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IN EDICOLA IL REPERTORIO DIRETTE E … conquista la scena Servizio a pag. 12 CONDIZIONI LAVORO Dieci...

Date post: 17-Sep-2018
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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 126 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 28 Maggio 2010 DANIMARCA Marcia indietro sulla flexsecurity Iovine a pag. 12 FRANCIA Danza, l’handicap conquista la scena Servizio a pag. 12 CONDIZIONI LAVORO Dieci suicidi nella cinese Foxconn Iovine a pag. 11 * con «Il codice tributario» a € 11,80 in più; con guida «Il testo unico dell’imposta di registro» a euro 6,00 in più; con guida + cd «Le nuove regole dell’antiriciclaggio» a € 9,90 in più; con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più; con «Manuale iscale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 3 - Ritenute alla fonte e contributi previdenziali» a € 7,90 in più 9 771120 606007 00528 QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il Tg di ItaliaOggi Per vedere il Tg di ItaliaOggi leggi il codice QR con il tuo cellulare. Info su: www.italiaoggi.it/QRcode Contabilità - Il nuovo for- mato Xbrl per il 95% dei bilanci Fradeani a pag. 27 Intrastat - Assonime: 60 giorni di tempo dalla circolare per inviare le rettifiche Rosati a pag. 29 Professioni - Siliquini scri- ve agli Ordini: il ddl non è definitivo Marino a pag. 31 Documenti/1 - La bozza di decreto con la manovra correttiva Documenti/2 - Intercet- tazioni, la sentenza della Cassazione Documenti/3 - Rifor- ma professioni, la let- tera di Siliquini Documenti/4 - Rapporti con l’Italia, il documento di San Marino www.italiaoggi.it La Marcegaglia attacca i professio- nisti. Durante l’assemblea pubblica di Confindustria, il numero uno di viale dell’Astronomia si è scagliato contro la reintroduzione delle tariffe minime e la previsione di limiti d’accesso alla pro- fessione. E su questi punti ha lanciato un messaggio all’esecutivo: «Se gover- no e maggioranza persistono in questa marcia indietro sulle liberalizzazioni nel commercio e nelle professioni, noi ci metteremo di traverso e sarà opposizio- ne dura». Berlusconi, intervenuto subito dopo, ha respinto le accuse: «Non è vero, non c’è nessuna marcia indietro». In manovra prevista l’espropriazione forzata in 30 giorni per chi ritarda i versamenti previdenziali Sui contributi Inps non si scherza Espropriazione forzata in 30 giorni per chi non paga i contributi Inps. Tardare i versamenti periodici comporterà l’emissione da parte dell’Inps del nuovo «avviso di addebito», a fronte del quale il trasgressore avrà tempo 30 giorni per pagare. Se non vi provvede, il 31° giorno scatterà l’esecuzione forzata da parte degli agenti della riscossione. Tempi più lunghi (per modo di dire: 90 giorni) nel caso di avvisi riguardanti crediti accertati dagli uffici. Questo il nuovo sistema di riscossione Inps previsto dalla manovra cor- rettiva, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2011. Cirioli a pag. 26 m t R il Sul campo da calcio c’erano dei ragazzini di 12-13 anni. Stava- no disputando una partita del «Torneo Fair Play», del torneo correttezza. I ragazzi giocavano con impegno. A un certo punto però la tifoseria (composta quasi solo da padri e madri dei calcia- tori in erba) si è surriscaldata. Sono partiti gli epiteti e poi sono arrivate le botte. Da orbi, inten- do. Uno dei coinvolti è finito in ospedale e ce ne avrà per trenta giorni. La rissa non è scoppia- ta ad Acerra ma a Fognano, un paese parmigiano tranquillo, sa- ziato da prosciutti e da salami da favola. Il fatto vero è che, al giorno d’oggi, chi merita di esse- re educato non sono i figli ma i genitori. DIRITTO & ROVESCIO AUTOLESIONISMO A capo delle regioni il Pdl nomina Errani, suo avversario Bertoncini a pag. 6 IL Giornale dei professionisti * * * Marcegaglia vs. professioni I l presidente di Confindustria, non sapendo con chi prendersela, definisce allarmanti le riforme su tariffe minime e accesso. E annuncia battaglia Sansonetti a pagina 7 RIVOLUZIONE DIGITALE Oggi a partire dalle 8 debutta in Italia l’iPad di Apple sul quale si potrà leggere ItaliaOggi Secchi a pag. 15 f 30 h d d l Parola del presidente del con- siglio dei ministri. E dovrebbe contare. Non ci sarà nessuna sop- pressione delle province con meno di 220 mila abitanti nella mano- vra correttiva del governo. Il testo della bozza in cui sono definiti i particolari di questi tagli, dunque, non corrisponde più a verità. Sil- vio Berlusconi ha messo così fine al tormentone che rendeva piutto- sto provinciale un provvedimen- to che invece dovrebbe essere di respiro internazionale: l’impegno italiano per salvare l’euro. «Non c’è nessun accenno», ha tagliato la testa al toro il premier da Pa- rigi, dov’era in corso la riunione dell’Ocse. L’argomento intanto era divenuto una prova di forza tutta interna al Pdl. Adriano a pag. 3 Incurante del ridicolo, Silvio Berlusconi richiama in vita le dieci province abolite ALTRE USCITE Il Giornale vende bene ma ha troppi giornalisti Capisani a pag. 17 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A. da pag. 39 d da d p p p p pag 3 3 3 3 3 3 39 3 IN EDICOLA IL REPERTORIO IMPOSTE DIRETTE E ACCERTAMENTO www.italiaoggi.it IN EDICOLA http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it
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• Nuova serie - Anno 19 - Numero 126 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 28 Maggio 2010 •

DANIMARCAMarcia indietro sulla flexsecurityIovine a pag. 12

FRANCIADanza, l’handicap conquista la scenaServizio a pag. 12

CONDIZIONI LAVORODieci suicidi nella cinese FoxconnIovine a pag. 11

* con «Il codice tributario» a € 11,80 in più; con guida «Il testo unico dell’imposta di registro» a euro 6,00 in più; con guida + cd «Le nuove regole dell’antiriciclaggio» a € 9,90 in più; con cd «Imposte dirette e accertamento» a € 9,90 in più; con cd «Contenzioso e imposte indirette» a € 9,90 in più;

con «Manuale i scale vol. 7 - Accertamento, sanzioni, contenzioso» a € 7,90 in più; con guida «Il decreto ingiuntivo» a € 7,90 in più; con «Manuale lavoro vol. 3 - Ritenute alla fonte e contributi previdenziali» a € 7,90 in più

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00528

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

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Contabilità - Il nuovo for-mato Xbrl per il 95% dei bilanci

Fradeani a pag. 27

Intrastat - A s s o n i m e : 60 giorni di

tempo dalla circolare per inviare le rettifiche

Rosati a pag. 29

Professioni - Siliquini scri-ve agli Ordini: il ddl non è definitivo

Marino a pag. 31

Documenti/1 - La bozza di decreto con la manovra correttiva

Documenti/2 - Intercet-tazioni, la sentenza della Cassazione

Documenti/3 - Rifor-ma professioni, la let-tera di Siliquini

Document i /4 - Rapporti con l’Italia,

il documento di San Marino

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La Marcegaglia attacca i professio-nisti. Durante l’assemblea pubblica di Confi ndustria, il numero uno di viale dell’Astronomia si è scagliato contro la reintroduzione delle tariffe minime e la previsione di limiti d’accesso alla pro-fessione. E su questi punti ha lanciato un messaggio all’esecutivo: «Se gover-no e maggioranza persistono in questa marcia indietro sulle liberalizzazioni nel commercio e nelle professioni, noi ci metteremo di traverso e sarà opposizio-ne dura». Berlusconi, intervenuto subito dopo, ha respinto le accuse: «Non è vero, non c’è nessuna marcia indietro».

In manovra prevista l’espropriazione forzata in 30 giorni per chi ritarda i versamenti previdenziali

Sui contributi Inps non si scherzaEspropriazione forzata in 30 giorni per chi non paga i contributi

Inps. Tardare i versamenti periodici comporterà l’emissione da parte dell’Inps del nuovo «avviso di addebito», a fronte del quale il trasgressore avrà tempo 30 giorni per pagare. Se non vi provvede, il 31° giorno scatterà l’esecuzione forzata da parte degli agenti della riscossione. Tempi più lunghi (per modo di dire: 90 giorni) nel caso di avvisi riguardanti crediti accertati dagli uffi ci. Questo il nuovo sistema di riscossione Inps previsto dalla manovra cor-rettiva, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2011.

Cirioli a pag. 26

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Sul campo da calcio c’erano dei ragazzini di 12-13 anni. Stava-no disputando una partita del «Torneo Fair Play», del torneo correttezza. I ragazzi giocavano con impegno. A un certo punto però la tifoseria (composta quasi solo da padri e madri dei calcia-tori in erba) si è surriscaldata. Sono partiti gli epiteti e poi sono arrivate le botte. Da orbi, inten-do. Uno dei coinvolti è fi nito in ospedale e ce ne avrà per trenta giorni. La rissa non è scoppia-ta ad Acerra ma a Fognano, un paese parmigiano tranquillo, sa-ziato da prosciutti e da salami da favola. Il fatto vero è che, al giorno d’oggi, chi merita di esse-re educato non sono i fi gli ma i genitori.

DIRITTO & ROVESCIO

AUTOLESIONISMO

A capo delle regioni il Pdl

nomina Errani, suo avversario

Bertoncini a pag. 6

IL Giornale dei

professionisti* * *

Marcegaglia vs. professioniIl presidente di Confindustria, non sapendo con chi prendersela, definisce allarmanti le riforme su tariffe minime e accesso. E annuncia battaglia

Sansonetti a pagina 7

RIVOLUZIONE DIGITALE

Oggi a partire dalle 8 debutta in Italia l’iPaddi Apple sul quale si

potrà leggere ItaliaOggi Secchi a pag. 15

f 30 h d d l

Parola del presidente del con-siglio dei ministri. E dovrebbe contare. Non ci sarà nessuna sop-pressione delle province con meno di 220 mila abitanti nella mano-vra correttiva del governo. Il testo della bozza in cui sono defi niti i particolari di questi tagli, dunque, non corrisponde più a verità. Sil-vio Berlusconi ha messo così fi ne al tormentone che rendeva piutto-sto provinciale un provvedimen-to che invece dovrebbe essere di respiro internazionale: l’impegno italiano per salvare l’euro. «Non c’è nessun accenno», ha tagliato la testa al toro il premier da Pa-rigi, dov’era in corso la riunione dell’Ocse. L’argomento intanto era divenuto una prova di forza tutta interna al Pdl.

Adriano a pag. 3

Incurante del ridicolo, Silvio Berlusconi richiama in vita le dieci province abolite

ALTRE USCITE

Il Giornale vende bene

ma ha troppi giornalistiCapisani a pag. 17

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A.dapag.39

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IN EDICOLAIL REPERTORIO IMPOSTE DIRETTE E ACCERTAMENTO

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2 Venerdì 28 Maggio 2010

Fantastico, quel Benessia! Che Angelo, di nome e di fatto. Nel pasticciaccio

brutto delle nomine al vertice di Banca Intesa di competenza della Compagnia di Sanpaolo, che l’avvocato torinese pre-siede, si è distinto per piglio decisionista, valzer politici e adesività alla poltrona. La sua Compagnia ha anche arroton-dato la quota posseduta in Intesa. Lo studio legale della moglie, Cristiana Maccagno, ha come principale cliente proprio il gruppo Intesa, ma il marito si è difeso dalle accuse di conflitto d’in-teresse dicendo di aver costituito un «trust» per prenderne le distanze. E con questo po’ po’ di affezione al ruolo-guida nella banca, Be-nessia ha dichiarato che sarebbe giusto se le fon-dazioni bancarie, come la sua, uscissero al più pre-sto dal capitale degli istituti di credito! Occhio: non è un calembour, né una pura provocazione. Benessia dice una cosa che lo mette al sicuro sul piano politico. Sapendo benissimo, però, che è inattua-bile. Un’esternazione elegante, che non lo impegna. Ma andiamo con ordine. Le fondazioni bancarie, inventate con tut-ta la buona volontà dall’allora ministro Giuliano Amato per la sua riforma del sistema bancario nel ’92 (con lo scopo di «spietrifi care» la foresta del credito nel nostro paese) si sono rivelate... un mo-stro. Lo spirito della legge Amato era che questi enti rilevassero la proprietà delle

aziende bancarie pubbli-che, con ciò iniziandone la privatizzazione, e, più

prima che poi, ne uscissero, cedendo ad altri le quote possedute, per gestirne poi i proventi a fi ni sociali.

Peccato che, mentre le prime fasi della riforma sono state attuate, l’ultima non si è mai ancora verifi cata. E per due ra-gioni: una «all’italiana», l’altra oggettiva. La ragione «all’italiana» è perfettamen-te simboleggiata dal «caso Benessia»: le Fondazioni sono diventate dei «moloch» autoreferenziali, strapotenti, dove poli-tici locali e lobby private si spartiscono le poltrone decisionali per poi, da esse,

designare quelle che contano nelle banche controllate perseguendo ogni sorta di fi nalità di comodo: appalti, assun-zioni di favore, sottopo-tere vario.

La ragione oggettiva risiede invece nel fatto che i mercati fi -nanziari hanno dimostrato di non avere le spalle per rilevare il controllo delle banche, ammesso che qualcuno avesse voluto o volesse cederglielo. Fondi pen-sione piccoli e deboli, fondi comuni idem. E quelli stranieri, non graditi. Quindi, se anche le fondazioni volessero vende-re (aderendo alla spirito della legge!) a chi mai potrebbero farlo? Ai capitalisti italiani? Meglio di no. Chi ci ha provato (Antonveneta insegna) s’è sempre, pri-ma o poi, ritrovato creditore incagliato dei propri azionisti.

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IL PUNTO

Fondazioni bancarie:è un gioco degli specchi

DI SERGIO LUCANO

ti di credito! risiede invece n

L’ultimo casoè proposto

da Benessia

Il taglio delle province era un taglio omeo-patico ma anche si-gnificativo. Le province (così come

le comunità montane) sono enti inutili le cui funzioni possono benissimo essere devolute ai comuni ricalibrati come so-glia demografica minima e consorziati fra di loro. Per la stragrande maggioran-za degli studiosi le province andrebbero abolite tutte. Ma non possono essere abolite fino a che non sarà modificata la Costituzione che li prevede come enti nei quali è organizzata la pubblica am-ministrazione. Cambiare la Costituzione in modo sicuro è una procedura lunghis-sima che potrebbe essere semplificata disponendo di maggioranze parla-mentari bulgare (due terzi dei voti), che sono possibi-li solo se c’è un accordo bi-partisan. Ma perché, dice il Pd, dovrei togliere io il cerino acceso in mano a Berlusconi? Da qui la versione minimale e subordinata. Non potendo eliminare «tutte» le provin-ce a Costituzione invariata, la trovata del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è stata geniale. Tremonti si è detto: non possiamo eliminare in tempi ragionevoli e certi «tutte» le province? Ebbene, eli-miniamo almeno (accorpandole a quelle vicine) le province più piccole, quelle al disotto del 220 mila abitanti. Così non si collide con il dettato costituzionale e, nello stesso tempo, si fanno delle eco-nomie. Scompaiono con questi criteri poche province (10 su 110) ma, almeno,

quelle scompaiono. In-fatti Tremonti non può cancellare le provin-

ce nelle regioni a statuto speciale, che sono autonome al riguardo e che quindi si tengono, come nel caso della Sardegna, le sue indecenti quattro nuove province-fazzoletto. Inoltre (anche se non si è ben capito perché) non sono abolibili nem-meno le province che confinano con stati stranieri anche se è in vigore il trattato di Schengen che ha polverizzato le fron-tiere. Inoltre le (poche) province abolite sarebbero state abolite solo alla fine del mandato in corso, che è iniziato da poco. Ebbene, dopo aver impostato tutta que-

sta prudente operazione, salta fuori Berlusconi per dire che si è scherzato e che le province, tutte le province, stanno lì dove sono. E non si toccherà nulla. Siccome in tutti i settori dell’attività uma-

na non si può acquistare il burro tenen-dosi in tasca i soldi del burro, visto che la maggioranza non vuol governare l’Italia, finirà per essere governata. Non dalla Bce o dalla Ue.

Ma, dopo essere uscita dall’euro, l’Ita-lia sarà governata dall’inflazione che è il più ingiusto e crudele del governanti perché strizza i poveri e arricchisce i ric-chi. Ma è un governante senza volto, che agisce senza essere votato e che piace, in buona sostanza, a tutti i politici che, per conservare la popolarità, preferiscono non decidere.

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rlusconi? Da na non si può a

Dopo la farsadell’abolizionedelle province

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

L’Italia è governabilesoltanto con l’inl azione

I C O M M E N T I

DI FRANCESCO CERISANO

Probabilmente Tremonti non gli è mai stato sim-patico. Ma nella puntata di Ballarò di martedì, dedicata alla manovra correttiva, Giovanni Flo-ris aveva un motivo di risentimento in più nei confronti del ministro dell’economia. Guai a toccare chi tiene fami-glia. E Tremonti avrebbe dovuto saperlo quando ha pensato di cancellare con un tratto di penna l’Isae, l’Istituto di studi e analisi economica fon-dato da Prodi nel 1998 e da sempre molto vici-no alla sinistra (prima dell’attuale presidente, Alberto Majocchi, a guida dell’istituto c’era Fiorel-la Kostoris, moglie dell’ex ministro dell’economia Padoa-Schioppa). Floris ha subito sguinzagliato le telecamere per dare voce alla protesta dei di-pendenti degli enti. Ma il più ampio risalto è stato dato a Majocchi che or-gogliosamente ha difeso

il ruolo dell’Isae e la sua importanza scientifica. In più, secondo Majocc-chi, cancellare l’Isae e trasferirne dipendenti e funzioni al ministero

dell’economia non com-porterebbe alcun rispar-mio di spesa per le casse dello stato. Già, perché la manovra dice chiaramen-te che ricercatori e tecno-logi che traslocheranno

in via XX settembre man-terranno lo stesso trat-tamento economico, ma tace su cosa andranno a fare. E Floris, da marito esemplare tiene molto al destino professionale della propria consor-te, Beatrice Mariani, guarda caso primo tec-nologo dell’Isae dove, a giudicare dal ventaglio di attività di cui si oc-cupa, sembra essere mol-to impegnata: relazioni esterne, organizzazione di convegni, workshop, seminari, tavole rotonde, sito web, mailing list, co-ordinamento editoriale, cartellonistica, brochu-re, traduzione dei docu-menti e chi più ne ha più ne metta. Cosa accadrà quando sarà Tremonti il suo datore di lavoro? Si vendicherà per una domanda impertinente

o una puntata scomoda relegando la povera Ma-riani a fare fotocopie? Nel dubbio Floris s’è por-tato avanti. Rai servizio privato.

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IL CASO DEL GIORNO

Giù le mani dall’IsaeAnche Floris tiene famiglia

DI MARCO BERTONCINI

Sta andando meglio del pre-visto. O, per esprimersi più correttamente, meno peggio di quanto si temesse. L’avvio della manovra ha ricevuto bordate, offensive, assalti più che scontati: Cgil, sinistra extraparlamentare, Idv sono nemici giurati sia del governo sia di Silvio Berlusconi per-sonalmente. Da quei fronti i comportamenti sono stati esat-tamente quelli attesi, sciopero generale compreso.

Anche le prime reazioni pro-venienti dai democratici sono state considerate, nel centro-destra, come tollerabili, molto meno rilevanti rispetto alla fastidiosissima guerra aperta in corso sulle intercettazioni. Semmai, hanno suscitato sod-disfazione nella maggioranza i toni più sfumati e non pre-giudizialmente ostili sia della Uil sia della Cisl e l’aperta disponibilità dell’Udc al dialo-go. Nell’àmbito delle relazioni sindacali non è una novità che la Cgil possa rimanere isolata nella sua avversione totale, ma questa conferma giunge oggi particolarmente gradita,

posto che qualsiasi manovra (e figuriamoci una del peso di quella odierna) solleva im-mancabilmente il no delle con-federazioni.

Attenzione diversa, e ben maggiore, richiede invece l’at-teggiamento dei centristi, da Casini in giù. Finora il com-portamento della maggio-ranza verso l’Udc è stato im-prontato a una schizofrenia che ha determinato posizioni altalenanti e contraddittorie dei centristi. L’ultima aper-tura di Berlusconi ha avuto come esito la risposta pronta dell’Udc. È ancora troppo poco per considerare concluso un percorso che è appena appe-na avviato; ma sé suffi ciente per far pensare che obiettivo non dichiarato, però presente, sia nell’una sia nell’altra parte sia giungere, entro un termine non breve, a una collaborazio-ne piena. Certo, sul piano par-lamentare trovare una sponda nell’Udc gioverebbe al governo, che fra l’altro in questa occa-sione non ha dovuto (ancora?) subire un’offensiva dei fi niani. Tutt’altro discorso sono le sim-patie fra gli elettori.

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LA NOTA POLITICA

Manovra di avvicinamentodi Casini al governo

Giovanni Floris

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3Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28 MagP R I M O P I A N O

Paradossalmente la loro abolizione diviene il vero tormentone del provvedimento salva-euro

Europea eppure così provinciale Berlusconi esclude la norma taglia enti locali dalla manovra

DI FRANCO ADRIANO

Parola del presidente del consiglio dei ministri. E dovrebbe contare. Non ci sarà nessuna soppres-

sione delle province con meno di 220mila abitanti nella manovra economica salva-euro del gover-no. Il testo della bozza in cui sono definiti i particolari di questi tagli non cor-risponde più a verità. Lo ha affermato Silvio Berlusconi per mette-re fine al tormentone che rendeva piuttosto provinciale un provve-dimento che invece do-vrebbe essere di respiro internazionale. «Non c’è nessun accenno», ha ta-gliato la testa al toro Berlusconi da Parigi, dov ’era

in corso la riunione ministeriale dell’Ocse. Sull’ingresso o meno della norma nel decreto appro-vato martedì dal Consiglio dei ministri, dunque, non dovreb-bero esserci più dubbi. Tuttavia, la vicenda della (a questo punto ipotetica)soppressione delle pic-cole province merita di essere

raccontata fino in fondo, perché sembra il frutto

di un pezzo di potere nella maggioranza che lotta contro lo sgretolamento. Qual-cuno ha già messo in luce il fatto che quel-la norma, ponendo

la soglia di sopravvi-venza a 220mila abi-tanti sembrava fatta

apposta per salvare la provincia dell’ex mi-nistro allo Sviluppo economico, Claudio Scajola, quella di Imperia (220.712 abitanti). Vero, ma c’è di più. C’è un’altra provincia a Nord Ovest di cui è presidente una scajoliana di ferro, Maria Teresa Armosino, che è anche parlamen-tare del Pdl. È quella di Asti che di abitanti ne fa 220.156. L’Armosi-no nel precedente governo Berlu-sconi in qualità di sottosegretario all’Economia rappresentava nel precedente governo Berlusconi la longa manus di Scajola a via XX Settembre. Tanto che Tre-monti questa volta non ce l’ha

voluta più. In Piemonte si dice che abbia avuto la forza (grazie agli uffici o per conto degli uffici

di Scajola) di far fuori due coor-dinatori regionali del calibro di Guido Crosetto (oggi sottosegre-tario alla Difesa) e Roberto Rosso (vice presidente in Regione). Che Scajola abbia basato il suo potere su un forte presidio delle provin-ce è testimoniato anche dal fatto che scajoliani di ferro sono rite-nuti anche l’ex ministro e ex pre-sidente della provincia di Cuneo, Raffaele Costa, nonché suo figlio Enrico, membro della commissio-ne Giustizia della camera. E an-che il vice-presidente del gruppo Pdl alla Camera Osvaldo Napoli che ieri è intervenuto lapidario: «Non c’è né mai potrà esserci l’abolizione delle Province». Nella manovra, così, verrà previsto un accorpamento delle funzioni di là da venire. Scajola c’è ancora e ha battuto un colpo.

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In tema di enti più o meno utili, ma spesso non solo inutili bensì pure dannosi, è opportuno ricordare che mezzo secolo fa c’era una regione, l’Abruzzo-Molise, non ancora istituita come ente, con cin-que province (L’Aquila, Pescara, Chieti, Teramo e Campobasso). Vent’anni dopo c’erano due regioni, Abruzzo e Molise, istituite come enti, con sei province (L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo; Campobasso e Isernia). M.B.

Certi organismi non c’erano e possono sparire di nuovo

Almeno questa volta il taglio sarà del 10 per cento. È vero, lo faranno sulla quota esentasse, pari a circa i due terzi di quanto percepiscono da Camera e Senato, ma sarà effetti-vo. Mille euro sui circa 10mila di rimborsi forfettari. Dodici milioni in tutto, meglio di niente. D’altra parte lo stipendio in chiaro di 5486,58 euro (circa mille euro in più al Senato) è bloccato dal gennaio 2006. Anche allora avevano annun-ciato un taglio del 10 per cento: sul cedolino. Ma avevano aspettato il 17 gennaio 2006, dopo lo scatto di stipendio dei magistrati cui quelli dei parlamentari sono agganciati. Poi avevano riunito l’Uffi cio di presidenza per ridursi lo stipendio base che a quel punto era cresciuto a 5941 euro. Così il nobile atto del taglio 10 per cento, se paragonato al trattamento fi n lì percepito, fu di appena 35,72 euro al mese e pari in realtà allo 0,64 per cento. Italia Oggi se ne accorse. Ci sarà un nuovo artifi cio anche questa volta?

Franco Adriano

Un taglio tutto in nero per deputati e senatori

DI FRANCO ADRIANO

C’è una semplice controprova che potrà essere fatta, bilanci consuntivi alla mano, per valu-tare se tutti gli italiani saranno

stati chiamati a sacrifici o se i lavoratori di Palazzo un’altra volta l’avranno fatta in barba a tutti. I presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, si sono impegnati pubblicamente per un risparmio del 10 per cento. La voce di bilancio che non conosce tregua è quella per gli stipendi e le pensioni del personale (a differenza di quella dei depu-tati e senatori che formalmente è bloccata almeno nella parte che va nel cedolino). Se anche queste voci segneranno finalmente un’inversione di rotta vorrà dire che un cambiamento ci sarà stato, diversamente no. Sarebbe la conferma che le leggi che si votano a Palazzo valgono per tutti tranne che per quelli che ci lavorano. Come per la riforma pensionistica, per esempio. I dipendenti di Camera e Senato nella quasi totalità andranno ancora in pensione con il siste-ma retributivo. Schifani e Fini, tuttavia, avrebbero almeno ottenuto che in futuro non ci saranno più i pensionati anticipati. Verrebbe perfino bloccato il famigerato meccanismo del dècalage che regala gli ultimi anni di contributi a tutti. Un sacrificio speci-fico verrebbe chiesto a chi guadagna più di 90mila euro. Non sono pochi, visto che gli stipendi medi che corrono alla camera, al senato e alla presidenza della repubblica, se paragonati con quelli corrispondenti

dei maggiori gruppi italiani pubblici, privatizzati o privati sono inarrivabili. Superiori almeno del cento per cento rispetto a chi dovrebbe insidiare tali cifre. Irraggiungibili perfino per la Rai che di certo non si distingue per morigeratezza e che in fondo è una emanazione del Palazzo. La tv di stato, peraltro, in un’inchiesta di Italia Oggi del 2007 si classificava al secondo posto. Poco distante dalla compagnia di ban-diera Alitalia che con il doppio degli stipendiati del Palazzo, 12.106 contro 5.700, spendeva pressappoco la stessa cifra (982 milioni di euro) erogando un cedo-lino medio di 81.116 euro all’anno contro 172.363 di Camera e Senato. Ma si è visto che fine ha fatto.

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Schifani e Fini si sono impegnati su un risparmio del 10%

Sacrifici veri se i cedolini non saranno più record

Vignetta di Claudio Cadei

Claudio Scajola

Gianfranco Fini

Renato Schifani

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4 Venerdì 28 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

Si tratta più di una invenzione propagandistico-intimidatoria che di uno strumento efi cace

Redditometro, una tigre di carta Gli accertamenti col nuovo strumento salgono da 30 a 40 mila

DI SERGIO LUCIANO

Il fatto che Giuseppe Bor-tolussi, segretario della Cgia di Mestre e sfidante generoso quanto disperato

di Luca Zaia nella recente cor-sa al governatorato del Veneto, avesse auspicato da tempo che il governo introducesse il reddito-metro nella prossima manovra economica, la dice lunga: per i redditi delle persone fi-siche, il redditometro è quel che gli studi di settore sono per le persone giuridi-che, cioè una tigre di carta.Un’inno-vazione più propa-gandistico-intimi-datoria che davvero efficace.Già, perché il redditometro è,

indirettamente, come una «mi-nimum tax», un criterio di ac-certamento induttivo del reddito presumibile, che, se bene impie-gato dai contribuenti, li aiuta più di quanto li danneggi. Li pone al riparo da accertamenti fi scali, purché applicato con fur-bizia, preventivamente. È un po’ come il reddito catastale di un immobile, divenuto nella prassi quotidiana degli studi notarili

italiani il metro con cui vie-ne determinato il valore delle transazioni immo-biliari da denunciare ai fi ni fi scali (Claudio Scajola docet): se io so che denunciando a 400 mila euro un immobile che in re-altà compro per un

milione di euro

mi attesto del 10% al di sopra del reddito catastale dell’immo-bile medesimo, vado tranquillo e risparmio l’imposta di registro su 600 mila euro perché, tanto, nessuno verrà mai ad accertare se ho pagato davvero «solo» 400 mila e non di più…Ebbene, il red-ditometro messo a regime dal go-verno è uno strumento ambizioso e complesso che difficil-mente potrà aiuterà il fi-sco a snidare i veri evasori.Quell’aspet-to arcigno e un po’ feroce che il reddito-metro ha da sempre, aiu-ta i giornali a montarci sopra titoli di fantasia che colpiscono l’immaginazione dei cittadini, ma, in sostanza, uti-lizzare davvero lo strumentario sarà, per il fi sco, molto complesso, soprattutto perché dispendioso in termini di tempo e di risorse impiegate.È vero che il reddito-metro scarica sui contribuenti l’«onere della prova» di come sia-no venuti in possesso dei redditi necessari a sostenere le spese che eccedono il limite congruo

col reddito dichiarato, ma queste prove sono poi abbastanza agevo-li da produrre, perché coincidono solitamente con l’utilizzo dello stock del risparmio familiare.Non a caso, prudenzialmente, il numero degli accertamenti che l’amministrazione si ripropone di effettuare impiegando il nuo-vo redditometro sale a 40 mila

l’anno venturo dai 30 mila di quest’anno: come dire, un aumento del 25% su una cifra molto mo-desta e quindi tutt’altro che un boom. Ma la loro opponibilità in sede di conten-zioso tributario sarà elevatissi-ma, proprio per-ché una qualsiasi spesa inclusa nel

più ampio paniere dei consumi considerabili «prova di reddito» (dal possesso di più automobili all’uso di scuole private per i fi gli) può sempre essere giustifi cata in mille modi che con il reddito imponibile non c’entrano.Ed è proprio sul fronte del conten-zioso che le condizioni reali del fi sco italiano continuano a esse-re diffi cili. Secondo gli ultimi dati infatti, il fi sco perde nel 42% dei

contenziosi e vince solo nel 37%. Non a caso, con una circolare dello scorso 21 maggio, la stessa Agenzia ha sentito la necessità di inserire un «indice di vittoria» nei contenziosi nei parametri di valutazione dell’efficienza del proprio operato.

In altre parole, non è il concet-to ispiratore del redditometro a essere sbagliato (al contrario, è lo stesso concetto che Giovanni Falcone raccomandava ai suoi investigatori per individuare i collusi con la mafia: la spropor-zione tra tenore di vita e reddito lecito dichiarato) ma la sua con-creta applicabilità a fare acqua. Non a caso, gli studi di settore (il fratello maggiore del redditome-tro) stabiliscono per le imprese che esse possono applicarsi a priori griglie di reddito minimo da dichiarare per non essere sog-getti agli accertamenti fiscali, e non pretendono di verificare a posteriori l’effettiva condotta di vita dei contribuenti.

In varie, successive incarna-zioni, del resto, il redditometro esiste già dal 1998, istituito dal centrosinistra del feroce ex mi-nistro delle Finanze Vincenzo Visco, e non ha intaccato di una solo scalfittura l’evasione fiscale di massa che affligge il nostro sistema.

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Resta? Se ne va? E lo noteranno di più se rimane dopo aver an-nunciato in apertura di trasmis-sione, giovedì scorso, che se ne

sarebbe andato, oppure avrà più audien-ce se lascerà la Rai dopo aver annun-ciato che è meglio restare? Michele Santoro, questo pallido prence della tivù, ha i suoi pro-blemi, d’altra parte, e bisogna capirlo. «Resto o vado» è il suo «essere o non essere» così come il primo piano di Marco Travaglio è il suo Teschio di Yorik (anzi, la sua «capa ’e morto», di-cono nel salernita-no): «Ahimè, povero Travaglio! Quando me ne andrò, se me ne andrò, che fi ne faranno i tuoi sberlef-fi , le burle, le intercettazioni, le capriole, l’amicizia di Grillo, il plauso di Tonino, le confi denze delle procure, i folgoranti sprazzi d’allegria che facevano scoppiare dalle risa gli abbonati al Fatto quotidia-no»? Tutti lo danno per pazzo quando lui, Santoro, spiega che c’è del marcio ovun-que Silvio Berlusconi, ziaccio incestuo-

so della politica italiana, mette a bivacco i suoi manipoli. Cosa sarebbe dell’Italia se non ci fosse Santoro? Michele ’o Pazzo è un’esorbitante impresa di pulizia mo-rale: dove arriva la redazione d’Annoze-ro tutto luccica, sfavilla e profuma come

lenzuola croccanti di bucato, come pavimenti tirati a cera. Eppure il no-stro maître à pen-ser non è allegro. Porta le stimmate, il poveretto: gli pe-sano addosso tutte le disgrazie del mondo. Santoro, come Petrolini nel-la parte d’Amleto, potrebbe dire:

Io sono il pallido prence danese

Che parla solo, che veste a nero.

Che si diverte nelle contese,

che per diporto va al cimitero.

È così che il conduttore di Annozero si sente: Giobbe, al confronto, è un grasso-ne buontempone che balla la salsa o il merengue facendo ondeggiare la cami-cia hawaiana. Vado? Resto? Essere o non essere? Dormire, sognare, forse? Non lo dice lui, ma la sua aria triste, lugubre, funerea, lamentosa (è l’aria gemebonda,

e volendo un po’ equivoca, che avevano, oltre agli inquilini vivi e morti del Castel-lo d’Elsinore, gli esistenzialisti capresi di Totò a colori). A dirlo è quel suo sguardo sconsolato e malinconico da eterno mar-tire di chi gli vuol male. Santoro è un perseguitato. In pri-mis, naturalmente, è perseguitato dai politici «de centrode-stra, ’st’infamoni». Reazionari, ladri, bugiardi, piduisti, demoplutomassoni, manigoldi, i Nemici della Buona Causa non l’hanno mai vo-luto tra i piedi. Per-ché lo odiano tanto? Perché lui dice la verità mentre gli oscurantisti mento-no come respirano.Ma c’è di più e di peggio. Infatti non sono soltanto le Forze Oscure della Reazione In Agguato (il Fodria evocato da Giovannino Guareschi) a volere che il Reverendo Jones d’Annozero sparisca all’istante da ogni orizzonte televisivo. Specialmente i gazzettieri suoi colleghi lo detestano e pregano che svanisca dal piccolo schermo. Colpiti da quella che il Cavaliere chiama «invidia sociale», i gazzettieri gli stanno facendo i conti in

tasca. Ironizzano, questi pidocchiosi, sul-la sua liquidazione miliardaria, come se lui, il Maharishi Mahesh Yogy di Rai2, maestro di meditazione trascendentale «de sinistra», non la meritasse. E invece la merita tutta, milione su milione, uno

sproposito di soldi pubblici alto fi no al cielo. Non soltanto il suo agente, che tratta la buonusci-ta con l’ammini-strazione Rai, ma anche la «ggente» vuole che Santoro si tuffi in una pisci-na di monete d’oro come Paperon de’ Paperoni. Ciò che chiede l’agente di Michele Santoro lo esige anche la «ggente» di Santoro Michele. È una leg-ge storica. Un’altra legge storica è che all you need is love,

tutto ciò che vi serve è amore. Petrolini, sempre nella parte d’Amleto, sottoscri-ve:

L’ amore è facileNon è diffi cileSi ha da succedereSuccederà.

© Riproduzione riservata

DON MICHELE È SQUASSATO DAI DUBBI. VADO? RESTO? ESSERE O NON ESSERE? DORMIRE, SOGNARE? FORSE

Che cosa mai sarebbe l’Italia se non ci fosse Santoro?Anche i suoi amici gazzettieri di sinistra gli fanno i conti in tasca, ‘sti pidocchiosi

Giuseppe Bortolussi

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va al cimitero.

La sua è una esorbitante impresa di pulizia morale: dove arriva la redazione

di Anno zero, tutto luccica, sfavilla e profuma, come

le lenzuola croccanti di bucato, come i pavimenti tirati a cera. Eppure Santoro

non è allegro. Porta le stimmate, il poveretto: gli

pesano addosso tutte le disgrazie del mondo. Lo dice quel suo sguardo sconsolato e malinconico, da eterno

martire di chi gli vuol male

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tutto ciò che vi serve è

Santoro, non c’è dubbio alcuno, è un perseguitato.

Da parte di chi? In primis, naturalmente, è un perseguitato dai politici «de centrodestra ‘st’infamoni». Reazionari, ladri, bugiardi, piduisti, demoplutomassoni,

manigoldi, i Nemici della Buona Causa (gli NBC)

non l’hanno mai voluto tra i piedi. E si capisce perché.

Perché lui dice la verità mentre gli oscurantisti

mentono come respirano

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più ampio panie

L’opponibilità al nuovo redditometro, sul piano del contenzioso, sarà molto elevata perché

qualsiasi spesa contenu-ta nel più vasto paniere dei consumi considerati prova di reddito può es-sere giustifi cata in mille modi che con l’imponi-

bile non c’entrano

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5Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28 MagP R I M O P I A N O

Non i gura nella manovra la norma che eliminava i grandi eventi e metteva sotto controllo i conti

Protezione civile, è pax armataLa riforma salta, ma il Tesoro è pronto a tornare all’attacco

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Nessuna riforma. Il siste-ma che, stando a quan-to emerso nel corso delle inchieste di Perugia, ha

dato la stura agli affari della co-siddetta cricca resta al momento inalterato. Nell’ultima versione della manovra finanziaria non c’è più nulla sulla Protezione civile. Certo dovrà, come tutte le amministrazioni centrali, ridurre le proprie spese (circa il 60% della Presidenza) del 10% e, in quanto dipartimento di Palazzo Chigi, realizzare un taglio aggiuntivo del 10% dei posti dirigenziali. Però nella battaglia che, dicono i bene informati, ha tenuto ban-co nel governo sul destino del diparti-mento, Gui-do Bertolaso pare aver scansato gli artigli che erano stati s f oderat i dall’Econo-mia e aver e v i t a t o quello che si presenta-va come un

vero commissariamento. Salvo novità dell’ultima ora, non ci sa-ranno i nuovi controlli del Tesoro e della Corte dei conti, non ci sarà la soppressione delle competenze in materia di Grandi eventi, la ri-

forma delle modalità di assegnazione

dei lavori. E il blocco delle assunzioni in corso d’opera a via Ulpiano (costo stima-to, 8 milioni

di euro) che contano, tra i papabili, molti

diretti collaboratori di Bertolaso. Entrati negli anni con contratti di collaborazione proprio grazie ai poteri di assunzione in de-roga collegati alle ordinanze di emergenza e grande evento. Ma l’Economia pare non aver affat-to deposto le armi. La riforma della Protezione civile sarebbe pronta. A pesare a favore della sua esclusione dalla manovra sarebbe stata non solo una certa contrarietà del premier, Silvio Berlusconi, ma anche dello stesso ministero dell’economia, Giulio Tremonti. Che vuole mettere or-dine nei conti del dipartimento ed evitare in futuro spese fuori controllo ricreando un mecca-nismo di Protezione tarato sul primo intervento e sulla preven-zione, ma non vorrebbe procedere subito. Perché trattandosi di una riforma ordinamentale, la Finan-ziaria potrebbe non essere la sede migliore e si renderebbe necessa-rio un provvedimento ad hoc. E poi perché, si ragiona a Palazzo, metterla sul piatto dall’inizio la renderebbe facilmente attacca-bile durante il primo passaggio parlamentare della manovra (probabilmente al senato). Me-glio più avanti, quando la Finan-ziaria sarà blindata. Comunque sia, la battaglia sulla Protezione civile pare solo rinviata.

© Riproduzione riservata

Nella notte tra il 25 e il 26 maggio, il testo della manovra finanziaria del governo conteneva ancora una norma immediatamente operativa per la sop-pressione dell’Ice e lo smembramento delle sue strutture organizzative e del suo organico tra ministero degli Af-fari Esteri e ministero dello Sviluppo Economico. Quando se n’è accordo, il viceministro per lo Sviluppo Economi-co, Adolfo Urso, ha fatto il diavolo a quattro ed ha convinto il collega Tre-monti a cancellare il provvedimento. Persuasione facile sul piano contabile visto che il costo di funzionamento del baraccone-Ice è inferiore ai 100 milioni di euro all’anno, poca cosa rispetto al «gran totale» dei 24 miliardi di euro della manovra e visto che la gran parte di questo costo è rap-presentata dagli stipendi, che avrebbero continuato ad essere pagati. Meno facile sul piano politico, perché in realtà Tremon-ti è convinto in particolare sintonia, su questo fronte, col go-vernatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni che la promozione del commercio con l’estero potrebbe essere assai più effi cace se affi data unicamente alla Regioni, che peraltro già la fanno, in particolare attraverso gli “Sprint” (Sportelli per l’internazionalizzazione) e le missioni d’affari all’estero. Il federalismo permeante è insomma anche in questo caso, insomma, la stella polare del ministro per l’Economia. E per questo la partita contro l’Ice è soltanto rinviata.

Giulio Genoino© Riproduzione riservata

Pure l’Ice si è salvata, eppure resta nel mirino

DI MARIO LETTIERI*E PAOLO RAIMONDI*

Dopo la crisi dell’euro e la famosa notte quando l’intero sistema eu-ropeo rischiava di cadere come un castello di carte, l’accordo per il

salvataggio sembra concentrarsi tutto sui tagli di bilancio per abbassare i livelli del debito pubblico e rientrare al più presto nei parametri di Maastricht. Una seria cam-pagna contro gli sprechi è doverosa. Ce ne sono tanti e a tutti i livelli, ma la riduzione delle spese e dei bilanci pubblici dovrebbe essere accompagnata da altre riflessioni su alcuni andamenti che potrebbero avere un impatto molto forte sull’economia. Mentre la ripresa resta ancora un miraggio, una politica di austerità può portare con sé il rischio della deflazione, a causa di una pro-lungata recessione, di una possibile discesa dei prezzi e di una contestuale riduzione della domanda. L’economia non è un calco-lo aritmetico e non si risolvono distorsioni economiche di lungo periodo semplicemen-te giocando con i numeri. Se si riduce la spesa corrente improduttiva, occorre nel contempo aumentare gli investimenti. Gli eurobond dovrebbero servire al finanzia-mento delle grandi infrastrutture. Secondo la BRI, le banche europee hanno nei loro portafogli 2.800 miliardi di dollari in titoli del debito pubblico di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. A loro volta le ban-che americane hanno titoli pubblici dei pa-esi dell’UE per 1.500 miliardi di dollari. Il rischio di una deflazione nella zona euro è quindi la minaccia più immediata alla

stabilità finanziaria dell’Europa, perché, tra l’altro, potrebbe portare ad una svalu-tazione dei titoli sovrani e ad un ulteriore indebolimento dell’euro. Perciò occorrono investimenti per rilanciare l’economia. Gli Stati Uniti e la Cina, che valutano positi-vamente lo stanziamento europeo di 750 miliardi di euro di aiuti contro i default, allo stesso tempo mostrano preoccupazione per gli effetti dei tagli di bilancio sull’anda-mento dell’economia mondiale. Oltre alla deflazione, non è infondato il rischio di una futura fiammata di inflazione in Europa. Non vi sono oggi segnali visibili, ma la sto-ria ci ha insegnato che, quando si vedono i suoi primi effetti, è troppo tardi per bloc-carla. L’Europa ha deciso il pacchetto di salvataggio sulla scia dell’America e della Gran Bretagna. Loro lo hanno fatto stam-pando altra moneta per comprare i titoli in

caduta libera. Per fortuna la Banca Centra-le Europea non ha seguito questa strada. Per il momento, infatti, raccoglie fondi sui mercati, o con le operazioni di swap aperte dalla Federal Reserve per l’acquisto delle obbligazioni sovrane europee. Se si dovesse avere un peggioramento della situazione economica, i titoli comincerebbero a per-dere valore e la BCE sarebbe costretta ad acquistarli direttamente anche emettendo nuova e più abbondante liquidità, che fa-rebbe lievitare i prezzi.

Sarebbe una iattura. Il settore bancario americano più aggressivo e speculativo già parla della BCE come di una gigantesca bad bank. I bassi tassi di interesse sia in Usa che in Europa provano che la leva dei controlli monetari non è utilizzabile in quanto ha già esaurito tutta la sua possi-bile e risicata effi cacia. Ciò, insieme con la

caduta del valore dell’euro rispetto al dolla-ro, che dall’inizio del 2010 è stata del 14%, sta generando un processo di carry trade sulla moneta europea.

Avvenne con lo yen in Giappone che ave-va tassi di interesse bassissimi per effetto della stagnazione economica interna. Il car-ry trade è una semplice operazione di otte-nere prestiti in valuta a basso costo di una determinata area monetaria e poi utilizzar-li altrove, magari in attività speculative. In passato si puntava a lucrare sulle differen-ze nei tassi di interesse tra diverse monete, oggi invece si scommette sulle aspettative di ripresa o di recessione dei vari paesi. Intanto l’industria tedesca presente nella regione dell’Asia e del Pacifi co ha tenuto a Singapore la sua 12.ma conferenza opera-tiva. In questa sede il segretario generale dell’ASEAN, Surin Pitsiwan, ha spiegato che la regione « è diventata il motore ben funzionante dell’economia mondiale».

Si ricordi che nel 1997-8 i paesi asiatici erano stati attaccati dalla speculazione e molte monete persero dal 30 all’80% del loro valore. Quei paesi hanno imparato in fretta la lezione, hanno compreso non solo la necessità di ridurre l’indebitamento e il defi cit. Insieme a nuove regole per il loro mercato fi nanziario, hanno anche cre-ato una rete di protezione di 600 miliardi di dollari per puntare allo sviluppo eco-nomico dell’intera regione. Bisognerebbe guardare con maggior attenzione a questa esperienza.

*Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi

** Economista

Ridurre i bilanci degli stati dell’Unione europea non basta, contro la crisi servono misure per lo sviluppo

Sì ai tagli agli sprechi, ma attenti alla deflazione

Guido Bertolaso

Adolfo Urso

Foto di gruppo del G8 dell’Aquila

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6 Venerdì 28 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

L’associazione di Palamara, autonomia a rischio. I giudici di Amirante, la manovra non viola la Carta

Stipendi, la Consulta dice sì ai tagliLa Corte spiazza i magistrati dell’Anm: il rigore vale per tutti

DI EMILIO GIOVENTÙ

Sacrifici per tutti anche per i magistrati, ma non tutti. L’Associa-zione nazionale ma-

gistrati le mani nelle proprie tasche non le vuole far met-tere. E minaccia iniziative clamorose pur di diffidare il governo dal «prelievo forzoso degli stipendi». Tra queste un appello alla Corte costituzio-nale a sostenere la battaglia die magistrati. E la Corte non si fa attendere, risponden-do con una nota nella quale annuncia di voler continuare «nella linea di rigore e di con-tenimento della spesa per il proprio funzionamento, che ha già portato alla sua autonoma decisione di rinunciare, sin dal 2008, a ogni incremento della dotazione che da quella data non è stata più rivalutata, con conseguente risparmio per le finanze pubbliche». Tran-ciante la risposta della Corte Costituzionale presieduta da Francesco Amirante che spiazza le speranze dei magistrati dell’Anm di Luca Palamara che, a manovra ancora cal-da, avevano gridato con tutto il fiato in gola che «l’adeguamento triennale

(stoppato in manovra, ndr) rappresenta l’attuazione del precetto costituzionale dell’in-dipendenza dei magistrati che va salvaguardato anche sotto il profilo economico». Macché anticostituzionale, replica la Corte costituzionale: ridurre gli stipendi ai giudici non vio-la la Carta. Capito? Il messag-gio è chiaro, i sacrifici devono farli tutti, anche i magistrati dell’Anm. La Corte costituzio-nale accetta, l’Anm no. Non soltanto la Corte di Ami-rante accetta i sacrifici, ma annuncia anche che «ha già posto all’esa-me ulteriori misure di tagli alle proprie spese, per personale e acquisto di beni e ser-vizi, che, in aggiunta alla riduzione degli emolumenti dei giu-dici della Corte stabi-liti per legge, possano ulteriormen-

te contribuire alla riduzione della spesa pubblica».

Ci saranno rimasti male nella stanza di Palamara vi-sto che l’Associazione nazio-nale magistrati anche nella manovra correttiva ha visto un tentativo di ledere l’auto-nomia e l’indipendenza delle toghe. Gli interventi sulle retribuzioni dei magistrati «sono incostituzionali e pale-

semente punitivi nei confronti dei magistrati» che «si inseri-scono in un clima di costante aggressione da parte di espo-nenti politici e istituzionali nei confronti della magistra-tura, accompagnata da una campagna mediatica di dele-gittimazione dei magistrati, dipinti come fannulloni stra-pagati e politicizzati, e da in-terventi legislativi dichiarata-

mente fi nalizzati a impedire lo svolgimento delle indagini e dei processi». Il ritornello è quello di un evergreen che i magistrati ormai cantano da tempo e serve ancora una vol-ta a buttarla in politica. Ma ciò che sembra stare a cuore dei magistrati è soprattutto il vile denaro visto che tengono a far sapere a tutta Italia che «le retribuzioni dei magistra-ti» con questa manovra del governo Berlusconi, «vengono colpite tre volte: con il blocco dei meccanismi di progres-sione economica, con il blocco dell’adeguamento alla dina-mica dei contratti pubblici e,

addirittura, con un prelievo forzoso degli stipendi».

Insomma, sul taglio degli stipendi dei magistrati, l’Anm

è isolata. Neppure la Corte co-stituzionale la sostiene.

© Riproduzione riservata

Il Maxxi ieri è stato ufficialmente aperto. Ciò che Vittorio Sgar-bi ha definito «non un museo, ma il mauso-leo di Zaha Hadid», fa diventare Roma una protagonista dell’arte contemporanea. Alla conferenza di pre-sentazione, il ministro Sandro Bondi ha incas-sato una contestazione dopo aver pronunciato il nome di Silvio Ber-lusconi: il titolare del dicastero di via del Collegio Romano aveva ringraziato il premier per aver portato a ter-mine l’opera, ma subito dopo ha salutato l’ex ministro Giovanna Me-landri, presente all’in-contro, in mezzo al pub-blico. Singolare l’assenza di un rappresentante del ministero dei Lavo-ri pubblici, notata dal presidente della fonda-zione Maxxi Pio Baldi. Applaudita dalla critica la mostra retrospettiva dedicata all’arte di Gino De Dominicis, curata da Achille Bonito Oliva.

Pierre de Nolac© Riproduzione riservata

Maxxi fi schia Bondi

Il presidente del Consiglio aveva chiaramente dichia-rato che l’obiettivo della campagna elettorale di pri-

mavera era raggiungere la con-quista della maggioranza delle regioni. Avevamo ricordato le difficoltà che, pur dopo l’indub-bia vittoria elettorale, il centro-destra avrebbe potuto trovare per conquistare la presidenza della Conferenza delle regioni e delle province autonome («Regio-ni, la musica non cambia», Italia Oggi, 6 aprile). Mai, però, avrem-mo pensato che l’autolesionismo spesso emergente nella politica del Pdl, e talvolta nell’intero cen-tro-destra, potesse raggiungere il livello della decisione congiunta di Silvio Berlusconi, Raffaele Fitto (ministro delle Regioni) e presidenti delle regioni rette dal centro-destra di offrire al presi-dente dell’Emilia-Romagna, Va-sco Errani (Pd), la conferma al vertice della Conferenza.

Le conseguenze? Errani con-tinuerà a parlare in nome delle regioni, esprimendosi contro il governo, né più né meno come ha fatto in occasione della manovra, quando molti mezzi di comuni-cazione hanno titolato «Opposi-

zione delle regioni» proprio per le dichiarazioni di durissima ostilità esternate da Errani. Per i prossimi cinque anni, si andrà avanti con «le regioni sono con-trarie», «per le regioni non va bene», «dissenso delle regioni», il tutto perché l’ex funzionario del Partito comunista, Vasco Errani, potrà serenamente parlare in nome delle regioni italiane. Una possibilità gentilmente offertagli dalla maggioranza.

M. B.© Riproduzione riservata

Confermato alla conferenza delle regioni

Con Vasco Erraniil Pdl fa harakiri

DI ALESSANDRA RICCIARDI

Alla fine l’ha spuntata. Se non è la DigitPa, è l’Agenzia per l’innova-zione. Davide Giacalo-

ne, giornalista, collaboratore di vari ministri ed ex consigliere d’ammi-nistrazione e mem-bro del comitato esecutivo delle so-cietà Sip, Italcable e Telespazio, è alla guida dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazio-ne. Una struttura di supporto alle imprese vigilata dal ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta. Il ministro ne ha firmato il decreto di nomina nei giorni scorsi. Un decreto che, a differenza di quello sulla Dig-tPa, non deve passare attraverso i pareri delle commissioni parla-mentari. E che pure è approdato anch’esso in parlamento. Ieri in-fatti, su interrogazione urgente di Salvatore Vassallo (Pd), il sotto-segretario alla funzione pubblica,

Andrea Augello, ha dovuto rispon-dere in prima commissione sulla sussistenza dei requisiti scientifici e professionali del «signor Giaca-lone», come riferiva l’interrogante prendendo a spunto la mancanza del titolo di laurea nel curriculum

del neo presidente. Dubbi analoghi erano stati sollevati anche in merito alla nomina alla guida della DigitPa, la struttura che pren-de il posto del Cnipa nella digitalizzazio-ne della pa, con un primo parere con-trario al senato e un altro favorevole a maggioranza alla camera. Il decreto non arrivò mai alla

firma del presidente della re-pubblica, per «indisponibilità» di Giacalone. Ora la nuova nomina, per la quale, risponde Augello, i requisiti sono «più che adeguati». E poi, il fatto che Giacalone sia impegnato su vari giornali non può essere causa ostativa, dice Augello, è solo «passione per il bene collettivo».

©Riproduzione riservata

Brunetta lo nomina all’Innovazione

Una poltronaper Giacalone

Luca Palamara, presidente dell’Anm Francesco Amirante, presidente della Corte costituzionale

Renato Brunetta

Vasco Errani

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7Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28 MagP R I M O P I A N O

All’assemblea pubblica dura presa di posizione. Chiesti al governo anche 45 mld di tagli in tre anni

Marcegaglia attacca i professionistiConfi ndustria si scaglia contro tariffe minime e limiti all’accesso

DI STEFANO SANSONETTI

Non è certo andata per il sottile. Emma Marce-gaglia ha sferrato un duro attacco nei confron-

ti dei professionisti. Nel mirino del numero uno della Confindu-stria, che ieri ha parlato a una folta platea di imprenditori in occasione dell’assemblea pub-blica dell’associazione degli in-dustriali, che quest’anno compie 100 anni, sono finite le tariffe mi-nime per i servizi professionali e quelle che ha definito «barriere di ingresso». Ovvero due dei cardini della riforma delle professioni a cui sta lavorando il governo. Si tratta di un cantiere aperto, in particolare per quanto riguarda gli avvocati, ma lo scenario che va delineandosi, secondo la Mar-cegaglia, «è allarmante». In que-sto modo, in particolare, è stata definita «la corsa in atto in par-lamento a ripristinare barriere all’ingresso e tariffe minime per i servizi professionali».

Il presidente degli industriali, giunto all’appuntamento dell’as-semblea dopo un ultimo periodo di critiche al suo operato, anche da parte di ambienti confin-dustriali, ha dedicato al tema delle professioni un corposo pas-saggio del suo intervento. E al presidente del consiglio, Silvio

Berlusconi, che la ascoltava se-duto in prima fi la all’auditorium romano di Renzo Piano, ha lan-ciato un messaggio secco: «Se go-verno e maggioranza persistono in questa marcia indietro sulle liberalizzazioni nel commercio e nelle professioni, noi ci mettere-mo di traverso e sarà opposizione dura». L’attacco si è successiva-mente concentrato sulle tariffe minime, abolite a suo tempo dal-la legge Bersani, e oggi in corso di reintroduzione. «Nessuno di noi», ha azzardato la Marcegaglia con un esempio, «si è mai sognato di chiedere tariffe minime per macchine uten-sili, abiti o elet-trodomestici. Se è questo che volete, ci met-teremo in fi la anche noi per ottenerle».

Una volta salito sul

palco, Berlusconi ha replicato alle critiche della Marcegaglia, spiegando che il governo non ha «fatto assolutamente retro-marcia su liberalizzazioni e pro-fessioni». Ma rimane la durezza della presa di posizione del lea-der di viale dell’Astronomia. A cui si oppongono le argomenta-zioni negli ultimi mesi ribadite dal Cnf, ovvero dal Consiglio nazionale forense. «La riforma della professione non è corpora-tiva», va dicendo da tempo il pre-sidente, Guido Alpa, «punta a imporre sacrifi ci ai legali, come

l’obbligo di assicurazioni obbligatoria, l’obbligo di

formazione continua. E punta a garan-tire una maggiore qualità della pre-stazione tramite regole di accesso più stringenti, tariffe minime vincolanti

che svolgono an-

che una funzione di evitare spe-requazioni tra clienti potenti e comuni cittadini, un controllo deontologico più stringente».

Capitolo delle professioni a parte, la Marcegaglia ieri ha lan-ciato la proposta di «una grande assise dell’Italia delle imprese e del lavoro». In pratica un invito a tutte le parti sociali a datoriali per concorrere insieme all’obiet-tivo «di una grande intesa per la crescita». Invito che, tra gli altri, è stato raccolto da Carlo Sangalli, presidente di turno di

Rete Imprese Ita-lia, la nuova as-sociazione che rappresenta 2,5 milioni di pmi, artigia-ni e commer-cianti.

Sulla ma-novra da

24 mi-

liardi in due anni approntata dall’esecutivo, la Marcegaglia ha espresso un giudizio positivo, so-prattutto sul rigore imposto dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Ma ha rilanciato sulla necessità di un progetto ancora più ambizioso di tagli alla spesa pubblica, che «deve diminuire di almeno un punto di pil all’anno per i prossimi tre anni». In soldoni si trattereb-be di risparmiare la bellezza di circa 45 miliardi, ossia una cifra grosso modo pari al dop-pio delle risorse racimolate nel prossimo biennio dalla manovra. Non sono mancati riferimenti ai costi della politica, i cui passag-gi hanno riscosso l’applauso più fragoroso, soprattutto quando la Marcegaglia ha detto che «l’ineffi cienza pubblica non è fi -glia solo di logiche lontane dalla produttività, ma nasce da troppo interessi partitici, troppe rendi-te da salvaguardare». Approva-zione anche per la conclusione

di questo ragionamento, nel momento in cui il presiden-te degli industriali ha usato toni più ultimativi: «Dicia-molo chiaro, la politica dà occupazione a troppa gente in Italia ed è l’unico settore che non conosce né crisi né cassa integrazione».

© Riproduzione riservata

È questione di dialettica in-terna a Confi ndustria. Una diversità di opinioni che può anche essere un buon segno, se poi all’esterno ci si presenta compatti. La ri-fl essione, in questi termini, è stata fatta da Luca Cor-dero di Montezemolo, ieri, a margine dell’assemblea pubblica degli industriali. Lo sfogo dell’altro ieri di Emma Marcegaglia, quan-do all’assemblea privata degli industriali ha lamen-tato «attacchi ingiuriosi» da parte di alcuni organi di stampa, non poteva certo passare inosservato. Del resto negli ultimi giorni il numero uno di viale dell’Astronomia si è trovato diverse spine nel fi anco. Prima l’uscita di un libro che mette a nudo la Confi ndustria, descritta né più né meno alla stregua di un autentico partito politico. Poi le aspre critiche mosse alla gestione confi ndustriale da parte dell’ex presidente di Federmeccanica Massimo Calearo, che ha imputato alla Marcegaglia un eccessivo appiattimento sulle posizioni del governo guidato da Silvio Berlusconi. Era stato per alcuni sin troppo facile partire dalle osservazioni di Calearo e arrivare dritti a Montezemolo, a cui il primo è legato da amicizia e da un rapporto consolidato. Ieri Mon-tezemolo ha cercato di gettare acqua sul fuoco. «La forza di Confi ndustria è anche, nella diversità delle opinioni, la gran-de unità», ha detto il pre-sidente della Ferrari. Che ha chiuso lanciando qua-si uno slogan: «dialogo all’interno e compattezza all’esterno».

Stefano Sansonetti© Riproduzione riservata

Montezemolo e la dialetticadentro viale dell’Astronomia

ItaliaOggi aveva anticipato lo show due giorni fa, e Silvio Berlusconi ieri lo ha fatto: ha chiesto alla platea dell’assemblea confindustriale di ce-dergli la Marcegaglia per fare il ministro «dell’in-dustria e dello sviluppo economico». Ma nessuno dei confindustriali ha alzato la mano per dare il suo consenso. Tanto che a qualcuno è venuto il dubbio: è stata forte la vo-glia di tenersi Emma per i restanti due anni del suo mandato, giunto al giro di boa, oppure nessuno ha alzato la mano perchè ritiene che la Marcegaglia non sarebbe all’altezza del compito di ministro?

Auto blu, domani tagliamo

Se qualcuno avesse mes-so l’appalusometro nella sala Santa Cecilia, l’ac-clamazione più forte la Marcegaglia l’ha raccolta dai suoi quando ha parlato dei tagli ai costi della politica. «Diciamolo chiaro: la politica dà occupa-zione a troppa gente in Italia ed è l’unico settore che non conosce ne crisi nè cassa integrazione», ha detto Emma, ed è venuto giù l’Auditorium. Implacabili le immagini trasmesse dalle teleca-mere: la prima fila, dove erano seduti gli ospi-ti vip, cioè i politici tra cui Berlusconi, Gianni Letta, Gianfranco Fini, Maurizio Sacconi, Stefania Prestigiacomo, Dario Franceschi-ni, Francesco Rutelli, Enrico Letta e Pier-ferdinando Casini, erano così imbarazzati che nessuno ha fatto neppure il cenno di applaudire. E com’era stridente con il richiamo della presi-dente con tutta quella pletora di auto blu che, all’uscita dall’Auditorium, scorrazzavano, con o

senza scorte, lungo le corsie preferenziali capitoli-ne. Già, è vero, i tagli ai costi della politica vanno fatti, ma da domani...

Che mappazza questo centenario

Grandi sbadigli ha suscitato tra la platea il lungo documentario sui cento anni di vita dell’associa-zione che ha preceduto l’inizio dell’assemblea. Scorrevano velocemente decine di immagini della storia industriale, tan-to che lo stesso premier, arrivando sul palco dalla sua poltrona in prima fila (dove peraltro qualcuno ha fatto caso che avesse passato molto tempo con gli occhi chiusi), ha criti-cato il filmato: troppo ve-loce. E chissà poi se si era

anche letto le 24 pagine pubblicate dal giornale confindustriale sul centenario. Quelle sì che erano una mappazza, lasciata abbandonata sulle sedie da quasi tutti i convegnisti...

Produttività vo’ sognando

Bisogna dire alla Marcegaglia di parlare un po’ di più con i suoi iscritti. Nella relazione Emma ha parlato di produttività al palo: tutta colpa dei lavoratori. Certo, se sapesse che per l’imminente ponte del 2 giugno una delle sue associate, cioè la «pesante» Alenia del gruppo Finmeccanica, chiuderà i battenti dal 31 maggio al 5 giugno, cioè per una settimana, forse ci ripenserebbe a toccare quel tema...

Roberto Miliacca

PILLOLE DI ASSEMBLEA

L’assemblea non vuole Emma ministro

Luca Cordero di Montezemolo

Emma Marcegaglia

Vignetta di Claudio Cadei

Silvio Berlusconi

di Pierre de Nolac

Marcegaglia. Voglia di pil: le basta un punto...

PUNTURE

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8 Venerdì 28 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

Il Carroccio crea laboratori per integrazione, sicurezza, politiche familiari

Lega, tante capitali a NordVarese, Parma e Verona nuove città-modello

DI ANTONIO CALITRI

Una missione per ogni capoluogo del Nord nelle mani della Lega Nord o che il partito

di Bossi vuole conquistare. A partire da Varese, città del ministro dell’Interno Roberto Maroni, destinata, già dalla prossima settimana a diven-tare la capitale della sicurezza in Italia. E poi, Parma, con la sperimentazione del quoziente famigliare che Bossi vuole sof-fiare come cavallo di battaglia a Pier Ferdinando Casini. Per non parlare di Verona, città che era considerata tra le più razziste d’Italia e invece gra-zie a Flavio Tosi è diventata per la Lega il modello dell’in-tegrazione. I laboratori piac-ciono sempre ai politici e per chi punta all’autonomia e ai localismi, quelli cittadini sono il non plus ultra. Ma le città che aspirano a diventare labo-ratori onnicomprensivi hanno sempre fallito. Anche perché è difficile che un campanile riesca ad avere l’eccellenza in ogni settore. E basta un fatto di cronaca, di qualsiasi genere che porta automaticamente al fallimento di immagine la città laboratorio. E allora ecco l’uo-vo di Bossi. I laboratori della

Lega Nord dovranno avere po-che missioni, magari una sola per città. E la linea è arrivata anche al quotidiano del parti-to, la Padania, che appunto si è adeguata e ha affidato i primi titoli a Varese per quanto ri-guarda la sicurezza e a Parma per il quoziente familiare. Ma altri sono pronti ad arrivare, oltre a un rilancio di quello veronese tutto dedicato all’in-tegrazione dell’immigrazione buona e al lavoro onesto degli extracomunitari. Così presto avremo il modello Verona, il modello Varese e così via. Ma andiamo a vedere dove Bossi e in questo caso Maroni, stanno mettendo le maggiori energie. In primis a Varese appunto, città guidata dal leghista At-tilio Fontana oltre che borgo natio del ministro Maroni. La Lega non poteva non eleggere come laboratorio italiano della sicurezza la città che ha dato i natali al suo miglior mini-stro. Tanto più se si considera che la settimana scorsa Maroni ha celebra-to ne l la sua città la festa della Po-lizia e ha

accennato a quello che sta spe-rimentando proprio a Varese. A partire dal numero unico delle emergenze che presto dovreb-be essere allargato al resto del paese e al patto di sicurezza del lago Maggiore che vede im-pegnate Lombardia Piemonte e Svizzera. Oggi e domani poi, sempre a Varese si svolgerà il G6 della sicurezza con i mini-stri degli Interni di Spagna, Francia, Regno Unito, Po-lonia e Stati Uniti.

A Parma invece, la Lega vuole impossessar-si della riforma familia-re lanciata dal sindaco di centrodestra ma non ancora leghista Pietro Vignali.

Il primo cittadino, eletto in una lista civi-ca e con un pas-sato nel Ppi e nel Cdu ha lanciato

il «quoziente Parma», un pac-chetto di politiche rivolte ad aiutare le famiglie. E la Lega, per cercare di scippare a Ca-sini la proposta del quoziente familiare ha deciso di adottare come suo modello Parma.

Verona invece resta il model-lo dell’integrazione e del lavo-ro degli immigrati. Ed è allo studio la possibilità di dare

vita ad altri labora-tori, compreso uno ligure, ad Alben-ga, sede dell’ae-roporto preferito da Claudio Sca-jola dove è stata eletta la leghista

Rosy Guarnieri. © Riproduzione riservata

DI ANTONIO CALITRI

Dopo aver perso il treno delle regiona-li, il sindaco di Bari Michele Emiliano

perde anche il suo laborato-rio di giovani. Che deluso dal-la mancata promessa dei 30 mila posti di lavoro, ha deciso di cambiare insegna e di avvi-cinarsi al governatore. L’Emi-lab, il laboratorio dei giovani di fede «emiliana» era stato uno degli assi vincenti dell’ul-tima campagna elettorale del sindaco.

Un laboratorio di politici in erba che hanno girato la cit-tà, si sono appuntati i disagi e suggerito una serie di idee che sono state condivise dal sinda-co e poi entrate direttamente nel programma di Emiliano. Ma dopo un anno dall’elezio-ne, di quelle proposte e di quel laboratorio nessuno se ne è curato più.

Il sindaco ha puntato alla regione e al Pd e ha abban-donato una buona parte del-le questioni comunali e delle promesse fatte. La crisi eco-nomica e i tagli hanno fatto il

resto. A indebolire ancora di più il sindaco sceriffo poi, si è messo pure il ballottaggio che lo ha costretto a stringere pat-ti elettorali che non gli stanno concedendo più grandi spazi di manovra.

Così le belle promesse fat-

te, sono rimaste sulla carta e quello che considerava una sua creatura, un suo persona-le vivaio, ha deciso di mettersi sul mercato. Prima il sindaco aveva perso il pubblicitario, Luca Rutigliano, che dopo la sua campagna del 2009 non

aveva avuto più telefonate dal primo cittadino e ha deciso di passare dall’altra parte, con lo sfidante Rocco Palese. Adesso è la volta degli Emilab che non hanno voluto rinun-ciare a restare a sinistra né all’esperienza maturata. Sem-plicemente hanno sfrattato il nome del sindaco dalla loro insegna e lui dalle loro stan-ze, ribattezzandosi Barilab e avvicinandosi al più combat-tente Nichi Vendola.

Il merito, in questo caso sa-rebbe del braccio destro del governatore Nicola Franto-ianni, segretario regionale prima di Rifondazione Comu-nista e poi di Sinistra ecolo-gia e libertà che da un mese è stato promosso assessore alle politiche giovanili. Giovane e carismatico, Frantoianni sta diventando l’ambasciatore tra le nuove generazioni di Ven-dola. E se riesce a portare il BariLab dalla sua parte, in pratica lascia il sindaco con le ruote sgonfie per eventuali rigurgiti di lotta contro il go-vernatore.

© Riproduzione riservata

Il sindaco di Bari delude gli under 30: non mantenute le promesse del suo programma

Dopo le Regionali, Emilianoperde pure il serbatoio dei giovani

Roberto Maroni

Michele Emiliano

DI PAOLO SIEPI

La Repubblica è già un par-tito: presidente Carlo De Benedetti, segretario, Ezio Mauro, Eugenio Scalfari pro-boviro un po’ saccente. Una fazione che aizza pure gli altri giornali e li fanatizza, o per imitazione o per con-trasto. Quando arrivai io, nel 1977, non era così. Giampa-olo Pansa, Corsera.

Proviamo a togliere, dalle me-die nazionali dei rendimenti economici, la Campania che, non solo rappresenta la regio-ne peggiore, ma è anche una regione molto importante. Questa enormità butta giù tutte le medie italiane. Eli-minando la Campania dagli indicatori generali, l’effetto sarebbe il sorpasso dell’Italia su Francia e Germania. En-rico Letta, vicesegretario Pd, agenzie.

Andrea Beltratti nominato presidente del Consiglio di gestione di Intesa San Pa-olo è un professore 51enne, economista in Bocconi, che arriva da una famiglia ope-raia piemontese e che non ha mai abbandonato la sua casa a Torino, a due passi da corso Cosenza, in piena zona Mira-fi ori, dove risiede con moglie e tre fi glie, il Foglio.

A proposito degli sprechi della lirica posso ricordare lo «sciopero delle cento mu-tande» al teatro Massimo di Palermo. Appena rientra-te nella sede storica dopo che questa fu restaurata, le masse artistiche fecero infatti saltare il “Wozzeck” inaugurale e quasi tutte le rappresentazioni di “Manon Lescaut” perché chiedevano indumenti pesanti durante le prove in ragione di un in-verno più rigido del solito, Giuseppe Pennisi, eco-nomista, il Foglio.

Diliberto, segretario dei co-munisti italiani ha concluso la campagna elettorale al re-sidence di Ripetta. A due pas-si dal Bolognese, il ristorante dei vip della politica. Marco Rizzo, rifondazione co-munista, il Giornale.

Per scegliere il futuro sinda-co di Torino non dobbiamo certo fare delle selezioni come quelle dell’Isola dei famosi con il giovane, il bello, l’intelligente, Sergio Chiamparino, sindaco Pd di Torino.

Lo dico chiaro e forte: non siamo disposti a nessuna forma di solidarietà fra le regioni se questa non si ac-compagna a un reale riscat-to dei territoriarretrati. Non assisteremo passivamente al sacco del Veneto per mante-nere chi non sia disposto a fare ordine e pulizia a casa propria”, Luca Zaia, gover-natore del Veneto, leghi-sta, agenzie.

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10 Venerdì 28 Maggio 2010 P R I M O P I A N O

Ma il Campidoglio avvia la riorganizzazione e cancella il contratto a Felice Laudadio

Cinema, i registi vogliono la CasaCineasti in piazza per farsi dare da Alemanno l’ente veltroniano

DI ANTONIO CALITRI

Il Campidoglio cambia gestio-ne e indirizzo alla Casa del ci-nema di Roma voluta da Wal-ter Veltroni, e ora con i conti

in profondo rosso. La riorganizza e cancella il contratto al direttore artistico Felice Laudadio.

Una bestemmia che una buo-na fetta del cinema italiano ha deciso di respingere, preparando la rivolta: lunedì prossimo scen-deranno in piazza attori, registi e una decina di associazioni del settore tutti a difendere lo sta-tus quo e tentare una sorta di esproprio popolare della Casa, chiedendo che venga gestita dai cineasti.

L’Italia agli italiani e la casa del cinema ai cineasti come è naturale che sia, dicono sotto-lineando che è anomalo, che il cinema debba essere gestito dal comune. Cosa che però non è mai saltata fuori, sin dalla sua apertura nel 2004 fi no a quando a palazzo Senatorio sedeva Vel-troni. Con la crisi nera che ha colpito l’Europa, la mega mano-vra da 24 mila miliardi appena varata dal governo e i tagli ai

trasferimenti, anche le attività ludiche che hanno caratterizzato il comune di Roma negli ultimi anni dovranno fare la cura di-magrante.

Così, mentre il sindaco Gianni Alemanno tenta l’impresa im-possibile di far aprire i cordoni della borsa al ministro Giulio Tremonti, l’assessore alla cul-tura Umberto Croppi deve gestire quello che è diventato il quartier generale di giornalisti, critici, registi e produttori. E per-fi no politici, dallo stesso Veltroni sempre di casa nel contenitore di Villa Borghese al nuovo compa-gno di merende Nichi Vendola che lì ha presentato fi lm, festival e iniziative della sua regione.

Con un defi cit di oltre 400 mila euro su un budget di 800 mila, Croppi dopo due anni di status quo, ha deciso di metter mani alla gestione della casa. E presto cambierà l’amministratore, ha annunciato che a gennaio non rinnoverà il contratto al diret-tore artistico Laudadio e a due delle tre sue collaboratrici – pro-grammers, fi gure professionali che per Croppi non servono per gestire quello che al di là delle

belle defi nizioni è una struttura con un paio di sale cinematogra-fi che, uno spazio congressi, una videoteca e un bar.

Il barbuto assessore ha deciso di fare pulizie e non sostituire il direttore artistico di sinistra con uno di destra ma semplicemente cancellarne la fi gura. E di spo-stare la struttura dall’azienda speciale Palaexpo che gestisce il Pa-lazzo delle esposi-zioni e le Scuderie del Quirinale alla Zètema, altra azien-da comunale che si occupa di gestire dei musei e degli spazio culturali del Campidoglio.

Un passaggio che presto dovrà fare anche alla Casa del Jazz aperta sempre da Veltroni nel 2005 nella villa del boss della banda della Magliana Enrico Nico-letti e assegnata al Comune di Roma dopo la confi sca. Fatto sta che per evitare quest’operazio-ne lunedì prossimo si sono auto-convocate nella Casa del cinema

una decina di sigle (Aic, Anac, Anec, Anica, Art, Asc, Fi-

dac, Sact, Sai, Sngi, Snci, 100 autori) in rappresentanza del-le diverse categorie del cinema italiano, dagli autori ai sindaca-ti, dai giornalisti agli esercenti e così via, tutti in difesa dello stato attuale e pronti a chiedere

all’assessore reo di aver messo il naso nella gestione, di cedere a loro l’operatività della struttu-ra. Richiesta che Croppi ha già deciso di respingere al mittente e chiederà ai manifestanti come mai una cosa simile non è stata mai domandata al predecessore di Alemanno.

© Riproduzione riservata

una decina di sigle all’assessore reo di aver messo il

Sarà perché non si trovano più al governo, nella cosid-detta stanza dei bottoni, ma gli esponenti del Partito democratico a Roma si fanno vedere sempre più spesso insieme ai loro cani. Anche nei giorni feriali, quando la gente normale lavora. Capita all’ex presidente del Con-siglio Massimo D’Alema e all’ex ministro della Giustizia Piero Fassino: il primo si fa notare frequentemente a via-

le Mazzini, davanti alla sede della Rai, mentre porta a passeggio il cane, e il secondo è stato visto a campo Marzio alle prese con un pic-colo amico dell’uomo che aveva un impellente bisogno da espletare, sulla pubblica strada. E Fassino, in pieno centro storico, non si trova-va nella condizione ideale per rispondere alle esigenze dell’animale, dato che il politico era sprovvisto di paletta e sacchetto, come esigono le regole…».

Pierre de Nolac

Pd, vita da cani

Gianni Alemanno

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11Venerdì 28 Maggio 2010ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Sotto accusa le dure condizioni imposte ai 300 mila dipendenti. Un aiuto da psicologi e monaci

Dieci suicidi nella cinese FoxconnLa fabbrica, alle porte di Hong Kong, lavora per Apple

DI ELISABETTA IOVINE

Sono arrivati a dieci i suicidi nella fabbrica cinese Foxconn, che co-struisce tra l’altro gli

iPhone per conto della Apple. Lo stabilimento, un colosso che dà lavoro a 300 mila addetti, si trova a Shenzhen, alle porte di Hong Kong. Foxconn, che fa parte del gruppo taiwanese Hon Hai, è il più grande costruttore di prodotti elettronici al mondo in termini di ricavi.

Ma a inizio anno è partita la triste catena di operai che hanno deciso di togliersi la vita. Non sono bastati gli ultimi provve-dimenti adottati dall’azienda: la posa di strutture di sicurezza alle fi nestre e attorno all’edifi -cio, per evitare che le persone si gettino dai piani alti, e l’obbligo per i dipendenti di fi rmare una clausola anti-suicidio, nella qua-le ci si impegna uffi cialmente a evitare gesti disperati e a chie-dere aiuto a medici e psicologi in caso di problemi personali. Per evitare il peggio è stato anche assoldato un gruppo di monaci buddisti incaricati di aiutare i lavoratori in diffi coltà.

Gran parte degli operai del-la Foxconn viene dalla campa-gna ed è sfuggita alla povertà. Al momento non è chiaro se lo

scoppio di questo malessere di-penda dalle condizioni di lavoro in fabbrica, considerato che esse non sono peggiori rispetto a mol-te altre aziende cinesi, secondo diverse associazioni, oppure se si sia innescato un effetto imi-tazione. Una sopravvissuta al tentativo di suicidio, che si era

buttata nel vuoto ed era stata miracolosamente salvata da un albero, ha riferito che si trovava sotto pressione in azienda e che era indebitata. Un giornalista del Southern Weekly, che ha trascor-so un mese sul posto, ha parlato di diffi cili condizioni di lavoro, di operai che lavoravano tutto il

giorno in piedi, senza contare le ore supplementari indispensabili per arrotondare a fi ne mese. Con-dizioni disumane, pare di capire. Dal canto suo, Apple è sembrata prendere le distanze dai dirigen-ti Foxconn, spiega di essere fer-mamente impegnata affi nché le proprie catene produttive siano

sicure e i lavoratori siano trattati con rispetto e dignità.

Secondo gli psicologi la vera questione sollevata da tali epi-sodi ripetuti è quella delle aspet-tative delle giovani generazioni, largamente superiori a quelle dei loro genitori. In uno studio pubblicato da un’organizzazione non governativa di Hong Kong si legge che i giovani migranti, che arrivano nelle città, spera-no di vivere il sogno cinese dello sviluppo economico senza sosta. Un sogno che però soltanto in pochi riescono a sperimentare, visto che il salario medio nelle fabbriche va da 100 a 150 dollari al mese, pari a 82-122 euro. Più che un sogno, un incubo.

© Riproduzione riservata

Alrosa, il colosso russo dei diamanti, intende raccogliere capitali per far fronte al suo debito

ed essere più competitivo sul mercato. Il numero uno della società, Fiodor Andreiev, ha annunciato l’intenzione di pro-cedere alla quotazione in borsa per il popolo, cioè di voler ven-dere quote azionarie a investi-tori. Alrosa, controllata al 50% dal governo di Mosca e al 40%

dal governo e dalle istituzioni locali della repubblica di Sakha (Siberia orientale), ha avviato colloqui con i suoi principali azionisti sulla trasformazione della società da monopolio a realtà quotata. Un altro 10% di Alrosa è già in mano a inve-stitori privati.

Andreiev a f ferma che un’emissione di azioni per-metterebbe sia ai lavoratori dell’azienda che agli abitanti

di Sakha di entrare nel capita-le. Gli analisti, tuttavia, hanno accolto freddamente l’annun-cio, osservando che gli ultimi ingressi in borsa di società sta-tali russe sono stati disastrosi, in particolare per Vtb e Rosneft. La crisi ha colpito Alrosa, che nel 2009 ha registrato una fl es-sione di fatturato pari al 5,3% e ha accumulato un debito di 2,85 miliardi di euro.

© Riproduzione riservata

La società russa in cerca di capitali per rimborsare il debito

Alrosa, il re dei diamanti vuole brillare in borsa

Per ben 26 anni era riu-scito a imbrogliare non soltanto sua moglie ma anche le autorità svizze-

re. A un uomo turco, che aveva ottenuto la nazionalità elvetica attraverso il matrimonio, è stato intimato dal tribunale di Berna di restituire il proprio passaporto svizzero poiché aveva contempo-raneamente un legame matri-moniale nel suo paese d’origine. Il turco, sposato con una donna svizzera dalla quale ha avuto una figlia, aveva una doppia vita. Si recava spesso in Turchia.

Nel 2003 l’uomo aveva ottenuto la naturalizzazione, facilitata dal matri-monio. La sua sposa elvetica, dalla quale nel frattempo aveva divorziato per unirsi alla compagna turca, inizialmente non sa-peva nulla di questa situazione. Poi, una volta appresa la ve-rità, si era decisa a troncare nell’interes-se di sua fi glia. Due anni fa l’Uffi cio fede-

rale delle migrazioni aveva deciso di annullare la naturalizzazione dell’uomo. In seguito a un ricor-so, il tribunale amministrativo ha confermato il provvedimento, sot-tolineando che la naturalizzazio-ne per matrimonio suppone una relazione con una sola persona. Oltretutto l’uomo, che andava spesso in Turchia, non lavorava in Svizzera e percepiva nel paese un sussidio di invalidità. Ma lo scudocrociato, quello elvetico, ha smascherato il furbetto.

Tolta la cittadinanza a un uomo bigamo

Berna smaschera il furbetto turco

Il colosso cinese è alle prese con il forte disagio dei lavoratori

sicure e i lavoratori siano trattati

VISTO DA LIBÉRATION

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12 Venerdì 28 Maggio 2010 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Il modello che viene proposto in Italia sta per essere cambiato dove è nato. In Danimarca

Flexsecurity? C’è un dietrofrontDa 4 a 2 anni la durata dell’indennità di disoccupazione

DI ELISABETTA IOVINE

Marcia indietro della Danimarca sul so-stegno ai senza lavo-ro. Il paese del nord

Europa, che aveva inventato il modello innovativo della flexi-curity o flexsecurity (un misto di flessibilità e sicurezza), ora ha deciso di limitare l’applica-zione di questo modello sociale. Proprio mentre in Italia c’è chi, come il Pd, sta pensando alla sua valorizzazione.

Il governo guidato dal pre-mier liberale Lars Lokke Rasmussen vuole ridurre la durata dell’indennità di di-soccupazione, portandola da quattro a due anni. Un taglio netto, che ha provocato dure reazioni da parte dei sindacati. Il sistema prevede che venga riconosciuto un sussidio di di-soccupazione pari al 90% del salario. Al tempo stesso è stato costruito un meccanismo che facilita l’inserimento profes-sionale anche attraverso un’ef-fi ciente formazione. Più libertà di licenziare, dunque, ma al con-tempo un maggiore supporto ai

lavoratori. A Copenaghen ritengono che

il sistema abbia retto bene alla crisi. È vero che il tasso di disoc-cupazione è passato dall’1,6% al 4,2% nell’arco di due anni e che , secondo Eurostat, sarebbe ormai arrivato al 7,5%, ma è al-trettanto vero che, come ricorda Steen Bocian, capo economi-

sta all’istituto Danske bank, la Danimarca ha visto l’anno scor-so il pil scendere di cinque pun-ti percentuali. A differenza di quanto avvenuto in Germania, non c’è stato quasi per niente bisogno di ricorrere alla cassa integrazione o ai contratti di so-lidarietà. Per Henning Gade, della confederazione sindacale,

la situazione danese è più sana perché consente un adattamen-to più rapido della forza lavoro, grazie soprattutto alle misure attive dello stato. Così si evita il prolungamento dei sussidi.

Resta il fatto che la recessio-ne costringerà questo modello a evolversi. Il capo economista di Nordea, Helge Pedersen,

ritiene che bisognerà aspettare altri quattro anni per tornare al livello dei senza lavoro del 2008: pesa la situazione del settore delle costruzioni, colpito dallo scoppio di una bolla speculati-va. In generale, nell’industria i 200 mila posti perduti non sa-ranno più recuperati.

L’emergenza riguarda i gio-vani. In un anno il numero di persone inattive sotto i 29 anni è balzato del 30%, mentre nelle altre fasce d’età non si sono ri-scontrate variazioni. Gli esperti affermano che quella della for-mazione è la sfi da maggiore per i prossimi anni: solo così sarà possibile creare nuovi impieghi e opportunità e compensare lo choc della delocalizzazione at-tuata dalle imprese. Restano due problemi sul tappeto: la debole produttività del lavoro e i cambiamenti demografi ci. Il paradosso è che, mentre si cerca di gestire la disoccupazione pro-vocata dalla crisi, ci si prepara ad affrontare la carenza di ma-nodopera in un futuro nel quale la popolazione invecchierà sem-pre più.

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L’anno prossimo Luf-thansa non eserciterà l’opzione di acquisto sulla quota del 55%

che le manca per conquistare la totalità del capitale di Brus-sels Airlines.

Questo almeno è quanto affermano fonti interne alla compagnia aerea belga, men-tre Lufthansa ha preferito non commentare l’indiscrezione.

Nel giugno 2009 il vettore tedesco aveva ricevuto il disco verde dalla Commissione eu-ropea per acquisire il 45% di Brussels Airlines attraverso un aumento di capitale di 65 milioni di euro. A partire dal 2011 un’opzione di acquisto permette a Lufthansa di acquisire la parte rimanente del capitale a un prezzo variabile in funzione delle performance di Brussels Ai-rlines ma che non deve eccedere i 250 milio-ni di euro. Tuttavia secondo fonti tedesche e belghe, l’opzione di acquisto si può esercitare solo dal 1° aprile al 30 giugno in un periodo di quattro anni, dal 2011 al 2014. Così ogni anno, durante tre mesi, sono previste speculazioni, come segnala Brussels airlines, che ha volu-to conservare una certa indipendenza all’in-terno del gruppo Lufthansa. E che dimostra una certa prudenza nell’ambito dell’accordo con il vettore tede-sco. Una prudenza fatta propria anche dalla compagnia tedesca, che preferisce aspettare prima di mettere le mani su Brussels Airlines, vista anche l’esperien-

za con la ristrutturazione di Austrian Airlines e Bmi che, entrambe acquisite nel 2009, sono destinate a pesare sui conti di Lufthansa (nel primo trimestre hanno già registrato una per-dita di 111 milioni di euro).

La compagnia tedesca si è voluta ugualmen-te conservare un margine di manovra: nel 2011 sono previsti investimenti per 200 milioni.

D’altro canto Brussels Airlines è un vettore strategico.

Il suo hub di Bruxelles è idealmente situato tra quelli di Parigi e Amsterdam appartenenti

alla rivale Air France-Klm. E la sua forte posizione in Afri-ca aiuta lo sviluppo a marcia forzata di Lufthansa nel Con-tinente nero, storico appan-naggio di Air France.

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Il vettore belga: i tedeschi non eserciteranno l’opzione sul restante 55%

Lufthansa-Brussels Airlines L’acquisto può attendere

Un duo a tre gambe, quattro mani e due teste. Una breakdan-ce adattata ai porta-

tori di handicap. La stampella che diventa strumento di vir-tuosismi circensi.

Sono alcuni esempi portati in scena da una serie di spettaco-li attualmente in calendario in Francia e con un comune deno-minatore: sono ideati o inter-pretati da persone con pesanti handicap fi sici.

«Siamo degli artisti prima che handicappati, cosa che alcuni talvolta dimenticano», sottoli-nea Ali Fekih, ballerino (con polio) protagonista di Les Fla-

mants roses, in scena a Lione.A Parigi è invece in calenda-

rio Orphée, la nuova pièce dei coreografi Dominique Her-vieu e José Montalvo. Pro-tagonista: Brahem Aiache, con le sue stampelle. «Ho svi-luppato una grande forza con le mie braccia», ha spiegato il ballerino, che ha inventato una personale breakdance. «Quanto alle mie stampelle, esse fanno parte di me».

«Il difetto di Brahem Aiache si è trasformato in potenza». ha detto il coreografo Hervieu.

Quel che è certo è che la scena annulla le differenze.

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In Francia spettacoli con protagonisti disabili

Danza, l’handicap diventa potenza

Il premier Rasmussen ha annunciato un cambio di rotta

nelle politiche del lavoro

A destra nella foto Brahem Aiache in una scena di Orphée

Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

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13Venerdì 28 Maggio 2010VenerECONOMIA E POLITICA

Audizione in Senato per il commissario Moratti e il governatore Formigoni

Austerity anche per l’ExpoStop alle assunzioni, ma garantiti i fondi alle opere

DI SIMONETTA SCARANE

L’Expo Milano 2015 spa dovrà saper risparmia-re. E quando si parla di austerity non neces-

sariamente si deve intendere tagli..Il commissario per l’Expo, Letizia Moratti, anche sindaco di Milano, ieri in audizione alla commissione lavori pubblici del senato, insieme al governatore, Roberto Formigoni, ha detto che Expo può risparmiare, ad esem-pio sulle spese del personale. E pensare a una formazione light della struttura Expo spa preve-dendo un numero minore, quasi la metà, di addetti. Dai preventi-vati 900 ci si dovrebbe fermare a circa 450. E per l’attuazione dei programmi si dovranno attivare sinergie con gli altri soci di Expo spa e gli enti locali. Il risparmio sui costi del personale e l’attiva-zione di sinergie con altri uffici per l’attuazione del programma è una mossa che va nella direzione della linea del governo espressa

dalla manovra da 24 miliardi va-rata dal consiglio dei ministri. Il testo che dovrà essere approvato dedica all’’Expo un apposito capi-tolo, che pone un tetto limite alle spese della società. Inoltre, san-cisce che queste dovranno essere rendicontate e sottoposte al varo della presidenza del consiglio dei ministri e dei ministeri dell’econo-mia e delle infrastrutture. Ma, la ridotta discrezionalità economica

e il maggior controllo del governo sulle spese della società ammini-strata da Lucio Stanca, non deve far pensare a tagli delle risorse per le infrastrutture program-mate: Brebemi, Tem, Pedemon-tana, le maggiori del tavolo per la Lombardia, e i progetti per la costruzione delle metropolitane 4 e 5 di Milano e il prolungamento delle linee 1-2-3. A rassicurare in questo senso è sceso in campo

il presidente della commissione lavori pubblici del senato, Luigi Grillo, sostenendo che la mano-vra non taglia i fondi per le opere programmate. Riguardo l’acqui-sto delle aree del sito Expo, sulle quali è in corso una trattativa, al ribasso dai 240 milioni di par-tenza, con i proprietari, rispetti-vamente Cabassi e Fiera Milano, questo sarà oggetto di un apposi-to consiglio di amministrazione di Expo spa programmato per lunedì. L’acquisto delle aree è stato fortemente voluto dall’a.d. di Expo, Lucio Stanca e sarà rea-lizzata attraverso una società vei-colo che il governatore Formigoni ha annunciato per luglio. Ma il Bie, il Bureau international des expositiones ha chiesto di accele-rare in merito alla disponibilità delle aree dove dovrà essere rea-lizzato l’evento business. Formi-goni ha annunciato per settem-bre la terza edizione degli stati generali dell’Expo che dovrà coinvolgere, per la prima volta anche le regioni limitrofe.

Il mercato immobiliare è tornato a dare segnali di ripresa nel primo trime-stre 2010. A confermarlo, dopo la consueta indagine dell’Agenzia del Territorio della settimana scorsa è ora Bankitalia che ha diffuso i risultati del sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia condotto tra il 6 aprile e il 3 maggio 2010 presso 932 agenti immobiliari. Ne è emerso che nel 1° trimestre 2010 il numero di case ven-dute è aumentato di oltre il 12% rispetto al periodo precedente, al Nord, in controtendenza rispetto al Centro e Sud, e in linea con i segnali di stabilizzazione emersi nello scorcio dell’an-no secondo le rilevazioni dell’Agenzia del territorio. Ed è diminuito anche il margine di sconto concesso per vendere: 11,7%, contro 12,1% rilevato nell’inchie-sta svolta in gennaio e i tempi di vendita si sono accorciati leggermente: 6,4 mesi contro i 7 rilevati a gennaio. La quota di acqui-sti di abitazioni effettuata con il mutuo è scesa a circa il 66% (70% nella rileva-zione precedente), con una flessione più accentuata nelle aree non urbane del Nord. Il rapporto tra il prestito erogato e il valore dell’immobile si è stabiliz-zato intorno al 71%.

Riguardo le prospettive di mercato la maggior parte degli operatori si è dichiara-to ottimista pur in condizio-ni di stazionarietà del mer-cato con aspettative, molto consistenti, circa il 40% de-gli intervistati degli opera-tori al Sud, di riduzione dei prezzi. Si è ridotta la quo-ta degli agenti immobiliari che anticipano prospettive più favorevoli (all’11,8%, dal 15,8% dell’ultimo tri-mestre del 2009). Anche nel medio termine è emerso un quadro più incerto rispetto alla rilevazione precedente: le prospettive per i prossi-mi due anni sono giudica-te positive dal 60,4% delle agenzie (contro il 66,1% dell’inchiesta precedente) e in peggioramento dal 14,5% (contro il 12,2%).

BANKITALIA

Case, +12% Meno sconti e tempi corti

Riflessioni in tempo reale sulle Conside-razioni finali del Go-vernatore della Banca

d’Italia. È questo il tema che sarà discusso, a caldo, alle 19,30, nella Sala di rappre-sentanza dell’Università degli Studi di Milano, in via Festa del Perdono, 7, il giorno stes-so, cioè lunedì 31 maggio, in cui il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi terrà la sua Relazione davanti al Gotha delle banche, della fi-nanza e della politica italia-ne. Il dibattito, aperto alla cittadinanza, è organizzato dal distretto 2040 del Rotary International con il concorso

di Banca Carige e della Banca Cesare Ponti e si inserisce nel ciclo delle iniziative dal titolo «Finanza e impresa» che si pro-pone di «diffondere la cultura economico-finanziaria». I due economisti che analizzeranno la conclusioni del governato-re sono Adalberto Alberici, ordinario di economia degli in-termediari finanziari all’uni-versità degli Studi di Milano e Umberto Bertelè, ordinario di strategia d’impresa al Poli-tecnico di Milano. Il dibattito fra i due cattedratici e poi con il pubblico sarà coordinato da Pierluigi Magnaschi diret-tore di ItaliaOggi ed editoriali-sta di MF-Milano Finanza.

In campo gli economisti Alberici e Bertelè

Relazione Draghi, riflessioni in diretta

Compirà trent’anni a di-cembre il gruppo alber-ghiero privato Starho-tels spa che, nonostante

la crisi, continua a crescere, a investire in auto-finanziamento (34 milioni nel 2009) e sta lavorando all’ac-quisizione di un al-bergo a Londra, il 23° della catena e il terzo all’estero dopo New York e Parigi. E continua a guar-darsi in giro per cer-care nuove forme di sviluppo riguardo la gestione e il franchi-sing. Nei primi quat-tro mesi dell’anno la società fiorentina amministrata da Elisabetta Fabri, che conta il nuovo d.g., Fabrizio Gaggio, ha dato segnali di ottimismo regi-strando l’ incremento del 9,6% dei ricavi ed l’aumento del 19,4% dell’Ebitdar. Il Castille di Parigi ha segnato un incremento pari al 17,6% dei ricavi del 2009 e una crescita del 126% dell’Ebitdar. Inoltre, Il Castille, insieme al Mi-chelangelo di New York, e ai tre alberghi italiani di punta della catena, il Rosa Grand di Milano, il Savoia Excelsior Palace di Trieste e lo Splendid Venice di Venezia, sono affiliati a Preferred Hotels & Resorts, riconosciuto in tutto il mondo per promuovere inter-nazionalmente alberghi di lusso, con il quale Starhotels ha mag-giormente stretto la partnership

commerciale. Il 2009 è stato un anno difficile per tutti e il gruppo di hotellerie business caratteriz-zato da hotel 4 stelle in centro città, ha chiuso con ricavi in calo

del 9,7%, Ebitdar -27% a fronte del 29,2% dell’esercizio precedente. A livel-lo consolidato, che include la control-lata di Parigi, il calo dei ricavi rispetto al 2008 è pari al 10,2% con un Ebi-tdar del 27,1% sui ricavi totali a fron-te di un 29,2% del 2008. Il patrimonio netto consolidato al 31.12.2009 è risul-

tato pari a 390 milioni di euro. Il piano di investimenti 2010 prevede la ristrutturazione de-gli Starhotels Michelangelo, a Firenze, e Splendido, a Milano e, tra l’altro, anche lo sviluppo dell’on-line.

Da gennaio ricavi in aumento del 9,6%

Starhotels crescee investe a Londra

Il mercato dei veicoli commerciali fi no a 3,5 tonnellate ha re-gistrato ad aprile nei Paesi Ue un rialzo del 13,7% rispetto allo stesso mese del 2009 con immatricolazioni per 124.704 unità. Lo ha reso noto l’Acea (Association des costructeurs europeens d’automobiles) aggiungendo che nei Paesi Ue + Efta sono stati immatricolati 129.616 mezzi (+14,3% a/a), il comparto dei vei-coli medio-pesanti oltre 3,5 tonnellate 20.255 (-11,5%) e quello dei pesanti oltre 16 tonnellate 13.800 (-11,4%). Il segmento de-gli autobus medi e pesanti ha visto le immatricolazioni, sempre nella Ue + Efta, calare dell’11,9% a 2.872 unità.

Veicoli commerciali, +13,7%

Adalberto Alberici Umberto Bertelè

Elisabetta Fabri

Letizia Moratti

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14 Venerdì 28 Maggio 2010 ECONOMIA E POLITICA

Secondo l’Istat, i salari sono aumentati dello 0,3% in un mese e del 2,4% su base annua

Retribuzioni in crescita ad aprileIn attesa di rinnovo 47 contratti, relativi a 5,9 mln di dipendenti

DI LEONARDO ROSSI

Nonostante la crisi eco-nomica, le buste paga nel mese scorso hanno messo ancora a segno

una discreta crescita, in buona parte dovuta «all’erogazione del-la prima tranche di indennità di vacanza contrattuale per tutti i comparti del pubblico impiego», spiega l’Istat, che ieri ha diffuso l’indagine sulle retribuzioni con-trattuali di aprile, da cui emerge che in un mese i salari sono sali-ti complessivamente dello 0,3%, mentre su base annua c’è un mi-glioramento del 2,4% (+2,3% nel periodo gennaio-aprile), un valore non molto alto ma rispettabile in tempo di crisi, che supera peral-tro di quasi un punto percentuale il livello del costo della vita che, come noto, sempre ad aprile si è fi ssato all’1,5%.

Come accennato, l’incremento mensile dello 0,3% si deve so-prattutto al settore statale, ma aumenti li hanno ottenuti pure alcuni settori dell’industria. In assoluto questi ultimi conseguo-no incrementi salariali di poco inferiori ai 50 euro mensili (tra cui il comparto alimentare, che arriva a 49 euro e l’edilizia, che giunge a 41 euro) e dovuti ad aumenti tabellari già stabiliti da contratti fi rmati in precedenza; invece i lavoratori della pubblica amministrazione hanno trovato in busta paga soltanto la cosid-detta vacanza contrattuale, che equivale a 8 o al massimo 9 euro mensili a testa, ma che, per la va-stità della platea, pesano in ma-niera preponderante sull’indice delle retribuzioni contrattuali. Resta il fatto che fino al 2013, secondo quanto stabilito dalla manovra economica del governo, agli statali non verrà rinnovato il contratto scaduto il 31 dicembre del 2009, quindi la casella «con-tratti in vigore» rimarrà a lungo ferma a zero come appare oggi, cioè ad aprile. La stessa casella, relativa all’industria e ai servizi, al momento riporta invece valori pari rispettivamente a 81 e 69%, peraltro destinati a crescere.

L’indice delle retribuzioni, pro-segue l’Istat, proiettato per l’anno 2010 e in base alle sole applica-zioni previste dai contratti in vi-gore alla fi ne di aprile, registre-rebbe un incremento dell’1,9%. Comunque, a parte gli statali, si dovrebbero certamente registra-re dei rinnovi contrattuali, per-tanto l’indice potrebbe crescere maggiormente e rimanere al di sopra dell’infl azione, preservando almeno il potere d’acquisto dei la-voratori dipendenti. E che in ogni caso ci sarà movimento si capi-sce dalla situazione alla fi ne di aprile dei 78 contratti monitorati dall’istituto di statistica: risulta-no in vigore 31 contratti, che re-golano il trattamento economico di circa 7,2 milioni di dipendenti; per contro, appaiono in attesa di rinnovo 47 accordi, relativi a circa 5,9 milioni di dipendenti.

A fronte di una variazione

annua media del 2,4%, gli incre-menti più elevati sono stati osser-vati negli alimentari, bevande e

tabacco (+5,2%), regioni e auto-nomie locali e Servizio sanitario nazionale (+4% per entrambi) e

commercio (+3,9%); gli aumenti minori riguardano invece mini-steri, scuola, forze dell’ordine e

militari difesa (per tutti la varia-zione è dello 0,3%). La variazione è infi ne nulla per l’agricoltura.

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21Venerdì 28 Maggio 2010

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& Fisco

MANOVRA CORRETTIVA/ Stretta per San Marino. Provvedimento forse domani in Gazzetta

La tracciabilità ad ampio raggioMovimentare denaro oltre i 15.000 euro è operazione sospetta

DI CRISTINA BARTELLI

Una tracciabilità senza trucchetti. Il ricorso frequente o ingiusti-ficato ad operazioni

in contante diventa a tutti gli effetti indicatore di operazione sospetta ai fini antiriciclaggio. Con la conseguenza per i pro-fessionisti e per gli interme-diari sottoposti agli obblighi antiriciclaggio, di far partire le segnalazioni di operazioni sospette all’unità di informa-zione finanziaria. Inoltre la manovra, che sarà pubblicata, con ogni probabilità, in supple-mento ordinario sulla Gazzetta Ufficiale di domani, contiene un pacchetto di misure che sferrano un altro duro colpo ai paradisi fiscali. Si chiudono le attività professionali in uscita e in entrata con l’Italia per i paesi di una nuova speciale black list di paesi che non col-loborano ai fini antiriciclaggio e fiscali. Con sanzioni per chi contravviene alla disposizione e ci vorrà un’autorizzazione del Mef per società di paesi «canaglia» che vogliono parte-cipare alle procedure di aggiu-dicazione degli appalti.

Guerra al contante. Ac-canto all’abbassamento della soglia del contante circolante a cinquemila euro nella manovra arriva la nuova indicazione per gli intermediari e i professio-nisti volta a scoraggiare l’uso del contante. L’imprenditore che fa, per esempio, continui prelevamenti o versamenti in banca, o le scritture contabili

che raccontano di movimenti in questo senso non potranno essere ignorati né dalla banca né tantomeno dal dottore com-mercialista, anche, come indi-ca l’art. 37 della manovra, se compiuti al disotto della soglia dei 5.000 euro. La condizione è che arrivino all’importo so-glia pari o superiore ai 15.000 euro.

La segnalazione di opera-zione sospetta, inoltre, non si

ferma nell’ambito dell’antiri-ciclaggio in senso stretto. Le registrazioni all’archivio uni-co informatico, infatti e le Sos, possono come indica l’articolo 36, sesto comma, essere utiliz-zabili ai fi ni fi scali.

Attacco ai paradisi. Una chiusura dei confini profes-sionali e d’affari italiani per gli stati canaglia da inserire in una nuova black list, in cui San Marino, viste le ten-sioni con il Mef si candida ad entrare. I professionisti e gli intermediari dovranno incro-ciare le braccia nei confronti di questi stati colpevoli di ri-schio riciclaggio e di mancanza di adeguato scambio di infor-mazioni in materia fi scale. Per le ipotesi future si astengono

dall’instaurare qualunque tipo di rapporto continuativo, per quelli in essere devono inter-rompere la prestazione profes-sionale se la parte sia trust, fi duciaria, società anonima o controllate che hanno sede nei paesi della superblack list.

Appalti con autorizzazio-ne. Le imprese residenti nel Principato di Monaco, ma an-che gli Emirati Arabi e Dubai, San Marino, Lussemburgo, Malta, Svizzera (per citare solo alcuni degli stati presenti nel-le due black list del ministero dell’economia persone fi siche e imprese), potranno parte-cipare alle gare in Italia per l’aggiudicazione degli appalti solo dopo aver ricevuto l’au-torizzazione da parte del Mef. Il rilascio dell’autorizzazione è subordinato alla condizione di individuare l’operatore eco-nomico attraverso la comuni-cazione dei dati su chi sono i titolari effettivi delle parteci-pazioni fi duciarie. La disposi-zione si applica anche in de-roga agli accordi bilaterali. E in questo caso l’esclusione può essere estesa anche a paesi che non rientrano nelle black list per particolari categorie.

Libretti al portatore al capolinea. Entro il 30 giugno 2011 dovranno essere riportati entro la soglia dei 5.000 euro i libretti al portatore sopra so-glia. Restano in vigore le di-sposizioni sulle comunicazioni del trasferimento dei libretti di deposito.

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Scambio automatico di informazioni con l’Italia si, ma soltanto tra due anni. E a patto che il governo di Roma decida di sotto-stare ad alcune condizioni. È questa la controproposta messa a punto dal governo della Rupe alle richieste di Roma sulla condivisione dei dati fi scali sul modello europeo che è stato inviato al ministro dell’economia. Pena, l’inserimento del Titano nella black list italiana con pesanti ripercussioni sugli scambi commerciali tra i due paesi. Le nuove condizioni messe a punto dall’esecutivo della Rupe sono state presentate al Consiglio grande e generale, prima di varare un piano d’azione condiviso tra maggioranza e opposizione. San Marino si è detto disponi-bile a «sottoscrivere un nuovo accordo con l’Italia, in aggiunta a quelli già negoziati, sullo scambio automatico di informazioni con disponibilità a valutare, nell’ambito dell’accordo, forme di controllo reciproco nel rispetto di precisi standard internazio-nali». Il Titano ha posto come condizione all’Italia la non re-troattività degli effetti di un eventuale accordo di questo tipo, oltre a un periodo di transizione particolarmente lungo per la sua piena applicazione. L’entrata in vigore di tale procedura, se-condo la proposta formulata dall’esecutivo, dovrebbe orientarsi intorno ai 24 mesi. I vertici dell’esecutivo sanmarinese hanno vincolando la sottoscrizione dell’accordo a un lungo elenco di requisiti: la contestuale fi rma del protocollo di modifi ca della convenzione contro le doppie imposizioni parafato nel giugno del 2009; la conclusione dell’iter di ratifi ca di tutti gli accordi già sottoscritti tra i due paesi; l’uscita del paese dalla black list collegata al decreto incentivi; e un nuovo impulso alle relazioni commerciali bilaterali. «Il governo sanmarinese è anche dispo-nibile alla revisione delle norme del 1993 in materia di inter-scambio italo-sanmarinese, per implementare una procedura au-tomatica di reciproca informazione fra le due amministrazioni, a superamento della vigente, che trovi applicazione su import ed export di beni e servizi», si legge nella nota presentata dal governo della Rupe in parlamento. «Nell’ambito di questa revi-sione potrà essere anche superata l’attuale gestione manuale

delle fatture operata dalle due amministrazioni e favorita la fatturazione elettronica».

Gabriele Frontoni© Riproduzione riservata

Il Titano: tra due anni lo scambio di informazioni

Detrazione del 55% per interventi di risparmio energetico: si presentano ai Caf le rettifi che e le correzioni alle schede informative. L’Agenzia delle entrate, guidata da Attilio Befera, in vista dell’imminente scadenza per la presentazione del 730, viene incontro ai contribuenti che, per problemi tecni-ci dell’Enea, sono impossibilitati a tra-smetterle telematicamente le schede informative di correzione o di rettifi ca necessarie per poter usufruire della detrazione del 55% per gli interventi di risparmio energetico. Con la risolu-zione n. 44/E, pubblicata ieri, l’Agenzia delle entrate ha chiarito, infatti, che i contribuenti possono presentare una dichiarazione sostitutiva di notorietà,

con le correzioni o le rettifi che, ai Caf e ai professionisti abilitati che potranno così riconoscere la detrazione d’imposta. I con-tribuenti dovranno comunque provvedere all’invio telematico della scheda all’Enea, entro 90 giorni dall’attivazio-ne della procedura di trasmissione. Nello specifico, si legge nella risoluzione, i contribuenti posso-no benefi ciare della detrazione anche per le spese che non risultano dalla sche-da originaria:

- presentando ai soggetti che prestano l’assistenza fiscale una dichiarazione sostitu-tiva di atto notorio, ai sensi dell’art. 47 del dpr 445/2000, nella quale sono evidenziati i

dati della scheda informativa precedentemente trasmessa

all’Enea opportunamente modifi cati;

- provvedendo all’invio telematico della scheda rettificativa entro 90 giorni dalla data di at-tivazione della proce-dura informatica da parte dell’Enea.

I soggetti che pre-

stano l’assistenza fiscale dovranno specifi care, nelle annotazioni dei re-lativi modelli di dichiarazione, che la detrazione è stata riconosciuta sulla base della dichiarazione sostitutiva di atto notorio. Ove il contribuente, avverte la risoluzione, non provveda nei novanta giorni successivi alla at-tivazione della procedura informatica all’invio telematico della scheda ret-tifi cativa all’Enea, la parte di detra-zione riferita alle spese in questione deve ritenersi indebita, senza che sia-no applicabili sanzioni nei confronti del soggetto che in sede di assistenza fi scale abbia acquisito la predetta di-chiarazione sostitutiva.

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RISOLUZIONE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE SULLE DICHIARAZIONI

Per la detrazione del 55% la rettifica si fa al Caf

Attilio Befera

ferma nell’ambito dell’antiri

aldeclstIèd

Le imprese residenti in paesi black list potran- no partecipare agli ap-palti pubblici in Italia solo dopo il placet del

Mineconomia

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22 Venerdì 28 Maggio 2010 D I R I T T O E F I S C O

MANOVRA CORRETTIVA/ Nuove proroghe dei versamenti per i colpiti dal sisma d’Abruzzo

Conguagli a rate per i pensionatiE anche il canone Rai potrà essere trattenuto a tranche

DI ANDREA BONGI

Conguagli a rate e senza interessi per i titolari di pensioni minime. Per questi soggetti

anche il canone dovuto alla Rai potrà essere trattenuto dal sostituto d’imposta in un numero massimo di 11 rate senza maggiorazione di inte-ressi. Disposte nuove proroghe dei versamenti tributari e pre-videnziali per i soggetti colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009 e la ripresa della riscossione dal mese di gennaio 2011.

Sono queste alcune delle ul-teriori disposizioni contenute nel decreto correttivo sui conti pubblici approvato nei giorni scorsi dal consiglio dei mini-stri.

Quanto alla possibilità di rateizzare le imposte dovute in sede di conguaglio il decre-to correttivo introduce questa possibilità al ricorso delle se-guenti condizioni: l’importo di tali conguagli sia superiore ai 100 euro e siano riferiti a red-diti di pensione non superiori a 18 mila euro. Sussistendo entrambe le condizioni gli im-porti a conguaglio potranno es-sere prelevate dalla pensione a partire dal mese successivo a quello in cui il conguaglio stes-so è stato effettuato fi no a un numero massimo di 11 rate e senza applicazione di interes-si. Si tratta evidentemente di una disposizione di favore per queste particolari categorie di reddito grazie alla quale i contribuenti non subiranno la falcidia immediata dell’as-segno relativo alla mensilità successiva al conguaglio ma verranno interessate da un prelievo rateale dello stesso fi no a un massimo di 11 rate mensili.

Per come è formulato let-teralmente il provvedimento i sostituti devono procedere alla rateazione dei conguagli d’imposta senza la necessità che il sostituito effettui alcu-na comunicazione. Pertanto, al verifi carsi delle condizioni sopra ricordate, il conguaglio a debito del pensionato verrà rateizzato automaticamente da parte dell’ente che eroga il trattamento previdenziale.

Nell’ipotesi di cessazione del rapporto prima del completa-mento della rateazione dei con-guagli, il sostituto dovrà comu-nicare al contribuente stesso o ai suoi eredi, l’importo residuo ancora da versare.

Il decreto correttivo intro-duce inoltre a favore dei con-tribuenti titolari di un reddito di pensione non superiore ai 18.000 euro annui la possibi-lità di rateizzare, sempre in un massimo di undici rate e senza interessi, l’importo do-vuto annualmente a titolo di canone di abbonamento Rai. La rateazione del canone per l’abbonamento alla radiotele-

visione italiana non scatterà però immediatamente come avverrà invece per i conguagli d’imposta. I contribuenti che si trovano nelle condizioni sopra esposte dovranno infatti richie-dere espressamente al sostitu-to che eroga loro il trattamento pensionistico, di volersi avva-lere di tale facoltà prevista nel decreto in commento. Tale richiesta, si legge nel testo del provvedimento, dovrà essere formulata dai soggetti inte-ressati entro il 15 novembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce l’abbonamento alla Rai. La rateizzazione di tale pagamento inizierà infatti nel mese di gennaio e si conclu-derà nel mese di novembre.

Sarà un prossimo provvedi-mento del direttore dell’agen-zia delle entrate che dovrà individuare esattamente i termini e le modalità di versa-mento delle somme trattenute per tali causali e le modalità di certifi cazione delle stesse al sostituito.

L’abbonamento alla Rai po-trebbe essere soltanto uno dei tributi oggetto della speciale rateazione introdotta dal de-creto correttivo sulla fi nanza pubblica. Sulla base di apposi-

te convenzioni con gli enti per-cettori infatti tale meccanismo a favore dei soggetti titolari di reddito da pensione non supe-riore ai 18 mila euro potrebbe essere esteso anche ad altri tributi (per es. imposte locali, bollo auto ecc.).

L’ampliamento di questo meccanismo è senz’altro au-spicabile perché non lede in alcun modo le garanzie degli enti percettori che hanno in-fatti la certezza di riscuotere le somme direttamente dal sosti-tuto (ente erogatore del tratta-mento pensionistico) mentre al tempo stesso consente ai tito-

lari di pensione di contare su un maggior importo mensile netto che può aiutare loro ad una miglior pianifi cazione del-le entrate fi nanziarie.

Il decreto correttivo non di-mentica le condizioni di parti-colare diffi coltà in cui versano i contribuenti residenti nei territori colpiti dagli eventi sismici del 6 aprile 2009. A tale scopo vengono introdotte una serie di proroghe relative ai versamenti fi scali e previ-denziali.

In primo luogo per i titolari di redditi d’impresa e di lavoro autonomo con volumi d’affari

non superiori a 200 mila euro, il termine di scadenza della so-spensione degli adempimenti e dei versamenti tributari slitta ulteriormente al prossimo 31 dicembre.

Per questi soggetti è prevista inoltre la proroga della sospen-sione al 31 dicembre prossimo anche per quanto concerne i versamenti dei contributi pre-videnziali e assistenziali e per i premi per l’assicurazione ob-bligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali.

Nessuna proroga del termi-ne di scadenza della sospensio-ne per quanto riguarda invece le ritenute da effettuare su redditi diversi da quelli sopra elencati e per i relativi versa-menti.

La ripresa della riscossione dei tributi e dei contributi e premi oggetto di sospensione per i residenti nelle zone colpi-te dal sisma del 6 aprile 2009 sarà inoltre graduale. Essa infatti avverrà senza appli-cazione di sanzioni, interessi e oneri accessori, mediante il pagamento in sessanta rate mensili di pari importo con decorrenza dal mese di gen-naio 2011.

©Riproduzione riservata

La manovra corregge il tiro su-gli adempimenti dei residenti italiani che lavorano all’estero ai fini del monitoraggio: dalla

stesura definitiva del testo, viene meno il richiamo al fatto che la norma sia in-terpretativa. Pertanto, i nuovi esoneri andranno a regime solo dal periodo di imposta 2009 salvaguardando eventua-li comportamenti riferiti ai precedenti periodi di imposta sanati anche con lo scudo fiscale. Su ItaliaOggi di ieri era stato segnalato come le disposizioni contenute nella manovra fornivano una interpretazione autentica dell’articolo 4 del decreto legge n. 167 del 1990 che potevano compromettere la concreta operatività di quanto indicato, anche dall’amministrazione finanziaria, in relazione alla sanatoria per le attività estere.

Le disposizioni definitive con-tenute nel decreto. Trattando della versione defi nitiva della manovra, va segnalato come l’articolo 38, comma 13 del decreto contiene una specifi ca previsione sulle persone fi siche la cui residenza fi scale, in deroga al Tuir, sia determinata in Italia in base ad accor-di internazionali ratifi cati e per i c.d. frontalieri. Viene sancito, testualmen-te, che l’articolo 4 del decreto legge 28 giugno 1990, n. 167, recante la discipli-na degli gli adempimenti dichiarativi in materia di monitoraggio fi scale da effettuarsi mediante il quadro RW, non si applica per:

* le persone fi siche che prestano la-voro all’estero per lo Stato italiano, per una sua suddivisione politica o ammi-nistrativa o per un suo ente locale e le persone fi siche che lavorano all’estero presso organizzazioni internazionali cui aderisce l’Italia, limitatamente al perio-do di tempo in cui l’attività lavorativa è svolta all’estero;

* i soggetti residenti in Italia che prestano la propria attività lavorativa in via continuativa all’estero in zone di frontiera e in altri Paesi limitrofi con riferimento agli investimenti e alle at-tività estere di natura fi nanziaria dete-nute nel Paese in cui svolgono la propria attività lavorativa.

Dalla formulazione letterale della norma, si deve dunque ritenere che la disposizione in questione debba trovare applicazione non solo per il futuro (e dunque già a valere sulle dichiarazioni 2010) ma anche per il passato. Da que-sto dovrebbe dunque discendere, che i predetti soggetti non dovranno preoc-cuparsi di compilare in futuro il quadro RW, con una ulteriore ricaduta in ter-mini di applicazione di sanzione per le violazioni del passato. Nello specifi co:

* i dipendenti pubblici (ancorché il concetto sia più ampio così come illu-strato dettagliatamente nelle circola-ri 48 del 2009 e 11 del 2010), ritenuti comunque residenti in Italia, limitata-mente al periodo di tempo in cui svol-gono tale attività all’estero, non devono mai compilare RW, a prescindere dalla

tipologia di investimento o attività fi -nanziaria detenuta e dallo stato di lo-calizzazione delle stesse. Ovviamente, l’obbligo di RW sorge al termine dello svolgimento dell’attività in questione;

* i c.d. frontalieri, in relazione agli investimenti e alle attività fi nanziarie detenute nei paesi in cui svolgono il proprio lavoro, non devono mai com-pilare RW, dovendo però provvedere al monitoraggio per le altre disponibilità detenute in altri paesi esteri.

Una prima versione della medesima disposizione, richiamava la necessità di interpretare l’articolo 4 del decreto leg-ge n. 167 del 1990 come un esonero per i soggetti sopra evidenziati. È evidente che, laddove tale disposizione non fosse stata corretta nella versione defi nitiva del decreto, si sarebbero creati note-voli problemi di coordinamento con le indicazioni in materia di sanatoria con costo ridotto nonché in tema di scudo fi scale. Sancire soltanto dal momento di entrata in vigore del decreto che gli obblighi di monitoraggio non si applica-no, signifi ca nella sostanza introdurre una nuova previsione operante per le dichiarazioni da presentare nel 2010 senza che ciò si rifl etta sulle disposizio-ni precedenti. Fermo restando che sarà da valutare cosa potrebbe accadere in caso di eventuale contestazione per le violazioni commesse negli anni prece-denti in sede di compilazione del quadro RW e non sanate.

Duilio Liburdi e Maurizio Tozzi

MONITORAGGIO FISCALE

Frontalieri, esoneri dal periodo d’imposta 2009

te convenzioni con gli enti per- lari di pensione di contare su

RATEAZIONEDEI CONGUAGLI

D’IMPOSTA:

Solo per titolari di pensione di importo non superiore a 18 • mila euro;Solo se l’importo del conguaglio supera i 100 euro;• Fino a un massimo di 11 rate mensili senza aggravio di • interessi;

RATEAZIONEDEL CANONE RAI:

Solo per i titolari di pensione di importo non superiore a • 18 mila euro;Su richiesta del pensionato al sostituto entro il 15 • novembre;Fino a 11 rate senza interessi;•

ULTERIORI PROROGHE DEI VERSAMENTI

PER I TERREMOTATI DELL’ABRUZZO

Ulteriore sospensione versamenti per titolari di redditi • d’impresa e lavoro autonomo con volume d’affari i no a 200 mila euro;La ripresa della riscossione prevede il pagamento in 60 rate • mensili di pari importo a decorrere dal mese di gennaio 2011;

Solo per titolari di pensione di importo non superiore a 18•

Tra rateazioni e sisma in Abruzzo

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23Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28D I R I T T O E F I S C O

MANOVRA CORRETTIVA/ Novità al via con le rettii che operate dal periodo d’imposta 2006

Il consolidato abbraccia tuttoValgono le perdite utilizzabili negli accertamenti e nei pvc

DI DUILIO LIBURDI

Nei casi in cui si debba definire la pretesa fi-scale nell’ambito di un consolidato potranno

essere fatte valere le perdite an-cora utilizzabili sia nell’ipotesi di accertamento che di accertamen-to con adesione e anche in caso di defi nizione degli inviti al contrad-dittorio e dei pvc. Inoltre, sia nella fase di accertamento che in quella di accertamento con adesione, la procedura e la notifi ca degli atti riguarderanno congiuntamente sia la consolidata che la consoli-dante. Sono queste le novità intro-dotte con la manovra approvata il 25 maggio e che troveranno applicazione per le rettifi che ope-rate dal periodo di imposta 2006 in relazione al fatto che le norme entreranno in vigore il 1° gennaio 2011.

L’accertamento nel consoli-dato. La manovra introduce un nuovo articolo 40-bis nel dpr n. 600 del 1973 in base alla quale:

- ai fi ni Ires, l’intervento sulle dichiarazioni delle società consoli-date compete all’uffi cio competen-te in ragione della presentazione

della singola dichiarazione; - una volta effettuata la retti-

fi ca sulla singola società, viene notifi cato un atto che ha effetto direttamente sia sulla consolida-ta che sul consolidante che sono litisconsorti necessari in quanto la notifica dello stesso avviene nei confronti di entrambi. Il pa-gamento delle somme dovute, da parte di uno qualunque dei sog-getti, estingue l’obbligazione;

- a compensazione delle ret-tifiche (e dunque del maggior imponibile), la consolidante può chiedere l’utilizzabilità delle per-dite residue entro il termine di proposizione del ricorso. In questo caso, il termine per l’impugnati-va è sospeso per sessanta giorni entro i quali l’amministrazione fi nanziaria procede al ricalcolo di quanto dovuto e comunica l’esito entro sessanta giorni dalla pre-sentazione dell’istanza;

- in ogni caso, sino al termine di decadenza previsto dall’articolo 43 del dpr n. 600 del 1973 sarà pos-sibile intervenire ulteriormente a rettifi care il reddito in considera-zione del fatto che, evidentemen-te, il controllo effettuato su una società consolidata potrebbe non

esaurire la posizione complessiva del gruppo in termini di possibile accertamento.

Vi è dunque, in via normativa, una sorta di superamento delle problematiche che naturalmente devono essere affrontate in caso di accertamento nell’ambito di soggetti che hanno optato per la determinazione di una base imponibile unica nell’ambito del consolidato. Le problematiche in tema di accertamento sul con-solidato erano state affrontate dall’amministrazione fi nanziaria nella circolare n. 60 del 2007 nella quale si delineava un percorso di accertamento di «doppio livello»

La procedura di accerta-mento con adesione. In modo correlato alle modifi che apportate alle norme di accertamento, la ma-novra interviene anche sul dispo-sto del decreto legislativo n. 218 del 1997 introducendo un nuovo articolo 9-bis in base al quale:

- al procedimento di accerta-mento con adesione che riguarda le rettifi che operate in base al nuo-vo articolo 40 bis, comma 2, del dpr n. 600 del 1973, partecipano sia la consolidante che la consolida-ta interessata dalle rettifi che. La

competenza è incardinata davanti all’uffi cio competente per le con-testazioni e l’atto di adesione, sot-toscritto anche da una sola della società, si perfeziona qualora gli adempimenti previsti dall’articolo 9 del dlgs 218 del 1997 siano posti in essere anche da parte di uno solo dei predetti soggetti;

- anche in sede di accertamen-to con adesione, la società conso-lidante ha la facoltà di richiedere che siano computate in diminu-zione dei maggiori imponibili le perdite di periodo del consolidato non utilizzate, fi no a concorrenza del loro importo;

- inoltre, nel caso di adesione all’invito previsto dall’articolo 5, comma 1-bis del dlgs n. 218 del 1997, alla comunicazione prevista da detta norma, deve essere alle-gata l’istanza per l’utilizzabilità delle perdite residue a scomputo dell’imponibile accertato. In questa ipotesi, il versamento delle somme dovute dovrà essere effettuato en-tro il quindicesimo giorno succes-sivo all’accoglimento dell’istanza da parte dell’uffi cio competente, comunicato alla consolidata e alla consolidante, entro sessanta giorni dalla presentazione dell’istanza;

- anche in relazione alla possi-bilità di defi nizione dei pvc, potrà essere presentata, unitamente all’istanza per la defi nizione, an-che l’istanza per la utilizzabilità delle perdite residue. L’atto emes-so dall’uffi cio conterrà dunque un imponibile che tiene conto delle perdite utilizzate.

Come esaminato, dunque, ai fi ni di una qualunque attività di accertamento o defi nitoria, viene sancita l’utilizzabilità della per-dita residua nell’ambito del con-solidato.

Il concetto di perdita residua dovrebbe essere inteso come ammontare di perdite ancora spendibili dopo l’ultima dichia-razione presentata in modo tale che la defi nizione non comporti la necessità di rettifi care anche le dichiarazioni nel frattempo pre-sentate. Inoltre, sarà interessante comprendere come le nuove dispo-sizioni normative potranno essere concretamente applicate nell’ipo-tesi del mutamento del perimetro di consolidamento anche in rela-zione alla scelta che può essere effettuata sul trattamento delle perdite residue.

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DI FABRIZIO G. POGGIANI

La ritenuta sui lavori edili-zi agevolati la paga subito l’idraulico, il falegname, il muratore e l’impiantista. Dal 1° luglio prossimo, infatti, gli artigiani saranno costretti a versare all’erario la ritenuta del 10% su quanto incassato per le prestazioni di ristruttu-razione edilizia o per il rispar-mio energetico (bonus del 36 o del 55%). Il versamento avver-rà in corso d’anno ma sarà poi possibile per l’artigiano recu-perarlo in sede di pagamento delle proprie imposte.Questo l’invasivo scenario che si pre-senterà, in attesa del provvedimento dirigenziale dell’Agenzia delle entrate, in attuazione della disposizione intro-dotta dalla manovra correttiva, avente ad oggetto l’applicazione di una rite-nuta del 10% all’atto di accredito dei bonifici destinati agli esecutori delle prestazioni o ai beneficiari di eroga-zioni deducibili.L’impostazione della norma non è molto diversa da quella introdotta dal comma 43, dell’art. 1, della Finanzia-ria 2007 che ha disposto la ritenuta di acconto (4%) sui lavori eseguiti dagli artigiani ai condomini, stante l’inqua-dramento di questi ultimi come sosti-tuti d’imposta, ai sensi del comma 1, dell’art. 23, dpr n. 600/1973.Posti i preliminari adempimenti, per fruire delle detrazioni è necessario che le spese siano pagate tramite bonifico bancario o postale, da cui risultino la causale del versamento, il codice fi-scale del soggetto che paga e il codice

fiscale o numero di partita Iva del be-neficiario del pagamento; sono escluse, invece, da tale modalità di pagamento, quelle spese che non è possibile pagare con bonifico (oneri di urbanizzazione, ritenute fiscali sugli onorari dei pro-fessionisti, imposte di bollo ecc.).In pratica, le banche e le Poste italia-ne spa, in presenza di disposizioni di bonifico aventi a oggetto pagamenti di fatture o ricevute di prestazioni di ser-vizi destinatarie di agevolazioni per i committenti, do-vranno assumere la qualifica di so-stituto d’imposta, osservando i rela-tivi adempimenti che l’attuale im-pianto legislativo (articolo 23, dpr n. 600/1973) riserva a tali soggetti, tratte-nendo la quota del 10% dell’introito (si ritiene dell’imponibile e non dell’intero

movimento finanziario) nel momento in cui l’istituto procede all’accredito sul conto del beneficiario, esercitando la rivalsa sul sostituito (artigiano) e osservando gli obblighi dichiarativi (modello 770) e di certificazione, con il rilascio dell’attestazione di avvenuto versamento della ritenuta a titolo di acconto delle imposte sui redditi en-tro il 28 febbraio dell’anno successi-vo, pena l’applicazione delle sanzioni

amministrative, variabili dal 20 al 240% dell’ammon-tare delle ritenute non versate, di cui al dlgs 471/1997 e penali, di cui al comma 414, art. 1, legge n. 311/2004 (da sei mesi a due anni di reclusione

per il mancato versamento).È chiaro che l’operazione si pone due obiettivi prioritari: il primo, inerente

all’anticipazione (parziale) del pa-gamento delle imposte, come ormai avviene da tempo per determinati lavoratori (professionisti, agenti e rappresentanti ecc.) e destinato a «far cassa» e il secondo, attraverso il rispetto degli obblighi imposti in capo al sostituto, destinato all’otte-nimento di dati relativi alle somme o valori corrisposti nell’anno e soggetti a ritenuta alla fonte, ai sensi degli articoli 23, 24, 25, 25-bis, 25-ter e 29, dpr n. 600/73 e 33, comma 4, dpr n. 42/1988, da incrociare con gli altri dati in possesso dell’amministrazio-ne finanziaria, al fine si intercettare omesse o incomplete fatturazioni di prestazioni, in un comparto da sem-pre monitorato come quello edile, soprattutto se effettuate a favore di soggetti privati, intenzionati a be-neficiare delle deduzioni (art. 10) e delle detrazioni (art. 15), previste dal dpr n. 917/1986.

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DAL PRIMO LUGLIO PROSSIMO

Ristrutturazioni, gli artigiani versano il 10% sugli incassi

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L’impostazione non è mol-to diversa da quella della Finanziaria 2007 che ha

disposto la ritenuta d’accon-to del 4% sui lavori eseguiti dagli artigiani ai condomini

(sostituti d’imposta)

si pre fiscale o numero di partita Iva del be movimento finan

PRESTAZIONEPRIMA DELL’1/7/2010

(VALORI IN EURO)

DALL’1/7/2010

(VALORI IN EURO)

Lavori di ristrutturazione seguiti presso l’abitazione posta in Pistoia,

Piazza Garibaldi n. 1Materie prime• Manodopera•

ImponibileIva 10%TotaleRitenuta del 10% sull’imponibile

(eseguita dalle banche e dalle

Poste Italiane spa)

Netto incassato dall’artigiano

2.000,001.000,003.000,00300,00

3.300,00

= =______

3.300,00======

2.000,001.000,003.000,00300,00

3.300,00

300,00_______3.000,00======

PRESTAZIONEPRIMA DELL’1/7/2010 DALL’1/7/2010

La nuova ritenuta d’accontosugli oneri detraibili - un’ipotesi -

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24 Venerdì 28 Maggio 2010 D I R I T T O E F I S C O

MANOVRA CORRETTIVA/Stop al ritiro dei certii cati verdi. Restano anche gli appalti in deroga

Tetto di spesa per le grandi opereLimite di 400 mln alle infrastrutture. La priorità va al Mose

DI ANDREA MASCOLINI

Limite di 400 milioni alle grandi infrastrutture, abo-lizione dell’obbligo di riti-ro dei «certifi cati verdi»; al

via entro settembre la gara per la concessione dell’Autobrennero. Sono queste alcune delle misure contenute nella manovra del governo, dalla quale sono uscite all’ultimo minuto le norme che limitavano gli appalti in deroga della protezione civile e dei gran-di eventi.

Fondo Infrastrutture. Per le grandi infrastrutture la ma-novra prevede che sia il Cipe a stabilire, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubbli-ca, la destinazione delle risorse della cosiddetta Legge obiettivo. Nell’attribuzione delle risorse il decreto specifi ca che dovrà essere data la priorità al fi nanziamento del Mose e che comunque il limite di risorse attribuibile complessi-vamente è pari a 400 milioni di euro. Si tratta quindi di una sorta di blocco per le grandi opere e per il programma di opere approvato nove anni fa. Il provvedimento di urgenza prevede inoltre che sia-no revocati e spostati su di un al-

tro soggetto, o destinati ad altro intervento, tutti i mutui accesi con la Cassa depositi e prestiti entro fi ne 2006, compresi quelli trasferiti al ministero dell’eco-nomia e delle fi nanze, con oneri di ammortamento a totale carico dello stato. La revoca o il cambio di «destinazione» scatta se questi mutui non sono stati interamen-te erogati ai soggetti benefi ciari alla data di entrata in vigore del presente decreto legge e se non sono stati aggiudicati i contratti di appalto di lavori relativi agli interventi fi nanziati. Per attivare il meccanismo i benefi ciari e la cassa comunicheranno entro 45 giorni i dati dei mutui non ero-gati al Mef; è prevista la respon-sabilità del soggetto benefi ciario inadempiente «per le obbligazioni che dovessero emergere a seguito

dell’attivazione della procedura di revoca». Sarà sempre il Mef, con appositi decreti, ad indicare i mutui da revocare e devolvere ad altro scopo.

Concessioni autostradali e Autobrennero. Si prevede che entro il prossimo mese di settembre l’Anas pubblichi il bando di gara per l’affi damento della concessione di costruzione e gestione dell’autostrada del Brennero. Sarà il ministero del-le infrastrutture, d’intesa con quello dell’economia a indicare all’Anas le direttive per la defi -nizione dei contenuti del bando di gara (elemento rilevante il valore della concessione posta in gara e l’importo minimo dei proventi da accantonare nel fondo della legge 449) In ogni caso il bando, oltre a stabilire come verranno

restituiti allo stato i contributi pubblici erogati per la realizza-zione dell’infrastruttura, dovrà imporre al concessionario che vincerà la gara di versare alme-no 70 milioni di euro per ciascu-no degli anni 2011, 2012 e 2013 a titolo di anticipo del valore della concessione. Il decreto prevede che i fondi derivanti dai proventi di gestione accantonati dal 1998 in poi possano essere utilizzati anche per la realizzazione dei collegamenti ferroviari e delle infrastrutture connesse fi no al nodo stazione di Verona. Inoltre se i concessionari non adeguano alle prescrizioni del Cipe gli sche-mi di convenzione ovvero i Piani economico-finanziari scatta in automatico la mancata approva-zione, con conseguente passaggio alle ordinarie e più lunghe proce-dure approvative.

Certifi cati verdi. Il decreto prevede (art. 45) l’ abolizione dell’obbligo di ritiro dell’eccesso di offerta di certifi cati verdi, cioè di quei certifi cati, emessi dal Gse (Gestore dei servizi energetici) che corrispondono ad una certa quantità di emissioni di anidride carbonica. Il meccanismo è tale per cui, se un impianto alimen-

tato con energia derivata da fonti rinnovabili, produce emette meno CO2

di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato, ad esempio, a petrolio o a carbone, il gestore ottiene dei certifi cati verdi che può rivendere (a prezzi di mer-cato) a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fon-ti rinnovabili ma non lo fanno autonomamente. L’obbligo di ritiro dei certificati in eccesso era stata previsto dalla legge fi nanziaria 2008 come misura fi nalizzata a mantenere l’equili-brio nel mercato dei certifi cati in caso di eccesso di offerta. Infatti, se un soggetto obbligato ottiene più certifi cati di quelli che gli ne-cessitano in quell’anno, può solo utilizzarli per gli obiettivi degli anni successivi, oppure venderli sul mercato. Il dispositivo inseri-to nella Finanziaria 2008 doveva garantire i soggetti obbligati che, qualora avessero ottenuto più certifi cati del necessario, comun-que il Gse li avrebbe ritirati, l’an-no successivo, a un prezzo certo. Adesso ciò non avverrà più e si profi la una riduzione del valore dei certifi cati stante l’aumento degli stessi sul mercato.

DI VALERIO STROPPA

Fondazioni bancarie sot-to la vigilanza del mini-stero dell’economia. In qualsiasi caso, almeno

per ora. Mentre dopo che sarà istituita la nuova autorità di controllo sulle persone giuridi-che private (vale a dire quelle disciplinate dal titolo II, libro primo del codice civile), solo le fondazioni che detengono parte-cipazioni di controllo di società bancarie, anche tramite patti di sindacato, continueranno a essere vigilate da via XX Set-tembre. È quanto dispone la manovra correttiva, fornendo l’interpretazione autentica dell’articolo 10, comma 1, del dlgs n. 153/1999. Quest’ultimo aveva stabilito che, nelle more dell’entrata in vigore della riforma organica del quadro normativo relativo alle perso-ne giuridiche (con l’istituzione di un nuovo soggetto deputato alla vigilanza), e anche succes-sivamente, «finché ciascuna fondazione rimarrà titolare di partecipazioni di controllo, diretto o indiretto, in società bancarie ovvero concorrerà al controllo, diretto o indiretto, di dette società attraverso la par-tecipazione a patti di sindacato o accordi di qualunque tipo, la

vigilanza sulla fondazioni è at-tribuita al ministero del tesoro, del bilancio e della programma-zione economica».

La manovra provvede ora a fornire la corretta lettura della norma, affermando che, fi no alla citata riforma, la vigilanza sulle fondazioni bancarie è attribuita al ministero dell’economia e del-le fi nanze, indipendentemente dal fatto che gli enti controllino o meno, direttamente o indiret-tamente, società bancarie. Nel momento in cui sarà creata la nuova authority, la vigilanza sulle fondazioni bancarie pas-serà sotto la competenza di quest’ultima, tranne che per gli enti che controllano le banche, i quali resteranno sotto la lente del mineconomia.

È opportuno ricordare che le fondazioni bancarie sono perso-ne giuridiche private senza sco-po di lucro, introdotte nell’ordi-namento italiano con la legge n. 218/1990. L’attività di vigilanza su tali enti ha sostanzialmente per oggetto la verifica del ri-spetto della legge e degli statu-ti, la sana e prudente gestione del patrimonio, le modalità con le quali questo viene investito e l’effettiva rispondenza delle azioni poste in essere agli sco-pi di utilità sociali sanciti dalla normativa e dagli statuti.

All’Economia il controllo sugli enti bancari

Sulle fondazionivigila Tremonti

DI ANDREA MASCOLINI

Il pieno di metano si potrà fare sotto casa. La manovra correttiva semplifi ca l’iter procedura-le per installare i piccoli impianti di distribu-zione di gas naturale per autotrazione. Servirà

la Dia, ma si potrà prescindere dall’autorizzazione «antincendi» se l’impianto è in regola con la dichia-razione di conformità. Previsti, a riguardo, controlli a campione. È quanto prevede il decreto varato dal consiglio dei ministri, che in-troduce un sistema di sempli-ficazione dell’installazione di piccoli impianti di distribuzio-ne di metano per le automobili. La nuova normativa riguarda gli impianti fi ssi senza serbatoi d’accumulo derivati da rete do-mestica adibiti al rifornimento a carica lenta di gas naturale per autotrazione. Su questo tema va ricordato che soltanto con il decreto ministeriale 28 giugno 2002, aggiornando la precedente regola tecnica del decreto ministeriale 8 giugno 1993, si consentì la realizzazione, oltre che dei grandi impianti, anche di piccoli impianti, alimentati da condotta, fi nalizzati alla alimentazione di un numero limitato di auto-vetture. Il decreto stabilisce in primo luogo che per l’installazione di questi impianti occorre presentare una Dia (denuncia di inizio attività) al competente comando dei Vigili del fuoco. La disciplina di detta-glio per l’installazione e l’esercizio di questi impianti (si tratta di impianti con una capacità di compressio-ne non superiore a 3 m3/h) viene comunque rinviata a un decreto del ministro dell’interno che dovrà es-sere adottato entro centoventi giorni dalla pubbli-

cazione nella Gazzetta Uffi ciale della Repubblica Italiana della legge di conversione della manovra. Il decreto dovrà comunque fare salve tutte le nor-me comunitarie in materia di prodotti. Dal punto di vista delle caratteristiche tecniche questi piccoli impianti, composti dall’apparecchio, dalla condotta di adduzione e dalla linea elettrica di alimentazione, dovranno comunque rispondere ai requisiti previsti dalla legge 1083/71, per quanto attiene all’uso del gas naturale, e alla legge 186/68 per quel che con-

cerne l’alimentazione elettrica. La materiale installazione degli impianti dovrà essere effettuata da ditte in regola con i requisiti abilitativi di cui al decreto mini-steriale 37/2008, attuativo del-la legge 248/2005; inoltre deve trattarsi di ditte che risultino iscritte ai registri della camere di commercio per attività di im-pianti di produzione, trasporto, distribuzione e utilizzazione dell’energia elettrica all’interno degli edifi ci a partire dal punto di consegna dell’energia, o del

combustibile gassoso, fornita dall’ente distributore. Se gli impianti risponderanno alle caratteristiche tecniche citate in precedenza, con l’allegata dichiara-zione di conformità, il decreto legge prevede che non sia necessaria l’autorizzazione antincendi, anche se si consentono controlli anche a campione da parte delle autorità competenti che potranno anche emet-tere delle prescrizioni ad hoc. Se nel corso di questi controlli non dovesse essere esibita la dichiarazione di conformità, scatterebbero le sanzioni previste dal decreto ministeriale del 2008. Dal punto di vista fi scale verrà applicata l’accisa prevista per il gas naturale per combustione per usi civili.

Più facile installare gli impianti. Basterà la Dia, stop alla antincendi

Distributori sotto casaper fare il pieno di metano

tro soggetto o destinati ad altro dell’attivazione della procedura

Le novitàLimite di 400 milioni di euro per le risorse da destinare alle opere strategiche e infrastrutturali della Legge obiettivo; priorità agli interventi del Mose

Revoca dei mutui della Cassa dd.pp. se non sono stati erogati interamente e se non sono stati stipulati i contratti di appalto

Abolizione dell’obbligo di ritiro dei certii cati verdi

Al via la gara per la concessione dell’Autobrennero entro settembre; anticipio sul valore della concessione di 70 milioni all’anno per tre anni

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25Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28D I R I T T O E F I S C O

MANOVRA CORRETTIVA/ La stretta previdenziale salva chi matura i requisiti entro il 2010

Pensioni, la finestra si fa mobileDal 2011 l’uscita per i dipendenti si allunga di un anno

DI GIGI LEONARDI

La finestra è mobile e il pensionamento si allon-tana. È questo, in sintesi, il succo dell’intervento

sulla previdenza contenuto nel provvedimento sulla manovra economica varato dal governo. Va anzitutto sottolineato che la stretta sulle uscite programma-te comincerà a colpire solo colo-ro che raggiungono i requisiti per la pensione di anzianità e vecchiaia a partire dal gennaio 2011. Questo signifi ca che sia le finestre che si aprono il 1° luglio e il 1° ottobre, che quella successiva di gennaio 2011 non subiranno alcuna modifi ca. Cer-chiamo dunque di fare un po’ di chiarezza.

Le attuali fi nestre. Chi rag-giunge la pensione di anzianità con le regole introdotte dalla ri-forma del governo Prodi (legge n. 247/2007), che si basano su un primo scalino (58 anni di età, 59 gli autonomi, e 35 di contributi sino al 30 giugno 2009) seguito dalle famose «quote» – somma di anzianità contributiva ed età anagrafica, dal luglio 2009 in poi – ha oggi a disposizione due sole uscite. I dipendenti, a secon-da che i requisiti contributivi e anagrafi ci vengano raggiunti nel primo o secondo semestre, posso-no lasciare il lavoro rispettiva-mente dal primo gennaio o dal primo luglio dell’anno successi-vo. Gli effetti delle fi nestre di-mezzate (rispetto alla normativa precedente la riforma Maroni del 2004) colpiscono soprattutto gli autonomi, artigiani, commer-cianti e coltivatori diretti. Chi si è messo in proprio può andare in pensione, rispettivamente, dal primo luglio dell’anno successi-vo, se raggiunge i requisiti en-tro il primo semestre dell’anno, o addirittura dal primo gennaio del secondo anno successivo, se li raggiunge nel secondo seme-stre. Accesso al pensionamen-to un po’ più facile, invece, per coloro che accumulano 40 anni di contributi, per i quali resta-no valide le vecchie quattro fi nestre, quelle utilizzate sino al 2007 (indicate dalla riforma Maroni, legge n. 243/2004). Per i dipendenti le uscite di luglio e ottobre si aprono per chi matura, rispettivamente, i requisiti per l’anzianità entro il primo o se-condo trimestre dell’anno e sono legate a un’età minima di 57 anni, condizione che non viene richiesta invece per le vie d’ usci-ta di gennaio e aprile, alle quali può accedere chi raggiunge i 40 anni nel corso del terzo e quarto trimestre dell’anno precedente. Anche per i lavoratori autonomi le fi nestre sono quattro, ma la decorrenza del primo assegno è più distanziata rispetto al mo-mento in cui si raggiungono i 40 anni. La pensione scatta da ottobre, da gennaio, da aprile, e da luglio dell’anno successivo, a secondo che il requisito venga maturato rispettivamente nel

primo, secondo, terzo o quarto trimestre dell’ anno. Medesima sorte per i pensionati di vecchia-ia: i dipendenti possono oggi in-tascare l’assegno all’inizio del trimestre successivo a quello in cui maturano i requisiti anagra-fi ci e di contribuzione. Mentre per gli autonomi, l’ attesa per la prima riscossione è più lunga; inizio semestre successivo alla maturazione del diritto.

Le uscite salvate. La stretta della manovra economica sulle fi nestre avrà effetti a cominciare dal 2011, riguarderà cioè chi rag-giunge i requisiti per il pensio-namento a partire dal prossimo anno. Sono quindi fatte salve le vicine fi nestre di luglio e di ot-tobre e quella di gennaio 2011, nonché quelle che si aprono nel corso dell’anno prossimo, ma che riguardano soggetti che matu-rano i requisiti richiesti entro il 2010. Riassumendo, la fi nestra di luglio interesserà:

• i dipendenti che hanno rag-giunto quota 95 (età minima 59 anni) entro il 31/12/2009, oppure con 40 anni di contribuzione al 31/3/2010, a condizione che com-piano i 57 anni di età entro il 30/6/2010;

• i dipendenti con 65 anni di età (60 le donne, 61 se iscritte all’Inpdap) compiuti entro il 31/3/2010, con i requisiti contri-butivi della vecchiaia;

• gli autonomi con 35 anni di contributi e 59 anni di età al 30/6/2009, oppure con 40 anni di contribuzione al 31/12/2009 (a prescindere dall’età);

• e gli autonomi con 65 anni di età (60 le donne) compiuti entro il 31/12/2009, con i requisiti con-tributivi della vecchiaia.

Dal 1° ottobre, sarà la volta:• dei dipendenti con 40 anni di

contributi al 30/6/2010, a condi-zione che compiano i 57 anni di età entro il 30/9/2010 e dei di-pendenti con 65 anni di età (60 le

donne, 61 se iscritte all’Inpdap) compiuti entro il 30/6/2010, con i requisiti contributivi della vec-chiaia;

• degli autonomi con 65 anni di età (60 le donne) compiuti entro il 31/3/2010 (con i requisiti contri-butivi della vecchiaia) e di coloro che hanno accumulato 40 anni di contribuzione al 31/3/2010 (a prescindere dall’età).

Mentre dal 1° gennaio 2011 potranno accedere al pensiona-mento:

• i dipendenti che raggiun-gono quota 95 (età minima 59 anni) entro il 30/6/2010, oppu-re con 40 anni di contribuzio-ne al 30/9/2010 (a prescindere dall’età);

• i dipendenti con 65 anni di età (60 le donne, 61 se iscritte all’Inpdap) compiuti entro il 30/9/2010, con i requisiti contri-butivi della vecchiaia;

• gli autonomi che raggiungo-no quota 96 (età minima 60 anni) entro il 31/12/2009, oppure con 40 anni di contributi al 30/6/2010 (a prescindere dall’età);

• e gli autonomi con 65 anni di età (60 le donne) compiuti entro il 30/6/2010, con i requisiti con-tributivi della vecchiaia.

Uno scivolo pensante. La manovra economica non prevede dunque alcun intervento strut-turale che riguardi requisiti, età, o le famose quote. È invece prevista, a partire dal 2011, una diversa decorrenza dell’assegno Inps, una volta maturato il dirit-to secondo i requisiti vigenti. In luogo delle attuali fi nestre rigide, viene introdotta una cosiddetta fi nestra mobile o a scorrimento, che fi ssa la decorrenza del pen-sionamento di anzianità con

meno di 40 anni o di vecchiaia dopo 12 mesi, nel caso dei lavo-ratori dipendenti e 18 mesi, nel caso dei lavoratori autonomi. I trattamenti pensionistici decor-rono dal primo giorno del mese successivo alla scadenza dei ter-mini del nuovo sistema. Circa gli effetti concreti dell’introduzione della fi nestra mobile riportiamo l’esempio di un dipendente che raggiunge quota 96, 36 anni di contribuzione e 60 anni di età il 30 giugno del 2011. Sperava di lasciare il lavoro il 31 dicembre del 2011 e intascare la pensione dal 1° gennaio 2012, mentre ora dovrà aspettare altri 6 mesi, in quanto la prima fi nestra utile per lui si aprirà il 1° luglio 2012 (12 mesi dopo la maturazione del diritto). Peggio ancora la si-tuazione dell’ex dipendente si-gnora Rossi, che compirà 60 nel marzo 2011; anziché percepire l’assegno dell’Inps dal succes-sivo 1° luglio, lo avrà a partire dall’aprile del 2012.

Nessuna novità. Nulla di nuovo infi ne per il personale del comparto scuola, la cui decorren-za rimane fi ssata al 1° settembre di ogni anno (comma 9 dell’art. 59 della legge n. 449/1997). Con-servano inoltre le attuali disposi-zioni sulle fi nestre: i dipendenti che avevano in corso il periodo di preavviso alla data del 30 giugno 2010 e che maturano i requisiti entro la data di cessazione del rapporto di lavoro e, nel limite di 10 mila unità, coloro che si trovano in mobilità (con accor-do stipulato entro il 30 aprile scorso) e i lavoratori coinvolti nei cosiddetti piani di esubero (banche, assicurazioni, ecc.).

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Chi fa (o ha fatto) il furbo per fruire delle prestazioni agevolate (com-prese la riduzione delle tasse uni-versitarie) dovrà restituire quanto

benefi ciato e non spettante, con l’aggiunta di una sanzione tra i 500 e i 5 mila euro. Con la manovra correttiva, infatti, scatteranno una serie di misure fi nalizzate a rintraccia-re le false dichiarazioni Ise e Isee, mediante incrocio di dati tra enti erogatori (comuni in primo luogo), agenzia delle entrate, Inps e ministero del lavoro.

La raccolta delle informazioni. Il pro-cesso di controllo parte dagli enti che eroga-no le prestazioni sociali agevolate, comprese le università in quanto erogatrici delle pre-stazioni del diritto allo studio universitario. I controlli toccano le prestazioni per la cui concessione è prevista la presentazione del-la Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica, dichiarazione che consente di determinare gli indici di ricchezza familiare: l’Ise e l’Isee. In particolare, la comunicazione concerne-rà i dati dei soggetti che hanno benefi ciato delle prestazioni agevolate e andrà fatta all’Inps, nel rispetto delle norme sulla pro-

tezione dati personali (dlgs n. 196/2003), nei termini e con modalità telematiche previ-ste dallo stesso Inps sulla base di direttive del ministero del lavoro. Le informazioni raccolte vengono trasmesse in forma ano-nima anche al ministero del lavoro ai fi ni dell’alimentazione del Sistema informativo dei servizi sociali.

L’incrocio con i dati fi scali (redditua-li). Una volta ricevute le informazioni, l’Inps procederà ad incrociarle con i dati redditua-li provenienti dalla banca dati dell’agenzia delle entrate. Con quest’ultima, a tal fi ne, l’Inps stipulerà apposita convezione, nel ri-spetto delle disposizioni del codice in mate-ria di protezione dei dati personali, per disci-plinare le modalità attuative e le specifi che tecniche per lo scambio delle informazioni necessarie a far emergere i nominativi dei soggetti che in ragione del maggior reddito accertato in via defi nitiva non avrebbero po-tuto fruire o avrebbero fruito in misura infe-riore delle prestazioni sociali agevolate.

Le sanzioni. Una volta accertati i falsi poveri, questi saranno tenuti alla restitu-zione del vantaggio conseguito per effetto

dell’indebito accesso alla prestazione sociale agevolata (in sostanza, dovranno restitui-re la prestazione non spettante o, nel caso specifi co delle tasse universitarie, dovranno eventualmente integrare l’importo versato in misura inferiore a quello corrispondente in base al reddito effettivo). Inoltre, saran-no tenuti al pagamento di una sanzione dell’importo variabile da 500 a 5 mila euro. La sanzione sarà irrogata dall’Inps, avva-lendosi dei poteri e delle modalità vigen-ti. Ai fi ni della restituzione del vantaggio indebitamente conseguito, l’Inps comuni-ca l’esito degli accertamenti agli enti che hanno erogato le prestazioni agevolate ai soggetti emersi.

Sanzionate anche le Dsu irregolari. La stessa sanzione da 500 a 5 mila euro, inoltre, sarà applicata nei confronti di coloro per i quali si accerti, sulla base dello scam-bio di informazioni tra l’Inps e agenzia delle entrate, una discordanza tra il reddito di-chiarato ai fi ni fi scali e quello indicato nella dichiarazione sostitutiva unica, qualora in ragione di tale discordanza il soggetto abbia avuto accesso alle prestazioni agevolate.

PRESTAZIONI AGEVOLATE

Isee falso, oltre al recupero scatta la sanzione

Le nuove fi nestre

PENSIONE DECORRENZA

DIPENDENTI AUTONOMI

Anzianità con 40 anni Primo mese trimestre successivo

Primo mese semestre successivo

Anzianità con meno di 40 anni

Tred ices imo mese successivo

Diciannovesimo mese successivo

Vecchiaia Tred ices imo mese successivo

Diciannovesimo mese successivo

Anzianità o vecchiaia personale scuola

P r i m o s e t t e m b r e successivo

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Anzianità o vecchiaia soggetti in preavviso

Finestra attuale -

Anzianità o vecchiaia soggetti in mobilità

Finestra attuale -

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26 Venerdì 28 Maggio 2010 D I R I T T O E F I S C O

MANOVRA CORRETTIVA/ Le nuove procedure saranno applicate dal prossimo anno

La riscossione Inps mette il turboArriva l’avviso di addebito: dopo 30 giorni scatta l’esecuzione

DI DANIELE CIRIOLI

Espropriazione forzata in 30 giorni per chi non paga i contributi Inps. Tardare i versamenti

periodici (per esempio quelli mensili relativi ai contributi dei dipendenti oppure la rata trimestrale dovuta da artigia-ni e commercianti) comporterà l’emissione da parte dell’Inps del nuovo «avviso di addebito», a fronte del quale il trasgresso-re avrà di tempo 30 giorni per pagare. Se non vi provvede, il 31mo giorno scatterà l’esecu-zione forzata da parte degli agenti della riscossione. Tempi più lunghi (per modo di dire: 90 giorni) nel caso di avvisi riguardanti crediti accertati dagli uffici. Questo il nuovo sistema di riscossione Inps previsto dalla manovra corret-tiva, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2011.

Il nuovo avviso di addebi-to. La novità è rappresentata dal nuovo avviso di addebito, dotato di valore di titolo ese-cutivo, che riguarderà tutti i debiti contributivi dell’Inps. Anche se è prevista un’unica disciplina, la procedura cambia con riferimento alla tipologia del debito: per quelli emersi a seguito di accertamento degli uffi ci, prevede tempi più lunghi di riscossione e di esecuzione forzata; per quelli derivanti dal mancato pagamento alle scadenze di legge (i contributi

periodici), prevede tempi più stretti. In pratica, dal prossi-mo anno, l’Inps utilizzerà il nuovo avviso di addebito per notifi care ai trasgressori qua-lunque somma a qualunque titolo dovuta e non pagata. Il nuovo avviso dovrà contene-re, a pena di nullità, il codice fi scale del soggetto tenuto al versamento (il trasgressore), il periodo di riferimento del credito, la causale del credito, gli importi addebitati ripartiti tra quota capitale e sanzioni, l’agente della riscossione com-petente. In ogni caso, le sanzio-ni e le somme aggiuntive sui debiti oggetto del nuovo avviso di addebito, sono calcolate fi no alla data del pagamento.

La notifi ca. Il nuovo avviso di addebito sarà notifi cato, in via prioritaria, tramite posta elettronica certifi cata (la Pec) all’indirizzo risultante dagli

elenchi previsti dalla legge. In alternativa, previa eventuale stipula di convenzione tra Co-mune e Inps, la notifi ca potrà avvenire anche tramite messi comunali o agenti di polizia municipale; in ultima analisi anche mediante raccomandata a/r. Agli agenti di riscossione, invece, le modalità di consegna degli avvisi saranno stabilite dall’Inps.

Somme accertate dagli uf-fi ci. Nel caso di crediti vantati dall’Inps in seguito ad accerta-menti effettuati dagli uffi ci, il nuovo avviso dovrà contenere anche l’intimazione ad adempie-re l’obbligo di pagamento entro il termine di 90 giorni, nonché l’indicazione che, in mancanza del pagamento, l’agente della riscossione procederà a esecu-zione forzata. Inoltre, dovrà es-sere sottoscritto, anche con fi r-ma elettronica, dal responsabile

dell’uffi cio che ha emesso l’atto di accertamento.

Ricevuto l’avviso il debitore può proporre ricorso ammini-strativo avverso l’atto di accer-tamento nei termini ordinari, in relazione alla natura dell’ob-bligo contributivo, e comunque non oltre 90 giorni dalla noti-fi ca. Il ricorso dovrà obbliga-toriamente essere trasmesso anche all’Inps. Se l’organo che ha competenza di decidere re-spinge il ricorso, il trasgressore avrà tempo cinque giorni per pagare. Una volta spirato il termine senza pagare, l’Inps provvederà a consegnare l’av-viso di addebito all’agente del-la riscossione per l’avvio della procedura di espropriazione forzata. In caso di accoglimen-to parziale del ricorso viene rideterminato l’importo dovu-to con emissione di un nuovo avviso di addebito e intimazio-ne al pagamento entro cinque giorni dalla notifi ca. Una volta spirato il termine senza che il pagamento sia avvenuto, l’Inps provvederà a consegnare l’av-viso di addebito all’agente del-la riscossione, per l’avvio della procedura di espropriazione forzata.

In caso di revisione in auto-tutela dell’atto di accertamen-to l’avviso di addebito cessa di avere validità e l’Inps provvede alla notifi ca di un nuovo avvi-so di addebito per l’eventuale somma ancora dovuta. In tal caso, si ricomincia con il ter-

mine di 90 giorni per il paga-mento.

Infi ne, una volta decorso il termine di 90 giorni senza che sia stato proposto ricorso e in assenza di pagamento, l’agente della riscossione nei successivi 30 giorni e, sulla base dell’avvi-so di addebito senza la preven-tiva notifi ca della cartella di pagamento, procede ad espro-priazione forzata (si applica-no le disposizioni del dpr n. 602/1973). L’espropriazione, in ogni caso, è avviata, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto defi nitivo e, in caso di riscossione frazionata, anche in pendenza di giudizio, entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello entro il quale doveva essere effettuato il pagamento

Contributi a scadenze periodiche. La procedura è diversa, e più rigida, con riferi-mento alle somme (contributi) dovute all’Inps, il cui termine di pagamento sia mensile o co-munque periodico. Infatti, sia per il caso di omissione totale che per quello parziale di paga-mento alla scadenza di legge, l’avviso di addebito è notifi cato al contribuente e, contestual-mente, consegnato all’agente di riscossione, dando tempo 30 giorni per il pagamento, tra-scorsi i quali l’agente procede-rà all’espropriazione forzata.

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Falso invalido? Paga il medico. Infatti, oltre all’arresto, al licenziamento e alla radia-zione dall’albo professionale,

i medici che attestino false invali-dità saranno imputati di responsa-bilità erariale nei confronti dello Stato. Pertanto, dovranno risarcire il danno patrimoniale (pari ai com-pensi percepiti dal falso invalido) e il danno d’immagine subito dall’am-ministrazione. È quanto prevede tra l’altro la manovra correttiva, nell’ambito delle misure finalizzate alla riduzione della spesa in materia di invalidità.

Prestazioni meno facili. Una prima novità riguarda l’elevazione della percentuale di invalidità ai fini del diritto all’assegno di invalidità. Si tratta, in particolare, della pre-stazione spettante agli invalidi civili di età compresa fra i 18 e i 64 anni nei cui confronti sia accertata una riduzione della capacità lavorativa, che non svolgono attività lavorativa e per il tempo in cui tale condizio-ne sussiste. La prestazione, a cari-co dello Stato ed erogata dall’Inps, consiste dell’assegno mensile di euro

242,84 per 13 mensilità. Fino a oggi la riduzione richiesta è di almeno il 74%; per le domande che verranno presentate da martedì prossimo (dal 1° giugno 2010), la percen-tuale sale all’85% (non inferiore a).

Rettifica entro dieci anni. Con l’entrata in vi-gore della manovra corret-tiva tutte le prestazioni di invalidità erogate dall’In-ps potranno essere rettifi-cate dallo stesso istituto in caso di errore di qualsiasi natura commesso in sede di attribuzione, erogazione o riliquidazione delle stesse, entro dieci anni (salvo i casi di dolo o di colpa grave dell’interessato accertati giudizialmente). Inoltre, nel caso in cui siano state riscosse prestazioni risultanti non dovute, non sarà dato luogo al recupero delle somme corri-sposte, salvo che l’indebita percezio-ne sia dovuta a dolo dell’interessato. Il mancato recupero delle somme po-trà anche essere addebitato al fun-zionario responsabile, ma soltanto

in caso di dolo o colpa grave.

Responsabilità erariale. Altra novità riguarda l’introduzione di una sorta di responsabilità erariale a carico dei medici. In primo luogo, la manovra stabilisce che, fermo quanto previsto dal codice penale, agli esercenti una professione sani-taria che intenzionalmente attestano falsamente uno stato di malattia o di handicap, cui consegua il paga-mento di trattamenti economici di invalidità successivamente revocati per accertata insussistenza dei pre-

scritti requisiti sanitari, sia applica la pena della reclusione da uno a cinque anni e la multa da 400 a 1.600 euro. In secondo luogo, prevede che, negli stessi casi precedenti, il medico, ferme la respon-sabilità penale e discipli-nare e le relative sanzioni, sia obbligato a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di trattamenti eco-nomici di invalidità nei periodi per i quali sia sta-

to accertato il godimento da parte del beneficiario, nonché il danno all’im-magine subiti dall’amministrazione. In terzo luogo, infine, è previsto che la sentenza definitiva di condanna o di applicazione della pena comporta, per il medico, la sanzione discipli-nare della radiazione dall’albo e al-tresì, se dipendente di struttura sa-nitaria pubblica o se convenzionato con il servizio sanitario nazionale, il licenziamento per giusta causa o la decadenza dalla convenzione.

Carla De Lellis© Riproduzione riservata

LA RIFORMA DELL’INVALIDITÀ

Falso invalido? Paga il medicoChi attesta patologie inesistenti rischia anche la responsabilità erariale

n caso di in caso di dolo o colpa grave

scsirea1lustmsansidaltinp

to accertato

ASSEGNODI INVALIDITÀ

Dal 1° giugno 2010, la prestazione è ottenibile da

chi sia affetto da un’invalidità non inferiore all’85%

(oggi 74%)

RETTIFICADELLE PRESTAZIONI

L’Inps potrà rettifi care per errore le prestazioni erogate

entro il termine di dieci anni dalla concessione

RESPONSABILITÀ ERARIALE

I medici che attestano false invalidità saranno

dichiarati anche responsabili al pagamento delle

somme indebitamente percepite dal falso invalido e

del danno d’immagine per lo Stato

ssrè

Le novità

periodici) prevede tempi più elenchi previsti dalla legge In

L’AVVISODI ADDEBITO

È il nuovo strumento attraverso cui l’Inps procederà al recupero • delle somme a qualunque titolo dovute dai contribuenti L’avviso è dotato di valore di titolo esecutivo • La notii ca avviene per posta elettronica certii cata, attraverso i • messi comunali, la polizia municipale o raccomanda a/r

ACCERTAMENTIDEGLI UFFICI

Gli avvisi di addebito relativi a contributi dovuti a seguito di • accertamento devono essere pagati entro 90 giorni dalla notii ca. Entro lo stesso termine è possibile proporre ricorso che, se • accettato, comporta la rideterminazione dell’importo dovuto, da pagarsi entro cinque giorni

CONTRIBUTI PERIODICI

Gli avvisi di addebito relativi a contributi dovuti a scadenze di legge devono essere pagati entro 30 giorni dalla notii ca

ESECUZIONE FORZATA

In caso di mancato pagamento degli avvisi di addebito, scatta l’esecuzione forzata, senza emissione di cartella di pagamento, da parte dell’agente della riscossione

È il nuovo strumento attraverso cui l’Inps procederà al recupero•

La nuova riscossione Inps

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27Venerdì 28 Maggio 2010VenerdGIUSTIZIA E SOCIETÀ

I primi riscontri sui dati pervenuti alle Cciaa. Lunedì c’è la scadenza

In Xbrl il 95% dei bilanciErrori individuati solo nel 4% dei rendiconti

DI ANDREA FRADEANI

I bilanci italiani parlano Xbrl. In base ai dati provvisori sulla campagna bilanci 2009 dal 3 al 26 maggio 2010 sono

pervenuti alle Cciaa italiane oltre 156.000 rendiconti, di cui il 95% con prospetti contabili in formato Xbrl. I primi dati di massa segna-lano un tasso di errore di solo il 4%; eliminate, nei fatti, le proble-matiche di squadratura dei rendi-conti (non arrivano allo 0,5% dei depositi). Scade lunedì prossimo, 31 maggio 2010, il termine di 30 gg. entro cui depositare – a pena di sanzioni – il rendiconto appro-vato dalle assemblee tenutesi, è questa la data più gettonata, lo scorso 30 aprile 2010.

La diversa modalità di upload al Registro delle Imprese sta po-nendo agli operatori alcune que-stioni fondamentali. In primis, la chiara defi nizione dell’insieme degli obbligati ad impiegare il nuovo linguaggio. Da questi de-vono essere escluse le seguenti realtà: società quotate in mercati regolamentati, quelle anche non quotate, che redigono il bilancio in conformità ai principi conta-

bili internazionali, società eser-centi attività di assicurazione e riassicurazione, quelle tenute a redigere i bilanci secondo le disposizioni del dlgs 87/92, le società controllate da una delle imprese viste sopra o incluse nel loro consolidato.

Le esclusioni sono giustifi cate dall’assenza di specifi che tasso-nomie, in primis per i rendicon-ti Ifrs; la stessa motivazione spiegherebbe l’esonero sia per le società in liquidazione, limi-tatamente al solo bilancio fi na-le (il mondo camerale, in senso contrario Assonime, è orientato per l’obbligo di Xbrl pure per i bilanci ex art. 2490 cc), che per i bilanci delle società estere con sedi secondarie in Italia; infi ne uso di Xbrl (circolare Osserva-torio Unioncamere/Cndcec del 23/12/09) anche per i consorzi

con attività esterna.Superato il primo ostacolo,

normalmente concludendo per l’impiego obbligatorio del nuovo formato, si pone il problema del giudizio di conformità: la verifi -ca, cioè, della corrispondenza fra quanto approvato in assemblea e la resa che ne offrirebbe, usando la vigente tassonomia, l’istanza Xbrl (che va poi nel Registro im-prese). Nella quasi totalità dei casi sarà stata offerta ai soci, e rimarrà quindi agli atti, una rappresentazione cartacea dei prospetti contabili.

La soluzione ottimale sarebbe l’uso in tutto l’iter di formazione del bilancio della rappresenta-zione a stampa incorporata nel-la tassonomia (il suo «foglio di stile»). Cosa accade, invece, se si approva un documento non otte-nuto tramite foglio di stile? Può

essere la necessaria conseguenza dell’incapacità della tassonomia di rappresentare, con chiarezza ed in modo veritiero e corretto, la specifi ca situazione azienda-le. Fatto sì raro ma che impone l’invio dei prospetti contabili pure in Pdf/A. Se invece gli am-ministratori non hanno tenuto conto, nel processo di redazione del rendiconto, della nuova varia-bile Xbrl, ci si trova di fronte a un documento già approvato di cui deve valutare la «convertibilità» nel nuovo formato. Ci si dovreb-be allora chiedere se le eventua-li difformità fra l’approvato ed il codifi cato in Xbrl sono in grado, considerando pure il contenuto informativo della nota integrati-va, di incidere signifi cativamente sul processo decisionale degli uti-lizzatori del bilancio d’esercizio: solo in caso di risposta affermati-va sembra necessario il cosiddet-to «doppio deposito». L’esito del giudizio di conformità o di non conformità, deve comunque esse-re esplicitato in nota integrativa (cfr Osservatorio Unioncamere/Cndcec) visto che nulla può ag-giungersi all’istanza Xbrl.

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Dal 31 maggio 2010 è dispo-nibile per la consultazione sul sito web del Ministero dell’eco-nomia e delle fi nanze (http://www.mef.gov.it/depositi-dor-mienti/) l’elenco dei conti dor-mienti per i quali i requisiti per la dormienza si siano verifi ca-ti tra il 17 agosto 2008 e il 31 dicembre 2009. Lo rende noto il ministero dell’economia. Si tratta di un totale di 101.462 rapporti, per un importo com-plessivo di € 89.878.470,91.

Fino alla data di effettua-zione del versamento al Fondo depositi dormienti da parte dell’intermediario fi nanziario, gli interessati possono rivol-gersi all’intermediario stesso per far cessare lo stato di dor-mienza.

Il ministero ha inoltre reso noto inoltre l’importo comples-sivo degli assegni circolari e delle polizze vita comunicati dagli intermediari e che saran-no trasferiti al Fondo depositi dormienti. Si tratta per ora di € 37.639.301,56 per gli assegni circolari, e di € 12.876.729,93 per le polizze vita.

MINECONOMIA

Conti dormienti per 89 mln

Il Tribunale del riesame non può confermare la misura caute-lare sulla base delle intercettazioni se la Procura ha immotivata-mente negato alla difesa una copia delle registrazioni. In un clima incandescente per il nuovo disegno di legge sulle intercettazioni le Sezioni unite penali della Corte di cassazione, con la sentenza n. 20300 di ieri, tornano sull’argomento con atteggiamento garanti-sta in favore di chi è stato registrato. In particolare i giudici hanno accolto il secondo motivo del ricorso di un ragazzo indagato per associazione a delinquere. Il suo avvocato aveva chiesto di poter ottenere copia delle registrazioni dal momento che la misura cau-telare si fondava esclusivamente sulle intercettazioni. Ma la sua istanza non era stata presa in considerazione. Così il legale ha presentato ricorso in Cassazione. Il Collegio, chiamato a decidere sui motivi presentati, ha però ravvisato un delicato contrasto di giurisprudenza sul punto da trasmettere al massimo consesso di Piazza Cavour. La questione è stata posta in questi termini, «quali effetti sulla procedura di riesame abbiano il diniego ingiustifi cato o il mancato esame da parte del p.m. della richiesta difensiva di ottenere copia delle registrazioni delle conversazioni o delle comunicazioni intercettate, le cui trascrizioni sintetiche (qua-li i c.d. "brogliacci di ascolto”) siano state poste a fondamento dell’ordinanza applicativa della misura cautelare personale». Già al termine dell’udienza del 21 aprile la Suprema corte ave-va risposto che «il Tribunale del riesame non può fondare la sua decisione sul contenuto di tali trascrizioni». Ieri sono state depositate cinquanta pagine di motivazioni a supporto della posizione presa e sulla quale ha pesato moltissimo una recente sentenza della Corte costituzionale, la numero 336 del 2008, che ha dichiarato la parziale illegittimità dell’articolo 268 c.p.p. stabilendo di fatto «il diritto della parte ad accedere alle registra-zioni effettuate, ed utilizzate ai fi ni cautelari, anche prima del loro deposito». Insomma, dice a chiare lettere la Corte, è stato fi ssato «un obbligo per il pubblico ministero, a richiesta della parte, di completa discovery del mezzo di prova utilizzato ai fi ni della im-posizione della misura cautelare». Ma non è tutto. Dalla sentenza emerge inoltre che la risposta all’istanza dell’avvocato dev’essere data entro un termine utile che gli permetta di difendere il suo assistito. Allo stesso modo il legale deve presentare la domanda

entro un termine congruo. In-fi ne, scattano i poteri offi ciosi del giudice del riesame se il pm non ha adeguatamente provveduto.

Debora Alberici

L’intercettazione è preclusa? La misura cautelare salta La commissione Finanze della Camera

impegna il Governo a valutare la proroga da giugno alla fi ne del 2010 della Tremonti ter, la detassazione al 50% degli investimenti in macchinari e apparecchiature. La Commissione ha approvato la risoluzione Del Tenno-Contento (Pdl) che impegna il Governo a valutare questa possibilità. Il sottosegretario all’Economia, Lu-igi Casero, ha espresso «un apprezzamento di massima sull’atto d’indirizzo» ricordando che la detassazione degli investimenti in macchinari, prevista dal decreto legge 78/2009 costituisce «uno degli strumenti moltiplicatori della cre-scita utilizzati dall’Esecutivo per stimolare l’economia». Casero ha poi preannunciato che il Governo «terrà conto, in sede di aggiornamento delle proprie strategie di sostegno ai settori eco-nomici nazionali, del predetto strumento» ma ha ricordato che l’onere di questo meccanismo è stato «stimato in circa 1,5 miliardi di euro per il 2011» e che quindi «esso debba essere utilizzato non per tamponare gli effetti di una situazione di stagnazione, ma per assicurare un sostegno alle imprese non appena si avvertiranno i segnali di una ripresa dell’economia».

«Giustizia ed economia: novità normative per i confl itti d’impresa» è il tema del convegno organizzato dall’ Ordine dei Dottori Commer-cialisti e degli Esperti Contabili di Milano con il Consiglio Nazionale per oggi, Aula Magna dell’Università Bocconi, via Gobbi 5.

InfoCert, il primo Ente certifi catore in Italia con tre milioni di certifi cati di fi rma digitale, 380.000 caselle di Posta Elettronica Certifi -cata e oltre duecento milioni di documenti conservati in modalità sostitutiva, annuncia la disponibilità di Indagini Finanziarie, il servizio che consente la gestione ottimale delle richieste di Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane nell’ambito dei procedimenti di indagine fi nanziaria. Il servizio è rivolto a operatori fi nanziari (quali Sim, fi nanziarie, holding e banche) e pro-fessionisti (commercialisti e consulenti, che

agiscono per conto dell’operatore fi nanziario) che possono rispondere in modo compiuto, agevole, rapido e sicuro alle richieste delle Autorità competenti.

L’11 giugno al via le «Cartoniadi della quali-tà», iniziativa organizzata da Comieco (Consor-zio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e della Federazione Ita-liana Giuoco Calcio, che vede in gara quattro comuni in rappresentanza delle 4 macro-aree italiane: Caserta per il Sud, Livorno per il centro, Monza per il Nord e Sassari per le Isole. Le 4 città partecipanti hanno tempo fi no all’11 luglio per migliorare il più possibile la loro raccolta differenziata di carta e cartone in particolare sotto il profi lo della «qualità», differenziando correttamente e senza errori tutti i materiali a base cellulosica, e vincere così il premio di 30 mila euro messo in palio da Comieco.

Commercialisti a confronto oggi a Roma, presso la Sala «Pietro da Cortona» dei Musei Capitolini, con inizio alle 15, per il Convegno «La corretta gestione dei fondi europei, quali strumenti di crescita e sviluppo economico del territorio e delle Pmi», programmato nell’ambi-to delle iniziative della Settimana europea delle Pmi, in corso di svolgimento nella Capitale. All’iniziativa, organizzata dal Consiglio nazio-nale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili e dall’Ordine dei commercialisti di Roma in collaborazione con la Commissione eu-ropea e con il Dipartimento per il coordinamento delle politiche comunitarie, parteciperanno il Ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi e il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Claudio Siciliotti. L’apertu-ra dei lavori, che saranno coordinati dal Con-sigliere nazionale dei commercialisti, Marcello Danisi, è affi data a Gerardo Longobardi, pre-sidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma.

BREVI

bili internazionali società eser con attività esterna

CAMPAGNA BILANCI 2010

Totale bilanci pervenuti 156.111 -

Bilanci con istanza Xbrl 148.472 95%

Bilanci con istanza Xbrl corretta 142.543 96%

CAMPAGNA BILANCI 2010

I primi dati

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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29Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 2I M P O S T E E TA S S E

Assonime invoca lo statuto del contribuente dopo i chiarimenti delle Entrate

Intrastat con correzioniDue mesi dalla circolare per le rettifiche

DI ROBERTO ROSATI

Sessanta giorni di tempo per correggere le infra-zioni in materia di com-pilazione dei modelli

Intrastat, a partire dalla data della circolare esplicativa che l’agenzia delle entrate sta per emanare. Questo il suggerimen-to di Assonime, intervenuta ieri con una propria circolare (n. 18 del 27 maggio 2010) di commen-to della nuova disciplina degli elenchi riepilogativi degli scam-bi intracomunitari, come modi-fi cata a seguito della riforma dell’Iva in attuazione delle di-rettive comunitarie n. 8 e n. 117 del 2008. La circolare fa il pun-to della situazione alla luce dei provvedimenti dei mesi scorsi, discendenti dalla modifi ca delle luogo di tassazione delle presta-zioni di servizi c.d. «generiche» e dalla conseguente estensione dell’adempimento Intrastat alle predette prestazioni scambiate fra soggetti passivi Ue, anno-tando le divergenze tra la nor-mativa comunitaria e quella na-zionale. Viene rilevato in primo luogo che, secondo la direttiva,

l’obbligo di presentare l’elenco riepilogativo delle prestazioni interessa soltanto quelle rese e non quelle ricevute, non essen-dosi concretizzata la proposta della commissione europea di estendere l’obbligo a queste ul-time prestazioni; prevedendo l’obbligo dell’elenco anche per le prestazioni ricevute, la norma nazionale non trova copertura comunitaria.

Struttura dei modelli. Asso-nime evidenzia che le informa-zioni da riportare negli elenchi sono differenti per le due cate-gorie di operazioni (prestazioni di servizi e scambi di beni). Per esempio, mentre per i beni va indicato l’ammontare comples-sivo delle operazioni scambiate con un determinato soggetto, per i servizi è invece richiesta l’indicazione analitica di ciascu-na operazione; di conseguenza, se sono state emesse 50 fatture nei confronti dello stesso sog-getto, si dovranno compilare distintamente altrettanti righi dell’elenco (tra i dati da indicare vi è anche il numero della fattu-ra). Questa analiticità provoca notevoli diffi coltà operative che,

sottolinea l’associazione, «non sembrano giustificate, atteso che tale previsione non costitu-isce una diretta attuazione dei principi comunitari contenuti nella direttiva 2008/8/Ce»; se-condo la direttiva, infatti, i dati da riportare necessariamente negli elenchi sono soltanto il numero di identifi cazione Iva del prestatore, quello del desti-natario e il valore complessivo delle prestazioni rese a ciascun destinatario.

Altri problemi nascono in me-rito all’individuazione del codi-ce del servizio in base ad una tabella di classifi cazione che, da un lato, è incompleta in quanto molti servizi non sono classi-ficati, dall’altro, al contrario, è eccessivamente dettagliata, facilitando gli errori.

Prima applicazione. Dopo avere ricordato che la normati-va nazionale è entrata in vigore con ritardo rispetto alla data di avvio delle nuove regole fi ssa-ta dalle direttive, in particolare con riguardo al dm 22 febbraio 2010 su modalità e termini di presentazione degli elenchi, Assonime ricorda che l’agenzia

delle entrate è già intervenuta con le circolari n. 5 e 14, rico-noscendo le obiettive condizioni di incertezza e dichiarando di conseguenza non sanzionabili determinate violazioni, anche alla luce dello statuto dei diritti del contribuente.

Osservato che le indicazio-ni contenute nella circolare 14 circa la non sanzionabilità degli elenchi relativi a genna-io, purché presentati entro il 4 maggio 2010, dovrebbero valere, secondo il medesimo principio, anche per gli elenchi di febbraio e marzo e per quelli del primo trimestre, Assonime aggiunge che, in ogni caso, l’avvio della nuova disciplina presenta anco-ra incertezze che saranno risol-te dall’agenzia delle entrate con l’imminente circolare; sarebbe quindi opportuno, conclude, consentire agli interessati di sanare senza applicazione di sanzioni gli eventuali compor-tamenti difformi entro sessan-ta giorni dalla pubblicazione della circolare, presentando gli elenchi corretti entro la prima scadenza successiva.

© Riproduzione riservata

DI CRISTINA BARTELLI

Blitz del ministero dell’eco-nomia su Gerico. Il decre-to che uffi cializza gli studi di settore, necessario per le dichiarazioni 2010, era calendarizzato per la pub-blicazione nella Gazzetta Ufficiale in supplemento ordinario del 31 maggio, ma secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dopo insisten-ti pressioni da parte del ministero dell’economia la pubblicazione è stata anti-cipata ad oggi, 28 maggio.

Anche se per le impre-se la sostanza di questo piccolo anticipo non cam-bia rispetto alla richiesta di rinvio dei termini per i versamenti in scadenza al 16 giugno. Ci saranno in-fatti solo poco più di due settimane per predispor-re tutti i calcoli necessari alla determinazione delle imposte delle imprese e il conseguente versamento al 16 giugno.

OGGI IN G.U.

Gerico anticipal’uscita

RISOLUZIONE

Tlc disabiliNiente Ivaal 4%

DI SANDRO ZULIANI

No all’Iva del 4% sui servizi di telecomunicazione resi ai disabili: l’aliquota ridotta può applicarsi solo alle ces-sioni e alle importazioni di beni, e un’interpretazione estensiva non è consentita perché contrasterebbe con la normativa comunitaria. È quanto afferma l’agenzia del-le entrate con la risoluzione n. 43 del 27 maggio 2010, ri-spondendo al quesito sulla possibilità di applicare l’art. 2, comma 9, dl 669/1996, che assoggetta all’Iva del 4% i sussidi tecnici e informatici rivolti a facilitare l’autosuf-fi cienza e l’integrazione dei soggetti portatori di handi-cap, anche ai servizi di te-lecomunicazione relativi al traffico dati e voce resi ai medesimi soggetti. L’Agenzia ricorda che, secondo il dm 14 marzo 1998, attuativo della norma, l’aliquota ridotta si applica alle cessioni e impor-tazioni di apparecchiature e dispositivi, ossia ai soli sus-sidi che consistono in beni fi sici, come del resto preve-de l’all. III alla direttiva n. 112 del 2006, e non è quindi estensibile ai servizi.

AGENZIA

Telelavoro un sìal 50%Il progetto del telelavoro dell’Agenzia delle entrate incassa un sì parziale. Ieri la sperimentazione su base vo-lontaria dell’Agenzia è stata accettata dalle rappresentan-ze sindacali di Cgil, Cisl e Salfi mentre non hanno fi rmato Uil, Rdb (rappresentanze sindacali) e Flp (federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche). Per Vincenzo Patricelli, della segreteria generale di Flp «un progetto che nega la funzione sociale del telelavoro: pochi posti, condizioni familiari dei lavoratori subordinate alle esigenze dell’Agenzia, pari opportunità declinate al con-trario. In alcune sue parti, per esempio, la negazione a fruire di permessi legge 104 in forma oraria è persino illegale. Un passo indietro di decenni nel-la tutela dei lavoratori. Chi lo ha condiviso se ne assumerà le responsabilità di fronte a loro». Il progetto era stato presenta-to il 21 maggio scorso e preve-de il coinvolgimento di cento dipendenti per due anni. Una iniziativa dell’amministrazione per «impiegare in modo conti-nuativo personale di elevata professionalità, competenza e specializzazione che per gravi situazioni personali e familiari ha diffi coltà ad assicurare una regolare presenta in uffi cio».

La camera ha approvato ieri all’unanimità il Piano straordinario contro le mafi e, che contiene la de-lega al governo in materia di normativa antimafi a. Il provvedimento passa ora all’esame del senato. Un voto bipartisan, anche se dalle file dell’opposi-zione non sono mancati distinguo. E il ministro dell’interno, Roberto Ma-roni, ha espresso la propria soddisfazione: «Un altro voto unanime dopo quello che ha istituito l’Agenzia nazionale per i beni se-questrati e confi scati alla criminalità organizzata è la conferma che nella lotta alla mafi a tutte le forze politiche sono unite e questo rafforza l’attività delle forze dell’ordine. Mi auguro che anche al senato il ddl venga approvato con altrettanta rapidità».

La Confsal-Salfi, pur prendendo atto della ne-cessità di una manovra di bilancio che permet-ta l’uscita dalla grave crisi economica, ritiene prioritario che la stessa venga emendata negli aspetti maggiormente pe-nalizzanti per i dipendenti dell’amministrazione fi-nanziaria perché: congela gli stipendi per tre anni; non garantisce le risorse per la contrattazione inte-grativa e blocca il turnover; e rateizza il tfr; non incide sugli sprechi.

BREVI

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31Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28 MagP R O F E S S I O N I

La relatrice al disegno di legge ha scritto una lettera ai presidenti degli ordini

Riforma, acqua sul fuocoSiliquini (Pdl): il mio ddl non è un testo defi nitivo

DI IGNAZIO MARINO

Maria Grazia Siliquini, relatrice alla riforma delle professioni di iniziativa parlamenta-

re, cerca di rassicurare gli ordini: «poiché vi è stato qualche equivoco interpretativo, segnalo che è oppor-tuno leggere attentamente la mia relazione di accompagnamento, per apprendere che ho depositato un’“ipotesi di testo base” nell’ottica di aprire un sereno e pacato con-fronto». Così la parlamentare del Pdl, che nei mesi scorsi ha ascol-tato in commissione giustizia tutte le espressioni dei professionisti, ha scritto su una lettera indirizzata a

tutti i presidenti degli ordini per spiegare le sue ragioni e cercare di far rientrare le pesanti critiche ricevute soprattutto da una parte dei tecnici (Ingegneri, agrotecnici, architetti, dottori agronomi e fore-stali, geologi e tecnologi alimentari) e dai sindacati di categoria (Conf-professioni in testa). Nella missiva, seguita anche da un giro di telefo-nate ad alcuni rappresentanti, la Siliquini si dice «stupita che di fron-te all’importanza di avere, final-mente, un testo “esclusivamente” per le professioni ordinistiche, con l’eliminazione del sistema duale, contenente importanti norme su “cosa sia» la professione intellet-tuale, sull’individuazione dei criteri

legati alla laurea, tirocinio, esame di stato, formazione e deontologia, sulla distinzione tra professione e impresa, sull’obbligo dei minimi e dei massimi tariffari, sulle modali-tà di accesso, sull’introduzione delle società tra professionisti, sull’esten-sione degli incentivi anche alle ca-tegorie dei professionisti.. etc, ci si soffermi polemicamente sull’art.4, che riguarda solo i tecnici e che sarà, ovviamente, oggetto di confronto», spero, «pacato e costruttivo. A tal fine», sottolinea, «ho depositato non un testo “prendere o lasciare”, ben-sì questa ipotesi di testo (utile per riavviare il dibattito che da troppi mesi languiva) per arrivare, poi, a un testo unitario in commissione.

Ciò è opportuno precisare a tutti i presidenti perché, a mio avviso, stante il clima complicato che vivia-mo in parlamento, questa è diven-tata l’unica strada percorribile, se veramente si vuole raggiungere in commissione (e solo nella commis-sione giustizia) all’approvazione di un testo unitario, da approvare prima della pausa estiva, premes-sa necessaria per la trattazione nell’aula del primo ramo del parla-mento, nel mese di ottobre».

DI BENEDETTA PACELLI

Pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale (n. 122) il Rego-lamento (Dpr 1 febbraio n. 76) sulla struttura e il funzionamento dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valu-tazione del sistema universi-tario e degli enti di ricerca. Dopo il via libera, quindi, la settimana scorsa della Cor-te dei conti, la valutazione entrerà di diritto nel siste-ma accademico e degli enti di ricerca. Finisce, quindi, l’era dei fondi a pioggia per-ché, d’ora in poi, i fi nanzia-menti verranno distribuiti in base al merito, sulla base, appunto, della valutazione prodotta. E sarà comunque ampio il ventaglio delle aree di attività della futura agenzia che avrà l’obiettivo di promuovere la cultura della qualità e del merito lavorando in coerenza con le prassi di valutazione dei risultati a livello interna-zionale. L’Anvur svolgerà, quindi, un’attività di scre-ening delle università e degli enti di ricerca attra-verso un sistema integrato che consentirà allo stesso ministero di collegare i tra-sferimenti statali raggiunti. La valutazione sarà fatta in base a parametri oggettivi e certifi cabili, indirizzando anche l’attività svolta dai nuclei di valutazione inter-na agli atenei e agli enti di ricerca. A passare sotto i raggi dell’agenzia sarà an-che l’effi cacia e l’effi cienza dell’attività didattica sulla base di standard qualitativi internazionali e il riferimen-to saranno anche il buono o cattivo esito dell’appren-dimento degli studenti e il loro adeguato inserimento nel mondo del lavoro. E i risultati della valutazione? Saranno un riferimento non solo per distribuire i fi nan-ziamenti statali, ma anche per la spartizione di speci-fi ci fondi premiali a chi se lo sarà meritato. Ma la traspa-renza sarà a 360 gradi, per-ché l’agenzia assicurerà in-formazioni anche attraverso il proprio sito istituzionale: dalla sua struttura e dota-zione organica, ai criteri e alle metodologie per la va-lutazione, ai risultati delle proprie analisi e valutazioni fi no al rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca, nonché ai rap-porti annuali, alle relazioni e alle pubblicazioni predi-sposte. Infi ne l’Anvur, pro-gressivamente, sostituirà e unifi cherà i due comitati di valutazione attualmente esistenti, il Comitato che valuta le università (Cnv-su) e quello che invece va-luta la ricerca (Civr).

LA LEGGE IN G.U.

Università, l’Anvur

ai nastri

Riforma forense nel caos. Da un lato infatti il senato continua a procedere a rilento, con l’aula che ieri ha interrotto due volte i lavori per mancanza del numero legale. Dall’altro, è scontro all’interno dell’avvocatura per la posi-zione assunta dall’Unione delle camere penali, che sta lavorando all’istituzione delle specia-lizzazioni per conto proprio. Per farlo, però, è necessario il benestare del consiglio nazionale forense, che deve garantire di non procedere a sanzioni disciplinari. E nel corso del tavolo dell’avvocatura dell’altro ieri, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il Cnf ha escluso, per il momento, il proprio appoggio all’Ucpi. Perché non ci devono essere alternative che vadano al di fuori della legge in discussione al senato. Sempre l’altro ieri, poi, dopo la riunione inter-na le principali sigle dell’avvocatura sono state ricevute in commissione giustizia in via infor-male da alcuni senatori della maggioranza, che hanno ribadito la volontà di trovare accordi con l’opposizione su alcuni punti (su tutti l’acces-so) per superare l’impasse a Palazzo Madama (si veda ItaliaOggi del 19 mag-gio scorso). Volontà espressa anche ieri in aula dal relatore della riforma, Giuseppe Va-lentino, il quale è intervenuto affermando che «il relatore

ha ipotizzato una serie di emendamenti, che sono in corso di stesura e che naturalmente serviranno a rendere più armonico il disegno di legge rispetto alle proposte che dalla stes-sa opposizione sono state formulate. Mi pare quindi che concorrano tutte le ragioni perché si proseguano i nostri lavori». L’assemblea ha poi concluso la votazione degli emendamenti all’art. 8 (che disciplina le specializzazioni) ap-provando, in particolare, l’emendamento 8.232 (Mugnai), fatto pervenire dall’Ucpi lo scorso dicembre al senato. «Rimediando così», affer-mano le camere penali, «alla votazione del tut-to incongrua della commissione giustizia che aveva reso incomprensibile il testo del comma 9, dando una lettura impropria delle «associa-zioni», ripristinando il testo del comitato ri-stretto della II commissione riferibile al testo originario del tavolo dell’avvocatura». La vota-zione fi nale dell’art. 8 è stata poi accantonata per la mancanza del parere della commissione Bilancio su una serie di emendamenti. È stato poi votato e approvato l’articolo 9 (Pubblici-

tà e informazioni sull’eserci-zio della professione) e si è iniziata la discussione sugli emendamenti all’art. 10 (For-mazione continua).

Gabriele Ventura

Ordinamento forense, il restyling è nel caos

Anche gli Analogisti po-tranno iscriversi all’albo professionale. Lo scopo è quello di tutelare la pro-fessionalità e garantire e verifi care la preparazione di chi dovrà occuparsi di migliorare la qualità della vita delle persone. L’Acca-demia Internazionale «Ste-fano Benemeglio» delle di-scipline analogiche» sarà l’organo che rilascerà a tut-ti gli iscritti il tesserino. At-traverso la conoscenza dei linguaggi emotivi l’analogi-sta crea un contatto diretto con l’emotività del sogget-to, instaurando con lui un rapporto che gli permette di superare le barriere lo-giche, di leggerne le istan-ze irrazionali e di risolvere tutti quei problemi che ri-guardano la sfera emotiva del singolo, anticipando la risoluzione del problema.

Analogisti, ora c’è l’albo

Si terrà venerdì (oggi) a Milano, dalle ore 9.30 alle ore 18.30, il convegno di studio «Introduzione all’at-to notarile informatico: profi li sostanziali e aspetti operativi», organizzato dal-la Fondazione italiana per il notariato in collabora-zione con la Commissione informatica del Consiglio nazionale del notariato e i consigli notarili di Milano e Firenze.

Giustizia ed economia: novità normative per i conflitti d’impresa» è il tema del convegno orga-nizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano con il Consiglio na-zionale oggi, Aula Magna dell’università Bocconi, via Gobbi, 5.

APPUNTAMENTI

Un triste giorno arriva, nella ditta all’inizio del viale, un ispettore e chiede a bruciapelo al capo quanti apprendisti ci lavorano e come sta il rap-porto tra il loro numero e quello delle «maestranze specializzate e qualifi cate in servizio …» (decreto legislativo 276/2003).

Di apprendisti ce ne sono tre e sono due gli specializzati e i qualifi cati in servizio, risponde il datore di lavoro.

Allora l’ispettore dice tombola e comincia a scrivere, in copie sempre più numerose. Un verbale in cui rileva che l’azienda ha un apprendista di troppo, assunto pertanto irregolarmente, con tutte le conseguenze del caso, fucilazione momentane-amente esclusa.

Ma ecco in arrivo il consulente il quale, sen-tito con deferenza il punto di vista dell’ispettore, fa presente che, nell’altra ditta in fondo allo stesso viale, la situazione è diversa: gli apprendisti sono due e tre invece il numero degli specializzati e dei qualifi cati.

La notizia mi fa molto piacere, replica gen-tilmente l’ispettore, però non capisco quale rappor-to possa esservi tra questa e quella ditta, pur site

nel medesimo viale. Mi pare invece che sia chiara una cosa: quella è in regola e la vostra no.

E invece il rapporto c’è, ispettore: le due aziende fanno parte del medesimo gruppo azien-dale, producono le medesime cose e hanno gli stessi programmi formativi. Eppoi, il datore di lavoro di ambedue è lo stesso ed è colui che in questo momento vi parla.

Ci sono dunque tutte le condizioni previste dall’Interpello n. 11 del 2 1prile 2010, diffuso dal ministero del lavoro, in risposta a un quesito.

L’anzidetto Interpello, in sostanza, precisa che già dal 2003 il rapporto apprendisti/lavora-tori specializzati e qualifi cati dev’essere verifi cato non più presso l’azienda (art. 2 legge 25/55) ma presso il datore di lavoro.

Per cui si sommano i termini del rappor-to, ottenendo la piena regolarità: un totale di 5 apprendisti contro 5 lavoratori specializzati e qualifi cati. Perché non chiude tutto, ispettore, e ci andiamo a prendere un bel caffè?

di Valfrido Paoliconsulente del lavoro

[email protected]

STORIE DI LAVORO

L’apprinterpello 11-2010

Altri articoli sul sito www.italiaoggi.it/riforma+forense

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32 Venerdì 28 Maggio 2010 LAVORO E PREVIDENZA

Le istruzioni Inail in vista della nuova scadenza i ssata dal dl 72/2010

Autotrasporto con lo scontoPremi ridotti del 14,5%. In regola entro il 16/6

DI DANIELE CIRIOLI

Via libera alla riduzione Inail per il settore au-totrasporto. Lo sconto sui premi assicurativi

è fi ssato al 14,5% e per l’autoli-quidazione 2009/2010 le imprese avranno tempo fi no al prossimo 16 giugno. È quanto comunica l’istituto assicuratore nella nota protocollo n. 4245 di ieri, dettan-do le istruzioni operative.

Settore autotrasporto. L’agevolazione, già operativa per l’anno 2009, è stata prorogata dalla Finanziaria 2010. Interessa le imprese di autotrasporto merci in conto terzi, classifi cate alle voci tariffa 9121 e 9123 delle gestioni industria, artigiano e terziario nonché le imprese artigiane, per le voci 9123 (classe di rischio 5ª) e 9121 (classe di rischio 8ª) che versano i premi speciali unitari. La riduzione è del 14,5% (sono in corso di pubblicazione i relativi decreti attuativi). Inoltre, il dl n. 72/2010 ha fi ssato al 16 giugno prossimo il termine per il versa-mento del premio per l’autoliqui-dazione 2009/2010, termine che

era stato già differito al 16 aprile 2010 dal dl n. 195/2009. L’Inail comunica, prima di tutto, che sono in corso di spedizione alle imprese interessate i modelli 20 SM relativi alla misura del tasso applicato per il 2010.

Autoliquidazione 2009/2010. Le imprese classifi cate alle voci 9121 e 9123 destinatarie degli interventi agevolativi, che hanno già ricevuto entro dicembre 2009 le basi di calcolo per l’autoliquida-zione 2009/2010, entro il prossi-mo 16 giugno devono provvedere a calcolare:

• i premi ordinari dovuti per i dipendenti e gli altri soggetti assimilati applicando alle retri-

buzioni (già dichiarate entro il 16 febbraio scorso con il modello 1031 o entro il 16 marzo in caso di invio telematico), i nuovi tas-si indicati nel 20 SM in corso di notifi ca;

• i premi speciali unitari dei componenti del nucleo artigiano (titolari, soci, collaboratori fami-liari, associati in partecipazione) applicando al premio di rata 2010, per le sole voci di tariffa 9121 e 9123 e in base alle percentuali di incidenza presenti, la riduzione del 14,50%.

Per quanto riguarda i premi speciali unitari degli artigiani, l’Inail ricorda che alla regolazione 2009 va applicata la riduzione del

14,01% (già applicata sull’autoli-quidazione 2008/2009) e che nelle basi di calcolo inviate a dicembre 2009 è indicato il premio speciale unitario relativo alla regolazione dell’anno 2009 al netto della ri-duzione.

I termine di versamento. Il versamento dei premi di autoli-quidazione 2009/2010 deve esse-re effettuato entro il prossimo 16 giugno, in unica soluzione oppu-re con la rateazione ordinaria. In quest’ultimo ultimo caso, spiega la nota, per effetto del differi-mento del termine, le rate sono ridotte a tre, con maggiorazione degli interessi da applicare sol-tanto sulla seconda rata avente scadenza 16 agosto e sulla terza, avente scadenza il 16 novembre. I coeffi cienti da utilizzare sono 0,003643288 per la rata del 16 agosto e 0,009138082 per quel-la di novembre. Le imprese che, entro il 16 aprile 2010, hanno già versato in unica soluzione il premio di autoliquidazione calco-lato in base ai tassi precedenti, possono utilizzare il credito in compensazione a mezzo F24.

© Riproduzione riservata

DI CARLA DE LELLIS

Dal prossimo 1° luglio, l’im-porto mensile dell’assegno di incollocabilità passa da euro 233,76 a euro 235,51. Lo sta-bilisce la delibera n. 96 del 21 maggio del commissario straordinario dell’Inail. L’as-segno d’incollocabilità è una speciale prestazione econo-mica erogata ai soggetti che, a seguito di un infortunio sul lavoro o di malattia profes-sionale, abbiano riportato una riduzione della capaci-tà lavorativa non inferiore al 34% e, per tali conseguen-ze, non siano più in condi-zione di svolgere un’attività di lavoro, né di essere desti-natari del benefi cio dell’as-sunzione obbligatoria ex legge n. 68/1999. L’assegno è soggetto alla rivalutazione annuale a norma dell’artico-lo 180 del Testo unico infor-tuni (approvato con dpr n. 1124/1965), con effetto dal 1° luglio di ogni anno.

© Riproduzione riservata

DELIBERA

Incollocabilità L’assegno a 235 euro

Un bonus sui premi

Chi è interessato

Imprese di autotrasporto merci in conto terzi classii cate alle voci tariffa 9121 e 9123 delle gestioni industria, artigiano e terziario; e le imprese artigiane per le voci 9123 (classe di rischio 5ª) e 9121 (classe di rischio 8ª)

La riduzione Lo sconto sui premi ordinari è del 14,5%

I nuovi termini La scadenza dell’autoliquidazione premi 2009/2010 è stata proroga al 16 giugno 2010

L’appalto relativo alla “gestione dei serviziassicurativi del Comune di Desenzano del Garda”è stato aggiudicato in data 06.05.2010.Aggiudicatari: Lotto 1 AXA ASSICURAZIONI (SpA)Via G. Leopardi, 15 - 20123 Milano € 550.000,00+ IVA; Lotto 2 LLOYD’S – Sindacato LeaderBEAZLEY Corso Garibaldi, 86 -20121 Milano €49.077,00 + IVA; Lotti 3, 5 INA-ASSITALIA SpAcon Assicurazioni GENERALI SpA Via L. Bissolati,23 - 00187 Roma Lotto 3: € 69.280,37 + IVA; Lotto5: € 10.512,20 + IVA; Lotti 4, 9 REALE MUTUAASSICURAZIONI Via Corte d’Appello, 11 - 10122Torino; Lotto 4: € 14.310,00 + IVA; Lotto 9: €2.750,00 + IVA; Lotto 8 UGF Assicurazioni SpA ViaStalingrado, 45 40128 Bologna € 8.986,78 + IVA;Lotti 6, 7: deserti.

IL DIRIGENTE AREA SERVIZI FINANZIARIDott.ssa Maria Grazia Margonari

AVVISO DI GARA ESPERITA

Via G. Carducci, 4 25015 - Desenzano del GardaTel.: 0309994226 Fax: 0309994197

Comune di Desenzanodel Garda

A causa di errore materiale si informa che il bandodi gara relativo ai lavori di “restauro e riuso dell’excasa ufficiali, della specola e delle mura medievalilato nord del castello – II stralcio” è stato modificatonella parte relativa alle modalità di aggiudicazione.La gara sarà aggiudicata mediante offerta a prezziunitari ai sensi dell’art.82 comma 3 delD.Lgs.163/2006 e s.m.i. e con le modalità di cuiall’art.86 , 87 e 88 del D.Lgs. 163/2006 ai fini dellaindividuazione delle offerte anormalmente bassee della procedura di verifica. Il termine ricezioneofferte resta invariato: 24/06/2010 ore 12.30.Documentazione di gara disponibile sul sito Internetdel Comune, www.comune.desenzano.brescia.it,e http//osservatorio.oopp.regione.lombardia.it .

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTORESPONSABILE SETTORI OPERE E LL.PP.

Ing. Lorenzo Peretti

AVVISO DI GARA – MODIFICA BANDO

Via Carducci, 4 – tel. 030/9994106fax 030/9143700

Comune di Desenzanodel Garda (BS)

Si informa che la gara mediante proceduraaperta relativa all’affidamento degli interventi diadeguamento ai requisit i previst i dalRegolamento Regionale n. 4/2007, della strutturasocio-assistenziale "Residenza Protetta Linneoe Angelina Varese, in residenza Socio SanitariaAssistenziale (RSSA) e Centro Diurno, di cui albando pubblicato alla GURI n° 1 del 04.01.2010,è stata aggiudicata in data 14.05..2010 alla dittaI.CO.EL. srl Costruzioni e Tecnologie con sedein Lecce, alla Via N. Sauro, 51 per il prezzo di€ 628.750,32 oltre IVA, ed oneri sicurezza pariad € 26.940,50 oltre IVA.

IL DIRETTORE AMMINISTRATIVODott.sa Maria Domenica Ruggeri

AVVISO DI GARA ESPERITA

Via San Lazzaro n. 15 - 73100, Leccetel. 0832.306639 - fax 0832.243137

ISPE (Istituto per i Servizialla Persona per l'Europa)

Questo Comune indice gara, medianteprocedura aperta con aggiudicazione a favoredell’offerta economicamente più vantaggiosaper l’affidamento dei lavori di circonvallazione– strada panoramica in agro di Locorotondo travia Martina Franca e via Alberobello – Secondotronco. Termine esecuzione: 730 giorni. Importocomplessivo appalto: € 3.482.019,35. Terminericezione offerte: 24.06.2010 ore 13.00.Documentazione integrale disponibile suwww.comune.locorotondo.ba.it

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTOGeom. G. PALMISANO

AVVISO DI GARACIG 0485272B1C

Piazza A. Moro, 2970010 Locorotondo (BA)

Tel. 080.4356212 - Fax 080.4356346

COMUNE DILOCOROTONDO

I.1) CITTA’ DI SAN SEVERO- VII Settore –Ambiente Energia e Sviluppo – Via Martiri diCefalonia – San Severo (FG) II.1.1) OGGETTO:Servizio controllo Impianti Termici IV.1.1)Procedura: Aperta V.3.2) Bando di garapubblicato su GURI n. 53 del 08.05.2009. V.1)Data aggiudicazione: 08.03.2010 V.2) Offertericevute: 3 V.3) AGGIUDICATARIO: PEGASOMULTISERVICE di San Severo V.4) Prezzo diaggiudicazione: €108.705,40, annui, oltre IVA,oneri per la sicurezza inclusi VI.4) SPEDIZIONEPRESENTE AVVISO ALL’UPUUE: 24.05.2010.

IL DIRIGENTE AD INTERIM VII SETTOREArch. Pasquale Mininno

Avviso relativo agli appalti aggiudicati

VII Settore Ambiente, Energia e Sviluppo

Provincia Di Foggia

CITTÀ DI SANSEVERO

Che è in corso di pubblicazione l’avviso di garaper l’affidamento dei lavori di Sopraelevazionedell’edificio adibito a Scuola Elementare in viaAdriana. importo complessivo dell’appalto(compreso oneri per la sicurezza): € 551.212,30(in lettere cinquecentocinquantunomiladuecentododici/30), di cui: a) importo lavorisoggetti a ribasso: € 528.093,34, per lavori acorpo; b) importo lavori non soggetti a ribasso:€ 23.118,96, per oneri per la sicurezza; Categoriaprevalente: “OG 1”, classifica II; Criterio diaggiudicazione: massimo ribasso percentualesull’importo dei lavori a base di gara; Modalita’ dideterminazione del corrispettivo: a corpo; Termineultimo per la presentazione delle offerte: entro leore 12 del giorno 25/06/10; Il bando integrale èstato pubblicato all’Albo Pretorio Comunale, sullaGazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del28.05.10, sul sito www.serviziocontrattipubblici.ite sul sito www.comune.angri.sa.it Responsabiledel procedimento: Geom. Giovanni Losco; tel.081-5168221 – 081 5168111.Lì 24/05/2010; IL RESPONSABILE U.O.C.

F.to (ing. Benedetto D’Ambrosio)

IL RESPONSABILE U.O.C.RENDE NOTO

U.O.C. LL.PP.CAP 84012 p.zza Crocifisso

tel. 081 5168111 Fax 081 5168222

Provincia Di SalernoCOMUNE DI ANGRI

AVVISO DI RETTIFICA BANDO N. 2

AMA S.p.A. comunica che, a seguito di rettifica del Bando n. 2, sono stati prorogati i termini di presentazione delle offerte. Il bando di rettifica integrale è stato inviato per la pubblicazione in data 17/05/2010 all’Ufficio delle Pubblicazioni Ufficiali della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, parte 5a Serie Speciale “Contratti pubblici” n. 59 del 24/05/2010. Il bando di gara integrale e le rettifiche della procedura di gara sono consultabili sul sito www.amaroma.it nonché sui siti informatici di cui all’art.66, comma 7 del D. Lgs.n.163/2006 e ss.mm.ii.Per informazioni rivolgersi a AMA S.p.A., Direzione Centrale Acquisti e Approvvigionamenti inviando una mail a [email protected].

L’Amministratore DelegatoDott. Franco Panzironi

Sul foglio inserzioni della Gazzetta Uffi ciale della Repubblica Italiana n. 61 del 28.05.2010 è pubblicato l’avviso relativo all’appalto aggiudicato inerente la sottoindicata procedura ristretta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi degli artt. 81, 83, del D. Lgs. n. 163/06.Oggetto: DGACQ 11⁄08 - Fornitura, posa in opera, messa a sistema, attivazione, calibrazione, manutenzione di una rete di rilevamento dati su strada e realizzazione di opportuna piattaforma software e la gestione degli impianti e delle informazioni fi nalizzate alla statistica, monitoraggio, controllo di traffi co, incidentalità e rilevazione meteo.Offerte ricevute: n 10. Aggiudicatario: R.T.I.: FAMAS SISTEM S.p.a.- VALTELLINA S.p.a.- CEIT IMPIANTI S.r.l. con l’importo complessivo pari a € 8.022.721,00 (ottomilioni ventiduemila settecentoventuno⁄00) I.V.A. esclusaL’avviso integrale è stato inviato alla GUUE il 19.05.2010, pubblicato sul sito internet www.stradeanas.it e sul sito www.infrastrutturetrasporti.it.

Roma, lì 28.05.2010

IL RESPONSABILE DELL’UNITÀ ACQUISTIDott. Mauro FRATTINI

ANAS S.p.A.

DIREZIONE GENERALE

VIA MONZAMBANO, 10 - 00185 ROMA

Tel. 06/44461 - Fax 06/4454956 - 06/4456224

sito internet www.stradeanas.it

AVVISO RELATIVO AGLI APPALTI AGGIUDICATI

COMUNE DI VERONAESTRATTO DEL BANDO

DI GARA N. 42/10Per il giorno 22 giugno 2010 alle ore 9:30 è indetta una procedura aperta per l’affi damento della conces-sione del servizio di attività didattica museale presso Musei e Monumenti Civici di Verona, per il periodo dalla data di effettivo inizio del servizio fi no al 30 giugno 2014, per un valore presunto della gara di Euro 340.000,00 (IVA esclusa). L’offerta dovrà per-venire al Centro di Responsabilità Protocollo Infor-matico Archivio del Comune di Verona - Piazza Bra’ n. 1 - entro le ore 13 del 18 giugno 2010. Il bando integrale e i documenti necessari per presentare of-ferta possono essere ritirati presso il C.d.R. Gare Contratti Appalti (tel. 045 8077286 - fax 045 8077608) o reperiti sul sito Internet www.comune.verona.it.Verona, 24 maggio 2010

IL DIRIGENTE DEL C.d.R. CULTURA dott. Gabriele REN

COMUNE DI OLGINATEVIA REDAELLI 16 – 23854, OLGINATE LC

Italia Tel.+390341655630 - Fax:+390341682995

- Profi lo di committente:www.comune.

olginate.lc.itRETTIFICA BANDO DI GARA PUBBLICATO SUL SUPPLEMENTO DELLA GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, SERIE 5, N. 56, DEL 17.V.2010 relativamente alla gara d’appalto, con procedura aperta, codice CIG n. 04779153EE, avente ad oggetto i lavori di ristrutturazione e forni-ture nuovo palazzo del municipio piazza volontari del sangue,1 si comunicano le sotto elencate corre-zioni:IV.3.1) codice C.U.P. : indicato 04339288b4 - corret-to E93C09000010004IV.3.3) termine di r icevimento r ichieste documenti:indicato 07/06/2009 corretto 07/06/2010 ora: 12:00IV.3.8) modalità di apertura delle offerte: indicato 18/06/2009 - corretto 18/06/2010 ora : 10.30VI.3) sopralluogo obbligatorio: indicato 28/05/2009 - corretto 28/05/2010 ora : 10.30indicato 04/06/2009 - corretto 04/06/2010 ora : 10.30 indicato 11/06/2009 - corretto 11/06/2010 ora : 10.30 RIMANE FATTO SALVO TUTTO QUANTO ALTRO PREVISTO NEL BANDO DI GARA PUBBLICATO.

Firmato il responsabile del procedimentoarch. Alessandro Neri

ACQUEDOTTO PUGLIESE SPAVia Cognetti, 36 – Bari

Tel n. 0805723491

telefax n. 0805723018

Questa società ha indetto una procedura aperta per l’affi damento dei servizi di in-gegneria consistenti nella redazione del/i progetto/i preliminare/i e nello svolgimen-to delle attività tecnico amministrative connesse alla/e progettazione/i delle ope-re inerenti al S.i.i. per la realizzazione e/o l’adeguamento delle infrastrutture depura-tive, fognarie e idriche localizzate negli agglomerati di Foggia, Trinitapoli, Altamu-ra, Bitonto, Monopoli, Monteiasi San Gior-gio Ionico, Brindisi, Fasano, Francavilla Fontana, Lecce. L’importo complessivo a base d’asta è di euro 570.293,79. La gara sarà aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il ban-do di gara, che è stato trasmesso alla Ue il 12/5/2010, è pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale della Repubblica Italiana, V serie speciale, n. 57 del 19/8/2010, sul sito In-ternet del ministero delle infrastrutture e sul sito di questa società www.aqp.it.Il direttore acquisti, logistica e contratti:

avv. Alessio Alfonso Chimenti

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33Venerdì 28 Maggio 2010CONSULENTI DEL LAVORO

Il sindacato dei consulenti del lavoro ospita il punto di vista dell’Ente

A confronto sul Fondo Est Nuove opportunità per l’assistenza integrativa

In equilibrato contraltare con gli articoli precedente-mente pubblicati, ben volen-tieri ospitiamo nel nostro spazio redazionale il punto di vista del presidente del Fon-do Est Simonpaolo Buongiar-dino sulla vessata quaestio della adesione obbligatoria o meno al suddetto Fondo.

La valorizzazione politica del ruolo degli enti bi-laterali si sviluppa non solo con l’individuazio-

ne compiuta dalle parti sociali degli aspetti più rilevanti del welfare contrattuale che vanno a cogliere le esigenze più con-crete delle aziende e dei lavora-tori cui si applica il contratto di lavoro ma anche con l’attribu-zione, da parte del legislatore e del governo, di compiti di sem-pre maggior spessore sociale.

Assistiamo,infatti, all’asse-gnazione di compiti che pre-scindono dalla volontà delle parti e che affi dano un ruolo assolutamente sussidiario ri-spetto alle coperture di legge.

Delle due l’una, o gli enti bilaterali sono strutture delle sole parti sociali o adempiono a compiti di natura pubblica. In questo caso, la mancata osser-vanza da parte di tutti i datori di lavoro, degli obblighi previ-sti si concretizza in un danno per l’intera collettività e con una assurda discriminazione tra lavoratori.

È questo il caso della norma in base alla quale il Fondo EST, entro la prevista data del 30 aprile 2010, si è regolarmen-te iscritto alla neo costituita Anagrafe dei Fondi sanitari integrativi del Ssn istituita dal dlgs 502/92 e concretamen-te realizzata con il dm Sacconi del 27 ottobre 2009 (Gazz. Uff. n. 12/2010). A seguito di detto adempimento i versamenti ef-fettuati al Fondo EST potranno godere delle previste agevola-zioni fi scali (intera deducibili-tà dall’imponibile dell’importo versato). Il governo ha, infatti, voluto ridefi nire le possibili agevolazioni fi scali nell’am-bito dei tre «pilastri» su cui si fonda la Sanità: com’è noto il primo pilastro è rappre-sentato dal Servizio sani-tario nazionale; il secondo pilastro integrativo del Ssn è attuato attraverso il ricor-so a contributi versati da una «collettività»; il terzo pilastro, sempre integrati-vo del Ssn, è, infi ne, attuato attraverso il versamento di contributi «individuali». Il se-condo pilastro si trova a metà strada e subordina la singola prestazione all’avvenuto ver-samento del relativo contribu-to ma, a differenza, del terzo pilastro, contando sulla «col-lettività» e conseguente «reci-proca mutualità» è in grado di offrire prestazioni a costi più concorrenziali. È in tal senso

importante sottolineare, al fi ne di non creare inutili se non ad-dirittura dannose aspettative, che la natura collettiva del se-condo pilastro si manifesta non nel momento «dell’erogazione delle prestazioni» ma in quello della «richiesta contributiva»: i Fondi che rappresentano il se-condo «pilastro», alla luce del loro impianto istituzionale, non possono, infatti, erogare prestazioni in assenza di cor-rispettive contribuzioni!

Il neo art. 95 del Ccnl Com-mercio: Esaminando ora la nuova versione dell’art. 95 del Ccnl commercio la prima circostanza che salta subito all’occhio è la similitudine con il Contratto Collettivo per gli Studi Professionali 28 luglio 2004 art. li 19 e 138 istitutivo di C.A.DI.PROF.

I due articoli muovo da una medesima considerazione di base e cioè che la qualifica-zione giuridica delle clausole dei Ccnl è attività riservata esclusivamente al giudice il quale, proprio in forza della libertà che contraddistingue il suo operato, non è stretta-mente vincolato dalle parole utilizzate dalle parti: «L’inter-pretazione dei contratti collet-tivi è riservata al giudice del merito … ed è censurabile solo per violazione dei cano-ni ermeneutici» Cass. 24/05/06 n. 12238 (cfr. anche Cass. 10/04/06 n. 8295 e 20/03/06 n. 6148).

Il giudice di me-rito, benché libero, deve, però, a sua volta soggiacere alla legge che lo costringe ad inter-pretare le singole clausole dei Ccnl secondo i principi di cui all’art. 1362 c.c. che

recita: «Nell’interpretare il contratto si deve indagare qua-le sia stata la comune intenzio-ne delle parti e non limitarsi al senso letterale delle parole. Per determinare la comune intenzione delle parti, si deve valutare il loro comportamento complessivo anche posteriore alla conclusione del contratto» cfr. a riguardo Cass. 21/03/06 n. 6264; Cass. 26/01/06 n. 1574; Cass. 12/01/06 n. 434.

Il giudice, pur non dovendo «limitarsi al senso letterale delle parole» potrà collocare le singole clausole nella parte «economica» o «obbligatoria» dei contratti di sua iniziativa solo qualora non gli fosse possi-bile individuare l’originaria ed effettiva volontà delle parti.

La valenza dei pareri mi-nisteriali: Ampio risalto la stampa specializzata ha attri-buito in questi ultimi anni al parere n. 7573/06 del ministe-ro del Lavoro che tenderebbe ad escludere l’obbligatorietà dei versamenti contributivi al Fondo EST per le aziende non iscritte alle associazioni stipu-lanti. Si rimanda a una diver-sa sede l’analisi del suddetto parere evidenziando, ora, l’im-portante circostanza che tutti i pareri emessi a seguito di in-

terpello si pongono al di fuori della «Gerar-

chia delle Fonti» e, soprattutto, che sono privi di qualsiasi tipo di vin-colatività:

le Sezioni unite ci-vili, infat-ti, con la

s e n t e n z a 2 3 0 3 1 / 0 7

hanno chia-r i t o che l e circolari (e i

parer i )

esprimono «esclusivamente un parere dell’amministra-zione non vincolante per il contribuente (oltre che per gli uffici, la stessa autorità che l’ha emanato e per il giudice) conseguentemente, la circolare non è impugnabile … innanzi al giudice amministrativo, non essendo un atto generale di im-posizione… e sussiste il difet-to assoluto di giurisdizione in ordine ad esso». In pratica non avendo alcuna valenza i pareri ministeriali non possono nean-che essere impugnati davanti al Tar!

Va a riguardo fugato ogni dubbio su fatto che l’adegua-mento al parere n. 7573/06 non impedirebbe al lavoratore (danneggiato, ad esempio, dal fatto di aver dovuto pagare un oneroso «grande interevento chirurgico» che sarebbe stato coperto da EST) di agire con-tro il proprio datore di lavoro a ristoro del danno subito! Alcu-ne cause in tal senso sono già state avviate.

Ci si pone il problema se le clausole contrattuali che istitu-iscono Enti e Casse che costitu-iscono il cosiddetto welfare con-trattuale - che peraltro stanno trovando sempre maggiore diffusione - siano obbligatorie, perche´ iscrizione e contribu-zione ordinaria costano.

Non ci si chiede, invece, e spesso non si sa, cosa offrono.

Se si provasse a rovesciare la prospettiva forse il discorso cambierebbe.

Enti e Casse offrono, infatti, servizi e prestazioni che van-no a integrare il trattamento contrattuale obbligatorio per tutti i lavoratori – iscritti e non iscritti al sindacato - as-sicurando previdenze e forme di assistenza non previste per legge.

È innegabile che l’assisten-za sanitaria integrativa co-stituisce un elemento di costo riconducibile al trattamento

economico contrattuale complessivo dovuto al dipendente essen-do stato negoziato nell’ambito dei costi generali del rinnovo del/dei contratti.

Inoltre, la effet-tiva operatività dei fondi di assistenza sanitaria (EST ecc.) determina, in primo luogo la esigibilità, da parte dei di-pendenti, dei van-taggi conseguenti all’iscrizione e, di conseguenza, la possibilità di que-sti ultimi di chiede-

re l’eventuale risar-cimento del danno al

proprio datore di la-voro inadempiente. Si

conferisce, in tal modo, alle aliquote contributive,

natura al tempo stesso eco-

nomica e normativa, con la inevitabile conseguenza che tutte le aziende sono tenute a versarle a vantaggio dei propri dipendenti, in applicazione del Ccnl, per non violare non solo l’articolo 10 della legge Biagi ma anche l’articolo 36 della Costituzione.

In questa prospettiva, l’ade-sione a casse o enti bilaterali più che obblighi potrebbero costituire strumenti alternati-vi per una politica di gestione, fi delizzazione e incentivazione del personale e delle aziende, attraverso la individuazione di servizi mirati.

Allora, più che interrogar-ci sul fondamento giuridico dell’obbligatorietà di iscrizio-ne agli enti bilaterali, è forse più opportuno interrogarci sul migliore ruolo di assistenza e consulenza che da una parte e dall’altra associazioni impren-ditoriali e professionisti posso-no svolgere.

In altre parole, vista l’evo-luzione della contrattazione sempre più verso la defini-zione di strumenti di welfare contrattuale, ha senso ancora indirizzare le imprese verso la politica del minor costo?

Viceversa, si costituiscono i presupposti per favorire forme di dumping sociale, tanto più che il valore aggiunto della contrattazione collettiva è, e sempre di più sarà, orientato allo sviluppo di forme di wel-fare contrattuale (previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa, forme di sostegno al reddito attraverso gli enti bilaterali).

Il patrimonio di esperienze realizzato dalle parti sociali del Terziario e del Turismo, nell’ambito di un sistema di re-lazioni sindacali avanzato, ha portato a sviluppare contrat-tualmente , nel corso di questi anni, funzioni e ruoli originali per la bilateralità, sperimen-tando e portando a sistema taluni casi di eccellenza.

La sottolineatura portata avanti dall’art. 10 di questo ruolo non faceva che prendere atto di un percorso messo alla prova e temprato dalla espe-rienza contrattuale.

Occorre fare tesoro di que-sta esperienza e sperimentare semmai nuovi percorsi, nuove opportunità verso ruoli e fun-zioni fi nora appannaggio del sistema pubblico.

Simonpaolo Buongiardi-no, presidente Fondo Est, e

Giulio Fustinoni

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA E RELAZIONI ESTERNE

DELL’ANCL,ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSULENTI DEL LAVORO

Tel: 06/5415565www.anclsu.com

Simonpaolo Buongiard

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34 Venerdì 28 Maggio 2010 PERITI INDUSTRIALI

Ingiustii cati gli allarmismi su una proposta innovativa, che guarda al futuro delle professioni

La riforma a un punto di svoltaNel testo Siliquini fi nalmente lo stop ai percorsi paralleli

DI GIUSEPPE JOGNA PRESIDENTE CNPI

«Se vogliamo che tut-to rimanga come è, bisogna che tutto cambi». La nota

frase tratta dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa mai fu più calzante per spiegare l’at-teggiamento di qualcuno sul movimento di riforma delle pro-fessioni. Qualcuno che invece di guardare lontano, al di là degli steccati dei conservatorismi, ha forse in fondo solo la voglia che niente cambi. Mi riferisco agli ingiustifi cati e sproporzionati allarmismi sul testo base di riforma delle professioni pre-disposto dall’onorevole Maria Grazia Siliquini, che seppur ne-cessitando di alcuni correttivi (forse un testo più snello e con meno principi), è un buon punto di partenza dal quale ripartire per riformare un sistema che ha assoluto bisogno di un ammo-dernamento.

Perché essere favorevoli a questo testo? Perché, per la prima volta, si ha il coraggio di proporre davvero qualcosa

di nuovo che non va nella dire-zione dell’interesse dei singoli professionisti ma verso quello dei cittadini, della società tutta e, perché no, del mercato.

Il tutto con uno sguardo rivol-to verso quella semplifi cazione auspicata dallo stesso ministro della giustizia Angelino Alfa-no lo scorso 15 aprile quando, nella sala dedicata al giudice Livatino, ha incontrato tutti i rappresentanti delle categorie. Del resto chiunque ne leggesse i principi chiave se ne accorge-rebbe.

Intanto si pone fi ne all’inutile distinzione tra ordini e colle-gi che assolvono al medesimo compito, anche questi ultimi infatti «assumono la defi nizio-ne di ordini e sono soggetti alla medesima normativa». Il provvedimento affronta poi il nodo della forma-zione precisando, per la prima volta, che solo con un’istruzione universita-ria triennale o di dura-ta equivalente si potrà accedere a una libera professione. Una previ-sione che, del resto, non

fa che andare nella direzione di quelle direttive europee che hanno sancito da tempo tale principio. Viene, poi, messo nero su bianco un al-tro passaggio chiave indi-spensabile, a mio pare-re, affinché l ’ interesse p u b b l i c o non naufra-ghi nell’indi-stinto: da una sola forma-

zione si potrà accedere a una sola professione. Una norma che metterà la parola fi ne alle storture create dal dpr 328/01

che ha introdotto una se-rie di percorsi paralleli, per cui i laureati tecnici triennali con medesima formazione potevano scegliere titoli profes-sionali diversi. Il te-sto prevede, inoltre, la

possibilità di accorpare ordini e collegi esistenti,

solo per i consigli che ne faranno richiesta.

Non è forse questo un modo per unificare e

quindi semplifi care così come auspicato

dallo stesso guardasi -gilli? Uni-f i c a n d o più pro-f e s s i o n i n o n s i otterreb-be forse u n ’ a t t e -nuazione della so-

vrapposi-

zione delle fi gure professionali diffi cili da distinguere anche dagli stessi cittadini?

Quella dell’unifi cazione è del resto la strada che stanno già percorrendo i periti industriali che assieme a periti agrari e geometri, sono uniti in un coor-dinamento unitario che punta diritto a un obiettivo: un ordi-ne unico dei laureati trienna-li. Una vera rivoluzione, basti pensare, tanto per non andar troppo lontani, alle novità che il nuovo albo produrrà ancora verso quella semplifi cazione. Va da sé che se questi principi venissero approvati, non avreb-be senso l’esistenza di professio-ni di formazione diversa negli stessi albi professionali.

Basta questo per capire che abbiamo tra le mani un testo in-novativo che, con lungimiranza, guarda al futuro delle professio-ni intellettuali senza dimentica-re il riferimento a quell’Europa di cui facciamo parte. E tutto questo alla faccia di chi ci accu-sa di essere delle corporazioni, arroccate al passato e incapaci di vedere oltre gli steccati del conservatorismo.

Istituire la «carta identità di un immobile» tramite un fascicolo del fabbrica-to obbligatorio: con questo

fi ne si apre oggi il convegno a Como presso l’Istituto tecnico magistri cumacini con la par-tecipazione della categoria dei periti industriali organizzatrice, del senatore Alessio Butti e, tra gli altri, dei rappresentanti di notai, ragionieri, commercialisti, Confedilizia, Federconsumatori e Ance. Il presidente del Colle-gio di Como, Paolo Bernasconi, traccia le linee guida della gior-nata:

Domanda. Quale peculiarità per quest’iniziativa, presiden-te?

Risposta. Direi due caratteri-stiche: si parlerà di sicurezza in ambito edile spiegando come non ha senso continuare a edifi care senza consegnare insieme alle chiavi di casa una carta d’iden-tità di quanto è stato costruito. Finché tutto va bene nessuno ci fa caso, ma la sicurezza è pre-venzione: se succede qualcosa, chi sa come e dove mettere le mani ?

D. La seconda peculiarità?R. La grande partecipazione di

esperti ed interessati, dai piccoli proprietari di case ai costruttori, dai consumatori ai notai, com-

mercialisti e ragionieri tutti in qualche modo attenti alla fi liera dell’edilizia. In più, la presenza del senatore Butti spero che ci permetterà di capire chi è in grado di portare in Parlamento le proposte che usciranno dal tavolo di discussione.

D. Fascicolo del fabbricato per una maggiore sicurezza, ma anche per una maggiore ef-fi cienza?

R. Sicuramente: un edificio con una carta d’identità è fatto con criterio ed è edifi cato per fun-zionare meglio. Intanto perché è più semplice la manutenzione e poi, parliamoci chiaro: il fasci-colo del fabbricato è un bollino di qualità per chi costruisce, chi vende e chi acquista. È un diritto per chi acquista ed è un dovere per chi costruisce e vende.

Convegno a Como sul fascicolo fabbricati

Carta d’identità per la sicurezza

Maria Grazia Siliquini

Ente di Previdenza dei Periti Industrialie dei Periti Industriali Laureati

Federazione dei Collegi

dei Periti Industriali

e dei Periti Industriali

Laureati della Regione Lombardia

Con il patrocinio diSi ringraziano

SERVIZI GLOBALI SRL

soluzioni per costruire

CASNATE CON BERNATE - COMO - LURATE CACCIVIO

CONSIGLIO NAZIONALE

DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

DELLA PROVINCIA DI COMO

Il fascicolo del fabbricatoContributo alla sicurezza e alla semplificazione.

28 maggio 2010I.T.I.S. “Magistri Cumacini”, Como

Interventi a partire dalle 14,30

ore 16.00 – 17.30 TAVOLA ROTONDA

ore 17.30 PREMIAZIONE CONCORSO DI IDEE

“La Bioprogettazione integrata”

Giorato Renato A.M.

Amministrazione

Provinciale di Como

I.T.I.S. Magistri Cumacini

di Como

Info: www.peritiindustriali.como.it

in collaborazione con

Paolo Bernasconi

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALEE DELL’ENTE DI PREVIDENZA

DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

www.cnpi.it - www.eppi.it

CHIARIMENTO

Per l’albonon bastail diploma

In un incontro tenutosi martedì 24 maggio tra Giu-seppe Jogna, presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali, e Mauro Dutto e Maria Grazia Nar-diello, direttori generali del ministero dell’istru-zione, è stato confermato che per accedere all’albo professionale i possessori del nuovo diploma di istru-zione tecnica dovranno proseguire gli studi per almeno tre anni nelle uni-versità o in altro istituto di pari livello. Viene così ribadita l’interpretazio-ne che il ministero e i tre Consigli nazionali dei ge-ometri, dei periti agrari e dei periti industriali hanno sottoscritto in un comuni-cato stampa congiunto del lo scorso marzo.

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35Venerdì 28 Maggio 2010COMMERCIALISTI E PREVIDENZA

Il ministro del lavoro è intervenuto al convegno dei ragionieri per appoggiare la collaborazione

Housing sociale, gli enti dicono sìSacconi: primo signifi cativo passo nel rapporto casse-governo

DI MARCO CAIAZZO

Housing sociale: gli istituti previdenziali dicono sì al progetto del governo. Il forum «Privato e pubbli-

co, insieme per il sistema paese», organizzato dalla Cassa nazio-nale di previdenza dei ragionieri, presieduta da Paolo Saltarelli, rilancia il dibattito sul proget-to sull’edilizia sociale voluto dall’esecutivo e dal ministro dell’economia Giulio Tre-monti. «Si tratta di un primo significativo passo nel rappor-to tra istituzioni e casse di previdenza privatizzate, cui potranno seguire, attraverso un li-bero confron-to, ulteriori s o l u z i o n i che potran-no indub-biamente contribui-re alla cre-scita e allo s v i l u p p o d e l p a e -se», spiega M a u r i z i o

Sacconi, ministro del lavoro e delle politiche sociali.

«In tempi di crisi», sottolinea il numero uno del Welfare, «è neces-sario individuare nuove forme di investimento, che siano sicure e sostenibili. Siamo quindi ricono-

scenti alle Casse privatiz-zate, che hanno dato

la loro disponibilità all’individuazione di convergenze che possano ri-spondere agli in-teressi del settore pubblico, e allo

stesso tempo alle esigenze degli

Istituti di realizzare investimen-ti che corrispondano a criteri di adeguatezza e sostenibilità».

«La questione abitativa in Ita-lia è sempre stata importante, ma ora ha assunto una nuova cen-tralità», ha ribadito il presidente

della Cassa ra-gionieri Pao-

lo Saltarel-li. «Siamo di fronte a una vera e propria

emergenza per un’ampia

fascia di la-

voratori che, pur potendo contare sul reddito, non ha la possibilità di sostenere i costi di un canone a prezzi di mercato». Il numero uno dell’Istituto previdenziale ha ricordato come nel 2007 quindici comuni, tra i più popolosi d’Italia, chiesero all’esecutivo, allora gui-dato da Romano Prodi, un nuovo Piano casa nazionale, che fosse basato sul concetto di edilizia residenziale sociale.

«Il Governo in carica», ha evi-denziato Saltarelli, «ha risposto a questo appello e ha varato un buon Piano, che coinvolgerà anche il mondo delle casse di previdenza privatizzate, oltre a quello delle fondazioni ban-carie: agli Enti viene chiesto, ovviamente nei limiti della compatibilità con la loro azio-ne di tutela previdenziale, di rappresentare un impegno di privati nell’ambito di regole pubbliche, per fare fronte alle inevitabili carenze della pub-blica amministrazione».

«Il tema della casa», spiega Mario Mantovani, sottosegre-tario alle Infrastrutture, «ri-entra in un patto per la stabi-lità sociale. In Italia quattro

milioni e mezzo di famiglie non sono proprietarie di un alloggio: è un dato allarmante, ancora di più se si considera che un milione e mezzo di questi nuclei vivono in case pubbliche, in condizioni di disagio». Ma per l’housing sociale, evidenzia il sottosegretario, sia-mo alla stretta fi nale. «L’obiettivo è quello di arrivare a tre miliardi di euro. Il governo ha stanziato 150 milioni, la Cassa depositi e prestiti un miliardo e gli istituti fi nanziari un altro miliardo. At-tendiamo ora il contributo degli Istituti previdenziali».

Il presidente della commis-sione ambiente della camera dei deputati, Angelo Alessandri, sottolinea come sia necessario «uscire dalla logica emarginante dei cosiddetti rioni popolari. Vor-rei vedere un housing sociale che possa dare fi nalmente maggiore dignità alle persone, costruendo con responsabilità e nel rispetto dell’ambiente».

Alla prima tavola rotonda del convegno organizzato dalla Cassa nazionale di previden-za dei ragionieri, moderata da Sebastiano Sterpa, ha parteci-pato anche Matteo Del Fante, amministratore delegato di Cdp investimenti Sgr. «Entro l’inizio dell’estate avremo le prime rispo-ste dai soggetti interpellati per la prima fase di sottoscrizione al fondo dedicato alla realizzazione di progetti di edilizia privata so-ciale. Stiamo già analizzando le prime proposte di investimento elaborate sul territorio».

Un contributo alla discussione è arrivato dai rappresentanti de-gli istituti previdenziali. Andrea Camporese, presidente dell’Inp-gi, ha evidenziato come i giovani professionisti, iscritti alle casse cui lo stato ha chiesto aiuto per la realizzazione dell’housing so-ciale, «debbano avere una corsia preferenziale che permetta loro di accedere al sistema. La cri-si», ha spiegato il numero uno dell’Istituto di previdenza dei giornalisti, «ha colpito tutti i set-tori. I nostri iscritti ci chiedono soprattutto di essere responsa-bili nella scelta dei nostri inve-stimenti, in modo da garantire un welfare sostenibile».

Parere positivo nei confronti del progetto di housing sociale è arrivato anche dall’Enpam, rappresentato per l’occasione dal vicepresidente Giampiero Malagnino. «Siamo pronti a la-vorare per il Paese, mettendo a disposizione del governo il nostro “tesoretto”. Ma abbiamo il dovere di informare i nostri iscritti su come questo denaro verrà concretamente investito. Lo stato ci ha chiesto un aiuto concreto allo sviluppo del Welfa-re, e gli Istituti previdenziali de-vono operare al meglio: sostene-re l’edilizia sociale». ha concluso il numero due dell’Enpam. «può rappresentare un buon inizio, ma è necessario che sia chiaro come le risorse dei professionisti saranno impegnate».

© Riproduzione riservata

Casse di previdenza unite per aumentare i fondi a dispo-sizione degli investimenti e per accedere all’acquisto di

immobili di prestigio per rivalutare il patrimonio del paese. La proposta arriva da Paolo Saltarelli, presidente della cassa di previdenza dei ragio-nieri, nel corso della tavola rotonda, moderata da Sergio Luciano, dal tema «Patrimoni immobiliari delle Casse di previdenza: le opportuni-tà per creare valore» organizzata nell’ambito del forum nazionale «Privato e pubblico, insieme per il sistema paese». La proposta ha raccolto il pieno sostegno anche di Francesco Attaguile, presidente della Cassa notariato. «Abbiamo optato», dice, «per la dismissione di quegli immobili la cui riqualificazione sarebbe stata troppo onerosa, abbiamo dato un diritto di prelazione ai nostri inquilini. Al momento siamo ancora in attesa di risultati, ma siamo fiduciosi». «La nostra missione». spiega Vin-cenzo Cappiello, amministratore delegato di Fintecna immobiliare srl, «è la valorizzazione urbanistica e commerciale dei beni immobi-liare. Anche attraverso la realizzazione di in-terventi di recupero, trasformazione, ristrut-turazione e riqualificazione degli immobili. Per questo», prosegue, «abbiamo avviato un partenariato con diciotto sigle societarie in tutta Italia». Attività di certo complessa che parte con la bonifica del sito e che porta «alla collocazione del bene sul mercato, il plusva-lore è arrivare al prodotto finito». A Michele Cibrario, invece, il compito di analizzare il mercato immobiliare. Mercato che, nei primi tre mesi del 2010, è stato sostanzialmente fermo per il settore non residenziale. «Uno dei problema», ha spiegato, «è che non si tro-

vano prodotti da investire. Quelli disponibi-li sulla piazza hanno prezzi molto elevati e redditi molto bassi». Torna sulla proposta di Saltarelli anche Fausto Amadasi, presiden-te della cassa Geometri. «Finalmente», dice, «abbiamo l’opportunità di uscire dai nostri piccoli recinti. Quando si tratta di mettere insieme sinergie non bisogna certo tirarsi in-dietro. Il nostro», prosegue, «è un patrimonio datato che risale al 1956 e che presenta delle eccellenze, ma anche delle criticità. Fino ad oggi ci siamo limitati a comprare i beni e a metterli da parte senza capire come avrem-mo potuto farli rendere. Al momento», dice ancora, «stiamo valutando un percorso che porti al conferimento di un bene in un fon-do Sgr a gestione partecipata, sulla scia di quanto fatto dai notai». Alcune criticità sono state espresse, invece, sul fondo destinato all’housing sociale. «Noi», dice Amadasi, «in passato abbiamo fatto un esperienza simi-le, il problema però è che, con il passare del tempo, la valutazione degli immobili rischia di avere nuovi parametri». Per aprire nuovi scenari, anche Florio Bendinelli, presidente dell’ente di previdenza dei Periti industriali, è

convinto che bisogna «fare sistema». «L’errore più grande», spiega, «è che tutti vorrebbero gestire il loro patri-monio da soli. Forse sarebbe meglio trovare soluzioni condivise che va-dano a beneficio di tutti». Alla tavola rotonda ha preso parte anche Dario Valentino, amministratore delegato di Investire immobiliare sgr che, da addetto ai lavori, è convinto che il «settore della gestione per conto terzi necessariamente dovrà crescere in trasparenza, in governancing e in ca-pacità di attrarre investitori». Diver-so poi il discorso per quanto riguarda

la gestione di un patrimonio immobiliare e quella di un patrimonio destinato all’housing sociale. «Il mercato delle locazioni». spiega, «non è un settore particolarmente vivace, il social housing non è un bene che rende mol-to». A proposito dei fondi, invece, Valentino è chiaro. «Il vantaggio di un fondo», conclude, «è che segrega il patrimonio depositato e che ha un gestore dedicato». Piercarlo Rolando, general manager di Reag, pone l’accento sul-le leve fondamentali in ambito di gestione del patrimonio: quella urbanistica per la va-lorizzazione del patrimonio e l’ecoleva. «Oggi il mercato è cambiato», spiega, «per questo si tiene conto, nella valutazione di un immobile anche di fattori di impatto ambientale. Mino-re è l’impatto sull’ambiente, minori saranno i costi di manutenzione a fronte di una mag-giore competitività sul mercato immobilia-re». Le conclusioni sono state affidate, invece, al presidente della cassa previdenziale dei ragionieri, nonché promotore dell’incontro, Paolo Saltarelli. «Sono convinto che facendo sistema e lavorando in partnership lo scena-rio futuro potrà essere positivo».

Matilde De Santis

NEL POMERIGGIO

Le Casse puntano sul patrimonio del Paese Aumenteranno sugli investimenti per accedere agli immobili di prestigio

Paolo Saltarelli e Maurizio Sacconi

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36 Venerdì 28 Maggio 2010 ISTITUTO NAZIONALE DEI REVISORI LEGALI

Il presidente dell’Istituto nazionale ha scritto una lettera al ministro delle i nanze Tremonti

Revisori a sostegno dell’economiaInrl: controlli dei conti neutrali e imparziali nelle regioni

Con una lettera inviata in questi giorni al mini-stro dell’economia, Giu-lio Tremonti, i vertici

dell’Istituto nazionale revisori legali richiamano l’attenzione del governo circa la ormai inderoga-bile esigenza di dotare tutte le regioni ed enti locali della figura professionale del revisore legale per monitorare con trasparenza i conti della pubblica ammini-strazione.

Nella lettera il presidente dell’Inrl Virgilio Baresi sottolinea come «i provvedimenti contenuti nella manovra economica varata in questi giorni, rappresentano, soprattutto per gli enti locali, un forte segnale per il contenimento e controllo della spesa ed è altre-sì indubbio che la critica congiun-tura economica che coinvolge il nostro paese e l’intera Europa, impone rigore e trasparenza nella contabilità sia per aziende private che pubbliche.»

Nella missiva il presidente dell’Inrl ricorda inoltre che «da tempo l’Istituto nazionale revi-sori legali, attraverso convegni e seminari di studio, ha richia-mato l’attenzione dei referenti

istituzionali sull’urgenza di do-tare tutta la p.a. di professionisti preposti alla revisione legale che si ispirino ai principi di terzietà

e trasparenza che hanno sempre contraddistinto questa libera professione.»

Passaggio-chiave della lette-ra dei vertici dell’Inrl è quello relativo all’entità dei bilanci re-gionali:

«La criticità nei conti delle Regioni, che amministrano oltre 420 miliardi euro e la esigenza di ridurre il defi cit pubblico, con il pressante incubo del fenomeno dei derivati che sta interessando la maggior parte delle ammini-strazioni regionali, rilancia la proposta dell’Inrl di dotare le

giunte regionali di un organismo o soggetto professionale neutrale preposti al controllo della conta-bilità.

Attraverso il rigoroso controllo contabile affi dato a revisori legali in regime di terzietà, anche un solo punto percentuale di rispar-mio sui bilanci delle regioni, equivarrebbe a oltre 4 miliardi di euro.

La Sua comprovata sensibilità al rigore applicato per disciplina-re i conti pubblici, non può che valutare attentamente l’istanza avanzata dall’Istituto nazionale revisori legali che mi onoro di presiedere per ristabilire quei principi di legalità, trasparenza e legittimità nella revisione conta-bile della pubblica amministra-zione, a tutela dei cittadini-con-tribuenti, così come lo stesso Inrl si impegna quotidianamente ad invocare la trasparenza contabile nella gestione delle aziende, per tutelare non soltanto le stesse so-cietà ma anche i lavoratori».

La lettera si conclude con la piena disponibilità dell’Istituto a contribuire fattivamente al ri-sanamento dei conti pubblici.

«Al ministro Tremonti», pun-

tualizza il presidente dell’Inrl Baresi nel commentare il testo della missiva, «ho anche fatto presente che la nostra istanza

viene ripresentata oggi, alla luce del ddl anti-corruzione in discus-sione dinanzi alle commissioni congiunte di affari costituzionali e giustizia del senato per enfa-tizzarne l’importanza. Occorre sensibilizzare governo e parla-mento dell’urgenza di attivare una iniziativa legislativa che disponga la dotazione da parte delle regioni di uno strumento di controllo e revisione contabile in linea con i dettami imposti dalla Comunità europea, oltreché dallo

Stato italiano, in materia di sana gestione dei conti pubblici.»

Questo importante passo dell’Inrl segue di poche ore un’al-tra cruciale iniziativa dell’Istitu-to che in occasione di una tavola rotonda sull’housing sociale, a Roma, alla presenza del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha avanzato la propria candidatura a far parte della cassa nazionale dei ragio-nieri per portare a compimento un progetto previdenziale di grande rilievo per la categoria.

Oggi, infi ne, i vertici Inrl sotto-scriveranno, a Brescia, il rinnovo del contratto nazionale di lavo-ro per i professionisti contabili, altro cruciale passaggio a tutela dell’attività professionale dei re-visori legali, valido anche per i libero professionisti ordinistici.

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Pagina a cura diINRL

Istituto nazionale revisori legaliVia Zuretti, 39 - 20125 Milano

Tel. 02.66984967 r.a. - Fax [email protected]

www.revisori.it

Virgilio Baresi

Giulio Tremonti

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PER L’OPERATIVITÀ DEI SAPERI

V Edizione Seminari TecniciRiccione, 4-5 giugno 2010

ENTE DI PREVIDENZA

DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

CONSIGLIO NAZIONALE

DEI PERITI INDUSTRIALI

E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

pro

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COSTRUIRE UN NUOVO FUTURO C ’ è u n a ve r s i on e r i dut t i v a del l a p r ev i de n za ch e l a c on f in a a l l a m e r a i de a del l a p e n s i on e . E c ’ è l’ ip ot e s i d i r e a l i zza r e u n s i s t e m a a r t ic ol a t o d i s os t e g n i in gr a do d i ga r an t i r e qu a l i t à del l a v i t a s ia du r an t e l’ e t à l avo r a t i v a , s ia n e g l i an n i del l a p r o p r ia vec ch ia ia . L ’ E p p i p r o m u o ve u n se m in a r i o p e r v a l ut a r n e p r os p e t t i ve e i m p l ic az i on i in s i e m e a i su o i i sc r i t t i .

MODELLI ORGANIZZAT IV I E COMPETENZE D a l l’ an a l i s i del l o s t a t o a t t u a le n el c am p o del le a t t i v i t à p r o f e s s i on a l i ( t r a p r o ce s s i d i g l o b a l i zzaz i on e e p e r du r an t e s t a g n az i on e ec ono m ic a ) a l l a v a l ut az i on e d i u n n u o vo r u ol o n el l a l o g ic a del l o s t u d i o m u l t i d i sc ip l in a r e , p e r p ot e r a f f r on t a r e le s f i de del m e r c a t o e del l a c onc o r r e n za .

DAGLI SPRECHI AL R ISPARMIO

M u o ve n do d a u n a r ic o g n i z i on e del f ab b i s o g no e n e r ge t ic o del P a e se e del su o s i s t e m a d i p r o duz i on e

( c on u n a s p ec if ic a v a l ut az i on e d a l le f on t i

r in no v ab i l i ) , c i s i p r o p on e d i in d i v i du a r e le c on d i z i on i

p e r i m p le m e n t a r e p r o ce du r e vol t e a l c on t e n i m e n t o de g l i

s p r ech i e d i m i su r e a t t e a p r o m u o ve r e u n a cu l t u r a

c on d i v i s a del r i s p a r m i o ( p . e s . , r ot t am az i on e de g l i

i m p ian t i e le t t r ic i non a no r m a ) .

PROTOCOLLI D I ATTUAZIONE

P e r u n a m a t e r ia in c os t an t e d i ve n i r e , s ia s ot t o i l

p r o f i l o no r m a t i vo , s ia p e r l a c on t in u a in no v az i on e

t ec nol o g ic a , è e s se n z ia le in d i v i du a r e o g n i vol t a c on

r a p i d i t à e c o m p e t e n za l a s t r a d a d a p e r c o r r e r e p e r

u n a p u n t u a le e c o r r e t t a a p p l ic az i on e del le le g g i e de i

n u o v i s i s t e m i d i s icu r e zza . I l r u ol o del l a f o r m az i on e

c on t in u a .

VERSO UN’ED IL IZ IA SOSTENIB ILE D a l go ve r no del t e r r i t o r i o a l l a n u o v a d i sc ip l in a u r b an i s t ic a c on u n p a r t ic ol a r e r if e r i m e n t o a l F asc ic ol o del f ab b r ic a t o . S a r an no a p p r o f on d i t i g l i as p e t t i r e l a t i v i a d u n a p ol i t ic a d i ince n t i v az i on e de g l i e d if ic i a c on sum o ze r o : d a l le m e t o dol o g i e c os t r ut t i ve a l l a ce r t if ic az i on e e n e r ge t ic a e d am b i e n t a le .

PER INFORMAZION I E PRENOTAZION I :

C ol le g i o de i P e r i t i I n dus t r ia l i e de i P e r i t i I n dus t r ia l i del l a P r o v inc ia d i R i m in iT el . 0 5 4 1 . 7 7 5 3 5 7 – F ax 0 5 4 1 . 7 7 7 5 5 8 – e - m a i l r i m in ip e r i t in dus t r ia l i @ t in . i t

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI RICCIONE

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39Venerdì 28 Maggio 2010

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EDICOLA

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IL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

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IL MANUALAVORO

Volume 3RITENUTAT AL

NTRNZIA

Enti locali

IL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

CON ITALIA

RITENUTATTFONTE E CON

PREVIDEN& Federalismo

Il presidente dell’Anci sull’impatto del decreto correttivo. E la Corte conti avverte: comuni in difi coltà

Manovra insostenibile per gli entiChiamparino: il governo ci ha preso in giro. Cambiati i numeri

PAGINA A CURADI FRANCESCO CERISANO

«Ci sentiamo presi per i fondelli, il governo ha cam-biato le carte in

tavola all’ultimo momento». Il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino, come al solito,

non usa parafrasi per descri-vere il malumore che serpeg-gia tra i sindaci dopo il varo della manovra correttiva da 24 miliardi di euro che in due anni chiederà ai comuni un contributo di 3,4 miliardi. Ci-fre «insostenibili» per le auto-nomie e per nulla compensate dalle poche aperture concesse da Tremonti nel decreto, come lo sblocco dello 0,78% dei re-sidui («una goccia nel mare rispetto al 4% dell’anno scor-so») e il riconoscimento di un trasferimento aggiuntivo di 200 milioni che non verrà computato nel Patto di sta-bilità. «I sindaci», fa notare Chiam-

parino, «le loro richieste irri-nunciabili le avevano presen-tate ai ministri Tremonti e Calderoli nell’incontro di saba-to scorso, ma sono state tutte puntualmente disattese». Si era parlato di un contributo alla manovra di 800 milioni per il 2011 (300 per le province) e 1 miliardo e 600 milioni per il

2012 (600 per le province). Ma martedì, nell’incontro uffi -

ciale a palazzo Chigi le cifre sono cambiate: gli 800 milioni per il 2011 sono diventati 1 miliardo

e 200 milioni, mentre per il 2012 al posto di 1 mi-

liardo e 600 milioni è com-parsa la cifra di 2 miliardi e

200 milioni.Il presidente dell’Anci tor-

na quindi alla carica chieden-do innanzitutto di dimezzare

l’impatto della manovra sui comuni. E ribadendo i cavalli di battaglia di sempre già por-tati sul tavolo di Tremonti: la rimodulazione del Patto e un maggiore coinvolgimento dei municipi sui decreti attuativi del federalismo fi scale.

Ma al di là dei numeri, la manovra non piace al sindaco di Torino per il messaggio poli-tico che dà. In netta controten-denza rispetto al federalismo. «I segnali che arrivano dal go-verno sono discordanti», dice a ItaliaOggi. «Da un lato ci viene promesso che federalismo per i comuni signifi cherà sì mag-giore responsabilizzazione, ma anche maggiore autonomia. Dall’altro, però ci sentiamo sempre messi sotto tutela. È come se Tremonti non se la sentisse di investire sul senso di responsabilità degli enti lo-cali. Prendiamo per esempio la stretta sulla partecipazione dei comuni in società o consorzi. La ritengo giusta, ma mi chiedo: è questo il federalismo? I comuni non dovrebbero essere lasciati liberi di decidere cosa fare?».

Ma quando gli viene ricor-data la norma della manovra sull’ineleggibilità dei sindaci che sforano il Patto, Chiampa-rino sbotta: «Siamo al centra-lismo napoleonico. Mi chiedo perché non abbiano previsto la stessa cosa per i parlamentari che hanno portato il rapporto tra defi cit e Pil al 118%». «E poi», prosegue, «un sindaco può non rispettare il Patto per

svariati motivi. Perché, per esempio, un anno il comune ha percepito dividendi straordina-ri dalle aziende partecipate o perché ha alienato immobili. Non trovo giusto che non pos-sa più ricandidarsi per eventi straordinari che non gli sono imputabili».

Un ultimo accenno sulle pro-vince. Chiamparino critica la misura inserita nella manovra (eliminazione di tutti gli enti sotto i 220 mila abitanti esclusi quelli confi nanti con stati este-ri e appartenenti alle regioni a statuto speciale, si veda Italia-Oggi di ieri) e ancora avvolta dal mistero, visto che è stata più volte confermata e smen-tita da Tremonti e Berlusconi. Quale che ne sia la sorte (po-trebbe confluire nella Carta delle autonomie all’esame della camera) per il sindaco di Torino si tratta solo di «una misura spot». «Tutte le volte che si par-la di province lo si fa sempre con interventi che oscillano tra demagogia e opportunismo. Credo che le funzioni dell’ente intermedio andrebbero ripen-sate, ma non come ha fatto il governo». E intanto a rafforza-re le preoccupazioni dei comuni c’ha pensato la Corte dei conti che ieri ha reso noti i primi dati delle rilevazioni compiute sui conti consuntivi (sono stati presi in esame, grazie alla com-pleta operatività del sistema di trasmissione telematica Sirtel, i conti di 96 province e 5.498 comuni che rappresentano il

75,5 per cento della popolazio-ne nazionale).

Ebbene, nell’esercizio 2008 la Corte ha visto i primi segnali delle diffi coltà fi nanziarie dei comuni. In parte dovuti all’ap-prossimarsi della crisi inter-nazionale, ma in ogni caso da non sottovalutare in vista del federalismo fi scale. «Sia nelle province che nei comuni», scri-ve la Corte, «il saldo tra entrate e spese correnti di competenza fa emergere la riduzione del-la situazione di avanzo». E il dato negativo, «in forte peggio-ramento», del saldo economico fi nanziario corrente «conferma per i comuni l’incapacità di fi -nanziare con le sole entrate correnti, oltre che le correlate spese, la quota di capitale dei prestiti in scadenza». Questa tendenza, presente in tutte le aree geografi che, ad eccezione del Sud e delle Isole, osserva infi ne la Corte, «assume i valori più signifi cativi per gli enti del Nordovest».

© Riproduzione riservata

Sergio Chiamparino

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La bozza di mano-vra correttivasul sito www.italia-oggi.it/documenti

Supplemento a cura di FRANCESCO CERISANO

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40 Venerdì 28 Maggio 2010 E N T I L O C A L IMANOVRA CORRETTIVA/ Compravendite bloccate senza la dichiarazione di conformità catastale

Case fantasma, via alla sanatoriaC’è tempo fi no a fi ne anno. Poi scatta la rendita presunta

PAGINA A CURADI ANTONIO CICCIA

Via alla emersione del-le case fantasma. Con la sanatoria catastale prevista dalla manovra

approvata dal governo (articolo 19) si apre una fi nestra per la regolarizzazione ai fi ni fi scali de-gli archivi immobiliari: c’è tempo fi no al 31 dicembre 2010 per una dichiarazione di aggiornamento catastale. Dal 2011 scatta la possibilità di attribuire rendite presunte e di una caccia all’im-mobile non censito.

La manovra di emersione degli immobili non accatastati vuole riallineare lo stato di fatto con le risultanze del catasto. E questo riguarda anche il caso di inter-venti edilizi abusivi, che, ovvia-mente, non sono stati denunciati in catasto.

Il repulisti catastale porta con sé necessariamente strascichi di carattere edilizio. È evidente che se si regolarizza la situazio-ne catastale dell’immobile questo signifi care rendere nota anche ai comuni l’esatta conformazione del proprio immobile. E se sono

stati effettuati lavori sen-za avere ottenuto un per-messo di costruire o senza avere presentato una de-nuncia di inizio attività, questo significa esporsi alle relative sanzioni.

Non a caso l’articolo 19 citato dichiara che «resta-no fermi i poter di control-lo dei comuni in materia urbanistica-edilizia e l’ap-plicabilità delle relative sanzioni».

In sostanza la manovra, per come è scritta, preve-de l’obbligo di autodenunciarsi al catasto e, per chi non vuole rischiare, di chiedere la sana-toria edilizia (dove è possibile). Tra l’altro l’obbligo di mettere a posto la situazione dei propri im-mobili deriva anche dalle nuove disposizioni sui rogiti notarili: si deve dichiarare l’identifi cazione catastale e si devono allegare planimetrie dichiarando che sono conformi allo stato di fatto, altrimenti l’atto non si può sti-pulare.

Tuttavia, stando alla lettera della disposizione, non è previsto un condono edilizio, inteso quale

forma di sanatoria edilizia ec-cezionale e diverso dall’accerta-mento di conformità disciplinato all’articolo 36 del Testo Unico per l’edilizia.

In sostanza chi è tenuto alla di-chiarazione catastale aggiornata (perché il proprio immobile non è censito a catasto, oppure ci sono difformità quanto a consistenza o destinazione) deve preoccuparsi degli aspetti edilizi: se le varia-zioni non censite a catasto ne-cessitano di una pratica edilizia, si deve procedere anche a una sanatoria edilizia.

Entrando nel merito dell’ope-

razione le fasi sono le seguen-ti. Entro il 30 settembre 2010 l’Agenzia del territorio deve terminare l’at-tività di rintrac-cio dei fabbricati che hanno perso la qualifica di rurale e devono stendere il rela-tivo elenco.

Entro il 31 dicembre 2010

i titolari dei fabbricati devo-no presentare la dichiarazione di aggiornamento catastale e successivamente l’Agenzia del territorio segnala le pratiche di accatastamento al comune per i controlli edilizi.

Entro lo stesso termine vanno denunciate al catasto le variazio-ni di consistenza e destinazione per interventi edilizi.

In mancanza scattano d’uffi cio i controlli catastali e l’attribuzio-ne delle rendite presunte.

Per i comuni, allo stato, riman-gono fermi i poteri di vigilanza edilizia e l’obbligo di sanzionare

eventuali illeciti amministrativi (sanzioni demolitorie, ripristina-torie e pecuniarie).

Tra l’altro la disciplina della sanatoria catastale è resa più effi cace dalle novità sulle com-pravendite immobiliari. L’arti-colo 19 in commento obbliga dal 1° luglio 2010 all’inserimento dei riferimenti catastali e a una dichiarazione di conformità di planimetrie e dati catastali allo stato di fatto negli atti con cui si concede una ipoteca o soggetti a trascrizione. Insomma la confor-mità catastale sarà controllata dal notaio e in assenza non si potrà stipulare il rogito. Il che è come dire che se il catasto non è a posto le transazioni immobiliari sono bloccate.

E non solo le compravendite. Anche le locazioni sono nel miri-no. La manovra prevede che an-che la richiesta di registrazione di contratti, scritti o verbali, di locazione o affi tto di beni immo-bili e relative cessioni, risoluzio-ni e proroghe anche tacite, deve contenere anche l’esatta indi-cazione dei dati catastali degli immobili.

© Riproduzione riservata

La Tia non è una tassa, ma è un corrispettivo. Quindi è dovuta l’Iva. E quindi sfumano le possibilità di ottenere i rimborsi dell’imposta indiretta per i cittadini. Con una disposizione interpretativa (articolo 14, comma 33 della manovra fi nanziaria approvata il 25 maggio 2010) il governo ha messo la parola fi ne al balletto delle sentenze, oscillanti appunto tra natura tributaria o meno della tariffa d’igiene ambientale, prevista dall’articolo 238 del decreto legislativo n. 152/2006. La norma in questio-ne afferma che la disposizione in questione deve interpretarsi nel senso che la natura della tariffa prevista non è tributaria. Di conseguenza,

ma è la stessa disposizione a precisarlo, le controver-sie relative alla predetta tariffa, vanno portate dal giudice ordinario. Peraltro la regola della giurisdizione del giudice ordinario (anzi-ché del giudice tributario) è riservata alle sole questioni sorte successivamente alla data di entrata in vigore del decreto legge. La norma interpretativa in commen-to avalla l’interpretazione dell’Agenzia delle entrate (risoluzioni 25/E del 5 feb-

braio 2003 e r.m. 250/E del 17 giugno 2008) per cui la natura della Tia non è di carattere tributario, ma civilistico. Tale natura è stata giusti-fi cata dal fatto che la tariffa si confi gura come il corrispettivo pagato dall’utente servizio di raccolta di rifi uti urbani, nell’ambito di un rap-porto contrattuale. La linea di lettura dell’autorità fi scale (che porta all’assoggettamento a imposizione indiretta) non ha trovato seguito in alcuni orientamenti giurisprudenziali (sentenza n. 17526/2007 della Corte di cassazione, sentenza 238/2009 della Corte costituzionale). Ora il legislatore riconosce che la tariffa d’igiene ambientale costituisce il corrispettivo di un servizio pubblico nell’ambito di un rapporto contrat-tuale a prestazioni corrispettive, assoggettato a Iva. In qualche modo si tratta di una inversione di rotta rispetto alle sentenza che, optando per la natura tributaria, aveva escluso l’Iva per la Tariffa d’igiene ambientale e aperto la strada alla richiesta di rimborsi dell’Iva. La qualifi cazione di natura non tributaria della tariffa comporta una serie di altre conseguen-ze sia sul piano della riscossione (che non dovrebbe seguire dunque le regole dei tributi) sia sul piano sanzionatorio. E soprattutto sul piano dei ricorsi, che non vanno presentati alle commissioni tributarie, ma al tribunale ordinario.

La Tia non è una tassa E i rimborsi Iva sfumano

Silenzio-assenso allargato in conferenza dei servizi. L’adesione tacita ri-guarda anche i pareri ambientali, storico-artistici e sanitari.

Il decreto legge approvato dal consiglio dei ministri del 25 maggio 2010 ha profondamente rivisitato l’istituto della conferenza dei servizi, previ-sto dalla legge 241/1990. La conferenza è lo strumento per concentrare in un’unica sede le diverse amministrazioni coinvolte in un progetto (per esempio un’opera pubblica), chiamate a dare contestualmente il loro pa-rere. Tutto ciò con accorciamento dei tempi e possibilità di coordinare le varie amministrazioni.

La regola della conferenza di servizi è di poter operare con la regola della maggioranza e con il meccanismo del silenzio assenso. In base a quest’ultimo istituto si considera acquisito il parere favorevole dell’amministrazione che non abbia manifestato il proprio dissenso.

Già l’articolo 14-quater, comma 7, della legge 241/1990, nella versione anteriore al decreto in esame, prevede che si considera acquisito l’assenso dell’amministrazione il cui rappresentante non abbia espresso defi nitiva-mente la volontà dell’amministrazione rappresentata.

La manovra fi nanziaria sostituisce il citato comma 7 e considera per acquisito implicitamente anche l’assenso delle amministrazioni preposte alla tutela del patrimonio storico-artistico o alla tutela della salute e della pubblica incolumità e alla tutela ambientale. Stanno fuori dalla regola del silenzio assenso, esclusi i provvedimenti in materia di Via, Vas e Aia.

Una volta esaurita la conferenza, l’autorità che l’ha convocata, tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse, adotta il provvedimento fi nale, sostitutivo di tutte le autorizzazioni necessarie per l’opera in progetto. Il decreto legge sulla manovra aggiunge una forma di responsabilizzazione dei funzionari pubblici: la mancata partecipazione alla conferenza di ser-vizi o la ritardata o mancata adozione della determinazione motivata di conclusione del procedimento saranno valutate ai fi ni della responsabilità dirigenziale o disciplinare e amministrativa, e ai fi ni dell’attribuzione della retribuzione di risultato.

Se ce ne fosse bisogno, il decreto in commento ricorda che il privato interessato dalla con-ferenza dei servizi può sempre chiedere i danni per i ritardi nella conclusione del procedimento.

Le disposizioni sulla conferenza dei servizi vengono inseriti tra i livelli essenziali delle prestazioni delle pubbli-che amministrazioni.

Silenzio assenso allargato in conferenza dei servizi

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41Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì 28 MagE N T I L O C A L I

MANOVRA CORRETTIVA/ Il decreto è in stallo da due anni e Tremonti aggira l’ostacolo

Personale, spese ridotte. SubitoPrincipio immediatamente applicabile. Non serve più il dpcm

PAGINA A CURADI LUIGI OLIVERI

Immediatamente appli-cabile per gli enti locali il principio di riduzione dell’incidenza della spesa

di personale sul totale delle spese correnti.

La manovra fi nanziaria ag-gira l’impasse che subisce da quasi due anni il decreto del presidente del consiglio dei ministri che avrebbe dovuto attivare tale principio, in ap-plicazione dell’articolo 76, com-ma 5, del dl 112/2008, conver-tito in legge 133/2008. Infatti, l’obbligo di ridurre l’incidenza della spesa viene disposto di-rettamente dalla legge. Sicché non sarà più necessario giun-gere all’emanazione del Dpcm-fantasma.

Il ministero dell’economia impone, dunque, una brusca accelerazione nei confronti di un sistema di contenimento della spesa sul personale che gli enti locali e le regioni erano sin qui riusciti a tenere blocca-to, a causa del mancato accordo dei criteri di determinazione della riduzione dell’incidenza.

In effetti, la manovra aggira anche questo ostacolo. L’arti-colo 76, comma 5, della legge

13/2008 demandava al Dpcm il compito estremamente arduo di determinare per tipologie di enti locali l’obiettivo della riduzione della spesa di perso-nale da ottenere, in relazione a fasce dell’incidenza, ponderata con la dimensione demografi ca e la tipologia dell’ente.

Pertanto, si prevede di modi-fi care l’articolo 1, comma 557, della legge 296/2006, stabilendo che allo scopo di concorrere agli obiettivi di fi nanza pubblica, le regioni e gli enti locali sottopo-sti al patto di stabilità interno assicurano la riduzione delle spese di personale, al lordo de-gli oneri rifl essi a carico delle amministrazioni e dell’Irap attraverso una serie di azioni che ciascuno di essi potrà con azioni modulare nell’ambito della propria autonomia. Det-te azioni, in linea di principio, dovranno avere tre settori prio-ritari di intervento, il primo dei quali appunto la riduzione dell’incidenza percentuale del-le spese di personale rispetto al complesso delle spese correnti, attraverso una parziale reinte-grazione dei dipendenti cessati (in ogni caso non oltre il 20%) ed il contenimento della spesa per il lavoro fl essibile.

Trattandosi di un princi-

pio, la norma non stabilisce di quanto l’incidenza dovrà ri-dursi. Tuttavia, risulta chiaro, a questo punto, che di anno in anno gli enti dovranno garanti-re questo obiettivo. Che in tem-pi di riduzione delle entrate e, di conseguenza, delle spese cor-renti, diviene particolarmente complesso.

In secondo luogo, gli enti do-vranno razionalizzare e snel-lire le strutture burocratico-amministrative. La manovra suggerisce in via prioritaria di accorpare gli uffi ci, per ri-durre l’incidenza percentuale delle posizioni dirigenziali in organico. Il che, insieme con

l’obbligo di ridurre la spesa per il lavoro fl essibile, rende anco-ra meno praticabile la strada degli incarichi dirigenziali a contratto, già fortemente pre-giudicata dalla riforma opera-ta all’articolo 19, comma 6, del dlgs 165/2001 da parte del dlgs 150/2009.

Il terzo intervento priori-tario indicato dalla manovra per ottenere i risparmi sulla spesa del personale di regioni ed enti locali è il contenimento delle dinamiche di crescita del-la contrattazione integrativa: gli enti potranno estendere, per ottenere detto risultato, le corrispondenti disposizioni

dettate per le amministrazioni statali, in tema di taglio alle risorse che fi nanziano la con-trattazione decentrata.

Nel rigore del giro di vite alle spese di personale, la buona notizia è che tra tali spese po-tranno essere esclusi gli oneri relativi ai rinnovi contrattuali. Visto il blocco della contratta-zione fi no al 2013, la previsione vale più come interpretazione sul passato che come indicazio-ne per il futuro. Tuttavia, per i segretari comunali ancora deve partire la contrattazione del quadrienni 2006-2009, men-tre per la dirigenza si stanno per avviare le trattative per il biennio 2008-2009. Le maggio-ri spese dovute a questi residui di contrattazione almeno non incideranno negativamente sui fabbisogni degli enti.

Gravi le conseguenze per la violazione degli obiettivi di ri-duzione del personale: blocco totale e assoluto delle assun-zioni a qualsiasi titolo, che si estende al caso in cui gli enti soggetti al patto denuncino un’incidenza della spesa di personale su quella corrente pari o superiore al 40% (e non più al 50%, come previsto in precedenza).

© Riproduzione riservata

La manovra finanziaria mette in un angolo la riforma Bru-netta. Le conseguenze del congelamento degli stipendi

dei dipendenti pubblici, compresi an-che gli emolumenti legati ai risultati, a quanto da essi percepito nel 2010 impone un sostanziale stop agli effetti che il dlgs 150/2009 intendeva produr-re sul merito e l’efficienza.

Sebbene il testo della manovra non preveda un’espressa sospensio-ne dell’attuazione del dlgs 150/2009, gli effetti concreti delle disposizio-ni sul contenimento della spesa per stipendi e il blocco dei contratti fino al 2013 producono conseguenze so-stanzialmente identiche.

In quanto al blocco dei contratti, verrà a mancare per quattro anni un elemento fondamentale della rifor-ma: la ristrutturazione delle risorse che ciascun’amministrazione desti-na alla contrattazione decentrata, in modo tale che, come prevede la norma programmatica contenuta nell’articolo 40, comma 2-bis, del d.lgs 165/2001, risulti prevalente la parte del salario accessorio col-legata alla valutazione del merito individuale.

Infatti, solo la contrattazione na-zionale collettiva avrebbe potuto modificare l’attuale assetto delle risorse, in gran parte destinate, invece, non alla valorizzazione dei risultati, ma ad elementi fissi del salario, come le progressioni oriz-zontali (e negli enti locali l’inden-

nità di comparto) o a componenti accessori che, però, per l’organizza-zione dell’ente costituiscono spese fisse e storicizzate.

Si tratta delle varie indennità di turno, rischio, disagio, reperibilità, maneggio valori, particolari respon-sabilità connesse a mansioni opera-tive.

Di conseguenza, la quota delle risorse decentrate destinate al pre-mio della cosiddetta «performance individuale» rimarrà ancora a lungo minoritaria.

Non bastando questo, l’applica-zione pur doverosa delle misure contenute nei primi 31 articoli del d.lgs 150/2009, attinenti al ciclo della gestione della performance ed agli strumenti per premiare la produttività, resteranno un eser-cizio organizzativo, privo di effetti incentivanti concreti.

Questo perchè a decorrere dal 2011 il trattamento economico in-dividualmente percepito dai di-pendenti pubblici non potrà essere superiore a quello in godimento nel 2010.

Ciò significa che anche applicando le regole per la valutazione del meri-to individuale previste dalla riforma Brunetta, se il risultato ottenuto dai dipendenti, in applicazione delle fa-sce di merito, determinasse sul 2010 un incremento del trattamento eco-nomico, questo non potrebbe essere in ogni caso erogato.

Prova ne sia che la riforma bloc-

ca gli effetti economici di uno degli istituti espressamente considerati come incentivanti la performance, cioè le progressioni di carriera ot-tenute mediante concorsi pubblici con riserva di posti agli interni non superiori al 50% dei posti messi a concorso (che hanno soppiantato le soppresse progressioni verticali).

Infatti, fino al 2013 le progressioni di carriera avranno effetti solo giu-ridici: i dipendenti che superino la selezione pubblica accederanno alla categoria o area superiori, esercite-ranno le nuove mansioni, ma manterranno il trattamento economico di provenienza.

A meno che successivi ritoc-chi alla manovra non chiari-scano che risulti invariabile l ’ a m m o n t a r e c o m -plessivo della spesa, ma non quella indivi-duale, risulta piuttosto chia-ro come le scel-te operate dal governo rendano tutt’altro che ap-petibili gli incen-tivi e rendano pal-pabile il rischio che le amministrazioni, già molto riluttanti ad attuare la riforma, la eludano espressamente o, quanto meno, se la applicheranno lo faranno in modo solo formalistico.

LA CURA TREMONTI METTE NEL CONGELATORE LA RIFORMA BRUNETTA

Fino al 2013 progressioni di carriera senza aumenti

Renato Brunetta

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42 Venerdì 28 Maggio 2010 E N T I L O C A L I

MANOVRA CORRETTIVA/ Stretta sui costi della politica

Austerity in consiglioGettoni sostituiti da un’indennità

DI LUIGI OLIVERI

Tempi duri per i compo-nenti degli organi di go-verno degli enti locali. La manovra economica im-

pone una ennesima stretta ad indennità e gettoni di presenza, chiarendo in senso restrittivo alcuni problemi sulla cumula-bilità di questi emolumenti.

In primo luogo, la manovra impone l’addio al gettone di pre-senza per consiglieri comunali e provinciali. Al suo posto, il di-ritto a percepire una indennità di funzione onnicomprensiva, contenuta in precisi limiti. In-fatti, in nessun caso l’ammon-tare dell’indennità percepita nell’ambito di ciascun mese da un consigliere potrà superare il quinto dell’indennità massima prevista dal rispettivo sindaco o presidente in base al decreto che fi sserà i nuovi importi di base di tali indennità.

Si elimina, dunque, la prassi di istituire riunioni di commis-sioni consiliari al solo scopo di far maturare il più possibile il diritto ai gettoni. Invece, nes-suna indennità sarà attribuita

dovuta ai consiglieri circoscri-zionali.

Un decreto del ministro dell’in-terno, previsto entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della manovra, fi sserà ai sensi dell’articolo 82, comma 8, del dlgs n267/2000 gli importi delle indennità già determinate ai sensi del citato articolo 82, comma 8, diminuendoli per un periodo non inferiore a tre anni, di una percentuale pari al 3% per i comuni con popolazione fi no a 15.000 abitanti e per le province con popolazione fi no a 500.000 abitanti; del 7% per i comuni con popolazione fi no a 250000 abitanti e per le provin-ce con popolazione tra 500.000 e un milione di abitanti; del 10% per i restanti comuni e per le restanti province. Sono esclusi dall’applicazione di questa di-sposizione i comuni con meno di 1.000 abitanti. Il medesimo decreto determinerà l’importo dell’indennità di funzione dei consiglieri.

Rimarranno a bocca asciutta gli amministratori di comunità montane e di unioni di comuni e comunque di enti territoriali di-

versi da quelli di cui all’articolo 114 della Costituzione, aventi per oggetto la gestione di servi-zi e funzioni pubbliche: ad essi non potranno essere attribuite retribuzioni, gettoni, o inden-nità o emolumenti in qualsiasi forma siano essi percepiti.

I parlamentari nazionali ed europei, che abbiano anche cariche negli enti locali, non potranno più percepire alcuna indennità di funzione o altro emolumento comunque deno-minato previsti.

Infi ne, la manovra chiarisce che chi è eletto o nominato in organi appartenenti a diversi li-velli di governo non può comun-que ricevere più di una inden-nità di funzione, a sua scelta. Tale disposizione, abbinata alla totale eliminazione dei gettoni di presenza, chiarisce una vol-ta e per sempre l’incumulabilità in capo alla medesima persona che risulti operante con ruolo di governo negli enti locali di più forme di retribuzione, risolven-do un problema sul quale la giurisprudenza amministrativa non è riuscita a esprimere un indirizzo univoco.

DI VALERIO STROPPA

In arrivo il 15° censimento ge-nerale della popolazione e del-le abitazioni, che si svolgerà nel mese di ottobre del 2011.

Indetto anche il 9° censimento ge-nerale dell’industria e dei servizi e il censimento delle istituzioni non profi t. È quanto prevede la manovra correttiva, che a tale scopo stanzia 627 milioni di euro (200 milioni per l’anno 2011, 277 per il 2012 e 150 per il 2013).

L’Istat, soggetto preposto all’or-ganizzazione delle rilevazioni, defi nirà le operazioni di ciascun censimento attraverso il piano generale di censimento, nonché mediante apposite circolari. Tali documenti, oltre a regolare le ope-razioni censuarie, stabiliranno la data di riferimento dei dati, gli obiettivi, il campo di osservazione e le metodologie di indagine.

La manovra provvede a conci-liare la necessità di ridurre spe-sa pubblica e organici perseguita dal governo con la necessità di far fronte all’imponente mole di lavo-ro costituita dalla macchina dei censimenti (a ottobre 2010 pren-de il via anche il 6° censimento

dell’agricoltura). A tale proposito, toccherà sempre all’Istat defi nire le modalità di costituzione degli uffi ci di censimento, compresi i processi di selezione e i requisiti professionali del personale.

Gli uffi ci saranno composti da personale con contratto a tempo determinato, mentre le funzio-ni di coordinatore e rilevatore potranno essere coperte anche mediante la stipula di contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Sul punto, il decre-to evidenzia che gli enti e le p.a. coinvolte nelle operazioni (pur-ché indicate nel piano dell’Istat) potranno avvalersi delle forme contrattuali flessibili, tra cui i contratti di somministrazione di lavoro, in taluni casi senza la necessità di dover tener conto del patto di stabilità interno. Si-tuazione analoga per gli organi preposti allo svolgimento delle operazioni del 6° censimento generale dell’agricoltura, i quali vengono autorizzati a conferire, per lo svolgimento dei compiti di rilevatore e coordinatore, anche incarichi di natura autonoma, purché limitati alla durata delle operazioni censuarie.

Stanziati 627 milioni in tre anni

Nuovo censimento a ottobre 2011

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43Venerdì 28 Maggio 2010VOSSERVATORIO VIMINALE

Ma la decadenza può essere promossa anche da qualsiasi elettore

O al comune o in regioneIl consiglio solleva l’incompatibilità del sindaco

Quali adempimenti l ’amministrazione comunale deve adot-tare a seguito della

proclamazione del sindaco a consigliere regionale?

Spetta al consiglio comuna-

le contestare al primo cittadi-no la causa di incompatibilità sopravvenuta, ai sensi e con le modalità previste dall’art. 69 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

All’esito della menzionata procedura le funzioni del sin-daco, dichiarato decaduto dal consiglio comunale saranno svolte, ai sensi dell’art. 53 Tuel, dal vicesindaco con con-testuale avvio, da parte della prefettura competente, della procedura di scioglimento dell’ente ai sensi dell’art. 141 comma l lett. b) n. 1 Tuel.

Diversamente, nel caso il consiglio comunale ritenes-se non sussistere la causa di incompatibilità sopravvenuta sarà possibile esperire ricor-so giurisdizionale avverso la relativa delibera.

Si osserva infine che, indi-

pendentemente dall’avvio da parte del consiglio comunale della procedura in argomento, la decadenza dalla carica di sindaco può essere promossa ai sensi dell’art. 70 del cita-to Tuel da qualsiasi cittadi-no elettore del comune o da chiunque altro vi abbia inte-resse nonché dal prefetto.

RIMBORSIPER IL CONSIGLIEREPROVINCIALEL’amministrazione pro-

vinciale è tenuta a rim-borsare ad una società gli oneri previsti dall’art. 80 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 nel caso in cui il consigliere pro-vinciale, per il quale ven-gono richiesti i rimborsi, risulti essere dipendente e al contempo comproprie-tario della ditta medesima in quanto titolare di una quota del 20% del capitale sociale?

AI fine di rispondere com-

piutamente al quesito occor-rerà accertare, indipendente-

mente dalla circostanza che la società provvede al versamen-to dei contributi previdenziali ed assistenziali, se il rapporto di lavoro svolto dal consiglie-re provinciale presso la so-cietà di cui detiene parte del capitale sociale possa essere qualificato come rapporto di lavoro subordinato.

I caratteri distintivi posso-no essere individuati, sulla base dell’art. 2094 c.c. e del-la contrattazione collettiva, nella prestazione del proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la di-rezione dell’imprenditore, nel diritto del lavoratore a perce-pire uno stipendio, nell’essere adibito alle mansioni o funzio-ni previste per la qualifica di appartenenza.

Viceversa, qualora il rap-porto di lavoro sia carente di alcuno degli elementi evi-denziati ed il lavoratore in questione, nell’ambito della società suddetta, sia socio con poteri di amministrazione e di gestione della stessa, si ritie-ne non siano configurabili gli elementi del rapporto di lavo-

ro subordinato.

EFFETTIDEL PATTEGGIAMENTOÈ applicabile l’art. 58

Tuel a un consigliere co-munale che è stato con-dannato nel 1992 per il delitto previsto dall’art. 73 del dpr 09/10/1990 n. 309, per illecita detenzione di sostanze stupefacenti?

L’equiparazione a condan-na della sentenza emessa ai sensi dell’art. 444 c.p.p., san-cita dall’art. 58, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è stata intro-dotta dalla legge 13 dicembre 1999, n. 475, e si applica, in base a specifica statuizione della stessa legge, alle sen-tenze emesse, in sede di pat-teggiamento, successivamen-te alla data della sua entrata in vigore.

Pertanto, nell’ipotesi del quesito in esame, atteso che la sentenza di condanna è stata emanata anteriormente a tale data, rimane preclusa l’appli-cazione delle norme ostative

all’assunzione delle cariche elettive recate dal citato art. 58 (cfr. Corte di cassazione, sentenza n. 13356 del 7 otto-bre 2000) .

PROMO P.A.

Brunetta, performance sotto la lenteAdeguamento degli ordinamen-ti, realizzazione del ciclo della performance, trasparenza, va-lorizzazione del merito e della produttività, creazione di un nuovo sistema dei controlli in-terni. Sono molte le problema-tiche aperte in merito all’attua-zione della riforma Brunetta.A complicare le cose per gli enti locali ci sono le diverse inter-pretazioni della Corte dei conti che non rendono chiara quale parte della riforma Brunetta si applica da subito. La recente delibera 10/2010 della Corte dei conti sezione delle autonomie, infatti, ha stabilito che per le progressioni verticali a comuni e province si applicano subito le nuove modalità previste dal dlgs150/09, secondo le quali le progressioni sono effettuabili solo per concorso, ribaltando così una precedente delibera della Corte dei conti Lombar-dia (375/2010). L’art. 91 comma 3 del Tuel deve quindi ritenersi abrogato per incompatibilità.Le problematiche attuative del dlgs 150/09 saranno esami-nate nel corso del seminario «La misurazione e valutazione delle performance dopo il dlgs 150/09», organizzato da Promo p.a. Fondazione a Roma il 9 e 10 giugno. Info: 0583-582783; e-mail [email protected]; www.promopa.it.

BasilicataIstruttore tecnico geometra. Comune di Montescaglioso (Mt), un posto. Scadenza: 21/6/2010. Tel. 0835/2091. G.U. n. 40Istruttore tecnico perito agrario. Comune di Montescaglioso (Mt), un posto. Scadenza: 21/6/2010. Tel. 0835/2091. G.U. n. 40

CalabriaDirigente amministrativo. Provincia di Vibo Valentia, due posti. Scadenza: 17/6/2010. Tel. 0963/997214. G.U. n. 39Dirigente economico e fi nanziario. Provincia di Vibo Valentia, un posto. Scadenza: 17/6/2010. Tel. 0963/997214. G.U. n. 39Dirigente tecnico. Provincia di Vibo Valentia, due posti. Scadenza: 17/6/2010. Tel. 0963/997214. G.U. n. 39 Istruttore direttivo responsabile del servizio fi nanziario-ragioneria. Comune di Cortale (Cz), un posto. Scadenza: 21/6/2010. Tel. 0968/76018. G.U. n. 40

CampaniaFunzionario tecnico - responsabile del settore urbanistico. Comune di Sant’Antimo (Na), un posto. Scadenza: 7/6/2010. Tel. 081/8329306. G.U. n. 36

Emilia-RomagnaIstruttore amministrativo. Comune di Morciano di Romagna (Rn), un posto. Scadenza: 14/6/2010. Tel. 0541/851941. G.U. n. 38

Lazio

Dirigente del dipartimento fi nan-ziario. Comune di Terracina (Lt), un posto. Scadenza: 7/6/2010. Tel. 0773/707216. G.U. n. 36Farmacista collaboratore part-time. Comune di Ceprano (Fr), un posto. Scadenza: 7/6/2010. Tel. 0775/9174224. G.U. n. 36Funzionario contabile. Comune di Pontinia (Lt), un posto. Scadenza: 31/5/2010. Tel. 0773/841302. G.U. n. 34Istruttore direttivo amministrati-vo. Comune di Cervaro (Fr), un posto. Scadenza: 3/6/2010. Tel. 0776/307001. G.U. n. 35

LiguriaAddetto alla comunicazione. Comune di La Spezia, un posto. Scaden-za: 17/6/2010. Tel. 0187/727359. G.U. n. 39Istruttore amministrativo dell’area tecnica. Comune di Arcola (Sp), un posto. Scadenza: 21/6/2010. Tel. 0187/952841. G.U. n. 40 Istruttore collaboratore tecnico. Comune di Arcola (Sp), due posti. Scadenza: 31/5/2010. Tel. 0187/952841. G.U. n. 34

LombardiaGeometra part-time. Comune di Foresto Sparso (Bg), un posto. Scadenza: 7/6/2010. Tel. 035/930028. G.U. n. 36Ispettore amministrativo presso gli uffi ci servizi sociali e pubblica istruzione. Comune di Concorezzo (Mb), due posti parzialmente riservati. Scadenza: 7/6/2010. Tel. 039/628001. G.U. n. 36Istruttore direttivo dell’area economico fi nanziaria e tributi a tempo parziale. Comune di Locate

Varesino (Co), un posto. Scadenza: 3/6/2010. Tel. 0331/830148. G.U. n. 35

MarcheIstruttore amministrativo a tempo parziale presso il settore demogra-fi co. Comune di Fermignano (Pu), un posto. Scadenza: 14/6/2010. Tel. 0722/332142. G.U. n. 38Istruttore amministrativo a tempo parziale presso il settore ammini-strativo. Comune di Fermignano (Pu), un posto. Scadenza: 14/6/2010. Tel. 0722/332142. G.U. n. 38 Istruttore informatico a tempo parziale presso il settore ammini-strativo. Comune di Fermignano (Pu), un posto. Scadenza: 14/6/2010. Tel. 0722/332142. G.U. n. 38

SardegnaDirigente tecnico. Comune di Quartu Sant’Elena (Ca), un posto. Scadenza: 10/6/2010. Tel. 070/86012243. G.U. n. 37Funzionario amministrativo contabile. Comune di Quartu Sant’Elena (Ca), un posto. Scadenza: 10/6/2010. Tel. 070/86012243. G.U. n. 37Istruttore amministrativo dell’area amministrativo contabile. Comune di Laerru (Ss), un posto. Scadenza: 14/6/2010. Tel. 079/570013. G.U. n. 38

VenetoIstruttore amministrativo dell’area economico fi nanziaria. Comune di Oppeano (Vr), un posto. Scadenza: 14/6/2010. Tel.045/7139230. G.U. n. 38Istruttore direttivo tecnico. Comune di Sossano (Vi), un posto. Scadenza: 10/6/2010. Tel. 0444/885220. G.U. n. 37

CONCORSI

LE RISPOSTE AI QUESITI

SONO A CURA

DEL DIPARTIMENTO AFFARI INTERNI E TERRITORIALI

DEL MINISTERO DELL’INTERNO

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44 Venerdì 28 Maggio 2010 A U T O N O M I E L O C A L I

Il nuovo scenario europeo dopo le elezioni inglesi. Cosa unisce i Tories, Sarkozy e la Lega?

Conservatori alla riscossa nell’UeNon bisogna lasciarsi schiacciare dal localismo e dalla paura

DI LORETO DEL CIMMUTO*

L’ultimo numero di www.governareil-territorio.it, il web magazine di Legau-

tonomie, è dedicato al con-servatorismo comunitario, con contributi di: Stefano B. Galli, Mario Ciampi, Andrea Peruzy, Matteo Mauri, Virgilio Brivio e Piero Ignazi. Pubbli-chiamo l’editoriale del diret-tore di Legautonomie, Loreto Del Cimmuto.

L’idea di dedicare questo nu-mero di «Governare il territorio» al conservatorismo civico comu-nitario nasce dall’interesse che indubbiamente suscita una cor-rente di pensiero politica, per la verità non nuova, che tuttavia sta vivendo ora una qualche fortuna grazie anche all’affermazione dei new tories inglesi guidati da Da-vid Cameron. Vittoria non netta, che ha però segnato indubbia-mente la fi ne del lungo ciclo del new labour blairiano e propone suggestioni non banali per capire come affrontare oggi, nell’età del-la globalizzazione, il rapporto tra

stato, mercato e società. Si tratta di spunti di rifl essione utili per un confronto che riguarda anche quella sinistra che ha abbandona-to lo statalismo per inoltrarsi nel cammino del federalismo e della sussidiarietà, ma che ancora fa-tica a trovare un proprio profi lo politico-programmatico ben visi-bile e identifi cabile. Anzi, sembre-rebbe che mentre il centrosinistra europeo abbracciava la terza via di Giddens (più lib che lab), il neoconservatorismo l’aggirasse alle spalle per operare insidiose incursioni nel suo campo, abban-donando il ben noto e vecchio pa-radigma tatcheriano, secondo cui la società non esiste ma esistono solo gli individui, e ponendo al centro della propria rivoluzione copernicana la società, i corpi in-termedi, l’autonomia delle forma-zioni sociali, il territorio e persino una visione affatto parruccona dei nuovi diritti civili. Al fondo c’è una idea di stato minimo, secon-do cui la protezione sociale parte dall’individuo, per poi estendersi alla comunità, all’autorganiz-zazione sociale e solo in ultima istanza allo stato. Non sappiamo come mettere assieme la destra

sociale di Sarkozy, la Lega nord e i tories rossi di David Cameron. Ci limitiamo ad alcune osservazioni. La prima è che questa scoperta del territorio, se vista in chiave oppositiva alla globalizzazione e alle sfi de che essa pone, rischia di tradursi nel ripiegamento a riccio nel localismo e nella reto-rica delle piccole patrie, mentre a noi piace immaginare il terri-torio come fattore di coesione e piattaforma dalla quale fare rete nello scenario globale. Del resto la peculiarità del nostro modello di sviluppo sta anche nel tessu-to delle piccole e medie imprese, che traggono dal capitale sociale del proprio territorio la linfa vi-tale che le rende competitive sul mercato globale. L’altra osserva-zione è che anche la centralità del territorio e delle comunità che lo abitano non deve signifi care chiu-sura e rifi uto dell’altro, paura di affrontare le inevitabili conse-guenze di società aperte ai fl ussi migratori e alle diverse correnti o ispirazioni culturali e religiose. La risposta può e deve stare in una sapiente politica di integra-zione nei diritti e nei doveri, di allargamento della cittadinanza

e di ferma repressione dell’illega-lità laddove è necessario. Ma non può stare nella paura come leva di governo delle proprie comuni-tà, fattore di contrapposizione e discriminazione sociale. Ne va del destino della nostra società. Gli enti locali hanno un interesse primario a giocare un ruolo attivo, perché è su di loro che ricadono e ricadranno ancora di più nel fu-turo le responsabilità di governo dei fenomeni sociali. Questo ri-manda inevitabilmente al tema del nuovo sistema di welfare, al fatidico passaggio dal welfare sta-te alla welfare society. Mentre il primo modello ha esaurito il suo compito storico di integrazione e promozione sociale nell’alveo dello stato-nazione, il secondo è tutto da costruire. L’ineffi cienza di un modello di stato sociale centralista è dimostrata dalla sua insostenibilità fi nanziaria e dalla sua rigidità di fronte ai mu-tamenti sociali, che garantisce di più chi è già garantito mentre non è in grado di affrontare le nuove povertà e marginalità sociali, o di tutelare le nuove forme di lavoro. Un modello che invece fa leva sui corpi intermedi, sul volontariato

e il terzo settore, sul privato so-ciale e sul ruolo regolatore del sistema pubblico rappresenta ciò su cui concretamente si stanno cimentando già oggi numerose amministrazioni locali attivando e praticando esperienze concrete di welfare mix, senza tuttavia abbandonare l’idea di un sistema universalistico che non lascia in-dietro nessuno. Noi pensiamo che la password per il nuovo modello di welfare stia nel federalismo, o meglio, nei meccanismi di re-sponsabilità e autonomia che il federalismo dovrebbe innescare, come quando vuole parametrare il fi nanziamento delle prestazioni sociali e le politiche di perequazio-ne non in base alla spesa storica ma in base ai costi standard. È la strada anche per alleggerire l’insostenibile peso di quello che Ricolfi chiama il tasso di paras-sitismo dell’interposizione pub-blica, quando essa assume le attuali dimensioni elefantiache, per esplorare concretamente un modello di welfare che tiene insie-me solidarietà e responsabilità, senza gettare via il bambino con l’acqua sporca.

* direttore Legautonomie

INTESA CON GPSC

Demanio, Legautonomie è prontaIl 20 maggio scorso il con-siglio dei ministri ha appro-vato in via defi nitiva il dlgs sul federalismo demaniale. Il trasferimento di terreni e fabbricati dello stato potrà avere un impatto importan-te sulle attività e sui bilanci delle amministrazioni comu-nali costituendo una oppor-tunità di sviluppo e valoriz-zazione. Legautonomie si propone di accompagnare gli enti locali nella valutazione, defi nizio-ne ed eventualmente avvio del piano di acquisizione dei beni, e ha individuato in Gpsc srl, società di consulenza, con competenze multidisciplinari e un approccio strettamente orientato alla gestione della «cosa pubblica», il partner ideale per assistere gli enti locali in queste complesse procedure. Legautonomie e Gpsc srl pro-pongono agli enti locali inte-ressati l’accesso a un servizio di affi ancamento consulen-ziale di alta professionalità, con costi contenuti e artico-lato in moduli successivi le-gati alle valutazioni che via via le amministrazioni effet-tueranno.Per tutte le informazioni: Le-gautonomie, tel. 06 6976601; www.legautonomie.it

Le manovre di fi nanza pubblica han-no colpito fi n dagli anni 90 i quattro settori della spesa più consistenti: sanità, previdenza, pubblico impie-

go, enti territoriali. Non sorprende pertanto che anche questa volta, addirittura in pre-senza di un «tornante della storia», come ha affermato il ministro Tremonti, siano ancora gli stessi settori ad essere interes-sati. Ma per quanto riguarda gli enti locali il tiro a segno dura da molto tempo nella perenne attesa della riforma della fi nanza locale e in un crescendo ros-siniano costellato da leggi, leggine, decreti, regolamen-ti, circolari interpretative a pioggia rivolte verso un uni-co obiettivo: ridurre la spesa anche a costo di provocare la paralisi dei servizi. Ora ci sia-mo. Per quanto riguarda, per esempio, le vicende del patto di stabilità interno, è bene ricordare che è stato intro-dotto nel 1999 come giusto concorso all’osservanza dei limiti all’indebitamento netto stabiliti dal trattato di Maa-stricht e chiedendo un ra-gionevole sacrifi cio agli enti locali pari all’1% della spesa corrente (circa 820 miliardi di lire). Successivamente, attraverso un’interminabi-le sequenza di disposizioni confuse e frammentarie, contenute ogni anno in leg-gi fi nanziarie illeggibili, si è mirato a limitare sempre di più la spesa degli enti locali sia direttamente, sia indiret-

tamente agendo sul contenimento dei saldi con meccanismi diffi cili e contorti. Con la legge 133/2008, che ha disciplinato le regole del Patto per il triennio 2009-2011 stabilen-do tetti irrealistici (2.350 milioni di euro per il 2010 e 4.160 per il 2011), le limitazioni hanno raggiunto l’acme incidendo ulte-riormente sul livello delle prestazioni e dei servizi ed estendendosi alle spese di investi-mento e ai fl ussi di cassa con conseguenze disastrose sulle politiche locali d’intervento. Ma non basta. La legge fi nanziaria 2010,

corretta solo in parte appena un mese dopo dal decreto legge 2/2010, a sua volta modifi -cato dalla legge di conversione 42/2010, ha introdotto un’altra serie di riduzioni delle spese degli enti locali incidendo sull’assetto istituzionale (soppressione delle circoscri-zioni di decentramento, soppressione dei difensori civici, riduzione dei consiglieri e degli assessori, soppressione dei fi nanzia-menti alle comunità montane, soppressio-ne dei consorzi di funzioni tra enti locali ecc.). Ora la manovra di fi nanza pubblica

prevede un contributo degli enti territoriali superiore al 54% dell’intero ammontare e ulteriori tagli ai comuni e alle province per 4.040 milioni di euro in due anni, ignorando sorprendentemente l’attua-le situazione di difficoltà nell’erogazione dei servizi di base e nella realizzazione diffusa di opere pubbliche per il rilancio dell’economia. Il bello è che tutto questo avviene in presenza di due provvedimenti fondamenta-li di riforma, la legge 42/2009 sul federalismo fi scale e la Carta delle autonomie, che sembrano appartenere ad un altro pianeta e nei quali è difficile credere oggi più che mai. Forse l’immagine più realistica dei comuni è quella offerta da sindaci a Firenze la settimana scorsa stesi per terra con la fascia tricolore.

Mario Collevecchio

IN DIECI ANNI I TAGLI SONO PASSATI DA 82O MLD DI LIRE A 4 MLD DI EURO

Contro gli enti locali un tiro a segno senza fine

«Non è in discussione il contributo degli enti locali a un per-corso di riequilibrio dei conti pubblici ma i suoi contenuti e le modalità. Viene chiesto uno sforzo aggiuntivo di oltre 3 mi-liardi nel biennio che si innestano sugli effetti di disposizio-ni già fortemente penalizzanti avviate con la Finanziaria del 2008». Così Marco Filippeschi, presidente di Legautonomie e sindaco di Pisa, commenta la manovra economica straordinaria del governo. «Questa manovra», prosegue, «si propone una riduzione della spesa che è fatta prevalentemente di rinvii, congelamento dei contratti pubblici e fi nestre sulle pensioni; si tratta di misure demagogiche e non ci sono interventi strut-turali che aggrediscono i costi del centralismo. Una crescita del pil attestata sullo 0,5% dubito possa fornire i presupposti per una riduzione del debito sul lungo periodo. In particolare non viene in alcun modo ridefi nito il patto di stabilità interno per gli enti locali, che nella sua attuale formulazione produce effetti quasi esclusivamente sulle spese in conto capitale e quindi sugli investimenti o sui pagamenti alle imprese, con effetti ulteriormente recessivi sull’economia reale. Nonostante le intenzioni di non provocare macelleria sociale in realtà que-sta manovra, parziale e miope, provocherà un impoverimento della qualità della vita delle nostre collettività. È una manovra ingiusta che impoverisce il paese, il mondo delle autonomie deve chiederne un radicale cambiamento», conclude.

Filippeschi: misure inutili che impoveriscono il paese

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Accelera il bilancio dell’AnasL’utile balzato a 16,8 mln, nonostante la crisi economica

Grazie a una profonda modifi ca della struttu-ra, dell’attività e della governance generale,

Anas è riuscita a chiudere il 2009 con un deciso incremento dell’utile, pur di fronte agli effet-ti della crisi economica. Il gruppo ha chiuso infatti l’anno con un utile di 16,8 milioni di euro, in aumento di 14,4 milioni rispetto a quello dell’esercizio preceden-te, grazie al positivo risultato conseguito sia dalla capogruppo Anas spa, che da alcune società partecipate.

Il bilancio della capogruppo ha infatti registrato un utile di 5,3 milioni di euro, +1,8 milioni di euro rispetto al 2008.«È continuata l’azio-ne di riequilibrio dei conti Anas», ha affermato il presi-dente, Pietro Ciuc-ci. «Per il secondo anno, consecutivo nella sua storia, l’Anas ha potu-to realizzare un utile di esercizio,

sia per una corretta e attenta ge-stione dei costi, come ad esempio il costante ridimensionamento delle consulenze e delle spese di pubblicità e di rap-presentanza, sia per l’aumento dei rica-vi non correlati ai corrispettivi di servizio e sia infine per alcuni even-ti di natura non ricorren-te verificatisi nell’esercizio, ch e r i -

guardano essenzialmente il ri-sultato della gestione fi nanzia-ria e le partite straordinarie».Il progetto di bilancio sarà ora

sottoposto all’approva-zione dell’assem-

blea. «È prose-guito l’impegno

del vertice Anas», ha continuato Ciucci, «per l’attuazione di un arti-colato corpo di iniziative,

che hanno effettivamente

innovato in pro-fondità la

struttura e le modalità di azione di Anas con riguardo all’assetto di governance, all’organizzazio-ne e gestione del personale, alla progettazione e alla direzione dei lavori, al nuovo modello di esercizio, alla ricerca e all’inno-vazione, alla sicurezza del lavo-ro, alla certifi cazione di qualità delle attività tecniche, legali e di stazione appaltante».

Nel corso del 2009 sono state bandite 20 gare di appalto per un importo di oltre 1,7 miliardi, sono stati approvati 36 progetti (preliminari, defi nitivi ed ese-cutivi) per 4,1 miliardi; sono stati avviati 37 cantieri con un investimento di 2,2 miliardi e ne sono stati ultimati 29 per un investimento di 1,9 miliardi, aprendo al traffi co circa 141 km di nuove tratte stradali e auto-stradali e circa 42 km di strade esistenti ammodernate e messe in sicurezza; sono stati avviati 448 interventi di manutenzione straordinaria per 169 milioni e sono state affi date manutenzioni ordinarie per altri 165 milioni.Nel corso dell’anno passato,

sono stati aperti al traffi co il passante autostradale di Me-stre (32,3 km), la nuova auto-strada Catania-Siracusa (25 km) ed è stata garantita la partecipazione all’emergenza post terremoto in Abruzzo, con interventi per circa 200 milioni di euro.

Il risultato positivo raggiunto per il secondo anno consecutivo non è però ancora suffi ciente a rassicurare sul risanamento economico strutturale e dure-vole di Anas. «Anche il 2009, come il 2008», ha detto Ciucci, «ha potuto benefi ciare di com-ponenti positive di reddito di natura non ricorrente, regi-strando peraltro la progressiva riduzione del corrispettivo di servizio riconosciuto dallo stato all’Anas per le sue attività isti-tuzionali di gestore della rete nazionale delle strade e delle autostrade senza pedaggio (da 278 milioni a 242 milioni di euro). Obiettivo fondamentale per Anas è il raggiungimento dell’autonomia fi nanziaria».

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L’esecutivo di Telecom Italia convocato oggi procederà allo studio delle offerte arrivate

al gruppo per il 50% di Sofora, la holding che controlla Telecom Argentina. Lo ha annunciato ieri il quotidiano sudamericano El Clarin. «Anche se è poco pro-babile che sia espresso in forma uffi ciale», si legge nell’edizione online del quotidiano, «si studie-ranno le offerte per la partecipa-zione in Argentina».

La battaglia, sempre secondo El Clarin, si sta facendo «più dura» nelle ultime settimane.Mercoledì il gruppo Irsa (Inver-siones y representaciones sa), società immobiliare di Buenos Aires, ha confermato il suo inte-resse all’acquisizione della quota che Telecom Italia detiene nella compagnia di telecomunicazioni argentina: in un comunicato, la società dell’imprenditore Eduar-do Elsztain, ha reso noto di avere partecipato «insieme ad altri» a un «processo di offerta per l’ac-

quisizione del 50% delle azioni di Sofora in Telecom Italia», senza specifi care le cifre coinvolte. Si tratterebbe, per il gruppo, del «primo investimento nel mercato delle telecomunicazioni».

A metà aprile, in occasione della giornata di presentazione del bilancio 2009 e dell’aggior-namento del piano industriale, l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, aveva affermato che la vendita della partecipazione argentina sarebbe stata conclusa «abba-stanza rapidamente». Tuttavia in serata l’a.d. del gruppo, Fran-co Bernabè ha smentito il gior-nale argentino. «Domani non si parlerà di Argentina», ha detto a margine della tavola rotonda a Torino «Telecom Italia incontra istituzioni e imprese».

Intanto ieri Bernabè ha confer-mato che il gruppo è stato convo-cato per il 3 giugno dall’Agcom in un primo incontro per discutere sulla nuova rete in fi bra.

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Giornale di Bayres, ma Bernabè smentisce

Telecom avviadossier Argentina

Eni ha ceduto il 100% di Gas brasiliano di-stribuidora (Gbd), so-cietà che distribuisce

e commercializza gas natura-le in Brasile, a Petrobras gas (Gaspetro), compagnia intera-mente controllata da Petroleo brasileiro (Petrobras).

I l valore della cessione ammonta a circa 250 milio-ni di dollari, soggetto ad ag-giustamenti basati sull’am-montare del debito netto e del capitale di esercizio alla ch iusura de l l ’ operaz ione.In base al contratto di com-pravendita, il completamento dell’operazione è ora soggetto ad alcune condizioni, inclu-se le approvazioni regola-mentari da parte delle auto-rità competenti brasiliane.Gbd detiene la concessione re-lativa ad attività di distribu-zione nella regione nord occidentale dello stato di San Paolo, che include 375 comuni, fornendo gas per i settori industriale, commerciale, re-sidenziale e trasporto. La concessione è stata

assegnata a Gbd nel dicembre del 1999 per un periodo di 30 anni, prolungabile per altri 20. Nel 2009 la rete di distribuzio-ne di Gbd ha raggiunto i 734,5 km, consentendo vendite di gas per circa 193 mln di metri cubi.Eni è presente in Brasile, nell’upstream, dal 1999.

In futuro, Eni continuerà a condurre l’attività esplorativa nel paese, confidando in parti-colare di avviare le operazioni nel blocco BMS 857, aggiudica-to nell’ambito dell’ottavo round ma non ancora assegnato.

Intanto ieri la Commissione europea ha dato il via libera antitrust al gruppo guidato da Paolo Scaroni per l’acquisto di Mobil oil Austria, attraverso la sua divisione Agip Austria. Mobil oil Austria è attualmente al 100% di ExxonMobil Central Europe holding.

Infine ieri il titolo, a piazza Affari, ha chiuso a 15,46 euro, +3,62%, sostanzialmente in linea con la crescita del listino.

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Gbd opera nella distribuzione gas nello stato di San Paolo

Eni cede a Petrobrasla controllata brasiliana

Pietro Ciucci

Paolo Scaroni

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46 Venerdì 28 Maggio 2010 MERCATI E FINANZA

Continua la realizzazione della struttura portante della nuova Unicredit, sempre più vocata ai

servizi sul territorio. Dopo la cre-azione del country chairman per l’Italia, il gruppo ha nominato i sette responsabili di territorio, manager che avranno il compito di gestire i rapporti con le istitu-zioni e i principali rappresentanti territoriali nella nuova UniCre-dit, per identificare appropriata-mente i bisogni delle comunità locali facilitando il dialogo con le unità di business. Si compie così un’altra tappa importante del progetto «Insieme per i clienti». I responsabili di territorio, il cui

incarico sarà pienamente ope-rativo dall’1 novembre, riporte-ranno direttamente al country chairman, Gabriele Piccini. Tra le varie attività, avranno il compito di formulare il piano di sviluppo della banca nel territo-rio, per poi sottoporlo al country chairman e ai tre responsabili delle reti di business.

Le nuove competenze sono state così divise: Nord Ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Ligu-

ria), con sede a Torino, Vladimiro Rambaldi, attuale vicedirettore generale di UniCredit private banking; Lombardia, con sede a Milano, Monica Cellerino, attuale direttore commerciale Piemonte Nord-Valle d’Aosta di UniCredit banca; Nord Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia), con sede a Verona, Clau-dio Rigo, attuale vice direttore generale di UniCredit banca; Centro Nord (Emilia-Romagna,

Toscana, Umbria, Marche), con sede a Bologna, Luca Lorenzi, attuale direttore generale Uni-Credit leasing; Centro (Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna), con sede a Roma, Antonio Muto, at-tuale responsabile del mercato Centro Sud di UniCredit corpo-rate banking; Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), con sede a Napoli, Felice Delle Femi-ne, attuale direttore commercia-le Puglia, Calabria, Basilicata di

UniCredit Banca di Roma; Sici-lia, con sede a Palermo, Roberto Bertola, attuale amministratore delegato del Banco di Sicilia.

Le nomine dei sette responsa-bili di territorio rappresentano, secondo il gruppo, è «un segnale tangibile della banca per rende-re concreto l’avvio di «Insieme per i clienti», il progetto con cui UniCredit, attraverso una semplifi cazione della struttu-ra societaria in Italia, mira ad aumentare ulteriormente la soddisfazione dei clienti e ad accrescere la già radicata vici-nanza della banca ai territori e alle comunità in cui opera».

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Continua la realizzazione della nuova struttura, basata sulle esigenze delle aree geograi che

Unicredit si fa in 7Con i top manager dei territori

Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia S.p.A. Sede Legale: C.so Verdi, 104 34170 Gorizia Capitale Sociale Euro 210.263.000,00 Registro Imprese di Gorizia e Codice Fiscale 91025940312 Partita IVA 01045800313 N. Iscr. Albo Banche 5577 Codice ABI 6340.4 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Appartenente al gruppo bancario “Intesa Sanpaolo” iscritto all’Albo dei Gruppi Bancari Socio Unico, Direzione e Coordinamento Intesa Sanpaolo S.p.A.

BANCA D’ITALIA

Eurosistema

VISTO il decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e

creditizia – TUB) e successive modiãche e integrazioni;

VISTA la legge 28 dicembre 2005, n. 262 recante “Disposizioni per la Tutela del Risparmio e la

Disciplina dei Mercati Finanziari”;

VISTI il provvedimento della Banca d’Italia n. 473798 del 27 aprile 2006 recante “Modalità

organizzative per l’attuazione del principio della distinzione fra funzioni istruttorie e funzioni decisorie

nell’ambito della procedura sanzionatoria (art. 24, comma 1, della legge 28 dicembre 2005, n. 262)”

e le Istruzioni di vigilanza in materia di procedura sanzionatoria amministrativa;

CONSIDERATO che la Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia ha accertato con

riguardo alla Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia spa (UD) l’irregolarità di seguito indicata:

- inosservanza degli obblighi di pubblicità, da parte del Direttore generale (art. 116 del d.lgs. 385/93;

tit. X, cap. 1, Sez. II, Istr. Vig. banche; art 53, comma 1, lett. d), del d.lgs. 385/93; tit. IV, cap. 11,

Sez. II, Istr. Vig. banche)

CONSIDERATO che la suddetta irregolarità è stata contestata secondo le formalità previste dall’art.

145 TUB all’esponente ritenuto responsabile e alla banca, responsabile in solido;

- OMISSIS –

VISTA la nota (OMISSIS) - corredata del parere (OMISSIS) dell’Avvocato Capo - con la quale la

Commissione per l’esame delle irregolarità, in osservanza del principio di distinzione fra funzioni

istruttorie e funzioni decisorie rispetto all’irrogazione della sanzione, ãssato dall’art. 24 della legge

262/05, ha proposto al Direttorio della Banca d’Italia l’applicazione di sanzioni amministrative

pecuniarie di cui all’art. 144 TUB nei confronti dell’esponente aziendale, trasmettendo i relativi atti;

IL DIRETTORIO

Preso atto che sussistono, in base alle motivazioni esposte nella citata proposta della Commissione,

qui integralmente richiamate e recepite, gli estremi per l’irrogazione di sanzioni amministrative

pecuniarie;

DISPONE

A carico della persona di seguito indicata, nella qualità precisata, è inäitta, ai sensi dell’art. 144

TUB, la seguente sanzione amministrativa pecuniaria:

Direttore Generale:

- DAL MAS Roberto

Per l’irregolarità sopra descritta 7.000,00.

- OMISSIS –

Roma, 16 marzo 2010

IL GOVERNATORE M. DRAGHI

Banca del Gruppo

Sede in Milano – Piazza A. Diaz n. 7Capitale sociale euro 70.504.505 i.v.

Codice Fiscale - Registro Imprese di Milano - P. IVA 00742640154R.E.A. di Milano n. 52219 - Iscritta all’U.I.C. al n. 10576C

olo

mbiC

&E

RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE

Si rende noto che la Relazione Finanziaria Semestrale (1 ottobre 2009 – 31 marzo 2010), corredatadalla relazione sulla revisione contabile limitata della Società Deloitte & Touche S.p.A., è a disposizionedei richiedenti presso la sede legale in Milano – Piazza A. Diaz n. 7 e presso la Borsa Italiana S.p.A.La suddetta documentazione è consultabile sul sito internet della società all’indirizzo “www.mittel.it”.

Il Consiglio di AmministrazioneMilano 28 maggio 2010

CATEGORIA IMPORTI AL %

IMPORTI AL %DI ATTIVITÀ 31/01/2010 30/04/2010

pubblicato ai sensi della circolare ISVAP n. 71 del 26/03/1987

Altri titoli di Statoemessi in euro € 47.169,00 100,00 € 46.692,00 100,00

Totale generale € 47.169,00 100,00 € 46.692,00 100,00

Riserve tecniche stimate € 40.989,00 € 40.858,00

Skandia Vita S.p.A.Via Fatebenefratelli, 3 - 20121 Milano

FONDO SKANDIA PREVIDENZA

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLE ATTIVITÀDELLE GESTIONI SEPARATE VITA

www.skandia.it

LA BANCA D’ITALIA - VISTO il decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia - TUB) e successive modifiche e integrazioni;

VISTA la legge 28 dicembre 2005, n. 262 recante “Disposizioni per la Tutela del Risparmio e la Disciplina dei Mercati Finanziari”;

VISTI il provvedimento della Banca d’Italia n. 473798 del 27 aprile 2006 recante “Modalità organizzative per l’attuazione del principio della distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisorie nell’ambito della procedura sanzionatoria (art. 24, comma 1, della legge 28 dicembre 2005, n. 262)” e le Istruzioni di vigilanza in materia di procedura sanzionatoria amministrativa;

CONSIDERATO che la Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia ha accertato con riguardo alla Banca Popolare di Cremona spa (CR) l’irregolarità di seguito indicata:

– inosservanza degli obblighi di pubblicità, da parte dell’Amministratore delegato (art. 116 del d.lgs. 385/93; tit. X, cap. 1, Sez. II, Istr. Vig. banche; art. 53, comma 1, lett. d), del d.lgs. 385/93; tit. IV, cap. 11, Sez. II, Istr. Vig. banche)

CONSIDERATO che la suddetta irregolarità è stata contestata secondo le formalità previste dall’art. 145 TUB all’esponente ritenuto responsabile e alla banca, responsabile in solido;

omissis

VISTA la nota - omissis - corredata del parere - omissis - dell’Avvocato Capo - con la quale la Commissione per l’esame delle irregolarità, in osservanza del principio della distinzione tra funzioni istruttorie e funzioni decisorie rispetto all’irrogazione della sanzione, fissato dall’art. 24 della legge 262/05, ha proposto al Direttorio della Banca d’Italia l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’art. 144 TUB nei confronti dell’esponente aziendale, tra-smettendo i relativi atti;

IL DIRETTORIOPreso atto che sussistono, in base alle motivazioni esposte nella citata proposta della Commis-sione, - omissis -, gli estremi per l’irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie;

DISPONEA carico della persona di seguito indicata, nella qualità precisata, è inflitta, ai sensi dell’art. 144 TUB, la seguente sanzione amministrativa pecuniaria:

Amministratore delegato: – DOLLINI Luciano

Per l’irregolarità sopra descritta € 5.160,00. omissis

Roma, delibera del 17.03.2010 IL DIRETTORE GENERALE Dr. Fabrizio Saccomanni

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47Venerdì 28 Maggio 2010Venerdì MERCATI E FINANZA

Per la società pugliese 2009 con fatturato a 393 mln

L’acquedotto rendeGrazie ai miglioramenti della rete

L’Acquedotto pugliese ha esaminato il bilancio consolidato 2009 che sarà sottoposto all’as-

semblea degli azionisti. Sotto il profilo dell’attività caratte-ristica, nel corso del 2009 il volume di acqua fatturato per la fornitura del servizio idrico integrato in Puglia e Campa-nia è stato di oltre 250 milioni di metri cubi.

Dal punto di vista economi-co, invece, il fatturato totale è stato di 393 milioni di euro, in crescita di circa 16,1 mi-lioni di euro (+4,3%) rispetto al 2008, in virtù di un incre-mento dei ricavi per vendita di beni e servizi dovuti anche a una sistematica e organica azione di recupero delle perdi-te amministrative su tutto il territorio servito (che ha per-messo di recuperare volumi consumati e non fatturati per 4,6 milioni di euro).

I costi gestionali si sono ridotti di circa 10 milioni di euro, grazie alle efficienze conseguite, principalmente, con l’internazionalizzazione dell’attività di depurazione e di compostaggio, la riduzio-ne delle spese generali e dei costi fissi di struttura e una virtuosa politica di risparmio energetico e questo nonostan-te l’incremento di alcuni costi esogeni (acqua grezza, canoni di concessione, smaltimento fanghi di depurazione).

Il margine operativo lordo

consolidato è cresciuto fino a 87,3 milioni di euro rispetto ai circa 61 milioni di euro del 2008, con un incremento di oltre 26,2 milioni (+43%). Al netto della gestione finanzia-ria della gestione straordina-ria e delle imposte di periodo, l’utile netto consolidato è sta-to di 12,6 milioni di euro (ri-spetto ai 2 milioni registrati nel 2008).

«I risultati di bilancio sono incoraggianti e siamo fiduciosi anche per il 2010, un anno in cui continueremo a raccogliere i frutti della riorganizzazione aziendale», ha dichiarato Ivo Monteforte, amministratore unico dell’Acquedotto puglie-se dal 2007.

«L’efficienza sui costi e la marginalità ci permetteran-no di ottenere finanziamen-

ti per coprire gli interventi previsti nel Piano d’ambito 2010-2018. Con costanza stia-mo proseguendo nel percorso di risanamento e rinnovamen-to dell’Acquedotto pugliese in-trapreso», ha spiegato ancora Monteforte. «Esso ha visto ne-gli ultimi due esercizi investi-menti annui pari a 200 milioni di euro, decuplicati rispetto al 2004, con positive e importan-ti ricadute sull’economia del territorio»,

Acquedotto pugliese spa, con reti idriche per oltre 20 mila chilometri al servizio di 4 milioni di cittadini, 10 mila chilometri di reti fognarie e 180 depuratori, è tra i mag-giori player nazionali nella gestione del ciclo idrico inte-grato.

© Riproduzione riservata

Case New Holland (Cnh), controllata dal gruppo Fiat, e Kamaz han-no siglato un accordo

per istituire una joint venture commerciale, quale perfeziona-mento di un accordo precedente per commercializzare trattori e macchine prodotti in Russia. Alla sigla, ieri a Mosca, sono intervenuti il direttore gene-rale di Kamaz, Sergey Kogogin e l’amministratore delegato di Cnh international, Franco Fu-signani. Questo è un ulteriore passo dopo l’accordo sulla coo-perazione industriale raggiun-to nel marzo di quest’anno e destinato a formare una nuova alleanza con risorse, tecnologia e rete di concessionari, necessa-ri per fornire una migliore assi-stenza ai clienti russi di mezzi e

attrezzature agricole. Nella nuo-va società, Cnh-Kamaz-Com-merce, il 51% delle azioni sarà di proprietà di Cnh, mentre il restante 49% sarà di Kamaz.Il contratto preliminare tra le parti era stato fi rmato nell’otto-bre 2009, dal direttore generale della società statale Russian technologies e presidente del consiglio di amministrazione di Kamaz, Sergei Chemezov e dal presidente di Cnh global e amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, alla pre-senza del primo ministro della Russia, Vladimir Putin. Poi, il 22 marzo, era stata costituita una joint venture industriale per la produzione di macchine agricole presso lo stabilimento di Nabe-rezhnye Chelny, Tatarstan.

© Riproduzione riservata

Via a jv dopo l’accordo di marzo

Fiat va in Russiacon i trattori Cnh

Coeclerici logistics, (gruppo Coeclerici) che si occupa di logistica internazionale nel campo delle materie prime, ha siglato un accordo con Berau coal, uno dei principali esportatori di carbone indonesiani, per un progetto di logistica offshore. Il contratto, decennale, riguarda i servizi di trasbordo di carbone, per circa 40 milioni di tonnellate nell’arco del contratto.Il progetto prevede la costruzione di un ter-minal galleggiante da 11 mila tonnellate di stazza lorda ad alto contenuto tecnologico, fi nalizzato a ottimizzare il processo logisti-co della movimentazione del carbone dalle miniere dell’isola del Borneo, alle navi oceaniche. L’investimento è di 20 milioni di euro e l’entrata in servizio è prevista nella seconda metà del 2011.

Antonio O.Ciampi© Riproduzione riservata

Terminal Coeclericiin Indonesia

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DEGLI INVESTIMENTI AL 30 APRILE 2010

Pubblicazione ai sensi delle circolari ISVAP n. 71 del 26 marzo 1987 e n. 336/S del 17 giugno 1998

Arca Vita S.p.A.

Capogruppo del Gruppo Assicurativo Arca

Capitale Sociale € 90.000.000,00 interamente versato - Direzione: Via San Marco, 48 - 37138 - Verona tel 045/8182111, fax 045/8102034

Sede Legale: Via San Marco, 48 - Impresa autorizzata all'esercizio delle assicurazioni con D.M. 18331 del 9/11/1989 - Reg. Società di Verona n. 24967

C.C.I.A.A. Verona n. 207330 - P. IVA 01947090237

Composizione

al 31.01.10

Composizione

al 30.04.10

CATEGORIA DI ATTIVITA’ Importi in Euro % Importi in Euro %

Titoli di Stato 1.195.145.121 62,06 1.387.721.856 68,82

Obbl. Quotate in Euro 466.333.863 24,22 460.122.701 22,82

Obbl. Quotate in valuta 2.424.802 0,13 2.637.884 0,13

Obbl. Non Quotate in Euro 21.330.028 1,11 19.527.603 0,97

Obbl. Non Quotate in valuta 12.307.250 0,64 11.864.501 0,59

Titoli Azionari Quotati in Euro 47.448.029 2,46 34.957.304 1,73

Titoli Azionari Quotati in Valuta 3.392.704 0,18 4.223.385 0,21

Warrant 630 - 630 -

Quote di OICR 131.513.445 6,83 68.515.686 3,40

Strumenti derivati -379.011 -0,02 -296.886 -0,01

Liquidità 46.000.000 2,39 27.000.000 1,34

Totale Attività 1.925.516.861 100,00 2.016.274.664 100,00

Composizione

al 31.01.10

Composizione

al 30.04.10

CATEGORIA DI ATTIVITA’ Importi in Euro % Importi in Euro %

Beni Immobili 1.802.836 0,64 1.802.836 0,65

Titoli di Stato 195.736.005 69,35 196.907.982 70,82

Obbl. Quotate in Euro 61.746.998 21,88 59.158.397 21,28

Obbl. Non Quotate in Euro - - 1.005.600 0,36

Titoli Azionari Quotati in Euro 3.752.729 1,33 3.141.794 1,13

Titoli Azionari Quotati in Valuta 908.415 0,32 942.704 0,34

Warrant 3.542 - 3.542 -

Quote di OICR 15.308.609 5,42 15.080.121 5,42

Liquidità 3.000.000 1,06 - -

Totale Attività 282.259.134 100,00 278.042.976 100,00

Composizione

al 31.01.10

Composizione

al 30.04.10

CATEGORIA DI ATTIVITA’ Importi in Euro % Importi in Euro %

Titoli di Stato 103.226.659 82,58 87.473.733 69,39

Obbl. Quotate in Euro 17.854.426 14,28 35.729.221 28,35

Quote di OICR 2.919.576 2,34 2.843.184 2,26

Liquidita' 1.000.000 0,80 - -

Totale Attività 125.000.661 100,00 126.046.138 100,00

Gestione separata “OSCAR” Gestione separata “OSCAR 100%” Gestione separata “OSCAR DUE”

www.arcassicura.com

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48 Venerdì 28 Maggio 2010 MERCATI E FINANZA

Enel. Le offerte per la rete di Endesa «sono arrivate a 20 e le stiamo esaminando con grande attenzione». Lo ha detto l’a.d. di Enel, Fulvio Conti. Quanto alla chiusura del dossier en-

tro l’estate, Scaroni ha detto: «Speriamo, ma ci sono tempi tecnici per la valutazione delle offerte».

Esso. Gian Battista Merlo, pre-

sidente, consigliere delegato e direttore generale di Esso italia-na e presidente di ExxonMobil italiana gas, lascerà le società il 30 giugno per raggiunti limiti di età, dopo 39 anni di servizio.

I soci designeranno a sostitu-irlo Giancarlo Villa, nominan-dolo nelle stesse cariche sociali.

Confi ndustria e UniCredit hanno siglato un accordo di

collaborazione per favorire la realizzazione di progetti eco-nomici di operatori italiani in Libia. UniCredit offrirà alle aziende associate a Confi ndu-stria servizi di consulenza e di

interfaccia con i clienti inte-ressati e con gli organismi libici preposti all’erogazione di facilitazioni fi nanziarie.

Abi. Il 3 giugno, quando i saggi torneranno a riunir-si a Milano, è possibile che non riescano ancora a scio-gliere tutti i nodi legati alla presidenza. La carica è con-tesa tra Corrado Faissola e Giuseppe Mussari. L’attua-le leader dei banchieri non sarebbe infatti intenzionato né a fare un passo indietro, né ad accontentarsi di un altro ruolo.

Enav ha registrato nel 2009 un calo dei ricavi di 40 mi-lioni, ma ha chiuso con un utile di circa 8 milioni. È quanto riferisce una nota della società diffusa dopo l’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea.

Coface ha chiuso il primo trimestre con ricavi di 401 mln euro (412), un ebit di 24 mln (-76) e un utile netto di 15 mln (-37). Per il 2010, Coface ha previsto una cre-scita mondiale del 3%. La ripresa rimane, tuttavia, al di sotto del tasso medio di crescita osservato negli anni favorevoli.

BREVI

PROSPETTI DELLE ATTIVITÀ DELLE GESTIONI SEPARATE AL 31.03.2010, in conformità alle circolari

ISVAP nn. 71 dd. 26.3.1987, 336/S dd. 17.6.1998 e 471/D dd. 12.2.2002.

Periodo di esercizio 1.1.2010 - 31.12.2010

GESTIONE SPECIALE FONDO S. GIUSTO Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 125.494.284 41,21 37,05

Titoli obbligazionari Euro 179.026.014 58,79 59,71

Titoli azionari Euro 0,00 0,00 0,00

Altre attività Euro 0,00 0,00 3,24

Totale attività Euro 304.520.298 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE FONDO S. GIUSTO VALORE Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 65.494.009 36,69 38,04

Titoli obbligazionari Euro 113.021.836 63,31 61,96

Titoli azionari Euro 0,00 0,00 0,00

Altre attività Euro 0,00 0,00 0,00

Totale attività Euro 178.515.845 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE FONDO S. GIUSTO VALORE 2 Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 47.592.853 67,63 48,06

Titoli obbligazionari Euro 22.780.184 32,37 51,94

Titoli azionari Euro 0,00 0,00 0,00

Altre attività Euro 0,00 0,00 0,00

Totale attività Euro 70.373.037 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE FONDO S. GIUSTO VALORE 3 Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009 Titoli di stato Euro 11.679.224 65,27 81,26

Titoli obbligazionari Euro 6.215.131 34,73 18,74

Titoli azionari Euro 0,00 0,00 0,00

Altre attività Euro 0,00 0,00 0,00

Totale attività Euro 17.894.355 100,00 100,00

Antoniana Veneta Popolare Vita S.p.A. - Sede legale: Largo Ugo Irneri, 1 - 34123 Trieste - Tel. +39 040 3119.19 Fax +39 040 3119.22 - CF, P. IVA e Reg. impr. di Trieste n. 00791040322 - Capitale sociale euro 100.000.000 i.v. - Iscritta all’Albo imprese di assicurazione n. 1.00097 - Società soggetta all’attività congiunta di direzione e coordinamento di Allianz S.p.A. e Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

RB Vita S.p.A. - Sede legale: Corso Italia, 23 - 20122 Milano - Telefono +39 02 7216.1 - Fax +39 02 7216.5304 - CF, P. IVA e Registro imprese di Milano n. 02914890153 - Capitale sociale euro 191.000.000 i.v. - Iscritta all’Albo imprese di assicurazione n. 1.00052 - Società con unico socio, appartenente al gruppo assicurativo Allianz, iscritto all’Albo gruppi assicurativi n. 018 - Soggetta alla direzione e coordinamento di Allianz S.p.A.

PROSPETTO DELLE ATTIVITÁ DELLE GESTIONI SEPARATE AL 31.03.2010, in conformità alle circolari ISVAP nn. 71 dd. 26.3.1987, 336/S dd. 17.6.1998 e 471/D dd. 12.2.2002.

Periodo di esercizio 1.10.2009 - 30.9.2010

GESTIONE SPECIALE VITARIV Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione %di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 1.941.067.339 64,65 65,04 Titoli obbligazionari Euro 868.610.584 28,93 28,06Titoli azionari Euro 97.222.930 3,24 3,22Altre attività Euro 95.485.361 3,18 3,68Totale attività Euro 3.002.386.214 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE PREVIRIV Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 2.109.568 94,73 91,71Titoli obbligazionari Euro 92.181 4,14 4,18Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00 Altre attività Euro 25.178 1,13 4,11Totale attività Euro 2.226.927 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE CAPITALPREVI Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 60.013.393 77,62 77,34Titoli obbligazionari Euro 14.827.593 19,18 18,73Titoli azionari Euro 1.485.682 1,92 1,90Altre attività Euro 986.570 1,28 2,03Totale attività Euro 77.313.238 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE LINEA SICURA Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione %di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 19.429.804 67,65 57,89Titoli obbligazionari Euro 8.793.593 30,61 26,05Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00 Altre attività Euro 500.217 1,74 16,06 Totale attività Euro 28.723.614 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VALORE VALUTA CHF (Euro / Chf : 1,4276)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato CHF 20.060.670 41,90 48,07Titoli obbligazionari CHF 25.949.096 54,20 50,05 Titoli azionari CHF 0 0,00 0,00 Altre attività CHF 1.865.212 3,90 1,88 Totale attività CHF 47.874.978 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VALORE VALUTA JPY (Euro / Jpy : 125,93)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2010Titoli di stato JPY 2.922.626.632 80,10 78,28Titoli obbligazionari JPY 438.348.379 12,02 11,32 Titoli azionari JPY 0 0,00 0,00 Altre attività JPY 287.566.361 7,88 10,40 Totale attività JPY 3.648.541.372 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VALORE VALUTA USD (Euro / USD : 1,3479) Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato USD 257.946.830 71,88 68,89Titoli obbligazionari USD 96.674.392 26,95 29,58Titoli azionari USD 0 0,00 0,00 Altre attività USD 4.199.367 1,17 1,53 Totale attività USD 358.820.589 100,00 100,00

Periodo di esercizio 1.1.2010 - 31.12.2010

GESTIONE SPECIALE CAPITALVITA Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione %di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 261.216.654 65,56 67,38Titoli obbligazionari Euro 121.064.519 30,39 27,54 Titoli azionari Euro 10.663.627 2,68 2,60 Altre attività Euro 5.470.385 1,37 2,48Totale attività Euro 398.415.185 100,00 100,00

Reyl (Lux) Global Sicavwww.reyl.ch

Valori al 26/05/2010

Elite France-Europe B EUR 85,16Elite France-Europe F EUR 83,45Em Debt Opp. B($) USD 95,16Em Debt Opp. C(Chf) CHF 95,10Em Debt Opp. E EUR 95,14Em Mkts Eq B($) USD 98,59Em Mkts Eq F($) USD 98,35Em Mkts Eq J(Chf) CHF 104,31Em Mkts Eq L EUR 106,71Europe Low Vol B EUR 93,58Europe Low Vol C(Chf) CHF 90,12Europe Low Vol F EUR 92,58Europe Low Vol H EUR 92,37European Equities B EUR 187,84European Equities C(Chf) CHF 172,34European Equities F EUR 184,49European Equities H EUR 180,54European Opp B EUR 96,89European Opp C(Chf) CHF 94,75European Opp D($) USD 96,41European Opp F EUR 96,37European Opp N(Chf) CHF 94,32North American Eq. B($) USD 124,94North American Eq. E EUR 120,49North American Eq. F($) USD 123,57North American Eq. G EUR 118,35North American Eq. H($) USD 119,47

Valori al 26/05/2010

European Value A1 EUR 1237,36

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1052,77

Japan A1 EUR 571,12

US Large Cap Value A1 EUR 1144,05

US Large Cap Value C1 USD 933,43

W&R Science & Technology A1 EUR 946,20

POLIZZE UNIT LINKED

www.chiaravita.it

Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,191 21/05/2010

Unidesio 760072 9,924 21/05/2010

Unidesio 760073 9,941 21/05/2010

Unidesio 760074 9,833 21/05/2010

Unidesio 760075 11,694 21/05/2010

Unidesio 760077 10,535 21/05/2010

Unidesio 760078 9,986 21/05/2010

Unidesio 760079 10,454 21/05/2010

Unidesio 760080 10,171 21/05/2010

Unidesio 760082 9,468 21/05/2010

Unidesio 760083 10,932 21/05/2010

Unidesio 760085 10,242 21/05/2010

Unidesio 760087 11,051 21/05/2010

Unidesio 760088 9,064 21/05/2010

Unidesio 760089 11,171 21/05/2010

Unidesio 760090 7,001 21/05/2010

Unidesio 760091 10,369 21/05/2010

Unidesio 760092 10,336 21/05/2010

Unidesio 760093 10,064 21/05/2010

Unidesio 760094 10,629 21/05/2010

Unidesio 760095 10,127 21/05/2010

Unidesio 760096 10,149 21/05/2010

Unidesio 760097 10,405 21/05/2010

Unidesio 760098 10,646 21/05/2010

Unidesio 760099 10,693 21/05/2010

Unidesio 760100 10,201 21/05/2010

Unidesio 760101 10,443 21/05/2010

Unidesio 760102 10,127 21/05/2010

Unidesio 760104 10,144 21/05/2010

Unidesio 760105 10,564 21/05/2010

Unidesio 760106 10,301 21/05/2010

Unidesio 760109 10,458 21/05/2010

Unidesio 760110 10,372 21/05/2010

Unidesio 760111 10,374 21/05/2010

Unidesio 760124 10,726 21/05/2010

Unidesio 760125 10,461 21/05/2010

Unidesio 760126 9,994 21/05/2010

Unidesio 760129 10,871 21/05/2010

Unidesio 760130 10,478 21/05/2010

Unidesio 760131 10,522 21/05/2010

Unidesio 760132 10,341 21/05/2010

Unidesio 760133 10,376 21/05/2010

Unidesio 760134 10,411 21/05/2010

Unidesio 760137 10,336 21/05/2010

Unidesio 760138 10,435 21/05/2010

Unidesio 760139 10,798 21/05/2010

Unidesio 760140 10,675 21/05/2010

Unidesio 760141 10,128 21/05/2010

Unidesio 760143 10,127 21/05/2010

Unidesio 760144 10,122 21/05/2010

Unidesio 760145 10,326 21/05/2010

Unidesio 760147 10,371 21/05/2010

Unidesio 760148 10,218 21/05/2010

Unidesio 760149 10,374 21/05/2010

Unidesio 760150 10,320 21/05/2010

Unidesio 760156 9,919 21/05/2010

Unidesio 760157 10,171 21/05/2010

Unidesio 760158 9,973 21/05/2010

Unidesio 760159 10,025 21/05/2010

Unidesio 760160 9,836 21/05/2010

Unidesio 760161 9,970 21/05/2010

Unidesio 760162 9,970 21/05/2010

Unidesio 760163 9,964 21/05/2010

Unidesio 760166 9,997 21/05/2010

Unidesio 760167 9,979 21/05/2010

Unidesio 760168 9,969 21/05/2010

Unidesio 760169 9,821 21/05/2010

Unidesio 760170 9,509 21/05/2010

Unidesio 760171 10,024 21/05/2010

Unidesio 760173 9,908 21/05/2010

Unidesio 760174 9,901 21/05/2010

Unidesio 760178 10,000 10/05/2010

Unidesio 760179 9,859 21/05/2010

Unidesio 760180 9,997 21/05/2010

Unidesio 760181 10,000 24/05/2010

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Distributore Principale:

BANCA FINNAT EURAMERICA TEL. 06 69933.475 - www.finnat.it

N.M. Euro Bonds Short Term EUR 130,77 131,71N.M. Euro Equities EUR 35,57 35,47N.M. Global Equities EUR 48,22 48,78N.M. Infl ation Linked Bd Europe EUR 103,89 -N.M. Q7 Corporate Bd EUR 153,55 155,18N.M. Q7 High Quality Bd EUR 129,71 130,96N.M. Q7 Pan European Eq. EUR 71,69 71,80N.M. Previra World Conservative EUR 121,90 123,08N.M. Large Europe Corporate EUR 113,75 114,78N.M. Q7 Active Equities Internat. EUR 78,90 78,94N.M. Q7 Alpha Balanced EUR 100,40 -

Valori al 26/05/2010

Valori al 21/05/2010

N.M. Q7 GlobalFlex classe A EUR 106,79 103,43N.M. Total Return Flexible EUR 114,91 -

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 10,72 27/05/2010 GBP 9,15 27/05/2010 USD 13,12 27/05/2010

Healthcare Opportunities EUR 6,78 27/05/2010 GBP 5,80 27/05/2010 USD 8,30 27/05/2010

Polar Japan Fund USD 16,28 27/05/2010 GBP 11,37 27/05/2010 JPY 1456,17 27/05/2010

UK Absolute Return EUR 12,09 27/05/2010 GBP 10,29 27/05/2010 USD 14,74 27/05/2010 EUR 12,16 27/05/2010 GBP 10,36 27/05/2010 USD 14,83 27/05/2010

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

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Allianz S.p.A. - Sede legale: Largo Ugo Irneri, 1 - 34123 Trieste - Tel. +39 040 7781.111 - Fax +39 040 7781.311 - CF, P. IVA e Registro

imprese di Trieste n. 05032630963 - Cap. soc. euro 403.000.000 i. v. - Iscritta all’Albo imprese di assicurazione n. 1.00152 - Capogruppo

del gruppo assicurativo Allianz, iscritto all’Albo gruppi assicurativi n. 018 - Società controllata, tramite A.C.I.F. S.p.A., da Allianz SE - Monaco

Allianz S.p.A. - PROSPETTI DELLE ATTIVITÀ DELLE GESTIONI SEPARATE AL 31.3.2010 in conformità alle circolari ISVAP nn. 71

del 26.3.1987, 336/S del 17.6.1998 e 471/D del 12.2.2002

Divisione

Periodo di esercizio 1.01.2010 - 31.12.2010

GESTIONE SPECIALE POLIZZE VITA E.P.U

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 794.561.828 50,12 50,03 Titoli obbligazionari Euro 734.466.969 46,32 46,22 Titoli azionari Euro 30.401.588 1,92 2,11Altre attività Euro 26.063.328 1,64 1,64Totale attività Euro 1.585.493.713 100,00 100,00 GESTIONE SPECIALE POLIZZE VITA E.P.U VALORE

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 58.967.361 75,74 75,21 Titoli obbligazionari Euro 17.084.616 21,94 22,27Titoli azionari Euro 1.056.724 1,35 1,30 Altre attività Euro 758.303 0,97 1,22 Totale attività Euro 77.867.004 100,00 100,00

Divisione

Periodo di esercizio 1.10.2009 - 30.09.2010

GESTIONE SPECIALE VITARIV

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 5.754.046.024 64,79 64,27Titoli obbligazionari Euro 2.510.528.214 28,26 28,34Titoli azionari Euro 318.252.064 3,58 3,63Altre attività Euro 299.346.540 3,37 3,76 Totale attività Euro 8.882.172.842 100,00 100,00 GESTIONE SPECIALE PREVIRIV

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 153.545.127 57,75 52,71Titoli obbligazionari Euro 91.763.007 34,52 36,60Titoli azionari Euro 11.258.780 4,23 4,58Altre attività Euro 9.311.167 3,50 6,11 Totale attività Euro 265.878.081 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE FORMULA SICURA

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 39.362.128 57,25 57,06Titoli obbligazionari Euro 27.874.052 40,54 37,96Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00Altre attività Euro 1.516.126 2,21 4,98 Totale attività Euro 68.752.306 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VALORE VALUTA CHF (Valore del CHF al 31.03.2010 per Euro: 1,4276)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato CHF 6.053.174 57,89 64,95Titoli obbligazionari CHF 3.637.429 34,79 32,99Titoli azionari CHF 0 0,00 0,00Altre attività CHF 765.553 7,32 2,06 Totale attività CHF 10.456.156 100,00 100,00

GESTIONE VALORE VALUTA JPY (Valore del JPY al 31.03.210 per Euro: 125,93)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato JPY 136.124.759 88,99 89,34Titoli obbligazionari JPY 0 0,00 0,00Titoli azionari JPY 0 0,00 0,00Altre attività JPY 16.835.923 11,01 10,66 Totale attività JPY 152.960.682 100,00 100,00

GESTIONE VALORE VALUTA USD (Valore delUSD al 31.03.2010 per Euro: 1,3479)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato USD 7.559.527 82,43 76,63Titoli obbligazionari USD 1.516.973 16,54 21,15Titoli azionari USD 0 0,00 0,00Altre attività USD 94.525 1,03 2,22 Totale attività USD 9.171.025 100,00 100,00

Divisione

Periodo di esercizio 1.10.2009 - 30.09.2010

GESTIONE SPECIALE VITARIV Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 958.784.671 67,41 65,49

Titoli obbligazionari Euro 363.029.141 25,52 26,71

Titoli azionari Euro 42.753.687 3,01 3,28

Altre Attività Euro 57.735.840 4,06 4,52

Totale attività Euro 1.422.303.339 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE PREVIDENZA SICURA Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 13.759.191 62,40 52,11

Titoli obbligazionari Euro 7.816.152 35,45 32,53

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 475.119 2,15 15,36

Totale attività Euro 22.050.462 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VALORE VALUTA CHF (Valore del CHF al 31.03.2010 per Euro: 1,4276)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato CHF 370.981 40,03 0,00

Titoli obbligazionari CHF 338.475 36,52 96,54

Titoli azionari CHF 0 0,00 0,00

Altre attività CHF 217.359 23,45 3,46

Totale attività CHF 926.815 100,00 100,00

GESTIONE VALORE VALUTA JPY (Valore del JPY al 31.03.2010 per Euro: 125,93)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato JPY 10.394.224 95,79 97,61

Titoli obbligazionari JPY 0 0,00 0,00

Titoli azionari JPY 0 0,00 0,00

Altre attività JPY 457.118 4,21 2,39

Totale attività JPY 10.851.342 100,00 100,00

GESTIONE VALORE VALUTA USD (Valore del USD al 31.03.2010 per Euro: 1,3479)

Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato USD 710.289 23,12 38,53

Titoli obbligazionari USD 2.325.084 75,67 59,43

Titoli azionari USD 0 0,00 0,00

Altre attività USD 37.281 1,21 2,04

Totale attività USD 3.072.654 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VIPREV Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 1.224.640 99,41 84,16

Titoli obbligazionari Euro 0 0,00 0,00

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 7.217 0,59 15,84

Totale attività Euro 1.231.857 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE VIDOR Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di Stato Euro 104.424.441 60,28 59,95

Titoli obbligazionari Euro 56.007.621 32,32 31,07

Titoli azionari Euro 2.773.315 1,60 1,56

Altre attività Euro 10.048.110 5,80 7,42

Totale attività Euro 173.253.487 100,00 100,00

Periodo di esercizio 1.01.2010 - 31.12.2010

GESTIONE SPECIALE POLIZZE VITA USARIV Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 341.443.234 75,20 74,65

Titoli obbligazionari Euro 101.364.790 22,32 21,36

Titoli azionari Euro 4.496.883 0,99 0,98

Altre attività Euro 6.788.662 1,49 3,01

Totale attività Euro 454.093.569 100,00 100,00

Periodo di esercizio 1.10.2009 - 30.9.2010

GESTIONE SPECIALE ASSIVITA Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009 Titoli di stato Euro 140.966.252 77,65 78,58

Titoli obbligazionari Euro 36.307.294 20,00 14,83

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 4.271.397 2,35 6,59

Totale attività Euro 181.544.943 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE PREVIR Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 39.301.668 78,93 77,32

Titoli obbligazionari Euro 9.672.474 19,43 20,22

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 815.688 1,64 2,46

Totale attività Euro 49.789.830 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE SUPERVITA Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 29.314.406 88,99 85,63

Titoli obbligazionari Euro 3.029.799 9,20 12,37

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 595.427 1,81 2,00

Totale attività Euro 32.939.632 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE CIERRE GEST Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 1.367.457 92,67 92,28

Titoli obbligazionari Euro 79.973 5,42 5,26

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 28.117 1,91 2,46

Totale attività Euro 1.475.547 100,00 100,00

Periodo di esercizio 1.1.2010 - 31.12.2010

GESTIONE SPECIALE ASSIGEST Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 24.432.511 85,84 85,60

Titoli obbligazionari Euro 3.667.156 12,89 12,85

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 362.072 1,27 1,55

Totale attività Euro 28.461.739 100,00 100,00

L’Assicuratrice Italiana Vita S.p.A. - Sede legale: Corso Italia, 23 - 20122 Milano - Telefono +39 02 7216.1 Fax +39 02 7216.2823 - CF, P. IVA e Reg. impr. di Milano n. 08965200150 - Capitale sociale euro 10.920.000 i.v. Iscritta all’Albo imprese di assicurazione n. 1.00094 - Società con unico socio, appartenente al gruppo assicurativo Allianz, iscritto all’Albo gruppi assicurativi n. 018 - Soggetta alla direzione e coordinamento di Allianz S.p.A.

PROSPETTI DELLE ATTIVITÀ DELLE GESTIONI SEPARATE AL 31.03.2010, in conformità alle circolari

ISVAP nn. 71 dd. 26.3.1987, 336/S dd. 17.6.1998 e 471/D dd. 12.2.2002.

CreditRas Vita S.p.A. - Sede legale: Corso Italia, 23 - 20122 Milano - Telefono +39 02 7216.1 - Fax +39 02 7216.4032

CF e Registro imprese di Milano n. 11432610159 - P. IVA n. 11931360157 - Cap. soc. deliberato euro 130.101.000

Cap. soc. versato euro 102.000.000 - Iscritta all’Albo imprese di assicurazione n. 1.00121 - Società appartenente al gruppo

assicurativo Allianz, iscritto all’Albo gruppi assicurativi n. 018 - Soggetta alla direzione e coordinamento di Allianz S.p.A

PROSPETTI DELLE ATTIVITÀ DELLE GESTIONI SEPARATE AL 31.3.2010 in conformità alle circolari

ISVAP nn. 71 del 26.3.1987 - 336/S del 17.6.1998 - 471/D del 12.2.2002

Periodo di esercizio 1.1.2010 - 31.12.2010

GESTIONE SPECIALE 2R GEST Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009

Titoli di stato Euro 87.588.909 95,38 95,51

Titoli obbligazionari Euro 1.008.530 1,10 1,04

Titoli azionari Euro 1.274.472 1,39 1,40

Altre attività Euro 1.953.536 2,13 2,05

Totale attività Euro 91.825.447 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE FUTURORO Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 273.447.051 86,68 87,82

Titoli obbligazionari Euro 31.307.715 9,92 9,88

Titoli azionari Euro 1.153.186 0,37 0,36

Altre attività Euro 9.568.520 3,03 1,94

Totale attività Euro 315.476.472 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE FUTURORO DUE Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 58.850.606 73,95 77,25

Titoli obbligazionari Euro 18.433.749 23,16 19,60

Titoli azionari Euro 903.225 1,13 1,15

Altre attività Euro 1.397.570 1,76 2,00

Totale attività Euro 79.585.150 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE UNIFIN Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 636.065.327 83,47 85,57

Titoli obbligazionari Euro 117.482.414 15,42 11,37

Titoli azionari Euro 2.583.614 0,34 1,54

Altre attività Euro 5.877.353 0,77 1,52

Totale attività Euro 762.008.708 100,00 100,00

GESTIONE SPECIALE UNIPREVI Categoria Divisa Valori al Composizione % Composizione % di attività 31.03.2010 al 31.03.2010 al 31.12.2009Titoli di stato Euro 669.143 98,82 98,30

Titoli obbligazionari Euro 0 0,00 0,00

Titoli azionari Euro 0 0,00 0,00

Altre attività Euro 7.972 1,18 1,70

Totale attività Euro 677.115 100,00 100,00

V I T A SS P A

Scioglimento del Patto Parasociale Ai sensi dell’art. 122 del Dlgs 24 febbraio 1998, n. 58 e dell’articolo 131, comma 3, lett. b) del Regolamento CONSOB del 14 maggio 1999 n. 11971, si rende noto lo scioglimento del Patto Parasociale tra Falck S.p.A. e Italgest S.p.A. stipulato in data 27 marzo 2007. Lo scioglimento è conseguente alla cessione della partecipazione detenuta da Italgest S.p.A sul mercato, comunicata al mercato in data 29 gennaio 2010.

Milano, 28 maggio 2010

ACTELIOS S.P.A.Sede legale in MilanoC.so Venezia 16Capitale Sociale€ 67.680.000

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Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

VALORI AL 17/05/10

Adesso Index Aprile '07 86,440 A2 | A | A+ - | A- | A-

Adesso Index Febbraio '07 96,566 A2 | A- | A- * - | A- | A-

Alba Carim Index 08/07 101,347 - | BBB- | - A2 | A+ | AA-

Alba Carim Index 11/06 98,355 - | BBB- | - Aa2 | AA | AA

Alti Percorsi Index 1 – 2007 98,357 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

AltiPercorsi Index 2005 102,683 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-

CariChieti Index Linked 2005 100,250 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Carichieti index linked 2006 96,770 Aa2 | A+ | AA- A1 | A | A+

Carichieti Index Linked 2007 97,505 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Cedola Index 99,880 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Creberg altiplano marzo 07 95,765 - | A- | A- - | A- | A-

Creberg Altiplano Aprile '07 85,880 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Creberg Polar Aprile '07 85,750 Baa3 | - | BBB+ - | A- | A-

Derby Index Linked Dicembre 2006 89,440 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A | A ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 90,350 - | (1) | - - | A- | A-

DOMANIDEA 2 – INDEX LINKED 2007 93,081 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

DomanIdea 3 - Index Linked 2007 98,950 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Nuove Frontiere 100,420 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere II Serie (�) N/D WR | NR | NR Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 91,210 - | BBB+ | A- Aa2 | AA | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 96,480 Aa2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VI serie 116,130 Aa2 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere VII serie 93,081 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-

Duomo Index Nuove Frontiere VIII serie 98,950 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+ *****

Duomo Index Performance Positiva 111,350 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

ExtraFrutti - Index Linked 2008 101,885 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 97,675 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 95,960 Aa2 | A+ | A+

Index Up 1-2008 85,015 A2 | A | A Aa2 | A+ | A+

Index Up 2 - 2005 99,951 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Up 3 - 2005 102,461 - | BBB+ | A- Aa2 | A+ | A+

Index Up 4 - 2005 99,469 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 2 - 2004 99,870 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Indice Più 3 98,970 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Indice Più 4 - 2004 99,409 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 1 - 2005 102,153 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

Prima Classe 2 - 2005 102,530 - | BBB+ | A- Aa3 | A | A ****

Prima Classe 2005 - Edizione speciale Progetti Regionali 101,180 A3 | A- | A- Aa2 | A+ | A+

Prima Classe 3 - 2005 97,748 A2 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Scelgo Index 10 97,650 Baa3 | - | - A2 | A+ | AA-

Scelgo Index 11 97,395 Baa3 | - | - A1 | A+ | A+

Scelgo index 12 98,088 Baa3 | - | - Aa2 | AA | AA

Scelgo Index 13 96,516 Baa3 | - | - Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 14 96,098 Baa3 | - | - Aa1 | AA- | AA-

Treviso Index 2007 98,357 A3 | - | - Aa3 | A+ | A+

Uni Class 98,27 Aa3 | A | AA- Aa3 | A | A+

2,40% S&P/Mib CRESCITA ITALIA SERIE XIV LUGLIO 2005 96,690 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

2,80% EURO DOLLARO SERIE XV SETT 05 98,173 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

3% Cliquet Crescita Italia SERIE III - 2 2005 98,450 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

3% Cliquet Crescita USA SERIE II 1/2005 100,540 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

3% Top Coupon Index Linked serie XIII 2003 99,655 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3% TOP COUPON INDEX LINKED SERIE XV - 2003 99,922 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

3,0% Top Coupon Serie XII - 2003 99,699 A1 | A | A+ *** Aa3 | A | A ****

3,15% GRIFO COUPON - SERIE VI MAGGIO 2004 98,258 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

3,20% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE VII GIUGNO 2004 99,880 A3 | A- | A-

3,60% Coupon Serie X - 2003 99,709 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

3,75% crescita USA index linked serie XIV settembre 2004 99,856 A1 | A | A+ *** Aa2 | A+ | A+

3,80% S&P / Mib CRESCITA ITALIA SERIE XVII DICEMBRE 2004 99,420 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% Crescita U.S.A. Index Linked Serie X Agosto 2004 99,639 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA U.S.A. INDEX LINKED SERIE XV NOVEMBRE 2004 98,450 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,0% CRESCITA USA SERIE XIII OTTOBRE 2004 98,830 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 89,070 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 95,074 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 93,360 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VI Aprile 2007 88,644 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie VII Aprile 2007 88,764 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

4,30% International Serie X Giugno 2007 94,830 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 94,140 A2 | A | A Aa3 | A+ | A+

Capital Index Serie II 2005 98,888 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Capital Index SERIE IV 2005 96,270 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index serie VI 2004 99,966 Aa2 | AA | AA Aa2 | AA | AA

CAPITAL INDEX SERIE VI 2005 97,000 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Capital Index Serie X 2004 99,480 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XII 2004 99,120 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XIV 2004 98,930 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVI 2004 98,560 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CAPITAL INDEX SERIE XVII 2004 98,210 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Capital index serie XX 2004 99,118 A1 | A | A+ *** Aa2 | AA | AA

Convergence Serie IX 2007 88,644 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

Convergence Serie VIII 2007 89,070 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XI 2007 95,074 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Convergence Serie XII 2007 94,830 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Convergence serie XIV 2007 93,360 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

Crescita Europa Serie IX 2006 99,180 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Europa Serie XI 2006 100,050 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 70% SERIE XIII 2005 96,170 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA ITALIA 80% SERIE XII LUGLIO 2005 96,240 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 94,620 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie I 2005 100,540 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2006 98,100 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 95,230 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie II 2005 98,450 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 91,910 A1 | A | A Aa3 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 98,900 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Crescita Sicura serie III 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 94,750 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie III 2007 93,250 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie IV 2005 97,760 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 93,030 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 93,298 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE IX 2004 100,779 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 96,310 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2005 98,010 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 96,287 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie V 2007 95,074 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VI 2004 99,860 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VI 2005 96,690 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Crescita Sicura Serie VI 2007 94,830 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Crescita sicura serie VII 2004 99,349 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VII 2005 98,173 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 97,620 Aa2 | AA | AA

Crescita Sicura Serie VII 2007 93,360 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2004 99,340 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2005 98,104 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 97,270 A2 | A+ | AA-

Crescita Sicura Serie VIII 2007 87,650 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 97,420 Aa2 | AA | AA

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 95,950 A2 | A+ | AA-

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 98,900 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Esagono Plus Nikkei Serie XIX 2006 99,690 Aa1 | - | -

Esagono Plus Nikkei Serie XXI 2006 99,110 Aa3 | AA- | AA- Aa3 | AA- | AA-

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 91,930 A1 | A | A+ A1 | A | A+

Euro dollaro Index Coupon 1,75% serie VII 5/2005 97,760 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

EURO-DOLLARO INDEX COUPON - SERIE XVI DICEMBRE 2004 99,640 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Euro-dollaro Serie V aprile 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

EURO-JAPAN INDEX LINKED SERIE III MARZO 2006 97,551 A2 | A | A+ Aa3 | A+ | A+ *****

EUROSTOXX 10% SERIE XIII LUGLIO 2005 99,480 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 93,030 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 97,620 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 96,310 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 97,420 Aa2 | AA | AA

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 95,950 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 97,270 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 95,230 A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 96,287 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 94,620 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 91,910 A1 | A | A Aa3 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 98,900 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+

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(�) Index con sottostante Glitnir Banki HF; si comunica che, a partire dalle quotazionidell’ 1/10/2008, le quotazioni sono sospese come da comunicato disponibile sulla homepage del sito www.cattolica.it e www.cattolicabanche.it.

Everest Equity World Serie XI 2007 96,450 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

Everest Equity World Serie XII Settembre 2007 96,418 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XIII 2007 96,450 A1 | A | A Aa3 | A+ | A+

Everest Global Basket Serie XV 2007 96,418 A1 | A | A+ Aa2 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,010 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Grifo Index serie XIX 2004 99,281 A1 | A | A+ *** Aa1 | A+ | AA-

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 94,750 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 94,620 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 93,030 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 96,287 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 97,620 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 97,270 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 96,310 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 97,420 Aa2 | AA | AA

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 95,950 A2 | A+ | AA-

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 91,910 A1 | A | A Aa3 | A | A+

INDEX "ESAGONO" BSG 2005/2010 SERIE XIV 99,001 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX "EURO/$" 2011/BSG SERIE XIII 98,173 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 95,230 A2 | A+ | AA-

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 99,040 Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 87,650 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 94,830 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 95,074 A1 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 93,360 Aa3 | - | - Aa1 | A+ | AA-

INDEX “DJ EUROSTOXX 50” BSG 2005/2010 SERIE XVI 97,700 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 93,250 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 93,298 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

INDEX BSG 2006/2011 “MAXIESAGONO” SERIE I 2006 98,100 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie IX 2005 98,010 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Coupon Euro/Dollaro Serie V 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Coupon Euro/Dollaro serie XX 2005 98,104 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Index Esagono Extra Serie XII 2005 100,410 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO ITALIA SERIE XIV 2005 99,480 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

INDEX ESAGONO MAXI SERIE II 2006 98,100 A1 | A | A Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Maxi serie XXIV 2005 97,700 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XIV 2006 96,819 A1 | A | A+ Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XIX 2005 98,790 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | A+ | AA-

Index Esagono Plus Serie XXI 2005 96,621 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Plus Serie XXII 2005 96,342 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Index Esagono Serie X 2005 99,810 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Euro - Dollaro 2011 BSG Serie VII 97,760 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

Index Euro-dollaro 2011 BSG Serie VI 96,910 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Index Euro-Dollaro 2011 BSG Serie X 2005 98,010 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

Index Eurodollaro Bsg serie 12^ - 2004 99,640 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

INDEX SERIE XV 2005 ESAGONO PLUS 99,001 A3 | BBB | A- Aa1 | A+ | AA-

INDEX SERIE XVI 2005 COUPON EURO/DOLLARO 98,173 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | A+

Index superswing S&P 500 BSG/2011 Serie II 2005 100,540 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

Index superswing S.&P. MIB - BSG/2011 Serie IV 2005 98,450 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

INDEX SWING SPMIB BSG 2011 SERIE XII/2005 96,690 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Japan – Euro Serie IV 2007 88,980 A3 | BBB | A- Aa2 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 94,690 - | A+ | - Aa3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 90,505 A2 | A | A A2 | A+ | AA-

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 101,900 A2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 64,470 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 91,590 - | A+ | - Aa2 | AA | AA

Lombarda Vita Classic Markets 102,694 Aa1 | A+ | AA-

Lombarda Vita Classic Markets New 99,550 - | A+ | - Aa2 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector 99,050 - | A+ | - A1 | AA | AA-

Lombarda Vita Euro Sector New 97,280 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 87,650 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Presente e Futuro Serie XVI 2007 87,650 Baa2 | BBB | BBB Aa1 | A+ | AA-

Protezione e Valore Serie III 2007 99,040 Aa1 | - | -

Short Everest Global Basket Dicembre 2007 69,480 A3 | BBB | A- Aa3 | AA- | AA-

Short Everest Global Basket Novembre 2007 102,829 Baa1 | A | A Aa2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 95,230 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 91,910 A1 | A | A Aa3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 93,250 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 93,298 A1 | A | A Aa2 | AA | AA

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 97,270 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 96,490 A2 | A+ | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 96,310 A2 | A+ | AA-

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 97,420 Aa2 | AA | AA

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51Venerdì 28 Maggio 2010

Ftse All share +4,3%, euro a 1,2315, petrolio oltre 74 $

Un colpo di reniPer tutte le borse europee e Usa

I principali listini europei hanno chiuso ben impostati e hanno ampliato i guadagni nel pomeriggio, grazie all’ot-

tima performance di Wall Street. Nel corso della seduta si sono at-tenuati i timori legati al debito sovrano dei paesi dell’Eurozona e al rallentamento dell’attività economica in Europa, che ver-rebbe innescato dalle misure di austerity per la riduzione dei de-ficit. A sostenere il sentiment ha

contribuito la fiducia del governo di Pechino al pacchetto salva euro predisposto dall’Ue e dall’Fmi.A Milano il Ftse Mib ha chiuso a +4,55% a 19.631 punti, il Ftse All share a +4,3%, il Ftse Mid cap a +3,12%, il Ftse Star a +2,66%. In progresso anche il Cac-40 a Parigi (+3,42%), il Ftse 100 a Londra (+3,12%), il Dax a Fran-coforte (+3,11%). A metà seduta, a New Jork, il Dow Jones segna-va +2,01%, l’S&P 500 +2,3%, il Nasdaq Composit +2,77%.A Milano, sul paniere prin-cipale, si sono messi in luce i finanziari. Azimut ha segna-to +7,42%, seguita da Intesa Sanpaolo (+6,99%), Unicredit (+6,69%), Generali (+5,67%), Banca Mps (+4,91%), Popolare Milano (+4,33%), Mediobanca (+3,92%), Ubi banca (+3,3%) e Banco popolare (+2,41%). In evidenza gli industriali con Pirelli & c. (+4,22%), Impre-gilo (+6,24%), Finmeccanica (+2,45%), Ansaldo Sts (+2,18%) e Prysmian (+1,63%). Rialzi co-spicui anche per Fiat (+5,88%). Secondo un analista, l’azione ha beneficiato delle penalizzanti quotazioni a cui scambia rispet-to ai fondamentali e dell’ottima

performance del comparto auto in Europa (Eurostoxx +4,22%).Tra le altre blue chip, hanno brillato Mediaset (+4,88%) e i petroliferi. In particolare Sai-pem (+5,03%), Tenaris (+4,09%) ed Eni (+3,62%) sono state soste-nute dalle quotazioni del greggio. Sul resto del listino è proseguito il buon momento di Maire Tec-nimont (+5,35%) dopo che un consorzio guidato dal gruppo italiano ha ottenuto una com-messa per il progetto Borouge ad Abu Dhabi da 1,35 mld euro. Denaro diffuso anche su Gemina (+7,83%), Rcs (+7,05%), Cemen-tir (+6,94%), Pirelli re (+6,92%) e Banca Generali (+6,57%).Quanto all’euro, ha chiuso in rialzo a 1,2315 dollari, dopo aver oscillato tra un massimo di 1,2342 e un minimo di 1,2155 dollari.

Infine il petrolio, anch’esso in crescita con il Wti che a New York, a metà seduta, segnava 74,19 dollari al barile, contro i 74,12 del Brent a Londra. Un dato da sottolineare è quello del ritorno, dopo molte settimane, alla leadership del prezzo del Wti sul Brent.

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Texa, azienda veneta di Monastier (Tv) ha vin-to la prima edizione del premio «Le Tigri del

2009», il riconoscimento pro-mosso da TickMark, società di revisione contabile indipendente e sostenuto da Demoskopea e da Altea, con il patrocinio scienti-fi co di Asseprim (Associazione per il terziario innovativo di Confcommercio), Cerif (Centro di ricerca imprese di famiglia dell’università Cattolica) e Glo-bal strategy, dedicato a quelle pmi che hanno dimostrato le qualità necessarie (testimonia-te anche da dati economici e fi nanziari) per il superamento della crisi del 2009. La giuria ha vagliato le oltre 40 candidature pervenute e ha nominato cinque aziende fi naliste, tra cui è stata scelta la vincitrice assoluta. La valutazione comparativa delle aziende è stata effettuata sulla base di alcuni parametri quan-titativi e qualitativi quali gli in-dicatori economici, patrimoniali e fi nanziari del 2008 e del 2009 (periodo di osservazione), l’anda-mento del settore merceologico d’appartenenza nel periodo della crisi, la propensione all’investi-mento, l’innovazione di prodot-to e di processo e le politiche commerciali e di marketing.Texa è stata fondata nel 1992

dall’attuale presidente Bruno Vianello e dall’amico Manuele Cavalli e opera, offrendo pro-dotti e servizi connessi, nel set-tore della progettazione e pro-duzione di sistemi multimarca di diagnosi, telediagnosi, analisi gas di scarico e manutenzione impianti aria condizionata per tutti i tipi di auto, moto, ca-mion, veicoli agricoli e imbar-cazioni. L’azienda trevigiana ha realizzato nel 2009 un fatturato consolidato di 48 mln euro (in linea con il 2008) e impiega 410 dipendenti in tutto il mondo.Secondo i manager di Texa, i motivi che hanno consentito all’azienda di superare la crisi sono stati la qualità del pro-dotto, l’attenzione ai servizi di assistenza, la fi delizzazione del cliente e soprattutto la costante innovazione. L’importanza della componente di ricerca & sviluppo è dimostrata dagli investimenti impiegati nel dipartimento (12% del fatturato nel 2009), con una previsione di impegno nel 2010 per 10 mln, interamente auto-fi nanziati. Altrettanto strategi-che le collaborazioni con Google search appliance, Magneti Ma-relli, Johnson controls, Sagem, Siemens, AD parts, gruppo Piag-gio, Benelli, Pagani automobili e Renault trucks.

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Premiata l’efficienza della pmi Texa (Tv)

Anche i piccolisono numeri uno

€/$ Doppia Opportunità protezione totale 98,955 - | (1) | - Aa3 | AA- | AA-BCP Più index serie IV 2005 96,650 - | A- | - Aa3 | A | A ****C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE IX - 2003 99,560 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-C.R.F.C. INDEX LINKED SERIE XI - 2004 100,816 - | (1) | - Aa3 | A | A ****CRFC INDEX LINKED SERIE XII 97,538 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-CRFC INDEX LINKED SERIE XII bis 2004 97,348 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Il valore dell'energia 96,961 A1 | A | A+ - | A- | A-Il valore dell’acqua 103,690 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | A+Il valore dell’acqua - seconda serie 103,725 A1 | A | A+ - | A- | A-Index Linked Bull Dividend 90,730 Aa3 | AA- | AA- Aa2 | A+ | A+Index linked di lusso 103,837 - | A+ | - Aa3 | A+ | A+ *****Index Linked Select Dividend 91,880 Baa3 | - | BBB+ Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2006 99,921 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | AA-Index Up 1 2007 97,760 - | BBB+ | A- Aa3 | A+ | A+Index Up 2 2006 93,360 A2 | A | A+ Aa2 | A+ | AA-Nikkei Avenue 93,650 Baa3 | - | BBB+ Aa2 | A+ | AA-PROFIT + 98,220 - | BBB+ | A- Aa1 | A+ | AA-SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 141,860 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie I 142,830 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie II 141,860 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie III 140,900 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie IV 139,930 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-SoloFrutti serie V 142,010 - | - | AA Aa1 | A+ | AA-Tandem Doppia Opportunità 98,441 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Valore Assicurato 95,750 Aa2 | A+ | AA- Aa2 | A+ | AA-

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl

*** Rating della Società Incorporante Unione di Banche Italiane ScpA

**** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

***** Rating della Società Incorporante Natixis

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

INDEX LINKED NUMERO 1 102,153 - | (1) | - Aa3 | A+ | AA-

VALORI AL 17/05/10

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 95,950 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index - Serie XXXV 2005 100,540 - | A+ | - Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLI - 2005 97,760 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | AA- | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLII - 2005 98,010 A3 | A- | A- Aa1 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIÙ INDEX SERIE XLIV 2005 96,690 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A | A ****

Tortona Borse Più Index Serie XXVI - 2004 99,860 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXVIII - 2004 99,639 A1 | A | A+ *** Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIII 99,640 Aa3 | A+ | AA- Aa1 | AA- | AA-

Tortona Borse Più Index Serie XXXIX 2005 96,910 A3 | A- | A- Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Più Index Serie XXXVI 2005 98,450 A3 | A- | A- Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 96,287 A1 | A | A+ A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 94,620 A2 | A | A Aa3 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 97,270 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 96,310 A2 | A+ | AA-

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 97,420 Aa2 | AA | AA

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 93,030 A1 | A | A+ Aa3 | A | A+

Tortona Borse Piu' Index Serie XXX 2004 99,349 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-

TORTONA BORSE PIU’ INDEX SERIE XLV 2005 97,700 A3 | A- | A- Aa3 | AA- | AA-

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Carismi Più Certezza 10 101,791 - | (1) | - Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 11 106,080 Aa3 | A+ | AA- Aa2 | AA | AA-Carismi Più Certezza 2 104,330 A2 | A | A Aa3 | A | A ****Carismi Più Certezza 2 Private 100,100 - | A+ | - Aa2 | AA | AACarismi Più Certezza 3 96,531 - | (1) | - Aa1 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 4 96,594 A3 | BBB | A- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 5 101,740 Aa3 | A+ | AA- Aa3 | A+ | AA-Carismi Più Certezza 6 100,940 Baa3 | - | BBB+Carismi Più Certezza 7 96,440 A1 | A | A Aa2 | A+ | A+CARISMI Più Certezza 8 87,330 Aa3 | A | A **** Aa2 | A+ | A+Carismi Più Certezza 9 89,690 - | A+ | - Aa2 | A+ | A+

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