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Impresainforma

Date post: 06-Apr-2016
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Periodico di informazione e cultura d’impresa promosso dalla Confcommercio di Catania - Anno XI
13
Diamo fastidio a molti e arrivano i danneggiamenti Semplificazione cambia la comunicazione black list fiscale primo piano lavoro Telecamere in azienda sottoscritto l’accordo impresa i i n n f f o o r r m m a a Periodico di informazione e cultura d’impresa supplemento a Confcommercio Notizie Anno XI - Numero 21 CATANIA catania che cresce Maria Chiara quando l’autotrasporto è donna supplemento a “Confcommercio Notizie” L’AZIENDA DI PADRE IN FIGLIO
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Page 1: Impresainforma

Diamo fastidio a molti e arrivano idanneggiamenti

Semplificazionecambia la comunicazioneblack list

fiscaleprimo piano lavoro

Telecamere in aziendasottoscrittol’accordo

impresaiinnffoorrmmaaPeriodico di informazione

e cultura d’impresa supplemento a Confcommercio Notizie

Anno XI - Numero 21

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Maria Chiaraquando l’autotrasporto è donna

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L’AZIENDADI PADRE IN FIGLIO

Page 2: Impresainforma

GERENZA

IMPRESA INFORMAsupplemento a “Confcommercio Notizie”periodico della Confcommercio CataniaReg. Trib. di Catania n. 28/96edizione 14 novembre 2014

DIRETTORE RESPONSABILEPietro AgenDIREZIONE E REDAZIONEc/o Ass. CommerciantiVia Mandrà, 8 - Catania

tel. 095.7310711fax 095.351253

CORDINAMENTO REDAZIONE Carla Previtera: [email protected]

REALIZZAZIONE EDITORIALEBlu MediaV.le Andrea Doria, 69 Catania - tel. 095.447250www.blumedia.infoPROGETTAZIONE TESTATASignorelli&Partners

3Pag. affari regionaliCrocetta ter:che Dio ci aiuti!

4Pag.primo pianoDiamo fastidio a molti... e arrivano i danneggiamenti

5Pag.catania che cresce

Maria Chiara, l’autotrasportoè anche roba da donne

2 14 NOVEMBRE 2014 impresainforma

editoriale

in questo numero14 novembre 2014

9Pag.

8Pag.

11Pag.associazioni

Pacchetto Lupi, le novitànel settore dell’autotrasporto

area legale

Operativo l’accordo per i finanziamenti “rosa”

area fiscale

Decreto semplificazioni: nuovala comunicazione black list

12Pag.50&più enascoReversibilità, in arrivo modifichedel divieto di cumulo

Come al solito, la Sicilia è in ritardo. È mancata una cabina di regia che individuasse con le imprese dei vari settori produttivi i percorsi da seguire. Il rischio è che si spenda molto per ottenere poco

ARRIVA L’EXPO 2015 UN’OCCASIONE

DA NON PERDERE

Fra pochi mesi apriran-no i battenti dei padi-glioni dell'Expo 2015,dedicato non a caso almondo dell’alimenta-

zione. Sarà una vetrina straor-dinaria, un’occasione unica perpresentare ai milioni di visita-tori previsti non solo i nostriprodotti ma vorrei dire soprat-tutto i nostri territori, che co-stituiscono un unicum a livellomondiale per le diversità, perla straordinaria qualità e perquell'incredibile mix di bellezzenaturali, di profumi e di gustiche ha fatto dello stesso madein Italy un sinonimo di bellez-za, di qualità e di unicità. Cosa sta facendo, è giusto do-mandarsi, la Sicilia per sfrutta-re questa opportunità che pur-troppo non si ripresenterà al-meno nei prossimi decenni? Lasensazione che abbiamo nonpromette, per la verità, nientedi buono. Abbiamo come l’im-pressione che sia mancata unavera cabina di regia, una taskforce che coinvolgendo le im-prese dei diversi settori indivi-duasse prima i percorsi e ne de-finisse, poi, con scientificitàtempi e modi. Il rischio è che come spesso ac-caduto in passato si finisca perspendere molto per ottenere po-co! Certo avremo una presenzasiciliana nei padiglioni fieristicima mi chiedo e vi chiedo: baste-rà vista anche l’enorme presen-za di paesi espositori? Certo si èprevista una presenza in formaespositiva presso gli aeroportidell'isola ma anche qui si è va-lutato il rapporto costi / benefi-

ci di un'operazione di questo ti-po, ci si è confrontato con ilmondo produttivo? Siamo per-plessi, non comprendiamo ilsenso di investire milioni di eu-ro in zone non sterili degli aero-porti isolani per presentare inostri prodotti! Per fare cosa?Per vendere prodotti che inmolti casi verrebbero seque-strati ai varchi aeroportuali?Per far semplicemente conosce-re i nostri prodotti che il giornodopo saranno dimenticati e chemagari saranno non reperibilinei paesi di origine dei visitato-ri? Non si è compreso, probabil-mente, come già detto in aper-tura che il vero investimentodovrebbe essere fatto per far sìche chi andrà a Milano vengaanche in Sicilia o meglio ancorache si venga in Sicilia per poi fa-re una visita all'Expo di Milano! C'è ancora tempo per rimedia-re? C'è ancora tempo per dar vi-ta ad un vero e proprio “ponteaereo” Sicilia-Milano? C'è tem-po per organizzarci per propor-re e presentare non singoli pro-dotti ma piuttosto la nostra Si-cilia con il suo insuperabile in-sieme di storia, di diversità e dieccellenze? Ho molti dubbi, imesi che restano sono certa-mente pochissimi ma comun-que penso sia giusto e doverosorimboccarsi le maniche e pro-varci, quantomeno per non ave-re rimpianti. Sempre, ovvia-mente, che i geni del palazzonon preferiscano continuare asbagliare da soli!

M.d.M.

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di Woodstock

Al via il terzo governo Crocetta: molticambiamenti, qualcuno anche azzec-cato, ma la sensazione non cambia.

Che Dio ci aiuti! Non vorremmo essere al po-sto di Alessandro Baccei, neo assessore all'e-conomia del Crocetta ter. Anche se si tratta diun assessore di assoluto livello e per certi ver-si speciale, tanto da ricordare un commissario,lo attendono tali e tante grane da far franca-mente dubitare che ce la possa fare. Intendiamoci, l’assessore Baccei è certamente,come detto, persona di spessore, l’uomo giu-sto al posto giusto; ma il problema è ben al-tro: da domani dovrà confrontarsi con pro-blemi economici che per taluni aspetti ap-paiono insormontabili e contemporaneamen-te dovrà vedersela con il suo Presidente, il mi-tico Crocetta. Devo ammettere di avere dubbi su quale sia ilproblema più serio! Sì perché, diciamolo confranchezza, avrà a che fare con un soggettoche è difficile da definire, un po’ istrione, mol-to permaloso, confusionario come pochi, ca-pace di cambiare idea ogni trenta secondi e didire bugie, piccole e grandi, come nessun al-tro sa fare, il tutto in un italiano cosi straordi-nariamente pasticcione, tanto da lasciare nellamente di chi si sforza di ascoltarlo ed al con-tempo di capirlo, due sole parole: mafia e ri-voluzione! In questa situazione che sa un po’di melodramma o di operetta, il neo assesso-re Baccei si troverà a dover fare i conti con unbuco di bilancio stratosferico, con un eser-cito di funzionari e dirigenti regionali che nonha pari e con una vera e propria valanga di

Crocetta ter: che Dio ci aiuti!

314 NOVEMBRE 2014

affari regionaliimpresainforma

essere prudente e coraggioso al contempo.Dovrà saper avviare un graduale rientro da unsistema di precariato, inutile e non più sop-portabile, dovrà farlo con durezza ma con gra-dualità, la Sicilia non può sopportare di colpola perdita di migliaia di posti di lavoro, fore-stali o formatori che siano, l'amara pillola do-vrà essere assunta a piccole dosi. Dovrà ta-gliare senza più remore le partecipate, im-ponendo la stessa politica ai comuni. Dovràsoprattutto trovare le risorse per investire nel-lo sviluppo. Cosa propone, abbiamo chiesto, in questosenso Confcommercio Sicilia? La risposta è sta-ta chiara e netta. Poche cose ma decisive: 1)la creazione di un fondo di controgaranzia cheaffianchi ed operi in piena sinergia con il si-stema dei Confidi; 2) un intervento di capita-lizzazione degli stessi Confidi il cui ruolo perl’accesso al credito dei piccoli e medi impren-ditori resta fondamentale; 3) investimenti mi-rati per colmare le deficienze infrastruttura-li che penalizzano la Sicilia, in primis il com-pletamento dell'anello autostradale, la portua-lità e la nascita delle prime tratte ferroviarie adalta velocità, a partire dalla Catania-Palermo;4) la soluzione definitiva del problema dei ri-fiuti con la creazione delle tre piattaformepubbliche già previste, con un sistema diffusodi compostaggio e non trascurando aprioristi-camente l'utilizzo di nuove tecnologie a bassoimpatto ambientale; 5) un piano plurienna-le di rilancio del turismo, settore da Conf-commercio ritenuto strategico per il rilanciodell'intera economia siciliana. Riuscirà Conf-commercio Sicilia a farsi finalmente ascoltare? Lo speriamo!

La nomina del supertecnico Alessandro Baccei all’assessorato all’Economia fa ben sperare Ma il nuovo assessore dovrà fare i conti con problemi che sembrano insormontabili “ ”

precari, frutto di decenni di assunzioni clien-telari, di promesse elettorali e di assoluta as-senza di qualsiasi forma di meritocrazia. Sitroverà, nello stesso tempo, a dover fare i con-ti con l’esigenza di rilanciare un'economiache, più che stagnante, dovrebbe essere de-finita recessiva. Un’impresa da far venire ilmal di testa anche ai più ottimisti. Eppure prima o poi qualcuno dovrà pur met-tere mano seriamente ai problemi. Ricordiamobene come non sortirono effetti le richiesteavanzate al governo Lombardo da parte diConfcommercio di procedere con riduzioni dipersonale sistematiche, seppure di piccola en-tità. Allora si proponevano tagli del 3% an-nuali, tagli che se applicati avrebbero porta-to oggi ad una riduzione dei costi superiore al20% , né in questo senso ci pare che nei pri-mi due anni di Crocetta si sia visto molto. Chefare oggi, dunque, in una situazione ulterior-mente deteriorata, con un livello di tassazioneassolutamente insostenibile? Ci auguriamo elo diciamo senza remore che Baccei sappia

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Page 4: Impresainforma

4 14 NOVEMBRE 2014 impresainforma

primo piano

Dai furti nelle sedi di Confcommercio all’incendio dell’auto del presidente di Randazzo DanieleSindoni. Nessuno si illuda: non cambiamo né arretriamo, l’impegno continua con più forza “ ”

di Pietro Agen

La Confcommercio nonè certamente una diquelle organizzazioni

che si fanno amare, diamofastidio a molti: non stiamo

zitti di fronte alle ingiustizie ed alle illegalità,incitiamo i nostri soci a non piegarsi ai ricat-ti della criminalità, denunciamo pubblica-mente le cose che a nostro avviso non van-no, non ci pieghiamo ai potenti del momen-to. Insomma siamo dei rompiscatole e civantiamo di esserlo! In una terra dove il consociativismo dei sin-goli è diventato sistema, un sistema consoli-dato dove per ottenere qualche medaglietta,molti sono pronti a tutto. La Confcommercio,troppo spesso da sola, rifiuta di tacere,non rinuncia a restare una voce fuori dalcoro. Questo modo, per noi l'unico possibi-le di essere organizzazione di categoria, cicosta, lo sapevamo ieri e lo sappiamo oggi.Non è un caso se negli ultimi mesi le nostresedi hanno subìto un vero e proprio stil-licidio di strani furti, di inspiegabili dan-neggiamenti, ultimo in ordine di tempo l'in-cendio dell’auto del nostro presidente diRandazzo Daniele Sindoni, peraltro presi-dente anche dell'associazione antiracket“Dalla Chiesa” del Sistema Confcommercio.Non è un caso se troppo spesso ci troviamo

soli nel denunciare il dilagare dell’abusivi-smo a Catania, nel difendere gli imprendito-ri di Via Leopardi come quelli del Lungoma-re, nell'intervenire a Nicolosi come a Pater-nò, a Caltagirone come a Giarre. Non è un caso se siamo soli o quasi nel con-testare l’antimafia di facciata, come l'anti-racket di mestiere. Per la Confcommercio lalotta alla criminalità è fatta, innanzitutto, dicomportamenti più che di dichiarazioni ma èsoprattutto un impegno sociale. Mai e poi mai una professione o un sistemaper accedere a fondi o contributi che nonsiano quelli necessari a sostenere le spese le-gali delle costituzioni di parte civile a fianco

dei nostri soci! Non è facileandare contro corrente ma sia-mo convinti che la coerenzanel tempo paghi anche se iprezzi da pagare, talvolta,sembrano troppo duri da sop-portare. Il tempo è galantuomo, finitele passerelle e le recite il no-stro impegno resterà e sarà de-terminante per avviare quelcambiamento senza cui la Sici-lia appare destina ad una si-stematica decadenza. Resta ilfatto che se qualcuno speradi intimidirci dimostra es-

senzialmente di non conoscerci, ad ognidifficoltà si accresce la nostra convinzione diessere dalla parte giusta e la certezza che chici attacca lo fa perché è in difficoltà. Lo ab-biamo detto pubblicamente a Randazzo, do-ve giovedì ci siamo riuniti con la giunta del-la Confcommercio provinciale per far capi-re che Daniele non è solo, lo grideremo,se sarà necessario a Palermo il 26 novembrequando si riuniranno i direttivi di tutte le no-stre organizzazioni provinciali per la giorna-ta della legalità. Non ci piangeremo addos-so, faremo proposte e chiederemo impegniprecisi, non ci rassegneremo a vedere vani-ficato l'impegno di tanti nostri uomini. Nes-suno si illuda di condizionarci!

Diamo fastidio a molti... e arrivano i danneggiamenti

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514 NOVEMBRE 2014

catania che cresceimpresainforma

di Rita La Rocca

I numeri parlano chiaro: ledonne stanno pian piano rita-gliandosi uno spazio sempre

più ampio all’interno dell’univer-so imprenditoriale italiano. Se-condo i dati dell’Osservatoriodell’imprenditoria femminile diUnioncamere-InfoCamere, ag-giornati a giugno 2014, le impre-se femminili rappresentano oggiil 21,4 % delle aziende italiane.Ma il dato più interessante è che,approfittando degli spazi sul mer-cato emersi con la crisi, le im-prenditrici danno vita a nuovePmi con un ritmo superiore allamedia (+ 0,73% tra aprile e giugno di que-st’anno). E soprattutto non si tirano indietrodi fronte a sfide difficili, come portare avantiun’azienda in settori a retaggio prevalente-mente maschile. Lo dimostra la storia di Maria Chiara che dapiù di 25 anni è alla guida, insieme alle suedue figlie Michela e Martina, della Ciduesrl, un’azienda di trasporto su strada di mer-ci e logistica integrata con sede a Belpasso.Un settore, quello dell’autotrasporto, in cui lamaggior parte degli interlocutori è costituitada uomini e in cui la leadership femminile èancora considerata una novità. Eppure la si-gnora Chiara e le sue figlie non si sono mailasciate intimorire e, negli anni, hanno datovita a una realtà affermata che si è saputa im-porre nel campo del trasporto, stoccaggio emontaggio di merci in tutta la Sicilia. Ci racconti la sua esperienza alla guidadella Cidue srl.«Circa 25 anni fa ho rilevato l’impresa di miopadre che era un autotrasportatore. Il mio in-gresso in azienda è stato accompagnato dadifficoltà di natura economica che hannomesso duramente alla prova le mie capacitàdirigenziali. Ci sono voluti anni per sanare lasituazione. Cinque anni fa ero sul punto dimollare tutto e chiudere l’attività, ma le miefiglie Michela e Martina mi hanno convinta adandare avanti. Sono entrate in società insiemea me e Michela è diventata amministratoreunico. Qualcuno dubitava del fatto che tredonne potessero mandare avanti un’attivitàcome la nostra, ma non ci siamo lasciate sco-

Maria Chiara: «Non ci siamo fattescoraggiare da chi non credeva in noi»

raggiare da chi non credeva nelle nostre po-tenzialità e alla fine i fatti ci hanno dato ra-gione. Nel giro di pochi anni l’azienda è cre-sciuta: da 5 dipendenti siamo passati a 9, fi-no ad arrivare oggi a una ventina di collabo-ratori. Siamo anche riuscite ad apportare no-tevoli migliorie a livello organizzativo e strut-turale: abbiamo ingrandito i capannoni e lescaffalatura, e improntato un sistema di cari-co che ci consente di svolgere tutte le opera-zioni in maniera veloce e precisa. E tutto que-sto contando solo sulle nostre forze e sullanostra intraprendenza che ci spinge a cerca-re sempre nuovi strumenti per lavorare me-glio». Avete mai avuto problemi a lavorare inun ambiente a prevalenza maschile?«Il lavoro di trasporto e montaggio richiedeforza fisica, quindi i nostri dipendenti sonoper lo più uomini, ma questo non ci ha maicreato problemi. I nostri ragazzi sono infattistati abituati a seguire delle norme di com-portamento molto rigorose e ad essere sem-pre professionali, sia con noi che con i nostriclienti. In questo settore, poi, capita spesso diimbattersi in persone poco propense al dia-logo con cui non è facile interagire, ma coltempo abbiamo imparato a gestirle e, quan-do necessario, a “metterle al proprio posto”.In definitiva, la nostra esperienza può defi-nirsi assolutamente positiva». Quali sono i punti di forza di una gestio-ne aziendale al femminile?«Essere imprenditrice in questo settore signi-

Nonostante i pregiudizi di tanti, Maria Chiara e le sue figlie portano avanti con successo da anni la loro azienda di autotrasporti, un settore ancora oggi a prevalenza maschile “

fica soprattutto avere la capacitàdi dialogare con le persone checi si trova davanti, saperle met-tere a proprio agio, saperne in-dividuare le necessità ma anche,a volte, essere in grado di “met-terle al proprio posto”. Per esse-re imprenditrice ci vuole unospessore personale non indiffe-rente». Quali sono le principali diffi-coltà che incontra un’im-prenditrice?«Sono le stesse difficoltà che af-fronta qualsiasi capitano d’azien-da, uomo o donna che sia. Nonriceviamo nessun appoggio daparte delle istituzioni o delle as-

sociazioni di categoria, quando abbiamo bi-sogno di informazioni o sostegno non trovia-mo nessuno in grado di rispondere alle no-stre esigenze. Siamo costrette a fare tutto dasole, a reperire informazioni legali, fiscali,amministrative, perché i professionisti com-petenti in questo settore sono davvero po-chi». Come affrontate la crisi?«La crisi è difficile da fronteggiare anche per-ché le banche e gli istituti di credito invece ditendere una mano spingono le aziende an-cora di più nel baratro. Per portare avanti l’at-tività dobbiamo contare esclusivamente suinostri mezzi e sulle nostre risorse, perché lebanche non concedono più credito o lo fan-no a condizioni proibitive. Sono le piccoleaziende come la nostra che mandano avantil’economia, ma gli istituti di credito restanosordi ai nostri appelli. A ciò si aggiunge l’ele-vatissimo costo del lavoro e soprattutto lapressione fiscale che ci sta strangolando». E la concorrenza?«La concorrenza nel nostro settore è spietata.L’unico modo che i nostri concorrenti cono-scono per affrontare la crisi è abbassare il li-stino prezzi, senza capire che il danno mag-giore non lo fanno agli avversari ma a se stes-si. Ogni tanto ci capita di perdere qualchecliente che viene allettato da un ipotetico ri-sparmio offerto della concorrenza, ma lamaggior parte di loro dopo un po’ ritorna alavorare con noi perché altrove non troval’efficienza e la professionalità che ci con-traddistinguono da sempre».

Page 6: Impresainforma

6 14 NOVEMBRE 2014 impresainforma

area credito

di Marco Granata

Il tessuto economico delnostro paese è formatoper la maggior parte da

aziende familiari che dan-no lavoro e contribuisconoin modo considerevole alla

ricchezza nazionale grazie alla caparbietà dichi regge le fila dell’azienda. Ma arriva unmomento in cui il titolare sa che deve cede-re il testimone e questo, com’è ovvio, vieneceduto al figlio o ai figli. Questa è una fasedi stress per l’azienda non solo da un puntodi vista di asset aziendale ma anche dal con-creto rischio di fallimento di quanto creato intanti anni di attività. Le cause della crisi durante un passaggio ge-nerazionale possono essere le più diversema è indubbio che in quel momento la so-vrapposizione azienda – famiglia, punto chia-ve dello sviluppo imprenditoriale, può tra-sformarsi in un fattore di debolezza nel casoin cui i rapporti tra “vecchio leone” e “nuo-

ve leve” siano improntati - come spessoaccade – esclusivamente alla classica rela-zione genitore – figli con confusione diruoli aziendali ed assenza di regole digovernance e strategie di crescita e di svi-luppo. Prima di passare ad analizzare gli aspettiprettamente “emozionali” è giusto inqua-drare quelli che sono gli aspetti legislativi efiscali. Lo Stato italiano solo nel 2006 conla legge n. 55 ha introdotto nel nostro Co-dice Civile significative agevolazioni e, suc-cessivamente, con la finanziaria 2007 haprevisto l’esenzione dall’imposte sulle suc-cessioni e donazioni per i trasferimenti diazienda. La legge mette a disposizione del-l’imprenditore diversi strumenti per ge-stire il passaggio generazionale, tra iquali la cessione o donazione di parteci-pazioni che è uno strumento particolar-mente utile nelle seguenti situazioni: l’im-prenditore non ha eredi a cui lasciare l’a-zienda; non ci sono eredi interessati allacontinuazione dell’attività d’impresa; solo

alcuni degli eredi sono interessati alla conti-nuazione dell’attività aziendale. Nelle prime due ipotesi la cessione d’aziendarappresenta l’unica alternativa possibile; nelterzo caso, invece, può essere utile la cessio-ne del ramo d’azienda. Altra forma utilizzabile è la separazione trausufrutto e nuda proprietà dell’azienda (oramo d’azienda). In questo caso, al figliospetta la gestione dell’azienda, il quale, purentrando in contatto diretto con le dinamichee le problematiche aziendali, può trovare an-cora nel padre (nudo proprietario), un puntodi riferimento avvalendosi dei suoi consigli.Qualora i figli dovessero essere numerosi edla ditta/società presenta un ottimo volumed’affari si potrebbe immaginare di creareuna holding che controlli la società “di fa-miglia”. Questa scelta evita eventuali conflittitra i figli che potrebbero ripercuotersi negati-vamente sull’attività delle società operative,mettendo a rischio la gestione aziendale e lasopravvivenza dell’azienda stessa. La creazio-ne di una holding che controlla la società

Cambio generazionale in aziendaVantaggi e rischi di sovrapposizione

Donazione, separazione tra usufrutto e nuda proprietà, holding. La legge prevede vari strumenti per gestire il passaggio. Ma le cause delle crisi sono soprattutto di tipo emozionale“ ”

Page 7: Impresainforma

714 NOVEMBRE 2014impresainforma

permetterebbe anche di separare l’assettoproprietario (padre e figli soci della holding)da quello manageriale (non necessariamentele società operative devono essere ammini-strate dai soci della holding). Nella programmazione della successione l’im-prenditore ha esigenze personali, familiari ed’impresa. Per garantire pertanto il passaggiogenerazionale ed evitare i possibili rischi so-pra evidenziati l’imprenditore potrebbe isti-tuire un Trust conferendo il 100% dellequote della S.r.l. dando istruzione al Trusteeaffinché alla sua morte nomini come ammini-stratore della società il figlio capace di gestir-la e divida gli eventuali profitti della S.r.l. inmodo paritetico tra tutti i legittimi eredi.Per Patto di famiglia – ai sensi dell’art. 768bis del c.c. - si intende “il contratto con cuil'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte,l'azienda, ad uno o più discendenti” ritenutimaggiormente idonei alla gestione e questo oquesti compenseranno gli altri legittimari conuna somma corrispondente alla quota lorospettante. L’applicazione della norma puòoperativamente comportare diverse criticitàsoprattutto nel caso in cui i legittimari non as-segnatari dell’azienda si oppongano all’ope-razione. Generalmente, soprattutto, al Sud la formapreferita è la donazione d’azienda o con lacreazione di una nuova ditta individuale(qualora il figlio sia unico) oppure con lacreazione di una società (qualora i figli sia-no più di uno) concordando preventivamen-te il tutto tra le parti, senza l’incertezza del-l’eventuale successione per causa di morte.Attraverso l’introduzione del D.lgs. 346/1990,il nostro legislatore ha previsto l’esenzionedall’imposizione sulle successioni e donazio-ni per i trasferimenti di aziende familiari ef-fettuati. Una volta scelta la migliore forma giuridica, lasopravvivenza della nascitura azienda dipen-de dalla capacità di preparare le nuove gene-razioni a raccogliere l’eredità delle sceltecompiute in passato e interpretare le sfideposte dal futuro. È fondamentale program-mare con largo anticipo il passaggio del testi-mone dall’imprenditore ai successori poichéla continuità generazionale è un’azione stra-tegica per garantire la sopravvivenza e lo svi-luppo dell’azienda nel tempo. È importantepreparare sia le nuove leve a raccogliere il te-stimone, attraverso una preparazione mana-geriale, sia l’imprenditore ad accogliere inmodo positivo i successori e a trasferire lorola sua conoscenza, perché il punto di incon-tro è l’azienda. La classe imprenditoriale at-tuale deve predisporsi al cambiamento e al-l’evoluzione e la nuova generazione devecomprendere la realtà del territorio in cui l’a-zienda opera. L’azienda è lo spazio in cui si confrontano ge-nerazioni attuali e future di imprenditori. Èpertanto indispensabile individuare unpunto di incontro tra le due visioni cheunisca l’esperienza e la conoscenza con-

solidate nel tempo, alle nuove energie e allapotenziale innovatività di idee fresche. Tale punto d’incontro potrebbe essere chiara-mente inficiato da aspetti emotivi e legamipersonali che rappresentano fattori di criticitànon legati al contesto competitivo, ma poten-zialmente fatali per l’impresa. Spesso l’azien-da è vista come futura fonte di occupazioneper il figlio, generando un malinteso senso disolidarietà familiare che potrebbe causare ilfallimento della stessa qualora quest’ultimonon presenti delle competenze adeguate alruolo che dovrà andare a ricoprire o che po-trebbe demotivare le “forze valide” qualora,ad esempio, nella gestione venga scelto un fi-glio piuttosto che un altro per motivi senti-mentali. Inoltre, potrebbero innestarsi dei“doveri morali” che sono insiti nel rapportopadre-figlio (il padre non vuole tradite le pro-prie aspettative) e viceversa (il figlio segue lastrada tracciata dal padre senza apportare delsuo per dovere morale) ma che non hannonulla a che vedere con una corretta gestione

dell’impresa. Può anche accadere che l’im-prenditore al momento del passaggio genera-zionale, pur in presenza di validi successori liritenga inadeguati o rifiuti l’idea che l’aziendanon sia più sotto il proprio controllo preten-dendo di essere parte attiva del decision ma-king e creando, così, conflitti e sovrapposi-zioni di dinamiche aziendali e psicologiche. Inoltre, troppo spesso il ruolo ingombrantericoperto dal pater familias fa sì che gli ap-porti delle nuove leve in termini di adegua-mento alla situazione odierna e innovazionetecnologica venga limitato così come, dall’al-tro lato, il know how acquisito dal primo nonvenga traferito ai figli a causa del tipo di rap-porto genitoriale in corso.L’erede tenderà a concentrarsi sui ruoliformali attribuitigli piuttosto che sulle com-petenze e la legittimazione del suo nuovoruolo. Il “padre-imprenditore”, nella sua lun-ga vita lavorativa è stato un accentratore, haguadagnato stima e ammirazione da parte difornitori e clienti e incarna la leadership inazienda con i propri dipendenti. Ma questi“valori” non possono essere trasferiti allenuove leve con un processo fotocopia o im-ponendo le nuove scelte da effettuare. Il“vecchio leone” non è più l’artefice e l’attoredel cambiamento. La scena deve essere necessariamente cedutaal nuovo attore, lasciandogli creare un pro-prio percorso che sia frutto delle esperien-ze del padre e non decisione di quest’ultimo.Una volta sancita l’effettiva volontà da en-trambe le parti di procedere, è utile che l’in-gresso degli eredi in azienda avvenga una as-sunzione di responsabilità graduale, magaritramite l’affiancamento di un dipendente fi-dato e con lunga esperienza di vita nell’a-zienda che ne segua e favorisca la crescitaimprenditoriale con un distacco emotivo edun autonomia che difficilmente il genitoreavrebbe nei confronti dei propri figli. Inoltre,è necessario che il trasferimento dei poterinon sia affrettato rispetto ad un’adeguata ma-turazione delle competenze in capo ai suc-cessori.In questo senso la pianificazione del pas-saggio generazionale assume un ruolocentrale che può divenire un punto di forzase volta all’acquisizione di nuove competen-ze, di innovazioni, di ricerca tecnologica e dinuovi mercati di sbocco. Il mercato chiede al-l’erede di essere un imprenditore del futurocapace di guardare con occhi attuali alle nuo-ve sfide con spirito d’avventura e propensio-ne al rischio. In tale difficile compito, la soluzione per vin-cere potrebbe essere quella di acquisire lecompetenze del padre e fonderle con deiprofili di innovazione (che dovrebbero es-sere congeniti nelle nuove generazioni) mache potrebbero essere stimolati attraverso lasensibilizzazione che le associazioni di cate-goria dovrebbero, attraverso veri e propri se-minari-corsi-affiancamenti, instillare nei nuovititolari.

La contemporanea presenza di padre e figlio nella gestione

dell’attività può generare problemi se c’è confusione di ruoli aziendali e assenza di regole di governance e strategie di crescita

Page 8: Impresainforma

8 14 NOVEMBRE 2014 impresainforma

area legaleFinalmente operativo il protocollod’intesa per i finanziamenti “rosa”

Grazie all’attivazione di specifici plafond da parte dalle banche le PMI al femminile avranno a disposizione un canale privilegiato di accesso al credito“

di Chiara Corsaro

È pronto ilpiano di in-terventi per

sostenere l’acces-so al credito delle

PMI a prevalente partecipazionefemminile, attraverso l’attivazionedi specifici plafond messi a disposi-zione dagli istituti di credito aderen-ti all’iniziativa. Pertanto, sino al 31 dicembre 2015 esalvo ulteriore proroga, le PMI fem-minili e le libere professionisteavranno un canale privilegiato di ac-cesso al credito.Tale iniziativa nasce da un protocol-lo d’intesa siglato tra il Dipartimentodelle pari Opportunità presso la Pre-sidenza del Consiglio e ABI, Conf-commercio, Confindustria, Casarti-giani, Confapi e Alleanza delle Co-operative Italiane.I gruppi bancari aderenti all’iniziativa e pre-senti nell’ambito del nostro territorio regio-nale sono il Banco Popolare e Unipol Ban-ca: il primo è intervenuto mettendo a dis-posizione uno specifico plafond di 100 mi-lioni di euro e il secondo con un plafond di10 milioni di euro.I soggetti beneficiari di tale misura sono in-dividuati nelle PMI, operanti in qualunquesettore, a prevalente partecipazione femmi-nile, ovvero: imprese individuali in cui il ti-tolare sia una donna, società di personenelle quali almeno il 60% delle quote siadetenuta da donne, società di capitali in cuialmeno i 2/3 delle quote siano detenute dadonne o in alternativa i 2/3 degli organi diamministrazione siano a partecipazionefemminile, società cooperative in cui alme-no il 60% della compagine sociale sia fem-minile, lavoratrici autonome e libere pro-fessioniste.Gli interventi finanziabili attraverso tale mi-sura sono di tre tipi: “Investiamo nelle

speciale del Fondo di garanzia dello Statocreato per le PMI a prevalente partecipa-zione femminile, che prevede, in presenzadei requisiti richiesti, la concessione di unagaranzia a copertura dell’80% del capitaleerogato.Quale ulteriore agevolazione è prevista lapossibilità della sospensione per un perio-do di 12 mesi del rimborso del capitaleerogato, più in particolare il rimborso puòessere sospeso nel caso di maternità del-l’imprenditrice, grave malattia dell’impren-ditrice o del coniuge o dei figli della stes-sa, malattia invalidante di un genitore o pa-rente affine entro il terzo grado.Per potere accedere a tali agevolazioni ècomunque necessario che le imprese ri-chiedenti non versino in condizioni di dif-ficoltà economica individuate come partitein sofferenza o incaglio, esposizioni scadu-te o sconfinanti da oltre novanta giorni eprocedure esecutive in corso.

donne”, una misura con la quale è pos-sibile ottenere un finanziamento per larealizzazione di nuovi investimenti, ma-teriali e immateriali, finalizzato allo svi-luppo dell’attività di impresa o della li-bera professione esercitata; “Donne instart-up”, un finanziamento dedicato acoloro che vogliono costituire una nuovaimpresa o intraprendere una libera pro-fessione; “Donne in ripresa”, un finan-ziamento destinato al miglioramento del-la situazione finanziaria dell’azienda at-traverso il consolidamento della liquiditàdella stessa.L’agevolazione prevista attraverso la co-stituzione di tali plafond dedicati, consi-ste nella concessione di finanziamenti acondizioni competitive rispetto alle nor-mali condizioni di mercato, ovvero conspread significativamente ridotti espese di istruttoria agevolate.Tali linee di finanziamento potranno es-sere assistite dalla garanzia della Sezione

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914 NOVEMBRE 2014

area fiscaleimpresainforma

Decreto semplificazioni: cambiala comunicazione black list

Solo una volta all’anno e per importi superiori a 10 mila euro. Questa, in sintesi, la novità contenuta nel decreto legislativo approvato dal Governo. Verifica obbligatoria su tutte le operazioni“ ”

di Caterina Cannata

Una delle conse-guenze delle mo-difiche introdotte

dall’art.21 del Dlgs sem-plificazioni, approvato in

via definitiva dal Consiglio dei ministri del30 ottobre e in attesa di pubblicazionesulla Gazzetta Ufficiale, è il cambiamentodelle modalità e dei termini per la pre-sentazione delle comunicazioni relativealle operazioni effettuate con imprese lo-calizzate in paesi a fiscalità privilegiata dicui all’art.1 del DL 40/2010.Per quanto riguarda il primo aspetto, lasoglia di 500 euro (sotto la quale non vi èobbligo di comunicare le operazioni all’A-genzia) viene portata a 10.000 euro e laverifica del nuovo limite dovrà essere ef-fettuata su tutte le operazioni dell’anno.Le novità scatteranno per le operazioniposte in essere nell’anno solare in corsoalla data di entrata in vigore del provvedi-mento. Ciò potrà voler dire che verrannomeno gli obblighi di comunicazione delleoperazioni poste in essere in quest’ultimafrazione di anno ma anche che per leeventuali comunicazioni omesse nel 2014ci potrebbe essere un “effetto-sanato-ria”.Se questa formulazione della norma verràconfermata e se il decreto legislativo en-trerà in vigore nel 2014, occorrerà quindipresentare alla scadenza la comunicazio-ne “a consuntivo” relativa alle operazionidel 2014 stesso, e non vi sarà più l’obbli-go di presentare le comunicazioni mensilio trimestrali del 2014 (soluzione che, pru-denzialmente, è opportuno adottare solouna volta che il provvedimento sarà defi-nitivo con la pubblicazione sulla GazzettaUfficiale). Va poi detto che, se per ipotesi il DLgs.dovesse entrare in vigore negli ultimi me-si del 2014, vi sarebbe il paradosso per cui

soggette Iva permancanza del re-quisito territoriale.La comunicazio-ne va effettuatacon il modellopolivalente e de-ve essere trasmes-sa mensilmente otrimestralmente inbase all’ammonta-re delle operazio-ni. In particolare ilmodello deve es-sere presentato tri-mestralmente daicontribuenti chenei quattro trime-stri precedenti eper ciascuna cate-goria di operazioni

un ammontare totale non superore a50mila euro. I soggetti che superano taleimporto devono effettuare la trasmissionedei dati mensilmente.Questa semplificazione è finalizzata a ri-modulare gli obblighi amministrativi perle imprese anche perché ad essi non cor-risponde una reale utilità per l’ammini-strazione finanziaria ai fini delle attività dicontrollo e accertamento. Molti contri-buenti saranno esonerati, infatti, dall’obbligo della comunicazione. Ad oggi non si sa ancora quale sarà il ter-mine di presentazione anche se ci siaspetta possa essere quello dello speso-metro (aprile dell’anno successivo).Quindi, per effetto delle novità in com-mento la comunicazione polivalente po-trebbe iniziare ad assumere una parvenzadi coerenza e razionalità, accorpando nel-la stessa scadenza e con la medesima pe-riodicità spesometro, comunicazione del-le operazioni in contanti legate al turismoe a questo punto comunicazioni “blacklist”.

le imprese si ritroveranno presumibil-mente ad aver presentato la maggior par-te delle comunicazioni mensili o trime-strali e a dover presentare nel 2015 anchela comunicazione black list “cumulativa”.Al momento in cui si scrive, quindi, si au-spica una conferma rapida da parte del-l’amministrazione finanziaria per evitareagli operatori margini di incertezza. Attualmente i soggetti passivi Iva hannol’obbligo di comunicare telematica-mente all’Agenzia delle Entrate tutte lecessioni di beni e le prestazioni di servi-zi effettuate e ricevute di importo supe-riore a 500,00 euro effettuate con opera-tori localizzati in paesi black list. L’obbli-go di comunicazione sussiste solo quan-do la controparte localizzata in paesiblack list è un operatore economico. Se,infatti, non svolge un’attività imprendito-riale le operazioni intercorse non sonooggetto di comunicazione.Sono oggetto della comunicazione tut-te le operazioni rilevanti ai fini Iva (im-ponibili, non imponibili, esenti) o non

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area lavoro

di Silvia Carrara

C’è ancora moltaconfusione sulquadro normativo

che regola la presenzadelle telecamere nei luo-

ghi di lavoro. Non tutti gli imprenditorisanno che prima di installare la videosor-veglianza occorre o la stipula di un accor-do sindacale o avere un’esplicita autorizza-zione da parte della Direzione Territorialedel Lavoro, altrimenti si rischia di trasfor-mare le telecamere in un una sorta di Gran-de Fratello che sorveglia costantemente ilavoratori in forza all’azienda. Ovviamente,la regola vale solo per le imprese in cui cisiano dipendenti. Con sentenza n. 4331 del 30 gennaio 2014,la Corte di Cassazione ha chiarito che l’in-stallazione di una telecamera puntata suidipendenti, o in luoghi di lavoro dove que-sti hanno accesso anche occasionalmente,senza aver ricevuto preventivamente l’au-torizzazione dell’ispettorato del lavoro osenza aver stipulato prima uno specificoaccordo con le rappresentanze sindacali,comporta la responsabilità penale deldatore di lavoro.Non conta, secondo gli ermellini, il fattoche le videoriprese sul posto di lavoro sia-no iniziate soltanto dopo il benestare delladirezione provinciale del lavoro, se le tele-camere erano precedentemente installate.È stato infatti precisato che, in virtù dell’art.4 dello Statuto dei Lavoratori (Legge300/1970), a priori va tutelato il bene giu-ridico della riservatezza del lavoratoree, di conseguenza, il reato a carico del da-tore può configurarsi con la mera installa-zione non autorizzata dell’impianto di vi-deoripresa, anche se la telecamera rimanespenta in attesa di ottenere il nulla osta del-la DTL o di siglare l’accordo con i sindaca-ti.Per evitare sanzioni, le telecamere devonoquindi essere montate solo ed esclusiva-mente dopo aver ricevuto l’autorizzazioneo solo dopo avere stipulato l’accordo con isindacati.Anche il Garante della Privacy, con ilprovvedimento n. 267 del 4 ottobre 2012,ha dichiarato illecito il trattamento dei datieffettuato in un’azienda mediante un siste-ma di videosorveglianza, composto di tele-camere brandeggiabili, in grado di monito-

Telecamere sul lavoro, indispensabilel’autorizzazione o l’accordo sindacale

Senza il benestare della Direzione Territoriale del Lavoro o dei sindacati, l’installazione di apparecchi per la videosorveglianza in azienda, anche se spenti, è un illecito penale“ ”

penale, sia in relazione al citato Codice perla Protezione dei Dati personali, sia perquanto riguarda l’art. 4 dello Statuto del La-voratori (L. 300/70). Pertanto la stipula dell’accordo sindacale ola richiesta dell’autorizzazione deve farsisia che le telecamere siano in funzione, siache restino spente e siano utilizzate dun-que come semplice “deterrente” a furti, ra-pine, atti vandalici e quant’altro.Nonostante le varie forme di comunicazio-ni utilizzate per dare la corretta informa-zioni alle imprese, sono ancora molte quel-le che installano gli impianti di videosorve-glianza con finalità anticrimine senza ri-spettare le normative di riferimento.Proprio per chiarire il quadro normativo le-gato agli impianti di videosorveglianza,Confcommercio di Catania ha attivatoun servizio di consulenza a cui è possi-bile rivolgersi per chiarire dubbi e sanareeventuali irregolarità. La raccomandazione è di mettersi in regolaal più presto anche per evitare sanzioni. Confcommercio ha stipulato un accor-do con le organizzazioni sindacali pro-vinciali che consente alle aziende associa-te di stipulare l’accordo sindacale previstodall’art.4 dello Statuto dei lavoratori. Nei prossimi giorni, poi, Confcommerciointende stipulare un protocollo con la Di-rezione territoriale del Lavoro di Cataniacon l’intento di agevolare e aiutare le im-prese a rispettare le procedure.

rare anche l’audio (come molte delle co-muni telecamere, in particolare le cosiddet-te “dome”), installate in modo ben visibilenell’ambito degli uffici dell’impresa, vietan-done il proseguimento. Il sistema, privo diun impianto di videoregistrazione, era sta-to installato, pur apponendo un cartello in-formativo, senza preventivo accordo sinda-cale ex art. 4 L. 300/70, né autorizzazionedella Direzione Provinciale del Lavorocompetente. L’installazione è stata motivatacon generiche ragioni di sicurezza, preven-zione di illeciti, e tutela del patrimonioaziendale, non ritenute adeguatamente di-mostrate. Nel provvedimento, che ha di-chiarato illecito il trattamento per violazio-ne dei principi di liceità, pertinenza e noneccedenza, a prescindere dalla suddettaviolazione dell’art. 4 dello Statuto dei Lavo-ratori, il Garante si è soffermato sul princi-pio ormai consolidato nei diversi decennidi giurisprudenza post-Statuto, che il divie-to di controllo a distanza dell’attività lavo-rativa non viene meno in caso di disconti-nuità dello stesso, né per il fatto che i la-voratori sono a conoscenza dell’esistenzadell’impianto (Cass., 18 febbraio 1983, n.1236), e che la fattispecie di reato si con-cretizza già nel momento in cui le teleca-mere “siano state solo installate ma non an-cora funzionanti” (Cass.,6 marzo 1986, n.1490, Cass., 16 settembre 1997, n. 9211).Oltre alle sanzioni amministrative immedia-tamente applicabili per le violazioni del co-siddetto Codice Privacy (D.lgs. 196/2003),tutti gli atti sono stati trasmessi all’AutoritàGiudiziaria per le valutazioni di carattere

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Dall’abolizione della scheda di trasporto all’adeguamento del costo di gasolio e pedaggi, le proposte del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti attendono il via libera delle associzioni“

Pacchetto Lupi, novità in arrivo nell’autotrasporto

di Giovanni Rinzivillo

IIl pacchetto di propostepresentate dal ministrodelle Infrastrutture e

dei Trasporti MaurizioLupi nel corso dell’incontro

del 6 novembre con le associazioni di cate-goria dell’autotrasporto presenta un quadromolto dettagliato di novità. C’è la remissionealla parti del prezzo e delle condizioni deltrasporto, c’è la responsabilizzazione delcommittente rispetto alla verifica della rego-larità del vettore, c’è la deburocratizzazionedi molti aspetti, compresa la scheda di tra-sporto, c’è la subordinazione dell’azione di-retta a un tentativo di conciliazione tra leparti assistite da avvocati o, volendo, daesperire tramite associazioni di categoria, c’èl’adeguamento del costo del gasolio e deipedaggi autostradali nel caso in cui, rispettoa trasporti che superino i 30 giorni, ci siauno scostamento del prezzo superiore al 2%,c’è la limitazione della subvezione a un pas-saggio (vettore e subvettore), condizionatacomunque al consenso scritto del commit-tente. ll ministro attende in tempi rapidi del-le risposte in merito, in quanto l’intenzione èquella di rendere l’intero pacchetto unemendamento alla Legge di Stabilità.La verifica della regolarità del vettore daparte del committente.In qualunque contratto di trasporto il prezzoe le condizioni sono rimesse all’autonomiadelle parti. Il committente però deve fare at-tenzione al vettore con cui tratta. Perché sequesti non è in regola con le contribuzioniretributive, previdenziali e assicurative, inpratica non paga i propri dipendenti e/o icontributi Inps e Inail, il committente stessodiventa corresponsabile di tale irregolarità.Per evitarlo il committente deve verificare laregolarità del vettore, anche facendosi con-segnare un’autocertificazione in cui si attestiil versamento delle contribuzioni ricordate. Ilcommittente che non effettui tale verifica onon si faccia consegnare tale autocertifica-zione, diventa solidalmente responsabile in-sieme al vettore o a eventuali subvettori, en-tro i due anni dalla fine del contratto di tra-sporto. Il vantaggio fornito al committente èche questa solidarietà non è paritetica, inquanto il committente può chiedere che gliammanchi dei versamenti siano saldati pri-ma dal vettore e dai subvettori. Ciò significache anche rispetto a un’azione esecutiva il

patrimonio del committente può essere ag-gredito soltanto quando il tentativo di ri-scossione nei confronti del vettore e dei sub-vettori non ha avuto esiti positivi. A facilita-re la vita al committente, però, chiamato aeffettuare la verifica della regolarità del vet-tore, interviene l’Albo, il cui Comitato Cen-trale predisporrà un’apposita sezione internaal proprio sito e nel quale si potranno rinve-nire tutte le informazioni relative alla condi-zione del vettore, ottenute dall’amministra-zione e dagli enti competenti. Questo valeindistintamente per i contratti scritti e verba-li, anche se rispetto a questi ultimi, la man-cata verifica della regolarità del vettore inve-ste anche le contribuzioni fiscali e quelle de-rivanti da violazioni del codice della stradacommesse mentre lo stesso vettore eseguivail trasporto oggetto di contratto. Adeguamento del costo di gasolio e auto-strada.Come avviene in concreto tale indicizzazio-ne? Innanzi tutto, tale misura scatta soltantoin presenza di un contratto di trasportoavente per oggetto prestazioni da effettuarein un tempo superiore ai 30 giorni. In que-sto caso la parte di corrispettivo riferita al co-sto del carburante sostenuto dal vettore e in-dicato nel contratto stesso o in fattura, vieneadeguato laddove il prezzo del gasolio sub-isca un’oscillazione superiore al 2 per cento.L’autentica novità è che questo meccanismofunziona non soltanto per il gasolio, ma an-che per i pedaggi autostradali. L’azione diretta condizionata a un tenta-tivo conciliativo.L’azione diretta viene subordinata a un ten-

tativo di negoziazione delle parti assistite daun avvocato, così come disciplinato dal de-creto 12 settembre n.132, che di fatto miraad alleggerire i carichi pendenti sui tribunalicivili. Alle parti, però, è rimessa la facoltà diprediligere, rispetto a questo tipo di conci-liazione, una mediazione da esperire pressole associazioni di categoria cui aderiscono leimprese. Una facoltà che si può esprimeretramite accordo ad hoc o direttamente in se-de di contratto. Da costi minimi a tabelle di riferimento.Se fino a ieri il loro contenuto era l'espres-sione di una norma obbligatoria dello Stato,nella proposta di Lupi diventeranno un sem-plice riferimento a cui le parti possono guar-dare nella quantificazione della tariffa. Qual-cosa di simile, peraltro, viene attuato anchein Francia. La fine della scheda di trasporto.La cancellazione di tutti gli articoli relativi al-la scheda di trasporto e al Durc, attraversol'abrogazione dell’articolo 7-bis della286/2005 e di tutti i riferimenti alla scheda ditrasporto contenuti in altre parti della Legge. Vettore, subvettore e niente più.Per quanto riguarda la subvezione, la pro-posta Lupi è di condizionarla al consensoscritto del committente. Il vettore cioè puòaffidare in subvezione un trasporto, ma de-ve informarne il committente e ottenere daquesti l'autorizzazione. Non solo, perché ilvettore che si affida a un subvettore si ad-dossa gli stessi oneri di verifica delle regola-rità contributive che il committente, in basealla proposta Lupi, ha nei suoi confronti. Ciòsignifica che se il subvettore si dimostra nonin regola con i versamenti ne risponde an-che il vettore, ma non il committente. Abbiamo detto che il consenso del commit-tente per la subvezione è obbligatorio, tantoche se il vettore non lo richiede, lo stessocommittente può anche risolvere il contrattoper inadempimento. Non è invece consenti-to al subvettore di delegare a sua volta laprestazione del contratto: in pratica i passag-gi di vezione si fermano a lui. Se viola que-sto limite il contratto di trasporto viene con-siderato nullo. L’unica eccezione a questoprincipio vale per i trasporti di collettame,composti da partite di peso singolo non su-periore ai 50 quintali. Perché in questo caso,in cui il camion viene scaricato per suddivi-dere le partite e caricarle su altri veicoli, èconsentito avvalersi di uno o più subvettoridopo ogni rottura di carico.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Maurizio Lupi

associazioni

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12 14 NOVEMBRE 2014 impresainforma

50&più enasco

La Comissione Lavoro della Camera è al lavoro cambiare la norma che prevede tagli dal 25% al 50% del trattamento che spetta al coniuge superstite a seconda dei redditi“

Reversibilità, nuove proposte per modificare il divieto di cumulo

Come è noto,il divieto dicumulo è

una spina nel fian-co per vedove evedovi, titolari dipensione ai super-stiti, per i qualicontinuano ad ap-plicarsi le restrizio-ni introdotte conla legge 335 del1995 (Riforma “Di-ni”).La norma, infatti,prevede tagli chevanno dal 25% al 50% del trattamentoche spetta al coniuge superstite a secondadei redditi (vedi tabella). In altre parole, seai coniugi superstiti spetta il 60% della pen-sione del defunto, tale percentuale scendeal 45% se il loro reddito supera di 3 voltel’importo minimo dell’Inps, il 36% con red-diti superiori a 4 volte il minimo e il 30% sesi va oltre 5 volte tale livello.Ma se i titolari della pensione di reversibili-tà sono almeno due (ad esempio, un co-niuge con un figlio), l’assegno resta intattoanche se il reddito di entrambi è molto ele-vato.La nostra Associazione 50&Più da tempocontinua ad avanzare al legislatore richiestedi modifica della normativa, perché ritieneassurdo differenziare l’ammontare dellapensione sulla base dei redditi del supersti-te, penalizzando questi coniugi che rappre-

”s e n t a n ouna cate-goria perla quale ilrischio im-p o v e r i -mento èpotenzial-m e n t emolto ele-vato.Finalmen-te il temaoggi ècondivisoda diversi

gruppi parlamentari e la CommissioneLavoro della Camera l’ha preso in esame.Tagliare, infatti, l’importo della pensione alconiuge superstite, con prestazione non“assistenziale” ma ottenuta a pieno titolo, èun provvedimento assolutamente ingiustoe non equo.In tutte le proposte di legge dei diversigruppi parlamentari si fa presente come acarico dei beneficiari rimangono moltespese fisse che sono slegate dai consumi.Con il venir meno del reddito del coniugedeceduto si deve far fronte non solo a talispese ma anche a nuove spese impreviste.L’impostazione delle proposte sono diver-se. Si va da ipotesi più percorribili (comequelle di Scelta Civica, Lega Nord e Movi-mento 5 Stelle) che prevedono la corre-sponsione del 100% del trattamento pen-sionistico nel caso in cui il reddito sia infe-

riore rispettivamente a quattro, cinque osei volte il trattamento minimo Inps (6.517euro per il 2014), a ipotesi più radicali (co-me quella del Partito Democratico) che in-troduce la piena cumulabilità dei redditidel beneficiario con quello del de cuius.La Commissione Lavoro della Camera hachiesto al Governo di esprimere un pare-re sul tema della reversibilità. Se non arri-verà in tempi ragionevoli una proposta delGoverno, la commissione lavoro intendecontinuare il suo iter.La nostra Associazione 50&Più continueràa seguire con attenzione la questione per-ché è tempo ed è urgente adesso che ces-si l’insensibilità politica e si spenda gran-de attenzione per i nostri anziani vistoche quote sempre più estese stanno scivo-lando verso una condizione di povertàinaccettabile.

LE RIDUZIONI 2014 IN BASE AL REDDITO

PENSIONE DI REVERSIBILITÀ

Fino a 19.553,82 euro La pensione resta al 60% della quotamaturata dal defunto

Al superstite spetta il 45% della pensione maturata dal defunto

Al superstite spetta il 36% della pensione maturata dal defunto

Al superstite spetta il 30% della pensione maturata dal defunto

Oltre 19.553,82 euro fino a 26.071,76 euro

Oltre 26.071,76 euro fino a 32.589,70 euro

Oltre 32.589,70 euro

TRATTAMENTO SPETTANTE

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L’EBT Catania è un’associazione NO PROFIT tra Confcommercio Catania e i sindacati dei lavoratoriFilcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.L’attivazione è voluta dal Contratto collettivo nazionale del lavoro, terziario, commercio e servizi e ha loscopo di dare servizi alle imprese e ai lavoratori.L’Ente bilaterale è un istituto contrattuale e quindi il finanziamento dello stesso è un adempimento obbli-gatorio. Le aziende, per la provincia di Catania, sono tenute al versamento dello 0,45% calcolato sullaretribuzione mensile per le 14 mensilità (paga base e contingenza) di cui 0,25% a carico dell’impresa e0,20% a carico del lavoratore. Il mancato versamento comporta, quindi una NON applicazione del Contratto Collettivo del lavoro contutto quello che ne consegue sul piano del potere di controllo e sanzionamento degli organi o enti pubbli-ci deputati alla vigilanza.All’ EBT Catania fanno riferimento oltre 2000 aziende.Costituito nel 1987 e operativo dal 2001, l’Ente ha proceduto ad attivare diversi servizi.

CONCILIAZIONI VERTENZELa commissione, in seno all’ente, è competente ad espletare il tentativo di conciliazione in sede sindaca-le per le controversie individuali o plurime di lavoro, ai sensi degli artt. 410 e seguenti del c.p.c.

APPRENDISTATOViene rilasciato il parere di conformità per l’assunzione degli apprendisti.

CONTRATTO DI INSERIMENTOVerifica la correttezza dei contratti di inserimento a norma del contratto collettivo nazionale di lavoro per idipendenti delle aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi.

SOSTEGNO AL REDDITO - AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGAL’Ente ha realizzato un sistema di sostegno al reddito per i lavoratori espulsi da aziende in crisi.

FORMAZIONE° Promuove e sostiene le iniziative per i processi di formazione continua dei lavoratori previsti dai FondiParitetici interprofessionali (For.Te)° Informazione e formazione in materia di sicurezza degli ambienti di lavoro.

STUDI E RICERCHEIncentiva e promuove studi e ricerche per analizzare i fabbisogni formativi e professionali.

CRITERI PER LA FRUIZIONE DEI SERVIZIPossono usufruire dei servizi tutte le imprese iscritte all’EBT Catania, anche di nuova costituzione, che sitrovano in regola con i versamenti associativi – contrattuali.Per accedere all’iniziativa del sostegno a reddito/ammortizzatori sociali in deroga, le imprese devonodimostrare la regolarità dei versamenti degli ultimi 5 (cinque) anni per tutti i lavoratori iscritti sul librounico.

Via Mandrà n.8 – 95124 CataniaC.F. 93080630879Telefax 095 361155E-mail: [email protected]: [email protected] web: www.ebtcatania.it

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