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Incontroluce 16 - iGuzzini magazine 10.2007 - Italiano

Date post: 18-Jun-2015
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Il sedicesimo numero della nostra rivista è un numero veramente corposo con contributi che arrivano dalle nostre filiali in Europa, ma anche dai nostri distributori nel mondo. In questo numero viene presentato il progetto che ha visto la collaborazione con la Brembo all’interno del primo Parco Scientifico Tecnologico italiano, secondo il masterplan di Jean Nouvel.Come sempre i settori d’intervento sono molto diversi fra di loro: l’architettura contemporanea di Nouvel e l’allestimento museale di Palazzo Madama a Torino, un’abbazia inglese ed una mostra presso il Grand Palais di Parigi, la sede di un’azienda danese ed il memoriale per le vittime dell’attentato dell’undici marzo in Spagna. In questo numero viene presentato inoltre la seconda edizione del progetto “Conoscere la Forma” che il Centro Studi e Ricerca della iGuzzini ha ideato in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro e che tra marzo e giugno 2007 è stato allestito presso il Louvre.
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II. 2007 16 Edizione italiana
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II. 200716 Edizione italianaIncontroluce XVI / Le Marche: Industria e Territorio: sostegno alla scuola e all’attività sportivagiovanile / Progettazione: Il potere della luce / Progetti: Nuovo Centro Ricerche e Sviluppodi Brembo / Palazzo Madama e il Museo Civico di Arte Antica della Città di Torino / Nhow Hotel / Vuoto Azzurro. Memoriale per le vittime dell’11marzo / Avinguda de Meritxell /Trésors englouits d’Egypte / Una nuova illuminazione per l’Abbazia di Romsey / GN Store Nord /Illuminazione per il divertimento. Sihlcity e Rüsterei / La luce ideale per i negozi Bally /Augustinus Muziekcentrum / Aeroporto di Melbourne, arrivi internazionali / Il piano della luceper l’Avana Vieja / Ideapark / Cultura dell’azienda: “Praxitele, connaitre la forme” / Ron Arada Designer’s days / Less CO2ReLighting / “Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili” /iGuzzini al Salone del Mobile / Uno spettacolo per i Partners iGuzzini / Primavera italiana del filmd’autore & Fotografie Alinari / Workshop sui Piani della Luce / Presentazione “More than Vision”

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IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno IX, 16

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 faxemail: [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 faxemail: [email protected]: 071-7588453

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione Benelux Bvba/SprliGuzzini illuminazione DanmarkiGuzzini illuminazione España S.A.iGuzzini illuminazione France S.A.iGuzzini illuminazione Schweiz AGiGuzzini illuminazione UKE.C.C. Lighting LTD, AustraliaPeyan Oy, Finlandia

Foto di copertinaPietro Savorelli

Finito di stampare: Ottobre 2007Tecnostampa, Recanati

II. 200716 Incontroluce

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

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Editoriale

Cari lettori,

il sedicesimo numero della nostra rivista è un numero veramente corposo con contributi che arrivano dalle nostre filiali in Europa, ma anche dai nostridistributori nel mondo. In questo numero viene presentato il progetto che havisto la collaborazione con la Brembo all’interno del primo Parco ScientificoTecnologico italiano, secondo il masterplan di Jean Nouvel.Come sempre i settori d’intervento sono molto diversi fra di loro: l’architetturacontemporanea di Nouvel e l’allestimento museale di Palazzo Madama a Torino, un’abbazia inglese ed una mostra presso il Grand Palais di Parigi, la sede di un’azienda danese ed il memoriale per le vittime dell’attentato dell’undici marzo in Spagna. In questo numero viene presentato inoltre la seconda edizione del progetto“Conoscere la Forma” che il Centro Studi e Ricerca della iGuzzini ha ideato in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro e che tra marzo e giugno2007 è stato allestito presso il Louvre.

Adolfo Guzzini

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16 Incontroluce

Sommario

II. 2007

Editoriale

Le MarcheIndustria e Territorio: sostegno alla scuola e all’attività sportiva giovanile

ProgettazioneIl potere della luce

ProgettiNuovo Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo

Palazzo Madama e il Museo Civico di Arte Antica della Città di Torino

Nhow Hotel

Vuoto Azzurro. Memoriale per le vittime dell’11marzo.

Avinguda de Meritxell

Trésors englouits d’Egypte

Una nuova illuminazione per l’Abbazia di Romsey

GN Store Nord

Illuminazione per il divertimento.Sihlcity e Rüsterei

La luce ideale per i negozi Bally

Augustinus Muziekcentrum

Aeroporto di Melbourne,arrivi internazionali

Il piano della luce per l’Avana Vieja

Ideapark

Cultura dell’azienda“Praxitele, connaitre la forme”

Ron Arad a Designer’s Days

Less CO2ReLighting

“Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili”

iGuzzini al Salone del Mobile

Uno spettacolo per i Partners iGuzziniPrimavera italianadel film d’autore & Fotografie Alinari

Workshop sui Piani della LucePresentazione “More than Vision”

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Industria e Territorio: sostegno alla scuola e all’attività sportiva giovanile

Le Marche

Un’impresa è forte quando può contare su risorseumane con una valida preparazione culturale e predisposizione all’innovazione. Per ritrovare queste caratteristiche sul proprioterritorio la iGuzzini ha creato una serie di legami e rapporti, con il territorio in cui si colloca, chevanno dalle collaborazioni con le scuole localialla creazione di opportunità culturali. Quella di creare rapporti con le scuole del proprioterritorio e quelle nazionali legate all’ambitospecifico della propria attività, mettendo a dispo-sizione le proprie strutture ed offrendo spazi eopportunità per un rapporto più stretto fra mondodel lavoro e mondo della scuola, è un’azione moltoimportante per l’azienda. Da una parte l’aziendasostiene in questo modo gli alunni e le famiglieoffrendo percorsi formativi legati alle opportunitàd’impiego presenti sul proprio territorio.Dall’altra offre alla scuola delle possibilità perampliare la propria offerta didattica. Le azionisvolte dall’azienda vanno quindi dalla possibilitàdi svolgere stages, alla collaborazione per larealizzazioni di tesi (da circa 20 anni abbiamocontribuito a circa 70 tesi), alla partecipazioneall’attività didattica con docenze e interventispecialistici nei corsi, fino alla vera e propriaadozione di una scuola come è successo nel2001. In quell’anno l’azienda (in collaborazionecon Fratelli Guzzini, Teuco Guzzini, comune diRecanati e il Provveditorato agli Studi di Macerata)ha adottato l’Istituto scolastico di IstruzioneSecondaria Superiore “Enrico Mattei” di Recanati,che è stato uno dei primi istituti in Italia ad organizzare corsi per il rilascio della patenteper ciclomotori.

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Foto: Istituto “Enrico Mattei”

1.2. Momenti di vita scolastica

3. Progetto “Itis in moto”, sviluppato in collaborazionecon l’azienda Campetella che progetta e produce robot per l’industria, sistemi di iniezione e veicoli elettrici.

4. Incontro con Carlo Campetella

L’adozione prevede sostegno economico per la realizzazione di percorsi didattici specifici,acquisto di attrezzature. Il ruolo dell’azienda è anche quello di offrire nuove opportunitàdidattiche: per esempio visite a centri di designindustriali, come il Centro Design Mercedes, e musei d’impresa, come il Museo Ducati, realtà con cui la iGuzzini ha collaborato.Sempre nel 2001 la iGuzzini ha contribuito allarealizzazione di due corsi I.F.T.S. (Istruzione eFormazione Tecnica Superiore) per la formazionedi tecnici progettisti per l’illuminazione, conser-vazione e valorizzazione di Beni artistici e culturali ed il corso “Progettazione e Designdell’oggetto”. Il livello di adesione a questo tipodi corsi è molto alto e c’è una notevole selezione:25 è il numero massimo di iscritti a cui si è arrivato selezionando 120 candidati. Il livellod’occupazione alla conclusione del corso è statopari all’ 80%, mentre il 15% degli iscritti ha poideciso di continuare gli studi. L’Istituto “EnricoMattei” ha ormai una storia consolidata:

nel dicembre 2006 ha compiuto quaranta anni di vita che sono stati festeggiati con unacerimonia che si è svolta presso il Teatro Persianidi Recanati a cui ha partecipato il ministro per le Politiche giovanili e attività sportive,Giovanna Melandri. La vitalità della scuola è testimoniata dall’incremento delle iscrizioni e delle specializzazioni: nel 2004 si è creato il corso in Informatica e nel 2005 un corso professionale in elettronica, proprio per risponderealla richiesta sempre più forte che viene dalleaziende del territorio. Un’altra specializzazionemolto richiesta dal territorio è quella di figurepreparate nel settore della meccanica. Anche inquesto caso i corsi sono stati potenziati. Il ministroinoltre ha premiato durante questa cerimoniaanche i calciatori della “US Recanatese”, lasocietà sportiva che vanta una squadra vincitrice,per il 2006, a livello provinciale nella sezione“giovanissimi”, squadra che l’Itis Enrico Matteisponsorizza, perché lo scopo educativo e formativonon si fermi ai banchi di scuola.

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Il potere della luce

Un commento personale di Jonathan Speirs

Progettazione

È tutta una questione di passione - o almeno questa è la mia modesta opinione! Sono convinto che soltanto chi ama il magico potenziale della luce possa manipolarnei poteri, e con la pratica e l’esperienza possa creare spazi e ambienti meravigliosi dicui le persone possano godere. Ci sono ovviamente molti altri aspetti da considerare,e anche per questi la mia opinione potrebbe apparire in qualche modo parziale, ma sono persuaso che, per essere un architetto e lighting designer di talento, sia essenziale essere in grado di vedere la tridimensionalità, amare e apprezzare tutti gli aspetti dell’architettura, avere capacità di autocritica (sostenendo il processocreativo finché l’idea è assolutamente quella giusta)… e amare il gioco del tennis!Quello che intendo dire con questa analogia sportiva è che quando voi, in qualità di lighting designer, lavorate fianco a fianco con l’architetto o il designer d’interni, e uno di voi lancia un’idea sul campo di gioco, può capitare che quell’idea torni a voi di rimbalzo con un certo effetto, e che con una sorta di allungo mentale voiriusciate a ribatterla con un abile pallonetto in modo da indurre il vostro interlocutorea fare uno scatto e se è veramente bravo a rispondervi con un’idea ancora migliore. È così che l’idea o la soluzione creativa prende finalmente forma e i giocatori segnanotutti insieme il punto decisivo della partita. Nel vero e proprio gioco del tennis, quando il pubblico assiste a un grande scambio tra due giocatori, che termina con il punto decisivo segnato da uno dei giocatori, quello cui il pubblico applaude è in definitiva lo scambio più che il punto finale segnato. In altre parole, non è importantechi ha avuto l’idea conclusiva, poiché se questa è assolutamente l’idea migliore per il progetto, è il progetto in definitiva a vincere! Io adoro giocare a tennis e amo la fasein cui si palleggiano le idee per il tempo necessario a individuare una soluzione veramente creativa. Mi preoccupo un po’ quando sento dire a lighting designer chepreferiscono lavorare sui progetti senza il contributo di architetti o designer d’interni. Il lighting design ovvero la progettazione di sistemi d’illuminazione ha fatto moltastrada negli ultimi 25 anni. Ed è esattamente lo stesso numero di anni dai quali esercito la professione, da quando cioè ho deciso che la “luce” offre maggiori opportu-nità in termini di sbocchi professionali e soddisfazioni personali rispetto ai rami dell’architettura principali. Da quando ho preso questa decisione, ho avuto incredibiliopportunità di lavorare e imparare da alcuni tra i migliori architetti del mondo.Questo processo di apprendimento continuo mi ha dato l’opportunità di approfondireethos e filosofie dell’architettura diverse, e mi ha permesso di confrontarmi in modosignificativo con l’architettura a livello sia pratico sia teorico. Il mio originale interesseper l’illuminazione è nato con la scoperta del mio teatro scolastico, quando avevo 12anni, che si è poi trasformata in un profondo interesse per le diverse forme di spettacolo,sia teatrale sia musicale. Il mio interesse è sempre stato rivolto tanto alla musicaquanto all’aspetto della produzione degli eventi. Mentre studiavo architettura, ho lavorato con rock band locali che nelle proprie performance impiegavano luci,suoni e persino giochi pirotecnici! La mia tesi di laurea, dal titolo “Architecture UsingTheatrical Lighting Techniques and Technology to Create Atmosphere in Buildings”riassumeva il mio interesse di allora e di oggi per l’uso delle tecniche e tecnologiedell’illuminazione teatrale in architettura. Tutte queste influenze ed esperienze mihanno permesso di acquisire una prospettiva molto più ampia in termini di design e progettazione da quando ho intrapreso questo affascinante percorso professionale. La co-fondazione della “Lighting Design Partnership” di Edinburgo (Scozia) comeprimo Studio professionale indipendente di lighting design nel Regno Unito, nel1983, ha segnato un passo davvero importante, e grazie al puro entusiasmo, allacreatività e al duro lavoro si è guadagnata una reputazione nel campo della progettazionedi sistemi d’illuminazione per edifici che non aveva precedenti in ambito europeo.Credo sappiate che verso la fine degli anni ‘70 e l’inizio degli anni ‘80, non vi eranoconcrete opportunità di carriera come lighting designer in architettura:

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Foto: Gabriele Basilico, Adam Mork, Sophie Milligan

1. Apparecchio speciale realizzato per GOGGS - Government Offices at Great George Street

GOGGS, Londra, Regno UnitoArchitetto: Foster + Partners

Nell’ambito della ristrutturazione degli ufficigovernativi britannici ospitati nella Whitehall di Londra, ci è stato chiesto di sviluppare unasoluzione d’illuminazione per la grandiosa scali-nata d’ingresso ed abbiamo ideato un elementosospeso in grado di utilizzare luce riflessa. L’idea si è poi evoluta in una serie di anelli riflettenti in acrilico, sospesi sotto downlight a fascio stretto inseriti nel soffitto a cupola. Dietro la semplicità degli oggetti realizzati, si celauna grande mole di lavoro necessaria per mante-nere il loro aspetto “pulito”. In un certo senso, la scelta della forma e delle dimensioni dei com-ponenti è stata imposta dalle caratteristiche dellaluce più che dalle nostre preferenze di designer.

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Il potere della luceProgettazione

questo campo era di dominio dell’ingegnere elettrico che di solito preferiva la viadella scienza a quella dell’estetica artistica. L’uscita dalla LDP, nel 1992, e la successivafondazione della Jonathan Speirs and Associates mi hanno offerto l’opportunità di reinventare il mio modo di lavorare, permettendomi di dirigere le attività di unostudio come mai mi era stato possibile fare sino a quel momento. In quel periodo, ho potuto riprendere le fila della mia amicizia e collaborazione professionale conMark Major che aveva lavorato con me alla LDP per un certo numero di anni, verso la metà degli anni ‘80. Ne sono seguite la costituzione a Londra della “Speirs and Major”e nel 2003 la fusione dei due Studi nella “Speirs e Major Associates” (SaMA).È stato al momento della fusione che Mark e io abbiamo deciso di imbarcarci in unprogetto didattico interno che ha poi varcato i confini dello studio sotto forma del progetto denominato “Made of Light”. Non vogliamo con ciò affermare che questo è l’unico modo di progettare o considerare la luce, ma piuttosto che questo è l’unicomodo per noi di considerare un progetto. Anche il cammino verso lo sviluppo del progetto si è rivelato istruttivo per tutti i soggetti coinvolti. Al futuro del lighting designe della nostra professione emergente, ora guardiamo con grande ottimismo velato soloda alcune incertezze, che analizzeremo nel prossimo numero.

Made of Light

Questo progetto è un’analisi, fatta cercando di identificare gli elementi di ispirazione, del processo di lighting design e del modo di pensarealla luce e all’architettura da parte di Major e Speirs. L’analisi è stata compiuta durante un weekend di lavoro con l’organico dei due studi presso la sede di Londra per una sessionedi brainstorming sul tema dell’“ispirazione”. “Made of Light” ha prodotto quattro risultati: il libro edito da Birkhauser, ora alla sua terzaristampa; l’esposizione sinora ospitata dalla sedecentrale del “Royal Institute of British Architects”e dall’ARC 06 a Londra, dalla Biennale dello“Swiss Institute of Architects” a Berna (Svizzera)e dal PALME INSTALL a Dubai, più recentementeinserita in un evento svoltosi a Graz (Austria) e prossimamente in tour in Scandinavia, inGermania ed in Italia nel 2008; una conferenzatenuta a Francoforte, Las Vegas, New York, Dubai e Graz, e infine il sito web www.madeoflight.com.Il sito web è ancora nella fase iniziale e diventerà,secondo le intenzioni dei due Lighting Designers,un giacimento di materiale stimolante ed ispiratore:tutta l’attività di ricerca e la produzione proget-tuale sono stati finanziati dalla SaMA non comeveicolo autopromozionale ma con l’intento di istruire e ispirare i designer sul formidabilemezzo con cui essi lavorano. I fondi di sponsoriz-zazione dell’esposizione sono stati raccolti pressoaziende sensibili e interessate al progetto, graziealle quali è stato possibile acquistare le attrezzaturenecessarie per organizzare l’esposizione itinerante.Alla realizzazione del volume hanno contribuitocon materiale testuale e iconografico molti deicollaboratori interni degli studi, ma anche personeoperanti al di fuori di essi. Il risultato ottenutonon sarebbe stato possibile senza il contributo e il supporto editoriale di Anthony Tischauser.

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2.3.4. Mostra “Made of Light”

5. Jonathan Speirs

6. Immagine notturna della Copenhagen Opera House

Copenhagen Opera House, DanimarcaArchitetto: Henning Larsen Tegnestue

Un dono fatto da un generoso e illuminato bene-fattore alla popolazione danese. Questo progettoha richiesto un uso ingegnoso del lighting designper nascondere gli apparecchi di illuminazionealla vista e rendere l’architettura elegantementeluminosa durante la notte. La vista dall’esternoera molto importante data la posizione dell’edificiosull’acqua. L’aspirazione era quella di attirare losguardo dell’osservatore verso l’interno dell’edificio,

facendo in modo che esso funzionasse come una “lanterna”. Gran parte dell’illuminazione delfoyer è stata ottenuta con un apparecchio specialegrazie al quale si è evitato di cospargere di down-light il soffitto. La conca dell’auditorium è statailluminata con apparecchi a incasso nel tetto cheutilizzano lampade con due diverse temperaturedi colore: fredda durante il giorno e calda per le ore serali. Di giorno, la luce naturale permea

lo spazio, mentre di notte una luce blu illumina ilfoyer creando un piacevole contrasto con l’aranciodei pannelli lignei. La fibra ottica è stata utilizzataper gran parte della platea. Ogni testa lenticolareè stata messa a fuoco, puntata e fissata su ogniseduta. I frontali della balconata presentano unasuccessione di apparecchi ad incasso lineari a LED bianchi. Tutte le teste a fibra ottica e le unità a LED sono accessibili singolarmente.

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Il potere della luceProgettazione

The Eden Project, Cornovaglia, Regno UnitoArchitetto: Grimshaw

Il brief di progetto dell’illuminazione per questaopera verteva su due principali obiettivi: in primoluogo quello di realizzare l’illuminazione per il “Time of Gifts Festival” ed attuare una strategiadi illuminazione generale per l’intero sito. I dueobiettivi si sovrapponevano alla richiesta princi-pale di un sistema di illuminazione per gli internidei Biomi (le cupole che contengono l’insieme di animali e vegetali che vivono in un determinatoluogo o ambiente geografico). Un budget ed un tempo limitato, fra il brief e l’inaugurazionec’erano solo cinque mesi, sono state le difficoltàda superare. Apparecchi di illuminazione a bassatensione e apparecchi ad alogenuri metallici

con varie dotazioni accessorie sono stati installatiin punti strategici all’interno dei biomi, scegliendocolore, orientamento ed esposizione in funzionedella vegetazione, delle sculture e dell’architetturadi ognuno di essi. L’illuminazione dall’alto delletorri di servizio ha creato giochi di luci e ombresul terreno. All’esterno, sono state impiegateluci diffuse ad alogenuri metallici come sfondoper i biomi e per le nicchie a parete, sottolineandoil carattere dinamico del contesto paesaggistico in cui si trova inserito l’Eden Project.I principali sentieri pedonali sono stati illuminaticon luci blu nelle colonnine esistenti o con luci a LED blu inserite negli alberi.

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7. Eden Project

8. Apparecchio speciale realizzato per la sede centrale della HBOS.

Sede centrale HBOS, Edimburgo, Regno UnitoArchitetto: Malcolm Fraser Architects

Questo importante intervento di ristrutturazione di un edificio storico (Grade I), con tutti i rigorosivincoli architettonici e di illuminazione che neconseguono, ha posto i progettisti di fronte a uncerto numero di sfide. L’obiettivo prioritario erariuscire a inserire gradevolmente un’illuminazionecontemporanea in un edificio storico, abbinandoil rispetto per le caratteristiche originarie dell’edificio per creare un armonioso equilibrio tra vecchio e nuovo. Molti dei soffitti dell’edificiosono decorati con intonaci: per l’integrità estetica non sono stati utilizzati apparecchi ad incasso.L’illuminazione della Great Hall deve essere sufficientemente versatile per potervi svolgerediverse funzioni e nel contempo inserirsi armonio-samente in questo contesto d’epoca senza disturbare l’intonacatura decorativa del soffitto.Abbiamo creato sei aperture per l’incasso delleluci nel soffitto che pur essendo visibili non interferiscono con l’elaborato disegno dell’intona-catura. Le luci illuminano i punti principali, valorizzando le opere e i dettagli architettonici.Luci bianche e blu a catodo freddo sono celatenel cornicione per illuminare la doratura del soffitto. Il tocco finale è dato da uno straordinario lampadario centrale di 5 metri di altezza per 3 metri di larghezza, in acciaio inox lucidato a specchio, che è stato realizzato appositamente.

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Nuovo Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo

Stezzano - Bergamo, Italia

Progetti Progetto preliminare, definitivo ed esecutivo, direzione artisticaJean Nouvel

Consulente di Jean NouvelHubert Tonka

Capo progettoAlessandro Carbone

Il nuovo Centro Ricerche e Sviluppo di Bremboè il primo edificio ad essere completato nell’ambitodei nuovi interventi architettonici individuati dalMaster Plan di Jean Nouvel per l’area del ParcoScientifico Tecnologico Kilometro Rosso. Il nuovo Centro Ricerche ospita uffici direzionalie amplia gli spazi di ricerca di Brembo, primaazienda a insediarsi all’interno di KilometroRosso. L’unico edificio preesistente nell’area del Parco Scientifico, infatti, firmato dal grandestudio statunitense SOM, Skidmore Owings & Merrill, originariamente costruito per Hewlett-Packard, ospita già da alcuni anni le attività di ricerca di Brembo e Brembo Ceramic Brake

System, joint venture con il gruppo Daimler-Chrysler. Il nuovo Centro Ricerche e Sviluppodeve il progetto architettonico a Jean Nouvel,già autore del Master Plan di Kilometro Rosso, il progetto degli interni allo Studio Blast Architetti,Bombassei, Siccardi, Traversa e il progetto del verde allo Studio Land. Il Parco ScientificoTecnologico Kilometro Rosso, che copre un’areadi 392.000 mq per 90.000 mq di superficiecoperta si trova alle porte di Bergamo, lungol’autostrada A4 Milano-Venezia. Concepito al suo interno come un campusimmerso nel verde, è caratterizzato, lungo l’autostrada, da una spettacolare quinta architet-

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tonica in alluminio estruso di colore rosso“Kilometro Rosso”. Il Muro Rosso ideato da Jean Nouvel, concepito essenzialmente comebarriera di protezione degli edifici e del parcocontro il rumore e l’inquinamento delle auto, è sorretto da una struttura in cemento armato e acciaio interamente rivestita da profili alettati in alluminio estruso. La continuità del fronte lamellare è interrotta da grandi aperture, che ricordano le prese d’ariadi una scocca d’auto. Queste sono state realizzateper consentire sia il passaggio delle auto chel’accesso pedonale ai vari edifici nel Parco.Tra le diverse opere d’architettura di Kilometro

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Foto: Matteo Piazza, Pietro Savorelli

1. Visione notturna del Kilometro Rosso dall’autostrada A4

2. Schizzo dello Studio Land per il Parco

3. Rendering dell’area del Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso

TeamLivia Tani, Cristina Ventura, Andrea Ciofi degli Atti, Raffaella Falbo,Andrew Todd, Gwenola de Quelen,Sergio Noero, Cristiano Benzoni,Laurent Pereira, Anna Ugolini.Blast Architetti - Luca Bombassei,Simona Traversa, Franz Siccardi

Coordinamento progettuale, progetto degli interni,direzione artistica.

Capi progettoLuca BombasseiSimona Traversa

TeamFrancesca Ciuffreda, Antonio Runco,Luigi Pezone, Chiara Giussani, Aria Behbehani, Luca Cattaneo,Anna Cattaneo, Andrea Fiorucci,Matteo Mazzola, Paola Badoino

Rosso Nouvel ha previsto il fluire del verde, privodi recinzioni, ha ridotto al minimo la viabilitàautomobilistica in superficie e ha affidato a percorsi interrati la possibilità di raggiungerein auto le nuove costruzioni. In questo contestodi eccellenza architettonica sono promosse attivitàmultidisciplinari di ricerca e innovazione tecno-logica, finalizzate a creare un network dellaconoscenza e in grado di occupare oltre 3000persone nei prossimi sei-otto anni. Il CentroRicerche e Sviluppo di Brembo ha una superficiedi 11.000 mq e si trova, all’estremità sud-occi-dentale dell’area del Parco Scientifico tecnologicoKilometro Rosso. L’edificio si integra nel MuroRosso che qui si dilata per accoglierne i percorsiorizzontali principali e si compone di volumiparallelepipedi che si allungano verso il Parco.Questi sono collegati e composti tra di loro

secondo una logica che prevede variazioni di dimensioni, slittamenti e aggetti. L’ingressoavviene attraverso un cilindro, rivestito in acciaioche si incunea nel Muro. Le pelli vetrate esternedelle facciate ventilate sono in realtà un sofisti-cato sistema di lamelle che possono essereregolate a seconda delle necessità; le facciateassumono così uno spessore e una densitàsimili a quelli del ghiaccio, lasciando intuire la presenza interna di svariate funzioni vitali.Sono tre i materiali esterni: la lamiera del MuroRosso, che racconta la scala territoriale, il vetrodei parallelepipedi, simbolo del lavoro ammini-strativo, e il metallo argenteo che riveste il pianopiù alto e il cilindro d’ingresso che ci illustra il lavoro concettuale. Questi tre materiali corri-spondono a tre forme diverse (la linea, il volumepuro, la forma libera) e ci parlano di tre anime,

ciascuna corrispondente a un diverso messaggio.Gli sbalzi, quattro, due a sud e due a ovest,sono realizzati tramite una soluzione strutturaleche combina travi-parete in calcestruzzo consolette metalliche in travi in acciaio e lamieragrecata. Il più ardito a ovest, al piano più alto e viene accentuato dal fatto che appoggia su un fronte che arretra con dei gradoni. Il Centro Ricerche di Brembo è accessibiledirettamente dal parcheggio lungo l’autostradache si trova a una quota superiore rispetto aquella del parco su cui si imposta il complesso.L’ingresso all’edificio, al primo piano, quindi,avviene attraverso il cilindro che introduce aglispazi interni diventando il fulcro di smistamentodei vari percorsi. Qui si connettono le “rue corridor”di distribuzione orizzontale che ricavate nellospessore del Muro Rosso si dilatano verso

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Progetti Nuovo centro Ricerche e Sviluppo di Brembo

il Parco con una sezione curva. La “rue corridor”principale dall’ingresso conduce, con un anda-mento sinuoso, a ovest ad alcuni uffici e allasala conferenze ospitata interamente in un corpoaggettante; verso est scende collegando il nuovoedificio con il preesistente edificio dei SOM. Ai piani superiori questo spazio longitudinaleospita, oltre ai percorsi orizzontali, lo showroomdei prodotti Brembo e una caffetteria. Mediantedue collegamenti a ponte che si staccano dal corpo del Muro si raggiungono, al primo

e al secondo piano, i blocchi longitudinali, adibiti ad uffici. L’ultimo piano, parallelo al muroè raggiungibile dal cilindro d’ingresso. Al piano terreno sono presenti gli open-spacedei laboratori di ricerca e gli spazi produttivi di prototipazione. Le scelte dei materiali e dellecromie adottate dallo studio Blast Architetti per tutti gli interni sono improntate ad un’esteticarigorosa: la matericità del cemento armato a vista delle pareti perimetrali dialoga con il rigore delle superfici verticali finite con gesso

cerato e con la leggerezza e la trasparenza dellepartizioni in vetro serigrafato che suddividono gli uffici e garantiscono la continuità visiva versoil parco circostante. Le nicchie espositive, scavatenello spessore dei muri laterali della “rue corridor”principale contengono raffinati pezzi meccaniciprodotti da Brembo; all’interno di queste nicchiela luce può virare di tonalità e di colore, grazie all’adozione di particolari led. Esternamente l’edificio Brembo è composto da blocchi ortogonali, come fosse un Lego

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4-5. Visione diurna e notturna del Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo

Sistemazione del verde e degli spazi aperti Progetto completo e assistenza tecnicaalla direzione dei lavoriStudio LAND

Capi ProgettoAndreas KiparGiovanni Sala

TeamMauro Panigo, Giuliano Garello, Anna Comi, Alain Carnelli, Prisco Ferrara,Andrea Giuradei, Mina Fiore

assemblato con una certa casualità, all’interno i percorsi lineari fanno apparire l’architettura piùsemplice e più chiara. La complessità distributivarisulta ampiamente compensata dalla ricchezzadelle vedute dei percorsi che ne scaturiscono, e dal grado di autonomia e di identità di cuigode ciascun reparto dell’azienda. Le passerelleche collegano il Muro Rosso ai parallelepipedivetrati rappresentano punti nevralgici di cerniera;da qui lo sguardo abbraccia a 360° il panoramacompleto del progetto e ne riassume il concept.

Negli uffici, le partizioni interne di vetro serigrafato si confondono con le vetrate esterne, i controsoffitti in metallo microforato richiamano il metallo argenteo che riveste il piano del terzolivello e il cilindro d’ingresso. Per quanto riguarda le tonalità cromatiche, Blastlavora quasi sempre sulle nuances dei grigi. Le luci, sempre incassate, bagnano le superficiverticali e orizzontali senza creare forti contrastidi densità: si crea un’atmosfera avvolgente e quasi priva di ombre. La luce e il colore si

combinano, negli spazi di transito, a rappresentarela mobilità. Il progetto illuminotecnico per questo grande centro si è basato sulla integra-zione fra luce naturale e luce artificiale: duranteil giorno la luce naturale si diffonde e garantiscecomfort visivo, durante la notte l’illuminazionerende le grandi superfici vetrate delle quinteluminose. Negli uffici gli incassi Optica garanti-scono 500 lux medi sulle superfici orizzontali e non creano problemi di abbagliamento e riflessioni sui videoterminali.

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Nelle sale riunioni sono stati utilizzati deiCestello a fluorescenza che forniscono sia luced’ambiente che luce d’accento. Gli incassi Lineup,con ottica wall washer, sono installati lungo i corridoi e la luce emessa si combina con quella fornita dal basso dagli incassi Linealuce. Il progetto del verde del Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo è parte del disegno complessivo realizzato dallo Studio Land(Landscape Architecture Nature Development) per l’intero Parco Scientifico.

Progetti Nuovo centro Ricerche e Sviluppo di Brembo

Il progetto di Land intende Kilometro Rossocome la metafora di una galleria del vento, intornoalla quale “l’elemento fluido, scontrandosi con le geometrie rigide dell’architettura, genera movimenti, onde, gorghi e vortici”. I gorghi e i vortici sono, tradotti nella realtà,morbidi rilievi di terra e specchi d’acqua. Il terreno è cosparso da increspature raffiguratecome piccole dune collocate a protezione dellaviabilità interna o a delimitare i diversi comparti.Le alberature sono disposte secondo la logica

della progressiva diminuzione, a partire dallearee prossime al Muro Rosso verso il tessutoagricolo circostante. Il Parco è illuminato attraversoapparecchi dal limitato impatto visivo, per cuisono stati utilizzati incassi Ledplus per i percorsipedonali e apparecchi iWay per quelli stradali.

Scritto liberamente tratto dal testo di SebastianoBrandolini contenuto in “Centro Ricerche e Sviluppo di Brembo 2004-2007”.

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6. Particolare notturno di uno dei percorsi

7. Jean Nouvel e Luca Bombassei

8-9. Variazione del colore nei corridoi

Studio Blast Architetti Bombassei, Siccardi, Traversa

Luca Bombassei (Bergamo, 1966), e Simona Traversa(Milano, 1968) fondano lo studio Blast a Milano nel 2001. Nel 2005 si unisce a loro Franz Siccardi(Milano, 1964). Accomunati dal luogo di studio, la Facoltà d’Architettura del Politecnico di Milano,Luca Bombassei, Simona Traversa e Franz Siccardi,dopo la laurea, svolgono diverse esperienze formativee professionali in Italia e negli Stati Uniti che oggiarricchiscono la versatilità dello studio Blast, attual-mente composto da venti professionisti. Numerosesono le opere ultimate recentemente tra le quali troviamo il recupero di diversi edifici storici a Venezia, il nuovo stand Brembo, la Casa del Habano di Milano.Oltre a numerose abitazioni private, sono in fase di ultimazione la sede milanese di Rezia Energia Italia, il Master Plan di un insediamento residenziale in Costad’Avorio, il progetto per la riqualificazione funzionalee ambientale di un’area industriale dismessa inToscana. Il Parco Scientifico Tecnologico KilometroRosso nato su Master Plan di Jean Nouvel rappresental’esperienza più completa dello studio. Il Centro delle Professioni, primo intervento architettoniconella provincia di Bergamo con rendimento energeticocertificato, sarà completato entro la fine del 2007.L’edificio raggiunge un fabbisogno energetico complessivo inferiore alla metà di quello necessarioad un edificio tradizionale e una riduzione del 70%delle emissioni nocive nell’aria. Tali risultati consentonoal Centro delle Professioni di rientrare nei parametridi eccellenza definiti dai protocolli di certificazionepiù prestigiosi, quali la classe A secondo il protocolloitaliano CASACLIMA e il livello Platinum secondo la certificazione americana LEED (Leadership in Energyand Environmental Design). Risultati questi che Blast si è posto di superare con il progetto del DistrettoInterdisciplinare della Ricerca e della Tecnologia(completamento previsto per fine 2008).

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Palazzo Madama e il Museo Civico di Arte Antica della Città di Torino

Torino, Italia

Progetti

Nel dicembre 2006, con la riapertura del MuseoCivico di Arte Antica di Palazzo Madama si sonoconclusi i lavori di restauro, recupero funzionale e riallestimento iniziati nel 1997. La considerevole durata delle attività di studio e intervento sul Palazzo sono da imputare allacomplessità del progetto. Durante questi anni, in parallelo alle attività di restauro del Palazzo èstata condotta, in collaborazione tra il Politecnicodi Torino, dipartimento di Energetica, ed il gruppoincaricato del “Progetto Palazzo Madama”, una

attività di ricerca inerente l’illuminazione e la cli-matizzazione negli ambienti espositivi. Il bimille-nario Palazzo Madama presenta un’eccezionalestratificazione di testimonianze architettoniche di diversi periodi storici: in origine porta romana di ingresso alla città, diviene, nel corso delTrecento, un castello fortificato. In seguito l’austerafortezza viene ridisegnata dall’architetto FilippoJuvarra e trasformata in residenza, prima diMaria Cristina di Francia, poi di Maria GiovannaBattista di Savoia-Nemours; al palazzo viene

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Foto: Paolo Carlini

1. Camera di Madama Reale

2. Sala Quattro Stagioni

Direzione del progettoArch. Carlo Viano

Assistente alla direzione del progettoArch. Diego Giachello

Progetto impianti tecnologiciIng. Alfonso Famà

Progetto illuminotecnicoGruppo di progetto della Città di Torino e il Politecnico di Torino, Dipartimento di Energetica nell’ambito dei contratti diricerca e consulenza: “Attività di ricercaprogettuale e sperimentazione in laborato-rio sui problemi di illuminazione e climatizzazione in ambienti espositivitemporanei e permanenti, responsabileprof. Marco Filippi; gruppo di lavoro:

inoltre aggiunto un grandioso avancorpo, comple-tato nel 1721, che diviene uno degli esempi piùrilevanti del barocco europeo. Il monumentale scalone d’onore che in esso si trova si caratterizzaper la presenza di grandi superfici finestrate checreano una reciproca comunicazione tra l’esternoe l’interno, caratteristica peculiare dell’architetturajuvarriana. Durante il giorno, le grandi apertureconsentono alla luce naturale e alla “vita esterna”di penetrare all’interno, durante la notte invece gli spazi interni illuminati e le attività che vi si svolgono, sono visti all’esterno dai cittadini presenti sulla piazza. Per ottenere la percezionedella profondità dell’avancorpo, si è creato uncontrasto di luminanza tra le superfici interneal volume dello scalone, visibili dall’esterno, e le superfici esterne della facciata.Per l’illuminazione dello scalone monumentale si è deciso di sostituire i tre lampadari esistenticon nuove strutture luminose, in grado di rispon-dere ai requisiti specificati mantenendo i punti di alimentazione esistenti ed evitando nuoviinterventi sull’edificio. I nuovi “lampadari”, realizzati da iGuzzini sulla base dell’apparecchioCestello, garantiscono la percezione dell’archi-tettura e dell’apparato decorativo dell’ambiente,sono strutture flessibili, dotate di sorgenti orientateverso l’alto per l’illuminazione della volta, i lati per l’illuminazione delle pareti e il basso per l’illuminazione funzionale della scala.Considerando le dimensioni dell’avancorpo e le caratteristiche materiche e cromatiche dell’apparato decorativo, sono state scelte sorgenti a ioduri metallici da 70W con temperatura colore di 3000 K.

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Chiara Aghemo, Anna Pellegrino, LauraGaleazzo; “Definizione di sistemi di illumi-nazione artificiale delle sale e dei percorsiespositivi del Museo Civico di Arte Antica inPalazzo Madama, responsabile prof.Anna Pellegrino.

Consulenza al progetto illuminotecnicoper gli allestimenti musealiAnna Pellegrino

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Progetti Palazzo Madama e il Museo Civico di Arte Antica della Città di Torino

Le caratteristiche formali di questo sistema sonostate un riferimento per le soluzioni individuate in seguito per il resto del Palazzo, per mantenereunitarietà progettuale e formale. In particolareuna struttura analoga, anche se di dimensioniridotte e dotata di sorgenti alogene QR 111 (tecnologia IRC) è stata adottata nella Sala Acajae nella Sala Stemmi del primo piano. Nel progetto la necessità di molti e diversificatiterminali impiantistici e la volontà di nonaumentare le tracce esistenti hanno portatoall’individuazione di una soluzione tecnica inte-grata multifunzionale (concentratore di impianti),studiata dal gruppo di progettazione e realizzataad hoc. Nell’ambito dell’intero percorso espositivodel Palazzo il concentratore di impianti riunisce i terminali degli impianti di segnalazione e diffusione sonora, ed è l’unico elemento tecnico ed accoglie anche gli apparecchi d’illuminazione.Questa scelta, funzionale al principio di limitaregli interventi sull’edificio, ha rappresentato una sfida particolarmente ardua per il progetto illuminotecnico: la posizione dei concentratoridi impianti era predeterminata dai punti di ali-mentazione esistenti; il numero di punti luce eralimitato in base alla dimensione del concentratoree alla co-presenza con gli altri elementi dell’impianto. In alcune sale è stato necessariointegrare sorgenti alogene (QR111 di potenza e apertura di fascio diverse, tecnologia IRC), con sorgenti a ioduri metallici per poter garantire,pur nella limitatezza della disponibilità di spazi,la quantità e la distribuzione di luce necessari.

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3. Sala Acaja

4. Scalone dell’avancorpo juvarriano

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Nhow Hotel

Milano, Italia

Progetti Committente - InvestorDHD - Design Hotel Development -Emanuele Garosci

Progetto ArchitettonicoDaniele Beretta

Interior designMatteo Thun & Partners

L’Hotel Nhow nasce a Milano dalla ristrutturazionedi una ex fabbrica della General Electrics, uno dei più grandi edifici industriali presenti in zona Tortona, fin dagli anni Trenta area indu-striale e oggi quartiere della moda e del design.L’intervento architettonico di Daniele Beretta è stato guidato dalla volontà di conservare la memoria storica del luogo, perchè la zona, pur se in piena fase di espansione, mantiene il suo carattere originario con strutture industriali dismesse diventate showroom, laboratori, studicreativi. Anche l’edificio della General Eletric ha mantenuto i tratti originari nei volumi graziealla copertura a shed tipica delle architettureindustriali e all’intonaco grigio delle paretiesterne che sono state alleggerite e vivacizzateda grandi finestre con vetri colorati. L’interno,progettato da Matteo Thun, vede una compre-senza di materiali industriali come il cementoper i pavimenti e il ferro delle colonne accanto a materiali più tradizionali come le pietre naturalie il legno, che su alcune superfici non è trattatoper trasmettere, oltre all’effetto visivo, ancheuna diversa sensazione tattile. Nhow, inoltre,non è solo albergo ma anche spazio espositivodove strutture e arredi possono cambiare e combinarsi per la realizzazione di eventi comeesposizioni, sfilate, mostre allestite in collabo-razione con la Triennale di Milano e con unarete di gallerie d’arte. L’illuminazione degliinterni risponde a questa esigenza: accanto ad apparecchi appartenenti al settore decorativosono stati installati proiettori Trimmer che sonostati incassati in gole, poco profonde, sul soffitto.Questa soluzione permette delle modifiche in base alle esigenze illuminotecniche dei diversi eventi che possono crearsi. All’esternol’apparecchio Glimcube con led blu sottolineainvece le cornici delle finestre.

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Foto: Giuseppe Saluzzi

1. Zona espositiva

2.3. Esterno dell’edificio.Glimcube colora le cornici delle finestre

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Vuoto Azzurro. Memoriale per le vittime dell’11marzo

Madrid, Spagna

Progetti Progetto architettonico Studio Fam

CollaboratoriSON3-Produzioni Digitali, Alvaro León-Keloide, Rubén Coca (video)Oliver Acosta (assistenza tecnica)

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Nell’aprile 2007, tre anni dopo il terribile atten-tato dell’11 marzo alla metropolitana di Madrid,è stato inaugurato dai Reali di Spagna il monu-mento alla memoria delle vittime: un imponentecilindro situato davanti alla stazione di Atocha. Il monumento è una scultura formata da unacupola cilindrica in cristallo di 11 metri di altezza,costruita con blocchi speciali di 30x20x7centimetri, le misure più grandi che consentequesto materiale, secondo Esaú Acosta, architettodello studio “Fascinante Aroma a Manzana”(FAM) vincitore del concorso per la progettazione del monumento in memoria delle vittime. Mauro Gil-Fournier, un altro componente dellostudio FAM insieme a Raquel Buj, Pedro Colónde Carvajal e Miguel Jaenicke, spiega che l’operaha senso solo se correlata alla grande sala internadenominata “Vuoto azzurro” nella quale si possonoleggere i messaggi scritti dopo gli attentanti: soloda questa sala, di quasi 500 metri quadrati e costruita sotto il livello del suolo si può com-prenderne il significato, nonostante la partesuperiore, composta da una cupola di cristallo,sia quella più visibile. La sala sotterranea ècostruita con una membrana di un materialedenominato ETFE. Questa sala è isolata dal

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rumore esterno, per cui il silenzio e la luce sonoprotagonisti. Il monumento pesa complessiva-mente 160 tonnellate ed è totalmente trasparentee incolore, dato che i blocchi di cristallo massicciosono uniti tra loro con un materiale adesivo speciale. I messaggi saranno visibili attraversolo strato di cristallo durante il giorno e assume-ranno un’altra forma durante la notte. Questa cupola interna totalmente smaterializzataè formata solo da lettere che danno forma edimensione alla lamina che ha la caratteristicadi non essere visibile con un 97% di trasparenza.L’accesso alla sala si trova all’interno della stazione di Atocha, nell’androne principale. Una volta all’interno della sala, lo spazio scom-pare per consentire alla luce di essere protago-nista. Uno spazio di colore azzurro dove l’unicadistrazione è l’“occhio” che permette di osservarela cupola dall’interno; tutto il resto è pensato e realizzato solo in funzione di ciò. La luce, con le sfumature ed i riflessi creati dalcristallo e dall’ETFE, inonda la sala creando un effetto spaziale discreto e delicato. Di notte le parole scritte sull’ETFE sono eviden-ziate grazie a 12 ColourWoody che sono postitra un materiale e l’altro.

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Foto: José Hevia

1. I Reali ed il Primo Mnistro Zapatero alla inaugurazione del memoriale

2. Simulazione

3. Visione notturna di “Vuoto Azzurro”

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione España, S.A.

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Avinguda de Meritxell

Andorra la Vella, Andorra

Progetti ClienteComune di Andorra la VellaManel Blasi, assessoreJordi Pujol, consigliereJoan Rodríguez, architettoVíctor Soto, responsabile dell’illuminazione

Il principato di Andorra è un piccolo stato situatonel cuore dei Pirenei, tra Francia e Spagna. Il turismo è la principale entrata dell’economiadel paese. Il notevole patrimonio culturale racchiuso tra le valli del principato, gli sport dimontagna e l’attività commerciale permettono di mantenere un elevato numero di turistidurante tutto l’anno. Andorra la Vella è la capitaledel principato e qui vive la maggior parte dellapopolazione. Si trova nel punto di confluenzadei fiumi Valira del Nord e Valira d’Orient che formano il Valira. Ad Andorra la Vella si trova lamaggior parte degli organismi e istituzioni piùimportanti del Principato. Si tratta di una cittàche combina gli elementi storici, con i suoiimportanti monumenti, al cosmopolitismo di una capitale con grande afflusso di visitatori.

La Avinguda de Meritxell è l’arteria principaledella città con una grande vitalità commerciale.Lungo questo viale vi sono un’infinità di negozi e la vivacità che lo caratterizza si protrae fino a notte fonda. L’Amministrazione locale, con l’intento di rivitalizzare l’asse commerciale cheforma la Avinguda de Meritxell, ha avviato un pro-getto di rinnovamento e ristrutturazione che inclu-de nuova pavimentazione, arredo urbano, illumi-nazione allo scopo di rendere l’area pedonale.Il progetto dello studio ACXT voleva una illumi-nazione urbana originale, caratteristica ed efficiente per un viale commerciale con unelevato transito di pedoni. ACXT ha progettato un palo di 8 metri di altezza con una sezionerettangolare di 400x200 mm. Nella parte supe-riore della colonna c’è un pannello, che forma un angolo retto con il supporto verticale, con una lunghezza di 1700 mm e una larghezza cheva da 400 a 900 mm. Questo pannello includeun elemento riflettente con finitura bianca. Il palo, in acciaio galvanizzato, include gli elementi luminosi: 2 proiettori Maxiwoody con ottica stradale per lampada da 150 W ad alogenuri metallici posti a 6 metri di altezza. Questi proiettori sono orientati verso la strada e il marciapiede e sono stati sistemati su entrambii lati della colonna. A 6,6 metri di altezza si trova un proiettore Colourwoody orientato verso la superficie riflettente del pannello superiore.Questo proiettore, con luce dinamico-cromatica,presenta un’ottica spot e permette l’uso di unalampada ad alogenuri metallici da 250 W. In questo modo l’apparecchio su palo combina la funzionalità, con i proiettori Maxiwoody conottica stradale che permettono di ottenere livelli di illuminazione eccellenti, con l’originalità, grazie alla luce indiretta dinamico-cromatica prodotta dai Colourwoody sul pannello riflettente. Gli apparecchi luminosi sono stati installati con una disposizione bilaterale sfalsata ad unadistanza di circa 18 metri. Si ottiene così un livellodi illuminazione medio di circa 70 lux con un’uniformità media di circa 0,5.

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Foto: José Hevia

1.2.3. Avinguda de Meritxell

Progetto architettonico ed ingegneristicoACXT-Idom Ingeniería y Sistemas S.A.

ImpiantiGEA, General Eléctrica Andorrana S.A.

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione España, S.A.

L’impianto elettrico è stato realizzato prevedendodi avere 3 accensioni per colonna, oltre al cavo di segnale per il controllo dei Colourwoody.Mediante il controllo di questi proiettori il Comunepuò scegliere, a seconda che si tratti di giornifestivi, feriali oppure di festività nazionali, il coloreriflesso nel pannello superiore degli apparecchiluminosi: monocromatico oppure una determinatasequenza di colore. Trattandosi di un elementodi arredo urbano, il palo prevede la possibilità di inserire un portastendardo per le occasioni in cui il Comune voglia appendere insegne e bandiere ed è predisposto per le luminarienatalizie. L’apparecchio luminoso, prodotto appositamente da iGuzzini è stato battezzato con il nome di Meritxell.

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Trésors engloutis d’Egypte

Grand Palais, Parigi, Francia

Progetti Organizzatore della mostraFranck Goddio e Hilti Arts & Culture GmbH

Progetto illuminotecnicoThierry d’Oliveira

Tra il settembre 2006 e il marzo 2007, presso il Grand Palais di Parigi, si è svolta la mostraTrésors engloutis d’Egypte. Sono stati presentatiper la prima volta al pubblico francese quasi600 oggetti, che costituiscono solo una piccolaparte dei reperti riportati alla luce in occasionedelle missioni archeologiche sottomarine con-dotte da Franck Goddio e dalla sua equipe nellabaia di Aboukir e nel porto di Alessandria, inparticolare in corrispondenza dei siti dell’anticoporto di Alessandria e delle città di Eraclion e di Canope, nella baia di Aboukir. Questi siti furono sommersi nel corso dell’VIII

secolo della nostra era, a seguito dell’innalza-mento delle acque del mar Mediterraneo. Tra i principali pezzi esposti in occasione dell’e-sposizione, tre statue colossali, tra cui la piùgrande statua di Hapy, conosciuto in Egittocome divinità delle inondazioni del Nilo, simbolodi opulenza e di fertilità, e le imponenti sculturedi granito rosa, di oltre cinque metri, di un re e di una regina tolemaici. Realizzare l’illumina-zione di questa mostra, progettata da Thierryd’Oliveira, con l’assistenza di JacquesBiderman, è stato particolarmente complesso,vista la completa assenza di apparecchi sulla

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volta del Grand Palais, alta 40 metri, ad ecce-zione di alcuni elementi sospesi per l’illumina-zione di sicurezza. Philippe Délis, scenografodell’esposizione degli stessi pezzi a Berlino, ha ovviato a questo problema creando spazisemi-chiusi mediante paraventi alti sette metrisui quali sono stati installati gli apparecchi inmodo che i fasci luminosi emessi si incrocinoper ottenere luce d’accento sui pezzi più signifi-cativi. L’esposizione è illuminata con proiettoriGabbiano e Le Perroquet Professional con sor-genti alogene, installati a binario. Le stesseapparecchiature, sempre su binario, sono state

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Foto: Didier Boy de la Tour

1. Illuminazione tematica del Grand Palais

2. Uno degli spazi della mostra

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ScenografiaPhilippe Délis

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione France S.A.

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Progetti Trésors engloutis d’Egypte

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3.4. Diversi ambienti della mostra

utilizzate nella libreria e nel ristorante. Sono statirealizzati e messi in opera 400 impianti led da 1 watt, che hanno permesso di illuminare le vetrine, ideati da Thierry d’Oliveira e realizzatida Panavision. Philippe Berthé, visto l’argomentodella mostra, si è ispirato all’acqua per l’illumi-nazione della facciata usando luce colorata blu-verde increspata da onde ottenute con unatecnica tradizionale usando cioè specchi doratimossi al minimo soffio d’aria.

Per le colonne e le cornici della facciata sonostati utilizzati proiettori Platea con ottica super-spot. Il retro delle colonne è illuminato conproiettori Platea Spot con filtro blu. Contribuisconoall’effetto acquatico i proiettori Woody, con alimentazione a scarica: il fascio luminoso è riflesso dal sistema di specchi dorati. L’entrata della mostra è messa in luce medianteproiettori molto potenti Maxiwoody, con filtro blu e proiettori Platea Superspot a fasci stretti.

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Una nuova illuminazione per l’Abbazia di Romsey

Hampshire, Gran Bretagna

Progetti ClienteComitato Romsey PCC Fabric

Main contractor A.C. Lighting

La splendida chiesa normanna di Romsey è situata in un luogo di culto che è stato occupatofin dalle più lontane epoche sassoni, molto prima della fondazione di un convento nel 907.In seguito ad invasioni vichinghe e danesi la chiesa fu abbandonata. In seguito la chiesavenne invece ripristinata ed ingrandita. La chiesanormanna fu iniziata non più tardi del 1120. È cruciforme, lunga 77,7 metri e fatta principal-mente di pietra di Binstead, proveniente dall’isoladi Wight. Fu completata all’inizio del XIII secolo,con gli ultimi archi nello stile ‘Early English’. Di recente indicata come uno dei 100 luoghi di culto più amati della Gran Bretagna secondo

un’indagine giornalistica a livello nazionale, ogni anno l’Abbazia ospita numerosi concerti di alto livello e diverse attività della comunità. Tra gli ospiti abitudinari si annoverano theRomsey Singers, Romsey Choral Society, theBournemouth Symphony Orchestra e the Cityof Southampton Orchestra. Nel corso del 2007 è stato realizzato un nuovo sistema di illumina-zione in cui sono stati utilizzati oltre 300 singoliapparecchi. L’Abbazia si è rivolta alla ditta A.C.Lighting per far fronte alla scarsa illuminazionegenerale e agli elevati costi di funzionamento delvecchio sistema esistente nella Chiesa. In qualitàdi principale appaltatore dell’illuminazione delprogetto, A.C. Lighting ha assunto David AtkinsonLighting Design (DALD) per progettare e realiz-zare un nuovo sistema di illuminazione, e suc-cessivamente ha fornito, installato, commissionatoe programmato il sistema di gestione. Per aumen-tare i livelli di illuminazione generale lungo lanavata, la crociera, i transetti nord e sud, il presbi-terio e il tabernacolo, l’apparecchio speciale ETCSource 4 Pars è stato innalzato e posto alla basedelle finestre. Gli apparecchi sono stati dotati digriglia antiabbagliamento per ridurre al minimoquesto fenomeno che in passato invece era moltoforte. Pensando principalmente alla facilità dimanutenzione e al risparmio energetico, il teamdel progetto ha ridotto al minimo l’uso di lampadea incandescenza. Si è concordato quindi di posizionare nella galleria lampade agli alogenurimetallici da 150 W a risparmio energetico, per l’illuminazione generale quando non ci sono funzioni o eventi. Un obbiettivo del progetto era inoltre far risaltare gli straordinari particolariarchitettonici dell’Abbazia e per far questo sono stati utilizzati proiettori Woody con distribuzione luminosa a lama di luce che illuminano gli archivolti e le finestre.

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Foto: A.C. Lighting Special Projects

1.3. Immagini della Navata centrale

2. Particolare dell’illuminazione delle trifore

Per tutelare e proteggere dalle radiazioni ultravio-lette le pareti affrescate ed i pannelli di legnoincisi sono stati utilizzati filtri UV e bassissimilivelli di illuminazione. A piano terra sui capitellidelle varie colonne sono stati collocati apparecchia basso voltaggio, per illuminare in alto la strutturaa volta e in basso le navate laterali e le cappelle.Sono state usate lampade a risparmio energeticoin tutta l’Abbazia con l’ulteriore vantaggio dipoter utilizzare un sistema di dimmerizzazione.Il sistema di dimmerizzazione è controllato daquattro pannelli LCD tattili che danno accessoa numerosi schemi personalizzati e preimpostatiper i diversi eventi e funzioni dell’Abbazia.

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Progettazione illuminotecnicaDALD - David Atkinson Lighting Design

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione UK LTD

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GN Store nord

Copenhagen, Danimarca

Progetti Cliente GN Store Nord

Progetto architettonicoNOBEL arkitekter

IngegneriaEKJ Rådgivende ingeniører as

GN Store Nord è una società famosa in tutto il mondo per la produzione di cuffie auricolariwireless, la cui espansione ha richiesto nuovesoluzioni per la sistemazione degli impianti. Per garantire l’espansione della produzione si è reso necessario abbreviare il percorso dicomunicazione tra i settori sviluppo e produzione.Per raggiungere l’obiettivo dell’ottimizzazionedel flusso di lavoro, GN Store Nord ha acquistatoun vecchio edificio civile del 1995 già rimaneg-giato al quale era stato aggiunto un piccolo fabbricato di uffici. L’edificio è stato completa-mente riconvertito e rinnovato, dotato di unnuovo ingresso principale e di 500 postazioni di lavoro strutturate come uffici in uno spazioaperto flessibile. In questo modo si è arrivati ad una estensione di 34.500 mq. La consulenzaarchitettonica del progetto è stata affidata completamente allo studio NOBEL arkitekter, il quale ha sistemato i nuovi laboratori di svilupponella vecchia zona degli impianti dell’edificio. Uno dei compiti più importanti è stata la creazione di un collegamento tra i vari reparti in modo da ottenere una maggiore coesione

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Foto: Hviidphotography - Anders Hviid

1.2. Corridoi e sala per il relax

3. Atrio

LandscapeHenrik Jørgensen landskabsarkitekter plr.

AcusticaJordan Akustik

Partners AssistanceiGuzzini illuminazione Danmark

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e un flusso di lavoro più agile. Tutto ciò si è ottenutomodificando l’area esterna, originariamente adibita a giardino. Questa area è stata copertacon una nuova struttura d’acciaio e vetro in mododa creare un vasto atrio di accesso. Dal punto di vista architettonico, l’atrio unisce gli elementiche compongono il nucleo del complesso in modologico e convincente.

Le passerelle che attraversano l’atrio collegano i vari reparti e simbolizzano, allo stesso tempo, la dinamicità della società. In GN l’atrio svolgeanche un ruolo di spazio rappresentativo e d’incontro, oltre ad essere il punto focale delcomplesso con il suo auditorio, le sale per confe-renze e riunioni e i sistemi di collegamento qualiascensori e scale.

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Illuminazione per il divertimento.Sihlcity e Rüsterei

Zurigo, Svizzera

Progetti Cliente SihlcityKarl Steiner AG

Progetto Architettonico SihlcityTheo Hotz AG

Progetto illuminotecnico SihlcityReflexion AG

Sihlcity, il nuovo paradiso del tempo libero e delloshopping a sud della città di Zurigo, è stata progettata dallo studio di architettura Theo Hotzcome affascinante combinazione di vetro, cementoe mattoni. Quattro edifici dell’originario complessodella antica cartiera da cui è stato ricavato questocentro sono rimasti intatti a ricordare un capitolodi storia della città di Zurigo. Gli edifici dellafabbrica sono stati accuratamente restaurati e integrati alla nuova costruzione. Emblemadistintivo di Sihlcity è il camino della cartieraalto sessanta metri, il suo cuore il centro com-merciale a più piani. Per quanto riguarda l’offertagastronomica spicca la Rüsterei - ristorante, bar,event location e negozio di specialità in uno pro-gettata dal noto artista di Zermatt Heinz Julen e gestita dalla Five AG di Zurigo. La particolareatmosfera architettonica di Sihlcity è accentuatadalla illuminazione. La Reflexion di Zurigo,incaricata della progettazione delle luci, si è postal’obiettivo di rimarcare l’idea di “città nella città”,operando a tal proposito una distinzione frainterni ed esterni. All’esterno la luce è concentratae vive attraverso spot, cioè i luoghi aperti al pub-blico, le facciate e gli edifici vengono valorizzaticon fasci di luce concentrati che accentuanodeterminati elementi evidenziando la tridimen-sionalità della struttura. All’interno invece è statascelta una illuminazione diffusa dell’ambiente,senza luce d’accento. Il progetto ha richiestodiversi adattamenti dei prodotti standard: fissaggie cavi hanno dovuto essere adeguati agli impiantielettrici esistenti, cercando di abbinare i coloridelle parti visibili a quelli dell’edificio. Una peculiarità del progetto Sihlcity è rappre-sentata dall’illuminazione della Rüsterei. L’artista Heinz Julen e il responsabile esecutivoRalf Gubler dello studio di architettura Eidos AGsi sono rivolti per la progettazione delle luci alla

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Foto: ARTCOM Architekturfotografie - Günter Laznia

1. Esterno di Sihlcity

2.3.4. Cambio colore all’interno del ristorante

Cliente RüstereiSihlcity Gastro AGFive AG

Progetto architettonico Rüsterei Eidos AG Ralf Gubler, Heinz Julen

Lichtkompetenz GmbH di Zurigo. Lo studio diprogettazione ha compreso il concept artisticoalla base dell’uso delle luci voluto da HeinzJulen e lo ha realizzato con apparecchi e tecno-logie iGuzzini. L’illuminazione si fonda sull’uso di luci laterali proiettate sugli elementi in tessutoche si trovano sui lati e al centro del locale. A completare l’effetto spettacolare provvedonotavoli e banconi con tubi fluorescenti incassati il cui colore può essere modificato tramite unacentralina RGB gestita con il sistema ColourEqualizer e pre-programmata secondo gli effettivoluti da Heinz Julien. Per garantire la luce più adeguata alle diverse ore del giorno e ai varitipi di eventi nel bar e nel ristorante, sono statidefiniti numerosi programmi statici e dinamici.

Ad esempio, si è scelta una modalità statica dausare durante i pasti per non modificare il coloredelle pietanze e per non creare disagio agli ospiticambiando continuamente, mentre in occasionedi eventi è permessa una maggior libertà.Indipendentemente dalle regie luminose prepro-grammate, la centralina RGB consente di variarei colori e di utilizzarli in modo mirato, ad esempio, con tonalità più fredde nei caldi giorni d’estate e più calde in quelli invernali. A richiedere una maggiore flessibilità al sistemadi illuminazione concorre anche la possibilitàche cambi la distribuzione degli spazi: in occasione di alcuni eventi, è possibile chiuderele gambe dei tavoli e sollevare le superfici luminose verso il soffitto come pannelli.

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Progetto illuminotecnico Rüsterei Lichtkompetenz GmbH

Partners AssistanceiGuzzini Schweiz

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La luce ideale per i negozi Bally

Basilea, Svizzera

Progetti ClienteBally Schuhfabriken AG

Progetto architettonicoStudio d’architettura Mach

Partners AssistanceiGuzzini Schweiz

Il nuovo Store Concept di Bally, uno storicomarchio di calzature e abbigliamento, è espres-sione di armonia a partire dalla struttura dellafacciata dell’edificio fino alla presentazione deiprodotti, una soluzione adottata come standardin tutto il mondo. Il vetro sfumato marrone scurocon il classico logo bianco e le vetrine esternemettono in risalto la lussuosa qualità dei prodotti.All’interno, gli ambienti trasmettono calma e tranquillità grazie ai colori e ai materiali naturaliutilizzati. La iGuzzini, attraverso la propria filialesvizzera, ha lavorato in stretta collaborazionecon lo studio di architettura Mach di Zurigo,incaricato della progettazione e dell’esecuzionedegli interventi costruttivi. Per quanto riguardal’illuminazione l’architetto ha previsto un com-plesso sistema di canaline in cui sono integrateluci con due diverse sorgenti luminose. La sceltadegli apparecchi è stata ulteriormente limitatadall’enorme altezza del locale in uno delle zoneprincipali del negozio, dove è stato impiegato un proiettore Metro in esecuzione speciale,ovvero in gruppi da tre. Per il locale più basso si è optato per il proiettore Frame, nel corridoioper la lampada da parete Astra. Tutte le luci sonointegrate con un sistema di gestione che consentedi creare diverse atmosfere. Negli orari di aperturadel negozio la massima intensità luminosa garantisce una presentazione ottimale dei prodotti. Di notte solo le vetrine rimangono illuminate con una luce discreta. L’illuminazione dell’ambiente accentua la profondità della parte frontale del negozio, trasformando l’arredamento di questo storeesclusivo in una vera e propria vetrina.

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Foto: ARTCOM Architekturfotografie - Günter Laznia

1.2.3. Interni del negozio

Per gli eventi che vengono organizzati regolar-mente viene utilizzata prevalentemente luced’accento. La collaborazione fra Bally e iGuzzini è iniziata nell’agosto 2006, per la progettazione del primo negozio di Basilea e dopo l’aperturaavvenuta a fine gennaio 2007 la collaborazione si è estesa a tutte le altre filiali Bally nel mondo: almomento sono sette i progetti in fase di attuazione.

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Augustinus Muziekcentrum

Anversa, Belgio

Progetti Progetto architettonicoVanhecke & Suls

Partners AssistanceiGuzzini Benelux

Nel gennaio 2006 è stato inaugurato ad Anversaun nuovo centro musicale dedicato alla musicaantica. L’Augustinus Muziekcentrum, con l’acro-nimo AMUZ, ospita una singolare sala concertirealizzata in un ambiente storico, ma dotato di tutti gli ausili tecnologici necessari a un audi-torium moderno. La chiesa di Saint Augustinus,una chiesa barocca sconsacrata nel cuore di Anversa, è stata restaurata con il solo obiettivodi renderla una sala hi-tech per spettacoli e registrazioni di musica antica. La riconversionedi questa chiesa è unica nel suo genere inEuropa ed è stata resa possibile grazie all’espe-rienza degli architetti Vanhecke & Suls, i quali sisono occupati in passato, di questo tipo di restauri.Il progetto è stato eseguito con la massima curadel monumento storico e proprio in seguito a questi interventi, il trittico dell’altare, operadei maestri belgi Rubens, Jordaens e Van Dyck,ha ripreso il posto che aveva originariamenteall’interno della chiesa, aggiungendo così unulteriore motivo di interesse per questo spazio.

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Foto: Paul Van Den Brande

1. Cappella Invernale, ora foyer

2. Palcoscenico

3. Elementi di diffusione sonora nella navata destra

per sé alquanto imponente. Nelle navate lateralisono state utilizzati apparecchi Le Perroquet per illuminare il passaggio del pubblico, mentregli apparecchi Cestello, con lampade alogene, illuminano i dipinti. Il foyer si trova nella cappellainvernale del XVII secolo, con affreschi dell’epoca.Qui si è optato per una sospensione Cestello, in posizione centrale, con 21 sorgenti luminoseAR111 ed ottiche di diversa apertura.

Il centro musicale può essere suddiviso visiva-mente e pragmaticamente in due parti. Da un lato, la nuova costruzione comprendentegli uffici, i palchi e l’atrio e, dall’altro, la parterestaurata, che funge da sala concerti e foyer,in cui è intervenuta la iGuzzini. Nella sala concertibarocca si è optato per una illuminazione discretadello spazio, anche perché in essa ci si avvaledell’impianto di illuminazione teatrale che è di

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Aeroporto di Melbourne, arrivi internazionali

Melbourne, Australia

Progetti Cliente Australia Pacific Airports (Melbourne) Pty Ltd

Progetto architettonicoDesignInc.

Nel 2006, con l’adozione del nuovo velivoloAirbus A380 e del conseguente aumento del numero di passeggeri, è stato necessario per l’aeroporto di Melbourne un ampliamentodel sistema di distribuzione dei bagagli.Il terminal degli arrivi è stato sottoposto ad unpotenziamento che ha riguardato inoltre l’areadell’accoglienza e del ricevimento dei viaggiatori.

Il progetto di ristrutturazione è stato assegnatoalla DesignInc che ha utilizzato in questo nuovospazio i Greenwich con lampada ad alogenurimetallici da 250W che proiettano il loro fascio di luce verso l’alto su delle strutture circolari di grande diametro e producono così l’illuminazione indiretta dell’ambiente.

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Foto: Infinite Photography - Justin Matthews

1.2. Interni

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Building Services EngineerMeinhardt (Vic) Pty Ltd

Partners AssistanceECC Lighting LTD

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Il piano della luce per l’Avana Vieja

L’Avana, Cuba

Progetti CommittenteOficina del Historiador y Consejo de Estado

Coordinatore ProgettoJosé Linares y Ing Jorge Candelaria

La Oficina del Historiador ha deciso nel corso del 2006 di affrontare il problema del risparmioenergetico cominciando a riorganizzare e ristrut-turare l’illuminazione pubblica de l’Avana Vieja,secondo un progetto che si concluderà attraversoun paio di anni di intervento. Il piano della lucede l’Avana Vieja è stato steso, quindi, con l’obbiettivo principale di ottenere un notevolerisparmio energetico: si basa quindi sull’utilizzodi apparecchi con lampade fluorescenti, a scaricae LED per sostituire le alogene. La iGuzzini saràil partner principale di questo intervento e forniràconsulenza illuminotecnica ed apparecchi secondol’accordo stilato nell’aprile 2007 in accordo conL’Oficina del Historiador e del Consejo de Estado. In realtà la collaborazione fra la iGuzzini e leistituzioni di Cuba risalgono al 1998, per l’illu-minazione della Cattedrale in occasione dellavisita di Giovanni Paolo II e per l’illuminazionedei Musei che costituiscono il Museo De BellasArtes, de l’Avana. Nel 2007 una nuova occasionedi collaborazione si è creata per l’illuminazionedi alcuni edifici storici del centro storico,in particolare l’esterno del “Palacio de losCapitanes Generales” che raccoglie reperti storici provenienti dalle collezioni delle diversefamiglie reggenti spagnole di Cuba. In questocaso si sono utilizzati Miniwoody a scarica con braccetto per le pareti basse e a basettaverso l’alto per l’illuminazione del perimetro. I cavi di alimentazione sono stati celati nei balconidell’edificio limitando così la loro intrusività. Altro edificio interessato è l’edificio SantoDomingo, un ex convento, adibito a sede mini-steriale e infine a università: oggi è sede dellaFacoltà di Architettura e Restauro.

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Foto: Enrique Padron

1. Edificio Santo DomingoSopra al portale si può notare “la scatola” voluta dall’architetto

2. Piazza della cattedrale

3. Firma dell’accordo stilato nell’Aprile 2007da sinistra: l’Ambasciatore italiano Domenico Vecchioni,Paolo Guzzini, l’Historiador de La Havana Vieja Eusebio Leal

I primi due piani dell’edificio mantengono unraccordo storico con la facciata dell’ex conventoper i materiali utilizzati, i mattoni e per la presenza di una torre e del portale di ingresso. Per esaltare gli elementi architettonici tipici di questo edificio storico, per questi due pianisono stati scelti dei Linealuce con sorgenti luminose allo xenon e dei Radius per gli archi.Dal terzo al quinto, invece c’è stata un’integrazionecontemporanea: una struttura in vetro inglobala torre campanaria. L’architetto José Linaresvoleva ottenere una sorta di “scatola luminosa”:l’effetto è stato ottenuto utilizzando un Lineupwall washer per finestra.

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Ideapark

Tampere, Finlandia

Progetti Clienteldeapark Development Ltd

Progetto architettonicoSchauman Architects OyArkkitehtuuri OyTAKT

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di facciate, area pedonale, piazza del mercato e Old Town sono stati elaborati da Timo Alhanendella InLight Oy e Jaakko Kiukkanen della TAKT.L’illuminazione stradale di Ideapark è stata creatabasandosi sul principio “non troppa luce” principio che riduce i consumi energetici legatiall’illuminazione, ma anche in maniera indiretta i consumi energetici legati al condizionamento.Le soluzioni per l’illuminazione degli ingressi e delle piazzette sono concepite per facilitare l’orientamento del visitatore. Dall’alto, la luceproviene da apparecchi installati sulle travatureprincipali e orientati verso gli alberi dell’areapedonale in modo che, filtrata attraverso i rami,essa crei un’atmosfera accogliente. Ideaparkoccupa oltre 10 ettari di superficie, ci sono 180negozi di dimensioni variabili da 11 a 6600 mq; il centro occupa 1200 addetti. Il numero di visitatori per anno va da 6 a 8 milioni. Secondo il concept di Ideapark, l’area vendita si articola intorno ad un nucleo centrale dedicatoai mobili e all’arredamento.

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Ideapark si trova in Finlandia vicino all’autostradaHelsinki-Tampere, a circa un’ora e mezzo di macchina da Helsinki e a 12 km da Tampere, la terza città del paese per dimensione. La tipolo-gia costruttiva e la distribuzione degli spazisono state sviluppate nell’autunno del 2004come risultato di unione fra progetto architettonico,strategia commerciale e business plan. L’idea progettuale era quella di ricostruire l’atmo-sfera di una cittadina attraverso due struttureprincipali: Business City, un ambiente coperto e accogliente e City Wall che circonda la zonapedonale del centro città con i suoi edifici e vicoli.L’atmosfera da centro cittadino è accentuatadalla piazzetta del mercato nel parco adiacentel’area Old Town. Il profilo spezzato degli edifici è una semplice e ideale soluzione per crearestrette e oblunghe zone verdi. Le circostanti aree di parcheggio disposte a ventaglio intornoalla struttura della tettoia che circonda le mura rendono breve e sicuro l’accesso dei pedoni ai quattro ingressi. I progetti d’illuminazione

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Foto: Voitto Niemelä, Topi Jalonen

1. Ingresso al centro commerciale

2.3. Zone interne di Ideapark

Impresa costruttriceTeräselementti Oy

Impianti elettriciSähköinsinööritoimisto Matti Leppä Oy

Impianti d’illuminazioneTAKT - Jaakko KiukkanenInLight Oy - Timo Alhanen

Partners AssistancePejan Oy

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L’impostazione dei negozi è concepita come unmercato in continuo rinnovamento durante tuttol’anno. Lo stesso spazio vendite è dedicato allamoda e ai prodotti di bellezza. Qui si possonotrovare concept store e boutique di molte casenon presenti fino ad ora in Finlandia. Sotto lo stesso tetto, accanto alle boutique di moda, trovano posto anche budget store. L’area OldTown si distingue dal resto della città per la suaarchitettura. La Old Town si propone di esserediversa dagli odierni centri commerciali di tipo

simile fornendo l’opportunità di partecipareanche ad imprese di piccole dimensioni. Questa area di piccole dimensioni è il baricentrodello spazio che la circonda e rende più agevolel’orientamento nel centro. All’interno di Ideaparksono stati utilizzati apparecchi Le Perroquet a luce indiretta e Le Perroquet spot, per fornireilluminazione diffusa e luce d’accento. Nelle aree in cui la viabilità è più intensa sonostati utilizzati apparecchi per esterni come Plateacon ottica asimmetrica e Citywoody.

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“Praxitele, connaitre la forme”

23 marzo - 18 giugno 2007, Ala Sully, Sala Saint Luis, Museo del Louvre

Cultura dell’Azienda IdeazioneCentro Studi e Ricerca iGuzzini Istituto Centrale per il Restauro

Collaborazione ScientificaMuseo Tattile Statale Omero

Il progetto “Conoscere la Forma” che aveva avuto la sua prima edizione nel maggio del 2006 a Milano è stato allestito dal marzo al giugno2007 presso il Louvre. L’aspetto didattico di questo progetto ha particolarmente interessatoCyrille Gouyette, responsabile della program-mazione didattica del Museo parigino che ci ha chiamato ad allestire la mostra in occasionedi un’esposizione dedicata a Prassitele. Abbiamochiesto ad Alain Pasquier, direttore del diparti-mento di Antichità greche, etrusche e latine del Louvre, Jean-Luc Martinez conservatore

presso lo stesso dipartimento di antichità grecheestrusche e latine del Louvre, Agnès Robertcantante lirica ipovedente di interpretare attraverso la luce questa scultura. Alain Pasquier ha iniziato la sua lettura dai dettagli: con la luceha evidenziato alcuni particolari della scultura,come per avere uno zoom fotografico. Poi ha legato questi dettagli in una lettura dinamica, quasi una graduale scoperta emotiva dell’opera. Jean-Luc Martinez si è messo difronte alla scultura cercando di utilizzare la luceper appiattirla fino ad una forma bidimensionale

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Foto: Didier Boy De La Tour, Archivio iGuzzini

1. Struttura per l’illuminazione del Satiro

2.3. Fasi di lavoro

4. Illuminazione di Alain Pasquier.

5. Inaugurazione del 19 marzo. Da sinistra: Juan Velasquez, iGuzzini France, Jean-Luc Martinez, Henry Loyrette, direttore del Museo del Louvre, Adolfo Guzzini.

6. Una delle combinazioni di colore volute da Agnes Robert

RingraziamentiSoprintendenza di Trapani per la gentile concessione all’utilizzo della copia del Satiro danzanteMuseo del Louvre

per rispondere al quesito che si pone nella discussione scientifica attorno all’opera e cioè se questa forma è nata prima in due o in tredimensioni. Agnes Robert ha usato come primomezzo di conoscenza il tatto, poi ha approfonditola lettura dell’opera attraverso la luce, in partico-lare la luce colorata, che la signora ipovedenteriesce a distinguere meglio della luce neutra.Per realizzare tutte le regie luminose è statacostruita una struttura con delle pareti luminose,all’interno delle quali un sistema RGB permettela creazione di molte sfumature di colore. La struttura inoltre ingloba dei proiettori Tecnicadotati di diverse ottiche e sorgenti luminose condiverse temperature colore, per avere la massimaflessibilità. Tutti gli effetti ottenuti sono poi gestiti,memorizzati e richiamati attraverso il sistema“Scene Equalizer”. Alla serata d’inaugurazionedella mostra del 19 marzo hanno partecipatol’ex ministro della cultura francese RenaudDonnedieu de Vabres ed il direttore del Museodel Louvre, Henry Loyrette. Il 24 aprile si è svolto inoltre un incontro con rappresentanti di molte istituzioni museali francesi a cui hapartecipato Roberto Farroni, Direttore del MuseoTattile Statale Omero.

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L’associazione francese Designer’s Day ha la missione di promuovere il design e creare collegamenti fra tutti gli attori coinvolti nel processo della produzione industriale di oggetti di design. Da alcuni anni l’associazione individuaun tema ed attorno al tema individuato si sviluppa una visita ai luoghi di design dellacittà di Parigi. Nel 2007 il tema è stato il “desiderio” e la iGuzzini, grazie alla propriafiliale parigina, ha partecipato per la primavolta all’inziativa. Il 15 giugno la sede pariginaha aperto le porte a giornalisti e ad esponenti

Cultura dell’azienda Ron Arad a Designer’s Days

Parigi, 14 -18 giugno 2007

del mondo del design per un incontro con RonArad che ha curato l’allestimento dello spazio,giocando con la sua ultima lampada disegnataper iGuzzini. La lampada si chiama PizzaKobra:nome che riassume le molteplici forme cheessa può avere: piatta come una pizza o sinuosacome un cobra. Ron Arad ha pensato ad unalampada che utilizza tecnologie innovative,come i LED (6 cool white da 1W), snodi chepermettono forme sempre variabili e di poterorientare al meglio il flusso luminoso sul pianodi lavoro.

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Foto: Didier Boy De La Tour

1. Ron Arad

2.3.4.5.6. Serata del 15 giugno

7. Allestimento presso la iGuzzini France

Per maggiori informazioni:http://pizzakobra.iguzzini.com

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Durante le giornate del Fuori Salone 2007 a Milano, in concomitanza di Euroluce 2007, il nostro showroom ha ospitato l’iniziativa:“Less CO2ReLighting” per dimostrare cosa la iGuzzini può fare per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Da decenni parliamoattraverso la nostra campagna di comunicazionedi cultura della luce, di risparmio energetico, di lotta all’inquinamento luminoso: l’annuncio“Chi ha rubato la Via Lattea” risale al 1993.Oggi parliamo di “Better Light for a Better Life”perché una illuminazione ben progettata, cheutilizza le migliori tecnologie a disposizione,riduce il consumo di energia e di conseguenzale emissioni di anidride carbonica.Giorgio Di Tullio ha reinterpretato attraverso lasua poetica l’impegno iGuzzini e ne è derivatal’installazione “Visioni di Terratre” che è stataesposta presso il nostro show room durante il Salone del Mobile.

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Cultura dell’azienda Less CO2ReLighting

iGuzzini Partner AssistanceMilano, 17 - 21 aprile 2007

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Foto: Carlo Anastasio

1.2. L’installazione “Visioni di Terratre”

3.4. La serata d’inaugurazione

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Cultura dell’azienda

“Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili”Milano, La Triennale, 22 maggio - 16 settembre 2007a cura di Fulvio Irace

La Triennale di Milano ha dedicato all’opera di Renzo Piano una grande mostra monografica:“Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili”ed ha inaugurato con questo evento la quartaedizione della Festa per l’Architettura. L’attivitàdi Piano è raccontata attraverso i progetti che lo hanno reso uno dei più importanti architettisul piano internazionale e che hanno contribuitoa trasformare il nostro paesaggio urbano: dal prototipo parigino del Beaubourg alla riconversionetorinese del Lingotto, dalla Cité Internationale di Lione al porto di Genova, alla berlinese

Potsdamerplatz, Renzo Piano ha lavorato allatrasformazione del vecchio modello di cittàindustriale in quello di città dell’informazione e della cultura. Gli esperimenti sulle aree dismessedi Milano e di Sesto San Giovanni, di Lione e di Parigi, di Harlem a New York, mostranoinvece il passaggio dalla città della produzione a quella degli scambi. La città di Piano proponeun’idea di spazi multifunzionali che traduconol’irrequietezza della contemporaneità attraversol’esaltazione della complessità, della trasparenzae della permeabilità: concetti cari a Italo Calvino,

uno degli autori che più hanno influenzato la sensibilità dell’architetto, e a cui il titolo dellamostra fa omaggio con il richiamo a “Le città invisibili”. La mostra è curata da Fulvio Irace ed il progetto di allestimento è stato realizzato dallostudio Renzo Piano Building Workshop con FrancoOrigoni. La iGuzzini illuminazione è sponsortecnico dell’illuminazione per disegni, fotografie,modellini, prototipi, in alcuni casi sospesi alsoffitto. Sono stati utilizzati proiettori Le Perroquet,a versione sospensione, insieme a proiettori a luce sagomata di tipo teatrale.

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Cultura dell’azienda

iGuzzini al Salone del Mobile Milano, Euroluce, 18-21 Aprile 2007

La iGuzzini è tornata dopo alcuni anni a partecipare al Salone del Mobile presentando le soluzioni più innovative per il risparmio energetico che è stato il leit-motiv della presenzain Fiera e fuori. Durante questa edizione iGuzziniha partecipato come protagonista di un percorsodella sostenibilità (Less CO2ReLighting) a “BestUp. Circuito dell’Abitare Sostenibile”. Best Up è l’acronimo di Bello Equo Sostenibile e nasceper promuovere i temi della sostenibilità applicatial design e all’abitare e divulgarli presso imprese,cittadini, professionisti. L’illuminazione per “Albaa Mezzanotte” evento-performance organizzatoda Studio Azzurro, è stata realizzata usandoPlatea e Woody. Il nuovo spot Tecnica è statoutilizzato per illuminare le installazioni di MicheleDe Lucchi, Denis Santachiara, Luca Scacchettidella mostra “All you need is light”, a cura di AldoColonetti. Proiettori Light Up illuminano la torreSsssth di Michele De Lucchi per “DecodeElements”: designer e progettisti si confrontanosul tema della lettura attraverso una serie diinstallazioni dedicate agli elementi acqua, aria,terra, fuoco.

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Cultura dell’azienda

Primavera italiana del film d’autore & Fotografie AlinariGenk, 5 maggio - 7 giugno 2007

La iGuzzini illuminazione attraverso la propriafiliale che ha sede ad Anversa ha contribuitoalla realizzazione dell’evento “Primavera italiana”.Questa manifestazione è stata organizzata nel-l’ambito delle celebrazioni per il 50° anniversariodel trattato di Roma e realizzata con il patrociniodell’Ambasciata Italiana a Bruxelles. La iGuzziniha fornito Cestello Applique e Le Perroquet a binarioper illuminare la mostra, “L’Autocelebrazione, la Sacralità, i Capolavori”, costituita da foto trattedagli archivi Alinari, si svolge all’interno dell’antica miniera di Winterslag.

Uno spettacolo per i Partners iGuzziniRoma, Complesso di Santo Spirito in Saxia5 giugno 2007

Circa 250 persone fra architetti, lighting designers e personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura sono stati ospiti della iGuzzini per una serata conviviale che si è svolta presso il complesso di Santo Spirito in Saxia. La serata è stata animata dallo spettacolo del comico romano Enrico Brignano.

Foto: Paul Van Den Brande

In alto a destra:Da destra: Il governatore del Limburgo belga, il console francese, il console tedesco, il console spagnolo, l’agente consolare italiano, il borgomastro del Limburgo.

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Workshop sui Piani della Luce

L’attività di formazione per chi lavora alla iGuzziniè continua: in maggio si sono svolti due incontripresso la iGuzzini illuminazione con PietroPalladino. Durante questi incontri e sotto la guidadel Lighting Designer, i tecnici delle nostra agenziehanno svolto un vero e proprio workshop sull’illuminazione dei centri urbani.

Cultura dell’azienda

Foto: Carlo Anastasio

Presentazione “More than vision”Milano, Forma - Centro Internazionale per la Fotografia, 26 giugno 2007

“More than vision”, l’ottavo volume della collanacurata dal Centro Studi e pubblicata in collabo-razione con EditorialeDomus è stato presentatoa Milano, il 26 giugno 2007.All’incontro hanno partecipato Adolfo Guzzini,Luigi Spinelli per l’Editoriale Domus, Mark Rea,Direttore del Lighting Research Center di Troy e Fulvio De Nigris, il fondatore di “La Casa deiRisvegli di Luca De Nigris”. In occasione dellapresentazione del volume Mark Rea ha illustratoalcune delle ultime scoperte degli studi circa il rapporto luce e benessere.

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IncontroluceRivista internazionale, semestraledi cultura della luce

anno IX, 16

RedazioneCentro Studi e Ricerca iGuzziniFr.ne Sambucheto, 44/a62019 Recanati MC+39.071.7588250 tel.+39.071.7588295 faxemail: [email protected]

iGuzzini illuminazione spa62019 Recanati, Italyvia Mariano Guzzini, 37+39.071.75881 tel.+39.071.7588295 faxemail: [email protected]: 071-7588453

Progetto graficoStudio Cerri & Associati

EditoreiGuzzini illuminazione spa

Hanno collaborato a questo numeroiGuzzini illuminazione Benelux Bvba/SprliGuzzini illuminazione DanmarkiGuzzini illuminazione España S.A.iGuzzini illuminazione France S.A.iGuzzini illuminazione Schweiz AGiGuzzini illuminazione UKE.C.C. Lighting LTD, AustraliaPeyan Oy, Finlandia

Foto di copertinaPietro Savorelli

Finito di stampare: Ottobre 2007Tecnostampa, Recanati

II. 200716 Incontroluce

La Redazione non è responsabile di inesattezze e mancanze nell’elenco dei credits relativi ai progetti e forniti dai collaboratori.Le integrazioni o correzioni verranno riportate nel numero successivo.

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Editoriale

Cari lettori,

il sedicesimo numero della nostra rivista è un numero veramente corposo con contributi che arrivano dalle nostre filiali in Europa, ma anche dai nostridistributori nel mondo. In questo numero viene presentato il progetto che havisto la collaborazione con la Brembo all’interno del primo Parco ScientificoTecnologico italiano, secondo il masterplan di Jean Nouvel.Come sempre i settori d’intervento sono molto diversi fra di loro: l’architetturacontemporanea di Nouvel e l’allestimento museale di Palazzo Madama a Torino, un’abbazia inglese ed una mostra presso il Grand Palais di Parigi, la sede di un’azienda danese ed il memoriale per le vittime dell’attentato dell’undici marzo in Spagna. In questo numero viene presentato inoltre la seconda edizione del progetto“Conoscere la Forma” che il Centro Studi e Ricerca della iGuzzini ha ideato in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro e che tra marzo e giugno2007 è stato allestito presso il Louvre.

Adolfo Guzzini

Page 60: Incontroluce 16 - iGuzzini magazine 10.2007 - Italiano

II. 200716 Edizione italianaIncontroluce XVI / Le Marche: Industria e Territorio: sostegno alla scuola e all’attività sportivagiovanile / Progettazione: Il potere della luce / Progetti: Nuovo Centro Ricerche e Sviluppodi Brembo / Palazzo Madama e il Museo Civico di Arte Antica della Città di Torino / Nhow Hotel / Vuoto Azzurro. Memoriale per le vittime dell’11marzo / Avinguda de Meritxell /Trésors englouits d’Egypte / Una nuova illuminazione per l’Abbazia di Romsey / GN Store Nord /Illuminazione per il divertimento. Sihlcity e Rüsterei / La luce ideale per i negozi Bally /Augustinus Muziekcentrum / Aeroporto di Melbourne, arrivi internazionali / Il piano della luceper l’Avana Vieja / Ideapark / Cultura dell’azienda: “Praxitele, connaitre la forme” / Ron Arada Designer’s days / Less CO2ReLighting / “Renzo Piano Building Workshop. Le città visibili” /iGuzzini al Salone del Mobile / Uno spettacolo per i Partners iGuzzini / Primavera italiana del filmd’autore & Fotografie Alinari / Workshop sui Piani della Luce / Presentazione “More than Vision”

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