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Anno XCI - numero 5 settembre 2017 ilduomo Periodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in Monza Poste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano Duomo diMonza
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Anno XCI - nnuummeerroo 55 settembre 2017

iilldduuoommooPeriodico della Parrocchia di San Giovanni Battista in MonzaPoste Italiane Spa - Spedizioni in A.P. - D.L. 353/2003 (conv in L. 27/02/2004 n.46) art 1 comma 2, DCB Milano

DuomodiMonza

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Sommario3481011131517

Hanno collaborato

Accogliere e investire una ricca e feconda eredità [don Silvano Provasi]Cronaca di luglio e agostoLettera dell’Arcivescovo a coclusione della visita pastoraleDon Luigi saluta e ringraziaDopo le elezioni amministrative [Luigi Losa]Ricordo del cardinale Dionigi Tettamanzi [don Carlo Crotti]Il volto di Monza durante il Gran Premio [Angelo Maria Longoni]Considerazioni sull’oratorio [don Carlo Crotti]

Don Silvano Provasi, Sonia Orsi, Sarah Valtolina, Marina Seregni, Federico Pirola, don Carlo Crotti, donEnrico Rossi, Giovanni Confalonieri, Carlina Mariani, Anna Maria Vismara, Laura Scirè, Fabrizio Annaro,Angelo Longoni, Fabio Cavaglià, Nanda Menconi.

Un grazie particolare a chi distribuisce “Il duomo”: Carla Baccanti, Gloria Bruletti, Enrica Calzoni, Andreina D’Ambrosio, Rita Fogar, Josetta Grosso, Paola Mariani, Anna Maria Montrasio,Giovanna Motta, Teresina Motta, Pinuccia Ogliari, Alberto Pessina, Mariuccia Pessina, Carla Pini, An-nina Putzu, Silvia Stucchi, Chicca Tagliabue, Marisa Tagliabue, Bruna Vimercati, Mariuccia Villa.

Copertina foto di Bendetta Caprara

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il duomo lettera dell’arciprete

Accogliere ed investire una ricca e feconda ereditàAbbiamo vissuto e celebrato in questa estate e nei primi giorni di settembre alcuni eventi che ci richiamano il passare deltempo e la presa di coscienza di ciò che nelle diverse stagioni della vita viene seminato, coltivato e raccolto: la morte del card.Dionigi Tettamanzi, il saluto dell’arcivescovo emerito Angelo Scola e l’inizio del nnuuoovvoo mmiinniisstteerroo ddii mmoonnss.. MMaarriioo DDeellppiinnii.

Innanzitutto siamo chiamati a meditare, a ringraziare e ben investire ll’’eerreeddiittàà ddeell ccaarrdd.. DDiioonniiggii TTeettttaammaannzzii, espressa in parole,immagini, ricordi personali e comunitari. “Nella sua feconda esistenza ha tteessttiimmoonniiaattoo ccoonn ggiiooiiaa iill VVaannggeelloo…”, ci ha richiamatopapa Francesco, e noi possiamo ringraziare il Signore per il suo ministero generoso e senza risparmio, vissuto nel segno dellasimpatia, della cordialità, di una sapienza mai esibita e solo usata per meglio comunicare, insegnare, accompagnarci, soprat-tutto nelle sfide odierne che coinvolgono la famiglia, la vita, l’educazione, il lavoro ed il moltiplicarsi di fragilità umane e so-ciali. Ha sempre voluto coinvolgerci in questo cammino comune, proponendo un agire pastorale caratterizzato dal “lavoraretutti, lavorare meglio, lavorare insieme”. “Moltissimi tra noi, ci ha richiamato il card. Scola nella sua omelia, hanno nel cuore fatti e momenti in cui han potuto go-dere dell’intensa umanità del vescovo Dionigi. Ad essi ritorneremo quasi a preziose reliquie. Di essi ppaarrlleerreemmoo aaggllii aaddoolleesscceennttii,,aaii ggiioovvaannii,, aa ffiiggllii ee nniippoottii per aiutarli a crescere”. Il vescovo Dionigi ci ha invitato, in modo esemplare, ad amare la gente, nellasua concretezza di vita, imparando a stare, con serenità e fiducia, in mezzo al popolo di Dio, alimentando in noi le virtù dellavicinanza, accoglienza e solidarietà, cercando sempre di affrontare le sfide sociali domandandoci innanzitutto: “Che cosaposso fare io?”. Da questa domanda personale è nata l’idea del Fondo Famiglia-Lavoro. Da questo atteggiamento prioritario coltivava poi levirtù conseguenti: sobrietà e concretezza, solidarietà e lungimiranza, amabilità e chiarezza. Questo gli ha permesso di acqui-sire quella capacità di guardare al presente sempre con senso critico, per aprirsi al futuro e al necessario cambiamento, con ilcoraggio della verità e della denuncia, anche scomoda quando fosse necessario, ricordando alla comunità civile che “i dirittidei deboli non sono diritti deboli” e che “non c’è futuro senza solidarietà”.

Siamo anche chiamati, in questo tempo, a evidenziare meglio i rriilliieevvii ppaassttoorraallii che il ccaarrdd.. AAnnggeelloo SSccoollaa ha espresso e soste-nuto nel suo ministero episcopale. Vorrei indicarne alcuni che mi sembrano più urgenti per meglio definire ed attuare un cam-mino di Chiesa nella nostra società e nel nostro tempo. Più volte siamo stati da lui caldamente invitati a curare il rapportossooggggeettttoo ppeerrssoonnaallee ee ccoommuunniittàà, che ci spinge a “sapersi esporre nel vivere la fede, perché la bellezza e forza del Vangelo sia piùcomunicabile” nella vita vissuta e non solo desiderata e custodita per noi. Da qui la necessità, come Chiesa e come cristiani,di manifestarsi in pubblico, non in modo trionfalistico, ma come testimoni di una fede che ci precede e va oltre le nostre fra-gilità e personalizzazioni. “La vita nasce solo dalla vita” ci ha più volte ripetuto e commentato il vescovo Angelo. Abbiamo inoltre tante volte ascoltatouna sua tipica espressione, ““pplluurriiffoorrmmiittàà nneellll’’uunniittàà””,, che ha lo scopo di rinsaldare la comunione, evitando appiattimenti ed ege-monie artificiali nella vita comune. Ci ha educati ad affrontare con fiducia la pluralità,, superando il timore di ulteriori divi-sioni o contrasti, imparando ad abitare i conflitti,, mantenendo sempre, nelle diverse opinioni, una stima reciproca previa,superando pregiudizi o giudizi affrettati, attraversando fraternamente la fatica del comprendersi e comprendere meglio lacomplessità del momento. Ci ha esortati a costruire, in ogni ambito pastorale, vere CCoommuunniittàà EEdduuccaannttii che sanno rendere la famiglia vero soggetto dipastorale ed animare quel clima familiare che rende più comprensibili ed accoglibili i diversi cammini evangelici. Verso llaa ssoo--cciieettàà ci ha spronati ad un confronto franco e continuo,, cercando sempre un dialogo positivo, costruttivo e rispettoso dei di-versi compiti coinvolti a servizio di essa. Vorremmo continuare anche nella nostra città la sua proposta e metodo dei “Dialoghidi vita buona”, che cercheremo di attuare partendo da quest’anno pastorale, nel tentativo di scoprire ed inventare nuove formeper la presenza ecclesiale nel sociale, nel lavoro e nella scuola, nella sanità e in tutto ciò che anima la vita di una città.

Penso che anche questa memoria per ciò che abbiamo ricevuto possa diventare, nella preghiera riconoscente e grata al Si-gnore, la premessa perché il nostro augurio al nuovo arcivescovo, mmoonnss.. MMaarriioo DDeellppiinnii, sgorghi dal cuore di una comunità co-sciente del cammino che le è richiesto.AAuugguurrii,, vveessccoovvoo MMaarriioo,, iill SSiiggnnoorree èè ccoonn ttee……!! E sia anche con noi…

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Cronaca di luglio e agosto

LUGLIO 2017

11 Martedì – La Commissione Ambiente diFondazione Cariplo in “tour” nella Provin-cia di Monza e Brianza. Su iniziativa di An-drea Flumiani, Commissario di Fondazione

Cariplo, con la collaborazione della Fon-dazione Gaiani e della Fondazione dellaComunità di Monza e Brianza, nella sug-gestiva cornice della Sala del Rosone delMuseo del Duomo si è tenuta la riunionedella Commissione Ambiente di Fon-dazione Cariplo. L’incontro, presieduto dalcoordinatore Ugo Dozzio Cagnoni, ha vistola partecipazione di una ventina di personetra commissari e staff della Fondazione mi-lanese. Sono state affrontate tematiche rela-tive ad ambiente e contesto sociale, conriflessioni importanti volte ad orientare eguidare le future linee di intervento di Fon-dazione Cariplo. La Fondazione, infatti,vuole promuovere azioni volte a sostenerestili di vita e comportamenti rispettosi del-l’ambiente, favorendo l’innovazione cultu-rale e la diffusione di una mentalità attentaai problemi ambientali, mettendo in motoun circolo nel quale informazione, for-mazione, sensibilizzazione ed azione si raf-forzano a vicenda, grazie al coinvolgimentodi cittadini, istituzioni, imprese, associ-azioni, mondo scientifico e comunità locali.Nel corso della mattinata è stata posta par-

ticolare attenzione al tema delle ComunitàResilienti, strumento per valorizzare esostenere lo sviluppo di iniziative che,facendo leva sulle potenzialità ambientali,sociali ed economiche, siano finalizzate al-l’accrescimento della resilienza delle comu-nità territoriali rispetto ad aspetti di criticitàambientale, localmente individuati. Tuttociò non dimenticando l’importanza degliaspetti educativi, formativi e di coinvolgi-mento di giovani studenti, futuro della nos-tra Comunità. Tali momenti di incontro econfronto sono fondamentali per orientareal meglio le risorse di Fondazione Cariploche, non dimentichiamo, nel nostro territo-rio ha sostenuto, solo nel corso del 2016, 27interventi per un valore di € 4.017.131.[Marta Petenzi]

12 Mercoledì – Iniziati i lavori per la pa-sticceria “Mister C” in piazza Duomo.Dopo lunghe attese a causa delle autorizza-zioni, oggi sono iniziati i lavori di ristruttu-razione del negozio di Piazza Duomo, exsede della storica Libreria Duomo. Cam-bierà però decisamente attività perché adessa è subentrata una pasticceria rinomatain Monza, “Le dolcezze di Mister C” dei fra-telli Luca e Fabio Frenquellucci, che hannogià negozio e laboratorio sempre a Monzain Via Borgazzi. Un cambio di politica stra-tegico per la parrocchia che dopo oltre tren-t’anni in cui ha favorito l’attività di libreriad’ispirazione cattolica, si è adeguata ai con-tinui mutamenti e alle richieste del mercatoimmobiliare. A breve quindi, i sacerdoti e ilaici impegnati nelle riunioni in Decanato,sapranno dove fare il loro coffee break,meno culturale ma forse più conviviale.[Lele Calegari]

17 Lunedì – Alberto Angela in Duomo,“Alla Scoperta dell’Arte Sacra”. Seppur ingran segreto un’imponente troupe televi-siva, 20 addetti tra registi, operatori tv e

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il duomo cronaca

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macchinisti, hanno “pacificamente invaso”il Duomo, la Cappella di Teodolinda e ilMuseo in una calda giornata di luglio perregistrare il documentario di Alberto An-gela per il Centro Televisivo Vaticano. ConFondazione Gaiani ed altri enti italiani, ilVaticano sta lavorando in esclusiva al pro-getto di una serialità documentaristica le-gata al tema dell’arte sacra. Attraverso diecipuntate condotte proprio da Alberto An-gela, il progetto mira a raccontare le opered’arte sacra più importanti e preziose di-stribuite nel territorio italiano e nello StatoVaticano. Si tratta di un viaggio unico chemira per la prima volta a disegnare un veroe proprio itinerario dell’arte sacra sul terri-torio italiano. Un’opera che, oltre all’altis-simo livello dei contenuti è statainteramente girata con la tecnologia di ri-presa 4k. La serie che prevede la partecipa-zione di Rai e sarà distribuita tramite ilquotidiano nazionale La Repubblica a par-tire dal prossimo novembre. Il team dellaFondazione Gaiani ha seguito da vicinotutte le riprese e, con assoluta certezza, puòaffermare che il fascino di Teodolinda e laforza della Corona Ferrea hanno letteral-mente conquistato Alberto Angela. [Fondazione Gaiani]

19 Mercoledì – Don Arnaldo compie 88anni. Alle ore 11,15 il gruppo dei preti delDuomo al completo, insieme ad alcuni par-rocchiani, si sono recati alla RSA S. Pietrodi Monza, dove alloggia don Arnaldo, perfesteggiare il suo compleanno: 88 anni! Unabellissima sorpresa ha moltiplicato la festa:il nuovo arcivescovo di Milano, mons.Mario Delpini, che si trovava occasional-mente in loco per presiedere una celebra-zione liturgica si è unito a noi nell’augurarea don Arnaldo ancora tanti anni da festeg-giare. Don Arnaldo, come sempre dolce esorridente, questa volta anche un po’ com-mosso, ha ringraziato tutti dandoci appun-

tamento, se possibile, prima del trascorreredi un nuovo anno. Don Arnaldo rimane nelcuore dei suoi parrocchiani storici e diquelli acquisiti, come persona aperta, di-sponibile, pronto all’ascolto e, se richiesto,al consiglio giusto per continuare la strada

della ricerca di Dio. Grazie don Arnaldo perquello che sei. Auguri da tutti quelli che tihanno conosciuto. [Rita Fogar]

30 Domenica - Don Luigi Piatti è destinatoa Limbiate. E’ una cittadina con circa 35.000abitanti e suo paese natale. Le cinque par-rocchie di cui è composta la città necessi-tano di un aiuto e don Luigi ha accoltol’invito del vescovo a continuare là il suoministero, abitando presso la parrocchiacentrale di san Giorgio. In questo anno dellasua presenza tra noi abbiamo sperimentatoed apprezzato il suo servizio svolto nel no-stro Duomo, nell’aiuto alla catechesi in ora-torio e nella disponibilità al servizioliturgico anche presso le parrocchie dellacittà. L’amore per la liturgia e per il canto li-turgico, la disponibilità per le confessioni ela testimonianza di preghiera sono alcunedelle caratteristiche che ce lo hanno fattoapprezzare e stimare. Ci auguriamo che lasua generosa disponibilità e semplicità dicuore possano diventare seme fecondoanche per la nostra comunità ed il ritorno alpaese d’origine gli permetta di riscoprire leradici della sua vocazione e rivivere la gioiadi una vita donata per amore alla Chiesa ealla società. [Lele Calegari]

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AGOSTO

5 Sabato – Morte del card. Dionigi Tetta-manzi. Verso le ore 10,30 è morto, presso laVilla Sacro Cuore di Triuggio, l’arcivescovoemerito Dionigi Tettamanzi. Dopo la S.Messa vigiliare della festa della Trasfigura-zione del Signore i fedeli, presenti inDuomo, sono stati invitati a pregare per ilnostro arcivescovo defunto. Un piccolo

gruppo ha accolto la proposta dell’arcipretee si è trattenuto in Duomo, insieme ai sa-cerdoti, a pregare il santo rosario. Anchedopo la S. Messa vespertina della domenicaun altro gruppo di fedeli ha sentito il biso-gno di unirsi a questa preghiera di suffra-gio. Contemporaneamente, presso la VillaSacro Cuore di Triuggio, migliaia di per-sone, insieme a sacerdoti e vescovi, fino atarda sera, hanno voluto vegliare, accantoal corpo del cardinale, nel ricordo grato alSignore per i doni e l’amorevole umanitàche il vescovo Dionigi ha testimoniato nelsuo ministero episcopale. [Piergiorgio Beretta]

13 Domenica – Mons. Mario Delpini cele-bra la messa domenicale nel carcere. L’in-vito al nuovo Arcivescovo era maturato a

pochi giorni dalla sua nomina. Il 4 agostodon Augusto ed io ci siamo chiesti: “Perchénon lo invitiamo a una Messa in carcere?”Decidiamo di mandare una mail a lui per-sonalmente e il giorno dopo risponde e ac-cetta. Puntuale - alle ore 8,15 – mons. MarioDelpini varca i cancelli del carcere diMonza. Sono ad attenderlo la direttrice, l’ar-ciprete ed io. Espletate alcune formalità,giungiamo nella cappella del carcere doveincontriamo don Augusto e circa un centi-naio di detenuti. Nell’inizio di questa litur-gia eucaristica mons. Delpini abbatte ogniformalità e cerca di entrare nel cuore di ognifedele che, in questo contesto umano e so-ciale, sa esprimere, nel silenzio e nella par-tecipazione corale, soprattutto nel canto, leestreme e complesse esperienze di vita e didesiderio di verità e comprensione. Nellasua omelia il vescovo, parlando a braccio,con grande passione e umanità, ripete piùvolte la parola chiave del Vangelo delgiorno: “Non abbiate paura”, generandoquel clima di ascolto profondo ed attento dichi esprime così il personale e comunitariobisogno di accogliere parole vere, conso-lanti e capaci di generare speranza anchenelle situazioni umanamente più disperate.Al termine della S. Messa Alessandro, uncarcerato, si è rivolto al vescovo ringrazian-dolo della visita, della preghiera insieme edha concluso così il suo grazie al vescovo:“Quel giorno Gesù si fece avanti, si chinò ediede la mano a Pietro che non ce la facevada solo. Ecco: le chiediamo proprio questo:sia per noi quella mano, da ora in poi. Parlial Signore di noi; ci tenga presenti e ci ac-compagni, in qualche modo, durante glianni in cui sarà l’Arcivescovo. Ci aiuti in-somma a portare il peso e a ritrovare la via.Noi le promettiamo il contraccambio: pre-gheremo per lei e per il suo compito non fa-cile, come sappiamo farlo. Magari in modipoco ortodossi, ma di cuore. Grazie perquesto momento: l’incontro di oggi sarà un

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inizio, l’inizio di una piccola storia tra il Pa-store e una fetta del suo gregge. [Dario Erba]

30 Mercoledì – Mons. Mario Delpini cele-bra il suo pellegrinaggio mariano a Monza.Oggi è stata una giornata speciale per tuttala comunità monzese: il nostro nuovo Arci-vescovo, mons. Mario Delpini, ha celebratoin Duomo, insieme a moltissimi sacerdotidelle parrocchie e delle comunità religiosedella città, la Santa Messa delle ore 10. E’stato un momento di grande gioia e digrande intensità spirituale, vissuto, come ènella personalità di don Mario, senza fasti esenza formalismi. Il Vangelo del giorno (Mt23,27-32), ovvero il discorso di Gesù control’ipocrisia di coloro che vengono paragonatia sepolcri imbiancati, ha offerto al nostroArcivescovo l’opportunità di presentare ilsuo prossimo “programma”:vivere e insegnare a vivere allaluce della fede vera l’insegna-mento di Cristo, tenendosi benlontano da quella che egli hadefinito ”la religione delletombe”, ovvero una religionefatta di gesti esteriori e vuoti,legata ad un passato incapacedi rivitalizzare il presente.Mons Delpini ha invitato tuttia pregare per la Chiesa Am-brosiana, per lui, perché possasvolgere con serenità e sa-pienza il compito che gli è stato assegnato.“Farò anche a meno - ha detto - fin che misarà possibile, della scorta, ma non possofare a meno della comunione dei miei con-fratelli sacerdoti e dell’appoggio della co-munità che mi sorregge con le suepreghiere”. Terminata la messa processio-nalmente i sacerdoti e i fedeli, attraversandola navata centrale, si sono recati davanti al-l’effige della Madonna dell’Aiuto. Qui monsDelpini ha fatto distribuire a tutti un’im-

magine della Pietà Rondanini, con la scritta“a questa morte si appoggia chi vive”; sin-tesi essenziale e chiarissima del suo pen-siero, all’inizio del suo nuovo ministero inDiocesi, sintesi che il vescovo così esprime:“È l’unica Pietà in verticale, in cui è Mariaad appoggiarsi a Gesù. Una scultura in-compiuta, come se le nostre capacità espres-sive fossero incapaci di esprimere appieno ilmistero della fede. Qui la madre si appog-gia al figlio morto e a questa morte si ap-poggia la nostra vita. Anch’io sto in piedi emi appoggio a Lui. V’invito a pregare conme anche nei prossimi giorni”. Nel retrodell’immagine una preghiera da lui scritta,come meditazione e rivisitazione del PadreNostro, affinché ogni fedele, recitandola, ac-compagni il cammino del suo nuovo pa-store e di tutta la Chiesa Ambrosiana.Terminata la celebrazione mons. Delpini,

accompagnato da don Enrico, cappellanodelle Suore Adoratrici e dall’arciprete, haraggiunto a piedi la chiesa del monasterodelle Sacramentine. Qui anche diversi fedelierano in attesa dell’arrivo del vescovo e sisono uniti a lui e alle suore nella preghiera,caratterizzata anche da un canto del ma-gnificat, danzato e accompagnato da tam-buro, chitarra e tamburello suonati da tresuore provenienti dal Kenia. [Gioia Sorteni]

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il duomo attualità

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A tutti i fedeli della ParrocchiaSan Giovanni Battista DuomoMONZA

siate benedetti nel nome del Signore! Vi porto la benedizione, il saluto, l’apprezzamento e l’in-coraggiamento del Cardinale Arcivescovo che rappresento in questa fase conclusiva della Vi-sita Pastorale. La vostra comunità vive dentro la Chiesa Ambrosiana e nella comunione dellaChiesa Cattolica, continuando nel vostro territorio la missione che il Signore risorto ha affidatoai suoi discepoli.

Nel contesto particolare di questo cambiamento d’epoca che stiamo vivendo nella gioia delloSpirito, sotto la guida di Papa Francesco, secondo le indicazioni del Cardinale Arcivescovo,siamo chiamati ad accogliere con gratitudine la grazia della comunione che ci raduna e adesprimerla in una coralità sinfonica che condivide alcune priorità e si decide per un passo dacompiere. Quanto alle priorità da condividere è opportuno esplicitare alcuni tratti della proposta pa-storale che sono irrinunciabili.

La comunità dei discepoli del Signore vive del rapporto con il Signore. Si potrebbe dire che èuna comunità che nasce dall‘Eucaristia e che vive un clima di preghiera fedele e fiduciosa, nella per-suasione che senza il Signore non possiamo fare nulla. La priorità deve essere quindi la cura per la celebrazione della Messa domenicale: deve essereun appuntamento desiderato, preparato, celebrato con gioia e dignità: quindi è necessario checi sia un gruppo liturgico che anima la liturgia, un educazione al canto liturgico, una forma-zione dei ministranti e di tutti coloro che prestano in servizio nella celebrazione (i suggeri-menti proposti in C. MAGNOLI, Parole, gesti, silenzi della messa — Brevi catechesi liturgiche, ed.Ancora, 2016 e le prossime integrazioni devono essere attentamente riprese).

Deve essere favorita anche la preghiera feriale, promuovendo la partecipazione alla Messa, lapreghiera della liturgia delle ore, l’adorazione eucaristica, la preghiera del rosario, le devozionipopolari. E opportuno che la chiesa sia aperta, per quanto possibile. E necessario che la co-munità esprima persone volontarie affidabili e convinte per tenere aperta la chiesa, per ani-mare la preghiera della comunità anche in assenza del prete (per esempio rinnovando ilgruppo dell’Apostolato della preghiera).

La comunità dei discepoli del Signore è il contesto in cui ciascuno riconosce che la sua vita è unagrazia, una vocazione, una missione. Ogni proposta pastorale deve avere come obiettivo l’aiutoperché ciascuno trovi la sua vocazione e la viva nelle forme che lo Spirito suggerisce, quindinella pluralità delle forme associative e dei percorsi personali. In particolare la pastorale gio-vanile deve essere scuola di preghiera e percorso vocazionale. La scelta dei diversi stati di vitadeve essere accompagnata con sapienza e autorevolezza dagli adulti della comunità così dafavorire le decisioni definitive per la vita matrimoniale o le forme di speciale consacrazione.La comunità degli adulti infatti deve pensarsi come comunità educante.

Lettera del Vicario Generalea conclusione della Visita Pastorale

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il duomo attualità

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La comunità dei discepoli del Signore è presente, nel contesto in cui vive, come il sale dellaterra, la luce del mondo, il lievito che fa fermentare tutta la pasta. Nella complessità del nostro tempocoloro che condividono la mentalità e i sentimenti di Cristo hanno la responsabilità di testi-moniare come la fede diventi cultura, proponga una vita buona, desiderabile per tutti, pro-mettente per il futuro del paese e dell’Europa. Nella conversazione quotidiana, nell’uso saggiodegli strumenti di comunicazione della comunità (stampa parrocchiale, buona stampa, spe-cie Avvenire, Il Segno, centri culturali, sale della comunità, social, ecc.) i discepoli del Signorecondividono, argomentano, approfondiscono quella visione dell’uomo e della donna, delmondo e della vita che si ispira al Vangelo, che si lascia istruire dal magistero della Chiesa edalla ricerca personale.

Quanto al passo da compiere individuato durante le fasi precedenti della visita pastorale, èfatto proprio dal Cardinale Arcivescovo e raccomandato in questi termini.

Una cura più attenta deve essere rivolta a proposte formative per gli adulti, in particolare peri genitori dei ragazzi/e dell’Iniziazione Cristiana, per rianimare la pastorale famigliare, rivi-talizzando in particolare il Gruppo Famiglie, per offrire una specifica formazione alle guideturistiche del Duomo, perché, attraverso l’arte e la storia, aiutino i visitatori a cogliere la fededi un popolo che si è espressa in tanta bellezza e può rispondere alla domanda di interioritàe di spiritualità presente nel cuore di tante persone, anche non credenti, e che fatica a trovaresoddisfacenti risposte nelle offerte attualmente proposte.

Particolare attenzione deve essere rivolta alla celebrazione dell’Eucaristia e della Penitenza, in-vestendo maggiori energie per offrire celebrazioni liturgiche più preparate e coinvolgenti apersone di diversa età, cultura e vita spirituale, soprattutto in riferimento alle Messe dome-nicali e festive e assicurando presenze di confessori per la celebrazione del Sacramento dellaRiconciliazione, durante tutta la giornata, soprattutto nei tempi forti e nella prossimità dellefeste liturgiche. Sarà opportuno favorire momenti formativi e di verifica per i sacerdoti e re-ligiosi della città e del decanato perché si attuino alcune proposte già presenti nel rituale dellaPenitenza, in ordine alle modalità della celebrazione.

Progettando soprattutto i percorsi di educazione alla fede del nostro adolescenti e giovani, èurgente instaurare concrete “alleanze educative” con le parrocchie della città e con le istitu-zioni scolastiche locali, in sinergia con proposte educative presenti in città Caritas, cultura,ambiente, sport...).Incarico il consiglio pastorale di riprendere e attuare le indicazioni di questa lettera e di ve-rificarne puntualmente l’attuazione con scadenza annuale per esempio nella prima settima diquaresima degli anni a venire. Chiedo anche che quando dovesse esserci un avvicendamentodei preti con responsabilità pastorale nella comunità, questa “riconsegna” sia letta e attenta-mente considerata con gli operatori pastorali e l’intera comunità. Accompagno il cammino di tutti con ogni benedizione e invoco ogni grazia per intercessionedei santi Ambrogio e Carlo, dei santi patroni della parrocchia/comunità pastorale.

IL VICARIO GENERALE

Milano, 26 maggio 2017 (+Mario Delpini)

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il duomo attualità

La notizia è risaputa dall’inizio del mese diagosto quando, durante le celebrazioni li-turgiche, è stato reso noto del mio trasferi-mento dalla parrocchia di S. GiovanniBattista in Monza alla parrocchia di S. Gior-gio in Limbiate. Qualcuno si sarà meravigliato: “E’ passatosoltanto un anno… Abbiamo appena fatto

tempo a conoscerci che già tutto termina...Abbiamo iniziato a collaborare in qualcheriunione di catechesi e adesso perdiamoqualcuno su cui potevamo contare...”. Sì, èpassato un anno e lascio questa parrocchiache mi ha accolto e ospitato nella Casa delClero, per recarmi nella mia parrocchia diorigine: Limbiate, una cittadina con una po-polazione di circa 35.000 persone, distri-buite in 5 parrocchie in provincia di Monzae Brianza. Non ci siamo poi così tanto allontanati: siparla di circa 8 chilometri sulla strada pro-vinciale che collega Monza a Saronno, circaa metà strada, e servita da un percorso diautolinee che parte appunto dalla città e col-lega i paesi dell’hinterland. Risiederò presso la parrocchia di S. Giorgiocome “sacerdote residente con incarichi pa-storali”. Parto con un’esperienza prolungata di lun-

ghe ore di preghiera e confessionale, doveho ascoltato persone di varie età e con dif-ferenti problemi e dove ho potuto accom-pagnare molti, con una parola e unconsiglio di consolazione e d’incoraggia-mento ad amare di più il Signore. Le varie persone incontrate - dalla gente co-mune abituata a frequentare il Duomo, ai

catechisti e ai ragazzidell’oratorio con i loroeducatori... - mi hannoaiutato a “fare il prete inmezzo alla gente” e que-sta esperienza mi aiuteràancora di più nel nuovocammino pastorale. Ringrazio mons. Arci-prete e i sacerdoti che mihanno accolto in parroc-chia e nella condivisionedella vita comune nellaCasa del Clero. Ringra-zio le signore che aiu-tano i sacerdoti nei

bisogni ordinari della vita (vitto e alloggio)e quanti ho incontrato e in vari modi si sonointeressati di me, della mia salute, della miapermanenza in parrocchia. Parecchie persone mi hanno promesso chepregheranno per me. Le ringrazio di cuoree conto sulle loro preghiere: saranno ilmodo per tenerci uniti e per formare l’unicopopolo di Dio, la Chiesa, che si trova in di-versi luoghi, ma che forma “un cuor solo eun’anima sola” in Gesù. Se posso dare un piccolo consiglio a chi miha conosciuto e anche a chi neppure ho in-contrato: invito tutti ad amare la nostraparrocchia, a percorre insieme i passi delcammino che sta proponendo a tutti, se-condo l’età di ciascuno e a fare tesoro diogni occasione di bene per crescere sempredi più in una spiritualità di comunione. A tutti auguro ogni bene e saluto cordial-mente.

Don Luigi saluta e ringrazia

don Luigi Piatti

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Sicurezza e ordine, più che uno slogan. E’questo in effetti il cuore del programma conil quale Dario Allevi è diventato il sindaco

di Monza lo scorso 25 giugno al termine diun ballottaggio sofferto e incerto: il candi-dato del centrodestra ha infatti prevalso sulsindaco uscente Roberto Scanagatti che conil centrosinistra puntava alla riconferma perpoco più di mille voti su oltre 42milaespressi dai monzesi che si erano recati alleurne. Questo dopo che il primo turno delleelezioni comunali svoltosi domenica 11 giu-gno aveva visto Scanagatti prevalere su Al-levi solo per 35 voti.Due i dati salienti della tornata ammini-strativa che ha caratteriz-zato l’intera primavera el’inizio dell’estate in città:anche le elezioni del 2017hanno confermato che aMonza un sindaco, daquando viene eletto di-rettamente dai cittadini,non riesce a governareper un secondo mandato,ovvero per un decennio.La ragione è sostanzial-mente una sola: dal 1997ad oggi, nell’arco di vent’anni, nelle cinqueconsultazioni amministrative che si sonosvolte il centrodestra è uscito sconfitto indue sole occasioni, nel 2002 e nel 2012, nelprimo caso per non aver riconfermato il sin-

daco uscente Roberto Colombo e averglipreferito quale candidato l’ex ministro Ro-berto Radice di Arcore, la seconda volta per

essersi presentato divisocon la Lega a sostenerel’uscente Marco Mariani(che nel 2007 aveva scon-fitto il primo cittadinoMichele Faglia) e ForzaItalia schierata con An-drea Mandelli, senatore efarmacista con incarichi alivello nazionale la-sciando così il campo aRoberto Scanagatti.

Monza è e resta politicamente una città dicentrodestra anche se proprio le elezioni del2017 hanno visto, al netto delle titubanzeiniziali di Forza Italia a sostenere Dario Al-levi, i due maggiori schieramenti molto piùvicini numericamente che in passato. E ciòmalgrado il Movimento 5 Stelle che si è im-posto da quattro anni a questa parte cometerza forza politica nazionale in città nonabbia ‘sfondato’.L’altro dato ancor più rilevante della con-sultazione elettorale del giugno scorso è che

alle urne si è recata di fatto la metà deglielettori monzesi: 51,9% la percentuale alprimo turno, addirittura 45,35% al ballot-taggio.Questo rifiuto, perché di tale si può parlare

il duomo attualità

Dopo la svolta delle elezioni amministrative: priorità sicurezza e ordine, ma c’è una Monza tutta da scoprire

Luigi Losa

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il duomo attualità

più che di disaffezione, è confermato daldato dell’affluenza ai seggi fatta registrareil 4 dicembre dello scorso anno in occasionedel referendum costituzionale, che sicura-mente aveva, sulla carta ma non solo, meno‘appeal’ del voto per il sindaco e per i con-siglio comunale dellapropria città: allora in-fatti la percentuale fudel 75,39%.Il che significa che insoli sei mesi all’incirca20mila monzesi hannorinunciato o si sonoproprio rifiutati di tor-nare a votare per chi lidovrà governare per iprossimi cinque anni.E’ un dato questo sulquale sinora mi parenessuno abbia saputo,o soprattutto voluto, riflettere mentre credosia assai preoccupante che la metà dei citta-dini non abbia ritenuto utile, necessario, im-portante esprimere il proprio voto eaddirittura la propria scelta tra persone incarne ed ossa, nomi e volti parecchi deiquali assai noti, che si proponevano per am-ministrare Monza, realizzare insomma il fa-moso ‘bene comune’.Sfiducia? Stanchezza? Candidati e/o pro-grammi non credibili? Sicuramente, al di làdei risultati, della piena legittimità della vit-toria di Allevi, del fatto che sia stato confer-mato un orientamento politicomaggioritario di fatto da sempre, le elezioniamministrative 2017 accendono più di unaspia di allarme sul quadro dei comandidella politica locale. C’è un malessere evi-dentemente diffuso, c’è quella che a mio av-viso è una ‘mutazione genetica’ in atto nelsenso che, a fronte di una città che invecchiaa ritmi vertiginosi (nello scorso mese dimaggio 60 nascite e 120 decessi) e che vedel’arrivo di nuovi cittadini dall’esterno (non

soltanto i profughi), vi è un rimescolamentonon di carte più o meno bollate o d’identitàquanto di storie personali, origini, tradi-zioni, culture, stili e comportamenti e mo-delli e concezioni di vita. E il tutto avvienein una città che come tutte le altre comunità

grandi e piccole d’Ita-lia e d’Europa se nondell’intero Occidente sitrova a fare i conti con igrandi processi epocalidi cambiamento inatto, in primis quellieconomici e del lavorocon tutte le ricadute so-ciale del caso.Ed allora se sicurezza eordine sono sicura-mente urgenze e prio-rità che la nuovaamministrazione vuole

affrontare e lo sta facendo con grande de-terminazione, così come allo stesso modopenso sarà attesa al varco della lotta al de-grado a partire da quello più semplice dellapulizia di strade, giardini, parchi, etc., non-dimeno sono dell’avviso che prima o poi,ma meglio quanto prima, toccherà al sin-daco e alla sua giunta in primis ma anche atutta la politica e la società civile così comele stesse comunità cristiane interrogarsi unavolta per tutte su cosa è oggi Monza, sucosa vuole e/o può diventare, come,quando, con chi e per che cosa. Partendo daun punto ineludibile, il dialogo a tuttocampo, non solo con chi è ‘vicino’ ma so-prattutto con chi se ne sta alla larga da tuttoe da tutti, da quelli insomma che non sonovoluti andare a votare. Perché sono semprepiù dell’idea che un sindaco e/o un asses-sore non debba ascoltare chi bussa alla suaporta ma preoccuparsi anche di chi non lofa e non lo farà mai, una sorta di ‘maggio-ranza invisibile’ che non si sa come vive ecosa pensa.

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il duomo attualità

La mattina dello scorso 5 agosto, nella VillaSacro Cuore di Triuggio, dove si era ritiratodopo le dimissioni da Arcivescovo di Mi-lano per raggiunti limiti di età, si è spento ilcardinale Dionigi Tettamanzi. Aveva 83anni ed è stato nostro Arcivescovo per noveanni dal 2002 al 2011. Il funerale si è svolto,nel Duomo di Milano, con larga partecipa-zione di autorità e di popolo, ed ora la sua

salma riposa in duomo, ai piedi della Ma-donna dell’albero, in attesa del giorno dellarisurrezione.Appena conosciuta la notizia della mortedel cardinale Tettamanzi, mi è venuto spon-taneo rileggere le parole che l’Autore dellalettera agli Ebrei colloca verso la fine delsuo scritto: “Ricordatevi dei vostri capi, iquali vi hanno annunciato la parola di Dio.Considerando attentamente l’esito finaledella loro vita, imitatene la fede. Gesù Cri-sto è lo stesso ieri e oggi e per sempre!” (Eb.12, 7-8).Certo, bisognerà lasciar trascorrere il tempoperché si possano elaborare analisi storiche,approfondite e critiche, dell’episcopato delcardinale Tettamanzi nella grande storiadella Chiesa ambrosiana e in riferimentoalle situazioni temporali in cui lui ha ope-rato. Ma il ricordo vicino ai fatti ha una vi-vacità e una capacità di testimonianza chesarebbe difficile trovare anche nella piùseria e documentata ricostruzione storicaposteriore.Il cardinale Tettamanzi è stato spesso defi-nito, con un’espressione perlomeno ridut-tiva, un bravo parroco diventatoArcivescovo. E in un certo senso è vero: hopersonalmente vissuto questa esperienza.

Quando ero parroco a Mi-lano, avevo invitato il cardi-nale a una celebrazione inparrocchia. La funzione li-turgica è durata un’ora. Iltempo trascorso sul sagratodella chiesa, in mezzo allagente a stringere le mani e ascambiare anche solo dueparole fugaci, con quel suolargo sorriso che infondevasperanza, è stato almeno ildoppio. Ed era una sceltaconsapevole, tanto che piùvolte ha affermato che di undiscorso, anche se dotto, ci

Ricordo del Cardinale Dionigi Tettamanzidon Carlo Crotti

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il duomo attualità

si dimentica facilmente mentre un incontropersonale resta tra i ricordi più vividi nellastoria di un uomo. In tal modo, l’Arcive-scovo ci ha richiamato una grande verità: la

Chiesa è un popolo, il popolo di Dio. LaChiesa, casa di Dio, è anche la casa di tutti isuoi figli che possono e devono essere ac-colti, nella loro concreta condizione di vita,perché possano camminare verso la pie-nezza di umanità che è Cristo Signore.Ma non sembri che il cardinale Tettamanzisia stato un simpatico bonaccione cultural-mente forse un po’ sprovveduto. Al contra-rio è stato un grande intellettuale. Ne fannofede la laurea in teologia morale alla Gre-goriana di Roma, i decenni trascorsi comedocente nel seminario di Venegono, la vastabibliografia di libri e articoli pubblicati.Aveva il dono della chiarezza e della sintesiche rendevano accessibili a tutti anche i piùcomplessi problemi di teologia morale. Mavi è un ambito in cui il cardinale Tettamanziè stato un antesignano: la bioetica. Difronte ai grandi sviluppi della ricerca scien-tifica in campo biologico, non ha oppostoun rifiuto preconcetto, ma ha assunto l’at-teggiamento del dialogo con la scienza. In-segnando a noi che rivelazione eintelligenza, fede e ragione hanno in Dio la

loro fonte e quindi possono e devono colla-borare per servire l’uomo.In questo breve ricordo del cardinale Tetta-manzi non posso tralasciare due attenzioni

concrete che hanno segnato glianni del suo episcopato mila-nese, con vasta eco nei mezzi dicomunicazione.Innanzitutto la famiglia. Per bentre anni consecutivi, con il magi-stero e le indicazioni operativedei piani pastorali, ha impe-gnato l’intera diocesi a rinnovarecreativamente il proprio servizioalle famiglie e ai giovani che sipreparano al matrimonio. Inquesto contesto, nel 2008, fecenotizia la “Lettera agli sposi insituazione di separazione, divor-zio e nuova unione”. Anticipava

il magistero di Papa Francesco nella Amorislaetitia. In secondo luogo il fondo famiglia-lavoro.Strutturata in forme snelle, efficienti e radi-cate sul territorio, l’iniziativa dell’Arcive-scovo ha permesso a migliaia di famiglie,rimaste senza lavoro, di affrontare decoro-samente la crisi economica-finanziaria suc-cessiva al 2007. E ha dimostrato, ancora unavolta, di quale generosa solidarietà sia ca-pace la gente ambrosiana.Non trovo modo migliore per chiudere que-sta ricordo del cardinale Tettamanzi, fram-mentario certo, ma affettuoso ericonoscente, che citare alcune parole delPapa nel messaggio inviato alla diocesi eletto durante il funerale. Il cardinale è “tra ifigli più illustri e tra i pastori più amabili eamati della diocesi ambrosiana… Nella suafeconda esistenza ha testimoniato con gioiail Vangelo e servito docilmente la Chiesa…Pastore sollecito, con una peculiare atten-zione ai temi della famiglia, del matrimo-nio, della bioetica, dei quali eraparticolarmente esperto”.

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il duomo attualità

Per tre giorni all’anno, nel mese disettembre, Monza diventa idealmente piùgrande. Si apre per accogliere migliaia divisitatori e viene evocata dalla stampa ditutto il mondo. Giornali, televisioni, siti webrilanciano continuamente le notizieprovenienti da Monza. La terza città dellaLombardia per numero di abitanti diventail centro numero uno per gli appassionatidei motori. A chi non è mai capitato ditrovarsi dall’altra parte del mondo (o soloin una qualsiasi città europea) e di dire aglioccasionali compagni di viaggio: “Io vengoda Monza, la città dell’Autodromo” e poisentirsi rispondere: “Ah si, la conosco”oppure “Ci sono stato una volta a vedere ilGran Premio di Formula Uno” ? Probabilmente molti, moltissimi di noihanno vissuto questa esperienza. E nel mese di settembre i monzesi sitrasformano in ideali padroni di casa perricevere tifosi da ogni parte d’Italia e datanti paesi del globo. Chi non ama in modoparticolare la Formula Uno e punta soventeil dito sui danni ambientali che i motori e lemasse di persone possono provocareall’ecosistema del parco sostiene che aglispettatori del Gran Premiointeressi poco o niente dellacittà. Forse sarà così, forseno. Ma, comunque sia, èinevitabile vedere tantagente nelle vie del centrostorico (ed anche inperiferia) nei tre giorni incui il Circus della formulauno è sbarcato in città.Molti negozi si fanno piùbelli creando vetrine a temacon caschi, cappellini,bandiere, tute, macchininee tutto ciò che possaricordare l’importante avvenimentosportivo. I bar si attrezzano con particolaridehor per servire più comodamente birre

alla spina e panini imbottiti. Titolari ecommessi spesso sfoderano con perizia leloro conoscenze linguistiche per venireincontro alle esigenze dei visitatori d’oltreconfine. Insomma, in questi giorni la cittàcambia veste. Il centro sembra più allegro,più festaiolo. Sotto certi aspetti ricordaalcune piazze delle maggiori localitàturistiche italiane e del mondo con tantipunti di attrazione.Manifestazioni di vario genere, per grandie piccini, vengono messe nel cartellone delgrande contenitore “MonzaGp” chequest’anno ha compiuto venti anni. C’è chisi diverte a passare da uno stand all’altroper raccogliere gadgets, c’è chi fa unpensierino sul prossimo acquistoguardando le auto esposte dagliautoconcessionari della città e delcircondario, chi si fa immortalare o si scattaun selfie davanti alle auto d’epoca e dacorsa parcheggiate in piazza Trento eTrieste.Per molti monzesi di occasioni cosìdovrebbero essercene anche in altri periodidell’anno (“La nostra città spesso sembra unmortorio”, affermano) per altri sono solo

fonte di caos e ricettacolo di ordesemibarbariche. Impossibile accontentaretutti ma una città viva e vivace rappresenta

Il volto di Monza durante il Gran PremioAngelo Maria Longoni

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il duomo storia ed arte

sempre un bel biglietto da visita. E in questecircostanze si può mostrare ciò che d’altrooffre Monza oltre l’autodromo: la sua storia e

i suoi monumenti per fare in modo che sporte cultura possano diventare un volano perl’economia locale. Ben vengano iniziative perillustrare le vicende della Regina Teodolinda,alla quale si deve la costruzione del nostroDuomo, la storia medievale, i passi deiPromessi Sposi, l’arrivo della corte austriacacon la costruzione della Villa Reale poi abitataanche dai francesi e dai reali d’Italia. Di carneal fuoco ce n’è tanta e in grado di accontentarepiù palati.Peccato che quest’anno arovinare la festa ci abbiapensato il maltempo. Senella giornata di venerdìGiove Pluvio ha risparmiatole sue ire non è stato così inquella di sabato, la giornatain cui la gente è piùpropensa ad uscire di casa, aritrovarsi in piazza pergustare gli ultimi scampolid’estate, a passeggiare per levie del centro, a frequentarei locali. Dopo un’estate

torrida e secca da fare paura l’acqua è scesa acatinelle e la temperatura è precipitata suvalori tardo autunnali. Il clima peggiore in cui

svolgere attività di intrattenimento.Che tristezza, quasi da magone,aggirarsi per le strade del centrosemivuote e leggere la delusionesulla faccia di molti addetti aglistand e dei negozianti che per quelgiorno avevano fatto previsionidiverse in termini di ritornieconomici e di immagine.Una nota positiva in questo grigioreè stata la presenza del sindaco diAmatrice Sergio Pirozzi che sotto iportici dell’Arengario ha potutoapprezzare il grande cuore di Monzae della Brianza in occasione dellafirma di una convenzione conBrianzacque per dotare un nuovo

istituto scolastico del comune reatino, tantoprovato dal disastroso terremoto dello scorsoanno, di infrastrutture idriche e fognarie.Domenica il sole ha fatto nuovamentecapolino giusto per farci ammirare lospettacolo delle Frecce Tricoloridell’Aeronautica Militare e per permettere atutti coloro che erano in autodromo diassistere ad un Gran premio all’asciutto.Ai tifosi del cavallino rampante il sole non haproprio sorriso. Ma questa è un’altra storia….

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il duomo angolo del teologo

Su alcuni giornali, si stanno affermando ru-briche che comunicano solo buone notizie. Ece n’è un gran bisogno, perché il panoramadell’informazione tante volte è depressivo:

sembra che tutto vada male, pare che non fun-zioni nulla e che sia sempre il peggio a preva-lere. Certo, le realtà negative esistono esarebbe da stupidi chiudere gli occhi e assu-mere l’atteggiamento dello struzzo. Ma esi-stono anche fatti positivi e belli ed è giustoparlarne, perché non vinca il pessimismo chegenera paura, ma la speranza che ci permettedi affrontare, con fiducia e realismo, i nostritempi difficili e complessi.Ed ecco allora una buona notizia: l’oratorio fe-riale nel tempo dell’estate. Tutto qui? E perchéparlarne proprio ora che l’estate è ormai allespalle e il campanello dell’orario scolasticoscandisce le giornate dei nostri ragazzi? In-nanzitutto perché la distanza nel tempo ci per-mette una valutazione obiettiva e non

apologetica dei fatti. Ma anche perché non sa-rebbe né giusto né corretto lasciar cadere neldimenticatoio una buona notizia che è oppor-tuno giunga a strati più larghi dell’opinione

pubblica e non solo a coloro che nesono stati personalmente coinvolti.E allora partiamo dai dati concretiche si riferiscono alla nostra città eche sono relativi all’estate 2016. Alsuono del campanello che chiudeval’attività scolastica, si sono aperti 16oratori che, per un periodo di 4 o 5settimane, hanno accolto 4189 ra-gazzi e ragazze nell’età della scuolaelementare e media. Dalle 7.30 delmattino fino alle 18.00 del pomerig-gio, con la possibilità di fermarsi peril pranzo e per la merenda. Ai geni-tori viene richiesto un contributo eco-nomico contenuto, pur con leggerevariazioni da caso a caso: ad esempionell’oratorio del Duomo il contributoera fissato in 20,00 Euro la settimanae in 5,00 Euro per il pranzo. Lo scoponon è di guadagnare, ma di servire.Lodevole anche l’attenzione dellaAmministrazione Comunale che,consapevole del loro prezioso servi-

zio, ha sostenuto gli oratori estivi con il con-tributo complessivo di Euro 65.000,00. Ai genitori non si chiede nulla: né della con-dizione matrimoniale, né del paese di prove-nienza, né del credo o della pratica religiosa.Sono uomini e donne impegnati nel lavoro,che cercano un luogo educativo per i loro figli,liberi dalla scuola. In una società in cui tantiparlano di famiglia, e non sempre a proposito,è bello trovare persone e ambienti che accol-gono, senza preclusioni e senza barriere. Ac-canto ai responsabili, l’oratorio estivo è statoanimato da decine di adolescenti e di giovani,perché fosse un luogo educativo ai valoriumani della gioia e dell’amicizia, radicati nel-l’impegno della testimonianza cristiana. Pre-ziosa anche la presenza, volontaria e gratuita,

Considerazioni sull’Oratorio Estivo

don Carlo Crotti

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il duomo angolo del teologo

di mamme, nonne enonni che hanno ga-rantito alcuni aspettilogistici: la vigilanza, ilbar, la pulizia, il servi-zio a tavola…Allora, tutto rose efiori? Non è mai cosìnella vita. Ma pur con iproblemi che la sua ge-stione comporta, l’ora-torio estivo fa onorealla comunità cristianaed è una buona notiziaper l’intera città.Nella comunità cristiana però, alcuni si chie-dono dove siano tutti questi ragazzi durantel’anno pastorale: non è per caso che i genitorisi rivolgono a noi solo quando hanno bisogno?Questa critica va superata facendo riferimentoall’insegnamento evangelico del “gratuita-mente avete ricevuto, gratuitamente date”(Mt. 10,8). Il principio do ut des non appartieneallo stile cristiano di vita.Altri invece hanno mosso critiche a questa ead altre iniziative similari parlando di indebitasupplenza ecclesiale davanti a presunte ina-dempienze delle istituzioni civili. Ma anchequesta è una critica evangelicamente infon-data. La Chiesa, nella sua storia, non si è maichiesta a chi toccasse. Ma, sull’esempio delbuon samaritano del Vangelo (Lc. 10,29-37), siè sempre chinata verso il bisogno di chi in-contrava sulla sua strada. Ed anche questa èuna buona notizia: sul modello di Gesù, esi-

stono ancora i buoni samaritani.Infine questa realtà bella dell’oratorio estivopone delle domande alla comunità cristiana,nella quale si avverte talvolta la nostalgia e ilrimpianto dei bei tempi andati quando, in di-verso contesto sociale, l’oratorio era il più im-portante, in taluni casi addirittura l’unico,luogo di aggregazione per ragazzi e giovani.Non è più così e non sarà più così. L’oratoriova ripensato, se vogliamo che abbia un futuro.La pista da seguire per questo ripensamentoce l’ha indicata autorevolmente l’ArcivescovoScola quando, in una delle sue lettere pasto-rali, ci ha presentato il metodo della comunitàeducante per la vita e l’attività della parrocchiae dell’oratorio. Ma qui il discorso di farebbetroppo lungo e lasciamo questa responsabilitàagli organismi competenti nella comunità cri-stiana. Di buone notizie ne abbiamo già co-municate a sufficienza.

Se qualche lettore volesse porre domande o avanzare osservazioni in merito al contenuto di questa rubrìca o più in generale su questioni attinenti la vita di fede,

può scrivere al seguente indirizzo:Il Duomo – Via Canonica 8 – 20900 Monza oppure a [email protected] Sarà nostra premura inoltrare a don Carlo Crotti tali richieste. La redazione

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LL’’aallbbeerroo ddeellllaa vviittaa

CCAALLEENNDDAARRIIOO

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PPrreessiieeddee ddoonn GGiiuusseeppppee CCoommoo,,rreessppoonnssaabbiillee ddiioocceessaannoo ddeeii ddiiaaccoonnii ppeerrmmaanneennttii..

22 oottttoobbrree –– LLuunneeddìì:: SSaannttii AAnnggeellii CCuussttooddiioorree 1177 –– iinn oorraattoorriioo:: IInniizziioo ddeeggllii iinnccoonnttrrii ddii ccaatteecchheessii

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lleeggiittttiimmiittàà ddeell ccuullttoo ddeell ““SSaannttoo CChhiiooddoo”” ddeellllaa CCoorroonnaa FFeerrrreeaa,,ddooppoo uunn lluunnggoo bbrraacccciioo ddii ffeerrrroo ccoonn MMiillaannoo..

RReellaattoorree:: DDoonn CCaarrlloo CCrroottttii

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RRIITTOORRNNAATTIIRRIITTOORRNNAATTIIAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEAALLLLAA CCAASSAA DDEELL PPAADDRREEMMuuttttii LLuucciiaannoo GGiiuusseeppppeeMMuuttttii LLuucciiaannoo GGiiuusseeppppeePPoonnttii CCaarrllaa AAddeelleePPoonnttii CCaarrllaa AAddeelleeBBeerreettttaa RRaacchheelleeBBeerreettttaa RRaacchheelleeRRaanneerrii DDoommeenniiccooRRaanneerrii DDoommeenniiccooAArroossiioo AAnnggeellaaAArroossiioo AAnnggeellaaQQuuaattttrroocccchhii MMaarrgghheerriittaaQQuuaattttrroocccchhii MMaarrgghheerriittaa

HHAANNNNOO FFOORRMMAATTOO HHAANNNNOO FFOORRMMAATTOO UUNNAA NNUUOOVVAA FFAAMMIIGGLLIIAAUUNNAA NNUUOOVVAA FFAAMMIIGGLLIIAAMMaaccii SSaallvvaattoorree ee BBeevviillaaccqquuaa MMaarriiaalluuiissaaMMaaccii SSaallvvaattoorree ee BBeevviillaaccqquuaa MMaarriiaalluuiissaaMMaaggnnii FFrraanncceessccoo ee CCoorraammee CCaammiillllaaMMaaggnnii FFrraanncceessccoo ee CCoorraammee CCaammiillllaaAAnnnneessee GGiiaannccaarrlloo ee DDee CCaarrlloo CCaatteerriinnaaAAnnnneessee GGiiaannccaarrlloo ee DDee CCaarrlloo CCaatteerriinnaaMMaarrcchheessii EEmmaannuueellee ee FFaacccchhiinnii CChhiiaarraaMMaarrcchheessii EEmmaannuueellee ee FFaacccchhiinnii CChhiiaarraaBBoovvaa CCoossiimmoo ee SSaallvvaattii EElleeoonnoorraaBBoovvaa CCoossiimmoo ee SSaallvvaattii EElleeoonnoorraaPPaallmmaa NNiiccoolloo’’ ee CCoorrttii EElleennaaPPaallmmaa NNiiccoolloo’’ ee CCoorrttii EElleennaaCCaassaarraannoo AAnnggeelloo ee FFoorrttiinnoo EElliissaaCCaassaarraannoo AAnnggeelloo ee FFoorrttiinnoo EElliissaa

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VViiaa BBeellvveeddeerree,, 4422 -- 2200886622 AArrccoorree ((MMBB))

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