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Impianti tecnologici Relazione tecnica - Cremona

Date post: 25-Oct-2021
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Fondazione Cariplo - Bando 2016 «Arte e Cultura» Bando con scadenza: «Patrimonio culturale per lo sviluppo» IL «PALAZZO DI CITTÀ»: FORMAZIONE, DOCUMENTAZIONE, INNOVAZIONE PER CREMONA E IL SUO DISTRETTO CULTURALE Impianti tecnologici Relazione tecnica Studio di fattibilità Edificio Palazzo Magio Grasselli Corso XX Settembre 37 26100 Cremona Committente / Partner: Comune di Cremona Piazza del Comune, 8 26100 Cremona Responsabile Unico Procedimento: Ing. Marco Pagliarini N. prot. gen. - CUP D12C16000050004 - P.O.P. 2016 A termine di legge, il progettista si riserva la proprietà degli elaborati con divieto di riprodurli in assenza di consenso scritto preventivo Dipartimento di Architettura e Studi Urbani piazza Leonardo da Vinci, 26 (ed. 29) 20133 Milano tel. (+39).02.2399.2663 fax (+39) 02.2399.5454 e.mail: [email protected] I tecnici per. ind. Massimo Cozzoli (impianti meccanici) dott. Emanuele Facchi arch. Stefano Ferla (impianto elettrico e dati) arch. Carlo Manfredi (impianto di riscaldamento) arch. Giacomo Menini arch. Raúl Musiate dott.ssa Marta Remaforte arch. Luca Pietro Valisi Progettista: arch. Angelo G. Landi FIRMATO DIGITALMENTE AI SENSI DEL TESTO UNICO D.P.R. 445/2000 E DEL D.LGS. 82/2005 Data 04-12-2018
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Fondazione Cariplo - Bando 2016 «Arte e Cultura» Bando con scadenza: «Patrimonio culturale per lo sviluppo»

IL «PALAZZO DI CITTÀ»: FORMAZIONE, DOCUMENTAZIONE, INNOVAZIONE PER CREMONA E IL SUO DISTRETTO CULTURALE

Impianti tecnologici

Relazione tecnica

Studio di fattibilità Edificio Palazzo Magio Grasselli Corso XX Settembre 37 26100 Cremona Committente / Partner: Comune di Cremona Piazza del Comune, 8 26100 Cremona Responsabile Unico Procedimento: Ing. Marco Pagliarini

N. prot. gen. - CUP D12C16000050004 - P.O.P. 2016

A termine di legge, il progettista si riserva la proprietà degli elaborati con divieto di riprodurli in assenza di consenso scritto preventivo

Dipartimento di Architettura e Studi Urbani piazza Leonardo da Vinci, 26 (ed. 29) 20133 Milano tel. (+39).02.2399.2663 fax (+39) 02.2399.5454 e.mail: [email protected]

I tecnici per. ind. Massimo Cozzoli (impianti meccanici) dott. Emanuele Facchi arch. Stefano Ferla (impianto elettrico e dati) arch. Carlo Manfredi (impianto di riscaldamento) arch. Giacomo Menini arch. Raúl Musiate dott.ssa Marta Remaforte arch. Luca Pietro Valisi

Progettista: arch. Angelo G. Landi FIRMATO DIGITALMENTE AI SENSI DEL TESTO UNICO D.P.R. 445/2000 E DEL D.LGS. 82/2005

Data 04-12-2018

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Premessa generale

Gli impianti consistono:

- nelle reti generali – di fognatura e acqua potabile, di elettricità e dati, antiintrusione, di riscaldamento e di ventilazione, dimensionate per consentire l’uso – sia pubblico e parzialmente terziario e residenziale, sia interamente pubblico – della totalità o della gran parte degli ambienti di palazzo Magio Grasselli, nel rispetto della normativa specifica e dei prevedibili fabbisogni oggi abituali rispetto alle destinazioni indicate;

- nelle reti e negli utilizzatori degli ambienti 3.27–3.36 del piano nobile, delle scale 1.26 e 1.41, dell’androne 1.14 e del loggiato 1.15, per gli utilizzi previsti nel quadro delle attività finanziate da Fondazione Cariplo. Sono inclusi i locali nei piani di cantina e di sottotetto ove si è reso necessario installare parti degli impianti e delle canalizzazioni di distribuzione.

In generale, sono dimensionati in modo da poter allacciare alle dorsali realizzate sia la rete interna e gli utilizzatori di nuovi ambiti e vani, sia di poter offrire ulteriori prestazioni negli ambienti già recuperati. Il limite di tali prestazioni è fissato, in termini quantitativi, sui vani utilizzabili per la permanenza continua di persone ai sensi della normativa vigente e sull’affollamento massimo consentito ai sensi della normativa sulla prevenzione degli incendi, nel quadro degli usi e delle prospettive definite nella richiesta di nulla osta parte del presente progetto. Il recupero di Palazzo Magio Grasselli si fonda su un progetto unitario da attuarsi per fasi: possono quindi essere realizzate addizioni e miglioramenti nelle prestazioni e nell’economia di esercizio in fasi successive senza rifare opere già realizzate. In limitati casi, dove è più incerta la natura del possibile utilizzo a regime e delle prestazioni richieste, si prevedono riparazioni all’esistente in misura contenuta, in modo che più incisivi interventi futuri determinino un minimo sacrificio di opere recenti. Gli impianti sono concepiti come addizione all’esistente da cui restano separati, e si può quindi ripararli, modificarli e adeguarli senza ulteriori interventi edilizi. Indubbiamente, questo modo di procedere mantiene al massimo la consistenza materiale dell’edificio, ma questo, che è di per sé un fine culturalmente rilevante, risponde anche alla più generale esigenza di commisurare le risorse all’intensità dell’uso effettivo che si farà dell’edificio, e la limitazione delle opere murarie e della sostituzione delle finiture riduce l’entità dell’investimento e lo rende sostenibile.

Impianto idrico e fognario

Le acque nere e le acque pluviali dei corpi di fabbrica oggetto dei lavori scaricano in un condotto antico voltato in muratura accessibile da due botole nella cantina n. 0.35. Vi affluiscono i pluviali e le caditoie dei cortili, le acque reflue delle cucine 1.54 e 3.39, le acque nere del corpo dei bagni. Gli appartamenti attualmente locati sono collegati alla fognatura sotto il corso XX Settembre. Un nuovo percorso fognario raccorderà i tre condotti verticali esistenti nel corpo dei bagni verso il cortile 1.49 e i pluviali ivi situati, attraversando le cantine con pendenze che consentano l’immissione per caduta naturale nella fognatura sotto il corso XX Settembre.

Impianti di riscaldamento e ventilazione.

L’energia termica necessaria al riscaldamento dell’intero complesso è assicurata in questa fase con uno scambiatore adeguatamente dimensionato. La modularità delle unità di scambio termico del teleriscaldamento e le dimensioni del vano scelto, la cantina 0.25 consentono future espansioni senza ulteriori interventi murari. La posizione all’angolo Nord Est del complesso è senza alternative, data la configurazione della rete urbana di teleriscaldamento.

Dimensionamento Il fabbisogno termico complessivo è stato calcolato in due modi, un primo svolgendo un calcolo di tipo statico secondo le indicazioni della normativa vigente, un secondo considerando i valori effettivamente rilevati all’interno dei vani nel corso di un monitoraggio di durata biennale. La differenza è notevole, nel secondo caso il valore complessivo è il 40% del primo. L’inerzia termica dell’edificio è elevata: la temperatura interna non si allinea a quella esterna ma rimane

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significativamente inferiore o superiore ai picchi di freddo o di caldo. Si è dimensionato il sistema radiante a parete su una media fra i due estremi. Le effettive temperature di esercizio sono raggiunte con la regolazione, entro un intervallo di valori tali da far fronte a situazioni climatiche limite.

Distribuzione - dorsali Le dorsali sono parallele a quelle dell’energia elettrica e dei segnali e i quadri sono collocati entro analoghi carter protettivi, concentrando il controllo e l’eventuale manutenzione. Dal vano 0.35 una colonna montante (di seguito, dorsale Nord “R-B.0”), in tubazioni di acciaio isolate da adeguate coppelle sale nel vano 1.40, e di lì, tramite foro nella muratura, al vano 2.10 e al soprastante vano 3.29. Nei tre vani si trovano i quadri di distribuzione dei circuiti scaldanti, rispettivamente stacchi dalla colonna (vano 1.51, vano 2.10) e un vero e proprio quadro (vano 3.29), che alimenterà i circuiti scaldanti dei vani 3.37-3.38-3.39, nell’immediato non realizzati. I montanti sono esterni e richiedono solo fori nei solai lignei, tranne un foro obliquo nella muratura fra i vani 0.35 e 1.40. I quadri di distribuzione si collocano lungo le pareti nei vani 1.40 e 2.10, e nel vano 3.29 nella nicchia che si forma riducendo l’apertura arcuata verso la scala 1.41. Un’analoga colonna (dorsale Sud, “R-A.0”) in corrispondenza dei disimpegni 1.43, 2.17 e 3.33 alimenta in questa fase attraverso un quadro di zona gli ambienti dell’estremità Sud e la zona dei bagni. La dorsale si prolunga attraverso il vano 4.14 per i cavi elettrici e l’acqua fredda e sale al sottotetto nel contiguo vano 5.12. Si predisporranno i fori necessari per una doppia colonna per l’acqua calda, e per un’eventuale colonna per la ricircolazione delle acque del pozzo 0.40. Sono previste altresì una tubazione di acqua sanitaria ascendente dal vano 2.17, mentre un’eventuale fognatura per sola pulizia (dim. max. 4 cm) scende dal vano 5.12 attraverso il vano 4.14 nella colonna in ghisa sulla parete Est.

Impianto di riscaldamento radiante a parete (Temperierung)

L’impianto consiste in una doppia coppia di tubi di rame, di 18 mm di diametro, alla base delle pareti, a circa 20 cm l’uno dall’altro, e di 12 mm, a circa 80-90 cm dal pavimento alla distanza di circa 10 cm; i tubi sono aderenti alla muratura e rivestiti di intonaco per stabilire un’effettiva continuità termica con la parete. Sono contenuti in una cornice sagomata di gesso. In corrispondenza delle porte si solleverà e riposerà la pavimentazione, sotto la quale far correre i tubi accostati. In corrispondenza dei parapetti, in cui la muratura di una testa aumenta la dispersione, si dispone un pannello di materiale isolante sul quale uno dei circuiti si distende in una serpentina di rame, rivestita di intonaco, come vero e proprio corpo scaldante. I circuiti seguono tutte le pareti, per distribuire omogeneamente il benessere. Le superfici radianti si collocano entro i 2 ml e la scarsità dei moti convettivi contiene le dispersioni in ambienti di altezza elevata. La temperatura di circolazione dell’acqua a regime è circa 40°C (ripresa) – 45°C (mandata), ma in casi particolari è elevabile fino a 55°C. Sempre per contenere la temperatura di mandata, si è suddivisa l’intera rete in circuiti non superiori a 60 ml di lunghezza, concernenti uno, al più due ambienti. Ciascun ambiente è servito da almeno due distinti circuiti. La temperatura di ritorno al quadro si mantiene di non più di un grado inferiore a quella di mandata. È inoltre possibile graduare il calore in funzione dell’uso, chiudendo singoli circuiti. In assenza d’uso si può individuare una temperatura superficiale delle pareti utile a contenere l’umidità relativa e assicurare minori oscillazioni nella temperatura interna, per una migliore conservazione delle decorazioni (conservazione preventiva). E’ altresì più rapido raggiungere al bisogno più elevate temperature riattivando tutti i circuiti. A favore di un sistema radiante a parete gioca anche la costruzione di quest’ala del palazzo. Le sale sono coperte a volta, ma il pavimento posa su un solaio ligneo a doppia orditura ed è minima la distanza fra faccia inferiore del tavolato del solaio e faccia superiore del pavimento anch’esso ligneo, 7-8 cm, inclusi gli spessori delle tavole (3-4 cm) dei solai e delle tavolette lignee. Non esiste uno spazio utile per sistemi radianti a pavimento. Il pavimento di cotto è stato progressivamente sostituito anche perché lo spessore limitato della caldana ne rendeva instabili e quindi fragili i singoli medoni.

Casi particolari: impianto radiante a pavimento nel salone 3.27 L’ambiente ha un volume complessivo pari alla somma dei tre ambienti riscaldati e non è ora previsto un uso costante. Vi si terranno manifestazioni pubbliche con una presenza di un massimo di 60 persone. Le condizioni della sala, che ripetono esasperandole quelle già in essere negli ambienti vicini, rendono impossibile un impianto tradizionale, sia ad acqua sia ad aria. L’intera superficie è dipinta a finta architettura che si prolunga nel pavimento. I medoni di cotto bicromi settecenteschi che lo formano sono posati su una caldana che non supera i 3-4 cm, stesa sul sottostante tavolato ligneo. I singoli medoni sono spesso fessurati e appaiono fragili, non è realistica l’idea di uno smontaggio e rimontaggio. Si aggraverebbe poi stabilmente il peso proprio gravante sul solaio ligneo. Si è quindi preferito un tappeto radiante a pavimento riscaldato elettricamente, utile anche a proteggere i delicati medoni settecenteschi. Il riscaldamento radiante è bilanciato dalla temperatura dell’aria di ricambio.

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Casi particolari: l’impianto nella sala 3.32 L’ambiente è di dimensioni ridotte e interamente dipinto, con una complessa stratificazione di finiture, che ne rendono assai delicata la conservazione. L’unica risorsa è la bocchetta del riscaldamento ad aria ottocentesco e lo zoccolo dipinto a tinta monocroma. Qui sono previsti un solo circuito radiante a parete, e la distribuzione di energia elettrica.

Casi particolari: la scala 1.41 Non è previsto di riscaldare la scala, separata da porte rispetto agli ambienti contermini riscaldati. Un circuito lungo la parete Ovest bilancerà le dispersioni delle sale verso questo spazio non riscaldato. Nel vano esiste una bocca di comunicazione con la cantina, in cui la temperatura dell’aria è per lunghi periodi in inverno superiore a quella dell’aria esterna, che potrà essere regolata. Inoltre, più gli ambienti contigui saranno usati e riscaldati, più il vano farà da naturale camino per l’aria calda.

Casi particolari: i bagni Nei bagni si prevedono soffitti radianti. I circuiti saranno derivati dalla dorsale “R-A”, alimentata con acqua a 45°C per il riscaldamento radiante a parete. Sia nel quadro, sia nei circuiti, si adotteranno le soluzioni necessarie ad abbassare la temperatura dell’acqua nelle tubazioni dei controsoffitti immettendo in maggior misura l’acqua di riciclo, per limitare a 15-20° la temperatura di esercizio.

Possibili estensioni dell’impianto di riscaldamento Su entrambe le dorsali sono predisposti gli stacchi per i quadri del piano terreno e del mezzanino. La ridotta altezza del mezzanino impedisce l’utilizzo di soffitti radianti nei bagni. Si ricorrerà quindi al sistema radiante a parete previsto per i restanti ambienti. L’utilizzo del piano terreno e del mezzanino può rendere vantaggioso il controllo del clima nelle cantine. Questo comporterebbe la chiusura a vetri delle bocche di lupo ma la riduzione del ricambio d’aria potrebbe in più circostanze determinare un innalzamento dell’umidità relativa. Sarebbe perciò necessario riscaldare le pareti, con un circuito alla base dei muri, e assicurare comunque un ricambio naturale d’aria, usando il vano scala 1.41 come naturale camino, o con limitate forme di ventilazione termica. Sarà in particolare da valutarsi la comunicazione attraverso il pozzo fra cantina e sala 1.38.

L’impianto di ventilazione

Il progetto non prevede un impianto di climatizzazione, che assicuri valori predeterminati e stabili di temperatura e umidità relativa. Gli impianti di riscaldamento e di ventilazione assicurano il benessere termico invernale e un rinnovo dell’aria in caso di affollamento, in aggiunta al ricambio naturale. Il fabbisogno è calcolato sul numero delle persone cui è consentito l’accesso ai sensi del certificato di prevenzione incendi. Si realizza al servizio delle sale 3.27, 3.28, 3.30, 3.31. Le macchine per la ventilazione sono installate nel sottotetto 5.10; in questa fase l’aria viene trattata da una pompa di calore aria-aria che alimenta il salone e le restanti tre stanze. L’apparecchio è ancorato all’orditura maggiore del tetto e/o ai muri perimetrali, per permettere l’eventuale posa di un isolamento calpestabile. L’aria esterna è captata attraverso un finestrino e l’aria esausta emessa sul lato opposto. Nella sala 3.27, l’aria è immessa da bocche verticali nella bussola verso il vano 3.29. Nelle restanti stanze l’aria verrà immessa a mezza altezza, a mescolamento. Non è possibile una ripresa, l’aria verrà espulsa da porte e finestre. La superficie abbastanza ampia delle bocche di immissione consente, a velocità basse dell’aria, due ricambi orari. L’obiettivo è un migliore comfort durante la presenza di persone, non valori stabili dei parametrici climatici. Tali ricambi consentiranno il controllo dell’umidità relativa e, in estate, una diminuzione della temperatura, bilanciando l’apporto di calore delle persone. Occorrerà evitare l’apertura delle finestre, che nella stagione calda apportano aria più calda e umida e un contributo verrà dalla chiusura delle persiane. Nel salone 3.27 il tappeto radiante, come i riscaldamenti a pavimento in ambienti di notevole altezza, può determinare correnti ascensionali rilevanti e l’immissione di aria a temperatura leggermente superiore può aiutare a raggiungere più rapidamente un equilibrio termico anche in senso verticale che arresti i moti convettivi. Le forti anomalie dell’assetto qui esposto rispetto ad una configurazione ottimale delle apparecchiature rendono incerto ogni calcolo previsionale ed affidano alla regolazione della temperatura e della velocità dell’aria la determinazione di un funzionamento il più possibile soddisfacente in rapporto alle condizioni d’uso effettive. La mandata avviene attraverso il camino nella parete Est del vano 3.29, in cui la canalizzazione si immette scendendo dal vano 4.13. Nella cavità sono inseriti due condotti che sboccano nella stanza 2.10 e proseguono fino sotto le bocche di immissione, cui si collegano grazie a un foro nel pavimento. Nelle sale 3.28, 3.30, 3.31, l’aria è convogliata attraverso le canne fumarie lungo le pareti rispettivamente verso la 3.29, il vano scala e i bagni. Il foro superiore di imbocco dei camini nei sottotetti si realizza a livello di pavimento. Si prevedono in corrispondenza delle bocchette per i tubi delle stufe altrettante bocchette di emissione circolari, ma di 35–

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40 cm di diametro, schermate da una griglia su disegno. I saggi e i documenti confermano che le superfici su cui si interviene non sono mai state decorate. Le tubazioni, analoghe a quelle per la sala 3.27 sono reversibili.

Servizi igienici

L’intervento si limita ai tre bagni del primo piano, che hanno subito riparazioni scoordinate. Si riutilizzano al possibile le finiture esistenti. Il bagno 3.35 viene attrezzato per gli utenti disabili. Il bagno 3.36 mantiene alcune delle dotazioni (doccia, vasca) del precedente uso abitativo, senza sostituire fognature e rete idrica; si sostituiscono solo i sanitari destinati al pubblico. Si manterranno le fognature in ghisa esistenti nella muratura a Nord, e all’esterno sulla facciata Est e si completerà la fognatura nell’incavo già predisposto in corrispondenza del vano 3.35. L’acqua calda sanitaria prodotta da un boiler elettrico è distribuita dalla nuova rete nei vani 2.16-2.17, in parallelo all’acqua fredda.

Impianti elettrico, dati, telefonia, antintrusione

Le dorsali e la rete di distribuzione sono al possibile parallele all’impianto termico, in particolare all’impianto radiante a parete. Si conservano l’attuale punto di consegna nella cantina 0.22-0.21-0.19 e il soprastante quadro generale di distribuzione nel vano 1.27 per le utenze private esistenti. Le linee per lo scambiatore, l’ascensore, le reti del primo piano (anche ad uso del tappeto radiante della sala 3.27) e del sottotetto ad uso dell’impianto di raffrescamento, quella per la movimentazione delle persiane e delle tende di protezione verranno derivate direttamente nel vano 1.28 dove sarà installato il nuovo quadro generale. Qui potrà in futuro far capo anche la rete per i restanti spazi del palazzo. Per il cunicolo 0.20, e il vano 0.23 si alimenta la sottocentrale termica, e da questa, seguendo le colonne del riscaldamento, si alimentano i vani da recuperare incluso il tappeto radiante. Attraverso il vano 0.39, per successivi opportuni carotaggi, si dirameranno le linee per l’ascensore, il primo piano e il sottotetto (alimentazione U.T.A.), sempre in parallelo ai montanti del riscaldamento. Sono previste sole predisposizioni per il piano terreno e il mezzanino. Come per l’impianto di riscaldamento, la linea si prolunga oltre il primo piano, per il vano 4.14 fino al vano 5.12, per servire le U.T.A. del vano 5.10. La linea di alimentazione dell’illuminazione dello scalone 1.26, del portico e delle cantine, farà capo a al quadro generale del vano 1.28, ma seguirà i percorsi oggi in uso. Gli attraversamenti in canalina in PVC esistenti, che comprendono anche l’alimentazione delle luci del piano terreno e del mezzanino saranno sostituiti da un condotto posato a pavimento, in corrispondenza della parte ammalorata del pavimento in cemento martellinato. L‘alimentazione delle motorizzazioni delle persiane è realizzata in cavo minerale, esce in esterno attraverso la bocca di lupo del vano 0.31, sale nell’angolo retrostante il pluviale fino alla quota del davanzale delle finestre, e segue i giunti di laterizio. I quadri di zona del primo piano saranno collocati accanto ai quadri del riscaldamento nei due armadi portaquadri nel vano 3.29 e nel 3.33. La rete di distribuzione della forza motrice nelle sale del primo piano (vani 3.28-3.29-3.30-3.31-3.32) è integrata con il riscaldamento radiante a parete ed è compresa in uno zoccolino carter che assicura la protezione meccanica, alimenta le prese e i corpi illuminanti. Nel salone 3.27 e nella sala 3.32 la rete passa attraverso una sorta di barra di protezione cui sono coordinati sia gli utilizzatori sia i corpi illuminanti e che evita il contatto diretto del pubblico con le pareti. Nei bagni, ove possibile, si riutilizzano le reti sotto traccia esistenti, mentre il collegamento con le dorsali viene realizzato nel controsoffitto, nel quale è inglobata l’illuminazione. L’illuminazione d’emergenza è realizzata attraverso reti autonome alimentate attraverso un inverter che assicura in caso di allarme l’accensione di alcuni degli apparecchi di illuminazione ordinari. I comandi delle luci sono centralizzati e realizzati con un sistema a bus. Deve essere impedito al pubblico di modificare l’illuminazione delle singole stanze.

Illuminazione delle scale Lo scalone 1.26 è illuminato al possibile con luce diretta, e i corpi illuminanti sono alimentati da reti entro tubi, carter o guaine esterni. Anche nella scala 1.41 si realizza un impianto di illuminazione diretta con rete esterna.

Linee esterne di progetto Le linee esterne da realizzarsi in questo lotto funzionale si limitano all’illuminazione del percorso d’uscita di sicurezza e alla lanterna del portico.

Impianti di segnali Le reti di segnali (dati, telefonia, antincendio, antintrusione, …) corrono – dove siano necessarie – parallele a quelle dell’illuminazione ma entro canalizzazioni separate. Le reti antiintrusione e antincendio utilizzano anche sensori wireless coordinati a sensori cablati. L’impianto antiintrusione è esteso al vano 3.37. La centrale è posizionata nell’armadio quadri della sala 3.29 con un dispositivo di inserimento alfanumerico a ritardo sull’ingresso. L’impianto anti intrusione sarà collegato al sistema di accensione delle luci e potrà comandare quelle giudicate utili. Potranno

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essere previsti anche sistemi di videosorveglianza, collegati alle reti interna ed esterna già descritte. Negli ambienti di maggiori dimensioni per la rilevazione dei fumi si prevedono sistemi a riflessione.

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Quadro economico - Impianti tecnologici OS28 - Impianti meccanici, riscaldamento, ventilazione e centrale termica > 25% OS3 - Impianto idrico ed igienico-sanitario > 10% OS 30 - Impianti elettrici e speciali > 25% Importo totale impianti tecnologici: 188.356,75 euro

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Palazzo Magio Grasselli, individuazione dei vani:

- livello 00, piano cantina pag. 4 - livello 01, piano terreno pag. 5 - livello 02, piano ammezzato pag. 6 - livello 03, piano primo pag. 7 - livello 05, piano sottotetti pag. 8

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