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Impariamo A Conoscere I Detersivi

Date post: 18-Nov-2014
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IMPARIAMO A CONOSCERE I DETERSIVI I termini “detergente”, “detersivo” e “preparato per lavare” sono tra loro sinonimi. I detergenti sono prodotti di uso frequente nella nostra vita quotidiana. In società primitive i panni venivano lavati sbattendoli sulle rocce; il processo poteva essere migliorato usando le foglie di alcune piante che contengono saponine (glucosidi con attività schiumogena e tensoattiva) 1
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IMPARIAMO A CONOSCERE I DETERSIVI

I termini “detergente”, “detersivo” e “preparato per lavare” sono tra loro sinonimi.

I detergenti sono prodotti di uso frequente nella nostra vita quotidiana.

In società primitive i panni venivano lavati sbattendoli sulle rocce; il processo poteva essere migliorato usando le foglie di alcune piante che contengono saponine (glucosidi con attività schiumogena e tensoattiva)

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Il sapone come tale è certamente noto dall'antichità: i Galli, gli Egiziani e i Fenici producevano sapone da sego di capra e cenere.

Nel III secolo l'imperatore Settimio Severo riuscì a promuoverne l'uso.

Nell' VIII e IX secolo l'arte di produrre sapone si sviluppò in Francia sotto Carlo Magno ed in Spagna. Marsiglia fu un centro importante.

SAPONE

E’ di solito un sale di Sodio o di Potassio di un acido carbossilico alifatico a lunga catena, che si prepara per idrolisi alcalina (saponificazione), da grassi di origine vegetale o animale.

Praticamente, fino alla fine del 19° secolo, il sapone era l’unico detergente con proprietà tensioattive. In aggiunta al sapone, si usavano degli altri ingredienti che apportavano benefici specifici. Ad esempio per il bucato si usava la cenere che aveva un potere sequestrante della durezza dell’acqua dovuta alla presenza di fosforo e soda che contribuivano ad aumentare l’alcalinità delle soluzioni di lavaggio. Per le stoviglie, invece, si usava spesso la sabbia per il suo potere abrasivo. Per avere i prodotti che usiamo oggi dobbiamo, però, arrivare a tempi molto recenti. La storia dei detergenti sintetici inizia solo nel 20 secolo ed è segnata da due gravissimi eventi: le due Guerre Mondiali. Fu proprio a penuria di alcuni materiali fondamentali per la produzione del sapone (i grassi durante la Prima Guerra e di grassi e l’olio durante la Seconda Guerra) a stimolare la ricerca per trovare alternative sintetiche. Finalmentenel 1946, fu introdotto negli Stati Uniti il primo prodotto per il bucato totalmente “costruito” che conteneva una combinazione di tensioattivi di sintesi e di “sequestranti di durezza” (builder).

Da qui è stata aperta la strada allo sviluppo di nuovi prodotti efficaci, facili da usare e sicuri per i consumatorie per l’ambiente. Inizialmente si usavano gli stessi prodotti per le varie applicazioni (bucato, stoviglie, superfici).

Poi col passare degli anni sono state sviluppate delle formulazioni specifiche che davano i migliori risultati per quella determinata applicazione.

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Formulazione dei più comuni detergenti

Le formulazioni dei detergenti sono assai complesse e diversificate, a seconda dello scopo specifico a cui è destinato quel particolare prodotto.

Per quanto riguarda i detersivi per il bucato, essi devono essere in grado di svolgere il loro compito in condizioni di temperatura, durezza dell’acqua e su macchie e tessuti estremamente diversi fra loro. Per questi motivi il semplice sapone non è più sufficiente e la formulazione dei detergenti comprende vari ingredienti, ognuno dei quali svolge un compito ben preciso. Tra i vari componenti principali, possiamo dire che i tensioattivi ed i sequestranti di durezza (builder) sono la “colonna dorsale” di tutti i detergenti. Accanto a queste due famiglie funzionali,i detersivi contengono una serie di “coadiuvanti” che apportano benefici specifici e che differenziano le varie formulazioni tra loro.

Analogamente alle altre categorie di detersivi (per le stoviglie, superfici, ecc.), vi sono elementi funzionali comuni, tra i quali possiamo dire che i tensioattivi sono praticamente “onnipresenti”.

• I tensioattivi servono a rimuovere lo sporco e lo fanno con tre azioni: aiutano l’acqua a bagnare lo sporco (diminuendo la tensione superficiale), aiutano a rimuovere lo sporco dal capo o dalle

superfici (piatti, pavimenti, ecc.), mantengono lo sporco in sospensione nella soluzione di lavaggio evitando che, una volta rimosso,si ridepositi sui tessuti o sulle superfici in generale. Esistono

vari tipi di tensioattivi:

❑ Anionici: hanno una carica elettrostatica negativa. Sono i più diffusi. Sono usati nei prodotti per il bucato, per il lavaggio delle stoviglie a mano e per la pulizia della casa. Hanno un alto

potere schiumogeno e un elevato potere pulente su tutti i tipi di sporco. Fanno parte di questa classe composti come gli alchilbenzensolfonati, gli alchilsolfati, gli alchiletossisolfati e gli

alcoletossisolfati.

❑ Non ionici: non hanno carica elettrostatica, quindi sono meno sensibili alla durezza dell’acqua. Vengono usati nei prodotti per il bucato, per il lavaggio delle stoviglie in macchina e nei coadiuvanti di lavaggio. Rimuovono la maggior parte dei tipi di sporco con un’azione particolarmente forte sugli sporchi di natura grassa. Fanno parte di questa classe composti come gli alcoli etossilati e gli ossidi di alchilamina.

❑ Cationici: hanno una carica elettrostatica positiva. Sono stati utilizzati principalmente negli ammorbidenti, ma sono ora presenti anche in alcuni detersivi per bucato. Fanno parte di questa classe composti come i sali di ammonio quaternari e gli esteri quaternari.

❑ Anfoteri: sono in grado di prendere una carica elettrostatica diversa a seconda del tipo di soluzione nella quale si trovano. Sono utilizzati nei prodotti per la pulizia dei piatti per la loro delicatezza, potere schiumogeno e stabilità. Per ora hanno ancora un uso limitato. Fanno parte di

questa classe composti come le betaine e gli alchilammino-ossidi.

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• I sequestranti di durezza (builder) sono presenti principalmente nei detersivi per il bucato, ma possono essere usati anche in altre categorie. Tali ingredienti hanno la funzione di favorire le prestazioni dei tensioattivi,diminuendo la durezza dell’acqua e aiutando a trattenere lo sporco in soluzione. Un ingrediente“storico” di questa categoria sono i polifosfati. A seguito di episodi di crescita abnorme di alghe (eutrofizzazione)nel mare Adriatico negli anni Settanta, l’uso di tali ingredienti è stato fortemente limitato ed i polifosfati non sono praticamente più usati in Italia nei detersivi per il bucato da alcuni decenni e sono tati sostituiti dalle zeoliti.

Per quanto riguarda gli altri ingredienti presenti in un detersivo, le differenze sono notevoli (sia qualitativamente che quantitativamente) a seconda delle funzioni che il prodotto deve svolgere. La tabella seguente ne indica alcuni.

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Cosa dobbiamo preoccuparci di leggere su una confezione di detersivo?

Dal rivenditore

Dobbiamo innanzitutto controllare che quello che stiamo comprando sia effettivamente il prodotto di cui abbiamo bisogno. Non vorremo acquistare un prodotto per pavimenti se abbiamo bisogno di un prodotto per lavare i piatti!

Una volta scelto il prodotto e la marca che preferiamo,dobbiamo essere sicuri che anche la quantità che compriamo sia in linea con quello che volevamo. Confezioni troppo piccole possono non essere sufficienti ed obbligarci ad acquisti ripetuti in tempi brevi, così come confezioni troppo grandi possono essere ingombranti ed, una volta aperte, esporre il prodotto ad invecchiamento.

Normalmente le quantità sono espresse in Kg. O in litri. Sulle confezioni di detersivi per bucato in lavatrice si può trovare quasi sempre anche il numero di “misurini”che possono essere prelevati da quel determinato pacchetto. Questo numero è uguale al numero di lavaggi effettuabili in condizioni di sporco normale e con una durezza dell’acqua media. Questo ci permette di paragonare anche il costo per lavaggio tra i vari prodotti e le varie confezioni.

Una volta a casa

Istruzioni per il dosaggio: servono per permettere un utilizzo corretto ed economico del prodotto. La quantità di prodotto da usare viene normalmente raccomandata in funzione

del tipo di prodotto e dello scopo per cui verrà utilizzato. Per i prodotti che vengono utilizzati “per il lavaggio a mano”,sia per il bucato che per le stoviglie che per le superfici(pavimenti, mattonelle, bagni) il dosaggio non è sempre fissato e molto dipende dalle condizioni di uso. Ad esempio la concentrazione a cui va usato un detersivo dipende soprattutto dalla quantità di sporco da rimuovere. In questi casi è sempre opportuno cominciare con poco prodotto ed eventualmente aumentare le dosi se i risultati ottenuti non sono soddisfacenti.

Per i prodotti da utilizzare nelle macchine lavatrici e lavastoviglie, le dosi sono più precise. In particolare,per i prodotti per il bucato in lavatrice, la dose da utilizzare per lavaggio è generalmente espressa in misurini (mezzo misurino, un misurino ecc.) il cui numero dipende dal livello di sporco e dalla durezza dell’acqua. È molto importante dosare secondo le istruzioni fornite dal produttore del detersivo, in quanto la quantità suggerita è quella che serve per ottenere i migliori risultati di pulizia ed evitare possibili inconvenienti. Infatti i detersivi contengono ingredienti miscelati opportunamente per ottenere i risultati ottimali, se dosati in modo appropriato. Se si usa troppo poco detersivo, la quantità di questi ingredienti nell’acqua di lavaggio è insufficiente e di conseguenza il risultato del bucato non è quello atteso. E questo può portare a dover rilavare alcuni capi con conseguente spreco di detersivo. Troppo poco detersivo può anche causare l’accumulo di depositi di sali minerali nella lavatrice, che perde la sua efficacia aumentando così il costo per lavaggio. D’altra parte se si usano quantità eccessive di detersivo,oltre allo spreco, si può generare troppa schiuma con possibile fuoriuscita dalla lavatrice e si potranno trovare dei residui sui tessuti perché il risciacquo non riuscirà a rimuovere il prodotto in eccesso.

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Composizione chimica: è l’elenco degli ingredienti principali del prodotto. La legge stabilisce quali ingredienti devono essere obbligatoriamente indicati se presenti nel prodotto e come indicarli. Gli ingredienti chiave sono elencati a seconda della loro quantità come percentuali (inferiore al 5%, da 5 %a 15%, da 15% a 30%, oltre 30%). È molto importante disporre sempre della composizione chimica riportata dal produttore sulla confezione in quanto:

• è molto utile per il medico che presta il primo soccorso sapere cosa contiene il prodotto in caso di contatto accidentale con gli occhi, o in caso di ingestione o di eventuali reazioni cutanee;

• in alcuni casi alcuni produttori di tessuti indicano quali componenti dei detersivi potrebbero danneggiare

i loro capi ed in genere questi ingredienti, se presenti, sono fra quelli elencati nella lista degli ingredienti,per cui i prodotti che li contengono non dovranno essere utilizzati per quei capi.

Prodotti classificati “pericolosi” secondo l’attuale normativa

Sulle etichette dei prodotti che per loro natura possono presentare, se non utilizzati correttamente, un certo livello di rischio, la legge ha stabilito che i produttori riportino alcune informazioni aggiuntive.

La “pericolosità” di un prodotto viene espressa mediante dei simboli e diciture standard, riportate all’interno di uno spazio dell’etichetta ben delimitato ed evidenziato.

Tutte queste etichette non vanno mai rimosse e come regola generale

tutti i prodotti, siano essi “pericolosi” o no, non vanno mai travasati in altri contenitori! Infatti potrebbero non essere riconosciuti e causare dei danni alla salute!

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Idetergenti, rappresentano una delle principali entità di rischio di patologia dermatologica nell’ambito del lavoro domestico; sono, infatti, di per sé degli irritanti primari e quindi, se usati senza le dovute precauzioni,possono causare dei danni alla pelle a chiunque li maneggi.

I danni dermatologici prodotti da detergenti possono essere distinti in:

– dermatiti da contatto irritative e allergiche;

– sovrainfezioni delle dermatiti da contatto da parte di batteri e funghi;

– aggravamento di preesistenti dermatiti di diverso tipo.

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CONSIGLI

Il nostro modo di consumare si basa su un modello non sostenibile, costi delle materie prime e del petrolio spingono verso l’alto i prezzi di qualunque bene, il nostro modo di consumare , inoltre , produce montagne di rifiuti e la maggior parte sono imballaggi “ usa e getta”

Ogni giorno usiamo e SPRECHIAMO tanti detersivi che vanno ad inquinare inutilmente l’ambiente e a intossicare noi stessi.

E’ fondamentale un uso consapevole di questi prodotti

Con piccoli gesti è possibile contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e della salute : basti pensare che per produrre un solo flacone vuoto di detersivo si impiegano : 239 litri di acqua, 1,46 Kwh di energia elettrica, 133,9 grammi di anidride carbonica liberata in atmosfera ….senza contare il cartone per gli imballaggi secondari, il gasolio consumato per trasportare il prodotto preconfezionato ed il derivante inquinamento atmosferico

Come sostituire i detersivi tradizionali in modo efficace, economico e soprattutto rispettoso dell'ecosistema umano e globale?

E’ stato dimostrato in laboratorio che la metà esatta di una dose di detersivo, sia esso tradizionale o biologico, compie la grandissima parte del lavaggio. L'altra metà serve solo ad ottenere un lieve miglioramento del lavaggio. Da questa consapevolezza possiamo imparare ad usare sempre meno detersivo di quanto ne viene consigliato, e valutare i risultati

Eliminare i prodotti superflui

Al posto dei soliti spruzzini con detergenti convenzionali preparare e usare spruzzini con acqua e aceto e/o con acqua e acido citrico e/o con acqua e bicarbonato

Utilizzare i panni magici in microfibra

Utilizzare acqua calda

Lascia agire qualche minuto i detergenti e i disinfettanti prima di rimuoverli

Usare i guanti

Usare meno detersivo di quanto ne viene consigliato

Non versare direttamente il detersivo liquido, ma serviti di un misurino, perché il peso del flacone può fartene versare più del necessario.

Al posto degli spruzzini smacchiatori usa il sapone di marsiglia ( vedi ricetta ) , preferibilmente quello vegetaleAl posto degli sbiancanti, usare , ogni tanto, il PERCARBONATO, da non confondere con perborato

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Bicarbonato in primo piano

Il bicarbonato è economicissimo soprattutto se di marca NON pubblicizzata.

CARATTERISTICHE:

Solubile in acqua

Delicatamente abrasivo

Impedisce la formazione dei funghi

Ha la grande proprietà di assorbire gli odori

Ottimo come antiodorante per piedi e ascelle

COME SI USA:

in soluzione acquosa negli spruzzini detergenti fai da te ( attenzione alle miscele di prodotti che si annullano, vedi aceto e acido citrico + bicarbonato )

coadiuva nella sgrassatura delle stoviglie e facilita l'azione dei tensioattivi presenti nel detersivo piatti

In pasta acquosa per pulire superfici : frigo, microonde, taglieri cucina, lavabi, ecc.

Lasciato in scatola aperta negli spazi dove vogliamo assorbire gli odori o cosparso puro su lettiere per gatti ecc.

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BIO INGREDIENTI

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BICARBONATO E IGIENE

L' alcalinità è indicata da un pH tra 7 a 14.Una soluzione ottenuta da 50 g di bicarbonato sciolti in 1 litro di acqua ha un pH compreso tra 8,1 e 8,6 (a temperatura ambiente).Ciò significa che rende debolmente alcalino l'ambiente; quindi impedisce la sopravvivenza di quei batteri che vivono in ambiente neutro o debolmente acido.Per avere un potere igienizzante superiore, bisogna usare una soluzione concentrata, ricordando che la solubilità massima è 96 g in 1 litro.

IN SINTESI : il bicarbonato ha un potere igienizzante , variabile a seconda della concentrazione con cui viene diluito in acqua e a seconda della temperatura dell'acqua.Una soluzione di 50 gr di bicarbonato sciolto in un litro di acqua ha una modesta azione igienizzante.Una soluzione più concentrata, fino 96 g per litro, aumenta il potere igienizzante.Non va usato con acqua troppo calda, perchè si scompone a temperature superiori a 60°C

ACETO E BICARBONATO

Entrambi hanno, da soli, un forte potere sgrassante.Coadiuvano tantissimo alla pulizia di casa, in maniera naturale ed efficace.Sono due prodotti dalla chimica opposta e quindi non vanno assolutamente mescolati.Nelle miscele (acqua, detersivo per i piatti, alcool) vanno usati singolarmente, o uno o l'altro, altrimenti si inattivano a vicenda.Il bicarbonato ha un'azione addolcente sull'acqua che rende i tensioattivi più aggressivi (il detersivo agisce meglio). I tensioattivi sono indispensabili per sgrassare a fondo.L'aceto si può utilizzare sia nelle pulizie che in fase di risciacquo.Attenzione a non usare l'aceto (e gli altri acidi) sul marmo e sul travertino.

CARBONATO DI SODIO

Commercializzato sotto il nome di Soda Solvay e chiamato impropriamente “lisciva”, il carbonato di sodio è molto simile al bicarbonato, ma più alcalino e quindi più corrosivo.

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Ha gli stessi usi del bicarbonato, anche se richiede maggiore attenzione. È consigliabile utilizzarlo come detersivo solo per indumenti da lavoro o tessuti robusti. La forte alcalinità tende a rovinare le fibre dei tessuti, indebolendole, e a sbiadire i colori. Non contenendo poi sequestranti che addolciscano l’acqua, il calcio si deposita sulle fibre irrigidendole e “seccandole”, così da provocarne col tempo la rottura.

È invece utile per lo sporco grosso, come i grassi bruciati di caminetti e barbecue, l’unto dei pavimenti di garage e officine, la fuliggine di cappe e aspiratori, i residui d’olio e vino di bottiglie e damigiane.Non va usato su superfici in alluminio legno e cotto, pavimenti non cerati, vasche tubi o piastrelle in fibra di vetro.Essendo moderatamente irritante per naso e occhi, è bene non respirare la polvere che eventualmente si alzi.

PERCARBONATO

Senza enzimi, profumi, sbiancanti ottici ( senza inquinanti )

Azione igienizzante per bucato, stoviglie ed accessori di uso comune

Migliora il lavaggio in presenza di acque dure grazie alla presenza di silice lamellare

Rispetta i tessuti

Igienizza, sbianca e smacchia già a 30°C

A temperature comprese fra i 40 e i 60° si scompone in carbonato di sodio e ossigeno. L’ossigeno attivo, che si forma per il solo effetto della temperatura e senza bisogno di altri attivatori chimici, scompone ed elimina le macchie, oltre ad avere un’azione igienizzante.

Si presenta in commercio come una polverina bianca e generalmente non è venduto puro, ma addizionato ad altre sostanze inerti perché è instabile e rischierebbe di decomporsi prima di essere sciolto in acqua per l’uso.È possibile utilizzarlo sia in lavastoviglie che in lavatrice, nel bucato a mano o nel pretrattamento delle macchie.Tuttavia, visto che in acqua calda si scompone in ossigeno e soda, è consigliabile soprattutto per le fibre resistenti, i colori solidi e in dosi non eccessive. Queste ultime dipendono anche dalla purezza del prodotto: se il percarbonato è presente in alta percentuale, le dosi possono essere minori, diversamente si possono aumentare se è addizionato a molta sostanza inerte.

Per questo si consiglia di controllare sempre la percentuale di percarbonato presente nel prodotto, anche per fare una comparazione proporzionale a livello di prezzo.

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LISCIVA

Il termine lisciva identifica una miscela di ingredienti (carbonato di sodio, saponi, tensioattivi ecc.) che ha origini antiche e si è modificata nel corso dei decenni. Non essendo codificato e registrato (INCI), chiunque può realizzare e chiamare lisciva qualsiasi miscela che contenga più o meno soda, saponi e altri ingredienti.Tradizionalmente veniva ottenuta per soluzione con acqua calda o cottura o macerazione della cenere e oggi è stata “riscoperta” e qualcuno la usa.

La soluzione ottenuta dalla cenere è fortemente alcalina perciò va usata con precauzione. Ha sicuramente un effetto sgrassante ma è poco adatta ai tessuti moderni.L’uso della lisciva era concepibile nel passato quando erano diversi i tessuti, lo sporco, la frequenza di lavaggio e l’azione meccanica. Inoltre non è garantita l’assenza di nocività sulle persone e sull’ambiente, anche per la presenza di possibili fosfati. (Non è detto che le nostre nonne non inquinassero, ma allora il problema si poneva meno perché i bucati erano più ridotti e soprattutto la popolazione mondiale non era quella di oggi).

ACETO

acido acetico

L’aceto è un miscuglio di sostanze tra le quali l’acido acetico che gli conferisce il caratteristico odore.Gli aceti da tavola – che si trovano comunemente nei supermercati – presentano una concentrazione di acido acetico variabile tra il 5% e l’8%.L’acido acetico, per le sue proprietà chimiche, può sciogliere molecole molto diverse fra loro, per questo l’aceto si rivela un ottimo detergente.

Il suo ampio spettro di usi, però, necessita di alcune precauzioni: non bisogna usare l’aceto sul marmo, sul travertino e sulle altre pietre a componente calcarea, sui parquet oliati, e non bisogna mescolarlo con sostanze alcaline: bicarbonato, soda, detersivi per la lavatrice e la lavastoviglie e naturalmente, per chi la usa, candeggina o detergenti alla candeggina.

Si può usare in aggiunta al detersivo per i piatti a mano – che è neutro – anche per pretrattare lo sporco difficile e nell’ultimo risciacquo di lavatrice e lavastoviglie, quando ormai i detersivi sono stati sciacquati.Mescolato al sale da cucina fa brillare come nuove le pentole in rame.

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Attenzione: è sconsigliabile, per gli usi domestici, usare l’acido acetico puro, specialmente se in concentrazione superiore al 25%, perché può provocare danni alla pelle, agli occhi, alle mucose e ai metalli.

ACIDO CITRICO

È un acido più debole dell’acetico quindi, perché sia efficace, bisogna usarlo a una concentrazione maggiore, tra il 15 e il 20%. È una sostanza assolutamente naturale, infatti è presente in quasi tutta la frutta, in particolare il succo di limone ne contiene il 5-7%. È inodore ed è usato nell’industria alimentare e farmaceutica come acidulante e conservante.Da solo sostituisce 4 prodotti per la casa:

il disincrostante

l’anticalcare

il brillantante

l’ammorbidente.

Comprandolo in polvere e diluendolo si evita di buttare continuamente bottiglie esaurite.Si presenta sotto forma di piccoli cristalli trasparenti e si può trovare comunemente nella forma anidra o monoidrata; la prima è pura, nella seconda la molecola dell’acido è legata a una molecola d’acqua.Dovendo comunque essere diluito in acqua, la differenza è minima (-10%). Per preparare una soluzione al15-20% sciogliere 150-200 gr. di acido citrico anidro in 1 litro d’acqua; in caso di monoidrato le quantità diventano 165-220 gr. sempre in 1 litro di acqua. Sarebbe meglio usare acqua distillata, perché il calcare sciolto nell’acqua di rubinetto “impegna” una parte di acido citrico, formando citrato e diminuendone (di poco) la concentrazione.La scelta tra una soluzione al 15% o al 20% è individuale e dipende essenzialmente dalla durezza dell’acqua della propria zona: maggiore è la durezza – e quindi il calcare presente nei rubinetti e negli elettrodomestici – più alta sarà la concentrazione da usare.

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ACQUA OSSIGENATA

La disinfezione più facile ed efficace è quella con acqua ossigenata: ad essa resistono solo poche specie batteriche – nessuna se la concentrazione è elevata – e decomponendosi semplicemente in acqua e ossigeno è sicuramente ecologica.

Dal punto di vista chimico, l’acqua ossigenata è un energico reagente ossidante, perciò non viene mai utilizzata pura, ma in soluzione acquosa in percentuali non superiori al 60%.In soluzione fino al 5% viene usata come sbiancante o per schiarire i capelli, in soluzione ancora più diluita (3%) è usata come disinfettante per escoriazioni e ferite.

La molecola, come dice il nome, contiene più ossigeno (H2O2) di quello presente nell’acqua normale, che tende a perdere, liberandolo sotto forma di ossigeno nascente. Questo atomo di ossigeno libero è molto reattivo e tende a legarsi alle altre molecole ossidandole, perciò degrada e inattiva le molecole degli agenti infettanti.Lo sviluppo di ossigeno in forma di bollicine è molto evidente quando per es. si applica acqua ossigenata a una ferita.

Attenzione: soluzioni troppo concentrate di acqua ossigenata possono intaccare i metalli e il marmo.

Concentrazioni e “volumi”

La concentrazione dell’acqua ossigenata viene espressa solitamente in “volumi”: essa rappresenta il rapporto tra il volume di ossigeno gassoso, che si svilupperebbe per decomposizione completa dell’acqua ossigenata, e il volume della soluzione medesima. Se, ad esempio, una soluzione di acqua ossigenata ha un titolo di 10 volumi, significa che dalla decomposizione completa di 1 litro di quella soluzione deriverebbero 10 litri di ossigeno gassoso (a 0 °C e pressione di 1 atm).

I “volumi” differiscono dalle concentrazioni in percentuale: l’utilizzo di questi due metodi di misurazione è talvolta causa di errore. In genere i fornitori per laboratori di analisi chimiche indicano la concentrazione percentuale dell’acqua ossigenata, mentre i produttori di articoli destinati all’uso domestico indicano i “volumi”. Qui di seguito viene riportata una lista con le due misure di concentrazione a confronto.

3% corrisponde a volumi 10

3,6% corrisponde a volumi 12

10% corrisponde a volumi 50

30% corrisponde a volumi 110

40% corrisponde a volumi 13

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OLI ESSENZIALI

Gli olii essenziali sono sostanze oleose profumate che si estraggono da parti di piante: fiori, frutti, buccia, radici e foglie.Sono sostanze fortemente concentrate che non devono mai essere usate pure, a parte rarissime eccezioni, per non andare incontro a irritazioni.Hanno proprietà terapeutiche, che non verranno prese in esame in questo studio. Sappiate solo che queste essenze vanno utilizzate con cura e attenzione, in piccole dosi.

Particolare attenzione va usata qualora vi siano donne in gravidanza, molto sensibili agli effetti degli olii essenziali, e bambini, che hanno un olfatto molto ricettivo e ne avvertono e assimilano anche le minime tracce.In entrambi i casi gli oli essenziali non andrebbero usati e, se proprio necessario, vanno diluiti molto.Rimane inteso che ammoniaca, acido muriatico, candeggina e quant’altro usiamo quotidianamente in case abitate da bambini e donne incinte sono molto più dannosi.Gli oli essenziali di camomilla, canfora, menta e agrumi sono antagonisti dei rimedi omeopatici, perciò non usateli contemporaneamente. Oppure siate accorti nell’usarli a distanza di un’ora prima e un’ora dopo l’assunzione del rimedio.

La conservabilità degli oli essenziali nelle diluizioni è di due-tre mesi, vanno quindi preparati in quantità moderata in modo da consumarli entro tale periodo.Gli oli essenziali non si sciolgono in acqua; si sciolgono invece negli oli grassi, nell’alcool e nel sapone liquido. È sconsigliato mescolarli con aceto e limone perché l’acidità potrebbe rendere inattivi alcuni tipi.

In particolare:

per disinfettare l'ambiente:

cannella, eucaliptus, garofano, ginepro, lavanda, limone, origano, salvia, timo, tea tree

contro insetti:

basilico, lavanda, limone, maggiorana, melissa

contro le muffe:

lavanda e geranio

I prezzi variano a seconda del tipo di olio, in quanto cambia il metodo di estrazione, la quantità di olio che si riesce a ricavare da un frutto o da una radice e anche il prezzo all' origine del prodotto da cui si estrae l' olio.

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Cominciamo dal sapone ( sapone di olio di oliva )

Ricetta base , metodo a freddo

Il metodo a freddo è il sistema più semplice e immediato per preparare il sapone . In questa tecnica si sfrutta il calore naturale , prodotto dalla reazione tra la soda caustica e i grassi, per portare a termine la saponificazione.

Ingredienti fondamentali :

1Kg di olio di oliva

128 grammi di soda caustica ( NaOH )

300 grammi di acqua

Ingredienti facoltativi

10/15 ml di olio essenziale a scelta , fiori secchi tritati ( lavanda ) ,coloranti naturali come cannella, curry, curcuma, paprika, cacao, estratto di oleoresina di rosmarino ( antiossidante )

Indossare le protezioni ( occhialini e guanti ) , pesare la soda caustica e diluirla nell’acqua : versarla poco a poco nell’acqua , mescolando in modo che si sciolga bene. Attenzione perché la temperatura della soluzione caustica salirà rapidamente sino a 70/80 °C. Riporre il contenitore in luogo sicuro e raffreddare . Pesare l’olio e scaldarlo lentamente

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LABORATORIO DETERSIVI BIO-LOGICI : FAI DA TE

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su fuoco bassissimo. Controllare la temperatura con un termometro, quando l’olio e la soluzione caustica hanno raggiunto una temperatura di 45 °C versare la seconda nell’olio e mescolare bene con un cucchiaio di legno e omogeneizziamo il tutto con un frullatore ad immersione, il sapone cambierà colore e consistenza, diventando sempre più cremoso. Frulliamo sino alla formazione del NASTRO : facendo colare un po’ di miscela nel contenitore, vedremo che resterà in superficie per qualche secondo prima di affondare.

Dopo aver aggiunto velocemente gli ingredienti facoltativi , versare il sapone fresco negli stampini ( pref. silicone ) e isoliamo bene con coperte . Sformiamo dopo 48 ore e lasciamo maturare all’aria in un ambiente asciutto e fresco. La saponificazione si completa nel giro di un paio di settimane ma la stagionatura ottimale di un sapone di olio di oliva è 6-8 settimane. Stagionando il sapone migliora in compattezza, tenuta e delicatezza.

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Detersivo piatti e lavastoviglie fai-da-te

3 limoni, 400 ml di acqua, 200 g di sale, 100 ml di aceto bianco

o Tagliare i limoni in 4-5 pezzi togliendo solo i semi (è più facile se tagliate i limoni a rondelle o li spremete).

o Frullarli con un mixer insieme ad un po’ di acqua e al sale. Per evitare intasamenti del filtro lavastoviglie, frullate a lungo e molto finemente la poltiglia. Controllate l’efficacia del vostro frullatore, altrimenti resteranno residui anche sulle stoviglie.

o Mettere la poltiglia in una pentola, aggiungere tutta l’acqua e l’aceto e far bollire per circa 10 minuti mescolando, affinché non si attacchi. Quando il preparato si è addensato, metterlo in vasetti di vetro, possibilmente ancora caldo: si crea un sottovuoto che conserva il detersivo più a lungo.

o Come si usa: Due cucchiai da minestra per la lavastoviglie. Non mischiate il detersivo fai da te a quello classico per lavastoviglie.

o A piacere per i piatti a mano. In caso di stoviglie unte basta aggiungere sulla spugnetta un po’ di detersivo classico per piatti a mano visto che, a differenza di quello per lavastoviglie, può mischiarsi con quello fai da te

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DETERSIVO GENERICO E PER I VETRI “fai da te” Per 500 ml servono: - 100 ml di alcool * - 400 ml di acqua ** - 8-10 gocce di detersivo per piatti - qualche goccia di olio essenziale a scelta ( 5 gocce o poco più). Miscelare il tutto in uno spruzzatore. * l’alcool alimentare bianco è inodore e ottimo per questo detersivo, ma di costo elevato. Potete usare anche l’alcool denaturato (rosa), se non vi dà fastidio l’odore. ** usare acqua distillata se l’acqua di rubinetto è troppo calcarea (quest’ultima potrebbe lasciare aloni di calcare su superfici più delicate e brillanti, come vetri e acciaio)

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CREMA DETERGENTE “fai da te” • miscelare bicarbonato con detersivo piatti fino ad ottenere una pappetta semi-liquida (della consistenza del Cif).

Esercita un’azione leggermente abrasiva. Si può usare quindi per il lavello di cucina o per sanitari particolarmente sporchi. Utile anche per le pentole bruciate.

SPRUZZATORE CON ACQUA E ACETO

Diluire a scelta il 20%, 30% o 40% di aceto in restante acqua. Per 500 ml: 20% = 100 ml di aceto in 400 ml di acqua 30% = 150 ml di aceto in 350 ml di acqua 40% = 200 ml di aceto in 300 ml di acqua Se l’acqua di rubinetto è troppo calcarea è meglio usare l’acqua distillata. Eventualmente usa l’aceto di mele che ha un odore più gradevole. Attenzione: non utilizzare su marmo e pietre, legno, cotto e tutte le superfici sulle quali è sconsigliato l’uso di sostanze acide. Si può usare in aggiunta al detersivo per i piatti a mano – che è neutro – anche per pretrattare lo sporco difficile e nell’ultimo risciacquo di lavatrice e lavastoviglie, quando ormai i detersivi sono stati sciacquati.Mescolato al sale da cucina fa brillare come nuove le pentole in rame.

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SPRUZZATORE CON ACQUA E BICARBONATO

Sciogliere al massimo 48 g di bicarbonato in 500 ml d’acqua. Agitare sempre prima dell’uso. Il bicarbonato è igienizzante, sgrassante e assorbe gli odori

.

Spruzzatore con acqua e acido citrico ( soluzione al 15-20% )

ANTICALCARE – AMMORBIDENTE – DISINCROSTANTE - BRILLANTANTE Modalità d’uso • Su tutte le superfici lavabili: applicare una soluzione al 15% per eliminare le incrostazioni calcaree. Lasciare agire qualche minuto e risciacquare. Non utilizzare su marmo e pietre, legno, cotto e tutte le superfici sulle quali è sconsigliato l’uso di sostanze acide. • In lavatrice come disincrostante: ogni mese versare 1 litro di una soluzione al 15% direttamente nel cestello vuoto e avviare un programma ad alta temperatura. • In lavatrice come ammorbidente: versare 100 ml di una soluzione al 15 o 20% nella vaschetta dell’ammorbidente. • In lavastoviglie come brillantante:

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SCHEMA DELLE ASSOCIAZIONI PERMESSE E QUELLE VIETATE

Nota sulla conservazione dei detersivi “fai da te”

Tutti i composti che contengono alcool o aceto si conservano a lungo, in quanto tali sostanze fanno da conservante (i sottaceti si conservano con aceto, la conservazione di alcuni alimenti sottosale è altrettanto valida, idem per conservazione in sostanze alcooliche). Il detersivo fai da te sale-limone si conserva a lungo; lo abbiamo tenuto anche due mesi in vasetto di vetro e usato fino alla fine. Per sicurezza potremmo dire che si conserva un mese. Chi lo usa abitualmente lo finisce assai prima, nelle proporzioni da noi indicate. Per maggior precauzione si consiglia di versarlo ancora caldo in vasetti di piccole dimensioni e tappare subito; lasciarlo raffreddare e conservarlo in frigorifero, prendendo un vasetto per volta e avendo l’accortezza di prelevare il composto con un cucchiaio pulito. Anche il detergente vetri fai da te e gli spruzzatori con bicarbonato e acido citrico si conservano a lungo. Tuttavia consigliamo, quando si fanno diluizioni acquose, di prepararne quantità non eccessive, che si esauriscano in un tempo ragionevole. Pressoché tutti i detersivi liquidi contengono conservanti per evitare la proliferazione dei microrganismi. Alcune persone sono solite diluirli, per esempio nei dosatori, per usarne meno. È senz’altro una buona pratica, ma consigliamo di diluirli al momento dell’uso o comunque di usare le soluzioni diluite entro pochi giorni.

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Altri utili consigli si possono trovare :www.biodetersivi.altervista.comwww.officinanaturae.comwww.promiseland.it

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COME SCEGLIERE PRODOTTI PIU’ ECOCOMPATIBILI ?

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Bibliografia www.biodetersivi.altervista.comwww.officinanaturae.comwww.promiseland.it

I biodetersivi sono stati prodotti nei nostri laboratori , secondo le ricette riportate, dagli alunni della classe IIIA O.C.B coordinati dalle prof.sse : Ada Iannotta e Angela Di Turo

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