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"IMPRONTE"

Date post: 20-Feb-2016
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Luigi Marzo

IMPRONTEOpere

dal 2004 al 2009

Comune di PerugiaAssessorato alle PoliticheCulturali e Giovanili

Provincia di LecceAssessorato alla Cultura

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Pag. 2 - Oltre il labirinto - Acrilico su tela - cm 155x150 - 2007

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uigi Marzo è un pittore salentino che operada anni a Perugia ed è conosciuto in Italia eall’estero.Rappresenta un po’ la luce e le ombre delSalento, entrate in comunione con il ridentepaesaggio dell’Umbria, lembi di terra che ciinvidia il mondo intero.Il Subasio, poi, è un po’ il luogo d’incontrotra il Sud e il Nord dell’Italia, territoriomitizzato dall’anima d’artista e reso valoreassoluto da un incontenibile sentimentod’amore e d’amicizia.E’ un luogo d’incontro che anima la stessaopera pittorica di Luigi Marzo, instancabilepromotore di eventi, capaci di rinsaldare vin-coli d’amicizia, che, a loro volta, generanonuove passioni e nuove prospettive.La Provincia di Lecce e la Città di Perugiavivono da anni un intenso rapporto di inter-scambio culturale, che ha saputo rinnovarsinel tempo e radicarsi nei rispettivi territori,grazie soprattutto all’associazione “Subasio-Salento”, di cui è indiscusso protagonista ilnostro artista.In tutto questo, Luigi Marzo ha svolto unruolo importante, insieme ad un gruppo diSalentini impegnati a Perugia, sostenuti da

sempre nuovi amici, vicini e lontani, e da co-muni interessi culturali e d’amicizia.Ospitiamo con piacere le opere pittoriche diMarzo, nella consapevolezza di offrire aiSalentini ed ai turisti un’occasione importanteper apprezzare la sua tecnica e la sua creati-vità artistica, un evento che consolida un in-terscambio culturale che è importante rinno-vare negli anni a venire.

Marzo 2009 Aurelio Gianfreda

Assessore alla Cultura Provincia di Lecce

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on homo ludens del 1939 il grande storicoJohan Huizinga, scompaginando i principidelle filosofie idealistiche, della storia, pro-vocatoriamente teorizzò come costante deicomportamenti culturali il gioco, ritenendo-lo un elemento imprescindibile dei fenomenisociali. E quest’allora straordinaria concet-tualizzazione di un fenomeno tenuto ai mar-gini della cultura “alta” mi è balzata allamemoria appena osservate le opere di LuigiMarzo. Ma attenzione, non può essere sol-tanto, quello di Luigi, un pur accattivantegioioso e vitalistico gioco che calibra conconsumata maestria i rapporti tra forma e co-lore: che pure, poste in questa forma riduttiva,le sue opere si aprono ad un orizzonte dipositività, di fiducia nella ragione che sem-bra pensare se stessa come aspirazione, miverrebbe da dire, al “bello” e al “buono” dirinascimentale memoria. I titoli delle stesseopere, quando non sono una divertitatautologia – e penso tuttavia alla leggerezzaironica di un Palazzeschi –, incanalano in-trusioni significanti di una dimensione piùprofonda e certamente più complessa. E dun-que “Icaro” o il “cavallo alato” come fuga,anzi approdo alle profondità del mito, e per-ciò le forme si fanno dinamiche a trattivorticose e vermicolanti per un fremito

corposo, tattile, che compone e scompone leforme su piani paralleli con quello di fondo,che è quasi sempre la profondità del cielo oviceversa quella del mare che nel mito medi-terraneo è la stessa cosa. Si osservi “civiltàsommersa”; un fantastico andirivieni tra leprofondità dell’elemento primordiale e la suasuperficie come qualcosa che si offre allosguardo per sprazzi – come un labile ricordo– per poi sparire nel nulla non prima di averlasciato una traccia indelebile. Proprio comesull’attonito sguardo durante improvvisi “ba-gliori notturni”. Così queste civiltà sommer-se, questi lampi, il “castello di Almis” diven-tano come impronte di un tempo che scorrenon circolarmente ma linearmente. E allora il“gran gioco” messo in moto da Marzo, oltrela dimensione ludica, si svela come il grangioco della vita.

Marzo 2009Mario Cazzato

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rafico, pittore e ceramista, oltre che personaaperta, generosa e attenta alla considerazio-ne del prossimo. Questo è Luigi Marzo, unsorta di ponte “senziente” tra due mondi: hanegli occhi il ricordo del profumo sapido delSalento mentre con lo sguardo cerca avida-mente il verde delle ruvide colline umbre.Conserva della sua terra d’origine la solaritàe la passione per le sfumature calde, che ri-produce puntualmente, generando, con toc-chi generosi e vividi, un cosmo di linee e dicolori strabiliante e al contempo rasserenan-te. Luigi è l’archetipo del concetto dipoliedricità. Con tenacia e perseveranza, trat-to umbro, cerca sempre nuovi campi di ap-plicazione, nuove forme e nuovi modi di espri-mersi. Lo fa con un profilo così inconsueto eal contempo armonico che il tratto umbro dicui sopra, sviluppato in tanti anni di vitanella nostra terra, viene “mondato” dal calo-re e dalla vitalità mediterranea, per Luigi la-scito genetico oltre che legame culturale.Un artista raffinato, quindi, che ha intrapre-so il suo cammino immerso nel profumo diterra, di olio e di sale proprio della meravi-gliosa penisola salentina. Un artista che haorientato la sua sperimentazione articolandocon passione il binomio segno-colore, deli-neando un campo d’azione all’interno del

L’Arte è […] il potere di umanizzarela natura, di infondere i pensieri ele passioni dell’uomo in tutto ciò che èl’oggetto della sua contemplazione.Samuel Taylor Coleridge

trilatero forma, cromia e luce, quella stessaluce che Paul Cezanne sosteneva non poterriprodurre ma solo rappresentare attraverso ilcolore.Ed è proprio nella luce che Marzo affonda ilpennello, ricreando quei giochi di colore ti-pici della terra dei Messapi, dove il sole ab-baglia riflesso sulle bianche costruzioni e lacampagna ha il colore dell’amore, della di-sperazione, della fatica. Ogni sua opera pos-siede una grande energia vitale che si irradiadirettamente a colui che osserva. Davanti aisuoi lavori, infatti, il pensiero sembra quasiraggiungere un limbo purificatorio che tergel’anima dal grigiore quotidiano, per ricordarcile nostre radici e alleviarci da un mondo fattodi vacue luci e sbiaditi colori, rappresenta-zione di una realtà ormai troppo televisiva.

Marzo 2009Andrea Cernicchi

Assessore alla Culturadel Comune di Perugia

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“...I dipinti devono essere miracolosi; nel momentoin cui uno viene ultimato, l’intimità fra la creazio-ne e il creatore è finita. Egli è un estraneo. Ildipinto deve essere per lui, come per chiunquealtro lo guarderà più tardi, una rivelazione, la ri-soluzione inaspettata e senza precedenti di unanecessità eternamente conosciuta.”

Mark Rothko

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Opere

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L’Arca - Acrilico su tavola - cm 70x70 - 2004

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Passaggio supremo - Acrilico su tela - cm 140x100 - 2004

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Il Crogiuolo - Acrilico su tela - cm 240x60 - 2004

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(da sx a dx)NuntiusAcrilico su carta su tavolacm 35x50 - 2006Angelo audaceAcrilico su carta su tavola cm35x50 - 2006Angelo malatoAcrilico su carta su tavolacm 35x50 - 2006Angelo cadutoAcrilico su carta su tavolacm 35x50 - 2006

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Impronte - Acrilico su carta su tavola - cm 37x52 - 2006

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Favola - Acrilico su tavola - cm 70x70 - 2006

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Configurazione - Acrilico su tavola - cm 70x70 - 2006

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Dal mare alla terra - Acrilico su tela - cm 100x100 - 2006

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Centro di gravità - Acrilico su tela - cm 100x100 - 2006

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Confluenza - Acrilico su tela - cm 155x150 - 2007

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Giardino della memoria - Acrilico su tela - cm 155x150 - 2007

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Icaro - Acrilico su tela - cm 80x80 - 2007

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Civiltà sommersa - Acrilico su tela - cm 100x100 - 2007

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Figura in volo - Acrilico su tela - cm 50x50 - 2007

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Cavallo alato - Acrilico su tela - cm 50x60 - 2008

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Mediterraneo - Acrilico su tavola - cm 200x60 - 2007

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(da sx a dx)Il mare conserva un tesoroAcrilico su tavola - cm 70x70 - 2006Passaggio nel rossoAcrilico su tavola - cm 70x70 - 2006Composizione 3Acrilico su tela - cm 60x60 - 2006

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Il castello di Almis - Acrilico su tela - cm 70x100 - 2006

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(da sx a dx)Composizione 1- Acrilico su carta su tavola - cm 24x33 - 2006Composizione 2 - Acrilico su carta su tavola - cm 24x33 - 2006Preludio armonico - Acrilico su carta - cm 50x70 - 2006Forma nel rosso - Acrilico su carta - cm 24x33 - 2006

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Bagliori notturni - Acrilico su tela - cm 70x100 - 2005

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Figure totemiche - Acrilico su tela - cm 300x60 - 2007

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(da sx a dx)Ordinamento - Acrilico su carta su tavola- cm 35x50 - 2006Punto d’incontro - Acrilico su carta su tavola- cm 35x50 - 2006Oltre la collina - Acrilico su carta su tavola- cm 35x50 - 2006

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Celeste - Acrilico su tela - cm 150X110 - 2007

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(dall’alto)Morfologia - Acrilico su carta su tavola - cm 70x50- 2006Il volo - Acrilico su carta su tavola - cm 70x50- 2007

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Favola frammentata - Acrilico su tela - cm 100x70 - 2006

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Luminescenza - Acrilico su tela - cm 80x80- 2007

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Tumulti - Acrilico su tela - cm 80x80- 2007

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(da sx a dx)Movimento verticale 1Acrilico su tavola - cm 200x35 - 2007Movimento verticale 2Acrilico su tavola - cm 200x35 - 2007Movimento verticale 3Acrilico su tavola - cm 200x35 - 2007

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Il rosso e l’oro - Acrilico su tela - cm 80x80 - 2008

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Danza Sufi - Acrilico su tela - cm 80x80 - 2008

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Ettore e Andromaca - Acrilico su tela - cm 50x50 - 2009

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Navigazione sovrastante - Acrilico su tela - cm 50x50 - 2009

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Città di mare- Acrilico su tela - cm 50x50 - 2009

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Griglia verticale 1 - Acrilico su tela - cm 50x50 - 2009

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Griglia verticale 2 - Acrilico su tela - cm 50x50 - 2009

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La torre(Omaggio a Paul Klee)Acrilico su tela - cm 140x100 - 2009

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l linguaggio di Luigi Marzo tende naturalmente al-l’astrazione.E non potrebbe che essere così, dal momento chel’apparato iconico utilizzato ha più a che fare conl’alfabeto dei segni e dei simboli che con quello delleforme sensibili e fenomeniche, e dal momento chel’ambizione dell’artista è quella di (ri)stabilire un or-dine, di far risuonare voci e melodie arcane earchetipiche.I segni si rincorrono sulla tela dando vita a composi-zioni che hanno un andamento ludicamente severo; ilcolore, saturo e timbrico o rarefatto e sfumato, è usa-to con una precisa valenza spaziale e strutturale, tantoda restituire la misura della profondità, solo apparen-temente sacrificata a una bidimensionalità da fregio.Su tutto, la linea nera divide e demarca, attribuisce edetermina, attualizzando una ricerca che è memoredella grande stagione dell’astrattismo lirico e che hain Marzo la fonte di ispirazione più immediata edevidente nella musica. La composizione si snoda oriz-zontale come un pentagramma, i segni vanno a com-porre un’armonia, come fossero note musicali.I riferimenti alla realtà oggettuale, quando presenti eribaditi nei titoli, hanno spesso a che fare con unpassato primigenio, ancestrale, con un tempo in cuile lingue erano un suono che si andava via via diver-sificando, la scrittura un codice che si stava perfezio-nando. Marzo sembra voler stimolare nello spettatore

moderno il recupero di una memoria antica esapienziale, suggerendogli suoni che nascono da im-magini e che sono l’eco del battito del mondo e dellanatura. La sua è un’archeologia pittorica, che lasciache affiorino dal magma squillante della materia for-me linee e segni evocativi, totemici, arcaici.Noti, e al contempo misteriosi. E perciò affascinanti.

Ottobre 2006Cinzia Bollino Bossi

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n sasso lanciato nel mare dell’anima, i cerchi si al-largano, fanno emergere memorie, segni incalzanti esogni perduti, antiche malìe, voci da non dimentica-re.E’ il canto antico del Mediterraneo, fuoco di civiltà,acqua solcata da Ulisse, cobalto incendiato dal sole,terra calda di olivi e di viti, di popoli e di città.E’ figlio di queste sponde Luigi Marzo, e l’artista siincanta a raccontare una favola bella e dolce, asprae forte: il simbolo, il profumo, l’emozione, la storia.Ma inutile sarebbe e perfino scontato racchiudere iltutto in un recinto di pura visibilità, meglio intuire,offrire l’impalpabile suggestione, affidarsi allo scor-rere della corrente e del pensiero, bloccarlo in gesti,in armonie, in vibrazioni di colore e in solide archi-tetture.E’ un mondo che Luigi evoca, ridesta, scandisce sot-to il battito d’ali della fervida cultura.C’è il labirinto (da cui solo chi è felice può uscire) edunque l’idea di Cnosso, c’è il senso del viaggio cheè ricerca interiore, eredità segreta, nascita remota dimillenni.Si stende su queste opere una musica senza note, levibrazioni del tempo, la sinfonia degli azzurri, levampe dei gialli, l’incedere maestoso dei rossi. Pul-lula la vita, compaiono qua e là cenni appenaavvertibili di realtà, subito frenati.E Marzo va oltre, non si ferma, fluttua e si agitacome vela spiegata al vento di un vascello tra le

nuvole. Da lassù racconta: poesia intensa, miraggitremanti, echi di culture, l’Io incognito.E’ itinerario spirituale da una spiaggia all’altra, insi-stito, trepidamente fascinoso. Cullato da un’illusionee guidato dal crepitare delle stelle.

Luglio 2007Mimmo Coletti

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alla contemplazione delle opere pittoriche denomi-nate Impronte di Luigi Marzo usciamo interiormentearricchiti, perché ci giunge qualcosa che, con unalunga ricerca metodica e a un tempo avvertita, l’arti-sta ha trovato, e che ora offre a noi fruitori. Si trattadi energie, punti di incontro, fluttuazioni, movimen-ti, transiti, messaggi, annunciazioni che provengonoda un territorio ignoto, da quella che potremmo defi-nire una civiltà arcaica, da un mistero profondo checodifica il suo linguaggio in un modo diverso da quelloa noi consueto. Nonostante la lontananza semanticadalle figurazioni e dalle simbologie alle quali siamoabituati, l’insieme di segni e cromìe di Luigi Marzo,non privo di una raffinata delicatezza che sottendegrande professionalità ed esperienza, perviene all’esitoquasi inatteso di una intensa comunicazione d’arte.A parlare sono i colori, i contrasti, i flussi e soprat-tutto le forme, che si consegnano alla nostra intui-zione, non più tramite il linguaggio convenzionalequotidiano ma tramite la strada dell’analogia e dellametafora poetica. Forme, colori e contrasti, insom-ma, scandagliano il non ancora compreso e il nonancora detto, che giacciono nelle acque mediterra-nee primordiali della nostra natura profonda. Cosìl’esordio estetico di ciascuna di queste opere,innovative eppure con un quid di familiarità, dall’ef-fetto straniante e insieme prive di estraneità, liberaenergie immense e scatena emozioni improvvise epure, mai provate prima.

Per i loro meccanismi analogici e non semantici, sonosimili a musiche molto gradite, efficaci e nuove cheinvadono i sensi di piacere acustico e comunicanointensamente, raccogliendo i sentimenti e proponen-doli nell’istante del loro tumulto, del loro farsi, delloro muoversi, del loro avanzare. Rispetto alle opered’arte sperimentali contemporanee, le Impronte diMarzo hanno qualcosa in più, hanno una bellezzameridiana. Per l’esattezza sono assemblate, mediantel’utilizzo di tecniche intriganti, secondo ritmi cosmiciben congegnati e composizioni di opposti (segnodeciso/fondo velato, intero/frammento, luminosità/oscurità, colori ardenti/colori tenui, leggerezza/den-sità, terra/mare) che ci restituiscono qualcosa di cuioggi abbiamo sempre più bisogno: la bellezza. Intempi di iperboli tecnologiche, di rovine ecologichee di progressive perdite di humanitas, attingere labellezza come fonte di senso della nostra vita e comeradice ontologica dell’esistere quotidiano è una ne-cessità urgente. Nelle opere di Luigi Marzo la bellez-za non è un puro esibirsi. E’ un’emanazione che pro-viene da segni e simboli non riconducibili al visibilequotidiano ma all’invisibile profondo che è prontorivelarsi se opportunamente stimolato. Alla fine è aciò che chiamiamo inconscio che l’artista si rivolge,a patto di intenderlo come un immenso deposito dimemoria e di possibilità conoscitive, come un fuocoche cova sotto la cenere ma è pronto a divampare.

Le Impronte di Luigi Marzo e la bellezza meridiana

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le analogie, dei simboli nella loro dolce ed equilibra-ta complessità, nel loro comporsi di opposti: il medi-terraneo tesoro nascosto della misura, dell’armonia.Marzo coglie la realtà intima più nella creazione chenella rappresentazione, con un percorso che è insie-me danzato e labirintico. Anzi è una danza prorom-pente di colori e di forme che, nell’esordio esteticodell’opera d’arte, trova l’uscita del labirinto esisten-ziale, riapre i giochi, rifonda il mondo e lo fa rinasce-re. In altre parole, l’artista compie un balzo in avantiproprio mentre torna indietro nel tempo a riprendersile cose inespresse, le impronte, le quali ultime, pro-prio perché tracce, calchi, impressioni, rimandano aqualcosa di ulteriore, al fondamento, agli archetipi,alle impronte primordiali della nostra psiche profon-da.Sempre risonante di musiche e sempre danzante, l’in-tero labirintico procedere delle opere ha il tono oniricodella Favola, che qualche volta è una Favola fram-mentata, mentre tra talune Consonanze, un Preludioarmonico, una Forma nel rosso, una Composizione 1e una Composizione 2, qualche Compresenza, un Mo-vimento verticale 1 e un Movimento verticale 2, sco-pre un insostituibile Punto d’incontro o un Centro digravità che tutti ci muove. Partendo da quella fucinadi possibilità che è Il crogiuolo dell’artista, il cam-mino transita in un campo di stelle come Ordinamen-to, edifica una Configurazione morfologica o un puroluogo ludico come Il castello di Almis e si spinge

Oltre la collina, fino a svelare l’enorme pullulare divita del Passaggio supremo e delle Fluttuazioni.Ma dove accade tutto questo? Nell’inconscio, tra lechiavi dinamiche degli archetipi, non ci sono dubbi.Notizie e profezie di quel mondo ci giungono da unAngelo audace che riesce a svolgere il suo compitoprometeico di Nunzio, mentre le difficoltà labirintichedell’avventura vitale le mostrano un Angelo malato eun Angelo caduto. A ben vedere, è un inconscio dalsapore collettivo, quello al quale l’artista attinge. E’un inconscio mediterraneo, lo si intuisce dal rifulgeredei colori e della bellezza, lo si respira nelle atmosfe-re irradiate di luci festose, lo si legge nel mare inamore o nel flusso ritmico delle onde: è il pensierodella misura armonica, è il pensiero meridiano. LuigiMarzo sa che Il mare conserva un tesoro, così attra-verso alcuni Passaggi nel (mar) rosso e qualche For-ma nel blu, qualche Morfologia di paesaggi subac-quei, con un andamento che procede Dal mare allaterra, fa riemergere una Civiltà sommersa, e noi cilasciamo cogliere dai sorprendenti ed estatici Bagliorinotturni che dal blu promanano. Per consegnarci tut-ti a quell’Arca salvifica, che tra l’oro e gli azzurri,naviga verso il futuro con il suo carico preziosissimo,la bellezza meridiana.

Luglio 2007Pierpaolo De Giorgi

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agine straordinarie, queste di Luigi Marzo, fatte diemozioni e dense di significati; un racconto pittoriconel quale la permanenza del segno si accompagna aduna varietà cromatica eloquente.Un tessitore della fantasia capace di giocaresapientemente con l'ordito e la trama,”le forme ed icolori”, per generare compiutamente il fare e, soprat-tutto, il suo dire. Un Linguaggio con un'improntaiconica forte, ben definita “ narrante”, testimonianzacerta di grande equilibrio, cultura ed anche di espres-sività di rilievo, desiderio comunicativo e volontà ditrasportare la suggestione in ambiti e spazi non cosìconsueti e scontati.Verso l'astrazione dunque. Solo? E semmai quale?Molto più intrigante è entrare tra i ritmi, le dilatazioni,gli accostamenti, le attrazioni, le divergenze, legiustapposizioni di segni, linee, forme e colori. Den-tro i formati, anche generosi, ancor meglio è lasciarsiprendere dagli equilibri dinamici, sempre sostenutida una grammatica compositiva mai stanca, anzi ingrado di guidarci nei meandri misteriosi, ora densioppure rarefatti, degli spazi resi da azzurri semprevariati. Forte è anche la certezza di poter girovagarein un costrutto dove le forme ricorrenti sono feliciscoperte ed ancor più significanti emozioni, le usci-te infine sempre e comunque appaganti.Un universo di ritmi, sempre diversi nel loro conno-tarsi, definisce fortemente il rapporto tra la figura (laforma) e lo sfondo (lo spazio) preziosamente redatti

in un ludico prendere (le forme si dilatano) e dare( leforme si contraggono), con una naturale restituzionedella plasticità, tutta o quasi lasciata al colore.Le armonie cromatiche spesso giocate sui timbri,marcate da toni richiamanti memorie e rafforzate dall'l'uso sapiente dei contrasti, sostengono la spinta aduna evocazione decisamente astratta e tratteggiatada simboli, valorizzano la funzione narrativa, contri-buiscono considerevolmente al vivace esercizio crea-tivo ed alla pratica di un'inesauribile invenzione. Spes-so tutto si accompagna, ad una musicalità tutta inte-riore, mai eccessiva, piuttosto sublime “danzante”.Luigi, insomma, ci invita con grazia e semplicità apercorrere, in sua compagnia la strada che conosce,non per condurci all'ignoto, semmai incontro a mi-steriose certezze, “le sue?” NO! Le nostre basta la-sciarsi coinvolgere.

Novembre 2007Mario Marco Marroni

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Luigi MarzoNasce a Presicce (LE),vive e lavora a Perugia alternando l’attività d’artista a quella di grafico creativo.Impegnato sin da giovanissimo nel campo dell'arte, dopo la laurea in Giurisprudenza,si dedica completamente alle arti visive.Raccoglie risultati d’eccezione nel campo della pittura, ma coltiva diverse forme d’arte:grafica artistica, illustrazione, videoart, computerart, fotografia, ceramica.

www.luigimarzo.it - [email protected] critica: http://www.luigimarzo.it/documenti/scheda.pdf

Personali1981 - Galleria d’Arte “Il cortile” - Bologna1983 - Biblioteca Civica - Cesano Maderno - Milano1987 - Galleria Maccagnani - Lecce1990 - Corciano Festival - Corciano (Pg)1991 - Castello CarloV - Lecce1991 - Palazzo Lopez - Otranto - Lecce1992 - Sala le logge - Assisi (Pg)1994 - Palazzo Comunale - Sala dell’Editto - Spello (Pg)1994 - Todi Festival - Palazzo delle Arti - Todi (Pg)1998 - Palazzo della Corgna - Città della Pieve (Pg)2000 - Ex ospedale Misericordia - Perugia2003 - Loggia dei Lanari - Perugia2003 - Palazzo Gazzoli - Terni2004 - Umbria Jazz - Perugia2004 - Lo Zibaldone - Perugia2005 - Umbria Jazz Winter #12 - Palazzo dei Sette - Orvieto (Tr)2006 - Lunabar Ferrari - Perugia2006 - “IMPRONTE” Circolo Bertold Brecht- spazio2 - Milano2007 - “IMPRONTE” Ex ospedale Misericordia - Perugia2007 - “IMPRONTE” Palazzo della Corgna - Città della Pieve - Perugia2008 - “IMPRONTE” Sala Pierre Pavillon, Hôtel de ville d'Aix-en-Provence - Francia2009 - “IMPRONTE” Biblioteca provinciale - Lecce

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Collettive1977 - Rocca Paolina - Perugia1978 - Circolo Culturale Indipendente - (Pg)1979 - Sala Comunale - Passignano (Pg)1986 - Ipso Arts Gallery - Perugia1995 - Corte dei Cicala - Lecce2001 - BPM - Firenze2001 - BPM - Roma2002 - Galleria 9 colonne - Trento

Illustrazioni e interpretazioni pittoriche di particolare rilievoCarte del Lago Trasimeno Carta del Comprensorio di Foligno Cartella contenente 5 opere per la promozione turistica della Provincia di Perugia. Cartella promozione turistica del Comune di Perugia e Provincia di Perugia5 opere per la BIT di Milano dal titolo "Chiese di Perugia". Enoteca provinciale di Perugia 12 interpretazioni pittoriche su "le strade del vino"Numerose litografieNumerosi calendari da collezioneManifesto Umbria Jazz winter 12...

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Finito di stamparedalla Litograf Editor s.r.l.

Città di Castello (Pg)nel mese di marzo 2009


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