramma del peccato nelle sue conse-guenze: l’assurdità della morte e la distanza di Dio. Questa morte prematura, infl itt a come condanna, sembra contraddire puramente e semplicemente il senso dell’annuncio di Gesù: il regno di Dio come vita per l’uomo. Un Dio che abbandoni il giusto non è il Dio del «van-gelo», come non è il Dio dei profeti, dei salmi, e di tutt o l’Antico Testamento.
Tutt avia occorre aff ermare che Gesù, pur vivendola nell’angoscia, è riuscito a dare un sen-so positivo alla sua morte. Anzitutt o quello dell’obbedienza al Padre, la cui volontà è suo cibo. Ma, in essa e per mezzo di essa, anche quello di dono salvifi co per tutt i.
La croce, che parrebbe contraddire radicalmente il progett o di Gesù, l’instaurazione del regno di Dio come salvezza e vita per l’uomo, paradossalmente lo compie. L’uomo Gesù vive nella fede e nella speranza questo compimento che sperimenterà poi nella gloria del-la risurrezione. Il profeta di Nazaret, abbandonato dai suoi, deriso dai capi, compassionato dalla folla, sa che nella sua croce si gioca il compimento del messaggio sul regno di Dio, nel fallimento la vitt oria, nella morte la vita, verifi cando al vivo la verità di un assioma centrale nella sua predicazione: «Chi butt a la sua vita la ritrova» (Lc 9,24).
La morte, quella morte, non diventa cosa buona e desiderabile in sé, il male resta male, ma non distrugge la speranza. Molte teorie teologiche esalteranno la croce. Gesù non la ab-braccia. Essa resta segno di violenza e di in giustizia. Ma paradossalmente diventa, grazie all’amore che la insanguina, segno e strumento di salvezza.
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