+ All Categories
Home > Documents > ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci...

ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci...

Date post: 21-Jul-2020
Category:
Upload: others
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
21
ilCIVETTINO periodico della contrada priora della civetta OTTOBRE 2017 Anno XXXV n. 3
Transcript
Page 1: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

ilCIVETTINOperiodico della contrada priora della civetta

OTTO

BRE

2017

Anno XXXV n. 3

Page 2: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

3

ilCIVETTINO

SOMMARIO

Redazione

Siamo al cospetto di due importanti tipi di

silenzio. Il primo quello elettorale dettato

dal clima di elezioni con il suo autunnale

tempo di commissioni. Il secondo è quello della

stampa. Quanto al primo si intende il cosiddetto

silenzio stampa elettorale, che tutti conoscono

anche a livello di ordinamento giuridico della

nostra Repubblica (non di Siena). La regola del si-

lenzio elettorale designa la pausa della campa-

gna elettorale che si effettua il giorno prima ed

il giorno stesso delle elezioni e che è disciplinata

da una legge elettorale del 1956. Per effetto di

questo articolo, come si diceva, nei giorni stabiliti

delle elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di

propaganda diretta ed indiretta in luoghi pubblici

o aperti al pubblico, la nuova affissione di stam-

pati, giornali murali o altri manifesti di propa-

ganda, inoltre nei giorni destinati alle votazioni

è vietata ogni forma di propaganda elettorale

entro il raggio di 200 metri dall'ingresso delle

sedi elettorali. La ratio di questa regola è che

il cittadino possa riflettere serenamente sul voto

che sta per esprimere. A noi che invece piace

un poco sovvertire le regole ci garba rimarcare

invece l'utilità e la necessità in casa nostra, pro-

prio lì nel Castellare, del confronto anche fino

all'ultimo secondo. La buona regola sì, ma del ca-

pannello, l'obbligo deontologico sì, ma del pic-

colo comizio, il rispetto categorico sì, ma del libe-

ro pensiero. Debitori noi tutti dell'alacre lavoro

dei commissari che si trovano ad incontrare uno

per uno i contradaioli per chiedere i loro punti

di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-

ce pensare ad una Contrada in fermento che si

interroga e si preoccupa di riorganizzare gli as-

setti dei propri vertici per garantire continuità e

prosperità. Ed è sempre un gran duro lavoro. Da

I DUE SILENZIperiodico della contrada priora della civettaAnno XXXV n. 3 - OTTOBRE 2017Spedizione in abbonamento postaleArt. 2 comma 20/C legge 662/96 - Filiale di SienaIscrizione al Tribunale di Siena n° 589 del 20/12/1993

DirettorePaolo BettiDirettore ResponsabileGiuseppe StefanachiAddetto StampaGianpaolo RabazziHanno collaboratoCompagnia di Pier Pettinaio, Consiglio Direttivo del Gruppo Donatori di Sangue "Paolo Bonacci", Carlo Agricoli, Stefano Bonacci, Luca Corsi, Valentina Faleri, Don Enrico Grassini, Silvia Nerucci, Aldo Petessi, Simone Teschioni, Maria TicciSi ringraziano per foto, immagini e vignetteLuca Corsi, Duccio Fiorini, Sergio PannacciImmagine di copertinaGianpaolo RabazziProgetto grafico e impaginazioneIrene BimbiStampaIndustria Grafica Pistolesi

I DUE SILENZIFINALMENTE IL MUSEO I CONFINI COSTEGGIANDOCOMING SOONVAI E TONA VINCITORE! SE...L'INGRATO MESTIERE DEL TURNISTATRA ONDE E VENTOOTTO SETTEMBREUN AMORE FORTE COME L'ACCIAIOCHE MONDO SAREBBE SENZA NOVELLO?PROVE PER LA RINASCITA DELLACOMPAGNIA TEATRALECARO DIARIOCHATTIAMOIN MEMORIA DI GIULIOCOMPAGNIA DI PIER PETTINAIOBATTEZZATII 2017DEDICATO AD UNA STELLA

359

121416202224

26

28313234363839

Con l'inaugurazione del Museo, ci sareb-be da occupare questo spazio solo per ringraziare chi ha lavorato contribuendo

anche con il più piccolo apporto, chi ha realizzato certe opere, chi ha progettato, chi ha fisicamente spostato i nostri cimeli, chi ha contribuito economi-camente aumentando la quota di fondo locali, chi tutte le mattine era sul pezzo a controllare i lavori e via in una lunga lista come accade quando si fanno i ringraziamenti nei titoli di coda di un film. Il tributo va proprio a tutti, come ha detto Paolo in assemblea, e nei titoli di apertura non di coda. Può sembrare banale dirlo, sembra qualcosa che fa parte di un anno che per noi dal punto di vista paliesco ha dato segno pari, ma questo 2017 inve-ce rappresenta una pietra miliare nella storia della Contrada. Cosi come lo fu la realizzazione del Museo nel 1984 di cui oggi il nuovo rappresenta la più logica ed evidente continuità sia dal punto di vista del percorso museale che dei materiali all'interno impiegati. Quando le opere dell'uomo vengono bene durano nel tempo. Il vecchio Mu-seo di vecchio alla fine non aveva proprio nulla, quello nuovo del vecchio ha ereditato semmai la signorilità arricchendosi di spazi e di prospettive inedite. Insomma, come dire, ci sarebbe da scrive-re, ma di scritto ne troverete sia in questo numero a firma degli addetti ai lavori, che nella pubblica-zione che quando questo Civettino raggiungerà i contradaioli, sarà già pronta per la sua presen-tazione. Credo che per anni e anni chi si troverà a passare davanti al Museo, all'ingresso in Cecco Angiolieri magari ricorderà ai più giovani i tanti sacrifici ed i tanti aneddoti su questo capolavoro che come mi ha detto una sorridente ed anziana signora – non della civetta ndr- qualche giorno addietro: "è stupendo, queste sono cose che rendono Siena ancora una città unica". E allo-ra con questa commovente frase, rinviamo ad altre sedi la continua celebrazione del Museo che peraltro ogni giorno viene manifestata dai turisti che passano a fare visita. Qui in questo numero di autunno, ci concentriamo anche su altri contenuti, al giro di boa di un mandato che sta per scadere, siamo tornati a rinfrescarci la memoria su quelle attività e su quei momenti che fanno la nostra piccola storia. Con la con-sueta ricetta il cui impasto è fatto di orgoglio e di autoironia, che è il marchio di fabbrica di questo autentico popolo.

Page 3: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

54

non vanificare. Perché se si corre indietro col pen-

siero di quasi trent'anni anni non s'ha difficoltà

a ricordare quanto i successi della nostra rivale

coincidessero con le nostre difficoltà di poter dire

la nostra in Piazza e fuori. Era in uso tra i giovani

civettini l'espressione sarcastica e dolorosa a fine

Palio: "non siamo entrati nemmeno nelle fotogra-

fie…" Oggi che abbiamo accumulato un discreto

patrimonio che è tangibile, a bella mostra, nel

nostro museo con i due drappelloni 9 e 14 (e con

i due "piruli", i tondini di ferro fissati nella porta,

sempre del museo) ed uno meno tangibile, ma

non meno importante perché più di ordine sim-

bolico (ed il Palio è fatto di simboli) che riguarda

il peso specifico che la Civetta porta da anni in

ogni carriera in Piazza sia che corra e che non

corra, la riflessione va in direzione di un accorato

appello a fare squadra. Non mi importa granché

del principio politically correct per il quale certe

opinioni, come si diceva appunto facendo riferi-

mento al silenzio stampa elettorale, dovrebbero

essere temporaneamente sospese. Credo che di

questa Civetta si debba essere solo che orgo-

gliosi per il lavoro e per i risultati raggiunti. Chi

prenderà il timone dovrà guardare in avanti, ma

con un occhio sempre indietro. Tutti non saranno

mai contenti, il bello ed il brutto della democra-

zia è anche questo, ma siccome l'obiettivo finale

è uguale per tutti e non conosce divergenze di

fede, di credo o di simpatia, è a quello cui tutti si

deve tendere come primo pensiero.

Poi c'è il silenzio stampa che è la scelta di non

far pubblicare notizie su un determinato episodio

di interesse dei mass media. Tale condotta può

derivare da una esplicita richiesta da parte di

quei soggetti che stanno compiendo un'indagine

giudiziaria al fine di impedire eventuali complica-

zioni durante lo svolgimento della stessa. Alter-

nativamente il silenzio stampa può essere impo-

sto autonomamente per libera scelta del mezzo

di informazione sia esso un giornale o una di-

visione relazioni pubbliche di un'azienda. Una

mezza idea sul mantenere questa linea editoria-

le su questo numero del Civettino veniva dalla

recente e spinosissima decisione di non mettere

in atto l'arcinota commedia "Violento di Baviera".

Quando le cose non vanno per il verso giusto

vien voglia di glissare, di soprassedere, di mini-

mizzare, perché fa un po' male riconoscere certi

insuccessi. E invece anche qui si preferisce sov-

vertire la regola e parlarne, come ne parleremo

più avanti, perché nonostante tutto ogni forma

di espressione del vivere la Contrada è sempre

qualcosa di bello e di in, qualche modo, compiu-

to. Non sono personalmente d'accordo e lo dico

in prima persona, con tutti quelli che a vario titolo

hanno detto che si è perso un anno di tempo. Gli

anni non si perdono, gli anni portano esperienze,

memorie e ricordi, come mi piace insistere con chi

invece vede nelle cose non perfettamente com-

piute un segno di inesorabile disfatta. Insomma,

ci è tanto caro il silenzio, ci è così tanto utile per

ristorare talvolta l'animo afflitto, ci piace il silenzio

che ci avvolge prima di addormentarci, ma qual-

che volta si deroga. E ci si assume la responsabi-

lità del "chiasso" che le parole generano.

Simone Teschioni

L'inaugurazione di un Museo si presenta

sempre come un evento ricco di aspet-

tative e di attesa, se poi la circostanza

nello specifico riguarda il Museo della propria

Contrada, allora possiamo dire che entrando in

gioco la storia e il sentimento, il carico di emozio-

ne aumenta notevolmente e più che mossi dalla

curiosità, veniamo letteralmente trasportati da

un profondo senso di appartenenza, sinonimo e

testimone allo stesso tempo di una comunità inte-

ra in continua crescita.

Cessioni, acquisizioni e svariati mesi di lavoro,

sono gli ingredienti di base che hanno permes-

so la realizzazione di questa nuova dimensione

culturale, che insieme ad una forte coesione e

comunità di intenti di tutto il popolo del Castella-

re, è riuscita nel dare voce alle esigenze di un in-

tera Contrada, nel guardare verso nuovi spazi e

ad un futuro prossimo in cui le nuove generazioni

avranno la possibilità di dialogare ed entrare in

confidenza con maggiore naturalezza, con ciò

che le ha precedute.

Il nuovo museo si presenta così come una realtà

che lega insieme passato, presente e futuro. Un

percorso fatto di sali e scendi che da via Cecco

Angiolieri ci proietta dentro il cuore del Castella-

re, passando attraverso l'oratorio e la stalla, per

arrivare infine alle sale del vecchio museo che si

prestano a mettere in luce non solo la storia re-

cente, ma guardando oltre, anche a quella che

verrà. Tra donazioni dei contradaioli ed oggetti

recuperati inseriti nella nuova esposizione, come

la Torcia Olimpica del 1960 posizionata accan-

to al drappellone del Palio straordinario del 4

settembre, all'interno di questo labirinto della

conoscenza trova spazio anche la tecnologia

digitale. Insieme all'utilizzo di Totem a schermo

touch posizionati nei vari livelli del museo, trovia-

mo nella sala del Fonte Battesimale, una vera e

FINALMENTEIL MUSEO

Page 4: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

76

Page 5: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

98

propria tavola multimediale che offre a chiunque

vi si avvicini, aneddoti, foto, curiosità e video non

solo delle Carriere vinte dalla Civetta, ma di tut-

ta la storia della Contrada, grazie alla collezio-

ne d'archivio di documenti introvabili e unici, qui

presente e consultabile liberamente dai curiosi

che vi si affacciano.

Chiave di passaggio tra i vari livello del museo,

è la sala che collega i nuovi ambienti alle stanze

già adibite a vetrina storica della Contrada, in

cui il colpo d'occhio non può che lasciare senza

parole per la magnificenza e la bellezza dell'al-

lestimento. La Lupa di Piazza Tolomei dall'alto

della sua colonna, sotto un cielo di bandiere che

mostrano come i vari stili grafici si sono succeduti

nel tempo, incanta il passaggio dalla parte stori-

ca meno recente, a quella moderna. Straordina-

ria rivoluzione è infine l'accesso alla Stalla, luogo

sacro e inviolabile, visitabile ora grazie alla strut-

tura che affianca la Lupa senese.

La parentesi archeologica evidenziata nella pri-

ma parte e alla fine del percorso museale, per-

mette infine di poter definire al meglio l'unicità

oltre che di un allestimento curato nei minimi det-

tagli, anche di quella che è l'importanza e il valo-

re storico dei locali che la Contrada è riuscita a

recuperare nell'ampliamento del proprio Museo.

Svariati manufatti sono stati recuperati, puliti e

poi ricomposti dai volontari che con passione e

dedizione hanno dedicato il loro tempo a favo-

re di questo particolare intervento di restauro. Il

valore che il nuovo Museo della Contrada Pri-

ora della Civetta porta con sé nel suo insieme è

quello di un valore aggiunto per l'intera città di

Siena, che da oggi si riscopre ancora più viva

e soprattutto realtà storica presente, sempre in

grado di rinnovarsi senza perdere di vista la tra-

dizione, la passione e l'amore di un intero popo-

lo, che come in questo caso hanno permesso di

realizzare tutto questo.

Carlo A

gricoli

Un titolo che pare sbagliato questo sui confini,

perchè di strade e piazze al confine con

altre Contrade ne abbiamo già incontrate

diverse, in questo viaggio nel territorio civettino. E

si sono ricordate, descritte e commentate, queste

invisibili barriere che pur tanto ci stanno a cuore,

e se del caso anche discusse in qualche loro pro-

blematica, quasi sempre conflittuale, per gelose

appartenenze o loro connotazioni non riconosciute

o contestate. Eppure non si sono ravvisate come

"zone di confine". Per esempio Piazza del Campo,

che è tutta una lunghissima linea di demarcazione

quasi sacrale, vorremo dire, o via dei Termini che

porta anche nel nome il ricordo e quasi il monito

della "terminazione" come segnatura di una frontie-

ra talvolta invalicabile. Ma passando, e ammirando,

e commentando, mai ci è venuto in mente di essere

appunto ai limiti di un nucleo, di un'essenza, che sol-

tanto per questo si fonda su un interno, un esterno

e un margine. Eravamo in quei margini, tante cose

ci venivano in mente, ma non quella di essere al

confine. Perché?

Perché il confine più che fondarsi sulla sua inelutta-

bile fisicità, pretende di essere percepito come tale,

di materializzarsi in una precisa sensazione dell'a-

nimo, più che nelle concrete apparenze di pietre e

mattoni. Questi custodiscono segni peraltro quasi

sempre invisibili, di ciò che soltanto la mente uma-

na ha caricato loro addosso. Il confine deve prima

di tutto essere percepito, "sentito" nel suo spesso

inspiegabile senso di lontananza da un qualche

"centro" che pure può distare anche pochi passi, e

che invece si percepisce remoto, cosicché, il confine

costeggiando, è pienamente giustificato dal suo

talvolta ammantarsi addirittura di vaghe sensazioni

di estraneità.

I CONFINI COSTEGGIANDO

Molti fra i lettori forse sapranno che nella Civetta stiamo scrivendo un libro incentrato su un partico-

lare aspetto del nostro territorio. In proposito di recente è stata inviata anche una mail per chiedere

collaborazione e cogliamo l'occasione di richiamare l'attenzione su quel messaggio. Non è proprio il

caso di anticipare nulla, anche perché l'uscita del volume è imminente, accuratamente programmata con

certezza entro i prossimi... dieci anni, e dunque forse non faremo nemmeno in tempo a diffondere questo

articolo.

In ogni modo è proprio su questo libro che qui si dà un'anticipazione, riproducendo il capitoletto, titolo

compreso ovviamente, che avviandosi verso l'ultima parte del volume, fa da cappello alla trattazione

di alcune vie classificate come di "confine" e cioè: via San Vigilio, Sallustio Bandini, Refe Nero, dei Rossi,

dei Pontani, Piazza dell'Indipendenza e via delle Terme.

Buona lettura!

Page 6: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

1110

ben si sono riconosciuti specifici caratteri e qualche

marcata diversità. Cosicché nessuna e mai uguale

a nessun altra. Anche le "vere periferie" del territo-

rio civettino mostrano ciascuna una sua emergente

identità, che ben si staglia se non altro nell'immagi-

nario, forse più che nella loro realtà di normali stra-

de e piazze. Sensazioni assai spesso inconsapevoli,

che si assaporano talvolta dolcemente, talaltra con

qualche velo di mestizia, soltanto i confini costeg-

giando, le "periferie" fisicamente esplorando. Spe-

cialmente laddove si trovano incredibilmente un po'

solitarie e come smarrite, magari in certi mattini, po-

meriggi o notti più di altre adatti a suscitare incon-

suete sensazioni, non sappiamo mai bene perché.

Lontane dai "centri" dunque, le nostre "periferie",

ma non per questo certo degradate.

Eppure questa brutta parola che pare forse osce-

na pensando a certi luoghi che sono pur sempre

gioielli, deve invece tenersi sempre presente, per-

ché il degrado, pare incredibile, ma è un'insidia

che s'insinua subdola e perversa quasi sempre

misconosciuta, spesso nostro malgrado o in modi

che paiono ineluttabili, anche nei "centri", ma an-

cor più nelle "periferie" che dai "centri" per nostra

fortuna distano soltanto pochi passi. Come sempre

è stato del resto nella storia. Si pensi a certi rioni,

anche centralissimi, che furono malfamati o urbani-

sticamente e socialmente degradati, e che hanno

richiamato nel tempo più di un intervento, più di un

"risanamento". Sta a noi senesi e contradaioli vigila-

re, vigilare. Tutto, come sempre, è nelle nostre mani.

Ma prima ancora nei nostri occhi, che debbono

rimanere capaci di riconoscere prontamente il sinto-

mo del degrado, per arginarlo subito, combatterlo,

per risolverlo prima che abbia tempo di svilupparsi

per diventare clamorosamente evidente. Perché al-

lora, di solito, è già troppo tardi. E speriamo che già

non lo sia ora.

Concetti forse astrusi, di certo bizzarri, non appena

venga da riflettere che si sta dicendo di minusco-

le estensioni territoriali, di divisioni mai fisiche, ma

virtuali, di frammentazioni immaginarie, anche se a

tutti ben evidenti, di una città che si caratterizza

invece nel mondo intero per la sua orgogliosa, ap-

passionata, naturale, granitica interezza di un'unica

identità omogenea, riconoscibile e riconosciuta, da

sempre perfettamente stagliata nella storia, nel co-

stume, nell'animo dei suoi abitanti e nell'immaginario

mondiale. Una delle città più amate del pianeta dai

suoi cittadini, questo dicono anche certe indagini,

ammirevoli e preziose, e questo appare per fortu-

na anche al più distratto viandante, oltre al senese

che lo sa di suo, senza nemmeno sapere di saperlo.

È allora forse ridicolo soffermarsi su ben diciassette

divisioni interne di questa amata città? E ancor più

astruso e bizzarro è riflettere sulla pochezza del-

le sue diciassette articolate barriere, e addirittura

in particolare soltanto di una di queste? Tutt'altro,

ovviamente. Perché ben sappiamo che è in gran

parte per questa, che fu felicemente definita da

Giuliano Catoni la "faziosa armonia", che Siena si

erge nel mondo come entità unica e inimitabile. E

oggi, distrutti in un misero soffio di tempo da uno

scellerato manipolo di delinquenti e d'incompetenti,

altri inestimabili gioielli costati otto secoli di tantissi-

me vite dedicate alla loro amorevole costruzione,

custodia e sviluppo, è soltanto questo che ci rimane

per poter trovare il coraggio di esclamare ancora

che Siena trionfa come sempre immortale. Confi-

dando fermamente che possa essere la verità.

E dunque, tornando ai confini, anche la Civetta ha

certi suoi "centri" e certe sue "periferie". E non sem-

bri azzardato parlare al plurale, perché così è, su

questo non possono sorgere dubbi. Del resto, già

si è visto. In tutti i "centri" sin qui esplorati e nelle

zone di confine, anche se come tali non percepite,

Page 7: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

1312

Aldo PetessiCOMING

SOON

Pippo Contradaiolo

Periodo di commissioni, momento catartico

di Contrada in cui si rispolverano vecchie

amicizie e nuovi pretesti; punto zero di svi-

luppi inaspettati e diatribe tragicomiche. Del resto

non c'è miglior commedia umana delle interazioni

sociali quotidiane e la contrada è il "concentrato

Mutti" che colora ed insaporisce questo sugo di

persone cosi eterogeneo e mescolato.

In un tam tam di voci e risonanze, la Contrada si

rianima post palio, e scoppia il big bang decisio-

nale. Fioccano lapilli di candidati, scoppiano rifles-

sioni, scorrono placche di generazioni che si sca-

valcano, sorgono montagne di fazioni e catene di

confederazioni. Un lento processo decisionale e

finalmente... i tanto agognati nomi. La creazione di

un universo è meno impegnativa se paragonata a

tutte queste indaginose elucubrazioni.

Una vera e propria propaganda elettorale pri-

va però di rimborsi. E mi fa sorridere il paragone

se davvero immagino l'esistenza di un grottesco

mondo parallelo dove imperversano diatribe

frutto di politiche contradaiole. Quali programmi

porterebbero i candidati? Con che capacità con-

vincerebbero il contradaiolo semplice a sceglierli?

Immagino un dux mitologico (e gli affiliati a Benito

per favore plachino gli animi mentre i laboriosi si-

nistroidi non facciano illazioni banali) mezzo Biagi,

in parte Ciampoli, che con un cappello da Na-

poleone e vestiario da Don Chisciotte rapisca

teatralmente le orecchie attente di giovani ed

anziani con un programma elettorale strabiliante

il cui discorso, più o meno, recita così:

"Contradaioliiiii è giunto il momento di scavalcare

la marmaglia come fosse antani:

• conquisteremo la vigna della Giraffa con diplo-

mazia ed onore, per essere più vicino al nemico;

• scaveremo un tunnel nelle segrete che arrivi

fino allo stretto perché un buco mette sempre

allegria, seguirà vernissage;

• installeremo in maniera permanente il prati-

no nel Castellare e istituiremo una seconda

Woodstock, con il Benve che a torso nudo suo-

nerà pezzi hard rock madido di sudore;

• indirremo il gioco della sedia con un unico posto

in palio per coloro che non si segnano per i

cenini;

• per la gioia di tante, spreteremo Don Colpo

affinché faccia felici tutte le sue discepole (i fa-

mosi voti facili);

• valorizzeremo il nostro rione con il "tour dell'a-

more" per visitare i punti più hot della civetta

(partenza dal "cha cha cha" di Piazza Sabatino

Mori fino all'arrivo tutti insieme distesi in Tolo-

mei").

Basta! Sospensione di ricreativo, principia a av-

viare i' culturale, s'apre il dibattito:

"Pole il Mao pareggiare con lo Squicche?"

"No!"

"Ma lo Squicche, lo Squicche, lo Squicche, o il

Mao!?"

"Il Mao??"

La la Lalla la la la la Lara la la Lara la la!!

Fine, della pellicola e via discorrendo.

Perché poi il surrealismo, senza che ce lo insegnas-

se Dalì o Lynch o Cronemberg, è roba di tutti i

giorni e la realtà è già irreale di per sé. Quindi

chissà a quali risvolti originali faranno da registi

queste commissioni e quali cast strabilianti propor-

ranno per "la nuova Civetta", prossimamente in

"ceccangiolieri". Coming soon.

La creazione di un

universo è meno

impegnativa se paragonata

a tutte queste indaginose

elucubrazioni

“ “

Page 8: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

1514

Aldo PetessiVAI E TORNA

VINCITORE! SE...

Don Enrico G

rassini

Ogni anno l'estate mi pare sempre più

corta, e con l'estate le serate all'a-

perto in Contrada. Sarà che con

i festeggiamenti dei vincitori non puoi fare a

meno di "sformarci" un pochino, invidiando chi si

può permettere un inatteso prolungamento d'e-

state. E allora non rimane altro che prenderla

con filosofia, visto che anche la scuola ricomin-

cia e i ricordi del passato si affollano, quando

settembre significava riprendere i contatti con

lo scibile umano, mentre adesso ti rendi conto

che siamo in autunno giusto dalle scadenze che

devi pagare, prima ancora dello scandire del

clima. Sì, prenderla con filosofia! Ma, a propo-

sito, cosa diceva il buon Kant sulla conoscenza?

Nei suoi Prolegòmeni (introduzione, premesse)

alla Critica della ragion pura sosteneva che si

deve partire da ciò che si conosce, per voler

giungere a ciò che si deve conoscere: quello

che lui chiama appunto metodo analitico. Ma

lasciamo da parte Kant, un po' troppo irrive-

rente per un florilegio di vita contradaiola come

dev'essere Il Civettino! Mi serviva solo per dare

ragione della scelta di queste righe, che si pro-

pongono appunto come un'introduzione ad un

argomento che avrò a cuore di elaborare an-

che più in profondità: la superiorità (im)morale

dell'irriverenza.

Parrà strano a qualcuno che proprio il Corret-

tore se ne faccia carico, ma il Correttore è Cor-

rettore di tutti e allora, dopo aver trattato con

riverenza (poca in verità) i nostri Santi di ieri

e di oggi, si volga un guardo anche a chi la

santità la rimanda al giorno dopo, per inter-

corsi impegni e urgenze di spendereccia briga-

ta. Pretendevate forse che la Contrada che ha

dato i natali a Cecco si meritasse di più? Non

illudetevi, buon sangue non mente.

E per non puntare sempre il dito sugli altri, par-

tiamo proprio dalla reverenda irriverenza più

clamorosa del sottoscritto, quando alla già in-

solita benedizione del cavallo nel Castellare,

forse ancora smarrito nella mente dai sacri fasti

di Nostra Signora di Provenzano, vide bene di

dimenticarsi il "Vai e torna vincitore!" al barbe-

ro prossimo alla corsa. Vuoi o non vuoi, il buon

Smeraldo si presentò alla mossa con le idee

non del tutto chiare su quello che doveva fare.

Ma più ancora l'irriverenza fu nei confronti di

quel monumento sacrale, che è appunto il gri-

do di battaglia che scioglie l'assise e prepara

il popolo al combattimento, che fu recuperato

fra una risata e una smorfia di costernazione,

desacralizzato di tutto il sentimento col quale di

solito viene circonfuso.

L'irriverenza tuttavia, se vogliamo essere all'al-

tezza di cotanto padre Cecco, non può essere

frutto del caso e della dimenticanza. C'è un'irri-

verenza fine, acuta, figlia dell'ironia intelligente

che ti fa voler bene a tutto e a tutti senza con-

siderare l'altro al pari di Dio, se non Dio stes-

so. Fra gli ossìmori esistenziali che flagellano gli

equilibri e le relazioni di questa generazione,

c'è infatti la tendenza a prendere troppo sul se-

rio ciò che di per sé serio non è, trascurando

parimenti l'essenza e la vera importanza delle

cose. Ben venga allora l'ironia a ridimensionarci,

a ricordarci che in Contrada, come nel mondo

intero, tutti siamo utili e nessuno indispensabile:

principio da cui diparte la nostra presunta trat-

tazione sulla superiorità dell'irriverenza, quan-

do è benevolente e premurosa di non anda-

re oltre il limite della sofferenza altrui, quando

dice per non dire e allude soltanto al becerìo

comune per non impastarsi di banale. È l'ironia

bella dei canti di Contrada, dei soprannomi e

delle "dispute" notturne nel Castellare, quando

l'estate ti apre un "cor magis", una finestra sulla

vita fatta di rapporti e relazioni vere, che forse

sono quello per cui conta davvero vivere. E che

magari l'inverno non sia davvero un intervallo

fra un'estate e l'altra? La superiorità (im)morale

dell'irriverenza ci induce, analiticamente "kan-

tando", a poterlo affermare. Così è, e così sia.

PROLEGOMENI ALLA SUPERIORITÀ (IM)MORALE DELL'IRRIVERENZA

Page 9: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

1716

Aldo PetessiL'INGRATO MESTIERE

DEL TURNISTA

Redazione

A luglio 2017 l'Istat stima gli occupati in

crescita dello 0,3% rispetto a giugno

(+59 mila), «confermando la persistenza

della fase di espansione occupazionale». Rispet-

to a luglio 2016 l'incremento è di 294mila unità

(+1,3%). Cresce tuttavia il tasso di disoccupazione

giovanile: a luglio si attesta al 35,5%, secondo i

dati Istat, in crescita di 0,3 punti da giugno.

Direte che c'entra la disoccupazione con i turni

in società? C'entra.. c'entra... A quanto sembra la

nostra Contrada non risente delle drammatica

congiuntura occupazionale se, come ci riferisco-

no gli addetti ai turni, la risposta più frequente

alla richiesta di un turno serale è: "mi dispiace

non posso venire, ho da lavorare!".

Ovvia su, eh no, eh! Niente bieco cinismo o ste-

rili critiche, questa densità occupazionale ci deve

rendere tutti felici e orgogliosi della nostra proat-

tività lavorativa. Non si può stare certo a sindaca-

re se si può fare o non fare un turno, in certi casi.

Altro dato sorprendente del nostro microcosmo

contradaiolo è il crescente tasso di natalità (se-

condo, come vedremo, una pseudo-regola di

transitività ndr), in quanto c'è chi dichiara che il

turno non lo può fare perché c'ha da stare die-

tro al figliolo. Ora questo sorprende non poco

quando si constata, come si può constatare in

qualunque piccola collettività dove tutti si cono-

scono, che il soggetto ancora non ha lo status

genitoriale. Evidentemente lo star dietro ai figli

deve riguardare, nel fervido e altruistico pensie-

ro del nostro malcapitato turnista, i figli degli amici

o magari dei vicini. Del resto, in tempi di ridotte

risorse economiche e temporali, il supporto di un

baby-sitter della porta accanto è sicuramente

un'opportunità da non mancare.

Ma se queste sopra appaiono come delle sacro-

sante, incontrovertibili e semivangeliche verità, ci

interessa invece sapere dai resoconti degli addet-

ti quali sono le scuse vere per aggirare il turno in

società. Eh già, perché a margine di tutte queste

vacue parole, il tema si presenta spinoso in quan-

to quella del turno in società è un'attività che è in

decremento, con una crescente disaffezione, che

non fa certo ben sperare. Lo dice anche l'Istat.

Andate a vedere.

Ma faccio un passo indietro: le scuse. Quelle

vere. Trilogia.

1) "sento quegli altri e poi ti fo sapere". Passerà

un'era geologica. Il turnista è capace di farsi cam-

biare i connotati per non farsi riconoscere. Mol-

ta gente risulta geneticamente modificata senza

passare dal botox.

2) "vorrei, come dire, un compagno di turno un

pò speciale: biondo, alto umetroeottanta, con co-

noscenza di tre lingue e possibilmente dai modi

affabili." Passerà un'altra era geologica. Il promit-

tente turnista sa bene che l'ultimo appartenente

a quella nobile e nordica categoria là, è il Biagi

(il nostro Davide Papi all'anagrafe), ma che ormai

di biondo, ha solo qualche reminescenza.

3) "sono a casa a preparare la minestra ai miei

fratelli, orfanelli". Passeranno due ere geologiche.

Come chiedere di fare il turno ad un impavido e

misconosciuto eroe domestico?

Insomma i turnisti che rispondono di sì alla prima

sono pochi, sono una specie di razza in via di

estinzione. Mammiferi a due zampe con spiccata

vocazione a complicarsi la vita per gli altri. Un

gruppo di eletti, semidei che nel Pantheon delle

divinità greche potrebbero a ragione vantare un

loro posto d'onore accanto a Zeus.

Chi racconta questi aneddoti sono Elisa, Lapo,

Francesco e Virginia (Guido è assente, ma mi di-

cono che sia allineato col loro pensiero) che si

prestano a narrarci quanto è duro il mestiere

dell'organizzatore dei turni. Un pò tra il corruccia-

to e l'imbelvito, il loro racconto trasuda dell'impe-

gno che ci mettono per raccattare una manciata

di valorosi e di volenterosi per l'arduo servizio

di turni. E non c'è versi, hai voglia a sbattezzarti,

hai un bel dire a pensare che ci possano essere

strategie anche coercitive. La gente i turni non

li vuole fare, eccezion fatta per il periodo esti-

vo e sempre che ci sia qualcosa da fare, come

Page 10: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

1918

la piscina riscaldata. Ciuffo ha un'espressione

estasiata (ma scoprirò dopo che è dovuta all'im-

minente partenza per una serata danzante al

mare), ma a meno che non si riesca a sopraele-

vare i nuovi locali, queste attività per il 2018 non

saranno previste nel ventaglio di offerte della so-

cietà Cecco Angiolieri. Che si sappia e che la

gente non si presenti in ciabatte e costume.

Vengo a sapere che esistono turni con problemi

diversi e problemi per turni diversi. Esiste il turno

da bar nella serata piovosa in cui ti senti come Le-

opardi. Esiste il turno sincopato, quello che a mon-

tare non ci viene nessuno prima delle 8 e dopo

cena sono già via tutti. Esiste il turno del fantasma

quando il turnista si eclissa, a sua insaputa. Esiste

tutto ed il contrario di tutto, quando parli di turni.

Mi viene da chiedere a questo quartetto se non

avrebbe senso individuare un capofila per ogni

generazione che si facesse carico di raccogliere

le (tante e sbracciate) adesioni dei rispettivi coe-

tanei in modo da alleggerire il carico agli addetti.

Non sembra nemmeno questa essere una prati-

ca fortunata. Sto per arrendermi. Sto per crollare.

Ma non è che l'arcano sta nella definizione? Vai

a sapere che la gente non li fa perché non sa che

sono. E allora vado alla ricerca etimologica con

l'ausilio del fedele dizionario. Tra quelle recupe-

rate spicca: "Avvicendamento secondo un ordine

prestabilito." Ma anche: "Periodo di tempo asse-

gnato all'attività di una persona o di un gruppo

nell'ambito di un avvicendamento prestabilito..."

Poi a furia di cercare, di spulciare, alla fine trovo

la chiave e capisco: turno s. m. [der. del fr. tourner,

propr. «girare al tornio», poi «girare, alternare,

avvicendare» (v. tornare).

Ecco! Girare al tornio. Ora ho capito! La gente

non fa i turni perché pensa di girare al tornio. E

allora è bene fare chiarezza, credetemi non c'è

nessun tornio, nessuna grande penitenza, nessu-

na erculea fatica, niente di tutto questo. C'è solo

bisogno di un pò di sana e di buona volontà. Che

sarebbe l'ora di metterci.

ci riferisce candidamente Virginia. L'alternativa

a questa carestia umana è la chiusura del bar,

eventualità non infrequente e non remotissima vi-

sto che è successo spesso in tempi recenti. Ma

gli (e mi) domando: "con un Consiglio di Società

di 42 persone non ci sono le coperture minime?".

Anche per chi non è forte in matematica il con-

to è presto fatto, verrebbe meno di una volta al

mese. Insomma, siamo nel mondo del possibile,

del buon senso e dell'ortodossia contradaiola. E

invece il suddetto conto per una malvagia e con-

torta regola di perequazione non torna proprio.

O il numero dei consiglieri è un sottomultiplo di

42 (si stima cautelativamente che gli operativi

siano un terzo) oppure hanno allungato i mesi,

nonostante anche già dal tempo degli egizi il ca-

lendario fosse di 365 giorni. Io non ci sto, voglio

capire, voglio andare più a fondo. E continuo a

porre domande a raffica. Elisa mi dice: "lo vedi

il foglio del giro?" "Lo vedo sì, male ma lo vedo".

"Ecco c'è qualche problema". "Anche per il giro",

rincara la dose Virginia.

"L'anno scorso si era trovata la quadratura del

cerchio con tanta difficoltà, completando tutti i

tasselli, ma non si può chiedere sempre agli stessi,

troppi servizi". "È sbagliata la mentalità" esordisce

Lapo. Silenzio. Passano 1, 2, 3, 4, 5 secondi. La

frase mi fa pensare che ci sia adesso un proflu-

vio di polemiche invece l'espressione cade come

neve e si avvita su stessa come una vite. Che si

deve fare allora? Diamo il bar in appalto? No,

ci mancherebbe bisogna tornare alla chiamata

alle armi come in una moderna Montaperti. Mi

raccontano dei modi burberi e bruschi, ma effi-

caci, del Vicario Fuci che in alcuni casi ha invitato

la gente a darsi da fare generando uno "spon-

taneo" movimento di volontari. Ma possibile che

non ci sia una ricetta o forse un antidoto a questa

perniciosa malattia? Ecco, ma il turno misto uo-

mini e donne? Tipo gioco delle coppie, si sa mai

che non crei quell'equilibrio magico e contagioso...

che poi la gente fa le corse per venire. Vengo

zittito come se avessi detto che gli asini volano...

"Semmai" - mi dice Virginia - "un'ultima possibilità

ci sarebbe: far fare il montaggio alle donne ed

il servizio agli uomini". Mi sa che la ragazza mi

meleggia.

Scambio di occhiate, altro momento di sospensio-

ne, la perplessità è il leitmotiv di questa serata di

estate, in cui siamo davanti al bar del Castellare.

Riparte Lapo, laconico: "sai Il problema del turno

non è con chi lo fai ma il farlo, mettici poi che nel

weekend, il venerd ì e il sabato i ragazzi proprio

non vengono. Hanno altro da fare!". Ah già come

non comprenderli. Anche noi ci s'aveva altro da

fare, tranne poi tornare regolarmente in società.

Domando se anche con i locali nuovi ci sarà da

combattere contro questa moria giovanile? "Ci

vuole intrattenimento, far venire la gente metten-

do sky, rimettere biliardo, biliardino, ping pong..."

Francesco continuerebbe a nastro, nel suo pen-

siero c'è anche la sala pesi, il campo da squash,

Page 11: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

2120

TRA ONDE E VENTO

Maria Ticci

Ripenso al Campo 2017 (o forse più che un

campo penso che sarebbe un mare, vabbé

non fa niente è lo stesso). Cercala Maria,

cercala una parola che ne evochi il senso. Di questo

Campo appunto. Tempo, sì certo il tempo che scor-

re e i tre giorni fanciulleschi che volano a Marina

di Bibbona, ma non è quella giusta... Lampo, forse?

Beh, in effetti se ne sono visti di lampi insieme ai no-

stri cittini, quatti quatti come pulcini, ma coraggiosi

e intrepidi più che mai. Lampi che squarciavano i

nostri cuori a suon di emozioni con un pò di ragio-

nevole preoccupazione per la responsabilità che

si porta con sé l'avere in custodia un gran numero

di pulcini, per noi surrogati "mamme e babbi chioc-

cia", ed un pò di paura per l'imprevedibile forza del

dio Nettuno, che arrabbiato come una furia, ci ha

impedito di fare un rigenerante bagno, soffiando

sull'acqua potenti onde. Ma in fondo in fondo an-

che un pochina di emozione perché i nostri cittini ci

lanciano sempre quel pizzicorino, quel frizzantino,

quella sensazione di avventura che a noi grandi

talvolta manca! Ma niente, neanche lampo è la

parola giusta... la parola... la parola... su Maria ci sei

vicina. Dai. Vento!!! Sì la parola giusta è vento! Ven-

to che ci ha proibito il tanto temuto tuffetto nell'ac-

qua salmastra, vento che ci ha costretti al chiuso

durante pranzi e cene, ad inventarci e a creare con

la fantasia come una volta, come in altri tempi, con

una mazza da tamburo come microfono e con tanta

voglia di ballare, cantare, sfilare e divertirci insieme,

grandi e bimbi uniti nel gioco. Il vento ha travolto e

stravolto i nostri piani ed ha cambiato la rotta per

cui la serata del sabato niente giochi in spiaggia,

ma un inedito "Bibbon's got talent" dove gruppi ta-

lentuosi hanno catturato l'attenzione del pubblico

di Bibbona con un momento di grande tensione

nel pareggio tra i due finalisti: "Le atomiche" e "I

misteriosi" che si è poi snodato con la vittoria de

"I misteriosi" decretata dall'indiscutibile applausome-

tro che ha lasciato tutti noi nell'atmosfera di festa,

abbracciati dalla musica e dalle nostre risate che

sono state tante. Vento che la mattina aveva già

fatto traballare i nostri coraggiosi eroi nel percorso

a "Saltalbero", fornendo loro un ostacolo in più da

superare ma che li ha inorgogliati senz'altro mag-

giormente. Ma anche vento in poppa per le nostre

barchette costruite a regola d'arte per decorare

e ornare la nostra stella maris Maria e la nostra

più cara stellina, per la quale ha soffiato un ven-

to di grande nostalgia, ma soprattutto di amore e

di ricordo. Si dice inoltre che il vento porti pazzia,

quanto a quella con urli, liti, schizzi e risate abbiamo

fatto il pieno. Tutto sommato ti dirò una cosa: caro

vento, grazie, hai colorato i nostri giorni di felicità.

Page 12: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

2322

Passeggiando per il centro storico di Siena

tenendo alto lo sguardo è impossibile non

notare molti tabernacoli, che rappresenta-

no una peculiarità urbanistica, storica e culturale di

questa nostra città. Si tratta di affreschi o di rilievi in

stucco realizzati tra il XIII° ed il XX° secolo, da artisti

famosi o pressoché sconosciuti, a volte ben evidenti

sulle strade principali ed altre volte defilati, alcuni

grandi e imponenti ed altri piccoli e semplici che

quasi ti devi sforzare per vederli. Alcuni tirati a lu-

cido, altri coperti di polvere, alcuni malmessi, alcuni

con il vetro cambiato di recente, alcuni con i fiori,

altri sprovvisti, ma tutti forti di una loro antica digni-

tà. I tabernacoli sono un vero patrimonio di Siena.

Nel Medioevo si dice che le città fossero costellate

di tabernacoli, chiamati anche Madonnine o Ma-

donnelle: alcuni studiosi ritengono che, prima del

sentimento religioso, rispondessero alla necessità di

illuminare gli angoli bui e malsicuri, che forse veni-

vano rispettati più di un semplice lampione proprio

perché destinati alla Madonna.

A Siena però, città Mariana e molto legata al pas-

sato, la tradizione dei tabernacoli è rimasta immu-

tata: se ne contano una sessantina e l'8 settembre

tutta la città si anima attorno ai tabernacoli con una

genuina festa dedicata alla Madonna. L'8 settem-

bre, giorno della natività di Maria, anche i nostri

cittini hanno ornato un tabernacolo nel Castellare

con fiori, ghirlande e sgargianti tessuti, e la sera tut-

ta la città si è animata. Mi piace la festa dei taber-

nacoli, tutte le contrade allestiscono una cena per le

proprie strade, l'occasione rappresenta un capar-

bio scampolo di celebrare e di fare festa (che è un

tratto distintivo di Siena), un moto collettivo a rimar-

care la senesità, quella con la S maiuscola, proprio

nel culminare dell'estate. E' bella la preparazione

della Festa dei Tabernacoli, detta anche Festa della

Madonna. Mi mette di buon umore, perché non ha

l'urgenza delle altre occasioni da calendario delle

Contrade, evidentemente perché la fanno i bam-

bini e l'ansia prestazionale ai bambini gli fa, quasi

sempre, un baffo. Insomma è bella e ganza perché

comincia alcuni giorni prima, quando i bambini van-

no ad accattare (a richiedere ndr) offerte per le vie

della città, per procurarsi i soldi necessari all'acquisto

degli addobbi. I contradaioli e gli esercenti del terri-

torio contribuiscono volentieri, perché ognuno vuole

che il proprio tabernacolo sia il più bello della città

e perché a un esercito di bambini non si può mai

dire di no e anche perché prima i cittini ripartono e

prima si tira un respiro di sollievo.

Nel frattempo, sotto la guida dei nostri bravi co-

ordinatori del gruppo piccoli si sceglie il tema per

il tabernacolo da decorare che quest'anno nel no-

stro angolo sopra la stalla, porta in scena il mare

e le sue onde. Il lavoro è iniziato al Campo ed è

proseguito nei pomeriggi che hanno preceduto la

festa, con il consueto lavoro di squadra. Giunti al

pomeriggio dell'8 settembre tutti i 17 tabernaco-

li sono stati allestiti e sul far della sera erano tutti

pronti, per essere ammirati dalla cittadinanza ed

essere passati in rassegna da una giuria che ha

scelto il più bello. Anche se per me sono tutti belli. E

forse si potrebbe decretare un ex-aequo per tutti e

17. In attesa che promulghino questa democratica

norma, eccovi il nostro e la prova del bel lavoro

che lo ha preceduto...

OTTOSETTEMBRE

Redazione

Page 13: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

2524

Aldo Petessi

Domenica 7 Giugno. Ore 23.30. Rientro

a casa. Un incrocio. Una semplice svol-

ta. Verso casa. La solita strada. Scalo

marcia, la moto è nuova, rispettosamente, scalo

ancora una marcia. Il minimo dei giri, ma con l'en-

tusiasmo di sentire sotto sella il corpo ed il suono

di un motore unico. Poi una frenata. Poi il silenzio.

Ed il nulla. Mentre ascolto il racconto di Gabriele

rimango sorpreso, sembra che narri la storia di

qualcun altro, di qualcuno di cui si ha appena

la conoscenza, come una storia di quelle che ci

attraversano nella vita, di sfuggita. E invece la

storia non è di un altro, ma è la sua. Quella di

un incidente che gli ha cambiato la vita. E che

vale la pena di raccontare per più di una ragio-

ne. Primo perché è una storia dolorosa di morte

e di rinascita e secondo perché è una storia di

coraggio e di sfida. Gabriele è un ragazzo di

50 anni (che non dimostra) che è legato a que-

sta Contrada da un amore profondo. Il 2009 per

tutti i civettini è un anno di grazia, di inaudita bel-

lezza, di ricordi felici, ma è anche l'anno del suo

terribile incidente. Gabriele me lo ricordo bene

il giorno della Cena della Vittoria, ero consape-

vole che lo avrei incontrato e che avrei avuto

difficoltà a trovare le parole. Perché lo vedo in

carrozzina, la dimostrazione di un inappellabile

verdetto causato dall'incidente. Gabriele è com-

UN AMORE FORTE COME L'ACCIAIO

Redazione

mosso, provato, ha il viso trasfigurato, gli rimane

appena qualcosa del suo profilo scanzonato di

solo una stagione prima. Gabriele piange. Ma

è lì, non è voluto mancare. Come non è voluto

mancare tutti gli anni successivi nonostante le dif-

ficoltà di dover accettare di dover cambiare vita.

Di riadattarsi, di rimodulare la propria esistenza,

di ripensarsi e di riscoprirsi. Gabriele sarà ancora

a Siena nel 2014, è insieme a me e ad un grup-

po di amici a vedere il Palio, che ci sentiamo un

poco già nostro. Gabriele mi confessa che non sa

come fare se in caso di vittoria dovesse correre

in Piazza, ma dice anche che non gli interessa e

che in un modo o nell'altro ci vuole essere. E ci

sarà. A distanza di qualche anno mi regala una

foto in cui ha il viso coperto dal fazzoletto della

Civetta mentre, dimentico di tutto, è a gioire con il

popolo intero. Gabriele non mi ha finito di stupire

quando ha messo a nudo quello che la maggior

parte delle persone nel suo stato tenderebbe

a nascondere per vergogna. Gabriele mette a

nudo se stesso e ciò che adesso è diventato. Una

persona nuova come gli piace dire. L'amore per

la Contrada non ha conosciuto i limiti che gli ha

imposto il suo infortunio. Ogni anno trova il modo

di traghettarsi a Siena per passare i suoi giorni

di festa con gli amici. È riservato, gioviale e sorri-

dente. Ho difficoltà a ricordarlo cupo. Quest'anno

viene a luglio e mi chiede una cortesia, una cosa

un po' bizzarra, mi lascia in custodia la sua pro-

tesi con preghiera che la faccia avere a Simona

Martelli per decorargliela con i colori della Ci-

vetta. Io raccolgo la sua richiesta e faccio quanto

necessario per farla pervenire a Simona che si è

prestata ad esaudire questo suo desiderio. Luglio

passa. Agosto arriva, ma noi non corriamo. Ga-

briele decide di non venire. Poi il pomeriggio del

13 mi chiama e mi dice: "io non ce la faccio più…"

Cavolo mi domando: "che sarà successo?" Rinca-

ra la dose: "non ce la faccio, più mi manca Siena,

Page 14: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

2726

devo venire in tutti i modi anche se non si corre e

anche se per me è un problema". E infatti viene.

Trolley, abiti comodi, e barba un po' lunga. Appe-

na arrivato mi dice che si sente come a casa e

che prima o poi qui casa ce la dovrà comprare

perché, se il mare davanti a cui abita è bellissimo,

il tufo resta sempre un'altra cosa. Resta qui fino al

giorno dopo il Palio come fa di consueto prima di

ripartire. Bivacca come tutti noi tra le tre/quattro

vie del territorio con approdi frequenti al bar di

Banchi di Sotto e con rare incursioni in Piazza,

che tanto è più per i turisti. Fin qui nulla di nuo-

vo. Il 16 però mi chiama mi chiede delle brugole.

Io che non faccio domande a domande strane,

provvedo a fargli avere tutto un kit immaginan-

domi che avrà da sistemare qualcosa in casa. E

invece appena salgo in casa da lui, Gabriele si

mette a sedere e con la calma e la serenità del

Dalai Lama inizia a smontare la protesi con cui è

venuto a Siena e innesta quella che Simona gli

ha decorato. È obiettivamente bella, io capisco

che può apparire grottesco, ma la guardiamo

come un piccolo pezzo di arte moderna. Perdo

anche io del naturale imbarazzo che viene in

questi casi e mi accomodo a sedere in attesa che

finisca la sua personalissima opera. Dopo pochi

minuti di lavoro è pronto. Si alza, accenna alcuni

salti di assestamento per sentire come calza e poi

mi dice: "via! Dai andiamo giù". E ce ne usciamo

con l'opera a bella vista. Non ne fa uno sfoggio

per esorcizzare il suo problema, è genuinamente

euforico di indossare qualcosa di unico. In quel

momento mi sento come onorato di averlo accan-

to e di condividere qualcosa del suo tempo. È un

gesto straordinario perché è di amore: di amore

per la Contrada, per il suo popolo, per la città,

per gli amici e per se stesso, rinato e ritrovato.

Un amore forte come l'acciaio. Come quello della

sua protesi.

Sicuramente vi aspettate di leggere il solito tra-

filetto sul Novello che arriva, sulle foglie dell'au-

tunno, sul che bello stare insieme col freddo ed in

mano il cartoccino delle castagne.

E se invece vi dicessi che quest'anno non si farà

il Novello? La Contrada si è imbarcata in tanti

progetti, i lavori portati avanti ci hanno sfiancato

al punto che no, non ce la facciamo ad organiz-

zare anche questo. E scava nel Museo e tira giù

i muri, sposta i mobili e sistema quei vetri, mon-

ta smonta rimonta e dagli di colore alle pareti,

e il touchscreen non va e la luce crepuscolare

e quella dell'ora del thé. E guarda che belle le

bandiere. Per non parlare dei lavori della Socie-

tà, Galleria tutta sbudellata: la Contrada è un

cantiere continuo.

Quindi, il Ricci ha chiesto con un filo di voce al

Consiglio spossato di Società: che si fa??? E giù

tutto il consiglio a borbottare chi di dolori alla

schiena, chi di emicrania da inalazione di ver-

nice, chi di disorientamento dovuto a tutti questi

cambiamenti. L'esito della discussione non ha la-

sciato dubbi: un autunno senza Novello. Dona,

Raffa e Lalla so' ancora lì sulle loro seggioline a

ripigliassi dal colpo.

Niente brace né castagne per la via, lo Zanchi

CHE MONDO SAREBBE SENZA

NOVELLO?è stato allertato: sta' bono con le caldarroste, in

Civetta non ce le portare. Franco, il Biagi, Cesare

e tutti gli uomini del Ristoro so' ancora lì increduli,

che si guardano le mani e si chiedono E ora? Il

cartoccino quest'anno dovrete andare a cercarlo

su, verso Piazza della Posta.

Fate uno sforzo di immaginazione: che mondo sa-

rebbe senza Novello? Nessuno stand in Piazza

Tolomei, silenzio e quiete per un autunno senza

il solito andirivieni di gente. Potrete andare tran-

quilli in ferie, fare lunghe e rilassanti passeggiate

per i boschi del Casentino o senza allontanarsi

troppo arrivare sulla nostra Montagnola. Per chi

resta in città pensate invece alla novità di incon-

trarsi per le vie del rione nei primi giorni di no-

vembre senza il festone del Novello all'imbocco

di Via Cecco Angiolieri.

Mica ogni anno è uguale a quell'altro, d'altron-

de, le cose possono anche cambiare… Ma anche

no!! Che storia è questa?! IL NOVELLO SI FARÀ.

Scusate mi sono fatta prendere la mano, ripeto:

il NOVELLO NEL CASTELLO CI SARÀ, tranquilli.

Possiamo dirvi che la XXIV edizione del Novello

nel Castello si terrà il 22-23-24 e 25 novembre

2017. Siamo irriducibili, instancabili, colti da vo-

glia irrefrenabile di stare insieme e di riempire di

entusiasmo la nuova Società. Ad oggi sappiamo

che saremo nei nuovi locali della Galleria, dun-

que cambierà la location del "Ristorante", ma il

Castello non rimarrà sguarnito anzi lo conquista

il mitico Ristoro di Cecco. Ma scorriamo insieme

alcuni dei dettagli a nostra disposizione.

Valentina Faleri

MERCOLEDÌ 22 NOVEMBRE

ore 19.00 Società Cecco Angiolieri

Aperitivo

ore 20.30 Società Cecco Angiolieri

Cena Ristorante "Gli Attortellati"

ore 21.30 Società Cecco Angiolieri

Bar Caffetteria

ore 21.30 Via C. Angiolieri Musica con "BBB Bacaro's Blues Band"

GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE

ore 18.00 Castellare degli Ugurgieri

Presentazione Pubblicazione "Uno spazio nella Storia. 2017: Il Museo della Contrada Priora della Civetta"

ore 19.00 Piazza Tolomei Aperitivo

ore 19.00 Via C. Angiolieri e Castellare degli Ugurgieri

Il Ristoro di Cecco (Primi, salsicce, affettati, formaggi, porchetta e castagne)

ore 20.30 Società Cecco Angiolieri

Cena Ristorante "I Cuochi Civettini"

ore 22.00 Piazza Tolomei Bar – Novello e Vini dolci – Amari e Caffetteria

ore 22.30 Piazza Tolomei Musica con "I Jaguari"

VENERDÌ 24 NOVEMBRE

ore 19.00 Piazza Tolomei Aperitivo

ore 19.00 Via C. Angiolieri e Castellare degli Ugurgieri

Il Ristoro di Cecco (Primi, salsicce, affettati, formaggi, porchetta e castagne)

ore 20.30 Società Cecco Angiolieri

Cena Ristorante "Gli chef Gianpaolo e Jacopo"

ore 22.00 Piazza Tolomei Bar – Novello e Vini dolci – Amari e Caffetteria

ore 22.30 Piazza Tolomei Musica con Giacomo Docimo e Fabio Prosperi direttamente dal Giannino

SABATO 25 NOVEMBRE

ore 19.00 Piazza Tolomei Aperitivo

ore 19.00 Via C. Angiolieri e Castellare degli Ugurgieri

Il Ristoro di Cecco (Primi, salsicce, affettati, formaggi, porchetta e castagne)

ore 20.30 Società Cecco Angiolieri

Cena Ristorante "Taverna del Lupo" Gubbio

ore 22.00 Piazza Tolomei Bar – Novello e Vini dolci – Amari e Caffetteria

ore 22.30 Piazza Tolomei Musica con Dj "Marco Bresciani"

Page 15: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

2928

Quando scegli un titolo che richiami l'at-

tenzione del lettore anche meno at-

tento, dando un taglio tipologico di ciò

che andrà a leggere e con lo spirito con cui dovrà

affrontarlo, la forbice si fa ampia. In questo caso,

se da un lato si è portati a seguire il filone ironi-

co, sarcastico e scanzonato che ci ha volutamente

caratterizzato in questa biennale avventura, in cui

ci stiamo occupando del Civettino, dall'altro c'è la

difficoltà di affrontare situazioni, anche apparen-

temente leggere, con il rispetto che gli è dovuto.

Il rispetto si, perché la compagnia teatrale di Cec-

co non può che non essere legata a quel matta-

tore del Gufo che l'ha portata avanti negli anni,

con passione e dedizione, facendocene innamo-

rare tutti, attori e spettatori. Proprio questo amo-

re mai sopito, ha fatto sì che da una splendida

idea del commediografo Domenico si ripartisse.

Fatto il copione, trovati gli attori, acquisiti materiali

scenografici, pensato il posto più adatto all'inter-

pretazione. Tutto fatto, manca solo la data che ri-

porterà il popolo del Castellare di fronte alla sua

rinnovata e ritrovata compagnia teatrale.

Semplice no? No affatto, ed è proprio questo

punto che ci porterebbe portare a titolare il nostro

articolo in ben altro modo, che so magari con una

metafora, tipo MEXICO '86 per esempio, che ri-

chiama l'immagine di uno stadio pieno di sombreri.

Il sombrero, enorme copricapo messicano, dalla

nostra generazione viene utilizzato nel normale

interloquire, per rappresentare il più gigante dei

cappelli, ovvero il figurato massimo di una incaz-

zatura.

Torniamo un attimo a monte, alla fase embrionale

del progetto, che nella fervida mente del nostro

commediografo e attore cominciava ad essere

definita già nei mesi precedenti l'estate e che du-

rante il palio di luglio del 2016 ci ha esposto, in

una sera calda, ben oltre il calar del sole, da-

vanti ad una birra, nell'amabile salotto in strada

nel cuore del vicolo Viscione, nonché luogo che

ha dato i natali al talentuoso artista (perché lo è

sempre stato in tutto quello che ha fatto) e attore

protagonista Aldino.

A noi della redazione del Civettino è sembrata

subito un'idea mirabile e, presentatoci il copione

nella sua interezza a fine agosto, è subito iniziata

la campagna di reclutamento degli attori. Il cast

è ben nutrito, formato da attori già affermati nel-

la compagnia oppure riesumati dalla polvere di

fasti lontani, da nuovi talenti pronti a sbocciare

e per finire il suggeritore, il mestierante Gianni.

Bene, andava subito ingaggiato uno scenografo

di capacità ed esperienza, individuato facilmen-

te in Valentina ed un regista. Il primo pensiero è

andato a Riccardo, già regista di recite celebri,

quando ancora venivano messe in scena al teatro

del Costone durante la saga delle recite contra-

daiole, che però non ci ha mai fatto sapere se in-

teressato o meno a riprendere l'attività. Pensando

allora a chi potesse avere le qualità per ricoprire

questa figura centrale, si è delineato il ritratto di

un professionista che abbiamo in casa: Duccio. Il

buon Ciampoli si è messo subito a disposizione

PROVE PER LA RINASCITA DELLA

COMPAGNIA TEATRALE

Luca Corsi

Page 16: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

3130

Jeanette

Non sarò mai seconda a nessuno, e sai

perché? Perché io non vivo in compe-

tizione con gli altri, ma solo con me

stessa. Non devo rendere conto a nessuno e non

sento il fervente bisogno di dimostrare qualcosa.

Non mi sento superiore né tantomeno inferiore.

Sono solo io, niente di più, niente di meno. Di-

fendo i miei pensieri e i miei ideali con le unghie

e con i denti, se necessario. Essere me è difficile,

è difficile essere nero in mezzo al bianco e non

essere inghiottiti dalle idee altrui. Essere qualcu-

no che non sei è molto più facile che essere sé

stessi ed è per questo che le persone cedono

alla tentazione e perdono tutta la loro unicità,

diventando oggetto di classifica.

Io no.

Non sarò mai oggetto di classifica, non sarò mai

prima, né sarò mai ultima. Sarò sempre sola lun-

go la mia strada, mentre il resto prenderà la stes-

sa strada, schiacciandosi, azzuffandosi, distrug-

gendosi poco a poco, io guarderò verso il cielo,

ridendo e pensando: ce l'ho fatta.

CARODIARIO

creando il laboratorio teatrale, strumento incredi-

bile che lavora sulla complicità e il legame fra i

partecipanti, ma che come ogni novità ha dovu-

to pagare lo scotto di alcuni detrattori. Le prove

sia del laboratorio che della recita vanno avanti

a partire dall'autunno del 2016 in un buon clima

scandito da continui ritocchi del copione, voluti

dallo scrittore stesso per accontentare gli attori

che o si sentivano penalizzati dalle poche battute

del loro personaggio, o defraudati delle stesse

perché date ad altri interpreti o addirittura inti-

miditi dalla corposità della loro parte. Domenico,

mai domo, ha cercato di accontentare tutti, pur

mantenendo la qualità e l'originalità dell'idea ini-

ziale, creando un'opera letteraria di assoluto li-

vello, ma che ahimé, mal si rapportava agli stretti

tempi teatrali. Ecco, ora voi provate a suggerire

ad un autore, che ovviamente vede la sua ope-

ra come un figlio, che abbisogna di sforbiciate in

qua e in là per una presunta funzionalità teatrale.

Qui nascono le prime incomprensioni fra il regista,

obbligato da parametri definiti dall'esperienza, e

l'autore. Se a questo aggiungiamo i mugugni degli

attori, estenuati dalle prove, come da un lavoro di

minatore, oltre che da una data di fine lavori che

si allontanava sempre più dall'orizzonte tempora-

le prestabilito (prima del giro) e se si considerano

le lunghe e ripetute riunioni tenutesi per delinea-

re e finire il progetto, non è difficile comprendere

perché "l'amato" regista sia stato abbandonato

alle furie, che poi furie non sono state, bensì fermi

dinieghi e ripetute minacce di interruzione della

produzione, del fermo autore che, se si assentava

da una prova, quasi in contumacia, sentiva l'inte-

gralità della sua opera in pericolo.

Ecco, a questo punto potremmo titolare il nostro

articolo Messico e Nuvole, perché sopra i som-

breri in aumento si sono stagliate turbolenti e fitte

nuvole nere che hanno oscurato l'orizzonte della

data in cui la compagnia metterà in scena questa

splendida e geniale commedia, di cui per adesso

vi basti sapere il titolo (sperando che non cambi),

"Violento di Baviera".

Page 17: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

3332

Quando iniziai il mio percorso, come

addetto ai giovani venivo dal settore

addetto ai piccoli. Con Silvia Nerucci

fu creato il gruppo dei giovani e la prima cosa

che mi venne in mente era come comunicare con

i ragazzi, come trovare una via diretta, più veloce

della mail di cui si fa ampio uso nella Contrada.

Mi domandai da genitore: "ma i giovani dei quali

mi devo occupare ed ai quali devo chiedere la

loro adesione, avranno molto probabilmente un

cellulare?" La risposta era incorporata nella do-

manda, ovviamente sì.

L'odioso cellulare che suona, squilla, strilla, bercia,

urla, squittisce, nitrisce, barrisce, e che soprattutto

ti avverte continuamente, se non metti il silenzio

nelle varie chat di cui ognuno fa parte.

Sì avete intuito... si parla di whatsapp, criticato,

vilipeso, offeso, ma alla fine usato da tutti. Si apro-

no convegni sull'utilizzo del telefono e delle chat,

sulla privacy lesa, sugli effetti del privato che si

contamina del pubblico, addirittura si dice che il

Presidente degli Stati Uniti si sia fatto sfuggire se-

greti di livello internazionale con whatsapp. Ma

whatsapp impera.

Ma che c'entra vi domanderete?

Dove vuole arrivare il nostro addetto ai giovani?

Certamente non voglio dissertare sull'uso delle

chat con un sermone negativo, se ne scrivono e

se ne sentono tante. Voglio solo raccontarvi la mia

esperienza con questa nuova tecnologia, che cor-

re sulle vie del web, in quel mondo virtuale che si

è creato, o meglio che abbiamo creato forse sen-

za rendercene conto. A ben pensarci qualcuno se

ne è reso conto: chi ci guadagna. Detto questo, io

lettore amante di Asimov, fruitore assiduo di film

come "Mad Max - la sfera del tuono", oppure

di "Matrix", mi immagino una città virtuale, una

Siena virtuale, fatta di messaggi e di icone, come

delle grandi case dove tutti scrivono, anche sem-

plicemente per incontrarsi. Pensate con la vostra

fantasia, se un giorno al Palio i fantini avessero un

piccolo microfono sotto lo zucchino, che oggi è un

cap, e comunicassero con il capitano mentre sono

a cavallo, che collegato ad un telefono... ahhhh

che orrore... non continuo nemmeno...

Pura fantasia, o chissà un giorno accadrà con que-

sto adeguamento della festa ai tempi moderni?

Basta con lo scherzare, mi sono lasciato andare,

torniamo per terra, (sulle pietre, anzi sulle lastre), vi

volevo parlare della chat "civetta 28".

Eccoci giunti al punto, mi fu suggerita da Silvia,

era una chat creata da Lucrezia e gestita da So-

fia, dove i nostri giovani si scambiavano messaggi.

Chiesi il permesso e la feci diventare la chat di

Contrada, dove amministratori siamo io, Camilla,

Duccio, Guido e dove può leggere il nostro Vica-

rio Luca. È diventata più ampia, pian pian piano si

sono aggiunti i ragazzi e le ragazze che escono

dal gruppo piccoli ed entrano al 13° anno di età,

per millesimo, di diritto nel nostro gruppo giovani,

nato, come dicevo da poco.

Nella chat vengono riversate e scritte tutte le

iniziative che si fanno in Contrada e che porta

avanti la nostra Società, motore portante delle

attività di Contrada. I ragazzi e le citte possono

comunicarci le loro adesioni agli eventi, e comuni-

care tra loro, così come viene chiesto loro di fare

i "servizi", quelle cose un pò più noiose da comu-

nicare e da fare. Vero ragazzi...? Ma vanno fatte.

Uso il Civettino, altro mezzo di comunicazione che

si aggiorna via via col tempo (con la versione in

digitale), proprio per dirvi che la mia esperienza

di quest'anno in questa chat è stata fantastica. Eh sì

voglio proprio spezzare una lancia a favore delle

chat, che ci permettono di comunicare con i ra-

gazzi in maniera veloce ed immediata. Approfitto

proprio del nostro Civettino, per invitare i ragazzi

che leggeranno queste poche righe, a mandarmi

messaggi per essere inseriti nel fantastico mondo

di "civetta 28" quando raggiungono appunto il 13°

anno di età per poi lasciarsi andare a scrivere

sulla chat, dove sono presenti tutti i ragazzi dai

13-16 anni ed oltre. Addirittura pensate: alcuni ci

sono rimasti fino al compimento dei 18 anni. Ed a

tutti i genitori mando un appello, che stimolino i

più pigri a scrivere sulla chat; perché non c'è cosa

che faccia più male a "civetta 28" del silenzio,

quindi scrivete, leggete, fate suonare questa chat.

Vi saluto con un grande abbraccio. A proposito, ci

sentiamo. Sì, ma su "civetta 28"...

CHATTIAMO?

Aldo Petessi

Page 18: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

3534

tale e insostituibile per strutturare il Gruppo e

condurlo ai risultati odierni. Durante il periodo

della sua presidenza, e sotto la spinta del suo

impegno, le donazioni sono aumentate in ma-

niera costante e sostanziosa tanto che, ormai

dai primi anni del decennio in corso, la quota

cento donazioni annuali costituisce, per il Grup-

po Donatori, un obiettivo che viene spesso rag-

giunto; inoltre, a partire dal 1997, è stato orga-

nizzato il Convivio Annuale, che ha solitamente

luogo il terzo Venerd ì del mese di Marzo, e

che da allora ha rappresentato, salvo rare ec-

cezioni in alcuni anni, un appuntamento fisso per

stare insieme ed affrontare le varie tematiche

connesse al mondo delle donazioni di sangue.

Anche negli anni più recenti, quando la malattia

non gli ha più permesso di frequentare con as-

siduità la Contrada, come ha fatto per tutta la

vita e come avrebbe avuto il desiderio di conti-

nuare a fare, Giulio ha sempre mantenuto vivo

il legame reciproco di amore verso la Civetta,

affrontando la vita e le sue a volte non facili

vicissitudini con spirito ottimista ed entusiasta,

continuando ad interessarsi alla Contrada e,

ovviamente, alle attività del Gruppo Donatori

di Sangue.

Adesso che Giulio non è più con noi, ma che

la sua opera rimane, ci piace ricordare che, se

oggi la Civetta ha un Gruppo Donatori di San-

gue numeroso ed efficiente, questo è dovuto

anche al suo fondamentale apporto di impe-

gno, passione ed entusiasmo.

Lo scorso 31 Luglio la Civetta ha subito la

scomparsa di Giulio Corsi.

Giulio si è sempre distinto in ogni ambito

della vita Contradaiola per il suo impegno e

per l'amore verso la nostra Civetta; basti ci-

tare, solo come esempio, il periodo nel quale

Giulio ha ricoperto il ruolo di tamburino di Piaz-

za, indossando con onore sul Campo i colori

della nostra Contrada. Tuttavia, l'attività che

lo ha sempre maggiormente caratterizzato è

stata quella svolta nell'ambito delle donazioni

di sangue: da sempre dotato di una sensibilità

propria sull'argomento, successivamente ancor

più accresciuta in virtù delle tematiche connesse

alla professione da lui svolta per tutta la vita,

Giulio ha sempre reputato che le donazioni di

sangue costituissero una componente preziosa

dell'attività di solidarietà e di mutuo soccorso

della vita della Contrada, oltre che essere un

dovere morale e civico di ogni persona dotata

di sensibilità.

Giulio è stato quindi stato socio fondatore, per

trenta anni storico Presidente (dal 1981, quan-

do ricevette le consegne da Carlo Bonacci, al

2011, quando gli subentrò nell'incarico Monica

Borri) e soprattutto vera anima del Gruppo Do-

natori di Sangue "Paolo Bonacci" della nostra

Contrada, fornendo un contributo fondamen-

IN MEMORIADI GIULIO

Consiglio D

irettivo del Gruppo D

onatori di Sangue "Paolo Bonacci"

Giulio ha sempre

mantenuto vivo il legame

reciproco di amoreverso la Civetta

“ “

Page 19: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

3736

UN TUFFO NEL FUTUROIl 26 Settembre si è svolta una visita guidata al Fab Lab (via Valdimontone, 1) per andare alla scoperta

di questo laboratorio scientifico recentemente costituito dall'Università, allocato nell'antico monastero

di Santa Chiara. La struttura, in contatto con sue analoghe in varie parti del mondo, è all'avanguar-

dia per lo studio e l'applicazione delle emergenti tecnologie innovative che saranno alla base del

prossimo futuro. Già oggi ben se ne intravedono certi sviluppi per molti di noi sorprendenti, ma quello

che accadrà anche soltanto nel prossimo decennio sarà almeno pari alla rivoluzione industriale del

secolo 1800. Questo dicono gli osservatori più attenti. Anche soltanto un tuffo in questa sconvolgente

realtà può rappresentare una chiave per aprire la mente all'avvenire, gettare le prime basi per i

prossimi anni e decenni, quando gran parte dei lavori di oggi scompariranno, sostituiti da attività, di cui soltanto per

alcune s'intravedono i contorni all'orizzonte, ma che saranno certamente basate su questi nuovi principi tecnologici e

scientifici. Avvicinarsi quanto prima a questo mondo nuovo è dunque fondamentale per tutti, ma decisivo per la mente

di bambini e i ragazzi che dovranno essere protagonisti di un tale futuro. Anche per questo la visita è stata l'occasione

per ricordare la piccola Cristina che sarebbe certamente stata con gli altri giovanissimi Civettini al Santa Chiara se

un destino senza cuore non l'avesse strappata il 5 settembre 2016 all'affetto dei suoi cari e di tutta la nostra comunità.

Sempre nel suo ricordo, la Compagnia organizza due Workshop al Fab Lab Santa Chiara orientati uno ai piccoli e

un altro ai giovani della Contrada, accompagnati dai rispettivi Addetti, allo scopo di far loro prendere dimestichezza

con il mondo delle nuove tecnologie attraverso l'utilizzo pratico delle stesse.

16 NOVEMBRE 2017 – dalle ORE 15:30 alle 19:00 23 NOVEMBRE 2017 – dalle ORE 16:30 alle 19:00

Attività: Modellazione 2D e taglio laser:laboratorio per ragazzi a partire dai 12 anni

Attività: L'albero delle civette:incontro gioco per bambini fino a 12 anni

Inoltre ad inizio 2018 sarà effettuato il corso Modellazione 3D

Per partecipare alle varie iniziative:mandare un SMS/WhasApp a Gianfranco Bimbi 335 5357683 o una mail a [email protected]

Carlo A

gricoli

CHIANTI BANCA SOSTIENE LE NOSTRE INIZIATIVECome già accaduto in passato, anche per il 2017 Chianti Banca ha voluto

erogare a nostro favore un contributo richiesto per il Sostegno Economico Or-

dinario alle Famiglie. Come noto, fin dal 2013, la Compagnia emana annual-

mente un bando sulla base del quale assegna un contributo alle famiglie in

difficoltà, proporzionale al punteggio conseguito in una graduatoria fondata

sull'ISEE e su punteggi integrativi attributi in base all'Autocertificazione sulle proprie situazioni familiari. Sia negative

che positive. Il sostegno si affianca ad altri tipi di intervento, quali borse di studio, finanziamento progetti di impianto

attività, avviamento e formazione al lavoro, sussidi per perdita di occupazione (sia a fondo perduto che a rimborso),

emergenze sanitarie e altri aiuti al disagio.

Cogliamo l'occasione per rivolgere anche da queste pagine a nome di tutta la Comunità Civettina, un caloroso

ringraziamento alla Banca, che anche con questi interventi si qualifica costantemente e sempre di più come sicuro

punto di riferimento a sostegno del nostro territorio che, come ben sappiamo, vive purtroppo anni di profondo ma-

lessere economico e sociale. Vogliamo però tutti quanti augurarci l'inizio di una rinascita, attingendo alle migliori forze

espresse nei secoli dalla città, sostenuta dalle sue migliori Istituzioni.

DOMENICA 12 NOVEMBRE 2017 ore 10.00

presso Aroclub Siena Ampugnano Corso base su Pilotaggio Droni aperto a tutti i Soci e gratuito

Corso HACCP (per Addetti ad Attività Alimentari Complesse) con rilascio di Attestato

Articolato in 2 lezioni, durante le quali vengono acquisite le conoscenze necessarie per la corretta conservazione e somministrazione degli alimenti nei locali pubblici, e quindi anche nella Cucina della Contrada.I temi trattati sono:1) Rischi e pericoli alimentari, chimici, fisici, microbiologici e loro prevenzione; 2) Metodi di autocontrollo e principi del sistema HACCP; 3) Obblighi e responsabilità dell'industria alimentare; 4) Conservazione alimenti; 5) Approvvi-gionamento materie prime; 6) Igiene personale; 7) Individuazione e controllo dei rischi specifici nelle principali fasi del processo produttivo per le varie tipologie di attività.

Il corso è GRATUITOSe ne sono tenute due sessioni, una il 21-23 settembre e l'altra il 5-7 Ottobre, riscontrando una grande partecipazione.

Quasi sicuramente ne organizzeremo altre.

Continua il programma di visite in luoghi di preminente interesse culturale. Prossimi appuntamenti:

• mercoledì 22 novembre ore 17.00 - Santa Maria della Scala, visita alla mostra "Ambrogio Lorenzetti"• sabato 20 gennaio 2018 ore 11.00 - Visita guidata al Duomo di Siena• sabato 10 febbraio 2018 ore 11.30 - Visita guidata al Palazzo Chigi Saracini• sabato 17 marzo 2018 ore 15.30 - Visita guidata all'Oratorio di San Bernardino e alla Basilica di San Francesco• sabato 14 aprile 2018 ore 11.00 - Passeggiata culturale guidata nel territorio della Contrada dell'IstriceAltre visite potranno essere organizzate anche su richieste dei Soci.

COMPAGNIA DI PIER PETTINAIO

FINANZIAMENTO a favore di Civettini per il proprio futuroPROGETTI DI FORMAZIONE SCOLASTICA O DI SVILUPPO DI ATTIVITÀ

Stage o corsi di formazione, costituzione o potenziamento attività lavorative, percorsi di avviamento verso mestieri o professioni di qualunque genere, altre esigenze finalizzate allo sviluppo del lavoro già in un atto o da avviare.La Compagnia sta finanziando un giovane Civettino che ne ha fatto domanda, presentando il suo progetto e che con tale sostegno ha intrapreso un suo percorso formativo che forse altrimenti gli sarebbe stato preclusoÈ intenzione emanare un analogo bando per l'anno 2018.Se hai un'idea, un progetto, tieni conto che la Compagnia può finanziarlo e anche darti una mano per svilupparlo.

Tesseramento e donazioniI Civettini e chiunque altro condivida gli scopi statutari possono as-sociarsi contattandoci e versando la quota annuale a Compagnia di Pier Pettinaio tramite:- bonifico: IBAN: IT 54 X 07601 14200 001004987721 - bollettino postale c/c n° 001004987721La quota annuale è d’importo libero. Minimo di € 20,00 per adulti e € 10,00 per i minori di anni 18.Le donazioni liberali sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi, indicando nella casuale anche il proprio codice fiscale. Possono anche essere finalizzate a uno specifico obbiettivo.

Hai pagato la tessera 2017? Per favore ricordati di farlo.

È in corso la sperimentazione del Gruppo di Acquisto Solidale (Gas), in collaborazione con Mondomangione.Agevolazioni di acquisto fino al 31 dicembre 2017.

Maggiori dettagli e informazioni su ogni iniziativadella Compagnia sul sito

www.compagniapierpettinaio.org

Le GENERALI ASSICURAZIONI cercano personaleSe interessati inviare il proprio curriculum a [email protected], specificando nell’oggetto "Lavora con Noi - Incontri di presentazione autunno 2017".Per maggiori informazioni contatta la Compagnia.

Page 20: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

3938

BENVENUTI GIOSUE'

BENVENUTI PIETRO

CAPODIMONTI FRANCESCO

CAPODIMONTI VALERIA

CORTONESI LUCIO

DI BELLA DIANA

GAROSI EMILIO

MACCARI MAURO

ROSSETTI PIETRO

SGUERRI STEFANO

FIORINI ADRIANO

FRANCHINI FABRIZIO

NAPOLI UMBERTO

SENSI CATERINA

TASSONI MARIO

BATTEZZATI 2017 DEDICATO AD UNA STELLA

Page 21: ilCIVETTINO - Contrada Priora della Civetta · di vista, le loro aspettative, i loro "vorrei", ci pia-ce pensare ad una Contrada in fermento che si interroga e si preoccupa di riorganizzare

Recommended