+ All Categories
Home > Documents > incipit Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia · termine del secondo millennio:non sarebbe...

incipit Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia · termine del secondo millennio:non sarebbe...

Date post: 03-Aug-2020
Category:
Upload: others
View: 2 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
4
“C ari fratelli e fi- gli, cari amici, sparsi e ospiti nelle regioni del Ponto, della Galizia, della Cappa- docia... la grazia e la pace abbondino su tutti voi”. È ispirandosi all’incipit della prima Lettera di Pietro, che Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, salutò con il trasporto suo tipico la pic- cola comunità cristiana radunata ad Ankara, il 29 novembre 1979. Il suc- cessore di Pietro nel Collegio Aposto- lico riaffidava nuovamente le parole stesse che san Pietro aveva indirizza- to diciannove secoli prima ai cristiani che si trovavano, anche allora, come piccola minoranza in quella seconda Terra Santa del cristianesimo.Inter- vento di pochi minuti che era un condensato della teologia del dialo- go interreligioso ma, prima ancora, l’identikit del cristiano nella perce- zione di quel polacco incrollabile te- stimone di speranza. (…) Molto spesso, nel corso dei suoi viaggi per il mondo, il Santo Padre è ritornato su questo tema. Sempre in Turchia, ebbe modo di precisare:“È col pensiero ri- volto ai vostri concittadini, dunque, ma anche al vasto mondo islamico, che io esprimo di nuovo, oggi, la sti- ma della Chiesa cattolica per questi valori religiosi. Promuovere e difen- dere insieme i valori morali, la pace e la libertà. Miei fratelli, quando penso a questo patrimonio spirituale e al valore che esso ha per l’uomo e per la società, alla sua capacità di offrire soprattutto ai giovani un orienta- mento di vita, di colmare il vuoto la- sciato dal materialismo, di dare un fondamento sicuro allo stesso ordi- namento sociale e giuridico, mi do- mando se non sia urgente, proprio oggi in cui i cristiani e i musulmani sono entrati in un nuovo periodo del- la storia, riconoscere e sviluppare i vincoli spirituali che ci uniscono, al fi- ne di promuovere e difendere insie- me, come ci invita il Concilio, i valori morali, la pace e la libertà”. Nei suoi interventi Giovanni Paolo II ripropo- ne con insistenza il tema della frater- Giovanni Paolo II: Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia un ricordo dalla Turchia dal Centro Giovanni Paolo ll • Maggio 2011 nità (già lanciato da Paolo VI in oc- casione del suo viaggio pastorale in Uganda nel 1969, incoraggiando, al- l’epoca, una fraternità autentica nel nome di ciò che ci accomuna), tema che inscrive al cuore della misericor- dia divina, di cui parlano la Bibbia così come il Corano. L’impressione è che in questo sforzo sincero di papa Wojtyla per aprire percorsi di incon- tro, ci sia tutto il peso della storia personale di uomo della riconcilia- zione, fin dai tempi drammatici della Grande Guerra e poi al cuore delle forti tensioni sociali dell’Est Europa comunista. È, dunque, con una certa sofferenza che, in occasione dello storico incontro con i giovani del Marocco, ha modo di sottolineare: “Cristiani e musulmani, generalmen- te ci siamo mal compresi, e qualche volta, in passato, ci siamo opposti e anche persi in polemiche e in guerre. Io credo che Dio c’inviti, oggi, a cam- biare le nostre vecchie abitudini. Dobbiamo rispettarci e anche stimo- larci gli uni gli altri nelle opere di be- ne sul cammino di Dio”. In questa esortazione, c’è qualcosa in più di un semplice riferimento ad un dialogo culturale: si tratta di un sereno ma chiaro invito a cristiani e musulmani affinché condividano una testimo- nianza comune sul senso di Dio e sul- la dignità dell’uomo, nel rispetto del- le differenze. (…) È un’attenzione che, in questi mesi di profondi rivolgi- menti in seno all’islam arabo, suona assai profetica perché, per la prima volta, nel centro stesso del mondo d a l C e n t r o G i o v a n n i P a o l o l l i n s e r t o g i o v a n i EDITORIALE CLAUDIO MONGE OP . * islamico si portano in piazza rivendi- cazioni che rimandano a valori uni- versali, quali libertà, partecipazione, dignità, giustizia, futuro, che non coincidono più immediatamente con una agenda religiosa ma esprimono delle aspirazioni profonde dell’uomo ad ogni latitudine. (…) Ma tornando alla storica visita apostolica in Tur- chia, Giovanni Paolo II vi affermò an- che un altro tema essenziale ai nostri giorni ma che stenta, anche dopo il recente Sinodo dei Vescovi per il Me- dio Oriente, a prendere la forma di un impegno fattivo:“Eccoci ormai al termine del secondo millennio: non sarebbe tempo di affrettare il passo verso la perfetta riconciliazione fra- terna affinché l’alba del terzo millen- nio ci trovi di nuovo fianco a fianco, nella piena comunione, per testimo- niare insieme la salvezza di fronte al mondo, la cui evangelizzazione at- tende questo segno di unità?” (…) Le Chiese orientali mancano terribil- mente di figure e di gesti profetici in questo momento: tradizionalismo e paure hanno spesso il sopravvento generando chiusure piuttosto che scelte audaci.“Possa l’alba di questo nuovo millennio sorgere su una Chie- sa che ha ritrovato la piena unità, per meglio testimoniare, in mezzo al- le esacerbate tensioni del mondo, il trascendente amore di Dio, manife- stato nel Figlio Gesù Cristo.” Sono in tanti, coloro che in Turchia ed in Me- dio Oriente si augurano ancora che le parole del beato Wojtyla possano finalmente realizzarsi! La testimonianza completa (per motivi di spazio) è disponibile su www.giovaniloreto.it * Domenicano,presidente dell’Unione dei Religiosi di Turchia,docente di Teologia delle Religioni all’Università di Friburgo.
Transcript
Page 1: incipit Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia · termine del secondo millennio:non sarebbe tempo di affrettare il passo verso la perfetta riconciliazione fra-terna affinché

“Cari fratelli e fi-gli, cari amici,

sparsi e ospiti nelle regionidel Ponto, della Galizia, della Cappa-docia... la grazia e la pace abbondinosu tutti voi”. È ispirandosi all’incipitdella prima Lettera di Pietro, cheGiovanni Paolo II, all’inizio del suo

pontificato,salutò con iltrasporto suotipico la pic-cola comunità cristiana radunata adAnkara, il 29 novembre 1979. Il suc-cessore di Pietro nel Collegio Aposto-lico riaffidava nuovamente le parolestesse che san Pietro aveva indirizza-to diciannove secoli prima ai cristianiche si trovavano, anche allora, comepiccola minoranza in quella secondaTerra Santa del cristianesimo. Inter-vento di pochi minuti che era uncondensato della teologia del dialo-go interreligioso ma, prima ancora,l’identikit del cristiano nella perce-zione di quel polacco incrollabile te-stimone di speranza. (…) Moltospesso, nel corso dei suoi viaggi per ilmondo, il Santo Padre è ritornato suquesto tema. Sempre in Turchia, ebbemodo di precisare:“È col pensiero ri-volto ai vostri concittadini, dunque,ma anche al vasto mondo islamico,che io esprimo di nuovo, oggi, la sti-ma della Chiesa cattolica per questivalori religiosi. Promuovere e difen-dere insieme i valori morali, la pace ela libertà. Miei fratelli, quando pensoa questo patrimonio spirituale e alvalore che esso ha per l’uomo e perla società, alla sua capacità di offriresoprattutto ai giovani un orienta-mento di vita, di colmare il vuoto la-sciato dal materialismo, di dare unfondamento sicuro allo stesso ordi-namento sociale e giuridico, mi do-mando se non sia urgente, propriooggi in cui i cristiani e i musulmanisono entrati in un nuovo periodo del-la storia, riconoscere e sviluppare ivincoli spirituali che ci uniscono, al fi-ne di promuovere e difendere insie-me, come ci invita il Concilio, i valorimorali, la pace e la libertà”. Nei suoiinterventi Giovanni Paolo II ripropo-ne con insistenza il tema della frater-

Giovanni Paolo II:Giovanni Paolo II:un ricordo dalla Turchiaun ricordo dalla Turchia

dal Centro Giovanni Paolo ll • Maggio 2011

nità (già lanciato da Paolo VI in oc-casione del suo viaggio pastorale inUganda nel 1969, incoraggiando, al-l’epoca, una fraternità autentica nelnome di ciò che ci accomuna), temache inscrive al cuore della misericor-dia divina, di cui parlano la Bibbiacosì come il Corano. L’impressione èche in questo sforzo sincero di papaWojtyla per aprire percorsi di incon-tro, ci sia tutto il peso della storiapersonale di uomo della riconcilia-zione, fin dai tempi drammatici dellaGrande Guerra e poi al cuore delleforti tensioni sociali dell’Est Europacomunista. È, dunque, con una certasofferenza che, in occasione dellostorico incontro con i giovani delMarocco, ha modo di sottolineare:“Cristiani e musulmani, generalmen-te ci siamo mal compresi, e qualchevolta, in passato, ci siamo opposti eanche persi in polemiche e in guerre.Io credo che Dio c’inviti, oggi, a cam-biare le nostre vecchie abitudini.Dobbiamo rispettarci e anche stimo-larci gli uni gli altri nelle opere di be-ne sul cammino di Dio”. In questaesortazione, c’è qualcosa in più di unsemplice riferimento ad un dialogoculturale: si tratta di un sereno machiaro invito a cristiani e musulmaniaffinché condividano una testimo-nianza comune sul senso di Dio e sul-la dignità dell’uomo, nel rispetto del-le differenze. (…) È un’attenzioneche, in questi mesi di profondi rivolgi-menti in seno all’islam arabo, suonaassai profetica perché, per la primavolta, nel centro stesso del mondo

dalCentro Giovanni Pa

olo

ll

inse

rto giovaniEDITORIALE

CLAUDIO MONGE OP. *

islamico si portano in piazza rivendi-cazioni che rimandano a valori uni-versali, quali libertà, partecipazione,dignità, giustizia, futuro, che noncoincidono più immediatamente conuna agenda religiosa ma esprimonodelle aspirazioni profonde dell’uomoad ogni latitudine. (…) Ma tornandoalla storica visita apostolica in Tur-chia, Giovanni Paolo II vi affermò an-che un altro tema essenziale ai nostrigiorni ma che stenta, anche dopo ilrecente Sinodo dei Vescovi per il Me-dio Oriente, a prendere la forma diun impegno fattivo:“Eccoci ormai altermine del secondo millennio: nonsarebbe tempo di affrettare il passoverso la perfetta riconciliazione fra-terna affinché l’alba del terzo millen-nio ci trovi di nuovo fianco a fianco,nella piena comunione, per testimo-niare insieme la salvezza di fronte almondo, la cui evangelizzazione at-tende questo segno di unità?” (…) LeChiese orientali mancano terribil-mente di figure e di gesti profetici inquesto momento: tradizionalismo epaure hanno spesso il sopravventogenerando chiusure piuttosto chescelte audaci.“Possa l’alba di questonuovo millennio sorgere su una Chie-sa che ha ritrovato la piena unità,per meglio testimoniare, in mezzo al-le esacerbate tensioni del mondo, iltrascendente amore di Dio, manife-stato nel Figlio Gesù Cristo.” Sono intanti, coloro che in Turchia ed in Me-dio Oriente si augurano ancora chele parole del beato Wojtyla possanofinalmente realizzarsi! La

tes

timon

ianz

a co

mpl

eta

(per

mot

ivi d

i spa

zio)

è d

ispo

nibi

le s

u w

ww

.gio

vani

lore

to.it

* Domenicano, presidente dell’Unione dei Religiosi di Turchia, docente di Teologia delle Religioni all’Università di Friburgo.

Page 2: incipit Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia · termine del secondo millennio:non sarebbe tempo di affrettare il passo verso la perfetta riconciliazione fra-terna affinché

Grecia e Cipro sono state le due comunitàcattoliche visitate durante il viaggio istitu-

zionale dell’Agora del Mediterraneo svoltosi dal3 all'8 aprile. Insieme a don Gianpaolo e suorAlfonsina, membri della comunità del CentroGiovanni Paolo II, hanno partecipato al viaggiola segretaria dell’Agorà Annafranca Pau e quat-tro giovani provenienti da varie regioni italiane.Siamo stati accolti con grande entu-

siasmo dai giovani della piccola comunità cat-tolica di Corfù e da don Mario, incaricato del-la pastorale giovanile in Grecia.La realtà dei cattolici greci è quella di una mi-noranza in un territorio in cui la Chiesa orto-dossa rappresenta la religione di Stato. Il vesco-vo di Cipro, mons. Spiteris, parlandoci dellarealtà giovanile in Grecia ha sottolineato legrandi sfide che quotidianamente sono chia-mati come comunità cattolica ad affrontare:una forte presenza degli stranieri cattolici e ilcammino ecumenico con gli ortodossi.“Comecattolici dobbiamo educare i giovani a dare

una testimonianza della

cattolicità e quindi dell’universalità della nostraChiesa in un paese dove la Chiesa maggiorita-ria costituisce una delle Chiese nazionali più in-tegraliste. Ortodosso è sinonimo della stessaidentità greca. La realtà della universalità deicattolici nella Grecia risulta evidente anche inaltre parti del paese. Nella messa domenicalea volte si contano cattolici provenienti financheda 40 nazioni differenti, molti dei quali giovani,attirati sia dal turismo che dal lavoro. L'ecume-nismo è parte integrante della nostra pastoralegiovanile. Le loro amicizie sono con giovani or-todossi e non pochi di loro si sposano con essi,ritrovandosi in alcuni casi

dal Centro Giovanni Paolo ll • Maggio 2011

GRECIAVerso

Una calorosa e attenta accoglienza ci attendeva a Cipro da partedella comunità maronita, che costituisce sull'isola la maggioranza

dei cristiani cattolici. Le nostre giornate sono state scandite sia dalle vi-site alla città di Nicosia, grazie alle quali siamo venuti a conoscenzadell’antica e ricca cultura cipriota, sia dai vari incontri con i responsabilidella pastorale giovanile di Cipro, con i quali ci siamo confrontati sullasituazione giovanile e sull'aiuto concreto da dare ai giovani per aiutarlia scoprire e a vivere la loro fede cristiana. P. Pierre, responsabile dei gio-vani di Limasol, ha così illustrato la situazione:“… i cattolici sono pochie dispersi a causa dell’occupazione turca della parte nord dell’isola av-venuta nel 1974, di conseguenza molti hanno abbandonato i villaggimaroniti, soprattutto i giovani. Pur avendo da due anni un vescovo gio-vane che sta puntando molto su una pastorale unitaria, soprattutto neiconfronti dei giovani, purtroppo la carenza di sacerdoti che si possanoaffiancare e li possano seguire, sia a causa dell'eta avanzata del nostroclero, sia per i vari impegni che ogni sacerdote deve compiere, incidenotevolmente sul cammino delle nostre comunità. Si comprende la ne-cessità di ripartire con la pastorale giovanile e ciò ha trovato una fortespinta nella preparazione alla GMG di Madrid”. Si comincia a progetta-re una pastorale giovanile sistematica proprio dalle richieste dei giovanistessi. Emilios, un giovane che ha partecipato ad alcune precedenti edi-zioni dell'Agorà, ha condiviso la sua esperienza:“Noi che abbiamopartecipato all’Agorà del Mediterraneo e ad alcune GMG, questeesperienze le abbiamo vissute come una benedizione perché si

Una pastoralegiovanile

comprende che pur sapendo di essere una minoranza nel nostro pae-se, altri giovani nel mondo condividono con te questo cammino di fede.Partivamo da Loreto con un forte spirito missionario verso le nostre ter-re, con l’entusiasmo di chi sa di aver ricevuto tanto”.Un altro incontro importante è avvenuto con p. Evaristo Herera, fran-cescano minore e vicario generale per la custodia della Terra Santa aCipro, parroco dell’unica comunità cattolica a Nicosia:“La maggioranzadei cattolici a Cipro è maronita, circa 6.000. Noi latini siamo 700 diorigine cipriota, ma grazie al fenomeno dell’immigrazione, raggiungia-mo con i cattolici stranieri il numero di 20.000. La maggior parte di es-si è di provenienza filippina, ceylonese, polacca, nigeriana e cameru-nense. Si rifugiano nella parrocchia perché considerato territorio del Va-ticano e quindi extraterritoriale; qui si trovano al sicuro dalle varie di-scriminazioni che subiscono. La pastorale giovanile per noi è diventatauna sfida: aiutare a promuovere la minoranza cattolica cipriota neiconfronti della maggioranza straniera, aiutare le due realtà a conviveree ad integrarsi promuovendo l’incontro, il dialogo, lo scambio”.Mons.Youssef Soueif, arcivescovo maronita di Cipro, ha avviato variprogetti per la pastorale giovanile con lo scopo di realizzare camminicondivisi in una realtà dove l’aspetto religioso cristiano tende più ver-so l’appartenenza etnica, piuttosto che verso un’azione personalizza-ta e approfondita. Un grazie speciale a Yolanda, la segretaria del ve-scovo, e al suddiacono Youssef che ci sono stati accanto con tanta pre-mura in questa nostra visita; a Elenitsa, responsabile laica della pasto-rale giovanile di Limasol, che si è resa disponibile per incontrare e percoordinare gli incontri coi giovani ciprioti e poter condividere con lorola nostra esperienza di fede.

IN VIAGGIO CONIN VIAGGIO CONla

sorgente

che fiorisce… CIPRO

...DEL MEDI...DEL MEDI

Page 3: incipit Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia · termine del secondo millennio:non sarebbe tempo di affrettare il passo verso la perfetta riconciliazione fra-terna affinché

ad affrontare situazioni difficili. Si cerca di colti-vare in questi giovani l'amore e la stima per laloro Chiesa, ma anche buoni rapporti con laChiesa ortodossa. Si spiega ciò che ci divide,ma si mette in evidenzia ciò che ci unisce”.A tal proposito abbiamo voluto incontrare ilmetropolita di Corfù e il suo vicario Temistocle,i quali hanno molto apprezzato la nostra testi-monianza nei riguardi della gioventù. Ci siamoconfrontati sul come oggi la Chiesa ortodossagreca lavori con i giovani, come si cerchi dipuntare, nella pastorale giovanile, sull’integra-zione tra fede e vita, sia attraverso una cate-chesi capillare e sistematica basata sulla tradi-zione, ma anche organizzando momenti diconfronto e di dialogo su tematiche attuali acui viene dato il nome di “festival dei giovani”,su uno stile molto simile alle nostre GMG.Sul versante ecumenico c’è ancora molto timo-re ad affrontare un cammino vero e proprio,dettato dal fatto che la Chiesa ortodossa senteil bisogno di consolidare la proprio identità. Inalcuni ambienti questo percorsi sono ritenuti un“lusso”. Si avverte però il desiderio di superare

la paura e di cominciare ad iniziare con piccolipassi il cammino ecumenico, prevedendo ancheun incontro tra giovani ortodossi e giovani catto-lici al Centro Giovanni Paolo II.Ringraziamo vivamente tutta la comunità cat-tolica di Corfù, con particolare riconoscenza adon Mario e i giovani che ci hanno accompa-gnato in questa breve, ma intensa visita. Il no-stro augurio per la Grecia viene proprio da unaneddoto della vita di san Francesco e santaChiara raccontatoci dal vescovo Spiteris a cuiva un ringraziamento del tutto speciale per iltempo dedicatoci e per le parole di grandericchezza spirituale che ci ha donato. «SanFrancesco e santa Chiara si trovavano uno difronte all’altro sulle sponde di un fiume e nonriuscivano ad attraversarlo. San Francesco al-lora propose la seguente soluzione:“Cammi-niamo lungo le rive del fiume conversando tradi noi e così arriveremo alla sorgente del fiu-me e potremo incontrarci”. Parlando, non siaccorsero della lunghezza della strada e rag-giunsero presto la sorgente del fiume, riuscen-do a ricongiungersi».

L’AGORÀ...

dal Centro Giovanni Paolo ll • Maggio 2011

L’AGORÀ...

Il gruppo di giovani della segreteria ecu-

menica di Fano-Pesaro si è ritrovato a

Linkoping, in Svezia, insieme a don France-

sco e suor Cecilia del Centro Giovanni Paolo

II per l’ultimo incontro in preparazione al

meeting giovanile. All’incontro hanno preso

parte anche i giovani di Rejita guidati da

padre Nicu ed è stato preparato da una visi-

ta di don Darren e Carol, i responsabili del

gruppo anglicano, a Loreto dal 1° al 3 mar-

zo. Lo scopo primario dell’incontro era la

preparazione del III campo giovani ecume-

nico europeo, ma naturalmente la visita si è

articolata in molti momenti, tutti molto si-

gnificativi. Siamo stati ospitati nella casa

dei pellegrini a Vardstena, città natale di

santa Brigida, patrona d’Europa, cara ai lu-

terani quanto ai cattolici latini. La sera del

primo giorno ci sembra importante sottoli-

neare la visita alla parrocchia di don Sver-

cher (Vreta Kloster), prima abbazia svedese

e probabilmente luogo del primo battistero

cristiano di questa terra. Della cordialissi-

ma cena nella sua bella casa ricordiamo un

momento molto importante quando don

Henrik ha chiesto ai ragazzi svedesi, italia-

ni e rumeni ciò che si aspettano dal prossimo

campo. Tutti i ragazzi nuovi e vecchi hanno

parlato. Dalle loro risposte la moglie di don

Svercher è rimasta così colpita che è nato in

lei il desiderio di visitare Loreto per vedere e

pregare nella Santa Casa.

Il giorno seguente, dopo una mattinata di la-

voro, siamo stati invitati all’insediamento del

nuovo vescovo, Martin Modeus, nella catte-

drale di Linkoping. È stata una celebrazione

molto bella, con un coro straordinario e una

liturgia semplice e partecipata. La comu-

nità cristiana con calore e solennità ha ac-TERRANEO!TERRANEO!

Conto alla rovescia verso l’unità!

Incontro in preparazione

al campo ecumenico 2011

Linkoping (Svezia) 11-14 marzo 2011

>>

Page 4: incipit Giovanni Paolo II: un ricordo dalla Turchia · termine del secondo millennio:non sarebbe tempo di affrettare il passo verso la perfetta riconciliazione fra-terna affinché

Incontrai il Papa più da “vicino” al-l’età di 17 anni a Bologna, in oc-casione del Congresso Eucaristi-

co. Come è stato per tutti, gli anni dell’adole-scenza sono anni difficili, in cui ciascuno dinoi sceglie chi essere. Il 1997 fu un anno im-portante. Infatti, entrato a far parte della Con-sulta per la Pastorale Giovanile della diocesidi Volterra, mi trovai ad organizzare la Gior-nata Mondiale della Gioventù di Parigi. Im-paurito e spaesato da questo grande evento eindebolito dalla timidezza, decisi di non par-teciparvi. Ma qualche tempo più tardi mi fuproposto un altro appuntamento: quello diBologna. Molti dei miei amici vi avrebberopartecipato e spinto da quel sacerdote che hacontato tanto nella mia vita e che un anno fami ha sposato, mi decisi ad andare. Un nuo-vo e ancor più significativo appuntamentocon il Papa mi avrebbe atteso tre anni più tar-di alla GMG di Roma, che ho avuto la fortunadi vivere alla bella e decisiva età di 20 anni. Ma perché è stato grande questo Papa? Per-ché è stato importante per noi? Credo trepossano essere i motivi. Prima di tutto eraun uomo di preghiera ed era un padre. Micolpì quanto fu detto il giorno dopo la mortedel Papa in un’intervista, nella quale un gior-nalista pose l’interrogativo: “Perché i giova-ni amano tanto questo Papa? Eppure su cer-ti temi è stato ‘scomodo’ ai giovani”. Inte-ressante fu la risposta: “Era un padre. I figlinon sempre sono d’accordo con il propriopadre. Talvolta litigano con lui. Ma un padresa che sta operando per il loro bene perchéli ama. È proprio questo amore che i figlipercepiscono. Ad un padre si può non ubbi-dire, ma non si può non voler bene”. CosìGiovanni Paolo II è stato un padre per tantigiovani per i quali non ha mai smesso dipregare. Il Papa ha sempre avuto un legameintenso e privilegiato con la preghiera e inparticolare con il rosario, trasmettendonel’amore ai giovani ed evidenziando l’impor-

un beatotra i giovaniKAROL

Volete scriverci? Voletemettervi in comunicazio-ne coi vostri coetanei at-

traverso questo giornale? Allora met-tetevi in contatto con noi.La nostra Comunità:

Don Francesco [email protected]

Don Gianpaolo [email protected]

Suore Oblate di Maria Vergine di Fa-tima:sr.Michela,sr.Alfonsina,[email protected] a cura diDon Giacomo Ruggeriparroco e direttore dell’Ufficio Comu-nicazioni Sociali - [email protected] GIOVANNI PAOLO II

Via Montorso n. 3 - 60025 Loreto (AN)tel. 071.7501552 [email protected]

INFOPOINT

Per saperne di più, visitate il sitowww.giovaniloreto.it

Ho capito il testimo-niare. Ora devo viverlo

tanza, l’efficacia e la dimensione intima conil Signore. Non ci ha mai imposto la preghie-ra, piuttosto pregava per noi (…).Infine posso dire che incontrare papa Giovan-ni Paolo II insieme ad altri giovani è stato de-cisivo nella mia vita perché ho percepito in-tensamente quanto fosse grande l’amore cheil Papa ha sempre provato e donato agli altri,quell’amore che caratterizza la figura e il cari-sma di Cristo. “Non sentivamo forse ardere ilcuore dentro di noi mentr’egli ci parlava per lavia e ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32). An-che a me ardeva il cuore quando GiovanniPaolo II parlava di Cristo e spiegava il Vange-lo (…). Anche quando lo abbiamo visto chinosulla sedia, tremolante per la malattia, prova-to dalle fatiche e dagli anni, è stato testimonedi Cristo! Strumento nelle mani di Dio. “Nonabbiate paura di essere i santi del nuovo mil-lennio”. Queste sono le parole che ancora ri-suonano nei molti cuori che hanno partecipa-to al Giubileo del 2000. Non solo ce lo ha det-to con la sua voce, ma con tutta la sua stessavita, di cui riassumono l’essenza quelle dueparole che volle lo accompagnassero nel suomagistero papale e che rivolse alla madre diCristo: “Totus Tuus”.

Pietro PaggettiCecina, diocesi di Volterra

colto così il nuovo pastore che ha ricevuto il

pastorale del vescovo precedente. Ma la cosa

che più ci ha colpito è che noi eravamo attesi

e tra gli invitati. Il vescovo ci ha salutato

cordialmente e subito dopo la celebrazione, al

momento della festa, siamo saliti sul palco,

come le autorità, per il saluto ufficiale e la

presentazione a tutti gli invitati della nostra

esperienza. Il vescovo ha manifestato la vo-

lontà di continuare il cammino ecumenico e

di farlo crescere con il suo contributo. Erano

presenti anche un diacono di rito latino e due

sacerdoti ortodossi di rito siro-orientale.

Molto significativa anche la partecipazione

alla celebrazione domenicale nella chiesa di

Santa Brigida a Vardstena: don Francesco è

stato invitato, durante il momento della co-

munione, a mettersi vicino al fonte battesi-

male e segnare con l’acqua benedetta tutti co-

loro che lo desideravano: il battesimo è ciò

che ci unisce. Nelle chiese dei luterani svede-

si di Linkoping si respira un’aria che po-

tremmo definire molto “cattolica”, perché non

ci sono state lotte e persecuzioni reciproche.

Un fatto che ci ha colpito è l’interesse che tut-

ti, adulti e giovani, hanno manifestato nei ri-

guardi di suor Cecilia. Di lei più di una per-

sona ha sottolineato la scelta di consacrarsi

totalmente al Signore e diversi giovani le

hanno fatto domande e chiesto preghiere.

Marco

Le prossime iniziative…

2 GIUGNO: “Io ci sto!” Secondo in-contro nazionale cresimati italiani.Per iscrizioni: www.giovaniloreto.it

Campo ecumenico 27 LUGLIO - 3AGOSTO: “Il cristiano, uomo delle bea-titudini”. Parteciperanno i giovani ortodossi ecattolici di Rejita e di Sibiu (Romania), i giovanianglicani di St. Albans (Inghilterra), i giovani lu-terani di Linkoping (Svezia) e i giovani cattolici di Pesaro (Italia)

Agorà del Mediterraneo 3-11 SETTEMBRE:“Signore da chi andremo?”

>>


Recommended