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Impegno per una coscienza internazionale Luigi Sturzo.pdf · Il progetto ebbe grande successo: nel...

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Impegno per una coscienza internazionale Autori: Autori: Classe V E Classe V E Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” Liceo Scientifico Statale “G. Galilei” di Catania di Catania Coordinatrice: Coordinatrice: prof. prof. ssa ssa Giovanna Lo Giudice Giovanna Lo Giudice
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Impegno per una coscienza internazionale

Autori: Autori: Classe V EClasse V ELiceo Scientifico Statale “G. Galilei”Liceo Scientifico Statale “G. Galilei”di Cataniadi Catania

Coordinatrice:Coordinatrice:prof. prof. ssa ssa Giovanna Lo GiudiceGiovanna Lo Giudice

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PresentazionePresentazione

Indice

Prof.ssa Giovanna Lo Giudice

Apprendere dalla ricerca, anche questo è un modo nuovo di fare storia molto più entusiasmante e meno recettivo del tradizionale .Lasciare per qualche ora le aule, avere accesso diretto ai testi, capire anche le operazioni più semplici, come la ricerca bibliografica, quelle che gli specialisti ritengono scontate, ci ha dato l’opportunità di addentrarci su un terreno nuovo, entusiasmante e tutto da scoprire. Sturzo ci ha permesso di comprendere che la storia non è statica passività, ma fatta da uomini attivi che hanno contribuito, ognuno a proprio modo, alla costruzione di un pezzo del nostro paese. Per un momento ci siamo chiesti, alla maniera degli storici virtuali, se quest’uomo cosi attento ai problemi della nostra epoca non fosse mai vissuto, quali esiti avrebbe avuto la nostra storia regionale? Sicuramente sarebbe venuto meno quel tassello insostituibile all’affermazione delle autonomie regionali ed alla crescita della democrazia. A tal proposito, durante il nostro lavoro, ci ha colpito particolarmente il messaggio di Sturzo del 7 agosto 1959: “ Ho avuto sempre fiducia nell’avvenire; un avvenire prossimo o remoto, che si realizzi me vivente o quando le mie ossa riposeranno in un cimitero, non importa; perché ho sentito la vita politica come un dovere e il dovere dice speranza. Io credo nella provvidenza divina. Sono certo che la mia voce, anche se spenta, rimarrà ammonitrice per la moralità e per la libertà nella vita politica: una voce contro lo statalismo, contro la demagogia, contro il marxismo”.

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IndiceIndiceBiografia

Popolarismo e politica internazionale

L’unificazione europea tra le due guerre

Sturzo e la Società delle nazioni

Per non far ricorso alla guerra

L’Europa delle Regioni

Impegno per una coscienza internazionale

Fallimento dell’iniziativa Federalista

Cosmopolitismo popolare

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BiografiaBiografia

Indice

Luigi Sturzo nasce a Caltagirone (Catania) il 26 Novembre 1871, da una famiglia dell’aristocrazia agraria. In quegli anni, sia lo scoppio delle rivolte dei contadini e degli operai nelle zolfare siciliane che i cosiddetti Fasci, spingono Sturzo a orientare i suoi studi filosofici verso l’impegno sociale. Trasferitosi a Roma partecipa del fervore culturale dei giovani cattolici. Cosi che nel 1895 Sturzo fonda il primo comitato parrocchiale: tornato a Caltagirone dà vita alle prime casse rurali e cooperative.Dopo la laurea conseguita alla Gregoriana nel 1898, Sturzo si dedica pienamente al lavoro politico-organizzativo. Nel 1900 fu invece tra i fondatori delle Democrazia Cristiana Italiana, guidata da Romolo Murri, dal quale si distaccherà nel 1906 dando vita nel 1919 al Partito Popolare Italiano (PPI).Nel 1905 Sturzo è nominato consigliere; dal 1905 al 1920 ricopre anche la carica di pro-sindaco, rendendo il PPI un partito molto influente della politica italiana.Tra il primo ministero Mussolini e il Congresso di Torino (1923) si colloca il più importante discorso di Sturzo sulla questione meridionale, pronunziato a Napoli, in cui si sostiene che il bacino del Mediterraneo è il naturale ambito di espansione dell’economia del Mezzogiorno.

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Don Luigi Sturzo

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BiografiaBiografia

Indice

Sturzo prende posizione contro la legge elettorale maggioritaria (legge Acerbo), il che scatena la reazione dei fascisti che si concretizza in una violenta campagna stampa contro di lui. La grave preoccupazione per una possibile convergenza cattolico-socialista, animata dallo stesso Sturzo, è talmente temuta da Mussolini, da scagliare contro di lui le accuse di essere “antipapa”e “strumento di Satana”. Gravemente minacciato, Sturzo viene invitato dal cardinale Gasparri a lasciare l’Italia, partendo così per Londra il 25 Ottobre 1924. Anche in esilio Sturzocollabora con delle riviste londinesi denunciando il fascismo e l’azione di Mussolini.Scoppiata la seconda guerra mondiale, Sturzo è costretto ad abbandonare Londra per New York dove fonderà un’associazione di cattolici democratici.Tornato in Italia nel 1946, Sturzo non entra a far parte della DC ma, il 17 Dicembre 1952, verrà nominato, dal Presidente della Repubblica Luigi Enaudi, senatore a vita.Don Luigi Sturzo muore a Roma l’8 Agosto 1959.Il 3 maggio 2002 è stato aperto il processo di beatificazione.

Casa Sturzo

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Popolarismo e politica internazionalePopolarismo e politica internazionale

Indice

All’inizio della sua attività politica, Sturzo si dedicò alle attivitàsociali e alla fondazione del partito popolare tralasciando la questione europea: infatti egli sosteneva che non vi era ancora una situazione favorevole per l’unificazione del Continente e mancavano i presupposti per una politica europeista.Nel 1919 Sturzo decise di appoggiare le iniziative che consolidavano la pace tra i popoli. Infatti, in un discorso che tenne nello stesso anno, egli sosteneva che i partiti di ogni paese dovevano rafforzare quelle ideologie e quei principi che allontanassero il pericolo di nuove guerre. Il partito popolare, fondato nel 1919, era nato per dare un assetto stabile alle Nazioni, comprendendo la creazione di un organismo comunitario europeo.

Congresso dei popolari

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L’unificazione europea tra le due guerreL’unificazione europea tra le due guerre

Indice

Il Novecento si apre con la prima guerra mondiale, durante la quale tramonta, in Europa, quel senso di appartenenza ad un’unica realtà civile, economica, sociale mentre emergeva una nuova realtà geopolitica: gli Stati Uniti, che cominciavano ad eccellere nella scienza, nella tecnica, nell’organizzazione del lavoro e dei pubblici servizi.Sono gli stessi Stati Uniti con a capo il presidente Woodrow Wilson ad elaborare un progetto per un organismo sovranazionale “la Società delle Nazioni” per la rappresentazione degli interessi comuni, l’assestamento delle controversie e la creazione di un nuovo equilibrio.In questo scenario di instabilità nasce la Società delle Nazioni , istituita nel 1919, il medesimo anno del partito popolare, ma ad essa non parteciparono gli Stati Uniti pur avendola promossa,anche se in Europa più che della Società delle Nazioni si aveva bisogno (e se ne portava avanti l’idea di realizzazione già dall’800 con Carlo Magno!) di un’Europa federata.

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Presidente W. Wilson

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L’unificazione europea tra le due guerreL’unificazione europea tra le due guerre

Indice

Solo dopo il primo conflitto mondiale l’idea di un’Europa unita diventava programma di movimenti militanti e dirigenti, come nel caso del conte austriaco Kalergi che auspicava una federazione “fondata sul principio dell’unione e non dell’unità” per difendersi da nuovi centri di potere emergenti (USA, Giappone, Unione Sovietica); doveva però essere formato un blocco europeo intorno all’asse di paesi quali Francia e Germania, da poco distrutta.Il progetto ebbe grande successo: nel Settembre del 1929 il presidente del Consiglio francese A. Briand lo presenta all’assemblea delle Società delle Nazioni, che lo abbandonerà nelle mani di un Comitato di Studio: non se ne saprà mai nulla. Nel 1933 la Società delle Nazioni attraverserà una grande crisi e Sturzoinviterà i governanti e le masse a cooperare insieme. Infatti, secondo il prete calatino, l’educazione delle masse era un passaggio fondamentale per la loropartecipazione alla vita nazionale e internazionale.

Aristide Briand

Conte R. Kalergi

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SturzoSturzo e la Società delle nazionie la Società delle nazioni

Indice

Riguardo alla Società Delle Nazioni, Sturzo negli scritti” Miscellanea Londinese” ne riesamina il ruolo, informandoci che oltre ad occuparsi dell’opera della commissione dei mandati e degli stati mandatari, durante la riunione svoltasi a Ginevra, ha proposto un’azione internazionale contro la schiavitù, contro la tratta delle bianche e contro il traffico degli stupefacenti.Questa organizzazione, nonostante gli sforzi di molteplici uomini politici, si trova in un periodo di crisi, per questo motivo gli stati che ne fanno parte dovrebbero – secondo Sturzo - abbandonare il loro egoismo isolazionistico ed adoperarsi per risolvere la situazione attraverso scelte comuni e di carattere internazionale.Un’altra importante questione presa in esame dalla Società delle nazioni riguarda la crisi economica. Con la conferenza di Losanna si è deciso per la sospensione dei pagamenti dei debiti di guerra, ma resta ancora da trattare la sistemazione dei debiti-crediti dei paesi del centro e sud Europa.Con la conferenza di Stresa si è costituito un fondo di 75 milioni di franchi svizzeri per la rivalorizzazione del mercato dei cereali, a cui si è aggiunta una raccomandazione dei patti diretti tra paesi esportatori e importatori per un trattamento doganale di favore.

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Società delle Nazioni

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SturzoSturzo e la Società delle nazionie la Società delle nazioni

Indice

Gli stati vincitori pensarono ognuno a sé, gli stati vinti (come Austria ed Ungheria) furono ridotti territorialmente ed economicamente ad una condizione assurda d’esistenza. Ciascuno stato pensòad alzare barriere doganali contro il vicino e contro tutti, ubbidendo insieme alle suggestioni capitaliste e nazionaliste.Nessuno degli stati vinti aveva riserve d’oro, mezzi sufficiente a far fronte alle difficoltà della ricostruzione, non un’ economia in sesto; usciti dalla guerra rovinati, senza moneta stabile, con i commerci inesistenti essi ebbero come conseguenze inflazioni, debiti, agitazioni politiche, crisi economiche ed instabilità.Quasi tutte le difficoltà pratiche derivanti dai trattati di pace sono tuttora insolute, premono sulla vita europea e rendono più acuta questa crisi. segue

Questi provvedimenti segnano la volontà internazionale di riaffermare una politica di restaurazione della situazione economica e finanziaria europea.Tuttavia per comprendere meglio la situazione risulta necessario ripercorrere le tappe di questa crisi per scoprire le cause e i motivi che l’hanno generata. Nella sistemazione europea fatta con i trattati di pace del 1919 non si tenne conto nédel fattore psicologico né di quello economico; si perseguì solamente un fine politico.

Società delle Nazioni

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SturzoSturzo e la Società delle nazionie la Società delle nazioni

Indice

Dall’altro lato le potenze vincitrici, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Romania si accordarono fra di loro in una specie di vincolo politico e si chiamarono (in ricordo alla guerra) Piccola Intesa.Lo scopo di questa unione era quello di salvaguardare i diritti derivanti loro dai trattati di pace contro gli irredentismi dei paesi vinti. Sturzo pensa che la crisi si possa superare compiendo alcuni passi importanti.In primis si deve ritrovare una politica di unione danubiana, inoltre è necessario un riavvicinamento tra Francia e Germania sotto l’aspetto economico, riguardante i debiti di guerra. Entrambe queste azioni sono concatenate in quanto solo con l’avvicinamento tra Francia e Germania si può risolvere la crisi che investe la regione del Danubio.Tutto questo sistema ruota attorno ad un circolo vizioso, infatti la Francia che potrebbe essere la molla per una ripresa effettiva, non concede prestiti, per paura che la Piccola Intesa possa accrescere il proprio potere. L’Inghilterra non interviene senza la Francia.Come è evidente, manca la fiducia nei sistemi di pace perché manca la concordia internazionale; e manca la concordia internazionale perché non vi è fiducia nei sistemi di pace.Legata a tali contraddizioni, lo scoppio della seconda guerra mondiale che chiuse quella fase di profonde trasformazioni in Europa e ne uscirà dalla guerra non solo distrutta, ma divisa e spartita tra le superpotenze (Usa ed Unione sovietica) che riorganizzeranno le relazioni internazionali sulla base del bipolarismo. La causa dei conflitti era stata individuata nella sovranità assoluta degli stati, la guerra vista, dunque, come estrema ratio per la risoluzione delle controversie.

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Per non far ricorso alla guerraPer non far ricorso alla guerra

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Sturzo in “La comunità internazionale e il diritto di guerra” individua nei mezzi previsti dalla Società delle nazioni : riduzione degli armamenti, consultazione del consiglio dell’assemblea in caso di conflitto,un’azione repressiva delle nazioni associate contro lo stato che violi il patto e ricorra alla guerra, una corte permanente di giustizia internazionale, la possibilità di attuare lo scopo della Società delle nazioni, cioè quello di garantire pace e sicurezza all’interno delle stesse nazioni. La nostra teoria ,sostiene Sturzo, va formulata sulla base delle altre, ma correggendo le loro deficienze; cioè la differenza sostanziale dalle teorie precedenti sta nel fatto che quest’ultime ammettono la guerra, ma il patto sociale è identificato con le esigenze fondamentali della natura umana, la guerra assume quindi un carattere di necessità, benché non ogni guerra sia necessaria. Nella nostra teoria invece, il patto sociale non è identificato con le dette esigenze, ma con il processo storico, sicché la guerra viene caratterizzata come fenomeno di determinate strutture sociali. Se queste cambiano e si evolvono, anche la guerra può non solo cambiare ed evolvere, ma decadere; come primo punto della nostra teoria escludiamo il concetto che il rapporto fra natura umana e guerra sia sostanziale, necessario, fatale: per noi è solamente storico, contingente ed evolutivo.

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Per non far ricorso alla guerraPer non far ricorso alla guerra

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Questo nostro modo di vedere non si estende soltanto alla guerra , ma a tutte le forme e le attività sociali. L’eliminazione della guerra si può concepire, con la nostra teoria che si distacca sostanzialmente dalle altre, dando un elemento nazionale a tutto il movimento che tende ad eliminare la guerra dalla comunitàinternazionale. I nazionalisti, i conservatori, gli imperialisti che si attaccano ai diritti sovrani e alle ragioni nazionali,rappresentano ormai un regresso non solo nel campo internazionale, ma anche nel campo interno politico e sociale.Mentre ieri, l’idea di una società cristiana dei popoli sembrava un ritorno al medioevo, oggi l’ideale cristiano è legato ad una pacifica società di popoli contro il nazionalismo, caratterizzato negli ultimi tempi come un ritorno al paganesimo. Tutte le discussioni sul tipo della Società delle nazioni, su una sua evoluzione verso il superstato, sulla conquista di una sua personalità autonoma e di un potere indipendente, hanno una loro portata pratica, in quanto corrispondono al tipo di stato moderno secondo che prevalgano le correnti nazionastiche e conservatrici o le correnti liberali popolari e democratiche o le correnti socialiste e comuniste.

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L’Europa delle RegioniL’Europa delle Regioni

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Tuttavia, l’aspetto fondamentale del pensiero politico di Sturzo è la sua professata fede europeista. Infatti per ottenere una chiara visione del disegno politico e sociale del prete siciliano bisogna inquadrare il concetto di Stato entro i confini europei, che egli tenne sempre presenti e che considerò come i limiti naturali di una comunità di paesi cui egli riconobbe una sola anima e un'unica tradizione spirituale.“La regione nella nazione” è la raccolta degli scritti di Sturzo che apparve per la prima volta nel 1948 e si inserisce nel dibattito sviluppatosi tra il definitivo avallo della Costituzione e la consultazione elettorale di quello stesso anno: periodo di intensa attività politica. Sturzo, nell’opera volle precisare le sue idee, infatti se pur critico su alcune parti della Costituzione appariva soddisfatto della soluzione che era stata data al problema delle regioni. Egli ritenne, però, opportuno ribadire i principi fondamentali del decentramento amministrativo, puntualizzarne gli aspetti e dare una personale interpretazione alle norme riguardanti le regolamentazione delle regioni. La raccolta si divide in due parti distinte, ma coordinate tra loro: la prima è costituita dal saggio che dà il titolo alla raccolta stessa e ha lo scopo di presentare al pubblico il problema della regione nella sua attualità politica, amministrativa e polemica; la seconda ripropone la relazione su “il decentramento amministrativo, le autonomie locali e la costituzione della Regione”. segue

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L’Europa delle RegioniL’Europa delle Regioni

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Vi si coglie inoltra nell’ opera il proposito di mettere in evidenza il contributo dato dai cattolici allo sviluppo e alla realizzazione dell’ “idea regione”; in tal contesto un ruolo particolare èriconosciuto a Vincenzo Mangano, al quale l’autore dedica l’opera in riconoscenza dell’ influenza regionalista da lui ricevuta e in ricordo delle battaglie condotte assieme per il comune ideale.La regione nella nazione introduce e sviluppa temi che potremmo chiamare di costume e che fanno dell’ autore un rigido censore delle degenerazioni e delle disfunzioni della democrazia. Infatti Sturzo individuava la pericolosità dei partiti improvvisati, egli accortosi degli squilibri e dei danni provocati dalla politicizzazione degli enti locali, indicherà nella partitocrazia una delle peggiori conseguenze.La Sicilia occupa un posto determinante nell’opera sturziana relativa al problema delle regioni; ciò per un duplice motivo, poiché essa fu campo delle prime esperienze amministrative e politichedell’ autore e poiché in quanto isola offriva un idea geografica di regione. Infatti i problemi sociali ed economici siciliani rappresentarono il punto di partenza per l’elaborazione di una visione regionalistica, egli credeva che l’Isola si presentasse anche per un passato trascorso sotto varie dominazioni con caratteristiche e bisogni ben diversi da quelli delle altre regioni italiane.

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L’Europa delle RegioniL’Europa delle Regioni

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Sturzo però non giunse mai ad affermare che ci si trovasse dinanzi ad una nazione che avrebbe potuto organizzarsi in vero e proprio stato indipendente, era anzi dichiaratamente avverso al separatismo.In sintesi la raccolta riporta la ricostruzione delle vicende politiche della Sicilia per la conquista della sua autonomia.Il sistema regionale auspicato da Sturzo era molto vicino a quello di un moderno Stato federale. Egli infatti parlava di una federalizzazione delle varie regioni, che lasciasse intatta l’unità di nazione. La democrazia avrebbe dovuto costituire la piattaforma dello Stato unitario e indipendente.Il progetto sturziano attuato nella forma, fu in effetti tradito nella sostanza. I nuovi enti, che avrebbero dovuto dare una migliore ed equilibrataarticolazione allo Stato si trasformarono sotto il rigido controllo degli apparati centrali e accentratori della partitocrazia, in “inutili carrozzoni”.

Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi

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Impegno per una coscienza internazionaleImpegno per una coscienza internazionale

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Luigi Sturzo si mostrò sempre entusiasta di appoggiare iniziative tendenti alla formazione degli Stati Uniti D’Europa, diede una mano ai federalisti aderendo e dedicandosi al Movimento Federalista Europeo senza riserve.Nel 1950 partecipò al Comitato promotore internazionale per la petizione di un patto federale; per l’occasione venne redatto un manifesto dal quale emerse chiaramente che l’Europa si imponeva al di sopra di tutte le ideologie e che solo con l’unificazione sarebbe stato possibile superare le anacronistiche autarchie.Sturzo e gli altri firmatari del manifesto dunque ritengono che la creazione di una federazione europea sarebbe stata la soluzione dei problemi che interessano tutti i paesi associati. Il programma prevedeva anche la creazione di un parlamento europeo,un governo europeo e un tribunale europeo. In seguito, quando a Ginevra nel 1951 un centinaio di sindaci si riunirono per dar vita al Consiglio dei Comuni d’Europa, Sturzo ricordò che già dal 1901 si era battuto per le autonomie locali; infatti Egli non riusciva a concepire un’Europa democratica e federata al di sopra delle regioni e delle etnie.

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Impegno per una coscienza internazionaleImpegno per una coscienza internazionale

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Emerge, dunque, anche il concetto di democrazia che è perfettamente applicabile alla costruenda Europa.Chiaramente il progetto di una democratica federazione europea era di difficile realizzazione, ma Sturzo non si demoralizzò anche perché a suo parere la storia del vecchio continente era in continua evoluzione come egli stesso espresse in una lettera inviata al presidente del comitato per la comunità sopranazionale europea, Spaak.La situazione appariva, dunque, in evoluzione grazie al ruolo e alla forza della democrazia e dell’azione popolare.Sturzò ebbe la capacità di intuire che l’Europa era già alla vigilia della sua unificazione e non gli sfuggì neanche l’interesse di ideali europeistici in campo cattolico; secondo Pio XII, infatti, l’Europa doveva difendere e affermare i valori spirituali che la Chiesa garantisce.Emerge, da quanto sopra detto, che Sturzò perorò l’unificazione dell’Europa considerando la civiltà cristiana la piattaforma comune dei paesi europei e nel vedere in essa le fondamenta per la creazione della federazione.

Paul-Henri Spaak

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Fallimento dell’iniziativa FederalistaFallimento dell’iniziativa Federalista

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L’iniziativa dei federali fallì a causa della mancata ratifica da parte dei francesi. In seguito a quest’avvenimento Luigi Sturzo ebbe una reazione negativa nei confronti della Francia e, non fu il solo. Le risposte negative del capo del governo francese Mendeés-Franceavrebbero portato alla rinuncia dell’idea europeistica che i federali portavano avanti. Altiero Spinelli, segretario generale del Movimento Federalista Europeo (M.F.E) dichiarò che sebbene il progetto della C.E.D (Comunità Europea di Difesa), avvenuto in seguito alla risposta negativa della Francia, era fallito, la lotta per l’Europa unita continuava. La situazione che si delineava fino a quel momento consisteva nei singoli stati che, data la loro situazione, non avrebbero potuto risolvere i loro problemi economici in maniera autonoma; alla luce di ciò, l’unificazione dell’Europa era necessaria. A prestare sempre continua attenzione al panorama europeo vi era Sturzo che sosteneva la distensione nell’ambito internazionale e il controllo degli armamenti, schierandosi automaticamente contro le sinistre che consideravano questi passi una provocazione nei riguardi del blocco sovietico. Sturzo considerò inoltre la nascita della N.A.T.O e dell’U.E.O le premesse per la pace e quindi si dimostrò favorevole alla collaborazione con l’America. Da un punto di vista economico, Sturzo si affiancò a un’idea basata sull’iniziativa privata, senza peròdimenticarsi della sua dura lotta contro ogni forma di vincolismo e parassitismo. segue

Altiero Spinelli

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Fallimento dell’iniziativa FederalistaFallimento dell’iniziativa Federalista

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In quegli anni però, lo Stato ricopriva sempre più un ruolo invadente attraverso l’introduzione di monopoli e quant’altro, il nostro pensatore cattolico sentì dunque l’obbligo morale di reagire a questa forma di statalismo, continuando a sostenere tutto ciò che aveva professato sin dai suoi primi anni. Lo statalismo, infatti, rischiava di creare squilibri e di provocare forti ritardi al processo di unificazione. Per questo motivo Sturzo ritenne che fosse necessario “cambiare rotta” per “aprire gli occhi” a coloro che non avevano ancora capito che il Mercato comune è basato sulla libera concorrenza internazionale tra tutti i Paesi liberi. Sturzo, inoltre, studiando i problemi dell’Europa aveva fatto presente che, come ogni associazione, anche questa avrebbe portato alla limitazione della propria libertà di azione, parlò anche di “bene comune”raccomandando e lasciando emergere le sue radici meridionali che nel momento in cui sarebbe stato necessario scegliere la ”capitale dell’Europa”, bisognava tenere presente l’importanza strategica che il Mediterraneo ha sempre rivestito. Va sottolineato il carattere ancora attuale delle considerazioni di Sturzo che prima di ogni altra cosa si premurava di definire la federazione europea un’intesa pacifica di tutti i popoli.

Parlamento europeo

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Cosmopolitismo popolareCosmopolitismo popolare

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Nella concezione di Sturzo l’unione europea non è un progetto a sé stante e chiuso a ulteriori sbocchi: esso si basa su presupposti filosofici che per ottenere il suo conseguimento spingono l’uomo ad andare oltre gli stessi confini continentali. Questa teoria cosmopolita viene chiamata da Sturzo (anche se non soddisfatto del termine) “internazionalismo”; egli è fiducioso del fatto che le insoddisfazioni del presente, e soprattutto la constatazione dell’inefficacia dei mezzi usati, deve spingerci nell’impegno e nella lotta per il futuro che, sebbene non è possibile anticipare, è utile e va affrontato con la forza degli ideali e con il buon uso degli insegnamenti ricavati dalle esperienze negative e positive del passato.Il problema più difficile è tuttavia definire l’internazionalismo: distaccandosi dai precedenti tentativi, in particolare da quello marxista, Sturzo afferma che non esiste internazionalismo quando gli stati aderenti salvaguardano esclusivamente i propri interessi (come avvenne per la Società delle Nazioni). E’indispensabile una coscienza internazionale, da sviluppare per gradi, che stimolata dalle élites a macchia d’olio svegli le masse e determini in esse i necessari “cambiamenti di orientamento popolare”. Per far ciòsi richiede una vera e propria fede nell’internazionalismo. Egli rimane tuttavia restio a dare una qualsiasi definizione cosmopolita del termine: se da un lato manifesta di possedere una chiara idea di unione europea, ritiene tuttavia un “problema difficile” dare un netto contenuto politico all’internazionalismo.Non per questo però rinuncia a indicare e a percorrere la strada attraverso la quale si possa arrivare alla lontana meta, di una federazione mondiale degli Stati nella pace e nella libertà.

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Cosmopolitismo popolareCosmopolitismo popolare

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Si può quindi parlare di cosmopolitismo sturziano dove individuo, famiglia, comune, provincia, regione, Stato, unione di Stati e federazioni mondiali sono armonizzate a guisa di cerchi concentrici ed operano in funzione del bene comune. L’internazionalismo di Sturzo tende, tuttavia, verso una caratterizzazione “popolare” che, una volta raggiunta, lo metterebbe su una linea di uniformità con la sua dottrina politica e gli darebbe un distintivo tocco di originalità, ricollegandosi direttamente allo spirito del suo Partito popolare italiano che, nei piani dell’ideatore, avrebbe dovuto avere un’adeguata applicazione attraverso l’Internazionale bianca, il cui compito iniziale era quello di raggruppare i partiti europei a ispirazione democratico-cristiana. L’Internazionale bianca, di natura interclassista e non semplicemente “proletaria”come quella socialista, avrebbe dovuto costituire un valido supporto al cosmopolitismo popolare facendo poi leva sulle masse per spingerle e portarle alla formazione di una coscienza collettiva internazionale. L’internazionalismo non avrebbe avuto senso e si sarebbe imposto come un mostro senz’anima se non avesse avuto una sua base popolare. Costruito invece dal basso, si sarebbe rinvigorito con il consenso e con la partecipazione degli individui alla vita dell’istituenda comunità universale, e avrebbe segnato l’inizio di una nuova civiltà.Sarebbe tuttavia ingiusto parlare di fallimento. E’ tempo di riconoscere invece nel pensiero e nelle proposte di Sturzo una grande eredità che è ormai entrata a far parte del patrimonio della cultura democratica occidentale.

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BibliografiaBibliografia

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De Rosa, Sturzo, Torino, Utet 1977

Sturzo, Miscellanea londinese, Bologna, Zanichelli

Sturzo, La comunità internazionale e il diritto di guerra, Bologna, Zanichelli 1954

Sturzo (1946) ,Nazionalismo ed internazionalismo, Bologna, Zanichelli 1971

Sturzo, Scritti storico politici, Roma, Cinque Lune 1984

Chabod, Storia dell’idea d’Europa, Bari, Laterza 1974

Europa oggi e domani in Il giornale d’Italia, 8settembre 1954

Sturzo Lettere non spedite, Il Mulino 1996

Guccione, Municipalismo e federalismo in Sturzo,Torino,Sei 1994

Morelli, L’Unione Europea. Storia, istituzioni, politiche, Milano Loescher 2007

Carteggio(1920-1935) Sturzo De Gasperi, Rubbettino 2006

Sturzo, La regione nelle nazioni 1949, Rubbettino 2006

“Cattolici e comunisti avrebbero potuto impedire il fascismo” sett. Epoca, 1 febbraio 1959

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Page 25: Impegno per una coscienza internazionale Luigi Sturzo.pdf · Il progetto ebbe grande successo: nel Settembre del 1929 il presidente del ... Nel 1933 la Società delle Nazioni attraverserà

Lettere non spediteLettere non spedite

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Destinatario il fratello: 19 Maggio 1929, 35 anni di sacerdozio

Rimpiange di non aver compiuto grandi opere col suo sacerdozio. Ha cercato, pur stando all’estero, di tenere viva la fiamma del popolarismo, con libri, scritti, corrispondenze, contribuendo al movimento pacifista in senso cristiano e pubblicando ” Diritto di guerra “

Destinataria: Barbara 1929

In tale lettera si esprimono dubbi sui consensi intorno al libro ”Diritto di guerra”, poiché a suo parere ci vorrà del tempo prima che i pacifisti si interessino ad esso e non solo dei pamphlets della l. of N. union. E’ vero che lo stato d’animo dei quaccheri è pacifista, perciò il recensore Mr. Rolland Difriend ha accettato la costruzione storico-sociologica contro la guerra. Il recensore del “Times literary supplements” ha tradito lo sforzo di creare una teoria sociologica attorno al problema della comunità internazionale e della guerra, ma non ne ha colto la sintesi. Il libro non ha smosso la cultura dei cattolici di destra, poiché sono influenzati da una cultura non cattolica. Solamente il recensore Warkin apprezza ap pieno le sue idee, ma le ha espresse in maniera troppo generale.

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E il Papa licenziò don E il Papa licenziò don SturzoSturzo

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L'antefattoTra il 1922 e il 1923 i cattolici erano fortemente combattuti tra opposizione al fascismo e collaborazione con l'uomo della "provvidenza". Il 24 Aprile 1923 il partito popolare si era spaccato in tre gruppi: Partito Nazionale Popolare, Partito Popolare Italiano e Cattolici Nazionali. Questi ultimi, il 3 luglio firmarono un accordo con il governo fascista.Mussolini, grazie all'appoggio di questa corrente di cattolici di destra, scatena una campagna diffamatoria e squadrista contro Sturzo e alcune sedi dei popolari (denominati "traditori") e preme affinché lo stesso Sturzo fornisca chiarimenti "chiari, precisi, inequivocabili" dopo le sue ambigue dichiarazioni a Torino. Del resto già nel gennaio del 1923 si era tenuto un colloquio segreto tra il card. Pietro Gasparri, Segretario di Stato del Vaticano, e Mussolini per dare il via libera al salvataggio del cattolico Banco di Roma[ nel dissesto del quale la Chiesa era coinvolta.

La richiesta delle dimissioniIn una lettera a padre Tacchi Venturi (un gesuita resp. dei rapporti tra il Vaticano e i politici italiani) il Segretario di Stato cardinale Pietro Gasparri riferiva che la possibilità di Sturzo di rimanere in politica era venuta meno in quanto A tale richiesta, Sturzo rispose con una lettera nella quale, pur ribadendo la sua obbedienza al pontefice, esprimeva le sue perplessità sulle conseguenze politiche delle stesse in quanto, in tal modo:�sarebbe stato palese l'intervento diretto della S. Sede "negli affari politici d'Italia”�"verrebbe minorata la libertà politica dei cattolici”�il partito popolare ne sarebbe rimasto ”scompaginato o ridotto ad un puro organismo elettorale alla mercé di qualsiasii governo".Lo scontro tra visioni antitetiche era palese in quanto se Pio XI non era più opportuno stare all'opposizione per Sturzo fascismo e etica cristiana erano inconciliabili, se per Pio XI l'opposizione era al servizio della massoneria per Sturzo era al servizio del cattolicesimo, se per Pio XI le dimissioni di Sturzo non avrebbero avuto rilevanti effetti sul Ppi per l'altro avrebbero "scompaginato" il partito, ecc. Lo stesso 9 luglio, appena registrata l'obbedienza di Sturzo, padre Tacchi Venturi informa in una missiva Gasparri che ha portato a conoscenza della cosa lo stesso Mussolini chiedendogli di non divulgare la notizia prima che chiedendogli di non divulgare la notizia prima che fosse ufficializzata e di evitare di ascriverla pubblicamente trfosse ufficializzata e di evitare di ascriverla pubblicamente tra le sue vittorie.a le sue vittorie.

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Il Partito Popolare Italiano 1919Il Partito Popolare Italiano 1919--19261926

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Il Partito Popolare Italiano (PPI) fu la prima organizzazione politica dei cattolici democratici in Italia, la matrice di quella che sarebbe divenuta poi la Democrazia Cristiana.Fondato il 18 gennaio 1919 da don Luigi Sturzo e da un piccolo gruppo di aderenti alla corrente sociale cristiana (fra i quali Alcide De Gasperi) rappresentò per i cattolici il ritorno organizzato alla vita politica dopo lunghi decenni di assenza a causa del non expedit conseguente alle vicende dell'unificazione nazionale. Nel PPI confluirono le varie componentio del variegato mondo cattolico italiano:�i conservatori nazionali di Santucci;�il sindacalismo cristiano di Achille Grandi e Miglioli;�i giovani democratici cristiani di Romolo Murri;�i clerico-moderati.Le direttive programmatiche del nascente partito furono affidate all'Appello "A tutti gli uomini liberi e forti". L'Appello accettava ed esaltava il ruolo della Società delle Nazioni, difendeva "le libertà religiose contro ogni attentato di setta", il ruolo della famiglia, la libertà d'insegnamento, il ruolo dei sindacati. Si poneva particolare attenzione a riforme democratiche come l'ampliamento del suffragio elettorale, compreso il voto alle donne, si esaltava il ruolo del decentramento amministrativo e della piccola proprietàrurale contro il latifondismo. [ … ]. Il ruolo delle donne nella società, come quello dei sindacati o dei comuni non era patrimonio comune della nazione. Soprattutto da parte della gerarchia il ruolo dei sindacati, nonostante l'enciclica Rerum novarum di papa Leone XIII, continuava ad essere poco gradito. Il partito, grazie alla buona diffusione dell'Azione Cattolica al Nord, delle leghe dei contadini in Italia centrale e delle società di mutuo soccorso al Sud, ottenne una facile diffusione organizzativa. [ … ]. Il PPI, però, secondo l'espressa volontà di Sturzo, era apertamente aconfessionale (partito di cattolici e non cattolico), interclassista, di carattere democratico e sociale, che traeva la sua ispirazione dalla dottrina sociale cristiana, ma che non voleva dipendere dalla gerarachiacattolica. Durante il primo congresso del 1919 Sturzo, motivando la scelta di non avere riferimenti alla religione cattolica nel nome del partito, affermava: ”è superfluo dire perché non ci siamo chiamati partito cattolico. I due termini sono antitetici; il cattolicismo è universalità; il partito è politica, è divisione. Fin dall'inizio abbiamo escluso che la nostra insegna politica fosse la religione, ed abbiamo voluto chiaramente metterci sul terreno specifico di un partito, che ha per oggetto diretto la vita pubblica della nazione". Questo iniziale confusione del ruolo del partito, non contribuì a farne comprendere la vera natura, forse troppo moderna per l'Italia di quegli anni. Sturzo, infatti, faticò molto a mantenere l'autonomia del partito dalle gerarchie, anche perché il partito aveva raccolto anime tenute spesso insieme solo dalla comune ispirazione religiosa.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


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