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Imbarco di soci ANMI su Nave Palinuro - Marinai d'Italia · Dopo aver perso un'ora per montare le...

Date post: 09-Oct-2020
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programmarne l’imbarco, essa rappre- senta uno dei momenti più appaganti della mia vita all’interno dell’ANMI; sce- gliere i ragazzi, sentire al telefono i loro dubbi, ascoltarne le domande più dispa- rate e, consentitemi, “strambe”, tipiche di chi niente conosce del mare e del vi- vere da marinaio, ma soprattutto riceve- re i “grazie” per la bellissima esperienza vissuta, leggerne i racconti e resoconti e sentire l’entusiasmo che li pervade al ri- torno a casa, mi gratifica oltre ogni misu- ra e mi rende consapevole che ancora posso far qualcosa per la mia “Marina”. Si, perché questa esperienza, seppur breve di vita a bordo, risulta, allo stato attuale, e nessuno lo può contestare, il vettore promozionale più efficace che l’Associazione ha per svolgere azione di proselitismo a favore della F.A. e per trasmettere e far capire ai giovani le tradizioni, i valori della marineria italia- na e l’innegabile valenza e importanza della M.M. nella attuale realtà del no- stro paese. Unico aspetto non positivo in questo contesto, è costituito dal fatto che que- sta attività non viene ben propagandata da tutti i Gruppi dell’Associazione; ac- canto a quelli, infatti, che si danno vera- mente da fare, proponendosi e facendo- si conoscere (leggasi dialogo continuo con gli Istituti Scolastici del proprio terri- torio, Acqui Terme, e non solo…, docet) ve ne sono tanti altri che, purtroppo, de- notano un atteggiamento di assoluta in- differenza e immobilismo di fronte ad ogni iniziativa che viene avanzata a favo- re delle giovani leve. Eppure ci si lamenta tanto perché la F.A. risulta “assente e lontana”, perché i gio- vani non si avvicinano all’Associazione, perché da Roma poco si fa, in questo set- tore, per la periferia; beh, forse sarebbe il caso, e qui concludo questo mio breve pi- stolino, che si iniziasse a fare un pò il “mea culpa”, ci si rimboccasse un po’ le maniche e, perchè no, si iniziasse anche a leggere il Bollettino e visitare il Sito (puntare il mouse su “Attività - Attività per i giovani”). Adesso però basta con tutte queste di- squisizioni e diamo spazio, nelle pagine successive, a chi ha realmente “vissuto” con i suoi 16, 17 o vent’anni, questa breve esperienza in Marina; a quei ragazzi e ra- gazze che con i loro scritti e fotografie hanno voluto lasciare un ricordo tangibile del loro passaggio a bordo del Palinuro. Per concludere, consentitemi soltanto, per capire in parte l’atmosfera, lo spirito e le problematiche che hanno pervaso que- sta esperienza, di riportare alcuni passi della lettera che mi ha inviato uno degli Accompagnatori che, insieme al magnifi- co equipaggio del Palinuro, hanno preso per mano questi giovani, aiutandoli e gui- dandoli passo per passo nella loro breve ma intensa permanenza a bordo. A loro e a tutti gli altri che hanno reso possibile questa attività il mio personale Grazie. 5 Marinai d’Italia Dicembre 2014 Anche quest’anno... ce l’abbiamo fatta Massimo Messina Capo Ufficio cerimoniale Presidenza ANMI A nche quest’anno ce l’abbiamo fatta; ce l’abbiamo fatta malgrado l’assen- za della “Principessa del mare”, l’Ameri- go Vespucci, ferma per la sosta lavori di grande manutenzione. Si, anche quest’anno siamo riusciti a far si che un certo numero di giovani Soci dell’Associazione potesse vivere, anche se per pochi giorni, l’ebbrezza dell’im- barco a bordo delle Navi Scuola a vela della nostra Forza Armata; quest’anno è toccato al solo Palinuro l’incarico e, per- ché no, il piacere di “svezzare” dei gio- vani alla vita del mare, e mostrargli un po’ di quel che potrebbe essere la loro vita “sotto e con le stellette”. E se ci siamo riusciti anche quest’anno lo dobbiamo alla sinergia e allo spirito di fattiva collaborazione che si è creata tra l’ANMI, lo Stato Maggiore della Marina - Ufficio A.G. e il Comando stesso dell’U- nità che a fronte di un’incerta situazione di partenza hanno saputo sfruttare al massimo le occasioni presentatesi. E che occasioni!!! I giovani ragazzi non solo hanno saggiato il mare, lucidato ot- toni e mangiato gallette per non dar … di stomaco (come è giusto che sia) ma hanno anche potuto visitare e ammirare le bellezze dei vari porti italici che il Palinuro ha onorato con la sua presen- za, nell’estivo pendolare tra il Tirreno e l’Adriatico: Imperia, Genova, Taranto, Trieste, Brindisi, Messina e, infine, La Spezia i porti interessati dalle tratte di Navigazione svolte nel periodo Maggio – Giugno e successivamente Settembre – Ottobre. In tutto 47 ragazzi e 20 ragazze dell’As- sociazione, insieme ad un’altra sessan- tina di giovani della STA-Italia e della Lega Navale, hanno goduto del privile- gio di poter “calpestare” il ponte di una delle navi a vela più belle del mondo (il primato va di diritto, non si offendano il Palinuro e il suo equipaggio, a Sua maestà il Vespucci); 67 giovani ANMI provenienti da varie regioni della peni- sola che, malgrado le distanze per rag- giungere la nave o per tornare a casa, hanno voluto prender parte a questa bella e impagabile possibilità che la Marina ci offre ogni anno. Questo è il terzo anno che mi dedico al- la pianificazione degli imbarchi estivi a bordo delle Navi Scuola della FA e devo dire che, pur con le difficoltà che questo tipo di attività comporta, dovute princi- palmente ai ristretti tempi per selezio- nare la “pattuglia” di giovani Soci e 4 Marinai d’Italia Dicembre 2014 Nave Scuola Palinuro Imbarco di soci ANMI su Nave Palinuro Navigazione Brindisi - Messina… “...la nave è molto ballerina ed il 50 % dei ragazzi è andato subito KO. Niente sonno, poco mangiare, tante raccate e guardie continue. Due di loro volevano sbarcare subi- to a nuoto, con l’aiuto del dottore siamo riusciti a gestirli. …in tutto il periodo, il più grosso inconveniente è derivato dalla navigazione costie- ra a portata di telefono cellulare che ha consentito ai ragazzi di poter dialogare con i genitori trasferendo loro gli iniziali disagi e malesseri. Il mio compito principale è stato quello di tranquillizzare proprio i genitori. …sotto la Calabria è arrivata la bonaccia, allora tutti, ragazzi e ragazze, si sono risve- gliati e hanno cominciato a divertirsi... ed a lucidare gli ottoni! Come immaginavo a Messina sono sbarcati a malincuore e qualcuno avrebbe voluto continuare Per me è stata un’esperienza fantastica, letto a castello senza scala, 2 metri quadri di camerino in tre persone, ho riassaporato il mal di mare, quale occasione migliore per festeggiare il 40ennale del mio corso... (firmato: un Presidente di Gruppo, con una non trascurabile esperienza in Marina, che si è gentilmente prestato a svolgere il compito di Accompagnatore) Un particolare ringraziamento per averci dato l’opportunità di fare quest’esperienza così speciale e particolare, che resterà per sempre nella nostra memoria. Ci farebbe piacere che altri ragazzi possano leggere queste nostre poche frasi attraverso le quali possano capire la magia che si vive in mare.
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Page 1: Imbarco di soci ANMI su Nave Palinuro - Marinai d'Italia · Dopo aver perso un'ora per montare le amache, siamo riusciti ad addormentarci tra il caldo e l'afa. Sarà dura, sicuramen-te,

programmarne l’imbarco, essa rappre-senta uno dei momenti più appagantidella mia vita all’interno dell’ANMI; sce-gliere i ragazzi, sentire al telefono i lorodubbi, ascoltarne le domande più dispa-rate e, consentitemi, “strambe”, tipichedi chi niente conosce del mare e del vi-vere da marinaio, ma soprattutto riceve-re i “grazie” per la bellissima esperienzavissuta, leggerne i racconti e resoconti esentire l’entusiasmo che li pervade al ri-torno a casa, mi gratifica oltre ogni misu-ra e mi rende consapevole che ancoraposso far qualcosa per la mia “Marina”.Si, perché questa esperienza, seppurbreve di vita a bordo, risulta, allo statoattuale, e nessuno lo può contestare, ilvettore promozionale più efficace chel’Associazione ha per svolgere azionedi proselitismo a favore della F.A. e pertrasmettere e far capire ai giovani letradizioni, i valori della marineria italia-na e l’innegabile valenza e importanzadella M.M. nella attuale realtà del no-stro paese.Unico aspetto non positivo in questocontesto, è costituito dal fatto che que-sta attività non viene ben propagandatada tutti i Gruppi dell’Associazione; ac-canto a quelli, infatti, che si danno vera-mente da fare, proponendosi e facendo-si conoscere (leggasi dialogo continuocon gli Istituti Scolastici del proprio terri-torio, Acqui Terme, e non solo…, docet)ve ne sono tanti altri che, purtroppo, de-notano un atteggiamento di assoluta in-differenza e immobilismo di fronte adogni iniziativa che viene avanzata a favo-re delle giovani leve.Eppure ci si lamenta tanto perché la F.A.risulta “assente e lontana”, perché i gio-vani non si avvicinano all’Associazione,perché da Roma poco si fa, in questo set-tore, per la periferia; beh, forse sarebbe ilcaso, e qui concludo questo mio breve pi-stolino, che si iniziasse a fare un pò il“mea culpa”, ci si rimboccasse un po’ lemaniche e, perchè no, si iniziasse anchea leggere il Bollettino e visitare il Sito(puntare il mouse su “Attività - Attività peri giovani”). Adesso però basta con tutte queste di-squisizioni e diamo spazio, nelle paginesuccessive, a chi ha realmente “vissuto”con i suoi 16, 17 o vent’anni, questa breveesperienza in Marina; a quei ragazzi e ra-gazze che con i loro scritti e fotografiehanno voluto lasciare un ricordo tangibiledel loro passaggio a bordo del Palinuro.

Per concludere, consentitemi soltanto,per capire in parte l’atmosfera, lo spirito ele problematiche che hanno pervaso que-sta esperienza, di riportare alcuni passidella lettera che mi ha inviato uno degliAccompagnatori che, insieme al magnifi-co equipaggio del Palinuro, hanno preso

per mano questi giovani, aiutandoli e gui-dandoli passo per passo nella loro brevema intensa permanenza a bordo.

A loro e a tutti gli altri che hanno resopossibile questa attività il mio personaleGrazie.

5Marinai d’Italia Dicembre 2014

Anche quest’anno...ce l’abbiamo fattaMassimo MessinaCapo Ufficio cerimoniale Presidenza ANMI

A nche quest’anno ce l’abbiamo fatta;ce l’abbiamo fatta malgrado l’assen-

za della “Principessa del mare”, l’Ameri-go Vespucci, ferma per la sosta lavori digrande manutenzione.Si, anche quest’anno siamo riusciti a farsi che un certo numero di giovani Socidell’Associazione potesse vivere, anchese per pochi giorni, l’ebbrezza dell’im-barco a bordo delle Navi Scuola a veladella nostra Forza Armata; quest’anno ètoccato al solo Palinuro l’incarico e, per-ché no, il piacere di “svezzare” dei gio-vani alla vita del mare, e mostrargli unpo’ di quel che potrebbe essere la lorovita “sotto e con le stellette”.

E se ci siamo riusciti anche quest’annolo dobbiamo alla sinergia e allo spirito difattiva collaborazione che si è creata tral’ANMI, lo Stato Maggiore della Marina -Ufficio A.G. e il Comando stesso dell’U-nità che a fronte di un’incerta situazionedi partenza hanno saputo sfruttare almassimo le occasioni presentatesi. E che occasioni!!! I giovani ragazzi nonsolo hanno saggiato il mare, lucidato ot-toni e mangiato gallette per non dar …di stomaco (come è giusto che sia) mahanno anche potuto visitare e ammirarele bellezze dei vari porti italici che ilPalinuro ha onorato con la sua presen-za, nell’estivo pendolare tra il Tirreno el’Adriatico: Imperia, Genova, Taranto,Trieste, Brindisi, Messina e, infine, LaSpezia i porti interessati dalle tratte diNavigazione svolte nel periodo Maggio– Giugno e successivamente Settembre– Ottobre.

In tutto 47 ragazzi e 20 ragazze dell’As-sociazione, insieme ad un’altra sessan-tina di giovani della STA-Italia e dellaLega Navale, hanno goduto del privile-gio di poter “calpestare” il ponte di unadelle navi a vela più belle del mondo (ilprimato va di diritto, non si offendano ilPalinuro e il suo equipaggio, a Suamaestà il Vespucci); 67 giovani ANMIprovenienti da varie regioni della peni-sola che, malgrado le distanze per rag-giungere la nave o per tornare a casa,hanno voluto prender parte a questabella e impagabile possibilità che laMarina ci offre ogni anno.Questo è il terzo anno che mi dedico al-la pianificazione degli imbarchi estivi abordo delle Navi Scuola della FA e devodire che, pur con le difficoltà che questotipo di attività comporta, dovute princi-palmente ai ristretti tempi per selezio-nare la “pattuglia” di giovani Soci e

4 Marinai d’Italia Dicembre 2014

Nave Scuola Palinuro

Imbarco di soci ANMI su Nave Palinuro

Navigazione Brindisi - Messina…

“...la nave è molto ballerina ed il 50 % dei ragazzi è andato subito KO. Niente sonno,poco mangiare, tante raccate e guardie continue. Due di loro volevano sbarcare subi-to a nuoto, con l’aiuto del dottore siamo riusciti a gestirli.…in tutto il periodo, il più grosso inconveniente è derivato dalla navigazione costie-ra a portata di telefono cellulare che ha consentito ai ragazzi di poter dialogare con igenitori trasferendo loro gli iniziali disagi e malesseri.Il mio compito principale è stato quello di tranquillizzare proprio i genitori.…sotto la Calabria è arrivata la bonaccia, allora tutti, ragazzi e ragazze, si sono risve-gliati e hanno cominciato a divertirsi... ed a lucidare gli ottoni!Come immaginavo a Messina sono sbarcati a malincuore e qualcuno avrebbe volutocontinuare Per me è stata un’esperienza fantastica, letto a castello senza scala, 2 metri quadri dicamerino in tre persone, ho riassaporato il mal di mare, quale occasione migliore perfesteggiare il 40ennale del mio corso...(firmato: un Presidente di Gruppo, con una non trascurabile esperienza in Marina,che si è gentilmente prestato a svolgere il compito di Accompagnatore)

Un particolare ringraziamento per averci datol’opportunità di fare quest’esperienza così speciale e particolare,

che resterà per sempre nella nostra memoria.Ci farebbe piacere che altri ragazzi possano leggere queste nostre poche

frasi attraverso le quali possano capire la magia che si vive in mare.

Page 2: Imbarco di soci ANMI su Nave Palinuro - Marinai d'Italia · Dopo aver perso un'ora per montare le amache, siamo riusciti ad addormentarci tra il caldo e l'afa. Sarà dura, sicuramen-te,

Dopo aver perso un'ora per montare leamache, siamo riusciti ad addormentarcitra il caldo e l'afa. Sarà dura, sicuramen-te, però credo che questa esperienza ciaiuterà a crescere sia professionalmentesia umanamente.

Giorno 2 - Partenza

Oggi abbiamo assistito alla cerimonia inoccasione della festa della repubblica. Perle 16.00 siamo partiti e adesso siamo diret-ti verso Laigueglia. Poco fa ci siamo pre-sentati al comandante secondo il rito dellamarina. Mi è piaciuto poter provare i ritimilitari quali il saluto, il riposo, la sezione.

Giorno 3 - Laigueglia

Ieri sera è iniziata la nostra guardia colSergente Di Martino; dalle 20.00 a 24.00.Generalmente ci occupiamo dell’ordinariamanutenzione della nave. Il che vuol direil più delle volte lustrare gli ottoni…TANTIottoni. Il sergente può sembrare un po’burbero e severo, ma in realtà si è rileva-to molto simpatico e disponibile. Navigasul Palinuro da 14 anni e ha navigato 3 an-ni sul Vespucci, facendo il giro del mondo.A dir la verità tutta la ciurma è simpatica.Purtroppo è stata una giornata particolar-mente noiosa. Dopo il turno siamo dovutirimanere per l'intero pomeriggio sotto co-perta per via delle visite turistiche. Per le18.00 usciremo per fare il nostro turno...Come non detto! La calma e la noia diquesto pomeriggio si sono alternate a dueturni in cucina a pulire pentole e un'infi-nità di gamelle; oltre a dover montare allapropria amaca anche quelle degli altri. Ri-mane solo il turno di guardia dalle 4.00 del

mattino alle 8.00. È stata una guardia bel-lissima! L’abbiamo passata col SergenteDi Martino a raccontarci storie sui fanta-smi della nave...memorabile.

Giorno 4 - Genova

Oggi la partenza per Genova è fissata perle 9.30. La nostra guardia inizierà alle20.00 per concludersi a mezzanotte. Diconseguenza ci godremmo l'intera navi-gazione. Questa sera mi è toccata la ve-detta. Non so come mai, sarà che siamoin navigazione e non alla fonda, ma sem-bra che la notte non passi mai. La mattinadopo ci siamo svegliati alle 5.00 per il po-sto di manovra. Eravamo arrivati a Geno-va. Ho contato a oggi venti ore di sonnoperso. Una volta attraccati, abbiamo avu-to il pomeriggio libero; così siamo andatia visitare la città. Sono stato poche voltea Genova e credo sia bellissima. Per laprima volta ho provato "mal di terra”, in-

fatti, camminando sentivo comunque ilrollio e il beccheggio della nave. La serasiamo usciti a goderci un po’ di movida.Bellissime ragazze.. ovunque!

Giorno 5- partenza

Una volta svegli abbiamo riassettato levaligie, abbiamo rimesso a posto le ama-che e abbiamo pulito la camera. Dopo ab-biamo salutato tutto l'equipaggio: il ser-gente di Martino, i nocchieri, Adamo,Paolo, Antonio, l'ufficiale Peruzzi.Infine, con Silvio (con il quale andrò insie-me in treno a Imperia) abbiamo salutato iragazzi che hanno condiviso con noi que-st’avventura: Martino, Gaia, Felicia, Paolo(genovese), Antonio e Annamaria (Messi-na), Giuseppe e Donato (di Massafra, vi-cino a Taranto) e tutti gli altri.Mi mancheranno tutti.È stata una bellissima avventura e sperosi possa ripetere.

7Marinai d’Italia Dicembre 2014

Dal Tirreno al Mar Liguresulla Nave scuola PalinuroGiorgia e Roberta Clementi Soci del Gruppo di Roma

S iamo due gemelle di Roma di dicias-sette anni ci chiamiamo Giorgia e Ro-

berta. È la seconda volta che ci è stata da-ta l’opportunità di imbarcarci sulla navescuola della Marina Militare Palinuro. So-no state due esperienze completamentedifferenti che ci hanno mostrato due diver-si aspetti della vita marinaresca, entrambeintense anche se brevi. Il 1° giugno di que-st’anno, ci siamo imbarcate al porto di Im-peria, l’ansia era molta, anche se per noiera il secondo imbarco e sapevamo giàcome erano organizzati i vari turni e le va-rie attività. Arrivati all’ora di pranzo ad Im-peria, abbiamo conosciuto i ragazzi concui avremmo passato una settimana a bor-do del Palinuro, facendo soprattutto amici-zia con le altre tre ragazze con cui avrem-mo dovuto condividere la cabina. Essendoalla nostra seconda esperienza, abbiamoiniziato a dare alcune anticipazioni algruppo, sulle varie attività di bordo e sullenotti insonni che avremmo passato (alcuniragazzi hanno abbandonato la nave primadi iniziare l’esperienza). Dopo esserci im-barcate e sistemate, siamo scese a terraper visitare la città di Imperia, tornando a

bordo per la cena. Speranzose di iniziareal più presto questo viaggio, abbiamo sa-puto dai marinai a bordo che saremmopartiti solamente nel pomeriggio. Il co-mandante Marco Filzi, essendo la festa del2 Giugno, era stato invitato come rappre-sentante ufficiale della Marina Militare al-la parata per la festa della Repubblica, chesi sarebbe svolta sulla banchina del portola mattina. Solo dopo lo svolgimento delleattività di rappresentanza abbiamo prova-to nuovamente il brivido di salpare l’anco-ra. Una volta partiti, ci hanno divisi in tregruppi, per poter prendere parte alla tur-nazione del lavoro. I turni che si svolgonosulla nave sono della durata di quattro oreciascuno. I gruppi dei giovani, avrebberodovuto essere organizzati in ruoli ben pre-cisi: timoniere, operatore al carteggio evedetta, come era avvenuto nella nostraprima esperienza, ma, a causa degli impe-gni del comandante, siamo stati alla fondain due occasioni, uno a Laigueglia e una aFinale Ligure. Abbiamo passato la maggiorparte delle giornate a rendere il Palinuro ilpiù bel veliero della marina, tra ottoni, sco-pe e stracci, che in quest’anno trascorsoera l’unico aspetto che non ci era affattomancati, soprattutto le unghie sporche dimanteca. Al contrario, lo scorso anno ab-biamo attraversato veleggiando tutto ilMar Tirreno dalla Spezia a Messina, condelle emozioni incredibili. La prima è stata

quella di poter assistere a dei tramonti sulmare, vedere poi i delfini, oltre che scopri-re all’orizzonte la bellezza dei nostri arci-pelaghi. E poi oltre che imparare a tenerepulita la nave abbiamo vissuto la vera vitadi mare con i turni e le notti sotto le stelleoltre che le ore trascorse al timone. Ricor-di indelebili che avremmo voluto ripetereanche quest’anno. L’unico aspetto che inquest’esperienza si è andato a rafforzare èstato il rapporto tra allievi ed equipaggioche come lo scorso anno è stato con noisempre disponibile e socievole. Un episo-dio per raccontare della loro disponibilitàè quello, visto una sera, nel turno dalle 4alle 8 quando uno dei marinai pur di nonfar rimettere uno dei nostri compagni lo haaccompagnato sotto braccio, a passeg-gio, per il ponte. Non sono mancate co-munque le magnifiche albe, i tramonti lestelle e la pizza a mezzanotte. Il tempoquest’anno, per la maggior parte l’abbia-mo trascorso approfondendo la cono-scenza dei nostri compagni di squadra, etra risate e prese in giro cercavamo di ri-manere svegli durante i turni di notte. Que-sta esperienza ci ha permesso di avvici-narsi alla reale vita marinaresca.Rimane il nostro sogno di attraversarenuovi mari e nuove esperienze sulle naviscuola della Marina Militare con il desi-derio che possa essere per alcuni di noianche una futura scelta di vita.

Tratta Imperia-GenovaGiovanni SagliettoSocio del Gruppo di Imperiae allievo Istituto Nautico A. Doria

Giorno 1 - Imbarco

L'ingresso nella Palinuro è stato fantasti-co. Non ero mai stato all'interno di unanave storica. Ovviamente è stata adattataalle norme attuali, il che rende gli spaziabbastanza stretti e angusti.Sono rimasto sorpreso da quanto sia vivae avvolgente l'atmosfera della ciurma.Certo, bisogna sapersi arrangiare. Unavolta entrati ci hanno dato il nostro perso-nale bicchiere e le nostre posate. È no-stro compito pulirle. Allo stesso mododobbiamo provvedere noi alle pulizie, amontare le nostre amache e rimetterleapposto la mattina seguente.

6 Marinai d’Italia Dicembre 2014

Nave Scuola Palinuro

Giorgia e Roberta Clementi soci del Gruppo di Roma

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Imbarco su Nave Palinuroda Brindisi a Messina

Carissimo, ti allego una documentazionefotografica molto eloquente della vita abordo del Palinuro.Questo gruppo è stato inizialmente sfor-tunato perchè abbiamo beccatoburrasca fuori Brindisi..... omissis ...Un caro salutoRocco Petrera

Una settimana da marinaio.Passo per passo, miglio per miglioFlorian SmitSocio del Gruppo di Imperia

12/10/2014 Giorn0 1 – L’imbarco

Arriviamo sul posto al pomeriggio. Ve-diamo la nave ormeggiata, ci guardiamofra di noi e sappiamo di provare tutti lestesse emozioni: gioia profonda, felicità,curiosità come anche apprensione edansia. Quest’ultime però svaniscono nelmomento in cui saliamo a bordo. Dopo ilbreve appello siamo liberi di visitare lanave insieme al pubblico presente. Nonriesco a trovare nessun aggettivo chepossa descrivere il mio stato d’animo:non vedo l’ora di iniziare, non vedo l’orache inizi quest’esperienza. ORE 18:00, imbarcati. Aspettiamo che levisite al pubblico cessino alle 19:00. In-tanto ci vengono consegnati lenzuola e

copri materasso, salvagente individuale,bicchiere e posate personali e, come lochiamano qui a bordo, l’oro bianco. Car-ta igenica. Ci vengono mostrati gli alloggi e la men-sa. Contemporaneamente. Sì, perché sitratta dello stesso locale: uno spazio chesarà, ad occhio, grosso quanto un bilo-cale e che dovremo dividere in circaventi persone. Come? Sopra di noi sonosorretti da dei sostegni panche e tavoliripiegati, che dovremo tirar giù e prepa-rare ad ogni pasto. Tra la cena e la cola-zione, questi saranno invece riposti suiloro sostegni per poter tendere dei cavida una parte all’altra dell’alloggio: suquesti legheremo le nostre amache. Qualcuno dovrebbe venire a mostrarcicome fare, ma la cena è passata e deci-diamo quindi di imparare da noi: fa dav-vero caldo qua, la temperatura resta co-stante sui 26 gradi nonostante i duecondizionatori ed ogni movimento è unafatica. Tiro, lego, controllo, slego, ritiro, rilego,ricontrollo, conto fino a 10 per mantene-re la calma e così via... per 45 minuti. Do-po parecchi tentativi vani riesco final-mente a fissare l’amaca in modo tale danon dover atterrare sul compagno cheriposa sotto di me: quantomeno stanotteresteremo ancora ormeggiati ed il ri-schio che un nodo si sciolga da solo èminimo... almeno spero. ORE 22:30, si spengono le luci: fantastico!Ho un faro rosso puntato dritto in faccia equella simpaticissima condensa del con-dizionatore mi gocciola sui piedi. Mi auguro soltanto che l’altoparlante chemi ritrovo sulla testa non serva a dare lasveglia, ma in fin dei conti sono felice, fe-lice ed appagato ancor prima di iniziare.

13/10/2014 Giorno 2 – Falsa partenza

ORE 06:00, sveglia. Questa, in realtà, è fis-sata per le 07:00, ma per quell’ora le ama-che dovranno essere smontate, ripiegate,riposte sugli scaffali con ordine e i tavolie le panche montati e pronti per poter farcolazione in quel locale. La vita di bordo ha inizio: alle 08:00 l’alzabandiera. Dalle 08:15 ha inizio il posto dirassetto e pulizia della nave, alle 08:45tutti a cambiarsi ed alle 09:30 il grandeevento: l’equipaggio ci rende partecipialla cerimonia passaggio di consegnefra Titolari. Affascinato, affascinato e curioso. Cosìmi sento mentre assisto alla cerimonia, ri-spondendo prontamente insieme agli altriallievi agli ordini di “Attenti!” e “Riposo!” Dopo la mensa ci prepariamo per il postodi manovra: 3 gruppi, due a poppa, a drit-ta e a sinistra ed uno a prua. La partenzaprevista è fissata alle ore 14:00. Mi ritrovo a poppa, sul lato dritto. Il miogruppo è composto da otto persone, siamoschierati su quattro file da due in attesa diiniziare la manovra: il nostro compito saràquello di cazzare quanto più possibile lagomena che ci tiene ormeggiata la poppa,in questo modo la prua si allontanerà dallabanchina, dopodiché potremo salpare. Fa-remo il tutto con l’ausilio d’un grosso “ar-gano manuale”: 4 leve, aspe, da inserirvi e8 persone a far forza. Alle 14:50 circa hanno inizio tutte le mano-vre: salpiamo. Qualche centinaio di metrifuori dal porto, accade però l’imprevisto:avaria ai motori. Sul momento non mi ren-do conto di cosa stia succedendo, dopoaver riordinato una gomena che sembravaessere chilometrica e d’un certo peso ci

9Marinai d’Italia Dicembre 2014

La mia prima avventuraLuigi RennaSocio del Gruppo di San Pietro Vernotico

I l mio desiderio è quello di diventare unufficiale della Marina Militare. Amo il

mare, ma non avevo idea di cosa può es-sere la vita di bordo. Tra dubbi, paure evoglia di intraprendere la mia prima av-ventura vedo ormeggiata nel porto di Im-peria la nave scuola Palinuro, maestosa ebellissima. Mi siedo su un pontile di or-meggio e l’ammiro, pensando che da lì apoche ore sarei salito a bordo, parte inte-grante di una famiglia. Arrivano altri ragazzi del gruppo prove-nienti da tutti Italia. Avevo già fatto amiciziacon uno di loro su facebook. Ci scambiamopiccoli sguardi tra di noi, timidi ed impac-ciati. Quindi le presentazioni e poi tutti e 25a bordo. Comincia così la splendida avven-tura sul mare. Sono al settimo cielo: mi tro-vo su una nave scuola della Marina Milita-re e improvvisamente mi sento parte inte-grante dell’equipaggio. Le registrazioni abordo, l’assemblea e la nostra prima fran-chigia alla scoperta di Imperia.Del tutto inesperti di amache la primanotte ci adattiamo con lo spirito del veromarinaio e dormiamo a terra.Durante la navigazione prendiamo con-tezza di ciò che vuol dire rispetto, orienta-mento, precauzioni. E dell’emozione chesi prova all’ammaina ed alza bandiera. Scopro l’importanza del ruolo dei mare-scialli, che in Marina si chiamano Capo.Ci spiegano come orientarci, come nonfarci male e che a bordo delle navi unamano è per te ed una è per la Nave.

Come comportarsi in caso di pericolo, co-sa potevamo fare, ma soprattutto cosanon dovevamo fare.Ogni volta che parlavo con i miei genitori lamia voce sprizzava di felicità e gioia. A bor-do mi sono sentito fuori posto solo per i pri-mi trenta minuti. Ora ringrazio la Marinamilitare perché sono salito a bordo del Pa-linuro da ragazzo e ne sono sceso uomo.Ho fatto amicizia con tutti. Con il mio grup-po siamo saliti che eravamo degli estra-nei, ne siamo scesi che eravamo fratelli.A bordo abbiamo ricevuto nozioni diastronomia, abbiamo imparato a fare al-cuni nodi, ho scoperto cosa significa es-sere Capo gamella, il rito della pizza amezzanotte fatta solo per gli smontanti,ma che poi assaggiano tutti.A bordo delle navi si mangia proprio be-ne. Ci sono dei cuochi favolosi.

Abbiamo incontrato mare, con la naveche beccheggiava paurosamente, ma so-no rimasto al mio posto. Sono felice diaver superato anche questa prova.Di questa mia esperienza ricordo tutto, maciò che non potrò mai dimenticare sono itramonti e le albe, che ho impresso in foto-grammi ma soprattutto nella mia memoria. La mia soddisfazione più grande è chequando partecipo alle manifestazionicon l’ANMI e gli ufficiali e marinai sannodi questa mia esperienza sul Palinuro,improvvisamente mi trattano non più co-me un ragazzo di 16 anni, ma come unodi loro.Grazie alla Marina Militare ed all’Asso-ciazione Marinai d’Italia per avermi per-messo di vivere la vita di bordo ed averrafforzato in me il progetto di un mio futu-ro sul mare.

8 Marinai d’Italia Dicembre 2014

Nave Scuola Palinuro

Lezioni a bordodella Nave Palinuroin rotta per Brindisi

Ecco i nove studenti (sette ra-gazzi e due ragazze) del Nau-tico di Trieste, accompagnatidal professore Adriano Filip-pi, che si sono imbarcati do-menica sulla goletta Palinurodella Marina Militare. Stanno navigando alla volta di Brindisi partecipando a tutte le attività di bor-do della nave scuola. Saranno di guardia, di vedetta, parteciperanno ai tur-ni sul timone e determineranno i punti nave. Venerdì l’arrivo a Brindisi, losbarco il giorno dopo.

A destra Luigi Rennasocio del Gruppodi San Pietro Vernotico

Soci del Gruppodi Castellaneta,accompagnatida loro PresidenteRocco Petrera,durante il lorotravagliato imbarcosu Nave Palinuroda Brindisi a Messina

Page 4: Imbarco di soci ANMI su Nave Palinuro - Marinai d'Italia · Dopo aver perso un'ora per montare le amache, siamo riusciti ad addormentarci tra il caldo e l'afa. Sarà dura, sicuramen-te,

Dopo aver passato le consegne al ragaz-zo che è venuto a darmi il cambio (rotta,giri d’elica e tipo di navigazione) passo alruolo di vedetta. Due ore tranquille, quel-le successive, movimentate da un solobersaglio individuato a ore uno. ORE 16:00, finisce il turno, sono esaustoed ho solo quattro ore a disposizione perrecuperare le energie necessarie per af-frontare la prossima guardia dalle 20:00 amezzanotte e le amache non si possonomontare se non dopo la cena delle 20:30.Non avrei mai pensato che il pavimentopotesse essere così comodo. Io e la mia squadra consumiamo anche lacena alla mensa guardia delle 19:15. ORE 19:45, “Squadra montante preparar-si a rilevare. Squadra montante prepa-rarsi a rilevare”. Ecco che tocca di nuo-vo a noi. ORE 20:00, “Squadra montante a rilevare.Squadra montante a rilevare.” Mi trovonuovamente al timone: c’è vento forte edun’onda notevole. La nave viaggia con unosbandamento verso dritta di circa 7 gradied il beccheggio è molto accentuato. ORE 22:00, è dura restare in piedi: mi dol-gono braccia e gambe. Guardo l’orologio,siamo a metà del turno, sono stanchissi-mo: ho dormito davvero poco e mi avvici-no alla dodicesima ora di servizio nellostesso giorno. ORE 22:25, fortunatamente qualcuno miha dato il cambio per qualche minuto, oraci alterneremo fino alla fine della guardia. Mantenere la rotta si rivela un’impresaardua: la prora cambia rapidamenteoscillando di diversi gradi ed anticipare

questi movimenti con vento e onda cosìrilevanti richiede molta pazienza e moltaconcentrazione. E molta resistenza. Allafine del turno pare quasi che sia il timonea governare me. ORE 23:45, la seconda squadra è in co-perta, pronta a rilevarci. “Restate dispo-nibili” è l’ultima raccomandazione con laquale ci permettono di smontare. Scendo nel locale allievi dove i ragazzidella terza squadra dormono profonda-mente: individuo una delle amache liberesulle quali hanno riposato fino a qualcheminuto fa i ragazzi della seconda e mi cigetto sopra, con l’intenzione di godere apieno di una delle notti di sonno più lun-ghe previste: 00:00-07:00.

16/10/2014 Giorno 5 – “A Te, o grande eterno Iddio...”

ORE 00:45, “prima squadra in coperta!” -La prima cosa che mi viene in mente è didire a quel ragazzo di smettere di urlare -“Prima squadra in coperta!” - poi capi-sco che quel ragazzo è della secondasquadra, in servizio in quel momento -“Forza ragazzi! Svelti! In coperta!” - infi-ne mi ricordo che fino alle 04:00 la miasquadra dev’essere reperibile. Salto giù dall’amaca, indosso pantaloni emaglietta, che avevo preventivamente la-sciato accanto a me, e le scarpe, senzacurarmi delle calze. Ogni traccia di sonnoe stanchezza è svanita ed entro un minu-to sono pronto a rispondere alla chiamata. FREDDO, e che vento! Sono le prime coseche percepisco un volta uscito dal locale

allievi. Non distinguo ancora i contornidelle cose, fatico a mantenere l’equilibrio:l’onda si è alzata parecchio. Guardo l’oro-logio: sono passati solo 45 minuti da quan-do sono stato rilevato, ma le condizioni so-no mutate repentinamente. “Un frontefreddo ci ha investiti in pieno” è la spiega-zione che riesco a catturare da una voce acui non saprei dare una provenienza. Oragli occhi si sono abituati alla scarsa lucedella notte. Rimpiango d’aver abbandona-to sull’amaca quella così comoda e caldagiacca nella fretta e nella foga di vestirmi. Stiamo ammainando le vele: lavoriamotutti insieme, dandoci il cambio l’un l’altronon appena un ragazzo cede alla fatica. Inpochi minuti la situazione torna tranquilla,almeno per quanto mare e vento possanopermetterlo. Torniamo a riposare. ORE 05:00, “Prima squadra, secondasquadra!” - sento gli altri ragazzi lamen-tarsi per esser stati strappati violente-mente dal sonno un’altra volta. Io invecesorrido: sono già vestito, non mi ero maispogliato ed avevo usato la giacca comecoperta con l’intenzione di non abbando-narla mai più. Tuttavia, in questo caso, so-no soltanto venuti ad avvisarci che il no-stro intervento poteva essere necessarioda un momento all’altro e, quindi, di te-nersi pronti. ORE 07:45, esco all’aperto, l’aria fresca misferza il viso e spazza via gli ultimi rimasu-gli di sonno. Il cielo è limpido, il mare èancora irrequieto ed un sole d’un rossointenso inizia con me la nuova giornata. Durante questo turno sono ancora al ti-mone, adesso però, ogni trenta minuti, la-scio il mio posto ad un altro ragazzo perandare al carteggio nella sala nautica,una piccola auletta dietro la timoneriacon strumentazioni GPS ed il materialeper segnare il punto nave. Il compito èsemplice da svolgere: prendere le coordi-nate GPS, fare il punto nave con compas-so e squadrette nautiche sulla carta edannotare l’ora, gradi bussola normale,gradi bussola di bordo, gradi bussola ve-ra, giri dell’elica al minuto e la distanzapercorsa nell’ultima mezz’ora, ovverodall’ultimo punto nave. Il tutto non durapiù di qualche minuto. ORE 09:30, c’è molto mare, anche se cre-do che i ragazzi del turno precedente ab-biano visto di peggio, tra cui vento fino aiquaranta nodi. Da rotta 355 accostiamo per rotta 280: cer-cheremo riparo dall’onda sotto la costacorsa.

11Marinai d’Italia Dicembre 2014

viene detto di ritirarla fuori e riprepararlaall’uso. La partenza è posticipata per domanimattina alle ore 07:00. Intanto mi presento e faccio conoscenzacon alcuni dei ragazzi presenti a bordocon me: si prospetta una bella avventura.

14/10/2014 Giorno 3 – La partenza

Ci prepariamo a salpare nuovamente. Civengono velocemente illustrati i compiti ele mansioni di base che dovremo svolgerenon appena in mare. I posti di manovrasono gli stessi di ieri. Vengono invece de-signati le squadre di servizio: sono 3 dueda otto membri ed una da nove. Io mi ritro-vo in quest’ultima: la prima squadra. Oggimonteremo per la prima volta alle ore16:00, quando daremo il cambio alla terzasquadra, la quale smonterà. Intanto, tutti,stiamo lavorando per issare le prime vele. Anche se ora non siamo di turno, dobbia-mo essere pronti in ogni caso a prestareservizio durante qualsiasi manovra. ORE 11:50, la squadra montante (la terza)ha appena finito di pranzare; noi aspettia-mo la mensa generale delle 12:30. Ognipasto, esclusa la colazione, si divide inmensa guardia, per coloro che monteran-no al turno successivo, e mensa genera-le, per tutti gli altri. In questo caso, coloroche monteranno alle 12:00 hanno iniziatoa mangiare alle 11:15, alla mensa guardia,tutti gli altri pranzeranno alle 12:30, aquella generale. Intanto, fuori, le vele si piegano sotto il lo-ro stesso peso: niente vento. I 15-16 nodidi questa mattina sono durati poco ed oraavanziamo solo con l’ausilio dei motori. ORE 13:00, finalmente abbiamo mangiato,ora resta da aspettare le 16:00. Intanto hosaputo che i miei primi turni saranno perl’appunto 16:00-18:00 e 00:00-04:00. Dalle16:00 alle 20:00 si susseguono due mezzi-turni (16:00-18:00 e 18:00-20:00): in questomodo si fa sì che le squadre si alterninonei giorni nei diversi turni di servizio, dinotte e di giorno. In particolare il giornosuccessivo la squadre monteranno per ilturno precedente a quello effettuato oggi. ORE 18:30, la squadra montante alle 18:00ci ha rilevato mezz’ora fa. I ruoli assegna-ti ad ogni componente della squadra inservizio possono essere timoniere, vedet-ta, addetto al carteggio oppure esseredesignato come “a disposizione”. Io erotra quest’ultimi. Sono stato quindi asse-

gnato in cucina: durante il mio primo tur-no di guardia ho lavato pentole. Pentoleenormi! In ogni caso il turno è passato infretta e piacevolmente, nel momento incui, tra una pentola, una gamellaed un mestolo, ho trascorsole due ore a parlare coicuochi. Ora sto aspettando lacena che sarà servi-ta alle 20:30, dopodi-ché monterò l’ama-ca e tenterò di ripo-sare qualche man-ciata di minuti primadel turno di mezza-notte. Intanto la giornata volgeal termine con vento debo-le e col bel tempo. La velocitàdella nave resta costante tra i 6 edi 7 nodi. ORE 23:15, suona la sveglia, rotolo giù dal-l’amaca e mi preparo per il nuovo giorno.

15/10/2014 Giorno 4 – La vita di bordo

ORE 00:00, mi trovo sul ponte, sul lato drit-to della nave: è qui che tutte le squadremontanti devono schierarsi all’inizio delproprio turno per rilevare quella smon-tante, schieratasi sul lato sinistro. Buio! Distinguo a malapena i contorni de-gli oggetti: il cielo è coperto ed una timidaluna non è sufficiente ad illuminarli. La lu-ce del faro di vedetta sembra disperdersiancor prima di raggiungere il ponte. Rientro ancora tra coloro che sono “a di-sposizione”, questa volta però il lavoro èpiù intenso: il vento cala, rinforza e cam-bia direzione in continuo, il che ci tieneimpegnati a lungo alle pesanti regolazionidelle grosse vele. Dopo due ore passo al ruolo di vedetta:“Allievo Smit Florian, vedetta di sinistramontante” - mi presento in questo modoal primo ufficiale, il quale, preso atto delmio compito, mi manda a svolgerlo. Leseguenti due ore passano lente, col ven-to leggero pungente che mi sferza il visoe senza l’ombra di bersagli all’orizzonte.I bersagli sono ciò che le vedette devo-no osservare: possono essere navi, fari,boe, segnali da pesca, tronchi galleg-gianti, insomma, tutto ciò che è visibile inmare. Questi devono essere segnalatialla plancia mediante la radio in dotazio-ne alla vedetta insieme al binocolo.

Dev’essere segnalata anche la loro po-sizione: ore 1, 2, 3 per la vedetta di dritta,9, 10, 11 per quella di sinistra. Bersaglioa ore 12 se si trova sulla nostra prua.

ORE 04:00, arriva un traguardo chesembrava irraggiungibile: ec-

co il cambio. Mi trascinonell’alloggio allievi, indi-

viduo la prima amacalibera, distendo ilmio lenzuolo e miaddormento all’i-stante, vestito. ORE 07:30, “Svegliaequipaggio, cola-

zione pronta. Svegliaequipaggio, colazione

pronta.” Tre ore di sonno dovranno

bastarmi. Anche se ora lamia squadra non è di guardia,

dobbiamo comunque essere attivi. Aiutia-mo la squadra di turno nello svolgere leproprie mansioni. ORE 11:15, “Squadra montante in mensaper l’approntamento. Squadra montantein mensa per l’approntamento”. Si riferi-scono alla mia squadra: montiamo alle12:00 e dobbiamo mangiare prima di quel-l’ora. ORE 12:00, “Allievo Smit Florian, timonieremontante, rotta tre tre cinque, 300 giri d’e-lica al minuto, navigazione mista” - mipresento - “Ok, monta” - è la risposta delprimo ufficiale. Governare la nave è tutt’altro che facile:ho una rotta da seguire e lo devo fare conl’ausilio di una girobussola appesa esat-tamente di fronte a me. Su questa sonosegnati tutti i gradi, da 0 a 360, in centro,invece, c’è un nonio che ingrandisce igradi compresi tra ogni decina. Rotta 335:tra il 330 ed il 340 sulla scala esteriore, 5sul nonio. Non è facile mantenere la rotta: la naverisponde molto lentamente ai comandi edanche se un un indicatore meccanicomostra l’angolazione dell’orientamentodella barra del timone è necessario farparecchia pratica per riuscire ad antici-pare puntualmente le reazioni poco doci-li della nave. Inoltre vento e onde rendo-no più difficile il compito portando fuorirotta la prua e rendendo il timone moltoduro da governare. Passano due ore. “Allievo Smit Florian, timoniere smontan-te e vedetta di dritta montante, nessunbersaglio”.

10 Marinai d’Italia Dicembre 2014

Nave Scuola Palinuro

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ORE 8:10, musica dagli altoparlanti: è il“buongiorno Palinuro”. “Buongiorno Palinuro, oggi 17 ottobre2014 l’unità si trova a Sud-Ovest dell’Isoladi Capraia. Il mare è quasi calmo, il cieloè poco nuvoloso ed il vento è debole. Og-gi la Chiesa festeggia S. Ignazio”. Ancora musica... “Il motto del giorno è: tanto va la gatta allargo, che ... s’affoga.” Musica e poi i classici due bip che indica-no la fine dell’annuncio. Dopo il turno 04:00-08:00 niente riposo!Inizia subito il posto di rassetto e puliziadella nave, resto quindi a spazzare il pon-te e a lucidare ottoni fino all’ora di pranzo. ORE 13:00, piego la mia giacca, la adagioa terra e mi ci distendo sopra: cerco di ri-posare un po’, prima delle 16:00. ORE 16:00, questo turno di guardia passatranquillo, sono stato assegnato al car-teggio, il che mi tiene occupato per soli 3-4 minuti ogni mezz’ora. ORE 20:00, è quasi ora di cena, l’ultimacena in navigazione e tra poche ore arri-verà il momento in cui chiameranno lamia squadra a montare per l’ultima volta. Intanto le previsioni per stanotte non so-no tra le più rosee: mare e vento ci terran-no compagnia fino all’ultimo.

18/10/2014 Giorno 7 – L’arrivo

ORE 00:00, fortunatamente il meteo si èsbagliato, almeno in parte: c’è sì maregrosso, molto grosso, ma quantomeno nonc’è il vento forte che avevano previsto.

Questa sarà la mia ultima guardia e la pas-serò al timone. Noto con piacere cheadesso, dopo quasi una settimana di navi-gazione, anche con mare mosso, riesco amantenere la prora con un margine d’erro-re massimo di due gradi e compio le acco-state con maggior rapidità e precisione.Piccole soddisfazioni. La costa italiana scorre lenta sulla nostradritta e la stessa luna e lo stesso cielostellato di ieri accompagnano queste no-stre ultime ore di navigazione.ORE 03:40, pochi istanti prima che l’altrasquadra venga a rilevarci per l’ultimavolta, cedo il timone ed esco dalla plan-cia con l’intenzione di ammirare ancoraun po’ l’ambiente che mi circonda, l’am-biente che per una settimana mi haospitato e di cui, molto probabilmentesentirò la mancanza: per quanto dura,scandita da orari intransigenti ed, allevolte, estenuante, quest’esperienza laripeterei volentieri. ORE 04:00, “Ok, smontate”. Per l’ultimavolta abbandoniamo i nostri posti. ORE 10:00, La Spezia in vista, tutti sono aipropri posti di manovra. Attendiamo sot-to il cielo nuvoloso e la sua pioggerellinal’entrata in porto. ORE 12:00, arrivati. La nave è ormeggiataed i ritmi frenetici della navigazione ces-sano. Ultime pulizie, ultimi piccoli lavo-retti, dopodiché passeremo insieme que-st’ultima serata, nell’attesa di incontrareil comandante l’indomani ed, infine, tor-nare a casa. Tornare alla quotidianità.26/10/2014 – Una settimana dopo. Sono tante le cose delle quali non hoscritto, in questo racconto ho semplice-mente riportato fedelmente tutte le im-pressioni, tutte le attività svolte che divolta in volta annotavo su un piccoloblocchetto per appunti. Non ho scritto dei ragazzi che mi hannoaccompagnato in quest’avventura, di co-me mi sono trovato benissimo con tuttiloro e di come, in poco tempo, abbiamolegato comportandoci come un gruppounito, come una vera squadra. Non ho scritto dei miei compagni d’avven-tura più stretti, Giorgia, Luca e Marco coiquali tutt’oggi ci divertiamo a ricordare iritmi e le cadenze della vita di bordo e coni quali, nonostante fossimo tutti in squadrediverse, ho condiviso ogni attimo nel qua-le non stessimo dormendo o non fossimoin servizio. “Squadra montante a rilevare”ci diciamo ogni mattina alle 08:00 davan-ti a scuola, consapevoli però che non è il

13Marinai d’Italia Dicembre 2014

ORE 12:00, “Dov’è l’altra squadra?!?” -chiedo - “E la mensa guardia? Non avreb-bero dovuto pranzare 45 minuti fa?”.“Problema in cucina” - mi rispondono -“si è allagata dopo aver preso un paiod’onde molto grosse”. Mi ritrovo quindi acoprire un turno di 5 ore, in attesa che lasquadra montante mangi e venga a rile-varci. ORE 13:00, si smonta. Ad una parte di medispiace: farei di tutto, mi piace farlo, so-no qui per imparare e per divertirmi.“Avanti” - penso - ”Assegnatemi un altrocompito”. D’altra parte il mio fisico non faaltro che ricordarmi incessantementeche deve riposare ed è per questo che,terminata la guardia, mangio, distendo lagiacca a terra nel locale allievi e dormo.Fino alle 17:00. ORE 17:30, mi sento decisamente meglio,rinvigorito dal sonno sul duro, freddo edallo stesso tempo tremendamente como-do pavimento. ORE 18:00, inizia la guardia, ammainiamole ultime vele rimaste issate e la naviga-zione continua esclusivamente a motore.Questa volta non ci viene assegnato nes-sun compito in particolare.Era ed è tutt’ora in corso la simulazionedi uomo a mare, durante la quale gli uffi-ciali si alternano per portare a termine lamanovra di salvataggio. Fortunatamen-te, la sventurata cassetta di legno vienerecuperata. Siamo vicini alla costa della Corsica, ter-minata l’esercitazione sono tornato al ti-mone ed ora accostiamo per rotta N, por-tiamo i giri d’elica da 300 a 180 e prose-guiamo la navigazione sul mare ormaitranquillo, stanco anche lui di sballottarciqua e là. Siamo al tramonto: i colori caldi e le sfu-mature di rosso e arancione tingono lanave con tonalità ancora più accese. Ègiunto il momento della cerimonia del-l’ammaina bandiera: durante questa, tut-to l’equipaggio in coperta si posizionasull’attenti, rivolto verso poppa. Sono di turno in plancia e mi propongonodi leggere una tra le medaglie d’oro al va-lore, seguita dalla preghiera del marinaio.Infine ci sarà l’ammaina bandiera. Onorato e orgoglioso accetto: leggo legesta di Junio Valerio Borghese, capita-no di corvetta nato a Roma il 6 giugno1906. Breve pausa. Mi passano un altrofoglio sul quale è stampata la preghiera,mi posizionano nuovamente il microfonodavanti ed inizio a leggere:

A Te, o grande eterno Iddio, Signore del cie-lo e dell’abisso, cui obbediscono i venti e leonde, noi, uomini di mare e di guerra,Uffi-ciali e Marinai d’Italia, da questa sacra na-ve armata della Patria leviamo i cuori....Riprendo fiato, sono teso, come seavessi una grande responsabilità. Mi ten-gono il microfono davanti agli occhi, spo-sto il foglio per leggere meglio... Salva ed esalta, nella Tua fede, o granDio, la nostra Nazione. Dà giusta gloria epotenza alla nostra bandiera, comandache la tempesta ed i flutti servano a lei;poni sul nemico il terrore di lei; fa che persempre la cingano in difesa petti di ferro,più forti del ferro che cinge questa nave,a lei per sempre dona vittoria....Intravedo l’equipaggio sull’attenti sulponte dalle finestre della plancia... Benedici , o Signore, le nostre case lonta-ne, le care genti. Benedici nella cadentenotte il riposo del popolo, benedici noiche, per esso, vegliamo in armi sul mare.Benedici!”Infine, ecco l’ammaina bandiera ed insie-me a lei, alle sue spalle, cala sull’orizzon-te e si spegne nell’acqua anche la lucedel sole.

17/10/2014 Giorno 6 – Fino all’ultimo

ORE 03:25, sento scuotermi dal ragazzosull’amaca accanto alla mia: è in squa-dra con me e la sveglia è già suonata dadieci minuti. Salto giù, striscio sotto leamache per raggiungere il mio armadiet-to, lo apro e prendo quelli che al tattosembrano i vestii che avevo preparato lasera prima. Passo di nuovo sotto le ama-che, esco da quel groviglio di cime e mivesto. Mi sento in forma, adesso: il ripo-so di ieri pomeriggio ha dato i suoi frutti. ORE 04:00, inizia il turno di guardia, que-sta volta ci lasciano scegliere i ruoli: nonc’è vento ed il mare è calmo, decidoquindi che la vedetta (di sinistra) sarà ilmio compito. Sono sveglio e vigile, mi sento davverobene stanotte, felice di poter godere almeglio per un paio d’ore del magnificocielo stellato sopra di me: un luminosissi-mo spicchio di luna mi permette di vede-re nitidamente gli oggetti sul ponte e sol-tanto qualche stella è oscurata da unanuvola di timide dimensioni. Purtroppo èuna vista difficile da immortalare. Il ditodella Corsica e le sue luci scorrono sullanostra sinistra.

Essendo relativamente vicini alla costa cisono parecchi bersagli da segnalare e neappaiono altrettanti sull’orizzonte manmano che avanziamo, ma negli attimi incui l’orizzonte è sgombro mi diverto neltentare di riconoscere le poche costella-zioni che conosco: L’Orsa Maggiore,quella Minore, Orione... quella invece èVenere! …Credo... Fatto sta che solo nel-le prime due ore di servizio avvisto duecomete scendere sulla costa corsa eduna in mare aperto. “Stiamo accostando”-penso-”da 350° a40°”. Ora infatti le luci della Corsica re-stano alle nostre spalle. Noto con piace-re che, quando un ragazzo tra quelli “adisposizione” viene a farmi visita, di nonessermi sbagliato sull’accostata, non in-dovinando la rotta per soli pochi gradi. Siintrattiene per un paio di minuti, mi fa pia-cere avere compagnia. ORE 06:05, è passata da poco la metà delturno e, questa volta una ragazza, viene achiamarmi: vogliono che dia il cambio altimone. Mostro i bersagli già segnalati al-la vedetta montante e abbandono il cielostellato. ORE 06:40, superiamo l’Isola d’Elba e l’I-sola di Capraia. Intanto il sole si fa nuova-mente vedere facendo capolino dall’oriz-zonte alle nostre spalle. ORE 07:30, accostiamo per 180°: stiamo tor-nando indietro. Questo perché, in questomomento, l’ETA è dato per le 06:30 di ve-nerdì mattina: non dobbiamo arrivare allaSpezia prima di Sabato. Aspetteremo quin-di al riparo dietro la costa corsa per poipartire alla volta della nostra destinazione.

12 Marinai d’Italia Dicembre 2014

Nave Scuola Palinuro

mare aperto quel che ci attende. Consa-pevoli anche del fatto che tra meno di unanno potremmo davvero scegliere il per-corso di vita da intraprendere. Non ho scritto del fantastico equipaggioche ci ha accolti, delle persone stupendeincontrate a bordo e della loro disponibi-lità (e pazienza, tanta pazienza!). Potreiscrivere altre intere pagine a parlare diciascuno di loro, ma mi limiterò nel direche grazie a voi ho davvero imparato econtinuerò ad imparare molto. Infine, rivolgo un enorme “GRAZIE” a tut-ti coloro che hanno permesso che questoviaggio si realizzasse. Augurando a tutti vento in poppa, Grazie.

...Emozionitra cielo, vento e mare Giorgia AdamiSocio del Gruppo di Imperia

T utto ha avuto inizio in un giorno qual-siasi...proprio uno di quelli esagera-

tamente normali in cui non ti aspetterestiniente di importante o sensazionale e,invece, proprio in uno di quelli arrivò lanotizia: saremmo andati sul Palinuro!!Qualcuno potrebbe pensare ”ma che c’èdi così straordinario? È una barca qual-siasi!” ma vi assicuro che a noi, amantidel mare e della vela, la proposta ci èsembrata un sogno, una possibilità dievasione dalla terraferma e, guardando-ci negli occhi l’un l’altro, potevamo scor-gere il classico luccichio che scatenanole cose inaspettate. ...L’emozione, però, si è trasformata in an-sia quando abbiamo scoperto il porto dipartenza: MESSINA !! nella testa ci sonobalenate le più disparate domande : Mes-sina?.. Aereo? Treno ? Stile libero? Comeci arriviamo laggiu?? ...ma la soluzione cisi è parata subito davanti agli occhi: do-vevamo assolutamente organizzarci infretta o avremmo dovuto rinunciare al-l’imbarco! Grazie all’aiuto dei genitori cisiamo prenotati il viaggio e, mano a ma-no che i giorni si avvicinavano, sentivamosempre più nostro ogni alito di vento, ognigranello di salsedine nell’aria e ogni pic-colo raggio di sole: l’attesa era estenuan-te!! Per fortuna, con la costante occupa-zione della scuola, i giorni sono passati infretta e, l’11 ottobre, giorno della parten-za, è arrivato! Ci siamo ritrovati Io, Luca,Florian (compagni di avventura) ed i suoigenitori nella sala d’attesa dell’aeroporto

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Un bravo zuluai giovani imbarcatiMario De SabatoPresidente del Gruppo di Salve

I l Gruppo ANMI di Salve (LE) ha ottenu-to dalla P.N. e dallo SS.MM. l'autorizza-

zione ad imbarcare giovani Soci su NavePalinuro, uno stage estivo che ha entu-siasmato i ragazzi. Al predetto imbarcohanno partecipato 6 ragazzi e 2 ragazze.L'imbarco su Nave Palinuro è servito a farconoscere ai ragazzi, ma anche ai loro fa-miliari, il prestigio di essere marinai e diimbarcare su uno dei velieri piu' belli almondo. Al termine dell'imbarco i ragazzisi sono dimostrati dei fiumi in piena nelraccontare la loro esperienza e nono-stante la loro giovane età (da 16 a 18 anni)fremono dalla voglia di arruolarsi in Mari-na. Questa iniziativa è servita anche al no-stro Gruppo per farlo crescere ancor dipiu', sia socialmente che culturalmente.

…A un passo dal sognoUn gruppo di soci di Catania

R imarrà per sempre nel nostro cuore il12 ottobre 2014, perché abbiamo avu-

to l’onore di partire con Nave Palinuro.Questa nave, varata nel 1934 in Francia,ha svolto attività di tipo commerciale. In

seguito, acquistata dalla nostra MarinaMilitare, fu adattata a nave scuola, pren-dendo servizio nel 1955 e utilizzata per ad-destrare i futuri Sottufficiali.Proprio per questo motivo noi non siamostati dei semplici ospiti ma dei veri allieviche hanno partecipato alla vita quotidia-na della nave.Arrivati in porto, estasiati dalla magnificabellezza del veliero, abbiamo fatto le soli-te foto ricordo con le nostre famiglie, leabbiamo salutate e siamo saliti a bordo.Usciti vittoriosi dal trasporto valigie, acausa delle scale molto ripide siamo sce-si nel locale allievi e abbiamo consegna-to i nostri dati agli Ufficiali e, in seguito,conosciuto il nostro accompagnatore e lareferente delle allieve sistemando le no-stre cose negli alloggi.Dopo cena, essendo in porto, ci hannoconcesso la franchigia (la libera uscita) laquale ci ha dato modo di poter conosce-re i nostri compagni di viaggio.Il giorno seguente abbiamo assistito allacerimonia del cambio di comando, e perquesto abbiamo precedentemente lucida-to la nave in onore del nuovo comandante.Nel pomeriggio, tutti eravamo pronti sulposto di manovra generale per salpare,ma a causa di un guasto ai motori siamodovuti rimanere un altro giorno in porto;poi fortunatamente i motoristi hanno ri-solto il problema e così è iniziata la nostraAVVENTURA.

15Marinai d’Italia Dicembre 2014

di Genova alle 8.30 del mattino pronti adimbarcare le valigie per raggiungere laSicilia e incontrare Marco (un altro ra-gazzo del nautico) che era partito il gior-no prima con il treno. Fin da subito, anco-ra seduti sulle panchine del gate, abbia-mo iniziato a fantasticare su come sareb-be stata l’esperienza ma, ben presto, ecioè alle 16 del giorno successivo,avremmo scoperto che tutte queste pic-cole immaginazioni non sarebbero basta-te per descrivere le sensazioni, la magia,la spensieratezza e anche la fatica cheavremmo provato durante quella settima-na... Arrivati al porto subito scorgiamo, dalontano, l’inconfondibile sagoma del ve-liero con i tre alberi e tutte le cime chedall’alto penzolano per metri e metri: ilcuore ha fatto un tuffo nel vuoto un mistotra emozione, ansia e gioia. Mano a ma-no che ci avviciniamo i dettagli aumenta-no e di pari passo la nostra felicità... Ci ra-duniamo insieme ad altri ragazzi nel piaz-zale antistante la nave tutti agitati ed en-tusiasti e tutti vestiti con i classici colorimarinareschi bianco e blu. Dopo un velo-ce appello fatto dal nostro accompagna-tore Giuseppe Giuffrè ci ritoviamo in unmondo parallelo: siamo a bordo!!! Per prima cosa ci hanno mostrato i nostriletti e, dopo aver posato le valigie, abbia-mo ricevuto alcune piccole spiegazionisulla vita di bordo e su tutte quelle rego-le che avremmo dovuto rispettare nellanostra permanenza sul veliero. Finita lasistemazione saliamo tutti sul ”cassero”,il ponte più alto dell’imbarcazione e,mentre ci guardavamo intorno ancorastupiti per la bellezza e il fascino del ve-liero riceviamo le prime mansioni e ca-piamo subito che avremmo scoperto dali a poco ogni minimo dettaglio della na-ve, ogni cima piu nascosta e ogni ango-lino...dovevamo pulire, lucidare e siste-mare tutto il Palinuro!! Ma lo abbiamofatto con estrema gioia e sapendo chetutto ciò sarebbe servito per qualcosa diimportante, per una cerimonia a cui po-chi hanno il privilegio di assistere: ILCAMBIO DEL COMANDANTE...Cosa chiedere di meglio?? Non avevo maiassistito a una cerimonia della MarinaMilitare e ne sono rimasta affascinata:trasudava di antiche tradizioni, rispetto,sentimento e amore per l’imbarcazione eil mare il tutto con un tono estremamentesolenne e serio. Finalmente arriva il Lune-di 13: giorno della partenza alla volta del-la Spezia; veniamo assegnati ai relativi

posti di manovra: chi doveva girare leaspe, chi riavvolgere i cavi di ormeggio in-somma tutti eravamo impegnati in qualco-sa di nuovo, di faticoso che ci provocavauna certa ansia per il timore di poter farequalche passo falso...ma tutto procedeper il meglio e sbuchiamo oltre la diga fo-ranea accompagnati dallo sguardo dellaMadonna che sorveglia il porto di Messi-na. Ma la situazione tende a peggioraredopo pochi minuti... avvertiamo un velatosenso di agitazione; mascherato per noncreare il panico e tutti capiamo che il mo-tore era in avaria: era necessario rientra-re al più presto!! Dopo aver riormeggiato,un po’ scoraggiati dall’accaduto, svolgia-mo i nostri compiti e, alla sera, usciamotutti insieme approfittando della franchi-gia e del guasto per fare un ultimo giro nelcentro con la possibilità di conoscercimeglio. Durante la serata i macchinistiriescono a sistemare il problema del mo-tore permettendoci di partire il martedìmattina questa volta senza nessun intop-po... vedere il mare aperto senza nessunlimite mi provoca ancora al ricordo unsenso di libertà e spensieratezza che inpochissimi altri casi ero riuscita a prova-re! Durante la navigazione ci dividono insquadre e ci assegnano i primi turni diguardia ... a sentire gli orari lo sconfortoha iniziato a muoversi tra di noi: 00- 4...4-8....8-12...12-16...16-18...18-20... 20-00 e co-si di seguito: stavamo male solo al pensie-ro. I turni iniziano ma, il lavoro, lo spetta-colo che abbiamo intorno ci permettonodi non sentire nemmeno la stanchezza ta-li erano il fascino e la voglia di imparare e

scoprire. Ogni squadra era divisa in man-sioni: 2 persone al timone, 2 persone alcarteggio e 2 alla vedetta più 2 che eranodisponibili: tutti ruoli di estrema responsa-bilità e affascinanti a loro modo. Si susse-guono cosi i vari giorni tra albe e tramon-ti mozzafiato, tra cime tirate e vele spiega-te...il tutto sotto cieli trapunti di stelle checi facevano sentire cosi piccoli... Tuttigiorni bellissimi e tutti differenti tra loroma la cosa che li accomunava era l’esse-re circondata da amici, nocchieri, ufficia-li che si sono dimostrate tutte personefantastiche che hanno reso ogni espe-rienza a bordo: dai pasti in gamella ai po-sti di lavaggio fino alle serate più silenzio-se e fredde un ricordo incancellabile cherimarrà sempre con me. Ringrazio perquesta opportunità che hanno permessoa noi giovani di affaccairci alla vita in ma-re, un grazie agli amici e all’equipaggioper le risate e gli sforzi condivisi ma ungrazie ancora più grande alla Marina Mi-litare che mette a disposizione le sue im-barcazioni e i suoi uomini per insegnarcil’arte marinaresca, il rispetto delle regolee dell’ambiente che ci circonda. Conclu-do citando una frase di J.Dobles con laquale voglio far capire che tutto cio cheho imparato, tutte le lezioni di mare e di vi-ta che mi sono state impartite, tutte le ri-sate, le sgridate e le fatiche provate re-steranno sempre con me, sotto forma dibellissimo ricordo, un bagliore azzurro co-me il mare all’interno dei miei occhi ”Anche lontano dal mare, ho un po’ dimare nei miei occhi a mandare riflessiazzurri”

14 Marinai d’Italia Dicembre 2014

Nave Scuola Palinuro

Durante la navigazione gli Ufficiali ci han-no divisi in tre squadre: due da otto e unada nove “allievi”, per poter svolgere turnidi guardia di quattro ore.Le nostre giornate potevano iniziareaprendo o chiudendo le vele, facendo levedette, aiutando in cucina, timonando lanave e stabilendo il punto nave ognimezz’ora, cioè il carteggio nautico.Per molti giorni di navigazione abbiamoavuto MARE 4 e 5, con onde alte tre metri,ma anche se questo ci ha procurato un for-te disagio a causa della nausea non è sta-to motivo di abbattimento ma di forza e pa-zienza, pensando come un vero marinaio.È stata un’esperienza costruttiva poichésiamo riusciti a crescere come persone ecome gente di mare, grazie ai nostri su-pervisori che oltre ad insegnarci l’artemarinaresca ci hanno raccontato tra unturno di guardia e l’altro le loro esperien-ze di vita in mare.Il 18 ottobre siamo arrivati alla Speziasbarcando il giorno seguente.Adesso siamo qui, a casa a pensare eraccontare con gioia l’esperienza che ab-biamo fatto, purtroppo non sappiamo sein seguito avremo l’opportunità di riviverequesta avventura e sicuramente avràsempre un posto speciale nel nostro cuo-re e per questo motivo non finiremo mai diringraziare i dirigenti scolastici e quelliANMI per l’esperienza fatta.

nnn

I soci di Salvein una fotodi gruppo

I soci di Catania


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