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MARIAIMMACOLATACONCEZIONE
CANICATTÌ | 7 - 8 DICEMBRE
GIUFFRIDA | LO BIANCO
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Accademia Belle Arti di Catania
Graphic DesignBiennio Specialistico
A.A. 2011/2012
Sociologia della Comunicazione Pubblica
DocenteGianpiero Vincenzo
StudentiFabrizia GiuffridaFrancesca Lo Bianco
CREDENZE E RITI
La religione si colloca alla base della
costituzione dell’ordine sociale. Essa
contribuisce alla definizione del tempo, alla
divisione dell’anno in settimane e mesi, alla
rappresentazione dello spazio e, quindi,
all’universo visivo.
Lo studio dei fenomeni religiosi diventa
fondamentale per comprendere il
funzionamento della società. Questi studi
distinguono due categorie: le credenze e i
riti.
Le prime operano nell’ambito delle idee,
mentre le seconde sono caratterizzate da
specifici tipi di azione che rispecchiano le
regole di condotta della società e il suo
sviluppo.
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Sotto:Simbolo dell’Elemento Fuoco.
IL FUOCO
Il fuoco è un elemento che da sempre ha
avuto una rilevante valenza simbolica per
numerose religioni e tradizioni culturali, oltre
a rappresentare un fattore fondamentale per
lo sviluppo della civiltà.
Esso è il simbolo del Sole, dell’immortalità e
della trasformazione. Fiamma e al contempo
Luce, il fuoco è un’essenza universale che
si riflette sia sul piano fisico che spirituale.
Esso è connesso con l’idea di Spirito
e di Illuminazione ed è il simbolo della
purificazione e della rigenerazione.
Secondo le antiche concezioni religiose il
fuoco è, insieme ad Aria, Acqua e Terra,
uno dei Quattro Elementi fondamentali del
Creato, portatore della firma del Creatore.
Nulla come il fuoco esprime il fascino e,
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insieme, il timore dell’uomo di fronte al
mistero della vita, di Dio e dell’aldilà.
Nelle antiche tradizioni tutti i rituali religiosi
erano legati agli eventi cosmologici.
I segni appartenenti all’elemento del fuoco
ne rappresentano le tre forme principali: le
scintille (Ariete), il fuoco pieno o falò (Leone),
la brace (Sagittario).
Quando la Luna si trova nei segni di fuoco
tutte le operazioni e i rituali basati su questo
elemento hanno un esito superiore.
È significativo che il fuoco, sotto forma di
falò, renda più meditative le persone, le
raccolga facilmente in cerchio e le faccia
sentire più in comunione, nella gioia come
nel dolore. Del resto, non è certo casuale che
il fuoco domestico sia diventato il simbolo
della famiglia raccolta nella più intima e
profonda solidarietà.
Infatti, nelle antiche civiltà il focolare
domestico veniva considerato sacro per via
delle forti valenze religiose.
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Sotto:Segni zodiacali di fuoco: Ariete, Leone e Sagittario
DIGIUNO E PANE
L’assunzione o il rifiuto del cibo ha un ruolo
importante in tutte le religioni.
Il linguaggio religioso è ricco di metafore
relative al cibo (“nutrimento dell’anima”,
“cibo spirituale”) legate al concetto di
purezza rituale.
Nel corso dei secoli, le grandi religioni hanno
dedicato particolare attenzione al rapporto
dell’uomo con il suo corpo e col cibo.
Il digiuno, per esempio, può essere inteso a
seconda dei diversi contesti: strumento di
autocontrollo, precetto dottrinale, metodo
di ascesi, richiamo alla sobrietà, veicolo di
elevazione al trascendente.
Nel mondo cristiano, e soprattutto in quello
cattolico, digiuno e astinenza non sono
forme di disprezzo del corpo, ma strumenti
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per rinvigorire lo spirito.
Il digiuno a pane e acqua è il più praticato.
Il Pane è la forma simbolica usata per
rappresentare l’insegnamento spirituale.
Per gli antichi, mangiare il pane durante i
propri rituali significava ricevere la vita divina.
Il pane rappresenta l’insieme di tutti gli
elementi della Natura e impastarlo è come
costruire e modellare la vita. Esso, ancora
oggi, è considerato un dono di Dio; è frutto
non solo della terra, ma anche del faticoso
lavoro dell’uomo.
“Alla sua nascita concorrono la terra, che genera il grano, l’acqua che impasta la farina, l’aria che favorisce la lievitazione, il fuoco che lo cuoce. Terra, acqua, aria, fuoco: i quattro elementi primordiali si incontrano nel cibo primordiale della storia umana: il pane. Un poema, possiamo dire, cui hanno messo mano cielo e terra”.(Cesare Marchi)
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LE ORIGINI DEL CULTO
Il dogma dell’Immacolata Concezione fu
proclamato l’8 dicembre 1854 da papa Pio
IX, con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce
come la Vergine Maria sia stata preservata
immune dal peccato originale fin dal primo
istante del suo concepimento.
La festa dell’Immacolata Concezione è
sempre stata una delle più amate ed attese
dell’anno e, proprio per la sua collocazione
temporale, segnava in qualche modo
l’esordio del periodo natalizio.
Il Natale, in origine, era una festa pagana
legata al Solstizio Invernale, che cade
intorno al 21 dicembre (il giorno più corto
dell’anno). Il 25 dicembre, il giorno, rispetto
alla notte, ricomincia a crescere.
Tale evento astronomico era considerato
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“Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia”(Cantico 4,7)
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come un rinnovamento della speranza,
una festa della luce, una possibilità di
sopravvivenza, pertanto fu mitizzato come
nascita del Dio-Sole, partorito dalla Dea-
Vergine o Dea-Lunare (in quanto dalle
tenebre sarebbe nata la luce).
Tale mito prese varie forme religiose: in
Egitto Horus partorito da Iside, nelle religioni
iranico-caldee Thammuz partorito da Mylitta
(o Ishtar) ecc.
La tradizione giunse fino a Roma nella
forma del culto di Mithra e, quando il
Cristianesimo iniziò a diffondersi, fu
l’Imperatore Costantino a ufficializzare il
giorno 25 dicembre come data della “nascita
di Cristo”. Da questo esempio si evince che
molti sono i culti antecedenti il Cristianesimo
Dal Vangelo di Giovanni:“Occorre che io diminuisca perché Lui cresca”
Sopra:Cristo Dio-Sole, Musei Vaticani;
A sinistra:Mithra “Sol Invictus”, Musei Vaticani.
Sotto:Statua di Iside e Horus;
A fianco:Madonna della Tosse, Museo Benozzo Gozzoli, Castelfiorentino.
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“ [...] Io sono Colei che dà alla luce [...] ”Tratto da: Inno a Iside, rinvenuto a Nag Hammadi, Egitto; risalente al III-IV secolo a.C.
Pag. 18-19:Diverse raffigurazioni dell’Immacolata Concezione.
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che venerano dee madri vergini, portatrici di
Luce.
Vari sono anche i tratti comuni presenti
nell’iconografia relativa alle figure della dea
egizia Iside e della Madonna. È ragionevole,
quindi, supporre che già l’arte paleocristiana
si sia ispirata alla raffigurazione classica
di Iside per rappresentare la figura di
Maria Vergine. Le similitudini si riscontrano
attraverso i tratti delicati ed eterei di
entrambe e nel bambino che esse tengono
tra le braccia o che allattano (Gesù Bambino
nel caso della Madonna ed Horus nel caso
di Iside).
Nell’iconografia legata all’Immacolata
Concezione, è da notare la presenza
della Luna ai piedi della Vergine, evidente
riferimento alla dea Iside, rappresentata con
il disco e la falce lunare sul capo.
CANICATTÌ
In occasione della festività dell’Immacolata
Concezione, i canicattinesi addobbano gli
alberi e preparano i presepi.
Anche se i festeggiamenti religiosi,
tradizionalmente, sono legati alle celebrazioni
dell’8 dicembre, in questo piccolo centro
è la vigilia ad essere considerata “la vera
festa”. Infatti, da sempre, il 7 dicembre, in
tutta Canicattì si perpetua l’usanza, dopo
il rintocco dei vespri, di accendere i falò
purificatori, chiamati “li vamparotti”, che
illuminano suggestivamente piazzette,
spiazzi e ampi tratti di strada.
I preparativi cominciano settimane e, talvolta,
mesi prima e sono, soprattutto, bambini ed
adolescenti che si occupano di raccogliere
la legna.
A sinistra:Statua dell’Immacolata Concezione, Canicattì (AG), XVII secolo.Si tratta di una scultura lignea di notevoli dimensioni, interamente rivestita in lamine d’oro (eccetto per il viso, i calpelli, le mani ed alcune teste di angeli poste sulla base).La Vergine poggia i piedi sulla falce lunare e sul serpente ed è sempre accompagnata dal giglio bianco, simbolo di purezza.
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Il rituale dei falò del 7 dicembre si lega
all’antica tradizione del digiuno che viene
praticata attraverso il consumo de “li
muffuletta”.
Li muffuletta sono panini dalla forma
rotonda, al cui impasto vengono aggiunti i
semi di finocchio (detti ciminu dunci).
Il condimento tipico dei muffuletti è lo
sgombro con un filo di olio extra vergine
d’oliva, sale e pepe.
In passato la legna veniva raccolta dai più giovani attraverso la questua o ricorrendo al furto. Tutt’oggi esiste una certa competitività tra i diversi gruppi di quartiere per la realizzazione della “vamparotta” più grande.
Il digiuno era praticato da tutti, non esclusi i bambini e gli anziani. L’entusiasmo era tale che si giunse a fare digiunare persino gli animali.
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Accademia Belle Arti di Catania, 2012