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Imparare a investire per
conseguire risultati possibili
Una bussola per guidare i propri investimenti e
conoscere opportunità e rischi dei mercati.
Indice
01. Investire in finanza
02. Analisi di scenario: osservare, elaborare
03. Analisi di scenario: interpretare i dati economici
04. Tipologie dei titoli di capitale
05. Indicatori sintetici
06. Obbligazioni: definizione e tipologie
07. Obbligazioni: opportunità e rischio
08. Tassi d’interesse
09. Volatilità e approccio statistico
10. Calcolo Rendimento e prestazione della Gestione
11. Risultati e buone scelte nella consulenza finanziaria
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Investire in finanza 1.
Per investire in finanza con tassi a zero, o leggermente più alti solo grazie
a campagne promozionali di banche in acquisizione di nuovi clienti e/o di
nuovi capitali, diventa importante mettersi alla pari con chi ci propone
l’investimento (o almeno provarci).
Come? Per esempio imparando i termini di base finanziari, questo ci
darebbe il vantaggio di conservare nell’acquisto di obbligazioni, azioni,
fondi e Sicav, la nostra dignità di compratori accorti e desiderosi di
concedere la fiducia a chi tratta vera consulenza e non solo il tasso
d’interesse del Conto Corrente. Che non c’è più o, se c’è, è insignificante e
temporaneo, oltre ad avere perso, dal 1 gennaio 2016 grazie al Bail-in, la
garanzia del capitale.
Investire in Finanza significa acquisire Attività Finanziarie e fare uso
della Razionalità nelle scelte d’investimento.
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Le attività finanziarie sono strumenti che offrono il diritto alla
Prestazione Creditizia Pattuita (Obbligazione) o la partecipazione al
Capitale di una Società (Azione) e ci fermiamo qui per semplicità.
L’uso della razionalità nelle scelte implica che la selezione delle
opportunità avvenga attraverso la valutazione di tre variabili:
1. liquidità,
2. rendimento,
3. volatilità (rischio).
A parità di volatilità e liquidità, l’attività preferita sarà quella che
garantisce un rendimento maggiore.
1. Liquidità – Proprietà dell’attività finanziaria a essere convertita in
moneta rapidamente e a costi contenuti. Non dipende dalla volatilità e
dal rendimento, che naturalmente la incorporano, ma dal tempo e dalla
presenza di un mercato efficiente. Un indicatore di buona liquidità sono i
volumi intermediati giornalmente.
2. Rendimento – Costituisce la misura del reddito generato da un’attività
finanziaria rapportandolo alla somma investita e alla durata della stessa.
Il reddito atteso da un investimento è la media dei rendimenti storici. In
pratica si guida guardando lo specchietto retrovisore.
3. Volatilità (rischio) – Possibilità di guadagno, ma anche di perdita,
incertezza relativa ai risultati futuri. Il concetto cardine è quello di
oscillazione, cioè della possibilità che i rendimenti siano distribuiti
attorno ad un valore atteso, più è grande questa area interessata alla
“dispersione dei rendimenti”, più è elevato il rischio dell’investimento.
Compromesso: più Volatilità, più Rendimento, ma non all’infinito.
Infatti il massimo rendimento, oltre un certo rischio, non cresce in
proporzioni tali da giustificare l’altissimo grado di volatilità che sto
assumendo.
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Risparmio Gestito: risponde ai quesiti chiave di ogni singolo
risparmiatore: Come diversificare senza avere somme elevate ... con
professionalità. Sinteticamente: Contiene (controlla) la Volatilità e
Massimizza il Rendimento.
Troppo semplice?
Provate a chiedere al vostro interlocutore bancario che grado di volatilità
e rendimento incorpora l’investimento che vi sta proponendo e quali altri
investimenti, a parità di una variabile, migliorano l’altra e viceversa.
Vi dico subito che, qualora rispondesse, troverete entrambi difficoltà nel
gestire l’informazione. Voi perché comunque dovrete fare una scelta e lui
perché dovrà cercare un prodotto su cui non si era preparato, però
l’avrete fatto, e quando lo chiederete di nuovo, per un altro acquisto,
l’attenzione si sposterà sulla ricerca del prodotto con massimo
rendimento e minimo rischio per voi sopportabile. Non si impara tutto in
una volta, ma per gradi.
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Analisi di scenario: osservare, elaborare 02.
Analisi di scenario: osservare, elaborare, costruirsi un’opinione su cosa
accade nel mondo e dedurne gli effetti sul quotidiano per guidare i propri
investimenti verso il profitto.
Conoscere gli obiettivi di politica economica dei governi, come intendono
perseguirli e in quali tempi, offre il vantaggio di valutare l’investimento in
obbligazioni (politica di tassi e inflazione) e in azioni (più liquidità alle
imprese per favorire i consumi e il Pil).
Quanto detto implica:
osservare: dove sono tutti e cosa sta succedendo,
elaborare: per dove stanno andando che risorse usano e come se le
procurano.
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Dove sono tutti e cosa sta succedendo: per dipingere questo quadro si
rende necessaria un’analisi oggettiva che prenda in esame i dati
economici storici e attuali del Paese o dell’area economica in esame. Studi
e comunicati in questo senso sono all’ordine del giorno.
Dove stanno andando, che risorse usano e come se le procurano: una
volta dipinto il quadro se ne valuta il movimento.
La BCE effettua questa analisi per ogni Paese dell’unione al fine di
verificare se la Politica Economica interna sia coerente con gli obiettivi
annunciati e se questi rispettano i vincoli economici e di bilancio
sottoscritti per l’appartenenza all’Unione Europea.
Fatta l’analisi, diventa prioritario porsi degli obiettivi di Politica
Economica che sono fenomeni macroeconomici, misurati da indicatori,
perseguiti tramite strumenti di politica economica.
Obiettivi di politica economica:
sviluppo economico > PIL
piena occupazione > Tasso di disoccupazione/ occupazione
stabilità monetaria > Tasso Inflazione
equilibrio conti con l’estero > Saldo partite correnti
Tutti i paesi, attraverso la propria politica economica, si prefiggono lo
scopo di cercare un equilibrio tra gli obiettivi finali di politica economica
mediante l’individuazione di priorità e vincoli.
Il dilemma della politica economica:
se il pil sale la disoccupazione scende
se la disoccupazione scende l’inflazione sale
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Leve per guidare l’economia
Spesso per le autorità di politica economica può essere difficile valutare
l’effetto delle proprie scelte sul perseguimento degli obiettivi. Le variabili
economiche si muovono con ritardo; inoltre, gli obiettivi finali sono
influenzati contemporaneamente da diverse azioni di politica economica.
Le autorità monetarie e politiche hanno a disposizione delle leve che
possono influire sugli obiettivi che devono essere condivisi da entrambe
le istituzioni con azioni coerenti:
leva monetaria, competenti le Banche Centrali che regolano l’offerta di
denaro agli operatori,
leva fiscale, competenti i Governi che regolano la spesa pubblica e le
imposte.
Volendo fare un paragone automobilistico: ci sono due guidatori per la
stessa auto e ciascuno è in grado di sterzare una sola ruota anteriore.
Per capire dove andare hanno un unico video che trasmette l’immagine
della strada che stanno percorrendo, in ritardo o in anticipo, a seconda di
come riescono a coordinarsi per effettuare le curve, come se fossero un
unico pilota.
Un problema da considerare è la differenza nella velocità degli
aggiustamenti derivanti dalle politiche economiche utilizzate:
politica fiscale: agisce direttamente su PIL e quindi sul livello di
disoccupazione; ma gli effetti sono lenti, infatti, nel breve periodo, la
produzione è invariata,
politica monetaria: agisce direttamente sulla moneta circolante e, di
riflesso, sui tassi d’interesse. Gli effetti sono rapidi sui tassi e indiretti
sulle altre variabili macroeconomiche.
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Analisi di scenario: interpretare i dati economici 03.
Osserviamo quali sono i passi per dare una conseguenza logica
all’interpretazione dei dati macroeconomici. Adottiamo una bussola.
Analisi, verifica e interventi correttivi:
analisi (quantitativa) degli obiettivi “programmatici” di politica
economica,
verifica della coerenza tra obiettivi “programmatici” e “stato dell’arte”,
interventi correttivi si renderanno necessari in caso di “incoerenza”.
Scenario 1) Se la priorità è la stabilità monetaria il mezzo utilizzato sarà
una politica monetaria “restrittiva” che provocherà un aumento dei tassi.
Ciò implica: minori Credito disponibile, PIL e Reddito disponibile; minori
Consumi e Investimenti oltre che Prezzi in discesa, ma anche: pericolo
recessione!
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Scenario 2) Se la priorità è lo sviluppo economico il mezzo utilizzato sarà
una politica espansiva che provocherà una diminuzione dei tassi.
Ciò implica: maggior Credito disponibile, Reddito disponibile e PIL,
maggiori Investimenti, Consumi e Prezzi, ma anche pericolo inflazione!
Dalle esemplificazioni proposte si possono cogliere le relazioni che
legano le variabili macroeconomiche alle variabili finanziarie. Il
collegamento tra le variabili non è automatico. Dipende da:
scelta degli strumenti di politica economica,
ruolo giocato dagli speculatori,
credibilità delle Autorità monetarie.
Si è più volte detto che l’obiettivo strategico della BCE è la stabilità
monetaria, cioè il mantenimento del tasso d’inflazione a livelli accettabili.
In questo modo, la BCE si trova nella stessa situazione di uno dei cinque
giocatori di briscola-chiamata con in mano Asso, Regina, Fante e sette,
che avendo chiamato per ribasso il 6 e dichiarando il seme di briscola,
spera che il compagno abbia almeno un’altra carta, magari il 3 o il Re
dello stesso seme.
Individuare il compagno, attraverso le risposte, è la priorità numero uno.
Regalare punti conservandosi l’ultima posizione di gioco per calare figure
di briscola, briscoline e, su piatti importanti, andare di strozzo è la
dimostrazione di abilità nel leggere nelle mosse di avversari e compagno,
che carte hanno in mano e che si conservano per le ultime mani, sue per
definizione.
In economia, gli operatori verificano la possibilità di raggiungere
l’obiettivo attraverso gli indicatori fondamentali e "scommettono" sul
prossimo intervento (in pratica, se il 3 non è in mano al compagno,
riuscire a farlo proprio con l’Asso e quindi ipotecare la chiusura della
partita).
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Il rapporto esistente tra investimenti e macroeconomia, dunque, è molto
profondo; un investimento non può essere basato solo su un intervento
singolo della BCE (altrimenti si rischia di dover modificare il proprio
portafoglio troppo spesso) e, contemporaneamente, non può non
prendere in considerazioni gli eventi che mano a mano si verificano (ad
esempio, una variazione al ribasso troppo importante del PIL).
Tanto per rimanere in tema, durante il processo che determina le scelte
di investimento, un risparmiatore è come se giocasse in veste di
compagno del chiamante, se regala dei “carichi” al compagno deve essere
chiaro che non aveva scelta, dato le carte e l’abilità e autorità nel gioco di
chi ha chiamato, altrimenti scopre il gioco e dà troppo vantaggio al trio
concorrente.
So che mi sto attirando le critiche di chi ne sa di questo gioco e mi scuso
con chi non lo conosce, ma è chiaro che qualunque gioco può
rappresentare ciò che accade in economia. Ognuno ha delle carte da
giocare, deve solo misurarsi con le opzioni in gioco e gli avversari per
conquistare la vittoria direttamente, punti di mano o, nella peggiore delle
ipotesi, vendere cara la sconfitta.
È evidente che, nonostante esistano delle relazioni tra macroeconomia e
finanza e nonostante esistano delle “priorità” in termini di obiettivi, non è
possibile definire delle conclusioni certe. Infatti, ogni intervento dipende
dallo strumento utilizzato, dalla capacità del mercato di assorbirlo dalla
reputazione dell’autorità monetaria e dalla credibilità delle politiche di
intervento che è in grado di porre in essere (si pensi, ad esempio, alla BCE
di Mario Draghi: primo banchiere centrale a governare con QE in
sequenza, vincendo prima e non considerando poi le resistenze della
Germania, contraria ad ogni ipotesi di aiuto all’economia se non con il
rigore dei conti).
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Tipologie dei titoli di capitale 04.
Tutte le tipologie dei titoli di capitale rappresentano una “quota parte” del
capitale di un’impresa.
Il titolo di capitale più importante, scambiato e conosciuto dagli
investitori è l’azione. È azionista chi possiede azioni di un’impresa e
perciò partecipa ai risultati d’impresa in quanto proprietario di quota
parte della stessa.
L’emittente delle azioni può decidere di diversificarne le tipologie al fine
di offrire più modalità di partecipazione al capitale e quindi diversificare
le modalità di finanziamento e con ciò creare una più efficace gestione
dell’azienda.
Il secondo titolo di capitale è il Warrant, un buono che dà il diritto, entro
una data futura o a scadenze prefissate, alla sottoscrizione o all’acquisto
di titoli, generalmente azioni, della stessa o di altra società a un prezzo
predeterminato.
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Infine le Obbligazioni Convertibili: sono titolo a reddito fisso che
conferisce al suo possessore la facoltà di trasformare l’investimento
obbligazionario in investimento azionario nei tempi e secondo modalità
prestabilite.
Due riferimenti fondamentali per investire in titoli di capitale:
1. quando il prezzo di un titolo sul mercato si discosta dal valore
“intrinseco” del titolo stesso è il momento di comperarlo,
2. occorre individuare un percorso che permetta di scoprire sul mercato
l’esistenza di titoli “sottoquotati”.
Si prevedono diversi tipi di azioni per permettere all’azienda di
conseguire lo scopo sociale ottimizzando tutte le fattispecie di contributi,
tanto in denaro, quanto in prestazione che gli azionisti sono disposti a
offrire come risorsa utile e sono:
ordinarie,
senza diritto di voto,
con diritto di voto limitato,
a voto plurimo,
di risparmio,
di godimento,
con prestazioni accessorie,
riscattabili,
postergate nelle perdite,
correlate all’attività sociale,
ai prestatori di lavoro.
Le azioni privilegiate non sono più contemplate ma una maggiore
flessibilità per le aziende nel definire caratteristiche, privilegi e oneri
nelle tipologie di azioni in emissione contribuisce ad una più ampia
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discrezionalità nel definire i migliori strumenti di raccolta dei capitali per
la gestione dell’impresa.
Indicatori sintetici 05.
Gli indicatori sintetici mettono a confronto il prezzo di mercato di un titolo
azionario con alcuni dati desunti principalmente dal bilancio della società
emittente.
Spesso sono semplici quozienti per i quali uno degli elementi esaminati
(il prezzo dell’azione) è soggetto a continue variazioni, mentre, il
secondo, è il frutto di valutazioni sintetiche che si caratterizza per il fatto
di “fotografare” una situazione storica (utile, cash-flow).
Indicatori sintetici per le azioni sono l’appartenere a categorie:
Value - titoli maturi, da sfruttare in momenti di prezzo depresso in
vista di una ripresa o per l’affidabilità cedolare,
Growth - titoli che fanno intravvedere potenziali incrementi di valore,
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Small Cap - titoli le cui società hanno un basso livello di
capitalizzazione.
Il posizionamento sui mercati utilizzando gli indicatori Growth e Small
Cap prevede un innalzamento del rischio di portafoglio anche in misura
consistente al punto che, in periodi caratterizzati da elevata volatilità, le
loro performance possono incidere significativamente sul risultato
complessivo al punto di dover prevederne un impiego condizionato
strettamente al solo profilo di rischio del cliente.
Inoltre gli indicatori sintetici più utilizzati sono:
Dividend Yield (DIV/P): rapporto dividendo/prezzo,
Price/Earning (P/E): rapporto prezzo/utile,
Price/cash Flow (P/CF): rapporto prezzo/utile compresi gli
ammortamenti,
Price/book value (P/MP): rapporto prezzo/patrimonio netto società.
Sistemi di analisi, indicatori sintetici e di categoria, si basano sul mercato
e sui dati da esso reperibili, senza tener conto delle reali esigenze di
rendimento/rischio della clientela.
Occorre identificare un approccio in grado di determinare e monitorare
rischio e rendimento dell’investimento.
L’aiuto di un consulente che possa definire correttamente obiettivi
d’investimento coerenti con le esigenze della persona e della sua famiglia,
garantisce un risultato che rappresenterà correttamente questo
equilibrio.
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Obbligazioni: definizione e tipologie 06.
Le Obbligazioni rappresentano un debito dell’emittente nei confronti dei
sottoscrittori dello stesso valore mobiliare.
Con esso l’emittente ottiene un finanziamento a fronte del quale egli si
impegna a rimborsare ai portatori del titolo un predefinito piano di
interessi e il capitale alla scadenza pattuita.
Dunque, i titoli di debito si differenziano in relazione alla durata, al
prezzo di emissione, al valore di rimborso ed alle specificità dei redditi
periodici offerti,
In particolare farò riferimento ai Titoli di Stato senza cedola (BOT e CTZ)
e con cedola fissa (BTP vedi sul sito “Obbligazione Coupon Bond)
ZERO-COUPON BOND
Sono titoli senza cedola, perciò il loro rendimento è dato dalla differenza
tra prezzo di emissione (e quindi di acquisto) e valore di rimborso.
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Fanno parte di questa categoria i BOT ed i CTZ
Calcolo del rendimento
1) Rendimento del titolo in regime semplice
Il Rendimento semplice (ovvero di durata inferiore all’anno) del titolo è
pari alla differenza percentuale tra il prezzo di acquisto e il prezzo di
vendita per il rapporto in giorni tra l’anno, convenzionalmente di 360
giorni e i giorni di vita residua del titolo.
2) Rendimento del titolo in regime composto
Il Rendimento composto (ovvero di durata superiore all’anno) del titolo è
pari alla differenza percentuale tra il prezzo di acquisto e il prezzo di
vendita elevato al rapporto in giorni tra l’anno, convenzionalmente di 360
giorni, e i giorni di vita residua del titolo.
Per i BOT si utilizza il regime di capitalizzazione semplice perché la
scadenza è inferiore o uguale a un anno.
Per i CTZ e per tutti gli altri tipi di titolo di debito con durata superiore a
un anno, si utilizza il regime a capitalizzazione composta.
Per confrontare il rendimento di un BOT e di un CTZ occorre utilizzare il
regime a capitalizzazione composta perché è il solo in grado di rendere
omogenee le diverse durate residue dei titoli.
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Obbligazioni: opportunità e rischio 07.
È cambiato il mercato degli investimenti negli strumenti a debito. Per
valutare correttamente i cambiamenti di mercato, vengono in aiuto
strumenti specifici come il TRES (Tasso di rendimento effettivo a
scadenza).
La determinazione del TRES presuppone tassi stabili, reinvestimento
delle cedole al tasso TRES e la detenzione fino a scadenza dei titoli. Al
contrario i titoli obbligazionari risentono dell’impatto di quattro fattori:
1. il trascorrere del tempo,
2. la minore o la maggiore liquidità del mercato,
3. la variazione dei rendimenti del mercato,
4. la qualità nella gestione dell’emittente.
Lo scarto quadratico medio misura l’impatto complessivo di tutti i
fattori critici sulle serie storiche dei rendimenti del titolo. Il singolo
fattore più importante è il rendimento di mercato che, nell’ipotesi di uno
scambio del titolo, influirà sul prezzo.
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Diventa utile formulare un indicatore che rilevi quanto può variare il
prezzo del titolo al variare del rendimento del mercato.
Questo indicatore è la Duration. In forma semplice possiamo descriverla
come il baricentro finanziario del titolo che pone in equilibrio i flussi
futuri del titolo con il valore al quale scambiarlo oggi.
Volendo determinare a quanto comperare oggi il valore nominale di
cedole e capitale a rimborso, devo sottrarre loro l’attuale rendimento per
il periodo a scadenza di ogni flusso (cedole e capitale a rimborso). O
meglio, se sto comprando oggi un titolo che mi garantirà, nei 5 anni di
durata (secondo lo schema dell’immagine) € 100 di rimborso e 5 cedole di
tasso 5% per un totale di € 125, quanto dovrò pagare oggi il corso se il
rendimento di mercato oggi è 1%? La risposta è € 119,656.
A questo prezzo, in 5 anni, data la struttura del titolo, otterrò un
rendimento dell’1%. Infatti, la differenza tra il guadagno della cedola del
5% su € 100 di nominale, compensata dalla perdita dovuta alla
progressiva diminuzione del corso da 119,656 a € 100 di rimborso,
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costituisce per l’investitore un interesse dell’1% nei 5 anni di durata
residua del titolo.
Questo significa “attualizzare” il valore futuro del titolo per renderne
possibile lo scambio oggi.
A parità di altri fattori la Duration è più vicina alla durata del titolo:
all’aumentare della vita residua del titolo,
al diminuire della cedola,
al diminuire del TRES.
Ecco perché nei titoli Zero Coupon la Duration del Titolo è pari alla sua
vita residua. Inoltre:
la sola Duration esprime un fattore temporale e non la sensibilità del
titolo al variare dei tassi,
rimane fermo il punto che Duration elevate espongono l’investitore a
un rischio più elevato di tasso, quindi a importanti variazioni del valore
dell’investimento iniziale.
Se ci addentriamo nella gestione del portafoglio l’esigenza di rendere
immediata la lettura di Duration e TRES attesi, impone l’elaborazione
media di questi indicatori. Trovati i quali rimane un ultimo fattore da
valutare ovvero che il TRES atteso è quello odierno e non quello durante
o al termine della vita del titolo. Il che pone in evidenza la necessità di un
continuo monitoraggio del proprio portafoglio e:
in ipotesi di tassi al ribasso è opportuno aumentare la Duration di
portafoglio e, quindi, occorre attribuire un peso maggiore ai titoli con
Duration alta,
viceversa, in ipotesi di tassi al rialzo è opportuno diminuire la
Duration di portafoglio e, quindi, occorre attribuire un peso maggiore ai
titoli con Duration bassa.
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Tassi d’interesse 08.
Il tasso di interesse, inteso come percentuale della cedola fissato in
emissione e invariato fino alla scadenza del titolo, esprime quanto
l’investitore è disposto a rischiare sull’emittente dopo averne valutato
bilanci, mercato, prodotto, management e obiettivi di gestione e sviluppo.
Sarà richiesto il tasso più alto al meno affidabile e viceversa il tasso più
basso al più virtuoso e capace.
Come succede in un processo di selezione tra azienda e candidato
quando, una volta valutati reciprocamente per qualità, disponibilità ed
esigenze, si raggiunge un accordo economico: retribuzione per
prestazioni
Il “quanto” contempla il dare e avere tra le parti, ma anche per esempio:
solidità e reputazione reciproca, tipo e luogo di lavoro offerto, clima
aziendale, ecc.
Così anche per i capitali, nel “contratto finanziario” offerto e accettato
possono influire la solidità, la durata dell’investimento ma anche la
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finalità di utilizzo dei capitali. Tutto si esprime sinteticamente nella
cedola facciale con quel Tasso d’Interesse all’emissione.
Il rendimento finanziario è l’utile di un investimento espresso in
percentuale. Generalmente comprende una qualsiasi operazione
finanziaria in cui si apporti capitale nella speranza-certezza di un ritorno
maggiore. È ovvio che “speranza” si avvicina all’azione, “certezza”
all’obbligazione.
Il rendimento atteso o a scadenza, offerto dal titolo obbligazionario,
esprime l’allineamento del tasso d’interesse cedolare d’emissione al
rendimento futuro e residuo oggi.
Nell’ipotesi di vendita del titolo, durante la sua durata, il rendimento a
scadenza riflette il variare del giudizio del mercato sull’emittente oltre
che il variare della curva dei tassi nel contesto dove l’emittente si colloca.
Due componenti, rendimento e curva dei tassi, che modificano
fondamentalmente il corso di quel titolo: sfiducia, rendimenti alti, il corso
scende; fiducia, rendimenti bassi, il corso sale.
Per tornare all’esempio precedente, l’azienda nel retribuire il dipendente
gestirà il rendimento dell’operazione regolandolo in funzione della
valutazione complessiva sul dipendente (in finanza non c’è un titolo da
trattenere ma solo da acquistare): se la cedola stipendio (tasso
concordato) non è uguale alla nuova più alta cedola stipendio di mercato
(rendimento atteso che sale), il capitale professionale (corso titolo) si
deprime, rende di meno e diventa un’opportunità di acquisto per la
concorrenza.
Al contrario se la cedola stipendio (tasso concordato) non è uguale alla
nuova più bassa cedola stipendio di mercato (rendimento atteso che
scende) il capitale professionale (corso del titolo) si apprezza, rende di più
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e l’azienda non deve far nulla per trattenere una risorsa motivata e
capace.
Seguiamo l’esempio in finanza per i titoli obbligazionari.
La regola stabilisce che: al variare del tasso d’interesse di mercato dell’1%
il corso, valore del capitale inizialmente investito dei titoli già emessi, si
adegua di un 1% per gli anni di durata residua del titolo, equiparando il
rendimento del titolo già emesso al nuovo tasso di mercato per il nuovo
acquirente del titolo.
Ecco perché il 17 ottobre 2015, con rendimento atteso del 8%, tre anni di
durata residua e cedole comprese tra 3,3% e 4,7%, gli HellenicRep
quotano il corso a 90 e, con Rendimento atteso 0,23%, sette anni di
durata residua e cedola del 1,5%, il Bund Tedesco quota il corso a 109,53.
Nel mercato dei capitali la reputazione di essere in grado di restituire i
capitali gioca un ruolo chiave che influisce nella determinazione del tasso
e nel mantenere il rendimento costante, attraverso la conferma continua
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al mercato delle caratteristiche positive sulla propria condizione
economica e finanziaria.
La Grecia e la Germania esprimono nel valore dei corsi dei propri titoli
obbligazionari, emessi a tassi diversi dai rendimenti di mercato attuali, il
giudizio del mercato circa la loro condizione economica e politica.
Rimane un’ultima osservazione sul paragone proposto: quando acquisto
un titolo deprezzato per un rialzo dei tassi, il prezzo basso non cambia e
incasserò 100 a scadenza, mentre nella transazione retributiva per un
cambio aziendale è ovviamente previsto un aumento anche sostanzioso.
Perché il paragone regga diciamo che l’aumento di stipendio, percepito
per il cambio aziendale, corrisponde all’incasso oggi del capital gain
contenuto nel rimborso del corso a 100 di fine durata titolo.
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Volatilità e approccio statistico 09.
L’approccio statistico offre all’investitore il vantaggio di dati certi.
Studiare la storia finanziaria rende più agevole la valutazione del rischio
e del rendimento di un investimento inoltre, come effetto, si avvicina alla
sicurezza che hanno saputo trasmetterci i nostri nonni con i loro
insegnamenti e la loro costante e rassicurante presenza.
Partendo dalla nozione di rischio e di rendimento, si determinano degli
indicatori in grado di mostrare al cliente quali siano i rendimenti attesi e
quale sia il livello di rischio che dovrà affrontare se intende perseguire
quel tipo di performance.
Uno dei “capisaldi” di questo approccio riguarda la capacità del mercato
di esprimere, in ogni momento, il prezzo giusto per ogni titolo: in
pratica, si suppone l’efficienza del mercato.
I rendimenti storici sono utilizzati per definire i rendimenti attesi (o
prospettici). Significa supporre che nel prossimo futuro non accadano
fatti che possono modificare l’andamento storico dei rendimenti o,
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quantomeno, che ciò che accadrà si mantenga in binari di tolleranza tali
da non invalidare le serie storiche.
Il rendimento
Il rendimento atteso da un titolo è pari alla sommatoria dei rendimenti
storici, diviso gli anni ai quali corrispondono le rilevazioni.
In pratica, se un titolo per dieci anni ha reso una determinata
percentuale, investo nella convinzione che, se le condizioni che hanno
generato quel risultato non cambieranno in futuro, otterrò dal mio
investimento un risultato simile.
Il rischio nei Titoli di Capitale
I fattori che determinano il prezzo di un’azione sono:
la minore o maggiore liquidità del mercato,
la variazione dei rendimenti del mercato,
la qualità nella gestione aziendale,
l’entità e la distribuzione temporale dei dividendi,
il valore del titolo al momento della liquidazione dell’investimento,
l’assenza di una scadenza nei titoli
Le azioni sono le attività che, per antonomasia, si definiscono rischiose
perché caratterizzate da rendimenti incerti e volatili.
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Rendimento e prestazione della gestione 10.
La valutazione del Rendimento e Prestazione della Gestione di un
portafoglio può essere complicata dalla presenza di più flussi in entrata
(versamenti) e in uscita (riscatti) oltre a richiedere diverse metodologie
per essere definiti.
Per fornire un dato di rendimento al cliente occorre mettere in relazione
la permanenza media dell’investimento con gli interessi maturati, mentre
per il gestore la performance che esprime la sua abilità si calcola
osservando il risultato percentuale nei sotto periodi.
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Per capire il problema, si parte da una situazione proposta nella tabella:
Intestazione Date importi movimenti Saldo 30 -apr
Totali CM % Performance
Date 01-mar 01-apr 15-apr
Investimento inizio periodo 102 230 155 Movimenti 110 -90 -50 Investimento fine periodo 230 155 107 107
Interessi di periodo 18 15 2 35
Numeri 6572 2100 1575 10247 Giorni 31 15 15 61
Consistenza media CM 168
Performance cliente MWRR money weighted rate of return 20,84%
Performance gestore periodo 8,49% 10,71% 1,90% 108,49% 110,71% 101,90%
Performance gestore TWRR time weighted rate of return 22,40%
Il risultato di gestione è pari a: RG = PF - PI - C + R
RG = risultato di gestione
PF = patrimonio finale
PI= patrimonio iniziale
C= conferimenti
R= riscatti
Nel caso in esame, il risultato di gestione è pari a: RG = 85-102+90+50-
110 = 35
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Il risultato “assoluto” è di difficile interpretazione e, soprattutto, dipende
direttamente dall’ammontare investito.
Si deve trasformare il dato assoluto in dato percentuale, tenendo ben
presente che il “tempo” assume un’importanza fondamentale poiché
un’operazione compiuta in una data piuttosto che in un’altra può alterare
sensibilmente il rendimento del patrimonio nel periodo di tempo in
esame.
Bisogna ricercare quel “tasso di’nteresse che eguaglia il valore del
patrimonio finale al valore del montante di tutti i conferimenti (compreso
il patrimonio iniziale) e di tutti i riscatti che hanno interessato il
patrimonio durante il periodo di riferimento”.
Per affrontare il problema, si devono introdurre due concetti collegati:
1. i numeri = somma dei valori dei flussi ponderati per il tempo che
intercorre tra la manifestazione dello stesso e la data in cui si effettua la
valutazione,
2. la consistenza media (CM) = è il quoziente tra il totale dei numeri e i
giorni che compongono il periodo di valutazione.
A questo punto il problema è già risolto: basta rapportare il risultato di
gestione ottenuto (RG) alla consistenza media (CM).
Il tasso trovato, 20,84%, è identificato attraverso l’acronimo MWRR
(Money weighted rate of return) ed è un indicatore di rendimento che
considera le decisioni di conferimento e riscatto assunte nel periodo di
riferimento, nonché il momento in cui si sono verificate.
Il limite più evidente del MWRR è che assume un grande rilievo soggettivo
per l’investitore, in quanto valuta l’effetto sovrapposto delle proprie
decisioni di conferimento/prelievo e delle scelte del gestore.
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Purtroppo non può essere utilizzato per capire quanto sia stato bravo il
gestore.
Per esprimere un giudizio sul gestore bisogna individuare una misura di
rendimento che prescinda dai flussi durante il periodo di riferimento.
L’indicatore che soddisfa questa esigenza è il TWRR (Time weighted rate
of return) che esprime quanto avrebbe reso il patrimonio in assenza di
movimentazioni continue.
Il calcolo del TWRR si divide in tre fasi:
1. individuazione dei sottoperiodi: generalmente il mese o frazioni
divise da movimenti,
2. calcolo dei rendimenti nei sottoperiodi: con la formula Rsubperiodo =
[ PFs / (PFs-1 + Fn) ] – 1
3. concatenazione su base geometrica dei rendimenti ottenuti: con la
formula TWRR = (1+ R1) * (1+ R2) *(1+ R3)-1
Il risultato è 22,40%. Di fatto, prescindendo dal risultato finale, il TWRR è
un indicatore che evidenzia la qualità del gestore e lo rende confrontabile
con gestori di strumenti analoghi. Nonostante il cliente sia in guadagno, il
superiore lavoro del gestore non è posto in evidenza.
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Risultati e buone scelte nella consulenza
finanziaria 11.
Ecco il ruolo che ritengo importante nel mio lavoro: favorire il contatto tra
la persona, con le sue aspettative sul denaro, e il mercato. Essere il ponte
tra chi cerca opportunità e chi le offre.
Il mio cliente desidera:
accantonare per garantirsi una sua qualità di vita durante e dopo
l’attività lavorativa,
incrementare il suo investimento, evitando perdite e contenendo i
costi per aumentare il risultato,
individuare la migliore soluzione per il trasferimento generazionale
dei risultati di una vita di lavoro.
Il mio lavoro - la consulenza finanziaria - consiste nel:
conseguire i risultati possibili, vivendo i mercati e facendoli
comprendere al cliente,
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far da ponte, tra la persona e le aspettative che ha rispetto al suo
risparmio,
informare e assistere il cliente, perché compia le scelte più adatte a sé.
È ovvio pensare che la persona completamente digiuna di argomenti
finanziari possa avvantaggiarsi di queste competenze, ma il mio pensiero
corre anche all’esatto opposto.
Penso alla persona in grado di confrontarsi con le potenzialità e i limiti
del mercato, in grado di cogliere le opportunità dosando i rischi. In altri
termini, penso a un investitore con il quale io possa correre il rischio
d’imparare.
Ma questo è un cliente che non ha bisogno di me! A meno che, avendo
un’attività che lo impegna, non gli manchi il tempo d’informarsi su dove,
come, quando e perché, investire o disinvestire le proprie risorse
finanziarie.
In entrambi i casi, e in tutti quelli intermedi, penso a persone alla ricerca
di un valido aiuto professionale nella gestione del proprio risparmio e
desiderosi di incrociare informazioni di qualità, con la propria sensibilità
finanziaria. Persone che cercano una buona costruzione del risultato, da
cui far seguire il risultato.
La mia attività ha subito nel tempo una radicale trasformazione al pari
del mercato, degli operatori e strumenti di cui ci serviamo tutti i giorni
per la gestione del denaro.
Pensiamo alla Borsa di Milano, passata dalle “grida” alla completa
informatizzazione, al risparmiatore abilitato, tramite internet, ad
acquistare e vendere titoli sui mercati in tempo reale. Per non parlare dei
mezzi di pagamento elettronici, che ci permettono di fare a meno del
contante.
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Dal mio punto di vista, oggi, la consulenza finanziaria deve chiarire al
cliente il contesto dal quale pretendere risultati e fornire un metodo per
dimensionare correttamente le aspettative sul proprio risparmio.
Per far sì che quanto accantonato continui a essere una risorsa e non una
preoccupazione, occorre essere oggettivi e senza conflitti d’interesse.
Occorre utilizzare tutti gli strumenti che la moderna tecnologia mette a
disposizione per gestire informazioni e fatti che inevitabilmente
condizionano i risultati pianificati.
Infine, diventa fondamentale monitorare i rischi con un’assistenza
assidua, condivisa, che consenta di valorizzare il lavoro di analisi e
ricerca che l’attività comporta.
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Ti ringrazio per aver letto, spero con
profitto, la guida che ti ho proposto.
Ora, hai ottenuto le informazioni
indispensabili per affrontare il
mercato e guidare in modo
consapevole i tuoi investimenti.
Vuoi approfondire uno degli
argomenti della guida?
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profittevole?
Chiamami 335 701 6720 o scrivimi [email protected]
Sarò ben lieto di aiutarti.