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ilfatto_20131018

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Venerdì 18 ottobre 2013 – Anno 5 – n° 286 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Corazzieri & Cancellieri di Marco Travaglio S egnatevi questi nomi: Alfredo Montalto e Stefania Brambille, presidente e giudice a latere della Corte d’assise di Palermo che ieri, con i sei giudici popolari, hanno avuto il co- raggio di accogliere la richiesta della Procura di ascoltare come testimoni il presidente della Re- pubblica e alcuni suoi fedelissimi nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Potrebbero avere i soliti guai che in Italia toccano in sorte a chi tocca certi fili: andranno a scavare nella loro vita privata, a rovistare nei loro armadi, cassetti e cassonetti alla ricerca di qualcosa. Com’è ac- caduto agli Esposito, Mesiano, Boccassini, In- groia, Di Pietro, Woodcock, De Magistris, For- leo, Nuzzi e tanti altri magistrati diversissimi fra loro, ma accomunati da un peccato originale: aver disturbato il potere costituito. Erano stati avvertiti, Montante e Brambille: la testimonian- za del Presidente non s’ha da fare, né ora né mai. Li aveva ammoniti Michele Vietti, vicepresi- dente del Csm, l’organo di giustizia disciplinare presieduto dallo stesso capo dello Stato, con due pesanti interferenze nella loro autonomia. Li avevano sconsigliati i soliti giuristi di corte sguinzagliati a comando sui giornali di stretta obbedienza. Li aveva massaggiati l’Avvocatura dello Stato, che in teoria rappresenta i cittadini italiani, vittime della trattativa Stato-mafia, ma in realtà funge da guardia del corpo del Re. Il Tribunale di Palermo chiamato a giudicare Mo- ri e Obinu per la mancata cattura di Provenzano aveva fornito loro una comoda scappatoia, de- positando proprio l’altroieri le motivazioni del- l’assoluzione in cui, già che c’era, tentava di as- solvere anche gl’imputati della trattativa (non tutti: solo i politici e i carabinieri). E ancora ieri, alla notizia della loro decisione, li ha intimiditi il ministro della Giustizia Anna Maria Cancel- lieri, titolare dell’azione disciplinare, con una dichiarazione ben peggio che strabiliante: “Non ho letto la motivazione, prima vorrei documen- tarmi. Ma la convocazione mi lascia un po’ per- plessa, mi sembra un po’ inusuale”. Ecco, brava: si documenti ed eviti di dare aria alla bocca. Qui le cose inusuali che lasciano perplessi sono al- tre: uno Stato che tratta con la mafia e ormai se ne vanta; un esercito di presunti servitori dello Stato che mentono per la gola e ricordano a singhiozzo, ma solo quando i mafiosi e i figli dei mafiosi li costringono a farlo; un capo dello Stato che, anziché precipitarsi dai giudici a dire tutto ciò che sa, fa l’offeso e si trincera dietro i corazzieri; e una cosiddetta ministra della Giu- stizia che ignora i fondamentali del diritto, tipo l’art. 205 del Codice di procedura penale che prevede espressamente la testimonianza del Presidente al Quirinale. Chissà perché questo scatenamento non s’è registrato qualche mese fa, quando a convocare Napolitano come teste fu la Corte d’assise di Caltanissetta nel processo Borsellino-quater. Forse perché rifiutarsi di te- stimoniare nel quarto processo sulla strage di via D’Amelio pareva un po’ troppo anche a lor- signori. O forse perché stavolta c’è di mezzo quel che scrisse il consigliere giuridico Loris D’Ambrosio nella lettera di dimissioni del giu- gno 2012 (pubblicata da Napolitano con un pla- teale autogol): e cioè che aveva confidato al Pre- sidente i suoi “timori” di essere stato usato co- me “ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi” all’Alto com- missariato antimafia e poi al ministero della Giustizia crocevia dei traffici legislativi in os- sequio al papello. Se Napolitano testimonierà che D’Ambosio non gli disse nulla, gli darà del bugiardo. Se invece rivelerà le sue confidenze, qualcuno si domanderà perché non abbia sen- tito il dovere di farlo prima. Ma potrebbe pure rifiutarsi di testimoniare e tenere i giudici fuori dalla porta, come già Cossiga nel processo Gla- dio, ben sapendo che al Presidente non può accadere ciò che accade in questi casi a ogni altro cittadino: accompagnamento coatto dei carabinieri e incriminazione per reticenza. Nel qual caso, avremo capito tutto lo stesso. Accolta dai giudici la richiesta dei pm: il presidente della Repubblica sarà ascoltato in merito alle parole dell’ex consigliere D’Ambrosio, da Di Matteo, Del Bene e Tartaglia nel processo sulla Trattativa. Il guardasigilli Cancellieri: “Sono perplessa” Enrico Letta va da Obama e si consola: “Anche lui ha i suoi problemi”. La differenza è che a Washington i problemi si risolvono, a Ro m a si complicano MONTI MOLLA SCELTA CIVICA IL PD SPARA SULLA MANOVRA Stato-mafia, Napolitano sarà testimone. Oh, finalmente si sposano » www.spinoza.it LA CATTIVERIA » SFUMA LA RAI Crozza, il comico che piace a tutti rimane a La7 Scanzi » pag. 18 Lapo Elkann durante una commemorazione di Gianni Agnelli “DIVERSO DA MIO NONNO, VA BENE COSÌ” “È il momento di dire la verità: dai 13 anni, in collegio, ho vissuto cose brutte. Parlo di abusi fisici. Sessuali”. Il nipote dell’Avvocato racconta il passato mai svelato prima. E parla del rapporto ritrovato con la madre, degli attacchi di Della Valle, della caduta di Berlusconi e delle lezioni di Kissinger Borromeo e Pagani » pag. 4 - 5 - 6 In minoranza nel gruppo, l’ex premier critica la legge di Stabilità e contesta il piano del ministro Mauro di fondare con Alfano il Ppe italiano E per Letta (ieri da Obama) non è l’unica tegola: il viceministro Fassina verso le dimissioni. Epifani: fa bene, lo hanno isolato VINCENZO MORGANTE di Carlo Tecce V incenzo Morgante ha un merito: è un giornalista di corrente schifaniana, vuol dire di Renato Schifani. Come essere un collezionista, come essere custode di un franco- bollo Gronchi rosa. » pag. 19 Lo specialista delle “promozioni” al vertice dei tg regionali Rai di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza P erché Loris D’Ambrosio, consigliere giuridico di Napolitano, aveva il timore “di essere stato considerato un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per in- dicibili accordi”? » pag. 2 - 3 Cannavò, d’Esposito e Feltri » pag. 8 e 11 » STATO-MAFIA » Sarà testimone a Palermo Ora Napolitano deve dire tutta la verità A SERVIZIO PUBBLICO Bonev: “I festini di B. continuano e litiga con Francesca” Fagnani » pag. 9 Lapo Elkann: “Vi racconto la mia vita con il male” y(7HC0D7*KSTKKQ( +@!#!z!#!:
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Page 1: ilfatto_20131018

Venerdì 18 ottobre 2 01 3 – Anno 5 – n° 286 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Corazzieri & Cancellieridi Marco Travaglio

Segnatevi questi nomi: Alfredo Montalto eStefania Brambille, presidente e giudice a

latere della Corte d’assise di Palermo che ieri,con i sei giudici popolari, hanno avuto il co-raggio di accogliere la richiesta della Procura diascoltare come testimoni il presidente della Re-pubblica e alcuni suoi fedelissimi nel processosulla trattativa Stato-mafia. Potrebbero avere isoliti guai che in Italia toccano in sorte a chitocca certi fili: andranno a scavare nella lorovita privata, a rovistare nei loro armadi, cassettie cassonetti alla ricerca di qualcosa. Com’è ac-caduto agli Esposito, Mesiano, Boccassini, In-groia, Di Pietro, Woodcock, De Magistris, For-leo, Nuzzi e tanti altri magistrati diversissimi fraloro, ma accomunati da un peccato originale:aver disturbato il potere costituito. Erano statiavvertiti, Montante e Brambille: la testimonian-za del Presidente non s’ha da fare, né ora né mai.Li aveva ammoniti Michele Vietti, vicepresi-dente del Csm, l’organo di giustizia disciplinarepresieduto dallo stesso capo dello Stato, condue pesanti interferenze nella loro autonomia.Li avevano sconsigliati i soliti giuristi di cortesguinzagliati a comando sui giornali di strettaobbedienza. Li aveva massaggiati l’Avvocaturadello Stato, che in teoria rappresenta i cittadiniitaliani, vittime della trattativa Stato-mafia, main realtà funge da guardia del corpo del Re. IlTribunale di Palermo chiamato a giudicare Mo-ri e Obinu per la mancata cattura di Provenzanoaveva fornito loro una comoda scappatoia, de-positando proprio l’altroieri le motivazioni del-l’assoluzione in cui, già che c’era, tentava di as-solvere anche gl’imputati della trattativa (nontutti: solo i politici e i carabinieri). E ancora ieri,alla notizia della loro decisione, li ha intimiditiil ministro della Giustizia Anna Maria Cancel-lieri, titolare dell’azione disciplinare, con unadichiarazione ben peggio che strabiliante: “Nonho letto la motivazione, prima vorrei documen-tarmi. Ma la convocazione mi lascia un po’ per-plessa, mi sembra un po’ inusuale”. Ecco, brava:si documenti ed eviti di dare aria alla bocca. Quile cose inusuali che lasciano perplessi sono al-tre: uno Stato che tratta con la mafia e ormai sene vanta; un esercito di presunti servitori delloStato che mentono per la gola e ricordano asinghiozzo, ma solo quando i mafiosi e i figli deimafiosi li costringono a farlo; un capo delloStato che, anziché precipitarsi dai giudici a diretutto ciò che sa, fa l’offeso e si trincera dietro icorazzieri; e una cosiddetta ministra della Giu-stizia che ignora i fondamentali del diritto, tipol’art. 205 del Codice di procedura penale cheprevede espressamente la testimonianza delPresidente al Quirinale. Chissà perché questoscatenamento non s’è registrato qualche mesefa, quando a convocare Napolitano come testefu la Corte d’assise di Caltanissetta nel processoBorsellino-quater. Forse perché rifiutarsi di te-stimoniare nel quarto processo sulla strage divia D’Amelio pareva un po’ troppo anche a lor-signori. O forse perché stavolta c’è di mezzoquel che scrisse il consigliere giuridico LorisD’Ambrosio nella lettera di dimissioni del giu-gno 2012 (pubblicata da Napolitano con un pla-teale autogol): e cioè che aveva confidato al Pre-sidente i suoi “timori” di essere stato usato co-me “ingenuo e utile scriba di cose utili a fungereda scudo per indicibili accordi” all’Alto com-missariato antimafia e poi al ministero dellaGiustizia crocevia dei traffici legislativi in os-sequio al papello. Se Napolitano testimonieràche D’Ambosio non gli disse nulla, gli darà delbugiardo. Se invece rivelerà le sue confidenze,qualcuno si domanderà perché non abbia sen-tito il dovere di farlo prima. Ma potrebbe purerifiutarsi di testimoniare e tenere i giudici fuoridalla porta, come già Cossiga nel processo Gla-dio, ben sapendo che al Presidente non puòaccadere ciò che accade in questi casi a ognialtro cittadino: accompagnamento coatto deicarabinieri e incriminazione per reticenza. Nelqual caso, avremo capito tutto lo stesso.

Accolta dai giudici la richiestadei pm: il presidentedella Repubblica sarà ascoltatoin merito alle paroledell’ex consigliere D’A m b ro s i o,da Di Matteo, Del Benee Tartaglia nel processosulla Trattativa. Il guardasigilliCancellieri: “Sono perplessa”

Enrico Letta va da Obama e si consola: “Anche lui ha i suoi problemi”. Ladifferenza è che a Washington i problemi si risolvono, a Ro m a si complicano

MONTI MOLLA SCELTA CIVICAIL PD SPARA SULLA MANOVRA

Stato-mafia, Napolitano saràtestimone. Oh, finalmente sisposano

» w w w. s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

» SFUMA LA RAI

Crozza, il comicoche piace a tuttirimane a La7

Scanzi » pag. 18

Lapo Elkann durante una commemorazione di Gianni Agnelli

“DIVERSO DA MIO NONNO, VA BENE COSÌ”

“È il momento di dire la verità: dai 13 anni, in collegio, ho vissutocose brutte. Parlo di abusi fisici. Sessuali”. Il nipote dell’Av vo c a toracconta il passato mai svelato prima. E parla del rapporto ritrovatocon la madre, degli attacchi di Della Valle, della caduta diBerlusconi e delle lezioni di Kissinger Borromeo e Pagani » pag. 4 - 5 - 6

In minoranza nel gruppo, l’expremier critica la legge di Stabilitàe contesta il piano del ministro Maurodi fondare con Alfano il Ppe italianoE per Letta (ieri da Obama) non èl’unica tegola: il viceministro Fassinaverso le dimissioni. Epifani: fa bene,lo hanno isolato

VINCENZO MORGANTE

di Carlo Tecce

Vincenzo Morgante ha unmerito: è un giornalista

di corrente schifaniana, vuoldire di Renato Schifani. Comeessere un collezionista, comeessere custode di un franco-bollo Gronchi rosa. » pag. 19

Lo specialistadelle “promozioni”al verticedei tg regionali Rai

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

Perché Loris D’Ambrosio,consigliere giuridico di

Napolitano, aveva il timore“di essere stato considerato uningenuo e utile scriba di coseutili a fungere da scudo per in-dicibili accordi”? » pag. 2 - 3

Cannavò, d’Esposito e Feltri » pag. 8 e 11

» STATO-MAFIA » Sarà testimone a Palermo

Ora Napolitanodeve diretutta la verità

A SERVIZIO PUBBLICO

Bonev: “I festinidi B. continuanoe litiga con Francesca”

Fagnani » pag. 9

Lapo Elkann:“Vi racconto la miavita con il male”

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2 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

Palermo, per valutarla nel mas-simo rispetto istituzionale”. Dalministero della Giustizia, inve-ce, è arrivata la perplessità delguardasigilli Anna Maria Can-cellieri: “Prima di fare com-menti, vorrei documentarmi –ha detto – ma certo, tutto questomi lascia un po’ perplessa, misembra un po’ inusuale”. Men-tre Luciano Violante (Pd) hadefinito addirittura “originale”l’ordinanza che di fatto ha boc-ciato la tesi dell’Avvocatura del-lo Stato, ammettendo tutti i te-sti, tra cui il presidente del Se-nato Pietro Grasso (ex capo del-la Dna), che ruotano attorno al

cosiddetto “Romanzo Quirina-le”: il pg della Cassazione Gian-franco Ciani, il suo predecesso-re Vitaliano Esposito e il segre-tario generale del Colle DonatoMarra. La Corte non ha ravvi-sato, infatti, una fattispecie di“inammissibilità” come avevachiesto l’avvocato dello StatoGiuseppe Dell’Aira, “ma sem-mai di operatività” dell’art. 201del cpp che prevede il segreto diufficio, “che, ove ricorrano ipresupposti – scrivono i giudici– dovrà essere valutata in sededi esame dei testi medesimi”.Per quanto riguarda Napolita-no, nessuno al momento è ingrado di stabilire quanto i limitifissati dalla Consulta potrannoincidere sulle domande e sulle

risposte della sua testimonian-za. “La Corte ha accolto il nostroarticolato di prova – ha spiegatoin una pausa del processo il pmNino Di Matteo – con alcuni li-miti che saranno legati a quantole risposte coinvolgerannoeventualmente l’esercizio dellafunzione presidenziale”. Nelleprossime settimane, dunque,pm, giudici e avvocati varche-ranno la soglie del Quirinale perinterrogare Napolitano, e quel-

le di Palazzo Madama per sen-tire Grasso. Convocato da Cianiil 19 aprile del 2012 per discu-tere del coordinamento delleindagini sulla trattativa, l’ex ca-po della Pna precisò in un ver-bale “di non aver registrato vio-lazioni tali da poter fondare unintervento di avocazione”. A luii pm adesso vogliono chiedereinformazioni sulle richieste diMancino che invocava prote-zione nel timore di finire coin-volto, come poi accadde, nel-l’inchiesta sulla trattativa. En-treranno nel processo, infatti, letrascrizioni delle conversazionitelefoniche fra D’Ambrosio eMancino che tra il novembre2011 e l’aprile 2012 tempestò ditelefonate il Quirinale nel ten-tativo di “sfilarsi” dall’indagi -ne.

NESSUN RIFERIMENTO, inve -ce, sarà possibile in aula sulle te-lefonate top secret tra Mancino eNapolitano che la Consulta haordinato di distruggere. Tra leprove ammesse, infine, figuraanche l’anonimo denominato“Corvo 2”. Nella sua ordinanza,il presidente Alfredo Montaltoha rilevato come “seppur ano-nimi (...), tali documenti costi-tuiscono corpo del reato”, inquanto strumenti diretti o indi-retti della minaccia allo Stato.Il processo è stato quindi rinvia-to al prossimo 24 ottobre perascoltare i primi testimoni: ilquestore Rino Germanà e Su-sanna Lima, figlia dell’europar -lamentare dc ucciso nel ’92 a Pa-lermo. Il 7 novembre, invece,saranno ascoltati in video-con-ferenza i pentiti GiovambattistaFerrante e Francesco Onorato.A partire dal prossimo 11 no-vembre, la Corte esaminerà altritre collaboratori di giustizia:Giovanni Brusca, LeonardoMessina e Antonino Giuffré, inuna sede protetta e diversa daPalermo.

g.l.b. e s.r.

ROMANZO QUIRINALE

Altri protagonistichiamatia riferire come testi

Palermo

Perché Loris D’Am -brosio, consiglieregiuridico del Quiri-nale, aveva il timore

“di essere stato considerato so-lo un ingenuo e utile scriba dicose utili a fungere da scudo perindicibili accordi”, nel periodotra il 1989 e il ’93, come scrissein una lettera inviata a GiorgioNapolitano il 18 giugno 2012? Èuna delle domande che i pm diPalermo rivolgeranno al presi-dente della Repubblica, la cuitestimonianza è stata ammessaieri dai giudici del processo sul-la trattativa Stato-mafia “neisoli limiti delle conoscenze chepotrebbero esulare dalle fun-zioni presidenziali, pur com-prendendo in esse le attività in-formali”. Soddisfatto il pm Ni-no Di Matteo: “La sua testimo-nianza è pertinente come quelladelle altre 175 persone citate”.

E SE A CALTANISSETTA, nelprocesso Borsellino, il capo del-lo Stato dovrà raccontare la suaverità sull’avvicendamento alViminale tra Vincenzo Scotti eNicola Mancino nel giugno del’92 – e riferire se e cosa ha sa-puto, nella sua qualità di presi-dente della Camera, della trat-tativa mafia-Stato – a Palermol’obbiettivo dei pm è più circo-scritto, ma non meno delicato:chiedere a Napolitano di dareun senso alle parole messe nerosu bianco da Loris D’Ambrosio,un mese prima di morire per uninfarto, in una lettera poi pub-blicata nel volume “Sulla Giu-stizia”, che ha raccolto gli inter-venti del Capo dello Stato tra il2006 e il 2012.Dall’ufficio stampa del Quiri-nale solo una replica prudente:“Si è in attesa – è scritto in unanota – di conoscere il testo in-tegrale dell’ordinanza di am-missione della testimonianzaadottata dalla Corte di Assise di

ANNA MARIA

CA N C E L L I E R I

Non ho ancora letto

le motivazioni,

ma questa decisione

mi lascia

un po’p e r p l e ss a

e mi sembra

un po’ inusuale

TRATTATIVA STATO-MAFIAIL TESTIMONE NAPOLITANOANCHE IL CAPO DELLO STATO SARÀ ASCOLTATO DA DI MATTEO: “È PERTINENTE”LA NOTA PRESIDENZIALE: “VALUTEREMO NEL MASSIMO RISPETTO ISTITUZIONALE”

ANCHE gli avvocati più radicali e “culturalmente” irriduci-bili nella difesa dei boss mafiosi hanno sempre dato atto adAlfredo Montalto [in foto], gip del Tribunale di Palermo dal-l’inizio degli anni 90, carichi di tensioni e di accuse allo“strapotere” dei pm antimafia, di una autentica e trasparente“terzietà” nella valutazione delle richieste di cattura che dallaprocura di Gian Carlo Caselli piovevano addosso a boss epicciotti protagonisti di quella mafia militareseppellita da una montagna di ergastoli. Paler-mitano, 56 anni, giunto alla settima valutazionepositiva di professionalità, il presidente dellaCorte del processo per la trattativa Stato mafiaha trascorso quasi interamente la sua carriera to-gata nella magistratura giudicante, prima comegip del Tribunale di Palermo, poi come presi-dente della corte di assise. Toccò a lui, in quelperiodo, firmare numerosi provvedimenti di cat-

TRIBUNALE DI PALERMO

Il “co ra g g i o s o” collegio di giudiciche ha accolto la richiesta dei pm

tura di boss e colletti bianchi, ma anche di uomini politici,tra i quali il senatore di Alleanza Nazionale, Filiberto Sca-lone, che tentò, senza successo, di ricusarlo. Riservato, cor-diale ma poco loquace con i giornalisti, lontano dai riflettoridella cronaca, nella sua quasi ventennale permanenza all’uf-ficio del gip, Montalto si è occupato, tra gli altri, del pro-cesso per il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, il fi-glio di 10 anni del pentito Santino strangolato e poi scioltonell’acido e di una “costola” del processo Dell’Utri, nel qualeil fondatore di Forza Italia era imputato di calunnia per ave-re tentato di convincere due pentiti ad “aggiustare” le di-chiarazioni su di lui. In quel caso il gip Montalto revocò ilprovvedimento di cattura nei confronti del senatore poi

condannato per mafia che in quel processo venneperò assolto. Al fianco del presidente, oltre ai seigiudici popolari, cittadini comuni scelti col sor-teggio, siede anche la collega Stefania Brambille,44 anni, palermitana, anch’essa con una carrieraprevalentemente trascorsa nella “giudicante”. Trai processi di cui si è occupata anche quello co-siddetto “Addio Pizzo” per mafia ed estorsioni,che i concluse con la condanna di 141 boss e pic-ciotti palermitani.

di Alessio Schiesari

Ho difeso a tutto campo Napolitano sulla telefonata inter-cettata dalla Procura di Palermo indicando anche la so-

luzione condivisa dalla Consulta, ma trovo gravissima la criticache il ministro della Giustizia Cancellieri ha mosso alla Corte diAssise ”. Il giurista Gianluigi Pellegrino non può essere accusatodi ostilità preconcetta verso il Colle, eppure non ha dubbi: “Ilpresidente della Repubblica deve deporre come teste”.Napolitano può sottrarsi alla richiesta del tribunale?No, né credo voglia questo. Quella della Corte è un’ordinanzaineccepibile ed equilibrata. Il presidente non solo può, ma deveessere sentito come testimone. Il codice di procedura penale dàper scontata la testimonianza del Capo dello Stato, che è un do-vere di ogni cittadino.Perché ritiene ineccepibile la richiesta della Corte?In questo processo ha grande rilevanza la posizione di Mancinoe le sue telefonate con D’Ambrosio. Questi,in un lettera pubblicata dallo stesso Qui-rinale, dice di essere preoccupato in rife-rimento ai fatti del ‘92, tanto da desideraredi tornare sul campo come inquirente e checiò sarebbe stato già noto al Presidente.Non si vede come la Corte avrebbe potutoescludere tale testimonianza.Perché allora Cancellieri ha definito la deci-sione “i n u s u a l e”?Si tratta di captatio benevolentiae o, ancorpeggio, di un modo per ringraziare il Colle dell’incarico mi-nisteriale ricevuto. Se l’avesse fatto Alfano per Berlusconi, neavremmo giustamente chiesto le dimissioni. Mi aspetto che Na-politano, in qualità di presidente del Csm, valuti grave l’inter -ferenza del ministro della Giustizia che si è espressa inusual-mente su un procedimento in corso e un atto dovuto.Perché in molti, da Cancellieri a Violante, si espongono così tantoper difendere il Colle?Nel vuoto della politica, Napolitano è visto come l’architrave, ilprotagonista assoluto. Questi politici ne slabbrano la funzionecercando di accaparrarsi la sua benevolenza. Il Colle dovrebberifiutare questi appoggi se è vero, come disse ai tempi dello scon-tro con la procura di Palermo, che vuole consegnare integre aisuccessori prerogative e limiti del ruolo di capo dello Stato.

Gianluigi Pellegrino“Il guardasigilliha interferitoOra si dimetta”

Il giurista

PIETRO GRASSO PRESIDENTE DEL SENATOÈ l’ex capo della Dna al quale fu chiesto di ot-timizzare il coordinamento tra le procure di Pa-lermo e Caltanissetta e Firenze che indagavanosulla trattativa. Attorno a lui ruotano i protago-nisti del ‘’Romanzo Quirinale’’: il tentativo di in-terferenza nell’indagine di Palermo, ora citati co-me testimoni nel processo sulla trattativa.

DONATO MARRASEGRETARIO G. QUIRINALEFirma la lettera del 4 aprile 2012con la quale il Quirinale segnalaal pg della Cassazione Espositol’opportunità di raggiungere unavisione univoca tra le procure diPalermo, Caltanissetta e Firenze.

LUCIANO VIOLANTE:DECISIONE ORIGINALECosì Luciano Violante commenta

la scelta di sentire Napolitano

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3il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3ROMANZO QUIRINALE

UNA NUOVA CONDANNA definitiva si aggiunge al cumulo delboss, ancora latitante, Matteo Messina Denaro. La Cassazioneha infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’av -vocato d’ufficio del padrino di Cosa Nostra.La pronuncia della Quinta Sezione penale della Suprema Cortesi riferisce a una condanna a 20 anni di carcere (estesi a 30 pereffetto della continuazione) per associazione mafiosa emessadalla Corte d’Appello di Palermo il 4 luglio dello scorso anno.La Cassazione ha anche confermato la condanna, emessa nel-l’ambito dello stesso procedimento, a 12 anni per Giuseppe Gri-go l i , ex gestore dei supermercati Despar in Sicilia occidentale,ritenuto prestanome del boss di Castelvetrano.Entrambi erano stati condannati in primo grado dal tribunale diMarsala che aveva disposto la confisca dei beni sequestrati aGrigoli tra il 2007 e il 2008 (dodici società, 220 fabbricati, 60ettari di terreno e uno yacht). Beni il cui valore complessivo èstato stimato in 700 milioni di euro.

Cassazione: 20 annial capo di Cosa nostra

di Giuseppe Lo Biancoe Sandra Rizza

Palermo

Non fu, con tuttaprobabilità, unsemplice testimo-ne. Nel ’93, quando

lavorava con Liliana Ferraro al-l’Ufficio studi degli Affari pe-nali di via Arenula, LorisD’Ambrosio potrebbe averavuto un ruolo, anche se incon-sapevole, nelle manovre cheportarono alla nomina di Fran-cesco Di Maggio ai vertici delDap, l’ufficio chiamato a gesti-re il 41bis, nell’ambito del dia-logo tra Stato e mafia.

È QUESTO il significato attri-buito dalla Procura di Palermoalla lettera che lo stesso D’Am -brosio, divenuto consiglieregiuridico del Quirinale, scrive il18 luglio 2012 al capo dello Sta-to esternandogli il “vivo timo-re” di esser stato considerato un“utile scriba” e usato come scu-do a “indicibili accordi”, pro-prio in riferimento al periodotra l’89 e il ’93. Ed ecco perché ipm Nino Di Matteo, FrancescoDel Bene e Roberto Tartagliaintendono chiedere a Napolita-no, da ieri ammesso come te-stimone del processo di Paler-mo, se e cosa venne a sapere del-le preoccupazioni del suo con-sigliere giuridico, ma soprat-tutto di quegli “indicibili accor-di” cui D’Ambrosio fa riferi-mento, nella stagione tra l’at -tentato all’Addaura e le stragi.Chi avrebbe usato come “scu -do” D’Ambrosio? E perché? Lospin doctor del Quirinale, scom-parso il 26 luglio 2012 per unattacco cardiaco, è tra i compri-

mari dell’indagine sulla tratta-tiva, per essere stato l’interlocu -tore privilegiato dell’ex senato-re Nicola Mancino che tra la fi-ne del 2011 e la primavera del2012 tempesta il Colle di tele-fonate in cerca di protezione.

IN QUEL periodo, mentre l’in -chiesta entra nel vivo, per duevolte, nel giro di 57 giorni,D’Ambrosio viene interrogatodai pm di Palermo come “per -sona informata sui fatti”: la pri-ma il 20 marzo, a Roma; la se-conda il 16 maggio, nel capo-luogo siciliano. La prima volta,il consigliere giuridico nega diessere in possesso di informa-zioni utili agli inquirenti: “Nonho alcuna notizia specifica – di -ce – sull’iter seguito per la no-mina di Di Maggio”. Ma la se-conda volta, il pm Di Matteo glicomunica che la sua voce è stata“pizzicata” in una telefonatacon Mancino, intercettata dallaDia. In quella telefonata, regi-strata il 25 novembre 2011, è lostesso D’Ambrosio a rivelare aMancino di aver “assistito per-sonalmente” alla stesura del de-creto, scritto nell’ufficio della

Ferraro, per la nomina di DiMaggio a vice-capo del Dap.Cosa dice il consigliere del Col-le al telefono? “Qui – ammette –ormai uno dei punti centralidella vicenda comincia a diven-tare proprio la nomina di DiMaggio al Dap”. E ancora: “Ioho assistito personalmente a

questa vicenda... ricordo chia-ramente il decreto, Dpr, scrittonella stanza della Ferraro... ilDpr che lo faceva vice-capo delDap”. Perché non ne aveva par-lato prima? D’Ambrosio si giu-stifica scaricando tutto su Man-cino: “Il senatore telefona tutti i

santi giorni, perché si sente sot-to pressione”. Ma il pm Di Mat-teo gli contesta le contraddizio-ni tra le dichiarazioni del primointerrogatorio e la conversazio-ne telefonica. E qui D’Ambro -sio, in palese difficoltà, anna-spa: “Io voglio dire... la mia ideanon era il Dpr, era come la basedel Dpr, cioè non c’era il visto,visto, visto, non so se mi sonospiegato. (...) Cioè io quello chesostengo è che può anche esserestata una bozza predisposta lì(...). Però io il Dpr vero e pro-prio non l’ho visto”.

È IPOTIZZABILE, sostengonoadesso i pm della trattativa, chein quell’ufficio di via Arenula,D’Ambrosio avesse collaboratopiù attivamente, proprio comeuno “scriba”, alla stesura di queldecreto che permise a Di Mag-gio, che non aveva i titoli, di an-dare a dirigere il Dap al fiancodi Adalberto Capriotti. Lo stes-so che il 26 giugno ’93, subitodopo essere stato nominato, in-viò una nota al ministro dellaGiustizia Giovanni Conso, sug-gerendo di non prorogare i41bis in scadenza entro la finedell’anno, per lanciare “un se-gnale di distensione”.È il cuore della trattativa Sta-to-mafia: un passaggio sul qua-le, secondo la Procura di Paler-mo, si allunga l’ombra del ge-nerale del Ros Mario Mori. Nel-la requisitoria del processo perfavoreggiamento alla mafia,che si è concluso il 15 luglioscorso con l’assoluzione di Mo-ri, il pm Di Matteo ha sostenutoche, nel contesto della trattati-va, in quei mesi si muoveva insinergia una robusta cordataistituzionale: e a tal propositoha citato proprio le parole diD’Ambrosio, al telefono conMancino: “Era un discorso cheriguardava nella parte 41bis...alleggerimento 41bis... Mori...Polizia... Parisi... Scalfaro ecompagnia”.

DOPO AVER LAVORATO agliAffari penali, D’Ambrosio fuvicecapo di gabinetto dei guar-dasigilli Conso, Flick e Fassino.Era in via Arenula uando il 23dicembre ’96, sotto il governoProdi, il Parlamento decise lachiusura delle carceri di Piano-sa e dell’Asinara, lanciando unaltro segnale della “distensionebipartisan” in tema di mafia.Ma dei suoi dubbi, di quei ti-mori relativi agli “indicibili ac-cordi” che ora i pm voglionochiarire direttamente con il ca-po dello Stato, non si sarebbesaputo nulla se lo stesso inqui-lino del Colle non avesse rive-lato un anno fa l’esistenza dellalettera del consigliere, indicatocome vittima di una campagnamediatica. Quella stessa letterache adesso lo obbliga a salire sulbanco dei testimoni.

Cosa sapeva D’Ambrosiodegli “indicibili accordi”?IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DOVRÀ RISPONDERE SUL RUOLO NEL 1993DEL SUO CONSIGLIERE, MORTO NEL 2012, NELLA NOMINA DI DI MAGGIO AL DAP

Gladio, Casson: “QuandoCos sigami disse di no”

IL PRECEDENTE

VITALIANO ESPOSITOEX PG DELLA CASSAZIONEPredecessore di Ciani. Prota-gonista di una telefonata conMancino, gli dice: “Sono chia-ramente a sua disposizione”.L’ex senatore lo chiama affet-tuosamente “guagliò”.

fattoa mano

GIANFRANCO CIANIPG DELLA CASSAZIONEConvoca in riunione Grasso il19 aprile 2012 per discuteredel coordinamento delle pro-cure, ipotizzando il ricorso auna avocazione dell’inchiesta,cosa che ha sempre smentito.

PASQUALE CICCOLOAGGIUNTO CASSAZIONEAl telefono con Mancino,D’Ambrosio dice di aver parlatocon lui e con Ciani, e sulla let-tera del Colle del 4 aprile 2012,precisa: “Hanno voluto la letterafatta così per sentirsi più forti”.

di Gianni Barbacetto

Un presidente della Repubblica, prima di Napolitano,fu già chiamato da un giudice a testimoniare: era

Francesco Cossiga, nel 1990 ancora silenziosissimo inqui-lino del Quirinale. Il magistrato si chiamava Felice Casson,giudice istruttore di Venezia che, indagando su una stragenera, l’eccidio di Peteano, aveva scoperto le tracce di de-positi segreti di armi sparsi per l’Italia (i “nasco”) e unamisteriosa pianificazione militare fino ad allora scono-sciuta. Dopo aver interrogato il nero che si era autoac-cusato dell’azione di Peteano, Vincenzo Vinciguerra, edue generali dei servizi segreti, Gian Adelio Maletti (Sid) ePasquale Notarnicola (Sismi), Casson chiede al presidentedel Consiglio Giulio Andreotti di avere accesso agli archividel Sismi. Andreotti un po’ tira per le lunghe, poi concedel’accesso. E giovedì 26 luglio 1990 negli archivi di ForteBoccea il giudice trova i documenti che provano l’esisten -za della pianificazione Stay Behind, in Italia chiamata “Gla -dio”, nata nel 1951 da un accordo tra Cia e Sifar (il serviziosegreto militare), tagliando fuori il Parlamento e perfino il

governo italiano. A quel punto Andreotti gioca d’anticipoe rivela qualcosa (con molte bugie) della struttura segreta.Nei documenti di Gladio, Casson scopre che c’è un po-litico italiano che ha avuto un ruolo attivo nella piani-ficazione, quando negli anni ’60 era sottosegretario allaDifesa: un certo Cossiga, nel 1990 capo dello Stato. Codicealla mano, il giudice istruttore chiede la sua disponibilità arendere deposizioni come testimone. Da quel momento,Cossiga il Silenzioso si trasforma in Cossiga il Picconatore:comincia ad attaccare il giudice (“l’efebo di Venezia”) conviolente dichiarazioni ai giornali. Tracimerà su ogni ar-gomento e non si fermerà più, fino alle sue dimissioni,nell’aprile 1992. Inaccettabile, per Cossiga, sedersi di fron-te a un giudice per rispondere su pianificazioni segrete,esplosivi di Stato, depistaggi e stragi. Qualcuno chiede digiocare la carta del conflitto d’attribuzione tra poteri delloStato, ricorrendo alla Corte costituzionale. Ma i codiciparlano chiaro: anche il capo dello Stato può essere sentitocome testimone dall’autorità giudiziaria, lo dice l’articolo205 del nuovo codice del 1989 (“La testimonianza del pre-sidente della Repubblica è assunta nella sede in cui egli

esercita la funzione di capo dello Stato”), in continuità conl’articolo 356 del precedente codice di procedura penale. Ilconflitto non viene neppure sollevato e qualche tempodopo si convince anche Cossiga, tanto che manda dueufficiali da Casson a trattare le condizioni della deposi-zione. “A quel punto però la mia indagine era andata avan-ti – ricorda oggi Casson – avevo sentito ministri e generali,politici e capi di Stato maggiore, e non avevo più bisognodi Cossiga”. Era corso al palazzo di giustizia di Veneziaanche Amintore Fanfani, che pure non era stato chiamato:“Mi ha detto – prosegue Casson – che riteneva suo doverevenire a dire quanto sapeva, e cioè che, benché fosse statopiù volte premier, era stato tenuto all’oscuro di Gladio, cheera dunque una pianificazione segreta con catene di co-mando fuori dalla Costituzione: la conoscevano i vertici diCia e Sifar-Sid-Sismi e solo alcuni politici. Come Cossiga,che alla fine però riconobbe che era legittimo che un giu-dice chiedesse d’interrogare il capo dello Stato: propriocome oggi – ribadisce Casson, diventato parlamentare delPd – è pienamente legittimo che la corte d’assise di Pa-lermo interroghi il presidente Napolitano”.

“UTILE SCRIBA” D’Ambro -sio temeva di esser stato usato Ansa

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4

di Beatrice Borromeoe Malcom Pagani

Poi il momento arriva: “Perdire la verità, per smetterladi nascondere le cose, peraffrontare quel che mi èsuccesso ed essere onesto,con me stesso e gli altri”. Da

36 anni, con relativa fantasia, Lapo Elkann èdeclinato sempre con la stessa nota. Alter-nativamente raccontato come l’erede incon-cludente, l’eterna promes-sa, il ragazzo selvaggio per-so nell’apparenza, l’estetaannegato negli amori difrontiera, negli errori e neivizi. “Oggi sono schiavo so-lo delle sigarette” dice. Ementre aggredisce un pac-chetto di Marlboro, libera isilenzi rimasti chiusi a chia-ve. Li tira fuori senza filtro,una boccata dopo l’altra, ein una nuvola di fumo, ve-stito di velluto arancione,scherza: “Quando Torino ècosì grigia bisogna fregarlacon il colore”.Lapo affronta le curve dellamemoria senza freni. Va ve-loce. Si schianta spesso. Ri-parte sempre. Guarda nellospecchietto retrovisore delpassato e vede l’infanzia, ladislessia, i traumi mai svelatiprima, le incomprensioni e isensi di colpa. Li osserva conla malinconica consapevo-lezza del sopravvissuto. Sot-to le luci del neon, parla perquattro ore. Soffre, ride, sicerca dentro.Tortura il volto tra le mani enon smette di rievocareneanche quando in una va-schetta di alluminio, arrivauna milanese da divorare alritmo di un’intensa seduta diautoanalisi. Sull’epopea me-diatica che ne segue ognipasso riverberandone un’im -magine alterata, ha le ideechiare: “In Italia l’eccentricitànon è ben accetta perché nonsei incasellabile in una sca-tola. E io di essere messo inuna scatola non ho voglia.Credo di averne il diritto. Ionon sono solo una personaleggera, un imprenditore, ilnipote di Gianni Agnelli o ilfiglio di Margherita. Sonotantissime altre cose. Ho lemie sfaccettature e i miei di-fetti, ma forse la mia fortu-na è che i miei difetti sonostati resi pubblici costrin-gendomi ad affrontarli.Uno sforzo che mi ha resopiù umano. Più libero. Sonoa un punto della mia vita incui ho deciso di essere coe-rente al cento per cento”.Nell’ufficio torinese, cir-condato dai coetanei che la-vorano alla creazione deisuoi occhiali dal nome scio-vinista: “Italia indepen-dent”, diffusione planetariae quotazione borsistica dadecine di milioni di euro,brillano lenti di tutti i tipi. Occhiali che gal-leggiano. Occhiali che puoi torcere. Occhialidi legno, di velluto. Leggeri, pesanti, per lafauna e l’amazzonia, a tinte arcobaleno per ilGay Pride e neri in stile Batman per il voltodi Lady Gaga: “Provateli, sono in Carbonio”.Lapo si muove tra le stanze e ci vede be-nissimo. In fondo ai ricordi c’è una cameratae una divisa verde.Brigata Taurinense, fine anni Novanta. Sol-dato semplice Lapo Elkann: “Non sono maistato un chierichetto e qualche cazzata, anzipiù di qualche cazzata, l’ho fatta anch’io. Nonsono stato perfetto neanche durante la leva.Sono un uomo di mondo, ho fatto il militare aCuneo, come diceva Totò”.

BASTA ETICHETTE“Non sono solo il nipote di Gianni, il fi-glio di Margherita, l’imprenditore di oc-chiali o il ragazzo leggero che racconta-no. Sono molte, moltissime altre cose”

Lapo Elkann è nato a New York il 7 ottobre 1977. È ilsecondo figlio di Margherita Agnelli e Alain Elkann,e nipote dell’avvocato Gianni Agnelli. Si diplomaa Parigi e studia Relazioni internazionali alla Euro-pean Business School di Londra. Presta servizio mi-

Chi è

MILITARE A CUNEOLa leva finì in commedia?Mio nonno voleva che facessi l’allievo ufficiale.Ma io non ne avevo alcuna intenzione. Grazie aDio ero già ipertatuato. Mi declassarono. Chesoddisfazione.Pe rc h é ?Così non ero tra i raccomandati. Però i com-militoni mi vedevano lo stesso come un mar-ziano. Un volontario di carriera mi provocava.Quando mi vedeva lavare i piatti mi prendevaper il culo: “Agnellino di merda, pulisci anche

questo”. Allora mi sono incaz-zato.E che è successo?Sarò anche buono e non sonocinico, ma so come difender-mi. Sono uscito dalla mensa edè finita a botte. Non dico cheho fatto bene, i pugni non sonomai una soluzione, ma da quelgiorno mi hanno rispettatotutti. Non ero più solo il co-gnome o la mezza calza senzacoraggio, ma Lapo. Il CapitanoValle però non era d’accordo emi diede qualche giorno di ca-mera di consegna. Ho avutosfiga, tifava per il Toro.Che disse?“Elkann, dove credi di esse-re?”. Gli spiegai che poteva pu-nirmi. Ma se provocato anco-ra, pur essendo un non vio-lento, l’avrei rifatto. Accettotutto, non gli insulti alla miafamiglia.

LA FAMIGLIAEredità pesante sin da bambi-n o?Da piccolo non capivo che co-sa avevamo di così speciale.Anche perché io volevo fare ilnegoziante. Vedevo i mieiamici francesi, ebrei sefarditi,con le loro botteghe, semprepieni di contanti. Si potevanocomprare i vestiti e mille altrecose. Io mi vendevo gli stivalida cow boy in lucertola e ilgiubbotto dell’Avirex percomprarmi il motorino. Vole-vo essere come loro, che invecemi guardavano stupiti e mi di-cevano: “Ma che vuoi? Tu haile fabbriche”.Non doveva essere male cre-scere tra cavallini rampanti eautografi di Platini.Il mio film preferito era Big.Vedi Tom Hanks da bambinocircondato da macchinine. Ioavevo proprio la fissa. Andavoda mio nonno e gli chiedevo:“Scusa, se tu fai le macchineperché non posso avere le mi-ni-macchine anch’io?”. Quan-do ci hanno regalato il go kart,a Villar Perosa, è stato un so-gno. Giravamo da mattina asera. Le estati più belle, disin-volte e libere della mia vita.C’erano mio fratello e i cuginia cui di notte mettevo il den-tifricio nelle orecchie. Invecemia sorella Ginevra era diver-sissima: lei bruna, io biondo.Ci scambiavano per fidanzati.Ce la ridevamo.

LE FERITEEravate tutti a scuola insieme?No, perché in classe avevo grandi difficoltà. Erodislessico, amavo solo le lingue e la storia. Eromolto più bravo a parlare che a scrivere. Dun-que i miei fratelli sono rimasti al liceo pubblico,e io, che ero il secondo di otto, sono stato spe-dito in collegio, dai gesuiti. L’ho vissuta comeuna vera e propria punizione.Come mai?Da quando ho compiuto 13 anni ho vissutocose dolorose che poi mi hanno creato grossedifficoltà nella vita. Cose capitate a me e ad altriragazzi. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Mi è ac-caduto, li ho subiti. Altre persone che hannovissuto cose simili non sono riuscite ad affron-tarle. Il mio migliore amico, che era in collegio

con me per quasi 10 anni e ha vissuto quello cheho vissuto io, si è ammazzato un anno e mezzofa. Non ne ho mai parlato prima anche perchévoglio che questa storia serva a qualcuno. Stopensando a una fondazione. Voglio aiutare chiha passato quello che ho passato io. Parlare ègiusto, ma facendo qualcosa di utile, di po-sitivo.Che impatto hanno avuto queste esperienzenella tua vita?Tu puoi essere una persona solare e positiva,ma certe cose, quelle cose, riescono a confic-

carti il male dentro. Però io non mi considerouna vittima, le vittime sono altre.Come si affronta un trauma simile?Ho dovuto fare un enorme lavoro su me stesso,anche vedere cose che non avevo voglia di ve-dere. Non nasconderle più. Non nascondermi.Ho dovuto essere sincero con me stesso e congli altri. Anche perché quando si ammazza iltuo migliore amico ti metti in discussione. Tifai delle domande. Avrei potuto fare qualcosa?Stargli più vicino? Me lo sono chiesto anchequando è morto mio zio Edoardo.Il figlio di Gianni Agnelli scomparso nel 2000.A mio zio penso molto spesso. Mi manca. Mimancano anche tutti gli altri: mio nonno, Gio-vannino, Umberto, mio cugino Filippo, che sene è appena andato. Tutti. Però Edoardo erauna persona speciale. Atipica. Che ha vissutouna vita estremamente travagliata. Certe cosedure che ha vissuto, oggi le capisco ancora me-glio di ieri. E ho sempre un grande dolore nelpensare che si sarebbe potuto fare di più. Che

avremmo dovuto fare tutti di più.

L’AV VO C ATOHai detto che essere nipote dell’Avvocato è sta-to più facile che esserne il figlio.Molto più facile. Essere figlio di Gianni Agnellinon poteva essere una passeggiata di salute.Sono sicuro che non sia stato semplice averlocome padre. Perché il nonno te lo puoi godere,ma un genitore ti deve educare. Da giovanevolevo somigliare a mio nonno. Era il mioesempio, il mio modello. Pensavo esistesse solo

lui. Poi ho capito che il nonno era il nonno e iosono solo io. È giusto così. Oggi non ho piùnessuna voglia di essere come lui, il che nonvuol dire che non lo rispetti. Però io sono di-verso.Pensi di avere più cose in comune con tua non-na, donna Marella?Non faccio mai confronti. I paragoni sono pe-ricolosi. Presuntuosi. Sarebbe facile sostenereche mia nonna è bella ed elegante, ma pre-ferisco dire che è una donna forte e veramentebuona. Una persona che mi è stata vicina neimomenti più bui. Quando ho sofferto di più, leic’era. Con grande generosità. Buona com’eraanche la madre di mio padre, nonna Carla chehanno rapito nel 1977 eppure non ha mai persola gioia di vivere.Si parla da anni della rottura con MargheritaAgnelli.Non è vero che non parlo con mia madre. Neirapporti umani ci sono delle fasi. Succede confratelli, amici, cugini e anche con i genitori.

“È il momento di dire la verità: dai 13 anni, in collegio, hovissuto cose brutte. Parlo di abusi fisici. Sessuali. Non ne homai parlato perché voglio che questa storia servaa qualcuno. Sto pensando a una fondazione”

Lapo Elkann:“La mia vitacon il male”

LA VITA

CHE AVRÒ

Voglio solo essere

normale. La vera

ricchezza per me sarà

avere l’equilibrio per

crearmi una famiglia

Ho 36 anni, entro i 40

ce la faccio

IO E IL

DOLORE

Puoi essere una

persona solare

e positiva, ma certe

cose, quelle cose,

ti conficcano il male

dentro. Ma io non

sono una vittima

LA

D I P E N DE N Z A

Io ho una natura

additiva, sono

eccessivo in tutto

Riemergere è un

processo lento, che fa

soffrire. Io sono

a metà strada

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5il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

I PROTAGONISTIlitare nel corpo degli Alpini. È presidente e fondatoredi LA Holding, LA s.r.l., Italia Independent e Indepen-dent Ideas. È consulente di Ferrari. È stato respon-sabile Brand promotion Fiat Group per cui ha ideatoalcune felici campagne pubblicitarie, rilanciando

l'immagine del gruppo e fornendo tra l'altro il suoapporto al lancio di gadget di diversa natura, primifra tutti, le felpe con il marchio vintage della casaautomobilistica torinese e il lancio della Fiat Gran-de Punto

Non sono fiero di certe cose che ho detto su dilei e del modo in cui le ho dette, ma ho i mieilimiti, non ho mai preteso di essere perfetto.Ho avuto momenti di grande insicurezza esofferenza personale e professionale che mihanno portato a essere duro, freddo e, a volte,verbalmente violento. Poi io e mia madre cisiamo confrontati. Ma quello che ci siamo dettiriguarda solo noi, non lo condivido con i gior-nali. E anche se oggi con lei ho un dialogo nelquale di certe cose non si parla e non si discute,il rapporto è costruttivo. E auspico che con il

tempo migliori. Parto sempre dal presuppostoche se c’è buona volontà da entrambe le parti,le cose possano prendere una buona piega. An-che perché so che per me è basilare.

LE DONNEPer arrivare a cosa?Io nasco da lei. Non da un’altra donna. E se undomani voglio costruire una famiglia tutta miaso che il rapporto con mia madre è fonda-mentale per avere una relazione sana con ledonne, per non nutrire uno spirito vendica-tivo, o cattivo nei confronti delle donne ingenerale.Ci pensi davvero, a mettere la testa a posto?Una volta pensavo che sarei stato ricco solodopo aver guadagnato da solo i miei soldi. Og-gi credo che la vera ricchezza non dipenda daquanti zeri hai sul conto in banca. Ma da comestai interiormente. E io ho ancora tanta stradadavanti. Per me farcela significa conquistareuna vita normale e creare la mia famiglia, avere

dei bambini. Non vedo la mia vita senza mogliee figli. Ho 36 anni, entro i 40 ci arrivo.È vero che vuoi chiamare tua figlia Italia?Certo che è vero. Sempre che la moglie siad’accordo. Come esistono Asia e India, perchéItalia non va bene?

L’I TA L I ASei innamorato di un Paese che va sempre peg-g i o.Non sono d’accordo. I problemi ci sono, maanche i segnali positivi. Guardate questo Papa,

è fantastico, umano, moderno. E anche se ilVaticano non è in Italia, la sua influenza sisente parecchio. L’Italia soffre, ma non è scon-fitta. Solo che dovremmo evitare di prenderci aschiaffi da soli. C’è un enorme potenziale nonespresso.Per esempio?Si parla tanto di Alitalia, ma ancora prima bi-sogna guardare ai problemi strutturali. Abbia-mo infrastrutture inadeguate. Gli aeroporti,per dire, vengono gestiti molto male. Se atterria Madrid o a Barcellona – e cito la Spagnaperché sta peggio di noi – puoi passare la gior-nata a girare i duty free senza annoiarti. AFiumicino un’esperienza come quella raccon-tata nel film The Terminal me la risparmio vo-lentieri.E del declino di Berlusconi cosa pensi?Non sono paraculo né finto, e a differenza dimolti altri dirò le cose come stanno. Ammettoche io Berlusconi, nel ’94, l’ho votato. Nel suolavoro aveva creato slancio e pensavo potesse

replicare lo stesso schema in politica. Poi mol-to di quel che era stato promesso non è statofatto e io non l’ho votato più. Come impren-ditore e italiano il mio scopo non è dimen-ticarmi delle tasse. Guadagno e sono contentodi pagarle. Poi Berlusconi che pure non è unmio amico, non mi sta affatto sulle palle. Nonpartecipo al tiro al bersaglio. Qui da sempreprima si fa un applauso, poi si prepara il plo-tone di esecuzione. Troppo comodo.La sua epoca è davvero finita?È una domanda complessa. Berlusconi non èsolo un individuo. È un sistema: un modo dipensare, comportarsi, comunicare. Ha com-piuto errori, come tanti altri, ma sarei statofelice se avesse fatto di più. Per me non è maistata questione di destra o di sinistra. Non fac-cio il radical chic, né fingo di essere comunistao di sinistra. Di principe rosso ce n’era uno e sichiamava Carlo Caracciolo. Fantastico e ini-mitabile, ma io sono diverso.Oggi governano Letta e Alfano, il parricida.Possono fare un buon lavoro e anagraficamen-te, il tempo è dalla loro parte. Quando c’è statolo show down nel Pdl, ho cercato il numero diAlfano che incontro spesso in treno e poi l’hochiamato: “Lei ha dato prova di avere grandicoglioni”, gli ho detto.L’Huffington Post Italia in primavera titolava‘Elkann vota Grillo’.Impossibile, ero in America, non avrei potutoneanche volendo. Ma non l’avrei votato co-munque.Nella stessa intervista si riferisce di un tuo du-ro giudizio su Renzi: “Si è venduto a Bersaniper un piatto di lenticchie”.Impossibile anche questo. Non ho mai parlatomale di Renzi. Mi pare uno che si comportanello stesso modo che abbia davanti un ca-meriere o il presidente della Repubblica. Unatteggiamento che mi piace. Troppo facile gio-care a fare il duro con chi lavora per te, menosemplice farlo con chi ha più capacità, intel-ligenza o palle di te.Guarda che ti invita a pranzo.All’epoca del mio incidente di percorso Renzimi scrisse una lettera estremamente gentile eumana. Altri dissero cose più sgradevoli. Finidichiarò che mi dovevo vergognare. Quandopenso ai politici separati dalla realtà, appartatiin comode salette e circondati da guardie delcorpo, penso a gente come lui.

ZITTI E MUTIUn altro uomo di potere che critica spesso gliAgnelli è Diego della Valle.Sono amico di suo figlio, ma a Diego DellaValle che ho incrociato spesso, non ho mairisposto nel merito. Un po’ perché credo chequando dice: “Parlano i risultati” abbia ragionemio fratello. Un po’ perché non sono un tut-tologo e su certi temi, mi astengo. Come im-prenditore Della Valle ha fatto un gran cam-mino, ma non basta trasformare un’aziendinain un’aziendona per far di te uno che può par-lar di tutto e di tutti. Della Valle non se l’è presasoltanto con la mia famiglia, ma anche e inmaniera poco graziosa, con Giorgio Armani.Ha detto che avrebbe dovuto restaurare il Ca-stello Sforzesco come lui aveva fatto con il Co-losseo.Armani cosa ha risposto?Gli ha fatto sapere che se deve far beneficenzalo fa con i suoi soldi e non con quelli degliazionisti e che in ogni caso, non ha bisogno disbandierarlo. Nella storia italiana esistono dueGA. Uno era Gianni Agnelli, l’altro è GiorgioArmani e allora zitti e muti perché Armani èuno che si è fatto da solo, è un esempio didistinzione, garbo ed eleganza, è in ufficio alle7 e 30 del mattino e rappresenta l’Italia in giroper il mondo al massimo livello. Detto questo,non ho nessuna animosità né nessuna pole-mica da rialimentare con Della Valle. Sperocapisca che è inutile perder tempo e che oggi ilPaese non ha bisogno di conflitti interni né dipiccoli giochi di potere. Ci sono imprenditoriinteressati ai Cda delle banche e dei giornali,ma c’è anche chi, di quel sistema, non ha vogliadi far parte né oggi né domani. In generale, sedevo confrontarmi con gente con cui non vadod’accordo, la chiamo direttamente. Non ho bi-sogno di pubblicità e se posso averne meno,sono anzi più sereno. Provoca dicendo che lamia famiglia ama andare in barca a vela. É vero,ma gli ricordo che io la barca l’affitto, lui ce l’hadi proprietà.

segue a pagina 6

GIANNI AGNELLI

“Da giovane, mio nonno era il mio

esempio, il mio modello. Pensavo

esistesse solo lui. Oggi non ho più nessuna

voglia di somigliargli. Lui era lui e io sono

io. Lo rispetto ma sono diverso

MARGHERITA AGNELLI

“Non è vero che non parlo con mia

madre. Non sono fiero di certe cose,

a volte violente, che ho detto su di lei. Ma

ci siamo confrontati. Di certi argomenti

oggi non parliamo, ma il rapporto c’è

DIEGO DELLA VALLE

“Fa beneficenza con i soldi degli azionisti

e ama sbandierarlo. Gli attacchi alla mia

famiglia e a Giorgio Armani? Non basta far bene

l’imprenditore per atteggiarsi a tuttologo. E il

Paese non ha bisogno di piccoli giochi di potere

SILVIO BERLUSCONI

“Nel ‘94 l’ho votato. Però a me non

piace chi invita a non pagare le tasse.

Se è finito? Il Cavaliere non è solo

un individuo, è un sistema. È un modo

di pensare. Di comportarsi. Di vivere

Elkann sulla Bugatti del nonno

La Pre ss e

La Pre ss e

Dlm

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Page 6: ilfatto_20131018

6I PROTAGONISTI

di Beatrice Borromeoe Malcom Pagani

segue da pagina 5

LA FIATDella Valle se la prende con la Fiat che delo-calizza. Come giudichi le scelte di Marchionne?Prima di lui la Fiat era un’azienda europea,oggi è mondiale. Marchionne non aveva mol-te opzioni. L’alternativa era tra vivere e mo-rire. Penso abbia scelto bene. E vedo la de-localizzazione come una forma di internazio-nalizzazione. Ma parlo daazionista, in Fiat non lavoropiù dal 2005, quando mi di-misi.Prima di quello scandalo le-gato alle tue dipendenze siparlava di te come futuropresidente della Ferrari. È unsogno che coltivi ancora?A Maranello vado circa cin-que giorni al mese, ho uncontratto di consulenza. Lemacchine sono il mio primoamore, una vera passione.Ma il lavoro che faccio oracon “Italia Independent”non è un gioco. Ci sono fa-miglie che dipendono dame, prospettive, orizzontiche, al momento, nel mon-do dell’auto non ci sono.La prima esperienza nelleaziende di famiglia è stataperò alla Piaggio di Pontede-ra, sotto falso nome.Io ero il terzo in linea dimontaggio, linea 2 amortiz-zatore-cavalletto in un con-testo molto comunista e iperincazzoso. C’era un operaioche si vestiva come miononno. Si metteva l’orologiosulla camicia. Era il figo del-la linea di montaggio, io nonvolevo farmi scoprire, erodiscreto e mi vestivo con lecanotte da Renegade, quellecon l’aquila. Questo miprendeva da parte e dicevaad alta voce: “Oh, sei vestitocome uno sfigato! Un po’ distile”. Stetti due mesi, dor-mivo in una pensioncina alcentro di Pontedera, ma nonci prendiamo per il culo. Lagavetta è un’altra cosa e duemesi non sono niente. Quel-lo in fabbrica è un lavoro du-rissimo, dalla monotoniastraziante, per cui provoprofondo rispetto.Ti hanno scoperto?Ebbi un gran culo. Il giornoin cui ho smesso alla Piaggiosono andato a vedere la Juveallo stadio. Mi videro in tv,ma lo stage era già finito.Peccato, perché a Pontederaero pazzo di un’operaia, cheera veramente bella. Ma mifrenai e mi dissi: “Non ti per-mettere neanche di pensar-lo, sarebbe una cosa dastronzo”.È vero che, a Capri, rubastiun Taxi al grido di “la Fiat èmia”?Ma vi pare che avrei mai det-to “La Fiat è mia”? Il “Leinon sa chi sono io” non miappartiene a iniziare dal lei. Io do del tu a tutti.A Capri non è andata così. Ho tanti difetti, manon sono arrogante. Eravamo un po’ brilli,c’era stato il compleanno di un amico. Scher-zai con un tassista e guidai l’auto per 10 metri.La mia fidanzata di allora mi disse di smetterlae finì lì. Qualcuno pensò poi di sfruttare lastoria per fare pubblicità all’isola, ma non suc-cesse niente. Veramente niente.Però in Fiat hai lavorato: alcune idee, come lefelpe col logo dell’azienda, furono efficaci.Arrivai in Fiat in un momento drammatico.L’azienda aveva perso il proprio padre e in-ventare comunicazione senza soldi e ringio-vanire un marchio senza prodotto partendodalla Stilo non fu facile. Bisognava ricreare

L’UOMO CHE SARÒ“Voglio diventare una persona che riesce araggiungere i suoi obiettivi con etica, cor-rettezza e umanità. Ho l’illusione che si pos-sa emergere con la bontà, senza furbizia”

empatia attorno a un marchio che vende automa paradossalmente, non ha auto. Riaccenderel’orgoglio, anche internamente. Per prima cosainaugurammo l’Open Space. Una questione ditrasparenza, non si doveva nascondere nulla ailavoratori.

LA DIPENDENZAPoi è arrivato il 2005, lo spartiacque della tuavita. Sei finito in rianimazione e sulle prime pa-gine dei giornali di tutto il mondo. Come è statorisalire dallo sprofondo?

Lento, sofferto, complesso.Difficilissimo come tutte lescalate per raggiungere il bel-lo. Sono servite fatica e soffe-renza.E adesso ti senti in salvo?

Ora sono a metà strada. Adesso ho una certapace interiore perché a quella definitiva – echi lo nega mente – non arrivi mai. Ho piantoil mio miglior amico, ho visto gente morire,ho perso una donna che amavo molto e unlavoro che adoravo. Mi sono salvato per unsoffio dopo aver visto la morte in faccia, hoavuto l’immensa fortuna di potermi giocareuna seconda occasione. Ma il mio passatoalla fine è stato un enorme aiuto. Anche conItalia Indipendent non è stato tutto rose efiori. Momenti durissimi. Ma quando haivissuto quello che ho vissuto io certo non tifai scoraggiare. E oggi, senza presunzione, sepenso alla competizione, penso a Ray-Ban.Con i nostri occhiali arriveremo o siamo già

arrivati in Europa, America, Giappone edEmirati Arabi. Vogliamo diventare quelloche era la Swatch negli anni Ottanta.

LA RISALITASi dice che il primo a convincerti a uscire di ca-sa, dopo lo scandalo, fu l’ex segretario di Statoamericano Henry Kissinger.So cosa dicono di lui. Che è una persona senzaetica, un figlio di puttana per quello che fece inVietnam e in Sudamerica negli anni 70. Ma conme è stato leale e paterno. Mi ha aiutato mol-tissimo, è stato tra i primi a tendermi la mano.Co s ’hai imparato da lui?Mi ha fatto capire che qualsiasi cosa facessi nonera mai abbastanza. E che la fame la si coltiva, daricchi e da poveri. Per migliorare non ci sonoscorciatoie, devi combattere e lottare. Se mi chie-

di di dare il 100 per cento nel lavoro, io non ciriesco. Do sempre il 400 per cento. E sapete per-ché? Perché i miei eccessi e la mia natura additivanon remano solo contro di me. Per la passioneche ci metto sono lo stereotipo di un italiano.Che uomo vuole diventare Lapo Elkann?Uno che riesce a raggiungere i suoi obiettivicon etica, correttezza e umanità. Ho l’illusioneche si possa emergere senza sotterfugi. Con labontà: essere buoni non è qualità né un difetto.Se la classe imprenditoriale ha fatto credere cheessere furbi fosse un valore, io rivendico il va-lore della bontà. Ci sono quelli che mi criti-cheranno sempre e quelli a cui non piaceròmai. Io vado per la mia strada. Senza arroganza,magari sbagliando, ma a modo mio.

EDOARDO AGNELLI

“Mi mancano tutti: mio nonno,

Umberto, Giovannino. Ma a mio zio

penso molto spesso. Era speciale. Certe

cose che ha vissuto, oggi le capisco ancora

meglio di ieri

HENRY KISSINGER

“Dicono di lui che non ha etica, che è

un figlio di puttana per quello che ha

fatto in Vietnam. Ma è stato tra i primi a

tendermi la mano. Mi ha insegnato che

qualsiasi cosa fai non è mai abbastanza

SERGIO MARCHIONNE

“Prima di lui la Fiat era un’azienda

europea, oggi è mondiale.

Marchionne non aveva molte opzioni.

L’alternativa era tra vivere e morire.

Penso abbia scelto bene

ANGELINO ALFANO

“Quando c’è stato lo show down

nel Pdl, il giorno della fiducia, ho

chiamato Alfano, che incontro spesso in

treno, e gli ho detto: “Lei ha dato prova

di avere due palle così”

LA BELLA

O P E RA I A

Quando lavoravo in

incognito alla Piaggio

ho perso la testa per

una bellissima operaia

Poi mi sono detto:

“Non ti permettere,

è da stronzo”

L E VA

E DOLORI

Non sono un

chierichetto, ho fatto

più di qualche

cazzata. Persino

durante il servizio

militare. Ho fatto

anche a botte

VO L E VO

IL CASH

Vedevo i miei amici

ebrei sefarditi che

erano pieni di contanti

Volevo fare anche io

il negoziante. Mi

dicevano: “Che vuoi?

Tu hai le fabbriche”

Ansa

La Pre ss e

Dlm

Dlm

Lapo Elkann

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7il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

Cuperlo trovalo slogan: ”Belloe democratico”

“MATTEO RENZI? È solo un visitor”. MassimoD'Alema definisce così il candidato alle prossimeprimarie del Pd. “Non credo che avrà la mag-gioranza assoluta tra gli iscritti”, continua, “e seha intenzione di fare anche il sindaco di Firenze edi venire a Roma due giorni alla settimana stiamofreschi. I problemi che ha il nostro partito sonocomplessi". La speranza di D’Alema è che Renzi e

di Marco Lillo

Oltre al conto cointe-stato con Bersani c’èanche un telefoninodella Camera asse-

gnato, non si capisce a quale ti-tolo, a Zoia Veronesi. Al telefo-nino affidato a questa dipen-dente molto particolare dellaRegione Emilia Romagna dal-l’allora questore della Camera,Gabriele Albonetti, l’uomo deiconti per il Pd a Montecitorio,ora si sta interessando la Procu-ra di Roma. La prossima setti-mana Albonetti sarà sentito co-me persona informata dei fattinell’ambito dell’indagine sulconto corrente intestato al duoBersani-Veronesi.

IL PROCURATORE capo Giu-seppe Pignatone ha affidato il fa-scicolo (svelato dal Fatto Quoti-diano il 4 ottobre) al procuratoreaggiunto Francesco Caporale eal sostituto Corrado Fasanelli. Imagistrati, dopo avere studiatole carte trasmesse da Bologna,hanno incaricato il Nucleo diPolizia Tributaria della Guardiadi Finanza guidato dal colon-nello Cosimo Di Gesù di effet-tuare gli accertamenti sul contocointestato al leader del Pd. Ilrapporto bancario era emersodurante l’inchiesta della Procu-ra di Bologna che vede indagataZoia Veronesi per truffa aggra-vata ai danni della RegioneEmilia-Romagna. Nei primigiorni di settembre è stato no-tificato l’avviso di chiusura in-dagini, che solitamente preludealla richiesta di rinvio a giudi-zio, da parte dei pm bolognesiValter Giovannini e GiuseppeDi Giorgio. Secondo l’accusa, laVeronesi è stata pagata dall’entepubblico Regione dal primogiugno 2008 al 28 marzo 2010quando in realtà svolgeva un la-voro privato di segreteria per illeader del Pd Bersani. La Pro-cura di Bologna contesta allaVeronesi e all’ex capo di gabi-netto del presidente della Re-gione, Bruno Solaroli, la spesadei 140 mila euro lordi più rim-borsi pagati dalla Regione.

Q UA N D O lo scandalo esplode, lecarte tornano a posto: Zoia Ve-ronesi, a marzo del 2010, nellostesso mese in cui l’ex deputatodel Pdl Enzo Raisi presenta l’e-sposto in Procura, si dimette dal-la Regione e trova lavoro al Pd. Altermine dell’indagine a settem-bre 2013, la Procura bolognesetrasmette a Roma le carte sul con-to corrente e il telefonino. Il fa-scicolo è un mero modello 45senza indagati e ipotesi di reatonel quale sono confluiti l’infor -mativa e le dichiarazioni inizial-mente segretate della Veronesi,relative anche alle due questioni(conto e telefonino) contestatedurante l’interrogatorio. Alla

Zuffa all’Antimafia, niente presidenteI DEMOCRATICI E IL PDL SONO SPACCATI SULLA NOMINA DEL PRESIDENTE E TUTTO VIENE RINVIATO AL 22 OTTOBRE

LA SEGRETARIA ZOIA TELEFONALA CAMERA SALDA IL CONTOLA COLLABORATRICE DI BERSANI AVEVA A DISPOSIZIONE UN CELLULAREDI MONTECITORIO. GLIELO AVEVA FORNITO IL QUESTORE PD ALBONETTI

SOLDI NOSTRI

Pier Luigi Bersani, ex segretario Pd Ansa

La difesa“Sì, la Sim gliel’ho data ioLavorava anche per me”

Gabriele Albonetti

Gabriele Albonetti, 62 anni di Faenza, Pd, è sta-to questore alla Camera dal 2008 al 2013. Cispiega perché ha assegnato alla segretaria diBersani - nonostante non fosse dipendente dellaCamera - una Sim del telefonino di Montecito-r i o?Zoia Veronesi ha avuto il telefonino perché eraanche una mia collaboratrice a titolo gratuito.Non è necessario essere dipendenti.C’è una delibera dell'ufficio dei questori?No. Le avevo solo chiesto di tenermi i rapporticon la regione per le questioni che interessa-vano noi parlamentari emiliani.Voi chi? I deputati del Pd?Non solo. Di tutti i partiti.E gli altri deputati emiliani sapevanodel ruolo della Veronesi?Penso proprio di sì, avevamo fatto al-cune riunioni sotto legge finanziaria.Anche Enzo Raisi, l’ex deputato Fli cheha denunciato la segretaria di Bersani,sapeva del ruolo di Zoia Veronesi?

Noi avevamo un rapporto di tipo istituzionale.Io poi facevo il questore e avevo un ruolo ancorapiù istituzionale degli altri.Avete dato telefonini a tutte le regioni?Non lo so, deve chiedere ad altri.Veronesi era dirigente retribuita dalla Regione.Bersani dice che lavorava gratis per lui nel tem-po libero. Ora si scopre anche la collaborazionecon il Questore del Pd. Altro che truffatrice. Asentire voi è una stacanovista del volontariatop o l i t i co.Bè, è una donna che ha sempre lavorato molto.Non pensa che i contribuenti potrebbero sentirsipresi in giro da lei. Non sarà che ha usato il suo po-

tere di questore per assegnare un telefoninoalla segretaria del leader del suo partito?No. Io non l’ho assegnato alla segretariadi Bersani, ma a una dipendente della Re-gione che lo usava per aiutarci a svolgeremeglio il nostro lavoro. Nulla di nascosto.Ho fatto una domanda ufficiale per ZoiaVeronesi, collaboratrice del questore.

presenza del difensore, PaoloTrombetti, nel novembre del2012, la segretaria di Bersani hasostenuto che il conto risaliva al2000 e vi confluivano anche icontributi dei privati regolar-mente registrati dal deputato.Mentre riguardo al telefonino,Veronesi ha spiegato di averloavuto dal Questore Albonetti an-che se non lavorava per la Came-ra in virtù del suo ruolo di rac-cordo con la Regione. La sceltadei pm bolognesi di non trasmet-tere subito il fascicolo a Roma e di

non svolgere attività esterna diverifica ha una sua logica. L’in -tento legittimo di tutelare il se-greto sul filone bolognese ha cer-tamente avuto degli effetti poli-tici, indiretti e non voluti.

DOPO LA SCOPERTA del conto,Bersani è stato candidato primaalle primarie contro Renzi e poialle elezioni nazionali contro Gril-lo e Berlusconi. Indubbiamentenon avrebbe giovato alla sua im-magine l’uscita sui giornali dellanotizia di un conto cointestato

con la segretaria indagata per truf-fa sul quale confluivano i contri-buti elettorali, compresi i famige-rati 98 mila euro della famiglia Ri-va nel 2006. Un eventuale ingressodei finanzieri alla Camera perchiedere l’estratto conto e le cartesul telefonino della sua segretarianon sarebbe stato un bello spot. Ildeputato Elio Massimo Palmizio(Pdl) nei giorni scorsi ha annun-ciato un’interrogazione al mini-stro Cancellieri per chiedere “per -ché i magistrati, nel momento incui hanno appreso dell’esistenza

del conto intestato a Zoia Vero-nesi, indagata per truffa, hannodeciso di secretare gli atti, invian-doli per competenza alla procuradi Roma solo tre settimane fa, adistanza di 12 mesi dalla presuntanotizia di reato”. In Procura, a Bo-logna, fanno notare che l’infor -mativa finale del Nucleo di PoliziaTributaria di Bologna è più recen-te. Anche se il conto sarebbe statoindividuato e segnalato dallaGuardia di Finanza non uno maben due anni fa. I ritardi non gio-vano a nessuno. Anche Bersani ha

fatto capire al Fa t to di non avergradito i ritardi negli accertamentiperché non ha nulla da temere:“Su quel conto sono confluiti solocontributi regolarmente registratialla Camera. I soldi sono stati spesiper attività politica, di partito o diassociazioni, nel corso degli anni.Al 31 dicembre 2012 erano rima-sti sul conto circa 20 mila euro.Ora non c’è quasi nulla. Sono unapersona trasparente e ho rispettodella magistratura. E sono prontoa fornire tutti gli elementi a chi didovere. Non a un giornalista”.

D I P E N DE N T ELa segretaria di Pier Luigi Ber-sani, Zoia Veronesi, aveva a di-sposizione una Sim della Ca-mera, pur non lavorandoci Ansa

Maggioranza divisa, commissioneantimafia a pezzi. E senza presi-

dente. La giornata inizia con riunioni ri-strette tra Pdl e Pd. Il partito di Epifanivuole affidare la presidenza a Rosy Bin-di, parlamentare eletta in Calabria masenza alcuna competenza in materia diboss e dintorni. Il Pdl non la vuole, per-ché ha promesso la poltrona di PalazzoSan Macuto a Donato Bruno, pugliese eavvocato, nemico giurato del 41 bis, ilcarcere duro per i mafiosi. Ma il suo è unpeccato veniale in una Commissionedelicatissima che ha al suo interno de-putati e senatori dal curriculum giudi-ziario non proprio limpido. In tardamattinata l’intesa sembraraggiunta, il Pdl scontentaBruno accantonando la pro-posta del suo nome, e puntaad una candidatura di media-zione, quella dell’esponentedi Scelta civica Lorenzo Del-lai. Soluzione che non piace al

Pd perché la Bindi si è intestardita e nonvuole mollare la presa, ma neppure alpartito di Mario Monti. Formazione indissoluzione. Interviene Andrea Vec-chio, deputato e imprenditore sicilianosotto scorta e noto per le sue battagliecontro la mafia. Si indigna, protesta esussurra parole nette ai giornalisti: “Del -lai è di Trento, la mafia l’ha vista al ci-nema”.

FINE DELLE TRASMISSIONI. Perché nelpomeriggio, quando la Commissione èriunita a Palazzo San Macuto, il Pd famancare il numero legale. Il Presidentenon si elegge, se ne riparlerà il prossimo

22 ottobre, se i partiti di maggioranzatroveranno l’accordo su un nome con-diviso. Intanto fioccano le polemiche. “IlPd è inaffidabile, il suo atteggiamento èirresponsabile”, dice Renato Brunetta,capogruppo del Pdl alla Camera. RenatoSchifani va oltre: “Il governo è a rischio.Governare col Pd è sempre più difficile”.L’antimafia che fu di Rognoni e Pio LaTorre, la Commissione che al suo inter-no vide uomini come Cesare Terranova,finisce nel tritacarne della lotta tra Pd ePdl. Volano stracci. Con Pier Ferdinan-do Casini che difende la scelta di Dellaigiudicando l'attacco del suo collega dipartito Vecchio “volgare, perché Dellai è

una delle persone piùserie del Parlamento”, ei grillini che attaccano.“Infami”, twitta la de-putata Grillo. Più arti-colato Morra che usaFacebook. “La maggio-ranza non ha assicurato

il numero legale, non avendo trovato alsuo interno l’accordo sui nomi. Le mafieintanto, accordandosi molto facilmentefra di loro, festeggiano e occupano ter-ritorio”. In imbarazzo deputati e sena-tori del Pd. Parla Laura Garavini, chenella scorsa legislatura fu capogruppodel partito in Commissione antimafia.“Siamo impegnati proprio per contra-stare l’impasse che si è creato e a pro-seguire il confronto per giungere a in-dicare un presidente autorevole e garan-te di un lavoro incisivo”. Davide Faraone(Pd), su Twitter, vede fosco: “ Con logicabilancino ci incartiamo e finisce comecon Presidente Repubblica”. La deputatadel Pd Luisa Bossa si indigna: “Questostallo arriva in un momento in cui la crisieconomica stritola le imprese e aiuta lemafie; la criminalità guadagna sempremaggiore controllo del territorio, inqui-na la vita economica, sociale e politicaben oltre le frontiere del Sud”.

e .f.

IN CORSARosy Bindi, eletta in Calabria, vorrebbe

la guida della Commissione bicamerale,

ma anche tra i suoi non c’è accordo

il suo avversario Gianni Cuperlo possano trovareun accordo dopo il congresso. “Sarebbe un beneper il partito e non per me che ormai sono unsimpatizzante e non un dirigente del Pd. Lorohanno caratteristiche complementari”. Intanto, lasfida entra nel vivo. Cuperlo ha scelto per la suacorsa alla segreteria del Pd lo slogan: “Bello ed e m o c ra t i co”.

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8 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto QuotidianoCENTRIFUGA

L’Unità cambiadirettore. Se ne vaSardo, arriva Landò

di Stefano Feltri

La politica dei partitinon è mai stata il suomestiere, forse nonl’ha mai davvero ca-

pita. E quindi Mario Monti siarrende: “Rassegno le dimissio-ni da presidente di Scelta Civi-ca”, scrive in una lunga nota.Una decisione presa in solitudi-ne, senza informare nessuno,neppure il suo successore prov-vissorio, l’imprenditore dellaBrembo Alberto Bombasseieletto al Senato con Scelta Ci-vica, o il presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano.Ma era una decisione attesa:Monti aveva capito che gli sta-vano svuotando il partito,smontando il suo progetto di ri-fondare un centrodestra libera-le e non berlusconiano. Prima ciha provato Pier Ferdinando Ca-sini, aggregando i cattolici, oraci stava riuscendo Mario Mau-ro, ministro della Difesa in quo-ta Scelta Civica ma sempre me-more della sua provenienza dalPdl, di cui è rimasto di fatto undirigente distaccato.

MONTI SE LA PRENDE conMauro e con gli undici senatoriche hanno tradito schierandosicon il ministro e contro il Pro-fessore. La prova del complottoè una dichiarazione congiuntadegli undici in cui c’è “un quidpolitico” (Monti, con la sua fe-roce ironia, allude a quel quidche invece mancava ad Angeli-

no Alfano) contrario alla posi-zione del partito. Due elementi: itraditori esprimono un soste-gno incondizionato al governo,mentre da mesi Monti chiedeche venga approvato un “con -tratto di coalizione” alla tedesca,con impegni precisi (liberaliz-zazioni e disciplina di bilanciopiù ferma di quella tenuta daEnrico Letta e Fabrizio Sacco-

manni). Seconda colpa, più gra-ve: Mauro e i traditori vogliono“il superamento di Scelta Civicain un soggetto politico dai con-torni indefiniti ma, a quanto èdato capire, aperto anche a forzecaratterizzate da valori, visioni eprassi di governo inconciliabilicon i valori, la visione e lo stile digoverno per i quali Scelta Civicaè nata”.Qui bisogna addentrarsi nell’o-scuro dibattito centrista tra “ap -prodo popolare” o “approdo li-berale”: prima dell’estate ilcoordinatore politico AndreaOlivero spinge per trasformareScelta Civica nel perno di unnuovo asse cattolico-centristache faccia dimenticare l’Udc ediventi l’aggregatore per quelpezzo di Pdl che ricorda con no-

stalgia la Democrazia cristiana.Monti si impunta, elimina Oli-vero cancellando il ruolo dicoordinatore politico. L’ex pre-mier vuole un partito liberale,con l’ambizione di diventare ilfulcro di un centrodestra mo-derno appena Silvio Berlusconisarà sparito. Ma il Professorenon ha la forza o forse l’abilitàper riuscire. Il primo ottobre, vi-

stato quello che, da presidentedel Partito popolare europeo,aveva provato a guidare unatransizione del Pdl da Berlusco-ni a Monti, che sarebbe stato ilnuovo leader di riferimento perla destra europea in Italia. Pro-getto fallito, come evidente.Dodici mesi fa Monti era il pre-mier che aveva salvato l’Italiadalla bancarotta e dalla troika, ilpiù forte candidato al Quirinale.Oggi ha perso tutto. Ma uscen-do dalla politica potrebbe torna-re nelle istituzioni: a giugno2014 c’è la scelta del presidentedel Consiglio europeo (ma nonè facile, visto che c’è un italianoanche alla Bce, Mario Draghi). Eun giorno bisognerà scegliere ilsuccessore di Giorgio Napolita-no. Domani chissà, oggi deveaccontentarsi di essere un sena-tore (a vita) del gruppo misto.

gilia del folle giorno della fiduciain Senato, quando Berlusconidecide all’ultimo di confermarel’appoggio a Letta, si consuma ilprimo tradimento: i Senatori diScelta Civica mettono in mino-ranza Monti e votano per un“approdo popolare” propriomentre Roberto Formigoni la-vora per costruire un gruppoautonomo dal Pdl che si dovevachiamare Italia Popolare. Nelfrattempo Mauro – ciellino co-me Formigoni – lavora per con-segnare a Berlusconi un pezzo diScelta Civica, offre a Berlusconi“16-2’ senatori”, secondo un re-troscena di Re p u b b l i ca che non èpiaciuto al Professore.

CERCANDO PRESAGI, si puòvedere un segno nella morte diWilfried Martens, la settimanascorsa: l’ex premier belga era

IL GRANDE CENTRODa mesi Pier Ferdinando Casini e Andrea

Olivero volevano aggregare cattolici e centristi

del Pdl. Monti ha litigato con tutti e due

Le polemiche tra Massimo D’Alema ee Pier Luigi Bersani hanno ormai

un passo narrativo. Posato. Lento. Re-trospettivo. Nel degno rispetto della tra-dizione comunista. Accade che il primo,D’Alema, conferma a Marco Damilanoper il volume Chi ha sbagliato più fortequanto anticipato dal Fa t to nel maggioscorso, a proposito del pre-incarico aBersani: “Era poco lucido e gli suggeriidi fare un passo indietro e proporre alColle Rodotà premier”. Obiettivo: sta-nare il M5S. La risposta da un altro li-bro, quello dei bersaniani Di Traglia eGeloni, Giorni Bugiardi: “Nessuno mi ha mai sug-gerito altri nomi per l’incarico”.

“TROPPI TRADITORI”MONTI LASCIAIL PARTITO MAI NATOIL SENATORE A VITA: “MI DIMETTO DA SCELTA CIVICA”: UN ANNO FAERA IL SALVATORE DALLA TROIKA, ORA SI È ARRESO DI FRONTEALLE TRATTATIVE DI MARIO MAURO CON ALFANO E BERLUSCONI

MANCA IL QUIDNel progetto dell’ex europarlamentare Pdl (con

Mauro 11 senatori pronti a riavvicinarsi ad Alfano) ci

sono “valori, visioni e prassi di governo inconciliabili”

di Fabrizio d’E s p o s i to

Interno Palazzo Grazioli, all’ora di pranzo. Atavola, i ministri del Pdl, Angelino Alfano in

testa. Poi Quagliariello, Lupi, Lorenzin e De Gi-rolamo. C’è anche Gianni Letta. Arriva pure Re-nato Schifani, capogruppo al Senato. Il menu pre-vede un piatto misto. Decadenza di B. dal Senato elegge di stabilità. Un mediatore di alto rango, nonfalco o lealista, riassume: “Tra un mese ci sarà lacrisi”. Un secondo dopo il voto che farà decadereil Cavaliere da Palazzo Madama. Nel frattempo,però, Berlusconi non vuole rimanere spiazzato,come sulla fiducia del 2 ottobre a Letta, e vuolemettere sotto pressione le colombe di governoalias “i traditori” nella vulgata di Palazzo Graziolie del Pdl lealista.L’esito del pranzo è una tragicommedia delle par-ti. Non a caso un ministro scrive per sms: “Il pran-zo va molto bene”. La sostanza, in ogni caso, èchiara. Berlusconi comincia dalla sua ossessione,una volta perso lo scudo del seggio senatoriale.“Sinora sono sempre stato responsabile e voi losapete, ma come posso rimanere a guardare il mio

omicidio per mano del Pd, che è nostro alleato digoverno? Vi rendete conto. L’atteggiamento delPd nei miei confronti è disumano. Senza seggiofinirò in carcere”.

A TERRORIZZARE B. sono le procure di Milano eNapoli. Dalla prima, ieri, è giunta la certezza che cisarà un’inchiesta Ruby-ter sui testimoni al processoin cui il Cavaliere è stato condannato in primo gra-do. “Ghedini e Longo sono si-curi che mi arresteranno e avoi chiedo: potete non muo-vere un dito se finisco in ga-lera?”. La risposta è stato uncoro intonatissimo: “Presi -dente come puoi sospettare dinoi? Noi dobbiamo tutto a te eti seguiremo sino in fondo”.Tragicommedia delle parti?Sostanza vera? Un ministro, amicrofoni spenti, rivela i suoidubbi: “L’umore del Cavalie-re è mutevole di questi tempi.Difficile capire a che gioco ha

giocato oggi”. Insomma, il Condannato Braccatotenta di trasformarsi in un gatto a caccia dei topi chevorrebbero lasciare la nave. In questa chiave am-bigua va decifrata la mossa di Mauro, titolare dellaDifesa ex Pdl e oggi centrista anti-montiano, e Al-fano di aprire un ombrello moderato del Ppe con B.nel ruolo di ayatollah e padre nobile. Con una con-dizione non da poco, in cambio di un difficile la-vorìo contro la decadenza: garantire la tenuta del

governo Letta. Su una nuovatrattativa con il Quirinale, ilCavaliere è però molto scet-tico. Il ritornello è lo stesso de-gli ultimi giorni: “Non mi fidopiù di Napolitano. Non credoalla grazia, né all’amnistia e al-l’indulto”.Durante il pranzo irrompeanche un’altra grana. Sesso,ancora una volta. Nell’elencodei guai, B. inserisce anche lapuntata di ieri sera di ServizioPu b b l i co , in cui è stata inter-vistata l’attrice bulgara Dra-

gomira Michelle Bonev, già intima di Berlusconi enon solo. La Bonev ripete la storia della sua re-lazione lesbica con Francesca Pascale, oggi fidan-zata convivente del Condannato. Altro sfogo a ta-vola: “Francesca è infuriata. La macchina del fangosta colpendo anche lei, tutto questo è ingiusto”. Amargine, c’è anche il tentativo di fare “controin -formazione”. Un po’ come l’opuscolo sui processi,che sarà distribuito a tutti gli italiani. Titolo: “Ope -razione verità”. Il pranzo dura quasi fino alle cin-que del pomeriggio. Oltre tre ore con i ministri.Subito dopo è il turno di Raffaele Fitto, ormai dicasa a Palazzo Grazioli. Il ritorno di Forza Italia(senza Alfano vice?) deve fare i conti con le mi-nacce di scissione delle colombe. Ipotesi al mo-mento in ribasso. L’altra notte i duri capeggiati daCicchitto sono stati messi in minoranza da un ti-moroso Alfano. Significativa una frase di B. in unaltro colloquio: “Di Alfano non mi fido più e aFitto manca molto più del quid. Sono convintosolo di Verdini”. L’orologio della crisi è partito.Sempre che la decadenza non arrivi addirittura al-l’anno nuovo. Il premier più che guadagnare tem-po non può fare.

Mario Monti, da domani senatore (a vita) del gruppo misto Ansa

Silvio Berlusconi La Pre ss e

B. aizza le colombe: “Il Pd è disumano”A PRANZO CON I MINISTRI SI SFOGA: “SENZA SEGGIO VADO IN CARCERE”. LORO GIURANO LEALTÀ, LUI AFFONDA: “TRA UN MESE SARÀ CRISI”

RODOTÀ PREMIER

Guerra a colpidi libri (democratici)

OGGI IN EDICOLA i lettori de l’Unitàtroveranno l’ultimo editoriale di Clau-dio Sardo. Finisce qui il suo incarico didirettore del quotidiano fondato da An-tonio Gramsci. Da settimane si rincor-revano le voci su una sua sostituzione:Sardo, già in forze al M e ss a g g e ro, era ar-rivato al vertice del giornale in piena era

bersaniana. Ma a essere cambiata nonè solo la guida del Pd. Anche Renato So-ru, principale azionista della Nuova Ini-ziativa Editoriale (la società che edita ilquotidiano) si è tirato indietro, mentreMatteo Fago - imprenditore del web edel turismo, è suo il sito di viaggi Ve -n e re .co m - è salito al 47 per cento del

pacchetto azionario della Nie. Prima siè pensato in grande, provando a con-vincere Walter Veltroni a tornare alladirezione del giornale. Fallita la tratta-tiva, hanno nominato Luca Landò, giàvicedirettore de l’Unità e direttore diw w w. u n i ta . i t . Sardo continuerà a scrive-re in qualità di editorialista.

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9il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

di Antonella MascaliMilano

Entro Natale in arrivo da Milano un nuovosiluro giudiziario per Silvio Berlusconi, mes-

sosi nei guai, quando era presidente del Consi-glio, a causa della sua ossessione per il BungaBunga ad Arcore, anche con ospite la minorenneRuby, la “nipote di Mubarak”.La Procura milanese sarà obbli-gata, su disposizione del Tribu-nale, a iscrivere nel registro de-gli indagati l’attuale leader delPdl, i suoi avvocati-parlamen-tari Niccolò Ghedini e PieroLongo e 33 presunti falsi testi-moni, composti, tra l’altro, dalviceministro Bruno Archi, daiparlamentari Valentino Valen-tini e Maria Rosaria Rossi, dal-l’eurodeputata Licia Ronzulli,dalla funzionaria della questu-ra Giorgia Iafrate, dal giorna-lista Carlo Rossella, da Giorgio

Puricelli, ex consigliere regionale in Lombardiadel Pdl e fisioterapista del Milan; dai musicistiMariano Apicella e Danilo Mariani che, in pienoprocesso, hanno venduto le loro case, a un ot-timo prezzo, a un'agenzia immobiliare legata aBerlusconi e da una ventina di ragazze che, nellamaggioranza dei casi, percepisce ancora uno sti-pendio di 2.500 euro al mese da “Papi” Silvio .L’indagine per Berlusconi, i suoi avvocati e i te-

stimoni è dovuta alle sentenzeemesse dal Tribunale ai proces-si Ruby e Ruby bis.Il collegio presieduto da GiuliaTurri, al processo Ruby, oltre acondannare Berlusconi a 7 annidi carcere e all’interdizione per-petua dai pubblici uffici, perconcussione e prostituzioneminorile, ha disposto la tra-smissione degli atti alla procurarispetto alle posizioni di 33 te-stimoni, ritenendole evidente-mente reticenti o false (ne sa-premo di più con le motivazio-

ni). I giudici, inoltre, hanno trasmesso all'Ordinedegli avvocati la posizione di Luca Giuliante che,il 6 ottobre 2010, “interrogò” Ruby, alla presenzadi “un emissario di Lui” (Berlusconi) su quanto laragazza aveva già rivelato ai pm.

PER QUELL’INTERROGATORIO, Giuliante saràanche indagato dalla procura, su disposizione delcollegio presieduto da Annamaria Gatto, al pro-cesso Ruby bis. Infatti, oltre acondannare Lele Mora (7 anni),Emilio Fede (7 anni) e NicoleMinetti (5 anni) a vario titolo,per “il sistema prostitutivo” diArcore, ha disposto la trasmis-sione degli atti alla procura “conparticolare riguardo” alla nottedel 6 ottobre 2010, quando ci fuil misterioso “interrogatorio di-fensivo” di Ruby, durante l'inda-gine dei pm ancora segreta, e al15 gennaio 2011, quando le ra-gazze furono convocate ad Ar-core.

Era il giorno dopo l’avviso a comparire della pro-cura a Berlusconi. I giudici, in sostanza, sospet-tano che Berlusconi abbia addomesticato, con isuoi legali, le posizioni delle ragazze, a cominciareda Ruby. E sia le testimonianze della ragazza e disuo padre al processo sia quelle di altri testi, glistessi del processo principale, sono state trasmessealla Procura. I pm potranno indagare solo dopoche avranno ricevuto le motivazioni delle due sen-

tenze.Quelle del processo Ruby sonoattese per il 22 novembre mentrequelle di Ruby bis il 2 dicembre.Dovrebbero essere aperti tre fi-loni: uno per corruzione in attigiudiziari o subornazione di te-stimone a carico di Berlusconi,un altro per falsa testimonianzaa carico di chi avrebbe mentitodurante le deposizioni, e un ter-zo filone, a carico degli avvocati,con un’accusa ancora da valuta-re, legata alle modalità delle loroindagini difensive.

di Francesca Fagnani

Il suo vero nome è Dragomira Boneva, inarte Michelle Bonev. È un’attrice e pro-duttrice. Era parte di quel mondo, hapartecipato alle cene che, sebbene ele-

ganti, prevedono “toccatine e dopocena”, nel2012 è stata a letto con il premier – sostiene –per ottenere un contratto con Mediaset, e allafine dice di aver avuto una relazione anche conla fidanzata di Silvio, Francesca Pascale. Questoracconta a Servizio Pubblico Michelle, che dice disentirsi come una “pentita della società”. Nonfa né la santa, né l'ingenua, né la Giovanna d'Ar-co: ha scelto di scendere a compromessi perconvenienza, e lo dice, perché aver toccato ilfondo non le è servito, perché “pensava di usaree invece è stata usata”.Michelle perché solo adesso ha deciso di par-l a re?Ho vissuto nella menzogna negli ultimi quattroanni e non sono nemmeno riuscita a ottenerequello che desideravo.In molti potrebbero darle dell’opportunista, vi-sto che parla in un momento di difficoltà sia diBerlusconi che suo, visto che lei non sta lavo-ra n d o.Io non credo nelle difficoltà di Berlusconi: fin-ché lui avrà i soldi, lui è un uomo potente.Quando conosce Francesca Pascale?Ho sentito per la prima volta il nome FrancescaPascale nel 2012, a gennaio. Io ero ad Arcore, acena con alcune ragazze, quando Maria RosariaRossi ha chiamato allarmata Berlusconi, dicen-do: “Sta arrivando Francesca da Roma, è in-cazzata nera”. A quel punto vedendo un “fuggifuggi”, chiedo a Berlusconi:“Ma chi è questa ragazza?” .“Ècarina e simpatica”, mi ha det-to, “però ha un brutto carat-tere, ogni tanto arriva e fa ca-sino”.Perché avrebbe fatto “c a s i n o”?Voleva essere lei la first lady.Quella sera insomma è andatavia, poi cosa è successo?Il mese dopo, sono andata apalazzo Grazioli, sempre percapire cosa stesse succedendocon il mio contratto. E in quel-l’occasione Berlusconi mi hadetto: “ti devo raccontare diquesta ragazza, Francesca Pa-scale: a lei piacciono le donne.

Inizia tutto molti anni fa, con la sua insegnante,una donna molto più grande di lei. Francesca èmolto gelosa delle ragazze che sono intorno ame perché pensa che siano tutte zoccole, mi-gnotte e poco di buono. Lei vorrebbe starmivicino per proteggermi e vorremmo fare unacerchia di amiche “più vicine”, perbene... e leiha detto che vorrebbe conoscerti. Francesca ap-parentemente diventerà la mia ragazza...” . Ilgiorno dopo mi presenta, a un pranzo a palazzoGrazioli, Francesca, che appena arriva mi dice:“Ah, ma come somigli alla mia insegnante!”Siamo veramente diventate molto ami-che, come due sorelle. Silvio mi eramolto grato che “la tenessi buona”,perché comunque a lui questa cosaintrigava... Un weekend, a giugno, laporto all’isola d’Elba e succede cheil maggiordomo di Arcore la chia-ma e le dice: “Guarda che domanisera verranno 20 ragazze. Stasera cene sono 10. Quindi vieni perché quisi ricomincia tutto... io sai sono an-dato lì a fare testimonianze... hopaura, i miei figli, le mie cose,ti prego vieni, tu sei l’unicache facendo casino... ma-gari riusciamo a mandar-le via a metà...” France-sca ha detto: vado, faccioun blitz. Appena siamoarrivate ad Arcore, Ber-lusconi mi ha detto:“Michelle, io non la

amo. Lei vuole restare qui, io non la amo. Ionon la voglio qui”. Al che, gli ho detto: “Silvio,ragiona, questa è una ragazza che non va con gliuomini e che comunque fa una certa “pulizia”intorno a te, ti può essere utile. Un mese dopo,il 16 luglio, sono arrivati alle mani.Pe rc h é ?Lei è andata nella camera da letto, mentre luiparlava al telefono con Katarina Knezevich.La ragazza montenegrina?Sì, e le diceva “ti amo”… Francesca, incazzata

nera, ha preso il telefono e l’ha chiuso.Berlusconi non ha più resistito e,

insomma, ha preso il telefono e hacominciato a darglielo in testa,l’ha graffiata, era piena di lividi.Lei è scesa giù piangendo... c’e-rano 5 ragazze di là che aspet-tavano le loro buste, insom-ma un po’ di soldi per arri-vare a fine mese, un casino,con i politici dall’altra par-te... Lui è arrivato subito do-po e mi ha detto: “Michelle,

tu la devi portare via.Perché lei è una per-

sona cattiva, mi ri-catta, mi dice: ‘Setu mi mandi via,io ti sputtano’”.Lei era una bom-ba a orologeria,poteva in ognimomento

scoppiare.E poi che succede, come evolve il vostro rappor-t o?Il nostro rapporto si è sviluppato, io e Francescasiamo state insieme. È cominciato tutto dopouna festa con le altre ragazze che facevano chi lospogliarello, chi ballava, chi si avvicinava a lui,Francesca era presente e piangeva perché Silvionon l’ascoltava.Come si sono interrotti i rapporti sia con Fran-cesca che con Berlusconi?Il nostro rapporto si è interrotto ad aprile, dopola messa in onda su Mediaset della mia fictionDonne in gioco, trasmessa contro la partita dellaNazionale. Visto che parlava di ludopatia, nonandava bene agli inserzionisti pubblicitari delgioco d'azzardo e quindi questo prodotto do-veva essere bruciato. A quel punto, io sono an-data ad Arcore e ho cominciato a essere sco-moda, perché piangevo e alzavo la voce. Ber-lusconi mi disse di lasciar stare e che tra due-tremesi avrei firmato un altro contratto. Più tardi,mi vedo con Francesca che mi dice che lui èmolto imbarazzato perché la fiction non è an-data bene e che hanno subito critiche, e michiede “Michelle non ti è venuto in mente chenon sei brava come attrice?”. E poi aggiunge:“Non fare più fiction, resta con noi, hai la tuastanza”. A quel punto le scrivo: dimenticatevi dime, abbiate pietà di una che è appena statalapidata, lasciatemi stare.Ci sono momenti che arrivano schiaffi talmen-te forti che tu ti rendi conto che non ne è valsala pena: tu ti sei compromessa, hai fatto tutto

per arrivare ad avere qual-cosa, anche auto-convin-cendoti che ti vogliono be-ne e che vuoi bene, ma tusei niente per loro, sei unamarionetta nelle mani delpotere.E non vale la pena nemme-no quello che fa Francesca,perché è tutto falso, vivononella menzogna. Vanno suigiornali, dicono che sonouna coppia, ma non è vero:Francesca Pascale è lesbica,io sono stata con lei, nonuna volta, avevamo un rap-porto. E sai cosa? Lo sannoin tanti, ma nessuno parla.

SEGRETE STANZE

Cancellieri riapre suamnistia e indulto:“Decide Parlamento”

DOPO CHE LE BOTTE di MatteoRenzi hanno raffreddato l’ipotesi in-dulto e amnistia, che potrebbero sal-vare anche Silvio Berlusconi, ieri ilministro Anna Maria Cancellieri(Giustizia) è andata in commissionealla Camera per un’audizione sul te-ma, conseguente al messaggio al

Parlamento di Giorgio Napolitanoper chiedere al potere legislativo ditrovare una soluzione al problemadel sovraffollamento delle carceri.La Cancellieri ha riaperto la discus-sione: “Se il Parlamento nella suascelta politica fa” amnistia e indulto“chapeau, se no faremo altrimenti.

Noi viviamo l’esigenza, il dramma diliberare le carceri. Quindi certo checi fa comodo". Così il ministro dellaGiustizia Anna Maria Cancellieri, nelcorso di un’audizione sulle carceri incommissione Giustizia alla Camera,rispondendo alle domande dei de-putati. “Se il Parlamento farà l’am-

nistia e indulto, noi saremo contenti,perché questo ci aiuterà, ma qua-lunque sarà la decisione del Parla-mento noi andremo avanti e ce lacaveremo comunque”. Chiaro rife-rimento alla scadenza, fissata a finemaggio 2014, dall’Unione europeaper l’intervento italiano.

RISSA

TRA I DUE

Lei è andata

nella camera da letto,

mentre lui era al telefono

con Katarina Knezevich:

si è infuriato

e le ha sbattuto

la cornetta in testa

Michelle Bonev

“Silvio fa ancora fe s t i n ie litiga con Francesca”

A Servizio Pubblico

Ruby, nuova inchiesta su B. e i suoi avvocatiENTRO NATALE IN 33 SARANNO ACCUSATI DI FALSA TESTIMONIANZA, L’EX PREMIER RISCHIA LA CORRUZIONE IN ATTI GIUDIZIARI

R I CAT T I

E TENSIONI

Berlusconi mi ha

pregato di portarla via,

mi racconta

che la Pascale minaccia

di sputtanarlo

Quei blitz ad Arcore

e le 20 ragazze...

D rago m i raB o n eva

dettaM i ch e l l eB o n evLa Pre ss e

Ruby Ansa Niccolò Ghedini Ansa

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10 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

di Salvatore Cannavò

Yoram Gutgeld è uno deinuovi deputati del Pd

generalmente definito comel’economista di riferimentodi Matteo Renzi. Più concre-tamente, però, è un economi-sta stimolante, ricco di idee edi spunti che dentro le lineeguida della manovra, piutto-sto paludose, si sente stretto.“Serve un cambiamento piùforte” spiega in questa inter-vista al Fa t to non prima diaver precisato l’affermazionerilasciata ieri sulla manovrache “di fatto non c’è.“Quella era una battuta. Iopenso che i titoli della legge diStabilità siano giusti, la dire-zione è corretta. Si riduconole tasse ai lavoratori, si allentail Patto di stabilità interno, siripristina una patrimonialesulla casa, come la Tasi. Lostesso Letta, finalmente, uti-lizza le parole che anch’io hosempre usato: ‘Mettere soldinelle tasche dei lavoratori’”.

E allora cosa manca?Manca quello che dovrebbestare dietro ai numeri. Unorizzonte programmatico,una missione. Servirebberoazioni in grado di svilupparerisultati in 2-3 anni.Quali sono le sue linee guida?Occorre una forte riduzionedell’evasione fiscale, una ri-duzione della spesa pubblicache non intacchi i servizi so-ciali – e si può fare, lo assicuro– un intervento serio sugli in-vestimenti con azioni mirate

come la circolazione urbana,la riorganizzazione comples-siva della spesa sociale. Io miaspettato cambiamenti piùnetti in questa direzione.Il problema di fondo non è l’e-quilibrio innaturale del gover-no, la strana alleanza?Può darsi. I vincoli internidella discussione non li co-nosco. Certamente, con ungoverno fatto così non è facilerealizzare cambiamenti. Ilfatto di governare con unaforza alternativa non aiuta.Ma non accuso nessuno.Le parla di tagliare la spesasenza intaccare i servizi. Co-me si fa?Faccio due esempi sulle pen-sioni. Esistono quelle me-dio-alte, da cinque, sei o sette

mila euro al mese che, spesso,non sono coperte da contri-buti versati. La spesa pensio-nistica che si trova in questacondizione è di circa 50 mi-liardi. Credo che una partedella quota non coperta dacontributi potrebbe essere re-cuperata e non messa nel cal-derone della spesa ma utiliz-zata, ad esempio, per gli asilinido. Spostare il welfare, in-somma, verso i più giovani ele donne. Un altro esempioriguarda i provvedimenti sul-l’autosufficienza. Esistonomisure erogate da Inps, Ser-vizio sanitario e Comuni chenon sono coordinati tra loro,spesso con veri e propri dop-pioni. Si potrebbero trasfor-mare gli assegni in servizi, ri-sparmiando e aumentandol’efficacia.Le si è occupato della riduzio-ne della spesa dell’e s e rc i toisraeliano. Come ha fatto?Con McKinsey abbiamocreato un team su questoobiettivo ottenendo risparmi

per il 10%. Si tratta di met-tersi al lavoro sapendo che ilprimo anno non si taglianiente ma si insedia il gruppodi lavoro competente. Occor-re darsi un orizzonte di cin-que anni, con i primi risultatinel secondo. Servono poi“leggi a kilometro zero”, cioènormative immediatamenteesigibili e applicabili: nienteleggi delega o decreti attua-

tivi. Serve, ancora, il coinvol-gimenti dei funzionari per-ché, come dimostra il casoBondi, pur molto competen-te, l’esperienza di un com-missario calato dall’alto è ri-masta vincolata. Infine, oc-corre introdurre un po’ dimeritocrazia.Con che obiettivi?Un piano come quello de-scritto non è mai stato im-postato seriamente. Io pensoche in cinque anni riusciamoa tagliare 30 miliardi di spesasenza intaccare i servizi.Non c’è il rischio che la Com-missione europea alla finechieda all’Italia di modificarela legge?Non credo. Per come è fatta lalegge non dovrebbe dare pro-blemi. Rispetta i saldi, i pa-rametri, ha dei princìpi giusti.Credo che l’Europa non siaun problema e chiamarlasempre in causa è solo un pre-testo. Noi abbiamo bisognodi cambiamenti molto forti. Equesto dipende da noi.

Tabacchi, guerradi lobby in aulaper gli aumenti

FUMARE fa male alla salute e alportafoglio. Le sigarette dovreb-bero aumentare di 40 centesimi apacchetto nel 2014 e di 20 cen-tesimi nel 2015. In uno dei decreticollegati alla legge di Stabilità chefinirà sul tavolo del prossimo Con-siglio dei ministri, si modificano

radicalmente il livello e la strutturadell’accisa sulle sigarette e dell’a c-cisa sui cosiddetti trinciati. Per lesigarette l’accisa minima salirebbeinfatti da 125,7 euro a chilogram-mo a 140 euro dal 2014, per poicrescere di altri 5 euro ogni annofino al 2016. Ciò porterebbe così la

struttura dei prezzi del mercato,oggi tra i 4 e i 5 euro al pacchetto,ad avere una forchetta da 4,80 eu-ro a 5 euro.E in Parlamento è già guerra fralobby: passare al prelievo fissocauserebbe (come è successo inGrecia) di fatto un livellamento dei

prezzi. Con la conseguenza che ipacchetti low cost si troverebberoin tabaccheria con prezzi anche di50/70 centesimi superiori.E alla fine anche chi oggi li compraper risparmiare tornerebbe a fu-mare Marlboro o marche più co-s to s e .

di Marco Palombi

Èun work in pro-g re ss ”. Fonti di go-verno riassumonocosì la manovra

approvata, in tutta fretta, pocoprima della mezzanotte di lu-nedì: “Abbiamo dato l’impo-stazione, il resto dovremo perforza farlo in Parlamento”.Praticamente il ddl Stabilità èancora una bozza: le coperturetraballano e la maggior parte,scommettono a palazzo Chigi,verranno trovate nelle prossi-me settimane. Poi, anche senon sembra aver creato par-ticolari problemi nella mag-gioranza, c’è una cosa che an-cora manca: l’abolizione dellaseconda rata dell’Imu sullaprima casa, quella di dicem-bre, che vale 2,4 miliardi.“Non c’è – conferma un di-rigente del Pd – L’idea è fareun decreto a fine novembre”.Insomma, mancano due mi-liardi e mezzo per l’anno incorso, mentre l’intervento sulcuneo fiscale nel 2014 s’è ri-velato una cosetta da 10 euroal mese che in molti casi saràcompletamente riassorbitodal taglio da mezzo miliardosu detrazioni e deduzioni. Eallora? Sotto con la creatività:la copertura della seconda rataImu dovrebbe arrivare dallarivalutazione delle quote dellaBanca d’Italia, i soldi per au-mentare l’intervento sul cu-neo nel 2014 dal concordato

fiscale con la Svizzera.Bankitalia e “l’a ss o c i a z i o n ea delinquere”L’ha chiamata così Tito Boeriin un pezzo su l avo ce . i n fo perindicare la convergenza di in-teressi tra le banche che de-vono rafforzare i loro penco-lanti requisiti patrimoniali e lapolitica in cerca di soldi facili.Nella parte della vittima, co-me spesso capita, l’interessegenerale e la razionalità. Rias-sunto: la nostra banca centraleè al 94 e dispari per cento diproprietà delle ex banche pub-bliche (Bnl, Intesa, Unicredit,etc). Il capitale è diviso in tre-centomila quote dal valore

simbolico di 156 mila euro.L’ideona – assai sponsorizzatada Renato Brunetta e che oraviene studiata da una com-missione di Bankitalia – è cheaumentando quel valore si ot-terrebbero due risultati: patri-monio per le banche, entrateper lo Stato dalla tassazionedella plusvalenza. Problema:questa operazione o non ser-virà a niente o sarà dannosa.Intanto stabilire il valore dellaBanca d’Italia è difficile: se-guendo “parametri oggettivi”,ha spiegato Boeri, si arriva allacifra di un miliardo circa, ilche comporterebbe poche de-cine di milioni di euro di in-

troiti per l’erario. Se, con Bru-netta, immaginiamo inveceun incasso di cinque miliardi,visto che l’aliquota è al 20 percento, le quote andranno va-lutate 26 miliardi di euro. An-che tralasciando il fatto chepoi, volendo riportare la ban-ca in mano pubblica, bisogne-rebbe spendere un pacco disoldi, c’è un altro problema:finora Bankitalia ha distribui-to “dividendi” per 45 milionil’anno circa in virtù del suobasso valore, con la nuovaquotazione passerebbero acirca un miliardo. Gli istitutidi credito, insomma, guada-gnerebbero patrimonio e incapo a pochi anni comince-rebbero persino a guadagnar-ci: il governo, però, avrebbe isoldi per abolire la rata di di-cembre dell’Imu. Non è, pe-raltro, l’unica buona notiziaper le banche contenuta nellalegge di stabilità: c’è già la de-duzione dei crediti deterioratiin cinque anni anziché diciot-to e pure il permesso a Cassadepositi e prestiti di interve-nire anche sulle grandi impre-se e non solo sulle Pmi (si trat-ta di fornire “garanzie” allebanche, che così potrebberofare nuovo credito o, più pro-babilmente, ristrutturare ilvecchio).Accise, coperture ballerinee BruxellesAspettando notizie sul con-cordato fiscale con la Svizzera– “poche settimane” - che

consenta di sgravare davvero iredditi da lavoro e le tasse sul-le imprese (almeno per quelleche assumono, cioè quelle cheesportano, le aziende in crisidal governo Letta non avran-no niente), c’è il problema chele cifre della manovra “workin progress” per il momentoballano in maniera preoccu-pante: entrate una tantum co-me la rivalutazione dei cespiti

dovrebbero coprire spesestrutturali, tagli non ancoradefiniti uscite già ben indivi-duate, dismissioni destinateper legge al taglio del debitomesse a coprire il deficit. Ov-viamente la commissione Ue– che con le nuove regole sullasessione di bilancio europeaha poteri vastissimi – guardacon sospetto a questo tipo dioperazioni e, per tranquilliz-zarla, il governo ha messo lì lasolita “clausola di salvaguar-dia”: se il bilancio non va co-me previsto e la spending reviewnon funziona, aumenterannole accise (benzina o sigarette) eci sarà un taglio progressivo diagevolazioni, deduzioni e de-trazioni fiscali. Una mazzatada dieci miliardi a regime, cioènel 2016. Se vi ricorda qual-cosa è perché lo fece già Tre-monti e ora l’Iva è al 22 percento.

Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni Dlm

FUORI DAL COROYoram Gutgeld,l’economista di riferimentodi Matteo Renzi, vienedalla società McKinsey Ansa

STABILITÀ, REGALO ALLE BANCHERISCHIO STANGATA SULLE ACCISEPER ABOLIRE LA SECONDA RATA IMU L’ESECUTIVO È PRONTO A RIVALUTARE LE QUOTEDI BANKITALIA, UN BALSAMO PER I CONTI DEI GRANDI GRUPPI IN DIFFICOLTÀ

BILANCIO CREATIVO

Alla fine, più dello sciopero ha potuto la revoca.L’Unione sindacale di base, infatti, che promuo-

ve insieme ai Cobas, lo sciopero generale di oggi, haaccolto l’appello del sindaco di Roma, Ignazio Ma-rino, a revocare lo sciopero dei trasporti nella capitalein concomitanza con la partita Roma-Napoli che siterrà stasera. Marino ringrazia e rinnova la disponi-bilità a incontrare l’Usb e “ad avviare un proficuoconfronto sui problemi del trasporto locale”. Un suc-cesso di immagine, per ora, ma comunque un suc-cesso. Revocato a Roma, lo sciopero resta a livello na-zionale. Sciopero “duro” e molto politico. Forse an-che rituale, visto che si ripete ad ogni autunno ormaida diversi anni. Obiettivo: il governo, la legge di Sta-bilità, i patti europei. Attesi 100 pullman per il corteonazionale che muoverà alle 10 da piazza della Repub-blica per concludersi a San Giovanni. Qui, dalle ore16.00, si alterneranno vari interventi e dalle 19 lo spet-tacolo con Banda Bassotti, 99 Posse, Ascanio Cele-stini, Assalti Frontali, Banda Popolare dell’EmiliaRossa. Una “acampada” notturna collegherà lo scio-pero alla manifestazione di domani pomeriggio.

COBAS Revoca a Roma,sciopero in tutta Italia

Il renziano Yoram Gutgeld

“Serve la svolta. Questo governo non è in grado”L’e co n o m i s ta

UN’A LT RA

I DE A

Abbiamo bisogno di una

visione programmatica

Spero di riuscire

a cambiare la legge

Obiettivo: abbattere

30 miliardi di spesa

senza intaccare i servizi

ALTRO CHE TAGLI

Nel testo, una clausola

di salvaguardia sulle

entrate poco sicure:

nuovi balzelli se non

arrivano i risparmi

dalla spending review

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11il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

di Daniele Martini

Ogni giorno ha le sue pene e la vicenda Alitaliasomiglia sempre di più a una p i è ce del teatro

dell'assurdo. Dalla composizione dell'azionariatoal ruolo delle Poste, dai dubbi crescenti delle ban-che ai piani industriali che durano lo spazio di unmattino, nella compagnia ormai regna una speciedi mondo alla rovescia.

DAI VERBALI dell'assemblea degli azionisti pro-trattasi per ore nella notte tra lunedì e martedì, peresempio, viene fuori quasi per caso e senza chenessuno lo avesse mai comunicato ufficialmente,che è Riva il primo dei “patrioti”, cioè l'azionistaitaliano più forte, secondo solo ad Air France chedetiene il 25 per cento. Riva è il gruppo degli scan-dali collegati all'Ilva di Taranto a cui la magistra-tura ha sequestrato a maggio 1,2 miliardi di euro esu cui la Procura di Milano sta indagando ancheper appropriazione indebita e frode fiscale. I Rivahanno sottoscritto a febbraio la loro parte del pre-stito-ponte di 95 milioni di euro e quindi la loroquota azionaria è salita al 15,1 per cento. In con-dizioni normali sarebbero determinanti per l'au-mento di capitale di 300 milioni deliberato, macon i beni sotto sequestro che parte potranno mairecitare? L'altra vistosa anomalia riguarda le ban-che, Intesa e Unicredit in prima fila, che comin-ciano a manifestare una certa insofferenza verso

l'avventura Alitalia. Ora fanno capire di non voleressere tirate per la giacca sempre più dentro la par-tita. Per garantire le linee di credito di 200 milionidi euro, essenziali per evitare che l'azienda fallisca,pretendono un nuovo piano industriale (ieri Ali-talia è tornata a smentire le vocidui 2 mila tagli al personale), do-po aver entusiasticamente ap-provato tre mesi e mezzo fa l'al-tro piano del nuovo ammini-stratore Gabriele Del Torchio.Ma chi lo deve preparare il nuo-vo progetto di sviluppo? Chi ègià stato bocciato? L'ammini-stratore di Poste, Massimo Sar-mi, che di aerei non si è mai oc-

cupato in vita sua e che vedeva come il fumo negliocchi Mistral, la compagnia avuta come lascito dalpredecessore Corrado Passera e che avrebbe vo-luto vendere seduta stante?Lo stesso ingresso di Poste in Alitalia al momento

è più sui giornali che nella realtà.L'unica cosa sicura è che il capodel governo, Enrico Letta, e ilministro dei Trasporti, Mauri-zio Lupi, hanno espresso una vo-lontà politica per il coinvolgi-mento del gruppo postale pub-blico come portatore di capitalifreschi, anche a costo di restaresotto schiaffo in Europa per il so-spetto di un possibile aiuto di

Stato. Quei quattrini (dicono 75 milioni di euro)saranno probabilmente essenziali per evitare il fal-limento dell'azienda, ma al momento non c'èniente di formalmente definito. L'ingresso dellePoste avverrà non prima di un mese, subentrandoa quegli azionisti che dovessero decidere di nonsottoscrivere l'aumento di capitale.

AL MOMENTO, però, Sarmi non ha in portafoglioneanche mezza azione Alitalia. Eppure si compor-ta come se fosse già il capo dell'azienda e alcunigiorni fa è volato addirittura a Parigi per parlare dapari a pari, chissà a che titolo, con l'ad di Air Fran-ce, Alexandre de Juniac. Il bello è che nessuno aRoma gli ha consigliato di non farlo. La faccendadiventa ancora più delicata se dall'aspetto formalesi passa a quello sostanziale. Il cavaliere bianco po-stale chiamato in soccorso di Alitalia in quantoritenuto finanziariamente robusto, in realtà se lapassa assai meno bene di quello che vorrebbero farcredere. La semestrale del gruppo fotografa unasituazione di crescente sofferenza e Il Sole 24 ore hariportato i risultati non proprio lusinghieri diun'indagine della Corte dei conti. E' l'ultima re-lazione disponibile e esamina il bilancio 2011 met-tendo in evidenza debolezze strutturali del grup-po, come quelle relative alla logistica, all'Informa-tion technology e al trasporto dei pacchi della Sda.E svela pure che Sarmi da mesi sta pensando allecondizioni e all'entità della sua buonuscita.

Bi ve r b a n c a ,a rc h i v i a z i o n eper Passera

di Salvatore Cannavò

Quando Enrico Lettasi sposta all’esterola situazione italia-na gli implode die-

tro. Era già accaduto con ilviaggio all’Onu che vide l’as-salto di Berlusconi al suo go-verno, poi respinto. Ora, men-tre è di nuovo negli Usa e, sta-volta, alla corte del presidenteObama, è lo stesso Pd a dargliproblemi seri. La minaccia didimissioni del viceministro

dell’Economia, Stefano Fassi-na, anticipata ieri dal Fa t to , èstata confermata niente menoche dal segretario del Pd, Gu-glielmo Epifani.Fassina, raggiunto dal Fa t to ,non ha voluto commentare nérilasciare dichiarazioni pertutta la giornata. Il suo malu-more era, però, noto, e la no-tizia delle sue dimissioni im-minenti, è rimbalzata per tutta

la giornata nei corridoi delTransatlantico. Colpa dellamarginalizzazione subita insede di redazione della legge diStabilità, evidentemente frut-to del lavoro serrato di Letta,Saccomanni e Alfano. A uncerto punto sembrava solo chel’interessato fosse in attesa delrientro di Letta per andare alchiarimento definitivo.

IN SERATA , però, è stato pro-prio Epifani a confermare l’in -discrezione in una dichiara-

zione al Tg 5 : “Non credo chesia a causa di questa legge diStabilità. Fassina lamenta lamancanza di collegialità. Cre-do abbia ragione”, le paroleasciutte e taglienti dell’ex se-gretario Cgil. Che nel partitocovasse un forte malessere peri numeri e la qualità della leggedi Stabilità lo si era capito daisilenzi del giorno prima, dalladelusione evidente della Cgil edai primi attacchi da parte deirenziani. Ieri alla Camera i de-putati Pd hanno messo a punto

la linea: “Determinati a lavo-rare per cambiare la legge”. Ese questo significa sconfessare,di fatto, l’operato di Letta la ri-sposta è secca: “È stato lo stessopremier a dire che l’attività delParlamento è libera”. Questalibertà, come dimostra anchela presa di posizione di Epifani,il Pd se la prende tutta. Ancheperché, se in fase di redazionedel testo, Letta ha privilegiatol’asse con Alfano, Epifani havoluto sottolineare che gliequilibri e gli interessi del par-

tito sono altri.Gli obiettivi immediati sonoalmeno due: aumentare le ri-sorse per la riduzione del cu-neo fiscale e alleggerire il pesosugli statali. Ma si vuole evitareanche che la nuova tassa sullacasa, la Tasi, pesi sui redditi piùbassi. Da qui la proposta di unafranchigia come era nel casodell’Imu voluta da Monti.

PER QUANTO riguarda le co-perture si confida su due postefinora non esplicitate. Il primoè l’accordo con la Svizzera perfar emergere i fondi detenutinelle banche elvetiche da cit-tadini residenti in Italia. Diquell’accordo avevano parlato,la scorsa settimana, FabrizioSaccomanni e la sua collega el-vetica, Eveline Wid-mer-Schlumpf, durante la riu-nione del Fondo monetario in-ternazionale. L’accordo, rive-

lano ora fonti parlamentari, èdavvero in dirittura d’arrivo. Ei miliardi a disposizione delgoverno potrebbero esseremolti. Renato Brunetta, in unsuo documento, ha calcolatoin 5-7 miliardi l’anno le entratestraordinarie. L’altra copertu-ra a cui pensa il Pd è l’aumentodelle aliquote sulle rendite fi-nanziarie dal 20 al 22%.Un Pd che si dispone a questa“battaglia” non è solo un par-tito che sente aria di elezioni,come sospettano nel Pdl, maanche un partito che deve ge-stire le primarie dell’8 dicem-bre e in cui nessuno non vuoleconcedere vantaggi competiti-vi a Renzi. Come dimostra l’al -tra dichiarazione di Epifanicontrario a “indulti e amnistiecontinue”. I concorrenti simarcheranno a vicenda per iprossimi due mesi. A Lettaconviene restare in Italia.

Letta va negli Stati UnitiIl Pd spara sulla manovraIL VICEMINISTRO FASSINA PRONTO A DIMETTERSI. EPIFANI GLI DÀ RAGIONEIL PARTITO SI PREPARA A MODIFICHE SOSTANZIALI ALLA LEGGE DI BILANCIO

BILANCIO CREATIVO

MINI CUNEO

Democratici compatti:

poche risorse per

il lavoro. Le primarie

si fanno sentire , nessuno

vuole concedere vantaggi

a Matteo Renzi

È STATA ARCHIVIATA l’inchiesta avviata nel2011 dalla Procura di Biella su Biverbanca, cheaveva visto anche l’ex ministro dello Sviluppoeconomico Corrado Passera. Il provvedimentoassunto dall’Ufficio del Gip di Biella recepiscela richiesta di archiviazione depositata dalpubblico ministero lo scorso 30 agosto e sta-bilisce inoltre che "la notizia di reato" è del

tutto “i n fo n d a t a ”. Secondo la tesi inizialmentesostenuta dagli inquirenti, Biverbanca, a queltempo controllata dal gruppo Intesa SanPaolo,avrebbe commesso reati di dichiarazione deiredditi infedele e fraudolenta nel periodo2006-2007 attraverso delle operazioni dipronti contro termine.La Procura aveva deciso di iscrivere nel registro

degli indagati anche Passera come atto do-vuto, in quanto l’ex ministro al tempo era am-ministratore delegato della capogruppo, di cuiaveva firmato il bilancio. Oggi la posizione diPassera è stata definitivamente archiviata, cosìcome del resto l’intera indagine che vedevacoinvolti anche altri due dirigenti di Biverban-ca.

Èstato arrestato inSvizzera Guido Ral-

ph Haschke con l’accusadi corruzione nell’ambitodella vendita alla Difesaindiana di elicotteri diAgusta Westland, con-trollata di Finmeccanica.Lo ha riferito il suo avvo-cato, come riporta il sitodell’edizione britannicadella Re u te rs . Il legale haspiegato che quello che è ritenuto il me-diatore di una presunta tangente è statofermato a Lugano e che un tribunale sviz-zero avrebbe già dato il via libera all’estra -dizione. Haschke ha la possibilità di farericorso al Tribunale federale svizzero o

accettare l’estradizione.Nel secondo caso potreb-be essere portato in Italiagià la prossima settima-na. l tribunale di Bellin-zona ha deciso che Ha-schke sia estradabile e neha pertanto disposto l'ar-resto in via cautelare. Ha-schke è destinatario diun’ordinanza di custodiacautelare con l’accusa dicorruzione internazio-nale emessa dal gip di Bu-sto Arsizio, su richiestadel pm Eugenio Fusco.Per il cosiddetto “affaire”

indiano è in corso a Busto un processo congiudizio immediato a carico dell’ex presi-dente e ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, edell’ex Ad di Agusta Westland, Bruno Spa-gnolini. I due manager erano stati arrestatinell’ambito dell’inchiesta.

FINMECCANICA Ta n g e nt e,arrestato il mediatore

Alitalia, Unicredit e Intesa frenano sui fondiI DUE ISTITUTI VOGLIONO PRIMA VEDERE IL PIANO INDUSTRIALE. A RISCHIO I 200 MILIONI DI CREDITI PER EVITARE IL CRAC DELLA COMPAGNIA

Salvataggio a rischio per Alitalia. Sopra, l’ad Gabriele Del Torchio Ansa

Stefano Fassina, viceministro Pd, allievo di Vincenzo Visco Dlm

IL CAVALIERE BIANCO

La Corte dei conti

evidenzia le debolezze

finanziarie delle Poste,

mentre l’ad Sarmi vola

a Parigi per incontrare

il capo di Air France

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12 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

Roma, Fitch tagliail rating sul debitodel Campidoglio

L’AGENZIA FITCH ha annunciato il tagliodel rating sul debito a lungo termine delComune di Roma da “Bbb+” a “B b b” co noutlook negativo (l’aspettativa di lungotermine sulla probabilità che un evento in-fluenzi l’affidabilità di un debitore). Fitchmotiva il declassamento del Campidogliocon le “incertezze politiche che potrebbero

portare a un deficit protratto nel medio ter-mine”. Parole che sono il responso di un’a-nalisi sui conti del Comune, iniziata lo scor-so gennaio. A Otto e mezzo, il sindaco diRoma, Ignazio Marino, ha puntato il ditocontro il suo predecessore Alemanno:“Continuava a spendere come se avesseancora i 500 milioni di trasferimenti dallo

Stato, che pure erano stati tagliati dal go-verno Monti. Ci siamo ritrovati con un de-ficit di 867 milioni, ma non credo che Romarischi il fallimento”. Lapidario l’assessore alBilancio, Daniela Morgante: “Il giudizio diFitch è la fotografia esatta del quadro eco-nomico-finanziario ereditato dall’attualeamministrazione capitolina”. Ansa

di Sara Nicoli

Una toppa peggioredel buco. Monteci-torio vara la nuovalegge che riforma il

reato di diffamazione a mezzostampa (ora passa al Senato, do-ve si prevedono tempi lunghi) ecancella il carcere per i giorna-listi e i direttori delle testate.Peccato, però, che a fronte diquesta concessione alla stampa,le forze politiche abbiano au-mentato in modo robusto lemulte introducendo anchel’obbligo della rettifica senzacommento a favore dell’offeso.In più, la maggioranza ha pen-sato bene di eliminare qualsiasiammenda verso chi intentaquerela nei confronti dei gior-nalisti a scopo squisitamenteintimidatorio (resta solo unamulta di 10 mila euro nei casi

più eclatanti), ovvero le cosid-dette “querele temerarie”.Niente carcere, insomma, maun guinzaglio alla stampa assaipiù corto attraverso altri modi,tutti economici, per stringere ilbavaglio ai giornalisti. La leggeè passata con 308 voti a favore,117 contrari (Sel e M5S) e 8astenuti.

NEL TESTO PERÒ ci sono pa-sticci vistosi. Nella diffamazio-ne a mezzo stampa, per esem-pio, è stata tolta l’aggravante delfatto determinato e questo, fattii debiti conti, rende la diffama-zione fatta da un giornalista me-no onerosa di quella che puòcolpire un diffamatore da salot-to, la cui multa è stata elevata fi-no a 10 mila euro nel caso in cuiil reato venga commesso tra pri-vati. Contraddizioni che, pro-babilmente, verranno riviste nel

passaggio a Palazzo Madamama che suscitano perplessitàsull’intero impianto della legge.Ma andiamo alle multe. Per ladiffamazione semplice, si dice-va, si va dai 5 ai 10 mila euro. Se,invece, si è consapevolmente at-tribuito a qualcuno un fatto fal-so, allora la multa sale da 20 milaa 60 mila euro (sinora il tettomassimo era di 50 mila euro),con tanto di obbligo di riportareper esteso della sentenza, fatto acui nessun giornale cartaceopotrà ottemperare visto chespesso le decisioni superano lecento pagine. Probabilmente alSenato ci si accorderà per la solapubblicazione del dispositivodella sentenza, ma resta pesantel’entità della tetto massimo perle multe, soprattutto per i freelance non tutelati dall’ombrellodi un editore. In caso di recidiva,è prevista anche l’interdizione

ANCHE PER IL WEB

Il reato viene esteso

ai siti Internet

Per esercitare l’azione

civile di risarcimento

due anni di tempo

dalla pubblicazione

Diffamazione, alla Camerapassa il bavaglio preventivoIL DDL ABOLISCE IL CARCERE PER I GIORNALISTI, MA PREVEDE MULTE PESANTISSIME E L’OBBLIGODI RETTIFICA SENZA RISPOSTA O COMMENTO. NIENTE AMMENDA PER LE QUERELE “I N T I M I DATO R I E ”

LIBERTÀ DI STAMPA

dalla professione da sei mesi adun anno, ma la pubblicazionedella rettifica è giudicata comecausa di non punibilità. Le ret-tifiche, tuttavia, dovranno esse-re pubblicate senza commento erisposta, menzionando espres-samente il titolo, la data e l’au -tore dell’articolo diffamatorio.In caso di violazione dell’obbli -go scatterà un’ulteriore sanzio-

ne amministrativa da 8 mila a 16mila euro. Insomma, la libertàdi movimento del giornalista,anche senza carcere, resta sem-pre molto ridotta. Tanto chestavolta il delitto di diffamazio-ne è stato esteso anche ai siti In-ternet, con unica esclusione deiblog, che restano nella respon-sabilità dell’autore del post. Mac’è di più.

IN CASO di diffamazione, ildanno sarà quantificato sullabase della diffusione della testa-ta, della gravità dell’offesa e del-l’effetto riparatorio della rettifi-ca. L’azione civile dovrà essereesercitata entro due anni dallapubblicazione. Una sorta di “fi -ne pena mai” per il giornalista

che potrà trovarsi a risponderedi una querela, a livello civile,anche molto tempo dopo lapubblicazione dell’articolo.Cambia, invece, la musica per idirettori delle testate, primasempre responsabili di omessocontrollo. Non risponderannopiù a titolo di colpa e potrannodelegare le funzioni di vigilanza(in forma scritta) a un altrogiornalista che dovrà prendersianche la responsabilità dell’o-missione di controllo di un testoal posto del direttore. In ultimo,il segreto professionale, che vie-ne esteso anche ai pubblicistianche se resta l’obbligo di di-chiarare la fonte nel caso in cuiquesta sia fondamentale per ac-certare la prova di un reato.

La Camera dei deputati Ansa

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13il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

Falsi tirocini,primario di Romaai domiciliari

di Ester Castanoda Sedriano (Mi)

Un giornale d’in-chiesta, senza pa-droni della cartastampata che im-

pongono quali argomenti trat-tare e quali no. Che ne dici,vuoi essere mia complice inquesta impresa? Lo faccia-mo?”. Nasce così la nuova edi-zione di A l to m i l a n e s e , il setti-manale locale dell’hinterlandMilano saltato agli onori dellecronache per le inchieste sumalapolitica e ‘ndrangheta inLombardia. Nasce da unachiacchierata davanti a unpaio di birre fra me e l’amicoErsilio Mattioni che da lì a po-co sarebbe diventato il mio di-rettore e compagno di querele.Avevo diciannove anni, da duemi occupavo di cronaca locale

e come promemoria per quel-l’allettante proposta giornali-stica regalai al collega la miatesina su Pasolini che avrei di-scusso all’esame di maturità.Era il 2009. Due anni dopo ilnostro progetto è finalmentepronto per prendere vita.“Ester, c’è questo paese delmagentino su cui nessunovuole scrivere: dicono che lì ol-tre alla festa del patrono non cisia altro. Ti va di occupartenetu, gli altri lo snobbano?”. Macerto, mi piacciono le sfide.

OTTOBRE 2011: l’inizio di tut-to. Primo numero in edicola,primo articolo pubblicato suSedriano, prima querela rivoltaalla sottoscritta. Il mittente? Ilsindaco Pdl Alfredo Celeste, exsocialista e insegnante di reli-gione. Iscritto alla massoneriadi Milano. Mi accoglie nel suo

ufficio al primo piano del Co-mune e mi invita a sedermi. Unuomo galante, chioma bianca egessato color carta da zucche-ro. “Signor sindaco, ma è veroche ha pagato il suo amico av-vocato 7 mila euro per quere-lare una suora e una maestra discuola elementare perché han-no manifestato indignate per lapresenza in Comune in pieno

scandalo Ruby Gate di NicoleMinetti, da lei invitata comemadrina di un concorso dicreatività femminile?”. “Signo -rina, 7020 euro, il lavoro è di-gnità e bisogna essere precisi”.

LA MIA una domanda tuttad’un fiato, la sua una rispostasecca. Appunto, l’indomanipubblico. Parto dalla Minetti,arrivo alla ‘ndrangheta. Un an-no di interviste, articoli, cartestudiate, scarpe consumate.Un anno di querele, insulti,scherni, sberleffi. “La Castanoè persona violenta e aggressiva,se mi avvicina di nuovo o an-che solo telefona scatta imme-diatamente nei suoi confrontiuna denuncia per molestie” silegge nella diffida che nel giu-gno 2012 mi viene notificatanella caserma dei Carabinieri.“Non preoccuparti: sei sullastrada giusta, continua”: il di-rettore mi incoraggia ad anda-re avanti. E quindi: sei colpid’arma da fuoco contro un’au -to in pieno centro (non a Reg-gio Calabria, ma a Sedriano, inprovincia di Milano), quattroauto bruciate durante la nottedavanti al Municipio (sempre aSedriano), il sospetto che l’erbadel nuovo parco cresca a chiaz-ze gialla per un presunto reatoambientale (stesso luogo).Ottobre 2011, primo articolo,prima querela. Ottobre 2012,sirene all’alba, il sindaco di Se-driano viene arrestato per cor-ruzione all’interno della mede-sima indagine che porta in car-cere l’ex assessore regionaleDomenico Zambetti. Quelgiorno le manette scattano an-che per due uomini attivi nellapolitica amministrativa di Se-driano: Eugenio Costantino,presunto boss della ‘ndranghe -

ta, padre di una consigliera co-munale e il chirurgo SilvioMarco Scalambra, marito diun’altra consigliera accusato diessere collettore di voti dellecosche. Tre arresti eccellenti: ilpolitico, il presunto mafioso eil professionista.

I CITTADINI scendono in piaz-za, manifestano con slogan afavore della legalità. Ma i mesipassano, l’inverno padano conle sue nebbie assopisce le in-tenzioni dei più e a chiedere ledimissioni del sindaco riman-gono in pochi, e a denunciarele malefatte sedrianesi su cartastampata ancora meno: anzi,rimane solo il giornale Altomi -lanese tra gomme squarciate,proiettili, lettere minatorie e,soprattutto, querele pretestuo-se. “I soliti facinorosi dell’estre -

ma sinistra e la macchina delfango dei giornali”: ripete Ce-leste per mesi e mesi.Poi in un giorno di primavera,l’8 aprile 2013, il Prefetto diMilano insedia in Comune unacommissione d’accesso e il 10luglio il ministro dell’InternoAlfano riceve la richiesta discioglimento del Comune permafia. Il sindaco è allo sbando:“La magistratura è uno sprecodi soldi dei cittadini, la prefet-tura è mossa da intenti politicie la certa stampa che mi per-seguita sarà punita”. Ottobre2011, primo articolo, primaquerela. Ottobre 2012, sindacoarrestato. Ottobre 2013: il Co-mune di Sedriano è sciolto permafia, primo in tutta la Lom-bardia. La circolarità del caso, icasi della vita. La costanza e lapassione dei cronisti.

IL CORAGGIO DEI CRONISTI: COSÌSI FA SCIOGLIERE UN COMUNESEDRIANO E LA ’NDRANGHETA NEL RACCONTO DI UNA PICCOLA TESTATA LOCALE

Finisce con diciotto condanne e sette assolu-zioni in primo grado il processo a quella che è

stata definita una “frode colossale” e che ha coin-volto i vertici dirigenziali di Fastweb e TelecomItalia Sparkle (tutti assolti). Ieri la prima sezionedel tribunale penale di Roma ha inflitto pesanticondanne per Gennaro Mokbel, 15 anni di reclu-sione, e per la moglie Giorgia Ricci, 8 anni, e per i16 componenti di una banda legata all’estremadestra cui viene addebitato anche la creazione difondi neri nei paradisi fiscali dell’estremo Orien-te. Assolti invece il fondatore di Fastweb, societàmilanese nata nel 1999, Silvio Scaglia, e l’ex ad diTelecom Italia Sparkle, Stefano Mazzitelli. “La fi-ne di un incubo”, ha definito Scaglia l'esito di que-sto lungo processo, che gli è costato quasi un annodi carcere.Gennaro Mokbel, invece, è indicato come il capodell’organizzazione, legato a molti personaggidell’estremismo neofascista. In una telefonata in-tercettata affermava che la scarcerazione di Mam-bro e Fioravanti gli era costata più di un milione dieuro. In anni giovanili era legato anche ad am-bienti della banda della Magliana, a neri da Ro-

manzo Criminale, tra cui quell’Antonio D’Inzilloindicato come il killer del boss De Pedis che fuarrestato proprio a casa sua.Come Mokbel sono stati condannati anche il con-sulente Carlo Focarelli, condannato a 11 anni direclusione, l’ufficiale della Guardia di FinanzaLuca Berriola a 7, l’avvocato Paolo Colosimo - le-gato al senatore Di Girolamo in una vicenda divoto di scambio che coinvolgeva famiglie calabre-si - a 5 anni e 4 mesi, Silvio Fanella a 9 anni e BrunoZito a 6 anni. Gli altri impuntati invece sono statiassolti, come Scaglia, per “non aver commesso ilfatto” o “perché il fatto non costituisce reato”.

L’I N C H I E STA , condotta dal procuratore aggiuntoGiancarlo Capaldo e dai pm Giovanni Bombar-dieri e Francesca Passaniti, era durata circa dueanni ed era partita dalla scoperta di una “frode ca-rosello“, messa in atto tra il 2003 e il 2006, checonsisteva nella sistematica evasione fiscale del-l'Iva per un totale da 2 miliardi di euro. Denaro poiriciclato da Mokbel con la complicità del consu-lente Focarelli. Secondo i magistrati la “truffa co-lossale” era stata organizzata nei minimi dettagli e

consisteva nel creare, a quanto si legge nell’ordi -nanza del gip del 2010, “ingenti poste passive dibilancio dovute alle apparenti uscite di centinaiadi milioni di euro in favore di società ‘cartiere’ (os -sia società con sede all'estero, create ad hoc per leoperazioni). Le ingenti somme di denaro appa-rentemente spese per pagare l’Iva in favore delle‘cartiere’ consentivano a Fweb e Tis di realizzare‘fondi neri’ per enormi valori”. Agli imputati, aseconda della posizione, sono stati contestati i rea-

ti di associazione per delinquere transnazionalepluriaggravata finalizzata al riciclaggio, all’inte -stazione fittizia di beni ed evasione fiscale nonchéil reinvestimento di proventi illeciti. Il meccani-smo truffaldino, secondo i pm, avrebbe finito percoinvolgere i vertici delle due aziende telefonicheattraverso una rete di società che venivano aperte echiuse dopo aver realizzato lo scopo.Ma è proprio questa l’accusa che la Corte non haaccolto assolvendo tutti i manager accusati di aver

favorito la frode fiscale anche afini di concorrenza con altreaziende telefoniche. Tutta la re-sponsabilità è ricaduta sullabanda Mokbel e alcuni consu-lenti infedeli. L’iva evasa in to-tale è stata di due miliardi di eu-ro. “Sono stati sottratti centinaiadi milioni di euro alle casse del-l’erario - hanno ricordato i pm - ifatti descritti nel processo hannoinciso anche sul bilancio dell’U-nione europea“.

R.D.G. e V.P.

Fastweb: 15 anni a Mokbel. Scaglia assolto“È FINITO UN INCUBO” AFFERMA IL FONDATORE DELLA SOCIETÀ DI TELEFONIA. STESSA SENTENZA PER L’EX AD DI TELECOM ITALIA SPARKLE

IN ITALIA

IN PRIMA PERSONA

Da l l ’invito a Nicole

Minetti alle infiltrazioni

criminali, nell’o t to b re

del 2012 il sindaco

delle querele facili

è stato arrestato

RUBERIE

“I soldi sottratti che

hanno inciso sul bilancio

dell’Unione Europea”.

Così i pm definiscono

la frode con 2 miliardi di

euro di Iva evasa

FALSIFICAVA i registri delle sale ope-ratorie e i libretti universitari deglispecializzandi in modo da far ottenereloro la necessaria documentazioneper il praticantato. In cambio costrin-geva i tirocinanti a turni massacranti.Per questo un medico dirigente delSant’Andrea di Roma, nonché mem-

bro di una Scuola di SpecializzazioneUniversitaria, è stato arrestato (ai do-miciliari) ieri mattina dai carabinieridel Nas. É accusato di concussione,falsificazione ideologica e materialedi atti pubblici e violenza privata. A farscattare l’indagine, la denuncia di unodei tirocinanti. L’inchiesta poi ha con-

sentito di accertare che, nel 2012, al-cuni medici specializzandi avevanopartecipato con successo all’esamefinale della scuola di specializzazionesenza aver effettuato le attività di pra-ticantato in sala operatoria obbligato-rie. Il medico, secondo l’accusa, con lacollaborazione di tre colleghi, anche

questi indagati, falsificava registri e li-bretti universitari con l’annotazionedella partecipazione ad operazionichirurgiche. In cambio, costringeva itirocinanti a svolgere turni massa-cranti e a presidiare il reparto di te-rapia intensiva, nell’arco notturno, an-che in assenza di anestesisti.

La Cassazione ha annullato senza rinvio l’ar-resto di Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area

finanza di Monte dei Paschi di Siena e definitodagli inquirenti senesi il capo della banda del 5%,detenuto dal febbraio scorso. Ieri sera alle 20 iCarabinieri hanno notificato l’ordinanza dellaCorte a Baldassarri. Tecnicamente la Cassazioneha annullato “l’ordinanza del tribunale del Rie-same di Firenze – si legge nell’atto – e quella emessail 17 marzo 2013” dal giudice Ugo Bellini di Siena.Baldassarri era stato arrestato il 14 febbraio a Mi-lano ma il gip del capoluogo lombardo, territo-rialmente incompetente, rimandò a Siena gli atti.Scarcerato per un errore procedurale il 16 marzo, ilgiorno successivo Bellini emette l’ordinanza im-positiva. Dal 26 luglio godeva degli arresti domi-ciliari. I legali di Baldassarri, Filippo Dinacci e Ste-fano Cipriani, lo scorso maggio hanno presentatoricorso in Cassazione motivandolo con vizi di le-gittimità e insussistenza di esigenze cautelari. Ierila decisione della Corte che ha rimesso in libertàl’ex capo dell’area finanza di Rocca Salimbeni. Traventi giorni si conosceranno le motivazioni delladecisione dei giudici. Baldassarri è indagato perconcorso in ostacolo alle funzioni di vigilanza. Ap-pena tre settimane fa si è aperto il processo con ritoimmediato a carico dell’ex manager di Mps e gli exvertici: il presidente Giuseppe Mussari e il direttoregenerale Antonio Vigni.Davide Vecchi

MPS Scarcerato l’ex capofinanza, Baldassarri

IL SINDACOSopra, il sindacodi Sedriano,Alfredo Celeste;a c c an t o,unam an i fe s t a z i o n econtro le mafiea CivitavecchiaAnsa

Gennaro Mokbel Ansa

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14 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

di Rita Di Giovacchino

Divieto di sepolturaper Erich Priebkein tutti i cimiteri diRoma e provincia, è

l'ultima decisione prefetto Pe-coraro resa nota dal sindacoMarino che fin dall'inizio si eraopposto all'ipotesi di un mau-soleo dell'ex SS nella capitale. Èl'unica certezza nel caos che dagiorni circonda la destinazionedella salma del boia della Ar-deatine: sembra certo che la ba-ra si trovi tuttora nell'area del-l'aeroporto di Pratica di mare,dopo che la scorsa notte si eradiffusa la notizia di un nuovotrasferimento, ma la famiglia,per bocca dell'avvocato Giachi-ni, non ne sembra convinta:

“Diteci dove sta la salma, i figlimi hanno incaricato di recupe-rarla. Per la sepoltura abbiamocontatti con l'ambasciata tede-sca, oltre a un'ipotesi di tumu-lazione in Italia”.Nel monastero di Albano, se-condo l'avvocato, si sarebbesvolto un rapimento della salmaa opera di “agenti di polizia o deiservizi segreti, hanno picchiatopersone che erano di veglia ehanno portato via la bara. Nonsappiamo più dove si trova. Te-miamo che si voglia farla spa-rire, e coprire tutto con il Segre-to di Stato”. La presidenza delConsiglio ha smentito l'inter-vento dei servizi segreti nel casoPriebke, la decisione di trasfe-rire la salma è stata decisa permotivi di ordine pubblico dopo

gli incidenti culminati con l'ag-gressione di una ventina di neo-fascisti ai cittadini che manife-stavano contro la decisione disvolgere i funerali in una cittàmedaglia d'argento della Resi-stenza. Il fatto che la famigliadell'ex SS abbia manifestato le

La “bara volante”di Priebke: la sagadel funerale senza fineIL CORPO DELL’EX SS RESTA A PRATICA DI MARE:PROIBITE LE ESEQUIE IN TUTTA LA PROVINCIA DI ROMA

S(ENZA) S(EPOLTURA)

A L L’OMBRA DELL’SS

Giachini e la strategiadell’at t e n z i o n edell’avvocato “nero”Sono fiero di aver difeso di Priebke, un uomo che a 83 anni è

finito in prigione dando prova fino all'ultimo di dignità ecoerenza. Il suo unico obiettivo era dimostrare la verità storica,negli ultimi mesi ha lavorato al video-intervista, non sono statoio occuparmene ma sono fiero del modo in cui è morto e peraverlo aiutato a vivere fino a100 anni”.È il 10 ottobre, l'ex SS è morto da appena due ore, quando sottoil portone di via Cardinal San Felice, che è poi casa sua, l'av-vocato Paolo Giachini pronunciò commosso queste parole. Ap-pena una piccola bugia, quella di non aver avuto alcun ruolonella video-intervista, invece è stato proprio lui a fare le do-mande e a commentare le risposte.Strana figura di avvocato militante, lafama di Giachini è ingigantita in que-sti giorni anche per la sapiente gestio-ne mediatica dei funerali del boia na-zista finiti sulle prime pagine di tutto ilmondo. Ha saputo sparare sul barilot-to di dinamite, dice qualcuno, comequando ha annunciato che il feretropartito dal policlinico Gemelli era di-retto ad Albano, in modo da far con-vergere sul luogo che doveva restaresegreto, per tacita intesa con il prefettoPecoraro, cittadini indignati e milizia-ni “boia chi molla”.

UNA PICCOLA “strategia della tensio-ne” ha scandito la diffusione del pen-siero priebkiano e i comunicati e dietro ogni passo c'è lui, Gia-chini. Non si può dar torto a questo marchigiano, ex commer-ciante di pellami, che ha fatto gli esami di procuratore dopo i 50anni, di voler vivere un momento di gloria: per 15 anni ha vissutoall'ombra di Priebke, gli ha offerto la casa dove vivere e perfinoun lavoro presso il suo studio. Ma non si può negare che sia statoanche consigliere politico e cultore delle memorie, rilette nellalente del revisionismo storico che ha portato l'ex SS a negare glialtiforni di Dachau e le torture di via Tasso. Con lui ha scritto laponderosa autobiografia, 900 pagine, Vae Victis, guai ai vinti: tut-to quel che è successo è colpa del fatto che i nazisti hanno perso laguerra. Giachini ha un'autentica passione per gli eroi del male.“Sono stato amico di Clemente Graziani, andavo a trovarlo inParaguay e insieme ci facevano delle grandi bevute”, ha raccon-tato. Graziani, leader e fondatore di Ordine Nuovo, latitava inParaguay: nel suo pantheon immaginario ci sono solo “perse -guitati” politici, fantasmi del passato come Delfo Zorzi, incri-minato e assolto per la strage di piazza Fontana. Con Zorzi, cheha una casa di moda in Giappone, faceva import-export: “Cihanno intercettato per anni, ma non ne è uscito niente, par-lavamo solo di affari”. Occhi azzurri, aitante, qualcuno sospettache fosse il figlio segreto di Priebke e a lui forse non sarebbedispiaciuto, invece l'ex Ss era solo il suo padre “ideologico”. “Horimesso il mandato”, aveva detto la sera dei funerali svoltisi a suainsaputa. Ma 24 ore dopo il ruolo di “procuratore legale” gli èstato restituito da Ingo Priebke, il figlio che in Italia non è maiarrivato, che anzi fa sapere “che non verrà mai”. Ma non eranostati i cittadini di Albano a impedirgli di entrare nel monastero?Piccole bugie che servono a tener viva la tensione.

Rd G

Francesco e il vescovo spendaccionePunirne uno per educarne centodi Marco Politi

Franz-Peter Tebartz vanElst, vescovo di Limburg,

non ha inteso bene l’appello dipapa Francesco (subito dopola sua elezione) per una “Chie-sa povera e per i poveri”. InGermania i fedeli della suadiocesi sono furenti per le spe-se astronomiche per la costru-zione della sua nuova residen-za: 31 milioni di euro. Pocacosa forse per certi clan po-litici italiani, ma in Germaniasono pignoli e ai fedeli e amolti uomini di Chiesa non vagiù che il 54enne vescovo ab-bia speso 15.000 euro per lavasca da bagno, 350.000 europer gli armadi e altri 783.000per un “giardino mariano”.Cose da mandare in bestia pa-pa Bergoglio a cui già dannofastidio le auto ufficiali.Ma la storia non finisce qui. LaFrankfurter Allgemeine Sonntag-s ze i t u n g sostiene che nell’esta-te 2011 i preventivi per la nuo-va residenza – che allora am-montavano a 17 milioni di eu-ro – sono stati frazionati in 10progetti per non incorrerenelle necessarie autorizzazio-ni vaticane, indispensabiliquando si tratta di somme su-periori ai 5 milioni di euro. Lalievitazione dei costi sembraora possano raggiungere i 40milioni.E neanche qui finiscono i pro-blemi del vescovo sprecone.La procura di Amburgo haaperto un procedimento per“falsa dichiarazione giurata”riguardo a un volo fatto dal

prelato in India. Aveva dichia-rato di aver preso un bigliettoin business, invece si trattavadi un biglietto di prima. Unpeccato mortale – la menzo-gna di un esponente pubblico– per l’opinione pubblica te-desca e più ancora per le au-torità giudiziarie. In Italia icritici verrebbero chiamati”populisti giudiziari”, Oltral-pe non funziona così.

IL PRESIDENTE della confe-renza episcopale tedescamons. Zollitsch ha deciso diistituire una commissioned’inchiesta e ieri mattina Zol-litsch ha riferito direttamenteal papa. Che però si era già or-ganizzato per raccogliere no-tizie di prima mano. France-sco aveva mandato a settem-bre in Germania il cardinaleLajolo, conoscitore della situa-zione nella Repubblica federa-le per avervi vissuto da nunzio.Zollitsch e il papa si sono tro-vati d’accordo nel dare avvioda oggi alla commissione, a cuipartecipano anche espertiesterni alla Chiesa.Mons. Tebartz si era precipi-tato nel fine settimana a Roma,sperando di parlare con il pon-tefice, ma Francesco ha volutoincontrare prima il presidentedella conferenza episcopale te-desca. Nel frattempo Tebartzha dichiarato che la sua caricaè “nelle mani” del pontefice.Con il pontificato di Bergogliosembrano tramontati i tempiin cui i vescovi potevano am-ministrare i beni della diocesi aloro piacimento da piccoli so-

vrani. Francesco ha già dettoche i vescovi non devono at-teggiarsi a “principi rinasci-mentali” e che i sacerdoti,quando pensano di comprarsiun’auto, riflettano bene sulmodello da acquistare: “Per -ché nel mondo ci sono bam-bini che muoiono di fame”.Francesco ha poca simpatiaper sperperi, malversazioni oinvestimenti sconsiderati. Inquesti primi 7 mesi dono giàcadute alcune teste. I vescovisloveni di Maribor (mons.Turnsek) e di Lubiana (mons.

Stres) sono stati costretti a di-mettersi per un crac di 800 mi-lioni di euro. In Cameroun èuscito di scena l’ex arcivescovodi Yaoundè, mons. Tonye Ba-kot, dopo le proteste dei fedeliper cattiva amministrazione.La vicenda Tebartz si inseriscenella strategia del nuovo pon-tificato tra i cui punti quali-ficanti c’è l’imperativo dellatrasparenza e un’estrema at-tenzione all’uso oculato deibeni ecclesiastici. Il nuovo cor-so spaventa i settori più con-servatori della Curia e dellaChiesa perché ne deriva ancheil riconoscimento del dirittodei fedeli (e dell’opinione pub-blica) di verificare la coerenzatra prassi amministrative ec-clesiastiche e la retorica deisermoni. L’argomento che imass media “aizzano contro laChiesa” poteva funzionare du-rante il pontificato ratzinge-riano. Ora non attacca più.Francesco sa che la coerenza èmassima virtù: l’operazionepulizia non può fermarsi.

PECORELLE ARRICCHITE

REGGIA MILIONARIA

Il Papa apre

un’inchiesta sul

tedesco Franz-Peter

Tebartz van Elst

per le spese della

sua nuova residenza

V I DE O T E S TA M E N T ORegistrato da Priebke poche settimane prima della morteIl prefetto Pecoraro Ansa

brevi

ROMA “R I SC H I ” METRO C A CARICO DI COMUNE E STATOIl collegio sindacale di Roma Metropolitane, società comunale,ha inviato un esposto alla Corte dei conti e alla Procura dellaRepubblica, lamentando che il nuovo accordo tra la società e icostruttori accolla “i rischi d’i m p re s a ” a Campidoglio e Stato.

VAT I C A N O IL PAPA E ABU MAZENFrancesco ha regalato ad Abu Mazen un pennadurante il colloquio avuto ieri in Vaticano. “Spe-ro di poterla usare per firmare gli accordi di pa-ce ” ha risposto il leader palestinese, che ha poiincontrato il presidente della Camera Boldrini equello del Senato Grasso. Ansa

FRANCIA A GIUDIZIO IL ROCKER NEONAZIRisponderà di incitazione all’odio razziale il roc-ker neonazi norvegese Kristian Vikernes com-parso in tribunale a Parigi. L’uomo, che ha scon-tato 15 anni in Norvegia per l’omicidio di unmembro della band heavy metal, fu arrestato inluglio in Francia con l'accusa di terrorismo.

sue intenzioni è stata apprezza-ta da Pecoraro, dopo le polemi-che che lo hanno coinvolto: “Èstata un scelta difficile motivatadal fatto che la comunità lefre-vriana era l'unica disponibile adofficiare un rito funebre”.I colpi di scena non si contanopiù e ieri don Pierpaolo Petruc-ci il superiore di San Pio X, harivelato che i funerali, contra-riamente a quanto affermato daGiachini, sono stati officiatiproprio da lui a tarda sera:“Priebke è morto da cattolico eda pentito. Abbiamo trovatodocumenti, ha ricevuto il sacra-mento della penitenza, si è pen-tito pubblicamente davanti aDio e agli uomini, è morto dacristiano e aveva diritto ai fune-rali”.

Ma ieri è stato il giorno in cui èstato diffusa l'annunciata vi-deo-intervista in cui Priebkeparla del massacro alle Fosseareatine. Molto pentito nonsembra: l’ex capitano delle SS neattribuisce la responsabilità al-l’attentato di via Rasella com-

piuto dai Gap comunisti pro-prio per provocare la rappresa-glia tedesca e così l'insurrezionedella popolazione: “Kesselringaveva diffuso un avviso che lospiegava”. Ancora: “L’esecuzio -ne fu terribile ma era impossi-bile dire no”.

“R A P I M E N TO ”

Il legale evoca i servizi

segreti, Palazzo Chigi

smentisce. Nell’ultimo

messaggio, il nazista

giustifica le Fosse

A rd e a t i n e

Franz-Peter Tebartz van Elst Ansa P. Giachini La Pre ss e

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15il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

di Enrico Fierro

Non è un paese permorti, ma neppureper vivi. E quandosi parla di migran-

ti, profughi, richiedenti asilo,insomma, di gente che vienedal mare su vecchi barconi ecerca una speranza sulle spon-de italiche, le cose si compli-cano. Iniziamo dai vivi: i pro-fughi siriani salvati giorni fa aReggio Calabria. Operazionemirabile: gli aerei individuanola nave madre che scarica su unbarcone al traino, uomini,donne e bambini. Il legno, giàfradicio, imbarca acqua, la si-tuazione è a rischio naufragio,le motovedette della Guardiadi Finanza partono e salvanotutti.Duecentoventisei profughi,tanti bambini. Sono siriani evengono ospitati in un pala-sport. Non sono clandestini,sono profughi scappati da unaguerra che non vogliono resta-re in Italia, leggi Bossi Fini epacchetti sicurezza vari, nondicono parole chiare sul lorostatus. Così ieri sono andati viatutti, col treno, verso il nord,certamente verso un paese eu-ropeo. Le autorità italiane han-no assistito impotenti.

VENIAMO AI MORTI. Perprendere atto che l'Italia, le sueistituzioni, il suo governo, stan-no rischiando di essere travoltidal ridicolo. Siamo di fronte atragedie immani, i naufragi diLampedusa con le sue centi-naia di vittime, e la salma di Eri-ch Priebke, il boia delle FosseArdeatine. Morti in epoche di-verse, protagonisti di storienon paragonabili, ma che han-no una caratteristica in comu-ne: il governo italiano non sa

come gestirli, non riesce a venirfuori da una impasse che ciespone allo sberleffo della co-munità internazionale. Il capi-tano delle Ss è morto venerdì alPoliclinico Gemelli di Roma.Da allora è successo di tutto. Labara portata ad Albano Lazialeper i funerali, gli scontri fino anotte, le botte, i feriti, le pole-miche del giorno dopo vomi-tate dalla tv e dai soliti impro-babili esperti di tutto. Pensateal prefetto di Roma Giuseppe

Pecoraro. Lunedì il sindaco diAlbano vieta i funerali, lui si in-cavola e revoca il divieto: i fu-nerali si devono fare. La citta-dina laziale è messa a ferro efuoco, il morto con i suoi sodalilefebrviani è in un convento,fuori botte da orbi tra antifa-scisti e neonazisti italiani, e luiche fa? Semplice: revoca la suastessa revoca: i funerali non sidevono fare, vanno sospesi.Il cadavere del boia, intanto,viene portato all'aeroporto diPratica di Mare, ironia dellasorte, nello stesso luogo dove furicostruito lo scheletro del Dc9Itavia precipitato al largo diUstica. Il corpo è lì, in attesa, dicosa non si sa. Lo hanno por-tato i servizi segreti, si favoleg-gia. E allora a chiarire tutto in-terviene il sottosegretario al-l'Interno Filippo Bubbico: È ve-ro che sono intervenuti gli007?: “Non lo so”. Viva l'Italiadoppio, perché sulla questioneinterviene di nuovo il prefetto: i

funerali di Priebke sono vietatiin tutto il territorio della pro-vincia di Roma.E i morti di Lampedusa? Com-mossi, dopo una visita di 4 mi-nuti circa ai vivi ricoverati nelcentro di accoglienza dell'isola,Letta e Alfano annunciano i fu-nerali di Stato per le vittime delnaufragio del 3 ottobre. È il 9 diottobre, da allora succede ditutto.

I FUNERALI, che dovevano es-sere di Stato (c'è anche una leg-ge che li regolamenta, la nume-ro 36 del 7 febbraio 1987) di-ventano solenni. Nel frattem-po, però, le bare dei migrantimorti, molti ancora con i nu-meri, persone non identificate,vengono sepolte nei cimiteri si-ciliani. Sei a Gela, 5 a Raffadali,Agrigento, 5 a Sambuco di Si-cilia. A Bruxelles i giornalististranieri chiedono lumi allaministra Cecile Kyenge. Che fi-ne faranno quei morti? Rispo-

sta: “Avranno un giusto salu-to”. Di Stato, solenni, dal giustosaluto, la confusione evidente-mente è poca. Non basta? E al-lora interviene il ministero del-l'Interno con un comunicato.Per i morti di Lampedusa, quel-li del 3 e dell'11 ottobre, ci saràuna “cerimonia di commemo-razione”, il 21 sul molo turisti-co di Agrigento. Interverrannole massime autorità di governo.

Il sindaco di Lampedusa: “Ionon ci sarò”. E i funerali di Sta-to? Finiti nel ridicolo, come lafarsa del morto Priebke. Andràin Germania, “finalmente unavolontà chiara”, annuncia ilprefetto Pecoraro liberato dal-l'incubo. Intanto la salma delboia delle Ardeatine è semprelì, a Pratica di Mare. In attesache l'Italia diventi un Paese se-rio. Almeno con i morti.

QU IPRO QUOIl ministrodell’I n t eg ra z i o n eKyenge era ieria Bruxellesdove ha chiestola revisionedelle leggieuropeesull’i m m i g ra z i o n eLa Pre ss e

NON È UN PAESE PER MORTIE I VIVI VOGLIONO ANDARE VIAI PROFUGHI DI REGGIO LASCIANO IL CENTRO, IL GOVERNO CANCELLA I FUNERALI DI STAT O

STATO CONFUSIONALE

PD INTERROGAZIONE SU ‘CAMPO PESTAGGI’Interrogazione di Khalid Chaouki, deputato e re-sponsabile Nuovi Italiani del Pd dopo l’ar ticolopubblicato ieri dal Fa t to sul “campo dei pestaggi”. Ilparlamentare chiede che il governo risponda aproposito delle “notizie di violenze nel centro diprima accoglienza di Pozzallo, Ragusa”. La Pre ss e

Il successo di Anina alla Sorbonal’altra faccia dei rom francesi

Le bare dei migranti allineate nell’hangar di Lampedusa La Pre ss e

di Roberta Zunini

Al grido di “Leonarda deve tornare”, mi-gliaia di liceali parigini hanno marcia-

to verso il ministero degli Interni il cui ti-tolare, lo spagnolo naturalizzato franceseValls, è stato spesso criticato per la politicarestrittiva nei confronti degli immigrati eper le espulsioni facili di sans papier e rom.Ma la decisione di espellere la 15enne Leo-narda Dibrani, figlia di kosovari di etniarom, prelevata dalla polizia mentre era ingita scolastica, ha scatenato l'indignazione.Oggi o domani dovrebbero arrivare i risul-tati dell’inchiesta amministrativa aperta dalministero, intanto Leonarda, da Mitrovica,dove si è ritrovata con i familiari, compresoil padre violento dal quale era stata separata(e che avrebbe vissuto per 20 anni in Italia, aPesaro) chiede di tornare in Francia.Anche se nemmeno lei è nata in Francia, main un campo nomadi vicino a una discarica

a 180 chilometri da Bucarest, Anina Ciuciu,23 anni, prima studentessa rom di legge allaSorbona e autrice del libro “Sono tzigana elo rimango” si sente legata e grata al Paeseche le ha permesso di uscire dall' emargi-nazione e spera di ottenere la nazionalitàper coronare il sogno di divenire magistra-to. “Le procedure sono lunghe ma forse fra 2anni ce l'avrò”, dice al Fa t to la 23enne ar-rivata in Francia quando aveva 7 anni.

“IN ROMANIA vivevamo in una casa con ilpavimento di terra e senza acqua. I bambinici urlavano ‘sporchi zingari’. Mio padre ven-ne licenziato dall’officina quando scopriro-no che era rom. Al primo tentativo di andarvia il trafficante ci lasciò in un campo minatoin Kosovo”. Il secondo tentativo andò me-glio ma per 6 mesi Anina e i suoi rimaserobloccati nell'allora campo nomadi del Ca-silino a Roma. “Le condizioni erano umi-lianti, abbiamo mendicato per sopravvivere.

Mentre i rumeni ciconsideravano subu-mani, gli italiani dice-vano ‘andate a lavora-re, parassiti’. Ma nes-suno ci dava lavoro”.In Francia hanno ottenuto prima l'asilo e poiil permesso di soggiorno e Anina è potutaandare a scuola anche se ha abitato a lungocon le 3 sorelle e i genitori in un furgone. Poiè stata investita da un notabile, ubriaco, delposto ed è rimasta tra la vita e la morte permesi ma i genitori non l'hanno denunciatoper timore di ritorsioni. “Purtroppo ora lasituazione dei rom è sempre più critica”. Ildesiderio di riscattare i sacrifici del padre,che lavora come giardiniere, l’ha portata adiplomarsi e iscriversi all'università. Lavo-rando i un hotel Anina riesce a mantenersida sola. “Voglio diventare magistrato per-ché permette di aiutare i deboli e gli oppressie ottenere giustizia e dignità”.

CHI APRIRÀ LE PORTE a quanti sopravvivono alla quotidianaroulette russa nel mediterraneo? Di certo non il Nord Europa,che se con un occhio compassionevole guarda i cadaveri re-stituiti dal nostro mare, con l’altro controlla che le sue frontieresiano adeguatamente blindate. Per sfuggire alla guerra e allafame, il popolo dei rifugiati accetta qualsiasi sfida. Ma chi offriràloro un futuro, dopo? I summit Ue si intrecciano a dichiarazionidi circostanza che inneggiano alla solidarietà verso l’Italia, mafinora, provvedimenti concreti non si sono visti. La storia in-segna che molti profughi chiederanno asilo al Nord Europa, chidichiarando lo status di rifugiato, chi dimostrando un ricongiun-gimento famigliare.Se però è sui Paesi scandinavi che contiamo, la fiducia si rivelamal riposta. Partiamo dalla Da n i m a rc a . Economia da tripla A,tasso di disoccupazione inesistente, da maggio però il governoha sospeso il trattato di Schengen e reintrodotto i controlli allefrontiere. “Troppi immigrati. Negli scorsi anni abbiamo vistocrescere i crimini transfrontalieri” – spiegano, giustificando cosìl’introduzione di nuove apparecchiature elettroniche per l’iden -tificazione alla frontiera tedesca, di controlli serrati nei porti esul ponte che collega alla Svezia.Già la Sve z i a , dove ormai la parola “i m m i g ra z i o n e ” provoca nel-l’opinione pubblica reazione da gas urticante. Il partito di estre-ma destra tiene sempre viva la memoria collettiva sulle rivoltedello scorso maggio che hanno infiammato i sobborghi di Stoc-colma, per mano di immigrati. Devastate scuole, bruciate auto,feriti a sassate passanti, poliziotti, vigili del fuoco. Tutti motiviper non accettare nuovi profughi. Così da mesi la polizia effettuacontrolli a tappeto nella metropolitana di Stoccolma, per rin-tracciare i clandestini e procedere all’espulsione, mentre da Gö-teborg, città d’approdo, i comuni protestano e accusano il Go-verno e l’Ue di averli lasciati soli e senza fondi, ad affrontare ilfenomeno crescente dell’a cc a t to n a g g i o.E siamo in N o r ve g i a . Protezionista verso la sua inespugnabileeconomia petrolio-centrica, ha accontentato giusto la scorsasettimana l’ala estrema del neogoverno di destra: manette aiclandestini e rigidi protocolli per il riconoscimento dell’a s i l o.Resta la Fi n l a n d i a . La sua brillante economia ha cronico bisognodi manodopera e quindi gli immigrati sono ben accetti, soprat-tutto perché svolgono i lavori meno remunerativi, nei settoreedilizia, sanità, istruzione e trasporti marittimi.Nel 2012 oltre 9mila stranieri hanno ottenuto la cittadinanza, ildoppio rispetto gli anni precedenti. Anche qui però sono giuntele correnti xenofobo- populiste, già al lavoro (con discreto suc-cesso) per instillare veleno sociale, facendo leva su un grandeclassico: “Di questo passo, il welfare, basterà per tutti?”.

Michela Danieli

Il nuovo murodel Nord (Europa)

NON SOLO LEONARDA

PAROLA DI MINISTRO

Il ministro Kyenge

riannuncia esequie

solenni per le vittime di

Lampedusa. Il sindaco:

“Non ci sarò”. In Sicilia

al via le sepolture

N. ZELANDA I “PROFUGHI DEL CLIMA”L’isola di Kiribati, nell’Oceano Pacifico, è minac-ciata dall’innalzamento dell’acqua. Per questouno dei suoi abitanti, il 37enne Ioane Teitiota, hapresentato domanda di “asilo per cambiamentoc l i m a t i co” alla Nuova Zelanda ed è stato ascol-tato dall’Alta Corte del Paese oceanico.

BARI “D’ADDARIO MOLESTATRICE”La Procura di Bari ha chiesto la condanna a 2 mesie 20 giorni per Patrizia D’Addario. La donna è im-putata per molestie telefoniche ai danni delle 2 fi-glie dell’ex amante, per minacce e un tentativo disperonamento di una delle ragazze a bordo d’unoscooter (all’epoca, 2009, minorenne).

Il libro di Anina“Sono ziganae lo rimango”

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16 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

san Collins, Lisa Murkowski,Kelly Ayotte, Amy Klobuchar,Jeanne Shaheen e Heidi Heit-kamp, che avevano deciso dilavorare sull’accordo quandoancora sembrava una follia, hatirato il paese fuori dai guai.Anche se ad annunciarlo almondo sono stati Harry Reid eMitch McConnell.Promettono, invece, ancorabattaglia i rappresentanti delTea Party che hanno votatocontro l’accordo e che ribadi-scono che non troveranno pa-ce fino a quando la riforma sa-nitaria sara’ in vigore. “Ci ri-vediamo l’anno prossimo diquesti tempi”, dicono, gia’ incampagna elettorale per le ele-zioni di medio termine del no-vembre 2014.Il presidente, intanto, ringraziae dà il “bentornato” ai dipen-denti del governo, per 16 gior-ni senza lavoro e prova a man-tenersi defilato. Subito dopo lafirma dell’accordo, però, mer-

coledi sera, alla domanda se cisi troverà di nuovo in questa si-tuazione fra pochi mesi, uscen-do dalla sala stampa, senza vol-tarsi, aveva risposto deciso,“no”. Come fanno i vincitori.E da leader tornato in pienocontrollo del paese Obama haaccolto il premier italiano Lettache alla vigilia dell’incontroaveva paragonato la sua situa-zione a quella del presidente

americano, dal quale ha poi ri-cevuto convenevoli e ringra-ziamenti calorosamente di ri-to, soprattutto pe r il ruolosvolto nelle missioni interna-zionali, e anche per l’invito arivedersi la prossima volta inToscana (terra natia di Letta edove l’ambasciatore (ita-lo)-americano Phillips è pro-prietario di un borgo medieva-le riattato a resort).

ALTRI MONDI

New York

Il presidente ha capitoche la magnanimità,nella vittoria, è una qua-lità molto importante

da avere. Lui ha vinto. Ora, pe-rò, bisogna che si sieda con isuoi avversari e faccia in modoche le cose funzionino. Se nonlo farà, evidentemente, non sa-rà un presidente di successo”.Riconosce la sconfitta dei re-pubblicani, John McCain, sen-za però mancare di sottolinea-re che, la vittoria di BarackObama, dovrà essere confer-mata nei prossimi mesi, dall’o-perato della commissione bi-partisan che lavorerà sul bud-get, ribadendo che quella nonpotrà dare nessun risultatosoddisfacente senza la la vo-lontà delle parti di giungere acompromessi su molti punti. Ese al presidente va la vittoria,alle donne va il merito di aver-ne gettato le basi. “La leader-

ship al Senato – aggiunge Mc-Cain – devo ammetterlo, è sta-ta garantita principalmentedalle donne. La verità è che lorostanno facendo molto bene enoi siamo stati fortunati che ciabbiano consentito di starglidietro e capire come andavanofatte le cose”. Se un certo cini-smo tipico della politica “almaschile” aveva, dunque, do-minato nelle fasi della catastro-fe, il pragmatismo femminile ebipartisan delle senatrici, Su-

Obama, i coccidel Tea Party e i doloridel “c o l l ega ” LettaIL PRESIDENTE USA REDUCE DAL SUCCESSO SULLO SHUTDOWNPROMUOVE GLI SFORZI DEL GOVERNO ITALIANO

di Angela VitalianoNew York

Quando ero più giova-ne il mio sogno era fa-

re esattamente quello chefai tu, la giornalista”. È laprima cosa che mi dice iltenente comandante dellaMarina americana, SarahHiggins, mentre ci sedia-mo al tavolo di un caffè diManhattan, per la nostrachiacchierata. Sorpren-dendomi così, due volte, insoli cinque minuti: le pri-me due di molte altre. Laprima volta mi aveva sor-preso quando, sebbene conun sorriso, aveva rifiutato,categoricamente la mia of-ferta di pagare i caffé: “L a-voro per il governo, nonposso accettare”. La stradami sembra in salita, ma do-po le prime domande sco-pro che Sarah è disponibilee, soprattutto, estrema-mente rispettosa verso illavoro dei giornalisti, enon solo per la sua vecchiapassione. “Difendere ilmio paese – mi spiega – perme significa, più di ogni al-tra cosa, difenderne alcuni valori fonda-mentali che credo fermamente dovrebberoessere garantiti a tutti gli esseri umani: lalibertà di parola e la libertà di espressione”.

Sarah ha 34 anni ed è nataalle Hawaii: papà marinee mamma nella Marinamilitare, una vita di viaggie traslochi. “Se fai partedelle forze armate devicambiare città ogni treanni e così io ho girato ilmondo prima ancora dientrare io stessa in Ma-rina. Amavo quella vita,conoscere nuove persone,nuove culture e per metutto aveva il sapore del-l’avventura e, oggi, credoanche che mi abbia aiu-tato ad aprirmi la mente”.Quando sei giovane, pe-rò, puoi avere aspirazioni“diverse” e la carriera digiornalista diventa il so-gno.

UN SOGNO ostacolato daicosti altissimi delle uni-versità, in particolare del-l’Università della Califor-nia sulla quale Sarah ave-

va concentrato moltissimo le sue aspetta-tive. “Decisi allora di entrare a far parte deiNaval Reserve Officer Training Corps di LosAngeles, un programma di istruzione se-condaria che copre completamente il costodegli anni di studio a patto che tu ti impegnia restare per quattro anni all’interno dellaMarina”. A convincerla anche la possibilitàdi scegliere come specializzazione proprio ilgiornalismo: “Qualche tempo dopo quando,avendo scelto di essere un pilota, mi resiconto che per molti io ero una privilegiata,

pensai che si arriva a delle cose per stradediverse e la mia non era certo stata ispiratada Tom Cruise in Top Gun”. Gli anni dellascuola sono duri, ma formativi. “La Marinami ha insegnato a mettermi alla prova, achiedere di più a me stessa e a pormi semprenuovi traguardi da raggiungere. Se nonavessi scelto questa carriera non avrei com-preso tante cose di me stessa”. Pensacola,Florida, è la prima base di Sarah dopo lascuola e lì la pressione è forte:“Io ero fortunata ad essereun’ottima nuotatrice, ma permolti quello era il punto de-bole; ho dovuto adeguare lamia mente creativa alla rigi-dità militare”.L’addestramento, però, haanche i suoi aspetti positivi:imparare il lavoro di squadrae “mettere le ali”. “Quandoho finito il mio ultimo volo diaddestramento, mi hanno re-galato una mostrina con soloil mio nome di battesimo e leali al posto del cognome.Uno dei momenti di cui vado più fiera”.Dopo un altro anno di addestramento a Wa-shington, Sarah è pronta per la prima mis-sione di guerra: Iraq. “Era il 2005 ed ero abordo della Uss Harry Truman. Da lì par-tivamo in volo per sabotare i segnali radarnemici. Non ho mai fatto un’azione a terra eper me tornare alla base, in mare, significavatornare a casa”. I sei mesi in Iraq non sonoancora la vera prova, quella in cui ti trovi difronte alle tue debolezze e alle tue paure.“Quando sono stata mandata in Afghani-stan ero di supporto a una base a terra. Erol’unica americana in una base di europei e

l’unica donna. Sentii per la prima volta ladeflagrazione di una bomba, il terreno muo-versi sotto i piedi. E una paura incontrol-labile”. Quello che per altri sarebbe normaleper lei, non lo era affatto: “Siamo addestratia gestire la paura perché fa parte del nostrolavoro, ma quella situazione mi spiazzò pergiorni. Finché mi sono detta ‘basta’ e misono ricordata che non potevo permettermidi perdere la concentrazione”.

IN AFGHANISTAN, Sarah chiede al suo su-periore il permesso di indossare un velo.Lo ottiene: “Non lo chiesi per paura ma perestremo segno di rispetto verso la culturadel posto. Avevo a che fare solo con uo-

mini, che spesso comanda-vo e istruivo e non volevomostrarmi irrispettosa”.Le prossime tappe di Sarah,che lascerà New York perSeattle a maggio, sono laUss John C Stennis, conuna nuova missione in zo-na di guerra. Dove, non sisa ancora. Per quanto tem-po, nemmeno. “Lo so cheper un uomo sarebbe dif-ficile accettare questa vitae seguirmi. Lo fanno sem-pre le donne. Non ho rim-pianti però, sono felice

perché ciò che faccio, alla fine, è propriociòche volevo”. Mai nessuna critica versoil suo Paese? “Certo, il mio Paese non èperfetto. Per migliorarlo possiamo votare.Quello è un altro diritto che difenderòsempre”

Sarah Higgins, 34 anni,fotografata in Afghanistan:

“Ero l’unica donna della base”

Top Gun Sarah, dal giornalismoalle verità della guerra

LA STORIA

IL SUO VELO

“Lo indossavo

in Afghanistan,

co m a n d avo

e addestravo uomini:

non volevo mostrarmi

i r r i s p e t to s a ”

Pianeta terra

USA RAPPORTO DENUNCIA LA STRATEGIA DEI DRONISecondo il relatore Onu Christof Heyns, l’uso dei droni danneggiala sicurezza e incoraggia Stati e gruppi terroristici ad acquistare armisenza il controllo dell’uomo. Le parole di Heyns fanno riferimento alprogramma Usa di attacchi mediante droni in Pakistan e Yemen. La Pre ss e

GERMANIA COLLOQUI DI GOVERNO CDU-SPDI vertici di Cdu-Csu e Spd hanno deciso di racco-mandare ai rispettivi partiti l’avvio di trattative (damercoledì) per la formazione di una grande coali-zione. Nella Spd decisione presa all’unanimità,come annunciato dal leader Sigmar Gabriel dopole 2 ore di colloqui con i cristiano democratici. Ansa

PA R A L L E LO

Il presidente del

Consiglio paragona le

sue fatiche parlamentari

a quelle del presidente

Poi i ringraziamenti

alla Casa Bianca

VIVA LE DONNE

Il repubblicano McCain

riconosce il ruolo della

compagine femminile

al Congresso

nel braccio di ferro

sul tetto del deficit

CONFRONTILetta prima diincontrare il presi-dente Usa ha det-to: “I guai di Oba-ma li ho anche io”.I RepubblicaniTed Cruz (leaderdel Tea Party) eJohn Boehner La -Pre ss e

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17il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

sono poi le questioni legate alleimmagini che ritraggono Cri-stian con le manette ai polsi nel-la gabbia di vetro per l’udienzain cui il giudice gli ha impostoun avvocato d’ufficio. Sembrainsomma ci siano gli estremiper il ricorso al tribunale dei di-ritti dell’uomo di Strasburgo; ilquadro sui trattamenti detenti-vi non si presenta a norma se-condo quanto previsto da di-verse Convenzioni tra cui ap-punto quella europea dei dirittidell’uomo, quella di Viennasulle relazioni consolari e altritrattati internazionali.“Hanno incolpato di pirateriaquei poveri cristi mentre a

comportarsi da banditi sonostate le autorità russe”, affermaDario Fo che dopo aver saputodell’arresto di Cristian ha par-lato con la famiglia D’Alessan -dro. “Liberare questo cittadinoitaliano è importante per tuttinoi oltre che per la madre e ilpadre del ragazzo. Ho parlatocon il coordinamento di Green -p e a ce . Mi hanno spiegato quan-to sia pericoloso ciò che stannofacendo in quella zona dell’Ar -tico. Se solo accadesse un inci-dente sarebbe l’apocalisse. L’I-talia ha il dovere di fare pres-sioni anche sui russi nell’inte -

resse globale”.Ad oggi nessun rappresentantepolitico si è fatto vivo con la fa-miglia, neppure per un incon-tro di vicinanza e solidarietà.Ha invece stupito la mossa del-l’amministratoredelegato diEni, che si è rivolto direttamen-te a Gazprom la compagnia im-pegnata sulla piattaforma og-getto dell’azione degli ambien-talisti avvenuta il 18 settembre.“Mi ha molto sorpreso e in po-sitivo – rivela Fo – un bel gesto,considerando che loro di disa-stri ne hanno compiuti adesempio in Africa”.Intanto il tribunale di Murma-sk che ha respinto tutte le ri-

chieste di scarcerazione su cau-zione ha prorogato la reclusio-ne fino al 24 novembre. Se siarriverà a processo i trenta ri-schiano 15 anni di detenzionecon l’accusa di pirateria orga-nizzata di gruppo.Il Console italiano risiede a1800 chilometri di distanza daCristian e le visite in carcere so-no contingentate a eccezioneper i legali che sono russi.Stasera a Napoli, in piazza Dan-te sit-in organizzato dagli amicidi Cristian.

e . re g u i t t i @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

ALTRI MONDI

I VERI PIRATI“Hanno incolpato di pirateria quei poveri

cristi, mentre a comportarsi da banditi

sono state le autorità russe”

DARIO FO E LA CARICADEI NOBEL PER L’AT T I V I S TADI GREENPEACEL’INTELLETTUALE CHIEDE CHE IL GOVERNO ITALIANO SI IMPEGNINELLA SCARCERAZIONE DI CRISTIAN D’ALESSANDRO. DUBBISULLA LEGALITÀ DEL TRATTAMENTO NEL TRIBUNALE RUSSO

SPOT IN CELLAUn attivista chiede la liberazione dei 30.

A destra, D’Alessandro in cella A n s a / La Pre ss e

UNGHERIA PROCESSO PER I FATTI DEL ‘56L’ex ministro dell’Interno comunista Bela Biszku,92 anni, è stato incriminato per crimini di guerra emassacri. Biszku è considerato il responsabile del-la repressione che seguì la rivolta di Budapest del56. La procura ha aperto l’inchiesta in seguito allerivelazioni rese da Biszuku in un’intervista. Ansa

LONDRA MINISTRA INCINTA RESTA IN PIEDINessun deputato britannico ha ceduto la propriasedia a una ministra incinta di sette mesi, che ècosì stata costretta a rimanere in piedi per mez-z'ora. Il ministro delle Uguaglianze Jo Swinson hadovuto ascoltare in piedi l’intervento del primoministro David Cameron. Wikipedia Cc

Anche le donne “p o r n i f i c an o ” la societàdi Yasmine Alibhai Brown

Alla cerimonia di consegnadei premi Bafta, è stata

Romola Garai che aveva par-torito appena due mesi prima,a far ridacchiare i presenti rac-contando una storiella di cat-tivo gusto: “Per mia sfortunami hanno messo 23 punti nellavagina. Pensavo sarebbe passa-to molto tempo prima che tro-vassi la forza di farmi due ri-sate. Ma le nomination di sta-sera mi hanno dimostrato chemi sbagliavo”.Poche donne quella sera hannoriso insieme a lei. Ma pare chel’aver messo al mondo unafemminuccia abbia incorag-giato Romola Garai a vedere lecose da una prospettiva politi-ca maggiormente femminista.

D’ALTRO CANTO Romola èuna donna molto versatile,un’attrice eccellente e una verabellezza, cosa questa che sulpiano professionale non do-vrebbe contare, ma che in real-tà conta e non poco, qualunquesia il mestiere che le donne fac-ciano. Sebbene appaia nella se-rie anni 50 The Hour con abitisempre attillatissimi e seducen-ti e con le labbra di un rossoacceso, si è unita alla crociatacontro le riviste misogine persoli uomini e contro i super-mercati che le vendono. Questasettimana le militanti di “Lo s ethe Lads’ Mags” (Abbasso le ri-

viste per soli uomini, ndt) han-no deciso di prendere di mira laTesco.Sostengo queste sorelle incon-dizionatamente, anche se temoche questo genere di protestapossa essere miope, ingenua o,peggio ancora, falsa. Le scelte divita di Romola rivelano in qualie quanti modi, consciamente einconsciamente, le donne sonocolluse con il sessismo, a volte a

scopo di autopromozione, altrevolte perché non riescono a op-porsi alle pressioni culturali eagli imperativi della cosiddettamodernità. È la stessa Romolaad ammettere: “Sono stata par-te del problema. Ora vorrei da-re un contributo alla soluzionedel problema”. Romola deside-ra che sua figlia cresca in unmondo nel quale le donne nonvengano umiliate. E fin qui tut-te o quasi d’accordo. La stessacosa la pensano milioni di don-ne e anche di uomini.

MA IL PROBLEMA non riguar-da solo il fatto che molti uominiaffetti da qualche patologia ses-suale sentono il bisogno di po-sare il loro sguardo lascivo sulcorpo delle donne o di guarda-re film porno hard e talvolta ditradurre in comportamentireali le loro fantasie di violenzasessuale. Il problema riguardaanche tutte quelle donne cheaccettano questa visione dellasessualità, nella loro testa e avolte nella vita reale.Il business del porno sarebbemorto da tempo senza la par-tecipazione femminile. Ora chela p o r n i f i ca z i o n e della società èdiventata così pervasiva e pro-fonda, non possiamo sottrarcial dovere di occuparci dei moltimodi in cui le donne appoggia-no il male invece di combatter-lo. Lo squallido libro Ci n q u a n tasfumature di grigio, sta per diven-tare un film. La regia è stata af-

fidata a una donna, Sam Ta-ylor-Wood. Secondo i fan sa-rebbe una dimostrazione di li-berazione sessuale oltre che laprova che oggi il porno è in ma-no alle donne. Eppure le mili-tanti che si battono contro le ri-viste per soli uomini non han-no mosso un dito per condan-nare la trilogia di E.L. James let-ta da milioni di giovani donneche ora pensano sia fico e sexyfarsi mettere le manette e pic-chiare da un maschione prepo-tente.Aggiungo che non si parla maidelle riviste per donne, grotte-scamente sessiste, nelle quali ilcorpo della donna diventa unpezzo di carne e il contenutosessuale fa a gara con quellodelle riviste per soli uomini. Poic’è il porno in Internet che esi-bisce quanto di più perverso edepravato c’è nel sesso, ed è increscita esponenziale tra ledonne che, a forza di guardarescene di violenza, sono diven-tate insensibili e incontranosempre maggiori difficoltà atrovare soddisfazione in unrapporto. Oggi molte donneconsumano sesso alla svelta econ facilità e senza alcun inve-stimento emotivo. Esattamen-te come hanno sempre fatto di-versi uomini.Le ricerche ci dicono che esisteun rapporto impalpabile, mareale tra l’oggettivazione delladonna e la violenza contro ledonne. Secondo le risultanze di

alcune recenti indagini, le gio-vani donne hanno più proba-bilità delle donne più mature diessere vittime di violenza do-mestica e sessuale. Il sessismo,palese e occulto, dei media e ilporno spingono gli uomini amaltrattare e a violentare ledonne. Ma senza affrontare ilnodo del ruolo svolto dalledonne, non facciamo che ripe-tere lo stesso errore delle fem-

ministe di un tempo. La realtà èche le donne non possono chia-marsi fuori e dirsi del tutto in-nocenti. Devono essere onestesul tema della loro complicità.Le attrici, le modelle, le pubbli-citarie, le dirigenti, le consuma-trici mettendosi insieme pos-sono sconfiggere la piaga delporno.

© The Independent Traduzionedi Carlo Antonio Biscotto

di Elisabetta Reguitti

Che il governo italianosi palesi in modochiaro sulla vicendadi Cristian D’Ales-

sando”.L’appello è di Dario Fo, sotto-scritto tra gli altri dal professorSalvatore Settis e da Carlo(Carlin) Petrini. A un mesedall’arresto dell’attivista diG re e n p e a ce tuttora detenuto aMurmansk, il Nobel - dopo lalettera raccolta da Greenpeacefirmata da altri 11 Nobel - chie-de che la politica italiana ma-nifesti il proprio operato nellaquestione. “Loro diranno le so-lite balle che la diplomazia stalavorando in modo incessantee riservato ma la vicenda diCristian non riguarda solo lasua famiglia” rincara Fo che ri-corda come “la petizione lan-ciata su C h a n g e .o rg continui araccogliere le adesioni dei cit-tadini”.

PAROLE CHE giungonoa poche ore dalla pub-blicazione di una letterascritta da un compagnoinglese di Cristian chedenuncia le modalità diarresto. I 30 attivisti sa-rebbero stati convinti ascendere dalla naveolandese do-po aver rice-vuto assicura-zioni che liavrebbero fat-ti risalire abordo dell’ Ar -ctic Sunrise. Ci

I resti dell’aereo di Missoni

VENEZUELA, RECUPERATI RESTI DI 3 PERSONEÈ stato ritrovato al largo di Los Roques il velivolo su cuiviaggiavano Vittorio Missoni e altre 4 persone. Finorasono stati però recuperati i resti di 3 passeggeri Ansa

BATTAGLIE ROSA

Spesso sono, anche

inconsciamente, colluse

col sessismo o sono

addirittura incapaci

di opporsi agli imperativi

della modernità

RIFLESSI CONDIZIONATI

La Pre ss e

IMPEGNO DI FACCIATA?“Diranno le solite balle, che la diplomazia sta

lavorando in modo incessante e riservato, ma la

sua vicenda non riguarda solo la famiglia”

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18 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

ANCHE IN ITALIA LE SCOMMESSEA L L’INGLESE. SI PUNTA SU TUTTOAutorizzate dai Monopoli le scommesse“all’inglese”in Italia: Oltre agli eventi sportivi,gli operatori potranno raccogliere puntate suavvenimenti di costume e gossip

MARADONA: “MI PIACEREBBEALLENARE IL NAPOLI”“Mi piacerebbe, quando andrà via Benitez,allenare il Napoli”: lo ha detto DiegoArmando Maradona ieri in Italia. Il Pibe deOro vedrà stasera il big match Roma-Napoli

INTERNET: BLOCCATO L’AC C E S S ODA L L’ITALIA A “PIRATE BAY”La Guardia di Finanza ha di nuovo bloccato ilsito “The Pirate Bay”, tra i più noti portalidella pirateria. Era tornato tra le piattaformepiù visitate per i contenuti multimediali

Allegri le prende pure da InzaghiDOPO LO 0-3 DI CAEN (B FRANCESE), LO 0-1 CONTRO LA PRIMAVERA DELL’EX BOMBER, IL “N E M I CO ” INTERNO NUMERO UNO

di Paolo Ziliani

C’è una quinta dimensione, oltrea quelle che l’uomo non cono-

sce: è la regione dell’immaginazione,una regione che si trova ai confinidella realtà”. L’incipit della serie-tv Aiconfini della realtà descriverebbe bene,oggi, lo stato d’animo dei tifosi delMilan: che dopo decenni carichi digloria e di trionfi si ritrovano di colpoa soffrire per un club che di gloriosoha conservato solo il nome. Per il re-sto, il Milan ha assunto oggi le sem-bianze di un’entità aliena. Irricono-scibile. Spaventevole. La quinta di-mensione in cui ilMilan è piombato,al termine di unprocesso di bido-nizzazione iniziatocon la scelleratacessione di Pirlo,sbolognato comeun ferro vecchio, haqualcosa di inquie-tante, anche se nondi sorprendente.In estate, la squadradi Allegri, l’allena -

tore che per scaramanzia non guardai rigori calciati da Balotelli come nonsi usa più nemmeno all’oratorio, erariuscita nell’impresa di chiudere ilprimo tempo dell’amichevole colManchester City sullo 0-5 (Silva, Ri-chards, Kolarov, doppietta di Dzeko)manco fosse il San Marino.Cinque giorni fa, dopo un avvio dicampionato tragicomico (12° posto e13 gol subiti), la squadra di Allegri,l’allenatore che al fischio finale schiz-za negli spogliatoi qualunque cosastia succedendo in campo (tipo Ba-lotelli che va a dire all’arbitro “Ti am-mazzo!” e si becca tre turni di squa-

lifica), roba che Schettino al confron-to ci pensava un attimo, era riuscitanell’impresa di perdere 3-0 l’amiche -vole col Caen, squadra di B francese.

MA POICHÉ il Milan è oggi l’entitàaliena di cui sopra, dopo lo 0-5 delprimo tempo col City, lo 0-3 col Caene il 12° posto in classifica a -5 dal Ve-rona è arrivato l’altroieri lo 0-1 nellapartitella con la Primavera di Inzaghi.Primavera batte Milan 1-0, gol di Yu-supha Yaffa, sedicenne attaccante na-to a Serekunda, Gambia.Ora, fermo restando che per Allegriperdere 1-0 con la Primavera di Fi-

lippo Inzaghi – con cui un anno farischiò le mani addosso davanti aglisguardi allibiti della squadra allievi,dopo una crisi di gelosia da allenatoresull’orlo di una crisi di nervi – è peg-gio che perdere 4-0 col Barcellona, ladomanda che sorge spontanea è: ilMilan ha toccato il fondo o raschian-do il barile può riuscire a fare di peg-gio? Domani a San Siro arriva l’Udi -nese: e per dire il momento, Gallianiha mandato tutti in ritiro manco ilclub fosse alla vigilia di una finale diChampions. Martedì, poi, arriva ilBarcellona che un tempo il Milan de-moliva (4-0) proprio in finali di Cop-pa dei Campioni. Ebbene, Balotelli aparte, i rossoneri che scenderanno incampo contro il Barça, ai tempi diAncelotti, di Capello o di Sacchiavrebbero potuto al massimo servirea tavola Van Basten & c. al ristorantedi Milanello.C’è da farsi il segno di croce, insom-ma. In quanto ad Allegri, che sembraavere imboccato una Via Crucis sen-za ritorno, l’idea potrebbe esserequella di assistere a Milan-Barcellonavoltato dall’altra parte. Forse soffri-rebbe meno.

PA L L O NAT E

Amichevoli degno

corollario di un inizio

stagione tragicomico

Più Allegri s’arrabbia,

peggio vanno le cose

E martedì arriva il Barça

MaurizioCrozza è nato a

Genova il 5d i c e m b re

1959 La Pre ss e

di Andrea Scanzi

Maurizio Crozza resta a La7. Forseperché lo ha sempre voluto e forseperché i piani ambiziosi del suoagente Beppe Caschetto, definitonon proprio amichevolmente“Beppe Coschetta” da AntonelloPiroso, sono stati rovinati dallacrociata pauperista di RenatoBrunetta. Le cifre circolate per ilpassaggio di Crozza in Rai eranoparse mediamente indecenti:20-25 milioni, 5 dei quali al co-mico. Ora è saltato tutto. Crozzaha firmato un triennale con La7(a quali cifre, per ora, non è no-to) lo ha comunicato ieri UrbanoCairo. Contratto in esclusiva, B a l-larò a parte. Stasera ripartirà C roz-za nel paese delle meraviglie, ot-to-nove puntate comunque mai indiscussione. Poi altri tre anni suLa7, a partire da un nuovo show inprimavera.Nato il 5 dicembre 1959 a Genova,Crozza è il comico più conteso della

tivù italiana. Significa che è anche ilpiù bravo? Piace a molti, non a tutti.Anche la sua nuova imitazione diMatteo Renzi, intravista negli spot,ha diviso.

FUNZIONANO testi e mimica, chesottolineano “le praline dell’ovvio”

di un politico bravissimo a nondire nulla (col cipiglio però

di chi scopre per primo

l’acqua calda). Meno centrata la vo-ce. I detrattori esistono e sono nu-merosi. La critica più frequente è che“Crozza è solo un interprete”. Nonscrive i testi, ma si affida a un gruppodi autori. Peraltro bravi. Alcuni, co-me Alessandro Robecchi e AndreaZalone, sono anche ottime spalle ne-gli sketch.È vero che le battute di Crozza nonsono quasi mai sue, e non perché le

copia (come qualcunosostenne su Twitter),ma perché altri le crea-no per lui. Attaccarloper questo sarebbe pe-rò come dire che Minanon è brava perché silimita a cantare testi al-trui. Esistono interpretie cantautori, e granparte dei comici italianisono “solo” interpreti.Quei pochi che opera-no perlopiù in proprio,come Corrado Guz-zanti, sono tanto genia-

li quanto pigri. Altri, come DanieleLuttazzi, avevano fatto dell’autar -chia creativa un vanto personale, chepoi però gli si è ritorto contro.Beppe Grillo non avrebbe avuto ilsuccesso che ha avuto, negli anni Ot-tanta, senza i testi di Antonio Ricci eMichele Serra. Il comico non è ob-bligato a scrivere da solo e molte bat-tute di Crozza funzionano proprio

perché le dice Crozza.I suoi limiti, casomai, sono altri. Inprimo luogo l’incapacità di improv-visare. Se ne è avuta prova all’ultimoFestival di Sanremo: è bastata unapiccola contestazione, forse pilotata,per bloccarlo e azzerargli la saliva-zione. Il primo Roberto Benigni, unaltro che si faceva scrivere i testi daGiuseppe Bertolucci, si esaltava difronte all’imprevisto. E così Grillo.Crozza, no. Forse gli è mancata lagavetta sufficiente sulla strada, nellepiazze e nelle sagre. Crozza è poibravo su breve e media distanza. Èun centometrista della risata, non unmaratoneta. Fa fatica a reggere ledue ore in scena. Per questo è ef-ficace in tivù: perché si esprime perpillole e perché spazia. Perché si tra-sforma in un jukebox che passa dalpolitico allo chef: dalla battutacciaalla canzonetta. Alto e basso.

N E L L’ECLETTISMO dell’imitazioneha pochi rivali, mentre come satiricoè più attaccabile. A Ballarò fa riderequasi tutti, e anche questo è un pre-gio a metà, perché se funzioni “trop -po” in un contenitore deliberata-mente disinnescato vuol dire cheforse non sei così scomodo. Neglianni ha fatto arrabbiare molti po-litici, che spesso lo interrompevanoper mandarlo fuori giri, ma ormaiquasi tutte le vittime sorridono (ofingono di sorridere) di fronte aquella che ambirebbe a essere satirae si confà piuttosto come ottimosfottò. Verrebbe da chiosare cheCrozza è il satirico ideale per questitempi di larghe intese, perché ad-denta la preda senza mai stringereveramente la presa. Vero in parte.Crozza sa colpire, sebbene da anni sisia attestato in una sorta di delibe-rata terra di mezzo: quella del qua-si-Grillo.Crozza ne condivide molte istanze,ma non è mai iconoclasta e “vio -lento” come l’amico (e forse mae-stro). Il miglior Crozza non è quellopolitico bensì quello leggero. È cosìda sempre: quando militava neiBroncoviz, quando a Mai dire Golimitava Arrigo Sacchi, quando dallaVentura scimmiottava Zichichi(“Eravamo io, Benjamin…”). Eadesso, quando raggiunge l’apicecon Briatore e Bastianich, Monte-zemolo e Marchionne. Persinoquando colpisce i politici, lo fa pri-vilegiando la caricatura (spesso ef-ficace: Ingroia, Brunetta) alla demo-lizione. Somiglia più a Neri Marcorè,o paradossalmente a Fiorello, che aCorrado Guzzanti. Più imitatore chesatirico, più comico che guastatore,crea tormentoni con facilità rara(“Vuoi che muoro?”, “Con viva e vi-brante soddisfazione”). Negli anniOttanta e Novanta sarebbe parsobravo come tanti. Oggi vince perchéha talento. Molto. E per la concor-renza televisiva. Poca.

Crozza, adesso ride La7NIENTE ACCORDO CON LA RAI. LO SHOW DEL COMICO CHE PIACE A TUTTI SULLA RETE DI URBANO CAIRO FINO AL 2016

L’AC C O R D O

La firma lunedì sera,

proprio dopo lo scontro

in tv tra Fabio Fazio e

Brunetta sui compensi

del servizio pubblico

Un caso. O forse no

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19il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3SECONDO TEMPO

di Carlo Tecce

Vincenzo Morgan-te ha un merito: èun giornalista dicorrente schifa-

niana, vuol dire di RenatoSchifani. Come essere colle-zionista, come essere custo-de di un francobollo Gron-chi rosa. Ha diretto per diecianni la redazione Rai di Pa-lermo, il telegiornale regio-nale, i rapporti con Roma.Da una settimana, tra la sededi viale Mazzini e il polo diSaxa Rubra, il nome di Mor-gante passava di bocca inbocca e lasciava la stessabocca spalancata per lo stu-pore: possibile che l’i m p a r-ziale e prudente dg Luigi Gu-bitosi sia pronto a indicareper il Tg r (20 edizioni localicioè 20 redazioni regionali)il chiacchierato caporedat-tore? Mica per una poltronaqualsiasi, ma per la gestionedi una testata che fa infor-mazione da Aosta a Catan-zaro, da Torino a Trieste.Già, possibile. E senza un vo-to contrario: unanimità inConsiglio d'amministrazio-ne, ieri pomeriggio.

LE INDISCREZIONI eranovincenti perché quella casel-la, nonostante Gubitosi di-chiari che la politica sia mar-ginale, era destinata al cen-trodestra, ai berlusconiani.Il leghista Alessandro Casa-rin si è dimesso, così vialeMazzini ha scelto un giorna-lista col marchio Pdl: in cor-sa c'era anche Fabrizio Fer-ragni, vice di Mario Orfeo alTg 1 , ma il lontano trascorsoin quota sinistra l'ha messofuorigioco.No, non è un neppure un di-rettore di successo: il Tgr Si-cilia, spesso, crolla al sestoposto tra l’informazione re-gionale. No, non è neppureimmune al solito vizio, dif-fuso tantissimo fra i locali, diservizi “promozionali”: omeglio, pubblicità occulta.

Con precisione statistica, ilredattore Angelo Di Nataleaveva denunciato le pratichedi Morgante, i suoi interessie i suoi rapporti: scovandoun cavillo – varie comparsein un'emittente provincialeanni prima – Di Natale è sta-to licenziato.

IL REDATTORE è in causacon viale Mazzini, vedremochi avrà ragione. Ma le ac-cuse sono dettagliate. Il pri-mo esposto di Di Natale è da-tato 2 maggio 2011, Morgan-te è in carica dal 2003. In ottoanni di direzione, il Tgr Siciliaha dedicato 39 servizi a un'a-zienda vitivinicola e sempre

39 interviste distribuite in fa-miglia: 20 volte ha parlato Jo-sé Rallo, anche in versionedirigente di Unicredit-Ban-co di Sicilia (dove lavora unparente di Morgante, dice DiNatale); 13 volte per Giaco-mo Rallo e 4 per AntonioRallo. Identico periodo, 24servizi per l'impresa dolcia-

ria Fiasconaro. Forse perequilibrare il trattamento,nell'aprile 2011, il Tgr Siciliaha rimediato con un paio diminuti al gruppo Condorelli.Nella redazione siciliana, as-sicurano, il panettone era co-sì tanto che si buttava.Nel 2007, Morgante e PaoloFiasconaro firmano un libro“Pellegrini ad Assisi”. Fia-sconaro ha allestito anchesvariate rassegne al piccoloteatro “Al Massimo”, che s'èguadagnato 34 servizi. Cibo,vino, preghiera – e da sem-pre vicino all'Opus Dei –Morgante elogia spesso leuniversità private. Il diretto-re frequentava la Kore di En-na, oratore, esperto, mode-ratore. Il Tgr Sicilia ha mostra-to la Kore ai siciliani per 45volte negli otto anni di rife-rimento, ovviamente micro-fono sempre disponibile alrettore. Un inviato è statospedito a Enna per docu-mentare un concerto di cla-vicembalo.

MA IL DIRETTORE non ado-rava mandare giornalisti aLampedusa né viene ricor-dato per le possenti campa-gne contro la mafia. Però, di-cono sia un uomo riflessivo,cattolico e colto. Non sappia-mo se insignito del titolo deiCavaliere del Santo Sepolcro,ma i siciliani sono ferratis-simi sul tema perché il Tg r haspiegato ampiamente il com-pito di chi vuole difendereGerusalemme. Morgante,insegnante di Teologia a Pa-lermo, ha confezionato 23servizi per la Facoltà di Teo-logia di Palermo. No, non èriuscito a intervistare se stes-so. Ma ha trasformato la sedesiciliana in un’enclave perso-nale, in un traffico di notiziestrambe, raro approdo pernotizie vere.L'elenco potrebbe riempireun libro, innervare migliaiadi dubbi. Nemmeno uno,forse, sarà venuto ai dirigentidi viale Mazzini.

Tgr, mi manda SchifaniVINCENZO MORGANTE DIRETTORE DELLA REDAZIONE RAI DI PALERMO PROMOSSO ALLA GUIDA DI 20 EDIZIONI LOCALI

Perugia, giornalisti orfani del FestivalMANCANO I SOLDI E GLI SPONSOR, STOP (TEMPORANEO?) ALL’ANNUALE APPUNTAMENTO INTERNAZIONALE. PARTE LA MOBILITAZIONE IN INTERNET

prestigiosa cornice di Palaz-zo Reale: Lella Costa, MoniOvadia e Gioele Dix e sem-plici clienti Lim spiegheran-no perché scegliere le botte-

ghe autonome, che vendono letteratura conpassione e competenza. Altro momento?Sempre alla fine di novembre, la Lim parte-ciperà alla giornata delle librerie indipenden-ti, in contemporanea con Venezia e altri cen-tri: sodalizi di “indie” hanno alzato la voce aParigi e New York.

SI PARLA TANTO di Amazon, “mostro” in -nominabile con sede in Irlanda, e delle catenedi librerie dei grandi editori, della concorren-za che fanno. La Lim non ha complessi di in-feriorità: “praticamente siamo la libreria piùgrande di Milano e quella più vicina a casa”,spiega il presidente del “consorzio” GuidoDuiella. In effetti il catalogo “complessivo” deiconsorziati Lim è il più vasto e non segue lo-giche strettamente commerciali: nel “plot” cisono bestsellers, libri in lingua originale, rari,usati, di editori minori, a tema.Una biodiversità che, fossimo appasionati diletteratura almeno la metà di quanto non losiamo di cibo, si potrebbe valorizzare, e checomunque ha un valore in sé. Poi la presenzasul territorio: dal centro alle periferie di Mi-lano c'è un presidio Lim. Se gli indie mene-ghini marceranno uniti e moderni e non pre-varranno i personalismi e i barocchismi sterili,la storia sarà interessante. Davide e Golia. Co-me è andata a finire, poi?

SICILIA IN MUSICA

Oratore dell’Università

privata Kore, l’ha mostrata

per 45 volte in otto anni

Un inviato è stato spedito

a Enna per un concerto

di clavicembalo

di Emilano Liuzzi

L’annuncio non è piaciuto:chiude il Festival del

giornalismo di Perugia. Labo-ratorio di idee, discussioni. Sisprecano, già dal primo mat-tino, gli appelli in Rete per sal-varlo. Probabilmente è tuttovero, sarebbe una di quelle co-se che meritano di sopravvi-vere alla crisi. Come vero è chefosse la platea ideale per i gior-nalisti, dove potersela cantaree suonare da soli, piacioneg-giarsi, raccontarsi senza rac-contare, stringere mani e nuo-ve amicizie. Davanti a unapubblico formato da colleghio aspiranti tali in adulazione.

IDEE TANTE, SPESSO pocoapplicabili in un ambiente,quello dell'editoria, che, daOriente a Occidente, vive unacrisi senza precedenti e unatrasformazione, dalla carta aInternet, che neppure il mi-gliore degli analisti ha ancoraindividuato. Una situazione

paragonabile solo a quella chel'editoria visse cinquant’annifa, in un’altra epocale trasfor-mazione, quella dalla stampa acaldo a freddo, quando le ti-pografie dei giornali smiserocon le linotype e il piombo. Sì,solo la crisi di allora è para-gonabile a quella di oggi. An-che perché venne cancellata inun colpo solo quella che era ilcuore del giornale: la tipogra-

fia. Il proto, dunque il diret-tore dell’area stampa, si dicevache contasse molto di più deldirettore. A New York, giustoper intenderci, i sette giornali(tanti erano allora) della città,New York Times compreso,mancarono dalle edicole perquattro mesi consecutivi, cau-sa sciopero. E allora non c’e-rano tv all news. Alla fine lagente, i lettori, scesero in stra-

da perché non ne potevano piùdi essere tagliati fuori dal restod’America e del mondo. Senzacontare i commercianti nonvendevano più perché manca-va il quotidiano, il loro mezzopubblicitario.Ma quella crisi fu palpabile.Oggi tutto quello che è trasfor-mazione resta molto misterio-so. Il direttore del Financial Ti-mes la pensa in un modo, quel-lo del G u a rd i a n in un altro. Si-curamente, come in qualsiasisettore, piovono pensiona-menti anticipati e riduzionedel personale. Tutti fattori che,probabilmente, hanno messoin ginocchio quello che era unbel festival, senza dubbio, eche raccoglieva il meglio delgiornalismo italiano e non so-lo. Uno dei più allarmati, inRete, è Beppe Severgnini, pen-na del Corriere della Sera: “In -gresso eventi 3 euro, ospiti pa-gano soggiorno, sistemaold4young (parto io con 5.000euro)”. Proposte e attestati distima ad Arianna Ciccone,

anima del festival, sono arri-vati da direttori più o menoillustri, inviati, blogger e aspi-ranti cronisti. Una delle pocheeccezioni è stato Da g o s p i a , pro-vocatoriamente veritiero:“Ora i giornalistar, che nonhanno mai dato una notizia,dove andranno a pontifica-re?”.

LEI, ARIANNA, si è limitata adire che si tratta di un arri-vederci. “Ci sono momenti incui capisci che ti devi fermare.Che la vera forza, il vero co-raggio è dire: grazie, ma no. Èquello che è successo a me e aChris con il Festival, una partemolto importante della nostravita. Per capire perché dovreiraccontare tutta la storia delFestival: com'è nato, le milledifficoltà, gli errori, com'è cre-sciuto, com'è diventato un pic-colo miracolo in un paese doveil talento, quando ottiene ri-sultati, sembra un'anomalia darisolvere e non da premiare.Senza agganci politici o cono-

scenze, una napoletana e uninglese decidono di mettere suun evento internazionale sulgiornalismo, in Italia. Roba damatti”. E ancora, dell'iniziocon 80 mila euro di budget,racconta: “Senza renderceneconto, tra le nostre mani que-sto piccolo miracolo ogni an-no è diventato più grande, piùforte, più innovativo, più en-tusiasmante. E noi siamo cre-sciuti umanamente e profes-sionalmente con lui. Oggi perrispetto della fatica, dei sacri-fici fatti, della magia e dellabellezza di quello che abbiamocreato insieme alle personeche hanno lavorato con noi,per rispetto di questo eventoche, nonostante tutto, abbia-mo portato avanti sempre conamore, dignità e umiltà, abbia-mo deciso di fermarci”.Il motivo? Problemi di budget.Of course. E per adesso di gran-di sponsor non se ne parla.successo) sono scomparsi?Com'è successo? Nessuno ècolpevole?

Il cavallo della Rai in viale Mazzini. A sinistra, Renato Schifani Dlm / LaPresse

Un’immagine del Festival internazionale del Giornalismo

LIBRERIE INDIPENDENTIMilano unisce le forzedi Valerio Venturi

Viviamo tempi mossi (non frizzantini, be-ninteso), e pure il mondo della cultura

rinnova i suoi paradigmi. Parliamo in par-ticolare dell’industria del libro, che sfornapubblicazioni a josa, passando da Dostoevskija Faletti, cercando continuamente di trovareuna formula funzionante. Soprattutto in Ita-lia, dove si legge poco e distrattamente. Lasfida dei tempi che cambiano è comunquecolta con energia, senza piagnistei, dalle Li-brerie Indipendenti di Milano (Lim): circa 33gestori che hanno deciso di coalizzarsi perproporre eventi in comune e per rilanciare lafigura vera del libraio: qualcosa di diverso dalpuro commesso; piuttosto una figura profes-sionale specifica, di funzione sociale, che agi-sce sul territorio e cerca di migliorarlo.Lunedì 21 la Lim farà ufficialmente “outing”,presentandosi ai cittadini di Milano e aglioperatori del settore con iniziative concrete edi rete. Per esempio, quelle previste per Boo-kc i ty , evento dedicato al libro e alla lettura chesi tiene alla fine di novembre all’ombra dellaMadonnina: l’apporto della Lim si concretiz-zerà in circa 40 momenti di svago e appro-fondimento organizzati un po’ dovunque,con un “show comunitario” organizzato daSamuele Bernardini della Claudiana nella

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20 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

IL RITORNO

ASHRAM EQUINOX©J u l i e’s HaircutWo o d wo r m / S a n te r i a

SONO CAMBIATI parecchio i Julie’s Haircut. Aquasi quindici anni dall’esordio discografico, ilgruppo emiliano si è scrollato di dosso le ultimescorie pop e rock’n’roll per abbandonarsi, portando a compimentoun’evoluzione già avviata nei precedenti due album, alla fluidità delsuono libero. “Ashram Equinox” è un disco interamente strumentale, ecome sembra suggerire il suo titolo un po’ cervellotico potrebbe essereuna colonna sonora ideale per una session di meditazione trascen-dentale. Non si pensi a noiosi tappetini sonori new age da music library,però. Con questi otto brani ci si immerge in un caleidoscopio in cuifolate elettroniche, percussioni e piano elettrico forniscono i colori pri-mari: da un lato il Miles Davis di “In a Silent Way” e i Weather Report,dall’altro i corrieri cosmici tedeschi (Can e Popol Vuh su tutti). C’è uneccesso di devozione verso tali modelli ispiratori, e forse un filo di se-riosità in meno avrebbe giovato, ma band come questa, che hanno ilcoraggio di evolversi e di non tirarsi indietro di fronte a nuove avventure,in questo paese sono una rarità da preservare.

Carlo Bordone

I N S T RU M E N TA L

di Guido Biondi

Doveva succedereprima o poi anchenel nostro paese.Qualcuno si è pre-

so la briga di raccogliere firmeper promuovere la richiesta –alle autorità competenti – diincludere nella programma-zione radiofonica un “tetto”minimo alle produzioni nazio-nali. Lanciata dal Mei (Meetingdelle etichette indipendenti),Audiocoop e da una serie dioperatori nel territorio nazio-nale, la proposta prevede unnuovo contratto di servizio diStato (Rai) e principali net-work privati per inserire unvincolo che porti la diffusionedi una quota pari al 40% di mu-sica italiana all’interno dellaprogrammazione quotidiana,con un ulteriore 20% destinatoalla promozione di giovani ta-

lenti (in Francia è già realtà).Anche gli artisti scalpitano enon solo gli emergenti, il primonome grosso a firmare e soste-nere la richiesta è stato PieroPelù (l’appello integrale lo sitrova su c h a n g e .o rg ).

FORSE È un buon momentoper tentare qualche ragionevo-le forma di cambiamento dopol’avvenuta approvazione dellaTax credit e Act Live – ad esem-pio l’autocertificazione perpromuovere concerti live per ipiccoli locali –, e l’interessa -mento del ministro Bray sulletematiche della produzionedella musica. Se prendiamo adesempio i tre network radiofo-nici privati più importanti, Rtl102.5, Rds e Radio Deejay sco-priamo che la loro “heavy ro-tation” (i 40 brani più program-mati in una giornata) è compo-sta al 90% da artisti e canzoni

americani e inglesi, spesso diqualità mediocre, trascurandointeramente la musica indieitaliana e proponendo solo can-tanti nostrani nazional-popo-lari supportati da una delle treetichette major che si spartisco-no ciò che resta del business di-scografico. Oltretutto con con-flitti di interesse evidenti perdiverse realtà come ad esempioi Modà che incidono per l’eti -chetta Ultrasuoni di proprietàdi Rtl. E così è rarissimo poterascoltare Vinicio Capossela,B a u ste l l e , Tre allegri ragazzimor ti, Luci delle centrale elet-trica o Virginiana Miller. Sma-nettando freneticamente in Fmil denominatore è sempre lostesso: hit commerciali da ol-tremanica od oltreoceano ripe-tute all’infinito; si salvano Life-gate per la sua selezione indi-pendente e originale e RadioPopolare, da sempre dalla parte

della musica italiana indipen-dente. L’unica emittente che hascelto di diffondere solo musicaitaliana, Radioitalia, sceglieprevalentemente artisti main-stream e melodici.

TUTTO IL RESTO degli emer-genti deve forzatamente ripie-gare sul web, spesso autopro-ducendosi o affidandosi al cro-wdfunding (raccolta anticipatadei costi per la realizzazione diun progetto, in questo caso di-scografico). Eppure le cifre rac-colte dal Mei parlano chiaro: il

settore delle attività musicalinel nostro paese ha un volumedi affari di circa tre miliardi ecoinvolge 400.000 addetti, con123 mila piccole medie impre-se. A sostegno dell’iniziativa ilMei sta organizzando per il 24novembre un convegno a Pi-stoia sul tema con i firmataridella petizione e diversi artistisolidali. È solo il primo matton-cino, ma potrebbe presto di-ventare qualcosa di più concre-to con il quale Rai e networkradiofonici potrebbero trovarsia confrontarsi seriamente.

Italiani e di qualitàQuesti sconosciutiLA RADIO COMMERCIALE LI IGNORA. UN APPELLOPER CHIEDERE UN TETTO MINIMO GARANTITO

LA RACCOLTA FIRME

WAR TALES©Threelakes & FlatlandEaglesUpupa

NEL SOTTOBOSCO dellamusica indipendente italia-na qualcosa sta (ri)cominciando a muoversi. Peruscire dalle secche del citazionismo ed evitare latrappola dell’ironia a tutti i costi (un tratto dolo-rosamente comune a troppe band cosiddette “in -die”) si deve comunque avere qualcosa da dire –storie da narrare, per esempio – e soprattutto sa-perlo fare nel modo giusto. Album come “War Ta-les” ne sono un esempio. Lavoro sobrio e compostoma ricco di pathos, più che un disco ricorda un tac-cuino di appunti, un diario ritrovato per miracolo suun campo di battaglia o in un cassetto riaperto dopodecenni. La guerra è un filo conduttore, ma non è ilsolo. Ci sono quelli della memoria tramandata, delricordo e del racconto. Le atmosfere folk e i testi ininglese possono far venire in mente nomi come WillOldham o Bill Callahan, ma il Luca Righi che si celadietro il nome d’arte Threelakes è italianissimo (diMantova), così come la band che lo accompagna.Nuovo rock d’autore, modesto nell’attitudine, macon il respiro epico dei classici.

C. Bord.

L’impor tanzadi saper cambiare

L’hip-hopge n e ra z i o n a l eSIAMO IL REMIX DEI NOSTRIGENITORI ©Edoardo CremoneseS ov i e t

PA D OVA N O under 30, Cremonese è la provache non per forza oggi per emergere bisognapassare dall’hip hop copia e incolla. Cantautore, è ispirato da EnzoJannacci (“dal suo modo verace, squinternato, romantico”) e dalla gio-cosa attitudine di Damon Albarn. Riversa nell’album tic e manie conuna disarmante confessione nella title-track: “alla mia età i miei ave-vano già due figli e una casa in via dei Martiri; alla loro età io non ho fattoquasi niente di speciale, ma ho due lauree e sono andato a Mtv”. Senzamai prendersi troppo sul serio inventa espressioni scanzonate e argute(“anche se c’hai la gonna corta e ti si vede il ministero”). E prosegue con“Samuele”–un tipo con “un metronomo nel cuore”–con comparazionigenerazionali al vetriolo: “Non dà retta ai consigli di suo nonno, loro allanostra età piuttosto di far uno stage avrebbero dato fuoco oppure mes-so una bomba alla stazione centrale di Bologna”. Andrà lontano.

Gui. Bio.

L’UNDER 30

Indie fuoridai cliché

DA MANTOVA

L’ANIMA VOLAElisaSugar

E L I SA stavolta canta solo initaliano e prende in mano laproduzione scrivendo anchei testi; c’è una riuscita collaborazione firmata Ti-ziano Ferro (“E scopro cos’è la felicità”) dedicataalla figlia della cantante: “Sei lo spazio che mi se-para da tutti i mali”. “Un filo di seta tra gli abissi”merita per il testo introspettivo (“dove si è rotto ilfilo di seta che ci univa e scendeva giù negli abissi. Evado a cercarlo, senza paura”). “Lontano da qui”parla della nostra umana caducità e di quanto siainutile evadere dalla realtà: “si sono persi dentroun’illusione piena di luci e cose da comprare, pienadi baci senza troppo amore dati per vedere cosa c’èun po’ più in là”. Tutto molto più interessante delsingolo (simile a “Viva la vida” dei Coldplay, stessoarrangiatore d’a rc h i ) .

Gui. Bio.

DOPO IL SINGOLO

Elisa volasolo a metà

MBV, per fortunaci sono ancora

Francesco Bianconi, leader dei Baustelle La Pre ss e

MBV©My Bloody ValentinePickpocket Records

MY BLOODY VALENTINE sono ungruppo musicale irlandese di genere al-ternative rock, in attività dal 1983. Sonogeneralmente considerati una delleband più importanti dei primi anni no-vanta, nonché fondatori del generes h o e ga ze ”. Così scrive l’oracolo Wikipe-dia, e noi gli crediamo. In effetti i cantatimelodici e le chitarre distorte e fischiantici sono, nel plot che offre il combo. Maanche qualcosa di più. L’ultimo cd, che siintitola semplicemente MBV, offre peresempio non pochi stimoli. Seguito diLoveless, amabile masterpiece del grup-po, vuole rappresentare un punto di nonritorno e la sfacciata definizione di una

estetica precisa e unica. Bilinda & co. nonsono morti, si rinnovano (come dimo-strano le tracce finali del cd, per qualcosainnovative e “n u ove ”) e superano i trau-mi interni (screzi tra membri, addii enuovi inizi) rilanciando nel modo piùrock possibile: sbattendo nelle orecchiedi chi ascolta una sana sventagliata dicasino (certamente con capo e coda).Si può partire da qui, per fare cono-scenza con una delle poche band conqualche idea operanti negli ultimi tem-pi: che poi pure loro ormai vecchierelli,ma ora va così. I 'ggiovani amano l’hiphop o le strapponissime alla MileyCyrus e Rihanna, e il rock è diventatorobetta che interessa pochi teen e i gio-vani adulti orfani dei capelloni sfascia-chitarre di un tempo.

Valerio Venturi

SECONDO TEMPO

CapitanC o n f u s i o n e,f igliod’arte conchitar r adi Pasquale Rinaldis

Quando ancora non è cheun ragazzino, il padre gli

mette in mano una chitarra, gliinsegna qualche accordo e glidice: “Così, se le cose dovesseromettersi male, vai fuori dalletrattorie, suoni e una minestrala rimedi sempre”. Terrore:“Da quel momento ho semprecercato di evitare quella fine ein trattoria, anche a cena, ci va-do mal volentieri!”. Co s i m oM e ss e r i ,figlio d’ar -te – il papàè l’attoreM a rcoM e ss e r i –oggi ha 28anni e, se-guendo ilconsiglio (oltreché le orme) delpadre, ha coltivato le due pas-sioni che sono da sempre, an-che per via genetica, dentro disé: la musica e il cinema. “An -che se so che sono due inferni –afferma – spero di riuscire aportarle sempre avanti entram-bi, riuscendo a far coincidere le‘vocazioni’ con la realizzazionedi me stesso”. E così, eccoloesordire in veste di cantautorecon un disco dalle melodie pope dai testi surreali a partire daltitolo Capitan Confusione, che ètutto un programma. “Ci pensospesso e non so proprio spie-garmi perché ho messo questotitolo, d’altronde, viviamo inun momento così limpido e se-reno...”. Forse perché il popoloha bisogno di una guida, azzar-diamo. “No. Rifuggo da semprei reazionari e i dogmatici, checredono di poter aver le ideechiare su tutto e di interpretaretutto quanto in maniera razio-nale e senza dover dubitare dinulla. Davanti a questi tentatividi schematizzare la vita c’èqualcosa che in me si ribella,forse infantilmente, ma congrande violenza e vivacità”.Sulla cover, invece: “Io credoche proprio questa farsescaconfusione della vita sia l’unicasalvezza contro ogni tentativodi mummificazione. E quindiperfino uno scemo in sella alcontrario su uno gnu forse hadelle possibilità!”.

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21il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3SECONDO TEMPO

SACCOMANNI

Te l e a p p l a u s ialla s t a n ga t a fiscale

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

Intervista con la Lo re n z i nTemibile come il tè delle 5

MINISTRO DELLA SALUTEOspite a “La Vita in Diretta” La Pre ss e

di Paolo Ojetti

La saletta dove i governi si esi-biscono sotto lo stellone re-

pubblicano fu voluta da Cossiga ecurata da colui che, oggi, è capo-gruppo del Pd in Senato: Luigi Zan-da. La composizione degli esibizio-nisti varia secondo specialità e l’ul -timo specialista in ordine di appa-rizione è stato il ministro FabrizioSaccomanni, classe 1942, già diret-tore generale di Bankitalia, più tantiincarichi prestigiosi, ma non pro-prio attinenti alla materia di cui sioccupa attualmente: imposte e tas-se, vale a dire la “finanza”. Visto inTv, Saccomanni ha l’aria paciosa diun buon nonno di famiglia, più ro-tondo di Grilli e meno saccente diTremonti. Ha firmato l’ultima stan-gata, una volta chiamata “mano -vra”, legge “finanziaria”, oggi ribat-tezzata “legge di stabilità”. Di che sitratta?

“MENO TASSE sul lavoro, pochi ta-gli”. “Fisco più leggero, miniaumen-ti in busta paga”.”Giù la pressionefiscale, novità per la casa”. “Riduzio -ne alla pressione fiscale, nessun ta-glio alla Sanità, sgravi per le imprese,nuovo sistema di imposizione sugliimmobili che prende il posto dell’I-mu”. “650 milioni andranno a im-pinguare la cassa integrazione in de-roga”. “Soddisfatto Enrico Letta: ora

si può guardare al futuro”. “I mercatiapprezzano la manovra”. “Sconti inbusta paga per 16 milioni di lavo-ratori”. “Per la prima volta calano letasse”. “Non sprecare l’opportunitàdella ripresa”. “Il cuneo fiscale, van-taggio massimo per chi guadagna15.000 euro l’anno: si ritroveranno14 euro in più in busta paga”. “Pa -gheremo più o meno? Abbiamo sen-tito il parere dell’esperto”. “Sgravi fi-scali per abbassare il costo del lavoroe meno tasse per rimpinguare le ta-sche degli italiani”. “Il governo ras-sicura: l’aliquota sulla prima casanon potrà superare il 2,5 per mille”.“Anche i ricchi faranno la loro parte:prorogato il contributo di solidarie-tà per chi dichiara un reddito supe-riore ai 300.000 euro l’anno” (a pro-posito ed è vietato ridere: solo lo 0,07dei contribuenti dichiara un similereddito, circa 30.000 individui).In questa massa di consensi telegiornalistici, di entusiasmo confor-mista, solo qualche voce dubitosa:“La legge di stabilità non piace a nes-suno, tranne il governo” (Mentana).“Buchi neri nella manovra, non cisarà il rilancio dei consumi” (maquesti sono i Tg di Berlusconi, micadi Alfano). Premio del giorno a ElisaIsoardi, quindicenne Miss Fragola1997, Miss Cinema nel 2000, orapartner di Duilio Gianmaria a UnoMattina: “14 euro al mese? Ma nem-meno una pizza margherita!”.

di Luigi Galella

Al tempo della guerra in Iraq, a dirpoco impopolare, il premier Tony

Blair, nel pieno delle polemiche in pa-tria e fuori, sedette al centro di un’arenatelevisiva di un’emittente inglese per ri-spondere alle domande incalzanti di unpubblico giovane, senza filtri, che lo as-sediava tutt’intorno, anche fisicamen-te. Un modello di informazione, al di làdel merito delle scelte politiche pro Bu-sh, che ne offuscarono per sempre l’im-magine.Beatrice Lorenzin, che non è TonyBlair, addestrata alla comunicazionepolitica negli studi di Porta a Porta e diBallarò, e oggi ministro della Salute peraver guadagnato sul campo – nei piùmoderati talk nostrani – i galloni di po-litica grazie all’eloquio pacato, si con-cede alle domande di Franco Di Mare aLa vita in diretta (lunedì, RaiUno, 15.20),nel morbido velluto di una conversa-zione senza contraddittorio. Domandeche più facilmente le avrebbero potutoporre i genitori dei bambini affetti dagravi malattie neurodegenerative, chela decisione di sospendere la sperimen-

tazione del metodo Stamina, getta oranella disperazione. I genitori c’erano,ma in differita, senza possibilità di re-plica quindi, semplificando a Lorenzinil lavoro. La ministra ha potuto soddi-sfare così tutte le esigenze dell’interlo-cutore, che stemperava i quesiti più du-ri porgendoli come sul vassoio del tèdelle cinque, con impeccabile cortesia.

ESORDISCE, Di Mare, ricordando all’o-spite che lei “non avrebbe mai volutoprendere quella decisione”. Infatti, “pri -ma d’essere un ministro sono una don-na, come avrei potuto...” Quindi passa adescrivere “la solitudine di quelle fami-glie... l’aspetto umano...” E il condut-tore, timidamente: “Ma loro sostengo-no che i figli stanno meglio”. Loro so-stengono. E pure che “nessuno è venu-to”. E qui la ministra afferma qualcosadi veramente impegnativo e cioè che “lecartelle cliniche sono state esaminate”.Per poi aggiungere che lei stessa ha chie-sto che vengano riesaminate. Per farnecosa – verrebbe voglia di obiettare –considerato che la sperimentazione èstata sospesa? Perché “riesaminarle”dopo?

Si giunge alla parte centrale: la boccia-tura del Metodo Vannoni? Due gli ele-menti: l'attendibilità del protocollo, cheomette dei passaggi, e l'insicurezza perla vita dei pazienti. Ne dobbiamo de-durre che dei bambini che erano in findi vita e che dopo esser stati trattati concellule staminali riescono a torcersi nelletto, non mostrano affaticamento enon hanno gli stessi problemi di respi-razione, dovranno interrompere i trat-tamenti perché il Ministero è preoccu-pato della “insicurezza” della loro vita.Suona almeno beffardo.Ma il capolavoro la Lorenzin lo compiequando risponde a Di Mare sul perchénon sia mai andata di persona a casa diqualche paziente, come le veniva richie-sto. Nell’era della politica spettacolo,avendo militato nel più plastificato espettacolare dei partiti politici, traendonon pochi benefici per la carriera dallepresenze nei talk show, la Lorenzin con-fessa di non aver voluto fare “questo gi-ro” – delle case dei pazienti – per evitareogni forma di spettacolarizzazione. Er-gendosi col petto e con la fronte, direb-be Flaiano, “a sprezzo del ridicolo”.

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Gli ascoltidi mercoledì

PAURA D’AMARE 2S p e t t a to r i 3,3 mln Share 12,5%LE TRE ROSE DI EVA 2S p e t t a to r i 4,6 mln Share 1 7, 5 %

CHI L’HA VISTO?S p e t t a to r i 2,6 mln S h a re 10, 3%LA GABBIAS p e t t a to r i 968mila Share 4%

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Borsa eMonete - Meteo.itInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.40 La telefonata diBelpietro Rubrica

8.50 Mattino CinqueAttualitàTG5 - Ore 10 - Meteo.itInformazione(all’ interno)

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Beautiful Soap14.10 CentoVetrine Soap14.45 Uomini e Donne Talk

show16.10 Il segreto Soap16.55 Pomeriggio Cinque

AttualitàTG5 MinutiInformazione(all’ interno)

18.50 Avanti un altro Gioco20.00 TG5 - Meteo.it

Informazione20.40 Striscia la Notizia

Attualità21.10 Le ali della vita Fiction

TGCom - Meteo.itInformazione(all’ interno)

23.50 Matrix Attualità1.30 TG5 Notte - Rassegna

Stampa - Meteo 5Informazione

8.45 Provaci ancora GaryTelefilm

9.45 Royal Pains Telefilm10.35 Dr. House Telefilm12.25 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione13.00 Sport Mediaset

Notiziario sportivo13.40 Futurama Cartoni 14.10 I Simpson Cartoni 14.35 What’ s my destiny

Dragon Ball Cartonianimati

15.00 Naruto ShippudenCartoni animati

15.30 Salvi chi può Show15.45 Prima tv Mediaset 2

Broke Girls “E il bottinonascosto” Sit com

16.10 Prima tv MediasetHow I Met YourMother “Il testimone”“La nuda verità”Telefilm

17.05 Community Telefilm18.00 Mike & MollySit com18.20 Life Bites Sit com18.30 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione19.20 C.S.I. Miami “Tunnel”

“L’ addio di Alexx” Tf21.10 Una notte al museo 2:

La fuga - Commedia(Usa/Can 2009). DiShawn Levy, con BenStiller, Amy Adams

23.20 Prima tv Mediaset Paul- Commedia (Fra/GB2011). Di Greg Mottola,con Nick Frost

7.45 Charlie’ s AngelsTelefilm

8.40 Siska Telefilm10.00 Carabinieri 2 Telefilm10.50 Ricette all’ italiana

Rubrica11.30 TG4 - Meteo.it

Informazione12.00 Ieri e oggi in tv Speciale

Varietà12.05 Un detective in corsia

Telefilm12.55 La signora in giallo

“Un progettoambizioso” Telefilm

14.00 TG4 - Meteo.it Infor.14.45 Forum Real Tv15.35 My Life - Segreti e

passioni Soap16.00 Il cowboy col velo da

sposa - Commedia(Usa 1961). Di DavidSwift, con Brian Keith,Hayley Mills

18.55 TG4 - Meteo.itInformazione

19.35 Tempesta d’ amoreSoap

20.30 Quinta Colonna ilQuotidiano Attualità

21.10 Quarto Grado “Parla il“killer delle manimozzate” GiuseppePiccolomo” Attualità(Diretta)

0.00 Rivelazioni - Sesso èpotere - Drammatico(Usa 1994). Di Barry Levinson,con Demi Moore

6.00 TGLa7 - Meteo -Oroscopo - Traffico -InformazioneInformazione

6.55 Movie flash Rubrica7.00 Omnibus - Rassegna

Stampa Attualità7.30 TG La7 Informazione7.50 Omnibus meteo

Informazione7.55 Omnibus Attualità9.45 Coffee Break Attualità

11.00 L’ aria che tiraAttualità

13.30 TG La7 Informazione14.00 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade di San

Francisco“Il francobollo dellamorte” “Harem” Tf

16.30 The District“Musica assassina”“In guardia” Telefilm

18.15 Il CommissarioCordier “L’ onore di unuomo” Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 Crozza nel paese delle

meraviglie“Primapuntata” VarietàCondotto da MaurizioCrozza (Dir.)

22.30 Il medico della mutua -Commedia (Ita 1968).Di Luigi Zampa,con Alberto Sordi

0.30 TG La7 Night DeskAttualità

6.45 Unomattina Attualità10.00 Unomattina Storie Vere

Rubrica10.30 Unomattina Verde

Rubrica10.50 Che tempo fa

Informazione10.55 Rai Player Rubrica11.00 TG1 Informazione11.30 Unomattina Magazine

Rubrica12.00 La prova del cuoco

Varietà Condotto daAntonella Clerici

13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia

Informazione14.10 Verdetto Finale “Figli

contesi” Attualità15.20 La vita in diretta

AttualitàRai ParlamentoTelegiornale -Previsioni sulla viabilità- TG1 - Che tempo faInformazione(all’ interno)

18.50 L’ eredità Gioco20.00 TG1 Informazione20.30 Affari tuoi Gioco21.10 Tale e quale show

“Quinta puntata”Varietà Condotto daCarlo Conti. In giuriaLoretta Goggi, ChristianDe Sica e Claudio Lippi

23.40 TV7 “Il traffico dimigranti” Attualità

0.45 TG1 Notte - Che tempofa Informazione

6.40 Cartoon Flakes Ragazzicontenitore

8.15 Art attack8.35 Heartland “Il

compleanno di Jack” Tf9.20 Settimo cielo

“Vergine” Telefilm10.00 TG2 Insieme Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno

Informazione13.30 TG2 Eat Parade

Rubrica13.50 TG2 Sì , Viaggiare

Rubrica14.00 Detto fatto Attualità16.15 Ghost Whisperer “Un

amico di vecchia data”“Amore eterno”Telefilm

17.45 TG2 Flash L.I.S. -Meteo 2 Informazione

17.50 Rai Player Rubrica17.55 Rai TG Sport - TG2

Informazione18.45 Una mamma

imperfetta Telefilm18.50 N.C.I.S. “Due gocce

d’ acqua” “Testimone”Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.00 Prima tv Una mammaimperfetta Telefilm

21.10 Virus - Il contagio delleidee “Intervista a PieroMarrazzo” Attualità

23.20 TG2 Informazione23.35 Presunto colpevole

Attualità

8.00 Agorà Attualità10.00 Mi manda Raitre

Attualità11.10 Elisir “Ipertensione”

Attualità12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Pane quotidiano

Rubrica13.10 Terra nostra Soap

14.00 TG Regione - MeteoInformazione

14.20 TG3 - Meteo 3Informazione

14.50 TGR Leonardo Rubrica15.05 TGR Piazza Affari

Rubrica15.10 Rai Player Rubrica15.15 La Signora del West

“Il ciarlatano” Telefilm16.05 Aspettando Geo

Documenti16.40 Geo Documentario

Meteo 3 Informazione(all’ interno)

19.00 TG3 Informazione19.30 TG Regione - Meteo

Informazione20.00 Blob Varietà20.15 Pane quotidiano

Rubrica (Replica)20.35 Un posto al sole Soap21.05 Prima tv

The Newsroom “NewsNight 2.0” “Il 112°Congresso” Telefilm

23.00 Correva l’ annoDocumentario

0.00 TG3 Linea notteAttualità

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1SCH Cinema HitsSCP Cinema

PassionSCF Cinema

FamilySCC Cinema

ComedySCM Cinema MaxSCU Cinema CultSC1 Sport 1SC2 Sport 2SC3 Sport 3

18.40 Cowboys & AliensSCM19.00 Agente 007,

Moonraker: operazione spazio SCH

19.00 La guerra dei mondi SC1

19.10 Great balls of fire -Vampate di fuoco SCU

19.20 Arrietty - Il mondo segreto sottoil pavimento SCF

19.25 Hachiko - Il tuo migliore amico SCP

19.30 Scuola di Polizia 6: Lacittà è assediata SCC

21.00 E’ stato il figlio SCU21.00 Paparazzi SCC21.00 Harry Potter e la

camera dei segreti SCF21.00 Destini incrociati SCP

21.00 Chernobyl Diaries - La mutazione SCM

21.10 Agente 007, Il domaninon muore mai SCH

22.35 La sottile linea rossa SCU

22.35 The Avengers SCM22.55 Anni 90 - Parte II SCC23.05 Finalmente

la felicità SC123.15 Quantum

of Solace SCH23.15 Ricordami ancora SCP23.45 Papà ha perso

l’ aereo SCF0.45 La leggenda del caccia-

tore di vampiri SC10.55 Zoolander SCC1.00 Erin Brockovich - Forte

come la verità SCP

16.30 Rugby, Heineken Cup2013/2014 1a giornataTolosa - Zebre(Sintesi) SP2

16.30 Calcio, Serie B2013/2014 9a giornataSiena - Avellino(Replica) SP3

17.30 Automobilismo, FerrariChallenge 2013 Imola:Trofeo Pirelli Gara 2(Replica) SP2

19.00 WWE NXT SP219.00 Golf, PGA European

Tour 2013 Dal LakeKarrinyup CountryClub di Perth (Austra-lia) Perth Internatio-nal: 2a giornata(Replica) SP3

20.00 WWE Superstars SP220.45 Calcio, Serie A

2013/2014 Anticipo 8agiornata Roma -Napoli (Diretta) SP1

21.00 WWE DomesticSmackdown SP2

21.00 Rugby, Heineken Cup2013/2014 LeicesterTigers - Benetton Treviso (Diretta) SP3

23.00 Calcio, Serie A2013/2014 Anticipo 8agiornata Roma -Napoli (Replica) SP3

23.15 Golf, PGA EuropeanTour 2013 PerthInternational: 2a giornata(Replica) SP2

I film Lo sportRadio3 Mondo: la situazione in MaliA più di un anno dal colpo di stato del marzo 2012 e la guerra lampo che cosa succede al Mali? Ilcolpo di stato ha aiutato i ribelli ad occupare la metà del nord del Paese, ma poi sono stati cacciatidagli jihadisti islamici, molti collegati con Al-Qaeda. Dopo il progressivo avanzamento degli islami-sti verso la parte sud del paese, controllata dal governo, l’ 11 gennaio 2013, con Opération Serval, laFrancia ha deciso di lanciare l’ offensiva militare, per indurli al ritiro. Successivamente alla crisi poli-tica, a luglio si sono svolte anche le prime elezioni presidenziali dopo la crisi politica e ha vinto l’ expremier Ibrahim Bubakar. Mentre il presidente Hollande annuncia che il ritiro delle truppe francesisarà spostato per la fine di gennaio del 2014, gli attacchi terroristici ancora persistono. L’ Onu, checontrolla la sicurezza del paese dal luglio di quest’ anno, ha chiesto più truppe e equipaggiamentoper l’ operazione di peacekeeping. Cosa succederà nel Paese con il ritiro dei soldati francesi? Chefine ha fatto questa guerra ormai dimenticata dall’ Europa? Stamattina Luigi Spinola ne parla aRadio3Mondo con Andrea de Georgio, giornalista freelance che da un anno vive nel Mali.RADIO3 11.00

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22 VENERDÌ 18 OTTOBRE 2013 il Fatto Quotidiano

Verranno celebrati domani ifunerali di Lea Garofalo, la donnache fu sequestrata, uccisa eridotta in cenere dai suoifamiliari nel 2009 per aver rottocon la cultura ’n d ra n g h e t i s ta .Oggi esce in libreria “La scelta diLe a ” di Marika Demaria.Pubblichiamo l’introduzione, afirma Nando dalla Chiesa.

di Nando dalla Chiesa

La storia d’Italia è co-stellata di processisimbolici. Veri pas-saggi d’epoca, o foto-

grafie resistenti di umori collet-tivi, anche frivoli. Talora ritrattispietati delle ambiguità dello Sta-to, monumenti amari all’impo -tenza della giustizia. Così è, den-tro questa più grande storia na-zionale, anche per la storia dellamafia. Basti pensare, negli anniOttanta del Novecento, al maxi-processo di Palermo, che aprì lastrada alla prima, memorabilecondanna all’ergastolo di bossmafiosi e che vide mobilitarsi unaparte grande d’Italia in difesa deidiritti delle vittime. O, negli anniCinquanta-Sessanta, al processoagli assassini del sindacalista Sal-vatore Carnevale, con quella pre-senza, sul fronte rispettivo dellavittima e degli imputati, di duefuturi presidenti della Repubbli-ca, Sandro Pertini e GiovanniLeone, quasi a indicare il senso

dello Stato che, davanti al diritto ealla violenza, si spaccava in duecome una mela.

OPPURE, tornando indietro fi-no agli anni Novanta dell’Otto -cento e ai primi del secolo suc-cessivo, al processo Notarbarto-lo, primo delitto politico cheportò a giudizio un parlamen-tare, Raffaele Palizzolo, fedelis-simo di Francesco Crispi; con lasperimentazione di quelle che sisarebbero rivelate nel temporaffinate tecniche giudiziarie diimpunità, fino all’assoluzione inCassazione o al famigerato co-mitato “pro Sicilia” formato daaristocratici, politici e intellet-tuali in difesa dell’imputato. In-dipendentemente dagli esiti fi-nali, visto che mentre questa In-troduzione viene scritta è statada poco pronunciata la sentenzad’appello e si resta in attesa diquella definitiva, il processo LeaGarofalo è destinato a entrare didiritto in questa storia per unaserie di fattori e di elementi chesi cercherà di tratteggiare.Questi accompagnano il pro-cesso, lo fiancheggiano, lo pre-cedono anche; e sono in grado,specie se considerati nel loro in-

sieme, di conferirgli un sensoparticolarissimo. Che lo ponecomunque già oggi ai confini trail passaggio d’epoca e il fatto dicostume civile. Va detto subitoche non stiamo parlando di unavicenda giudiziaria partita nelclamore dei mezzi di informa-zione. Davvero non si può par-lare in questo caso di un “pro -cesso spettacolo”. Chi scrive ri-corda bene la prima udienza alpalazzo di giustizia di Milano,nell’estate del 2011. Un’aulagremita ma senza giornalisti, ilrapido passaggio – questione diminuti – di un cronista e un tra-filetto in cronaca locale su unimportante quotidiano nazio-nale. Per il resto una indifferen-za sovrana. Per mesi si sono ri-trovati in aula solo un piccologruppo di studenti universitaridella facoltà di Scienze politichedella Statale di Milano, per il lo-ro sito di analisti sociali o aspi-ranti giornalisti (www.stam -p o a n t i m a f i o s o. i t ), e una sola gior-nalista (anzi, “pubblicista”) diprofessione, l’autrice di questolibro, redattrice del mensile Nar -co m a f i e . Sicché quello di MarikaDemaria è l’unico diario giorna-listico di cui disponiamo, rac-colta puntuale – giorno pergiorno sul sito del mensile – deifatti e delle emozioni, di cui Nar -co m a f i e ha pubblicato poi un ap-profondimento nel marzo del2012. Le informazioni che sonoprogressivamente uscite dal-l’aula e che hanno contribuito aformare una sorta di discorsopubblico sul processo Lea Garo-falo, le dobbiamo dunque a lei(oltre che alla pattuglia di stu-denti).È ragionevole immaginare cheda qui ai prossimi anni questolibro non resterà l’unico a occu-parsi del caso e a sviscerarne fattie significati, proprio a partiredal processo. Ma a volte è cosìche capita: da un testimone po-co conosciuto e professional-mente non ancora affermato,ma dotato della sensibilità civilee umana per trovarsi classica-mente “nel posto giusto al mo-mento giusto”, nasce un patri-monio di conoscenze al qualeattingono nel tempo studiosi egrandi firme.

IL LIBRO

SECONDO TEMPO

Volare con Poste italianeAir France, siete sicuri?

ALLEANZE EUROPEEPENA LA VITA

Sequestrata, uccisa,

ridotta in cenere dalla sua

famiglia per essersi

ribellata alla ’ndrangheta

Domani verranno

celebrati i funerali

di Giorgio Meletti

Gentile presidente Alexan-dre de Juniac, sappiamo

che l’Air France ha ricevuto lavisita del capo di Poste Italiane,Massimo Sarmi, che si proponecome partner industriale. Lediamo un consiglio da fratellieuropei: stia molto attento.

P U RT RO P P O in Italia allignaun peculiare europeismo che leidefinirebbe à la carte. Quando lapolitica impone al contribuentedi sacrificarsi agli interessi diimprenditori amici, ce lo chie-de l’Europa. Quando invece gliinteressi degli imprenditoriamici pretendono il sacrificiodi un'impresa non italiana, è ilmomento magico degli “inte -ressi nazionali”. Molti italiani,però, educati all’europeismo“senza se e senza ma” da leadercome Carlo Azeglio Ciampi,Romano Prodi, Mario Monti e,adesso, Enrico Letta, faticano acapire perché debbano lasciarsifregare da un imprenditore, peresempio, di Mantova, ma unirele forze per fregare, tutti insie-me, il compatriota di Parigi. Gi-ra voce che voi francesi siatespecialisti della negazione dellospirito europeo, ma non è unabuona ragione per imitarvi.E dunque ci pensi bene prima difare ditta con Poste Italiane.

Nella dura competizione delmercato aereo mondiale il fat-tore strategico di successo è lasoddisfazione dei clienti. Sulpunto è difficile ravvisare unasinergia con Poste Italiane, chebasa i suoi floridi bilanci esat-tamente sull’opposto: la rabbiadei cittadini.Le cito un caso pietoso, a titolodi esempio. Due giorni fa unitaliano è andato a ritirare unaraccomandata all’ufficio posta-le e ha scoperto che l'acume ma-nageriale delle Poste, nell’am -bito di un “piano di razionaliz-zazione”, ha concentrato laconsegna in poche sedi. D’orain poi lo sportello di riferimen-to è a quattro chilometri da casasua. È andato astutamente al-l’ora di pranzo, per evitare le ri-nomate code con cui gli italianipagano il prezzo della raziona-lizzazione, e gli è andata bene:ha atteso, di fronte all’unicosportello aperto in uno degli uf-fici postali principali della Ca-pitale, solo 50 minuti. Una si-gnora, imprudentemente pre-sentatasi alle 12, ha dovutoaspettare fino alle 13:40. Ve-nendo da lontano, era arrivatain auto parcheggiando comecapitava. Dopo aver ritirato lasua raccomandata – una multaper divieto di sosta – ha scoper-to che le avevano fatto nel frat-tempo un’altra multa per divie-

to di sosta.La ricetta delle Poste è da ma-nuale di management. Si taglia-no i costi riducendo il persona-le, chiudendo gli sportelli e ta-gliando i servizi: aumentano lecode, calano le spese ma non ilfatturato. Intanto negli ufficipostali si vende di tutto, dallepolizze assicurative ai televisorial plasma, dai conti correntibancari ai telefonini. Cose chedanno più margini, dicono imanager, così gli italiani stannoin coda e Poste Italiane fa i pro-fitti che investe su Alitalia.

STIA IN GUARDIA, signor DeJuniac. Potrebbero proporle, innome della sinergia, di aprire inogni ufficio postale una bigliet-teria Air France. Pericolosissi-mo. Un giorno o l’altro i clientiinferociti di Poste Italiane po-

trebbero darle fuoco. Potrebbepoi proporle l’applicazione delmetodo Poste al trasporto ae-reo. Ecco qualche esempio.Si potrebbe chiedere al passeg-gero di presentarsi per ilc h e c k- i n cinque ore prima deldecollo, in modo da ridurre icosti aeroportuali. Si potrebbe-ro invitare i clienti a dare unamano per portare le valigie allastiva, per razionalizzare l'han -dling. Si potrebbero fermare gliaerei distanti dai finger (costa -no) e mandare i passeggeri apiedi fino all'aerostazione (an-che i pullman costano). Si po-trebbe razionalizzare il viaggiomandando abili venditori a im-porre ogni tipo di acquisto, daibiglietti della lotteria alle poliz-ze assicurative, dai libri di cu-cina ai Bot e Cct, a malcapitatipasseggeri impossibilitati allafuga, anche perché obbligati atenere allacciate le cinture dal-l'apposito segnale che il coman-dante, addestrato alle logiche dimercato moderne, non spegne-rà mai. Insomma, la gloriosaAir France rischia di diventarecome le Poste Italiane: l’infernodel cliente.Ecco, signor De Juniac, in pienospirito di fratellanza europeal’abbiamo avvertita. Poi nonvenga a dirci “ah, les Italiens...”.Non siamo tutti uguali.

Twitter@giorgiomeletti

La Pre ss e

LA SCELTADI LEAM a r i kaDemariaMelampopag. 166euro 13

Il coraggiodi Lea Garofalo

se mi prendono? Ma no, ve-drai, andrà tutto bene. Apo-logia: ammazzare le mogliche rompono è cosa buona egiusta. Se istigazione e apo-logia riguardano delitti diterrorismo e crimini control’umanità, la pena è aumen-tata. Il che è – ovviamente –giustissimo. Ma se ci si limi-ta a sostenere che un certodelitto non è mai avvenuto?Qual è la valenza criminale diquesto comportamento?Chi nega l’olocausto non di-ce che i nazisti hanno fattobene ad ammazzare 10 mi-lioni di ebrei; e nemmeno di-ce che sarebbe bene rifarlo.Espone una sua demenzialeteoria che merita una schi-fata ripulsa e l’i s o l a m e n tosociale: ma niente di più, pe-na ricadere in analoga igno-minia.Nel XII secolo Papi e Impe-ratori fondarono l’Inquisizio-ne; servì a punire i sosteni-tori di teorie contrarie all’or-todossia cattolica. Tortura-vano e bruciavano (nell’o rd i -ne) eretici e pagani, sospettidi false credenze, predicatori

N e ga z i o n i s m o,l’i d i oz i a non è reato

GIUSTAMENTE

DIRITTO UTILE

La legge punisce

l’istigazione e l’apologia

del delitto. Ma negare

che un delitto

sia avvenuto, quale

valenza criminale ha?

di Bruno Tinti

n LA COMMISSIONE Giu-stizia del Senato ha propostouna modifica (primo firma-tario Casson, Pd) all’art. 414del codice penale: se il Par-lamento approverà (e c’è dagiurare che lo farà, sono tuttid’accordo), negare lo stermi-nio degli ebrei a opera deinazisti sarà un reato punitoda 1 anno e mezzo fino a 7anni e mezzo di prigione.Che nessuno si sia posto unproblema di compatibilitàcon l’art. 21 della Costituzio-ne (Tutti hanno diritto di ma-nifestare liberamente il pro-prio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzodi diffusione) non stupisce;s p ave n t a .Intendiamoci bene: l’Olo-causto è una verità storicadimostrata in modo inoppu-gnabile da documenti e te-stimonianze non contrasta-bili. È stato anche un geno-cidio abominevole, una seriespaventevole di crimini con-tro l’umanità, una regressio-ne della natura umana che,prima di indignare, sconcer-ta: la coscienza è ferita dallabestialità dell’evento, la ra-gione si chiede come sia sta-to possibile. Tuttavia è inac-cettabile che l’imbecillità o lafaziosità siano punite con ilc a rce re .L’art. 414 attualmente in vi-gore punisce l’istigazione acommettere delitti e l’apolo-gia di essi. Istigazione: ne hoabbastanza di mia moglie,quasi quasi la uccido; però,

di dottrine scandalose e con-trarie alla vera religione (traquesti chi sosteneva non es-sere vero che la Madonnaera stata concepita senza ilpeccato originale). Bruciaro-no Giordano Bruno perchésosteneva (tra l’altro) cheesistevano altri mondi oltrela Terra; e spaventarono amorte Galileo Galilei che, sa-viamente, disse che avevanoragione loro prima di farsitor turare

n È VERO che, in questi casi(ma durò fino al 1800), i per-secutori difendevano falsitàstoriche e oggi si vuole di-fendere la verità storica. Maè anche vero che ogni indi-viduo ha diritto a non esserecostretto a soggiacere a con-dizionamenti ideologici, mo-rali o religiosi altrui. E checerte cose si sa come comin-ciano ma non si sa come fi-niscono. Oggi siamo tuttid’accordo che i negazionistisono dei faziosi imbecilli. Mami scoccerebbe molto se,domani, una legge analogami mandasse in prigioneperché, chiacchierando conamici o scrivendo su questogiornale, esprimessi l’opinio-ne che Dio non esiste, che ilsesso tra persone adulte econsenzienti è cosa buona egiusta e che il diritto di votoesteso a persone incolte e di-sinformate è irragionevole.Tutte tesi, come si vede, checontano una vasta e deter-minata opposizione; e, tut-tavia, vorrei conservare il di-ritto di sostenerle.

Una delle ultime immagini di Lea Garofalo La Pre ss e

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23il Fatto Quotidiano VENERDÌ 18 OTTOBRE 2 01 3

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Armi chimiche,l’arsenale proibito

Intervistata all’i n d o m a-ni del conferimento delpremio Nobel all’Opac,l’Organizzazione per laproibizione delle armichimiche, la dottoressaValeria Santori ha rispo-sto: “Stiamo distruggen-do le vecchie armi chimi-che risalenti a prima del-la Seconda guerra mon-diale”. E le altre? Risultadal decreto ministerialedel 13 giugno 2003, “A p-provazione del nuovoelenco dei materiali d’a r-mamento”, che l’Italiapossiede un cospicuo ar-senale di armi chimiche,tra cui l’“Agent Orange”,il defogliante sporco didiossina usato dagli StatiUniti in Vietnam neglianni 60 per appestare legiungle e avvelenare lerisaie. Sul sito dellaMonsanto si legge chequesto veleno è statoprodotto per conto delgoverno Usa tra il ‘65 e il’69, quindi molto dopo laSeconda guerra mondia-le. Secondo alcune fonti,tra cui l’ex direttore dellaGivaudan, la proprieta-ria dell'Icmesa, noi loproducevamo a Sevesoed è per questo che èscoppiato il famoso reat-tore nel ‘76, causandouno dei peggiori disastrinella storia dell’i n d u-stria chimica mondiale.

Paolo Rabitti

Finanziaria, unatorta mal riuscita

Ci vuole un bel coraggioper definire di svolta lalegge di Stabilità varatadal governo, che da unaparte concede una miniriduzione del cuneo fi-scale a imprese e lavora-tori, ma dall’altra tartas-sa pensionati e rispar-miatori che, per grandinumeri, coincidono coni primi beneficiati. Delresto non c’era da illu-dersi che da una tortasempre più piccola e alcui impasto continuanoa sfuggire ingredientisostanziosi (evasione ecorruzione) un governopasticcione, più che pa-sticcere, potesse far lie-vitare il proprio prodot-

to in modo tale da sod-disfare appetiti che lacrisi rende sempre piùfamelici. Così come nonc’è da sperare che unaclasse dirigente seppurdi quarantenni, ma cre-sciuti politicamente eculturalmente all’o m-bra dei propri padrini,sia in grado di partorireidee riformatrici (nonrivoluzionarie!) tali daportare il Paese sullastrada della solidarietàed equità sociale senzapartire dal taglio dei pri-vilegi propri e dei propricircoli affaristici e diamicizie.

Mario Sacchi

L’ideologia anti debitoe il ruolo dello Stato

La manovra per la cresci-ta economica è compo-sta da tanti piccoli prov-vedimenti, quasi tuttisingolarmente utili mache non raggiungononell'insieme la massa cri-tica necessaria al Paeseper decollare. Non biso-gna dimenticare che dal1 gennaio 2014 diventaoperativo l'articolo 81della Costituzione chedisciplina l’equilibrio traentrate e spese del bilan-cio pubblico. Sembra pe-rò che i lacci e lacciolidell’Europa e della no-stra Costituzione sianostati interpretati in modoriduttivo a causa di unapreconcetta visione con-

traria all’apporto delloStato alla soluzione dellacrisi. Eppure il ricorso al-l'indebitamento è con-sentito al fine di conside-rare gli effetti del cicloeconomico, a patto chenon infici la sostenibilitàdi bilancio a medio ter-mine. E cosa è più conge-niale, a questo fine, di unrilevante investimentopubblico in settori a sicu-ra redditività (e quindicon bilancio sostenibilenel medio termine) qualila protezione idrogeolo-gica del territorio, o il ri-sparmio energetico intutti gli uffici pubblici oancora una estesa cam-

pagna di prevenzione sa-nitaria?

Ascanio De Sanctis

I pericoli del webe quelli della politica

Nuovo monito di Napo-litano rivolto ai giovani:“Tutti possono servirsidelle nuove tecnologie,perfino truffatori, vendi-tori di falsi miti, propa-gandisti di odio e arro-ganti intenti a infieriresui più deboli”. Condivi-do: in rete si trova davve-ro di tutto, la sfida è dareagli adolescenti gli stru-menti adatti per matura-re un giudizio critico fi-nalizzato a riconoscereciò che è utile e credibile,da quello che è invecestrumentale, propagan-

distico o perverso. Il pa-radosso di questa dichia-razione, finalizzata aporre l'attenzione sui pe-ricoli del web (e speria-mo ora che nessuno la ri-prenda per tentare diproporre leggi di censuraatti ad impedire l’eserci -zio di libertà democrati-che fondamentali comequella di opinione) stanel fatto che le categoriecitate – truffatori, vendi-tori di falsi miti, propa-gandisti di odio e arro-ganti intenti a infieriresui più deboli – calzanoperfettamente a molti deiparlamentari che negliultimi anni hanno sedu-to sugli scranni di Mon-tecitorio e Palazzo Ma-dama. Gli esempi nel ri-

CARO FURIO COLOMBO, ci sono sin-dacati buoni alla Fiat, che vengono am-messi a sedersi con il grande capo Mar-chionne. Ci sono sindacati cattivi chevogliono vedere, sapere troppo, e ven-gono tenuti alla larga. Ma né gli uni, négli altri riescono a controllare questasmania di partenza della Fiat dall’Italia.Ora sembra chiaro: la Fiat se ne va.

Fa b i o

CIÒ CHE DICE il lettore, purtroppo, nonsembra infondato. Dopo molte sgridate al-l'infido Paese Italia, la Fiat di Marchionneha scelto un basso profilo che suggerisceumori concilianti. In realtà sta per andar-sene, anzi va via un pezzo alla volta, e que-sto si deduce da articoli sporadici che, sen-za conferenze stampa e senza annuncicoerenti, ci danno notizia di uno spostarsiabbastanza rapido fuori e lontano dall'I-talia. Come tutti sanno, le fabbriche non sispostano più una officina alla volta, e nep-pure un marchio alla volta. Si spostano daun lato con ritocchi ai piani industriali(per esempio a Torino si farà un modelloSuv semiamericano che probabilmentenon è destinato a folle di compratori e nonrichiederà masse di operai, mentre persinoi piccoli veicoli commerciali passano a De-troit). E dall'altro con spostamenti, poconotati dal pubblico, di pacchetti azionari edi riorganizzazione di gruppi, divisioni epunti decisionali, dislocati sempre meno aTorino, sempre meno in Italia, sempre

meno visibili e controllabili (nel senso del-la pubblica opinione). Il governo italianonon sa, non vede, non sente, soprattuttonon capisce che cosa sta perdendo. C'è chipensa, a destra, che sia nei diritti d'impre-sa fare qualunque cosa, secondo gli umoridel manager. E c'è chi è pronto a farti unelenco dei benefici che la Fiat ha avuto dal-lo Stato (ai tempi in cui sembrava a tuttiurgente salvare l'occupazione) non perconcludere che dunque la Fiat ha un gros-so impegno (che potrebbe anche chiamarsidebito) verso l'Italia, ma per dire che vabene così, perché così ci togliamo un peso.Certo, viviamo in un'epoca in cui, come imodesti premi Nobel per l'Economia con-fermano, non c'è un solo esperto, in quelcampo, che abbia un po' di visione e unbriciolo di capacità di immaginare il futu-ro. Piccoli studiosi aggiustano i dettagli,vedono solo dettagli, e alla fine prendonoanche il premio. Ma questo è il paese in cuiMarchionne smonta la Fiat come un Lego,svuota stabilimenti che hanno tenuto inpiedi il Paese (mercato e prestigio) per unsecolo, e viene lodato con il manager del-l'anno, anzi del decennio, anzi del secolovuoto che sta iniziando. Forse è giusto, sepensate che tutti gli altri non stanno nep-pure smontando qui e rimontando altro-ve. Più pragmaticamente, abbandonano.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

La partenzave l o c edella Fiat

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cordo di ognuno. Mai,però, Napolitano ha usa-to questi termini per in-dicare questi ultimi. Ri-spetto delle Istituzioni?O valutazione ipocrita difenomeni più o menoamici?

Stefano Stoccolma

Negazionismo, la leggeè per tutti gli olocausti?

A Roma c'è stato un veroe proprio assalto al peritonazista Priebke. Il tribu-nale degli uomini l’ha giàcondannato sia moral-mente che fisicamente davivo e lo sta ancora facen-do pure da defunto,quindi più di così, simuore. Ora lassù saràgiudicato da chi non haideologie politiche e pa-

gherà il giusto prezzo perle sue malefatte, ma lagazzarra a cui abbiamoassistito in questi giorni èuna vera e propria vergo-gna non degna di un pae-se che si considera civiliz-zato. È tornato d’attualitàd'attualità l’aforisma diEnnio Flaiano: "In Italia ifascisti si dividono in duecategorie, i fascisti e gliantifascisti". Rimanendoin tema, Giorgio Napoli-tano ha chiesto che si fac-cia una legge per colpire inegazionisti al più prestoTra questi anche Priebkee molti Paesi arabi. Sareiperò curioso di sapere sequesta legge varrà ancheper chi ci ha nascosto per50 lunghi anni l'esistenzadelle foibe, o per questi

falsi storici vale la leggeuna legge diversa?

Enzo Bernasconi

Le malattie si curanoi pregiudizi restano

Da otto anni dirigo il Di-partimento di malattietropicali neglette del-l’Organizzazione Mon-diale della Sanità. Non hopaura di dire che, comemedico e dirigente del-l’Oms, sono rimasto sba-lordito dalla lettura del-l’intervista di Papa Fran-cesco su “Repubblica”.L’uso costante della pa-rola lebbra, come se sitrattasse di una maledi-zione da stigmatizzare(“a God curse” direbberogli Inglesi), mi pare pro-fondamente offensivanei riguardi dei malati edi coloro che ogni giornosi adoperano per eradi-carla. Questo modo diusare la parola non hanulla a che vedere con larealtà di un’infezioneche, va detto con moltochiarezza, è curabile inmodo efficace in soli seimesi. Quest’uso del ter-mine lebbra umilia colo-ro che pur guariti sonostati affetti da queste ma-lattia. Vorrei sottolineareche da quando i paesi en-demici hanno iniziato inuovi trattamenti “mul -ti-drug”, noti anche conl’acronimo Dmt, abbia-mo curato 15 milioni dipersone restituendo lamaggioranza a una vitadel normale. L’uso arcai-co può risultare attraenteper coloro che erronea-mente lo associano anco-ra allo stigma ed alla di-scriminazione di saporemedievale. L’Oms e i varigruppi che si occupanodella malattia, si battonoda anni con forza non so-lo per eliminare l’infezio -ne, identificando i malatiper tempo e intervenen-do per interrompere latrasmissione, ma ancheper cancellare questastigmatizzazione che èsegno di profonda arre-tratezza.

Lorenzo Savioli

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