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INDICE Opportuno coinvolgere proprietari e municipi 2 ... filefiscali degli immobili a quelli di...

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INDICE Opportuno coinvolgere proprietari e municipi 28/12/11 Il Sole 24 Ore 2 Catasto riformato a saldo zero 28/12/11 Il Sole 24 Ore 3 Certificati zero negli uffici pubblici 28/12/11 Il Sole 24 Ore 5 Negli appalti va sempre motivato il ricorso alla procedura negoziata 28/12/11 Il Sole 24 Ore 7 P.a., certificati in soffitta dal 2012 28/12/11 Italia Oggi 9 Tarsu, niente riduzioni superiori a un terzo 28/12/11 Italia Oggi 10 Russi non si salva neppure la stella cometa sopra a un bar 28/12/11 La Voce di Romagna Ravenna 11 Libri Mai Mai Visti in mostra fino al 20 28/12/11 La Voce di Romagna Ravenna 12 Pagina 1 di 12
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INDICE

Opportuno coinvolgere proprietari e municipi28/12/11 Il Sole 24 Ore 2

Catasto riformato a saldo zero28/12/11 Il Sole 24 Ore 3

Certificati zero negli uffici pubblici28/12/11 Il Sole 24 Ore 5

Negli appalti va sempre motivato il ricorso alla procedura negoziata28/12/11 Il Sole 24 Ore 7

P.a., certificati in soffitta dal 201228/12/11 Italia Oggi 9

Tarsu, niente riduzioni superiori a un terzo28/12/11 Italia Oggi 10

Russi non si salva neppure la stella cometa sopra a un bar28/12/11 La Voce di Romagna Ravenna 11

Libri Mai Mai Visti in mostra fino al 2028/12/11 La Voce di Romagna Ravenna 12

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press unE 28/12/2011

Il Sole12

Saverio Fossati

Opportuno coinvolgere proprietari e municipi

hi sinora ha pagato poco dovrà rassegnarsi agli aumenti mentre

chi ha pagato troppo troverà una bella sopresa nei nuovi estimi. Il Governo ha infatti promesso una riforma del Catasto «a saldo zero», dopo che la manovra di Natale ha portato a 53 miliardi il prelievo fiscale sugli immobili.

Il dato delle rendite sarà facilmente aggiornabile

grazie all'algoritmo che verrà elaborato e rappresenta uno strumento formidabile nelle mani del Fisco.

Tuttavia, la tentazione di usare gli immobili come tesoretto fiscale inesauribile (così è successo proprio con l'Imu) potrebbe essere rafforzata dall'esistenza di valori e rendite reali e indiscutibili.

Ecco perché occorre quindi una grande attenzione nello studio di strumenti tanto potenti quanto poco criticabili da parte dei contribuenti.

Dunque, è opportuno il coinvolgimento delle parti in causa (professionisti, proprietari e municipi): la compartecipazione risulterà determinante soprattutto nella definizione dei dati di aggiornamento da far affluire in modo costante all'agenzia del Territorio.

RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Sole 24 Ore aveva anticipato la notizia dell'imminente partenza dell'operazione riforma del Catasto il 23 dicembre, quando era stato pubblicato lo studio dell'Economia sui possibili sviluppi della manovra di Natale

press unE 28/12/2011

Il Sole12

Catasto riformato «a saldo zero» L'obiettivo del Governo: eliminare le sperequazioni tra chi paga troppo e chi poco

Saverio Fossati Gianni Trovati

Una riforma del Catasto, che dovrebbe collegare i valori fiscali degli immobili a quelli di mercato, «a costo zero» per i contribuenti. Sono le precisazio-ni filtrate ieri dal Governo sulle prospettive del fisco del matto-ne, per contrastare l'idea che la revisione si trasformi in una «stangata» dopo il conto, sala-to, già presentato dalla mano-vra. Naturalmente, insieme alle basi di calcolo dovranno cam-biare anche le modalità di tassa-zione: il «costo zero» potrebbe essere a livello complessivo, nel senso che non aumenterà la pressione fiscale sulla casa, ma il risultato non potrà essere identico a quello attuale per ogni proprietario, altrimenti la riforma perpetuerebbe le spere-quazioni di oggi e perderebbe la propria ragione d'essere.

Il progetto, anticipato sul Sole 24 Ore del 23 dicembre (ma le pri-me voci giravano già a fine no-vembre), è quello di far sparire i «moltiplicatori», appena accre-sciuti dalla manovra, e fare in modo che la richiesta fiscale sia in linea con il valore reale del be-ne o la sua vera redditività, a se-conda dell'imposta da applicare. La vita reale, secondo l'obietti-vo, farà irruzione nel sistema del-la fiscalità immobiliare e tutti po-tranno avere parametri certi per valutare la convenienza di acqui-sti e affitti. Anche se per l'avven-to del regno della trasparenza ci vorranno anni.

L'effetto più concreto della ri-forma, nelle tasche degli italiani, dovrebbe essere la scomparsa

delle peggiori sperequazioni: og-gi, per esempio, in media il valo-re di mercato è pari a 3,7 volte quello catastale, ma nei paesi più piccoli la forbice spesso scende intorno alle due volte, mentre in città come Napoli si arriva alla di-stanza record di dodici volte. Ri-sultato: l'Ici oggi, e a maggior ra-gione l'Imu domani, più che del-la "ricchezza" del proprietario sa-rà figlia della lotteria creata dalla giostra di tariffe d'estimo, catego-rie, classi e vani, ed a temere di più dovrà essere chi oggi è più lontano dai valori di mercato.

Anche perché il sistema, in-ventato nel 1939, era nato per rappresentare un'altra cosa: non il valore dell'immobile, ma la sua redditività. I calcoli, una vol-

ta fatti, invecchiano rapidamen-te. E anche la revisione del 1988/89 era entrata in vigore già superata. Né la rivalutazione del 5% del 1997 era servita a gran-ché: se consideriamo i dati del mercato locativo, si vede che dal 1989 a oggi i canoni, in termini re-ali, sono saliti del 73 per cento. E dato che le locazioni, ufficial-mente, a quell'epoca applicava-no ancora l'equo canone, ecco che il dato di partenza è assoluta-mente falsato.

Il danno maggiore è stato fatto con i moltiplicatori: per determi-nare il valore di un immobile, che con la rendita non c'entra nulla, si è stabilito che questo fos-se la rendita motiplicata per ioo (per le abitazioni). E il valore Ici è risultato così sempre più lonta-no dal reale.

Proprio per questo nel proget-to si parla di individuare due va-lori: quello reddituale (cioè il ca-none medio al netto delle spese) e quello patrimoniale (il prezzo di mercato). Aggiornabili con un algoritmo che consente ogni due anni di avere dati aggiornati. E passando dai vani al metro qua-drato: è già possibile nel 95% dei casi, ma ci sono ancora milioni di mappe mancanti.

Ma quali sarebbero gli elemen-ti da inserire in questo algoritmo? Certamente ubicazione e valori lo-cativi e di mercato ma molti altri potrebbero essere considerati an-che se, dicono al Territorio, la defi-nizione dei parametri passerà da un tavolo dove proprietari, profes-sionisti e Comuni diranno la loro. E solo dopo si potrà partire con le idee chiare.

RTRODUZIONE R:SERVATA

I.

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press unE 28/12/2011

Il Sole12

:I quadro

.A SITUAZIONE NELLE MEDIE REGIONALI

l rapporto tra valori di mercato e valori catastali e tra canoni di affitto reali e rendite catastali

Regione

Rapporto Valore Omi/valore

imponibile Id Rapporto

Canone/rendita Regione

Rapporto Valore Omi/valore

imponibile Id Rapporto

Canone/rendita

Valle d'Aosta 3,9 5,7 Umbria 3,4 7,6

Piemonte 3,3 8 ,7 Lazio 3,9 7,5

Lombardia 3,6 6,9 Abruzzo 3,0 6,2

Friuli V. G. 2,9 7 5 Molise 2,7

, 6,0

Trentino A.A. 5,5 8 8 Campania 4,6

, . ' 6,8

Basilicata 3,3 5,9 Veneto 3,5 8,2

Puglia 3,0 7,5 Liguria 4,0 7'6 Calabria 3,3 7,4 Emilia Romagna 3,7 7,8 Sicilia 3,6 6,9 Toscana 4,3 7,8 Sardegna 3,6 7,0

Marche 4,2 7,5 Media nazionale 3,7 7,6

CASI CONCRETI

alcuni esempi di differenza tra valore di mercato e valore catastale. Valori in euro

Valore catastale Rapporto Omi/ Città Rendita a fini Ici Valore Omi valori Ici MILANO Trilocale in centro 999,3 i 104,931 742.500 7,1

Bilocale i n semicentro 410,61 43,111 264.000 6,1

NAPOLI Trilocale in centro 395,1 41,484 508.500 12,3

Bilocale in semicentro 325,4 34,164 204.000 6,0

AGRIGENTO Trilocale in semicentro 218,5 22,938 135.0001 5,9

ROVIGO Trilocale in centro 178,91 29,2831 144.0001 4,9

SALVE (LECCE) Trilocale 144,11 15,130 r 54.0001 3,6

MOMO (NOVARA) Trilocale 267,31 28,063 , 75.600 2,7

Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Orni, agenzia del Territorio

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«Certificati zero» negli uffici pubblici Da gennaio spazio solo all'autocertificazione: attuata la legge di stabilità 2012

Il peso della burocrazia sulle imprese

GLI ONERI AMMINISTRATIVI

Costi per le piccole e medie imprese nelle aree di, regolazione misurate in miliardi di euro

Lavoro e previdenza - 9,9

Ambiente 3,4

-- 2,7 Fisco

Appalti 1,2

Prevenzione incendi 1,4

Privacy L 2,2

Paesaggio e beni culturali [ 0,6

Sicurezza sul lavoro 1,5

Totale

GLI ADEMPIMENTI PIO GRAVOSI Grado di pesantezza degli obblighi nelle aree di competenza statale (scala di giudizio 0-10) anno 2011 Fisco

Autorizzazioni di pubb. sicurezza–

Appalti

Sicurezza sul laVoro

Autorizzazioni ambientali

Lavoro

Previdenza

Igiene e sicurezza degli alimenti --Mi,

Certificazione degli impianti —

Statistica

6,9

6,2

6,1

6,1

— 6,1

6,1

5,9

5,8

5,7

4,5

Fonte: Dipartimento della Funzione pubblica e Dossier "impresa e burocrazia" della Fondazione Promo Pa

Eugenio Bruno ROMA

«Se vuole può fare l'autocer-tificazione ma se mi dà il certifi-cato facciamo prima...». Quante volte un cittadino se l'è sentito dire mentre presentava la sua ri-chiesta a uno sportello pubbli-co? Ebbene, dalla prossima setti-mana la musica è destinata a cambiare poiché le Pa non po-tranno più chiedere né accetta-re dai privati la documentazione prodotta da altri uffici. E ciò per una norma inserita dal Governo precedente nella legge di stabili-tà 2012, a cui l'Esecutivo in carica dà ora attuazione.

Il neoministro della Pubblica amministrazione e semplifica-zione, Filippo Patroni Griffi, ha firmato la direttiva che fornisce alle Pa centrali e locali le istru-zioni per arrivare alla « decertifi-cazione » totale voluta dall'ex re-sponsabile di Palazzo Vidoni, Renato Brunetta. Rendendo ob-bligatoria, a partire dal i° genna-

io 2012, l'autoattestazione dei pri-vati sul possesso di questo o quel requisito. Una novità che servirà anche ad abbattere i 23 miliardi di oneri amministrativi che pesano sulle Pmi.

Giunge così a compimento un processo partito oltre 4o an-ni fa. Il primo accenno all'auto-certificazione risale infatti alla legge 15 del 1968. E passando per il "pacchetto Cassese" nella fi-nanziaria 1994 e per la "Bassani-ni due" del 1997 si è arrivati al testo unico sulla documentazio-ne amministrativa (il Dpr 445 del 2000) che ha introdotto il

Mie ll liington posi AN INDEPENDENTNEWSPAPER

NIIIITCORIALS

The Italian job Nll.,,......tooghhattle again; economie stagnati°

L'editoriale. •

«Il tempo per l'Italia sta finendo, un po' come i soldi» scrive il Washington Post

principio in base al quale non si ,

può chiedere al cittadino di pro-durre atti contenenti informa-zioni già in possesso della Pa.

Fatto sta che fino all'ultima leg-ge di stabilità nulla impediva alle Pa di accettare i certificati prodot-ti volontariamente dal diretto in-teressato. Ora non sarà più possi-bile. Come spiega la direttiva, le certificazioni rilasciate dagli uffi-ci pubblici «sono valide e utilizza-bili solo nei rapporti tra privati»; nei rapporti tra questi e le Pa (o i gestori di servizi pubblici) sono sempre sostituite dalle dichiara-zioni sostitutive o dall'atto di no-torietà. Ma c'è di più. I funzionari che non si adeguano alle nuove di-sposizioni commettono «viola-zione dei doveri d'ufficio».

Va segnalato inoltre che ogni modulo deve esplicitare la dicitu-ra: «Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici ser-vizi». In caso contrario potrà es-

sere dichiarato nullo. In secondo luogo, va individuato presso ogni ente l'ufficio responsabile per ge-stire, garantire e verificare la tra-

_ smissione dei dati o l'accesso di-retto agli stessi da parte delle am-ministrazioni procedenti così da permettere «idonei controlli, an-che a campione» delle dichiara-zioni sostitutive. Le modalità or-ganizzative prescelte vanno poi pubblicizzate sui singoli siti inter-net. Un accenno va infine agli scambi di dati tra Pa. Che posso-no essere facilitati con la sotto-scrizione di convenzioni quadro tra i vari enti, seguendo le linee guida redatte da DigitPa e consul-tando il Garante per la privacy.

Archiviata la pratica «decerti-ficazione», Patroni Griffi può concentrarsi sulle altre questioni aperte nel pubblico impiego (in primis contratti e mobilità). L'ap-puntamento è per il 13 gennaio a Palazzo Vidoni dove il neomini-stro incontrerà i sin

‹Certificati zero» negli uffici pubblici

il pianoper l'indusuia vel-de

pressunE 28/12/2011

Il soler /,1

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press unE 28/12/2011

II sule/ /,1

NELLA PA

Nasce la commissione Anticorruzione

Elaborare in tempi brevi proposte operative sulla tra-sparenza e la prevenzione della corruzione nella pubbli-ca amministrazione. E chiaro il mandato della nuova Com-missione anti-corruzione isti-tuita della ministro della Fun-zione pubblica, Filippo Patro-ni Griffi.

Una decisione duramente criticata dalla Lega, che ha par-lato di «schiaffo al Parlamen-to», dove si sta votando il dise-gno di legge contro la corruzio-ne nella Pa. L'approvazione di questo provvedimento, tra l'al-tro, è stata sollecitata dal Pd do-po l'allarme sui nuovi fenome-ni di corruzione lanciato dalla Corte dei conti. Immediata la replica di Patroni Griffi al Car-roccio: nessuno schiaffo al Par-lamento, la commissione avrà il compito di elaborare propo-ste per eventuali emendamen-ti al Ddl, che è da approvare.

La Commissione non si so-vrapporrà alla Civit, già chia-mata a misurare le performan-ce della Pa e alla quale il Ddl all'esame delle Camere attri-buisce il ruolo di Autorità na-zionale anticorruzione. La scelta della Civit, secondo il suo presidente Antonio Mar-tone, è avvenuta anche in con-siderazione «della sua natura di Autorità amministrativa in-dipendente». All'Authority sa-rà affidato il compito di vigila-re sull'applicazione delle mi-sure anti-corruzione.

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<Certificati zero, negli uffici pubblici Cdm r

.il pianoper l'indusUia sulle II1,11,tra,

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press unE 28/12/2011

Il soler /,1

INTERVISTA

Raffaele Jerusalmi Amministratore delegato di Borsa Italiana

«Occorre andare oltre le Ipo Nuova strategia Borsa-Pnii» Piazza Affari con il progetto Elite darà lustro a 500 imprese Antonella Olivieri ww È un anno difficile, che si chiude con l'eredità di pesanti in-certezze. «Arduo fare previsio-ni, soprattutto al termine di un ci-clo ventennale di tassi bassi ed elevata leva che poi ha condotto alla crisi finanziaria di cui stiamo pagando oggi le conseguenze», osserva Raffaele Jerusalmi, am-ministratore delegato di Borsa italiana. «Da un lungo periodo che ha favorito la creazione del capitale assisteremo probaffil-mente a un prossimo ciclo nel quale il capitale verrà redistribui-to. Ci sarà la necessità di rifinan-ziare gli elevati indebitamenti statali e di assorbire il processo di deleverage del sistema priva-to, in particolare nel sistema fi-nanziario. In un contesto simile le aziende dovranno ricorrere sempre più al mercato, perchè le banche avranno meno risorse per finanziarle», è la previsione.

Alla fine, insomma, uno sce-nario che assegna un ruolo cen-trale alla Borsa.

Per le imprese si imporrà il te-ma di conciliare crescita e sosteni-bilità. Si restringeranno gli spazi per hedge fund e private equity e ci sarà un ritorno alla finanza più tradizionale, che pOi significa met-tere in contatto chi ha i capitali con chi ha le idee. E questo indubbia-mente offrirà maggiori opportuni-tà a chi gestisce le infrastrutture di

mercato, come appunto la Borsa. Però quest'anno ilpiatto pian-

ge. In Piazza Affari è arrivata so-lo unanuova matricola, Salvato-re Ferragamo. Come lo spiega?

Io credo che la cultura della quotazione in Italia debba fare an-cora molta strada. Ferraganio pe-rò ha dimostrato a tutti che se si porta in quotazione un'azienda coi conti in ordine e che ha un pro-getto chiaro, il mercato compra anche in momenti di estrema vo-

LE MATRICOLE LATITANTI «Il caso di Ferragamo dimostra d'e il progetto è valido gli investitoti arrivano»

latilità e incertezza. Bisogna cam-biare il modo di affrontare la quo-tazione, considerandolo non co-me un momento di discontinuità, ma come un percorso di crescita che dura anni e che permette di raccogliere capitali sul mercato nel tempo.

Come Borsa avete avviato molte iniziative in questa dire-zione. Finora però sono stati più gli sforzi che i risultati. Come pensate di procedere?

A novembre, insieme al mini-stero dell'Economia, abbiamo lan-ciato il progetto Elite, un modo per avvicinare le aziende alla Bor-

sa prima di arrivare alla quotazio-ne. In pratica abbiamo costruito una "vetrina" per le aziende, abi-tuandole a fornire informazioni al mercato, con un percorso "gui-dato" che nel giro di due o tre anni le metta in grado di accedere al mercato dei capitali. Questo per-chè ci siamo resi conto che lo sfor-zo della quotazione in tempi trop-po brevi sottopone le aziende a uno stress eccessivo con conse-guenze alla lunga negative per la stessa azienda. Elite vuole essere un'opportunità soprattutto per le imprese di medio-piccole dimen-sioni. Abbiamo già un accordo con il Fondo italiano d'investi-mento che aderirà al progetto con le aziende partécipate. Con-tiamo nel giro di qualche anno di mettere in vetrina zoo-500 socie-tà. Abbiamo poi stretto un accor-do con l'Abi, battezzato "Ipo bank facility", per mettere a dispo-sizione delle aziende che si quota-no finanziamenti a costi competi-tivi e con un iter più breve del nor-male, cosicchè il momento dello sbarco in listino possa essere un'occasione per raccogliere ca-pitali sotto diverse forme. Lo stan-ziamento iniziale è dell'ordine di un miliardo di euro.

Le Pmi però hanno problemi di accesso al mercato dei capita

non solo per quanto riguarda l'azionario, ma anche per quan-to riguarda i bond. La raccolta

tramite emissioni obbligaziona-rie è solitamente preclusa alle aziende che non siano di grandi dimensioni.

Stiamo lavorando anche in questa direzione, ma senza ra-ting è difficile raccogliere capita-li con le obbligazioni. Penso piut-tosto ad altri strumenti, più simi-li alle carte commerciali, molto in voga negli anni '80. L'impor-tante però, ripeto, è riuscire a cambiare la cultura d'impresa a riguardo del mercato.

Torniamo al tema matricole. In realtà le Ipo tricolori quest'anno sono state due: c'è anche Prada, che ha scelto di quotarsi a Hong Kong.

Rispetto le scelte di tutti, ma spero che chi ha optato per un li-stino estero poi consideri l'ipote-si del dual listing Milano è una piazza molto internazionale. Per le 40 blue chip dell'indice Ftse-Mib, i195% degli investitori istitu-zionali è di matrice estera: si trat-ta di izoo case d'investimento di 4o Paesi. Borsa italiana è ricono-sciuta essere il mercato aziona-rio più efficiente in Europa, con i costi più bassi in assoluto e una turnover velocity del 190%, più alta di tutti gli altri listini. II mer cato italiano è molto più evoluto di quello di Hong Kong, dove fi-no a quattro mesi fa c'erano anco-ra certificati "fisici" per le azioni. Storicamente a Hong Kong si

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ANSA

Al vertice. Raffaele Jerusalmi, ad di Borsa Italiana

500~ Il target del piano Elite Ilprogetto Elite serve per avvicinare le aziende, soprattutlp le Pmi,alla'Borsa già prima delle operazioni di quotazione con l'obiettivo di facilitarne l'accesso al mercato dei capitali. Nella sostanza Borsa Italiana ha realizzato

una "vetrina" per abituare le aziende a fornire informazioni al mercato, con un percorso «guidato». C'è un accordo con il Fondo italiano d'investimento che aderirà al progetto con le aziende partecipate e net giro di qualche anno Borsa Italiana conta di mettere in vetrina fino a 500 società.

press unE 28/12/2011

Il Sole12

quotavano i grandi conglomerati statali cinesi con flottante limita-to all'1-2% del capitale. La conse-guenza è che formalmente la ca-pitalizzazione del mercato era molto alta, ma gli scambi erano molto bassi. Se non c'è liquidità poi è difficile negoziare il titolo. E poi c'è un problema di fuso ora-rio: quello di Milano è più "como-do" per gli investitori anglosasso-ni. Non da ultimo, quotarsi a Hong Kong è molto più caro e Ferragamo, quotandosi a Mila-no, ha attirato comunque molti investitori asiatici. Nello specifi-co settore della moda e del lusso abbiamo 14 società ben coperte dagli analisti, a Hong Kong inve-ce non ce ne sono.

A parte le matricole che scar-seggiano, ritiene preoccupante per Borsa italiana la decisione di UniCredit di usare dal cash equity business, abbandonando intermediazione azionaria e ri-cerca societaria?

Spero si tratti di un caso isola-to, certo non ci fa piacere. La co-pertura locale delle aziende quo-tate a Milano è di estrema impor-tanza, perchè solo chi è locale può avere una conoscenza dell'azienda che vada al di là dei puri numeri.

Faccia un esame di coscienza: c'è qualcosa che la Borsa possa rimproverarsi?

Non direi. I volumi ci sono. Il mercato è liquido sui derivati co-me sul cash. I costi della Borsa so-no "risibili": siamo quelli che of-frono le migliori condizioni in Eu-ropa. E Fineco, che fa parte del gruppo UniCredit, è il nostro mag-gior cliente sul mercato aziona-rio. Sono decisioni aziendali sulle quali non possiamo incidere, ma sono scelte che magari poi posso-no essere riconsiderate: le cose' possono cambiare e non sarebbe la prima volta. Noi, ovviamente, lo speriamo.

t RIPRODUZIONE RISERVATA

Ferruccio Ferragamo Presidente e ad di Ferragamo

«Il mercato, anche in momenti difficili, apprezza le aziende con progetti chiari»

EMBLEMA

Maurizio Bei-tetti Ceo di Prada

«Prada per quotarsi ha scelto Hong Kong, una piazza difficile e dedicata soprattutto ai big cinesi»

Federico Ghizzoni Ad di UmCredit

La banca è uscita dal cash equity business, spero si tratti di un caso isolato

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Direttiva di Patroni Griffi. Due le chance: autocertcazioni o. acquisizione dei dati d'ufficio

P.a., certificati in soffitta dal 2012 Chi continuerà a chiederli rischierà sanzioni disciplinari DI FRANCESCO CERISANO

Dal 1° gennaio 2012 niente più certifica-ti alla p.a. Gli uffici pubblici dal prossimo

anno avranno solo due possi-bilità: acquisire d'ufficio dati e informazioni sui cittadini o accettare le autocertificazioni. Ma non potranno più richiede-re certificati. E chi continuerà a farlo rischierà grosso per-ché si tratterà di un'ipotesi di violazione dei doveri d'ufficio. Sui documenti dovrà essere obbligatoriamente inserita la seguente avvertenza: «Il pre-sente certificato non può esse-re prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici ser-vizi». Una dicitura essenziale per la validità stessa del cer-tificato, in assenza della quale, oltre alla nullità del documen-to, potranno scattare pesanti sanzioni per il dipendente pub-blico responsabile.

Sulla «decertificazione» dei rapporti tra p.a. e privati il ministro della funzione pub-blica Filippo Patroni Grif-fi si muove nel solco avviato dal suo predecessore Renato Brunetta. E con una diret-tiva (n. 14/2011), firmata il 22 dicembre scorso, richiama tutte le amministrazioni a un'applicazione immediata delle norme contenute nella

------,

legge di stabilità 2012 (legge n. 183/2011) che in realtà non si inventano nulla di nuovo, ma semplicemente puntano ad attuare due principi esistenti nel nostro ordinamento da ol-tre 20 anni, ma mai attuati. Il primo si trova nell'art. 18 della legge sul procedimento amministrativo (n. 241/1990) secondo cui «i documenti atte-stanti atti, fatti, qualità e stati soggettivi» sono «acquisiti d'uf-ficio» quando «sono in possesso dell'amministrazione proce-dente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni».

Il secondo nelll'art. 43 del dpr 445/2000 (Testo unico sulla documentazione am-ministrativa) che recita: «Le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi non possono richiedere atti o cer-tificati concernenti stati, qua-lità per.sonali e fatti che siano attestati in documenti già in loro possesso o che comun-que esse stesse siano tenute a certificare». E prosegue: «In luogo di tali atti», le p.a. sono tenute «ad acquisire d'ufficio le relative informazioni, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall'in-teressato». Eppure gli uffici pubblici non li applicano mai, costringendo i cittadini a file interminabili e disagi.

I due principi per volere di

Renato Brunetta sono stati in-seriti dapprima nella bozza di decreto sviluppo che il gover-no Berlusconi avrebbe dovuto presentare a fine ottobre ma poi sono ttansitati nella legge di stabilità.

Ora Patroni Griffi strin-ge i tempi. E la direttiva è il chiaro segno della volontà del ministro di non trasformare questa opportunità di sem-plificazione nell'ennesima oc-casione mancata. A farne le spese, oltre ai cittadini, sareb-bero soprattutto le imprese a cui le nuove norme portano in dote due ulteriori opportunità: l'acquisizione d'ufficio del Dure

(il Documento unico di regola-rità contributiva che attesta l'assolvimento degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di Inps, Inail e Cassa Edile) e la trasmissione tele-matica dei certificati antimafia (che tanto ha fatto discutere al momento dell'annuncio da parte di Brunetta, si veda Ita-liaOggi del 27/9/2011).

Per scongiurare il rischio di un nuovo flop le p.a. che emet-tono i certificati dovranno in-dividuare un ufficio responsa-bile «per tutte le attività volte a gestire, garantire e verificare la trasmissione dei dati o l'ac-cesso diretto alle informazioni

da parte delle amministrazio-ni». La mancata risposta alle richieste di controllo entro 30 giorni costituirà violazione dei doveri d'ufficio e verrà presa in considerazione ai fini della valutazione delle performance individuali. Non solo. Le am-ministrazioni certificanti do-vranno pubblicare sul proprio sito internet istituzionale le misure organizzative adottate per garantire una «efficiente, efficace e tempestiva acquisi-zione d'ufficio dei dati».

La correttezza delle autocer-tificazioni sarà verificata at-traverso controlli a campione, mentre l'acquisizione dei dati da altre p.a. dovrà avvenire senza oneri «con qualunque mezzo idoneo ad assicurare la certezza della loro fonte di provenienza».

A questo scopo le p.a. tito-lari di banche dati accessibili per via telematica dovranno predisporre, sulla base delle linee guida di DigitPa e senti-to il Garante privacy, apposite convenzioni aperte a tutte le amministrazioni e soprattutto senza oneri a loro carico. ©Riproduzione riservata

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Ita., certificati in soffitta dal 2012

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ItaliaOggi

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Tarsu, niente riduzioni superiori a un terzo È illegittimo il regolamento comunale che concede la riduzione tariffaria della tassa rifiuti all'occupante unico di un immobile in misura superiore a un ter-zo e che collega l'agevolazione al reddito del contribuente, il cui limite massimo è fissato dall'ente. Lo ha precisato la Commissione tributaria provinciale di Roma, sezione LXI, con la sentenza n. 473 del 7 novembre 2011.

Per i giudici capitolini, il regolamento comunale ha travalicato i limiti fissati nella disciplina Tarsu (decreto legisla-tivo 507/1993), poiché ha collegato «la riduzione per unico occupante a un li-mite di reddito». Peraltro, secondo la Commissione, anche la misura dell'agevo-lazione è illegittima, in quanto l'ammini-strazione ha previsto «una riduzione del 35% invece del limite

massimo di un terzo». L'articolo 68 del decreto legislativo

507/1993 detta i criteri ai quali i comu-ni si devono attenere per l'applicazione della tassa e la determinazione delle tariffe e indica le categorie di locali e aree con omogenea potenzialità di ri-fiuti. I comuni per poter applicare la tassa sono tenuti, infatti, ad adottare un regolamento che deve contenere non solo la classificazione delle categorie ed eventuali sottocategorie, ma anche la graduazione delle tariffe ridotte per particolari condizioni d'uso. Nell'am-bito del potere regolamentare possono essere individuate anche le fattispe-

cie agevolative, con relative condizioni, modalità di richiesta e eventuali cause di decadenza.

L'articolo 66 dello stesso decreto, inol-

tre, attribuisce al comune la facoltà di disporre la riduzione, di un importo non superiore a un terzo, della tariffa unitaria nel caso di abitazioni con unico occupante o a uso stagionale. Il beneficio può essere concesso anche per i locali, diversi dalle abitazioni, adibiti a uso stagionale o non continuativo, ma ricorrente, pur-ché risultante da licenza o autoriz-zazione rilasciata dagli organi competenti. Sono misure di temperamento dell'imposizione per situazioni che possono comportare una minore utilizzazione del servizio e produzione di rifiuti. Le riduzioni sono applicate solo quando risultano da dati

ed elementi contenuti nella denuncia, originaria, integrativa o di variazione,

con effetto dall'anno successivo.

Dunque, è rico- nosciuta al comune la facoltà di preve- dere, con apposita disposizione del re- golamento, speciali agevolazioni, sotto forma di riduzioni e, in via eccezionale, di esenzioni dal tri- buto. In caso di con- testazioni da parte del contribuente, il

giudice tributario può disapplicare le delibere comunali solo per vizi di legit- timità, vale a dire per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge.

Sergio Trovato — O Riproduzione rinerrata--E

Ea.. certificati in soffitta dal 21112

press unE 28/12/2011

ItaliaOggi

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CO .:p: di igi -wti riuratire tartode di Natale a Russi. La :modestia dei bottino rende la parola "fui tta perfino esagerata :, mentre è sin-golare dinamica degli. eventi. gruppetto - o il singolo, il dubbio :10:3 Veflì3. probal -a -u(,icite intii sctohoccagito :luno via. Faerl:1"33.,

all'aheZZa tCattO Che h..i3b:See centro storico, in stantii, non è possibile affermare che siano state le stesse persone a cora-piere due gesti, errtrarebt accomunati da 311-1a certa hatraprendenza. liaddobbo natalizio è stato sottratto ai t;',.3 -114:a Cali-, g,-ice una stella

natalizia era appesa. esternamente sopra la porta. Per raggturtgeria 'Interessato ha utilizzato tutte ie sue doti acrobatiche, perché non Cra Ce.:t0 a pOrtata 1110Cale è dì. fronte alla 'fontana degli amori": dliSSa Che h:lano:testa, ispiata. da un cc -o rornaraico h wgn, rton radibitt. turaffata per far coipo sutratilma gemella. Poco oltre ai bar, ecco il secondo luogo del delitto, vicino alla pescheria. Qui, una :ft:eletta legata. ala grondata è spaiata, grondala compresa. Ma, niente patata perché e stata ritmania Il giCir.:30 dopo :in Zona stazione, assierrie alla grondala che è iúoft:).Rta. 2,1 suo posto.

Marco Ricìputì

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3I;OStra :delta. da Gianni Lardi. si conferma fin dagli esordi unidea foi-tuna-tissiraa che si cipropone con

sue:cesso ogni. nano. none ormai tradizione la mostra dei. Libri. "'dai Ma:V-5ST

spirata noU'ex Chiesa inAttils di via Cavour. Come sempre, al centro dell'es1905:ZiOne ci sono piceli'ti mondi, antiCh;

rnOdertlj., ardrnaleChi e tec-nologici, presi dal quotidiano core dalla fantasia più sfre nata, messi in l'orma di libro. O neglio, di u3ia cezkrae del libro parecchio allargata. I concreti VOI; plindarkd darte

creatbatit che incarnano la letteratura 'mai vista' Mossa elait assoCiaZIOneVaCa sono -prodotti da artisti e ar-tigiani da ogni p31de d'Italia e alcuni paesi stranieri. Q:3e-

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Cedead"„ "Libri mai. mai vish" cuna da Zaull. con lasso

ciazione culturale:‘,'éca e dal

dertllirle di Russi, con il pa-trocinio di Regione e Provin-

coilationiziore Cein

garlea di Credito cooperativo ravennate e iniolese e Ratio C:onsulting. La mostra resta aperta fino ai 20 gennaio dal mercoleell veneot, dalle 15 alle 10; sabato, domenica e feStiV: anche dalle in alle 12; chiusa la mattina dei primo gennaio.

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